3.5.2 Serviziextra-ospedalieri3.5.2 Serviziextra-ospedalieri...

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3.5.2 Servizi extra-ospedalieri La qualità dei servizi extra-ospedalieri della propria regione in generale è giudicata poco soddisfacente, come si può vedere dal primo istogramma della Fig. 3.27. La stessa divisione tra medici mediamente insoddisfatti e dirigenti sanitari mediamente soddisfatti vale anche per la valutazione dei servizi extra-ospedalieri. Le percentuali sono riassunte nella tabella 3.8. Pur- troppo per queste risposte i numeri per provincia sono troppo bassi per essere statisticamente significativi, quindi abbiamo scelto di non riportare le mappe della distribuzione geografica delle valutazioni. Valutazione... Val. positiva % (P) Val. negativa % (N) P-N % generale 36.3 52.2 +15.9 dei medici 62.5 29.8 -32.7 dei dirigenti sanitari 62.9 33.7 +29.2 Tabella 3.8: Valutazioni della qualità dei servizi extra-ospedalieri. Figura 3.27: La valutazione dei servizi extra-ospedalieri 43

Transcript of 3.5.2 Serviziextra-ospedalieri3.5.2 Serviziextra-ospedalieri...

  • 3.5.2 Servizi extra-ospedalieri

    La qualità dei servizi extra-ospedalieri della propria regione in generale è giudicata pocosoddisfacente, come si può vedere dal primo istogramma della Fig. 3.27. La stessa divisionetra medici mediamente insoddisfatti e dirigenti sanitari mediamente soddisfatti vale anche perla valutazione dei servizi extra-ospedalieri. Le percentuali sono riassunte nella tabella 3.8. Pur-troppo per queste risposte i numeri per provincia sono troppo bassi per essere statisticamentesignificativi, quindi abbiamo scelto di non riportare le mappe della distribuzione geograficadelle valutazioni.

    Valutazione... Val. positiva % (P) Val. negativa % (N) P - N %generale 36.3 52.2 +15.9dei medici 62.5 29.8 -32.7dei dirigenti sanitari 62.9 33.7 +29.2

    Tabella 3.8: Valutazioni della qualità dei servizi extra-ospedalieri.

    del tuttoinsoddisfacente

    pocosoddisfacente

    soddisfacente

    del tuttosoddisfacente

    non so

    12.8%

    39.4%

    33.6%

    2.7%

    11.5%

    Qualità dei serviziextraospedalieri della propria regione

    del tuttoinsoddisfacente

    pocosoddisfacente

    soddisfacente

    del tuttosoddisfacente

    non so

    6.3%

    33.1%

    41.1%

    3.3%

    16.2%

    Qualità dei serviziextraospedalieri della propria regione secondo i dirigenti sanitari

    del tuttoinsoddisfacente

    pocosoddisfacente

    soddisfacente

    del tuttosoddisfacente

    non so

    18.1%

    44.4%

    27.5%

    2.3%

    7.7%

    Qualità dei serviziextraospedalieri della propria regione secondo i medici

    Figura 3.27: La valutazione dei servizi extra-ospedalieri

    43

  • 3.6 Come è cambiata la qualità dei servizi sanitari

    Dopo aver indagato le valutazioni sui servizi sanitari per come sono erogati oggi, analiz-ziamo le risposte alla domanda su come è cambiata la qualità dei servizi sanitari negli ultimi 10anni. Il questionario distingue la variazione della qualità dei servizi del SSN nel suo complessoe quella della struttura dove si opera. Le percentuali relative alle risposte sono confrontatenegli istogrammi della Fig. 3.28. Abbiamo scelto di scomporre i dati sia per ruolo che pergenere, per mostrare alcune differenze interessanti. In generale l’opinione prevalente è che laqualità dei servizi offerti dal SSN sia significativamente peggiorata nell’ultimo decennio. Inmedia quasi 7 intervistati su dieci hanno risposto così alla domanda, la percentuale più altatra i medici e in particolare per le donne, che al 75.0% dichiarano di aver visto peggiorare laqualità dei servizi offerti dal SSN. I meno pessimisti sono gli uomini dirigenti sanitari, per iquali tuttavia comunque più della metà delle risposte, il 58.4%, riporta un peggioramento.

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    68.9%

    18.3%

    10.4%

    2.5%

    68.6%

    15.7%

    10.2%

    5.5%(a)

    UominiDonne

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    61.8%

    18.9%

    13.4%

    5.9%

    74.3%

    14.8%

    7.7%

    3.2%(b)

    Dirigenti sanitariMedici

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    73.5%

    15.8%

    8.8%

    1.9%

    75.0%

    13.9%

    6.7%

    4.3%(c)

    Medici - uominiMedici - donne

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    58.4%

    23.7%

    14.0%

    3.9%

    62.9%

    17.2%

    13.2%

    6.6%(d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.28: Come è cambiata negli ultimi dieci anni la qualità dei servizi offerti dal SSN?Confronto delle risposte per ruolo e per genere.

    L’evoluzione della qualità dei servizi offerti dalla struttura di appartenenza negli ultimidieci anni è rappresentata dagli istogrammi della Fig. 3.29. Anche per la struttura l’opinionegenerale è di un peggioramento. In questo caso uomini e donne sono sostanzialmente con-cordi nelle valutazioni della propria categoria (medici o dirigenti sanitari). Tuttavia, come perl’evoluzione dei servizi offerti dal SSN, anche per la qualità dei servizi della struttura c’è unadifferenza notevole tra medici e dirigenti sanitari. Ben tre medici su quattro hanno rispostoche la qualità dei servizi è peggiorata, mentre per i dirigenti sanitari solo uno su due ha datoquesta valutazione.

    44

  • peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    58.6%

    21.5%

    15.4%

    4.5%

    57.0%

    21.3%

    14.0%

    7.8%(a)

    UominiDonne

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    51.3%

    23.7%

    18.0%

    7.0%

    74.3%

    14.8%

    7.7%

    3.2%(b)

    Dirigenti sanitariMedici

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    62.7%

    20.3%

    13.4%

    3.6%

    62.6%

    18.7%

    10.2%

    8.5%(c)

    Medici - uominiMedici - donne

    peggiorata

    invariata

    migliorata

    non risponde

    49.4%

    24.1%

    19.8%

    6.6%

    51.9%

    23.6%

    17.4%

    7.2%(d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.29: Come è cambiata negli ultimi dieci anni la qualità dei servizi offerti dal SSN?Confronto delle risposte per ruolo e per genere.

    3.7 Le cause del peggioramento

    Il questionario ha chiesto ai partecipanti di indicare quali fossero secondo la loro opinionele principali cause del paggioramento della qualità dei servizi offerti dal SSN. La rispostaprevalente è stata la stessa sia da parte dei medici (vedi la Fig. 3.30) che da parte dei dirigentisanitari (Fig. 3.31): il problema maggiormente sentito, e di gran lunga, sono i turni e le guardietroppo frequenti (41.9% per i medici e 47.4% per i dirigenti sanitari). Al secondo posto peri medici troviamo i carichi di lavoro troppo pesanti per mancanza di personale con il 15.4%,leggermente meno influente secondo i dirigenti sanitari per i quali incide al 13.6%. Al terzoposto la prima differenza tra le due categorie: il 9.9% dei medici ritiene che la causa principaledel peggioramenti siano le retribuzioni inadeguate, mentre per i dirigenti sanitari pesano dipiù i carichi di lavoro eccessivi per carenze organizzative, con il 12.9%. Nella classifica deiproblemi che hanno causato il peggioramento i medici sentono dunque più dei dirigenti sanitaril’effetto delle retribuzioni inadeguate.

    A brevissima distanza seguono per i medici le influenze della politica con il 9.8% e irapporti con il management o la dirigenza con il 7.8%. Questi aspetti, che riguardano lagovernance dei servizi sanitari, sono meno sentiti dai dirigenti sanitari, che imputano al 6.4%il peggioramento all’influenza della politica e soltanto al 2.9% i rapporti con il management ola dirigenza.

    Agli ultimi posti della classifica dei medici delle ragioni del peggioramento troviamoaspetti come gli scarsi investimenti nelle strutture e gli scarsi investimenti nella ricerca e so-prattutto la minore formazione e dedizione dei medici e la scarsa flessibilità dell’organizzazionedel lavoro. In altre parole, i medici del nostro campione non percepiscono che i propri colleghisiano meno dediti al lavoro di quanto non lo fossero in precedenza e non ritengono che le

    45

  • turni e guardie troppo frequenti

    carichi di lavoro troppo pesantiper mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesantiper carenze organizzative

    retribuzioni inadeguate

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    scarsa flessibilitànell'organizzazione del lavoro

    minore formazione dei medici

    minor dedizione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    41.9%

    15.4%

    8.8%

    9.9%

    9.8%

    7.8%

    3.1%

    0.6%

    1.2%

    1.3%

    0.3%

    Cause del peggioramento

    Figura 3.30: Le cause del peggioramento della qualità dei servizi secondo i medici.

    turni e guardie troppo frequenti

    carichi di lavoro troppo pesantiper mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesantiper carenze organizzative

    retribuzioni inadeguate

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    scarsa flessibilitànell'organizzazione del lavoro

    minore formazione dei medici

    minor dedizione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    47.4%

    13.6%

    12.9%

    10.3%

    6.4%

    2.9%

    1.8%

    2.3%

    1.6%

    0.4%

    0.4%

    Cause del peggioramento

    Figura 3.31: Le cause del peggioramento della qualità dei servizi secondo i dirigenti sanitari.

    flessibilità organizzative abbiano giocato un ruolo importante. L’interpretazione che se ne puòdare, alla luce del fatto che la mancanza di personale occupa i primi posti, è che l’organizza-zione del lavoro sia sentita come un problema secondario più per la presenza di altri problemiben più importanti che perché poco flessibile nei confronti delle esigenze della professione. Imedici sentono di essere troppo pochi e di essere impiegati male nell’erogazione dei servizisanitari e queste per loro sono le ragioni più importanti del declino.

    I dirigenti sanitari sono sostanzialmente concordi con i medici per quanto riguarda le causemeno importanti del declino, e vale la pena notare che anche per loro la minor formazione ela minor dedizione dei medici si trova agli ultimi posti nella classifica dei problemi maggiori acui è dovuto il peggioramento della qualità dei servizi.

    Un confronto delle risposte suddivise per ruolo e per genere è visibile nella Fig.]3.32. Perquanto riguarda le differenze di genere nel valutare le cause del peggioramento, è interessantenotare che in media, tra i medici, le donne hanno attribuito ai carichi di lavoro eccessivi permancanza di personale un peso maggiore rispetto agli uomini, mentre, sempre tra i medici,gli uomini sentono più il peso delle retribuzioni inadeguate. Per il resto le risposte sonosostanzialmente omogenee per genere, soprattutto per i dirigenti sanitari. Per questi ultimiinfatti la differenza di genere più rilevante riguarda gli investimenti nelle strutture, dove sembrache le donne attribuiscano a questo fattore un’importanza maggiore rispetto agli uomini.

    46

  • carichi di lavoro troppo pesanti per mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesanti per carenze organizzative

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    retribuzioni inadeguate

    turni e guardie troppo frequenti

    minore formazione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    scarsa flessibilità nell'organizzazione del lavoro

    minor dedizione dei medici

    38.6%

    14.6%

    12.5%

    10.3%

    9.9%

    8.0%

    2.7%

    1.2%

    1.0%

    1.0%

    0.2%

    47.4%

    14.8%

    8.6%

    7.4%

    10.8%

    4.5%

    2.5%

    0.8%

    1.5%

    1.5%

    0.4%

    (a)

    UominiDonne

    carichi di lavoro troppo pesanti per mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesanti per carenze organizzative

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    retribuzioni inadeguate

    turni e guardie troppo frequenti

    minore formazione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    scarsa flessibilità nell'organizzazione del lavoro

    minor dedizione dei medici

    47.4%

    13.6%

    10.3%

    6.4%

    12.9%

    2.9%

    1.8%

    0.4%

    2.3%

    1.6%

    0.4%

    41.9%

    15.4%

    9.9%

    9.8%

    8.8%

    7.8%

    3.1%

    1.3%

    0.6%

    1.2%

    0.3%

    (b)

    Dirigenti sanitariMedici

    carichi di lavoro troppo pesanti per mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesanti per carenze organizzative

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    retribuzioni inadeguate

    turni e guardie troppo frequenti

    minore formazione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    scarsa flessibilità nell'organizzazione del lavoro

    minor dedizione dei medici

    35.0%

    15.3%

    12.2%

    10.8%

    10.0%

    10.0%

    2.8%

    1.7%

    0.6%

    1.4%

    0.3%

    47.8%

    15.5%

    8.0%

    8.9%

    7.7%

    5.8%

    3.4%

    1.0%

    0.7%

    1.0%

    0.2%

    (c)

    Medici - uominiMedici - donne

    carichi di lavoro troppo pesanti per mancanza di personale

    carichi di lavoro troppo pesanti per carenze organizzative

    influenza della politica

    rapporti con il management/la dirigenza

    scarsi investimenti nelle strutture

    retribuzioni inadeguate

    turni e guardie troppo frequenti

    minore formazione dei medici

    scarsi investimenti nella ricerca

    scarsa flessibilità nell'organizzazione del lavoro

    minor dedizione dei medici

    48.8%

    12.6%

    13.4%

    8.7%

    9.4%

    2.4%

    2.4%

    0.0%

    2.4%

    0.0%

    0.0%

    46.9%

    14.0%

    9.3%

    5.7%

    14.0%

    3.1%

    1.6%

    0.5%

    2.3%

    2.1%

    0.5%

    (d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.32: Le cause del peggioramento della qualità dei servizi confrontate per ruolo e per genere.

    47

  • 3.8 Fattori che incidono sulla qualità dei servizisanitari

    Abbiamo visto che dal nostro campione emerge un’opinione abbastanza chiara sullecause del peggioramento del sistema sanitarto. Le domande successive ci permettono diindagare quali siano i fattori decisivi nel determinare la qualità dei servizi sanitari erogati. Lerisposte dei medici sono riassunte negli istogrammi della Fig. 3.33, dove per ciascun fattore,tra quelli citati nella domanda, è rappresentata la distribuzione delle risposte. Ricordiamo chela domanda chiedeva di valutare l’incidenza di: carichi di lavoro troppo pesanti per mancanzadi personale, carichi di lavoro troppo pesanti per difetti di organizzazione, scarsi investimentinelle strutture, scarsi investimenti nella ricerca, scarsa flessibilità nell’organizzazione del lavoro,minor formazione dei medici e dirigenti sanitari, minor dedizione dei medici e dirigenti sanitari,turni festivi e notturni troppo frequenti, retribuzioni inadeguate, rapporti con il management/ladirigenza, competenza del management.

    Tra i fattori più determinanti per la qualità dei servizi sanitari, i medici sono stati mag-giormente concordi nell’indicare un’alta incidenza in particolare per le retribuzioni inadeguate, irapporti con il management o la dirigenza e la competenza del management o della dirigenza.Per vedere quali sono state in generale per i medici le incidenze più importanti osserviamol’istogramma della Fig. 3.35, dove sono state riportate per ciascun fattore le incidenze medie ele relative deviazioni standard nel formato media ± deviazione standard. Al primo posto, comeci si poteva attendere, la mancanza di personale, che ha non solo la media più elevata maanche la deviazione standard minore, segno che i medici sentono questo fattore come moltoimportante e sono più concordi che in merito all’incidenza di altri fattori. Seguono a pocadistanza la competenza del management, i difetti dell’organizzazione, i rapporti con il manage-ment e gli investimenti nelle strutture. Riassumendo, carenza di personale e governance dellestrutture sanitarie sembrano essere – in quest’ordine – i fattori più importanti che determinanola qualità dei servizi erogati. Proseguendo nella classifica troviamo le retribuzioni inadeguatee la mancanza di investimenti nella ricerca, che riguardano l’aspetto economico più a lungotermine della gestione dei servizi sanitari. Agli ultimi posti la minore formazione e dedizionedei medici.

    La Fig. 3.36 mostra gli stessi dati riferiti ai dirigenti sanitari, la cui classifica è sostan-zialmente la stessa dei medici, anche se meno polarizzata: i dirigenti sanitari sembrano avereopinioni più ampiamente distribuite, come si può vedere confrontando gli istogrammi dellaFig. 3.34 con quella della Fig. 3.33.

    48

  • 10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    37.8%

    19.8%

    20.2%

    7.9%

    4.6%

    5.0%

    2.2%

    1.0%

    0.8%

    0.8%(a)

    Mancanza del personale

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    32.2%

    19.7%

    20.5%

    8.7%

    6.4%

    6.3%

    2.3%

    1.4%

    1.8%

    0.7%(b)

    Difetti dell'organizzazione

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    29.7%

    17.9%

    20.4%

    11.3%

    7.5%

    7.4%

    2.0%

    1.9%

    0.9%

    0.9%(c)

    Mancanza di investimenti nelle strutture

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    24.6%

    12.4%

    17.4%

    13.0%

    10.3%

    9.8%

    4.1%

    4.0%

    2.2%

    2.2%(d)

    Mancanza di investimenti nella ricerca

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    16.2%

    13.1%

    18.7%

    14.1%

    11.3%

    12.3%

    5.2%

    4.7%

    2.7%

    1.6%(e)

    Flessibilità del lavoro

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    16.9%

    11.5%

    15.8%

    11.1%

    10.3%

    12.8%

    6.6%

    6.9%

    5.0%

    3.0%(f)

    Minore formazione dei medici

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    11.6%

    7.6%

    11.4%

    8.2%

    9.8%

    13.5%

    8.0%

    10.3%

    8.3%

    11.4%(g)

    Dedizione dei medici

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    26.3%

    14.7%

    15.9%

    11.6%

    7.7%

    11.5%

    4.2%

    3.1%

    2.5%

    2.6%(h)

    Turni festivi e notturni

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    41.4%

    15.3%

    15.6%

    9.9%

    6.3%

    4.9%

    2.9%

    1.8%

    1.0%

    0.9%(i)

    Retribuzioni inadeguate

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    37.0%

    17.8%

    19.4%

    7.7%

    6.9%

    5.3%

    1.6%

    1.8%

    1.0%

    1.4%(l)

    Rapporti con il management

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    42.7%

    18.9%

    14.3%

    7.3%

    5.8%

    4.6%

    1.9%

    1.6%

    1.6%

    1.5%(m)

    Competenza del management

    Figura 3.33: Incidenza di diversi fattori sulla qualità dei servizi sanitari secondo i medici.

    49

  • 10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    38.4%

    18.9%

    21.2%

    5.9%

    5.6%

    5.1%

    0.9%

    1.7%

    1.0%

    1.1%(a)

    Mancanza del personale

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    27.2%

    22.7%

    20.1%

    10.7%

    5.6%

    6.1%

    2.8%

    2.8%

    1.1%

    1.0%(b)

    Difetti dell'organizzazione

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    28.4%

    20.2%

    21.3%

    10.4%

    6.1%

    7.4%

    2.4%

    1.3%

    1.2%

    1.2%(c)

    Mancanza di investimenti nelle strutture

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    26.4%

    16.7%

    17.1%

    10.8%

    8.0%

    9.2%

    5.2%

    2.5%

    1.3%

    2.7%(d)

    Mancanza di investimenti nella ricerca

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    13.1%

    12.1%

    20.1%

    12.6%

    10.7%

    13.5%

    7.5%

    4.3%

    3.8%

    2.3%(e)

    Flessibilità del lavoro

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    15.8%

    14.8%

    16.5%

    11.0%

    10.8%

    11.9%

    7.3%

    5.6%

    3.9%

    2.4%(f)

    Minore formazione dei medici

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    14.4%

    11.1%

    11.8%

    8.2%

    9.2%

    14.2%

    7.7%

    7.6%

    7.7%

    8.2%(g)

    Dedizione dei medici

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    20.4%

    15.5%

    16.3%

    9.7%

    7.6%

    10.6%

    4.8%

    4.5%

    3.8%

    6.8%(h)

    Turni festivi e notturni

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    19.5%

    17.2%

    17.1%

    10.9%

    10.0%

    10.3%

    5.5%

    4.1%

    2.7%

    2.9%(i)

    Retribuzioni inadeguate

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    25.1%

    19.7%

    18.8%

    8.8%

    7.9%

    10.0%

    3.7%

    1.9%

    2.4%

    1.7%(l)

    Rapporti con il management

    10

    9

    8

    7

    6

    5

    4

    3

    2

    1

    36.2%

    20.0%

    14.5%

    7.8%

    6.1%

    8.0%

    2.2%

    1.6%

    1.8%

    1.8%(m)

    Competenza del management

    Figura 3.34: Incidenza di diversi fattori sulla qualità dei servizi sanitari secondo i dirigenti sanitari.

    50

  • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

    Mancanza di personale

    Competenza del management

    Difetti dell'organizzazione

    Rapporti con il management

    Mancanza di investimenti nelle strutture

    Retribuzioni indaguate

    Mancanza di investimenti nella ricerca

    Turni festivi e notturni

    Flessibilità del lavoro

    Minore formazione dei medici

    Minore dedizione dei medici

    8.4 ± 1.9

    8.4 ± 2.1

    8.3 ± 2.1

    8.2 ± 2.0

    8.1 ± 2.0

    8.0 ± 2.0

    7.4 ± 2.4

    7.3 ± 2.4

    7.0 ± 2.3

    6.6 ± 2.6

    5.5 ± 2.9

    Figura 3.35: Classifica dell’incidenza media di diversi fattori sulla qualità dei servizi sanitari secondo i medici.

    51

  • 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

    Mancanza di personale

    Competenza del management

    Difetti dell'organizzazione

    Rapporti con il management

    Mancanza di investimenti nelle strutture

    Retribuzioni indaguate

    Mancanza di investimenti nella ricerca

    Turni festivi e notturni

    Flessibilità del lavoro

    Minore formazione dei medici

    Minore dedizione dei medici

    8.4 ± 2.0

    8.1 ± 2.2

    8.0 ± 2.0

    8.0 ± 2.1

    7.6 ± 2.3

    7.5 ± 2.4

    7.2 ± 2.4

    6.9 ± 2.8

    6.8 ± 2.5

    6.7 ± 2.4

    6.0 ± 2.9

    Figura 3.36: Classifica dell’incidenza media di diversi fattori sulla qualità dei servizi sanitari secondo i dirigenti sanitari.

    52

  • 3.9 L’organizzazione del lavoro in ospedale

    L’organizzazione del lavoro è oggetto di una lunga serie di domande che precedonoquelle finali sugli aspetti psicologici e sulle prospettive future. La prima domanda della seriechiede ai partecipanti di esprimere quanto concordano con una lista di opinioni "espresse daaltri medici e dirigenti sanitari". Ricordiamo che la lista comprende le seguenti opinioni: ilcompenso economico non è adeguato all’impegno richiesto al medico dipendente; lavorare nellasanità pubblica significa rinunciare ad avere una vita privata; il ruolo del medico dipendentee del dirigente sanitario ha uno scarso riconoscimento sociale; il coinvolgimento dei medicidipendenti e dirigenti sanitari nella politica sanitaria e nella governance delle aziende sanitarieè scarso; la dipendenza del singolo medico e dirigente sanitario dalle gerarchie professionali eamministrative è eccessiva; molte norme finalizzate a migliorare la sicurezza e la qualità dellecure sono in realtà strumenti volti a ridurre i costi; il carico burocratico è eccessivo.

    Le risposte dei medici sono rappresentate nei grafici della figura Fig. 3.38. Le opinionicon cui i medici sono d’accordo in maniera più compatta sono il compenso economico non èadeguato all’impegno richiesto al medico dipendente e il carico burocratico è eccessivo, doveal problema della retribuzione inadeguata e dei carichi di lavoro insostenibili, già emersi daaltre domande, si aggiunge ora l’ulteriore livello di profondità che distingue il carico di lavoroin generale da quello burocratico. In questo caso, il parere sul carico di lavoro burocraticoeccessivo che i medici devono espletare è chiaro e abbastanza diffuso nella categoria. Seguelo scarso coinvolgimento nella governance, per i quali ben il 60.3% dei medici si dichiaraconcorde. Seguono tre opinioni sulle quali c’è sì accordo tra i medici, ma è più sfumato, comese il giudizio sull’affermazione da valutare fosse meno netto. La prima, la dipendenza del singolomedico e dirigente sanitario dalle gerarchie professionali e amministrative è eccessiva, è quellache raccoglie più consensi, seguita a brevissima distanza da il ruolo del medico dipendente edel dirigente sanitario ha uno scarso riconoscimento sociale e da molte norme finalizzate amigliorare la sicurezza e la qualità delle cure sono in realtà strumenti volti a ridurre i costi; ilcarico burocratico è eccessivo.

    L’opinione con la quale i medici sono generalmente meno concordi è quella sulla conci-liabilità tra vita privata e professione nella sanità pubblica. Infatti, solo il 25.2% dei medicisi è detto completamente d’accordo con l’affermazione lavorare nella sanità pubblica significarinunciare ad avere una vita privata. La differenza è dovuta principalmente a una differenzatra le risposte di uomini e donne. La conciliabilità tra lavoro e vita privata è uno dei temi suiquali la differenza dovuta al genere dei partecipanti ha prodotto le differenze maggiori nellerisposte. É utile in questo caso vedere in dettaglio il confronto per genere e per ruolo relativoalla soddisfazione tra vita privata e lavoro. I dati sono mostrati nella Fig. 3.37. Tra i mediciquasi tre donne su quattro si dichiarano in qualche misura insoddisfatte della conciliazione travita privata e lavoro, con una donna su cinque che si dichiara inoltre molto insoddisfatta. Lasoddisfazione degli uomini tra i medici è mediamente più alta, anche se circa metà di loro si èdichiarata insoddisfatta su questo punto. Diversa invece la situazione per i dirigenti sanitari,dove la differenza tra uomini e donne è minore, anche se prevale comunque una percentualemaggiore di donne, rispetto agli uomini, che si dichiarano in qualche modo insoddisfatte dellaconciliazione tra vita privata e lavoro nella sanità pubblica.

    La Fig. 3.39. riporta invece le percentuali di concordanza da parte dei dirigenti sanitaricon le opinioni espresse nella stessa domanda. La differenza sostanziale rispetto ai medicirisiede nel fatto che le posizioni dei dirigenti sanitari sono più diluite sullo spettro della possibileconcordanza, mentre quelle dei medici tendono a essere più nette. Tuttavia in generale anche idirigenti sanitari sono sostanzialmente d’accordo con tutte le opinioni riportate. In particolare,i dirigenti sanitari concordano sul fatto che il carico burocratico richiesto ai medici sia eccessivoe questo mostra come questo aspetto appaia più come un’ingiusta imposizione calata dall’alto

    53

  • soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    molto soddisfatto

    non risponde

    47.1%

    38.1%

    12.5%

    1.6%

    0.8%

    39.7%

    44.7%

    12.5%

    0.8%

    2.3%(a)

    UominiDonne

    soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    molto soddisfatto

    non risponde

    53.0%

    37.3%

    6.0%

    1.5%

    2.3%

    34.0%

    46.1%

    17.7%

    0.8%

    1.3%(b)

    Dirigenti sanitariMedici

    soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    molto soddisfatto

    non risponde

    41.0%

    41.4%

    15.5%

    1.2%

    1.0%

    28.1%

    50.2%

    19.5%

    0.5%

    1.7%(c)

    Medici - uominiMedici - donne

    soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    molto soddisfatto

    non risponde

    60.2%

    30.9%

    5.9%

    2.5%

    0.4%

    50.5%

    39.6%

    6.0%

    1.1%

    2.9%(d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.37: Concorda con le seguenti affermazioni? Risposte dei dirigenti sanitari.

    sui lavoratori che non una caratteristica intrinseca della professione o del modo particolaredi organizzare il lavoro. Inoltre anche per i dirigenti sanitari il coinvolgimento dei medici neiprocessi decisionali è scarso, altro segno di un problema generale che riguarda l’intero sistemae la cui soluzione non sembra dipendere più di tanto dalla volontà dei singoli.

    54

  • del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    67.8%

    23.7%

    6.0%

    1.7%

    0.8%

    Il compenso del medico non è adeguatoall'impegno richiesto

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    25.2%

    43.7%

    26.4%

    4.2%

    0.5%

    Lavoro nella sanità pubblicainconciliabile con la vita privata

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    40.6%

    39.5%

    17.2%

    2.0%

    0.7%

    Scarso riconoscimento socialedel tutto

    d'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    60.3%

    32.1%

    6.1%

    0.5%

    1.0%

    Scarso coinvolgimento dei medicinella governance sanitaria

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    46.3%

    39.3%

    11.7%

    1.3%

    1.4%

    Dipendenza eccessiva del singolo medicodalle gerarchie professionali

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    43.6%

    39.0%

    13.1%

    2.2%

    2.3%

    Le norme per migliorare sicurezza e qualità delle curein realtà servono a tagliare i costi

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    72.6%

    23.6%

    2.7%

    0.3%

    0.8%

    Il carico burocratico è eccessivo

    Figura 3.38: Concorda con le seguenti affermazioni? Risposte dei medici.

    55

  • del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    30.6%

    42.9%

    20.0%

    1.9%

    4.6%

    Il compenso del medico non è adeguatoall'impegno richiesto

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    12.0%

    32.3%

    41.3%

    13.2%

    1.2%

    Lavoro nella sanità pubblicainconciliabile con la vita privata

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    20.0%

    39.9%

    31.3%

    7.9%

    0.8%

    Scarso riconoscimento socialedel tutto

    d'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    38.3%

    47.3%

    9.8%

    1.4%

    3.3%

    Scarso coinvolgimento dei medicinella governance sanitaria

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    30.6%

    43.2%

    18.5%

    1.9%

    5.8%

    Dipendenza eccessiva del singolo medicodalle gerarchie professionali

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    27.4%

    42.7%

    18.8%

    3.6%

    7.5%

    Le norme per migliorare sicurezza e qualità delle curein realtà servono a tagliare i costi

    del tuttod'accordo

    d'accordo

    pocod'accordoper niented'accordo

    non risponde

    51.8%

    38.7%

    6.3%

    1.2%

    1.9%

    Il carico burocratico è eccessivo

    Figura 3.39: Concorda con le seguenti affermazioni? Risposte dei dirigenti sanitari.

    56

  • 3.10 Soddisfazione generale in merito alla professione

    Dopo aver chiesto ai partecipanti anamnesi e diagnosi dei problemi del sistema sanitarioitaliano, il questionario chiede a questo punto di esprimere la propria soddisfazione personaleriguardo ad alcuni aspetti della professione. Il primo aspetto di cui ci occupiamo è la retribu-zione. Le percentuali di soddisfazione, suddivise per ruolo e per genere, sono mostrare negliistogrammi della Fig. 3.40. Come già per altre domande, anche le risposte relative alla soddi-sfazione sulla retribuzione mostrano meno differenze di genere tra i dirigenti sanitari rispettoai medici. Tra questi ultimi, gli uomini sono quelli che esprimono maggiore insoddisfazione,con una percentuale del 77.6% contro il 71.0% delle donne. In generale dunque meno di tremedici su dieci sono soddisfatti della propria retribuzione. Invece circa un dirigente sanitariosu due, sia uomini che donne, si dice soddisfatto della retribuzione.

    Gli altri aspetti della professione su cui è stato chiesto ai partecipanti di indicare lapropria soddisfazione sono quelli riportati nei grafici della Fig. 3.41. Abbiamo scelto, ancheper questa rappresentazione, di indicare in rosso le risposte che espimono un qualche gradodi insoddisfazione e in blu quelle che esprimono invece un qualche grado di soddisfazione(in grigio le risposre non sa): risulta chiaro a colpo d’occhio che la Fig. 3.41 contiene piùrosso che blu, indicando quindi un’insoddisfazione generale. L’unica eccezione è il rapportocon i pazienti, aspetto sul quale due medici su tre si dichiarano in media soddisfatti e unosu cinque addirittura molto soddisfatto. Nel pannello (n) della Fig. 3.41 è riportata unastatistica sintetica del grado di soddisfazione per ciascuno degli aspetti a cui sono dedicatigli altri pannelli, dalla (a) alla (m). Notevole il fatto che la soddisfazione minore sia per irapporti con la direzione (12.9%) e quella maggiore sia invece per i rapporti con i pazienti(66.2%). Tra gli aspetti della professione che i medici trovano più insoddisfacenti troviamo,dopo il rapporto con la direzione, le prospettive di carriera (16.6%), l’organizzazione del lavoro(18.6%), i carichi di lavoro (22.1%), la flessibilità del lavoro (27.0%), la conciliazione tra vitaprivata e lavoro (28.7%), l’aggiornamento e la formazione dei medici (31.2%), le dotazionitecnologiche (32.4%), il lavoro nel suo complesso (34.5%) e la qualità della struttura(34.6%). Colpisce, tra questi numeri, il dato desolante sul lavoro nel suo complesso: soltantoun medico su tre è soddisfatto del lavoro che svolge, e che svolge con grandi fatica esacrifici personali, come abbiamo visto analizzando le domande precedenti.

    La soddisfazione dei dirigenti sanitari è riportata negli istogrammi della Fig. 3.42, cheadotta la stessa convenzione della Fig. 3.41 per i colori. Anche per i dirigenti sanitari il coloreprevalente è il rosso, quindi essi sono generalmente insoddisfatti della professione. Rispetto aimedici cambia il livello di soddisfazione, più alto in tutti gli aspetti considerati, e la classificadegli aspetti della professione ritenuti più insoddisfacenti. Se al primo posto ci sono anche inquesto caso i rapporti con la direzione, è importante notare alcune differenze: la soddisfazioneper la flessibilità del lavoro, che per i medici era in media al 27.0%, per i dirigenti sanitari èal 46.7%, vicina alla soddisfazione per il rapporto con i pazienti, che passa però dal 66.2%dei medici al 45.3%. Infine, la soddisfazione maggiore per i dirigenti sanitari è quella relativaal lavoro nel suo complesso, che per questa categoria sale al 52.9%, in netta controtendenzarispetto ai medici. Questo significa però in ogni caso che quasi un dirigente sanitario sudue non è comunque soddisfatto del proprio lavoro.

    L’ultimo aspetto di cui ci occupiamo in questa sezione sulla soddisfazione è l’ambientedi lavoro, cioè i rapporti con i colleghi, sia a livello professionale che personale. Ai partecipantiè stato chiesto di valutare il clima organizzativo, la collaborazione professionale e le relazionipersonali nei confronti dei propri colleghi. I risulati per i medici sono riportati nella Fig. 3.43,quelli per i dirigenti sanitari invece nella Fig. 3.43, con la solita convenzione per i colori. Perciascuno di questi aspetti dell’ambiente di lavoro la valutazione è ampiamente positiva, siada parte dei medici che da parte dei dirigenti sanitari. Il quadro che se ne ricava è quello

    57

  • di una soddisfazione generalmente molto buona per quanto riguarda i rapporti tra colleghi,sia a livello personale che professionale. In effetti la qualità umana dell’ambiente di lavoro è,tra tutti gli aspetti della professione considerati, quello verso il quale i partecipanti si sonodimostrati mediamente più soddisfatti.

    58

  • poco soddisfacente

    soddisfacente

    del tutto insoddisfacente

    molto soddisfacente

    non risponde

    49.1%

    30.6%

    18.9%

    0.9%

    0.5%

    48.8%

    39.1%

    9.6%

    1.4%

    1.1%(a)

    UominiDonne

    poco soddisfacente

    soddisfacente

    del tutto insoddisfacente

    molto soddisfacente

    non risponde

    41.9%

    50.0%

    4.8%

    2.4%

    0.9%

    54.5%

    24.7%

    19.6%

    0.4%

    0.9%(b)

    Dirigenti sanitariMedici

    poco soddisfacente

    soddisfacente

    del tutto insoddisfacente

    molto soddisfacente

    non risponde

    53.1%

    21.0%

    24.5%

    0.6%

    0.8%

    55.6%

    27.8%

    15.4%

    0.2%

    1.0%(c)

    Medici - uominiMedici - donne

    poco soddisfacente

    soddisfacente

    del tutto insoddisfacente

    molto soddisfacente

    non risponde

    40.3%

    51.3%

    6.8%

    1.7%

    0.0%

    42.5%

    49.5%

    4.1%

    2.6%

    1.2%(d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.40: Confronto delle percentuali di soddisfazione in merito alla retribuzione.

    59

  • molto soddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    non sa

    0.4%

    26.6%

    50.4%

    21.9%

    0.8% (a)

    Carichi di lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.4%

    18.8%

    41.9%

    34.7%

    3.2% (b)

    Prospettive di carriera

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    0.5%

    22.1%

    51.5%

    25.6%

    0.3% (c)

    Organizzazione del lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.4%

    31.7%

    46.9%

    19.2%

    0.9% (d)

    Flessibilità del lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    2.2%

    35.9%

    39.3%

    22.3%

    0.3% (e)

    Aggiornamento e formazione

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    2.7%

    39.5%

    39.5%

    17.4%

    1.0% (f)

    Qualità della struttura

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    0.9%

    14.7%

    44.1%

    37.0%

    3.2% (g)

    Rapporti con la direzione

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    19.6%

    61.2%

    13.1%

    3.3%

    2.8% (h)

    Rapporti con i pazienti

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    3.2%

    36.2%

    40.6%

    19.1%

    0.9% (i)

    Dotazioni tecnologiche

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    0.8%

    34.0%

    46.1%

    17.7%

    (l)

    Conciliazione tra lavoroe vita privata

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.1%

    40.8%

    45.2%

    11.2%

    (m)

    Lavoro nel suo complesso

    Rapporticon i pazienti

    Qualitàdella struttura

    Lavoro nelsuo complesso

    Dotazionitecnologiche

    Aggiornamentoe formazione

    Conciliazione tra lavoroe vita privata

    Flessibilitàdel lavoro

    Carichidi lavoro

    Organizzazionedel lavoro

    Prospettivedi carriera

    Rapporticon la direzione

    66.2%

    34.6%

    34.5%

    32.4%

    31.2%

    28.7%

    27.0%

    22.1%

    18.6%

    16.6%

    12.9%(n)

    Percentuale di soddisfattiper ambito

    Figura 3.41: Soddisfazione dei medici relativa ad alcuni aspetti fondamentali della professione.

    60

  • molto soddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    molto insoddisfatto

    non sa

    1.6%

    35.6%

    47.4%

    14.9%

    0.6% (a)

    Carichi di lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.9%

    28.4%

    39.9%

    26.2%

    3.6% (b)

    Prospettive di carriera

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.4%

    30.6%

    51.0%

    16.3%

    0.7% (c)

    Organizzazione del lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    6.0%

    52.4%

    32.8%

    6.8%

    2.0% (d)

    Flessibilità del lavoro

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    2.7%

    50.8%

    35.3%

    10.4%

    0.7% (e)

    Aggiornamento e formazione

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    4.0%

    49.8%

    34.2%

    10.7%

    1.4% (f)

    Qualità della struttura

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.9%

    25.7%

    46.0%

    20.6%

    5.8% (g)

    Rapporti con la direzione

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    8.7%

    48.7%

    5.3%

    1.6%

    35.7% (h)

    Rapporti con i pazienti

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    6.1%

    44.1%

    35.2%

    13.9%

    0.8% (i)

    Dotazioni tecnologiche

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    1.5%

    53.0%

    37.3%

    6.0%

    (l)

    Conciliazione tra lavoroe vita privata

    moltosoddisfatto

    soddisfatto

    insoddisfatto

    moltoinsoddisfatto

    non sa

    4.1%

    61.9%

    28.4%

    2.3%

    (m)

    Lavoro nel suo complesso

    Lavoro nelsuo complesso

    Flessibilitàdel lavoro

    Rapporticon i pazienti

    Conciliazione tra lavoroe vita privata

    Qualitàdella struttura

    Aggiornamentoe formazione

    Dotazionitecnologiche

    Carichidi lavoro

    Organizzazionedel lavoro

    Prospettivedi carriera

    Rapporticon la direzione

    52.9%

    46.7%

    45.3%

    43.7%

    43.0%

    42.7%

    40.2%

    29.6%

    25.5%

    24.2%

    22.0%(n)

    Percentuale di soddisfattiper ambito

    Figura 3.42: Soddisfazione dei dirigenti sanitari relativa ad alcuni aspetti fondamentali della professione.

    61

  • moltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    9.4%

    35.3%

    41.6%

    11.0%

    2.5%

    0.2%

    (a)

    Clima organizzativomoltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    13.7%

    41.0%

    37.1%

    6.5%

    1.5%

    0.2%

    (b)

    Collaborazione professionale

    moltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    17.8%

    42.0%

    31.5%

    6.2%

    1.7%

    0.7%

    (c)

    Relazioni personali

    Figura 3.43: Soddisfazione dei medici relativa ai rapporti con i colleghi.

    moltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    9.5%

    35.2%

    41.6%

    9.4%

    3.2%

    1.2%

    (a)

    Clima organizzativomoltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    13.3%

    39.1%

    37.0%

    7.4%

    1.9%

    1.2%

    (b)

    Collaborazione professionale

    moltobuoni

    buoni

    discreti

    cattivi

    moltocattivi

    nonrisponde

    16.7%

    39.1%

    34.3%

    5.5%

    2.4%

    2.0%

    (c)

    Relazioni personali

    Figura 3.44: Soddisfazione dei dirigenti sanitari relativa ai rapporti con i colleghi.

    62

  • 3.11 L’impatto dell’emergenza sanitaria

    L’impatto sulla professione dell’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di COVID-19 inItalia è stato valutato ponendo ai partecipanti una serie di domande esplicitamente riferitealle condizioni di lavoro e ai cambiamenti osservati durante il periodo dell’emergenza. LaFig. 3.45 riporta l’istogramma con le percentuali relative all’importanza che i medici hannosentito di avere durante l’emergenza sanitaria. Ben l’80.7% dei medici ritiene di aver svoltoun ruolo importante o molto importante. I dirigenti sanitari, le cui percentuali sono riportatenell’istogramma della Fig. 3.46, hanno avuto la stessa impressione: esattamente la stessapercentuale di risposte importante e molto importante dei medici, l’80.7%.

    molto

    abbastanza

    poco

    per niente

    non risponde

    35.5%

    45.2%

    14.6%

    3.2%

    1.5%

    Sente di aver svolto un ruolo importante durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.45: Sente di aver svolto un ruolo importante durante l’emergenza COVID-19?Risposte dei medici.

    molto

    abbastanza

    poco

    per niente

    non risponde

    31.2%

    49.5%

    14.4%

    2.0%

    2.8%

    Sente di aver svolto un ruolo importante durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.46: Sente di aver svolto un ruolo importante durante l’emergenza COVID-19?Risposte dei dirigenti sanitari.

    Diverse invece le risposte di medici e dirigenti sanitari alla domanda sulla valorizzazionedel lavoro svolto durante l’emergenza. Il confronto delle percentuali per ruolo e per genere,riportato nella Fig. 3.47, mostra che la percentuale di medici che sentono di non essere stativalorizzati è il 76.3%: oltre tre medici su quattro hanno percepito che il proprio lavoro nonè stato valorizzato come avrebbero ritenuto giusto, e poco meno di uno su tre ha rispostoper niente alla domanda in questione. I dirigenti sanitari invece hanno avuto in media un’im-pressione più positiva, anche se è ben il 67.3% di loro sentire di non essere stato valorizzatodurante l’emergenza sanitaria, cioè più di due su tre. Non si registrano differenze di genererilevanti da questo punto di vista, né tra i medici né tra i dirigenti sanitari.

    63

  • poco

    per niente

    abbastanza

    molto

    non risponde

    48.4%

    24.5%

    21.7%

    3.2%

    2.1%

    45.9%

    26.1%

    21.5%

    2.6%

    3.8%(a)

    UominiDonne

    poco

    per niente

    abbastanza

    molto

    non risponde

    48.5%

    18.8%

    24.6%

    3.6%

    4.5%

    45.5%

    30.8%

    19.2%

    2.2%

    2.2%(b)

    Dirigenti sanitariMedici

    poco

    per niente

    abbastanza

    molto

    non risponde

    47.3%

    28.6%

    20.2%

    2.5%

    1.4%

    44.0%

    32.7%

    18.4%

    2.0%

    2.8%(c)

    Medici - uominiMedici - donne

    poco

    per niente

    abbastanza

    molto

    non risponde

    50.8%

    15.7%

    25.0%

    4.7%

    3.8%

    47.6%

    20.0%

    24.4%

    3.2%

    4.8%(d)

    DS - uominiDS - donne

    Figura 3.47: Sente che il suo lavoro è stato valorizzato durante l’emergenza COVID-19? Confronto delle risposte per ruolo e genere.

    64

  • Riguardo al coinvolgimento nelle decisioni durante l’emergenza, la situazione non sem-bra essere cambiata da una condizione di partenza di generale esclusione dei medici e deidirigenti sanitari dai processi decisionali. Le risposte delle due categorie sono riportate nellaFig. 3.48 per i medici e nella Fig. 3.49 per i dirigenti sanitari. Ben il 72.9% dei medici e il62.7% dei dirigenti sanitari sente di non essere stato coinvolto o di esserlo stato in minimaparte, mentre la percentuale di coloro che hanno risposto per niente a questa domanda è del38.6% fra i medici e del 26.9% tra i dirigenti sanitari. In generale quindi il coinvolgimento nelprocesso decisionale è stato molto basso e in media circa un partecipante su tre ha dichiaratodi essere stato totalmente escluso.

    molto

    abbastanza

    poco

    per niente

    non risponde

    2.9%

    21.4%

    34.3%

    38.6%

    2.9%

    Le sue opinioni sono state prese in considerazione durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.48: Coinvolgimento dei medici nei processi decisionali.

    molto

    abbastanza

    poco

    per niente

    non risponde

    4.3%

    24.8%

    35.8%

    26.9%

    8.2%

    Le sue opinioni sono state prese in considerazione durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.49: Coinvolgimento dei dirigenti sanitari nei processi decisionali.

    Un altro fattore determinante nell’esperienza che i medici ospedalieri hanno avuto du-rante l’emergenza COVID-19 è stato la fornitura di dispositivi di protezione individuale (DPI)adeguati. Le valutazioni dei partecipanti sono riportate nella Fig. 3.50, dove abbiamo operatoil confronto tra le valutazioni dei medici e quelle dei dirigenti sanitari. Generalmente soddi-sfatti dei DPI i dirigenti sanitari, con il 65.5% di loro che dichiara di aver trovato adeguatao molto adeguata la fornitura. Per i medici la frazione di coloro che hanno trovato adeguatala fornitura di DPI non supera invece la metà, con il 49.4%. Tra i medici infatti il 47.8%dei partecipanti ha giudicato le DPI inadeguate o addirittura molto inadeguate nell’11.7% deicasi.

    Concludiamo questa sezione con un confronto relativo a una valutazione complessiva sultrattamento ricevuto come medici ospedalieri durante l’emergenza sanitaria. I risultati sonoriportati nella Fig. 3.51. Quasi due medici su tre, il 64.4% dei partecipanti, non è soddisfatto deltrattamento ricevuto; di questi, quasi uno su cinque, il 18.6%, lo giudica molto insoddisfacente.

    65

  • moltoadeguata

    adeguata

    inadeguata

    molto inadeguata

    non risponde

    6.7%

    42.7%

    36.1%

    11.7%

    2.8%

    Medici

    moltoadeguata

    adeguata

    inadeguata

    molto inadeguata

    non risponde

    8.6%

    56.9%

    23.5%

    8.2%

    2.8%

    Dirigenti sanitari

    Come è stata nella sua struttura la dotazione di DPI adeguati durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.50: Valutazioni di medici e dirigenti sanitari in merito ai DPI forniti durantel’emergenza COVID-19.

    Situazione leggermente migliore tra i dirigenti sanitari, per i quali la percentuale di insoddisfattiè del 44.2% (7.0% molto insoddisfatto). Complessivamente quindi il giudizio sul trattamentoricevuto durante l’emergenza è negativo.

    66

  • moltosoddisfacente

    soddisfacente

    insoddisfacente

    moltoinsoddisfacente

    non risponde

    1.3%

    28.6%

    45.8%

    18.6%

    5.7%

    Medici

    moltosoddisfacente

    soddisfacente

    insoddisfacente

    moltoinsoddisfacente

    non risponde

    1.6%

    43.6%

    37.2%

    7.0%

    10.7%

    Dirigenti sanitari

    Come valuta il trattamento ricevuto durante l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.51: Valutazioni di medici e dirigenti sanitari sul trattamento ricevuto durantel’emergenza COVID-19.

    3.12 Il risvolto psicologico

    Abbiamo scelto di includere nel questionario anche due domande relative agli effettipsicologici del morale. Abbiamo chiesto ai partecipanti lo stato d’animo prevalente dopo l’e-mergenza, Fig. 3.52, e se hanno avuto necessità di chiedere un supporto psicologico, Fig. 3.53.Il quadro che emerge dalla domanda sullo stato d’animo è desolante: la risposta più frequenteè stata di gran lunga stanchezza, sia per i medici che per i dirigenti sanitari. Seguono poifrustrazione, insoddisfazione, delusione, paura, burnout e infine, per ultima, rabbia. Questatriste classifica è più o meno le stessa per i medici e per i dirigenti sanitari, con l’importantedifferenza nelle percentuali di coloro che dichiarano come stato d’animo prevalente il burnout:il 4.1% dei dirigenti sanitari e il 9.7% dei medici, una percentuale più che doppia. É significati-vo che, tra la stanchezza generale, circa un medico ogni dieci stesse sperimentando un burnoutal termine dell’emergenza sanitaria relativa alla prima ondata dell’epidemia di COVID-19 inItalia. Infatti questa era in sostanza la situazione psicologica allo scoppio della seconda ondata(ricordiamo che il 90% delle risposte al questionario sono giunte tra il 30 settembre e il 5ottobre 2020).

    IL questionario prevedeva anche una domanda sulla necessità del supporto psicologico,le cui risposte sono sintetizzate dagli istogrammi della Fig. 3.53. Oltre i tre quarti dei medicidichiarano di non aver richiesto o di non pensare di chiedere a breve un supporto psicologico,mentre il 16.5% di loro dichiara di averlo fatto. La percentuale scende al 5.9% tra i dirigentisanitari, ulteriore segno che l’impatto psicologico dell’emergenza è stato maggiore sui medici,i quali però sembrano tutto sommato restii a rivolgersi a uno psicoterapeuta.

    67

  • StanchezzaFrustrazione

    InsoddisfazioneDelusione

    PauraBurnoutRabbia

    35.9%

    15.0%

    13.6%

    11.7%

    7.5%

    9.7%

    6.6%

    Medici

    StanchezzaFrustrazione

    InsoddisfazioneDelusione

    PauraBurnoutRabbia

    48.4%

    13.3%

    13.2%

    7.2%

    11.6%

    4.1%

    2.3%

    Dirigenti sanitari

    Qual è il suo stato d'animo prevalente dopo l'emergenza COVID-19?

    Figura 3.52: Stato d’animo prevalente di medici e dirigenti sanitari dopo l’emergenza COVID-19.

    NoNon

    risponde

    16.5%

    75.6%

    7.9% (a)

    Medici

    NoNon

    risponde

    5.9%

    86.0%

    8.1% (b)

    Dirigenti sanitari

    Ha avuto bisogno in questi mesidi un supporto psicologico o pensa di chiederlo?

    Figura 3.53: Necessità di un supporto psicologico.

    3.13 Prospettive per il futuro a breve e medio termine

    Le ultime domande del questionario sono rivolte al futuro. Ai partecipanti è stato chiestodi indicare quale impatto ha avuto l’esperienza dell’emergenza COVID-19 sulle loro prospettivedi lavoro nel SSN. Infatti ben il 41.0% dei medici e il 18.8% ha dichiarato che la vicendaCOVID-19 indice sulla loro permanenza nel SSN, come mostrato dal grafico della Fig. 3.54.

    A conferma dell’impatto notevole che ha avuto l’esperienza dell’emergenza COVID-19,solo all’incirca un medico su due (il 54.3%) dichiara che si vede lavorare ancora in un ospedalepubblico nei prossimo 2 o 3 anni, come mostrato dagli istogrammi della Fig. 3.55. La percen-tuale sale al 69.8% tra i dirigenti sanitari, ma il significato di questi numeri è grave, perchétra coloro che non si vedono in un ospedale pubblico nel breve-medio termine solo il 16.6%dei medici e il 22.6% prevede che andrà in pensione (ed è una stima per eccesso): tutti glialtri abbandoneranno la sanità pubblica per diventare liberi professionisti (14.3% dei medici)o per lavorare negli ospedali privati (5.3% dei medici) o comunque nel settore convenzionato(5.2% dei medici). Circa un medico su venticinque (il 4.3%) pensa invece di andare a la-vorare all’estero. Se queste intenzioni e previsioni dovessero realizzarsi sarebbe un’emorragia

    68

  • No

    59.0%

    41.0% (a)

    Medici

    No

    81.2%

    18.8% (b)

    Dirigenti sanitari

    La vicenda COVID-19 incide sulla sua permanenza nel SSN?

    Figura 3.54: La vicenda COVID-19 incide sulla sua permanenza nel SSN? Risposte di medicie dirigenti sanitari a confronto.

    devastante di personale medico che porterebbe in breve tempo al collasso la sanità pubblicaitaliana e costituisce ad oggi la più grave minaccia al diritto alla salute. Le cause principalidell’abbandono indicate dai partecipanti riassumono in sostanza quanto è già emerso dalle do-mande precedenti: sono per lo più il peggioramento delle condizioni di lavoro e le retribuzioniinadeguate a spingere i medici ospedalieri ad abbandonare la sanità pubblica. Non è trascura-bile però l’impossibilità di conciliare la professione con le esigenze della vita privata, problemache sarebbe grave di per sé per qualsiasi categoria di lavoratori e certamente lo è per i mediciospedalieri alla luce del compito sociale così importante che svolgono.

    La prospettiva per il SSN è particolarmente allarmante se si scompone il dato dei medicigiovani, Fig. 3.56, che in questo caso sono rappresentati dai partecipanti che hanno dichiaratoun’età inferiore alla mediana (55 anni). Si tratta di medici che non hanno davanti a sé, nelbreve-medio termine, la soglia della pensione. Eppure tra di loro soltanto i due terzi (67.2%) sivedono ancora in un ospedale pubblico nell’orizzonte dei 2 o 3 anni. Questo significherebbe perla sanità pubblica non solo la perdita di circa un terzo dei medici più giovani, ma anche porrele basi per una ulteriore futura sofferenza, dovuta al mancato rimpiazzo di coloro che in questolasso di tempo andranno in pensione. Gli unici a beneficiare di questo scenario sarebbero gliospedali privati e i paesi esteri che saranno scelti come destinazione da coloro che lascerannol’Italia.

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  • Ospedalepubblico

    Nessun lavoroo pensione

    Liberoprofessionista

    Ospedaleprivato

    Settoreconvenzionato

    Estero

    54.3%

    16.6%

    14.3%

    5.3%

    5.2%

    4.3% (a)

    Dove si vede tra 2 o 3 anni?Peggioramento

    condizioni di lavoro

    Retribuzioneinadeguata

    Impossibilità di conciliazionecon esigenze personale o familiari

    Mancanzadi benefit

    Impatto della crisisullo stato mentale

    Deficitdi sicurezza

    53.1%

    23.2%

    11.1%

    6.6%

    3.0%

    2.9% (b)

    Causa principale dell'abbandono del SSN

    Ospedalepubblico

    Nessun lavoroo pensione

    Liberoprofessionista

    Ospedaleprivato

    Settoreconvenzionato

    Estero

    69.8%

    22.6%

    2.1%

    2.8%

    1.2%

    1.4% (c)

    Dove si vede tra 2 o 3 anni?Peggioramento

    condizioni di lavoro

    Retribuzioneinadeguata

    Impossibilità di conciliazionecon esigenze personale o familiari

    Mancanzadi benefit

    Impatto della crisisullo stato mentale

    Deficitdi sicurezza

    59.4%

    13.5%

    13.6%

    8.8%

    3.4%

    1.3% (d)

    Causa principale dell'abbandono del SSN

    Figura 3.55: Dove si vede tra 2 o 3 anni? Il pannello (a) mostra le prospettive dei medici e il pannello (b) le loro principali ragioni di abbandono delSSN; il pannello (c) mostra le prospettive dei dirigenti sanitari e il pannello (d) le loro principali ragioni di abbandono del SSN.

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  • Ospedalepubblico

    Nessun lavoroo pensione

    Liberoprofessionista

    Ospedaleprivato

    Settoreconvenzionato

    Estero

    67.2%

    0.3%

    11.6%

    6.9%

    7.4%

    6.6% (a)

    Dove si vede tra 2 o 3 anni?Peggioramento

    condizioni di lavoro

    Retribuzioneinadeguata

    Impossibilità di conciliazionecon esigenze personale o familiari

    Mancanzadi benefit

    Impatto della crisisullo stato mentale

    Deficitdi sicurezza

    46.5%

    26.3%

    13.3%

    7.6%

    2.7%

    3.5% (b)

    Causa principale dell'abbandono del SSN

    Ospedalepubblico

    Nessun lavoroo pensione

    Liberoprofessionista

    Ospedaleprivato

    Settoreconvenzionato

    Estero

    89.9%

    1.1%

    2.2%

    3.0%

    1.5%

    2.4% (c)

    Dove si vede tra 2 o 3 anni?Peggioramento

    condizioni di lavoro

    Retribuzioneinadeguata

    Impossibilità di conciliazionecon esigenze personale o familiari

    Mancanzadi benefit

    Impatto della crisisullo stato mentale

    Deficitdi sicurezza

    14.4%

    14.0%

    11.4%

    3.3%

    1.5% (d)

    Causa principale dell'abbandono del SSN

    Figura 3.56: Dove si vede tra 2 o 3 anni? Risposte dei partecipanti con un’età inferiore all’età mediana. Il pannello (a) mostra le prospettive deimedici e il pannello (b) le loro principali ragioni di abbandono del SSN; il pannello (c) mostra le prospettive dei dirigenti sanitari e il pannello (d) leloro principali ragioni di abbandono del SSN.

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  • 4. Conclusioni e commenti

    Il quadro complessivo che emerge dalle risposte del questionario è sconfortante e de-nuncia una condizione di gravissima sofferenza del sistema sanitario italiano. Una sofferenzache è aumentata nel tempo e che si traduce in servizi inadeguati per i pazienti e carichi dilavoro insostenibili per chi lavora in ospedale. La situazione del Servizio Sanitario Nazione allesoglie della più grande emergenza sanitaria dell’ultimo secolo era già precaria; purtroppo ilpunto della nostra società in cui l’impatto della pandemia è stato più violento è stato propriol’ospedale pubblico. Sui medici ospedalieri è gravata una delle responsabilità maggiori nellagestione dell’emergenza. Il prezzo da pagare potrebbe essere il collasso del sistema sanita-rio nell’immediato futuro. Saranno infatti verosimilmente molti i medici che abbandonerannoil SSN nei prossimi anni, troppi perché il modello di sanità pubblica universale a cui siamoabituati possa reggere.

    Le ragioni che stanno spingendo i medici ad abbandonare gli ospedali sono purtropporiassumibili in un comprensibile spirito di sopravvivenza. I carichi di lavoro troppo pesanti elo scarso coinvolgimento dei medici nei processi decisionali sono i fattori determinanti: comelavoratori essi si sentono schiacciati da una macchina che esige troppo e che non ascolta laloro voce. Si sentono svalutati e sono frustrati da un’organizzazione del lavoro che non sembraavere tra le priorità i loro bisogni e le loro necessità, sia come lavoratori che come esseriumani. Nessun lavoratore, per quanto il suo ruolo professionale possa essere importante,dovrebbe trovarsi nella condizione di dover scegliere tra la professione e la vita privata; da unlato perché è ingiusto e dall’altro perché questo modello non è sostenibile a lungo termine –fatto che dovrebbe attirare l’attenzione dei cittadini in quanto utenti del SSN.

    Si tratta forse di un paradosso, ma è chiaro che il perseguimento della sola efficienza,misurata ormai quasi soltanto guardando ai bilanci e agli indicatori numerici e attuata attra-verso progressive riduzioni delle risorse disponibili, è un nemico della resilienza del sistema nelsuo insieme. L’emergenza COVID-19 ha messo dolorosamente a nudo questa fragilità e l’Italiaè ad oggi uno dei paesi d’Europa con la più alta letalità del COVID-19. Da questo punto divista è come se gli immensi costi sociali ed economici dei lockdown che si sono susseguiti findall’inizio di marzo 2020 fossero stati vanificati. La nostra analisi lascia presagire un avvenireestremamente difficile per la sanità pubblica italiana, il cui declino potrebbe essere molto piùrapido dei tempi che occorrono per correggere la rotta: formare e assumere nuovi medici ri-chiede una programmazione di lungo periodo, mentre il collasso potrebbe arrivare entro pochianni se le scenario indicato dagli stessi medici ospedalieri dovesse realizzarsi.

    Questo significa che la prognosi per il SSN è infausta? Non necessariamente, ma perevitare il disastro serve un cambiamento radicale rispetto alle politiche del passato. Bisognaprima di tutto rinunciare all’illusione di governare un sistema così umanamente complessocome l’assistenza ospedaliera esclusivamente attraverso degli indicatori numerici. Occorronocertamente più risorse e retribuzioni più alte ma, fattore forse altrettanto importante secondoil nostro campione, occorre anche coinvolgere molto di più i lavoratori nei processi decisionaliche governano la macchina ospedaliera e in generale la sanità italiana. Occorre aumentare gliorganici e rendere compatibile la professione di medico ospedaliero con le esigenze della vitaal di fuori dell’ospedale. In questo bisogna porre particolare attenzione alla tutela delle donne

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  • che esercitano la professione, perché il messaggio che veicolano le loro risposte è chiaro: sonoesse la categoria più in difficoltà.

    Tuttavia, si può ricavare da questa analisi anche una ragione di speranza e alcune in-dicazioni sulle correzioni di rotta necessarie ad evitare il collasso del sistema. Le risposte cheabbiamo ricevuto indicano che al di là delle difficoltà e degli ostacoli, i medici ospedalieri con-servano una grande passione per il mestiere, come testimonia il fatto che quando gli è statorichiesto di indicare le cause del peggioramento della qualità dei servizi erogati, essi non hannoindicato ai primi posti il rapporto con i pazienti o la scarsa considerazione sociale del propriolavoro. Neanche la retribuzione inadeguata, per quanto importante, o la scarsa considerazionesociale sono riuscite a scalzare dal podio i carichi di lavoro eccessivi, la cattiva organizzazio-ne del lavoro e lo scarso coinvolgimento nelle decisioni. Complessivamente è l’amore per laprofessione a sostenere i grandi sforzi e i sacrifici nella vita personale che la società richiedeai medici che lavorano in ospedale. Questa sembra suggerire il fatto che nonostante pochidefiniscano prestigiosa la professione, questa però resta affascinante e, almeno per quanto ri-guarda il rapporto con i pazienti, capace di dare gratificazione. I medici che hanno partecipatoa questa indagine hanno prestato un giuramento prima di prendere servizio, e in generale sem-brano essere ben consapevoli dell’importanza e della solennità dell’atto che hanno compiutoe dell’impegno che hanno assunto. Il compito dei decisori politici di oggi e dei prossimi annidovrebbe dunque essere quello di valorizzare queste spinte positive e questo grande capitaledi qualità umane e professionali. Essi dovranno ricordare che la risposta alle sfide sanitarie delfuturo – che oggi non possiamo prevedere nei tempi e nei modi più di quanto abbiamo potutoprevedere la pandemia del 2020 – dipenderà in larga parte da come sceglieremo di trattare imedici ospedalieri al termine dell’emergenza che stiamo vivendo.

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