Notiziario marzo 2014 elec low

34
Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in abb. post. - d.l. 353/2003/ (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1 - comma 1- DCB - Filiale R.E. - Tassa pagata taxe perçue - Anno XLV - N. 01-03 di dicembre 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Reggio Emilia detentore del conto per restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. PERIODICO del Comitato Provinciale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Reggio Emilia notiziario 01-03 2014 gennaio- marzo 03 editoriale Un 8 marzo tra populismi e venti di guerra Antonio Zambonelli 04 8 marzo Il bambino, cittadino a pieno diritto Anna Parigi 11 Politica L’ affaire En.Cor, una brutta pagina Fabrizio Tavernelli 15 cultura I Cervi :una storia che resiste. Intervista a Rossella Cantoni Glauco Bertani La memoria è sempre giovane 8 marzo

description

 

Transcript of Notiziario marzo 2014 elec low

Poste Italiane s.p.a. - Spediz. in abb. post. - d.l. 353/2003/ (conv. in L. 27-02-2004 n. 46) art. 1 - comma 1- DCB - Filiale R.E. - Tassa pagata taxe perçue - Anno XLV - N. 01-03 di dicembre 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio P.T. di Reggio Emilia detentore del conto per restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

PERIODICO del Comitato Provinciale Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Reggio Emilia

notiziario

01-032014gennaio-marzo03 l© editorialeUn 8 marzo tra populismi e venti di guerraAntonio Zambonelli

04 l© 8 marzoIl bambino, cittadino a pieno dirittoAnna Parigi

11 l© PoliticaL’affaire En.Cor, una brutta paginaFabrizio Tavernelli

15 l© culturaI Cervi :una storia che resiste. Intervista a Rossella CantoniGlauco Bertani

La memoria è sempre giovane

8 marzo

Spedizione in abbonamento postale - Gruppo III - 70%Periodico del Comitato Provinciale Associazione Na-zionale Partigiani d'Italia di Reggio EmiliaVia Farini, 1 - Reggio Emilia - Tel. 0522 432991C.F. 80010450353e-mail: [email protected]; [email protected] web: www.anpireggioemilia.itProprietario: Giacomo NotariDirettore: Antonio ZambonelliCaporedattore: Glauco BertaniComitato di redazione: Eletta Bertani, Ireo LusuardiCollaboratori: Paolo Attolini (fotografo), Angelo Bariani (fotografo), Massimo Becchi, dott. Giuliano Bedogni, dott. Carlo Menozzi, Bruno Bertolaso, Sandra Campanini, Anna

Fava, Nicoletta Gemmi, Claudio Ghiretti, Enrico Lelli, Saverio Morselli, Fabrizio Tavernelli

Registrazione Tribunale di Reggio Emilia n. 276 del 2-03-1970

Marzo 2013 Solo formato elettronicochiuso il 21 febbraio 2014Impaginazione e grafica Glauco Bertani

Per sostenere il “Notiziario”:UNICREDIT, piazza del Monte (già Cesare Battisti) - Reggio Emilia IBAN: IT75F0200812834000100280840CCP N. 3482109 intestato a:Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Provinciale ANPI

notiziario

sommario

01-032014gennaio-marzo

foto: di copertin

a

Angelo Bariani

Editoriale

03 Un Otto marzo tra populismo e venti di guerra, di A. Zambonelli

8 marzo04 Il bambino cittadino a pieno diritto, di A. Parigi06 Quando la memoria diventa testimonianza di novi

tà, di B. Fontanesi08 Segnali di pace. Tra uc cidere e morire c’è una

terza via: vivere, di S. Morselli09 Evelina e le fate, la guerra negli occhi di una bambina, di G. Guidotti10 La Partigiana Giacomina riceve il Primo tricolore

di F. Ferrarini

Politica11 L’affaire En.Cor una brutta pagina, di F Tavernelli13 Antidoti antifascisti, per una cultura della

cittadinanza e della coesione

Estero

14 Sochi, ai tropici le Olimpiadi della neve, di B. Bertolaso

Cultura

15 I Cervi, una storia che resiste, intervista a Rossella Cantoni, di G. Bertani

17 In Absentia, parlare dell’Olocausto attraverso il vuoto, di G. Bigi

18 Reggio Israele Palestina (24/11-01/12/2013), fotocronaca, A. Zambonelli

Commemorazioni

20 69° anniversario rappresaglie di Villa Sesso - L’ANPI di Castelnuovo ne’ Monti a Minozzo e Vinca21 Il Vescovo ricorda don Borghi22 69° anniversario della battaglia di Canolo, a.f23 69° anniversario della morte del Partigiano Nero - l’ANPI di Varese ricorda Sergio Rubertelli

25 Lettere

26 Lutti

28 Anniversari

32 I sostenitori

Le rubriche18 La finestra sul cortile, Sandra Campanini

In Absentia, di G. Bigi, p. 17

marzo 2014notiziario anpi

3

editoriale di Antonio Zambonelli

Un otto marzo tra popUlismi e venti di gUerra

Nel fondo del Notiziario di dicembre scorso, ci chiedevamo quando saremmo usciti dal “clima avvelenato” in cui si tra-scinava il Paese con un governo, allora, ancora delle “grandi intese” messo in for-se dal “doloroso distacco”, cioé dall’ab-bandono della “Casa del Padre”, da parte di Alfano e seguaci. Un distacco che ci lasciò dubbiosi allora senza che i dub-bi siano cessati oggi, mentre lo Speedy Gonzales fiorentino è subentrato a Letta in una problematica alleanza di Governo. Rispetto al quale Governo, come ANPI, non siamo né contro né pro, auspicando comunque che qualcosa si possa realizza-re di ciò che urge (e che ci viene promes-so) per uscire dal clima avvelenato, dal disagio economico e sociale in cui ci tra-sciniamo da troppo tempo. Auspicio che abbiamo formulato anche col messaggio inviato al nostro ex Sindaco Graziano Delrio, al momemto del suo passaggio al prestigioso ruolo di Sottosegretario alla presidenza de Consiglio. “Siamo certi che nel tuo impegno sa-prai – concludeva il messaggio di Nota-ri – come sempre, trarre ispirazione da quegli ideali della Resistenza che così fortemente costiutuiscono uno dei fon-damentali caratteri originari della nostra terra reggiana”.Ecco, gli ideali della Resistenza, quelli che si incarnano nelle storie personali di tanti uomini e donne, di cui parliamo lun-go questi settantesimi per rinnovarne la memoria, a partire dalle scuole.. Di don-ne, in questo 8 marzo 2014, come Dori-na Storchi, che richiamiamo ancora una volta su questo numero on line, ed alla quale viene intititolata la bandiera della sezione ANPI cittadina, che inaugurere-mo proprio nella mattina dell’8 marzo nella nostra sede di Via Farini n.1.Ribadendo che il nostro forte legame con la Memoria e la costante riproposizione di una Cultura dell’antifascismo, hanno fortemente a che fare con il nostro pre-sente e con il nostro futuro. In Italia come in Europa. Per contribuire alla diffusione di una consapevolezza del rischio di ripe-tizioni, non sempre come farse, di antiche e già viste tragedie della storia.Giustamente il nostro presidente Nota-ri, ama ripetere che la vittoria del 1945

contro il nazifascismo ha fatto nascere una nuovo Europa, da settanta anni senza guerre. Una Europa scaturita dalla Re-sistenza e da visioni del futuro che ani-marono antifascisti come Altiero Spinelli ed Ernetso Rossi, quando nel 1941, a 2a guerra mondiale divampante, nell’isola di confino dove erano ristretti scrissero il Manifesto per un’Europa libera e unita.Tuttavia la pace che da settant’anni carat-terizza “gran parte” dell’Europa, ha avu-to e continua ad avere gravi e sanguinose lacerazioni nella parte orientale del Con-tinente (Sarajevo, Srebrenica, Kossoo-vo...). E proprio mentre stendiamo queste note si accavallano notizie non tranquil-lizzanti da quella Ukraina che da secoli è un crogiuolo di etnie e di culture. Una Ukraina in rischioso conflitto con quella Russia che nove secoli or sono cominciò a nascere proprio come “Rus di Kiev”, nel vasto territorio che giunse a compren-dere aree delle attuali Ukraina, Polonia, Bielorussia, Russia occidentale, Litua-nia, Estonia. Dove cristiani, musulmani ed ebrei vissero per secoli vicini o me-scolati, non sempre pacificamente. Dove l’odio antisemita si manifestò ricorren-

temente con i pogrom raggiungendo il culmine dello sterminio con l’invasione nazista.Ecco, ai venti dei populismi razzisti spi-ranti in varie parti d’Europa, Italia com-presa, si affiancano ora le folate di guerra, carri armati alle frontiere, esercitazioni con missili intercontinentali.Anche della cultura di pace, dovremo riprendere ad occuparci, poiché Cento anni non son bastati, come recita il titolo dell’efficace pamphlet pubblicato da don Giuseppe Dossetti jr in vista del centena-rio della Prima guerra mondiale.Comunque sia, Buon oTTo maRZoAnche se, mentre il governo Renzi deve ancora vedersela col residuo protagoni-smo di Berlusconi, Cécile Kienge, nera e donna, è stata espunta dalla compagine governativa assieme al ministero della Integrazione.

Reggio Emilia, 11 novembre 2013. L’allora ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge in visita a Reggio Emilia (foto Anna Parigi)

marzo 2014notiziario anpi

4

8 marzo“Gruppo dialoghi sulla scuola” di Reggio Emilia

Il bambino, cittadino a pieno diritto“Dal 2011 il gruppo inizia a pensare ad una legge 0/6, una legge che parla di diritto dei bambini ad un’educazione di qualità, normata a livello nazionale, che promuova l’idea di un bambino che gode del diritto all’educazione, con potenzialità, competenze e saperi, cittadino a pieno diritto della società civile, ribadendo la necessità che ciò avvenga in un luogo educativo pubblico...”

Incontro il “Gruppo dialoghi sulla scuo-la” in una sera piovosa di gennaio, c’è l’allerta meteo per la neve. Il pomeriggio ho modo di parlare con Lucia (una delle insegnanti del gruppo) che mi rassicura dicendomi che il nostro appuntamento non salta, la neve non li spaventa, qual-siasi condizione meteo non gli impedirà di incontrarsi quella sera per discutere dei loro progetti. Questa sua affermazione mi consola, sento nelle sue parole lo stesso entusiasmo che avverto quando parlo con i “miei” Partigiani, che non hanno temu-to il freddo e la neve nei lunghi mesi in montagna.Raggiungo il Centro Internazionale Lo-ris Malaguzzi e incontro Andrea, Ange-la, Francesca, Giuseppe, Lucia, Onofrio, Sara e Veronica; sono una piccola parte del “Gruppo dialoghi sulla scuola” – gruppo composto da genitori di bambini di nidi, scuole dell’infanzia comunali, scuole elementari e medie, insegnanti e pedagogisti – formatosi nel 2004 a parti-re da un proposta del Consiglio Infanzia Città della scuola dell’infanzia comunale Bruno Munari. Il 2004 è un anno crucia-le poiché in città è in corso la campagna elettorale per le amministrative della cit-tà, le prime alle quali si presentano sette candidati.Con il prezioso contributo del compianto prof. Ettore Borghi, di Eletta e dell’asso-ciazione Amici di Reggio Children (oggi parte della Fondazione Loris Malaguzzi) si organizza un incontro con i candidati sindaco per discutere dei loro punti di vi-sta in merito alle politiche dell’infanzia, educative e scolastiche della città.Dopo questa esperienza il gruppo decide di non sciogliersi, ma di continuare con questo impegno, ognuno con il proprio

di Anna Parigi

compito e le proprie competenze, per testimoniare quanto le politiche educati-ve siano un argomento di fondamentale importanza per la vita pubblica, non solo perché gestite dal pubblico, ma perché di tutti.Negli anni il gruppo si è consolida-to, attorno allo “zoccolo duro” come lo chiamano scherzosamente i miei interlo-cutori, crescendo numericamente e pro-ponendosi di diventare il punto di con-giunzione tra i genitori, gli insegnanti e la politica, per non far mai scendere l’at-tenzione sull’argomento, che ovviamente non è un tema di massa e non ricopre i primi posti nelle agende politiche nazio-nali. Poiché il rischio non è solo quello di non poter aprire nuove scuole, ma anche quello di perdere terreno dove l’eccellen-za esiste già.Già dal 2011 il gruppo inizia a pensare ad una legge per i servizi educativi 0/6, una legge che parla di diritto dei bambini ad un’educazione di qualità, normata a livel-

lo nazionale, che promuova l’idea di un bambino che gode del diritto all’educa-zione, con potenzialità, competenze e sa-peri, cittadino a pieno diritto della società civile, ribadendo la necessità che ciò av-venga in un luogo educativo pubblico, di collettività.La legge sui nidi di infanzia vigente è da-tata 1971, all’avanguardia per l’epoca ma disattesa nella sua applicazione, questa colloca i nidi tra i “servizi sociali di inte-resse pubblico” di fatto cogliendo solo la sua funzione assistenzialistica senza fare alcun riferimento al carattere educativo. Questa legge demandava alle regioni l’applicazione, si è provocato così a livel-lo nazionale un panorama assolutamente eterogeneo.Con la nuova legge si vuole normare a li-vello nazionale la situazione dei nidi d’in-fanzia, confermandone l’importanza edu-cativa e cancellando l’idea che si tratti di solo servizio assistenziale, collocandolo in un ottica di percorso educativo da 0 a 6 anni

marzo 2014notiziario anpi

5

8 marzo

in continuità con la scuola dell’infanzia.Le ricerche scientifiche di quest’ultima decade hanno inoltre evidenziato un ul-teriore aspetto positivo derivante dalla promozione dei servizi educativi 0-6: in particolare, gli studi condotti dal pre-mio Nobel per l’economia (2010) James Heckman hanno dimostrato come gli investimenti sulla prima infanzia pre-sentino sostanziali vantaggi economici rispetto a qualsiasi altra forma di finan-ziamento in ambito educativo. Nonostan-te l’importanza riconosciuta ai primi anni di vita, l’infanzia è tradizionalmente tra-scurata dagli interventi pubblici in mate-ria di istruzione e politiche sociali, spes-so concentrati nei periodi scolastici più avanzati, con interventi per recuperare o aumentare le abilità scolastiche o lavora-tive di ragazzi già in forte difficoltà. Ma a quel punto, come mostrano le ricerche di Heckman, è già tardi per colmare il di-vario creatosi nell’infanzia, che permane sostanzialmente invariato tra i 5 e i 18 anni d’età. In queste fasi così avanzate occorrono interventi più intensivi, che comportano da un lato risultati di minore efficacia, dall’altro costi molto più ele-vati. Oltretutto, anche nei casi in cui tali interventi riescono a migliorare le presta-zioni scolastiche, raramente permettono un recupero delle abilità non-cognitive (i cosiddetti “soft skills”), ovvero la capa-cità di relazionarsi agli altri, di gestire e controllare le proprie reazioni emotive e la fiducia in se stessi.Gli stessi studi sono confermati dalla Fondazione Giovanni Agnelli, indipen-

dentemente dall’appartenenza sociale, culturale ed economica di un bambino, la formazione in fascia d’età prescolare ri-duce in maniera significativa le differenze scaturite da condizioni di partenza sfavo-revoli, compensando le disuguaglianze.I componenti del gruppo mi raccontano delle difficoltà incontrate nella scrittura della legge, mi spiegano che scrivendola si corre il rischio di fare l’ennesima nor-mativa che tenga conto solo delle esigen-ze dei genitori, non considerando il punto di vista del bambino.Per redigerla sono stati prediletti dei ter-mini semplici, delle parole importanti e piene di significato per i bimbi e per i genitori.Le due parole chiave di cui mi parlano sono DIRITTI e BISOGNI. I bisogni dei genitori che sentono la necessità di servizi educativi capaci di rispettare il diritto dei bambini ad avere nidi e scuole dell’infan-zia di qualità, attuando una vera e propria politica dei diritti dei più piccoli.Mi colpisce molto un ragionamento sul quale arriviamo, sempre citando alcune parole importanti, CONCILIAZIONE, non conciliazione tra il datore di lavoro e la mamma lavoratrice, ma tra i diritti dei bambini ed il mondo del lavoro dei ge-nitori, pensando ad un servizio educativo che tenga conto dei tempi di vita del bam-bino, delle sue esigenze, che salvaguardi parte della sua giornata.La legge non deve solo regolamentare il percorso educativo ma anche immagina-re una flessibilità del mondo del lavoro che tenga in considerazione il diritto alla

maternità e alla paternità.L’idea della legge 0/6 ha trovato confron-to e condivisione nei Consigli Infanzia Città dei nidi e delle scuole dell’infanzia, che nell’ultimo anno e mezzo hanno in-contrato per ben cinque volte il Gruppo, per conoscere gli sviluppi del lavoro.Nel febbraio dello scorso anno sono stati convocati i canditati reggiani alle poli-tiche, dopo questo delicato passaggio la proposta di legge ha subito una battuta d’arresto, anche a causa dell’instabilità del governo nazionale. Ovviamente il dialogo interno non si è fermato, è conti-nuato per chiarire i passaggi più difficili alimentato dagli addetti ai lavori e dalle amministrazioni pubbliche. Tra i punti più delicati c’è la necessità di modificare il Titolo V della Costituzione che regola-menta i rapporti tra Stato, Regioni, Pro-vince e Comuni, sul quale si è discusso a lungo con costituzionalisti e politici.Si è fatto tardi, e so che dopo la mia visi-ta il Gruppo deve continuare a lavorare, per il 21-22-23 febbraio è in programma un grande evento, in concomitanza con il compleanno di Loris Malaguzzi, si tratta del XIX Convegno nazionale dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia – Educazione e/è politica - promosso dal gruppo nazionale nidi e infanzia e dal centro internazionale Loris Malaguzzi (di cui vi darò notizia sul prossimo Notizia-rio), ma prima di lasciarli voglio sapere cosa c’è di Loris dentro questo progetto, la risposta è unanime, la legge è la pro-secuzione di un cammino iniziato da lui: la politica che incontra la società, che in-contra i bambini ed i loro diritti, il gruppo che accoglie, che rende partecipe e che rende cittadino.Gli insegnamenti di Loris Malaguzzi continuano a vivere, grazie all’impegno di tante persone (come le nostre care Lo-retta Giaroni, Ione Bartoli ed Eletta Ber-tani) di tante mamme e papà, insegnanti, pedagogisti e cittadini partecipi. Ancora grazie ad Andrea, Angela, Francesca, Giuseppe, Lucia, Onofrio, Sara e Vero-nica e TUTTO il Gruppo dialoghi sulla scuola, per il tempo dedicato a me e alla nostra Associazione e per l’impegno pro-fuso nel raggiungimento di un traguardo così importante come sarà quello della legge 0/6.

Da sinistra: Andrea, Onofrio, Sara, Giuseppe, Francesca, Veronica e Lucia

marzo 2014notiziario anpi

6

8 marzoQuando la Memoria

diventa testimonianza di novità…“Per usare una metafora sportiva potremmo quasi sostenere che i campioni di ieri devono necessariamente tendere la mano ai giocatori di oggi affinché l’ascolto di un loro racconto non arrivi ai nostri ragazzi, distratti da mille sollecitazioni virtuali, come l’ennesimo episodio di storia già ascoltato a scuola…”.di Barbara Fontanesi

Come possono le parole, i gesti e lo stile di vita degli adolescenti di oggi dia-logare con un argomento cosi importan-te come la Memoria condivisa con una generazione che ha vissuto la guerra del 1940-1945 senza rischiare di apparire of-fensivi verso quelle donne e quegli uo-mini che quell’esperienza l’hanno vissuta sulla propria pelle rischiando la vita?Che cosa hanno in comune le biciclette delle staffette coi motorini di oggi, i mes-saggi nascosti nelle giacche dei partigiani con WhattApp e Facebook, le strade pro-vinciali della bassa reggiana con le auto-strade e le tangenziali delle nostre città, i cortili e le stalle luoghi di ritrovo per antonomasia, con le piazze virtuali del web?Interrogativi molto difficili e alquanto sti-molanti che devono portare noi educatori a formulare nuove proposte pedagogiche

accattivanti e coinvolgenti per i ragazzi di oggi che vedono queste esperienze, lontanissime dalla loro quotidianità. Diventa necessario recuperare un concet-to formativo molto importante parlando di giovani ovvero che la Memoria, quan-do viene analizzata, studiata, elaborata e a volte anche criticata, può diventare il motore del nostro presente e la vela del nostro futuro ad una condizione: che il racconto, per essere ascoltato e non risul-tare noioso, trovi una sua modernità.Per usare una metafora sportiva potrem-mo quasi sostenere che i campioni di ieri devono necessariamente tendere la mano ai giocatori di oggi affinché l’ascolto di un loro racconto non arrivi ai nostri ra-gazzi, distratti da mille sollecitazioni vir-tuali, come l’ennesimo episodio di storia già ascoltato a scuola.Ma come fare nell’arduo intento?

E’ evidente che risulta molto difficile per un educatore spiegare ad un ragazzo che l’esistenza, proprio come ci hanno in-segnato i nostri avi, va conquistata ogni giorno e che la dignità di un’esperienza (Vita inclusa) passa attraverso concetti come amor proprio, decoro, distinzione, eccellenza, onore, reputazione, rispetta-bilità, sacrificio, impegno, responsabili-tà, coraggio, gioco di squadra, coopera-zione, rispetto dei ruoli, solo per citarne alcuni… tutte parole riconducibili anche allo sport! Educare alla democrazia significa ab-battere le forme di fascismo moderno che oggi sono molto più difficili da inquadrare. Il fascismo di oggi non è lo stesso dei tempi di Mussolini. Ha a che vedere con l’informazione, con una burocrazia cao-tica che fa di tutto per non farci capire

marzo 2014notiziario anpi

7

simo la Dignità firmata Armani, la Dili-genza firmata Cartier, l’Impegno Bottega Veneta, il Gioco di squadra Ralph Lauren e il Ringraziamento Ferrari?Se il lusso, quello vero, è del come vivia-mo e non del cosa vestiamo, griffare va-lori fondamentali per far sì che lo stile del nostro quotidiano risulti elegante e di so-stanza, non potrebbe essere un’intuizione per dar vita ad un nuovo Rinascimento?La provocazione è forte ed estremamente stravagante, lo ammetto ... il mio è solo uno stimolo bizzarro per avvalorare una tesi e cioè che la testimonianza, per essere efficace, deve aprire la testa a qualcosa di nuovo; essere la miccia per un’esplosio-ne verso il futuro magari anche attraverso percorsi molto provocatori, rischiando di passare per folli… e questo è un rischio a cui sono chiamati insegnati, genitori, educatori in senso lato, allenatori e diri-genti di società sportive incluse. Siamo di fronte ad una “Nuova Resi-stenza” e per il bene dei nostri ragazzi abbiamo il dovere di giocare la difficile partita… “Ognuno nel suo piccolo, ognu-no per quello che può, ognuno per quello che sa” (Paolo Borsellino) Questo non è un discorso politico, è un discorso umano…

8 marzoniente e nel nostro non comprendere, ci punisce con multe salate che ci tolgono la vita. I nuovi fascismi sono subdoli e populisti, fanno presa sulle paure di chi soffre e sull’odio di chi vive un periodo di grande crisi. Al contempo non son fa-cili da individuare, si dichiarano non fa-scisti, ma subdolamente fomentano odio, razzismo, xenofobia...Siamo in una dittatura violenta che ci co-manda con elementi difficili da riconoscere.La domanda che mi pongo è: i nostri gio-vani oggi sanno riconoscerlo? E noi che ci occupiamo della loro edu-cazione, cosa trasmettiamo nelle ore di scuola, sport, a casa durante la cena?Da uno studio realizzato su un campio-ne di famiglie risulta che il tempo medio della conversazione tra figli e genitori du-rante la cena è di tredici minuti, al lordo del telegiornale… Troppo poco per affrontare temi cosi profondi…Purtroppo oggi sembra che l’apparenza, a discapito della sostanza, abbia un forte appeal in particolare tra i nostri adole-scenti (le cronache recenti sulla prosti-tuzione minorile ne sono un esempio) ed allora mi verrebbe da suggerire una pro-vocazione che spero strappi un sorriso in questi tempi di grigiore morale: come sa-rebbe la nostra quotidianità se inventas-

Dorina StorchiUna storia antifascista

Ho sempre avuto grande rammarico per tutte le nostre partigiane, patriote, che hanno dedicato la loro giovane esistenza all’antifascismo, che hanno rischiato la vita negli anni feroci della guerra, Donne che ho sempre chiamato ….“le invisibi-li”…. donne, che dopo la resistenza, non sono diventate famose, non hanno avuto cariche istituzionali, ma si sono ritirate, a volte non per scelte personali, nelle pro-prie famiglie, continuando il loro grande esempio di vita legato all’antifascismo, alla generosità, all’altruismo, alla solida-rietà, valori che oggi nel nostro paese si fa fatica a trovare. Quando nella sezione “Cittadina”, nata dalla fusione di diverse sezioni della cit-tà di Reggio Emilia che con il tempo non hanno più avuto la possibilità di operare autonomamente, si è pensato alla sua inti-tolazione, era naturale e condivisa la scelta su una della tante donne “invisibili”.Ho avuto la fortuna di conoscere Dorina “Lina” e Simona negli anni della mia fan-

ciullezza, il suo nome era spesso ricorda-to come esempio nella mia famiglia. Le sofferenze subite durante il fascismo, il suo impegno politico e antifascista e anche le delusioni del dopoguerra delle quali ci si rammaricava, mi sono rimaste nella mente e nel cuore. Chi meglio di lei, Reggiana del Centro

Storico, partigiana, antifascista, poteva rappresentare la Sezione, avere il proprio nome sulla bandiera, fare conoscere la sua storia, che è anche la storia di tanti... compagni antifascisti (Prefazione di Anna Ferrari presidente della sezione A.N.P.I. “Cittadina”

marzo 2014notiziario anpi

8

“Noi, le doNNe del moNdo, vediamo coN appreNsioNe ed aNgoscia la situazioNe preseNte iN europa che rischia di coiN-volgere l’iNtero coNtiNeNte, se NoN l’iN-tero moNdo, Nei disastri e Negli orrori della guerra. iN questa terribile ora, quaNdo il destiNo dell’europa dipeNde da decisioNi che Noi doNNe NoN abbiamo il potere di formare, Noi, assumeNdo le respoNsabilità che ci veNgoNo dall’esse-re madri delle geNerazioNi future, NoN possiamo rimaNere passive. beNché siamo sul piaNo politico prive di potere, richia-miamo coN forza i goverNi e coloro che questo potere deteNgoNo Nei Nostri dif-fereNti paesi ad alloNtaNare il pericolo di uNa catastrofe che NoN avrà parago-Ne. iN NessuNo dei paesi immediatameNte coiNvolti Nella miNaccia della guerra le doNNe haNNo il potere diretto di coN-trollare i destiNi del loro paese. esse si trovaNo sul margiNe di uNa posizioNe pressoché iNsosteNibile, vedere le case, le famiglie, i figli soggetti NoN soltaNto al rischio ma alla certezza di uN immaNe disastro che esse NoN possoNo iN NessuN modo alloNtaNare o impedire. qualuN-que Ne sarà il risultato, il coNflitto lascerà l’umaNità più povera, segNerà uN passo iNdietro Nel progresso della ci-viltà e costituirà uN graNde scacco Nel graduale migliorameNto delle coNdizio-Ni delle graNdi masse e delle persoNe da cui dipeNde il reale beNessere delle NazioNi. Noi doNNe di veNtisei paesi, che ci siamo uNite Nell’“iNterNatioNal Wo-meN’s suffrage alliaNce” coN l’obiet-tivo di otteNere strumeNti politici per coNdividere coN gli uomiNi il potere che determiNa il destiNo delle NazioNi, ci appelliamo a voi perché NoN lasciate iN-teNtato NessuN metodo di coNciliazioNe o di arbitraggio per risolvere le coN-troversie iNterNazioNali, NessuN metodo che possa aiutarci a preveNire l’aNNe-

Quando mi è stato chiesto di scrivere sul pacifismo delle donne, ho subito pensato che il rischio fosse quello del-la presunzione e del luogo comune. Magari avrei potuto cavarmela dicendo che i valori della convivenza pacifica, la pratica della mediazione, la competenza relazionale, la nonviolenza costituiscono i tratti della differenza del genere

femminile. Oppure, citando Lèvi-Strauss, affermando che “se nella cultura e nei modelli educativi prevalessero la cura dell’altro, la reciprocità, la valorizzazione degli affetti che contraddistinguono la dimensione femminile, anziché la competizione, l’affermazione di sé, il desiderio del primato, che stanno alla base del modello maschile, nel giro di poche generazioni dal mondo sarebbe eliminata la guerra”.

Ma avrei solo millantato credito e mi sarei addentrato in un terreno a me ben poco noto.Ho preferito allora cominciare capire da dove provengono

l’impegno e la diversità femminile, quali radici storiche hanno.

di Saverio Morselli www.segnalidipace.wordpress.comSegnali di pace/

Tra uccidere e morire c’è una terza via VIVERE

8 marzo

Jane Adams

gameNto Nel saNgue di metà del moNdo civilizzato”.Sono parole del manifesto che, nel luglio del 1914, il movimento politico delle donne - raccolto nella “International Wo-men’s Suffrage Alliance” - presentò alle ambasciate di tutti i governi presenti a Londra alla vigilia di quell’immane di-sastro che fu la prima guerra mondiale. E costituiscono, probabilmente, la prima forte, autorevole e lucida presa di posi-zione “al femminile” sul tema della guer-ra. Agli inizi del ’900, il pacifismo e l’an-timilitarismo comparivano pertanto come logiche componenti di quell’esigenza di emancipazione e di affrancamento da una insopportabile condizione di subalterni-tà e di esclusione da ogni processo de-cisionale in cui erano relegate le donne. Ovvero, un formidabile grido di protesta contro l’impossibilità di incidere sulle scelte imperialiste di quei tempi e, più in

generale, sulla vita politica.Già nel 1905, in realtà, la sensibilità fem-minile aveva avuto un rilevante ricono-scimento nel premio Nobel per la pace assegnato all’austriaca Bertha Von Sutt-ner (1843-1914), scrittrice ed attivista del pacifismo internazionale, nonché segre-taria ed amica personale di Alfred Nobel. Ed anche il movimento socialista inter-nazionale imprimeva nello stesso periodo un connotato femminile alla opposizione alla guerra, così come ben rappresentato da questo stralcio tratto da “La donna so-cialista” dell’ottobre del 1905: “Noi NoN ci arreNdiamo al primo osta-colo e crediamo Nostro dovere iNvita-re le doNNe a proseguire perseveraNti Nella propagaNda di pace e fratellaNza che è uN ideale assai più alto di quello gretto della borghesia per cui i dove-ri dell’umaNità si arrestaNo ai coNfi-Ni della terra Natia e beN spesso alla stretta cerchia della propria classe e dei propri iNteressi”. Ma è comunque con il manifesto del 1914 che il processo di riscatto e di libe-razione delle donne iniziava ad avere un respiro internazionale organizzato.Se quanto sopra descritto appare soprat-tutto come la rivendicazione del diritto alla parola da parte di chi la parola la su-biva, successivamente è nella voce della sociologa e pacifista statunitense Jane Addams (1860-1935), fondatrice della “Women Internationale League for Peace and Freedom” e premio Nobel per la pace 1931, che l’opposizione alla guerra inizia ad essere declinata al “femminile”: “il massacro di esseri umaNi su vasta scala, piaNificato e legalizzato, rap-preseNta iN questo momeNto la somma di tutti i mali. come doNNe, proviamo uN seNso di rivolta morale coNtro la cru-deltà e la devastazioNe della guerra. Noi doNNe siamo le custodi della vita

marzo 2014notiziario anpi

9

Evelina e le fatela guerra negli occhi di una

bambina e il “realismo magico”

di Giovanni Guidotti

e NoN coNseNtiremo più alla sua scoNsi-derata distruzioNe. come doNNe, a cui è stata affidata la cura delle geNe-razioNi future, dei deboli e dei disabili, NoN sopporteremo più seNza protestare l’ulteriore aggravio della cura degli uomiNi iNvalidi e mutilati, delle doNNe impoverite e degli orfaNi che la guerra ci impoNe. Noi doNNe, che Nel passato abbiamo costruito coN duro e pazieNte lavoro i foNdameNti della vita famigliare e del-le attività produttive pacifiche, NoN ci lasceremo più iNgaNNare da quel male devastaNte e NoN tollereremo che veN-ga Negato il primato della ragioNe e della giustizia attraverso cui la guerra oggi soffoca le forze morali del geNere umaNo”. Ma la straordinarietà di questo interven-to, che risale al 1915, non consiste solo nella rivendicazione di una visione al femminile, ma anche nella stupefacente attualità della proposta politica che la Ad-dams di seguito avanza: “pertaNto Noi chiediamo che sia ricoNo-sciuto e rispettato il diritto di essere coNsultate su questioNi che riguardaNo NoN solo la vita degli iNdividui, ma aN-che delle NazioNi e che alle doNNe sia data l’opportuNità di decidere della guerra e della pace. tra i puNti della Nostra risoluzioNe c’è la limitazioNe degli armameNti e la NazioNalizzazioNe della produzioNe bel-lica, l’opposizioNe orgaNizzata al mili-tarismo, l’educazioNe della gioveNtù all’idea di pace, il coNtrollo democra-tico della politica estera, l’esteNsioNe del voto alle doNNe, coNdizioNe perché i goverNi possaNo diveNire più umaNi, l’uNioNe tra le NazioNi iN alterNativa all’equilibrio tra le poteNze, l’azioNe per uNa graduale orgaNizzazioNe iN-terNazioNale che reNda iNutili le leggi di guerra, la sostituzioNe di eserciti e mariNe rivali coN uNa forma di polizia iNterNazioNale, l’elimiNazioNe delle cause ecoNomiche della guerra, la No-miNa da parte del Nostro goverNo di uNa commissioNe di uomiNi e doNNe, coN ade-guati staNziameNti, per promuovere la pace iNterNazioNale”.Da allora in poi, si può dire che la strada del protagonismo delle donne sui temi della pace e della guerra è stata aperta. E proseguita non solo dalle successive 13 personalità insignite del premio No-bel, ma anche dai milioni di donne che dell’opposizione alla guerra hanno fatto una priorità.

8 marzo

In ogni periodo storico avviene un sim-bolico passaggio di testimone tra chi ha vissuto in prima persona gli eventi e chi ne raccoglie l’eredità. Simona Baldel-li, scrittrice esordiente con Evelina e le fate (Giunti, 2013), ha tratto dai ricordi di famiglia una storia emblematica di tale passaggio, rileggendo con gli occhi di una bambina di cinque anni le vicende del secondo conflitto mondiale, della Re-sistenza e della persecuzione degli ebrei. La piccola Evelina non è solo protago-nista del racconto, rappresenta anche la figura essenziale di trasmissione della memoria, di connessione tra passato e presente, di trasposizione dalla vita al romanzo. In proposito, riguardo a quella bimba, la stessa autrice dichiara: “quaN-do l’ho coNosciuta, Nel frattempo, era diveNtata mia madre e mi NiNNava coN i suoi ricordi”.La narrazione, che inizia nell’inverno del ’43 e si conclude nel settembre del ’44, è ambientata a Candelora, un minuscolo borgo dell’entroterra pesarese, al confi-ne fra Romagna e Marche mutato dalla guerra in Linea Gotica. Tutto accade in uno spazio ristretto: la casa della famiglia contadina di Evelina, un magazzino in cui vengono accolti gli sfollati dalla città, una stalla dove si nasconde una ragazzina ebrea zoppa (Sara) e nella quale la pro-tagonista assisterà a uno stupro, infine, sullo sfondo, la campagna. Gli occhi di Evelina scopriranno cose incredibili, ma sarà quello sguardo innocente e fantasio-so a salvare non solo la bambina, bensì l’intera sua storia, sottraendola sia al già visto, vissuto e raccontato dal dopoguerra ad oggi, sia a cadute retoriche e luoghi comuni. L’elaborazione della tragedia mediante l’immaginario dell’infanzia e della cultu-ra contadina, invero senza rimuovere la drammatica percezione dei fatti, conduce quest’opera all’intersezione fra roman-zo storico e fiaba, in una terra di mezzo dove il magico si sovrappone al reale (in una forma di “realismo magico” ricon-ducibile alla Allende, ma pure ai nostri Calvino e Zavattini), la lingua italiana si mescola al dialetto, i disastri del conflitto assumono la parvenza delle bibliche die-ci piaghe d’Egitto e di altrettante prove di un percorso iniziatico ricorrente nella tra-dizione favolistica. Così le fate, la Nera

e la Scèpa, insieme all’antico mondo dei campi, assistono all’irrompere della Sto-ria, con gli sfollati, i partigiani, i tedeschi e i fascisti, le spie, i bombardamenti, le violenze e i morti; le filastrocche e i rac-conti popolari divengono amuleti contro gli orrori e la distruzione; la fantasia di Evelina trasforma Sara, la bimba ebrea storpia, in una principessa, che durante un bombardamento vola in cielo lascian-do a terra le scarpe ortopediche, perché sono brutte da portare lassù.In questa “opera prima” della Baldelli i riferimenti culturali e le associazioni suggerite dal testo sono molteplici, uni-tamente agli aspetti di originalità rappre-sentati dall’inedito punto di osservazione dei fatti, dalla scrittura essenziale e nel contempo capace di suscitare immagini, dall’accurato ricorso alle parole dialetta-li per attribuire ritmo ed espressività alla narrazione. Tuttavia “Evelina e le fate” ha un ulteriore pregio: raccoglie ideal-mente l’eredità lasciata da Calvino con Il sentiero dei nidi di ragno e da Pin, ragaz-zino protagonista del racconto, iniziatore nel lontano 1947 di un percorso letterario che giunge ora al libro della Baldelli e alla sua simbolica, ultima frase, riportata nella quarta di copertina: “il domaNi ha bisogNo di memoria per poter esistere”.

Simona Baldelli, Evelina e le fate, Giunti edi-tore, 2013, pagine 252, euro 12.

marzo 2014notiziario anpi

10

8 marzo

Ero appena dietro di lei, in Sala Tricolore, il 7 gennaio scorso, par-tecipando alla cerimonia nel corso della quale a Giacomina Casta-gnetti è stata consegnato il “Primo Tricolore”, nell’ambito delle cele-brazioni che si sono svolte a Reg-gio Emilia per la Giornata nazio-nale della Bandiera, in occasione del 217° anniversario della nascita del vessillo nazionale.Nella storica sala civica reggiana dove il 7 gennaio 1797 nacque il Primo Tricolore, la bandiera del-la Repubblica Cispadana, Otello Montanari presidente del Comita-to Primo Tricolore ha condotto la cerimonia alla presenza di Gianni Borghi, presidente della Fondazio-ne Manodori, di Bernardo Traver-saro, dell’Associazione nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra. Nel corso della mattina era stato fatto dono agli studenti e agli insegnan-ti della città, della bandiera e della Costituzione, nata dalla Resisten-za che vide, insieme ai partigiani, l’impegno e la lotta di Giacomina e di tante, tantissime donne, che come lei hanno combattuto per la libertà e che ha voluto ricordare e coinvolgere nel premio. La Sala era gremita di persone che intendevano fare memoria di que-sto avvenimento, in particolare è stato apprezzata la presenza di ra-gazzi di alcune classi delle scuole superiori, cui da molti anni Gia-

comina si rivolge con dedizione e passione, portando la sua testimo-nianza di staffetta, scelta che lei definisce sempre come “normale e non eroica”.Avvertivo e condividevo la sua emozione ma ciò non le ha impe-dito di portare un’intensa testimo-nianza tale da farci capire che se si è vissuta come valore e impegno totale la Resistenza, non si può relegarla in un passato nostalgico: essa deve tradursi in una resisten-za quotidiana, nella società civile e nella politica: e Giacomina fu attiva nel reclamare il voto alle donne e per l’emancipazione fem-minile, conoscendo in questo per-corso Nilde Iotti. Partigiana sem-pre, dunque! Otello Montanari precedendola, aveva raccontato un avvenimen-to di cui fu protagonista, nel ’45, durante un’azione di guerriglia: dopo uno scontro con i tedeschi si era trovato isolato e quindi in pe-ricolo di vita, ferito ad una gamba: ebbene, Giacomina non esitò a ce-dergli la sua bicicletta nuova che gli permise di raggiungere gli altri del distaccamento e di salvarsi.Fin da piccola aveva introiettato i sentimenti democratici della fa-miglia, potendo paragonare la pro-paganda fascista imposta a scuola con il doloroso realismo della dit-tatura e la avversione alla stessa del padre.

La partigiana Giacomina riceve il Primo Tricolore

di Fiorella Ferrarini

All’inizio della guerra si era atti-vata a Quattro Castella nel “Soc-corso Rosso”, la rete clandestina comunista a sostegno degli antifa-scisti perseguitati. Dopo l’8 settembre del ’43 en-trò nella Resistenza operando nei Gruppi di difesa della donna e, come staffetta, nella zona di San Martino in Rio sino alla Libera-zione.Immaginiamo Giacomina, come risulta da un’intervista fattale dal-le ragazze del Liceo magistrale nel 2013 e promossa dall’ANPI, men-tre il 25 luglio pedala da Gazzata a Reggio Emilia sventolando una improvvisata bandiera rossa per festeggiare il crollo del fascismo. Vediamola mentre, insieme ad altre quattro ragazze, si incontra clandestinamente sotto un albero lungo una stradina nei pressi di Masone con il Commissario poli-tico Aristide Papazzi, che poi sa-rebbe diventato Sindaco di Ciano d’Enza, a parlare di democrazia, libertà e di fine della guerra. In quel momento, racconta, le si prospettò per la prima volta la spe-ranza di un mondo migliore, di un mondo di pace.Grazie Giacomina. Questa pace, anche se un po’ malandata, questa democrazia, anche se incompiuta, le dobbiamo in parte alla tua batta-glia, che continua e dona speranza anche a noi.

Un momento della cerimonia (foto Nello Orlandi)

marzo 2014notiziario anpi

11

L’affaire En.Cor una brutta pagina

politica

Avrete letto sicuramente della vicenda di En.Cor progetto sulle fonti rinnovabili che doveva essere un fiore all’occhiello nella produzione di energie rinnovabi-li e d’innovazione tecnologica, invece ora rischia di costare cara ai cittadini di Correggio. En.Cor, fondata nel 2007 a partecipazione totalmente pubblica, anno dopo anno ha contratto debiti con le banche per 28 milioni di euro. Ora, no-nostante la società sia stata venduta alla società svizzera Amtrade (unico soggetto che ha partecipato alla gara di appalto) gli istituti di credito, che accettarono le lettere di patronage firmate dall’ammini-strazione per garantire liquidità all’azien-da, pretendono che sia il Comune a paga-re le rate dei finanziamenti concessi alla società. L’azienda negli anni si è rivelata essere un buco nero di fondi e risorse, contrad-distinta da bilanci in rosso, investimenti falliti e prestiti ancora da saldare. Dopo le dimissioni dei Sindaci revisori dei Conti che hanno portato a galla quello che sino ad ora era rimasto nelle stanze dell’am-ministrazione, è sorto successivamente il comitato di cittadini “Via la Nebbia” lanciato nell’agosto scorso con una rac-colta firme per chiedere al sindaco di Correggio, trasparenza sul caso En.Cor. Il Sindaco, appoggiato dalla giunta e dai consiglieri di maggioranza, ha fino all’ul-timo difeso l’operazione dicendo “che i cittadiNi NoN avevaNo perso uN euro e che la veNdita avrebbe creato svilup-po”. Affermazioni in palese contrasto sui fatti che venivano via via messi in luce. E’ iniziato così il lavoro del comitato di denuncia e di raccolta informazioni at-

di Fabrizio Tavernelli

tendibili cercando di far luce sulla nebbia volutamente diffusa per sei anni dal sin-daco. Sono stati così raccolti e pubblicati tantissimi documenti, prima che la stessa Amministrazione comunale si decidesse a fare altrettanto (ma senza rendere com-prensibile il senso). Il Comitato ha così via via raccolto più di mille firme di cit-tadini che finalmente si rendevano conto del disastro taciuto per anni. Le doman-de rivolte al Sindaco sin dall’inizio non hanno mai trovato puntuali risposte. La campagna ha tuttavia prodotto risultati: prima le dimissioni del dott. Pellegrini, già amministratore unico di En.Cor e direttore generale del comune, poi le di-missioni del sindaco Marzio Iotti, a fron-te della dovuta ammissione da parte sua e del partito di maggioranza (il Pd) che En.Cor è stato un disastro sia tecnico che politico.Nonostante ciò la maggior parte delle domande fatte dal Comitato rimangono ancora senza risposta. Dell’entità del di-sastro sinora nessuno ha dato conto, della attuali e future implicazioni, nemmeno.E’ stato allora presentato, il 5 dicembre 2013, alla Procura della Corte dei Conti un Esposto con indicati tutti gli aspetti degni di attenzione.Nel frattempo la società eN.cor srl è fallita. aNche se era ampiameNte preve-dibile. la sua ufficializzazioNe riempie di scoNforto e iNdigNazioNe, ma aNche di voglia di reagire.i terreNi e altri valori del comuNe ce-duti gratuitameNte ad eN.cor (per uN valore di circa 5 milioNi di euro) soNo irrimediabilmeNte persi. la cessioNe di graN parte di tali terreNi (del valore

di 3,6 milioNi) è avveNuta Nel dicem-bre 2012, quaNdo eN.cor era aNcora pubblica ma era ormai arciNoto che la legge impoNeva di veNderla eNtro pochi mesi. chi ha firmato o approvato quegli atti come li giustifica ora? e’ coNviNto di aver agito per il beNe della città?ora il pericolo è che il comuNe debba far froNte iN toto o iN parte ai debiti di eN.cor verso le baNche. cosa haNNo da dire adesso coloro che, ad esempio, haN-No approvato uN baNdo di gara per la veNdita della società che NoN reNdeva obbligatorio che l’acquireNte si assu-messe davvero l’oNere di tali debiti, ov-vero coN garaNzie accettate dalle baN-che creditrici? peNsaNo aNcora di aver fatto il beNe della città? Adesso tutti lo ammettono: partiti di minoranza e maggioranza, Consiglieri, Giunta e perfino il Sindaco, ognuno dal proprio punto di vista.Il gruppo consi-liare PD, nella stessa sede, si spingeva a parlare di “eventuali errori gestionali”, aggiungendo però subito che “respinge-va al mittente tutte le strumentalizzazioni sulla mancanza di trasparenza”. Le ac-cuse di disfattismo e falsità erano quasi l’unica risposta riservata al Comitato. Poi, improvvisamente, nel Consiglio co-munale del 30 novembre, quello della sfi-ducia e delle dimissioni, Sindaco e consi-glieri PD si sono espressi nel dichiarare il fallimento politico dell’avventura En Cor. Cosa è successo? Sono diventati disfattisti anche loro o, piuttosto, erano elusivi e bugiardi prima? Per l’evidenza della seconda ipotesi, il Comitato aveva già espresso la sfiducia nei confronti del Sindaco Marzio Iotti, della sua Giunta e del gruppo consiliare di maggioranza; ma aveva anche rivolto una critica severa ai consiglieri di minoranza per non aver svolto adeguatamente il proprio ruolo di controllo e di denuncia. E’ una questione ineludibile se non si vuole correre il ri-schio di ritrovarsi in situazioni analoghe in futuro. Alcuni passaggi tecnici della vicenda(Interrogazione dell’on. Giovanni Paglia, SEL, al ministro dell’Economia Saccomamni, 20 sett. 2013)

Nel gennaio 2007 il comune di Correg-gio costituisce la società En.Cor srl , partecipata al cento per cento dall’en-te medesimo, con lo scopo di realizzare

marzo 2014notiziario anpi

12

investimenti nel campo delle energie rinnovabili e del teleriscaldamento. Il progetto, che prevede l’utilizzo di fonti rinnovabili viene approvato dal Consi-glio comunale. Il problema sorge nella successiva gestione della società, degli impianti e degli investimenti. Negli anni successivi tale attività si concretizza, tra l’altro, nell’acquisizione di motori nava-li di produzione ceca, con l’obiettivo di riconvertirli al servizio di una centrale a biocombustibile. L’evoluzione del mer-cato dell’olio combustibile di origine vegetale ne porta il costo dai 200 dollari del 2007 agli oltre 950 dollari del 2012, rendendo così non più profittevole l’inve-stimento, nonostante la politica degli in-centivi statali alle energie rinnovabili. Per ovviare a tale situazione la società En.Cor srl acquisisce due società di diritto sene-galese, allo scopo di coltivare in proprio jatrofa e ricino nel paese africano, da cui ricavare olio combustibile, provveden-do inoltre direttamente o indirettamente agli investimenti in attrezzature e mac-chinari, per oltre un milione di euro. Per ragioni presumibilmente dovute all’in-certezza del diritto in Senegal, a ostacoli burocratici e impedimenti tecnici questa soluzione viene abbandonata nel 2012, optando per affitto di ramo d’azienda a società italiana, con impegno di acquisto dei semi a prezzo predeterminato; ad oggi non risulta disponibile alcuna documen-tazione relativa alle attività in Senegal. Nel 2011, sempre allo scopo di garantirsi gli approvvigionamenti, En.Cor srl firma un contratto di fornitura con la società Pieffe Trading srl, corrispondendo un’an-ticipo di euro 727.391+IVA, non coperto da fidejussione, senza ricevere ad oggi alcuna contropartita, ed avviando solo nel 2013 le procedure di recupero crediti. A seguito di tali operazioni la società ha contratto debiti bancari per oltre 28 mi-lioni di euro, di cui potenziali 36.932.000 coperti da lettere di patronage da parte del Comune di Correggio, pur per queste ul-time in parziale carenza delle necessarie autorizzazioni dell’organo competente, il Consiglio comunale. La governance della società prevedeva la presenza di un amministratore unico, coincidente con la figura del direttore generale Luciano Pel-legrini del comune controllante, lasciando presupporre un improprio conflitto di in-teressi. Le relazioni allegate dei revisori dei conti del comune e dei professionisti incaricati nel 2012 di stendere una rela-zione sull’andamento della società e sulle possibili prospettive evidenziano quelle che appaiono all’interrogante opacità di gestione e assunzione progressiva di ri-schi incompatibili con i principi di sana e prudente gestione di un ente pubblico. Nel 2013 il revisore dei conti del comu-ne di Correggio si dimette, per ragioni, a quanto riportato dalla stampa locale, con-nesse a un disaccordo sulla correttezza della gestione dell’operazione En.Cor srl; il 6 febbraio 2013 la società, a seguito del

decreto-legge n. 95 del 2012, viene cedu-ta tramite gara pubblica, non possedendo più i requisiti che ne rendessero possibi-le la proprietà da parte di un ente locale. Il bando di gara fu costruito secondo le modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa,, fra cui la disponibilità a concordare lettere di patronage da parte dell’acquirente con gli istituti bancari, in sostituzione di quelle emesse dal comu-ne. Il comune ritiene decadute le lettere di patronage a seguito di cessione, senza tuttavia che ad oggi sia stata resa dispo-nibile l’accettazione da parte degli istituti bancari di tale ipotesi, che si deve suppor-re quanto meno dubitabile, stante la prassi giurisprudenziale e la debolezza patrimo-niale della società acquirente. Ad oggi non si ha notizia di un effettivo subentro nelle lettere di patronage da parte della società acquirente, con conseguente libe-ratoria del Comune di Correggio. La gara, svoltasi in data 27 maggio 2013, ha visto la partecipazione di un’unica offerta, che disponendo dei requisiti minimi formali, è stata dichiarata ammissibile e quindi vincente, permettendo al comune di Cor-reggio di rientrare dei soli 200.000 euro posti a capitale sociale e quindi a base di gara, mentre si devono ritenere perduti ai fini dell’interesse pubblico i beni immo-bili ceduti a titolo gratuito negli anni alla società; in data 26 maggio 2013. Il Con-siglio comunale di Correggio, su solleci-tazione della società acquirente, ha prov-veduto a disporre una serie di permute immobiliari per ottenere la cessione di un edificio scolastico di proprietà di En.Cor srl, corrispondendo anche un conguaglio liquido di euro 656.590. La società acqui-rente è Amtrade Italia srl, domiciliata in Bergamo, costituita il 7 dicembre 2012, con capitale sociale di euro 10.000, inte-ramente controllata dalla società svizzera Amtrade Holding Ag, costituita il 9 otto-bre 2012, con sede in Zurigo e capitale sociale di: chf 1.000.000.La società Amtrade Holding Ag, di cui, stante la legge elvetica, non sono noti composizione dell’azionariato, né i bilan-ci, risulta amministrata dal signor Matteo Coveri, cittadino svizzero, residente a Zu-rigo, collegato come amministratore an-

che alle società C-Holding Partecipation AG, APA Holding AG, Harvest Interna-tional Holding AG, aventi la medesima residenza di Amtrade Holding Ag; la so-cietà C-Holding AG risulta anche essere il primo soggetto ad aver manifestato interesse per la possibile acquisizione di En.Cor srl. La patrimonializzazione di Amtrade Ita-lia srl e anche della controllante Amtra-de Holding Ag non sembrano offrire al sistema bancario sufficiente garanzia da lasciar supporre una serena rinuncia alle lettere di patronage rilasciate dal Comune di Correggio; il signor Matteo Coveri ri-sulta essere omonimo dell’uomo d’affari svizzero Coveri Matteo, già arrestato a Panama nel 2010 per reati, a quanto si co-nosce, connessi al riciclaggio e alla truffa, e poi nuovamente in Croazia nel 2011, su richiesta dell’Interpol e poi rilasciato dal-le locali autorità nel 2012. Dal 30 gennaio 2012 En.Cor srl gestisce per conto del Comune di Correggio l’atti-vità di gestione calore degli impianti ter-mici, idrici, di condizionamento ed elet-trici comunque collegati all’ente, nonché altri servizi fondamentali per la comunità come le emergenze invernali, con conse-guente necessità di garantire la continu-ità dell’operatività; nel corso del 2011 En.Cor srl ha ceduto a SOER Correggio Srl un ramo d’azienda per euro 1,3 milio-ni, contabilizzati come plusvalenza, cor-rispondendo alla stessa SOER Correggio srl un anticipo su fornitura di servizi di manutenzione impianti di pari importo, a fronte di fideiussione di 18 mesi rilasciata per soli 12, e scaduta nel febbraio 2013, esponendosi così ad un forte rischio d’im-presa; verso En.Cor srl risulta esposta, oltre a BNL per euro 13.552.250 e Banco Popolare per 3.995.681 euro. Anche Banca Popolare di San Felice 1893 per euro 10.484.526, che, potrebbe essere interessata in modo particolarmente pro-blematico; per il bilancio 2011 l’attivo di En.Cor srl comprende immobilizzazioni materiali composte ad avviso dell’inter-rogante di terreni e fabbricati di difficile stima di mercato e macchinari, come i motori navali, inseriti a valore d’acquisto, di certa obsolescenza

politica

Il sindaco Marzio Iotti con due assessori

marzo 2014notiziario anpi

13

politicaANTIDOTI ANTIFASCISTI

Per una cultura della cittadinanza e della coesione

La natura fascista di forza nuova è stata sentenziata daLLa corte di cassazione, e una importante sentenza deLLa stessa corte suLLa natura di casa pound recita: “iL significato deLLe condotte tenute, che non possono essere circoscritte a occasionaLi episodi di vioLenza, esprimono una strategia ideoLogicamente orientata aLLa sovversione deL fondamento democratico deL sistema” … si diffonde in itaLia La faLsa idea di un fascismo “buono” e “mite”, contro La verità e La reaLtà … occorre che Le forze poLitiche antifasciste sappiano fornire corrette risposte aL grave disagio economico e sociaLe, che rischia di diventare brodo di coLtura di ogni pericoLoso fermento eversivo di destra sotto spogLie “rivoLuzionarie” …. occorre una mobiLitazione diffusa … occorre deLineare un percorso poLitico e cuLturaLe di denuncia, di monitoraggio, di difesa democratica e di sviLuppo deLL’antifascismo e deLLa cuLtura dei vaLori e dei princìpi costituzionaLi che sia fortemente impegnato e partecipato. … occorrono prese di posizione deLLe associazioni e deLLe istituzioni, interventi degLi organi preposti aLL’ordine pubbLico soprattutto sotto iL profiLo deLLa non compatibiLità di taLi manifestazioni con L’intero compLesso dei princìpi deLLa costituzione e deLLe sue disposizioni normative ...

Con ANTIDOTI ANTIFASCISTI l’ANPI provinciale vuole: - sollecitare le istituzioni a una presa di posizione più netta sulla questione del neo-fascismo a partire dal non concedere spazi pubblici alle iniziative ad esso ispi-rate, o razziste, o xenofobe, ed in ogni caso quando contrastano con i diritti del-le persone; - denunciare la diffusione di materiale re-cante contenuti di tale natura; - promuovere iniziative pubbliche col-lettive o rivolte a specifiche fasce di cittadini per favorire una corretta infor-mazione sulla responsabilità dei fascisti nella persecuzione degli ebrei, degli anti-fascisti, dei partigiani e delle popolazio-ni civili, soprattutto negli anni dal ’43 al ’45, quando si scatenò la barbarie nazista e fornendo gli elementi per sviluppare

l’attenzione e la sensibilità della opinio-ne pubblica verso i segni di ripresa delle ideologie neo-fasciste;- costituirsi in giudizio verso quei sogget-ti che dovessero rendersi responsabili di atti o comportamenti in contrasto con le norme di legge che vietano l’apologia del fascismo.- sollecitare la Magistratura a prestare particolare attenzione ai fenomeni sud-detti e al loro significato, tenendo pre-sente che la legge n. 205 del 1993, la cosiddetta “legge Mancino” offre poten-zialità di intervento in tutti i casi in cui si manifesti apologia del regime fascista e/o si esprimano odio razziale e incitamenti alla xenofobia, o attacchi ad ogni tipo di diversità.L’iniziativa ANTIDOTI ANTIFASCISTI vuole essere, quindi, l’antivirus ai venti di

conservazione, di populismo e in alcuni casi di autoritarismo che soffiano in tutta Europa e per questo l’ANPI promuove-rà e solleciterà presìdi non violenti, per contrapporre una forte presenza antifa-scista alla “cultura” dell’intolleranza che rispunta pericolosamente anche in Italia.L’ANPI di Reggio Emilia propone la sottoscrizione del presente do-cumento, scaricabile dal sito WWW.aNpireggioemilia.it, a tutte le As-sociazioni democratiche reggia-ne, ai sindacati, alle Istituzioni, ai partiti, ai movimenti, alla Scuola, all’Università, a singoli cittadini…

Hanno adeRiTo: aRCi, CGiL, isTi-TuTo “CeRVi”, isToReCo, Pd, PdCi, assoCiaZione ReGGiana PeR La CosTiTuZione

PeR adesioni ConTaTTaRe L’anPi di ReGGio emiLia aL numeRo di TeLefono

0522 432991 oPPuRe suLL’indiRiZZo e-maiL [email protected]

marzo 2014notiziario anpi

14

di Bruno Bertolaso

estero

Piuttosto smarrito, il noto giornalista del “Moscow” Times Ivan Nechepu-renko, commentava la scelta di Sochi, facendo presente che in inverno i due terzi del territorio russo gelano sotto il permafrost, e chiedendosi quale fosse il motivo, per il quale si fossero orga-nizzati al tropico di Sochi i Giochi della neve. In effetti sfilando dall’aeroporto verso il centro città i visitatori viaggiano a fianco di lunghi filari di palme da dat-teri, gravide di grappoli.“Benvenuti in paradiso” si legge un po’ dovunque e la gente conferma che il cli-ma della loro città è simile a quello della Costa azzurra, potendo contare su 300 giorni di sole all’anno con una tempera-tura media di 14,5°C e ancora + 20°C a novembre.Quando la scelta di Putin cadde su Sochi, il premier, peraltro, era perfettamente a conoscenza delle ottime infrastrutture per i trasporti in tutta la regione del Kra-snodar, delle ottime strutture sciistiche di Krasnaja Poljana, situate tra le montagne del Caucaso, a soli 50 chilometri dalla città, che garantivano un innevamento ottimale per tutto l’inverno.Da non dimenticare che il presidente Pu-tin è molto legato alla città di Sochi, tanto da avere investito un capitale politico ve-ramente consistente, nel difendere la can-didatura russa davanti al Comitato olim-pico internazionale tra il 2005 e il 2007.Indubbiamente l’organizzazione di un evento olimpico, il primo dell’era post-Urss, ha richiesto un’exploit tecnico di elevatissimo livello, anche perchè svolto in un quadro geografico eccezionale a ca-vallo tra mare e montagna. Si è dimostra-ta con particolare evidenza una volontà febbrile di cercare di superare i limiti dello straordinario, in stretta misura delle ambizioni geopolitiche, nutrite oggi da un Paese, che è il più vasto del mondo.L’orgoglio che è nato da tale impegno, si è tradotto nella volontà di raccogliere sfide geopolitiche multiple, quando, an-cora nel 2008, le granate russe cadevano sulla confinante Georgia, che nel passato, anche Sochi era parte del suo territorio.Il cantiere avviato per i Giochi è stato deci-samente fuori da ogni norma. A differen-za dei Giochi di Vancouver organizzati sotto il segno dello sviluppo sostenibile e del massimo rispetto dell’ambiente e costati 1,4 miliardi di euro, le infrastrut-

Sochiai tropici le Olimpiadi della neve

ture olimpiche di Soci hanno avuto co-sti superiori ai 43 miliardi di euro, con sistematiche violazioni dei regolamenti ambientali, come denunciato da Vladimir Kimaev, membro dell’Associazione di controllo ambientale del nord Caucaso, commentando l’inaugurazione del circui-to di Formula 1.Anche la città Sochi ha pagato i suoi con-ti ambientalii. Il recente piano urbanisti-co della città prevedeva la costruzione di edifici di abitazione con un’altezza non superiore ai tre piani. Le prime deroghe, adottate in fretta e furia, hanno visto la costruzione di grattacieli di venti piani, provocando una deroga sistematica del piano urbanistico. Le denuncie avanzate dalla responsabi-le dell’attuazione del piano urbanistico municipale, l’architetto Olga Kosynska-ja sono rimaste inascoltate dall’autorità, provocando le sue dimissioni.Il noto opinionista politico Ivan Neche-puremko sottolinea che i Giochi simbo-leggiano, sin d’ora, l’eredità politica di Putin, un connubio di fermezza e cen-tralismo, che ha assicurato al presidente della Federazione russa, una solida po-polarità tra il suo elettorato, che non può dimenticare. peraltro, la durissima posi-zione assunta dal suo governo di fronte alla tragedia dell’Ucraina.Da non trascurare, ancora, la scelta fatta di modernizzare un tranquillo villaggio marino, come Sochi, trasformandolo in una piattaforma balneare mondiale, pro-

vocando l’arrivo di promotori immobi-liari, che hanno costruito in fretta e furia strutture abitative, inadatte ad ospitare gli atleti e gli ospiti, da rivendere a caro prezzo una volta finiti i Giochi.Il destino di Sochi di diventare una per-manente attrazione per il turismo mon-diale è oggi nelle mani del ministro Mi-khail Men, incaricato da Putin di creare una valida vitalità economica della zona. A tal proposito Dimitri Bogdanov, gesto-re di un complesso alberghiero, lamenta la mancanza di una strategia di redditi-vità a lungo termine, motivo per il quale anche i due milioni di turisti attesi ogni anno non saranno sufficienti a garantire la redditività delle infrastrutture turisti-che. Se ciò si realizzasse Sochi, divenuto simbolo della potenza russa e di Putin, potrebbe rivelarsi un tragico baratro eco-nomico.

marzo 2014notiziario anpi

15

culturaI Cervi: una storia che resiste

Intervista a Rossella Cantoni, presidente Istituto “Cervi”

di Glauco Bertani

Il 70 della fucilazione dei 7 fratelli Cervi, cosa rappresenta per l’Istituto? Come si è trasformato l’Istituto dalla sua nascita a questo importante anni-versario? E quindi quali prospettive?Il settantesimo anniversario della Resi-stenza rappresenta un appuntamento cru-ciale, un’occasione per dare nuovo slan-cio all’approfondimento dei temi legati alla lotta di Liberazione ed in particolare alle vicende della famiglia Cervi. Ma co-stituisce anche l’opportunità per fermarsi a riflettere su quanto è presente , e urgen-te ancora oggi, la memoria di quelle vi-cende e della loro portata ideale. Rintrac-ciare nel corso della storia la persistenza del “mito” sui Fratelli Cervi, misurarne i significati che le persone dopo tanto tempo riconoscono nella vicenda. Que-sto specifico respiro, appunto di lungo periodo, è stato uno dei temi conduttori che ha guidato il nostro lavoro di prepa-razione per il 70° di Casa Cervi, crono-logicamente concentrato nella ricorrenza del 2013. Il 1943 è stato, infatti, l’anno centrale di questa epopea familiare dove si sono concentrati momenti salienti della storia dei sette fratelli, a cominciare dal 25 luglio, quando alla caduta del fasci-smo decisero di offrire una pastasciutta alla comunità di Campegine. Fu l’anno in cui maturò il salto dalla pro-

paganda alla lotta armata subito dopo l’8 settembre, e loro furono tra i primi ad intraprenderla; seguì l’arresto, la notte del 25 novembre e la loro fucilazione per rappresaglia il 28 dicembre. Quello che per molti altri fu l’anno di inizio della lotta, per i Cervi fu l’atto conclusivo di un lungo percorso di coerenza e mobili-tazione, iniziato almeno un decennio pri-ma, nella sparuta schiera della minoranza antifascista della prima ora.

Abbiamo voluto onorare il 70° con un approfondimento sulla storia della fami-glia Cervi con una ricerca che affronta la umanità e la personalità dei sette fratelli, e con una mostra di pittura che la raffigu-ra , e sottolinea l’omaggio che tanti artisti del passato e del presente hanno fatto alla loro memoria .Per questo abbiamo pen-sato che il titolo più adatto fosse I Cervi :una storia che resisteE abbiamo cercato di ripercorrere le tap-pe e le tracce di una memoria che si è consolidata e che ha visto nella nascita dell’Istituto dedicato ad Alcide il suo se-gno più concreto.In questi settant’anni molto si è costrui-to sul consolidamento della memoria dei sette fratelli, e che trova in Casa Cervi un luogo vivo, che cerca di comunicare a tutte le generazioni, un luogo di ela-borazione culturale, di ricerca storica e presidio valoriale, che si esprime at-traverso le tante attività che incontrano diverse forme di espressione storica, let-teraria ed artistica. L’obiettivo è sempre lo stesso: formare intorno a Casa Cervi una solida rete ideale di condivisione di valori e di appartenenza. Una identità valoriale che ha portato tante istituzio-ni e associazioni ad aderire all’Istituto Cervi, in oltre 40 anni di presenza sul campo culturale e civile nazionale. A partire da un luogo di memoria così for-

marzo 2014notiziario anpi

16

temente simbolico, una moltitudine di soggetti ben oltre i confini territoriali di questa storia si specchiano e si ricono-scono in Casa Cervi, quale baluardo di appartenenza etica, di valori democratici mai abbastanza condivisi. La rete delle tante istituzioni che condividono la vita dell’Istituto e ne sostengono le attività, unita alle tante persone che lo hanno vi-sitato nel tempo e che anche oggi par-tecipano “sentendosi a casa”, ci porta a dire che in questi settanta anni non solo la storia non è stata dimenticata, ma con la partecipazione ed il sostegno di tante persone e di tante comunità, si è consoli-dato un luogo simbolo che ancora oggi è la residenza naturale di quel messaggio imperituro di libertà, di resistenza agita e non celebrata, di azione culturale ca-lata nel presente, e non ripiegata sulla commemorazione del passato.L’ANPI nazionale e l’Istituto Cervi han-no sottoscritto in questi ultimi anni un patto d’azione comune per la diffusione della cultura antifascista. Come vi sta-te muovendo? A chi vi rivolgete e finora quali riscontri avete avuto?Casa Cervi, luogo di tradizione antifa-scista e di innovazione culturale, cerca di mettersi a disposizione della comuni-tà per riaffermare la necessità di essere antifascisti oggi. Il nuovo desiderio di Resistenza intercetta le forme attuali di oppressione, violenza e rigurgiti di ne-gazione della libertà e della democrazia. In questo percorso il partner naturale è stato fin dall’inizio l’ANPI nazionale, che ha condiviso la medesima urgenza di azione civile e culturale e dalla condi-visione è nata la forza di un “patto” che si è concretizzato in un documento pro-grammatico il quale traccia le linee ide-ali e di azione per consolidare le nostre radici democratiche. Ci stiamo muoven-do su vari livelli: da una parte i momenti di approfondimento e di riflessione pub-blica e di formazione su come arginare l’allentamento dai valori democratici; dall’altra una attività quotidiana di co-municazione di incontro di formazione verso i giovani e meno giovani che il no-stro Istituto svolge come l’ANPI da tanti anni, con costanza e tenacia. Un grande investimento sul futuro che nel tempo potrà dare risultati importanti. Oltre na-turalmente ai grandi momenti di parte-cipazione popolare, efficaci occasioni di condivisione di messaggi democratici, costituiti dalle iniziative del 25 aprile e dalla Pastasciutta antifascista del 25 lu-glio. Iniziative che raggiungono e coin-volgono migliaia di persone che scelgo-no di testimoniare, con la loro presenza, un messaggio di democrazia.

State definendo il programma del 25 aprile? Puoi farci qualche anticipazio-ne?Il programma del 25 aprile è ancora in fase di definizione, ma lo schema in base al quale si svolgerà la celebrazione della giornata seguirà la tradizione che ormai ha assunto il 25 aprile a casa Cervi: un momento di celebrazione, riflessione e condivisione, vissute insieme in una grande coralità con migliaia di persone che lì trascorreranno l’intera giorna-ta, tra riflessioni dei personaggi ospiti

e proposte artistiche e musicali. Una grande festa di popolo, fatta da giovani e meno giovani, per trascorrere insieme un 25 aprile nella condivisione, in un luogo dove la memoria ancora “resiste” ed è un efficace risposta contro i feno-meni di nuovo fascismo. A giudicare dai reiterati successi, c’è an-cora tanta sete di antifascismo, di ideali di libertà. La Festa di Casa Cervi continuerà ad esse-re una sede ideale per consacrare e insie-me rinnovare questo impegno collettivo.

Il poligono di tiro di Reggio Emilia (foto Giovanna Strappazzon)

cultura

Il 6 ottobre scorso il nostro associato il Partigiano Giacomo Barbieri Nemo appartenente alla 145a BGT Garibaldi,

ha compiuto 90 anni.Il nostro Presidente, Giacomo Notari,

a nome della Associazione, gli esprime i più cari e sinceri auguri per i suoi 90

anni, portati con fierezza come quei valori che ha saputo difendere 70 anni

fa contro la barbarie nazifascista.

I 90 anni del Partigiano

Giacomo Barbieri Nemo

marzo 2014notiziario anpi

17

cultura

Parlare dell’olocausto attraverso il vuoto, l’asseNza, è la provocazioNe, l’iN-tuizioNe e la sfida del progetto ars-art resistaNce shoah, che ha allestito uNa mostra collettiva Nei locali del palaz-zo dei priNcipi di correggio iN occasioNe della giorNata iNterNazioNale della memoria.In Absentia, questo il titolo evocativo dell’esposizione, è sorta attorno alla fi-gura di Lucia Finzi, ebrea correggese rinchiusa a Fossoli e da qui deportata ad Auschwitz nel febbraio 1944, sullo stesso trasporto di Primo Levi. Lucia non ha mai fatto ritorno, probabil-mente selezionata per le camere a gas al suo arrivo nel campo.Come raccontare lo sradicamento e quel buco lasciato in una famiglia, negli affetti e nella società, dalla perdita violenta di una persona?Qualcuno una volta scrisse che nei campi di sterminio non sono morte sei milioni di persone, bensì una persona ma che è successo sei milioni di volte.Ecco, così si può forse comprendere il dolo-re, la perdita, smontando una cifra, incom-prensibile per enormità, nella singola unità, nella persona che quel numero rappresenta, con una propria storia, una propria vita.

In AbsentiaParlare dell’Olocausto attraverso il vuoto...

di Gemma Bigi

Che non sia semplice raccontare l’Olo-causto è evidente ma per ARS l’im-portante è tentare di farlo, cercando di trasmettere cosa fu attraverso l’istinto, l’emotività più che con la ragione. Da qui la scelta dell’arte come mezzo di comuni-cazione, “quel mezzo espressivo – come dichiarato da Margherita Fontanesi, una dei curatori - tanto temuto dal regime na-zista, che ha tentato di mettere prima alla berlina e poi di far scomparire centinaia di opere di quegli artisti non allineati cre-ando l’etichetta di arte degenerata”.Da qui la collettiva In Absentia – inau-gurata il 19 gennaio scorso grazie all’impegno del Comune di Correggio e con il patrocinio di Istoreco – una mo-stra che parla per i non tornati, le vittime integrali nel sistema Sterminio, al di là delle commemorazioni.Il curatore Salvatore Trapani spiega come“ARS sia un progetto che mette al centro della sua ricerca il valore dell’arte come gesto drammatico collegato imprescindi-bilmente alle scelte politiche di un’epo-ca. In Absentia, riconnette infatti il tra-gico evento delle deportazioni verso lo sterminio col processo culturale, rimesso in moto dai Nazisti, di tentata damnatio memoriae dei perduti attraverso i camini di Auschwitz-Birkenau”.Una mostra che è viaggio nella storia, nella memoria e nella sopravvivenza, per un 27 gennaio dedicato alle vittime, alle conseguenze dell’orrore, alla com-prensione del dolore attraverso il ricordo evocativo.Diversi gli artisti esposti, con alcune ope-re realizzate appositamente: massimiliaNo alioto, gabriele arruzzo, omar galliaNi, giovaNNi sesia, her-maNN Nitsch, massimo lagrotteria, tea

Aldo Sergio, Radici, 2012 olio su tela 70x55 cm

Giorgio Ortona, Senza titolo, 2013 matita e olio su cartoncino 31x438 cm

giobbio, giuseppe goNella, ali hassouN, giorgio ortoNa, silvio porzioNato, saNtiago Ydañez, svetlaNa grebeNYuk, luca pigNatelli, paolo quaresima, fraNcesco de graNdi, aldo sergio, cristiaNo tassiNari, treNto loNgaretti.Diverse anche le gallerie coinvolte, le quali hanno creduto nel progetto dei gio-vani curatori investendo nel catalogo In Absentia Contra Damnatio Memoriae (ed. Vanilla Edizioni 2014).

Giovanni Sesia, 140 x 100 16 7 05

Trento Longaretti, Famiglia del musicante con sole e tre lune, 2011 olio su tela 30 x 40

marzo 2014notiziario anpi

18

di Antonio Zambonelli

culturaReggio Israele Palestina

(24/11-01/12/2013) fotocronaca

Sul numero di dicembre 2013 del “Notiziario” abbiamo pubblicato una sintetica notizia, corredata da due foto, del viaggio (24.11-1°.12.2013) organizzato da Istoreco alla scoperta di “Angoli di Reggio Emilia in Terra di Israele”.I 35 partecipanti al viaggio, oltre ai luoghi canonici della memoria ebraica, cristiana e mussulmana, che caratterizzano Gerusalemme, hanno visitato in particolare gli “angoli di Reggio Emilia”. A cominciare appunto da Gerusalemme, dove al Memoriale degli Ebrei sterminati (Yad va-Shem) hanno reso omaggio alla memoria di Don Enzo Boni Baldoni, nel Viale dei Giusti. Per toccare poi la città di Haifa, accolti con entusiasmo dagli amici ebrei italiani della Sinagoga di Kiryat Shmu’el, dotata degli arredi che appartennero a quella di Reggio Emilia. E ancora, in territorio palestinese, a Silat al Daher, accolti con altrettanto entusiasmo dalle autorità locali, dalle inse-gnanti e dai bambini della scuola d’infanzia “Giuseppe Carretti Dario”.Qui pubblichiamo alcune foto significative, corredate da ampie didascalie, relative agli incontri con israeliani e palestinesi, da noi vissuti con spirito di “equivicinanza” fra i due popoli.

Yad vaShem, Viale dei Giusti, lapide coi nomi degli italiani proclamati Giusti fra le Nazioni nell’anno 2001. Il 26.11 abbiamo reso omaggio alla memoria di don Enzo Boni Baldoni, (Cavriago 1906-San Bar-tolomeo 1972). Parroco a Quara di Toano durante la 2a guerra mondiale, ospitò e pro-tesse gli ebrei Modena (genitori e figlio), salvandoli dalla deportazione e dallo Ster-minio. (foto A. Arati)

Yad vaShem, Valle delle Comunità scom-parse: vi compare il nome REGGIO EMILIA. (Foto A. Zambonelli)

27 novembre. Haifa, quartiere di Kiryat Shmuel, Sinagoga di rito italiano. Dal 1958 vi sono installati gli arredi provenienti dalla Sinagoga di Reggio: l’Aron haKodesh (Armadio santo), i grandi candelabri, la Bimah (podio marmoreo con balaustra).Alla balaustra il prof. David Cassuto, Presidente della Comu-nità italiana di Israele. Nel 2001 fu a Cavriago per la consegna del riconoscimento di Giusto ai familiari di don Enzo. Nato a Firenze, i genitori finirono sterminati ad Auschwitz mentre lui fu salvato dalla famiglia Colzi. Dopo la guerra, ancora bambi-no, fu portato da dei parenti in Israele. Già Preside della Facol-tà di Architettura di Gerusalemme, ci ha detto che l’Aron reg-giano (qui alle sue spalle) è il più bello dei 42 portati dall’Italia in Israele nel dopoguerra. (foto A. Z.)

Museo e Kibbutz dei Combattenti del Ghetto. Havka Folman Raban (seconda da destra), 88 anni, sopravvissuta alla rivolta del Ghetto di Varsavia, dove operò come “staffetta” uscendo e rientrando dal ghetto stesso. Successivamente arrestata, non identificata come ebrea, ma considerata “soltanto” oppositrice politica, venne internata ad Auschwitz poi a Ravensbrueck. A guerra finita si stabilì in Israele e fu tra i fondatori del Museo e Kibbutz Ghettofinghers.Poco più di un mese dopo il nostro incontro, l’8 gennaio u.s., è improvvisamente deceduta, destando profonda emozione anche a Reggio, dove era stata nei primi mesi del 2013 per parlare agli studenti in partenza per il Viaggio della Memo-ria di Istoreco. (foto A. Arati)

marzo 2014notiziario anpi

19

cultura

30 nov., Tel Aviv, Testimonianza di Avraham Aviel, giova-nissimo partigiano in Lituania, sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia. Seduta alla sua sinistra, con gli occhiali, la moglie.Avraham ha ricordato come furono dei lituani ferocemente an-tisemiti, prima ancora dell’intervento dei tedeschi, a massacra-re propri compaesani ebrei. “Volevano distruggerci, ora sono qua in Israele, ed ecco la mia famiglia, figli e nipoti”. (foto A. Arati)

Silat al Daher, Territori palestinesi. Aula del Comune, incon-tro fra la delegazione reggiana e autorità locali, Al tavolo, da sin., il Sindaco di Silat, la dott.ssa Daniela Lorenzoni, Anto-nio Zambonelli che dopo aver ricordato Giuseppe Carretti, porta il saluto dell’ANPI reggiana e del suo Presidente Notari rivolto in particolare ai “nipotini” palestinesi di Notari stesso, dei quali si considera “nonno”. Conclude richiamando l’im-pegno tradizionale dell’ANPI nella solidarietà internaziona-le e per la pace. Sulla destra Al Muktar, che non è nome di persona ma autorevole ruolo tradizionale, come l’abito che indossa. (foto A. Arati)

Ricordiamo che mentre Daniela da anni si occupa della scuola di Silat, facendo anche da tramite con l’ANPI per la raccolta dei fondi che furono necessari alla sua costruzione, il marito dott. Mario Meinero, Doktor Mario, come lo chiamano con deferente affetto i palestinesi, opera nei Territori con un ruolo di primo piano nel campo della sanità e in particolare nella formazione dei giovani medici.

15 febbraio-16 marzoMostra sulla Resistenza di Fabbrico

Da sabato 15 febbraio fino a domeni-ca 16 marzo è visitabile a Fabbrico una mostra sulla Resistenza, allestita presso due locali nel centro del paese gentil-mente messi a disposizione di “Briga-ta Ribelli”, un gruppo di rievocazione storica partigiana reggiano formato da cittadini accomunati dalla passione per le vicende della guerra di Liberazione.La mostra, allestita nel periodo in cui si svolge la consueta commemorazione della battaglia di Fabbrico, vuole contri-buire a ricordare la lotta contro il nazi-fascismo condotta in questo comune e gli anni successivi la fine della guerra, l’entrata dei partigiani caduti nella me-moria collettiva del paese e l’inaugura-zione dei primi monumenti che ancora oggi troviamo ai margini delle vie.All’interno si trova esposto il materiale messo insieme nel corso degli anni dai membri del gruppo, arricchito da nume-rosi prestiti e donazioni che hanno per-messo di recuperare documenti storici,

di Alessandro Marmiroli

soprattutto fotografici, sugli eventi della Guerra di Liberazione. Reperti bellici, uniformi, attrezzature radio sono ammirabili dai visitatori che saranno accompagnati nella visita dagli organizzatori della mostra. allestita iN via roma al civico 4 e iNaugurata sabato 15 febbraio, la mostra rimarrà aperta fiNo a dome-Nica 16 marzo ed è visitabile tutti i martedì, giovedì e veNerdì dalle ore 17 alle ore 19.30, i sabati dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 e le domeNiche dalle 9.30 alle 12.15. il 27 febbraio, iN occasioNe dell’aNNiversario della battaglia, la mostra rimarrà aperta tutto il giorNo.Un doveroso ringraziamento agli or-ganizzatori: Gianluigi Bergamaschi, Giovanni Montruccoli, Angelo Alber-ti, Stefano Carletti, Carlo Oliva, Paolo Mastini, Dario Pedrazzini, Giovanni Molisso, Giuliana Zangelmi e Fabrizio Panciroli.

marzo 2014notiziario anpi

20

Il monumento che ricorda le 23 vittime della ferocia fascista. Alla cerimonia, svoltasi domenica 22 dicembre 2013, hanno partecipato Giacomo Notari Presidente Provinciale ANPI, Caterina Lusuardi, Associazione COLORE-Cittadini contro le mafie. A conclusione delle commemorazioni le musiche della banda Associazione Filarmonica Città del Tricolore (foto L. Cattini)

commemorazioni69° ANNIVERSARIO

Rappresaglie fasciste di Villa Sesso

L’ANPI di Castelnuovo ne’ Monti a Minozzo e a Vinca

Anche se con un po’ di ritardo, vogliamo ricordare l’omaggio che l’ANPI di Castelnuovo ne’ Monti ha fatto il 3 agosto scorso ai caduti di Minozzo e il 24 dello stesso mese alle vittime della strage di Vinca di Fivizzano (MS) commessa da truppe nazi-fasciste nell’agosto del 1944. (foto di W. Orlandi)

marzo 2014notiziario anpi

21

commemorazioni70° Anniversario della fucilazione di don Pasquino

Il Vescovo agli studenti della “Don Borghi”“Ragazzi studiate la storia,

non abbiate paura della verità”A settant’anni dalla fucilazione da parte dei fascisti repubblicani di don Pa-squino Borghi e di altri otto antifascisti, la città di Reggio potrà finalmente arric-chirsi di un luogo della memoria emble-matico, tassello del museo diffuso della città per il quale Istoreco si muove da tempo. Grazie alla disponibilità della fami-glia Borghi che ha affidato ad ANPI e Istoreco i vestiti che don Pasquino in-dossava al momento della fucilazione, e alla successiva collaborazione con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e il laboratorio Restauro tessile di Albinea è stato effettuato un intervento per la pre-servazione dei tessuti e la pulizia dalle muffe che ormai stavano intaccando gli indumenti.Il 30 gennaio scorso, a 70 anni esatti da quei fatti, il vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, Massimo Camisasca, ha pre-senziato all’inaugurazione della mostra temporanea, ospitata all’interno della Basilica della Ghiara, in cui sono espo-sti gli abiti di don Borghi, con i fori delle pallottole, e dove sono collocati alcuni pannelli esplicativi del periodo storico. Obbiettivo di ANPI e Istoreco, in col-laborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Curia vescovile, è di allesti-re – in uno dei locali dell’Ostello della gioventù, in via Guasco – una mostra permanante il cui contenuto storico ab-bia una valenza educativa e possa sod-disfare la crescente richiesta di turismo storico-culturale. Nei pressi dell’Ostello, infatti, fino agli anni ’60, dove oggi c’è un parcheggio e il Palazzetto dello sport, si ergeva il si-nistro carcere dei Servi, dove passarano tanti antifascisti, tra i quali don Borghi e gli altri otto antifascisti, Romeo Benas-si, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino

Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini, Ferruccio Battini ed Enrico Zambonini prima di essere condotti alla fucilazione.Nel corso della cerimonia commemora-tiva che si è svolta prima al Poligono di tiro dove il prete bibbianese fu ucciso, poi alla Basilica della Ghiara, non solo don Borghi è stato ricordato dal Sindaco vicario di Reggio Emilia, Ugo Ferrari, dal vescovo Massimo Camisasca e da Danilo Morini in rappresentanza delle Associazioni partigiane, ma anche dagli studenti della scuola secondaria di I gra-do “Don Pasquino Borghi”, che hanno fatto rivivere con delle letture la memo-ria di quei tragici fatti.

E il vescovo, in un sintetico ma efficace intervento, ha voluto ricordare ai ragazzi la differenza fra ricordo e memoria: “La memoria – ha detto – è molto più del ricordo, perché esso si rivolge al passato mentre la memoria è la capacità di far rivivire il passato nel presente: un pas-sato che vive nel presente e lo trasfor-ma”, per questo monsignor Camisasca ha concluso dicendo: “Ragazzi studiate la storia, non abbiate paura della verità”.

Il vescovo monsignor Camisasca mentre visita la mostra allestita in Ghiara (foto A.Mainardi)

marzo 2014notiziario anpi

22

commemorazioni69° ANNIVERSARIO DELLA

BATTAGLIA DI CANOLOUn lungo corteo ha sfilato domenica 26 gennaio per le strade di Canolo di Correggio, teatro della battaglia ingag-giata dai partigiani il 25 gennaio 1945, per ricordare i caduti di quella giornata. Vittorio Saltini e la sorella Vandina uc-cisi poche ore prime a Fosdondo di Cor-reggio, Abbo Panisi e Vasco Guaitolini, nomi che oggi ai più forse non dicono nulla, ma portano nella storia un tratto distintivo ed un significato autentico. Erano per lo più giovani che avrebbero potuto stare comodamente a casa, senza impegnarsi, senza “interessarsi”, perché nessuno aveva imposto loro quella presa di coscienza e quell’assunzione di re-sponsabilità. Egidio Baraldi, partigiano scomparso ormai due anni fa, asserragliato con i compagni nel casolare di Canolo quel 25 gennaio di 69 anni fa, nella ricostruzio-ne di quegli avvenimenti, dove persero la vita Vasco Guaitolini Biavati e Abbo Panisi Nelson, che lo stesso Baraldi ha redatto, nella premessa scrive:

“Corre il dovere a noi che siamo so-pravvissuti, di ricordare i nostri compa-gni e rievocare ancora una volta il loro eroismo, ricordandoli a tutti i resisten-ti e a quanti godono oggi delle libertà conquistate col sacrificio estremo della loro vita”. In queste parole di profonda intensità non può sfuggire il senso di saper as-sumere delle responsabilità quando si è chiamati a farlo, senza girare la testa dall’altra parte per convenienza, proprio come avevano fatto i partigiani tanti anni fa.Il programma politico della Resistenza, seppur ancora inattuato, oggi è scritto negli articoli della Costituzione perché la Costituzione è stata scritta proprio nei luoghi dove sono morti i partigiani, come a Canolo. E il senso di quella lotta rivive nella Co-stituzione, come un impegno non solo a non dimenticare, ma per mettere in pra-tica tutto quello che la Resistenza si era prefissata di raggiungere attravarso il sa-crificio dei suoi protagonisti. Bisogna mettere in pratica gli articoli

della Costituzione.Dopo la deposizione dei fiori sul cip-po di Vittorio, medaglia d’oro al valor militare, e Vandina Saltini, il corteo, accompagnato dalla banda “L. Asioli” di Correggio, ha raggiunto i cippi dei Caduti, e presso la sede della Polispor-tiva “La Canolese” hanno preso la pa-rola, per le orazioni ufficiali, Adriana Cogode, Commissario prefettizio del Comune di Correggio, Giuseppe Lini,

dell’ANPI di Correggio. Dopo la messa è stato presentato il libro di Laura Artioli, pubblicato con il con-tributo dell’ANPI reggiana, Ma il mito sono io. Storia delle storie di Lucia Sar-zi (Aliberti). La mattinata di celebrazioni si è poi conclusa con il pranzo organizzato dall’ANPI. (a.f.)

Un momento della commemorazione

marzo 2014notiziario anpi

23

commemorazioni

69° Anniversario del sacrificio di Felice Montanari Nero

La commemorazione del partigiano Felice Montanari Nero, circondato dai fascisti, in quel lontano 5 gennaio 1945, che si suicidò dopo aver lasciato libero un tedesco suo prigioniero, ha avuto ri-spetto agli altri anni due momenti par-ticolari. Il primo, quando Adriana Zoboletti, pre-sidente dell’ANPI di Boretto, ha annun-ciato che finalmente il paese rivierasco avrà una sede dell’Associazione parti-giana e, il secondo, quando – al termi-ne delle orazioni ufficiali del sindaco di Boretto, Massimo Gazza, e di Angelo Appiani, assessore del Comune di Can-neto sull’Oglio – sul palco del Teatro del Fiume di Boretto è salita l’attrice Maria Antonietta Centoducati, accompagnata al pianoforte da Ovidio Bigi, che ha messo in scena lo spettacolo Portami un fiore rosso, titolo che riprende le parole che Nero scrisse su un muro del casello 23 prima di togliersi la vita.Abbiamo domandato ad Adriana le sue va-lutazioni sulla giornata commemorativa.

Boretto-Canneto sull’Oglio (MN)

5 gennaio 1945, casello 23

“Lo spettacolo – ha risposto – è stato emozionante. Ha fatto rivivere l’episo-dio in modo così reale che sembrava di sentire il giovane Nero proprio vicino a noi. Continueremo con queste rappresen-tazioni per il giorno della memoria e per il 25 Aprile, interessando i ragazzi. Dob-

biamo lavorare per realizzare il sogno di Nero, perché sappiamo che ‘nessuna conquista è per sempre’ come era scritto sul manifesto appeso al palco del Teatro. Noi ci impegnamo con entusiamo per la democrazia”.

Canneto sull’Oglio, 5 gennaio 2014 – La cerimonia alla tomba di Felice Montanari Nero

Dall’ANPI di Varese riceviamo questo lettera in cui viene ricordato il nostro Ser-gio Rubertelli che volentieri pubblichiamo:

Cari Compagni: Solo dal vostro periodico abbiamo appreso della morte, avvenuta 6 mesi fa, del com-pagno Rubertelli al quale ci legano tanti ricordi avendo egli fatto parte della nostra 121a brigata Garibaldi durante la lotta di Resistenza. Abbiamo ricordato anche la sua figura durante la Assemblea annuale della Sezione di Gavirate che si è tenuta domenica scorsa . La sua scomparsa ci addolora ma ri-mane in noi l’esempio del suo impegno, sempre volontario, nella difesa dei valori dell’antifascismo. Non possedendo il recapito dei familiari vi preghiamo vivamente di significare loro i sensi del nostro profondo cordoglio. Fraterni saluti

p. il Comitato provincialela Presidenza

L’ANPI di Varese ricordaSergio Rubertelli

marzo 2014notiziario anpi

24

La finestra sul cortile

le rubriche

luNedi 17 marzo ore 16-20.45il gattopardodi L. Visconti(Italia-Francia, 1963) 185’Il Gattopardo è un’epica del tempo, e la sua lentezza, che culmina in un maesto-so crescendo nella lunga sequenza del gran ballo, è governata dai ritmi di vita dell’aristocrazia fondiaria siciliana, con i suoi costumi e abitudini, la sua coltiva-zione dell’agio e della riflessione, i suoi viaggi stagionali. È un’epica della sto-ria, in cui assistiamo con i nostri occhi alle trame del cambiamento: sui campi di battaglia, nelle vie e nei salotti dove i notabili si riuniscono per decidere chi muoverà i fili del potere. È anche il ri-tratto di un uomo, il Principe di Salina, interpretato da Burt Lancaster. [...] In definitiva, Il Gattopardo è un grande inno sinfonico alla Sicilia, al suo popo-lo, ai suoi profumi e al suo paesaggio, alla sua bellezza e alla sua violenza. Il film di Visconti è una delle più grandi esperienze visive della storia del cine-ma. (Martin Scorsese)Nell’estate del 2011 lo avevamo pro-posto in pellicola nella meravigliosa cornice di Piazza Prampolini davanti a 700 spettatori, lo riproponiamo ora nella versione digitale.LUNEDI 24 MARZO ORE 21RISATE DI GIOIAdi M. Monicelli(Italia,1960) 106’Una notte di capodanno a Roma, Anna Magnani (che Monicelli trasformò in bionda) con uno spiumato boa di struz-zo, Totò con il suo vecchio frac (e Ben

Nel maggio 1984 il cinema Rosebud apriva i battenti come Centro Giovani Rosta Nuova. L’attività regolare di sala cinemato-grafica in realtà parte nell’autunno 1984 con le serate dedicate a rassegne (la situazione dei cinema di città era ben diversa allora, le prime visioni infatti non veniva proposte al Rosebud). In trent’anni molte cose sono cambiate, nel mondo, nel cinema, nella vita del Rosebud. Un appuntamento è rimasto nel corso di questi 30 anni: le serate dedicate alla storia del cinema e gli incontri con i registi. “aNdare al rosebud” è diventato qualcosa di più che semplicemente “andare al cinema”: una promessa di qualità, di cose mai viste – realmente “invisibili” – di scoperte, di incontri speciali. Il pubblico cresce, cambia, ci sostiene, ci critica ma continua a frequentare il Rosebud. A marzo un occhio speciale verrà riser-vato alle proiezioni dei film del Cinema Ritrovato – La grande illusione, Il gattopardo, Risate di gioia e Roma città aperta (che troveranno doppia proiezione al lunedì pomeriggio e sera).

I 30 anni delROSEBUD

Gazzara, compagno astuto nell’arte di arrangiarsi). Cercano compagnia, cerca-no d’infilarsi in tavolate che li rifiutano, cercano di sopravvivere. Scoprono che ciascuno dei due ha solo l’altro, e non è un granché. Scintille d’avanspettacolo e commedia esistenziale. Irresistibile suc-cessione di gag e battute, amarissimo: il capolavoro sottostimato di Monicelli. Un’opera da scoprire, poiché nemmeno all’epoca ebbe il successo sperato e pre-visto, “per via di quella vena amara e no-stalgica del racconto, del clima dolente che si respira, un po’ da fine dello spet-tacolo, del varietà e dell’epoca dei due grandi attori, alla consueta dimensione pessimista di Monicelli” (Roy Menari-ni). Resta l’unico incontro di Magnani e Totò, lei si chiama Gioia e porta sul set le sue irripetibili risate, lui “si rinchiude in se stesso, la sua interpretazione di-venta distaccata, quasi elegante” (Alber-to Anile). Davvero: un capolavoro.LUNEDI 31 MARZO ORE 16-21ROMA CITTA’ APERTA(Italia, 1945) 98’di R. RosselliniIn Roma città aperta il titolo stesso ri-vela un’apertura inconsueta: la gente, non i borghesi (che vivono nascosti nei loro uffici) ma la gente del popolo, vive all’aperto, nella città. Se il film è la storia di un caseggiato, lo è in quanto quest’ultimo è un microcosmo che sin-tetizza (come un palcoscenico en plein air) la città intera: le nostre case già sono per Rossellini, nel ’45, le nostre strade, e non più degli interni; la vita privata, le storie d’amore, coinvolgendo gli altri, si

svolgono alla luce del sole; e la clande-stinità della lotta partigiana è una nuova prassi, che passa attraverso i tetti e non si cela nel basso delle cantine, e che col-lega in una rete articolatissima ciò che il nemico fa fatica a percepire, con le sue più vecchie coordinate culturali (ma già il nazista meglio del fascista: si veda la scena del maggiore Bergmann che ‘legge’ la città nel suo uf-ficio attraverso le fotografie quotidiane: il suo è però un sapere improduttivo). Rossellini, già oltre la guerra, vive nello spazio della modernità. (Adriano Aprà)

di Sandra Campanini

marzo 2014notiziario anpi

25

Lettere

Vogliamo intervenire dopo la intervi-sta all’Assessore Spadoni sulle ragioni per le quali siamo in netto disaccordo sul previsto parcheggio di Piazza della Vittoria.Pensiamo che sia un intervento antisto-rico perché da decenni si è capito, ed è anche stato prescritto da numerose di-rettive della Commissione europea, che occorre allontanare le auto dai centri storici, costruire alternative con servizi pubblici efficienti, piste ciclabili…..E qui le incongruenze della Giunta sono tali da lasciare esterrefatti perché gran parte delle piste ciclabili sono state costruite, sono stati attuati i parcheggi scambiatori, ed è anche possibile l’affit-to di bici per chi entra in centro storico!Perché non continuare su questo cammi-no virtuoso?Che sia pericoloso perché lo scavo del parcheggio comporta di sostituire ad una situazione di “pieno” fatta di terreni as-sestati, una realtà “vuota”. Questo può mettere in pericolo la staticità degli edi-fici che vi gravitano attorno: Isolato S. Rocco, Teatro Ariosto, Cavallerizza, Te-atro Valli. Tanto più ora dopo la scoperta che il nostro territorio è soggetto a forti scosse sismiche.Che sia inutile perché a poche decine di metri c’è il parcheggio della Zucchi

sottoutilizzato e perciò non può rivestire nessuna utilità pubblica. Una parte pre-giata della città storica sarà “regalata” a pochi privati.Che sia un intervento violento e “de-menziale” come ha scritto Ugo Pellini: sacrificherà i tre superstiti cedri del Li-bano che hanno visto sfilare le briga-te partigiane il 25 Aprile e ben cinque grandi platani di Viale Allegri. Il pensiero va a Paride Allegri che dal ’58 al ’78, Capo della Serra comunale, curò amorevolmente anche i Giardini pubblici rispettandone l’antico impian-to, intensificando le piantumazioni e facendone un polmone di ossigeno ef-ficiente per la città. Paride certamente si opporrebbe al progetto che metterà in seria difficoltà anche le grandi sofo-re adiacenti il parcheggio progettato e vedrà la Scuola materna “più bella del mondo” circondata dal carosello dei ca-mion.E’ sorprendente come la Sovrintendenza ai Beni Archeologici abbia potuto dare il suo permesso agli scavi, quando si sa per certo che in quel luogo si trove-ranno reperti dell’ antica Cittadella del ’300 e mosaici e strutture abitative della città romana come ha riferito lo stesso dott. Podini della Sovrintendenza già nell’Agosto del 2012. Allora lo scavo

SUL PARCHEGGIO DI PIAZZA DELLA VITTORIA dovrà essere stratigrafico e manuale, con lievitazione dei costi e allungamento dei tempi. Tutta questa vicenda ha causato forte opposizione fra i cittadini, dissensi in diverse Circoscrizioni, fra gli Assesso-ri e nel Consiglio Comunale, nelle as-sociazioni ambientaliste che sono stati inascoltati. Pensiamo che una Giunta che non ascol-ta la città non sia rappresentativa dei cit-tadini. Non dovrebbe essere Reggio “la città delle persone”? Sarebbe opportuno che la Giunta riflet-tesse anche su quanto questa vicenda pe-serà sulla prossima scadenza elettorale e abbandonasse il protagonismo di chi pare voglia lasciare il proprio segno in-delebile sulla città, intervenendo ancora una volta in modo così pesante e irrever-sibile sul centro storico.Suggeriamo perciò di sostituire al pro-getto sul parcheggio altri e più necessari interventi sul territorio, di vera e mag-giore utilità e di lavorare per ricercare lo sblocco del “patto di stabilità” al fine di reperire quelle risorse indispensabili alle Amministrazioni locali.

Centro per la riconciliazione dei popoli, il disarmo universale e la difesa del creato

(fondato da Paride Allegri)Reggio Emilia, 15 gennaio 2014

28/11/1953-28/11/2014“E’ bello camminare insieme, superare le difficoltà del quotidiano…”I 60 anni di matrimonio del Partigiano Gino Cocconi e Rosina MarchettiSono trascorsi esattamente 60 anni da quando mio pa-dre Gino Cocconi (ex Partigiano della 26a BGT Garibaldi, distaccamento “Cugini Miglioli” 1944-45, Villa Minozzo Case Zobbi) si è unito inmatrimonio con la Sig.na Rosi-na Marchetti. In un periodo in cui fragilità e incoerenze sembrano diffondersi a macchia d’olio, raggiungere un tra-guardo tanto importante ci riempie il cuore di gioia e di gratitudine. Sì, per tutti noi, mamma e papà sono stati (e lo sono tuttora) un esempio di vita familiare e di disponibi-lità al servizio e alla generosità. Già, a meno di vent’anni, partecipare volontariamente all’attività di partigiano rive-la buoni principi, grandi valori, altruismo e disponibilità completa. Insomma papà, insieme ad altri 120.000 parti-giani, non è rimsato in attesa degli americani. Nella sua vita, ha sempre continuato a prendere posizione (insieme alla mamma) infavore dei più deboli e ha sempre creduto nel lavoro. Anche ora, a quasi 89 anni, si prodiga tanto per il suo vigneto… Visto che, quasi quotidianamente, papà ricorda il periodo in cui era partigiano, io e mio fratello abbiamo pensato di condividere questo bel momento con la vostra associazione. Scusateci!

Distinti salutiMaurizia Cocconi

Scusateci, scrive Maurizia, ma di cosa? Lettere come la sua ci fanno solo piacere e siamo ben contenti di riceverle. Un caro saluti ai suoi genitori.

marzo 2014notiziario anpi

26

Lutti(Pubblichiamo l’orazione di commiato tenuta da Alì)Amici e Cittadini presenti a questa triste cerimonia, per chi non mi conosce, io sono Gigli Mazzi, classe 1927, Partigiano Alì della 37a BGT. GAP, la brigata in cui mili-tava Marco durante la Lotta di Liberazione.Ho voluto e mi onoro di partecipare a

MARIO BELTRAMI (MARCO)

Il giorno 9 febbraio scorso avrebbe com-piuto 90 anni la Partigiana Regina Dallai, appartenente alla 77a BGT SAP “F.lli Man-fredi” residente a Fosdondo di Correggio, deceduta l’undici ottobre 2013.La ricordano con immenso rimpianto il marito Aristodemo Incerti (Nino), la figlia Tullia e il genero Lino Dallaglio. In memoria della cara Regina sottoscrivo-no pro Notiziario.

REGINA DALLAI

IIl 19 agosto 2013 è mancata, dopo breve malattia, Iride Silvi ved. Bartoli, partigia-na combattente, staffetta del CU di Reggio Emilia “Bruna” . Iride nasce a Castelnuovo né Monti in fa-miglia contadina e antifascista, seconda di sei figli. Della sua attività di staffetta e dell’attiva

IRIDE SILVI ved. BARTOLI14.08.1923-19.08.2013

partecipazione alla guerra di Liberazione Iride ha raccontato nel capitolo a lei dedicato nel libro “Partigiane e patriote della pro-vincia di Reggio nell’Emilia” di Avvenire Paterlini (Nino) e al giornalista della Gazzetta di Reggio Emilia che l’ha intervistata alla manifestazione del 25 aprile 2011. Dopo la guerra si è de-dicata alla UDI e alla famiglia. Il destino ha voluto che Iride dovesse prendere in mano molte volte le sorti della propria fa-miglia, ricominciano ogni volta con coraggio e determinazione una nuova vita all’estero e nel proprio paese. Dal 1960 Iride viveva a Parma, ma il legame con Reggio Emilia è rimasto costante, fino a quando le forze glielo hanno con-sentito, si recava personalmente alla sede dell’ANPI a versare i contibuti pro Notiziario raccolti tra i partigiani parmensi con i quali era in costante contatto. La salma di Iride è stata tumulata al cimitero Monumentale di Reggio nell’Emilia, accompagnata dalla breve orazione funebre del nipote Luigi Benzi, Sindaco di Quargnento (AL), dalle paro-le di stima ed affetto di coloro che l’hanno conosciuta e stimata e dalle note di Bella Ciao. Ora riposa accanto al marito Armando deceduto nel 1986.In loro onore e ricordo i figli sottoscrivono per il Notiziario.

24/09/1923-13/01/2014

questa cerimonia per i legami di amicizia e di fraternità che ho sempre avuto – durante e dopo la guerra – con questo stimato e prestigioso Comandante Partigiano.La prima volta che vidi e conobbi Marco fu nel gennaio ’45 quando Lui – in bicicletta assieme a Tancredi, Robinson, Ribin e Gonda (la nostra staffetta) e sfidando le insidie ed i pericoli che quei tempi comportavano – venne a portarmi l’aiuto, il conforto e la solidarietà di tutto il Comando di brigata. In quel momento io ero ricoverato in uno sperduto casolare di Marmirolo, grave-mente ferito dai colpi di pistola ricevuti nel corso di un sangui-noso scontro con un ufficiale delle SS italiane.Incontrai per la seconda volta Marco durante gli esaltanti giorni della Liberazione, all’atto dell’insediamento della Brigata GAP nel “Casone” sulle vecchie mura di Porta Castello.In quei radiosi giorni, Marco era, per noi più giovani, il mito, era il forte ed audace combattente che noi tutti avremmo voluto essere. Bel giovane, alto e slanciato e con quel suo giubbone di pelle scura che lo rendeva imponente, rappresentava anche il ragazzo idealizzato da tutte le ragazze combattenti e dalle staf-fette in particolare. Inoltre Marco, allora studente in medicina, all’occorrenza era anche il “dottore”, colui che in caso di neces-sità poteva assisterti, curarti e salvarti la vita. Insomma un mito su tutta la linea! Più avanti negli anni, ebbi modo di incontrarlo parecchie volte, quando Lui, veterinario capo del Comune di Reggio Emilia,e io dirigente delle Farmacie comunali riunite – ci riunivamo coi relativi staff per cercare di risolvere i vari problemi di comune interesse per i due Enti. Negli ultimi anni, in virtù della forte amicizia che ci legava ed in compagnia delle nostre mogli, avemmo modo di trascorrere liete e rilassanti serate nella sua residenza di Ca’ Bertacchi.Purtroppo, passando gli anni, anche le cose più belle volgono alla fine. Ciò però non toglie né può cancellare i sentimenti più cari verso le persone conosciute e stimate durante gli anni verdi della nostra esistenza.Ciao, caro Marco! A nome dei Combattenti e dei Partigiani caduti, di quelli scomparsi o ancora in vita – e a nome anche dell’ANPI, l’Associazione che tutti ci riunisce e ci rappresenta – vogliamo esprimerti ancora una volta il nostro vivo e caloro-so ringraziamento per quanto hai fatto e dato per la causa della Libertà e della Giustizia sociale del nostro Paese e per tutto il popolo italiano. Ciao ancora, caro Marco! Un saluto grato e riconoscente ti ac-compagni in questo tuo ultimo ed estremo viaggio. Un cordiale saluto e un augurio sincero anche a tutti i tuoi cari, a tuo figlio Massimo, ai nipoti Stefano e Andrea ed a tutti gli altri che non ci è dato di conoscere.

Il 21 febbraio scorso, s’è spento, all’età di 95 anni, Mansueto Fontanesi John di Ca-delbosco Sopra; capo squadra del distac-camento “B. Casini” della 144a BRG Gari-baldi “A.Gramsci”. Operò sull’appennino tosco-emiliano contro le forze nazifasciste fra il 1944 e il 1945.In sua memoria i fratelli Fontanesi offrono pro Notiziario.

MANSUETO FONTANESI (JOHN)

08/08/1918-21/02/2014

marzo 2014notiziario anpi

27

LuttiMario Gradellini ci ha lasciati il 30 ottobre 2013. Sindaco di San Martino in Rio per oltre 13 anni, militante antifascista per tut-ta la vita, protagonista dello sviluppo eco-nomico e sociale del paese, Mario è stato un punto di riferimento politico e morale per molte generazioni di uomini e donne.La moglie Lucia e la figlia Lorena, nel ri-cordarlo con immutato affetto, devolvono al giornale dei Partigiani.

MARIO GRADELLINI06/06/1926-30/10/2013

In ricordo dello zio Partigiano Agide Ve-roni, di Correggio, appartenente alla 37a BGT GAP, i nipoti Carmelina ed Emilia Panisi sottoscrivono pro Notiziario.

AGIDE VERONI18/10/1925-29/11/2013

Ennio, partigiano combattente Settimo fino alla Liberazione, apparteneva alla 77a

SAP. Di umili origini, entrò nel movimen-to antifascista luzzarese insieme agli altri ragazzi che furono poi assassinati a Reg-giolo nel 1945. Gli fu consegnata, in quel momento, una tessera di colore giallo, che ha conservato gelosamente, mangiucchiata dal tempo, con la scritta: ANTIFASCISTA. Con orgoglio la mostrò al padre che con

ENNIO SCAINI (SETTIMO)

sorpresa e gioia gli mostrò la sua. “Eravamo una famiglia antifa-scista”, dirà in una testimonianza successiva.Ennio raccontò: “Mi resi conto che la parola antifascista, ancor prima che mi capitasse tra le mani quella tessera, mi aveva silen-ziosamente accompagnato dal giorno della nascita, marchiando a fuoco vivo il mio cuore”. Così una sera Arnoldo Avanzi lo convocò in golena a Po, insie-me a tutti gli altri decisero che la clandestinità e la lotta armata era l’unica soluzione per combattere il nazifascismo e per ricon-quistare quella libertà obiettivo di ogni individuo. (s.l.)

Alpino nella 7a Brigata alpina “CERRI”, ha combattuto nell’alessandrino opponen-dosi alle brigate nazi-mongole della Di-visione “TURCKESTAN” e alla Brigata “NETTUNO” delle SS italiane.Ricevette dal Comune di Bobbio la Me-daglia d’oro con diploma di Benemerenza per il contributo dato nella a lotta Partigia-na di liberazione. (s.l.)

BRUNO SALSI

Il 14 agosto 2013, a 92 anni, è venuto a mancare il Partigiano Sirio Veronesi Tar-zan, appartenente alla76a BGR SAP “An-gelo Zanti”. Il fratello Bruno, in sua me-moria, offre pro Notiziario.

SIRIO VERONESI (TARZAN)

08/02/1921-14/08/2013

In memoria del Partigiano Renzo Misel-li, appartenente alla 144a BGT Garibaldi, scomparso l’undici gennaio 2014, la co-gnata Norma e la nipote Fulvia Ballabeni offrono a sostegno del Notiziario.

RENZO MISELLI

08/10/1926-11/01/2014

Nel mese di Novembre è venuta a man-care Luciana Morgotti da anni impegnata nella sezione ANPI di Correggio, figura di riferimento e componente del direttivo. Da circa un anno Luciana lottava con la ma-lattia ma non faceva mai mancare la sua presenza negli avvenimenti importanti: per il 25 Aprile in piazza o in occasione del festival Europea della Resistenza (ERA).

LUCIANA MORGOTTI

L’ultima volta che ho visto Luciana è stata l’estate scorsa duran-te una serata organizzata dalla Fondazione Fossoli di Carpi per raccogliere fondi da destinare a lavori di recupero dell’ex Cam-po di Concentramento. Nonostante la sofferenza, sembrava che quel giorno potesse guardare con speranza al futuro. In un certo modo quel suo futuro negato è diventato per tutti noi dell’ANPI un presente da conservare. Una immagine in particolare si ma-terializza e credo possa essere condivisa dai nuovi e dai vecchi partigiani: Luciana rimarrà nella nostra memoria in sella alla sua bicicletta mentre in testa guida le biciclettate resistenti. Lei che conduce decisa i partecipanti lungo i percorsi che conducono ai cippi sparsi nel nostro territorio. Due elementi imprescindi-bili nella sua vita: la bicicletta e la Resistenza. Due elementi che danno l’idea dell’impegno, dell’agire, del partecipare, del muoversi per raggiungere mete e obiettivi. Un segnare direzioni verso utopie e liberazioni. Ricordi e immagini che moltiplicano le scene di una staffetta che apre lunghe file di ciclisti con nel cuore la lotta partigiana. In testa alla delegazione proveniente da Carpi attraverso Budrione con arrivo a Correggio, ancora lei a condurre lungo le strade ghiaiate il corteo su due ruote che si in-contra con i ragazzi tedeschi (ultima tappa dei Sentieri Partigiani di Istoreco) in cammino verso la nostra città lungo il sentiero della vecchia ferrovia. Quello dei percorsi della memoria era diventata una sua specializzazione e insieme all’ex partigiano

Staffetta in bicicletta

marzo 2014notiziario anpi

28

Artullo Beltrami studiava minuziosamente il migliore tragitto da compiere organizzando sicurezza stradale, rifocillamenti, soste e logistica. Proprio grazie a questa collaborazione nel proget-tare percorsi su cippi e monumenti tra Luciana e Artullo c’era un reciproco affetto che simbolicamente affermava il legame tra generazioni di resistenti. Una sinergia che assicurava una squa-dra organizzativa infallibile nell’ANPI, sia che si trattasse di presenziare nei giorni in cui l’ufficio doveva rimanere aperto al pubblico, sia che si dovesse garantire turni presso il nostro stand per fiere e eventi cittadini. Un affetto e una stima verso i nostri partigiani che Luciana dimostrava con una vicinanza ideale e con un supporto anche fisico nel momento in cui gli anni hanno reso sempre più difficile il semplice camminare. Quante volte Luciana ha sostenuto, accompagnato, preso per mano Artullo,

Avio, Germano. Inutile aggiungere che la sua mancanza per la nostra sezione sarà un vuoto incolmabile, il suo essere sempre disponibile con entusiasmo e trasporto per la riuscita delle ini-ziative nel corso degli anni erano per tutti un punto fermo, una certezza. Ma non solo di questioni materiali è fatto questo vuoto incolmabile ma è la perdita di una amica, di una resistente con-vinta. Allora possiamo dire che come i partigiani, anche Lucia-na ci lascia una eredità, un insegnamento, un dono prezioso: la ricerca di giustizia e libertà, la passione, la presenza nonostante tutto, nonostante le sorti della vita. Nostro compito, come anti-fascisti, sarà quello di continuare a “odiare gli indifferenti”, sarà quello di mettere a disposizione noi stessi per un ideale comune. Proprio come faceva Luciana.

Fabrizio Tavernelli

Anniversari

ALDO CERVIVERINA CASTAGNETTI (ved. CERVI)

Il 28 dicembre scorso ricorreva il 70° anniversario della fu-cilazione del Partigiano Aldo Cervi. Catturato dai fascisti repubblicani il 25 novembre 1943 insieme agli altri fratelli all’alba del 28 dicembre 1943 fu condotto al poligono di tiro di Reggio Emilia e fucilato. Il 5 febbraio scorso ricorreva il 16 anniversario della scom-parsa di Verina Castagnetti, moglie di Aldo.Il figlio Adelmo nel ricordare con affetto i genitori sotto-scrive pro Notiziario

69° ANNIVERSARIOPAOLO DAVOLI (SERTORIO)

Il 28 febbriao scorso ricorreva il 69° anni-versario della morte del Partigiano Paolo Davoli Sertorio.Nato a Villa Cavazzoli (Reggio Emilia) nel 1900, Paolo Davoli aderì alla federazione giovanile socialista poi, fin dalla sua fon-dazione, al PCd’I. Perseguitato dai fasci-sti, nel 1924 dovette emigrare in Francia, dove continuò la sua attività all’interno delle organizzazione politiche degli esuli,

ANNIVERSARI

mentre lavorava come sarto. Rientrato in Italia nell’estate del 1936, approfittando di un’amnistia per i “fuorisciti incensurati”, vi rimase solo 15 giorni. Rientrò in Italia, nel 1941, su incarico del partito comunista. Dall’ottobre 1942, abbandonato il mestie-re di sarto, entrò come manovale alla Lombardini. In seguito a delazione, fu arrestato nell’aprile del 1943 e, ancora in stato di detenzione, deferito al Tribunale speciale. Liberato dopo il 25 luglio ’43 entrò subito in contatto con il suo partito. Dopo l’8 settembre 1943 fu tra i primi organizzatori della Resistenza nel Reggiano, con il nome di copertura Sertorio, dirigente del CLN e Intendente del Comando piazza. Il 30 novembre 1944 fu cattura-to assieme agli altri membri dell CLN e sottoposto a tortura. Tre mesi dopo venne fucilato nei pressi di cimitero di Cadelbosco Sotto assieme ad altri 9 ostaggi. Gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Raccontano testimoni che Paolo Davoli fu fatto sedere su un fornello elettrico acceso, fu frustato e straziato con un ferro rovente. Approfittando di una breve distrazione dei suoi aguzzini si gettò da una finestra, ma non rimase ucciso come avrebbe voluto: si fratturò solamente una gamba. Lasciato per 48 ore senza cure, fu poi condotto alla caserma della “Muti”, dove un chirurgo gli amputò l’arto ferito. Dopo una ventina di giorni i fascisti lo riportarono alla “Villet-ta”, il carcere della Brigata nera, e ripresero a torturarlo. Coloro che gli diedero sepoltura constatarono le orribile mutila-zioni provocate dalla ferocia fascista.In suo ricordo la figlia Paola offre pro Notiziario.

3° ANNIVERSARIOISIDORO CORGINI

Il 13 ottobre 2013 ricorre il 3° anniversario della scomparsa di Isidoro Corgini. La moglie per onorarne la memoria, sottoscrive euro pro Notiziario.

7° ANNIVERSARIOULISSE GILIOLI (ORAZIO)

Il 22 marzo scorso ricorre il 7° anni-versario della scomparsa di Ulisse Gi-lioli, il Partigiano Orazio, giornalista e assiduo collaboratore del “Notiziario”, dopo essere stato tra i redattori dei gior-naletti partigiani sull’appennino non-ché, dal 1945 al 1955, del settimanale “Il Volontario della libertà/Nuovo Ri-sorgimento”.

La moglie Simona e la figlia Simonetta lo ricordano con immutato affetto e grande rimpianto a tutte le persone che gli hanno voluto bene.Per onorarne la memoria sottoscrivono pro Notiziario.

marzo 2014notiziario anpi

29

Anniversari

14° ANNIVERSARIOAMUS FONTANESI

Il 16 marzo ricorre il 14° anniversario del-la morte di Amus Fontanesi, eminente per-sonaggio della provincia di Reggio Emilia, noto per la sua intensa attività politica e sociale. Dedicò il suo impegno nel campo amministrativo, sia nel settore della pub-blica amministrazione sia nella coopera-zione, operando con intelligenza in molti e delicati processi di ristrutturazione. Fu anche apprezzato ricercatore storico e au-tore di libri sul mondo della cooperazione. La sua memoria, oltre che nella famiglia,

rimarrà sempre viva in tutti coloro che coltivano ideali di demo-crazia e di pace. Il figlio Massimo, per onorare la sua memoria, offre pro Notiziario.

16° ANNIVERSARIOELIO TROLLI (SERGIO)

Sono passati 16 anni dalla scomparsa del Partigiano Elio Trolli Sergio, ma il ricordo di lui, della sua passione, del suo impegno per il turismo amatoriale sono più vivi che mai in coloro che hanno avuto la possibi-lità di verificare la sua instancabile opera organizzativa in occasione dei tornei e dei raduni sui sentieri partigiani.Per onorane la memoria, le figlie Laila e

1° ANNIVERSARIOLEO MASSARI (BULIN)

Il 21 febbraio scorso ricorreva il 1° an-nivesario della scomparsa del Partigiano Leo Massari Bulin, il figlio Marco, per onorarne la memoria, offre a sostegno del Notiziario.

Lilia, il genero e i nipoti, nel ricordarlo sempre con immutato affetto, sottoscrivono pro Notiziario.

10° ANNIVERSARIOEDMONDO FONTANESI (PRECIS)

Il 13 marzo ricorrerà il 10° anniversario dalla scomparsa del partigiano rivaltese Edmondo Fontanesi, Precis e lo scorso 9 novembre è ricorso il 3° anniversario della scomparsa della moglie Emma. La figlia Lorena, il genero Fabrizio e i nipoti Giulia ed Enrico li ricordano con immutato affetto e sottoscrivono in loro memoria.

4° ANNIVERSARIOADOLFO TONDELLI

Per onorare la memoria di Adolfo Tondel-li, nel 4° anniversario della morte, il figlio Attilio offre a sostegno del Notiziario

IN MEMORIAAMELIA, ARTEMIO, ITALO, REGINA E ALBERTO ROZZI

In memoria dei Parti-giani Amelia, Artemio, Italo, Regina e Alber-to Rozzi, le famiglie Rozzi e Paglia offrono pro Notiziario.

Foto: La vecchia casa dei Rozzi, posto tappa partigiano nella valle del Crostolo a Rivalta.

4° ANNIVERSARIOCESARE CARLINI

Il 15 febbraio ricorreva il 4° anniversa-rio della scomparsa del nostro carissimo Cesare, Partigiano della 285a BGT SAP. Nonostante sia passato tutto questo tempo, io ti vedo sempre in prima fila a qualsiasi manifestazione dell’ANPI con la tua ban-diera. La portavi con orgoglio in onore di quei poveri ragazzi partigiani scomparsi e soprattutto anche per te, perché appena

diciassettenne ti presero senza nessuna colpa e ti torturarono portandone le conseguenze fino alla fine dei tuoi giorni. Mio Cesare, noi continueremo sempre a seguire i tuoi consigli con orgoglio.Non ti scorderemo mai. Con tanto affetto tua moglie Velia, i figli, i nipoti e le nuore. In tuo onore sottoscriviamo pro Notiziario.

1° ANNIVERSARIOSERGIO MOSCARDINI (SCABROSO)

Sergio Scabroso, Partigiano sulle monta-gne reggiane, faceva parte della 145a BGT Garibaldi. Ha lavorato all’ufficio Igiene e Polizia mortuaria del Comune di Correg-gio, distiguendosi per onestà e laboriosità. Di carattere socievole, era cordiale con i cittadini e con la sua famiglia.Dopo il pen-sionamento, ha fatto tanto volontariato nelle feste dell’Unità, diffondendo anche il giornale (“l’Unità”) al mattino presto della

domenica. Si è impegnato come volontariato per la Coop nordest.A un anno dalla sua morte, avvenuta il 3 febbraio 2103, manca tanto alla sua Famiglia. Lo ricordano la moglie Eles Franceschini, i figli Mirco e Mara, il fratello Giorgio e il nipote Marco e offrono pro Notiziario.

marzo 2014notiziario anpi

30

4° ANNIVERSARIOLUIGI MAIOLI (GIGI)

Il 26 ottobre ricorreva il 4° anniversario della morte del caro Luigi Maioli Gigi pro-tagonista della lotta di Liberazione ed at-tore del nuovo rinascimento democratico.Nel ricordarlo con affetto e rimpianto, la moglie Orelei Incerti, le figlie, i generi e i nipoti Letizia e Lorenzo devolvono pro Notiziario, indispensabile periodico.

AnniversariIN MEMORIA

WALTER BORCIANI (PACAGNONE)

In ricordo del PartigianoWalter Borcia-ni Pacagnone, della 76a BGT “Angelo Zanti”, il fratello Teobaldo offre pro Notiziario.

5° ANNIVERSARIOBRUNA COLLI

In memoria di Bruna Colli, deceduta il 7 gennaio 2009, il marito Secondo Menoz-zi insieme alla famiglia sottoscrive pro Notiziario.

5° ANNIVERSRAIOGENOEFFA RICCÓ

Il 29 gennaio ricorreva il 5° anniversa-rio della scomparsa di Genoeffa Riccò (Nèna), da sempre sostenitrice della Re-sistenza ed esempio di volontariato so-ciale presso il CTL di Bagnolo in Piano. I parenti sottoscrivono pro Notiziario.

4° ANNIVERSRAIOGIANFRANCO SARATI

Il 17 marzo ricorre il 4° anniversario della morte di Gianfranco Sarati. Nel ricordarlo con tanto affetto, la moglie Orianna Santini, il figlio Fabrizio, la nuora Tiziana e la nipotina Marianna sottoscrivono pro Notiziario.

5° ANNIVERSRAIOPRIMO MONTECCHI

In memoria del marito Primo Montec-chi nel 5° anniversario della scomparsa, avvenuta il 6 febbraio 2009, Angiolina Lelli offre pro Notiziario.

13° ANNIVERSARIOATHOS BRUGNOLI (ALVARO)

Il 14 febbraio ricorreva il 13° anniversario della scomparsa del Partigiano Athos Bru-gnoli Alvaro, della 144a BGT Garibaldi. Il figlio Giuseppe lo ricorda e sottoscrive pro Notiziario.

5° ANNIVERSARIORENATO ORLANDINI

In occasione del 5° anniversario della scomparsa di Renato Orlandini, lo ricorda con grande rimpianto la moglie Rosanna Castellari e sottoscrive pro Notiziario.

8° ANNIVERSARIOVANDO BARICCHI (CARLO)

Il 20 gennaio scorso ricorreva l’ottavo an-niversario della scomparsa del Partigiano Vando Baricchi Carlo. Decorato con la Croce al merito di guerra in seguito ad atti-vità partigiana, la moglie Bruna, i figli Ste-fano e Roberto lo ricordano con immutato affetto come esempio di marito, padre du famiglia e amante degli ideali di libertà nei quali ha sempre creduto, nella speranza di

contribuire a fare del nostro Paese un Paese migliore.

marzo 2014notiziario anpi

31

69° ANNIVERSARIOSELVINO LANZONI

Il 23 marzo ricorre il 69° anniversario della morte del Partigiano Selvino Lanzoni della 77a Bgt. SAP ucciso dai tedeschi a Casoni di Luzzara. Sono passati tanti anni, ma le sorelle Delcisa e Franca con il marito Nino lo ricordano sempre con tanto affetto. Per mantenere vivo il suo ricordo sottoscrivo-no pro Notiziario.

Anniversari12° ANNIVERSARIO

FULVIO BARBIERI (GOR)

Il 27 gennaio ricorreva il 12° anniversario della scomparsa del Partigiano Fulvio Bar-bieri Gor, comandante di distaccamento della 144a Bgt Garibaldi. La moglie Pierina Castellani, il figlio Aldo e famiglia, nel ricordarlo con immutato af-fetto, sottoscrivono pro Notiziario.

24° ANNIVERSARIOERO BENEDUSI

Nel 24° anniversario della scomparsa del compagno Ero Benedusi, la moglie Franca e la figlia Lorena lo ricordano con immu-tato affetto e sottoscrivono pro Notiziario

4° ANNIVERSARIOOLIMPIO GIOVANARDI (BRENNO)

Il 22 gennaio scorso ricorreva il 4° anni-versario della scomparsa del Partigiano Olimpio Giovanardi Brenno, della 77a

BGT SAP “F.lli Manfredi”. La moglie e le figlie in sua memoria offro-no pro Notiziario.

20° ANNIVERSARIOLILIANA CORRADINI (MARA)

In memoria della Partigiana Liliana Cor-radini Mara, della 37a BGT GAP, nel 20° anniversario della scomparsa, avvenuta il 2 marzo 1994, le figlie, le nipoti e i generi offrono pro Notiziario.

7° ANNIVERSARIOREDEO PECCHINI

La moglie Ada Borgonovi, il figlio Nicola e la nuora Lariana ricordano, con immuta-to affetto, il Partigiano e sindacalista Re-deo Pecchini deceduto il 4 febbraio 2007.

IN MEMORIAENZO POLI

La famiglia e la sezione ANPI di Cadelbo-sco Sopra ricordanlo la figura e l’opera di Enzo Poli, antifascista, fotografo, persona sempre disponibile in tutte le occasioni. In sua memoria sottoscrivono pro Notiziario.

1° ANNIVERSARIOGIUSEPPE BATTISTESSA (GEPPE)

Il 10 marzo ricorre il 1° anniversario del-la scomparsa del nostro Geppe, Giuseppe Battistessa, partigiano e poi dirigente dell’ANPI oltre che apprezzato ammini-stratore pubblico. Sindaco di Castelnovo (dove era nato il 25.10.1925) dal 1964 al 1976, ricoprì poi diversi altri incarichi. “Amico e compagno di una vita – ha detto di lui Giacomo Notari – dalla Resistenza alla Ricostruzione democratica agli anni

durante i quali fummo entrambi impegnati nella gestione della cosa pubblica. Un impegno che è continuato per lui fino all’ul-timo, con i periodici incontri per formulare insieme ipotesi di lavoro sul rilancio della nostra montagna oltre che per organiz-zare iniziative dell’ANPI, con particolare attenzione ai giovani e alle scuole”. In suo ricordo la moglie Irene Campi sottoscrive pro Notiziario.

IN MEMORIALINO BERTANI-VINA CAMPANINI

Per commemorare la memoria dei genitori Lino Bertani e Vina Campanini, le figlie Carla e Vera, ricor-dandoli con immutato affetto, offrono pro Notiziario.

euro- LEA FRANCIA – sostegno ............................................ 35,00- NEALDA e ALICE DONELLI – in memoria di Scolari Lauro 50,00- NEALDA DONELLI – in memoria del marito Dazzi Otello .. 30,00 - DANIELA BARTOLI e FRATELLO – in memoria di Silvi Iride “Bruna” e Bartoli Armando .............................................. 100,00

- OLIVIA COLLI – sostegno ............................................ 30,00- ELENA CORRADINI – in memoria del padre Nando e della madre Rosa ........................................................... 25,00- SVENO MEGLIOLI – sostegno ...................................... 20,00- TEOBALDO BORCIANI – in memoria del fratello Walter 50,00- ALDO BARBIERI e PIERINA CATELLANI - in memoria di Fulvio Barbieri ................................................................ 100,00- PAOLO ATTOLINI – sostegno ........................................ 20,00- SECONDO MENOZZI – in memoria della moglie Bruna Colli 30,00- CARMELINA PANISI e EMILIO - in memoria dello zio Agide Veroni di Correggio .............................................. 50,00- OSTILIANA PIPERI – sostegno ..................................... 30,00- MARZIA MAIOLI – in memoria di Luigi Maioli ................. 30,00- FERDINANDO GUALANDRINI – sostegno ................... 20,00- PAOLO ROZZI - in memoria dei familiari ...................... 250,00- ROSANNA OLIVI – sostegno – 20,00- ENZO BORCIANI – in memoria del padre Walter........... 30,00- EREDI RICCO’ GENOEFFA - in memoria di Genoeffa .. 50,00- BRUNO GRULLI – sostegno .......................................... 30,00- GIOVANNI MARIOTTI – sostegno ................................. 50,00- LALLA e LILIA TROLLI – in memoria del padre Elio ..... 110,00- ORIANNA SANTINI – in memoria di Gianfranco Sarati ... 100,00- ANGIOLINA LELLI - in memoria del marito Primo Montecchi 50,00- IVAN LEONI - in memoria del padre Virgilio ................. 100,00- AMABILE SERGIO - in memoria di Paride Allegri ......... 50,00- SEZ. CADELBOSCO SOPRA – sostegno ..................... 200,00- NICOLA PECCHINI e fam. – in memoria di Redeo Pecchini ............................................................. 150,00- GIACOMO BARBIERI – per celebrare 90° compleanno 50,00- GIUSEPPE BRUGNOLI - in memoria del padre Athos .. 50,00- CARLA VERONI – sostegno .......................................... 50,00- ROSANNA CASTELLARI – in memoria del marito Renato Orlandini ............................................................ 100,00- GIANCARLO SIMONINI – sostegno .............................. 30,00- ROBERTO LUGLI – sostegno ....................................... 50,00- ORIO VERGALLI – sostegno ......................................... 50,00- IRENE CAMPI – in memoria di Giuseppe Battistessa .... 50,00- LAILA GROSSI – sostegno ............................................ 45,00- ERNESTO avv. D’Andrea – sostegno ............................. 50,00- LUCIANO CATTINI – sostegno ...................................... 50,00- GIUSEPPE CAMPIOLI – sostegno ................................ 30,00- GAETANO CAVAZZONI – sostegno .............................. 20,00- ZORA MUSSINI – sostegno ......................................... 100,00- GAUDENZIO MONTANARI – sostegno ........................ 50,00- GERMANO NICOLINI – sostegno ................................ . 50,00- ANNA ROSA MANFREDI – sostegno ........................... 20,00- FLAVIA MARCONI – sostegno ...................................... 10,00- SERIGLIO MONTANARI – sostegno ............................. 50,00- LUIGI BEGGI – sostegno ............................................... 25,00- IDRO LAMBRUSCHI – sostegno ................................... 20,00- COMUNE DI COLLAGNA – sostegno ............................ 20,00- AGOSTINO PALUAN – sostegno ................................... 50,00- MARIO MONTI – sostegno ............................................ 30,00- EROS avv. MATTIOLI – sostegno .................................. 50,00- ELDA CASALI di Casina – in memoria del fratello ........ 100,00- SILVANO SCHIATTI – sostegno .................................... 50,00- VELIA INCERTI – in memoria di Carlini Cesare ............ 50,00- GAUDENZIO MONTANARI – sostegno ......................... 50,00

notiziario

i sostenitorieuro

- REMO MUZZI – sostegno .............................................. 20,00- ADELMO CERVI - in memoria dei genitori .................... . 50,00- PAOLA BARILLI – sostegno ........................................... 20,00- AGOSTINO NASI di Reggiolo – sostegno ...................... 30,00- NERINA e DELCISA LANZONI – in memoria del fratello Selvino Lanzoni .............................................................. 50,00- AVE GIAROLI e figlio – in memoria di Pierino Ponti ....... 25,00- ODDINO CAMPANI – sostegno ..................................... 10,00- TELEMACO ARLEONI – sostegno ................................ 15,00- LORENA FONTANESI e madre – in ricordo di Edmondo

Fontanesi “Precis” ......................................................... 150,00- ATTILIO TONDELLI – in memoria del padre Adolfo ....... 25,00- GINO TARTAGLIA – contributo ...................................... 50,00- VIVALDO MARGINI – contributo .................................... 10,00- ANSELMO COSTI – contributo ...................................... 25,00- CLAUDIO CREMA e fam. – in memoria del padre Afro .. 50,00- MASSIMO FONTANESI – in memoria del padre Amus .. 50,00- AGIDE BENIGNO BERTOLOTTI – sostegno ................. 50,00- ALFIERO ACERBI – contributo ...................................... 30,00- CARLO GOVI – sottoscrizione ....................................... 25,00- ANTONIO TIRELLI – Correggio – sostegno ................... 25,00- ELES FRANCESCHINI e fam. – In ricordo di Sergio Moscardini ........................................................... 50,00- Sez. PIEVE MODOLENA – sostegno .............................200,00- MARCO MASSARI – in memoria del padre Leo .............. 200,00- IVANO TARASCONI – contributo ................................... 50,00- LIDIA GRISANTI – in memoria del marito Fortunato Pisi ... 50,00- FAM. ROMOLO FIORONI - sostegno ............................ 40,00- DIMER LANFREDI – in memoria di Rino Soragni “Muso” .. 50,00- NATASCIA FERRARI – sostegno ................................... 30,00- ODOARDO VERGNANI – sostegno .............................. 20,00- GIANNI CARETTA – sostegno ....................................... 20,00- MERI MONTALI – sostegno ........................................... 25,00- BRUNA GANAPINI SONCINI – sostegno ...................... 50,00- LUCIANO VECCHI – sostegno ...................................... 50,00- VALENTINA VALENTINI – sostegno .............................. 20,00 - ERMANNO LAZZARETTI – sostegno ............................ 50,00- ILIANA MONTANARI – sostegno ................................... 20,00- DUNA FERRETTI- sostegno .......................................... 20,00- ERMES BOLONDI – sostegno ....................................... 50,00- EDA MAURA RINALDI – sostegno ................................ 20,00- DILVA DAOLI – sostegno ............................................... 50,00- PIETRO BRENNO SARTORI e VITTORINA SASSI – sostegno ....................................... 80,00- MARCO PILLAI – sostegno ........................................... 10,00- DEA MONTANARI e GIGLIO MAZZI – in memoria del

dr. Mario Beltrami ........................................................... 250,00- MARISTELLA OLIVA e MIRCO TURRINI - in memoria di

Turrini Mari ..................................................................... 100,00- BRUNA BELLESIA e PIERFEDERICO - in memoria di Tonino

Munari ............................................................................ 50,00- CARLO GREGORI – sostegno ...................................... 30,00- SEZ. PD GAVASSA – sostegno ..................................... 100,00- SIMONA COCCHI e SIMONETTA GILIOLI – in memoria di

Ulisse Gilioli “Orazio” ..................................................... 100,00- ILEANA FERRETTI – in memoria di Ferretti Giuseppe e Pasturini Ilde ................................................................ 50,00- ERIO PATERLINI – sostegno ......................................... 30,00- FRANCA BENADUSI CUCCHI – in memoria di Ero Benadusi. 50,00- BRUNA CATTANI e FAM. – in memoria di Vando Baricchi

“Carlo” ............................................................................ 60,00- FAM. POLI di Cadelbosco – in memoria di Enzo Poli ..... 20,00- PAOLA DAVOLI – in memoria del padre Paolo Davoli ... 50,00

marzo 2014notiziario anpi

32

euro- NEDDA FERRARI – in memoria di Olimpio Giovanardi . 20,00- FRANCESCA FANTINI – sostegno ................................ 30,00- LUIGI GALAVERNI e NORMA ROCCHI – sostegno ..... 50,00 - FULVIA e NORMA BALLABENI – in memoria di Renzo Miselli ................................................................. 100,00- ALICE DONELLI – in memoria del cognato Otello Dazzi ................................................................... 30,00- ARISTODEMO INCERTI – in memoria di Dallai Regina 50,00- LORENA GRADELLINI – in memoria di Mario Gradellini ....100,00- AVIO PINOTTI – sostegno ................................................... 100,00- CARLA e VERA BERTANI – in memoria dei genitori Lino

Bertani e Campanini Vina ............................................. 60,00- GIOVANNI MARIOTTI – sostegno ................................. 50,00- GIANNI GUIDOTTI – in memoria di Giulio e

Selene Guidotti .............................................................. 100,00- PAOLO BORCIANI – sostegno ...................................... 5,00- CORRADO COLI – sostegno ............................................ 10,00- LINA CURTI – sostegno ................................................ 20,00- ANNA PARIGI – sostegno ............................................. 20,00

euro- POMPILIA FERRARI e FIGLIE – in memoria di Neroni Francesco ................................................................. 50,00- FAM. BERTANI – in memoria di Corradini Liliana ......... 100,00- VALTER CROVEGLI – sostegno ................................... 50,00- ALFREDO CERIOLI – sostegno ................................... 25,00- LAURA CAVAZZONI – in memoria di Reverberi Walter .... 100,00- ILEANA e MAURO CONFETTI – per Loris e Enermere Beggi . 150,00- BRUNO MENOZZI – in memoria di Mammi Bruna ....... 50,00- MIRELLA TORREGGIANI – in memoria di Erzellino Torreggiani ....................................................... 50,00- CORO SELVATICO POPOLARE – sostegno ................ 25,00- ALESSANDRO CARRI – sostegno ............................... 50,00- F.LLI FONTANESI – in memoria di Mansueto Fontanesi 20,00- IRIS NOTARI – in memoria del marito Dino Sassi ......... 25,00- FAM. CORGINI di Fabbrico – in memoria di Isidoro Corgini ... 50,00- MAX SONCINI – sostegno ............................................ 5,00- IAMES MANICARDI – sostegno .................................... 30,00- CLAUDIO MALAGUTI – in memoria di James Malaguti e Ida Donelli ................................................................... 150,00

Sostieni il NOTIZIARIO

In collaborazione con

Reggio Emilia

CALABRIA – DIAMANTE

Diamante “LA PERLA DEL TIRRENO”

LA CALABRIA, ANTICA TERRA PIENA DI STORIA CON IL SUO MARE BLU, LE SUE BIANCHE SPIAGGE, IL VERDE DEI BOSCHI E DELLE PINETE, I SUOI PAESINI ABBARBICATI SULLE ALTURE, È SITUATA FRA DUE

MARI E SI PROTENDE A SUD QUASI A TENDER LA MANO ALLA SICILIA.

Diamante conserva intatto il clima del borgo marinaro e nel suo tessuto sociale, nei costumi e nello stile di vita dei suoi abitanti, sono ancora ben presenti i segni delle sue radici culturali, espressione viva e palpan-te della tipica civiltà mediterranea. Nel suo borgo e nei dintorni offre singolari brandelli di reggianità. I 100 “Murales” e la memoria di Otel-lo Sarzi e Dante Castellucci Facio – Oltre 100 murales, opera del pittore israeliano Baruch Kadmon,illustrano momenti di vita di contadini, brac-cianti e pescatori sui muri delle case.del centro storico. Uno dei murales riproduce una fa-mosa foto con cui Paul Strand im-mortalò nel 1954 una famiglia di braccianti di Luzzara. A 25 km da Diamante, verso l’interno, il pae-se di Sant’Agata d’Esaro, dove nel 1940 fu confinato Otello Sarzi, che lì conobbe Dante Castellucci e rice-vette pacchi viveri dalla Famiglia Cervi. Il Sindaco di S. Agata è anche pre-sidente dell’ANPI provinciale di Cosenza.

SOGGIORNO MARE con ESCURSIONI in LOCO

2/11 MAGGIO 2014-10 giorni / 9 nottiHOTEL CRISTINA 3***

Per INFO l’ANPI di Reggio Emilia al numero di telefono 0522 432991oppure sull’indirizzo e-mail [email protected]