Note di Sala... · 2019. 10. 22. · 3 Note di Sala Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897)...

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Note di SalaJohannes Brahms(Amburgo 1833 – Vienna 1897)Ouverture tragica (Tragische Ouverture) op. 81Allegro ma non troppo, Molto più moderato, Tempo primoDurata: 12’

La Tragica, composta nel 1880, nello stesso periododell’Accademica op. 80, con la quale condivide l’oc-casione della sua composizione, si presenta ad essacomplementare per la sua natura, in quanto sembrasoddisfare il bisogno dell’autore di esprimere la ma-linconia del suo animo dopo il gioco musicale dell’Op.80. Si è ipotizzato, tuttavia, che questa ouverture abbiaavuto una genesi più remota nel tempo che risalirebbeal periodo in cui Brahms pensava all’ambizioso pro-getto di scrivere un’opera. In questo lavoro, considerato da Sergio Martinotti,un esempio magnifico di musica pura, molti criticihanno ritrovato, in effetti, lo spirito delle ballate giovaniliop. 10 per la stessa atmosfera leggendaria e fantastica,per quel binomio fierezza-dolcezza tipico in un uomodel nord, per quel senso intimistico e personale deltragico. L’ouverture, dal punto di vista formale, pre-senta uno schema italiano con un episodio centralepiù statico incorniciato da due sezioni più animate. Alivello macroformale l’ouverture è scritta in forma-so-nata con due temi principali e nove idee secondarie,con un elaborato sviluppo, del quale protagonista èil primo tema, e con una ripresa accorciata a cui segueun’articolata Coda. Di grande effetto è l’attacco condue accordi eseguiti in fortissimo a cui segue il primotema esposto dagli archi sostenuti dai timpani.Già alla prima esecuzione avvenuta in un concertodella filarmonica di Vienna sotto la direzione di HansRichter il 26 dicembre 1880, l’Ouverture suscitò con-sensi favorevoli condivisi, in seguito, con l’Accademicaa Breslavia, a Münster e in molte città olandesi.

QJohannes Brahms(Amburgo 1833 – Vienna 1897)Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77Allegro non troppoAdagioAllegro giocoso, ma non troppo vivaceDurata: 37’

Nell’estate del 1878 Brahms, di ritorno dall’Italia, sifermò nel villaggio di Pörtschach, in Carinzia, con l’in-tenzione di raggiungere presto Vienna, ma, attratto

dalla bellezza e dalla serenità di quel luogo, vi restòpiù a lungo.È in questa splendida cornice che egli meditò di com-porre un nuovo lavoro, come si evince dal fatto cheegli chiese che gli fosse spedita da Vienna molta cartada musica e in un lettera al critico Hanslick scrisse:«In questo villaggio vagano così tante melodie che sideve stare attenti a non calpestarle». Nacque così ilConcerto in re maggiore per violino e orchestra op.77 che, composto in brevissimo tempo e completatonel mese di agosto, fu sottoposto da Brahms, maisoddisfatto, a ritocchi che lo impegnarono fino almese di novembre. Pur essendo innamorato del vio-lino, egli non aveva una perfetta competenza tecnica,e, per questo motivo, si rivolse al suo amico, il violi-nista Joachim, per alcune consulenze. Nonostante iconsigli di Joachim, che eseguì il Concerto per laprima volta al Gewandhaus di Lipsia il 1° gennaio del1879, questo lavoro non fu subito compreso dal pub-blico e dagli stessi musicisti che lo giudicarono, incerti passi, ineseguibile. Emblematiche furono anchealcune stroncature che, tuttavia, misero in evidenza ilcarattere innovativo del Concerto, non ancora del tuttocomprensibile né al pubblico né alla critica dell’epoca.Il Concerto fu definito, infatti, ora una Sinfonia con vio-lino obbligato, ora un Concerto contro il violino secondoquanto affermato da Bülow, ora un Concerto tra violinoe orchestra, in cui alla fine vince l’orchestra. Soltantonel Novecento il Concerto fu rivalutato e consideratoun capolavoro del repertorio violinistico da paragonareai lavori di Beethoven, di Mendelssohn e di Čajkovskij.Anche il Concerto per violino e orchestra, come i dueper pianoforte, presenta un’impostazione sinfonicadalle proporzioni monumentali. Il primo movimento,Allegro non troppo, in forma-sonata, mostra sin dalleprime battute il suo carattere sinfonico con tre temi,dei quali il primo presenta toni di accentuato lirismoe di grande cantabilità; ad esso si contrappone l’entratadel violino solista che si impone per una scrittura ido-nea ad esaltare le caratteristiche tecniche dello stru-mento. La scrittura sinfonica del primo movimentoraggiunge il suo punto culminante nello sviluppo dovei temi sono sottoposti ad un’elaborazione molto com-plessa. Un’impostazione classica presenta il secondomovimento, Adagio, la cui struttura formale tripartitaè riassumibile nello schema A-B-A. Suggestiva e poe-tica è la melodia d’apertura, di carattere pastorale,che, secondo Max Bruch, deriva da una vecchia can-zone boema. Affidata all’oboe, questa melodia ha datoadito anche alla celebre quanto maligna battuta diPablo de Sarasate che affermò: “Non posso negareche si tratti di buona musica. Ma non potete certopensare che io sia così privo di buon senso da saliresul palco, con il violino in mano, per ascoltare unoboe che nell’Adagio esegue l’unica melodia di tutto

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il Concerto!”Un intenso lirismo informa la sezionecentrale, mentre nella conclusione si affermano tonisoffusi grazie al timbro dolce dei fiati. Di grande respirosinfonico è il Finale con il solista, che introduce untema di carattere tzigano eroico e rude al tempo stessoche, molto probabilmente, sarebbe stato apprezzatoda Haydn, ma che fu ritenuto da Joachim quasi ine-seguibile, in contrasto con l’orchestra. Vivace e mar-cato è anche il secondo tema, mentre il terzo è estre-mamente dolce e melodico. Tutto il movimento è unbrillante Rondò nel quale il solista può mettere in evi-denza le sue doti tecniche.

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Robert Schumann(Zwickau 1810 – Endenich, Bonn, 1856)Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61Sostenuto assai, Allegro ma non troppoScherzo: Allegro vivace con Trio I e Trio IIAdagio espressivoAllegro molto vivaceDurata: 40’

“Tamburi, trombe in do stavano squillando nella miatesta”.Queste enigmatiche parole, scritte da Schumann nel1845 in una lettera indirizzata a Mendelssohn, si ri-feriscono molto probabilmente al motto iniziale dellaSeconda sinfonia in do maggiore affidato ai corni, alletrombe e ai tromboni. È questo il primo accenno allasuddetta sinfonia, composta in un periodo particolar-mente difficile per Schumann a causa della malattiamentale che si era manifestata poco tempo prima eche lo avrebbe condotto lentamente alla prematuramorte. Nel mese di agosto del 1844 la moglie Claraaveva scritto, infatti, nel suo diario: «Robert non riu-sciva a dormire una sola notte. La sua immaginazionegli dipingeva le immagini più terribili». Questo statopiuttosto fragile della sua salute mentale aveva ancheridotto di gran lunga le capacità creative di Schumann.Tempi migliori tornarono presto e nella seconda set-timana di dicembre del 1845 Schumann iniziò a com-porre la Seconda sinfonia la cui stesura pianistica fucompletata nel breve volgere di tre settimane. L’or-chestrazione, iniziata il 12 febbraio del 1846, fu com-pletata soltanto dieci mesi dopo a causa del ripresen-tarsi delle fobie e di un terribile e insopportabile suonoall’orecchio che non gli dava tregua; non fu salutarenemmeno un breve soggiorno a Maxen, dove, recatosicon la famiglia nel tentativo di riacquistare la saluteperduta, fu colpito da nuove e terribili fobie, come lapaura della cecità, della morte e di essere avvelenato,alle quali si aggiunse anche la preoccupazione che ilpubblico avrebbe trovato delle tracce di questo periodo

ottenebrato da tante nevrosi nella musica della Secondasinfonia. Nonostante le oggettive difficoltà, l’orche-strazione fu presto completata e la Sinfonia fu eseguitaper la prima volta il 5 novembre del 1846 al Gewan-dhaus di Lipsia sotto la direzione di Mendelssohn.Secondo le affermazioni del musicologo Anthony New-comb, la Seconda sinfonia è stata concepita comeuna sorta di romanzo di formazione novecentesco so-prattutto per la struttura formale fortemente coesacon alcuni elementi tematici che ritornano nei quattromovimenti conferendo all’intero lavoro una straordi-naria unità. Così il motto iniziale, affidato agli ottoni,ritorna nella coda dell’ultimo movimento e nello Scher-zo, mentre il Finale riassume alcuni elementi tematicitratti dal primo movimento e dall’Adagio.Il primo movimento si apre con un’introduzione lenta,Sostenuto assai, che si impone immediatamente nonsolo per il motto iniziale, costituito da una suggestivafanfara il cui suono sembra provenire da lontano, maanche per una straordinaria perizia contrappuntisticaacquisita grazie allo studio, insieme alla moglie Clara,del Cours de contrapoint di Luigi Cherubini. A questaintroduzione segue l’Allegro ma non troppo che pre-senta un contenuto autobiografico come lo stessocompositore affermò: «Riflette la resistenza dellospirito contro le mie condizioni fisiche. Il primo mo-vimento è pieno di questa lotta e del suo caratterecapriccioso e ostinato». Protagonisti del secondo mo-vimento, Scherzo (Allegro vivace), sono gli archi e,in particolar modo, i primi violini che si esibisconoin una sorta di moto perpetuo; i due Trii presentanoun carattere contrastante in quanto al primo sognantesi contrappone il secondo fortemente caratterizzatoin senso contrappuntistico. In questo secondo Triofigura un tema strutturato nella forma dell’acrosticodel nome di Bach costituito dalle quattro note: si be-molle, la, do, si naturale che nella tradizione musicaleanglosassone sono indicate con le lettere dell’alfabetodel nome di Bach al quale Schumann ha voluto cosìrendere omaggio. Carattere malinconico presenta ilterzo movimento, Adagio espressivo, con i violini, pri-ma, e gli oboi, dopo, che espongono una melodia cheinizia in do minore e si conclude in mi bemolle mag-giore; anche in questo movimento il contrappunto ri-torna ad essere assoluto protagonista nella sezionecentrale che prelude alla ripresa della melodia inizialeconclusa, stavolta, in maggiore. Nel Finale, Allegromolto vivace, insieme alla ripresa di alcuni elementitematici tratti dal primo e dal terzo movimento, è in-trodotta, nella parte conclusiva affidata all’oboe, unamelodia molto simile a quella del Lied di Beethovenintitolato An die ferne Geliebte già utilizzato da Schu-mann nella Fantasia op. 17.

Riccardo Viagrande

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Nato a Kyoto, ha iniziato a studiarepianoforte all’età di quattro anni. Sié laureato in Relazioni Internazionalialla Tokyo University for ForeignStudies studiando privatamentecomposizione e pianoforte con At-sutada Otaka. Durante i suoi studivince i concorsi internazionali "MarioGusella” a Pescara e e "La Bottega"di Treviso. Dopo gli studi universitarisi é diplomato in Direzione d’orche-stra alla Musikhochschule di Viennastudiando con Karl Oesterreicher eLeopold Hager.

Ha debuttato a Vienna come direttore d’orchestra di-rigendo La Molinara di Paisiello. Dal 1995 é stato as-sistente del Maestro Peter Maag con il quale ha col-laborato in diversi teatri lirici italiani e spagnoli. Il suodebutto nell’ambito lirico é stato affidato a Il flautomagico di Mozart nella stagione lirica del Teatro Co-munale di Treviso, sostituendo il Maestro Maag. Conquesta opera ha debuttato nel Bassano Opera Festivalnello stesso anno 1996. Nel 1997 é stato scelto dalMinistero della Cultura giapponese quale migliore gio-vane musicista del Giappone e dallo stesso Governoviene inviato in Italia per specializzarsi nei teatri liriciquali il Teatro dell’Opera di Roma e l’Arena di Verona.Nella stagione lirica 1997-98 presso il Teatro Massimodi Palermo ha diretto Il Pipistrello di Johann Strauss.Nella Stagione lirica 1998-99 del Teatro Massimo diPalermo ha diretto Manon Lescaut di Puccini. Suc-cessivamente è invitato allo stesso Teatro Massimodi Palermo per dirigere il Concerto di anniversario delParlamento Siciliano nel Palazzo dei Normanni. Nel1999 ha debuttato a Tokyo con la Tokyo Philharmonic,e al Teatro Nazionale di Tokyo dirigendo Il Flauto Ma-gico di Mozart (con la regia di Michael Hampe), in-terpretazione che gli ha permesso la conquista dell’Idemitsu Award, uno dei più prestigiosi premi Musicaliin Giappone. In seguito ha diretto la Tosca di Pucciniallo stesso Teatro Nazionale, con la regia di AntonelloMadu-Diaz. Ha anche diretto tutte le orchestre Giap-ponesi, come la NHK Symphony Orchestra, Yomiuri

Symphony, Tokyo Philharmonic, Tokyo City Philhar-monic, Osaka Century Orchestra, Sapporo Symphonye Kanagawa Philharmonic. Con la Sapporo SymphonyOrchestra ha eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven.Muranaka apprezza anche il repertorio della musicacontemporanea italiana, tra cui Scena per flauto e or-chestra di Francesco Pennisi. Nel 2003 ha debuttatoin Brasile con la San Paolo State Symphony. Ha fon-dato in Yokohama, la sua Orchestra AfiA nel 2006,con cui ha diretto numerose Opere con il regista Mi-chael Hampe, tra cui "Il Matrimonio Segreto", “le Nozzedi Figaro", "Cosi' fan tutte”, Il Barbiere di Siviglia" in-signite di prestigiosi premi Giapponesi. Nel 2001 hadebuttato a Bruxelles alla Sala des Beau Enigma Va-riation di Elgar con la Brussels Philharmonic.

Nel 2002 ha avuto grande consensi a Glyndebournenel Regno Unito dirigendo il "Don Giovanni". Dal 2006dirige la English Chamber Orchestra presso la CadoganHall di Londra, e il promotore dell’Orchestra, il PrincipeCarlo, gli ha affidato il titolo di "International GuestConductor" per la migliore esecuzione di Beethovene Schubert. Dal 2013 ha continuato a dirigere a Londrae a Tokyo una serie di concerti intitolati "Natura e Mu-sica" e nel 2016 per questa sua iniziativa e' stato sceltotra i 10 migliori musicisti dal "Classical NEXT" a Rot-terdam per l'Innovation Award 2016. Con la sua Or-chestra AfiA ha fatto numerosi incisioni, tra cui diMendelssohn Le sinfonie "Scozzese", "Italiana" e "Lariforma". Registra la sinfonia “ La Grande" di Schubertche è stata scelta come miglior disco nel 2016. Hainciso tutte le sinfonie di Schumann che saranno pub-blicate nel 2020. Nel 2018 Muranaka ha diretto il Concerto per 100anni dell’anniversario di Debussy al Teatro MassimoBellini di Catania.

Con l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha debuttato nel2011 con il programma di autori quali Wagner, Men-delssohn, Britten e Debussy.

Dirige regolarmente l’orchestra giapponese Afia e laEnglish Chamber Orchestra, che ha recentemente di-retto in un concerto per la Royal Family inglese nelGloucestershire.

Daisuke Muranaka direttore

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Erede della tradizione che havisto nascere e fiorire in Ita-lia le prime grandi scuoleviolinistiche.Uto Ughi ha mostrato unostraordinario talento fin dallaprima infanzia: all’età di setteanni si è esibito per la primavolta in pubblico eseguendola Ciaccona dalla Partita n°2 di Bach ed alcuni Capriccidi Paganini. Ha eseguito glistudi sotto la guida di Ge-orge Enescu, già maestro diYehudi Menuhin. Quando

era solo dodicenne e la critica scriveva: “Uto Ughideve considerarsi un concertista artisticamente e tec-nicamente maturo”.Ha iniziato le sue grandi tournées europee esibendosinelle più importanti capitali europee. Da allora la suacarriera non ha conosciuto soste. Ha suonato infattiin tutto il mondo, nei principali Festivals con le piùrinomate orchestre sinfoniche e sotto la direzione diprestigiosi maestri. Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica,ma è in prima linea nella vita sociale del Paese e ilsuo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia delpatrimonio artistico nazionale.In quest’ottica ha fondato il festival “Omaggio a Ve-nezia”, al fine di segnalare e raccogliere fondi per ilrestauro dei monumenti storici della città lagunare.Conclusa quell’esperienza, il festival “Omaggio a Roma”(dal 1999 al 2002) ne raccoglie l’ideale eredità di im-pegno fattivo, mirando alla diffusione del grande pa-trimonio musicale internazionale; concerti aperti gra-tuitamente al pubblico ed alla valorizzazione dei giovanitalenti formatisi nei conservatori italiani.Tali ideali sono stati ripresi nel 2003 e attualmenteportati avanti dal festival “Uto Ughi per Roma” di cuiUghi è ideatore, fondatore e direttore artistico.Recentemente la Presidenza del Consiglio dei Ministrilo ha nominato Presidente della Commissione incari-cata di studiare una campagna di comunicazione afavore della diffusione della musica classica pressoil pubblico giovanile.Il 4 settembre 1997 il Presidente della Repubblica gliha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croceper i suoi meriti artistici.Nell’Aprile 2002 gli è stata assegnata la Laurea HonorisCausa in Scienza delle Comunicazioni.Intensa è la sua attività discografica con la BMG Ricordi

S.p.A. per la quale ha registrato: i Concerti di Beethovene Brahms con Sawallisch, il Concerto di Cajkovskijcon Kurt Sanderling, Mendelssohn e Bruch con Prêtre,alcune Sonate di Beethoven con Sawallisch al piano-forte, l’integrale dei Concerti di Mozart, Viotti, Vivaldi,“Le Quattro Stagioni”, tre Concerti di Paganini nel-l’edizione inedita di direttore–solista, il Concerto diDvorak con Leonard Slatkin e la Philarmonia Orchestradi Londra; le Sonate e Partite di Bach per violino solo.Ultime incisioni sono: “Il Trillo del diavolo” (disco“live” dei più importanti pezzi virtuosistici per violino);il Concerto di Schumann diretto dal M° Sawallish conla Bayerischer Rundfunk; i Concerti di Vivaldi con iFilarmonici di Roma; la Sinfonia Spagnola di Lalo conl’Orchestra RAI di Torino e de Burgos; l’incisione di-scografica per Sony Classical, nel 2013, dal titolo“Violino Romantico”, una raccolta di pezzi emblematicidel Romanticismo sul violino, con la partecipazionedell’Orchestra da Camera I Filarmonici di Roma.Altro evento di particolare rilievo è la pubblicazionedel libro “Quel Diavolo di un Trillo - note della miavita”, avvenuta nel 2013, edito da Einaudi: la storia diuna vita incredibile, interamente dedicata alla musica.Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del1744, che possiede un suono caldo dal timbro scuroed è forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e conuno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perchéappartenuto all’omonimo violinista a cui Beethovenaveva dedicato la famosa Sonata.Nel 2014 due sono stati gli eventi di maggior prestigioche hanno visto coinvolto il M° Ughi nel progetto eu-ropeo “all’insegna di ciò’ che può unire e non dividere”:nel luglio ha tenuto un concerto al Teatro Bolshoi diMosca, in occasione dell’apertura del semestre italianoin Europa; l’1 ottobre poi, in occasione della Presidenzaitaliana del Consiglio dell’Unione Europea (luglio - di-cembre 2014) e della Giornata Internazionale della Mu-sica (1 ottobre 1975), l’Ambasciata della RepubblicaItaliana in Romania, insieme all’Associazione Musica,Arte e Cultura e alla Filarmonica George Enescu, hannoorganizzato un concerto del Maestro presso l’ateneoRomeno di Bucarest. In quella stessa occasione è stataconferita al M° Ughi una seconda Laurea Honoris Causa,dall’Ambasciatore di Bucarest, dando all’iniziativa unforte carattere culturale, oltre che politico legato allapresidenza italiana del semestre dell’UE. Nel mese difebbraio è stato invitato dal Sistema venezuelano delMaestro Abreu per commemorare il Maestro ClaudioAbbado nel primo anniversario della sua morte.Nel 2015 l’Università di Palermo gli ha conferito la laureamagistrale ad honorem in “Scienze pedagogiche”.

Uto Ughi violino

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DIRETTORE PRINCIPALE OSPITEEvgeny Bushkov

FUNZIONARIODIREZIONE ARTISTICACarlo Lauro

COORDINATORRE DIREZIONE ARTISTICAFrancesco Di Mauro

VIOLINO DI SPALLAMassimo Barrale*

VIOLINI PRIMIFabio Mirabella**Antonino AlfanoMaurizio BilleciCristina EnnaGabriella FedericoSergio Guadagno°Domenico MarcoLuciano SaladinoAgostino Scarpello Ivana Sparacio Salvatore Tuzzolino

VIOLINI SECONDIDonato Cuciniello*Francesco D'Aguanno**Pietro CappelloAngelo CumboFrancesco GrazianoGabriella IusiGiulio Menichelli°Salvatore PetrottoGiuseppe PirroneSalvatore PizzurroFrancesca Richichi

VIOLEVincenzo Schembri*Salvatore Giuliano**Renato AmbrosinoFrancesca AnfusoGiuseppe BrunettoGaetana BruschettaRoberto De LisiIgnazio Lo MonacoRoberto Tusa

VIOLONCELLIEnrico Corli*°Domenico Guddo**Loris BalbiClaudia GamberiniSonia GiacaloneSalvatore GiulianoGiancarlo Tuzzolino°

CONTRABBASSIDamiano D'Amico*Vincenzo Graffagnini**Michele CiringionePaolo IntorreRosario LibertiVincenzo Li PumaFrancesco Mannarino

OTTAVINODebora Rosti

FLAUTIFloriana Franchina*°Claudio Sardisco

OBOIGabriele Palmeri*°Maria Grazia D’Alessio

CLARINETTIAlessandro Cirrito*°Tindaro Capuano

FAGOTTILaura Costa*°Massimiliano Galasso

CONTROFAGOTTORaimondo Inconis

CORNILuciano L'Abbate*Antonino Bascì°Rino BaglioGioacchino La Barbera°

TROMBESalvatore Magazzù*Giovanni Guttilla

TROMBONIFrancesco Tolentino*Andrea PollaciGiovanni Miceli

TUBASalvatore Bonanno

TIMPANIMatthew Furfine*

ISPETTORI D'ORCHESTRADavide AlfanoDomenico Petruzziello

* Prime Parti / ** Concertini e Seconde Parti / ° Scritturati Aggiunti Stagione

L’Orchestra

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SABATO 2 NOVEMBRE, ore 17,30DOMENICA 3 NOVEMBRE, ore 21,00

Evgeny Bushkov direttore / Benedetto Lupo pianoforteSkrjabin Concerto in fa diesis minore op.20 per pianoforte e orchestraŠostakovič Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore op.70

VENERDì 8 NOVEMBRE, ore 21,00 SABATO 9 NOVEMBRE, ore 17,30Tito Ceccherini direttore / Arcadio Baracchi flauto

Beethoven Coriolano op.62, ouverturePetrassi Concerto per flauto e orchestraStravinskij Petruška (versione 1947)

VENERDì 15 NOVEMBRE, ore 21,00 SABATO 16 NOVEMBRE, ore 17,30Min Chung direttore / Jan Lisiecki pianoforte

Chopin Concerto n 2 in fa minore op.21 per pianoforte e orchestra Čaikovskij Sinfonia n. 2 in do minore op.17 “Piccola Russia”

Orchestra Sinfonica Siciliana

FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA

Consiglio di Amministrazione Revisori dei ContiStefano Santoro Presidente Mario Sciumé PresidenteMarco Intravaia Vice Presidente Bernardo CampoSonia Giacalone Lorenzo MiraGiulio Pirrotta

Sovrintendente Direttore ArtisticoAntonino Marcellino Marcello Panni

INFO: Botteghino Politeama GaribaldiTel 091 6072532/533 • biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.itwww.orchestrasinfonicasiciliana

Prossimi appuntamenti

STAGIONE CONCERTISTICA2019/2020 Politeama Garibaldi