Notiziario del CIPES Piemonte · Sped. in Abb. Post. Art. 2 Comma 20/C ... post ospedalieri, ......

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Promozione alute S Notiziario del CIPES Piemonte Confederazione Italiana per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFF. C.M.P. TO NORD PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNAA CORRISPONDERE LA RELATIVATASSA anno 11 / n. 2 marzo/aprile 2005 TAXE PERCUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP Sped. in Abb. Post. Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A Siamo sulla buona strada Con la Assemblea dei soci si è conclusa una fase importante della vita di CIPES Piemonte e se ne è aperta una nuova: costruire una asso- ciazione più presente sul territorio regionale, più puntuale sui molti temi della promozione della salute. Abbiamo tratto gli stimoli dalle molteplici espe- rienze compiute: sull’ambiente di lavoro, sugli incidenti stradali e domestici, ed infine sulla Rete HPH e Città Sane. In questo operare abbiamo incontrato gli organizzatori, i destinata- ri, gli esperti, …. competenze diverse che colla- borando hanno accresciuto le rispettive capaci- tà. Questo è il processo virtuoso che crea un cit- tadino consapevole dei suoi diritti ma anche dei suoi doveri, che esige comportamenti conse- guenti dalle istituzioni ma rispetta le regole che ha contribuito a redigere, che non vuole essere solo perché sa che assieme si fa massa critica per capire e decidere bene nell’interesse collet- tivo. Diffondere questa esperienza sul territorio, portare la nostra attenzione alla globalità dei problemi da cui dipende la salute, anche quella individuale, è la nostra scommessa. Nobile ma difficile. Da avviare senza presunzione. Siamo consapevoli che il nostro avversario principale è la sfiducia diffusa verso gli “altri” ma anche verso le istituzioni e non ignoriamo che su que- sta si costruisce un ruolo vicario e delegato, ancora più pericoloso. La salute è incompatibile con la delega a chicchessia, solo un cittadino informato e consapevole può essere il protago- nista della tutela e della promozione della pro- pria salute. Ma le idee camminano anche con gli uomini che vanno contro corrente, che guardano oltre il “quotidiano”, ossia con quanti sanno che il “quieto vivere”, il non “disturbare il manovratore” ……. può anche produrre danni irreparabili agli uomini ed all’ambiente e ciò è già avvenuto. I soci di CIPES Piemonte, quelli attuali e quel- li futuri, sono la punta avanzata della moltitudi- ne di protagonisti che dobbiamo e possiamo far crescere, individuare e responsabilizzare in ogni ambiente. La politica della salute, ancora per lungo tempo, ha bisogno di una sua organizza- zione e di una sua autonomia. Gli uomini e le merci e oggi si muovono più liberamente in una nuova dimensione territoria- le. Questa è destinata ad allargarsi anche a breve. Lo sarà ancora di più se si guarda al medio – lungo periodo. I visti ed i dazi sono quanto di più anacronistico ma problemi da affrontare ad una scala diversa esistono e sor- gono continuamente. La dimensione dei problemi della salute supe- ra sempre più i confini statuali ed anche le solu- zioni devono considerare questa realtà in evolu- zione. Possiamo fare tesoro di esperienze pas- sate ed in atto con HPH e Città Sane. Anche in questo campo pensiamo di poter essere pre- senti. Sante Bajardi

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Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

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anno 11 / n. 2marzo/aprile

2005

TAXE PERCUETASSA RISCOSSA

TORINO CMP

Sped. in Abb. Post.Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A

Siamo sulla buona stradaCon la Assemblea dei soci si è conclusa una

fase importante della vita di CIPES Piemonte ese ne è aperta una nuova: costruire una asso-ciazione più presente sul territorio regionale, piùpuntuale sui molti temi della promozione dellasalute.

Abbiamo tratto gli stimoli dalle molteplici espe-rienze compiute: sull’ambiente di lavoro, sugliincidenti stradali e domestici, ed infine sullaRete HPH e Città Sane. In questo operareabbiamo incontrato gli organizzatori, i destinata-ri, gli esperti, …. competenze diverse che colla-borando hanno accresciuto le rispettive capaci-tà. Questo è il processo virtuoso che crea un cit-tadino consapevole dei suoi diritti ma anche deisuoi doveri, che esige comportamenti conse-guenti dalle istituzioni ma rispetta le regole cheha contribuito a redigere, che non vuole esseresolo perché sa che assieme si fa massa criticaper capire e decidere bene nell’interesse collet-tivo.

Diffondere questa esperienza sul territorio,portare la nostra attenzione alla globalità deiproblemi da cui dipende la salute, anche quellaindividuale, è la nostra scommessa. Nobile madifficile. Da avviare senza presunzione. Siamoconsapevoli che il nostro avversario principale èla sfiducia diffusa verso gli “altri” ma ancheverso le istituzioni e non ignoriamo che su que-sta si costruisce un ruolo vicario e delegato,ancora più pericoloso. La salute è incompatibilecon la delega a chicchessia, solo un cittadinoinformato e consapevole può essere il protago-nista della tutela e della promozione della pro-pria salute.

Ma le idee camminano anche con gli uominiche vanno contro corrente, che guardano oltre il“quotidiano”, ossia con quanti sanno che il“quieto vivere”, il non “disturbare il manovratore”……. può anche produrre danni irreparabili agliuomini ed all’ambiente e ciò è già avvenuto.

I soci di CIPES Piemonte, quelli attuali e quel-li futuri, sono la punta avanzata della moltitudi-ne di protagonisti che dobbiamo e possiamo farcrescere, individuare e responsabilizzare in ogniambiente. La politica della salute, ancora perlungo tempo, ha bisogno di una sua organizza-zione e di una sua autonomia.

Gli uomini e le merci e oggi si muovono piùliberamente in una nuova dimensione territoria-le. Questa è destinata ad allargarsi anche abreve. Lo sarà ancora di più se si guarda almedio – lungo periodo. I visti ed i dazi sonoquanto di più anacronistico ma problemi daaffrontare ad una scala diversa esistono e sor-gono continuamente.

La dimensione dei problemi della salute supe-ra sempre più i confini statuali ed anche le solu-zioni devono considerare questa realtà in evolu-zione. Possiamo fare tesoro di esperienze pas-sate ed in atto con HPH e Città Sane. Anche inquesto campo pensiamo di poter essere pre-senti.

Sante Bajardi

2Promozione Salute

SOMMARIOpag. 1 Siamo sulla buona stradapag. 2 Pranoterainps, Colofon, Sommariopag. 3-4 Reti HPH: Cronaca attività, Comunicare la salute

Atti della RegionePag. 5-8 Città Sane cresce velocemente, Anci e Cipe, ASL 2

Il profilo di salute, Città Sane nel pinerolese, ProgettoNon inquino Torino. NEWS:

pag. 9 11 Effetti inquinamento, La mania del gioco, Evidenza inpromozione della salute: mito o realtà?, Mobbing, Il tagliando annuale, Ricordando Alessandro Seppilli

pag.12-14 ASL 1, ASL 2, ASL 3, ASL 4 ASL 5, ASL13, ASL16,ASL 20, ASL 21, ASO S.Luigi

pag. 15-16 Scuola e salute: Promuovere fattori protettivi, Scuolasotto assedio, Genitorialità tra teoria e pratica, PariComPari

pag. 17 Ce Do: Schede libri, DoRSpag. 18-19 Associazioni: Comitato Fondo Volontariato,

Cooperazione e welfare, La Bottega del Possibile pag. 20-21 Cipes Cuneo: Sul filo del rischio, Corso per formare

gli insegnanti, Qualità dell’aria a Cuneo

pag. 22-24 Vita Cipes: asterischi di vita; Assemblea Soci e ilnuovo Consiglio Direttivo, Il bilancio consuntivo 2004 e il preventivo 2005

Promozione SaluteAnno 11, n° 2 marzo - aprile 2005

Notiziario bimestrale del CIPES Piemonte - Confederazione Italiana per laPromozione della Salute e l'Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte.Registrazione del Tribunale di Torino N°4686 del 3/9/1994

Sede: CIPES Piemonte, Via S. Agostino 20, 10122 TORINO, tel. 011/4310.762 - fax4310.768 - E-mail [email protected] [email protected],www.cipespiemonte.itVersamenti quote adesione: C/C Postale n.22635106; CC.n. 1692993 UniCredtBanca, Agenzia 08009, (CIN W, ABI 02008, CAB 01109); Codice Fiscale97545040012Redazione: Mirella CALVANO Direttore Responsabile, Sante BAJARDI Direttore,Enrico CHIARA, Maria Grazia TOMACIELLO, Mariella CONTINISIO, Anna RitaMERLI, Rosy AUDDINO Segreteria

Rubriche:Rete HPH: Piero ZAINA, Luigi RESEGOTTI;Città Sane: Enrico CHIARA;Scuola e salute: Guido PIRACCINI;ASL e GOES: Mauro BRUSA, Marco BAJARDI;Associazioni: Maria Pia BRUNATO;Centro Documentazione: Tommaso CRAVERO;DoRS: Claudio TORTONE, Elena COFFANO;NEWS: Renata SIMONOTTI;Vita CIPES: Giuseppe CERVETTO; Giuseppe SIGNORESala Celli: Luigi RESEGOTTI;CIPES Cuneo: Maria Grazia TOMACIELLO;CIPES Sicilia: Salvatore CACCIOLAVignette: Claudio MELLANA, Dario MAIRANO

Hanno inoltre collaborato a questo numero:Antonella ARRAS, Gaetano BALDACCI, Maria Rita BARBERIS, Didia BARGNA-NI, Franca BECCARIA, Franco BERLANDA, Giovanni BORGARELLO, Luna BRU-SASCO, Ennio CADUM, Renato CELESTE, Mara FANI’, Marco FULCHERI, CarlaGIUBBOLONI, Giuseppe MARESCOTTI, Amalia NEJROTTI, Giovanni BattistaMUSSETTI, Silvana PATRITO, Rossella POLETTO, Nadia RICHIARDONE, MarcoSGANZETTA, Benedetto TERRACINI, Elena VALLANA, Elisa ZUNINO

Fotografie: Archivio CIPES Piemonte

Stampa: Tipografia Sarnub Srl Via De Gubernatis 21/A Torino, Tel 011.2297900

INVITO AI COLLABORATORILe notizie, gli articoli per il prossimo numero devono pervenire entro il 13 mag-gio 2005, anche via FAX: 011.4310768, via E-Mail: [email protected](possibilmente in formato Word 6 o 7) su cartelle da 30 righe per 60 battute.SONO GRADITI FOTO, DISEGNI, GRAFICI.

Pranoterainps!Un luogo comune vuole che la realtà superi la fantasia,

spesso nelle brutture, ma anche nel farci ridere.Vale però la pena soffermarci oggi su quanto di vero ci sia

in questa asserzione.Se avrete la bontà di intrufolarvi nel sito internet dell’INPS

a cercare il modulo per la “domanda di iscrizione alla gestio-ne separata” avrete l’opportunità di scoprire che possonoiscriversi, oltre agli amministratori di condominio, gli spedi-zionieri doganali e i venditori porta a porta anche dei nonmeglio precisati operatori nel settore dell’igiene e della salu-te e, udite, udite i pranoterapeuti.

Ora i casi sono due: o i pranoterapeuti non sono degli ope-ratori del settore dell’igiene e della salute altrimenti sarebbe-ro già ricompresi in questi o ci troviamo di fronte ad un inac-cettabile caso di discriminazione razziale nei confronti deioperatori del pendolino e dei lettori dei fondi di the/caffè.

Nel primo caso se a parere dell’INPS i pranoterapeuti nonsono degli operatori del settore della salute ci si domandacosa mai dovrebbero fare per guadagnarsi da vivere, forsecuocere le patate con l’imposizione delle mani in luogo delforno a microonde?

Nel secondo caso qualora si tratti di discriminazione sidovrebbe denunciare l’IPNS all’Alta Corte di Giustiziadell’Aja.

Forse, più semplicemente, all’INPS non sono stati ancoraavvertiti che non esiste un titolo di studio giuridicamente vali-do che autorizzi l’esercizio della pranoterapia anche se cisono molte spinte perché si arrivi anche alla laurea. Ma,come ha avuto modo di affermare Silvio Garattini, il quale èsolo il Direttore dell’Istituto Mario Negri che forse l’INPS nep-pure sa che esista, l’introduzione nelle Università Statalidegli insegnamenti di discipline che non hanno alcuna basescientifica è senza precedenti in tutto il mondo occidentale eporrà l’Italia in una posizione insostenibile come al tempodella celebrazione della terapia Di Bella.

C’è di che sorridere, o forse, più appropriatamente, c’è diche farci deridere.

Claudio Mellana

Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

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Cronaca attività dellaRete HPH piemontese

L’Assemblea dei Soci del Cipes Piemonte (4-marzo 2005) conla “ celebrazione” molto partecipata dei 15 anni di attività mi hapermesso di ricordare (non ancora di celebrare) gli 8 anni di vitadella Rete HPH piemontese, cioè la progressiva realizzazione diun sogno, considerato all’inizio un’ avventura di solitari utopisti.

Lo sguardo retrospettivo permette di scorgere, con la necessa-ria freddezza e lucidità, il mutamento, nella nostra Regione, delclima culturale, e l’inizio di una capacità “riorganizzativa” del siste-ma Sanità da parte di una, per ora, “minoranza” di adepti organiz-zati in gruppi di lavoro, ben consapevoli del necessario supera-mento della centralità dell’Ospedale, aperto alla collaborazione,non impositiva né autogestita, con tutte le strutture ed attività ter-ritoriali con pari dignità, nel percorso diagnostico-curativo ed assi-stenziale del cittadino diventato momentaneo paziente.

E’ ormai matura la consapevolezza che il problema “Salute”non è risolvibile soltanto dal “Pianeta Sanità”: le cosiddette“Eccellenze Ospedaliere”di cui tanto si parla, non sempre a pro-posito, rappresentano indubbiamente la migliore risposta tecnico-organizzativa alle patologie più impegnative, specie in fase acuta,ma lasciano il vuoto intorno. L’invecchiamento progressivo dellapopolazione piemontese (vero primato !) accentuando il prevale-re delle malattie degenerative e la cronicità, denuncia la dramma-ticità delle carenze delle strutture ma soprattutto dei servizi pre epost ospedalieri, veri filtri ai ricoveri improprii in Ospedale, effica-ce risposta alla continuità assistenziale dopo le dimissioni ospe-daliere, (valorizzazione del Distretto!).

Temi impegnativi, affrontati con spirito interdisciplinare dai grup-pi di lavoro nei progetti HPH in rete,che partendo dalla “riorganiz-zazione” dei Servizi Sanitari e Sociali (assicurandone il rapporto ela continuità ), ampliano il loro intervento con la lotta ai determi-nanti della cattiva salute, ben individuati nel tabagismo, nell’alco-lismo, nei disordini alimentari, con l’adozione di stili di vita sani,rivolta specie ai giovani, con la realizzazione di ambienti di lavorosicuri e sani, con la tutela della donna e del minore di fronte adabusi e violenza, con l’umanizzazione dell’accoglienza estesa agliextracomunitari, con un’efficace trattamento del dolore.

Ognuna di queste attività è il motivo ricorrente dei 7 ProgettiHPH regionali che hanno ripreso maggior slancio dopo gli ultimidue Convegni Nazionali HPH: ho notato una forte ripresa nellaelaborazione e nello sviluppo delle linee guida, una maggior par-tecipazione, anche quantitativa, alle riunioni di gruppo, tuttecalendarizzate.

Progetto “Integrazione Ospedale-Territorio”Prosegue il lavoro di costruzione dei requisiti per un Ospedale

integrato.Il sottogruppo che si occupa delle “Linee guida e percorsi assi-

stenziali” per il miglioramento dell’assistenza nelle patologie adelevata esigenza di integrazione, ha centrato l’interesse, in segui-to al rilevamento di un questionario ad hoc, per i temi dello scom-penso cardiaco e del diabete.

Il sottogruppo con l’argomento “Modelli organizzativi per ladimissione” (dimissione protetta, ADI, RSA,ecc…) ha analizzatoun documento del Servizio Sanitario Britannico in forma di ampioquestionario per la autovalutazione della pianificazione delledimissioni con le necessarie modifiche adattabili alla nostra real-tà. Il sottogruppo si occupa anche della Comunicazione edInformazione (Internet, Telemedicina, opuscoli ecc..).

Ricordo ancora una volta l’apparente paradosso:”SenzaComunicazione i fatti non esistono “!

Tale sarà l’argomento principale del prossimo ConvegnoNazionale HPH che si terrà a Courmayeur dal 29 settembre al 1ottobre 2005 .

I Progetti “Ospedali liberi dal fumo”e “Nutrizione della per-sona in Ospedale ed in RSA” partecipano al ProgettoMinisteriale “Valutazione di efficacia e di modello integrato di pro-

mozione della salute rispetto alle tematiche: lotta al tabagismo,promozione di una corretta alimentazione, promozione dell’attivi-tà fisica”. Il coordinamento scientifico è della Regione Lombardiae vi partecipano:le regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,ARES Puglia, Cipes Piemonte.

E’ stata elaborata una scheda di rilevazione per la raccolta delleinformazione negli anni 2000-2004, che saranno valutate e vali-date con l’apporto del CENSIS dall’Università di Pavia e dalCentro Cockrane italiano.

Progetto “Miglioramento dell’accoglienza alla personastraniera afferente ai Servizi Sanitari”.

Con la premessa della centralità della persona, indipendente-mente dalla sua appartenenza etnica, culturale, religiosa e socia-le, al fine di organizzare le attività di cura e servizi eguali per tuttii pazienti, nel giugno 2004 sono stati distribuiti questionari al per-sonale delle singole realtà operative per acquisire informazionireali sui bisogni formativi ed impostare un Corso di formazioneper gli operatori coinvolti nell’accoglienza straniera (ultima notizia:8 sessioni del corso su 10 saranno finanziate dalla Provincia diTorino).

Progetto “Fasce deboli. Abuso e violenza sulle donne e suiminori”

L’istituzione del Centro “Soccorso Violenza Sessuale “dell’ASOS. Anna di Torino è un modello organizzativo trasferibile in altrestrutture sanitarie:infatti per realizzare un collegamento in rete èstato formalizzato un accordo con l’Ospedale Maria Vittoria diTorino (ASL 3) e l’Ospedale Civile di Asti (ASL 19).

Progetto “Salute e Sicurezza degli operatori sanitari”Pongo l’attenzione, ripetendomi, sul tema “Prevenzione del

Burn-out” con l’esperienza della ASO di Alessandria come inter-vento preventivo e di tipo psicologico.Il buon esito dell’operazio-ne, specie nell’Ospedale Pediatrico, mi pare consenta di esten-derla ad altre realtà aziendali.

Operativamente è stato promosso un Convegno a Verbania il16 giugno 2005 sul tema “Clima Aziendale” in collaborazione conl’Università di Parma.

Progetto “Ospedale senza dolore”E’ in preparazione un Protocollo di accoglienza specifico per il

paziente che accusa dolore all’ingresso in Ospedale o durante ladegenza, in previsione la valutazione ed il monitoraggio del dolo-re percepito dal ‘paziente e Corsi di formazione e di aggiornamen-to (tutors in ogni Unità operativa).

Il gruppo di lavoro ha deciso di coinvolgere direttamente tutti iDirettori Generali e Direttori Sanitari delle Aziende piemontesi aquesto tema invitandoli ad un incontro nei primi giorni del prossi-mo giugno presso la sede del gruppo (Ospedale GradenigoTorino ) per presentare lo svolgimento dei lavori ed attivare tuttele possibili iniziative in ogni singola Azienda.

Piero Zaina

9° CONFERENZA NAZIONALEDEGLI OSPEDALI PER

LA PROMOZIONE DELLA SALUTERETE HPH (HEALTH PROMOTING

HOSPITALS)

Courmayeur, Forum Sport Center29-30 settembre e 1 ottobre 2005

COMUNICARE LA SALUTE: IL RUOLODELL’OSPEDALE E DEL DISTRETTO

Per aggiornamenti sul programma e sulle date di invio delle adesioni e dei contributi scientifici

e poster consultare il sito www.ausl.vda.it

Le reti HPHLe reti HPH4Promozione Salute

Comunicare la salute ocomunicare per la salute?

Il tema della comunicazione, che è stato scelto moltoopportunamente dalla rete HPH della Valle d’Aosta per la9° Conferenza Nazionale della Rete Italiana degliOspedali per la Promozione della Salute, fornisce lospunto per una riflessione sul significato della comunica-zione nel campo della salute.

Mi pare sia opportuno chiarire cosa è la comunicazio-ne. Non si tratta certamente della trasmissione di infor-mazioni o del semplice passaggio di un messaggio, tuttecose utilissime in campo di salute perché la conoscenzaè presupposto per ogni decisione, ma che non possonoin alcun modo identificarsi con la comunicazione.

L’Organizzazione Mondiale della Salute, nel progettoSalute 21, introduce sin dall’inizio il concetto di equità edi alleanza per la salute. La trasmissione dell’informazio-ne è per definizione espressione di un sistema asimme-trico in cui vi è chi sa e trasmette l’informazione e chi nonsa e della informazione diviene il recipiente. Un sistemaasimmetrico è di per se non equo e l’alleanza in un siste-ma non equo non può produrre il guadagno di salute cheè l’obiettivo di ogni azione di promozione della salute.

Fra i determinanti della salute, Salute 21 distinguequelli che vanno rispettati da quelli che vanno combattu-ti. Fra i primi vi sono le variazioni biologiche naturali, lescelte libere e consapevoli e i vantaggi per i gruppi cheadottano per primi comportamenti che producono salute.L’elemento unificante di queste tre situazioni è il patrimo-nio di conoscenze che evidentemente non è uguale pertutti, per cui la distinzione fra chi sa e chi non sa, non vaignorata ma, precisa il documento, per garantire qualitàed equità, occorre che i comportamenti che produconosalute adottati per primi da chi ha le conoscenze venga-no resi disponibili a tutti. E ciò non può avvenire sempli-cemente imponendo comportamenti sani, ma neppuresolo trasmettendo le conoscenze, fornendo l’informazio-ne sulla quale i comportamenti sani sono basati perchéciò resta alla superficie, può cambiare i comportamenti,ma non cambia la persona che non diventa protagonistadella costruzione della salute sua e degli altri.

Comunicare significa dire all’altro “tu mi interessi”.Ognuno di noi ha qualcosa da dare all’altro. Comunicarevuol dire condividere, mettere in comune quello che cia-scuno di noi ha come conoscenze, come esperienze,come sentimenti per costruire insieme il benessere mio,tuo, di tutti. La salute non si comunica, si comunica percostruire benessere, per fare salute. La comunicazione èstrumento di salute.

Dire a un altro “tu mi interessi” costituisce immediata-mente un sistema equo in cui ognuno è protagonista, nonvi è chi da e chi riceve, ma tutti e due nello stesso tempodanno e ricevono. Quelli che vengono definiti mezzi dicomunicazione sociale, la televisione, Internet, i giornalisono in realtà mezzi di informazione. La comunicazione èuna processo squisitamente umano, è il modo con cui lapersona esce dal suo isolamento e si realizza nell’incon-tro con l’altro. L’empowerment proclamato dallaConferenza di Ottawa non è altro che il risultato dellacomunicazione. Se nel nostro incontro ognuno di noi si èscoperto capace di dare qualcosa all’altro perché l’altrorealizzi in modo più completo se stesso e il propriobenessere e nello stesso tempo divenga protagonistanella costruzione del benessere di tutti, ognuno di noi siriconoscerà un valore per la società.

La comunicazione è condivisione di nozioni, di espe-

rienze e di sentimenti. Ma anche di paure, di debolezze.Perché solo riconoscendo che l’altro condivide le nostredebolezze, le nostre paure e le nostre difficoltà lo sentire-mo veramente uguale a noi e ci troveremo ad operaresullo stesso piano per superare le debolezze, le paure, ledifficoltà della società in cui operiamo per costruire lasalute, benessere fisico, psichico, sociale e spirituale, ditutti. Ma bisogna imparare a dire “tu mi interessi”, mette-re l’altro al centro perché solo così metteremo noi stessial centro.

Non per nulla la Chiesa pone alla sua base laComunione. Il messaggio di Cristo è proprio quello: “tu miinteressi”. A tal punto da dare per te la mia vita per con-dividere la felicità, la salute per sempre.

Luigi Resegotti

Rete HPH PiemonteIn questo numero di Promozione Salute è accluso il

depliant che illustra i progetti che la rete degliOspedali per la Promozione della Salute dellaRegione Piemonte ha attuato e sta implementandograzie all’impegno delle Aziende Territoriali eOspedaliere coordinata dai medici indicati per ogniprogetto. Ciò permetterà ai lettori di PromozioneSalute di essere al corrente di come si concretizzal’impegno di tutti noi.

Il depliant è stato fatto anche in inglese per esseredistribuito alle altre reti HPH europee

Atti della Regione- DGR 22nov.2004 n. 1-14002 - Conferma richiesta di

inserimento del “Parco della Salute” nell’elenco GrandiOpere.

- DPGR 26 genn. 2005 n.5 - Costituzione dell’Aziendasanitaria ospedaliera regionale „Ordine Mauriziano diTorino“

- DGR 22 nov. 2004 - Oneri per l’acquisizione dei PresidiOspedalieri CIOV e destinati alla gestione liquidatoria. €10.000.000,00

- D.D. 6 agosto 2004 - Sperimentazione di un sistema dipresa in carico dell’anziano da parte dei servizi socio-assistenziali-sanitari

- DGR 20 dic. 2004 - Finanziamento per la realizzazionedi strutture palliative II fase.

- DGR 20 dic. 2004 - Percorso di continuità assistenzialeper anziani ultra 65enni non autosufficienti o persone icui bisogni sanitari e assistenziali siano assimilabili adanziano non autosufficiente

- DD 26 nov. 204 n. 609 – Piano nazionale per la sicurez-za stradale. Interventi di adeguamento delle fermate deltrasporto pubblico locale

- DD 30 nov. 2004 n. 461 – Affidamento all’ARESSPiemonte della costituzione di un centro regionale dicontrollo sul traffico

- DD 2 marzo 2005 n.9 – Bando relativo alla concessio-ne di contributi per progetti finalizzati all’ottimizzazionedella gestione associata della Polizia Locale

- LR 4 marzo 2005 n.1 – Statuto della Regione Piemonte- DD 8 marzo 2005 n.47 – Promozione rete dei presidi a

rilievo sociale – Potenziamento e messa in sicurezza- DGR 7 marzo 2005 n.45-14975 – Individuazione del

percorso per l’erogazione degli ausili nell’ambito delleCure Domiciliari

Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

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Città Sane cresceVelocemente

Si sta finalmente attivando il virtuoso circuito del "pas-saparola" e della diffusione "a cascata". E' di questi gior-ni l'incontro a Chieri con il direttore generale dell'ASL,dott. Rabino, e con alcuni membri del suo staff, tra cui ildott. Barcucci che si è fatto promotore dell'incontro e del-l'avvio della rete locale. E' già stata programmata unariunione, per l'inizio di aprile, con il sindaco di Settimo e,sempre in aprile, verranno ripresi i contatti con le città el'ASL eporediesi, mentre sono in corso colloqui per l'avviodelle rete nel distretto di Orbassano. Presso l'ASL 4, pre-sente il direttore generale, dott. Fornero con i suoi colla-boratori, fra cui i direttori di distretto è stato presentato illavoro della dott.ssa Fanì predisposto come ASL 2 per lecircoscrizioni 2 e 3, auspicandone un simile coinvolgi-mento per l'ASL4 e le altre ASL torinesi.

Anche oggi pubblichiamo tre interventi particolarmenteimportanti. Il primo, di Amalia Neirotti, stabilisce con evi-denza, il ruolo dell'ANCI regionale ed i rapporti conCIPES in merito a Città Sane Piemonte. Crediamo che laripresa della collaborazione, avvenuta dopo il rinnovodella presidenza, avvenga sotto i migliori auspici. MaraFanì e Giovanni Borgarello riferiscono e commentano inmerito ad attività già avviate e di cui avevamo fornito noti-zia in precedenza.

Chi fosse interessato a contattarci lo può fare ancheconsutando il sito CIPES e lo spazio dedicato a CittàSane.

E.C.

Anci Piemonte e CipesL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI COMUNI ITALIA-

NI DEL PIEMONTE, recentemente rinnovata nei suoiorganismi direttivi, conferma la volontà di collaborare conCIPES e di allargare l’ALLEANZA PER LA SALUTE E LACULTURA DELLA SALUTE ad altre amministrazionicomunali attraverso la promozione del progetto “CITTA’SANE”. Saranno quindi garantiti gli impegni assunti conla Convenzione sottoscritta nel 2003 e saranno disponibi-li il sito web dell’Associazione e le ulteriori collaborazioniche si riterrà opportuno concordare.

La dichiarazione di intenti esposta non è solo un attoformale.

L’ ANCI, sia a livello locale che a livello nazionale, pro-muove politiche di collaborazione e di partenariato, spes-so trasversali ai partiti, con tutti i soggetti che sono inte-ressati ad accrescere i diritti di cittadinanza, nella convin-zione che alleanze forti, orientate ad obiettivi di interessecomune, mettano in campo una maggiore capacità dirappresentatività e di forza contrattuale, e quindi ancheuna maggiore possibilità di efficacia.

Ce lo conferma anche la nostra esperienza di ammini-stratori comunali in cui tocchiamo con mano l’importanzadel ruolo svolto dalle alleanze e dalle cooperazioni, spe-cie quando si tratta di grandi strategie culturali che pos-sono essere progettate e sviluppate solo con un grandepatto sociale, condiviso e rinsaldato attraverso la dialetti-ca costante.

A maggior ragione, quando in gioco c’è l’obiettivo disalute per tutti, serve una grande alleanza che impegni le

istituzioni, i Comuni, la Sanità, le Scuole, le associazionie tutta la comunità a definire il miglior futuro sostenibile.

Il tema della salute è cruciale nell’esperienza sia deisingoli cittadini sia della collettività ed è anche uno straor-dinario banco di prova dell’amministrare oggi.

Una nuova attenzione alla qualità della vita ha fatto sìche tra gli obiettivi dei nostri programmi elettorali, ci siaora più che in passato l’impegno a fare in modo che neiterritori che amministriamo si viva bene, ci sia sviluppo,cresca un benessere che non lascia nessuno ai margini,ci sia ascolto e capacità di cogliere i bisogni, venganogarantiti i diritti e generalizzate le opportunità.

Abbiamo in mente paesi sicuri perché socialmente inte-grati, paesi puliti e vivibili, che stanno dalla parte dei piùdeboli, dei bambini, degli anziani e degli ammalati e dallaparte dell’ambiente.

Ma la traduzione in azioni concrete di questi obiettivinon è facile: un’amministrazione responsabile ed attentaai bisogni dei cittadini incontra ostacoli crescenti nelleleggi finanziarie che sempre più spesso limitano la capa-cità di spesa e di dotarsi delle risorse umane necessarie,costringendo alla gestione di poco più dell’ordinario.Proprio su questi problemi si alza, inascoltata purtroppo,la voce dell’ANCI che denuncia i tagli alla spesa sociale el’impossibilità di tutelare i diritti dei cittadini.

Nonostante ciò la maggior parte dei Comuni sta lavo-rando, seppur con fatica, a nuovi piani strategici di svilup-po: dai Piani di zona dei servizi sociali, agli impegni diAgenda 21, dai Contratti di quartiere ai progetti dei Pattiterritoriali.

E’ cresciuta l’attenzione all’alimentazione scolastica, aipercorsi sicuri nelle città, alla qualità dell’ambiente, allaproduzione dei rifiuti e al loro smaltimento, ecc.

Si tratta di cambiamenti di mentalità che sono anchemerito del contributo della CIPES.

In quindici anni di lavoro, la Confederazione ha “semi-nato” spunti di riflessione e di responsabilizzazione chestanno segnando i progetti di sviluppo di un numero cre-scente di Comuni. Per tanto buon lavoro vanno ringrazia-ti il Presidente, il Direttivo ed i Soci che hanno messo adisposizione professionalità, entusiasmo e passione civi-le.

L’ANCI PIEMONTE ritiene che l’alleanza con la CIPESPIEMONTE sia strategica proprio per la mission dellaConfederazione e quindi, in particolare, per il contributoculturale che ha dato ed è necessario che continui a dare,al miglioramento della qualità della vita. Per questo siimpegnerà a una nuova divulgazione del Progetto “CITTA’SANE”, e in particolare delle sperimentazioni già attuate.

A CIPES chiediamo innanzitutto di continuare a perse-guire con forza le sue finalità statutarie oggi più che maiattuali, e in particolare:➢ di far conoscere le ”buone pratiche” del progetto

“CITTA’ SANE”;➢ di sostenere le sperimentazioni dei Comuni;➢ di richiamare in ogni contesto pubblico maggiore atten-

zione ai temi della sicurezza stradale; ➢ di affiancare i Comuni nelle difficili adozioni di provve-

dimenti che comportino una riduzione di libertà indivi-duale a vantaggio di tutti, come ad esempio la riduzio-ne delle emissioni in atmosfera;

➢ di “umanizzare” i luoghi in cui ci si occupa di ammala-ti.

Amalia NeirottiVicepresidente ANCI PIEMONTE

Sindaco del Comune di Rivalta di Torino

Le reti Città SaneLe reti Città Sane6Promozione Salute

Città sane asl 2: il primoprofilo di salute

Dopo le precedenti anticipazioni, annunciamo che è stato pro-dotto e pubblicato il primo Profilo di Salute piemontese; il terri-torio studiato è quello dell’ASL 2 di Torino.

Il documento è disponibile in versione cartacea ed informati-ca (in pdf), accompagnate dalla presentazione del Presidentedel CIPES, Sante Bajardi. Questo documento analizza le princi-pali caratteristiche del territorio dell’ASL e confronta leCircoscrizioni componenti: la 2 e la 3.

Sono state inoltre prodotte altre due versioni ridotte e specifi-che per ciascuna Circoscrizione componente l’ASL 2.

Qualche flash sui risultati.Le Circoscrizioni 2 e 3 sono quelle ove la speranza di vita è

fra le migliori della città e dove la mortalità è inferiore alle altreripartizioni amministrative torinesi. Il vantaggio lo si riscontrasoprattutto nel sesso maschile. La condizione professionaleprevalente è quella impiegatizia, mentre gli operai e assimilatisono presenti in misura decisamente inferiore. All’interno delleCircoscrizioni esistono per altro differenze fra quartieri in termi-ni di stato sociale, con zone maggiormente avvantaggiaterispetto ad altre.

Fra i non occupati residenti nella Circoscrizione 2 prevalgonoi pensionati e ciò in relazione al fatto che in questa zona è pre-sente la maggiore proporzione di ultrasessantacinquenni dellacittà; nella Circoscrizione 3 la categoria prevalente è rappresen-tata dalle casalinghe.

La distribuzione di stranieri iscritti all’anagrafe è abbastanzadiversa: questi rappresentano il 3,4% nella Circoscrizione 2 edil 6% nella Circoscrizione 3. La presenza straniera dell’ASL 2 èinferiore rispetto alle altre realtà urbane.

La Circoscrizione 2 può considerarsi fra le più “tranquille”della città in quanto a reati commessi sul territorio, mentre laCircoscrizione 3 è al terzo posto nella graduatoria cittadina eprevalgono i reati predatori (furti, scippi, rapine). Ad ogni buonconto un’indagine condotta su una serie di variabili correlate allasicurezza, all’assetto demografico, ai servizi ed ai problemisociali mette in evidenza come le Circoscrizioni 2 e 3 sono inposizione favorevole rispetto a tutte le altre, mostrando qualchecriticità solo nella carenza di alcuni servizi e nel verde pubblico.In effetti si tratta di Circoscrizioni affollate, con la minore quotadi metri quadri per abitante della città. Infine l’inquinamentoatmosferico non risparmia queste zone, come in tutta Torino,per quanto le stazioni di rilevamento posizionate in questo terri-torio abbiano registrato un numero leggermente inferiore di gior-ni di superamento del livello massimo consentito di polveri ina-labili.

Da uno studio condotto sulla popolazione scolastica dellescuole elementari emerge che i genitori dei bambini e dei ragaz-zi dell’ASL 2 hanno scolarità e condizione professionale miglio-re di quelli delle altre ASL, vivono in condizioni abitative ed adot-tano stili di vita mediamente più adeguati rispetto alle altre real-tà torinesi e questo si riflette sulla salute dei propri figli. Infatti ibambini di queste zone presentano disturbi respiratori inferioririspetto agli altri. I genitori dei ragazzi delle scuole medie pre-sentano mediamente fattori positivi, tuttavia i loro figli presenta-no una minore propensione a seguire stili di vita sani; il risulta-to è che questi presentano qualche problema respiratorio in più.

La condizione delle donne nelle Circoscrizioni, seppur in unambiente complessivamente favorevole, risente dei fenomenisociali emergenti: le donne studiano di più e stanno più a lungoin famiglia, così l’età media al matrimonio sta aumentando, cosìcome l’età media per il primo figlio.

Le donne hanno un tasso di occupazione provinciale del38,4% contro il 57,4% dei maschi e, secondo una serie di studi,sono penalizzate in quanto a remunerazione e prospettive dicarriera.

Una quota di donne che lavora smette dopo il primo figlio e

Città sane nel pineroleseAlcuni soggetti territoriali del pinerolese si sono incontrati per

capire se e come avviare il progetto “Città Sane” nel proprio terri-torio. L’idea è quella di costituire un gruppo promotore, i cui com-ponenti siano aderenti al CIPES, che definisca un progetto di atti-vazione di “Città sane”, individuando un concreto itinerario dilavoro. Vi è una notevole convergenza tra ciò che il territorio delpinerolese sta cercando di sperimentare in questi anni e la filoso-fia e la metodologia di “Città sane”.

Il pinerolese infatti da tempo si sta interrogando se vi siano lecondizioni per pensarsi ed agire come un soggetto unitario ecoeso, vale a dire per essere un territorio che condivide un’anali-si delle dinamiche in corso, che è capace di individuare obiettivicomuni, di sviluppare una progettualità condivisa ed integrata, didarsi modalità e forme organizzative unitarie per lavorare insie-me.

E’ questa un’esigenza molto forte, che trae origine dal ricono-scimento del fatto che tutti i problemi complessi - sociali, econo-mici, ambientali - non sono più trattabili solo in dimensioni locali osolo in una dimensioni globale e che tanto meno possono esseregestiti, a livello locale, da un singolo soggetto, per quanto forteesso sia: le interdipendenze obbligano da un lato ad affrontare,culturalmente ed operativamente, la complessità e dall’altra alavorare insieme, a co-progettare e co-gestire processi su tantilivelli e tra tanti soggetti diversi, individuali e collettivi, attraverso ilcoordinamento di azioni e la costruzione di senso e di consenso.

Alcune esperienze che si muovono in questa direzione sonostate fatte o sono tuttora in corso nel pinerolese: basti pensare aquella del Patto Territoriale, nel cui ambito, in particolare, si è svi-luppato un progetto di ricerca/azione denominato “Promozionedella sostenibilità nel Pinerolese”, curato metodologicamente dalConsorzio Pracatinat, che ha lo scopo proprio di esplorare e inparte di costruire le condizioni per far operare il pinerolese comeuno Sistema Locale Territoriale (SloT), per usare il linguaggio diun modello messo a punto dal prof. De Matteis e dal DipartimentoInterateneo Territorio dell’Università e del Politecnico di Torino.

Proprio questa ricerca evidenzia come accanto a segnali posi-tivi – per es., negli ultimi anni sono stati sviluppati ca. 90 progettia scala sovra-comunale che si basano su una forte interazione tragli enti locali e, in parte, tra pubblico e privato – vi siano diversecriticità da affrontare: differenze di visione e di azione tra le diver-se parti del pinerolese (tra montagna e pianura, tra le valli, ecc.);difficoltà a integrare progetti e settori; difficoltà di dialogo tra atto-ri pubblici e privati, tra il livello tecnico ed il livello politico-ammini-strativo, tra “esperti” ed attori territoriali; l’esistenza di geometrieterritoriali variabili a seconda dei contesti progettuali (INTERREG,progetti LEADER, Agende 21, Patto territoriale, gestione acque erifiuti, ecc.); la dipendenza in molti casi da scelte programmatiche“dall’alto”, la difficoltà di dare voce ai soggetti più deboli, ecc. …

In ogni caso, risulta ancora fortemente in ombra l’integrazionedella dimensione sociale all’interno dei processi di sviluppo,anche quando questi fanno riferimento ad un’idea di sviluppo

➯ Segue a pag. 7

sono moltissime le donne che vivono sole, sia a seguito di sepa-razioni/divorzi, sia, soprattutto in età avanzata e queste ultimesoprattutto nella Circoscrizione 3.

Infine le donne che vivono in uno dei contesti più favorevolidella città, sono oggetto di eventi sentinella: le residenti nelleCircoscrizioni 2 e 3, pur presentando tassi di mortalità generaleinferiori rispetto ad altre zone, conseguono comunque primaticittadini per morti evitabili. Nello specifico le donne dellaCircoscrizione 2 per tumori dell’utero e del colon e quelle dellaCircoscrizione 3 per tumori della mammella, della vescica e perAIDS.

Chi fosse interessato a ricevere il documento può farne richie-sta alla d.ssa Mara Fanì, tramite email: [email protected]

Mara Fanì

Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

7➯ Segue da pag. 6

sostenibile, che tale dimensione implica di per sé fortemente.Capita così che il tema della salute e le relative politiche e pro-

gettualità non abbiano la centralità che meritano nel delineare unfuturo (sostenibile) del territorio.

Ecco allora che l’idea di salute proposta dall’OMS e dal proget-to Città Sane può aiutare a colmare questa lacuna. Una definizio-ne di salute intesa come completo benessere psico-fisico e comerisultante di molte determinanti (istruzione, qualità dei contestiambientali, stili di vita, ecc.), ci consegna un’idea non strettamen-te e principalmente sanitaria della salute stessa. Promuovere efare salute richiede politiche complesse ed integrate relative allapianificazione territoriale, i trasporti, la casa, l’alimentazione, l’i-struzione e, anche, naturalmente, gli strumenti sanitari. In questosenso la salute può essere considerato come un indicatore com-plessivo della sostenibilità delle dinamiche territoriali. Il progettoCittà sane va quindi visto come un percorso per definire un piùcomplessivo Progetto strategico per il pinerolese.

Per questo motivo non va concepito come un processo a séstante ma va integrato nel Patto Territoriale o in altra ed analogarealtà che nei prossimi anni rappresenti l’evoluzione dei Patti, chedi per sé, così come si sono sviluppati in gran parte d’Italia e dellaregione, presentano notevoli limiti accanto ad indubbi punti diforza. Questo modo di concepire “Città sane” non è banale erichiede degli approfondimenti: ad esempio, la costruzione di unProfilo di salute complessivo del pinerolese, dovrà fare i conti conle diversità delle sue varie aree, che rinvia alla necessità di atti-vare percorsi ad hoc che assumano come interlocutori i diversiDistretti anziché l’ASL nel suo insieme. Come tenere insieme par-ticolarità locali con un quadro complessivo?

Bisognerà inoltre metter a punto le modalità di sviluppo del pro-getto, senza affidarsi all’applicazione di ricette (c’è il rischio chevenga assunta in questo modo la sequenza Profilo di salute -Piano locale per la salute oppure l’adozione di indicatori pre-defi-niti o delle metodiche di Valutazione di Impatto di Salute). Moltoutile sarà far dialogare le esperienze già svolte in altri territori diCittà sane con le riflessioni che emergono da esperienze piùlocali, come quella della ricerca sopra ricordata.

Anche in questo caso forti sono le convergenze nel considera-re essenziali per la riuscita dei processi di progettazione territo-riale la partecipazione attiva dei soggetti territoriali, istituzioni,corpi intermedi, ma anche i cittadini.

I comportamenti e le azioni dei soggetti, che si tratti di singoliindividui o di organizzazioni, all’interno di “sistemi a legame debo-le” [K. Weick, 1993] dipendono dalle rappresentazioni che talisoggetti hanno delle dinamiche territoriali, del proprio e dell’altruiruolo, del funzionamento delle organizzazioni, di ciò che è o nonè salute, dei meccanismi che la producono o la impediscono,ecc.…. Cambiare comportamenti richiede quindi un lavoro sullerappresentazioni, un lavoro di trasformazione culturale, processidi apprendimento. Vale a dire in altri termini che la partecipazio-ne e la costruzione di qualcosa di condiviso (i problemi di cuioccuparsi, il senso di quello che si fa, il modo di leggere i feno-meni, ecc.) è una condizione indispensabile per fare sviluppolocale ed anche per fare salute [F. D’Angella, A. Orsenigo, 1999].

Quando si parla di salute ciò è particolarmente evidente, per-ché raggiungere obiettivi significativi significa che molti attori ter-ritoriali – i cittadini, i decisori di diverso tipo e livello – scelgono dicambiare comportamenti radicati (stili di vita, decisioni di spesapubblica, modi di strutturare filiere economiche, modalità di orga-nizzare e gestire del traffico, ecc. ..).

A sua volta questo lavoro culturale richiede condizioni metodo-logiche ed organizzative da progettare con cura e di cui prender-si “quotidianamente” cura: ad esempio, la predisposizione diforme organizzative temporanee e flessibili - in gergo,Organizzazioni Territoriali Temporanee [K. Weick, 1993; B. Zobel,2004] - che non sostituiscano le organizzazioni più tradizionali(Enti locali, ASL, ecc.), ma che rappresentino un luogo dove con-nettere, integrare, sviluppare esperienze e culture … soprattutto

luoghi dove imparare insieme [F. Olivetti Manoukian, 1998].Naturalmente tutto questo richiede da un lato un impegno non

trascurabile da parte dei partecipanti e, in particolare, dei tecnici edegli amministratori degli Enti locali e, dall’altro, risorse adeguate.

Si tratta di capire chi e quanto e sotto quale forma potrà renderdisponibili le risorse necessarie, ma fin d’ora appare come neces-sario che vi sia un sostegno finanziario (e non solo) da parte deglienti di ordine superiore, Provincia e Regione. Un impegno nonaccessorio ma che rappresenta secondo noi una prospettiva stra-tegica.

Naturalmente i territori “locali” devono fare la loro parte.In questo momento, come ricordato ad inizio articolo, per quan-

to riguarda il pinerolese, si intende procedere a costituire ilGruppo promotore e ad attivare alcuni primi passi, a partire da unlavoro attento che consenta ad un vasta configurazione di attorilocali di condividere il senso e l’importanza di un’operazione chevuole mettere la salute al centro della ricerca di un futuro soste-nibile del nostro territorio.

Giovanni BorgarelloAssessore politiche sociali del Comune di Torre Pellice

Riferimenti bibliografici.D’Angella F., Orsenigo A. [1999], La progettazione sociale,

Edizioni Gruppo Abele, Torino.DIT, Per un geografia dell’agire collettivo nel pinerolese, work-

paper del progetto “Promozione della sostenibilità nel pinerole-se”, 2005.

Olivetti Manoukian F. [1998], Produrre servizi, Il Mulino,Bologna.

Rossignolo C. e Imarisio C.S. (a cura di), SLoT quaderno 3.Una geografia dei luoghi per lo sviluppo locale. Aspetti metodolo-gici e studi di caso, Baskerville, Bologna, 2003.

Weick K [1993], Organizzare. La psicologia sociale dei proces-si organizzativi, ISEDI, Milano.

Zobel B. [2003], Sviluppo sostenibile e organizzazioni territoria-li temporanee, in Mazzoli G. (a cura di), Il welfare come leva dellosviluppo locale, Animazione Sociale, n. 1/2004, Edizioni GruppoAbele, Torino.

Due momenti dell’incontro a Pinerolo

Le reti Città SaneLe reti Città Sane8Promozione Salute

Progetto “Non inquino Torino”Contributi del Comune per la trasformazione agas delle auto a benzina immatricolate entrodicembre 1992

Torino, come molte grandi città, affronta in questi mesi l’e-mergenza inquinamento atmosferico, causata per il 60% dalleemissioni di benzina.

Tra le misure intraprese dall’Amministrazione comunale perarginare l’avvelenamento dell’aria come la circolazione a tar-ghe alterne per due giorni la settimana e il blocco del trafficola domenica, vi è il progetto “Non inquino Torino”.

Il piano prevede la corresponsione di un incentivo pari a300 euro ai torinesi che decidono di trasformare il propriomezzo da benzina a carburanti a basso impatto ambientale:gas metano e gpl. Poiché questi combustibili rappresentanouna risorsa immediata per migliorare la qualità dell’aria, ilcomune di Torino ne ha promosso l’utilizzo, stipulando con gliinstallatori e con le loro associazioni un protocollo d’intesa.

Hanno diritto al contributo coloro che risiedono nel comunedi Torino, proprietari di un veicolo per trasporto di persone aduso privato, con alimentazione a benzina, immatricolato entroil 31 dicembre 1992.

L’incentivo, a fondo perso, (delibera di Giunta del Comune

di Torino n° 2004 09332/110 del 09/11/2004), non è cumulabi-le con altri incentivi stanziati dalla Provincia, dalla Regione odallo Stato.

L’Amministrazione comunale ha deciso di intervenire con uncospicuo finanziamento, pari a 1.350.000 euro, per convertirecirca 4.500 vecchi veicoli dei cittadini in auto a gas.

L’accordo prevede un listino prezzi massimi applicabili perl’installazione degli impianti a gas anche a quanti che nonhanno i requisiti per ottenere il contributo.

Sono più di 80 le officine, anche nella prima cintura, chehanno aderito all’iniziativa.

“Non inquino Torino” rientra nel quadro di una politica intra-presa dalla Città per favorire lo sviluppo di una mobilità soste-nibile e migliorare la qualità dell'aria e dell'ambiente attraversola riduzione delle emissioni inquinanti. Da qualche anno, èbene ricordalo, Torino è impegnata nella ricerca di interventistrutturali che migliorino sensibilmente la qualità dell’aria: ècapofila nel Progetto Metano e gli studi nel campo dell’idroge-no per autotrazione si sono tradotti nell’immatricolazione delprimo autobus che utilizza questo carburante pulito.

Le prenotazioni sono iniziate il 15 febbraio scorso. Ai cittadini che aderiranno all’iniziativa sarà inviato un bloc-

chetto di buoni carburante pari a 60 euro e applicato, gratuita-mente, il bollino verde "Non Inquino Torino, io vado a gas".

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa telefonare al numeroverde 800 018235 dell’assessorato all’Ambiente o visitare ilsito www.comune.torino.it/ambiente

Mariella Continisio

NEWSVirus dei Polli: sono 47 finora le vittime accertate nei paesi

del Sudest asiatico di cui 15 morti in Vietnam. L’OMS ha lan-ciato l’allarme e ha ipotizzato il pericolo di 100 milioni didecessi in tutto il mondo nel caso in cui il micidiale virusH5N1, molto contagioso tra polli e volatili, dovesse convertir-si in variante umana. Il ministero della sanità Inglese che ritie-ne la pandemia ormai inevitabile, ha deciso di acquistare oltre14 milioni di dosi del farmaco antivirale. M3eno allarmistichele previsioni degli italiani che ritengono il pericolo non immi-nente, pero stanno predisponendo ulteriori dosi di vaccinoche dovrebbero essere pronte entro l’agosto di quest’anno.

Università affare di famiglia a Bari: mogli e figli in catte-dra. Concorsi pilotati, esami venduti, test truccati, ma ancoranon bastava i casi di nepotismo paiono essere la norma, ilpresidente della commissione d’inchiesta dell’ateneo com-mentava: “è come se alcuni professori si fossero sfidati a chipiazzava più parenti”. Senza vergogna e senza pudore unadozzina di clan accademici, anno dopo anno si sono impa-droniti dell’ateneo.

E come se non bastasse viaggi esotici a spese del CNR. Ildenaro destinato alle ricerche veniva intascato dal docenteche faceva viaggi di piacere, spacciati per” missioni”, conmoglie, pagata come tutor e domestica fatta passare perinterprete.

Blitz dei carabinieri in nella clinica Humanitas di Rozzano ,nell’interland Milanese dove ci sono almeno 20 casi sospettidi operati al cuore per truffare l’ASL. Gli interventi non eranonecessari, ma venivano intascati dal Servizio sanitario nazio-nale quindicimila euro per ogni valvola sostituita. L’ipotesi direato è di lesioni aggravate.

I fondamentalismi religiosi, islamici o cristiani, o di qualsia-si altra forma fanatica, sono il peggior nemico della donna.Alla conferenza ONU sui diritti violati delle donne sono statipresentate denunce drammatiche diamo solo alcuni dati:

Istruzione: il 75% degli analfabeti è donna;Sanità Mezzo milione di donne muore ogni anno per com-

plicazioni curabili durante la gravidanza e il parto. “01 milionidi donne non hanno accesso ai contraccettivi. Il 57% deinuovi infettati dall’AIDS sono donne;

Violenza: Negli USA una donna su quattro è vittima di vio-lenze carnali. In molti paesi poveri la violenza è la norma;

Lavoro: in media le donne guadagnano la metà degliuomini. Il lavoro domestico Potere: la dichiarazione finaledella precedente conferenza di Pechino stabiliva che la rap-presentanza politica femminile dovesse arrivare al 30% deltotale, ma la media mondiale oggi arriva a malapena al 12%.

E ancora alcuni, pochi, esempi:Cile: I beni della sposa diventano proprietà del marito che

li amministra come crede. Anche le spese domestiche sonodi esclusiva gestione del marito.

Nepal: La donna giunta all’età adulta deve essere presen-tata da un uomo (padre, marito o fratello) allo stato civile peressere registrata ed ottenere i documenti di identità persona-le. Se l’uomo non consente a questo “favore”, la donna nonesiste, non può avere documenti e quindi è soggetta a totaleschiavitù;

Sudan: La legge sancisce la totale obbedienza agli ordinidel marito. La donna nubile deve rispondere a un “guardia-no” che deciderà a chi darla in sposa.

Yemen: la donna non può uscire di casa senza il permes-so del marito e solo per andare ad accudire i genitori. Il lavo-ro domestico è un dovere stabilito dalla legge.

Lesotho: la donna non ha diritto alla proprietà privata. Incaso di decesso del marito non ha diritto all’eredità, i benivanno ai figli maschi o ritornano alla famiglia dell’uomo.

Siria: L’uomo che uccide la moglie o la figlia per atti ritenu-ti immorali non è punibile. La violenza domestica non è reato.

Iran: Ammende e prigione per le donne che non vestonogli abiti islamici. Le adultere sono condannate a morte perlapidazione.

Nel mondo 1 miliardo e mezzo di persone vivono conmeno di un dollaro al giorno e la stragrande maggioranzasono donne e bambini. Per non parlare poi dell’infibulazione,gravissima mutilazione degli organi genitali, praticata neipaesi africani e di fondamentalismo islamico.

Renata Simonotti

Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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Gli effetti a breve terminedell’inquinamento atmosferico nelle cittàitaliane

La ricerca multicentrica italiana sugli effetti a breve ter-mine dell’inquinamento atmosferico in 15 città italiane sichiama MISA “Metanalisi italiana degli studi sugli effetti abreve termine dell’inquinamento atmosferico 1996-2002”(*). MISA ha riunito una sessantina di operatori delleARPA, del Servizio Sanitario Nazionale, del CNR e delleUniversità, sotto la guida del prof. Annibale Biggeridell’Università di Firenze. Lungo un periodo di 7 anni, leconcentrazioni giornaliere degli inquinanti e i dati meteoro-logici sono stati posti in rapporto alla frequenza di alcunieventi sanitari che si sono verificati nella stessa giornata eper ciascuno dei 15 giorni successivi. Gli inquinanti consi-derati sono stati anidride solforosa (SO2), biossido d’azo-to (NO2), ossido di carbonio (CO), particelle di diametroinferiore ai 10 micron (PM10) e ozono. Gli eventi sanitarihanno compreso decessi per cause naturali (tutti, e quellicausati da malattie respiratorie e cardiovascolari) e ricove-ri ospedalieri per cause respiratorie, cardiache e cerebro-vascolari. Nel database complessivo erano inclusi 362mila decessi 456 mila ricoveri per malattie cardiache. Perciascuna città le analisi statistiche sono state condottesecondo un prestabilito protocollo comune, riducendo cosimolti elementi di disturbo tipici delle analisi multicentriche.Nell’insieme delle 15 città, si è stimato che il numero medioannuo di morti attribuibili (a breve termine, è il caso di ricor-dare) agli inquinanti atmosferici sia stato di circa 2000 pergli inquinanti gassosi (NO2 e CO) e intorno a 1000 per lacomponente particolata. Gli effetti dell’anidride solforosasugli esiti considerati sembrano assai limitati. Le stime diMISA sono dello stesso ordine di grandezza, a parità diincremento dei diversi inquinanti, di quelle effettuate altro-ve in Europa e in America del Nord. Sono state notate dif-ferenze tra le stime città-specifiche (a Torino le stime diimpatto sanitario sono state più basse che in altre città).Tuttavia – piuttosto che a specificità locali – esse sono daattribuire a fluttuazioni statistiche e a imprecisioni nellastima di concentrazioni degli inquinanti (soprattutto per ilPM10).

E’ possibile che tra PM10, CO e NO2 si verifichino effet-ti sinergici o di reciproco confondimento. In tutto il mondovi è un crescente interesse per le particelle fini (PM 10) eultrafini (PM 2,5 e inferiori) : la loro composizione (presen-za di metalli quali vanadio e nickel e di idrocarburi policicli-ci aromatici, anche cancerogeni, come il benzopirene), laproprietà di indurre stress ossidativo nei tessuti, la capaci-tà di giungere in profondità nell’albero respiratorio e unaumento del rischio emocoagulativo al crescere delle con-centrazioni di PM10 e PM 2,5. Viene comunemente accet-tato che per le polveri il rapporto dose-risposta sia senzasoglia (e quindi che non vi sia un valore al di sotto dellaquale la concentrazione atmosferica è priva di effetti noci-vi). In Italia, l’attuale valore limite ( in un’ottica di conteni-mento del danno) per le polveri sospese è di 50 micro-grammi per metro cubo giornaliero con un limite di mediaannuale di 40 mgc/mc. MISA documenta come, già in annipassati. questo limite fosse largamente superato in moltecittà italiane (l’indicazione della Unione Europea è di rag-giungere il limite di 20 mcg/mc nel 2010).

L’estensione delle stime di MISA agli eventi che si verifi-

cano durante i 15 giorni successivi alla determinazionedegli inquinanti atmosferici ha consentito di rilevare chesolo una parte limitata degli effetti a breve termine è dovu-ta al fenomeno di “harvesting” (l’anticipo di un evento chesi sarebbe comunque manifestato nel giro di breve tempo,come il decesso di malati gravi). Inoltre l’associazione deglieventi sanitari con gli indicatori di inquinamento è risultatapiù forte negli anziani che nei giovani adulti (che tuttavianon ne sono esenti). Inoltre, il rischio è maggiore in estateche in inverno. Una possibile spiegazione del risultato rile-vato è che gli effetti dell’inquinamento si concentrano di piùin alcune fasce di popolazione più anziane e socialmentedeprivate, come coloro che non si possono permettere diassentarsi dalle grandi città durante i mesi più caldi.

Il contributo del traffico (automobili, furgoni, autocarri,autobus, moto a due tempi ecc) all’inquinamento atmosfe-rico è sicuramente consistente, anche se difficile da stima-re e comunque non omogeneo tra città e città. Il blocco deltraffico cittadino riduce l’inquinamento in misura limitata,ma contribuisce a creare nella popolazione la consapevo-lezza della misura del problema. Da anni l’OrganizzazioneMondiale della Sanità affronta, in modo globale, il trafficocome uno dei principali determinanti della salute umana.L’indirizzo deve essere quello di modificare le opportunità ele modalità che vengono offerte alla gente, nella loro vitaquotidiana, per spostarsi. Potenziamento dei mezzi pubbli-ci (che vanno resi accessibili ad anziani e handicappati) esoprattutto una organizzazione della vita compatibile con itrasferimenti a piedi o in bicicletta. La sedentarietà – effet-to indiretto dell’esasperazione del traffico privato – è un fat-tore di rischio per sé, e contribuisce sostanzialmente airischi di obesità, di malattie cardiache e di cancro. Inoltre,va eliminato il gasolio per il riscaldamento e sostituito conil metano

Per natura del disegno dello studio, MISA non ha consi-derato gli effetti a lungo termine, compresi i tumori. Questirichiedono studi ad hoc, ai quali il contributo italiano (edextra-USA) è stato finora molto limitato. Una valutazione,peraltro ampiamente discussa, condotta da Kunzli indicavacome in Francia ad esempio, su una mortalità annua nel1996 di 8390 per milione di persone adulte di oltre 30 anni,340 sarebbero i casi attribuibili all’inquinamento atmosferi-co; la proporzione stimata sarebbe pertanto del 4% a livel-lo medio nazionale e dovrebbe essere sensibilmente piùelevata nelle zone ad alto livello di inquinamento, quali learee urbane Una stima più prudente è che dei 30.000 ita-liani che muoiono annualmente per cancro polmonarealmeno 1% sia attribuibile all’inquinamento atmosferico. Glieffetti cancerogeni di inquinanti includono le leucemie (agliinizi degli anni 90 era stato stimato che in Italia il numeroannuo di leucemie attribuibili all’inquinamento con benzeneda traffico veicolare fosse compreso tra 20 e 200) e i tumo-ri pleurici causati dall’inquinamento con amianto dell’atmo-sfera generale intorno alle aziende che fino a poco più didieci anni fa producevano manufatti contenenti questomateriale (almeno qualche decina all’anno).

B. Terracini(*) e E. Cadum (**)

(*) Direttore scientifico di “Epidemiologia e Prevenzione”(**) Centro regionale per l’epidemiologia e la salute

ambientale, ARPA Piemonte

(*) Supplemento (100 pagine) al numero 4/5 diEpidemiologia e Prevenzione, la rivista dell’AssociazioneItaliana di Epidemiologia. La pubblicazione è reperibile da“Inferenze”, via Frangipane 4, 20148 Milano([email protected]). Euro 25.00.

Opinioni a confrontoOpinioni a confronto10Promozione Salute

La mania del gioco:un problema emergentenell’Ontario

Traduzione di un articolo apparso nelle 19° edizione –inverno 2005- di The Health Promotion Exchange

La mania del gioco è un grave problema sanitario che si èmanifestato nell’Ontario negli ultimi anni.

Siete consapevoli che:• I maniaci del gioco costituisco il gruppo a maggior rischio

di tentare o compiere suicidio?• I giovani dai 16 ai 24 anni sono particolarmente esposti a

sviluppare la mania del gioco?• I maniaci del gioco riferiscono che loro hanno generalmen-

te incominciato a giocare con le loro famiglie intorno ai 10anni?

• L’Ontario ha ora 23.200 slot machines dislocate in 26 dif-ferenti comunità?

• Il servizio di consulenza del St. Mary (un programma dicomunità del St. Mary General Hospital) ha un Programmaper la mania del gioco finanziato dal Ministero delle Saluteper aiutare quelli con problemi propri o di altri relativi algioco?

Vi sono molti segni che indicano che una persona ha pro-blemi di gioco:

Chiunque……..• Spende più tempo e/o denaro nel gioco di quanto vorrebbe• Gioca con soldi della carta di credito o imprestati• Usa il gioco come via di fuga• E’ preoccupato al pensiero del gioco• Mente per nascondere il gioco a qualcuno che ama• Tenta di cessare o diminuire il gioco e non ci riesce• Si sente colpevole riguardo al gioco• Ha problemi di salute fisica o mentale legati al gioco• Si fissa sulle perdite• Trascura il lavoro o altri impegni per il gioco

……..può trarre beneficio dal parlare con un consulenteprofessionale del suo essere giocatore

Il Servizio di consulenza del St.Mary raccoglie testimo-nianze di se dalla gente che vuole fare dei cambiamenti nelproprio atteggiamento verso il gioco e/o uso di droghe oalcool. Quando vengono richiesti di cosa vorrebbero che iconsulenti professionali sapessero della loro mania delgioco, i nostri clienti offrono questi commenti:• “Una certa quantità di malesseri e depressione possono

essere dovuti a problemi di gioco”• “Io mi rivolsi a un servizio per la crisi quando ero dispera-

to dopo aver giocato e sebbene io avessi detto loro il moti-vo per cui avevo tentato il suicidio, loro continuarono a cer-care di trovare altre ragioni per il mio stato mentale”

• “Il mio medico si limitò a mettermi in cura antidepressiva enon mi ha mai detto che vi erano consulenti disponibili peri problemi di gioco”

• “I dottori ti permettono solo di discutere il problema delmomento, ma molti di questi, compreso quello del gioco,sono connessi fra di loro”

• “Il casinò era il mio posto sicuro dove i miei problemi nonpotevano raggiungermi. Io l’usavo come modo per affron-tare la vita”

• “Avrei voluto che il mio medico mi avesse chiesto perchéavevo di nuovo i problemi…..era perché qualche volta iosto seduto di fronte alla slot machine per ore e ore”

Evidence proved heathpromotion: mito o realtà?

Sempre più viene richiesta la dimostrazione dell’ efficaciadelle azioni che vengono intraprese in vari campi della pro-mozione della salute e vengono da più parti proposti criteridi valutazione

In realtà l’unico criterio valido è la misurazione del guada-gno di salute prodotto dell’azione che si vuol valutare, matale valutazione richiede tempi assai lunghi e l’impiego diindicatori in gran parte ancora da definire.

L’esempio più chiaro di come i criteri di valutazione basa-ti sulle prove possano essere ingannevoli è fornito dallecampagne contro il fumo. Queste sono fondamentalmentebasate su divieti imposti in vari ambienti e l’efficacia delleazioni viene valutata in base alla riduzione del numero difumatori, del consumo medio di sigaretta a testa o, nellamigliore delle ipotesi alla diminuzione dei tumori polmonari,dimenticandosi quello che viene sempre sbandierato chenon è la mancanza di malattia che crea salute. La semplicediminuzione di certe patologie legate al fumo non indica diper se stessa una guadagno di salute. E’ possibile, al limite,che la gente che ha smesso di fumare muoia meno di tumo-re polmonare, ma sviluppi altre patologie, ad esempio ladepressione, il senso di privazione della libertà che posso-no produrre effetti deleteri sulla salute psichica delle perso-ne. Il criterio delle prove oggettive è valido per misurare l’im-patto delle azioni su fenomeni esterni alla salute dell’uomo.I criteri scientifici sono validi se applicati alle malattie, nonall’uomo perché le prime rientrano nell’ambito della scienzastatistica, delle scienze mediche, i secondi rientrano nel-l’ambito delle scienze umane e filosofiche

Non parliamo poi delle valutazioni basate su parametriche misurano l’efficacia dei divieti su dati obiettivi, quali ilnumero di fumatori e del consumo di sigarette. La perdita disalute prodotta da comportamenti e stili di vita scorretti èfrutto della perdita di libertà, dalla dipendenza da sostanzedannose e da condizionamenti sociali, oltre che dal dannofisico che la sostanza in questione può determinare. Non ècertamente un divieto che può porre rimedio a tale perdita disalute Se la scelta di liberasi dalla dipendenza non è libera,ma solo frutto di un divieto, è probabile che questa vengasostituita da un’altra dipendenza forse ancora più dannosa.Ecco allora che solo una azione di educazione che porti allalibera scelta di comportamenti sani potrà dare un guadagnodi salute perché in tal modo non si sarà agito su elementiesterni, ma sull’uomo stesso.

Creare salute è un’azione umana, non tecnica, è frutto dicultura non di norme. Una maggior attenzione alla qualità divita è l’unico strumento valido per valutare la reale efficaciadelle azioni. Non importa se occorre molto tempo. Le scor-ciatoie non servono

Luigi Resegotti

• “Finalmente ho parlato al mio medico dei miei problemi digioco e lui mi ha detto del St. Mary….Non avevo idea didove rivolgermi per aiuto”

• “ Mi vergognavo a parlare con qualcuno….mi avrebbe aiu-tato trovare una pubblicazione nella sala d’attesa del miomedico”

L’articolo termina fornendo gli estremi per ottenere ulterio-ri informazioni del Servizio del St. Mary . Ma il problema ècertamente presente anche in Italia. Non sarebbe utile farequalcosa anche da noi?

Luigi Resegotti

Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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Mobbing da “Eva contro Eva”

Lungo e tortuoso è il cammino compiuto insieme dalledonne per rivendicare i loro diritti: il femminismo, le accesebattaglie degli anni ‘60 contro le discriminazioni di sesso e lasocietà fortemente maschilista, l’autocoscienza della propriasessualità, il diritto al divorzio, la liberalizzazione dei contrac-cettivi e l’approvazione delle leggi che regolano l’aborto, lenormative sulle pari opportunità.

E’ soprattutto la tenacia, la coalizione di molte donne chehanno contribuito a concretizzare la cultura della parità, del-l’emancipazione ed all’acquisizione di questi ed altri diritticivili . Una solidarietà femminile che oggi dà segnali di insta-bilità e di scricchiolii, rischiando così di apparire solo a trat-ti.Siamo nella società cosiddetta complessa, caotica, ricca dipromesse e di contraddizioni, affollata da nuove generazionidi donne, calate nella realtà schematica della “doppia pre-senza” : famiglia e lavoro. Donne con volti inediti del femmi-nile: sono grintose e timide, determinate e fragili, coraggiosee timorose, dinamiche e affaticate, competitive, ma anche inlotta tra loro, nella vita sentimentale per gli stessi uomini enella carriera professionale, provocando situazioni tipichedel Mobbing, in questo caso da “Eva contro Eva”.

Una sorta di rivalità femminile, di cui poco si parla, ma dicui molte hanno esperienza sulla propria pelle e che benappare interpretata in “Eva contro Eva”, un film tratto dal libro“The Wisdom of Eve” di Orr Mary. Commedia dal saporegelido per lo sconsiderato arrivismo, l’ambizione senza con-fini che muovono Eva Harringhton, aspirante attrice di teatro,a tradire senza scrupoli la sua amica Margo Channing, affer-mata diva, strappandole fraudolentemente la parte assegna-tale. Ma…ironia della sorte anche Eva verrà tradita a suavolta da un’altra donna.

Una sceneggiatura sempre più sovrapponibile all’odiernovivere quotidiano. I deliberati colpi bassi sul fronte sentimen-tale e lavorativo si tingano spesso di rosa e vestano gli abitidi quello che viene definito “gentil sesso”. Una vera e propriaforma di Mobbing da “Eva contro Eva”.

Non sempre quindi è la struttura sociale e la sua imposta-zione maschile a dimostrarsi contro le donne, come general-mente si è portati a credere.

Spesso al contrario è qualcosa ancora di più profondo chesfocia nell’autosessismo del genere femminile. Una forma di“Eva contro Eva”, di donne ostili con le loro simili, in balia diun avvelenato spirito di rivalsa che le porta a dimenticare difare gruppo e di indirizzarsi verso un obiettivo comune.

C’è chi ha indagato su questo fenomeno sociale e c’è chiha tentato di spiegarlo come il prodotto di insicurezze, dipaure che le donne nutrono, uniti ad un eccesso di competi-zione, alla difficoltà o alla mancanza di una vita familiareequilibrata, che le pone in una situazione difficile nel gestireil confronto e il ruolo che svolgono.

Di fatto urgono “ponti di donne”. Urge allargare gli orizzon-ti, a spogliarsi delle invidie, delle rivalità, delle diffidenze peressere molto più solidali e coalizzate. Urge crescere eaccantonare certi schemi mentali che impediscono di instau-rare soddisfacenti rapporti interpersonali fra donne. Solo cosiesse potranno raggiungere un ruolo più significativo nell’am-bito della società, promuovere la loro condizione anche intermini di pari opportunità fra i generi (donne e uomini),rivendicando il diritto ad una equa distribuzione di benefici edi risorse sociali.

Fortunatamente gli esempi di solidarietà “rosa” e di lealeamicizia non sono un’utopia. Ci sono stati nel passato ed esi-stono tuttora e portano sempre ad ottimi risultati. Vale lapena prenderli d’esempio in un’ottica di “Eva pro Eva”.

Articolo di Barberis Maria Rita

Alessandro Seppilli:scienziato, politico,educatoreConvegno Nazionale nel decennale della scomparsa Perugia 18 – 19 febbraio 2005

Promosso dalla Università di Perugina, dalla RegioneUmbria e dalla Provincia e dal Comune di Perugina a diecianni dalla sua scomparsa si è tornato a parlare diAlessandro Seppilli nel corso di due dense giornate che nehanno evidenziato il ruolo e l’esempio. Come relatori hannorisposto all’invito esponenti della cultura e della politica, ita-liani e stranieri. Fu un maestro di concrete utopie. Fu unuomo grande e giusto che seppe vedere lontano in tutti i set-tori in cui applicò il suo impegno e la sua opera, coniugandola ricerca con l’educazione e la politica, lasciando un segnotangibile nel paese.

A noi piace ricordarlo come fondatore e Presidente delCIES, diventato CIPES dopo la Conferenza di Ottawa. Ciricordiamo lo stimolo a ricercare il rapporto con la società ele istituzioni, per realizzare assieme le varie iniziative. Lo sti-molo ad organizzare CIPES Piemonte in piena autonomiaproprio per aderire meglio alla nostra realtà. Il camminocompiuto, i risultati ottenuti sono anche merito suo. Nesiamo orgogliosi e gliene siamo grati. E vogliamo onorarlofacendo ancora meglio il nostro lavoro di “promotori dellasalute”.

Il tagliando annualeIl corpo umano è certamente una macchina molto com-

plessa e tutti lo sanno, quello che manca però è la consape-volezza che essa debba essere controllata periodicamentein maniera di poter avere un quadro completo delle suedebolezze e delle azioni necessarie per correggerle e perpredisporre le migliori pratiche utili alla futura conservazione.

Il funzionamento dei singoli dispositivi è quasi sempremigliorabile con interventi non invasivi se la denuncia delleinsufficienze è tempestiva e le terapie che dovessero even-tualmente essere adottate potrebbero rivelarsi meno compli-cate e con costi piuttosto ridotti.

Si tratta di provare a fare dei preventivi ed a confrontarlicon le attuali spese che la sanità pubblica già attualmentesopporta e soprattutto si deve conquistare il consenso deicittadini e promuovere una educazione di massa che pur-troppo è inesistente.

Vorrei concludere proponendo una discussione apertasoprattutto agli esperti ed ai pazienti.

Auguri Franco Berlanda

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro12Promozione Salute

A.S.L. 1

Gnam gnamE' finalmente uscito il CD Live del con-

certo di Elio (senza "le storie tese") +Ossi Duri, organizzato dal Servizio Onda1 (Operatori Nuove Droghe A.S.L.1Torino), alla fine del 2004 all'"Hiroshimamon amour".

Il CD s'intitola " GNAM GNAM ", titoloe copertina rimandano alle "paste", ingergo le pastiglie di ecstasy. Il CD saràdistribuito gratuitamente, fino ad esauri-mento scorte, presso la sede di Onda 1,negli orari indicati più sotto, ma saràanche in vendita nei negozi e on line sulsito electromantic.com, al costo di 15euro. Ricordiamo che Onda 1 è unServizio dell'A.S.L.1 che si occupa didare informazioni e di prendere in caricopersone con problemi legati all'assunzio-ne di nuove droghe (cocaina fumata,crack, ecstasy, LSD, ketamina, salviadivinorum, funghetti, etc. ).

Nell'occasione della distribuzione delCD sarà possibile avere anche materialeinformativo sul tema delle nuove droghe.ONDA 1 è in via Farinelli 40/1 a Torino.Tel. 011 - 5665580-1 oppure 335-7850556 - [email protected]

Accesso diretto ogni martedì dalle 13alle 18 e ogni giovedì dalle 10.30 alle13.00. Il Servizio è gratuito, sovrazonalee non richiede l'impegnativa da parte delmedico curante.

Didia Bargnani

A.S.L. 2

C’è posto per teIl giorno 8 marzo, in occasione della

Festa della Donna, sono stati illustrati inSala Colonne dell’Ospedale Martini irisultati del 1° anno di attività del proget-to dell’A.S.L. 2 “C’è posto per te – favori-re l’accesso delle donne straniere ai ser-vizi sanitari”. Erano presenti il dottMaurizio Dall’Acqua, Direttore SanitarioASL 2, l’Assessore Comunale alle PariOpportunità Paola Pozzi, il PresidenteCipes Sante Bajardi oltre a rappresen-tanti di servizi, Enti ed Associazioni coin-volti nella tutela della salute degli stranie-ri. Esiste una criticità documentata sulle

A.S.L. 3

Sangue e panenecessari per la vita

L’Azienda Sanitaria Locale 3 ognianno realizza campagne di comunica-zione dei suoi servizi al cittadino sulterritorio comunale di sua competenza(Circoscrizioni 4 e 5).

Il programma di comunicazione2005 si avvia con una promozionedella donazione di sangue all’Ospe-dale Maria Vittoria, un invito ad alimen-tare le scorte di sangue dell’ospedaledi zona, un atto solidale necessario,reso facile dalla vicinanza. Messaggioche contiene anche lo stimolo al sensodi appartenenza al territorio dei quar-tieri.

Il depliant e la locandina raffiguranol’alimento più indispensabile, antico esemplice: il pane. Lo slogan è:

Il sangue è necessario, donarlo è facile.

Facile e necessario come il pane.

All’interno del depliant a 3 ante visono le informazioni necessarie per ladonazioni, un testo moderno, sinteticoe chiaro elaborato sotto le indicazionidel Centro Trasfusionale e di Im-munoematologia dell’Ospedale MariaVittoria, diretto dal primario dr. CorradoMattoni.

La campagna e stata progettata ecoordinata dal Servizio RelazioniEsterne dell’ASL 3 diretto del dr. PierCarlo Sommo.

Il materiale promozionale, oltre chepresso le sedi istituzionali, è in distribu-zione presso tutti gli esercizi pubblicidelle Circoscrizioni 4 e 5 di Torino.

condizioni socio-sanitarie degli immigratie una minore possibilità di fruizione delleopportunità di accesso ai servizi; i proble-mi più evidenti sono la ridotta domanda diassistenza in gravidanza, il ricorso all’IVGsuperiore rispetto al gruppo omogeneo diitaliane; il riscontro di una maggior per-centuale di patologie neonatali tra gli stra-nieri .

I principali fattori correlati a tali proble-mi sono le barriere culturali e linguistiche,una scarsa informazione sui percorsisanitari e sociali, le difficoltà di accesso aiservizi, la mancanza di coordinamento ecollaborazione tra Enti e altri portatori dirisorse. Il progetto “C’è posto per te”, atti-vato dall’A.S.L. 2 da circa un anno, ha l’o-biettivo di favorire l’accesso ai servizisanitari delle donne straniere, attraversola diffusione delle necessarie informazio-ni; l’intervento di mediatrici culturali persuperare le difficoltà linguistiche e cultu-rali e la predisposizione di percorsi facili-tati tra Servizi. Inoltre si propone di favori-re la maternità consapevole, predisporremodalità di accompagnamento al parto eal puerperio e di attivare gruppi di soste-gno per le donne straniere, sempre conl’intervento di mediatori culturali. Prevedeil coinvolgimento di Enti ed associazionidi volontariato, per costruire alleanze tra-sversali volte alla tutela e alla qualità dellavita degli stranieri ed in particolare didonne e bambini irregolari.

Durante l’incontro dell’8 marzo ilDirettore sanitario dell’ASL 2, Dr. Dal-l’acqua, e alcuni operatori dei servizi coin-volti hanno illustrato le iniziative finoraattivate e quelle di prossima attuazione,anche grazie ad un contributo concessodalla Provincia nell’ambito delle azioni intema di politiche di immigrazione:

Nei consultori aziendali è stata amplia-ta l’attività delle mediatrici culturali, cheassicurano la loro presenza un giorno allasettimana oltre che su richiesta; sonostati recentemente attivati sperimental-mente incontri di sostegno alla genitoriali-tà e di accompagnamento al parto speci-fici per donne arabe e presto verrannoproposti corsi interculturali di preparazio-ne al parto. Sono stati inoltre sottoscrittiprotocolli interni per facilitare l’accesso amolti servizi, tra cui, oltre ai consultoripediatrici e familiari, ricordiamo il SERT, ilCentro Adolescenti, gli ambulatori infer-mieristici, l’Oncologia ospedaliera. I datidi confronto tra 2003 e 2004 dimostranoche le attività in progetto, piano piano,forse realmente aiutano a conoscere equindi a utilizzare i servizi. Qualcosa si èfatto, ma molto resta ancora da fare persuperare l’emarginazione degli immigratibisognosi e adeguare sempre di più l’of-ferta di assistenza pubblica in modo darenderla visibile, facilmente accessibile,attivamente disponibile e in sintonia con ibisogni di questi nuovo gruppi di popola-zione, trovando il modo di superare lebarriere linguistiche e culturali.

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoroPromozione Salute

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A.S.L. 4

Nuova ala tecnologica del SanGiovanni Bosco

In occasione della Festa di San GiovanniBosco 2005, la ASL 4 di Torino ha inaugu-rato la Nuova Ala Tecnologica dell’omonimoospedale, avviando l’attività della primastruttura: il Centro Dialisi.

Alla presenza del Presidente dellaRegione, Enzo Ghigo, del Sindaco di Torino,Sergio Chiamparino, dell’Assessore Regio-nale alla Sanità, Valter Galante, dell’Asses-sore Provinciale alle Politiche Sociali,Eleonora Artesio, anche presidente dellaCircoscrizione VI, gli ammalati e i nuovilocali hanno ricevuto la benedizione dell’Ar-civescovo di Torino, Card. Severino Poletto,e del Rettor Maggiore della CongregazioneSalesiana, Don Pascual Chavez Villanueva

Questa realizzazione è motivo di orgoglioper l’ospedale San Giovanni Bosco, cheanche quest’anno si è riconfermato 5°ospedale d’Italia in base alla graduatoria delMinistero della Salute per complessità deicasi trattati.

La Nuova Piastra di Servizi ad alta tecno-logia, realizzata con il finanziamento regio-nale di circa 16,3 milioni di euro (ex art.20L. 67/88), su una superficie di base di circa2700 mq coperti, si eleva per 6 piani, di cui5 fuori terra, contenendo:

-Laboratorio Analisi e Farmacia (pianoseminterrato);

-Radiologia e Dipartimento di Emergenza/Urgenza (piano terreno);

-Blocco operatorio con 6 sale, Cardio-logia Emodinamica e Angioradiologia (1°piano);

-Sterilizzazione e Centrali tecnologiche(2° piano);

-Rianimazione e Terapia Intensiva (3°piano);

-Dialisi (4° piano)Si tratta di una struttura totalmente auto-

noma rispetto a quella esistente, ovvero diun nuovo edificio tecnologicamente avanza-to, in cui concentrare la gran parte dell’atti-vità sanitaria ad elevata complessità dell’o-spedale, mantenendo l’attività di degenzanell’esistente struttura ospedaliera.

Questa scelta consente di razionalizzare,concentrare e selezionare i percorsi relativialle attività destinate all’emergenza e urgen-za, prefigurando per il presidio esistente, siapure in fase successiva, uno sviluppo deglispazi destinati all’umanizzazione delledegenze ordinarie. Contestualmente, sonostate realizzate le nuove centrali tecnologi-che dei gas medicali e la cabina elettrica alservizio dell’intero complesso ospedaliero.

Nel mese di giugno 2004 è stato approva-to il progetto esecutivo per la realizzazionedella Farmacia, da insediare al piano interra-to, per un importo complessivo di 1,3 milio-

A.S.L. 13

Formazione sullasicurezza

Lo S.Pre.S.A.L. (Servizio Prevenzione eSicurezza degli Ambienti di Lavoro) delDipartimento di Prevenzione dell’ASL 13 - incollaborazione con l’INAIL di Novara - haavviato un progetto di formazione sulla salutee sicurezza rivolto agli allievi delle scuolemedie superiori.

Lo scopo del progetto – afferma il dott.Biagio Calò, Direttore dello S.Pre.S.A.L. - èquello di sensibilizzare e diffondere la culturadella prevenzione, in primo luogo tra i ragazziche, alla fine del percorso educativo scolastico,avranno modo di inserirsi nel mondo del lavo-ro.

Lo studio in questione si rivolge agli studen-ti dell’I.T.I.S. OMAR di Novara;: infatti l’Istituto,per la specificità dell’insegnamento tecnicoprofessionale, è stato ritenuto il più adatto perpromuovere la formazione sulla sicurezza.

Abbiamo quindi, attivato i contatti con laDirezione dell’Istituto e con alcuni docenti, chesi sono mostrati molto interessati al progetto esono state scelte due classi, da coinvolgerenella formazione: una del 4° anno del corsomeccanici e una del 5° anno del corso elettrici.

Come si sviluppa il progetto?Ciascuna classe (composta da circa 15 allie-

vi) seguirà un ciclo di sei lezioni così articola-te:1a: Strategie della prevenzione2a: Rischio legato all’utilizzo di: Macchine;

Attrezzature. Rischi per la salute e loroprevenzione: Rumore (esercitazione confonometro); Vibrazioni

3a: Rischi per la salute e loro prevenzione:Rischio chimico e cancerogeno; Rischioelettrico

4a: Rischi per la salute e loro prevenzione:Videoterminali. Sicurezza nella scuola(Esercitazione: uso estintore e idrante)

5a: Cenni di primo soccorso (Esercitazione:manovre di rianimazione)

6a: Cenni sui rischi derivanti dall’esposizionead amianto

Cinque lezioni saranno tenute dal personalemedico, tecnico ed infermieristico delloS.Pre.S.A.L., mentre una lezione sarà svoltadagli operatori dell’INAIL di Novara.

Al termine delle lezioni – continua il dott.Calò - saranno effettuati dei sopralluoghi in treaziende del novarese, allo scopo di prenderediretto contatto con la realtà produttiva e con leproblematiche che connesse ai vari cicli pro-duttivi, ai problemi di salute e sicurezza pre-senti negli ambienti di lavoro ed ai sistemi edispositivi di sicurezza adottati su macchine,impianti e strutture produttive. Si tratta delleditte: Barilla G. & R. F.lli (ex Pavesi); Bossi diCameri, importante azienda tessile; MeritorHVS di Cameri, grande azienda metalmeccani-ca. Dopo ogni sopralluogo nelle aziende segui-ranno delle esercitazioni per evidenziare le pro-blematiche rilevate e le soluzioni adottate dalleaziende per garantire la salute e la sicurezza deilavoratori.

Elena Vallana, preposto ufficio relazioni esterne

ni di euro. In questo contesto, nei prossimianni vi saranno ancora profonde trasforma-zioni del complesso ospedaliero Torino NordEmergenza San Giovanni Bosco, improntatealla umanizzazione delle strutture, che lorenderanno più moderno, più funzionale, esempre più idoneo a soddisfare tutte le esi-genze di salute dei Cittadini.

A cura della Dr. Silvana PatritoResponsabile Ufficio Stampa ASL 4 Torino

A.S.L. 5

“Lucignolo & Co”di Rivoli compiedieci anni

“Rivoli & Lucignolo: da dieci anni insie-me. Una comunità terapeutica pubblica tra imodelli specialistici”: questo il titolo dell’in-contro svoltosi venerdì 18 febbraio pressola Maison Musique di via Rosta 23 a Rivoli,per celebrare il decimo compleanno dellacomunità terapeutica residenziale “Luci-gnolo & Co” di via Roma 30 a Rivoli. Adorganizzare la giornata è stato il Diparti-mento “Patologia delle dipendenze” dell’Asl5 diretto da Paolo Jarre, con il patrociniodella Regione Piemonte, della Provincia diTorino e del Comune di Rivoli.

La Comunità Lucignolo, perfettamenteintegrata nel territorio cittadino, ha comearea di riferimento tutto il bacino dell’Asl 5 eda due anni a questa parte è diventata unacomunità a livello regionale, ossia apertaall’utenza di tutte le Asl della RegionePiemonte, mediante il pagamento di unaretta. Dal 1994 ad oggi ha avuto 139 inseri-menti nella struttura di via Roma che, almomento, ha 21 posti.

Si tratta dell’unica Comunità terapeuticapubblica in Piemonte finanziata al 95 percento dall’Asl di appartenenza; tra le sueparticolarità c’è il fatto di aver aperto leporte anche alle persone in mantenimentofarmacologico e quindi non totalmente“astinenti” da tutte le sostanze psicoattive,normalmente non ammesse nelle comunitàterapeutiche. Al momento Lucignolo ha trecanali di accesso: quello per le persone intrattamento farmacologico, quello per chi ègià stato più volte in comunità e quello perle persone in affidamento giudiziario.

La giornata di venerdì 18 ha offerto l’op-portunità per riflettere sui nuovi modelli diintervento in occasione del decennale dellacomunità. Gli interventi di operatori del set-tore hanno illustrato l’esperienza di altreComunità terapeutiche, in particolare per iltrattamento del gioco d’azzardo, dei disturbidel comportamento alimentare e dell’alcoli-smo. Le conclusioni sono state svolte daldirettore del Dipartimento “Patologia delledipendenze” dell’Asl 5 Paolo Jarre.

Per ulteriori informazioni rivolgersi all’ad-detto stampa Elisa Zunino (347/ 0133060oppure 011/ 4017271-058 il martedì, mer-coledì e giovedì mattina).

Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro14Promozione Salute

A.S.L. 16

Sicurezza nel partoA volte il neonato ha bisogno di aiuto

per iniziare l’avventura della vita in modoautosufficiente dopo il “distacco” dallamamma. Durante i lunghi 9 mesi di gravi-danza, ella ha respirato per lui, ossige-nandolo e purificando il suo sangue daicomposti nocivi, aiutando in questo modoun organismo che pian piano sta “impa-rando” a funzionare autonomamentementre completa le proprie funzioni gra-zie all’amore della mamma. Questo pro-gressivo processo di maturazione nonsempre alla nascita ha già fatto raggiun-gere al bambino una completa indipen-denza funzionale dall’organismo mater-no; altre volte durante il parto, il neonatosoffre per il trauma del nascere: è in que-sti momenti che la professionalità e l’e-sperienza degli operatori che tutelano emamma e bambino devono essereespresse con la massima efficienza.L’esperienza affinata in tanti anni di lavo-ro attento e scrupoloso e le capacità ditutti devono integrarsi per ottenere ilmiglior risultato, nonostante le difficoltàche si presentano nell’intervenire su unorganismo così delicato e sensibile comeè quello di un neonato nei primi istanti divita.

Per questo obiettivo - dichiara il dott.Giovanni Castelli – Direttore dellaPediatria e Neonatologia dell’ASL 16, cheopera congiuntamente a Mondovì ed aCeva – i responsabili della SIN, SocietàItaliana di Neonatologia, hanno program-mato e portato a termine un corso sulla“Rianimazione Primaria del Neonato inSala Parto” che ha permesso di affinare emigliorare la competenza dei nostri ope-ratori per raggiungere una sempre miglio-re efficienza nel lavoro. E’ infatti necessa-rio che ognuno di noi non solo dia ilmeglio della propria professionalità, maanche che ogni intervento sia program-mato e pensato in funzione della salutedella mamma e del nascituro, in perfettasinergia tra tutti gli specialisti.

Il corso, organizzato dal dott. Castelli,sviluppava in 2 giorni un programma diaggiornamento per tutti gli operatori sani-tari coinvolti nel complesso processodella nascita, soprattutto per quantoriguarda l’assistenza al neonato in salaparto. E’ stato tenuto da docenti certifica-ti dalla SIN e si articolava su un program-ma di aggiornamento, accreditato secon-do i più moderni criteri di tutela e assi-stenza del neonato.

In conclusione il Dr. Castelli, lancia unmessaggio: - Il corso ha sottoposto i no-stri operatori sanitari, secondo le lorocompetenze e responsabilità, ad un duroe complesso lavoro di aggiornamento econfronto, vissuto con entusiasmo per laconsapevolezza che potersi migliorare,

A.S.L. 20

Nuove sale operatorie

Sono finalmente iniziati i lavori diristrutturazione all’interno dell’Ospedaledi Tortona che porteranno ad avere lesale operatorie completamente rinnova-te e in grado di rispettare i più alti stan-dard di qualità. Le sale verranno com-pletamente ristrutturate con l’esecuzio-ne di opere edili ed impiantistiche, manon solo: già compreso nel finanzia-mento ex art. 20 della legge 67/1988 èl’approvvigionamento di tutti gli arredi ele attrezzature tecnologiche necessarie.

Il costo dell’intera operazione, com-pletamente finanziata, ammonta a circa3.100.000 euro e il termine dei lavori,salvo interruzioni non preventivate, èprevisto per l’autunno del 2006.

I lavori verranno condotti a lotti, perlimitare quanto più possibile i disagidelle attività chirurgiche.

È per questo motivo che nei giorni dal19 al 27 febbraio non sarà in funzioneuna delle due sale operatorie ortopedi-che. Non sarà possibile pertanto effet-tuare al suo interno né interventi pro-grammati, né urgenti, ma sarà cura dellaDirezione Sanitaria predisporre ogni ini-ziativa utile a ridurre al minimo i disagiper i pazienti.

Scusandoci fin d’ora per gli eventualidisguidi che tuttavia potessero verificar-si, confidiamo ancora una volta nella tol-leranza dei nostri utenti, che sappiamoessere ben consapevoli che tanto si stafacendo unicamente per migliorare laqualità di un importante servizio ospe-daliero.

Rossella [email protected]

[email protected]

A.S.L. 21

Prevenzione dellemalattie renali

Martedì ventidue marzo ha avutoluogo presso la sala delle conferenzedell'ospedale S, Spirito di Casale

Monferrato, la presentazione della cam-pagna di prevenzione delle malattierenali.

L'evento,organizzato dal reparto diNefrologia e Dialisi (direttore, dottorMarco Gonella) in collaborazione con laFondazione Italiana del Rene ( FIR )aveva il Patrocinio della RegionePiemonte.

In una sala composta principalmenteda medici, è intervenuta per prima la dot-toressa Carla Peona, direttore generaledell' Asl 21 (già primario della stessadisciplina presso l'ospedale S. Andrea diVercelli), accompagnata dal direttoresanitario Carola Sinaccio.

Dopo l'intervento della dottoressaPeona, la stessa ha poi dato la parola alPresidente del Consiglio della RegionePiemonte, Oreste Rossi, intervenutoappositamente per congratularsi dellaqualificata iniziativa prima assoluta dellaRegione Piemonte.

Una competenza professionale, quelladei medici del reparto, riconosciuta dallastessa associazione FIR emanazione diquella americana (International Fede-ration of Kidney Foundation ).

In rappresentanza dei medici di fami-glia e dell'ordine dei medici, era presen-te il dottor Pier Luigi Porta mentre il cap-pellano dell'ospedale, don MarioMargara, era delegato dal vescovo dellaDiocesi, mons. Germano Zaccheo. Insala anche il direttore medico di presidioospedaliero, dottoressa Paola Costanzo.

La riunione è stata particolarmentequalificata dalla presenza del cattedrati-co, prof. Giuseppe Piccoli dell'Univer-sità di Torino e da parte dei suoi collabo-ratori. Lo stesso ha anche illustrato laproblematica delle malattie renali ed haribadito la necessità di una corretta pre-venzione.

Argomento che è stato poi ripreso dalprimario del reparto, dottor MarcoGonella, che aveva insieme anche alcu-ni collaboratori medici e non medici. Glistessi relatori, hanno poi risposto adalcuni quesiti utili a rafforzare lo sforzorivolto alle persone che hanno ora un'op-portunità valida per prevenire le compli-canze delle malattie renali. Complicanzespesso ignorate o comunque ai più pococonosciute. L'iniziativa, come detto,prima della Regione Piemonte, consiste-rà dapprima nell'apertura degli ambula-tori di nefrologia e dialisi dell'ospedale S.Spirito di Casale (tel. 0142-434260), ovesi potranno effettuare controlli gratuitidella pressione arteriosa e l'esame delleurine.

Successivamente la campagna di pre-venzione e diagnosi precoce delle malat-tie renali, proseguirà con la collaborazio-ne dei medici di base e con un iter di pre-notazione facilitato presso il presidioospedale Santo Spirito di CasaleMonferrato.

Renato Celeste, Uff. Stampa Asl 21

grazie all’apporto di insegnanti così quali-ficati, è soprattutto un premio per la pro-fessionalità già acquisita in anni di lavoro.Non c’è che da aspettarsi che la fiducia,che i nostri due ospedali godono tra lagente, faccia maturare ancora più scelte divenire a partorire a Mondovì ed a Ceva,sedi che ora offrono tutte le garanzie disicurezza dei migliori Ospedali delle altreAziende Sanitarie Locali.

Dr. Marco Fulcheri

Scuola e saluteScuola e salutePromozione Salute

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➯ Segue a pag. 16

Scuola sotto assedio?Istituzioni diverse propongono alle scuole progetti, azioni con-

giunte, percorsi articolati e iniziative nel campo della prevenzio-ne, della promozione della salute, del cambiamento degli stili divita, nella prospettiva di costruire con i giovani e per i giovanioccasioni di elaborazione dei propri orizzonti individuali e socia-li. Anche questa rubrica si fa carico di riferire di volta in voltaalcune buone pratiche, tra le tante che le scuole realizzano,dando voce ai protagonisti. Superando ostacoli spesso incredi-bili, infatti, esistono ancora insegnanti che perseverano in unimpegno educativo che si sono dati, in base ad un codice deon-tologico che nessuno ha mai scritto, nella consapevolezza che ifrutti del loro lavoro non saranno mai registrati da nessuna pro-cedura di valutazione centralizzata come quella elaboratadall’INVALSI per conto del Miur, che da quest’anno imperversanel cosiddetto “primo ciclo” per entrare successivamente nellascuola secondaria di secondo grado. A questi insegnanti bastasapere che i frutti del loro lavoro educativo resteranno impressinelle biografie dei loro ragazzi e magari costituiranno una dellepietre miliari di quel fenomeno di resilienza (in fisica resistenzaagli urti) che consente, anche a chi ha vissuto situazioni di fortedisagio, di diventare un adulto capace di governare positivamen-te la propria vita. E, last but not least, questi insegnanti temerariche sanno suscitare emozioni, sanno creare relazioni, e nonhanno paura di somministrare ai ragazzi anche sgridate epichea prova di denuncia, si ritrovano ad avere in classe allievi chestudiano le loro materie con un impegno spesso negato ad altridocenti chiusi dentro al loro “programma”.

Di quale assedio intendo parlare ? Non certo di quello che Asl,Servizi, Associazioni senza fini di lucro, Enti Locali propongonoalle scuole. Anzi, sono necessari da parte loro investimenti con-sistenti che permettano di realizzare progetti pluriennali.Definisco assedio la protervia con la quale ormai da troppi anni,il Ministero della Pubblica Istruzione prima e oggi il Miur, costrin-gono le scuole di ogni ordine e grado a misurarsi con riforme chenon sono altro che elucubrazioni di ingegneria scolastica, diver-se tra di loro ma sempre lontane da un’aggiornata analisi deicontesti in cui le scuole sono immerse. Sono contesti caratteriz-zati da frammentazione, incertezza, deregulation, malessere,che hanno ormai rese obsolete le vecchie categorie di interpre-tazione del disagio, che finiva per essere confinato all’interno diun preteso “pianeta giovani”.

Promuovere fattori protettivi

In occasione della riuscita manifestazione promossadall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte,”Stati Generali dell’Adolescenza” (17 febbraio 2005, CentroIncontri di Corso Stati Uniti 23), tra le numerose esperienze illu-strate si sono particolarmente distinte le produzioni in diapo evideo realizzate nel corso di una collaborazione pluriennaleintercorsa tra l’I.I.S. Bodoni di Torino (Grafica Fotografia eCinema) e l’A.S.L.4. L’esperienza e’ stata illustrata ai convenutida Francesca Ramella, Dirigente Scolastica dell’Istituto Bodoni,da Morena Diegoli, ex allieva dell’Istituto, e da Silvio Geninatti,Psicologo Dirigente dell’A.S.L. 4. Oggi ne parliamo con quest’ul-timo e con Cristina Panighetti, Referente per la Salutedell’Istituto Bodoni.

D. L’alta qualità dei materiali prodotti dai ragazzi e dalle ragaz-ze sembra sottendere un forte coinvolgimento sia di studenti chedi docenti….

C.P. Nel nostro Istituto ci sono colleghi che durante le loro oredi docenza sanno coinvolgere i ragazzi, motivarli, e questodetermina sia il loro interesse ad imparare sia la loro disponibili-tà ad impegnarsi in ore extrascolastiche, come è successoquando abbiamo aderito alla proposta dell’A.S.L.

S.G. Abbiamo proposto al Bodoni di curare l’allestimento gra-fico di Puntocom – Sportello Giovani, un centro Asl esplicitamen-te dedicato agli adolescenti, in via Artisti 24, nel quadro di unastrategia di lavoro orientata a promuovere eventi riguardanti latutela della salute, realizzati da ragazzi e rivolti a coetanei. Inconcreto, studenti e professori hanno progettato, realizzato ecollocato in via Artisti circa 20 grandi pannelli originali. Tale alle-stimento, testimoniato da un DVD di 7 minuti , si configura comeil prodotto finale di un processo lungo alcuni anni, che ha appas-sionato ragazzi e adulti. Anche se il prof. poi dà il voto, il mondodegli adulti e quello degli adolescenti si sono incontrati e in que-sto incontro gli adulti si sono misurati molto con se stessi, dosan-do continuamente le loro competenze con il loro affetto, con laloro autorevolezza. All’interno di questa cornice si tratta di lascia-re la libertà di trasgredire e nello stesso tempo affermare unapresenza che non sia di tipo disimmetrico, ma sappia crearecostantemente campi di comunicazione e sappia mantenerlianche quando subentrano interruzioni. La manutenzione deicampi di comunicazione assume un valore particolare per evita-re l’insorgere e il radicarsi di fenomeni morbosi.

C.P. Per aprire e mantenere la comunicazione con i ragazzibisogna avere sempre presente la loro muta richiesta di affetto,anche quando sono grandi , anche quando ci appaiono scontro-si. E non bisogna dimenticare il loro bisogno di essere protago-nisti, soprattutto in un contesto sociale come quello attuale. Sullascia dell’esperienza attuata con l’Asl, adesso altri ragazzi sonocoinvolti in un’attività concertata con Ipercoop: hanno elaboratovarie ideazioni di packaging di un caffè che viene dal Guatemalanel quadro di un’economia equa e solidale, le cui confezionisono realizzate da detenuti delle Vallette. Anche gli sviluppi diquesta iniziativa dovrebbero dar luogo ad alcuni cambiamentinegli stili di vita di alcuni ragazzi, come era successo nel corsodelle azioni realizzate con l’Asl. Per quelli che sembrano menodisponibili al cambiamento in tempi brevi, resta in noi la consa-pevolezza di avere messo dei paletti significativi, di averlicomunque incoraggiati, di non averli lasciati in stand by. Dagli exallievi riceviamo segnali che ci inducono a continuare.

S.G. Puntocom di Via Artisti continua ad avere un rapportocon gruppi di ragazzi di questa e altre scuole superiori.

I pannelli e il DVD suscitano grande interesse e speriamo chesia altrettanto efficace il testo di un pieghevole a grande diffusio-ne che stiamo preparando con altri studenti di altre classi delBodoni. Da novembre sono venuti a Puntocom 300 studenti diistituti diversi della VI e della VII Circoscrizione e ora abbiamo in

cantiere pro-poste dil a v o r ocomune conAlbe Steiner,Guarini eCasale perorganizzareeventi di cui iragazzi e ler a g a z z esiano prota-g o n i s t i .Siamo con-sapevoli chedentro alle scuole i problemi sono sempre più acuti, ma proprioper questo può essere significativo lavorare insieme.

C.P. Lavorare con figure esterne, che non assegnano voti,agevola l’incontro tra ragazzi e professori, aiuta a superare la dif-fidenza iniziale. Poi, la concretezza delle azioni che si progetta-no e si realizzano insieme crea un clima nuovo, che fa bene atutti. g.p.

16Promozione SaluteScuola e saluteScuola e salute

➯ Segue da pag. 15

Genitorialità:fra teoria e pratica

Pinerolo 16 aprile 2005 Istituto Professionale “Arturo Prever”

Via Carlo Merlo n. 2Il Convegno “Percorsi di sostegno alla genitorialità: fra la

teoria e la pratica” nasce nell’ambito del Pinerolo ProgettoGenitori che è attivo dal giugno 2001 Quest’anno ilProgetto è finanziato dal Comune di Pinerolo in cofinanzia-mento con l’ASL 10. Alla realizzazione del PineroloProgetto Genitori collaborano il Comune di Pinerolo,l’ASL10 e le associazioni AMA, Nexus, ARCI.

Gli obiettivi principali del Progetto sono:- aiutare gli adulti a superare il senso di solitudine e di

smarrimento che possono provare svolgendo la propriafunzione educativa;

- favorire la diffusione di una cultura pedagogica consape-vole dei bisogni della crescita e dei fondamenti dellarelazione educativa;

- dar luogo a sistematiche riflessioni e confronti fra genito-ri;

- facilitare e stimolare la nascita di gruppi di auto mutuoaiuto di genitori con figli adolescenti.Il Convegno si propone come occasione di studio, di

riflessione, confronto, sostegno alla genitorialità e si rivol-ge specificamente a chi, in ambiti professionali o esisten-ziali differenti, sia coinvolto nella relazione educativa.

Programma Prof.ssa Chiara Saraceno, ordinario di Sociologia della

famiglia, Università di Torino: “Genitori e figli nella famigliache cambia: quale relazione educativa?”.

Dott.ssa Paola Scalari, psicologa, psicoterapeuta: “Lafunzione genitoriale fra teorie e prassi”.

Dott.ssa Saura Fornero, psicologa, psicoterapeuta grup-poanalista, Associazione Nexus, interverrà in qualità dimoderatore.

Nel pomeriggio del Convegno presentazione di poster

INFORMAZIONIDipartimento Salute mentale e Dipendenze Patologiche

– ASL 10 Sig.ra Nadia Richiardone Via Castelfidardo 1610064 Pinerolo tel. 0121.233504 - fax 0121.78894e-mail: [email protected]

PariComPariKit multimediale a cura di Gaetano Baldacci,Franca Beccaria, Carla Giubbolini

Il kit PariComPari è sorto come naturale conclusione di unprogetto di educazione tra pari sui temi delle sostanze psi-coattive legali e illegali, svoltosi presso l’Educatorio dellaProvvidenza, sul territorio della Circoscrizione 1 di Torino. Ilkit è stato realizzato, con il contributo dei ragazzi che hannopreso parte al progetto, con l’intento di mettere a frutto e tra-sferire ad altri gruppi l’esperienza acquisita, costruendoquindi “buone pratiche” e prodotti utili nel tempo.

Paricompari intende essere una sorta di vademecum per iragazzi coinvolti in progetti di prevenzione pensati e realiz-zati da giovani per i giovani, con lo scopo di promuovere lasalute e il benessere sociale, ma anche l’educazione alla cit-tadinanza attiva e alla convivenza civile, attraverso la prati-ca dei valori della cooperazione e del sostegno reciproco. Larealizzazione del kit si è ispirata al fondamento che sta allabase dell’educazione tra pari e cioè al fatto che personeappartenenti a uno stesso gruppo, per età, cultura, esperien-ze, appartenenza sociale, possedendo conoscenze, vissuti,linguaggi simili, siano in grado di comunicare meglio einfluenzarsi reciprocamente in maniera positiva.

Paricompari illustra i principi dell’educazione tra pari, lediverse fasi di progettazione, le strategie di comunicazioneda mettere in atto per favorire un clima di fiducia e rispettoreciproco, gli attori del progetto. Una parte del materiale ècostituito inoltre da schede informative per lavorare sul temadel consumo/abuso di sostanze psicoattive. Il kit si componedi: guida per insegnanti, manuale per ragazzi, cd-rom eschede di approfondimento.

Per informazioni: dott.a Luna Brusasco, Educatorio dellaProvvidenza, tel. 011 595292 - 5681490,

e-mail: [email protected]

Dentro alla ”società liquida” descritta da Zigmunt Bauman,nell’”epoca delle passioni tristi” illustrata da Miguel Benasayag eGerard Schmit, chi opera nella scuola sperimenta quotidiana-mente una situazione di sovraccarico, di fatica, di logoramento.Le scuole si caratterizzano oggi come un vero e proprio imbutodei problemi sociali….Ma attenzione: questa lucida analisi nonmi appartiene, deve essere attribuita a Franca OlivettiManoukian (cfr. Animazione Sociale n.10), da molti anni consu-lente per la riprogettazione e la formazione nel settore dei servi-zi per conto dell’APS di Milano. E quindi non contempla in alcunmodo la scuola e i suoi operatori. Io ho semplicemente sostitui-to al termine "servizi”, utilizzato da Manoukian, il termine “scuo-la”. Sotto l’assedio delle cosiddette riforme e sotto l’assedio delcrescente malessere sociale, la scuola ha bisogno di investire inanalisi dei contesti per potere reimmaginare le proprie funzioni ei propri codici. In questa prospettiva il nostro coinvolgimento inprima persona diventa essenziale, per la nostra salute e quelladei nostri ragazzi, chiunque governi viale Trastevere.

Guido Piraccini

Centro di documentazioneCentro di documentazionePromozione Salute

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Alcol droghe e guida

(Informazioni in corso)-DVD 24 minuti. Regione Piemonte-

Piemonte Strade Sicure.I filmati contenuti nel DVD spiegano in

modo chiaro e sintetico i principali tipi didroghe distinguendo tra sostanze stimo-lanti, o sostanze U P (anfetamine, cocai-na, ecstasy), e deprimenti, o DOWN(alcol, eroina, hashish, marijuana, alcunifarmaci). Per ogni sostanza viene defini-ta l’origine, l’aspetto, i modi di assunzio-ne, gli effetti, i rischi sul breve e lungoperiodo. Viene inoltre illustrata l’incompa-tibilità degli effetti delle sostanze con laguida in sicurezza e le sanzioni previstedal nuovo Codice della Strada in caso diguida in stato di ebbrezza o sotto l’effettodi stupefacenti.

Un filmato è dedicato alla riflessionesulle pressioni del gruppo all’uso disostanze e ai miti, proverbi e dicerie dasfatare sull’argomento.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di forni-re ai giovani informazioni che accrescanola loro consapevolezza e li aiutino a com-piere scelte responsabili.

Gino Cravero

Lavoratori in vista

(Disabili Visivi nelle Professioni)A.P.R.I (Associazione Piemontese

Retinopatici e Ipovedenti). Ed.: E. Morea Torino 2004

Il volume, stampato con il contributodell’Assessorato al Lavoro dellaProvincia di Torino, presenta al pubblicouna serie di 16 interessanti interviste apersone non vedenti e ipovedenti chesono riuscite a trovare una propria collo-cazione originale nel mercato del lavoro,al di fuori delle professioni tradizional-mente riservate a questa categoria dipersone ( essenzialmente il centralinismoe la massofisioterapia). Il messaggio chel’Associazione intende lanciare è cheoccorre scommettere e credere di piùnelle potenzialità delle persone disabili,solo così potranno essere concretamenteaiutate a vincere la loro battaglia per otte-nere una vera integrazione nella società.Il volume si rivolge pertanto essenzial-mente ai rappresentanti delle Istituzioni,ai datori di lavoro in genere e alle loro

Associazioni affinché siano superati i tantipregiudizi ingiustificati sulle capacità deidisabili visivi.

Le interviste descrivono varie esperien-ze professionali realizzate: insegnante,avvocato, medico, psicologo, giornalistaecc…..

Il gruppo delCentro di documentazioneCravero Tommaso,Bajardi Marco, Nando Ghirone,Bajardi Vincenzo

LABORATORIO VALUTAZIONE IN PROMOZIONE DELLA SALUTE

SEDE: sala conferenze Regione Piemonte– Via Viotti 8 – Torino 1° piano ORARIO 9.30-13.30

21 APRILERichiesti crediti ECM per 40 posti per assistenti sanitari, infermieri professionali e medici (ingresso entro le 9.30)L’OSPEDALE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE PRIMARIA: UNA CONTRADDIZIONE POSSIBILE?Le IST e l’HIV costringono i contagiati ad un contatto stretto con le strutture ospedaliere che potrebbero divenire quin-di un punto previlegiato per interventi di prevenzione primaria(PP). Attualmente la sifilide e la gonorrea sono in nettaripresa, in particolare nelle persone sieropositive. Può l’ospedale andare oltre la funzione di cura, in particolare, è pos-sibile pianificare ed erogare interventi di PP e di educazione alla salute diretti particolarmente su gruppi ristretti comepersone che si prostituiscono o maschi omosessuali? Quale relazione si può costruire con le risorse operanti sul terri-torio e istituzionalmente operanti nel campo della prevenzione?Presentazione a cura di:Ivano Dal Conte – Medico infettivologo – Ambulatorio IST – Ospedale Amedeo di Savoia ASL 3 Rosanna D’Ambrosio – Medico igienista – REPES ASL 1 MODALITA’ DI ISCRIZIONEE' necessario pre-iscriversi telefonando al n° 011/40188502-210 o via mail a: [email protected]È gradita comunicazione di rinuncia (entro il venerdì precedente) - L’iscrizione è gratuita

AssociazioniAssociazioni18Promozione Salute

Rinnovato (solo in parte)il Comitato di Gestionedel Fondo Speciale per ilVolontariato del Piemonte

Il 16-09-2004 si è insediato il Comitato di Gestione delFondo Speciale per il Volontariato della Regione Piemonte,previsto dal combinato disposto degli artt.15 del “Leggequadro sul Volontariato” n° 266/91 e artt.2, c.1 del D.M.8ottobre 1997 “Modalità per la costituzione dei fondi specia-li per il volontariato presso le regioni”, nonché dall’artt.13della l. r.n° 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistemaregionale integrato di interventi e servizi sociali e riordinodella legislazione di riferimento”.

L’art.2, c.2,del succitato D.M. stabilisce la composizionedel Co.di Ge. che annovera 15 componenti così previsti:-1 in rappresentanza della regione (Ass. alle politiche

sociali o suo delegato);-4 in rappresentanza delle Organizzazioni del Volontariato,

iscritte al registro regionale, maggiormente rappresenta-tive del volontariato regionale;

-1 nominato dal Ministro per la Solidarietà Sociale(Welfare);

-7 nominati dalle Fondazioni Bancarie;-1 nominato dalla Associazione fra le Casse di Risparmio;-1 nominato in rappresentanza degli EE.LL. della Regione.

La nomina avviene con Decreto del Presidente delConsiglio regionale, su delibera del Consiglio medesimoper i rappresentanti del Volontariato, degli EE.LL. e dellaRegione; dalle Fondazioni Bancarie per quelli di loro com-petenza.

Il c 3, dello stesso art.2, statuisce che il Comitato diGestione resta in carica per un biennio.

La norma non prevede la non rieleggibilità, pertanto ognidue anni il Comitato va sì rinnovato, ma gli stessi compo-nenti potrebbero essere rinominati: tutti tranne i quattro delvolontariato per i quali scatta l’art.13, c 3, della l.r. n° 38/94che nell’ultimo periodo recita “……..Tali rappresentantidurano in carica due anni e non sono immediatamenterieleggibili”.

La norma regionale piemontese crea una disparità di trat-tamento tra i componenti del Comitato, disparità che impli-ca non pochi problemi all’interno del funzionamento delComitato stesso.

Due anni sono pochi per impadronirsi di un meccanismopolitico - amministrativo - sociale, regolato da norme stata-li e regionali, che hanno come oggetto i Centri di Servizioper il Volontariato e come soggetti attivi alcuni degli stessicomponenti della società civile tra i più rappresentativi: leOrganizzazioni di Volontariato; per cui, in così breve lassodi tempo, risulta difficile per la componente del volontaria-to, all’interno del Comitato, dare quel giusto impulso neiconfronti dei Centri di Servizio che le norme e soprattutto leesigenze richiedono; tenuto anche conto che gli stessicomponenti del volontariato il più delle volte non si cono-scono tra loro e sono portatori di “mission” alquanto diver-se, possono avere visioni politico-sociali differenziate e ciònon aiuta l’omogeneità e una linea operativa comune econdivisa da proporre all’interno del Comitato.

Diverso discorso vale per le restanti componenti – in par-ticolar modo quelle delle Fondazioni Bancarie in maggio-ranza assoluta all’interno dell’Organismo – che, potendoessere rielette (e succede), sono più padrone della mate-ria, consolidano i rapporti interpersonali, creano lobby e

guidano le regole decisionali. Si intende, tutte personerispettabili, preparate e interessate alle loro funzioni, però laprova di quanto sopra sostenuto si è verificata puntualmen-te con la designazione delle cariche: Presidente e dueVicepresidenti di cui uno vicario, che avviene nella seduta diinsediamento nel rinnovato Comitato di Gestione.

È prassi consolidata degli organismi collegiali che – lad-dove vi siano due entità numericamente rilevanti - all’unavada la Presidenza, all’altra la Vicepresidenza vicaria. NelComitato di gestione, come si è visto, otto componenti sonodi estrazione delle Fondazioni Bancarie, quattro delVolontariato, di conseguenza alle une la Presidenza all’altrola Vicepresidenza vicaria, non è andata così: Presidenza eVicepresidenza vicaria sono ambedue di espressione delleFondazioni, mentre l’altra Vicepresidenza è stata assegna-ta sì ad un rappresentante del volontariato ma, stante la nonunanimità di scelta tra i quattro componenti, praticamente èstato prescelto dagli stessi membri delle FondazioniBancarie.

Sarebbe pertanto auspicabile e non più procrastinabile –onde evitare la disparità di trattamento (ma non solo) – unamodifica sia della legge nazionale che della legge regiona-le che tolga il Volontariato da una soggezione numerica, edi fatto anche psicologica, rispetto ai rappresentanti delleFondazioni nel Comitato di Gestione.

Ma cosa gestisce il Comitato? Quali i compiti? I Comitatidi Gestione vengono dotati di fondi che le FondazioniBancarie che svolgono la loro attività, o con sede, nellaRegione devono per legge (art. 15 legge 266 ’91) destinareai Centri di Servizio istituiti dai Comitati stessi in ogniRegione ai sensi dell’articolo 3 del DM 8.10.1997.

Compiti del Comitato sono quelli di:• individuare i criteri per l’istituzione di uno o più Centri di

Servizio in ogni Regione;• ricevere le istanze per l’istituzione dei Centri;• istituire l’elenco regionale dei Centri;• nominare 2 membri in ogni centro: uno nell’organo delibe-

rativo, l’altro in quello di controllo;• ripartire annualmente i fondi di cui è dotato tra i Centri;• ricevere e controllare la contabilità sui fondi erogati a cia-

scun centro;• cancellare dall’elenco i Centri – per varie ragion – “ina-

dempienti”.Dal 1.1.2003 i Centri di Servizio in Piemonte sono 9: uno

per ogni provincia, 2 a Torino; prima erano 3: Biella, Asti –Torino, Torino; i Centri a loro volta possono costituire degli“sportelli” decentrati nelle realtà comunali più significativedella Provincia.

I fondi a disposizione del Comitato per i Centri sono anda-ti via aumentando nei vari bienni a partire dal primo 96-98(primo: € 1.001.054; secondo € 7.220,900; terzo €9.091.760; quarto 33.291.401) fino all’ultimo: 2004 – 2006di € 14.976.344 che però – in controtendenza – è più chedimezzato rispetto al biennio precedente: complessivamen-te nei cinque bienni di attività dei vari Comitati, sono statiassegnati – tramite i Comitati di Gestione – ai Centri diServizio del Piemonte da parte delle Fondazioni Bancarie(San Paolo, CRT, CRC, CRA, Monte dei Paschi ecc.) €65.5881.459, che sono equivalenti a circa 127mld delle vec-chie lire.

Una entità economica sicuramente considerevole chemeriterebbe un approfondito esame sul suo impiego e desti-nazione, infatti come poi i Centri di Servizio abbiano spesoe spendano codesti soldi e un discorso a parte che in segui-to si potrà anche affrontare; con questo scritto interessavafar conoscere le problematiche, le funzioni ed il ruolo istitu-zionale del Comitato di gestione.

Giuseppe Marescotti

AssociazioniAssociazioniPromozione Salute

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Cooperazione e welfarein Piemonte

Idee a confronto per politiche integrate verso lacoesione sociale

Lunedì 21 febbraio, presso la Sala Conferenze della GAM diTorino, si sono dati appuntamento i rappresentanti dellaCoooerazione sociale aderente alla Legacoop Piemonte. Nelcorso dei lavori è stato presentata l’”Indagine qualitativa e quan-titativa sulla cooperazione sociale – Rapporto 2005”.

Ha aperto i lavori Giuseppe Nicolo, Presidente di LegacoopPiemonte, richiamando il “senso della propria candidatura: lacooperazione di abitazione, la cooperazione di consumo, comeè avvenuto nella spina 3 hanno vocazione e risorse per parteci-pare alla fase politico imprenditoriale. La cooperazione socialee le Mutue cooperative sono soggetti che possono qualificare eintegrare l’offerta cooperativa”.

Anna Di Mascio, Responsabile cooperazione sociale e pariopportunità, ha concluso la sua relazione rilevando che “eredi-tiamo dal passato una organizzazione delle politiche fondate suun approccio settoriale, abbiamo necessità invece di svilupparepolitiche integrate …per favorire il governo integrato del territo-rio, nella differenza di strumenti e operatività, attivando strate-gie più efficienti della spesa pubblica. A Legacoop interessapromuovere una nuova generazione di politiche sociali orienta-te alla qualità sociale e allo sviluppo locale, dove al centro vi siail cittadino con la sua complessità e i suoi bisogni, dove vi siarispetto e attenzione per i minori e gli adolescenti, futuri cittadi-ni di domani, dove la conciliazione tra vita e lavoro sia possibi-le per tutti e soprattutto per le donne, dove vi siano politiche asostegno della natalità e dell’inclusione sociale, dove la casasia un bene disponibile e non troppo oneroso, dove le politicheper l’immigrazione non siano disperse e frammentate mavalorizzate”.

INVITO AI LETTORI E COLLABORATORIAbbiamo aggiornato gli indirizzi di posta

elettronica in modo da facilitare i collegamenti delle varieattività di CIPES Piemontecon i propri collaboratori.

Al momento essi sono i seguenti:- per il Notiziario Promozione [email protected] per la Rete [email protected] per la Rete Città [email protected] per il Centro di [email protected] le restanti attività indirizzare [email protected] caldamente soci e collaboratoridi attenersi a queste indicazioni.

• Consiglio Regionaledel Piemonte

• Provincia diTorino

• Comunità MontanaVal Pellice

• Comune diTorre Pellice

giovedì 19 e venerdì 20 maggio 2005Torre Pellice (TO)

PUNTO D’ASCOLTO 11SULLA

DOMICILIARITÀSede:

HOTEL GILLYCorso Lombardini, 1 – Torre Pellice (TO)

I Seminari“La borsa degli attrezzi 2005”

6 aprile – integrazione interculturale27 aprile – il progetto industriale

6 maggio – i minori28 settembre – l’altro

5 ottobre – I care9 novembre

uomini e donne nelle relazioni di cura16 novembre – l’informazione24 – 25 novembre – disabilità

3 dicembre – ospedale e territorio

Per informazioni:Associazione La Bottega del Possibile

Viale Trento, 9 – 10066 Torre Pellice (TO)Tel. e fax 0121/953377 – 91632

e-mail [email protected]@bottegadelpossibile.it

Nel sito: www.bottegadelpossibile.itsi possono trovare i programmi dettagliati di tutti i

seminari de "La Borsa degli attrezzi 2005"

L’INTEGRAZIONE

PER FAR SALUTE

Fatti e speranze

Cipes CuneoCipes Cuneo20Promozione Salute

Sul filo del rischioUna serata di cultura per la salute con la citta-dinanza di Cuneo

Lo scorso 10 marzo è stato presentato a Cuneo il libro “Sulfilo del rischio – percezione del rischio tra i giovani e preven-zione dei traumi cranici”, curato dalla dr.ssa Franca Beccariain collaborazione con la dr.ssa Silvia Amici, la dr.ssa MarisaMarchisio e la dr.ssa Monica Piccoli.

L’iniziativa è stata organizzata dalle Librerie “Stella Maris” e“Leggere” da sempre impegnate a promuovere eventi signifi-cativi di cultura, con il sostegno del Centro Locale CIPES diCuneo. Con questo primo tema di salute, adolescenti, traumicranici e possibili strategie per contrastarli, il Centro LocaleCIPES di Cuneo ha inteso proporre alla città l’avvio di un pos-sibile programma di iniziative che consenta di promuovere econsolidare nuovi percorsi di riflessione sulla cultura dellasalute di una comunità.

Hanno preso parte al dibattito insieme alle autrici il Direttoredel settimanale “La Guida” , la responsabile del Centro LocaleCIPES Cuneo dr.ssa Maria Grazia Tomaciello ed il dr. UgoSturlese Direttore DEA dell’ASO di Cuneo.

Le autrici hanno illustrato i contenuti del libro, che sostan-zialmente si sostanziano nella ricerca che è stata da loro con-dotta su un campione rappresentativo di giovani piemontesi.

La ricerca infatti è nata dall’esigenza, emersa all’interno delProgetto di prevenzione primaria Bip Bip (Brain InjuryPrevention, Brain Injury Protection) del Comitato per ilTrattamento dei Traumi Cranici di Torino, di comprendere ilrapporto tra giovani e rischio al fine di tracciare linee guida perla progettazione e l’attuazione di nuove iniziative di prevenzio-ne del trauma cranico.

Per un fenomeno come il trauma cranico che rappresenta laprima causa di morte tra la popolazione giovanile e le cuicause sono strettamente correlate con l’adozione di comporta-menti preventivi, appare infatti evidente la necessità di realiz-zare campagne di comunicazione che non siano semplice-mente informative, né fastidiosamente moralistiche, ma cheabbiano la capacità di comprendere le motivazioni, il linguag-gio, i valori dell’universo giovanile per poter trasmettere mes-saggi convincenti e incisivi.

Il libro parte da una messa afuoco delle molteplici valenzedel concetto di rischio e dall’ana-lisi delle complesse dinamichedel rischio nell’adolescenza. Inrelazione ai compiti connessi aquest’età, quali la costruzionedell’identità personale, il rag-giungimento dell’autonomia,l’accettazione di sé, lo sviluppodi valori personali e la definizio-ne di nuovi ruoli sociali, il con-fronto con il rischio svolge unafunzione cruciale. A conferma diciò, è emerso che per l’immagi-nario giovanile le immagini con-nesse al concetto di rischiosono: trasgressione, sfida, ecci-tazione, destino, fatalità, perico-lo, coraggio, paura.

La ricerca si è svolta su uncampione di giovani sportivi eallievi di autoscuola tra i 18 e i 29anni (circa 900 giovani hannocompilato il questionario e 60partecipato ai focus group).

Gli strumenti utilizzati per il

reperimento dei datie delle informazionisono stati di due tipi:uno quantitativo,consistente nellasomministrazione diun questionario voltoa valutare la cono-scenza del traumacranico e le opinionisul tema della pre-venzione, e uno qua-litativo, realizzatomediante l’attivazio-ne di 8 focus group.Oltre il campione gio-vanile, 2 focus grouphanno coinvolto adul-ti che a vario titolo siconfrontano quotidia-namente con il temadel rischio: allenatorisportivi, insegnanti diautoscuola, esponenti delle Forze dell’Ordine. Il primo dato sucui riflettere, derivante dai questionari, è la scarsa conoscenzadel trauma cranico: solo il 25% degli intervistati ha indicato larisposta corretta. L’azione informativa e divulgativa apparedunque uno dei compiti prioritari per una campagna di comuni-cazione.

Partendo dalle informazioni ricavate dalla ricerca, il volumepresenta alcune parti della campagna di comunicazione, realiz-zata successivamente alla ricerca, e traccia percorsi per futuriprogetti di prevenzione sul trauma cranico.

L’ambizione del volume di descrivere un ambito che va dallaricerca all’azione è realizzata mediante il contributo apportatoal volume da diversi profili professionali (sociologo, psicologo,esperto di comunicazione) e grazie alla presentazione dellacampagna di comunicazione che ha fatto seguito alla ricerca.Per questo motivo, il libro è una risorsa utilissima per chi sioccupa di prevenzione, di educazione alla sicurezza, di comu-nicazione sociale.

Articolo a cura di Franca Beccaria e Maria Grazia Tomaciello

Cipes CuneoCipes CuneoPromozione Salute

21

A Cuneo un corso performare gli insegnantiPer promuovere un uso corretto dei farmaci e contrastare la cultura della dipendenza nei giovani

Nei giorni scorsi si è concluso a Cuneo il corso di formazio-ne “ Educazione all’uso corretto del farmaco: risorsa medico– scientifica - etica o bene di consumo ? “.

Il corso, che rappresenta la prima tappa di un articolatopercorso triennale di educazione sanitaria promosso dallaASL 15, ha visto coinvolti 24 docenti, rappresentanti di 14scuole della ASL 15 (8 medie inferiori e 6 medie superiori)che, insieme ad altri Enti ed Associazioni , hanno sottoscrittonel novembre 2004 un protocollo di intesa finalizzato a rea-lizzare il progetto denominato “ II farmaco: bene di consumoo risorsa per la salute? Un percorso in rete per la informazio-ne e l’educazione della comunità”

Insieme al Servizio Educazione Sanitaria, al ServizioFarmaceutico e al il SerT della ASL 15, hanno contribuitonella realizzazione del corso la Società Medici MedicinaGenerale ( SIMMG) , il Movimento Consumatori di Cuneo,l’Associazione Farmacisti della Provincia di Cuneo, il CSA diCuneo.

Gli obiettivi generali che il corso ha inteso perseguire pos-sono essere ricondotti ai seguenti:- promuovere un approccio interdisciplinare al rapporto tra

farmaco e salute - fornire conoscenze sui rischi e sull’uso corretto dei farma-

co- fornire documentazione preliminare per l’attivazione di per-

corsi curricolari con gli studenti- promuovere il miglioramento dei rapporti tra scuola e ser-

vizi/enti del territorio - promuovere nella scuola la realizzazione di strumenti sta-

bili di informazione ed educazione sanitaria rispetto al far-macoQuesti sono i contenuti che sono stati sviluppati nel corso

dei quattro incontri formativi, svoltisi presso il CSA ( ex prov-veditorato agli Studi) di Cuneo tra novembre 2004 e marzo2005:

la storia del farmaco; il farmaco: risorsa per la salute obene di consumo?; l’efficacia biologica, l’efficacia terapeuticae l’efficacia sociale del farmaco; la sperimentazione farmaco-logia e la farmacovigilanza; le criticità ed i bisogni espressidal cittadino / assistito / paziente; l’automedicazione;

i luoghi della domanda ( farmacia e ambulatorio medico); illuogo della prescrizione (ambulatorio medico curante eambulatorio medico specialista); il governo del bisogno e l’al-leanza terapeutica;

l’analisi del farmaco in termini di costo per la comunità; l’a-nalisi delle manovre di gestione economica del farmaco; lemodalità di informazione scientifica agli operatori sanitari; lemodalità di divulgazione sul farmaco per la popolazione; ilconcetto di dipendenza in età evolutiva.

Alla fine del percorso i docenti sono stati messi in grado disaper descrivere i fattori individuali ed ambientali che insisto-no sul problema dell’uso non corretto dei farmaci; di saperdescrivere gli aspetti etici, storici, economici, culturali, sanita-ri del consumo di farmaci; di saper descrivere le modalità cor-rette nell’uso dei farmaci; di saper utilizzare le conoscenzeapprese per predisporre piani educativi interdisciplinari dasviluppare con gli studenti; di sapersi rapportare ai diversiluoghi del territorio (enti, associazioni, servizi sanitari) che

Qualità dell’aria aCuneo

Un recente studio delPolitecnico di Torino ha analizzatol’effetto del traffico sulla qualitàdell’aria mettendo in relazione vei-coli circolanti in alcune vie diCuneo con determinati parametridi inquinamento atmosferico. Lapresentazione dei risultati emersidalle simulazioni rappresenterà ilmomento centrale della riflessionesulla qualità dell’aria nella nostracittà e sull’efficacia delle strategiedi governo del traffico urbano inoccasione del

CONVEGNO“Qualità dell’aria a Cuneo”

venerdì 18 marzo alle ore 21,00presso la sala B del Centro Incontri della

Provincia (Corso Dante, 41)

La buona correlazione dei risultati emersi dalle simulazionirispetto ai dati rilevati ha dimostrato la validità di un metodoche consente di valutare a priori l’efficacia delle varie strate-gie di governo del traffico urbano, favorendo una scelta ana-litica e scientificamente fondata per garantire il rispetto deilimiti di legge relativi all’inquinamento atmosferico.

La serata si aprirà con il saluto del Sindaco, seguito da unabreve introduzione di Elio Allario, Assessore all’Ambiente eTerritorio del Comune di Cuneo.

Il dott. Silvio Cagliero interverrà, nella veste di Direttore deldipartimento provinciale A.R.P.A. di Cuneo, per illustrarealcuni dati del 2004 sulla qualità dell’aria nella provincia diCuneo con particolare attenzione alla città.

A seguire si illustrerà il metodo di correlazione fra livello ditraffico e qualità dell’aria che le studentesse Michela Costa eDaniela De Nitto hanno applicato su Cuneo, in particolare suCorso Nizza, Via Roma e Corso Galileo Ferraris.

Una riflessione sulle prospettive e le opportunità di applica-zione del metodo per una più efficace regolamentazione deltraffico cittadino spetterà, infine, al professor GiuseppeGenon del Politecnico di Torino.

possono offrire alla scuola opportunità di informazione esostegno.

Nel quinto incontro, svoltosi lo scorso 11 marzo e finalizza-to a definire un possibile impatto operativo del corso sui pro-grammi curricolari educativi rivolti agli studenti , sono statidue gli impegni concordati per il mese di giugno 2005 tra idocenti e gli operatori sanitari della ASL 15: da una parte idocenti, con il supporto degli operatori sanitari, procederannonella stesura di progetti educativi curricolari sul tema dei far-maci da destinare ai loro studenti a partire dal prossimo annoscolastico; dall’altra essi contribuiranno alla realizzazionedella indagine epidemiologia sul rapporto tra cittadini e far-maci, che sarà avviata in questi mesi su un campione signifi-cativo di popolazione: gruppi di anziani, gruppi di adolescen-ti, gruppi di adulti.

Articolo a cura di Maria Grazia Tomaciello e GiovanniBattista Mussetti

Vita CipesVita Cipes22Promozione Salute

Asterischi di vitaLe feste di fine anno in realtà si sono protratte con ponti

vari sino al 10 gennaio 2005, ma la programmazione delleiniziative ha subito un ritardo anche maggiore perché moltisoggetti promotori di attività hanno preferito rinviare la con-vocazione di convegni, incontri, dibattiti alla “ripresa”. Noi,come nostra tradizione, rendiamo conto di ciò che si è svol-to ed è giunto a nostra conoscenza in ordine cronologico:

• giovedì 13 gennaio 2005 nella sala conferenze dellaFondazione Giovanni Agnelli, che ha promosso l’iniziativa, inoccasione della presentazione dei volumi “Sociologia dellaconvivenza interetnica” e “Sociologia delle migrazioni” diLaura Zanfrini si è svolto il dibattito, già preannunciato nelloscorso numero di Promozione Salute, “Multietnica?Multiculturale? Interculturale? La società dell’immigrazione ele sue prospettive”. Lo svolgimento ha seguito l’ordine delprogramma già a nostre mani, registrando, dopo l’aperturadei lavori da parte di Marco Demarie, Direttore dellaFondazione e l’introduzione di Vincenzo Cesareo, apprezza-ti interventi di Elena Besozzi, dell’Università Cattolica delSacro Cuore, di Adriana Luciano, Angelo Pichierri, GiovannaZincone, tutti dell’Università degli Studi di Torino; dopo ildibattito le conclusioni sono state tratte dall’autrice;

• giovedì 27 gennaio 2005 presso la sede della CIPES siè riunito il gruppo “Ospedale e territorio” della rete HPH(Ospedali che promuovono salute);

• sabato 29 gennaio 2005, anziché sabato 15 gennaio,come precedentemente stabilito e da noi annunciato si èsvolto il seminario conclusivo del percorso di formazionesulla Progettazione Sociale, organizzato dal Centro ServiziVolontariato della Provincia di Torino “Idea Solidale”; il semi-nario dal titolo “Progettare la Solidarietà” ha registrato duemomenti: una relazione introduttiva sulla progettazionesociale svolta da Achille Orsenigo dello Studio APS di Milanoe dalla tavola rotonda “Una progettazione efficace? Come?Perché?” a cui hanno partecipato, oltre al relatore ed a rap-presentanti del Volontariato, Marialessandra Salarino dellaScuola di Formazione all’Associazionismo Acli e AlessandroPrandi, direttore di Idea Solidale;

• lunedì 31 gennaio 2005 in occasione della ricorrenza diSan Giovanni Bosco a cui è intitolato l’ospedale di riferimen-to della zona nord di Torino sono stati celebrati alcuni eventidi rilievo quali l’inaugurazione della Nuova Piastra ad altatecnologia dell’ospedale stesso; è stata avviata ufficialmentela prima struttura: il Centro Dialisi; nella circostanza il prof.Francesco Scaroina, Primario di Medicina Generale, ha pre-sentato il suo volume “Buona Sanità – Storia di unOspedale”; la giornata ricca di avvenimenti si è conclusa conun concerto di musica sinfonica dell’Orchestra Giovanile diTorino, diretta dal Maestro Luciano Grandis;

• lunedì 31 gennaio 2005 si è svolto il primo incontro dellaserie di corsi di alfabetizzazione informatica che si terrannoa Chivasso, Carmagnola e Torino nel periodo gennaio aprile2005; i corsi sono organizzati dal Centro di Servizi per ilVolontariato della Provincia di Torino “Idea solidale”, tel.01107021110; e-mail [email protected], per chi volesseancora iscriversi;

• mercoledì 2 febbraio 2005 presso la sala Commissionidel Centro Civico di Via Strabella 192 Torino si è svolto unincontro preparatorio all’organizzazione di 2 giornate di stu-dio sul tema “Casa”, che si svolgeranno in tarda primavera;l’iniziativa è del Forum della Salute – Città Sane della VCircoscrizione, presieduto da Enrico Chiara;

• lunedì 14 febbraio 2005 alle ore 21 presso il saloneIntercoop di Via Perrone 3 Torino si è tenuto un incontro dirappresentanti dell’Associazionismo, del Volontariato e delTerzo Settore per sviluppare il confronto sul programma, delcandidato alla Presidenza della Regione Piemonte Mercedes

Bresso;• martedì 15 febbraio 2005 presso Lingotto Fiere si è svol-

ta una kermesse sulla Sicurezza stradale promossa dallaRegione Piemonte e da Piemonte Strade Sicure. La kermes-se si è soffermata sul percorso dalle cause agli effetti dell’in-cidentalità, sui comportamenti che causano i sinistri stradalie su alcuni progetti concernenti la formazione, la prevenzio-ne e l’adeguamento delle infrastrutture. Interessanti le inter-viste di Ghigo e Casoni caratterizzate da un titolo complessi-vo che è tutto da interpretare: saremo più responsabili;

• lunedì 21 febbraio 2005 presso la sala conferenze GAMsi è svolto un interessante convegno sul tema “Cooperazionee welfare in Piemonte: idee a confronto per politiche integra-te verso la coesione sociale”. Il convegno, promosso daLegacoop Piemonte, ha registrato, oltre agli interventi dinumerose autorità locali, le relazioni di Chiara Saraceno,dell’Università di Torino, di Anna Di Mascio, responsabilecooperazione sociale Legacoop Piemonte, di SilviaSaccomanni, del Politecnico di Torino, di Renato Cogno,dell’IRES Piemonte, Gabriella Viberti, del C.R.E.S.A., eMassimiliano Pacifico, dell’Università di Torino. Nel conve-gno sono stati toccati i molteplici aspetti del rapporto tracooperazione e welfare, nonché i complessi problemi di unaprogettualità integrata verso un welfare, inteso come fattoreprimario di coesione sociale;

• martedì 22 febbraio 2005 a Vercelli presso l’IstitutoSperimentale per la Cerealicoltura, promosso da UNIPOLAssicurazioni nel quadro del programma “Le Chiavi delSorriso 2004” contro le nuove povertà, si è svolto un conve-gno su un alimento, il riso, che ha rappresentato una colon-na portante nella lotta contro la fame. L’interessante iniziati-va, titolata “La Cultura e la Qualità dell’Alimento più diffuso almondo: il Caso Italiano”, si è realizzata con la collaborazionedella CIA Piemonte e del Comitato italiano di coordinamentoper l’anno internazionale del riso, promosso dall’ONU, cheha individuato nel riso parte significativa del soddisfacimentodi uno dei diritti primari dell’uomo, quello alla nutrizione. LaCIPES è stata presente con il suo Presidente Bajardi;

• sabato 5 marzo 2005 l’AVIS in collaborazione con il SITSovrazonale OIRM – S. Anna ha tenuto un incontro scientifi-co su “La qualità in medicina trasfusionale” esperienze e pro-poste sulla gestione del donatore e sulla sicurezza trasfusio-nale.

• In occasione della festa della donna, si sono svolte innu-merevoli iniziative di cui è impossibile rendere conto in mododettagliato ed esauriente, ma quelle più attinenti alla nostrasfera di attività sembrano essere:

• l’8 marzo 2005 promosso dall’ASL 2, che, dando segui-to all’articolato progetto avviato lo scorso anno “C’è posto perte – favorire l’accesso delle donne straniere ai servizi sanita-ri”, ha fatto il punto su quanto finora attivato e le prospettivefuture; nella conferenza stampa si è approfondita la secondaarticolazione del progetto, che prevede il coinvolgimento atti-vo di altri enti ed associazioni di volontariato per costruirealleanze trasversali volte alla tutela ed alla qualità della vitadegli stranieri ed in particolare di donne e bambini irregolaripresenti sul nostro territorio;

• martedì 8 marzo 2005 il Centro di Servizi per ilVolontariato Idea Solidale ha presentato con un dibattito duericerche: la prima su “Dimensioni di genere nel Volontariato”,la seconda su “Violenza e abuso: una ricerca tra gli adole-scenti”. Ai lavori ha partecipato Sued Benkhalim, Consulentedel Ministero di Grazia e Giustizia e Presidente del-l’Associazione Diafa Al Maghreb;

• sabato 12 marzo 2005, sempre promosso da IdeaSolidale, si è svolto un seminario di formazione per volonta-rie e volontari su “Violenza e abuso: una realtà spesse volteinvisibile da conoscere e capire per trovare risposte”, cheriguarda le donne, ma non solo.

Beppe Cervetto

Vita CipesVita CipesPromozione Salute

23

Assemblea Soci del 4 marzo 2005

L’Assemblea dei soci si è regolarmente costituita presso laSala Consiglio della VII Circoscrizione di Corso Vercelli 15,Torino venerdì 4 marzo 2005 alle ore 15.30 con la regolareregistrazione dei soci presenti personalmente o per delega inN° 51.

Si è proceduto alla nomina del Presidente dell’Assembleanella persona del Prof. Luigi Resegotti. In apertura ilCoordinatore della Commissione Cultura della CircoscrizioneVII che ci ospita porta i saluti del Presidente dellaCircoscrizione Sig. Barberis, assente per motivi di salute.

Il Prof. Resegotti ha ringraziato per l’utilizzo della salarichiesta in quanto si tratta dell’Assemblea che si tiene nel-l’anno del 15° della nascita della nostra Associazione, quindiha dato la parola al Presidente Sante Bajardi - che riferiscesul programma 2005 ed in particolare sulle linee di sviluppoterritoriale e settoriale della nostra organizzazione, sul rendi-conto 2004 ed il bilancio preventivo 2005. Presenta le propo-ste per la celebrazione del 15° .della Cipes Piemonte che sidovrebbe articolare con iniziative sia a livello locale (Cuneo-Alessandria ect.) che a livello centrale con una manifestazio-ne a Torino nel tardo autunno indicando come Presidente delComitato Organizzativo il Prof. Luigi Resegotti

La documentazione allegata contiene il quadro delle dispo-nibilità di conferma per il Direttivo espresse dai vecchi com-ponenti. Viene proposta ed approvata la commissione eletto-rale composta dai soci Enrico Chiara, Elena Cofano eGiuseppe Cervetto che relazioneranno in seguito.

Si è dato inizio alla discussione:- il Prof. Resegotti ha illustrato le attività che si intende pro-

muovere per il 15° della Costituzione della Cipes, illustran-do in particolare la composizione del comitato d’onore e lesuccessive tappe;

- il Dott. Piero Zaina ha illustrato l’attività della rete HPH ilcui svluppo ha interessato tutte le aziende partecipanti inparticolare sulla base di 7 progetti regionali;

- il Dott. Enrico Chiara ha illustra la relazione di attività diCittà Sane che ha interessato tutte le province e circa 20distretti;

- la Sig.ra Candida Torelli, Presidente dell’Associazione Fami-gliari vittime della Strada ns. associata, ha richiamato l’at-tenzione sul drammatico problema degli incidenti stradali;

- il Prof. Guido Piraccini ha affrontato le problematiche dellenuove generazioni;

- il Dott. Claudio Mellana si è intrattenuto sulla nostramostra itinerante “allegri e longevi” e sul fatto che l’informa-zione democratica sui temi della salute può essere anchefatta sorridendo.In ultimo è intervenuto per il Collegio dei Sindaci il Dr.

Edoardo Benedicenti che ha illustrato la relazione sul BilancioConsuntivo 2004, pubblicati integralmente nelle pagineseguenti.

Alla fine della discussione è intervenuto per la commissio-ne elettorale il Sig. Giuseppe Cervetto presentando le propo-ste elaborate per il Consiglio Direttivo ed il Collegio deiSindaci.

Il Presidente Resegotti ha posto in discussione i documen-ti presentati. Nessuno è intervenuto per cui si è proceduto - alla votazione del Bilancio Consuntivo 2004 e Bilancio

Preventivo 2005. Approvati entrambi all’unanimità dei pre-senti. Nessun contrario o astenuto.

- alla votazione del Comitato Direttivo e del Collegio deiSindaci, come da proposta della Commissione Elettorale.

Approvati all’unanimità dei presenti. Nessun contrario oastenuto.Il Comitato Direttivo risulta costituito dai soci:Acquafresca Pino, Bajardi Sante, Brunato Maria Pia, Brusa

Mauro, Carzana Mario, Centillo Lucia, Chiara Enrico, CoffanoElena, Cravero Tommaso, Foriero Giulio, Lemma Patrizia,Marescotti Giuseppe, Marchegiani Domenico, MarighellaMassimo, Novarino Carlo, Piraccini Guido, Rabino Giorgio,Resegotti Luigi, Ricca Luigi, Sigismondi Ferdinando, SignoreGiuseppe, Tomaciello Maria Grazia, Tortone Claudio, VinassaBarbara, Zaina Piero ed il designato dell’ANPAs.

Membri di diritto: il rappresentante regionale del MIUR,l’Assessore Regionale alla Sanità, l’Assessore ProvincialeArtesio Eleonora, l’Assesore Comunale Lepri Stefano.

Il Collegio dei Sindaci risulta costituito da: PresidenteBenedicenti Edoardo, membri effettivi: Mingrone Domenico,Ziniti Guido, membri supplenti: Bajardi Marco, SimonottiRenata

Concludendo Il Presidente ha ringraziato gli intervenuti peri contributi portati alla discussione rimarcando in particolare lecose da fare nel corso di quest’anno, 15° di CIPESPiemonte,così impegnativo per tutti i soci.

Nella successiva riunione del Consiglio Direttivo si è proce-duto alla nomina del Presidente nella persona di SanteBajardi.

Consiglio Direttivomercoledì 23 marzo

Nella riunione del sono stati affrontati gli altri adempimentistatutari.

Su proposta del Presidente Bajardi sono stati nominati: - Vice Presidenti: Maria Grazia Tomaciello ed Enrico

Chiara, art 13 Statuto;- Presidente del Comitato Scientifico: Luigi Resegotti, art.

18 Statuto; - Coordinatore della Consulta delle Associazioni: Maria Pia

Brunato, art. 19 Statuto;- Tesoriere. Il Presidente mantiene in se la carica. Per la

tenuta della contabilità: Giuseppe Signore; Rosy Auddinoper la piccola Cassa. Tutti i movimenti con Banca e Postaavvengono via informatica;

- Segretario della Federazione. Il Presidente mantiene lacarica con la collaborazione di più soci costituenti un col-lettivo di Segreteria: Auddino, Mingrone, Signore, BajardiV., Bajardi M.

- La Responsabilità editoriale di Promozione Salute e delWeb è del Presidente

Su proposta del Presidente è approvata la delega di alcu-ne materie a soci del Comitato Direttivo:- Acquafresca: sicurezze- Brusa: GOES- Chiara: Città Sane- Cravero: Centro Documentazione- Marighella: informatica e Web- Piraccini: Scuola e salute- Resegotti: Sala Celli ed attività culturali- Signore: Organizzazione, tesseramento- Tomaciello: Centri locali- Zaina: Rete HPH

I soci con delega, da gestire con la collaborazione di altrimembri del Direttivo e non, sono responsabili delle rispettive - rubriche di Promozione Salute- home-page del sito Internet

Vita CipesVita Cipes24Promozione Salute

Relazione del Collegio deiSindaci sul Rendiconto consuntivo dell’anno 2004

Il Collegio dei Sindaci si è riunito il giorno 15 02 2004,alle ore 14,30 presso la sede del CIPES-Piemonte inTorino,via S. Agostino 20 nelle persone di:

-Sig. Edoardo Benedicenti – componente effettivo-Sig. Renata Simonotti –componente effettivoper l’esame ed il controllo contabile del Rendiconto

Consuntivo dell’anno 2004.Risulta assente giustificato il Sig. Roberto Gorrasi –

componente effettivo.Sono presenti i Sigg. Sante Bajardi Presidente dell’Ente

e Giuseppe Signore che ha provveduto alla tenuta dellescritture e dei relativi documenti.

Sono state esaminate a campione, alcune operazioni dientrata e di uscita e sono stati controllati i documenti giu-stificativi, l’estratto conto al 31-12-2004 della UnicreditBanca dell’Agenzia di Torino-corso Chieti 1/A e quello delBancoPosta delle Poste Italiane relativi ai conti correntiintestati all’Ente i quali presentano rispettivamente unsaldo di euro 10117,30 e di euro 7137,17. La cassa pre-senta un saldo al 31-12-2004 di euro 135,37.

Il risultato positivo di esercizio è stato di euro 17389,84originato dalla differenza fra le entrate che assommano aeuro 102856,14 a fronte di euro 85466,30 uscite (SpeseGenerali euro 46626,41 e spese per attività euro38839,89). E’ stato regolarmente assorbito il debito dibanca dell’anno 2003 pari a euro 7975,08 causato dal ritar-dato pagamento della Regione Piemonte per l’organizza-zione di una conferenza, ed il passivo di cassa di euro17,18.

Il conto consuntivo pareggia in euro 102856,14.

La documentazione contabile riscontrata è codificatanelle diverse poste e le operazioni di entrate ed uscitesono state identificate con codici numerici che consentonoun facile e rapido reperimento.

I rimborsi delle spese, conseguenti a missioni ed incari-chi, sono stati debitamente autorizzati dagli organi prepo-sti e corretta risulta la tenuta della relativa documentazio-ne contabile.

E’ stato utilizzato del personale per prestazioni occasio-nali - conseguentemente sono state effettuate le previsteritenute d’acconto e versato l’importo corrispondente allacompetente Esattoria.

Dal controllo esperito le risultanze contabili, di cui al ren-diconto in approvazione, sono conformi e corrispondentialle scritture contabili ed ai documenti e giustificativi utiliz-zati.

In considerazione di quanto sopraindicato questoCollegio dei Sindaci desidera ringraziare pubblicamente ilSig.Giuseppe Signore per l’opera svolta e per la precisa epuntuale tenuta dei conti ed esprime parere favorevole,invitando l’Assemblea ad approvare il rendiconto di eserci-zio dell’anno 2004.

La riunione termina alle ore 16,30.

Sig. Edoardo Benedicenti ----------------------------Sig. Renata Simonotti ------------------------------

Consuntivo 2004 e preventivo 2005

PREV. CONS PREVCod. 2004 2004 2005

Entrate1 Riporto attivo posta 2003 1757,81

da Regione per 7 Conf. HPH 25000 28008,0001 Soci individuali 3000 1798,00 500002 Soci collettivi 30000 26817,92 3500004 Sostenitori P.S. 43,0005 Convenzioni 30000 39829,77 7000006 Introiti diversi 1192,51 200009 Chiusura Banco Posta 59,1310 da Banca per Cassa 3350,00

88000 102856,14 112000Spese generali

1 riporto passivo banca 2003 7975,082 riporto passivo cassa 2003 17,1801 Cancelleria 2000 1324,43 200002 Postali 2000 716,11 200003 Energia elettrica 500 489,00 50004 Gas 1500 1100,50 150005 Telefono 6000 5734,91 700006 Locazione sede 2500 1999,02 500007 Spese bancarie 604,2708 Spese Banco Posta 228,5809 Manut. macchine ufficio 5000 7213,61 500010 Pulizia e relativi materiali 500 115,50 50011 Collab. di segreteria 10000 11905,00 1500012 Acquisto libri e riviste 500 2853,14 2000

Imposte e tasse13 Spese varie14 da Banca per Cassa 4350,00

31500 46626,41 40500Attività

01 Notiziario bimestrale 15000 18656,97 2500002 Conf., conv., assemblee 3000 893,56 300003 Attività fuori sede 4000 2367,09 600004 Acquisto macch. attrezz. 2000 3000

Quota CIPES Nazionale 1000 100006 Quota ades. Rete HPH 3000 2497,47 300005 Adesione a Enti vari 500 1640,00 1500

Progetto CISO07 7 Conf. Rete HPH 14000 12784,8008 Progetti reti OMS 14000 30000

56500 38839,89 71500TOTALE 88000 85466,30 112000

Passivo/Attivo +17389,84

Riepilogo movimenti esercizio 2004

attivo passivoEntrate 102856,14Uscite 85466,30Risultanze di esercizio 17389,84di cui Cassa contanti 135,37Banca 10117,30 Posta 7137,17Totali a pareggio 102856,14 102856,14