NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI … fileche gli diamo, possiamo dire che si tratta del...

12
G li economisti lo chiamano “profitto”, Papa Francesco ne parla come il “Dio Denaro” che avvelena le coscienze e i comporta- menti umani, altri infine, molto più prosaicamente ”il grano”. Di fatto, qualunque sia la definizione che gli diamo, possiamo dire che si tratta del “pensiero unico” dell’era moderna. L’Expo di Milano, il Giubileo e le future Olimpiadi romane, auspicati da molti faccendieri e da personaggi impresentabili in cerca di facili guada- gni, sono stati e saranno probabilmen- te una grossa fabbrica di denaro per alcuni e di debiti per altri. Per quanto riguarda il calcio, ormai i padroni anche in Italia sono diventati gli sceic- chi, i cinesi, fautori del “pensiero politico unico” che però oggi si chiama denaro, i procu- ratori, le società quotate in borsa e i tifosi scal- manati delle curve: il calcio inteso come spet- tacolo, come tecnica, come sano divertimento sportivo non esiste quasi più. La comunicazione è al servizio dell’editoria, l’e- conomia è governata dalla finanza, la televisio- ne soggetta al giudizio insindacabile di Auditel e alla schiavitù delle sponsorizzazioni che pre- diligono “spettacoli da cassetta” a programmi culturali formativi e informativi. Lauti guada- gni per un popolo di lettori e ascoltatori ormai rinunciatari e assuefatti al peggio. Poi ci sono internet, facebook e twitter, paradisi del vani- loquio e del turpiloquio, strumenti ormai irri- nunciabili, magari per sapere tutto sugli usi e costumi degli indios dell’Amazzonia, ma anche strumenti per allargare i mercati e aumentare i profitti. Stendiamo un velo pietoso sui talk-show dive- nuti mezzo di propaganda molto più partitica che politica, fabbrica di potere e quindi di denaro, palcoscenico per nani, domatori e bal- lerine, dove trionfa la Tv del dolore all’insegna dell’ipocrisia, del sensazionalismo, del falso moralismo. Ma dove veramente si raggiunge il culmine di questa idolatria del denaro e dove non alberga il ben che minimo senso di vergogna è il campo dell’immigrazione e quello dei diritti umani e del diritto alla Pace, calpestati ormai quotidia- namente da gente senza scrupoli che oltre a seminare paura, e quindi sentimenti di razzi- smo e xenofobia, sparge nel mondo odio, morte e distruzione. L’accesso alle risorse energetiche e il loro con- trollo hanno posto da tempo gravi problemi in termini di conflitti territoriali, di sicurezza e di economia nazionale e transnazionale, che hanno reso drammatico l’equilibrio mondiale e hanno dato origine a guerre, violenze e sopraf- fazioni che hanno fatto del XX° secolo e degli anni che stiamo attraversando uno dei periodi più cruenti dalla storia. Tutto questo naturalmente in nome di una pace spesso imposta militarmente a livello globale dalle grandi multinazionali che producono e commercializzano armi, garantendosi profitti immensi. Il mondo moderno con le sue contraddizioni ha generato Stati che assomigliano sempre più, come diceva il sociologo Max Weber, a delle “grandi fabbriche”, fabbriche di consenso, di consumatori e quindi di profitti. Il modello economico imperante ha imposto nuovi codici linguistici, morali e culturali, favo- rendo guerre totali, rivoluzionarie e universali in vista di un profitto che arricchisce i pochi e avvilisce i molti. Infine c’è la questione migratoria che da molto, troppo tempo, occupa le pagine dei giornali e gli animi della gente e diviene ogni giorno più grave e intollerabile nelle sue conseguenze sociali ed economiche. Non si può ignorare il comportamento di molti Stati Europei che, pensando di chiudere le frontiere, come l’Austria o l’Ungheria, o ricattando economica- mente l’Europa, come la Turchia, o facendo orecchie da mercante senza proporre soluzioni concrete e urgenti, non fanno altro che aggravare la situazione ed allontanare una soluzione che in qualche modo l’Italia ha indicato e che, sempre a parole, ha incontrato il favore di molti Stati. Nel frattempo proliferano gli interessi economi- ci di coloro che organizzano cinicamente i viaggi della speranza e della morte arricchendo- si alle spalle dei profughi o gli interessi di coloro che attrezzano campi e strutture di accoglienza perché, per loro stessa ammissione, sono fonte di facili guadagni. Vite vendute per un pugno di dollari e vite spezzate senza vergogna per un lurido profitto che, tra l’altro, avvia una spirale di xenofobia e di razzismo che porta ad inasprire il confronto sociale anche nel nostro Paese. L’Europa sceglie il profitto e l’ipocrisia DI RENZO BONOLI SENZA CONFINI NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI Anno X - N°02-2016 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclata Dir., Red. e Amm. sede Via Beroaldi, 29 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Giancarlo Caroli, Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido Montebugnoli Per la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected] L’EDITORIALE www.senzaconfinitaly.it senza confini budrio Budrio ieri A l’Arcardina a pagina 3 Ricordi budriesi Come ci divertivamo negli anni 50-60 a pagina 5 La pagina dell’arte Chi è Fausto Melotti a pagina 7 Facciamo i conti Il nostro Bilancio a pagina 8 Le nostre iniziative Mostre e visite guidate da non perdere da pagina 11 senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 1

Transcript of NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI … fileche gli diamo, possiamo dire che si tratta del...

Gli economisti lo chiamano “profitto”, PapaFrancesco ne parla come il “Dio Denaro”che avvelena le coscienze e i comporta-

menti umani, altri infine, molto piùprosaicamente ”il grano”.Di fatto, qualunque sia la definizioneche gli diamo, possiamo dire che sitratta del “pensiero unico” dell’eramoderna. L’Expo di Milano, il Giubileo ele future Olimpiadi romane, auspicatida molti faccendieri e da personaggiimpresentabili in cerca di facili guada-gni, sono stati e saranno probabilmen-te una grossa fabbrica di denaro peralcuni e di debiti per altri. Per quanto riguarda il calcio, ormai ipadroni anche in Italia sono diventati gli sceic-chi, i cinesi, fautori del “pensiero politicounico” che però oggi si chiama denaro, i procu-ratori, le società quotate in borsa e i tifosi scal-manati delle curve: il calcio inteso come spet-tacolo, come tecnica, come sano divertimentosportivo non esiste quasi più.La comunicazione è al servizio dell’editoria, l’e-conomia è governata dalla finanza, la televisio-ne soggetta al giudizio insindacabile di Auditele alla schiavitù delle sponsorizzazioni che pre-diligono “spettacoli da cassetta” a programmiculturali formativi e informativi. Lauti guada-gni per un popolo di lettori e ascoltatori ormairinunciatari e assuefatti al peggio. Poi ci sonointernet, facebook e twitter, paradisi del vani-

loquio e del turpiloquio, strumenti ormai irri-nunciabili, magari per sapere tutto sugli usi ecostumi degli indios dell’Amazzonia, ma anchestrumenti per allargare i mercati e aumentare iprofitti.Stendiamo un velo pietoso sui talk-show dive-nuti mezzo di propaganda molto più partiticache politica, fabbrica di potere e quindi didenaro, palcoscenico per nani, domatori e bal-lerine, dove trionfa la Tv del dolore all’insegnadell’ipocrisia, del sensazionalismo, del falsomoralismo.Ma dove veramente si raggiunge il culmine diquesta idolatria del denaro e dove non albergail ben che minimo senso di vergogna è il campo

dell’immigrazione e quello dei diritti umani edel diritto alla Pace, calpestati ormai quotidia-namente da gente senza scrupoli che oltre aseminare paura, e quindi sentimenti di razzi-smo e xenofobia, sparge nel mondo odio, mortee distruzione.L’accesso alle risorse energetiche e il loro con-trollo hanno posto da tempo gravi problemi intermini di conflitti territoriali, di sicurezza e dieconomia nazionale e transnazionale, chehanno reso drammatico l’equilibrio mondiale ehanno dato origine a guerre, violenze e sopraf-fazioni che hanno fatto del XX° secolo e deglianni che stiamo attraversando uno dei periodipiù cruenti dalla storia. Tutto questo naturalmente in nome di una pace

spesso imposta militarmente a livello globaledalle grandi multinazionali che producono ecommercializzano armi, garantendosi profittiimmensi.Il mondo moderno con le sue contraddizioni hagenerato Stati che assomigliano sempre più,come diceva il sociologo Max Weber, a delle“grandi fabbriche”, fabbriche di consenso, diconsumatori e quindi di profitti. Il modello economico imperante ha impostonuovi codici linguistici, morali e culturali, favo-rendo guerre totali, rivoluzionarie e universaliin vista di un profitto che arricchisce i pochi eavvilisce i molti.

Infine c’è la questione migratoria cheda molto, troppo tempo, occupa lepagine dei giornali e gli animi dellagente e diviene ogni giorno più grave eintollerabile nelle sue conseguenzesociali ed economiche.Non si può ignorare il comportamentodi molti Stati Europei che, pensando dichiudere le frontiere, come l’Austria ol’Ungheria, o ricattando economica-mente l’Europa, come la Turchia, ofacendo orecchie da mercante senzaproporre soluzioni concrete e urgenti,

non fanno altro che aggravare la situazione edallontanare una soluzione che in qualche modol’Italia ha indicato e che, sempre a parole, haincontrato il favore di molti Stati.Nel frattempo proliferano gli interessi economi-ci di coloro che organizzano cinicamente iviaggi della speranza e della morte arricchendo-si alle spalle dei profughi o gli interessi dicoloro che attrezzano campi e strutture diaccoglienza perché, per loro stessa ammissione,sono fonte di facili guadagni.Vite vendute per un pugno di dollari e vitespezzate senza vergogna per un lurido profittoche, tra l’altro, avvia una spirale di xenofobia edi razzismo che porta ad inasprire il confrontosociale anche nel nostro Paese.

L’Europasceglie il profitto el’ipocrisia

DI RENZO BONOLI

SENZA CONFINI

NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E DI PROMOZIONE SOCIALE SENZA CONFINI

Anno X - N°02-2016 - Registrazione presso il Tribunale di Bologna - n° 7658 del 18/04/06- Tiratura: 1500 copie stampate su carta riciclataDir., Red. e Amm. sede Via Beroaldi, 29 - Budrio (BO) - Dir. Resp. Maurizia Martelli - Comitato di red.: Giancarlo Caroli, Renzo Bonoli, Maria Marzia Lodi, Guido MontebugnoliPer la Vs. pubblicità contattate Renzo Bonoli. Tel. 338 3904582 - www.senzaconfinitaly.com - [email protected]

L ’ E D I T O R I A L E

www.senzaconfinitaly.it senza confini budrio

Budrio ieri

A l’Arcardina

a pagina 3

Ricordi budriesi

Come ci divertivamonegli anni 50-60

a pagina 5

La pagina dell’arte

Chi è Fausto Melotti

a pagina 7

Facciamo i conti

Il nostro Bilancio

a pagina 8

Le nostre iniziativeMostre e visite guidate da non perdere

da pagina 11

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 1

2

L A PA G I N A D E L L A P O E S I A

Non dobbiamo arrenderci al pensiero chedefinisce la Poesia un genere letterariodi difficile “abbordaggio”, limitato a

cultori e appassionati.

Per uscire da questo “ingannevole” luogocomune bisogna considerarLa una delleespressioni più alte dell’animo umano, insie-me alla musica e alle Arti visive; non a casoDostoevskij diceva “la poesia è bellezza e labellezza salverà il mondo”.Sarà proprio così?

Oggi anche la nostra specie è minacciata dal-l’abuso perpetrato sulla natura e ciò richiedeun necessario cambiamento di rotta su piùfronti. Questa consapevolezza della scienza siesprime anche attraverso le Arti e il pensierofilosofico e indirizza il cammino verso unnuovo umanesimo, che ci vede impegnati nel-l’ascolto e in una com-prensione del mondo edi noi stessi. Tale ricerca prevede una fortesensibilità e un allenamento costante edempatico verso tutte le forme di vita (noicompresi), la contemplazione della natura edella “Bellezza”. Dall’altra parte, l’impulsonarcisistico insano della nostra società, ali-mentato dai social network, che troviamo intutte le espressioni della vita sociale – dallapolitica all’economia – spinge all’amore per lapropria immagine, impoverendo e frustrandoquel bisogno profondo di conoscersi e dicomunicare la nostra esperienza attraversol’incontro fisico e reale con gli altri. La pro-pria immagine riflessa convince, inebria, ane-stetizza e paralizza la ricerca di se stessi edell’essenza delle cose; ma non soddisfa ilbisogno di approvazione, che solo l’altro puòdare.

E allora, anziché aprirsi all’esterno, in espe-rienze sempre nuove, ci si chiude nel propriospazio, cercando di avere tanti amici virtuali,ognuno rappresenta una conferma alla pro-

pria esistenza. Ma come faccio a conoscerti sela mia interazione non è reale, se non sentola tua voce, il tuo odore, il calore del tuocorpo? E, d’altra parte, l’incontro e lo scambiosono la premessa essenziale per usufruire diquella grande esperienza conoscitiva che cipermette di crescere e che parte dai primimesi di vita, nella comunicazione con lamadre e ci accompagna per tutta l’esistenza.Oggi viviamo la solitudine globalizzata equell’effetto chiamato alone together, ovverola sensazione di forte solitudine e angosciache assale se non si è costantemente connes-si con qualcuno nella rete. La rete, da stru-mento di libertà si trasforma in luogo diossessiva visibilità, che fagocita le energie erende ostaggi del suo occhio perennementeaperto. Il mito di Narciso ci ricorda che l’amo-re per la propria immagine riflessa lo spinse anon riconoscersi e a cadere nel lago trovando-vi la morte.

La poesia non mente, va oltre la facciata,supera il primo strato, scende nelle segretescale dell’Io che ci appartiene, con cui abbia-mo poca confidenza, e scopre la sua sconfina-ta bellezza. Io mi conosco attraverso la lettu-ra o l’ascolto di versi che esprimono esperien-ze, sentimenti, stupori, suoni, degli altri, deipoeti.

Bertold Brecht scriveva:

“Se una poesia su un campo di papaveri ti hainsegnato a guardare meglio i papaveri, ha giàadempiuto ad una grande funzione. E in fondoun poeta è un uomo o una donna qualunque,che vive l’infinito nel suo spazio umile. Laforza evocativa della poesia, mi permette di

ricordare, fa risuonare il mio sentire con leparole e le esperienze di chi scrive. A questopunto l’Io non appare, è; non si muove in unluogo illusorio, ma scandaglia nel suo profon-do, mettendo in comunione delle immaginiscolpite nel mio inconscio, scritte dentro di mee mi fa vivere la pienezza dei miei sentimenti,rassicurandomi, perché qualcun altro li haprovati come me: soffrendo e gioendo, speran-do e amando”.

Nella poesia ”Voglio pensare”, scrivo:

“Voglio pensare/e guardare da lontano il miopianto/uscire dalla finestra chiusa/nascostada tanti anni/ dietro tende di lino bianco/ tra-pelata da timidi riflessi cerei/ Voglio pensare/a quella finestra incautamente aperta/ dovepassavano sorrisi e gioie ancora inesperte divita/ Voglio pensare/ a quella finestra con ivetri puliti/ bagnata dalla brina del mattino/e tendere la mano sicura verso la maniglia/Voglio pensare alla mia finestra aperta/ e allaluce che rischiara gli spazi interni/ Voglio pen-sare/ e affacciarmi dalla mia finestra aperta/per guardare la strada del domani”.

Scriveva Alda Merini:

… “i poeti, nel loro silenzio fanno ben piùrumore di una dorata cupola di stelle.La Poesia è ginnastica dell’anima, fa venirealla luce quelle zone d’ombra personali, macomuni, ci allerta, ci rende consapevoli,denuncia ciò che è scomodo e le bieche passi-vità, ci dà speranza…ci fa affacciare dallanostra finestra aperta per guardare la stradadel domani!

Maria Grazia Cristaldi è nata a Catania nel 1966,vive a Molinella (BO), dove insegna presso laScuola Primaria. Laureata in Scienze Sociali e diplomata alConservatorio, è esperta in terapia musicale ed èscrittrice per l’infanzia, narratrice e poetessa. Propone e realizza i corsi di lettura e scritturacreativa consapevole “Spargi le parole”, rivolti abambini e adulti.Ha vinto premi e ricevuto riconoscimenti impor-tanti per la sua produzione letteraria di raccontiper bambini, narrativa breve e poesia. Ultimi, in ordine di tempo ma non di importanza,il Premio di Poesia “Guido Zucchi” 2015 e ilFiorino d’Argento al XXXIII Premio LetterarioFirenze “Mario Conti” 2015.Recentemente, ha pubblicato un libro di poesiedal titolo: “La leggerezza dell’anima”.

La poesia salverà il mondo?

DI MARIA GRAZIA CRISTALDI

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 2

3

B U D R I O I E R I

Chiamandosi GIUSEPPE DONATI, eraomonimo dell'inventore dell'ocari-na e provenendo da San Giovanni

in Persiceto dopo la fine della primaguerra mondiale alla quale aveva presoparte, si stabilì nel mulino dellaRiccardina (località "La Cmuna"), delquale aveva acquistato il macchinario,mentre pagava l'affitto dello stabile adun certo Signor Bolognesi.

Il mulino fu poi venduto all'attuale pro-prietario dopo il 1955 dopo la morte suae della nuora dell'unico figlio maschioAlfredo. Mio nonno Giuseppe ebbeanche tre figlie, mia madre Nerina e lemie zie Laura e Fernanda.

A l’ArcardinaA l’Arcardina, a truver i mi cusènE tota la famaia ed mi nonoEd mi nono ch’l’aveva al mulènAi andeva fen da fangenSoura a la biziclata ed mi medarInfilè dantr’al scranen.In d’l’ander in làA guardeva sampr’in eltAi albar e al càPropi parchè a guarder par teraA se vdeva soul dal busiToti al busi lasè da la guera.A l’Arcardina, davanti al mulènAi era un bel curtil grand e riparèDuv a zughevan luntan da la strèE duv a incuntrevan di suget strampalèChe con nuetar ragazùIs vlevan divartir e is tulevan un po in gir.Am arcord ed LuigionChe in ch’al’s’mantar ch’al ridevaL’um ciameva “bragaldon”E am arcord anch ed LuigiL’anvoud ed Luigion

Che a forza ed penserSoul par mè, l’aveva inventèUn bel souranom pitost militerE l’era stè acsè che in quatr’e quatr’otguerrino par tot l’era dvintè GuerralpinoA l’Arcardina, in cal’s’mantar ch’a carsevanCon la smania d’imparerA zarchevan d’inquadrer di suget particoler.Se on l’aveva dal padè Anch un poc in d’al zarvelS’l’era stè un po trascurè E an pareva gnanch tant belPar nuetar l’era “ned l’an d’al squasaden”Se on al vleva fer al furbSanz’avair al qualitè Par nuetar l’era“scapa a cuert quant’al piov”Se on l’aveva fat carira con un po ed difficoltèLa question av’al deg sobitL’era un poc piò articolè.

Ai era pr’esampi un zert MasetarTampecCh’l’era ned atais al Lec E tanti volt, ander a sira L’aveva magnè soul di radecAcsè quant’ai gnè al mumantEd cumbiner quelAs sintè dir che Mastar TampecDa una rouvra al ni cavè brisa uncavec.Mo la carira l’era soul question edtampE dop tanta esperianzaE un cours d’agiurnamantTot quant i psen dir finalmantChe Mastar Tampec, da una fiopa (ch’l’era piò tandra d’la rouvra)L’i cavè un cavec.A l’Arcardina, i dè i pasevan acsè, in cumpagnìCon al pan, al cumpanadig e l’alegrì Mo ai era mi nono Ch’al pruveva ed druver anch l’ironaE al truveva al mumant bonEd fer capir chi l’era al pdronQuant soura a la tevla aparcèAi mancheva al pan, al ven o l’insalèE aloura dop avair considerèChe al sarvezi al n’era brisa d’elta qua-litè

Al geva con tot al fiè e la so autoritè“A vleva cumprer al BaglioniMo an’al compar gnamch”.E aloura mi nona, ch’l’aveva sti duL’arspundeva suridand “Oh fa ban qual t’vu”.A Budri, par divers an, tot i dè al dop-mezdèAveva zughè con di cumpagn ed drì da la cisaIn mez al maceri dal campanelIn mez a toti al pred che al campanelChe a causa d’la guera lì’era crulèTot intouran l’aveva lasè…..E tot quast, a l’Arcardina am l’era dscurdèParchè, se Dio vol La guera, l’as’era bela un po sluntanè.

MASTAR TAMPEC CHE DA UNA FIOPA L’I CAVE’ UN CAVEC

A l’Arcardina

DI GUERRINO SARTI

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 3

4

Via Gramsci, 20 - 40054 Budrio BO - Tel. 051. 801128www.ristorantegiardino.net - [email protected]

Ristorante il Giardinouna scelta di gustonella prestigiosa cornice della villa cinquecentesca

S T O R I E B U D R I E S I

In tanti - letterati, filosofi e sociologi -si sono cimentati nella definizione della“memoria” e del suo valore storico e

pedagogico per giustificare le loro incursio-ni nel mondo dei ricordi e per cercare direndere nuovamente attuali e apprezzabilifatti, parole e accadimenti dei quali nontutti hanno conoscenza o dei quali si èperso il ricordo.Noi siamo ciò che ricordiamo di esser statie la memoria diventa come un salvadanaio,un diario nel quale si trovano le basi dellanostra identità e della nostra continuitànel tempo. Diventa testimonianza del pas-sato, delle nostre radici, di storie individua-li che, se dimenticate, tolgono punti diriferimento alla nostra vita.Credo che oggi ci sia desiderio di memoriastorica non tanto per una sterile nostalgiadel passato, che pure esiste, specie nellepersone anziane, ma soprattutto perchéessa finisce per orientare spesso una visio-ne positiva della vita e dei rapporti umani,che oggi sfociano spesso in disagio esisten-ziale.Infatti Il passaggio repentino da una societàrurale ad un contesto industrializzato haalterato l’ambiente e il territorio, sconvol-to le abitudini della gente, con effetti suicontesti sociali e sui vissuti individuali.Per questo motivo riteniamo importantevalorizzare la memoria e rieducare la comu-nità al ricordo: obiettivo che ci proponiamocon questa breve e parziale retrospettivasu fatti e personaggi che hanno caratteriz-zato la vita della nostra comunità negli anni’50 e ’60, alla quale potrebbe seguire unaben più ampia documentazione sulNovecento budriese.

ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR

La baracchina dei gelati di Piazza Matteotti diElvino e della Corinna prima e di Mario poi,era l’habitat naturale di tutti i giovani delPaese. Qui sono nati i primi amori, qui sisvolgevano accese partite di biliardino.

Era il punto di ritrovo estivo, specialmente lasera, di ragazzi e ragazze che flirtavano, chediscutevano di sport, che organizzavanoincursioni nelle sale da ballo del territoriocon l’obiettivo di “cuccare”. Uno dei divertimenti più praticati, specie d’e-state, era quello del gavettone, meglio cono-

Come ci divertivamonegli anni 50-60

DI RENZO BONOLI

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 4

5

sciuto come “rogo”, un termine che nullaaveva a che fare con il fuoco ma che, anzi,aveva la funzione di... spegnere i bollenti spi-riti di coloro che ne erano i destinatari.Per tempo uno saliva su un albero con un sec-chio d’acqua e attendeva che il malcapitato,preso di mira, fosse condotto con una qualchescusa sotto l’albero e al momento opportuno,colpito da una secchiata malandrina. A volte poi succedeva che colui che aveva ilcompito di spingere il destinatario verso ilgavettone, ne diventasse la vittima, oppureche quando uno allungava il secchio a coluiche era appollaiato sull’albero, venisse prodi-toriamente investito dal “rogo”.

LA TRADIZIONE MUSICALE BUDRIESE

Budrio è sempre stato un paese amantedella musica e del bel canto, anche grazieallo splendido Teatro Consorziale che haospitato nel corso degli anni interpreti pre-stigiosi della musica lirica. Per non parlarepoi della musica popolare resa celebre dalGruppo ocarinistico budriese fin dalla metàdell’800. In questo ambito si colloca la tradizionecarnevalesca di Budrio dove, fin dai primianni del ‘900, si svolgeva la sfilata dei carri

mascherati per le vie del paese, manifesta-zione che culminava poi la domenica e ilmartedì di Carnevale con i due veglioni tra-dizionali, rispettivamente quello dei Fiori,elegante ed esclusivo e quello delleMaschere, più goliardico e popolare. Ildecennio tra gli anni ’60 e ’70 resta memo-rabile per gli ospiti che vennero ad esibir-si sul palco, da Fred Buscaglione ai famosicantanti e alle rinomate orchestre (CinicoAngelini e Francesco Ferrari) che partecipa-vano al Festival di S. Remo. In particolare ilVeglione dei Fiori costituiva l’appuntamen-to più atteso e mondano del Carnevale: lesignore più in vista di Budrio facevano agara per sfoggiare l’abito più bello ed esclu-sivo, mentre le ragazze meno abbienti – cosìracconta la storia del tempo – risparmiava-no per tutto l’anno proprio per farsi confe-zionare l’abito per il veglione.Il ballo iniziava alle 21 e verso mezzanottec’era una sosta: chi si recava al ristorante acenare, chi – le donne naturalmente – rien-trava a casa per rifarsi il trucco e cambiarsil’abito e chi, come le comitive venute daBologna, si ritirava nei palchi e nelle bar-cacce per consumare le provviste e le liba-gioni portate opportunamente da casa. Poi,tra il gettito di coriandoli, caramelle, cioc-colatini e fiori, la serata si prolungava fino

all’alba. Il contenuto di un sacco di farinalanciato dalla seconda galleria è rimastocelebre nella storia del carnevale budriese.

LE SERATE DANZANTI DEI BUDRIESI

Dopo il periodo dei veglioni di Carnevale, siaprì una breve stagione danzante al“Dancing Stadio”, una pista da ballo nel-l’area del campo sportivo comunale, doveogni anno si eleggevano Miss e MisterBudrio sotto l’abile regia di Rino Rambaldi esuccessivamente cominciò quella del ballo alRistorante Giardino, che organizzava feste eveglioni nella accogliente Tavernetta, dovesi ballava il mercoledì e il sabato sera e ladomenica, pomeriggio e sera. Memorabile fula serata che ospitò il grande Giorgio Gaber.Siamo nel 1967, l’anno in cui decolla ilprimo Boeing 747, i Pink Floyd pubblicano illoro primo singolo e Felice Gimondi vince il50° giro d’Italia.Tra i complessi che si esibivano, ce n’erauno prettamente budriese , “I Conti” cheprendevano nome dal suo leader, FaustoConti, batterista della formazione. La can-zone “I miei giorni felici” di Wess divenneben presto anche il loro motivo di maggiorsuccesso.

IL MARE DI BUDRIO

Le acque del torrente Idice divennero inquel periodo il “mare” dove i giovanibudriesi andavano a bagnarsi. Prima il Moro,poi la Corda e successivamente la “ Bomba”e la “Chiusa” erano le spiagge dove si dava-no appuntamento nel primo pomeriggio,dopo il pranzo, i ragazzi e le ragazze chedesideravano avere un po’ di refrigerio nellacalda estate della pianura. In genere eranotutti nuotatori provetti ma a volte capitavache nelle infide acque del fiume i più ine-sperti si trovassero a mal partito nei gorghie nei mulinelli che spesso caratterizzavanola superficie del torrente. Testimonianze autorevoli e veritiere raccon-tano di un giovane, soprannominato“Tequila”, abilissimo nuotatore e cacciatoredi tane di pesci, che un giorno immergendo-si e infilando una mano in una di queste,ne uscì con uno strano pesce che gli astan-

S T O R I E B U D R I E S I

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 5

6

BIANCHERIA PER LA CASA

S.p.A.

CENTERGROSS BLOCCO 1 - 40050 funo di ARGELATO (BO) - Tel. 0516647194 - Fax 051 862876 - [email protected]

S T O R I E B U D R I E S I

ti identificarono spaventati come “serpen-te”. Tequila senza scomporsi lo addentò,salvo poi accertare che si trattava solo diuna biscia d’acqua.

I RAGAZZI DELLA VIA PAL

Nei primi anni del dopoguerra, quando gliechi e le macerie del conflitto erano ancora

vivi e le ferite appena rimargi-nate, in paese si formaronoalcune “bande” di giovani che,un po’ per gioco e un po’ perdesiderio di supremazia, siaffrontavano tra loro a suondi minacce, pugni e botte.Nulla di trascendentale: sas-saiole e scontri all’arma biancaal termine dei quali si conta-vano occhi pesti, ginocchiasbucciate, desideri di rivinci-ta.Del resto non convenivaschierarsi per l’una o per l’al-tra fazione, perché si rischiavadi venire risucchiati in unasfida pericolosa che peraltronon fu destinata a lasciarestrascichi nei rapporti tra isuoi protagonisti dei quali,ovviamente, non facciamo inomi perché non aggiunge-rebbero nulla a quanto, percerti versi, costituiva unlascito della guerra da pococonclusa.Ben altra cosa rispetto al disa-gio giovanile odierno di cui lecronache si occupano quoti-dianamente.Miss Budrio, accompagnata da uno dei più noti ballerini di cha cha cha e

tifosi della Juventus della Provincia di Bologna...

Negli anni 1947/50, le comunicazionierano gestite esclusivamente da servizipubblici.

Erano pochissimi quelli che possedevano anchesolo un motorino e, per andare a lavorare o stu-diare a Bologna, i budriesi usavano la ferroviadella Società Veneta, che con ansimanti loco-motive a vapore svolgeva il proprio compito,tutto sommato per quei tempi, con decenza.

Uno di questi pendolari era (Nino De Lócca)Nino De Luca, un prestante e stravagante tren-tenne che era una colonna della squadra di cal-cio locale. (Qualche volta, quando la partitastava stagnando, preso da un raptus improvvi-so, decideva di fare un retropassaggio al portie-re “Pulòn” (Poli), mettendolo in grosse diffi-coltà...)Tutte le mattine prendeva il treno delle 6 e 20,per recarsi a lavorare in un’officina statale diBologna.La stazione è abbastanza lontana dal paese e iltreno in arrivo da Molinella, che poteva essereavvistato in anticipo dai ritardatari, si fermavae ripartiva con lentezza verso la città. Regolarmente, tutte le mattine due o tre pen-dolari erano costretti a rincorrere il convogliogià avviato e a salire al volo sul predellino del-l’ultima carrozza. De Lócca faceva sempre

parte di quel gruppetto.Le poche volte che saliva sul treno mentre eraancora fermo in stazione, i suoi amici strabuz-zavano gli occhi dalla sorpresa!Una sera De Lócca, che era un grosso originale,parlando nel bar, disse: “Quall ch’am frêga l é al tänp ch’a pèrd parmagnèr al cafà lât. Da stasîra al magnaró prém-ma d andèr a lèt, acsé am métt inànz ed quèlcminûd! ” (Quello che mi frega è il tempo cheperdo per mangiare il caffelatte. Da stasera lomangerò prima di andare a letto, così recupe-rerò qualche prezioso minuto!)Detto fatto, per alcuni giorni arrivò in stazio-ne in orario, poi, anche questa estemporaneatrovata non servì più a niente, riprendendo arincorrere tutte le mattine, sulla massicciata, iltreno già avviato e a salire al volo sull’ultimacarrozza.

Ritardatari sinasce...

DI RENZO BOVOLI

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 6

7

MZ ASPIRATORI Via Certani, 7 - Budrio (BO)

Chi è Fausto MelottiDI MARZIA LODI

Ero impegnata nell'apertura della mostra distrumenti scientifici della collezioneZacchiroli (19-31 marzo 2016), e per impie-

gare i tempi morti avevo portato con me il setti-manale del Corriere della Sera "Sette". Come è miaabitudine, prima scorro rapidamente tutti gli arti-coli, poi leggo con attenzione quelli che mi inte-ressano maggiormente. Di solito quelli sull'artecadono nella mia scelta, ma lo Speciale Arte n.11/2016 è dedicato a un artista, Fausto Melotti,che non conosco assolutamente. Guardo neltondo, in cima alla pagina, la foto dell'artista, undistinto signore di mezza età in camicia e stric-chetto, che mi ricorda subito il nostro Riccomini,poi lo sguardo scende e....la foto dell'opera "Ilviaggio della Luna, del 1973 (nella foto) mi sor-prende per la somiglianza immediata con alcunidegli strumenti esposti, mi basta muovere losguardo per trovare conferma a questa mia intui-zione. Vuoi vedere che l'ispirazione può venireanche da queste macchine? Da qui è nata la miacuriosità di conoscere meglio Melotti e il desideriodi farlo conoscere a quei lettori che, come me, nonlo conoscono ancora. L'artista è vissuto nel secolo scorso (1901-1986)ed è molto conosciuto ed apprezzato in America:le sue opere sono in alcuni grandi musei america-ni, al MoMa di New York, al Walter Art Center diMinneapolis, al Hirshhorm Museum di Washingtone al Museum of Fine Arts di Huston. E la galleriaHauser & Wint di New York - è una delle piùimportanti gallerie d'arte moderna, nata a Zurigonel 1992 con sedi a Londra, Los Angele, ecc.. - gliha dedicato un'importante mostra antologica , cheha appena chiuso il 16 giugno scorso, per illustra-re la versatilità dell'artista, che si è dedicato allascultura, alla grafica, alla ceramica, alla musica. Ilcuratore della mostra,Douglas Fogle, descrive leforme geometriche di Mellotti,proprio quelle scul-ture che a noi interessano, come opere "frementisulla soglia tra la solidità della figurazione e l'im-materialità dell'astrazione" . La sua formazione è abbastanza originale, poichéMelotti ha una laurea in ingegneria e un diplomain pianoforte - la musica è stata la grande pas-sione della sua vita - , segue a Brera le lezioni diWildt, che frequenta insieme a Fontana, suo inti-mo amico. La sua attività iniziale è di sculture,statue che trovano il loro significato in installa-zioni ambientali che armonizzano colori e piani

diversi, sempre con una caratteristica matemati-co-razionale. È del 1961 la produzione dei SetteSavi, statue di pietra che gli sono commissionatedal comune di Milano per il cortile del liceoCarducci. È un gruppo scultoreo costituito dasette sagome bianche, disposte secondo il perime-tro di un poligono irregolare. Sono corpi ieraticisenza braccia, con le gambe unite e il capo legger-mente rivolto verso l'alto, prive di connotati fisio-nomici, come dei manichini metafisici, in un mutodialogo di eterna saggezza. Dopo circa cin-quant'anni di dimenticanza - le statue, in partedanneggiate, erano conservate nei ripostigli dellascuola-il gruppo ritorna ed è restaurato perintervento della SEA, la società degli aeroporti diMilano, che lo espone alla Malpensa. Esistono duevarianti di questa opera, oltre all'originale in pie-tra di Viggiù, una in gesso esposta al Mart diRovereto, sua città natale, è una in marmo diCarrara, donata dall'artista al PAC di Milano nel1981. L'attenzione per queste sculture è attualissima: il16 giugno è stato inaugurato il nuovo padiglione"Umbracula" presso la Triennale, che è giunta que-st'anno alla sua XXI edizione, è una mostra cheespone due dei savi del gruppo La disputa deisette savi di Atene, realizzando un programmadella memoria, che Claudio De Albertis, presiden-te della Triennale, chiarisce con queste parole:“Sono tracce, quelle rappresentate dai due Savi,che si erano in qualche modo perdute e di cui,forse, chi ha oggi meno di trent'anni, nemmenoaveva conoscenza;per questo si tratta di un'opera-zione importante per Milano, oltre che piena disuggestioni e poesia”.E ancora il soprintendente Ranaldi ha sottolinea-to il valore artistico dell'operazione: "Abbiamovoluto portare qui i Savi, farli tornare alla XXITriennale perché i loro prototipi, uguali ma ingesso, erano stati realizzati da Melotti, nella sua

prima edizione, nel 1936, per la Triennale diMilano."Negli anni trenta Melotti si dedica alla lavorazio-ne dei metalli, e nascono le sue sculture astratte,filiformi, ritmate da una geometria modellatasecondo pensieri lirici, opera di oreficeria metalli-ca, del tutto incomprensibili per la critica di regi-me, che predilige l'arte massiccia di Sironi eCarra'. Fondamentali per la comprensione di que-sta produzione sono le parole di Melotti, che defi-nisce con queste parole l'arte in generale e la suain particolare: "L'artista non rappresenta, ma tra-sfigura in simboli la realtà . L'arte è un viaggio.La solitudine e l'inquietudine delle memorie. Anchechiusa in un programma, spinta in un rigido con-trappunto, composta in una camicia di forza, l'ar-te esce in un'ineffabile danza. L'artista non cono-sce ancora la seconda parola della sua poesia, nonsa se al do segue il re fra le righe o il fa sopracu-to, né se l'azzurro muore o si esalta. L'arte sorridea chi ride delle cose ingiustificate".Nel dopoguerra si dedica alla ceramica, che eglilavora nel suo studio milanese, dotato di unforno, che poteva cuocere pezzi alti anche unmetro, e spesso venne a cuocere in questo fornole sue terrecotte l'altro grande scultore di questoperiodo, l'amico Arturo Martini. Il successo arrivaper lui a partire dagli anni 60, con la mostra allagalleria Toninelli di Milano, che dà l'avvio a unaserie di mostre in Italia e all'estero, che gli per-mettono di far conoscere la sua poliedrica attività.Nel 1979 una mostra antologica di Melotti apre aPelazzo Reale, a Milano e tre anni dopo Firenze glidedica una grande retrospettiva al ForteBelvedere. Viaggio della luna "è un'opera a sviluppo orizzon-tale, in cui si alternano figure astratte che ,miste-riosamente collegate da scalette e pedane, si susse-guono come per anticipare un piccolo carro. Unacostellazione di immagini, che rivela il suo lato fia-

L A PA G I N A D E L L ’A R T E

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 7

8

Per un’associazione no profit il documen-to di bilancio è come una pagella con cuidimostra come impiega le risorse econo-

miche di cui dispone per il compimento dellapropria missione.Un Bilancio esaustivo e trasparente aiuta amantenere la fiducia che soci e contribuentiripongono nell’Associazione; inoltre è uninsostituibile strumento di gestione che per-mette agli organi direttivi di valutare l’effica-cia delle proprie decisioni.Le associazioni, per legge, devono approvareil bilancio al termine di ogni esercizio, riu-nendo i soci nella cosiddetta “assemblea”.

Tutte le attività e le risorse riportate nelDocumento di Bilancio devono essere in lineacon le finalità che l’Associazione persegue. Lo Statuto prescrive che le finalità di SenzaConfini sono:

• Studiare gli aspetti più importanti e com-plessi dell’ambiente in cui viviamo per tute-larlo e migliorare la qualità di vita dellacomunità.

• Svolgere attività finalizzate alla socializza-zione e all’integrazione sociale e culturale.

• Coinvolgere le famiglie e i giovani con ini-ziative che favoriscano la conoscenza e l’ap-profondimento culturale in un’epoca in cui laglobalizzazione, le nuove tecnologie, i socialnetwork condizionano i comportamenti quo-tidiani.

• Promuovere e realizzare attività formative,ricreative, artistiche, musicali e turistiche.

• Valorizzare la lingua, il dialetto, la storia ele tradizioni locali.

• Svolgere attività socio assistenziali con larealizzazione di iniziative benefiche.

• Realizzare iniziative di interscambio cultu-rale in ambito locale, nazionale e internazio-nale.

• Organizzare convegni, spettacoli, mostre.

• Realizzare iniziative editoriali

• Realizzare attraverso il sito una informazio-ne costante per gli associati

Gli associati, oltre ad essere il principale

sostegno economico di un’associazione, rap-presentano anche un’importante fonte dicreatività, di spunti, di idee, di valori e dipassioni condivise da una comunità.

Chi fosse interessato alle nostre attività, può isciversi all’associazione SENZA CONFINI!Potrà partecipare a tutta la programmazionee contribuire allo sviluppo e alla realizzazio-ne delle nostre [email protected]

Il nostro bilancioDAL CONSIGLIO DIRETTIVODELL’ASSOCIAZIONE SENZA CONFINI

F A C C I A M O I C O N T I

!"#$%!$%&$'"()$*%+,-.%%%"/0%01(2"%)*(3$($%

45*#1%"00*)$"#$61 +.+.7,,/8*61(#$%!"%/5&&'$)$#"9 +:;-7:;

<< /8*61(#$%!"%"##$6$#"9%$0#$#52$*("'$ -=>=>7,;$(#18100$%"##$6$ ,7;;

*(18$%81"'$22"2$*(1%?"@"2$(1 >=,;7,,*(18$%"''10#$?1(#*%/8101/$ +=;7:+

<<< 0/101%$($2$"#$61%0*)$"'$ ->:+7,,*(18$%&"()"8$ >-+7.:$?/*0#1%A%!$8$##*%)"?18"'1%B +,7,;)"()1''18$"7%*0/$#"'$#"9%%1%*?"@@$ =C+7,.

<<<< )*0#$%/18%"##$6$#"9%DEFGHIDJKLMD -.N.,7C>

-:;.,7:= +-.,=7>C

!$0"6"(2*%%!$%@10#$*(1 -N.>7=>

"%/"81@@$* +-.,=7>C +-.,=7>C

/OJPQKF%%RQO%LSPDGT%DEFGHIDJKLMD%<<%%ED%DKGQKUJKJ%LSPDGT%VJMMQWLGQ%LMM9JOWLKDIILIDJKQ%UD%%PDEDGQ7%XJEGOQ%Q%XLKDYQEGLIDJKD%%PLODQ

0RQEQ%DKDIDLFPQ%0JVDLMD%<<<%%%LZZDLXJ%VJKGODZHDGJ%L[KV\]%LMVHKQ%VMLEEDUQMMQ%EVHJMQ%QMQXQKGLOD%PDEDGLEEQOJ%%DM%?56%UD%6DMMLKJPL%UD%)LEGQKLEJ7LV^HDEGJ%UD%KO_+%%LZZJKLXQKF%RQO%DM%#QLGOJ%UD%&HUODJ

)JEF%RQO%LSPDGT%DEFGHIDJKLMD%<<<<%%VJEF%OQMLFPD%L%XJEGOQ7%PDEDGQ%QDKDIDLFPQ%PLODQ

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 8

9

[email protected] - www.studioferri.it

Via D’Azeglio, 19 - 40123 Bologna - ItalyTel. +39 051 270321 - Fax +39 051 270313 Supermercato

di Molinella

Via Podgora 31

Tel.051-882775

Supermercato

di Budrio

Via Verdi 4

Tel.051-801644

Supermercato

di Baricella

Via Roma 199

Tel.051-879146

R I C O R D I

Addio al dottorDixie

DI RENZO BONOLI

Il Jazz a Bologna prende l’avvio nel 1947dalla Sala Bossi e da quel momento è tuttoun susseguirsi di iniziative e di concerti che

ogni anno riuniscono nel capoluogo emilianoalcuni dei più grandi musicisti locali e stelle diprima grandezza quali Benny Goodman, ChetBaker, Gato Barbieri, Jerry Mulligan, MilesDavis.Dopo una prima fase pionieristica vivacizzatadal grande Henghel Gualdi, molti musicisti loca-li prendono il testimone e cominciano adimporsi all’attenzione della critica e del pubbli-co, abituatosi nel frattempo a questo generemusicale. E’ il 16 aprile 1952 quando il gineco-logo Leonardo Giardina, amante della musicaJazz e grande ammiratore di Louis Armstrong,debutta a Bologna con la Superior MagistratusRagtime Band fondata assieme al collegaGherardo Casaglia. Un’assoluta novità, in ambi-to universitario, che non tarda a far parlare disé imponendosi alla ribalta jazzistica italiana einternazionale. È la tradizionale Festa delleMatricole di quell’anno a tenere a battesimo laformazione di Giardina, che sfila per le vie diBologna attirando l’attenzione del pubblico e dialcuni personaggi del mondo radiofonico.A Bologna il Jazz è un genere musicale che rap-presenta, nel contesto della realtà provincialedi quel periodo storico, una sorta di liberazio-ne, di affrancamento sociale, di anelito dimodernità all’interno del mondo giovanile ingrande fermento. Esiste un’altra Band, la“Criminal” condotta da un giovane clarinetti-sta, Pupi Avati, che insidia la popolarità della“Magistratus”. Tra le due formazioni si accendeuna grande rivalità che molti anni più tardi ilregista racconterà magistralmente nel suo film“Rag Time...” e che porterà alla fusione nellaRheno nel 1959. La band di Giardina quindicambierà molte volte la propria denominazione:nel 1956 diventa Panigal Jazz Band, tre annipiù tardi Rheno Dixieland Band, nella qualeconfluiscono anche Dalla e Avati e infine, dal

1972, Doctor Dixie Jazz Band. La band all’inizio è composta quasi interamen-te da studenti universitari della Facoltà diMedicina e viene di volta in volta integrata daaltri giovani musicisti. Ne ricordo alcuni peraverli conosciuti al Liceo Galvani, come CheccoConiglio (trombone) e altri, come Pupi Avati,che qualche anno fa mi raccontò alcuni episodidi quella felice stagione. Della Band hannofatto parte, oltre a Luigi Nasalvi, AimoneFinotti e Franco Franchini, anche nomi famosicome i pianisti Marco Di Marco e AmedeoTommasi, il bassista Maurizio Majorana, il cla-rinettista Henghel Gualdi e Piero Odorici. E nonsono mancati personaggi illustri come LucioDalla, che dalla Parrocchia dell’Antoniano entraa far parte della Rheno prima di finire aSanremo, o Renzo Arbore che debutta con laBand nel 1984 ad Umbria Jazz, o Paolo Conteche spesso viene a Bologna al n. 7 dellaCantina di via Cesare Battisti dove ogni venerdìsi ritrovano Giardina e i suoi amici.E si deve proprio a Leonardo Giardina, pur-troppo scomparso la vigilia di Pasqua di que-st’anno, se questa Band ha raggiunto una noto-rietà e una longevità che non ha uguali inEuropa e, soprattutto, se Bologna è diventataun punto di riferimento in Italia per tutti gliappassionati di Jazz.

Pupi Avati, parlando della loro amicizia, inoccasione della sua morte, racconta che l’entra-re a far parte a 18 anni della Band di Giardina,tanto desiderata, lo riempì di gioia e lo con-vinse “che la felicità, quella vera e senza limiti,esiste”. Poi aggiunge ancora, in un’accorata let-tera all’amico scomparso: “Fu bella, grande,generosa quella tua insistenza (n.d.r.: nel chie-dergli di non abbandonare la Band, quandoPupi decise di lasciare, dopo che con l’ingressodi Lucio Dalla nella band i suoi limiti via via sierano sempre più evidenziati). Fu bello sapereche il mio dolore per quella sconfitta era diven-tato il tuo. È da quella notte, da quando lenostre strade si sono separate che ti voglio bene....Avevo l’astuccio del clarinetto che mi pendevada una mano, come sempre, ma ormai inutile.Eri ancora lì quando feci per entrare in casa.“Ripensaci… - mi urlasti – Io ti aspetto!!!”.Richiusi il portone. Grazie Nardo per avermiaspettato. Sempre”.Così, anche noi, diciamo grazie al grande musi-cista Leonardo Giardina e alla sua tromba chedal prossimo mese di settembre avrà un postod’onore in via Caprarie, nella strada del Jazz, alnumero civico 3, accanto alle stelle di LucioDalla, di Chet Baker, Ella Fitzgerald, HenghelGualdi, Telonius Monk e di tanti altri jazzisti difama mondiale.

Un’esibizione della Doctor Dixie Jazz Band con Lucio Dalla.

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:10 Pagina 9

10

Agenzia Generale di BUDRIOdi ZUCCHELLI AURELIO

Via Beroaldi, 29 - 40054 BUDRIO (BO)Tel. 051/801532-802521 Fax 051/808193 www.fondiariabudrio.it [email protected]

B U D R I O I E R I E O G G I

La Pallacanestro Budrio, dopoalcuni anni di lento e ineso-rabile degrado, è stata cedu-

ta dal suo proprietario sig.Romagnoli ad una Società di Ozzanodell’Emilia, la Titans, che dal prossimocampionato verrà a disputare le propriepartite al Palazzetto dello Sport di Budrio.Dalle ceneri della nostra storica società, in que-sti giorni sta prendendo corpo un nuovo sog-getto, il BASKET BUDRIO ASD, che intende rin-verdire i fasti del passato o quanto meno rico-minciare una nuova storia, dopo le delusionisportive e soprattutto societarie di questi ulti-mi anni, che hanno portato la proprietà a pri-

varsi del titolo sportivo, necessario per conti-nuare l’attività, ceduto ad altre società dibasket della Regione.Il gruppo che ha ridato nuova vita e nuovoentusiasmo al basket locale è formato da exgiocatori, da soci sostenitori e da genitori dei

ragazzi che vogliono proseguire la loroesperienza sportiva nel nostropaese.Si ritornerà all’antico con lacostituzione di un’Assembleadei Soci, della quale si era persaogni traccia nella precedentefallimentare gestione, che eleg-gerà un Comitato di Direzione e

si avvarrà di un gruppo di c.d. “pro-biviri” che avranno un compito partico-

lare, quello cioè di garantire la moralità sporti-va e l’osservanza dei principi statutari (RobertoMaccagnani, Fabio Magri e Fabio Gnudi).Consulenti tecnici esterni, a titolo completa-mente gratuito, saranno noti personaggi delbasket locale, come Ettore Zuccheri, RobertoMaccagnani e Fabio Magri o nazionale, comeStefano Michelini.

Cosa si propone la nuova Società? Tra le cosepiù importanti ricordiamo la struttura autono-ma e democratica, aperta a tutti e radicata nelterritorio ed espressione della comunità locale,la valorizzazione del settore giovanile in colla-borazione con scuole e istituzioni, la formazio-ne tecnico-sportiva dei ragazzi, una gestionesocietaria finanziariamente equilibrata con ilricambio periodico degli organi direttivi e ilrilancio del basket budriese come collantesociale.Finalmente la nostra comunità sportiva, nelsuo insieme, riprende possesso della propriastoria e delle proprie tradizioni, non discono-scendo il passato ma, anzi, intendendo rivalu-tarlo, intraprendendo con coraggio un cammi-no che nel tempo dovrà superare le amarezzeprecedenti per ritornare a testa alta nel solcodella storia dello sport budrieseDalle pagine di questo Magazine invitiamo lacittadinanza ad aiutare, con l’impegno finan-ziario, qualunque esso sia o con la partecipa-zione volontaria, il decollo di questo ambiziosoprogetto.

Basket Budrioritorno al passato

DI GUIDO MONTEBUGNOLII

Giovanni Zurla, agli inizi del ‘900, era unfamoso cuoco professionista al serviziodell'aristocrazia bolognese.

Nel 1916, assieme ai figli, apre la trattoria “Ilpappagallo” in un angusto locale di ViaPescherie, che nel ‘37, dopo la sua morte, saràtrasferito negli ampi locali di via SantoStefano, alla guida dei figli Vittorio, in cucina,Mario e Guido al servizio. Vittorio sarà affian-cato e sostituito dal cuoco Bruno Tasselli, cheper cinquantaquattro anni resterà nella cucina,facendo del ristorante uno dei migliori d’Europa(fino al 1978 resterà di proprietà della famigliaZurla). In una biografia dell’Antica salsamenteria bolo-gnese Tamburini, si racconta che la bottegaveniva aperta la domenica mattina alle 11,30nella speranza che Bruno Tasselli gli telefonas-

se per avere un rabbocco all’ultimo minuto,andando appositamente in negozio anche perun solo cliente. Da ciò possiamo renderci contodi cosa significassero allora qualità e serietà e imotivi di tanta fama acquisita dal ristorante.

Il libro di Alessandro Cervellati “Bologna atavola (ieri e oggi)” edito negli anni‘60, cita una cartolina dell’epoca diGiovanni Zurla in cui figura il ritrat-to del cuoco, che riporta un elogiodialettale in versi:

A bologna à s pò magnàrprôpri in mod particulàr del lasagn a la bulgnèisa i filet a l’ulandêisa e i turtlein pein e zàl sòul da Zurla al “Papagal”.

Un altro bellissimo aneddoto di queitempi racconta del celebre clinico AugustoMurri, il quale, con una lettera datata 5 marzo1927, consigliò ad un suo paziente quantosegue:

“Caro signore, più che di medicine Ella ha bisogno di cibisani e ben cotti, putroppo infrequenti nelle comuni trat-torie; però se ne vuole conoscere una impareggiabile percibi delicati e deliziosi, vero sanctuaire del la gourman-

dise e della salute, vada al “pappagallo” di Zurla, atti-guo a S. Petronio. Suo Augusto Murri”.

Lo stesso Cervellati riporta diverse ricette deiF.lli Zurla, tra le quali noi trascriviamo la famo-sissima:

Cotoletta alla bolognese

• cotolette di vitello, ben battute• 1 uovo sbattuto• pepe-sale• formaggio parmigiano• tartufo bianco tagliato sottile

Passare la cotoletta al pane grattu-giato spianandola bene perché ilpane aderisca, poi immergerla nel-l’uovo sbattuto e quindi tornare adimpanarla.

Friggerla con strutto finché sia ben dorata.Porla in una teglia con burro e parmigiano,ricoprirla con una fetta di prosciutto crudo euna piccola manciata di parmigiano grattugia-to, sopra e sotto, cospargendovi le fettine ditartufo. Coprire e lasciare stufare sul fuoco finoa completa fusione del formaggio. Si serve suun canapé di legumi o purè di patate.

Bologna a tavola(ieri e oggi)

DI MAURIZIA MARTELLI

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 10

11

C.M.G. S.p.a. Via A. Sarti, 2 - Budrio (BO) Tel. +39 051 6920875 - 6924611 - Fax +39 051 6920874 - 6920599

[email protected] - www.cmg.it

L E N O S T R E I N I Z I AT I V Ewww.senzaconfinitaly.it

A dicembre

MINGALARBAR MYANIMARUN PROGETTO PER FORMARE I GIOVANI DEL LAOS,CAMBOGIA E BIRMANIA ATTRAVERSO L’ATTIVITÀ ARTISTICA

Nel prossimo dicembre l’Associazione Senza Confini orga-nizzerà la particolare mostra fotografica MINGALARBARMYANMAR per accogliere e raccontare l’esperienza di duefotografi professionisti:Liza Politi e Ari Espay, sicuramentepiù noti negli USA ed in America Latina che in Italia. Liza èinsegnante, produttrice e fotografa, Ari lavora anche nelmondo della moda e nel 2004 è stato finalista nel concorsointernazionale di fotografia Luces de America, organizzatodal National Geographic USA.

Entrambi lavorano attivamente per il National Geographic,per il quale partecipano a spedizioni e a workshop di foto-grafia in tutto il mondo. Girando e fotografando per ilmondo, Liza ed Ari maturano l’idea che bisogna in qualchemodo restituire ciò che si prende dai Paesi che si visitano.Pensano quindi di raccogliere materiale fotografico usato(macchine fotografiche, memory card, treppiedi, obiettivi,carica-batterie, software, tablet, batterie ricaricabili, librifotografici, ecc), lo portano in Paesi in via di sviluppo e crea-no dei corsi di fotografia per i ragazzi del posto.Attualmente hanno organizzato corsi in Laos, Cambogia eBirmania. Entrano dapprima in contatto con organizzazioni locali siaper avere il supporto necessario che (e soprattutto) pergarantire continuità ai loro progetti. In Birmania riescono a fondare la prima libreria fotograficacon materiale raccolto dagli Stati Uniti. Mettono anche a disposizione di fotografi, giornalisti ereporter locali le macchine fotografiche e l’attrezzatura

necessarie a documentare in modo professionale quello cheaccade intorno a loro. Allo stesso modo i ragazzi che partecipano ai corsi, attraver-so i loro scatti, diventano anche loro testimoni (in)consape-voli e diretti dei rapidi cambiamenti che il loro Paese staattraversando.Liza e Ari fondano la Fancy girl street boy productions, lasocietà newyorkese con cui promuovono il loro lavoro difotografi e produttori e poi lo Statement ARTS, un’organiz-zazione no profit a sostegno di ragazzi sfortunati e prove-nienti da famiglie difficili. Mission della fondazione è la formazione e lo sviluppo dellacreatività dei giovani attraverso l’attività artistica. Negli Stati Uniti Statement ARTS si occupa principalmente didare una formazione artistica per permettere ai ragazzi diaccedere più facilmente al college.

Statement ARTS crede fermamente nel potere dell’arte diispirare educazione sociale, culturale e ambientale, e perquesto fine dispiega tutte le sue energie sia a livello locale(New York) che internazionale.

Grazie alla collaborazione delle co-producer FiorellaBaldisserri e Serena Lelli, alla mostra verranno esposte circa20 stampe di scatti effettuati in Birmania durante il recenteviaggio-workshop di Liza ed Ari.

È possibile sostenere il progetto sia attraverso l’acquistodelle fotografie che donando attrezzatura fotografica usata.

Ogni acquisto o donazione sarà accompagnata da ricevutafiscale detraibile dal 730.

Per saperne di più sul progetto:www.statementarts.org - [email protected]

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 11

12

www.senzaconfinitaly.it L E N O S T R E I N I Z I AT I V E

Domenica 25 settembre

FERRARA IN BICICLETTA

Partenza da Budrio, dopo aver caricato le nostre biciclet-te,(come sempre, grazie alla disponibilità dei soci Longhi eZanardi). A Ferrara incontreremo la nostra guida al parcheg-gio del Palazzo dei Diamanti. Sarà un giro poco consueto, grazie alla maggior mobilitàconsentita dalla bicicletta: la visita inizierà dal parco Massaridel giardino dei Finzi Contini e dalla Certosa, poi entrerem-mo nel Parco urbano, l’antica riserva di caccia degli estensi,attraverseremo due aziende agricole e la piazza Ariostea.Della città medievale, visiteremo soprattutto il tratto meri-dionale, fino al convento di S.Antonio in Polesine, l’area diSchifanoia, di Marfisa d’Este,. L’attraversamento del centrostorico medievale ci porterà la Cattedrale, il Municipio, piaz-za Savonarola, i vicoli medievali fino all’addizione di CircoContini con la torre dell’acquedotto in piazza XXV Maggio.Il pranzo sarà presso l’Hosteria Savonarola, che oltre adavere un parcheggio per le biciclette, ci è stato consigliatasia dalla guida che dal nostro sponsor, Dott. AndreaPanizza.

Ottobre in data da definirsi

MAJANI, MAZZA E PARINI DALLA COLLEZIONE GAMBERINI

Durante il periodio di Agribu 2016, che si svolgerà nellaprima metà di ottobre, avremo alla sala rosa la mostra deitre artisti budriesi Augusto Majani,Dante Mazza eGiampaolo Parini, dalla collezione Gamberini. Inaugurazione e orari di apertura ancora da decidere.

14-15-16 ottobre

IN VISITA A TORINO

Breve soggiorno a Torino di tre giorni/due notti con trasferi-mento da Bologna in treno e pernottamento in hotel, convisita alla Sacra di San Michele, al museo Egizio, ai monu-menti più importanti e ai vari musei delle automobili.A Torino avremo un nostro pulmino per i trasferimenti nellevarie parti della città.

22 ottobre ore 21.00

NOTTE DI TANGO...TANGO DI NOTTETeatro Consorziale di Budrio

La nostra associazione, in collaborazione con l’amministra-zione comunale, e in concomitanza con l’inaugurazionedella stagione teatrale, è lieta di proporre un concerto musi-cale sul tema del Tango e della Milonga, eseguito dal TrioAedon - Stefano Bartolucci (piano), Stefano Marzi (clarinet-to) e Gabriele Zoffoli (violoncello). Il trio proporrà brani di tango classico (Carlos Gardel eDiscepolo) e moderno (Astor Piazzolla). Special guest, il Maestro Oscar Benavidez, che nelle suecoreografie di ballo mostra una straordinaria fantasia, unacapacità di coniugare la tradizione con le tendenze piùattuali e di contaminare la classicità per dare al sentimentonuovi modi di manifestarsi.E ancora, Paola Lorenzi, vocalist e Abel Zeltman, pittore, cheesporrà nel foyer del teatro una mostra sul tango e attueràuna performance artistica durante il concerto.

Prezzo del biglietto: 10€Per informazioni e prenotazioni:338 3904582 - 339 6284350 - 348 6554080

29 ottobre ore 21.00

RICORDANDO PAOLO POLI...Teatro Consorziale di Budrio

La direzione del Teatro sta organizzando una serata a ricor-do di Paolo Poli, che per moltissimi anni ha scelto le quintedel nostro teatro per le “prime” dei suoi spettacoli.

BUDRIO: VIA GRAMSCI, 8 tel. 051 803587CASTENASO: VIA NASICA, 103/2 tel. 051 4840184

CARTOLERIA | GIOCATTOLI | PROFUMERIAR R A C C C A A T O O T T O L E R L A | R E I I A A A A CARTOLERIA | C R O R | CARTOLERIA | CARTOLERIA | CA TOLER A | CARTOLERIA | U U F F U U O O R P O P R PROFUM RO U PROFUM PROFUM PROFUM PROF MERIA MERIA R I A A A R M E M M E MERIA MERIA MERIA

A C A S T S S TE N N A E AS A S S O O C CASTENASO: VIA N BUDRIO: VIA G BUDRIO: VIA G

CASTENASO VIA N VI I I A N N : V V CAST NASO: VIA N V CASTENASO: VIA N B BU UD D R U I R O O : : A A A A G G V V VI B DRIO: V A V BUDRIO VIA G

8 8 4 1 4 4 1 0 0 5 . NASICA, 103/2 tel. 051 484 RAMSCI, 8 tel. 051 803587 RAMSCI 8 tel 051 803587 NASICA 103/2 t l 051 484

, , / A A C C 2 0 A 0 1 A 3 t 2 2 3 N N A S I S I A NASICA, 3/2 tel. 051 484 t e NASICA, 103 te 51 84 l

8 8 35 3 5 5 0 8 1 8 1 S C S S e 8 C 8 I , C t 0 . l t R R A A M M M A RAMSCI, el. 051 8035 0 05 RAMSCI, 8 tel 051 803587 5 40184 40184 4 84 0 8 0 0 1 40184

7 7 40184

7 7

senza conf_02_2016:layout s.confini 3-2008 07/07/16 10:06 Pagina 12