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NOTIZIARIO2004

1L'accreditamento dei corsi di studio a distanza

Bilancio di previsione 2004,la relazione del rettore

L'accreditamento dei corsi di studio a distanza

Bilancio di previsione 2004,la relazione del rettore

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Lauree honoris causaAprile 2004: Lettere, Noam Chomski (16 aprile).Maggio 2004: Giurisprudenza, Erhard Denninger (6maggio). Giugno 2004: Scienze matematiche, fisiche enaturali, Eric A. Cornell (7 giugno); Psicologia, Jero-me Seymour Bruner (17 giugno). Settembre 2004:Economia, Mohamed Yunus (13 settembre). Ottobre2004: Architettura, Sir Richard Rogers. Novembre2004: Farmacia, Edoardo Boncinelli (15 novembre);Scienze della Formazione, Kofi Annan.

Convegni di ateneoMaggio 2004: Convegno Alta Formazione. Sessio-ne fiorentina della Conferenza dei Rettori (12-13maggio); Firenze e la lingua italiana fra Nazione eEuropa, In collaborazione con l’Accademia della Cru-sca (27-28 maggio). Ottobre 2004: L’Ateneo fiorenti-no fra istituzioni e cultura. Nel decennale dellascomparsa di Giovanni Spadolini, In collaborazionecon la Fondazione Spadolini (7-8-9 ottobre). Novembre2004: Gli 80 anni dell’Università di Firenze. Gior-nata di studi in occasione della presentazione delvolume “Storia dell’Università di Firenze”.

Convegni di facoltà Marzo 2004: Scienze matematiche, fisiche e naturali,Genome based drug discovery (22-27 marzo). Apri-le 2004: Economia, Cluster e distretti industriali (23aprile); Agraria, Il sistema agroforestale: sviluppo,attori, ricerca, formazione (26 aprile); Architettura,La Facoltà di Architettura di Firenze. Dalla Scuo-la superiore alla molteplicità dei corsi di laurea(28-30 aprile); Ingegneria, Scienza bella. Raccolta eproiezione di immagini. Maggio 2004: Giurispruden-za, Scienze e diritto. Il giudice di fronte alla con-troversia tecnico-giuridica (7-8 maggio). Giugno2004:Psicologia,La formazione e la professione del-lo psicologo nell’Unione Europea (17-18 giugno); In-gegneria,Convegno sulle telecomunicazioni in me-moria di Antonio Meucci. Settembre 2004: Medicina,Dal tavolo anatomico al pixel;Agraria, Agricoltura,povertà e sviluppo rurale in un mondo globaliz-zato (8-11 settembre); Agraria, A Sense of Identity.European Conference on Sensory science ofFood and Beverages (26-29 settembre). Ottobre2004:Agraria, Le grandi infrastrutture (titolo provvi-siorio) (16 ottobre); Scienze Politiche, Parlamenti na-zionali e parlamento europeo; Scienze della forma-zione, Le professioni formative nella società della

conoscenza. Novembre 2004: Farmacia, La chimicaapplicata alla terapia, tra empirismo e scienza.Lacollezione storica di farmaci dell’Istituto di Far-macologia di Firenze (15 novembre); Scienze mate-matiche, fisiche e naturali, Aree costiere del Mediter-raneo (titolo provvisorio).

Convegni area metropolitanaMarzo 2004: Empoli, Lo sviluppo per l’innovazionelocale: l’Università per il territorio (12 marzo); Em-poli, Formazione e organizzazione del lavoro nellasanità. Analisi delle opportunità sul territorio (13marzo). Aprile 2004: Pistoia, Conservazione del pae-saggio. Viabilità e infrastrutture a basso impattopaesaggistico (23 aprile); Prato, L’edilizia prima del-la Rivoluzione Industriale (XIII-XVIII sec.) In colla-borazione con la Fondazione F. Datini (26-30 aprile). Set-tembre 2004: Simposio su “The sliding filament hi-potesis” con la partecipazione del premio nobel AndrewHuxley (17 settembre). Ottobre 2004: Pistoia, Univer-sità, industria e territorio. Dinamiche di cono-scenza e innovazione nei sistemi economici locali(8 ottobre); Prato, Università imprese società. Traradicamento e competizione globale (22 ottobre).

Salomone d’OroPremiazioni a marzo, maggio, giugno, ottobre e no-vembre 2004.

Iniziative sportive e culturali delCircolo dipendenti Università

Aprile 2004: Firenze e dintorni, XIX CampionatoNazionale Universitario di ciclismo 2004. Maggio2004: Sesto fiorentino, Quadrangolare di calcio. Ga-ra di poesia; Montecatini Terme, XXIV Trofeo Na-zionale Universitario di tiro al piattello (6-7-8 mag-gio). Settembre 2004: Firenze, Gara di canottaggio.Mostra di Pittura.

Eventi musicaliOttobre 2004: Prato, Opera di produzione dell’Univer-sità; Pistoia, Opera di produzione dell’Università. No-vembre 2004: Empoli, Opera di produzione dell’Uni-versità; Firenze, Opera di produzione dell’Università.

ConclusioneNovembre 2004: Conclusione delle manifestazio-ni per gli 80 anni e inaugurazione a.a. 2004-2005.

CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI

Calendario aggiornato al 17 febbraio 2004

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SommarioL'accreditamento dei Corsi di studio a distanza:criteri e procedure

Bilancio di Previsione 2004

RELAZIONE del RETTORE

Medicina

Nasce a Firenze il Network Italiano perl’informazione al Paziente

I Centri di Ricerca, Trasferimento e Alta Formazione

Le caratteristiche della nuova offerta formativa da parte dell’Università

Verso nuove forme di abilitazioneall’insegnamento

Ricerche

Le nanotecnologie per la qualità del cibo

FIRENZE UNIVERSITY PRESS:un progetto diventato struttura

Iniziative

Prende forma il progetto dell’Università Maya

Diario

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Anno XXVII, n. 1/2004Registrazione Tribunale di Firenzen. 2826 del 13.10.1980

Direttore responsabileAntonella Maraviglia

RedazioneDuccio Di Bari, Silvia D’Addario

Sede della redazionePiazza San Marco, 4 – 50121 FirenzeTel. 055-2757693; fax 055-2756219e-mail: [email protected]

Fotowww.torrinifotogiornalismo.it

Copertina Studenti nella Biblioteca del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino

Hanno collaboratoRenato Corradetti,Andrea Ganugi, Pierangelo Geppetti, Donatella Lippi, Giulio Masotti,Alessandro Mugelli, Giancarlo Pepeu, Paolo Orefice, Giuliana Pinto

GraficaGiovanni Mattioli

Finito di stampare nel mese di febbraio 2004Da Tipografia Giorgi & Gambi - Firenze

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L'accreditamento dei Corsi di studio a distanza:criteri e procedureIntroduzione all'architettura di sistema per l'azione dell’Ateneo

La Conferenza di AteneoIl 10 dicembre 2003 si è svolta in Aula magna e in diretta via web

la Conferenza di Ateneo sull’accreditamento dei Corsi di studio a di-stanza.

L’occasione è stata data dal decreto ministeriale 17 aprile 2003 (G.U.29 aprile 2003, n.98) che ne definisce i criteri e le procedure, ma l’esi-genza di una riflessione a tutto campo per lo sviluppo dei Corsi di stu-dio on line era ormai sentita nel nostro Ateneo come naturale sviluppodei due precedenti Convegni sull’E-Learning (2001 e 2002) promossidallo CSIAF e del lavoro delle Commissioni costituite allo scopo pressoil medesimo CSIAF.

Il Rettore Augusto Marinelli, ad apertura dei lavori ha sottolineatol’opportunità strategica per l’Ateneo fiorentino di valorizzare la forma-zione dei Corsi di studio on line. A tal proposito, ha ricordato che l’ac-creditamento di tali Corsi si inserisce nel solco della “qualità della for-mazione”, richiamata nella sua relazione programmatica del secondotriennio: per la certificazione della qualità dei Corsi di studio è stato giàavviato un piano di sviluppo a partire dal 2004.

Dopo il Rettore sono intervenuti il prof. Fabio Roversi Monaco, Pre-sidente della Commissione ministeriale incaricata di esaminare le do-mande di accreditamento dei Corsi di studio a distanza, e l’ing. Ales-sandro Musumeci, Direttore generale del MIUR per l’innovazione tec-nologica.

Roversi Monaco, nell’apprezzare l’iniziativa dell’Ateneo fiorentinoche per primo tra le università statali ha avviato una riflessione ed un’a-zione sistematica sulla materia, ha sottolineato come lo sviluppo dell’E-Learning costituisca una priorità per la costruzione dello spazio europeodella formazione superiore.

Questo tema è stato ripreso da Musumeci in termini di “equipara-zione del nostro sistema universitario a quello europeo, facilitando[…] un riconoscimento reciproco avviato con la Dichiarazione di Bo-logna del 1999”: a questo proposito, pur sottolineando la presenzadiffusa di esperienze di formazione a distanza nelle Università italia-ne (72 %), ne ha però rilevato il forte ritardo (soltanto il 7,6 % a re-

In questo articolo Paolo Orefice,prorettore all’innovazione e allaqualità della formazione, illustra in-dicazioni e criteri del recente de-creto ministeriale che riguarda icorsi di studio a distanza.A questotema è stata dedicata una confe-renza di ateneo.

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gime) rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea, che dispongono or-mai di Università telematiche1.

Ambedue i relatori, nell’introdurre i lavori della Conferenza da otti-che complementari, hanno messo in evidenza come l’Università a di-stanza in Europa è innanzi tutto uno strumento efficace di recupero del-la dispersione universitaria: secondo la ricerca dell’OCSE, citata da Mu-sumeci, in Italia si laurea, nei Corsi in presenza, solo il 38% degli scrit-ti contro il 70% della media europea dei laureati dei Corsi a distanza.Ma è soprattutto un modo innovativo di concepire e realizzare la for-mazione superiore: secondo gli obiettivi dell’Unione europea, come haricordato il Direttore generale, la formazione universitaria può esserecompetitiva sul piano internazionale se si estende all’intero arco della vi-ta, se rafforzano i legami con il mondo del lavoro, se diventa un’offertaformativa di valore transnazionale. L’Università telematica in Europagià risponde a questi obiettivi2.

Per gli aspetti tecnologici è intervenuto in videostreaming il Prof.Gianfranco Manes, Presidente del Centro di servizi informatici dell’Ate-neo fiorentino, dando una dimostrazione delle soluzione tecnologiche dicui si è dotato l’Ateneo in linea con i requisiti tecnici richiesti dal De-creto.

Per gli aspetti amministrativi eorganizzativi di applicazione delDecreto sono intervenuti il Diret-tore amministrativo, dott. Miche-le Orefice, e il Dirigente della Di-visione Servizi alla didattica, dott.Vincenzo De Marco. Infine, ilprof. Pierluigi Crescenzi, Presiden-te del Corso di laurea di Informa-tica della Facoltà di Scienze Mate-matiche, fisiche e naturali, ha pre-sentato un’ipotesi di lavoro perl’accreditamento, basandosi sul-l’esperienza del suo Corso di lau-rea. Prima del dibattito, sono in-tervenuti, inoltre, a proposito del-le esperienze di E-learning in attonell’ateneo il prof. GianfrancoGensini, preside della Facoltà di

Medicina e Chirurgia e il prof. Guido Chelazzi, rappresentante dell’areascientifica in Senato accademico.

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NOTE

1 Dalla Open University della Gran Bretagna, attiva dagli anni ‘60, con oltre 200.000 iscritti al-l’Universidad Nacional Educacion a Distancia, costituita nel 1972, che ha 155.000 studenti; dalCNED (1979) della Francia con 350.000 iscritti alla FernUniversität (1975) con circa 60.000, fi-no alle più recenti ormai attive in diversi Paesi dell’Europa allargata.2 Qualche esempio significativo, al riguardo: in Gran Bretagna l’8% degli iscritti alla Open Uni-versity hanno oltre i 55 anni; in Spagna l’UNED consente la formazione universitaria anche a1.700 disabili gravi e a 400 studenti nelle carceri; al CNED sono iscritti 30.000 studenti non re-sidenti in Francia.

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L’”architettura di sistema”Il contributo di chi scrive ai la-

vori della Conferenza ha tenutosullo sfondo le questioni strategi-che e si è focalizzato sull’”archi-tettura di sistema”, indispensabileper il decollo dei Corsi di studioon line. Del resto, ogni politica disviluppo della qualità della forma-zione, come di ogni altra area diintervento, richiede un approcciocomplesso, come è ormai ricono-sciuto dai modelli di qualità piùaccreditati.

Significativo è il caso del pro-getto CampusOne della CRUI, alquale il nostro Ateneo partecipacon uno dei finanziamenti mini-steriali più cospicui3: il progetto, mentre sperimenta la qualità dellaformazione in alcuni Corsi di studio attraverso specifiche azioni inno-vative, esige contemporaneamente analoghe “azioni di sistema” a li-vello di Ateneo4. Non diversamente sono costruiti i modelli ricono-sciuti sul piano europeo e internazionale, come EFQM e ISO: pur nel-la differenza degli approcci, es-sendo il primo tarato maggior-mente sull’autocertificazione e ilsecondo su una più rigida stan-dardizzazione, ambedue trattanola qualità attraverso le diversevariabili costitutive di un sistemaorganizzativo5.

Il Decreto ministeriale sull’ac-creditamento dei Corsi di studioa distanza non sfugge anch’essoda una tale prospettiva, anche sebisogna riconoscere che la scrit-tura degli articoli e dell’allegato,che ora adotta il linguaggio tec-nico delle ICT-Information andCommunication Technologies,ed ora il lessico di carattere am-

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NOTE

3 Il finanziamento, per il triennio 2001-2004, ammonta a 5.789.769,73 euro, di cui 2.605.402,69euro come finanziamento CampusOne e 3.184.367,04 euro come finanziamento di Ateneo.4 Nel caso dell’Ateneo fiorentino sono sei le azioni di sistema: servizi di Innovation and Com-munication Technologies, certificazione delle abilità linguistiche ed informatiche, management di-dattico, tirocini e collocamento nel mondo del lavoro, valutazione della didattica, Comitato diindirizzo.Le azioni dei Corsi di laurea riguardano le seguenti aree: adeguamento dei corsi di laurea, at-tività formative e professionalizzanti, e-learning e servizi di Innovation and Communication Tech-nologies, Comitato di indirizzo, management didattico, valutazione della didattica.5 www.efqm.org e www.uni.com

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ministrativo proprio di tali attinormativi, non ne rende imme-diata l’estrapolazione.

Per questo motivo, nel doverpresentare al personale docente eamministrativo l’”architettura disistema”, annunciata nell’art.1 delD.M. e sviluppata negli articolisuccessivi, si è reso necessariosmontare il Decreto nelle variabilicostitutive di quell’architetturaper ragioni di chiarezza, ma anchee soprattutto per comprendere im-mediatamente quali sono le areeoperative del sistema ateneo giàcoinvolte e da coinvolgere nel pro-cesso di qualità, condizione indi-spensabile per ottenere l’accredi-

tamento ministeriale e, con esso, l’autorizzazione a svolgere Corsi distudio in versione E-Learning.

L’“architettura di sistema” - nel nostro caso di Ateneo, di Polo, di Fa-coltà e di Corso di studio - chiama in causa le seguenti variabili, nessu-na esclusa, da mettere in qualità attraverso l’adozione dei criteri, requi-siti e procedure dell’accreditamento: • l’attività didattica a distanza attraverso l’E-Learning (artt. 3.1 e 3.2)• le soluzioni tecnologiche (Allegato tecnico, 2)• i servizi tecnologici (Allegato tecnico, 1)• l’organizzazione didattica del Corso di studio (art.4)• le risorse (art.6)• il sistema di gestione (art.6)• la normativa (art.6)

L’accesso all’accreditamento:due possibilità (art.2)

Prima di entrare nell’analisi deicriteri e dei requisiti delle singolevariabili, occorre fare una precisa-zione preliminare sull’accesso al-l’accreditamento. L’articolo 2 delDecreto prevede due possibilità:possono accedere alla domanda diaccreditamento, e dunque essereaccreditabili, il Corso di studio adistanza o l’Università telematica.

La prima soluzione, che inte-ressa al momento l’Ateneo fioren-tino, prevede che un’Universitàstatale o non statale possa chiede-re l’accreditamento di uno o piùCorsi di studio a distanza, dimo-

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strando di avere soddisfatto tuttele richieste del Decreto. In tal ca-so, l’accreditamento, pur investen-do il sistema Ateneo, è limitato alnumero dei Corsi di studio a di-stanza: pertanto, l’Università cheli svolge non si definisce tecnica-mente “a distanza” perché non ècoinvolta nel suo insieme nell’inse-gnamento telematico.

La seconda soluzione si riferi-sce, invece, alla costituzione diun’intera Università telematica, incui evidentemente tutti i Corsi distudio si svolgono a distanza, co-me nei casi riportati dell’ OpenUniversiy inglese o dell’UNEDspagnola. In tal caso, è la struttu-ra universitaria nel suo insieme che viene definita telematica. Il Decreto,a questo riguardo, opta per una soluzione di partenariato: possono di-ventare Università telematiche istituzioni universitarie promosse da sog-getti pubblici e privati in grado di svolgere Corsi di studio in conformitàal D.M. 509 del 1999.

Sappiamo della giusta critica mossa al Decreto dal CUN e dalla CRUIper questa seconda soluzione, che viene considerata al di fuori dei vin-coli e delle procedure dello sviluppo del sistema universitario nazionale,pur costituendo un fattore di cambiamento strutturale di tale sistema. Almomento la questione non è chiusa, avendo il Ministro mostrato atten-zione ai rilievi dei massimi organi dell’autonomia universitaria. Nell’u-na e nell’altra soluzione, comunque, non è possibile prevedere un Cor-so di studio che risponda ai requisiti di qualità dell’accreditamento sen-za un coinvolgimento sostanziale dell’Ateneo ai diversi livelli e campioperativi: il coinvolgimento potrà essere parziale o totale a seconda chesi opti per la prima o per la seconda soluzione. Certamente, per una Uni-versità che non disponga dei requisiti minimi previsti, a partire dalle so-luzioni tecnologiche, diventa troppo onerosa e impraticabile la prima so-luzione; d’altra parte, avviare la seconda soluzione non è di facile ed im-mediata applicazione, per le evidenti difficoltà a trovare tutte le garan-zie di contorno. Il Decreto, dal canto suo, proprio perché concepito fuo-ri della programmazione pluriennale di sviluppo del sistema universita-rio, non presenta al suo interno elementi di sostegno e di facilitazione,soprattutto di natura economica, alle università statali per affrontarecon sicurezza e con le dovute garanzie istituzionali la seconda soluzio-ne. D’altra parte, se negli altri Paesi europei più che puntare ad una mol-teplicità non programmata di Università a distanza si è provveduto a so-stenerne una a carattere nazionale, dotandola di tutte le risorse umane,tecniche, strutturali ed economiche, che non sono da poco, vi deve pureessere stata una ragione.

Più chiaro e strategicamente sostenibile è il Decreto per la prima so-luzione, che ovviamente premia quelle Università che hanno già attiva-to strutture telematiche e multimediali al loro interno (i cui costi di im-pianto e di funzionamento a regime non sono indifferenti). In questo ca-

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so l’Ateneo fiorentino parte avvantaggiato perché, sulla base della riccaesperienza del Centro Didattico Televisivo e del Cesit, negli ultimi anniha dato consistenza al progetto e alla realizzazione di un unico ed avan-zato centro tecnologico, il Centro dei Servizi Informatici dell’AteneoFiorentino (CSIAF).

Inoltre, come si è detto all’inizio, nell’Ateneo fiorentino esiste una lar-ga e diffusa esperienza di formazione a distanza - non ultima quella del-la Facoltà di Medicina - che si accompagna già ad alcune candidature diaccreditamento di Corsi di studio a distanza6. Il Decreto è dunque un’oc-casione preziosa per valorizzare le esperienze di E-Learning diffuse inmolte Facoltà e per promuoverne di nuove per fare crescere ulterior-mente l’eccellenza europea ed internazionale del nostro Ateneo.

Passiamo ora all’analisi, anche se solo introduttiva, dei criteri e deirequisiti che le singole variabili dell’”architettura di sistema” dell’Ate-neo devono soddisfare.

La didattica a distanza di un Corso di studio (artt. 3.1 e 3.2)Cominciamo dall’ultima variabile elencata prima, per delimitare ini-

zialmente il campo di applicazione della Didattica a distanza previstadal Decreto, che corrisponde nella sostanza ai requisiti dell’ultima gene-razione di modelli della “formazione attraverso la rete”, come viene de-scritta dalla letteratura nazionale e internazionale.

Nell’art.3 vengono dati due criteri di base per riconoscere se un Cor-so di studio ha i requisiti minimi per essere accreditabile sotto il profilodella didattica a distanza.

Il primo è la caratterizzazione del Corso di studio a distanza (art.3.1). Al riguardo, il Decreto richiede che nello svolgimento della didat-tica siano presenti le seguenti condizioni.• la connessione in rete: i materiali didattici e le attività didattiche ven-

gono veicolati attraverso Internet , garantendo un lavoro didattico in-terattivo tra docenti, tutor e studenti e realizzando in tal modo unbuon livello di comunicazione didattica diretta, non sempre possibi-le a tale livello nell’insegnamento in presenza;

• il percorso di apprendimento via PC: ogni studente, attraverso la con-nessione in rete, scarica i materiali didattici sul PC, che poi viene uti-lizzato per lo svolgimento delle diverse attività di apprendimento at-traverso dispositivi ed interfacce che integrano e facilitano il lavorostudente-tutor-docente;

• l’informazione e la comunicazione a distanza: il sistema di lavoro di-dattico garantisce un alto grado di indipendenza dalla presenza in au-la e dai vincoli degli orari di frequenza, prevedendo comunque pos-sibili momenti significativi di incontri presso la sede universitaria, trai quali sicuramente le prove di esame (il Decreto lo stabilisce all’art.4,comma 2);

• il trattamento dei contenuti didattici: gli oggetti di studio non sonolasciati all’estemporaneità ed alla soggettività di chi li offre e di chi liapprende, ma sono codificati e standardizzati (come, per altro, si ri-

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NOTE

6 I primi corsi di studio candidati all’accreditamento telematico sono i corsi di laurea di Infor-matica, Formatore multimediale, Media e giornalismo, Servizio sociale, i corsi di laurea specia-listica in Scienze del servizio sociale,Teorie della comunicazione, il Master per Progettista egestore della formazione in rete.

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chiede ad un insegnamento e ad un apprendimento su base scientifi-ca), organizzati pertanto in soluzioni didattiche modulari e, nellostesso tempo, interoperabili attraverso l’interattività docente-tutor-studente e, dunque, personalizzabili sui ritmi e sulle modalità di ap-prendimento dello studente;

• il monitoraggio dell’apprendimento: attraverso la rete il percorso di-dattico è tracciato non solo per verificare la quantità dei contatti del-lo studente, ma soprattutto per realizzare attraverso l’interattività lavalutazione e l’auto-valutazione periodica dell’ apprendimento, conle evidenti retroazioni sulla valutazione dello stesso insegnamento.Il secondo requisito è la valorizzazione delle potenzialità metodolo-

giche e tecniche dell’ICT (art. 3.2). Anche in questo caso, il Decreto elen-ca una serie di condizioni che devono essere soddisfatte perché il Corsopossa accedere alla domanda di accreditamento:• la multimedialità: i diversi media utilizzati attraverso la rete sono in-

tegrati e resi funzionali al lavoro didattico;• l’interattività con i materiali didattici: la strumentazione tecnologica

con i relativi servizi di supporto consente di fare interagire i prodot-ti didattici dell’offerta formativa dei docenti e dei tutor con i prodot-ti didattici elaborati dallo studente, garantendo in tal modo la perso-nalizzazione dei percorsi di studio e l’ottimizzazione dell’apprendi-mento;

• l’interattività umana: strumentazione e servizi tecnologici assicuranola comunicazione tra gli attori del processo didattico attraverso lacreazione di contesti collettivi di apprendimento (E-Learning Com-munity), ma anche di insegnamento multidisciplinare e interdiscipli-nare (E-Teaching Community: su questo ultimo aspetto, il Decretonon è prescrittivo, anche se si tratta di un corollario del sistema cir-colare di insegnamento-apprendimento);

• l’adattività dei percorsi didattici: dalla duplice interattività preceden-te scaturisce l’ulteriore condizione di personalizzare le reti concettualidei contenuti didattici, dal momento che nel processo didattico en-trano in gioco intelligenze multiple, e, dunque, di realizzare il circo-lo virtuoso delle interazioni tra le performance individuali e i conte-nuti on line;

• l’interoperabilità dei sottosistemi: le diverse componenti attive del si-stema tecnologico e dei relativi servizi consentono l’ottimizzazione ditutte le risorse impiegate, materiali e immateriali, che quindi ade-guandosi agli aggiustamenti del percorso didattico in corso di svolgi-mento vengono riutilizzate e integrate ulteriormente.

Le soluzioni tecnologiche (Allegato tecnico, 2)I precedenti requisiti rimandano direttamente al problema delle tec-

nologie necessarie per svolgere le attività ed i servizi dell’insegnamentoe dell’apprendimento attraverso la rete. Al riguardo, il Decreto nell’Al-legato tecnico è molto esplicito: l’Ateneo o l’Istituzione universitaria te-lematica deve dimostrare di disporre di un sistema integrato di accessoalla piattaforma di erogazione e gestione dei contenuti e delle attività di-dattiche e di supporto. Questo vincolo tecnologico comporta che la piat-taforma debba possedere determinati requisiti nello svolgimento delledue precedenti funzioni:• caratteristiche della piattaforma di erogazione dei contenuti didatti-

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ci: deve disporre di adeguate performance di accesso e fruizione deiservizi da parte di più utenti contemporanei, comprese le categoriedeboli;

• caratteristiche della piattaforma di gestione dei contenuti didattici:deve realizzare l’ottimizzazione del processo di progettazione e pro-duzione dei Corsi on line, come nel caso dell’architettura del LCMS(Learning Content Management System). Questi due requisiti si completano con un terzo che si riferisce in par-

ticolare al sistema tecnologico:• caratteristiche del sistema per la gestione delle attività: la piattafor-

ma deve veicolare attività didattiche e di supporto sincrone, di cuil’interattività e l’aula virtuale sono due espressioni irrinunciabili, in-sieme alle attività asincrone, che vengono gestite comunque all’inter-no del progetto didattico del Corso di studio.

I servizi tecnologici (Allegato tecnico, 1)Gli standard delle soluzioni tecnologiche per consentire lo svolgi-

mento del percorso di insegnamento e di apprendimento on line devonoassicurare l’attivazione di una serie di servizi tecnologici, i quali a lorovolta devono garantire l’articolazione dell’offerta di formazione secon-do precise modalità di attuazione. Queste si riferiscono allo svolgimen-to delle seguenti funzioni, che per altro rientrano nei più generali crite-ri della didattica on line riportati anche prima:• modalità di erogazione e di fruizione, qui di seguito elencate:

• sistemi di comunicazione a tecnologia avanzata,• forme diversificate di assistenza e tutoraggio,• qualità e completezza dell’informazione e della formazione,• adeguatezza e aggiornamento delle fonti documentarie e biblio-grafiche,• fruizione dei materiali in modo flessibile e senza criticità tecno-logica,• supporto all’apprendimento degli studenti (motivazioni, caratte-ristiche personali, cooperative learning, organizzazione in gruppi,programmazione temporale dell’impegno,…);

• modalità di identificazione e di verifica, che non sono di tipo soltan-to quantitativo ma anche qualitativo:

• tracciamento automatico delle attività e reporting sui dati trac-ciati,• monitoraggio didattico e tecnico e feedback continuo dei tutor,• verifiche formative in itinere, anche per l’autovalutazione, • esame finale in presenza: valutazione del processo e dei prodotti;

• modalità di tutoraggio, già citato precedentemente:• interattività studenti-tutor (guida/consulenza, monitoraggio,coordinamento)• spazi virtuali di comunicazione sincroni/asincroni (1 a 1, 1 amolti).

L’organizzazione didattica del Corso di studio (art.4)Passando direttamente alle condizioni richieste al Corso di studio per

la sua programmazione didattica, il Decreto indica una serie di adempi-

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menti relativi alla regolamentazione delle attività di formazione on line:essi rispondono alla necessità di formalizzare le procedure per garantiregli standard minimi di qualità dell’offerta formativa attraverso le ICT.L’art. 4 li descrive nelle linee generali, lasciando all’Ateneo ed al Corsodi studio la libertà di disciplinarne i dettagli:• la Carta dei servizi: è il documento di programmazione e di gestione

didattica del Corso di studi on line. In esso vengono definiti il pianodi studi e la relativa metodologia didattica, le modalità e le regole deiservizi tecnologici, precisandone i livelli operazionali e gli standard difunzionamento;

• il Contratto con lo studente: è la carta dei diritti e dei doveri dellostudente “remoto”, in cui ciascun iscritto al Corso on line sottoscri-ve la sua adesione alle attività ed ai servizi didattici e di accompa-gnamento in massima parte a distanza e, a sua volta, il presidente delCorso, a nome e per conto del Consiglio del Corso di studi, sotto-scrive le garanzie date allo studente di potere seguire e portare a ter-mine il suo percorso formativo universitario;

• la Commissione di certificazione: è l’organismo incaricato dal Consi-glio del Corso di studi di riconoscere la validità scientifica e didatti-ca del materiale tecnologico erogato e dei servizi offerti a distanza; laCommissione, composta interamente da docenti universitari, nell’e-sercizio delle sue funzioni può avere una delega maggiore o minore adiscrezione del Consiglio del Corso di studi, salvaguardando comun-que l’autonomia didattica di ciascun docente del Corso (nel caso del-l’Università telematica, che è promossa da soggetti pubblici e privati,la presenza della Commissione acquista un rilievo tutto particolarecome organismo di garanzia del livello universitario di formazione);

• la garanzia di tutela dei dati personali: il Corso di studio è tenuto adimostrare, con il supporto dei servizi tecnologici dell’Ateneo, qualimisure di sicurezza secondo le norme vigenti adotta relativamente al-la privacy dello studente;

• la flessibilità di fruizione degli insegnamenti: a differenza dei Corsi distudio in presenza che hanno il vincolo di 60 Crediti Formativi Uni-versitari annuali, il Corso a distanza può avere una maggiore flessi-bilità al riguardo potendo assecondare maggiormente i tempi e i rit-mi di apprendimento dello studente “remoto”; pertanto, deve deli-berare qual è il numero massimo dei CFU che egli può guadagnare inun anno e, per altro verso, qual è la diluizione pluriennale massimadei CFU.

Le risorse (art. 6)Le ultime tre variabili sono descritte nell’art. 6, che riconduce l’”ar-

chitettura di sistema” nel quadro complessivo dell’Ateneo, non avendoil singolo Corso di studio da solo la possibilità di soddisfare tutti i re-quisiti indispensabili per l’accreditamento: le tre ultime variabili, che co-munque impegnano anche il Corso di studio e la sua unità amministra-tiva di riferimento, sia essa la Facoltà o anche il Dipartimento, investo-no soprattutto la struttura centrale dell’Ateneo nelle sue funzioni di stra-tegia politica e di amministrazione che le spettano.

La prima delle tre si riferisce alla programmazione delle risorse dal li-vello di Ateneo fino a quello del Corso di studio. Data la specificità in-

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novativa della formazione on line, la programmazione delle risorse in-troduce elementi nuovi che solitamente non sono presenti nei Corsi distudio in presenza: pertanto, se è vero che ogni attività di formazionenon può reggersi se non è supportata da risorse che ne assicurano il fun-zionamento, questo assioma è tanto più vero per un Corso di E-Lear-ning che senza determinate risorse richieste dalla sua particolare strut-tura non può essere realizzato o, al massimo, viene svolto male snatu-randone la peculiarità e, dunque, è impossibile chiederne l’accredita-mento.

Viene qui di seguito riportata una tipologia di risorse indispensabilida assicurare ed utilizzare in maniera programmata e distribuita ai varilivelli di operatività (dall’Ateneo al Corso di studio):• Personale

• Amministrativi• Tecnici• Docenti• Telemanager didattici • Teletutor

• Sede• Struttura tecnologica• Struttura didattica con Laboratori multimediali

• Strumentazione• Dotazioni tecnologiche

• Budget• Costi di impianto e di avviamento• Costi a regime

La specificità delle risorse per il funzionamento di un Corso di studioon line è ben visibile nella tipologia.

A livello di risorse umane, oltre la presenza di tecnici delle ICT , ven-gono introdotte due nuove aree professionali nella filiera delle compe-tenze didattiche: la gestione dei servizi didattici a distanza e la gestionedello studente “remoto” per guida/consulenza, monitoraggio, coordina-mento, come è stato detto precedentemente. Le due funzioni che nor-malmente rispondono a due figure professionali ben distinte, il Telema-nager didattico o Gestore dei servizi tecnologici della didattica e il Tele-tutor, nel Corso di studio possono essere attribuite al Teletutor, che inquesto caso ovviamente dovrà garantire la padronanza anche delle altrecompetenze.

Sia per le risorse umane che per la sede e la strumentazione tecnolo-gica, alcune funzioni vengono assicurate a livello di Ateneo (Uffici del-l’Amministrazione centrale, CSIAF), altre vengono garantite dal Corsodi studio, con il supporto del Polo e della Facoltà.

La variabile Budget è anche essa fondamentale: deve assicurare la co-pertura delle spese aggiuntive del Corso on line rispetto agli altri Corsidi studio, perché non è pensabile tecnicamente che possa essere attivatoa costo zero. Ovviamente, va realizzata l’ottimizzazione delle risorse esi-stenti, che però restano insufficienti nell’attuale situazione critica dei fi-nanziamenti ordinari degli Atenei. Entrate specifiche per i Corsi di stu-dio on line vanno studiate e varate prima di inoltrare la domanda di ac-creditamento, che in tal caso non sarebbe accolta. Al riguardo, una tas-sa aggiuntiva di iscrizione al Corso on line è plausibile ed è normalmente

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applicata, in considerazione dei servizi ulteriori e delle facilitazioni chetale tipo di offerta formativa assicura allo studente “remoto”.

Il sistema di gestione (art. 6)La seconda delle tre variabili riportate dall’art. 6 si riferisce al siste-

ma di gestione che si danno, a scalare, l’Ateneo, i Poli (come nel casodell’Università fiorentina), le Facoltà e i Corsi di studio: il Decreto chie-de che i requisiti (art.4) e le specifiche tecniche (Allegato) illustrati pre-cedentemente siano ricondotti al Programma di fattibilità, dove ciascu-na struttura organizzativa, dal centro alla periferia, deve dimostrare, perla parte che la riguarda, come traduce operativamente quei requisiti equelle specifiche. In altri termini, nel Programma di fattibilità dell’Ate-neo e del Corso di studio i requisiti e le specifiche vengono distribuiti al-l’interno del sistema organizzativo adottato, dove ruoli e funzioni sonochiaramente e funzionalmente definiti.

Il sistema organizzativo rientra nell’”architettura di sistema” dellaformazione on line, analogamente alle altre componenti descritte finora. Tale architettura, per la sua peculiarità innovativa, si differenziadall’abituale e consolidato sistema di Ateneo. Non a caso, le Universitàtelematiche in Europa hanno statuti, apparati, organizzazioni e serviziche, pur all’interno della cornice normativa comune a tutta la forma-zione superiore del Paese, hanno loro distinti caratteri. Certamente, nonè semplice in una struttura universitaria con insegnamento in presenzainserire un’”architettura di sistema” che per una serie di variabili fon-damentali si discosta da quella.

I rischi maggiori, tra gli altri possibili, sono due: o minimizzare la dif-ferenza strutturale di tale architettura per cui la si assorbe in quella pree-sistente; oppure, esasperarne a tal punto la differenza da delegare al Cor-so di studio l’intera responsabilità di attuazione del sistema di E-Lear-ning. Nell’uno e nell’altro caso, anche se da opposti versanti, si genera-no grossi problemi di gestibilità dei Corsi on line, con il rischio di nonottenere poi l’accreditamento oppure, se questo viene dato, con la qua-si certezza di realizzare un’offerta formativa di bassa qualità, asfittica,senza escludere per altro che non riesca a portare a buon fine gli impe-gni presi nella Carta dei servizi e nel Contratto con lo studente.

Il sistema complessivo e analitico di gestione della formazione on li-ne assume la sua visibilità e la sua sostenibilità, e dunque la sua accre-ditabilità, nella misura in cui risponde ad uno specifico Piano esecutivodi Ateneo, da una parte, e ad un dettagliato Progetto didattico del Cor-so di studio, dall’altro.

La normativa (art.6)Anche se trattata per ultima, questa variabile è ugualmente fonda-

mentale: essa costituisce il passaggio obbligato che dà coerenza, certez-za e stabilità all’”architettura di sistema” della formazione on line deiCorsi di studi dell’Ateneo.

Il Regolamento didattico di Ateneo ne recepisce le istanze e le tradu-ce in norme che ne disciplinano il funzionamento secondo i criteri e i re-quisiti di qualità indicati nel Decreto.

Sulla base delle modifiche del Regolamento didattico di Ateneo vie-ne aggiornato anche il Regolamento didattico del Corso di studio a di-

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stanza. Questo potrà essere completamente nuovo, se si tratta di un Cor-so di nuova istituzione; ma potrà essere soltanto aggiornato, se il Corsoon line è la gemmazione di uno preesistente.

Per la domanda di accreditamento al MIUR va prodotto il Regola-mento didattico di Ateneo aggiornato, come specificato nell’art.6 delDecreto. Gli altri regolamenti, una volta definiti e approvati, restano at-ti interni dell’Ateneo.

Paolo Orefice, prorettore all'innovazione e alla qualità della formazione.

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Bilancio di Previsione 2004

RELAZIONE del RETTORE

Contesto generale

In un recente documento, (11/11) la Commissione europea ha verifi-cato lo stato di avanzamento del programma di lavoro « Istruzione &formazione 2010 » approvato dal Consiglio europeo nel 2002 per

raggiungere l’obiettivo strategico di fare dei sistemi d’istruzione e di for-mazione in Europa «un riferimento di qualità a livello mondiale entro il2010 ». La conclusione della verifica è una “preoccupante constatazio-ne: in tutti i paesi europei si compiono sforzi per adattare i sistemi d’i-struzione e formazione alla società e all’economia della conoscenza, male riforme avviate non sono all’altezza delle sfide e il loro ritmo attualenon consentirà all’Unione di raggiungere gli obiettivi che si è fissata.

In particolare si evidenzia come la partecipazione dei cittadini euro-pei all’istruzione e alla formazione permanente rimanga debole, l’ab-bandono scolastico e l’esclusione sociale rimangano troppo grandi e nonvi sia nessun segno di un aumento sostanziale degli investimenti com-plessivi (pubblici e privati) nelle risorse umane. Con la seguente gravepreoccupazione per il “grande ritardo” in tale ambito rispetto ai princi-pali concorrenti a livello mondiale.

In questo quadro diviene ancora più importante la prospettiva trac-ciata dal Presidente della Commissione europea:

“Dobbiamo avanzare in modo convincente verso l’obiettivo del 3%del PIL per la spesa nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione. (…)Anche in questo ambito abbiamo bisogno di una road map”1.

La definizione di questa road map a livello europeo per conseguirel’obiettivo della più “avanzata società della conoscenza” può effettiva-mente rappresentare il modo corretto per affrontare il tema dell’univer-sità e della ricerca in Europa. Un sistema di indirizzi e vincoli europei suquesto tema può anche contribuire al processo di unificazione, inte-grando gli obiettivi di finanza pubblica con quelli di istruzione.

L’Italia deve inserirsi in questo percorso e puntare decisamente a col-mare i preoccupanti divari nei principali indicatori sulla ricerca e l’alta for-mazione. Ricordo fra tutti la percentuale di laureati sul totale della popo-lazione con età compresa fra i 25 e i 34 anni, pari a circa un terzo della me-dia UE, e il numero dei ricercatori sulla popolazione attiva, che ci vede al-l’ultimo posto in Europa con un valore pari a circa la metà della media.

Negli ultimi due anni le università si sono trovate impegnate nelprofondo processo di riorganizzazione dei corsi di studio previsto dalregolamento sull’autonomia didattica, ciò ha determinato numerosi

Il Consiglio di amministrazionedell’ateneo ha approvato il bilanciodi previsione per l’esercizio 2004nella seduta del 19 dicembre 2003.In queste pagine, la relazione delrettore che accompagna il docu-mento e che ne illustra le linee fon-damentali.

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NOTE

1 Romano Prodi Presidente della Commissione europea Conferenza stampa sul prossimoConsiglio Europeo Conferenza stampa Bruxelles, 15 ottobre 2003

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problemi e la necessità di chiedere a tutte le componenti universitarieun maggior impegno e l’accettazione di notevoli disagi nello svolgi-mento delle loro attività. I risultati sono in linea con le attese in ter-mini di maggior accesso alla formazione universitaria, con aumenticonsistenti degli immatricolati in molti atenei: oltre il 20% nell’ate-neo fiorentino. Tutto questo è però avvenuto senza risorse aggiunti-ve, come evidenzia l’andamento del FFO negli ultimi anni (tabella 1).Non crediamo che questa situazione possa mantenersi nei prossimianni, soprattutto in relazione alle dichiarazioni più volte rilasciatedall’attuale Ministro che proprio in un comunicato di pochi giorni fa(comunicato stampa del 17 novembre 2003) ha tenuto a ribadire “ lacostante attenzione del sistema pubblico al problema dei docenti e deiricercatori operanti nelle Università”.

D’altra parte la situazione finanziaria degli Atenei, principalmente acausa del mancato riconoscimento degli aumenti stipendiali del perso-nale docente, è tale da non essere sostenibile per i prossimi anni, per cui,tenendo anche conto delle dichiarazioni dei principali esponenti europeie del governo nazionale sulla necessità di un aumento delle risorse perl’università e la ricerca, sembra inevitabile immaginare un rilevante mi-glioramento dei finanziamenti alle università o altrimenti una modificadegli attuali vincoli sulla determinazione delle entrate.

La situazione finanziaria dell’AteneoL’analisi del quadro finanziario specifico dell’Ateneo evidenzia bene

quanto finora detto a livello generale. L’andamento del FFO e delle spe-se per il personale riportato in tabella 1 mostra chiaramente la stabilitàin termini nominali del FFO negli ultimi anni a fronte di crescenti costidel personale dovuti (tab. 2) ad aumenti stipendiali di docenti e ricerca-tori decisi in sede nazionale.

Ciò ha determinato il progressivo ridursi della quota di risorse diprovenienza ministeriale destinabile al funzionamento dell’università,

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fino alla situazione attuale, in cui i costi del personale superano diquasi 6 punti percentuali il FFO. È evidente come l’entità degli au-menti stipendiali per docenti e ricercatori non sia sostenibile dall’at-tuale finanziamento rappresentando già ora quasi il 7% dello stesso.In questo senso è stato presentato in data 14 novembre 2003 il ricor-so al TAR del Lazio contro il DPCM del 20/6/2003 al fine di ottene-re la reintegrazione dei finanziamenti per gli aumenti stipendiali deidocenti non corrisposti. La gravità di questo mancato riconoscimen-to è tale che ritengo inevitabile una decisione a noi favorevole da par-te degli organi giudicanti, soprattutto alla luce del fatto che l’unicaentrata “libera” degli Atenei costituita dalle tasse e contributi deglistudenti è subordinata al vincolo dell’articolo 5 del DPR 306 del25/7/97. Tale voce non può cioè eccedere il 20% dell’importo del Fon-do Finanziamento ordinario (FFO) e tale limite è stato raggiunto dagran parte delle Università, compresa la nostra. La situazione che per-tanto si determina è quella di atenei con finanziamenti ministeriali no-minalmente costanti, ma destinati interamente alle retribuzioni delpersonale, e tasse studentesche bloccate nel loro ammontare com-plessivo, nonostante l’aumento del numero degli immatricolati, e de-stinate in misura crescente a finanziare gli aumenti dei costi del per-sonale non coperti dal Ministero. Non mi soffermo sulla irrazionalitàdel vincolo del 20%, ma, in ogni caso, la morsa prodotta sull’Ateneoda una contrazione reale dell’FFO e dalla impossibilità di accrescerele risorse proprie grazie all’aumento delle iscrizioni, determina inevi-tabilmente il degrado della qualità del servizio offerto e a medio ter-mine il vero e proprio collasso delle attività.

In questa prospettiva ho ritenuto inevitabile in sede di formazione delbilancio preventivo 2004 considerare con ottimismo il riconoscimentofuturo delle istanze finanziarie avanzate da tutti gli atenei italiani e inparticolare l’accoglimento del ricorso per il riconoscimento del creditoper gli aumenti stipendiali dei docenti non finanziati.

Il bilancio preventivo 2004Tutte le considerazioni ora effettuate determinano un profonda si-

tuazione di disagio a cui però non possiamo far seguire un abbando-no dei nostri doveri istituzionali, l’approvazione del bilancio preven-tivo è un atto che dobbiamo compiere pur con le preoccupazioni cheho illustrato.

Su questa base vi propongo la struttura del bilancio preventivo2003 così come sintetizzata nelle successive tabelle e che deriva anchedal lavoro della Commissione bilancio alla quale va il mio ringrazia-mento .

Per quanto riguarda le entrate in tabella 3 sono riportate le singolevoci.

L’incremento di 11.000.000 di euro del FFO è stato stimato sulla ba-se dell’attuale composizione della finanziaria che prevede un aumentodelle risorse per l’università di circa 350 milioni di euro e considerandoche l’incidenza del FFO dell’Università di Firenze sul budget del MIURè di circa il 3%.

In funzione del ricorso presentato e coerentemente con quanto giàfatto nel precedente esercizio, sono stati inseriti i 4,9 milioni di euro cor-

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rispondenti agli incrementi stipendiali per l’anno 2004. Per conseguire il pareggio del bilancio è stata quindi inserita come vo-

ce di entrata quella dei proventi derivanti dalla vendita del patrimonio. L’entrata connessa alle dismissioni riguarda l’ulteriore alienazione,

dopo quelle dello scorso anno di 3 milioni di euro, di patrimonio nonstrategico per l’ateneo a copertura di spese di funzionamento. Si trattachiaramente di interventi di corto respiro che possono permetterci di ri-solvere la contingenza immediata, ma che certo non risolvono i proble-mi dell’ateneo.

Tabella 3 – Struttura delle entrate

Per quanto riguarda le spese in tabella 4 sono state evidenziate le spe-se obbligatorie in modo da rendere esplicita la situazione di rigidità delbilancio.

Tabella 4 – Struttura delle spese obbligatorie e disponibilità residua

L’entità della disponibilità residua, evidenziata in tabella 4, pur conil consistente intervento effettuato sulle entrate, ha posto inevitabilmen-te la necessità di contenere le spese di funzionamento e in particolarequelle per le dotazioni e la ricerca, come purtroppo già fatto lo scorsoanno. In tabella 5 sono sintetizzate le principali voci di spesa a caricodell’ateneo comparate a quelle dello scorso anno.

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Tabella 5 – Ripartizione voci di spesa non obbligatorie

L’incremento delle spese di funzionamento generale e di manutenzio-ne ordinaria (rispettivamente 18% e 49%) sono relative soprattutto alnuovo insediamento di Novoli per il polo delle scienze sociali.

Per lo stanziamento relativo alle dotazioni di funzionamento dei Di-partimenti è prevista una riduzione del 25% (920.000 euro) rispetto aquanto previsto in bilancio per il 2002, contro il taglio del 50% effet-tuato per l’anno 2003. Ulteriori tagli, comunque in misura ridotta, so-no effettuati sulle assegnazioni di funzionamento delle altre unità am-ministrative (circa 170.000 euro).

Per lo stanziamento relativo alla ricerca finanziata dall’Ateneo è pre-vista una riduzione di circa il 25% (1.159.000 euro) rispetto a quantoprevisto in bilancio nel 2002, contro il taglio del 35% effettuato perl’anno 2003. Sono inoltre confermati i tagli già operati per l’esercizio2003 relativi agli assegni di ricerca finanziati dall’Ateneo ed alle asse-gnazioni per grandi attrezzature e progetti strategici (complessivamentecirca 1.444.000 euro). Nessuna riduzione viene proposta in relazione al-le dotazioni del Sistema bibliotecario, né delle Presidenze.

1.500.000 euro di spese a carico dell’Ateneo per il finanziamento diborse di studio per il dottorato di ricerca e per la mobilità possono es-sere invece poste a carico del MIUR attraverso l’utilizzo parziale dellerisorse di cui al “Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mo-bilità degli studenti”, istituito con la legge 170/2003; così facendo nonsi ha nessuna contrazione della spesa per tali servizi pur conseguendo ilrisparmio sui fondi impiegati dall’ateneo come evidenziato in tabella 5.

La riduzione delle spese per dirigenti ottenuta con una riorganizza-zione interna della attribuzioni è stata destinata a finanziare forme di re-tribuzione per i principali incarichi di responsabilità in ateneo attual-mente svolti a titolo gratuito, ritenendo importante dare un primo segnodi riconoscimento per questi impegni sempre più gravosi anche in ter-mini di responsabilità.

Un’ultima considerazione riguarda il livello di incertezza delle postedi bilancio. Nella redazione del preventivo 2004 una particolare atten-zione è stata data a questo elemento vista l’entità delle somme soggettea vario titolo ad un’alea. Ritengo le scelte effettuate adeguate anche daquesto punto di vista, in quanto distribuiscono in modo bilanciato fraentrate ed uscite le possibilità di difetto di previsione: l’entità delle vocidi spesa di incerta realizzazione nel prossimo esercizio – come quelle pernuove assunzioni - insieme a quelle potenzialmente comprimibili, tendeinfatti a equiparare quella dei crediti verso il ministero, che, pur rite-nendo non incerta in termini di competenza, può non avere la corri-spondente manifestazione finanziaria a breve.

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Medicina

Nasce a Firenze ilNetwork Italiano perl’informazione alPaziente

In occasione del semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea, siè svolto, presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, unConvegno dal titolo “Il Paziente Informato”, organizzato con l’obietti-

vo di promuovere la formazione di un rete italiana, come parte di una piùvasta rete europea, finalizzata a migliorare l’informazione del paziente.

Si tratta, in realtà, di un progetto che si articola su più livelli; a una ge-nerica informazione, che consenta al paziente di orientarsi in modo auto-nomo e sicuro all’interno delle strutture sanitarie, si accompagna, infatti,

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una necessità più profonda, legata alla malattia: uno degli obiettivi è, in-fatti, la realizzazione di centri informativi, soprattutto nel caso delle ma-lattie rare, dove un operatore sanitario possa svolgere la funzione di me-diatore dell’informazione, fornendo anche un sostegno per chi, dimesso dauna struttura ospedaliera, si trovi a vivere la quotidianità della malattia inun rapporto faticoso e spesso scollato rispetto alla medicina di base.

Il metalivello più complesso riguarda quello che viene tradizionalmentechiamato “consenso informato”, ma che, come ha sottolineato Gian Fran-co Gensini, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze epromotore dell’incontro, deve essere trasformato da un atto di compliancea un momento di concordance, attraverso l’educazione del paziente e delmedico, laddove il tempo e il linguaggio sono il mezzo indispensabile perun dialogo costruttivo e per un adeguato rapporto medico-paziente.

La riunione è stata promossa, oltre che da Gian Franco Gensini, daRenato Corradetti, Pierangelo Geppetti, Donatella Lippi, Giulio Masot-ti, ed Alessandro Mugelli ed è stata organizzata dalla Fondazione DEI-onlus della Società Italiana di Farmacologia, con il supporto di un “Edu-cational and research grant” di Johnson & Johnson.

Particolarmente significativi, in quest’ottica sopranazionale, l’altoPatronato del Presidente della Repubblica Italiana, i Patrocini del Presi-dente della Commissione Europea, della Presidenza del Consiglio, dellaPresidenza della Giunta della Regione Toscana e dell’Università.

Il Convegno - che si è tenuto il 27 novembre scorso - ha visto la par-tecipazione del Rettore Augusto Marinelli, dell’Assessore al Diritto allaSalute della Regione Toscana Enrico Rossi, e del Direttore Sanitario del-l’Azienda Ospedaliera di Careggi, Enrico Desideri.

Moderatore dell’incontro è stato Michael Rogers, Consigliere Scienti-fico dello Staff del Presidente della Commissione Europea per le strategiecomunitarie, che ha sapientemente legato i contributi, arricchendoli dicommenti personali e coinvolgendo l’uditorio in una proficua discussio-ne; all’incontro hanno partecipato, infatti, Relatori di diversa formazio-ne: rappresentanti della Direzione generale della Commissione Europeaper le Imprese, membri di Associazioni Internazionali e Nazionali di Pa-zienti, rappresentanti del Picker Institute Europe, Rappresentanti dei me-dia nazionali e rappresentanti di associazioni nazionali degli Ordini deiMedici, dei Medici di Medicina generale, dei Farmacisti, degli Infermie-ri, dell’Industria Farmaceutica, delle ASL, oltre a rappresentanti del mon-do Universitario e del Sistema Sanitario Regionale Toscano.

Peter Singleton, direttore della Cambridge Health Informatics e coauto-re dello Studio “Informed Patient”, ha presentato i risultati dello Studio edha illustrato quali iniziative siano state individuate come momenti cruciali,in un documento di consenso, che è stato redatto da esperti e rappresentan-ti delle associazioni di pazienti, in occasione della presentazione dello Stu-dio al Parlamento Europeo. La costituzione di un gruppo permanente, cheraccolga gli attori principali nel settore in un network nazionale ed Europeoè stato l’auspicio centrale, sostenuto da tutti gli speakers intervenuti.

Helen Magee, del Picker Institute Europe, ha presentato i risultati diun’ indagine sul “Paziente del futuro in Europa”, dalla quale emerge unafotografia delle diverse realtà nei vari Paesi Europei; ha sottolineato co-me in tutti i paesi, pur se in misura diversa, esistano bisogni e aspettati-ve da parte dei pazienti riguardo alle informazioni che desiderano rice-vere e che non sempre vengono soddisfatte.

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In quest’ottica, si è mosso il contributo di Alistair Newton, della Fe-derazione Europea delle Associazioni Neurologiche (European Federa-tion of Neurological Associations: EFNA), una Federazione pan-europeadi Associazioni di pazienti neurologici e psichiatrici, che ha fornito il qua-dro delle richieste dei pazienti a livello Europeo e delle iniziative attuatedall’EFNA presso il Parlamento Europeo, per stimolare misure e finan-ziamenti specifici diretti ad una crescita dell’informazione al paziente.

I punti chiave delle strategie della Commissione relative alle modalitàdi procedimento nei confronti degli impegni sull’informazione al pa-ziente scaturiti dall’iniziativa dei G10 Medicinali ed altre iniziative del-la Commissione in quest’area, sono stati delineati da James Copping,della Direzione Generale Imprese della Commissione Europea.

Scott Ratzan,Vice Presidente Government Affairs, Johnson & John-son, Europe, ha, invece, analizzato le prospettive di attuazione delle rac-comandazioni scaturite dallo Studio “Informed Patient”, attraverso lacostituzione di una struttura europea , illustrando le iniziative nel cam-po attuate e/o proposte per l’immediato futuro da una azienda privataattiva da molto tempo in questo settore.

Gian Franco Gensini, Preside della Facoltà, ha illustrato il ruolo cen-trale del Medico nell’informazione al paziente ed ha sottolineato il ruo-lo che l’Università ed in particolare la Facoltà di Medicina e Chirurgiadeve svolgere nella formazione delle figure professionali coinvolte nel-l’assistenza; ha inoltre sottolineato l’importanza di fornire una informa-zione fruibile dai pazienti, attraverso un investimento in termini di tem-po per conoscere i bisogni e le aspettative dei pazienti stessi, in unoscambio concorde, che porti alla partecipata consapevolezza del pazien-te nelle scelte che riguardano la sua salute.

La struttura della rete italiana, illustrata da Renato Corradetti comemodello per la nascita di analoghe reti in altri Paesi (Germania, Olanda,Regno Unito, Spagna), attribuisce un ruolo centrale all’Università e alServizio Sanitario, nelle sue varie componenti, per la formazione delle fi-gure professionali coinvolte nell’assistenza al paziente e la diffusione del-l’informazione di qualità al paziente. Un ruolo decisamente attivo è at-tribuito ai pazienti stessi, sia come fruitori, sia come fonte di informa-zione: il paziente che vive l’esperienza della propria malattia e delle nuo-ve esigenze che essa crea (psicologiche, pratiche, socioeconomiche e diqualità della vita), infatti, diviene a sua volta una fonte preziosa peridentificare sia i bisogni che le modalità di informazione sulla malattiae sulle scelte terapeutiche.

Nei loro interventi, i relatori italiani e stranieri hanno contribuito al-la definizione degli scopi e delle possibili iniziative concrete da adottareper realizzare una rete nazionale sul paziente informato, dando suggeri-menti e presentando le esperienze realizzate dalle loro Associazioni.

Pim de Graaf (direttore dell’International Centre of the NetherlandsInstitute for Care and Welfare) ha presentato le iniziative già intrapresenei Paesi Bassi per l’informazione al paziente. Dall’analisi di queste espe-rienze è possibile avanzare le prime conclusioni sulle modalità di infor-mazione al paziente, specialmente riguardo a piattaforme di informa-zione elettronica. Le difficoltà incontrate sono costituite prevalente-mente dal rapido evolversi delle informazioni e dalla conseguente ne-cessità di strutturare un portale, che possa fornire adeguata informazio-ne sia al paziente sia alle figure professionali coinvolte nell’assistenza.

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Questa piattaforma deve essere in grado di evolvere dinamicamente conle nuove esigenze e coinvolgere nel suo aggiornamento tutte le parti in-teressate. Di particolare importanza sono, da questo punto di vista, leprocedure per la certificazione dell’informazione, da rendere disponibi-le per via elettronica, e delle sue fonti.

L’esperienza spagnola è stata esposta da Antonio Noguero (EscuelaSuperior de Relaciones Públicas, Spain), che ha sottolineato come inSpagna, in analogia a quanto avviene in Italia, il Sistema Sanitario è de-mandato a Regioni Autonome. Tra le iniziative di maggior interesse,l’informazione sui farmaci fornita dai Farmacisti su linee guida appro-vate dalle Associazioni ufficiali dei Farmacisti e la recente nascita di unservizio medico via Internet.

L’impegno dei Farmacisti nell’informazione al paziente è stato sotto-lineato anche da Venanzio Gizzi (Presidente dell’ASSOfarm), che ha pro-posto il coinvolgimento dell’ASSOFarm nelle iniziative future, offrendola collaborazione dell’associazione da lui presieduta ed il supporto del-la rete informatica già disponibile presso l’Associazione.

Anche Alessandra Manassero (Farmindustria) ha sottolineato comel’industria farmaceutica, con le sue conoscenze specifiche nel campo deifarmaci e la sua rete di associati, possa fare molto per una corretta infor-mazione al paziente e come sia errato e riduttivo considerare le Compa-gnie Farmaceutiche solo sotto il profilo della pubblicità o come poten-ziale fonte di finanziamenti.

Laura D’Addio (Associazione Nazionale Infermieri) ha presentato al-cune iniziative attivate dall’Associazione Nazionale Infermieri ed in fa-se di attuazione nelle Regioni Emilia e Romagna e Toscana. Fra queste,di particolare rilievo è apparsa l’iniziativa rivolta ad una migliore infor-

Un momento del Convegno pres-so la Facoltà di Medicina: interven-to di Alessandro Mugelli.

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mazione dei pazienti nei servizi di pronto soccorso. L’attività della Federazione Italiana delle Associazioni Neurologiche,

che raccoglie le associazioni di pazienti neurologici e psichiatrici, è stataillustrata da Donatella Panigada: la Federazione è stata fondata recente-mente, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, gli organi legisla-tivi ed amministrativi dello Stato, gli Enti Locali e le Forze Politiche sul-la natura e la diffusione delle malattie neurologiche, così da aumentarnel’impegno e l’attenzione. Le iniziative previste per il 2004 prevedono lapromozione del dibattito in ogni singola associazione sul ruolo della fa-miglia delle persone con malattia neurologica per identificarne i tratticomuni e sviluppare azioni comuni di supporto; la incentivazione di stu-di epidemiologici di alcune patologie neurologiche (per esempio l’ afasia);l’introduzione di bacheche informative in tutte le neurologie italiane conpresentazione di tutte le Associazioni appartenenti alla FIAN.

Eugenio Pattarino ha ribadito, nella sua duplice veste di rappresen-tante dell’Ordine dei Medici e della Società Italiana dei Medici di Me-dicina Generale, l’impegno delle due Associazioni a promuovere ogniiniziativa volta ad una migliore informazione del paziente: ha anche il-lustrato come spesso il tempo disponibile per il rapporto tra paziente emedico divenga un fattore cruciale per realizzare una corretta informa-zione al paziente ed una scelta terapeutica consapevolmente condivisadal paziente stesso.

Il ruolo di primaria importanza che i media possono avere nel-l’informazione al paziente è stato illustrato da Franca Porciani (Corrie-re della Sera), che ha messo anche in luce le difficoltà che si presentanoad un redattore di articoli sulla salute, pur scientificamente qualificato

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Il 4 novembre 1992, sul Journal of the American Medical As-sociation (JAMA), veniva pubblicato un articolo-manifesto, daltitolo “EBM.A new approach to teaching the practice of me-

dicine”: se questo saggio è considerato la data di nascita moder-na della Evidence Based Medicine, è possibile rintracciare le origi-ni di questo approccio metodologico, che oggi ha un ruolo cre-scente ai fini della pratica clinica e dell’aggiornamento in ambitosanitario, già in alcuni Autori del XVIII secolo.È stato questo uno dei temi affrontati nel corso della tavola ro-tonda, tenutasi nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Chi-rurgia, il giorno 8 ottobre 2003, alla quale hanno partecipatoesperti di diversa formazione e di diverse competenze, che han-no fornito una visione integrata e complementare dell’argomen-to.“Storia ed attualità della Evidence Based Medicine”: ha aperto laserie degli interventi il Preside della Facoltà, Gian Franco Gensini,trattando il tema “Università,Educazione Continua in Medicina edEBM”,attraverso la presentazione dei rapporti tra il metodo EBM,il mondo sanitario e il momento formativo.L’aggiornamento del medico è uno dei problemi maggiormentesentiti da questo punto di vista e l’Educazione Continua rappre-senta una vera e propria sfida per confrontarsi con un mondo diinformazioni estremamente dinamico ed in continua crescita: laEBM può essere considerata, in questa prospettiva, uno strumen-

to formativo mirato e flessibile, in grado di consentire un aggior-namento che risponda a paradigmi ineludibili di qualità.Il secondo intervento ha visto la riflessione storica di UlrichTroehler, Direttore dell’Istituto di Storia della Medicina ed EticaMedica di Friburgo (Germania), massimo esperto internazionaledella storia della EBM ed autore di una recentissima monografia,dal titolo “To improve the evidence of medicine”, in cui proponela ricostruzione di questa metodologia, risalendo alla Gran Breta-gna del XVIII secolo ed al contesto parigino della prima metà del1800.Se in Gran Bretagna fu fondamentale il contributo dei chirurghi e,in particolare, quello dei fratelli Hunter, a Parigi, nel 1830, PierreCharles Alexandre Louis introduceva, per la prima volta, una ana-lisi “matematica” nella valutazione della terapia medica: il “meto-do numerico”, inaugurato da Louis, gli consentì di constatare lamancanza di efficacia di uno dei mezzi terapeutici più diffusi, il sa-lasso, aprendo un dibattito molto acceso con i sostenitori di que-sto tipo di intervento.Anche se le sue osservazioni non riuscirono a cambiare le abitu-dini prescrittive dei suoi contemporanei, né quelle dei medici del-l’epoca successiva, gettarono le basi per quella Médécine d’Ob-servation, che, insistendo sulla necessità di una validazione quan-titativa costante degli effetti dei diversi trattamenti, minava l’auto-rità non sperimentabile della Medicina dei Sistemi.Un approccio filosofico è stato proposto da Gilberto Corbellini,

STORIA ED ATTUALITA’ DELLA EVIDENCE BASED MEDICINE

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ed esperto, e sottolineando la crescente necessità che le notizie siano cor-redate di un chiaro materiale di supporto tratto da fonti accreditate.

Silvia Bruni (Associazione NAUTILUS) ha illustrato l’iniziativa “Leg-gere per stare meglio”, una rete bibliotecaria, che favorisca l’accesso al-l’informazione per chi si ammala. Si tratta di una rete comprendente sog-getti pubblici e del terzo settore, che intende creare un coordinamentodi biblioteche in ospedale, svolgendo attività di formazione del volonta-riato, potenziando i servizi già esistenti e attivando un settore dedicatoall’informazione sulle patologie croniche.

Alcuni punti nodali di tipo psicologico della relazione tra medico e pa-ziente sono stati identificati da Lucia Santoro (AO-Careggi), che ne ha il-lustrate le caratteristiche nel dettaglio.Nel corso del dibattito plenario, èstato ribadito l’impegno degli attori del settore ad identificare le formeadeguate per la loro partecipazione e il loro sostegno ad una struttura chefocalizzi le esigenze di informazione e che ne coordini la raccolta e cheanalizzi la qualità, correttezza ed affidabilità delle fonti, identificando leforme più adatte per raggiungere i pazienti in maniera “non diseguale”.

Più volte è stato ribadita, anche dai singoli interventi a commento del-le presentazioni, la fondamentale importanza del coinvolgimento, fin dal-le prime fasi di vita della rete, dei Responsabili delle politiche sanitarie alivello Regionale e Nazionale, in modo che la sinergia tra i diversi attoricoinvolti nell’iniziativa possa portare a risultati concreti ed operativi.

Renato Corradetti, Pierangelo Geppetti, Donatella Lippi,Giulio Masotti, Alessandro Mugelli

per il Comitato Organizzatore e Fondazione DEI - onlus

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ordinario di Storia della Medicina all’Università La Sapienza di Ro-ma: muovendo dalla constatazione che EBM e Problem BasedLearning rappresentano le più recenti novità “filosofiche” in cam-po medico, Corbellini ha approfondito il tema di quella che po-trebbe essere considerata una sorta di loro “alleanza epistemolo-gica”: il costruttivismo, in ambito pedagogico,ha rappresentato, in-fatti, il substrato, su cui si è sviluppato l’empirismo della EBM, concui condivide lo stesso contesto “geografico” e culturale di pro-venienza, la McMaster University di Hamilton (Canada).Sull’importanza del momento formativo, ha insistito anche il Pre-sidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provinciadi Firenze, Antonio Panti, che ha portato la riflessione sul pianodella quotidianità dell’atto medico,nella pratica della Medicina Ge-nerale, che può essere veramente considerata il banco di provadel metodo scientifico applicato alla clinica: di nuovo, è stata sot-tolineata l’importanza dell’aggiornamento permanente, nel qua-dro di un esercizio medico, che deve valorizzare la preparazione,la cultura e la sensibilità individuale dell’operatore sanitario.L’ultimo intervento, presentato da Roberto Buzzetti, Epidemiolo-go, ha ricordato i fondamenti epidemiologico-clinici della EBM, incui clinica ed epidemiologia trovano un punto forte di incontro edi confronto, dal momento che la EBM coniuga il metodo clinicocon la competenza epidemiologica e la costante attenzione allepreferenze ed ai valori della persona malata.La riflessione sulle possibilità interpretative sviluppabili dall’acro-

nimo PICO -Population, Intervention, Comparison, Outcome- èstata estremamente suggestiva, in quanto ha consentito di ap-profondire anche il ruolo delle CAM (Complementary and Alter-native Medicine) nel quadro della medicina contemporanea.Alla serie degli interventi, ha fatto seguito una vivace discussione,che ha confermato la partecipazione attiva dell’uditorio, in cui erapresente anche un gruppo molto numeroso di studenti dei diver-si anni di corso, che hanno mostrato una particolare attenzione esensibilità.L’integrazione delle diverse competenze e il dibattito inter-pluri-disciplinare hanno rappresentato, in realtà, una chiave di letturanuova ed originale del problema EBM, che può rivestire, in effetti,un ruolo estremamente versatile:è, infatti, nello stesso tempo,unadisciplina trasversale, una opportunità formativa e un metodo cri-tico.La contestualizzazione delle origini della EBM è stata, inoltre,l’occasione per riflettere sull’importanza di una visione diacro-nica dei problemi medici: al di là di una concezione di progressocome autosuperamento e progressiva epifania della verità, è sta-ta sottolineata proprio la complessità e la mancanza di certezzaassoluta in medicina, che rendono ancora oggi attualissima laquestione relativa allo statuto epistemologico della Medicinastessa,Arte o Scienza.

Donatella Lippi

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I Centri di Ricerca,Trasferimento e Alta Formazione

L’Ateneo ha effettuato nel 2002 un bando interno per la selezionedi tre nuovi Centri di Ricerca Trasferimento e Alta Formazione,in accordo con il regolamento di Ateneo del 6/7/2001. Allo stes-

so tempo è stata attivata per i Centri di ateneo istituiti in altra forma egià operanti una procedura di riconoscimento come Centri di RicercaTrasferimento e Alta Formazione (RTAF).

La procedura di selezione ha incluso l’analisi delle domande perve-nute (28) l’intervista ai proponenti, la verifica da parte di revisori ester-ni all’Ateneo scelti tra docenti italiani o esperti della disciplina. Al ter-mine della selezione sono stati istituiti tre nuovi Centri di Ricerca Tra-sferimento e Alta Formazione di Ateneo e sono stati riconosciuti cinqueCentri già operanti che vanno quindi ad aggiungersi ai due Centri di Ri-cerca Trasferimento e alta Formazione già esistenti. In questo senso hadeliberato il Senato accademico nella riunione dell’8 ottobre 2003.

In accordo al regolamento di Ateneo in materia, i Centri di RicercaTrasferimento e Alta Formazione sono istituiti su tematiche interdisci-plinari di grande impatto strategico e comunque coerentemente con lestrategie e le vocazioni scientifiche e culturali dell’Ateneo, per sviluppa-re ricerca qualificata in collegamento con l’alta formazione ed al trasfe-rimento dei risultati. Sono qualificabili come Centri di Ateneo per la Ri-cerca, Trasferimento e Alta Formazione anche i centri che abbiano even-tualmente ottenuto un analogo riconoscimento dal MURST, per esem-pio nel programma per i Centri di Eccellenza nazionali, o da altri orga-nismi sovranazionali.

“I Centri di Ricerca Trasferimento e Alta Formazione rappresentano,nella strategia dell’Ateneo luoghi di alta qualificazione della ricerca daiquali si attende un’ampia capacità di impatto sociale sia in termini ditrasferimento dei risultati innovativi della ricerca e di conoscenza quali-ficata - attraverso collaborazioni con l’impresa e le istituzioni e inter-venti di formazione altamente qualificata - sia in termini di alta forma-zione attraverso l’attivazione di programmi di Master o di dottorato chepossano trarre beneficio dalla prossimità di attività di ricerca altamentequalificata – spiega il prorettore Alberto Del Bimbo -. Differentementeda altre tipologie di centri di Ateneo, per i Centri di Ricerca Trasferi-mento e Alta Formazione si richiede che questi tre elementi fortementeinterconnessi in quanto a sinergie e cross-fertilizzazione siano contem-poraneamente presenti nei programmi”.

È pertanto prerequisito per l’istituzione di questi Centri che sulle te-

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matiche di ricerca coperte dal Centro, l’Ateneo abbia eccellenze scienti-fiche riconosciute a livello internazionale, così da favorire la possibilitàche il Centro assuma una posizione di rilievo in ambito nazionale e in-ternazionale.

Per favorire l’aggregazione dei ricercatori, l’interscambio culturale elo sviluppo dei programmi di ricerca e d’altra parte anche per aumenta-re la loro visibilità esterna, l’Ateneo ha previsto che i Centri di RicercaTrasferimento e Alta Formazione siano dotati di una sede con disponi-bilità di spazi ed infrastrutture adeguate allo svolgimento delle attivitàdel Centro. Da un punto di vista amministrativo, i Centri di Ricerca Tra-sferimento e Alta Formazione possono inoltre avere autonomia ammi-nistrativa, contabile e di spesa o in alternativa possono far riferimentoad un Dipartimento, dipendentemente dal grado di autonomia gestio-nale richiesto.

“Nel corso dei prossimi anni si dovrà favorire lo sviluppo di questiCentri con il sostegno alle attività di formazione superiore e l’interna-zionalizzazione dei programmi, e con il sostegno alle attività di ricerca,promuovendo lo sviluppo di collaborazioni, la partecipazione a pro-grammi di scambio di ricercatori e la definizione di accordi strategici conanaloghe strutture di alto prestigio di altri Atenei, enti e istituzioni – sot-tolinea Del Bimbo - I Centri di Ricerca, Trasferimento e Alta Formazio-ne di area scientifica tecnologica troveranno spazio in opportuni edificiin fase di costruzione presso il polo scientifico di Sesto fiorentino, fi-nanziati nel 2003 sui fondi CIPE della Regione Toscana, nello stesso lot-to su cui insisterà l’edificio dell’incubatore”.

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La configurazione attuale dei Centri di Ricerca,Trasferimento e Alta Formazione nell’AteneoFiorentino, per Aree di riferimento, è la seguente:

Area UmanisticaIstituto di Studi Umanistici:Antichità, Medioevo, Rinascimento (decreto MIUR 2001) Prof.A. SchiavoneCentro per la Linguistica italiana europea straniere (nuova istituzione RTAF 2003) Prof. P. Fronzaroli

Area BiomedicaCentro su Malattie croniche infiammatorie.. (nuova istituzione RTAF 2003) Prof. S. RomagnaniCentro su Cond. Rischio/Attiv. Prot. Civile (riconoscimento RTAF 2003) Prof. S. Boncinelli

Area TecnologicaCentro per la Comunicazione e Integrazione dei Media (Centro Eccellenza MIUR 2001) Prof.V. CappelliniCentro per Turbomacchine e Sistemi Energetici (nuova istituzione RTAF 2003) Prof.A.Arnone

Area ScientificaCentro Ricerche Risonanza magnetica CERM (riconoscimento RTAF 2003) Prof. I. BertiniEuropean Laboratory for Non-Linear Spectroscopy LENS (riconoscimento RTAF 2003) Prof. M. Inguscio

Area Scienze SocialiCentro Storia Pensiero Giuridico Moderno (riconoscimento RTAF 2003) Prof. P. GrossiCentro Studi e Ricerche Parlamentari (riconoscimento RTAF 2003) Prof. P. Caretti

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Le caratteristiche della nuova offertaformativa da parte dell’Università

Verso nuove forme di abilitazione all’insegnamento

La riforma universitaria e la nuova architettura degli studi pongo-no dei problemi di coordinamento e di raccordo fra gli Atenei e leDirezioni scolastiche regionali per la stesura dei nuovi regolamen-

ti didattici di ateneo e di interateneo previsti dall’art. 5 Legge delega n.53 / 2003 per la formazione degli insegnanti: compito impegnativo, og-getto delle attese dei prossimi laureati interessati all’insegnamento e sulquale ferve il dibattito in corso. In queste pagine Giuliana Pinto, attua-le responsabile regionale per l’Area trasversale (Scienze dell’Educazione)della SSIS Toscana ne discute con Filippo Boschi che è stato, per il pri-mo ciclo biennale, coordinatore della SSIS per l’università di Firenze eresponsabile regionale per l’area di scienze dell’educazione.

Col prossimo anno accademico inizia il quinto ed ultimo ciclo delleSSIS - Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario, anchese le difficoltà a redigere in tempo i nuovi regolamenti didattici sembra-no prevedere un ulteriore prolungamento.

Nei primi tre cicli biennali, a li-vello nazionale, hanno conseguitol’abilitazione e il diritto all’accessonei ruoli organici oltre 40.000 lau-reati (oltre 1000 nella SSIS dellaToscana) specializzati col modelloformativo biennale delle SSIS cheha previsto 1000 ore di frequenza(110 crediti) ripartite in attività diinsegnamento disciplinare, di la-boratorio e di tirocinio e in espe-rienze nell’area delle scienze dell’e-ducazione (settori didattico, socio,psico- pedagogico, antropologicoe sanitario).

Successivamente una frequen-za di altre 400 ore è stata richiestaper l’acquisizione del titolo per ilsostegno a soggetti in difficoltà.

La conclusione di tale esperien-za coincide con una nuova propo-

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sta legislativa sulla formazione degli insegnanti indicata dall’art. 5 dellalegge delega del 12 marzo 2003, ma la cui organizzazione è da costruir-si, mediante regolamenti didattici di ateneo e attraverso apposite struttu-re di ateneo o d’interateneo, da parte dei responsabili dell’università e del-le istituzioni scolastiche, regolamenti da articolare nei modelli delle nuo-ve lauree specialistiche. Tu, che sei stato fra i fondatori della SSIS nellanostra regione, come ti poni di fronte a questo dibattito?

Pur con alcune apprezzabili puntualizzazioni di rilievo (come la pro-mozione dei centri di eccellenza per la formazione permanente degli in-segnanti), l’art. 5 della Legge delega del 12 marzo 2003 presenta anchecerte significative lacune, rispetto al D.M. del 26/5/’98, istitutivo delleSSIS. Ciò è dipeso dall’esigenza di una rapida approvazione della leggeche spinse il Governo a blindare il testo, con l’effetto di far cadere tuttigli oltre 700 emendamenti presentati, parecchi dei quali riguardavanoanche l’art.5.

L’estrema sintesi del testo lascia tuttavia ampia libertà ai nuovi respon-sabili della programmazione ed in questa fase è opportuno richiamare, conuna pur sintetica documentazione, quanto discusso e attuato nei quattroanni di preparazione e nei successivi quattro anni di attuazione della SSIS,in modo da non perdere ciò che di valido è stato realizzato. Nel dibattitopreliminare erano state approfondite le ragioni che avevano resa necessa-ria la realizzazione di una nuova struttura formativa degli insegnanti, te-nuto conto che da quasi mezzo secolo numerose ricerche, condotte da or-ganismi nazionali e internazionali, fino alle ultime rilevazioni sulla valuta-zione svolte dall’attuale Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ri-cerca, avevano mostrato le gravi carenze nell’insegnamento e nell’appren-dimento dei nostri studenti, specialmente delle scuole superiori.

Quali sono stati gli aspetti originali ed innovativi nell’impostazionedella SSIS ?

Gli aspetti qualificanti dell’impostazione delle SSIS possono così sinte-tizzarsi: 1) le quattro aree di competenza nelle quali si specificano le atti-vità didattiche, 2) le modalità di attuazione dei Laboratori, 3) la novità delTirocinio, 4) Sinergie e integrazioni, 5) la nuova figura dei Supervisori.

Per l’Area 1 (formazione per la funzione docente) i 25 crediti da con-seguire nelle 200 ore previste nel biennio hanno compreso la sperimen-tazione di attività didattiche in settori specifici delle scienze dell’educa-zione e finalizzate all’acquisizione delle necessarie attitudini e compe-tenze nel campo pedagogico, metodologico-didattico, psicologico, so-cio-antropologico e sanitario. Quali gli aspetti innovativi di tali attivitàdidattiche?

Con tali insegnamenti lo specializzando può sperimentare apprendi-menti che lo mettano in grado di adeguare l’insegnamento sia ai diffe-renti livelli di età, sia alle diverse caratteristiche di personalità degli al-lievi, preoccupazione del tutto tangenziale nella preparazione dei prece-denti concorsi.

Gli insegnamenti dell’Area 2 (30 crediti) riguardano i contenuti for-mativi degli indirizzi e quindi le conoscenze, la storia, l’epistemologia, ladidattica delle discipline. Numerose pubblicazioni hanno sottolineato leinteressanti modalità innovative. Di cosa si tratta?

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Fin dai primi dibattiti sull’impostazione della SSIS è stato rilevato ilpericolo di riprodurre una tradizionale didattica accademica, nell’inten-to di realizzare invece una produttiva interazione fra competenze scien-tifico - disciplinari e interventi didattici basati su un’adeguata cono-scenza della personalità degli alunni, tenuto conto degli scopi professio-nalizzanti della scuola.

Per quanto riguarda più specificamente l’acquisizione di una più ap-profondita conoscenza della materia è stato rilevato che i futuri inse-gnanti dovranno rivisitare le loro materie come discipline utili a struttu-rare attività di apprendimento. È indispensabile, pertanto, che possieda-no le loro materie come strutture concettuali e ne mettano a fuoco la di-mensione storica ed epistemologica. Per comprendere appieno il senso diquesta riconsiderazione bisogna entrare nell’ottica del passaggio da unacultura esclusiva del sapere alla cultura della competenza. Considerare leconoscenze come uno strumento per costruire competenze non vuol diredeclassare i contenuti, ma semplicemente servirsene in modo diverso, in-dividuando negli statuti, nei linguaggi, negli oggetti delle discipline queinuclei fondanti, quelle categorie costitutive, quei momenti più incisiva-mente formativi in grado di favorire la costruzione di un sapere critico.

Ciò presuppone nuove disponibilità ed una rivisitazione da parte deidocenti universitari del proprio ruolo, in modo da conciliare pregnanzaculturale e attenzione agli scopi professionalizzanti dei corsi.

Le capacità da parte dei docenti universitari di rispondere a questeesigenze è stata sempre più adeguata nel corso degli anni. Ma era stataapprezzabile fin dall’inizio, come era risultato dai positivi pronuncia-menti degli specializzandi sul gradimento di vari aspetti dell’azione di-dattica dei vari docenti al termine del primo biennio. Pur trattandosi delprimo impatto con la nuova realtà didattica la percentuale di rispostepositive sull’adeguatezza didattica dei corsi (giudizi nella media o supe-riori alla media) raggiunge l’84%.

L’altra acquisizione della collaudata esperienza della SSIS riguarda lemodalità di attuazione del laboratorio.

L’esigenza di svolgere varie attività (analisi, progettazione, simulazio-ne) con specifico riferimento ai contenuti formativi delle discipline e del-l’area di scienze dell’educazione, con intervento coordinato dei docenti dientrambe le aree rappresentava un’istanza non sostenuta da precedentisignificative esperienze. Si realizza così una nuova struttura di raccordoscuola-università. In tal modo è possibile ottenere puntualizzazioni e con-solidamento di conoscenze dei problemi di apprendimento, in genere noncompletamente compresi in fase di illustrazione solo verbale.

Il tirocinio, come realizzato nella SSIS, costituisce una novità per lospecializzando, come presenza in classe in un ruolo diverso da quello distudente e di docente.

Anche per quanto riguarda il tirocinio la documentazione delle espe-rienze realizzate all’interno della SSIS ha permesso di indicare nuove si-gnificative acquisizioni.

Il tirocinio sistematicamente organizzato è una novità quasi assoluta.Preziosi quindi i resoconti di esperienze condotte in modo ben diversodalle situazioni nelle quali il tirocinio è ancora vissuto dalle persone

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coinvolte come un’esperienza pratica chiusa in sé con poche ricadute al-l’interno dell’università e delle scuola. Una concezione alta definisce iltirocinio come lo snodo centrale di tutto il percorso formativo e lo in-tende come l’insieme delle attività pratiche che, realizzate in un’istitu-zione che collabora con l’università, ha come obiettivo quello di intro-durre i futuri docenti nel mondo professionale in cui dovranno operare.

Confermo quanto detto prima: tale esperienza ha permesso agli spe-cializzandi, per la prima volta in Italia, di entrare nelle aule in un ruolodiverso da quello di studente e di docente.

Altro aspetto qualificante previsto dal D.M. 26/5/’98 è costituito daicriteri dell’integrazione fra i differenti momenti delle diverse attività inmodo da evitare esperienze isolate e non coordinate.

Il problema delle sinergie fra le aree disciplinari, il laboratorio, il ti-rocinio e i saperi dell’area trasversale comune è stato frequentemente og-getto di trattazioni, analisi e proposte.

Per quanto riguarda il coordinamento fra le aree, si è teso a realizza-re un corretto rapporto ed un dialogo aperto, in funzione formativa, trai docenti dell’Area 1 (quella delle discipline pedagogiche, didattiche, psi-cologiche e socio-educative) e quelli dell’Area 2 (contenuti formativi de-gli indirizzi) cioè in altre parole tra esponenti dei saperi professionali edesponenti dei saperi disciplinari.

Potresti precisare in che senso il successo delle esperienze di coordi-namento e di positiva interazione è stato favorito e potenziato dalle fi-gure dei supervisori, ai quali il D.M. citato (utilizzando personale in ser-vizio presso le istituzioni scolastiche) affida il compito della supervisio-ne del tirocinio e del coordinamento del medesimo con altre attività di-dattiche?

Trattandosi di una nuova figura era importante precisare le caratte-ristiche del loro ruolo.

I supervisori vengono così a configurarsi come gli esperti dell’appren-dere e dell’insegnare, dotati non solo di competenze disciplinari, ma so-prattutto in grado di far fronte agli imprevisti del contesto professionalespecifico. Obiettivo primario della loro formazione è creare un raccordofra mondo della scuola ed università, portare nell’università la culturadella scuola e nella scuola la ricerca universitaria, da ora più attenta alladidattica delle discipline. La sinergia fra le aree viene realizzata in quan-to i supervisori rappresentano l’interfaccia fra la formazione teorica (ac-quisita con le lezioni dell’area trasversale e quelle disciplinari) e l’attivitàpratica (come simulazione, progettazione, attuazione di azioni didattichesia nei laboratori che nel tirocinio) dagli specializzandi.

L’attuazione di questi due momenti dell’attività didattica è stata un’e-sperienza nuova e senza precedenti. Si trattava di integrare la formazio-ne accademica con una formazione tecnico-operativa.

Ciò ha ampliato il rapporto università-scuola, due istituzioni che so-lo recentemente, con l’esperienza delle SSIS, sono tornate a parlarsi, edha permesso di delineare il profilo di una specifica professionalità, obiet-tivo col quale ampi settori sia dell’università che della scuola non si era-no mai misurati. E adesso che ne sarà di questa esperienza?

Le persone e le strutture devolute alla stesura e all’applicazione dei de-

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creti attuativi per la formazione degli insegnanti hanno la pesante respon-sabilità di individuare e quindi di non perdere quanto di positivo è statofatto nella SSIS e soprattutto di non eliminare i sostegni basilari, che, co-me abbiamo visto hanno costituito il carattere innovativo e determinato ilsuccesso di questa esperienza. Certamente il Ministro saprà ben accorger-si se gli verrà presentata una proposta gracile, non migliorativa o man-cante delle condizioni essenziali per un effettivo successo, auspicato oltreche dal punto di vista culturale, anche sul piano del prestigio politico.

C’è da augurarsi che istituzioni autorevoli e responsabili come le uni-versità e le direzioni scolastiche regionali, incaricate della gestione deicorsi di laurea specialistica e dei tirocini ai fini dell’accesso nei ruoli or-ganici del personale docente, organizzando le apposite strutture di ate-neo e interateneo per la formazione degli insegnanti, facciano opportu-no riferimento alle numerose ed accurate informazioni già disponibilisulla esperienze delle SSIS, sia per quanto riguarda gli aspetti positivi chegli elementi di criticità.

Certamente sono da considerare obiettive difficoltà a raccogliere e adassimilare i contenuti essenziali del vasto materiale finora pubblicato.Può essere una prima facilitazione il fatto che i contributi più significa-tivi si trovano nelle annate della Rivista “Università e Scuola”, che, dal1995 in poi, ha accolto anche contributi convalidati da referaggio. So-no poi disponibili alcuni volumi monografici.

Un’ulteriore facilitazione è rappresentata dal fatto che cominciano adessere disponibili lavori di sintesi e di catalogazione dei contributi, conraccolte distinte per ciascuno dei fondamentali riferimenti dell’imposta-zione e dell’esperienza delle SSIS, arricchiti da centinaia di voci biblio-grafiche opportunamente ordinate.

A tale proposito è da citare il recente fascicolo corrispondente al nu-mero doppio dell’annata 2003 della nuova rivista “DidatticaMente”edita dall’E.T.S. di Pisa, completamente dedicato ad una sintetica, maanche articolata rassegna sui punti sopra indicati. Utile ausilio per chiha necessità di disporre in tempi brevi delle informazioni essenziali sul-le esperienze finora realizzate per disegnare l’ impostazione della nuovaScuola.

Giuliana PintoResponsabile regionale

per l’Area trasversale (Scienze dell’Educazione)SSIS Toscana

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Ricerche

Le nanotecnologie per laqualità del cibonell’ambito del progetto europeo “Goodfood”:

La micro-nanoelettronica applicata al settore agro-alimentare,per studiare e garantire qualità e sicurezza degli alimenti. È l’argomento di un progetto integrato intitolato Goodfood, a cui

partecipa l’Università nell’ambito del VI Programma quadro di Ricercae sviluppo dell’Unione Europea.

Il progetto, che è partito il 1 gennaio 2004 e avrà una durata di 40mesi, mira a definire le nuove metodologie ed i nuovi standard europei inmateria di sicurezza e tracciabilità del cibo, utilizzando le tecnologie del-la micro-nanoelettronica nel campo agro-alimentare, ed in particolare nelciclo produttivo dei principali alimenti (vino, frutta, latte, cereali, pesce).

Goodfood, che dispone di un budget complessivo di 9 milioni di eu-ro, è l’unico progetto approvato del settore agro-alimentare in ambitotecnologico e coinvolge, oltre ad importanti industrie europee, i piùprestigiosi centri di ricerca nel campo dei micro-nano sistemi, fra cui ilMultidisciplinar Institute for Development, Research and Applications(Midra). Il Midra è il consorzio di ricerca sulle tecnologie elettronicheemergenti costituito nel 2000 in base ad un accordo tra l’ateneo fiorenti-no ed il Physical Science Research Laboratory (PSRL) della società amer-icana Motorola, che ha sede a Phoenix (Arizona) ed è presieduto dalprof. Gianfranco Manes.

Per Goodfood a Firenze, nell’ambito sottoprogetto “Ambient Intelli-gence”, si prevede di studiare l’applicazione di queste avanzatissimemetodologie alla produzione vinicola di alta qualità: la sperimentazioneverrà condotta presso l’Azienda agricola di Montepaldi (San CascianoVal di Pesa), di proprietà dell’ateneo fiorentino, in collaborazione con ilDipartimento di Ortoflorofrutticultura, diretto da Piero Fiorino, e il Di-partimento di Economia Agraria e Risorse Territoriali, guidato daLeonardo Casini.

“I nuovi Progetti Integrati del VI Programma Quadro sono destinati apromuovere lo sviluppo di centri di eccellenza europei nelle principali areedi ricerca. La partecipazione dell’Ateneo fiorentino al Progetto IntegratoGoodfood, attraverso il Consorzio MIDRA e due Dipartimenti della Fa-coltà di Agraria - sottolinea Manes - rappresenta un significativo risultatoed una opportunità di sviluppare una leadership nel settore dell’applicazionedelle tecnologie dell’Informazione alla tracciabilità e qualità dei prodotti al-imentari. Settore questo di importanza strategica per l’Europa, in cui il nos-tro Paese ha una posizione leader, come dimostrato anche dalla recente as-segnazione a Parma del Centro europeo destinato a tali attività”.

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FIRENZE UNIVERSITYPRESS : un progettodiventato struttura

Firenze University Press (FUP) è nata agli inizi del 2000 per inizia-tiva del Rettore Prof. Paolo Blasi, nell’ambito del Servizio Biblio-tecario di Ateneo allora diretto dalla Dott.ssa Anna Maria Tam-

maro, con l’intendimento di dotare l’Università di Firenze di una casaeditrice elettronica che potesse affiancarsi alle numerose case editriciuniversitarie esistenti all’estero. Il progetto, approvato dal Consiglio diAmministrazione il 25 Febbraio 2000 con un’ assegnazione di 150 mi-lioni di lire, fu affidato ad un Comitato Editoriale, cui fu dato incaricodi studiare la fattibilità dell'idea e proporre un modello di casa editrice,prevalentemente digitale, che potesse raggiungere i seguenti obbiettivi:

1) valorizzare la produzione editoriale dell’Ateneo garantendo la cer-tificazione di autenticità e i diritti di proprietà intellettuale,

2) facilitare l’accesso alle pubblicazioni dell’Università e la loro dif-fusione con l’utilizzo di tecnologie elettroniche,

3) aiutare gli autori e in particolare i docenti e i ricercatori, nella pro-duzione e uso delle pubblicazioni elettroniche.

Si era ritenuto che il raggiungimento di questi obbiettivi potesse por-tare diversi vantaggi all’Ateneo Fiorentino. Prima di tutto permettereuna riduzione dei costi da esso sostenuti per sovvenzionare, in manieradiretta o indiretta, la estesa attività editoriale dei suoi docenti. Riduzio-ne dei costi resa possibile dal passaggio dalla stampa su carta alla pub-blicazione prevalentemente digitale, mantenendo la stampa solo su ri-chiesta e per piccole tirature, e dal raccogliere in un'unica struttura edi-toriale le numerose riviste scientifiche pubblicate nei Dipartimenti del-l’Università di Firenze.

Inoltre la pubblicazione digitale avrebbe permesso di aumentare ladiffusione con la presenza sul web e l'inserimento delle pubblicazioninelle banche dati, rendendole più facilmente accessibili e dando mag-giore visibilità all’Ateneo e ai suoi autori.

Il Comitato Editoriale ritenne che per poter meglio valutare la com-plessità dei problemi e identificare le possibili soluzioni ai problemi tec-nici, fosse necessario da un lato creare dei gruppi di studio, dall’altro ini-ziare un’attività editoriale che permettesse di sperimentare sul campo lesoluzioni più adatte e identificare le difficoltà. Grazie alla collaborazio-ne di alcuni docenti dell’Ateneo fu possibile fin dall’inizio pubblicare unpiccolo numero di opere e un paio di riviste.

Al Comitato fu dato un termine di 18 mesi, poi prolungati fino al 31Dicembre 2001, per presentare al Rettore un progetto dettagliato sul qua-le il Rettore stesso, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazio-ne avrebbero potuto prendere la decisione se proseguire l’attività di FUP.

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Nel corso di questo periodo furono affrontati i seguenti aspetti: 1) Caratteristiche, vantaggi e limiti della pubblicazione digitale con par-

ticolare riguardo alle garanzie e modalità di accesso, all’attribuzionedi identificatori univoci e alla catalogazione. Per quanto riguarda ildeposito legale delle pubblicazioni, è stato raggiunto un accordo fraFUP e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze in base al quale laBiblioteca Nazionale Centrale garantisce la certificazione dell’auten-ticità delle pubblicazioni elettroniche della Firenze University Pressdepositate presso di essa, la loro correttezza e la permanenza nel tem-po. Il testo dell’accordo è visibile alla pagina http://epress.unifi.it/info.htm. In base ad esso le pubblicazioni elettroniche hanno lo stes-so valore di quelle cartacee al fine dei concorsi.

2) Norme editoriali: esse sono state predisposte e sono disponibili sul si-to alla pagina http://epress.unifi.it/istr.htm

3) Il sistema di valutazione delle proposte editoriali (referaggio)4) I modelli di contratto fra FUP e gli autori5) Le modalità di recupero dei costi di pubblicazione attraverso le ven-

dite, con la i contributi degli autori e finanziamenti interni ed ester-ni, a seconda del tipo di pubblicazione

6) Le linee editoriali. Grazie alla disponibilità di numerose proposte edi-toriali di diverso tipo sono state identificate e sperimentate alcune se-rie e collane di pubblicazioni che venissero incontro alle moltepliciesigenze degli utenti.Le proposte presentate nella relazione del Comitato Editoriale hanno

fornito gli elementi necessari per la stesura di un “Regolamento del Ser-vizio Editoriale del Sistema Bibliotecario di Ateneo” che è stato appro-vato dal Senato Accademico nel Dicembre del 2003 e dal Consiglio diAmministrazione nel Marzo 2003. Esso è reperibile nel sitohttp://epress.unifi.it/regolamento.htm Nel Giugno 2003 il Rettore Prof.Augusto Marinelli ha nominato il Consiglio Scientifico di FUP la cui du-rata è di 3 anni.

In base a quanto deciso dalle Autorità Accademiche, Firenze Univer-sity Press è un servizio editoriale indipendente gestito dall’Università diFirenze con proprio personale. A differenza di altre iniziative nate suc-cessivamente in alcune Università Italiane, quali le Edizioni Plus di Pisae Bologna University Press, essa non ha un editore alle spalle che parte-cipa al capitale e al lavoro.

FUP è guidata da un Consiglio Scientifico composto da un rappre-sentante per ciascuna Area Scientifica, da un Presidente nominato dalRettore fra i membri del Consiglio Scientifico e da un Direttore nomi-nato dal Direttore Amministrativo fra il personale del Servizio Bibliote-cario.

Attualmente il Consiglio Scientifico è così composto:Presidente, Prof. Giancarlo Pepeu, rappresentante dell’Area Bio-

medicaProf. Paolo Casini, rappresentante dell’Area TecnologicaProf. Cristiano Ciappei, rappresentante dell’Area delle Scienze SocialiProf. Francesco Dessì Fulgheri, rappresentante dell’Area Scientifica Prof. Andrea Zorzi, Rappresentante dell’Area UmanisticaDott.ssa Patrizia Cotoneschi, Direttore di FUPDott.ssa Giulia Maraviglia, Dirigente del Sistema Bibliotecario di

Ateneo

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Dott.ssa Cristina Mugnai, Direttore Tecnico dello CSIAF (CentroServizi Informatici Ateneo Fiorentino)

Sig.na Rossella Pignatelli, Rappresentante degli studenti, nominatodal Senato Accademico

Dott.ssa Antonella Farsetti, Rappresentate eletto del personale dellaFUP.

La nascita di FUP è stata accolta con grande interesse da parte dei do-centi dell’Università di Firenze e sembra essere venuta incontro ad unainespressa necessità. Infatti nel breve periodo di tempo dal Febbraio2000 all’autunno 2003, FUP ha già pubblicato circa 100 opere e 40 so-no attualmente in lavorazione con uscita nei prossimi mesi. L’elenco deivolumi pubblicati è disponibile sul sito http://epress.unifi.it/index.html.

Le opere sinora pubblicate sono raggruppabili in: monografie, colla-ne di Dipartimento, riviste e atti di congressi. Si tratta di opere prove-nienti prevalentemente dai settori umanistico, delle scienze sociali e diarchitettura ma anche di numerosi atti di convegni e rapporti pubblica-ti da Dipartimenti del settore tecnologico-scientifico. Fra le monografiepubblicate nel 2003 sono di particolare rilievo i volumi “Leggere la So-cietà” del Prof. Gianfranco Bettin, “Storia del Messico” del Prof. Ma-nuel Plana e infine un interessante atlante sui molluschi che verrà pub-blicato in coedizione con la Stazione Zoologica di Napoli curato dalProf. Graziano Fiorito e dalla dott.ssa Francesca Gherardi “Catalogueof Body Patterns and Chromatic Changes of Chephalopoda” di prossi-ma uscita.

Attualmente il Consiglio Scientifico di FUP sta predisponendo il pia-no editoriale per il 2004 con una miglior strutturazione delle collanesuddivise secondo aree disciplinari e la identificazione dei formati e del-le modalità di recupero dei costi per ogni tipologia.

Per quanto riguarda le riviste, la FUP ha l’ambizioso progetto di di-ventare l’editore di tutte le riviste pubblicate dai docenti dell’Ateneo Fio-rentino e offrire una riduzione dei costi di produzione attuabile attra-verso economie di scala e un sito web sul quale ospitare la versione elet-tronica con funzionalità di ricerca full text, per autore, titolo, parolechiave e possibilità di gestire mailing list e newsletters. Tutto questo la-sciando al Comitato Editoriale della rivista la completa responsabilitàdell’orientamento scientifico della rivista e della scelta e valutazione deilavori.

Con le collane di Dipartimento, già iniziate, la FUP si propone di of-frire ai Dipartimenti la possibilità di diffondere i risultati delle ricerchein forma più estesa e continuativa della pubblicazione su riviste, assicu-rando visibilità ai volumi della collana. La produzione dei volumi è frut-to della collaborazione fra Dipartimento e FUP. Il Dipartimento garan-tisce, attraverso il responsabile della collana e referees da esso scelti, chegli autori forniscano testi di buona qualità scientifica, attenendosi alleistruzioni editoriali fornite da FUP. Il risultato è una serie di agevoli vo-lumetti nel cui frontespizio è riportato il nome della collana e del Di-partimento cui essa appartiene.

Altre collane sono quella di “Studi e Ricerche”, nella quale trovanoposto lavori di tipo monografico, frutto della ricerca condotta nell’Ate-neo, la “Collana per la Didattica” nella quale sono inserite pubblica-

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zioni che risultano dall’elaborazione di materiale usato per la didatticain corsi o seminari. Si tratta dell’evoluzione e miglioramento editorialedi ciò che è in genere chiamato dispensa.

Infine FUP ha istituito una collana, suddivisa in cinque Aree Disci-plinari, per la pubblicazione delle tesi di Dottorato. In essa trovano po-sto le tesi migliori discusse nell’Ateneo, scelte sulla base delle indicazio-ni del Consiglio di Dottorato o del Preside della Facoltà, tenuto contodel parere del Consiglio Scientifico della FUP e delle disponibilità edito-riali.

Il vantaggio che FUP offre per tutte le pubblicazioni delle sue collaneè la facile accessibilità, la reperibilità e la possibilità di scaricarle dal suosito, a condizioni ben definite e previa autorizzazione, e la loro stampasecondo necessità, evitando i costi e le perdite dovute a volumi invendutio non utilizzati. Inoltre, per ogni tipo di pubblicazione, viene stipulatoun contratto che contiene tutti i termini del rapporto FUP e nel caso suc-cesso editoriale dopo che sono stati recuperati i costi di produzioni so-no previste anche royalties per gli autori.

Il nostro sito web è il punto di partenza per acquisire informazionisui servizi offerti, vedere la consistenza del nostro catalogo con le ulti-me novità e gli annunci sulle prossime uscite. Da sito web è anche pos-sibile ottenere informazioni riguradnti le norme editoriali e la contrat-tualistica.

La FUP gestisce, in collaborazione con lo CSIAF, l’Archivio Istituzio-nale dei Documenti Elettronici dell’Università di Firenze (Archivio e-print) che contiene lavori per la didattica e la ricerca prodotti dai do-centi dell’Ateneo. Gli autori, previa registrazione, depositano diretta-mente i propri documenti nell’Archivio assumendosene la piena respon-sabilità. L’accesso ai documenti è libero. L’Archivio offre garanzie di sta-bilità e di una chiara affiliazione dei documenti all’Università di Firenzee grazie al protocollo utilizzato (Open Archive Initiative) permette loscambio delle informazioni con grandi archivi di ricerca a livello mon-diale come Los Alamos per i Fisici e REPEC per gli economisti. A livel-lo italiano, il CILEA ha in progetto la raccolta dei dati da tutti gli ar-chivi italiani di documenti elettronici per creare un unico punto di ac-cesso nazionale.

Con l’eccezione dell’Archivio e-print, tutte le pubblicazioni di FUPsono sottoposte ad attenta valutazione (referaggio) con l’intendimentodi offrire agli utenti documenti di elevata qualità e di migliorarne co-stantemente il livello. Il principale organo di referaggio è il ConsiglioScientifico, attraverso i rappresentanti delle Aree Disciplinari. Nel casodelle collane di Dipartimento esso fa propria l’opinione espressa dai Di-partimenti. Nei casi di opere proposte da dottorandi o giovani ricerca-tori e docenti chiede ed esamina il parere scritto dei Dipartimenti di ori-gine. Infine, se vengono proposte per la pubblicazione opere non inseri-te in Collane gestite da Dipartimenti un organismo che ne garantisce laqualità scientifica o nel caso di autori esterni all’Ateneo fiorentino, ilConsiglio Scientifico, nell’ambito delle competenze dei suoi componen-ti, identifica i referee fra docenti delle Università italiane. FUP è una ca-sa editrice ai suoi primi passi e il Consiglio Scientifico ne è pienamentecosciente. Deve sviluppare e aprire un proprio sito di commercio elet-tronico per gestire direttamente le vendite senza distributori e mediazio-ni. Deve condurre una estesa campagna promozionale per farsi cono-

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scere sul mercato internazionale, anche se partecipa già al Progetto Fi-garo, finanziato dalla Comunità Europea, per la creazione di una reteEuropea di University Presses. Deve costantemente migliorare i pro-grammi di software utilizzati per la pubblicazione elettronica dei testi. Èprevisto il passaggio da testi in formato PDF, gestito all’interno di un ser-ver Adobe, al formato XML. Grazie a questo formato sarà possibile unaarchiviazione indipendente dai diversi software con maggior garanzia distabilità e fruibilità nel tempo e maggior flessibilità di accesso.

FUP ha pertanto bisogno della collaborazione dei tutti docenti e ri-cercatori dell’Università di Firenze. Infatti se da un lato FUP offre ad es-si l’aiuto per dare maggior visibilità e diffusione alle loro pubblicazionie a costi ragionevoli, il prestigio di FUP e di conseguenza anche dell’U-niversità di Firenze dipenderà dalla qualità e dal successo editoriale del-le opere pubblicate.

Prof. Giancarlo PepeuPresidente del Comitato Scientifico della Firenze University Press

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L’Archivio E-Prints dell’Università di Firenze

L’Archivio E-Prints è l’archivio istituzionale dei documenti elettronici dell’Università di Firenze: una risorsa fondamentale perla comunicazione scientifica. Contiene documenti per la didattica e la ricerca prodotti da docenti, ricercatori e studiosi del-l’Ateneo: materiale didattico, rapporti tecnici, tesi, working papers, preprints, ma anche articoli già apparsi su riviste, contri-

buti a convegni e capitoli di libri già pubblicati.Nel corso di una giornata di studio – nell’ambito delle manifestazioni per gli 80 anni dell’Ateneo – il 10 febbraio scorso l’ArchivioE-Prints, costituito nel quadro delle attività della Firenze University Press, è stato presentato ufficialmente a rappresentanti della co-munità scientifica e di altre università italiane. Sono stati illustrati i suoi obiettivi e le sue potenzialità per l’aumento della visibilitàdell’autore, della produzione scientifica e dell’istituzione cui appartiene. Una sessione è stata dedicata all’analisi del contesto di si-mili iniziative in Italia, alle interrelazioni con le biblioteche digitali e con le University Presses.L’Archivio E-Prints permette di depositare, aggiornare e modificare i propri documenti in modo semplice: gli autori, infatti possonofarlo da soli e direttamente. Dopo una registrazione semplice e gratuita una serie di passi guidati consente con facilità l’inserimen-to dei documenti.Con l’Archivio E-Prints, l’autore mantiene tutti i diritti morali ed economici del proprio lavoro.Tale possibilità non è infatti una al-ternativa alla pubblicazione tradizionale, ma un mezzo complementare per diffondere e valorizzare i risultati della propria ricerca.Per i lavori già pubblicati, l’autore può auto-archiviarli o meno in base agli accordi avuti con l’editore. Molti editori lasciano infatti al-l’autore la libertà di gestire una copia elettronica del proprio lavoro.I documenti contenuti nell’Archivio E-Prints possono essere liberamente e gratuitamente ricercati, recuperati ed utilizzati dai mem-bri della comunità scientifica.L’Archivio permette, inoltre,di cercare e recuperare l’informazione interrogando contemporaneamentepiù risorse dislocate anche su server diversi. Il software utilizzato consente, infatti, sia l’acquisizione dei dati dei documenti che visono depositati, sia il potersi muovere nella ricerca fra più archivi in grado di interagire fra loro sulla base di un protocollo comu-ne.L’autore che deposita i propri documenti nell’archivio E-Prints avrà il vantag-gio di avere una rapida ed ampia diffusione dei risultati della propria ricerca.Rapida perché non dovrà aspettare i normali tempi di pubblicazione. Ampiaperché il suo lavoro sarà accessibile in un ambiente elettronico a libero ac-cesso.Ma soprattutto all’autore che inserisce un documento nell’archivio E-Printsviene garantita una conservazione a lungo tempo in una sede istituzionale au-torevole, che quindi oltre a diffondere il suo lavoro lo qualifica.Per visitare l’archivio l’indirizzo è http://e-prints.unifi.it/

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Iniziative

Prende forma il progettodell’Università Maya

Prende forma il progetto dell’Università Maya, con la collabora-zione dell’Ateneo, del Comune di Firenze e della Regione To-scana.

Proprio un anno fa il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù- invitata dal rettore a discutere i problemi della globalizzazione sot-to il profilo delle dinamiche culturali e dei rischi che può comportarela mancanza di riconoscimento dei diritti delle culture marginali o mi-noritarie - lanciava nell’Aula Magna dell’ateneo un appello per farnascere “un’università che riscopra l’importanza della cultura maya,anche per chi non è maya, per farla conoscere nel mondo, ma so-prattutto per educare i giovani”.

Dall’ottobre 2002 il progetto è andato avanti grazie al sostegno as-sicurato dall’Università, attraverso le Facoltà di Scienze della Forma-zione e di Agraria e il centro di servizi informatici dell’ateneo.

Nel mese di Marzo 2003, una delegazione dell’Università si è re-cata in Guatemala al fine di avviare i primi contatti per la costituzio-ne di un partenariato da far confluire in un tavolo di la-voro per lo sviluppo del progetto. Durante la missione,oltre alle visite nelle comunità rurali Maya, sono statirealizzati incontri con esponenti del Centro Nazionaleper l’Educazione Maya (CNEM) e, in particolare, conil relativo Centro di Istruzione “Prodessa”. Questi pri-mi contatti sono serviti per un esame della situazionelocale e per una impostazione dell’analisi dei bisogni alivello economico, istituzionale, metodologico e tecno-logico. I risultati di questa rilevazione sono diventatiargomento per la presentazione del problema e per unariflessione da condividere con i possibili partner delprogetto.

Si è quindi costituito un tavolo di lavoro che vede lapresenza, oltre che dell’Università, nello specifico at-traverso il coinvolgimento della Facoltà di Scienze del-la Formazione, della Facoltà di Agraria e dello CSIAF(Centro Servizi Informatici Ateneo Fiorentino), anchedi Enti Locali, quali la Regione Toscana, la Provincia diFirenze, il Comune di Firenze e il Comune di Pontas-sieve.

Compito del Tavolo è l’elaborazione di un PIR, Pro-getto di Iniziativa Regionale: un progetto in partena-riato per l’individuazione di servizi e attività di soste-

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gno e supporto istituzionale alla costruzione dell’ Università Maya.L’ipotesi è la realizzazione di un modello di Università comunitaria,centrata sulla tutela della cultura Maya e tuttavia aperto a riflessionie ricerche sulle problematiche interculturali e della globalizzazione.L’obiettivo del CNEM è la preparazione e la realizzazione di currico-la formativi universitari, tra i quali prioritariamente quelli destinatialla formazione di educatori di comunità e alla formazione di inse-gnanti.

Dal 28 ottobre al 5 novembre è stata a Firenze una delegazione delConsejo Nacional de Educación Maya per definire e condividere coni partner toscani, gli obiettivi, i contenuti e le metodologie che an-dranno a costituire la proposta del PIR. In particolare l’Università haofferto spazi di approfondimento su aspetti gestionali, didattici e diricerca attraverso la predisposizione di un programma di lavoro arti-colato in sessioni tematiche riguardanti le diverse aree del progetto:l’area tecnologica e metodologica in relazione all’ipotesi di attuazio-ne di un sistema di educazione a distanza nelle comunità Maya di-sperse sugli altipiani del Guatemala; l’area della normativa universi-taria per presentare modelli di organizzazione di una struttura diistruzione superiore; l’area antropologico-culturale e l’area pedagogi-ca e didattica per la definizione delle problematiche educativo-cultu-rali relative alla realizzazione di un centro di ricerca sull’educazionee la cultura Maya.

Lunedì 3 novembre Rigoberta Menchù è intervenuta all’incontropubblico “Firenze e la Toscana per l’Università Maya. Un progetto dicooperazione tra culture nei processi di globalizzazione” che si è svol-to in Aula Magna ed è stato trasmesso in videostreaming dal sito webdi ateneo.

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Diario

24 settembre 2003•

Importante riconoscimentointernazionale promosso dalDipartimento di Scienze dellaTerra

Il World Monuments Fund, istituzio-ne con sede a New York che redige

con cadenza triennale una lista dei100 siti d’interesse mondiale per leproblematiche di salvaguardia dei re-lativi beni culturali (informazioni alsito www.wmf.org), ha incluso nell’e-lenco 2004 il territorio di Pitigliano,Sorano e Sovana, a seguito di una can-didatura promossa dal prof. PaoloCanuti del Dipartimento di Scienzedella Terra.Si tratta di un riconoscimento presti-gioso per questa suggestiva zona colli-nare del Grossetano - dove i paesi sca-vati nel tufo risalgono all’età del bron-zo e diventano centri importanti inepoca etrusca -ma anche per l’Ateneo,in virtù delle severe procedure di sele-zione adottate, che consentiranno adun progetto (“Tuff-Towns and VieCave”) presentato dal Dipartimento -finalizzato agli studi geologici e geo-tecnici nelle aree urbane e archeologi-che - di aspirare ad importanti finan-ziamenti per la sua effettiva realizza-zione.

1 ottobre 2003•

Piero Spillantini nominatoAddetto Scientificoall’Ambasciata d’Italia aMosca

Il prof. Piero Spillantini è stato no-minato Addetto Scientifico presso

l’Ambasciata d’Italia a Mosca.L’incarico gli è stato affidato su deli-bera del Ministero degli Affari Esteri,a seguito di un concorso a cui il do-cente aveva partecipato assieme ad al-

tri 25 candidati.Piero Spillantini, ordinario di FisicaSperimentale presso la facoltà diScienze matematiche, fisiche e natura-li, ha collaborato con istituzioni russefin dal 1970, quando fu ospite per al-cuni mesi del laboratorio di Fisica Nu-cleare dell’Accademia delle Scienzedell’URSS a Novosibirsk, partecipan-do all’analisi dei dati raccolti con il lo-ro acceleratore di particelle VEPP-2.L’adesione personale si è trasformatain collaborazione tra istituti nel corsodegli anni ’70 ed ’80, durante i qualil’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare(INFN) ha partecipato direttamentecon l’ITEP (Institute for Theoreticaland Experimental Physics) di Moscaalla realizzazione del calorimetroadronico dell’esperimento L3 al LEPdel CERN. All’inizio degli anni ’90 la collabora-zione si è estesa al campo della rivela-zione dei raggi cosmici, con vari espe-rimenti in orbita attorno alla Terra,eseguiti con apparati realizzati insie-me dall’INFN e da varie istituzionirusse: l’Engineering Physics Institutedi Mosca e gli istituti dell’Accademiadelle Scienze Russa a Mosca (LebedevPhysics Institute) e a San Pietroburgo(Joffe Phycl-technical Institute). Questi apparati sono stati lanciati inorbita da vettori russi e sono operantia bordo di satelliti russi, della stazio-ne spaziale russa MIR, del satellite ita-liano MITA e della stazione spazialeinternazionale ISS. Tutti i dati raccol-ti in queste postazioni sono analizzaticongiuntamente. Tale attività è piena-mente in corso, ed altri esperimenti darealizzare in collaborazione sono allostudio o in fase di realizzazione di pro-totipi.L’incarico di Addetto Scientifico delprof. Spillantini poggia quindi su soli-de basi e lunga esperienza, ed offre peril futuro l’opportunità sia di estendere

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le collaborazioni bilaterali italo-russead altre tematiche di fisica e ad altricampi scientifici, sia di inserirle nelpiù ampio ambito di collaborazionedell’Unione Europea con la Federazio-ne Russa.

8 Ottobre 2003•

Nicola Casagli al convegnoscientifico per i 40 anni deldisastro del Vajont

Si sono svolte l’8 e il 9 ottobre 2003a Longarone, sotto l’alto patrona-

to del Presidente della Repubblica, lemanifestazioni commemorative per ilquarantesimo anniversario del disa-stro del Vajont. Il prof. Nicola Casa-gli, direttore del Dipartimento diScienze della Terra ed esperto di feno-meni franosi ad alto rischio, è stato in-vitato a tenere la presentazione diapertura al convegno scientifico “Lamemoria come strumento per la tute-la del territorio” organizzato dal Co-mune di Longarone e alla tavola ro-tonda coordinata dal geologo e con-duttore televisivo Mario Tozzi. Unasintesi della presentazione è andata inonda su TG3 Leonardo in data 9 ot-tobre. La presentazione tenuta a Longaroneè stata replicata il 30 ottobre, presso ilDipartimento di Scienze della Terra,per gli studenti ed i ricercatori dell’U-niversità di Firenze.

20 ottobre 2003•

Midollo osseo: quindici annidi trapiantiConvegno a Careggi

L’attività svolta dal Centro Tra-pianti di Midollo Osseo (TMO)

di Firenze, nato nel 1988 quando, al-l’interno della Divisione di Ematolo-gia diretta dal Prof. Pierluigi RossiFerrini, è stata aperta la sezione di te-rapia intensiva trapianti, è stata og-getto del convegno “Quindici anni ditrapianti di midollo osseo a Firenze”,svoltosi il 20 ottobre presso l’aula ma-gna della facoltà di Medicina e Chi-rurgia, in collaborazione con l’Asso-

ciazione Italiana contro le Leucemie diFirenze e l’Azienda Ospedaliera di Ca-reggi. Fino al 2002 il TMO di Firenze, diret-to attualmente dal prof. Alberto Bosi,ha complessivamente effettuato 725trapianti, di cui 404 autologhi (ovve-ro con l’utilizzo di cellule e tessuti del-lo stesso paziente) e 321 allogenici(impiegando cellule e tessuti derivatida un donatore), con un incrementoannuale che ha portato a registrare nelcorso del 2002 un totale di 78 tra-pianti (54 autologhi e 24 allogenici).Sono complessivamente 82 i trapiantieffettuati da donatore volontario daregistro. Nell’ultimo decennio, poi, siè progressivamente incrementato per itrapianti l’uso del sangue periferico,come fonte di cellule staminali emo-poietiche rispetto al più tradizionalemidollo osseo. Queste cellule possonoessere raccolte dal sangue del cordoneombelicale ed è per questo che in tut-to il mondo si sono sviluppati centri diraccolta e criopreservazione (il parti-colare processo di congelamento perla conservazione) di tali cellule. Dal gennaio 1996 è attiva una bancatoscana di sangue placentare, che ap-partiene al GRACE (Gruppo Coope-ratore Italiano per la Raccolta delSangue Placentare), al quale aderisco-no solo 5 centri in Italia: Firenze, Mi-lano , Torino, Padova e Roma. Il pri-mo punto di raccolta del sangue pla-centare in Toscana è stato attivato nel1997 al Policlinico di Careggi, mentreoggi sono 13 quelli funzionanti pressole sale parto dei principali ospedali re-gionali.Dal 1998 al 2002 delle numerose ri-chieste inoltrate alla “banca” 27 sonostate soddisfatte e consegnate ad al-trettanti Centri di trapianto (13 in Ita-lia, 8 negli USA, 5 in Europa e 1 in Ca-nada). Inoltre il TMO di Firenze da al-cuni anni ha sviluppato la collabora-zione con altre Unità operative per l’u-tilizzo di cellule staminali umane inpatologie diverse da quelle ematologi-che e partecipa a protocolli multicen-trici per il loro trapianto nel tratta-mento di malattie quali la SclerosiMultipla, la Sclerosi Sistemica e il LES(Lupus Eritematoso Sistemico).

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20 ottobre 2003•

Medicina: convenzioni per iltirocinio dei giovani laureati

Èstata varata una convenzione trala Facoltà di Medicina e Chirur-

gia e l’Ordine dei Medici di Firenzeper le attività di tirocinio dei giovanimedici.L’accordo formalizza un’esperienzagià avviata in collaborazione con imedici di base e prevede che l’Ordinee la Facoltà organizzino congiunta-mente l’attività formativa professio-nalizzante dei laureati e laureandi inmedicina. Il periodo di formazione cli-nica, richiesto per la laurea in medici-na, ma anche il tirocinio cosiddettovalutativo da seguire prima di soste-nere l’esame di stato per l’abilitazionealla professione, potranno così svol-gersi presso gli ambulatori dei medicidi medicina generale.“In questo modo lo studente puòcompletare la sua preparazione conun’esperienza diretta sul territorio –ha sottolineato il preside della Facoltàdi Medicina Gian Franco Gensini, inoccasione della firma dell’accordo in-sieme al presidente dell’Ordine deiMedici di Firenze dott. Antonio Panti– nello stesso tempo, la formazioneuniversitaria si fa carico in modo piùspecifico dei contenuti e delle esigenzedella medicina generale alla quale siindirizza la maggior parte dei nostrilaureati”.“È importante che le competenze uni-versitarie, essenzialmente specialisti-che, siano integrate con la medicina ditutti i giorni – ha aggiunto Panti – Èun intreccio culturale positivo per laformazione di medici generali semprepiù preparati ad affrontare i problemidel cittadino”.Per realizzare e organizzare queste at-tività di tirocinio, per le quali dunquei medici di famiglia fungeranno da tu-tor per i giovani laureati, sarà istituitauna commissione paritetica tra l’Ordi-ne professionale e la Facoltà di Medi-cina.

23 ottobre 2003•

Finanziati dal Miur a Firenze57 progetti di ricerca peroltre 11 milioni di euroSono i “Progetti di ricerca di rilevanteinteresse nazionale” del 2003.

Aconclusione della selezione deiProgetti di ricerca di rilevante in-

teresse nazionale (Prin), il canale piùimportante attraverso cui il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca sostiene la ricerca universita-ria italiana, per il 2003 sono stati co-finanziati 945 progetti per un totale di137 milioni di euro. Di questi,11.865.000 euro (pari a 8,6% del to-tale) sono stati assegnati a 57 proget-ti coordinati da docenti dell’Univer-sità di Firenze.Firenze risulta tra gli atenei italiani alterzo posto per il numero di coordina-tori scientifici, dopo Roma “La Sa-pienza” (71) e Bologna (58) e alla pa-ri con Napoli “Federico II”, ma è alprimo posto tra gli atenei italiani perentità di finanziamenti assegnata aiprogetti sotto la responsabilità di pro-pri docenti.“È un riconoscimento importante allacapacità di fare e promuovere ricercanel nostro Ateneo – ha commentato ilrettore Augusto Marinelli – I nostridocenti sono capofila a livello nazio-nale di progetti che si avvalgono dellacollaborazione di unità locali apparte-nenti ad altre università e che si gua-dagnano complessivamente una parterilevante del contributo stanziato dalMinistero, con un incremento di oltreil 40% rispetto allo scorso anno. Vie-ne confermata, così, anche per il 2003la posizione di rilievo che la ricercafiorentina mantiene nel nostro Paesegià da diversi anni”.Le ricerche coordinate da docenti fio-rentini sono così distribuite tra i varisettori: nell’area biomedica 7 progetti,per 1.173.000 euro assegnati; nell’a-rea scientifica 17 progetti per6.597.000 euro; nell’area tecnologica14 progetti per 1.994.000 euro; nel-l’area delle scienze sociali 5 progettiper 746.000 euro; nell’area umanisti-ca 14 progetti per 1.355.000 euro.

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25 ottobre 2003•

Emergenza abitativa nellecalamità

Dal 25 ottobre al 1 novembrepresso lo spazio Alcatraz della

Stazione Leopolda di Firenze si è svol-ta la manifestazione nazionale sul te-ma delle abitazioni di emergenza, inti-tolata “Emergenza del Progetto - Pro-getto dell’Emergenza”L’iniziativa è stata promossa dal Di-partimento di Tecnologie dell’Archi-tettura e Design ‘Pierluigi Spadolini’dell’Università di Firenze, in collabo-razione con i dipartimenti dell’areadella Tecnologia e del Design delle fa-coltà di Architettura italiane, atrent’anni dall’introduzione della Tec-nologia come area scientifico discipli-nare ed in ricordo di Pierluigi Spado-lini, uno degli esponenti più significa-tivi in questo settore.L’evento è nato dalla collaborazionetra le Facoltà di Architettura italiane eil Dipartimento nazionale della prote-zione civile presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri e ha visto l’ade-sione di numerose amministrazioni re-gionali, provinciali e comunali di tut-ta Italia, in particolare della regioneToscana, della Provincia e del Comu-ne di Firenze.Obiettivo della manifestazione - che èstata inaugurata con la partecipazionedel direttore della protezione civile na-zionale Guido Bertolaso - era quello distimolare proposte risolutive ed inno-vative nelle situazioni di emergenzaabitativa in seguito ad eventi disastro-si e contribuire a creare una nuovamentalità, capace di concepire le si-tuazioni di emergenza come realtà concui possiamo convivere, grazie pro-prio alla capacità del “progetto” difornire risposte rapide, efficaci e di-versificate rispetto ai territori e alle ri-sorse umane e produttive.L’iniziativa si è articolata in diversimomenti. Al workshop hanno parte-cipato gli studenti delle sedi universi-tarie coinvolte che, nell’arco di unasettimana, guidati da progettisti italia-ni e stranieri, hanno studiato un siste-ma abitativo transitorio da impiegarsiin situazioni di emergenza conseguen-ti a calamità naturali. Nei giorni suc-

cessivi all’inaugurazione è stata aper-ta una mostra, dedicata alla produzio-ne didattica e di ricerca delle diversesedi coinvolte, ed un allestimento, de-dicato ad una delle più interessantirealizzazioni di Pierluigi Spadolini inquesto settore: il modulo abitativo dipronto impiego. Inoltre si sono svoltiseminari, tenuti da progettisti che ope-rano nel settore, da tecnici della pro-tezione civile e da amministratori lo-cali di aree interessate da calamità na-turali, ed un convegno conclusivo cheha offerto una sintesi dei risultati deisette giorni di lavoro.

27 ottobre 2003•

Presentato in Russia ilvolume di Ennio Di Nolfo “Storia delle relazioni Internazionali 1918-1999”

Il prof. Ennio Di Nolfo ha parteci-pato, presso il ministero degli Este-

ri della Repubblica federativa russa,alla presenza delle più alte autorità lo-cali, alla presentazione della traduzio-ne in lingua russa del suo volume:“Storia delle relazioni internazionali1918-1999”, edito in Italia nel 2000.

30 ottobre 2003•

Consegnato a Laura Zanieri il premio alla memoria diGusmano Poggini

La dottoressa Paola Galvan, ricer-catrice presso il Dipartimento di

Pediatria, ha messo a disposizione unpremio di laurea a memoria del mari-to, dottor Gusmano Poggini, a favoredi un laureato in Chimica dell’ateneofiorentino che abbia discusso nell’an-no accademico 2002/2003 una tesi su“Metodi per la determinazione dellapresenza di sostanze inquinanti neglialimenti”.Il premio è stato assegnato alla dotto-ressa Laura Zanieri che ha svolto latesi di laurea, con relatore il dottorMassimo del Bubba, presso il diparti-mento di Chimica, nel gruppo di ri-cerca di Chimica analitica ambientalediretto dal professor Luciano Lepri.

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La tesi ha avuto come argomento la“Messa a punto di un metodo analiti-co per la determinazione contempora-nea dei grassi totali e degli idrocarburipoliciclici aromatici (IPA) in campionidi latte umano”. Questa ricerca si in-serisce in un progetto di collaborazio-ne fra l’Azienda Ospedaliera “AnnaMeyer” e i Dipartimenti di Chimica edi Pediatria, che ha avuto inizio nel1997 con lo studio sugli effetti dellapastorizzazione sulla frazione lipidicadel latte umano proveniente dalla Ban-ca del Latte dell’Ospedale Meyer.

30 ottobre 2003•

Il Dipartimento di Scienzedella Terra e l’emergenzaStromboli

Il Dipartimento della Protezione Ci-vile della Presidenza del Consiglio

dei Ministri nel mese di ottobre ha sti-pulato due nuove convenzioni con ilDipartimento di Scienze della Terra,per il proseguimento delle attività dimonitoraggio e di consulenza tecnico-scientifica relative all’emergenza sulvulcano Stromboli.Le nuove convenzioni, che prevedonoun importo complessivo di oltre 1 mi-lione di Euro, si sommano a quelle sti-pulate all’inizio dell’anno per un im-porto di circa 700 mila Euro.Le nuove attività di ricerca, coordina-te dal prof. Nicola Casagli e dal prof.Maurizio Ripepe, del Dipartimento diScienze della Terra, prevedono la rea-lizzazione e la gestione di un sistemadi monitoraggio integrato per i rischida processi di versante e meteomarininell’isola di Stromboli. Il sistema pre-vede l’integrazione in un’unica inter-faccia operativa dei dati ricavati dalmonitoraggio radar delle deformazio-ni, della rete sismo-acustica-termica,della rete ondametrica e meteorologi-ca, nonché la realizzazione di un mo-dello operativo di allertamento asso-ciato al piano di emergenza predispo-sto dalla Protezione Civile nazionale.Le nuove convenzioni permetterannodi potenziare il laboratorio geofisicosperimentale permanente del Diparti-mento di Scienze della Terra, costitui-

to nel 1987 presso il Semaforo Vec-chio di San Vincenzo a Stromboli.

1 novembre 2003•

L’ultimo numero delsemestrale “FirenzeArchitettura”

Il numero 3-2003 di “Firenze Archi-tettura”, periodico semestrale del

Dipartimento di Progettazione del-l’Architettura, è dedicato all’Atlantedei corsi di progettazione architettoni-ca. Il volume è curato da Fabio Fab-brizzi e Claudio Zanirato, con Alber-to Baratelli per la sezione “Architettu-ra e Città”, Gianni Cavallina per la se-zione “Architettura e Contesto”, Fla-viano Maria Lo Russo per la sezione“Architettura e Innovazione”, Giaco-mo Pirazzoli per la sezione “I Luoghidell’Architettura”.Nella prefazione i due curatori princi-pali sintetizzano così il percorso edi-toriale del periodico, iniziato nel 1997con le prime due pubblicazioni dedi-cate a illustrare i risultati dei Labora-tori di Progettazione I e II:“Erano, quelle raccontate, anche leprime inedite esperienze didatticheconseguenti alla riforma dell’ordina-mento, e come tali furono attese comeverifica dell’efficacia delle nuove mo-dalità di svolgimento dell’insegnamen-to delle materie strutturanti il Corso diLaurea. L’interdisciplinarietà, attra-verso le codocenze con materie diver-

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se, e la pratica assistita in aula con lefrequenze obbligatorie, rappresentava-no le condizioni innovative rispetto al-la tradizione accademica.Ora che il ciclo della riforma si è com-piuto e maturato, con l’attivazione an-che dei Laboratori di Sintesi Finale econ le conseguenti prime lauree, pre-sentiamo uno spaccato significativodei corsi progettuali attivati dal Di-partimento di Progettazione dell’Ar-chitettura, degli ultimi tre Anni Acca-demici, che ne delineano forse l’orga-nicità di una Scuola”.“Firenze Architettura” è consultabileanche su Internet all’indirizzo webhttp://www.unifi.it/unifi/progarch/fa/fa-home.htm

3 novembre 2003•

Grandi rischi ed attività diProtezione CivileGiornata di studio alla scuola deiCarabinieri di Firenze

Il 3 novembre, presso la Scuola deiCarabinieri di Firenze, si è svolta

una giornata di studio multidiscipli-nare per approfondire i temi connessiallo svolgimento di attività di preven-zione e soccorso in caso di grandiemergenze.L’iniziativa, intitolata “Grandi rischied attività di Protezione Civile”, è sta-ta organizzata dal Centro interdiparti-mentale dell’ateneo per lo studio dellecondizioni di rischio e lo sviluppo diattività di Protezione Civile (CI-SPRO), diretto da Sergio Boncinelli, incollaborazione con la Scuola Mare-scialli e Brigadieri dei Carabinieri diFirenze.Dopo i saluti del comandante dellaScuola, generale Francesco Russo, el’introduzione di Sergio Boncinelli,nella mattinata si sono succeduti gliinterventi di Domenico Ribatti (dire-zione di Sanità del Comando generaledell’Arma dei Carabinieri) su “L’orga-nizzazione sanitaria dell’Arma dei Ca-rabinieri”, Piergiorgio Malesani (fa-coltà di Scienze matematiche, fisiche enaturali) su “Arno, a più di trentacin-que anni dall’alluvione: stato attuale,quali soluzioni?”, Francesco Gurrieri

(facoltà di Architettura) su “Protezio-ne dei beni artistici e culturali” eGiampiero Maracchi (facoltà di Agra-ria) su “Impatto dei cambiamenti cli-matici”.Nel pomeriggio, dopo gli interventi diDavid Alexander (Cranfield Univer-sity, GB) su “Informazione ed emer-genze” e di Paolo Citti (facoltà di In-gegneria) su “Attività industriali edemergenze tecnologiche”, si è svoltauna tavola rotonda dedicata alle “Si-nergie fra gli attori della ProtezioneCivile: qual è la realtà di oggi?”.

4 novembre 2003•

Giornata di accoglienza deglistudenti Socrates

Si è tenuta il 4 novembre nell’aulamagna del Rettorato la giornata di

accoglienza degli studenti che hannoaderito al programma di cooperazio-ne interuniversitaria “Socrates”. Do-po il saluto del Rettore, è intervenutoil prof. Massimo Livi Bacci, della Fa-coltà di Scienze Politiche, che ha svol-to la conversazione sul tema “Un fu-turo inevitabile. L’immigrazione inEuropa”.

6 novembre 2003•

San Pietroburgo: delegazionein visita all’ateneoPer nuovi accordi di collaborazione

Ventitre professori, guidati dal ret-tore prof.ssa Ludmila Verbit-

skaya, si sono incontrati, lo scorso 6novembre, con altrettanti colleghi fio-rentini, con il prorettore alle relazioniinternazionali Ennio Di Nolfo e con ilprorettore alla didattica Luciano Me-cacci (foto a pagina successiva).Oggetto della visita, la presentazionedelle attività dell’ateneo russo, consi-derato uno dei più prestigiosi del Pae-se, con l’intenzione di estendere l’ac-cordo di collaborazione culturale conl’Università di Firenze, già esistenteper l’area umanistica, ad altri settoridisciplinari.

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8 novembre 2003•

Disegnare una supersportivaFerrari: singolare tesi dilaurea di Architettura aCalenzano

“Ferrari Aurea, studio e proget-to di una supersportiva”:

questo il singolare tema della tesi dilaurea in Disegno industriale che èstata discussa lo scorso 8 novembre aCalenzano.Al lavoro dei quattro laureati, Ales-sandro De Benedetti, Emiliano Fior-di, Marco Francesconi e PierpaoloGarripoli, coordinato dal relatoreprof. Massimo Ruffilli, presidentedel Corso di laurea in Disegno indu-striale, e dal correlatore prof. MarioDe Stefano, hanno contribuito atti-vamente gli ingegneri del team diprogettazione della Ferrari Luca Cal-dirola e Tommaso Trombetti, chehanno partecipato alla laurea comecorrelatori esterni.La Ferrari Aurea - prevista in tre ver-sioni, coupè, spider e granturismo - èstata pensata con raffinate soluzioniaerodinamiche e stilistiche che eredi-tano l’eleganza delle prestigiose autodella casa di Maranello; per l’occa-sione, davanti alla sede del corso dilaurea di Calenzano, sono state espo-ste alcune auto storiche della Ferrari.

8 novembre 2003•

Primo Convegno nazionale diStoria della sanità militare

Nei giorni 8 e 9 novembre 2003 siè tenuto nella caserma Redi, ex

scuola di Sanità militare, il I Conve-gno Nazionale di Storia della Sanitàmilitare, con una sezione riservata al-la Storia della Croce Rossa. Si è trat-tato di una collaborazione tra Sanitàmilitare, Università di Firenze, Societàitaliana di storia della Medicina eCroce Rossa italiana (Regione Tosca-na). I presidenti onorari sono stati iltenente generale Michele Donvito, di-rettore generale della Sanità militare, eil rettore Augusto Marinelli; i presi-denti del convegno, il generale Federi-go Marmo e il prof. Paolo Vanni, in-sieme al generale Antonio Santoro,hanno diretto la realizzazione e l’or-ganizzazione della manifestazione.Più di cento i relatori.Nel pomeriggio dell’8 novembre, si ètenuta una solenne cerimonia di depo-sizione di una corona al monumentodel medico militare caduto: momentidi commozione quando la banda del-la Croce Rossa ha intonato le note delPiave. Erano presenti come massimeautorità militari il tenente generaleMichele Corrado, ispettore logisticodell’Esercito, e il tenente generale Sil-vio Torre, comandante della regionenord, che hanno rivolto parole di au-gurio e congratulazioni per la riuscitadel convegno. Ha portato il saluto del

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Rettore il preside della facoltà di Me-dicina e Chirurgia, prof. GianfrancoGensini, che ha espresso un pensierodì lusinghiero apprezzamento per gliorganizzatori e per l’alto livello cultu-rale dell’assise.È intervenuto, inoltre, il sottosegreta-rio alla Difesa, senatore Francesco Bo-si, che ha consegnato al generale Mar-mo una targa commemorativa da par-te del presidente della Camera, onore-vole Pier Ferdinando Casini, destinataal costituendo Museo di Storia dellasanità militare. Il successo di relatori edi pubblico invitano a ben sperare perla prosecuzione a scadenza biennale diuna tale manifestazione. (FrancescaDonatella Guerri per il Comitato or-ganizzatore)

10 novembre 2003•

Il Dizionario di MetodologiaClinica di Augusto Murri Presentazione del volume a Medicina

“La medicina non è piana e cal-ma, come la superficie di un

lago, in cui si può anche navigare son-necchiando, è un mare, anzi uno diquei tratti di mare in cui le acque so-no quasi sempre agitate…”. Così scri-veva Augusto Murri nel 1911 e conqueste parole il prof. Antonio Conti,vicepreside della Facoltà di Medicinae Chirurgia, ha aperto la presentazio-

ne del volume, curato da M. Baldini eA. Malavasi, Dizionario di Metodolo-gia Clinica di Augusto Murri (1841-1932), edito per i tipi della casa edi-trice romana Antonio Delfino.L’incontro, che si è tenuto il 10 no-vembre 2003, nell’aula magna dellaPresidenza della Facoltà di Medicina eChirurgia e al quale hanno presenzia-to anche i curatori dell’opera, Massi-mo Baldini ed Antonello Malavasi, èstato l’occasione per inquadrare la fi-gura e l’opera del celebre clinico fir-mano. Conti ha evidenziato alcunipunti salienti dell’opera di Murri,estrapolandoli dal contesto del volu-me, che si presenta veramente comeuna raccolta di pensieri, individuatidai Curatori nelle migliaia di paginedella produzione murriana, e propostiin una versione facilmente fruibile,ma, soprattutto, godibile da un vastopubblico.Murri (1841-1932) si laureò in Medi-cina a Camerino e poi conseguì a Fi-renze la matricola per l’esercizio allaprofessione; studiò a Parigi e a Berli-no, ma fu anche medico condotto inpiccoli paesi delle Marche, prima diessere nominato aiuto del clinico diRoma, Guido Baccelli, e, successiva-mente, titolare della Cattedra di Clini-ca Medica a Bologna.Questa esperienza a contatto strettocol malato fu determinante nella for-mulazione del suo pensiero. Per quan-to siano stati numerosi i suoi contribu-ti nel campo della fisiopatologia, infat-ti, il suo massimo apporto alla Medici-na è stata la riflessione sul metodo,quel suo sforzo continuo di condivide-re con gli studenti il frutto delle suemeditazioni. La “tecnica del ragionarecorretto” è stato uno degli obiettivi acui Murri ha dedicato gran parte delsuo insegnamento, che va oltre l’ambi-to della Medicina, per diventare patri-monio di tutte le persone colte.Non a caso, Murri faceva suo il quesi-to di Nietzsche, con cui il filosofo te-desco si chiedeva perché fosse prassicomune cercare un maestro per impa-rare la tecnica del ballo o del disegno,ma non fosse avvertita l’esigenza diavere una guida nella formazione alpensiero logico. L’importanza dei fat-ti, il problema del fallibilismo, l’esi-

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genza di una formazione continua, lanecessità di un linguaggio semplice echiaro sono argomenti che sono tor-nati più volte nelle parole dellaprof.ssa Donatella Lippi, del prof. An-tonio Conti (nella foto) e del presideprof. Gian Franco Gensini (nella fotoa pagina precedente). Quest’ultimo hachiuso la manifestazione, ricordandoalcuni pensieri di Murri, in particola-re alcuni di quelli che vertono sull’eti-ca medica, come pure sulla logica e sulmetodo, indispensabili guide per il ra-gionamento diagnostico.Un incontro, quindi, che è stato mo-mento di riflessione su questa figuradella Medicina di fine XIX secolo, chesolo in tempi recenti è stata giusta-mente rivalutata e inquadrata comeun “classico”: l’unico clinico italiano,tra ’800 e ’900, le cui opere venganoancora oggi diffusamente lette.

(Donatella Lippi)

12 novembre 2003•

Iraq: il cordoglio dell’AteneofiorentinoL’Università di Firenze partecipa al luttoper i militari italiani morti in Iraqnell’attentato di Nassiriya.

Il 12 novembre si è riunito in sedutastraordinaria il Senato accademico

che ha votato un documento in cuil’organo universitario “condannal’aggressione omicida contro militari ecivili che operano con sacrificio e de-dizione per riportare quel paese mar-toriato a condizioni di convivenza ci-vile e di rispetto della dignità umana,nel quadro dei fondamentali principidi libertà e democrazia; esprime lapropria unanime e calorosa solida-rietà a tutte le Forze Armate e in par-ticolare all’Arma dei Carabinieri; for-mula i sensi del proprio unanime cor-doglio alle famiglie di militari e civiliche subiscono la tragedia immane del-la perdita dei loro cari impegnati inmissioni di pace”. Il Senato accademi-co ha dichiarato, infine, “la propriapiena e unanime solidarietà verso tut-ti i militari e civili che operano in ogniregione in missioni di pace contri-buendo con il proprio impegno e sa-

crificio a preservare e a consolidare lapace nel mondo”. Il rettore AugustoMarinelli ha, inoltre, espresso il cor-doglio e la solidarietà dell’Universitàdi Firenze in tre messaggi inviati al te-nente generale Bruno Loi, comandan-te dell’Ispettorato reclutamento e for-ze di complemento dell’Esercito distanza a Firenze, al colonnello Gio-vanni Nistri, comandante provincialedell’Arma dei Carabinieri, e al genera-le Tullio Del Sette, comandante regio-nale dell’Arma dei Carabinieri.

18 novembre 2003•

Accordo con il Teatro delMaggio Musicale Fiorentino:abbonamenti e biglietti lastminute per gli studentiuniversitari

Facilitazioni e sconti per gli studen-ti universitari fiorentini per opere

e concerti in programmazione al Tea-tro del Maggio Musicale fiorentino. Èl’opportunità offerta agli iscritti all’A-teneo sulla base di un protocollo d’in-tesa firmato il 18 novembre dal So-vrintendente della Fondazione Teatrodel Maggio Musicale Fiorentino Gior-gio Van Straten e dal rettore AugustoMarinelli. Presentando il libretto universitario eun documento d’identità alla bigliette-ria del Teatro, gli studenti possono ot-tenere abbonamenti a 4 oppure a 8spettacoli al prezzo rispettivamente di44 e 80 euro, ma soprattutto possono

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usufruire di una speciale formula lastminute. Un’ora prima dell’inizio del-l’opera, del concerto e del balletto, in-fatti, possono essere acquistati i postirimasti liberi o invenduti alla metà delcosto del biglietto. Anche al personaletecnico-amministrativo dell’Univer-sità la Fondazione Teatro del MaggioMusicale Fiorentino offre biglietti aprezzo ridotto, secondo le tariffe pre-viste per le stagioni in programmazio-ne. Le facilitazioni per gli universitarisaranno valide per tutto il 2004.“Questa iniziativa fa seguito alla col-laborazione già avviata con la Fonda-zione che l’Università sostiene anchecon il proprio contributo – ha spiega-to il rettore Marinelli – ed è un’oppor-tunità significativa per il pubblico deinostri studenti perché incoraggia lapartecipazione ad eventi culturali digrande interesse ”. “Credo che questoaccordo - ha aggiunto il Sovrintenden-te van Straten - sia significativo anchecome segnale di un più generale impe-gno di collaborazione e sinergia fra legrandi istituzioni culturali della città”.

20 novembre 2003•

I volti del Perù terra incantata

Il 20 novembre, nell’aula magna delRettorato si è svolta la conferenza

“Perù: due volti di una terra incanta-ta”. All’incontro ha partecipato Elia-ne Karp de Toledo, consorte del presi-dente della Repubblica peruviana, cheha parlato de “La mega diversità delPerù: strumenti per uscire dalla po-vertà per le popolazioni indigene”. So-no intervenuti in seguito Paolo Canu-ti, su “La ricerca geologica italiananella Valle sacra degli Incas e nel san-tuario di Macchu Picchu” e NicolaCasagli, su “Nuove tecnologie di mo-nitoraggio per la salvaguardia del San-tuario Incas di Macchu Picchu”. I duedocenti hanno presentato le ricerchelegate alla missione scientifica inter-nazionale, svoltasi sotto l’egida del-l’UNESCO, per la salvaguardia diMacchu Picchu e degli altri siti ar-cheologici della Valle del Sagrado delos Incas dai processi di dissesto idro-geologico.

24 novembre 2003•

Primi laureati del corso diFisioterapista per non vedenti

Hanno concluso gli studi e ricevu-to il diploma di laurea i primi

quattro allievi del corso di Fisioterapi-sta riservato a non vedenti. Lo specia-le corso (istituito come diploma uni-versitario e trasformato dopo la rifor-ma in una laurea triennale) è unico inItalia ed è nato presso la Facoltà diMedicina e Chirurgia in collaborazio-ne con l’Istituto professionale di Statoper l’industria e l’artigianato “AurelioNicolodi” di Firenze. I quattro studenti hanno discusso tesiriguardanti: il trattamento non farma-cologico e le tecniche di riabilitazionecognitiva nelle demenze; la motricitàdel non vedente e l’utilizzo di una pra-tica sportiva per il miglioramento delleperformance; l’incidenza e gravità delleconseguenze, disabilità e impatto socia-le delle lesioni midollari conseguenti adincidenti da tuffo in acqua bassa; il ruo-lo delle informazioni tattili e proprio-cettive dell’arto superiore sul controlloposturale in soggetti con cecità conge-nita e acquisita. La prima sessione dilaurea del corso è stata l’occasione peril preside Gian Franco Gensini, e i proff.Giovanni Orlandini e Giulio Masotti,per fare un bilancio di questa esperien-za didattica, avviata fin dal 1999.“Il Corso ha una notevole rilevanzasociale, dimostrata dal fatto che gli al-lievi provengono da ogni parte dell’I-talia: altra peculiarità da sottolineareè la metodologia formativa. che è sta-ta specificatamente impostata secon-do il principio della massima integra-zione possibile con gli allievi vedenti,specialmente per quanto riguarda leattività pratiche e di tirocinio – hannosottolineato Orlandini e Masotti, do-centi del corso di laurea - Questo nel-la prospettiva di facilitare il più possi-bile il loro inserimento nella successi-va attività professionale”.Per questa esperienza didattica la Fa-coltà di Medicina ha collaborato conl’Istituto “Nicolodi” che, dotato delleaule e delle apparecchiature che la di-dattica per i non vedenti richiede, èstato la sede principale del corso.

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26 novembre 2003•

Consegnati i premi dellaFondazione Marchi a trericercatori di Agraria

Si è svolta il 26 novembre, all’A-zienda Agricola Montepaldi, la ce-

rimonia di consegna dei premi dellafondazione Carlo e Giulio Marchi. Oltre a un contributo all’AziendaAgricola Montepaldi e all’Accademiadei Georgofili, la fondazione ha asse-gnato la borsa di studio “Ferruccio eLalli Marchi” per soggiorno all’esteroalla dott.ssa Elisa Masi (nella foto),che si è laureata a pieni voti in Scien-ze e Tecnologie Agrarie presso la Fa-coltà di Agraria dell’Università di Fi-renze e dopo la laurea ha proseguito lasua attività di studio e ricerca presso ilDipartimento di Ortoflorofrutticultu-ra nel settore della viticoltura, dove èanche cultore della materia in Viticol-tura. Nel 2003 ha conseguito il dotto-rato di ricerca con una tesi dal titolo“Comparazione di metodi per la ca-ratterizzazione di genotipi generati daincrocio in Vitis vinifera”.Inoltre due borse di studio finalizza-te alla ricerca universitaria nel setto-re vitivinicolo sono andate ad altridue laureati della Facoltà di Agrariadell’Ateneo Fiorentino: Sergio Puc-cioni, dottore in Viticoltura ed Eno-logia con una tesi sull’“Effetto di do-si diverse e del momento diverso d’i-noculo di un ceppo di Saccharomy-ces cerevisiae sul profilo microbiolo-gico e chimico di un vino Sangiove-se”, e Alessandro Crovetti, dottorein Scienze e Tecnologie Agrarie e au-tore della tesi “Caratteristiche ampe-lografiche, comportamento agrono-mico e tecnologico di alcuni vitigni abacca nera del germoplasma viticolodella Toscana”.Il programma di ricerca con il qualeil dott. Piccioni ha vinto il premio ri-guarda l’impiego di tannini enologi-ci da utilizzare in associazione a dif-ferenti tecnologie di affinamentoquali la conservazione in contenitoridi acciaio e di legno; mentre il dott.Crovetti ha proposto un progetto, dasviluppare presso l’Azienda Agricoladi Montepaldi, che riguarda l’effettodi pratiche colturali tradizionali

(defogliazione) e innovative (nutri-zione fogliare) nel comportamentovegeto-produttivo della vite.

27 novembre 2003•

Uno spot interattivo chepubblicizza un corsouniversitario dedicato ainuovi media

Arriva lo spot pubblicitario inte-rattivo, o meglio audiovisivo in-

terattivo: lo spettatore non si limitasolo ad assistere ma viene coinvolto echiamato a partecipare. Lo ha utiliz-zato per farsi conoscere il corso di per-fezionamento dedicato, appunto, a“Come realizzare contenuti interattiviper i nuovi media”.“È un esperimento curioso e, spero,originale, realizzato per far capire me-glio il percorso formativo proposto –spiega il prof. Luca Toschi, responsa-bile del corso e presidente del corso dilaurea specialistica “Teorie della co-municazione” – Ma soprattutto è sta-to ideato e realizzato per esplorare lepotenzialità dell’audiovisivo interatti-vo: il linguaggio del futuro. E poichéla comunicazione si spiega facendola,abbiamo deciso di realizzarne un pro-totipo per far capire che cosa s’impa-rerà nel nostro corso”.Si tratta del primo progetto di questogenere applicato alla comunicazionepubblicitaria in Italia: il messaggio ar-riva allo spettatore attraverso l’intera-zione con il video e l’audio. Chi guar-

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da deve, infatti, compiere alcune scel-te e rispondere alle domande dei per-sonaggi dello spot: condivide, così, laloro sorte e finisce proprio “dentro lacomunicazione del futuro… più diquanto possa immaginare!”.Il prodotto – che rende omaggio aiprimi film muti – per ora può viag-giare solo sul web, ma diventerà og-getto di studio per la progettazione dicontenuti e format pensati per esserefruiti su altre piattaforme digitali,dalla televisione interattiva all’UMTS(Universal Mobile TelecomunicationsSystem). Alcune aziende leader nellaprogettazione e produzione di audio-visivi interattivi hanno aderito al pro-getto, facendo da partner all’iniziati-va; tra queste Buongiorno-Vitaminicspa, Nts network Systems spa, KoraInternet solutions Company, Stamenfilm&newmedia. Lo spot interattivo,che è visibile all’indirizzowww.craiat.it/spot, è stato prodottodalla Stamen Film&newmedia, per laregia multimediale del prof. Luca To-schi. L’ideazione e la realizzazione so-no firmate da Luigi Maria Perotti,laureato in “Teorie della Comunica-zione” e autore di documentari e filminterattivi.

1 dicembre 2003•

Gli italiani e la corsa all’oro:un archivio on line sullapresenza italiana nel Far West

Gli italiani all’epoca della corsa al-l’oro. Anche i nostri connaziona-

li hanno partecipato all’epopea delFar West, nel momento di maggiorepopolamento delle lontane terre difrontiera dell’Ovest degli USA.Per rintracciare queste presenze - e perconoscere quindi le origini di una del-le realtà italiane d’America meno no-te – è nato il progetto multimediale diun archivio on line, con la collabora-zione del Ministero degli Affari Esterie del Consolato generale d’Italia a LosAngeles. L’idea è di Alessandro Troja-ni, docente a contratto presso le fa-coltà di Scienze politiche e di Scienzedella formazione dell’ateneo fiorenti-

no, che ha anche coordinato una ri-cerca sul campo in California, Arizo-na e Nevada e ha già avviato un por-tale internet (www.igrb.net).I risultati dei primi studi sono statipresentati in un incontro che si è te-nuto presso l’aula magna del Rettora-to. Ha aperto i lavori il prorettore En-nio Di Nolfo e sono intervenuti anchePaolo Orefice, Sandro Rogari, Anto-nio Calvani.

1 dicembre 2003•

Girls Design: pubblicazionedel Dipartimento diTecnologie dell’Architettura“P. Spadolini”

Il Dipartimento di Tecnologie del-l’Architettura e Design “P.Spadoli-

ni” pubblica il volume curato da Mas-simo Ruffilli (presidente del corso dilaurea in Disegno Industriale e profes-sore ordinario alla Facoltà di Archi-tettura) “Girls Design: visualità dellafigura femminile” (Alinea Editrice,Design e…/6), dato alle stampe in oc-casione dell’attivazione del nuovo in-dirizzo di Visual Design del corso dilaurea in Disegno Industriale presso laFacoltà di Architettura dell’Ateneofiorentino.Il volume è dedicato agli allievi desi-gners dei corsi di laurea in Disegno In-dustriale e a quelli di Progettazionedella Moda e – come spiega nella pre-fazione il prof. Ruffilli - “presenta lavisualità della figura femminile, unatematica fondamentale per applicarsied esercitarsi a rappresentare, con letecniche della grafica, del disegno edella pittura, un concetto che ha ap-passionato gli artisti e i rappresentan-ti d’ogni epoca.”Dopo i saggi, riccamente illustrati, de-gli autori principali (Silvano Campeg-gi, visual designer di fama e autore tral’altro di celebri poster cinematografi-ci, firma il pezzo “L’illustrazione fem-minile e il cinema”; Elisabetta Cianfa-nelli, ricercatrice e docente presso icorsi di Laurea in Design e Moda, dis-serta su “Product e Fashion Design”;Laura Giraldi, architetto e docente acontratto del laboratorio di Interior

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Design, presenta “Visual Design: don-na e società”; Giuseppe Lotti, ricerca-tore e docente presso il corso di laureain Disegn Industriale, si occupa di“Agata, Valentine e le altre: Designdelle donne / Design per le donne”) sisusseguono una serie di contributi deigiovani docenti ed assistenti dei corsidi laurea in Design e Moda che siesprimono in maniera libera e perso-nale sulla tematica del Visual Designdella figura femminile.Inoltre il volume pubblica una cam-pionatura di disegni di allievi architet-ti e designers della Scuola di Firenzeche hanno seguito, a diverso titolo esu differenti curricula, i corsi di studiodella facoltà di Architettura, dellaScuola di Specializzazione in Design edei corsi di laurea in Disegno Indu-striale e Progettazione della Moda.Il testo si conclude con una serie di te-stimonianze di docenti dei corsi diLaurea, che ribadiscono definizioni eriflessioni relative alla disciplina edagli insegnamenti della Scuola di De-sign di Firenze.

6 dicembre 2003•

A Piero Baglioni il “Gran Premio Europeo perl’Innovazione” 2003

Il prof. Piero Baglioni è tra i vincito-ri del “Gran Premio Europeo per

l’Innovazione 2003”, un prestigiosoriconoscimento – giunto alla decimaedizione – che è assegnato nel Princi-pato di Monaco e che la stampa inter-nazionale considera una sorta di “Pre-mio Nobel per la ricerca applicata”.Il prof. Baglioni, del Consorzio Inte-runiversitario per lo Sviluppo dei Si-stemi a Grande Interfase (CSGI) al-l’interno del Dipartimento di Chimi-ca, ha ricevuto il gran premio dellaGiuria – che ricompensa l’originalitàdi una ricerca – “per la tecnologia chepermette, mediante l’applicazione diemulsioni o soluzioni a base di nano-strutture, il restauro definitivo di af-freschi fortemente degradati dall’ero-sione o da restauri effettuati anterior-mente in modo sbagliato”.Il progetto di un gran premio europeo

per l’innovazione e per le nuove tec-nologie è stato istituito nel 1991. Laprima edizione del Gran Premio perl’Innovazione è del 1994. Questo pre-mio ha come scopo la promozionedell’industria e della ricerca applicataeuropea. La selezione individua le ri-cerche europee più avanzate e le loroapplicazioni, mettendo in risalto ricer-catori indipendenti, università ed an-che imprese europee. Ogni anno è sta-bilito un tema e vengono prese in con-siderazione le innovazioni che hannoricevuto un brevetto successivamentealla data del 1990.

9 dicembre 2003•

L’ordine giuridico europeo:radici e prospettive

Com’è venuto formandosi nel suopassato prossimo e remoto l’og-

getto ‘Europa’? Quali coordinate tra-dizionali del giurista, radicate nelle di-verse tradizioni nazionali, sono statecostrette ad un profondo lavoro di re-visione? Quali culture giuridiche ante-cedenti al nuovo spazio politico euro-peo sono state recepite, modificate,rinnovate nella nuova dimensioneunitaria? Quali radici si celano - ed a

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quale profondità - dietro le non sem-pre entusiasmanti prospettive del pre-sente ed i suoi incerti passi costituen-ti? Quali le categorie per descrivere ecomprendere questo inedito ordinegiuridico? Sono solo alcuni degli interrogativiche la redazione dei Quaderni fioren-tini per la Storia del pensiero giuridi-co moderno, coordinata da Pietro Co-sta, ha posto più di due anni fa ad ol-tre una ventina di studiosi italiani estranieri chiamati a raccolta per un la-voro multidisciplinare di ingenti pro-porzioni, ora leggibile nei due tomiche compongono il 31° volume deiQuaderni.A distanza di pochi mesi dalla pubbli-cazione del volume, il Centro di studiper la Storia del pensiero giuridicomoderno – recentemente riconosciutocome centro di ricerca, trasferimentoed alta formazione dell’Università diFirenze – a cui fa capo la rivista, hachiamato a raccolta un ristretto nu-mero di specialisti per verificare gliesiti della ricerca svolta e proseguire esviluppare un dibattito che i saggi ap-pena editi hanno dimostrato vivacissi-mo e pronto a recepire una lettura dia-cronica dell’ordine giuridico europeo,indirizzata a tracciare un bilancio del-le continuità e delle discontinuità conle diverse tradizioni nazionali.L’incontro, che si è svolto il 12 dicem-bre alla sala convegni della Cassa diRisparmio di Firenze, si è articolatosulle principali direttrici problemati-che già percorse nel volume ma affi-date ora ad un nuovo panel di ‘letto-ri’. Dopo il saluto introduttivo di Ber-nardo Sordi, direttore del Centro, Al-do Schiavone e Paolo Cappellini si so-no interrogati, rispettivamente, su or-dine giuridico europeo e tradizione ro-manistica ed ordine giuridico europeoe tradizione di diritto comune. Succes-sivamente, Giacomo Marramao, Gu-stavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà,hanno affrontato, nell’ordine, tre pila-stri del nuovo edificio europeo, la so-vranità, la costituzione, i diritti. Han-no presieduto le due sessioni dei lavo-ri, Francesco Palazzo e Paolo Caretti.A Paolo Grossi sono state affidate leconclusioni.

10 dicembre 2003•

Fondo Sociale Europeo:la Regione finanzia 29 moduliprofessionalizzanti dell’ateneo fiorentino

Sono 29 i progetti dell’Università diFirenze che il Fondo Sociale Euro-

peo, attraverso la Regione Toscana,finanzia nell’anno accademico2003/2004 per attivare moduli pro-fessionalizzanti nell’ambito dei corsidi laurea dell’ateneo. Firenze, benefi-ciando di uno stanziamento comples-sivo di più di 2.107.000 euro, si èclassificata prima fra gli atenei tosca-ni per numero di progetti finanziati.I moduli professionalizzanti sono per-corsi che permettono di acquisire, giànel corso degli studi universitari e pri-ma di conseguire la laurea, una quali-fica professionale legalmente ricono-sciuta dalla Regione Toscana. La pro-cedura si è conclusa con un DecretoRegionale del 10 dicembre 2003, cheha certificato l’accreditamento dellesedi dei corsi di laurea, al cui internosono ospitati i moduli.I progetti finanziati sono distribuitinei vari campi dell’offerta didatticadell’ateneo: 5 i moduli finanziati adArchitettura e altrettanti ad Ingegne-ria, mentre Agraria, Scienze Politicheed Economia possono contare su 4moduli ciascuna, seguite dalle altrefacoltà. Ma la migliore valutazionefra i progetti fiorentini è stata otte-nuta dal progetto didattico “Brunel-leschi, professioni emergenti nell’in-dustria dello spettacolo toscano”,ideato dalla prof.ssa Teresa Megaleall’interno del corso di laurea in“Progettazione e gestione di eventi eimprese dell’arte e dello spettacolo”,diretto da Siro Ferrone. Rispetto allagraduatoria degli atenei toscani,“Brunelleschi” è risultato essere an-che primo a livello regionale tra iprogetti formativi di area umanistica.Il percorso formativo, che porta aconseguire la qualifica professionalein “Esperto in gestione di impresedello spettacolo”, costituisce un’op-portunità in più per gli studenti del IIanno che potranno così specializzar-si nell’ambito della gestione di salecinematografiche o teatrali, nell’or-ganizzazione di manifestazioni cultu-

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rali e nella programmazione di spet-tacoli. Il percorso prevede, oltre adalcune discipline del secondo e terzoanno della laurea triennale, anchestage presso numerosi enti ed istitu-zioni come il Teatro Metastasio diPrato, la Fondazione Teatro San Car-lo di Napoli e Arezzo Wave Manage-ment di Arezzo.Partner dell’Università in questo pro-getto sono, oltre alla Società consor-tile Pin, la Fondazione Teatro Meta-stasio di Prato e una società prateseper la formazione a distanza. Fra i so-stenitori, il Comune e la Provincia diPrato, la Camera di Commercio pra-tese, l’Unione Industriali Pratese, laConfartigianato, il Consiag e nume-rose agenzie formative come Mirabi-lianda, la Fondazione Toscana Spet-tacolo, l’Associazione teatrale pi-stoiese.

17 dicembre 2004•

Donne, Salute e UniversitàQuattro incontri promossi dal ComitatoPari Opportunità dell’Ateneo

“Donne, Salute e Università” èil filo conduttore del ciclo di

conferenze organizzato dal ComitatoPari Opportunità (Cpo) dell’Univer-sità di Firenze, inaugurato lo scorso17 dicembre nell’aula magna del Ret-torato.Il primo appuntamento, che introdu-ceva l’iniziativa nel suo complesso, èstato presentato – dopo i saluti del ret-tore Augusto Marinelli e dell’assesso-re regionale al diritto alla salute Enri-co Rossi - da Simonetta Soldani, pre-sidente del Comitato Pari Opportu-nità. Eva Buiatti, coordinatrice del-l’Osservatorio di Epidemiologia del-l’Azienda regionale della sanità, hapresentato un intervento dal titolo“C’è un’equità di genere nei program-mi di salute pubblica ?”.L’iniziativa si completa con altri treincontri in svolgimento nei primi me-si del 2004: il 21 gennaio (“Esiste unasalute di genere?”), il 25 febbraio (“Laprevenzione è donna”) e il 24 marzo(“La donna medico nel mondo acca-demico”).

Le informazioni sull’attività del Comi-tato Pari Opportunità sono disponibilialla pagina web http://www.unifi.it/or-ganizzazione/pari_opportunita/.

18 dicembre 2003•

La ricerca di Protera SpAPresentazione del programma per 2004

Presentati i programmi per l’anno2004 di Protera Spa, la società

spin-off per la ricerca biotecnologiaapplicata che ha sede nel polo scienti-fico di Sesto fiorentino. Alla presenta-zione hanno partecipato il presidentedella Camera di Commercio di Firen-ze Luca Mantellassi, il presidente del-la SICI (Sviluppo Imprese Centro Ita-lia) Massimo Abbagnale, e il direttoregenerale della Cassa di Risparmio diFirenze Lino Moscatelli, presente ilrettore Augusto Marinelli.Al polo di Sesto fiorentino, grazie alcontributo della Camera di Commer-cio, è stato allestito un gruppo di la-boratori con strumentazione d’avan-guardia per lo studio e la produzionedi farmaci nella nuova linea di elabo-razione del genoma umano. Circa cen-to ricercatori, specializzati nello stu-dio delle proteine, identificano targetfarmaceutici e realizzano candidatifarmaci molto sofisticati. Protera Spaè nata anche per offrire servizi ad altaspecializzazione alle case farmaceuti-che, ai laboratori privati, sia naziona-li che esteri.

20 dicembre 2003•

Laurea honoris causa a Paolo Blasi

Il 20 dicembre 2003, nel corso diuna cerimonia svoltasi a Tucson,

l’Università dell’Arizona ha conferitola laurea honoris causa in “HumaneLetters” al prof. Paolo Blasi, per il suocontributo nello sviluppo di program-mi internazionali di studio e di scam-bio tra docenti dell’università statuni-tense e dell’ateneo fiorentino. Il prof.Blasi è stato presentato da Edward I.Donnerstein, preside del College ofSocial and Behavioral Sciences.

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NOTIZIARIO relazioni sindacaliA CURA DELL’AREA RISORSE UMANE (a diffusione interna)

Coordinamento redazionale: Maria OrfeoUfficio Relazioni Sindacali e Normativa del LavoroPiazza S. Marco 4 - FirenzeTelefono: 055 2756509e-mail: [email protected]

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per l’Amministrazione,la Finanza e la Contabilità.

Direttore ResponsabileAntonella Maraviglia

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www.unifi.it > NotizieSul sito dell’ateneo, si possono trovare le notizie flash, aggiornatequotidianamente (notizie dall’ateneo), il calendario di eventi, conve-gni, incontri (agenda), la rassegna stampa quotidiana dell'Università diFirenze (rassegna stampa) e alcune videointerviste (rassegna in video).A cura dell'Ufficio stampa.