Nonne di plaza de mayo- Simona Fichera

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NONNE DI PLAZA DE MAYO Violazione dei diritti umani

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NONNE DI PLAZA DE MAYO

Violazione dei diritti umani

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Contesto storico: la grande dittatura militare

QUANDO • Anni 1976-1983

DOVE • In Argentina

COME

• Colpo di stato effettuato da Jorge Rafael Videla, dal comandante della marina Emilio Massera e dal generale d’ aereonautica Orlando Agosti

PERCHE’• Allontanamento della minaccia

comunista e sparizione di tutti gli oppositori politici.

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I problemi economiciUna politica selvaggia di neoliberismo apre le porte a capitali e prodotti stranieri a scapito della già sofferente industria locale.Per colmare un deficit statale che si andava incrementando di anno in anno l'Argentina inizia a chiedere prestiti al Fondo Monetario Internazionale, organismo bancario controllato dai G7, iniziando così a mettere le basi per quello che diventerànegli anni '90, con il perpetuarsi dei prestiti dei governi costituzionali, uno dei più grandi debiti esteri del mondo eche porterà nel dicembre 2001 alla bancarotta dello stato e allo sfascio sociale ed economico del paese.

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Il “golpe” Il 24 di marzo del 1976 le Forze Armate e precisamente Massera per la Marina,

Agosti per l'aeronautica e Videla per l'esercito, che poi sarà il presidente di fatto,

rovesciano il governo di Isabelita Perón instaurando la dittatura militare. I golpes militari in Argentina,

come in tutti i paesi dell' America Latina, godevano dell' appoggio, oltre che delle classi più

abbienti del paese, anche di quello di una parte abbastanza consistente della classe media che

vedeva nei militari un forte spirito patriottico utile per affrontare i problemi economici e politici in cui

il paese si trovava. Gli stessi militari che prendono il potere definiscono

il nuovo periodo storico che si accingono a interpretare come il Processo di Riorganizzazione Nazionale i cui i obiettivi strategici erano

sterminare la guerriglia, riordinare l' economia e disciplinare la società.Appena arrivata al potere la giunta militare dichiara lo stato d' assedio. Viene

sciolto il parlamento, vengono abolite le organizzazioni sindacali e studentesche e chiusi i giornali non schierati.

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L’ inizio della dittatura in Argentina e il “processo di riorganizzazione nazionale”

l’installazione di un sistema economico neoliberista e l’allontanamento della «minaccia comunista» con la tortura e la sparizione di tutti gli oppositori politici.

“Prima elimineremo i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente quelli che resteranno indifferenti e infine gli indecisi. “Cit. Videla

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Chi sono i desaparecidos? Sono le 30000 vittime della dittatura

militare. Tutti coloro che provavano a ribellarsi contro la dittatura venivano uccisi senza lasciare traccia, letteralmente “fatti scomparire”. La polizia, la Chiesa e il governo facevano finta di non sapere nulla e intanto i desaparecidos venivano torturati e poi uccisi. Nei centri di detenzione erano condotte anche le ragazze in stato interessante

Dove sono finiti i loro figli? Registrati

come figli illegittimi dei carnefici dei loro genitori

Abbandonati in

qualche luogo

Venduti in istituti come

creature senza nome (N.N)

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La strategia del terrore “un terrorista non è solo colui che tira una bomba o

possiede una pistola: ma anche colui che diffonde idee contrarie alla civiltà cristiana occidentale.” cit. Videla Organizzazione

Per reprimere ogni forma di terrorismo il

governo militare mise in piedi una perfetta

macchina di sterminio ideologico su larga

scala con un’organizzazione esemplare

perpetuata in strutture di pubblica

conoscenza, quali caserme, centrali di

polizia, autorimesse e centri sportivi situate

in città popolosissime.

Un' ampia gamma di persone rientravano nella definizione di terrorista espressa a chiare parole attraverso deliri semantici come colui che è: marxista- lenista, nemico della patria, materialista e ateo. In totale circa 30.000persone furono sequestrate e molte di loro giustiziate. Sono 1.500.000 coloro che scelsero l' esilio per sfuggire alla cattura.

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La repressione

legaleCostituita da processi e

carceri dove i detenuti

potevano avere colloqui con i

familiari. Questa parte legale serviva da copertura

agli occhi dell’ opinione pubblica.

illegaleCostituita dai

centri clandestini di detenzione in cui i detenuti

venivano annullati come individui pur rimanendo in

vita.

Testimonianza di Miguel D'Agostino: "Se una volta finita la mia prigionia mi avessero domandato: sei stato torturato molto? Avrei risposto: sì, tutt'e tre i mesi senza sosta. Se la domanda me la facessero oggi direi che fra poco saranno sette anni di tortura."

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Il sequestro I gruppi operativi, conosciuti come “patotas” erano i

commandos addetti al sequestro. Le “patotas” erano costituite dai membri dei vari corpi dell’ esercito, che solitamente prendevano il comando delle operazioni e da componenti scelti tra le forze dell’ ordine. Inizialmente la patota arrivava a tarda notte a bordo di un mezzo rubato, solitamente un Ford Falcon verde, mascherati e armati ed entravano nelle abitazioni urlando e sparando. Con il passare del tempo e quando il terrore si era già impadronito della società civile, arrivavano anche in pieno giorno con operazioni sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università o nei bar.

Se non trovavano la vittima in casa al momento dell’ irruzione, restavano ad attenderla prendendo come ostaggi i familiari e tutti quelli che entravano nell’ abitazione.

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I centri … in pieno centro I Centri di Detenzione Clandestina, in

numero approssimato di circa 340, si estendevano su tutta la superficie del territorio argentino e sono stati il presupposto fisico indispensabile per la desapariciòn delle persone.

Di qui passarono migliaia di uomini e donne illegittimamente privati della loro libertà, in permanenze che molte volte si estendevano per anni prima di essere definitivamente soppressi.

In questi luoghi i prigionieri vivevano la loro desapariciòn. Qui stavano quando i familiari presentavano le istanze di habeas corpus alle autorità giudiziarie; qui trascorrevano i loro giorni alla totale mercè di depravati addetti alla tortura e allo sterminio.

Queste strutture erano principalmente distaccamenti e commissariati di polizia, strutture militari come scuole, accademie e caserme e da un punto di vista amministrativo, sotto la diretta giurisdizione militare responsabile per quella determinata area. Preme sottolineare come questi centri fossero nel bel mezzo di grandi insediamenti urbani.

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Nunca Mas (Mai più)

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Dalla reazione delle madri … Nonostante il muro di

silenzio che si era sollevato sui desaparecidos le madri sanno che dietro quelle scomparse c’è il regime per questo si riunivano il Plaza de Mayo (da qui il nome dell’organizzazione Madres de Plaza de Mayo) con dei cartelli raffiguranti i loro figli scomparsi e con un fazzoletto bianco.

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A quella delle nonne …Abuelas de Plaza de Mayo

CHE COS’E’?• Organizzazione non governativa

OBIETTIVO FONDAMENTALE• Restituire i bambini sequestrati durante la dittatura alle

proprie famiglie d’ origine, preservare la loro identità, le loro radici e la loro storia

SU QUALI FRONTI LAVORANO? • denunce e reclami alle autorità governative, nazionali ed

internazionali• richieste giudiziarie• richieste di collaborazione dirette al popolo in generale • indagini o ricerche personali

RISULTATI OTTENUTIIn questi anni sono stati localizzati 114 bambini scomparsi

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Chi è Estela Carlotto? Estela Carlotto è nata a Buenos Aires il 22 ottobre 1930. Si è

sposata con Guido Carlotto, piccolo industriale chimico oriundo di Arzignano (VI). Dalla loro unione sono quattro figli: Laura Estela, Claudia, Guido e Remo. Estela ha lavorato come insegnante elementare e poi come direttrice di scuole elementari.

Nel giugno 1977 suo marito Guido viene sequestrato e rilasciato dopo il pagamento di un riscatto. A novembre dello stesso anno viene sequestrata sua figlia Laura Estela. Il 26 giugno 1978 Laura Estela dà alla luce, nell'ospedale militare di Buenos Aires, un bambino che avrebbe voluto chiamare Guido. Il 25 agosto 1978 Laura Estela Carlotto viene assassinata alla periferia di La Plata e la salma viene restituita ai familiari. Esami necroscopici, la testimonianza di altri detenuti e di militari concordano sulle modalità del parto e sul fatto che il bambino è nato sano.Nel 1978 Estela Carlotto si integra al gruppo “Nonne argentine di nipotini scomparsi” che poi diventerà la “Asociación Abuelas de Plaza de Mayo”, di cui diverrà presidente.

 In questa veste ha partecipato a innumerevoli convegni e assise internazionali. In particolare, all’interno dei gruppi di lavoro del ECOSOC, ha contribuito alla redazione di cinque articoli della “Convenzione internazionale dei diritti dei fanciulli” e diviene presidente del Comitato argentino di sorveglianza. Ha partecipato inoltre alla redazione dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

In Italia ha partecipato a numerosi convegni, dibattiti e lezioni in scuole e università. E' stata una delle parti civili nel processo contro i militari argentini condannati a Roma il 6.12.2000. Il 27 settembre 2002 ha subito un attentato alla sua vita.

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IL NIPOTE RITROVATO Dopo una lunga ricerca durata 36 anni Estela Carlotto ritrova suo

nipote. Il suo nome è Ignacio Hurban (Guido Carlotto), musicista, è il nipote

numero 114 ritrovato dalle Abuelas de Plaza de Mayo. Estela Carlotto ha detto:

"Ormai pensavo che sarei morta senza poterlo riabbracciare“ Volontariamente Guido si è sottoposto alla prova del DNA per sapere se i suoi geni

fossero compatibili con quelli di alcuni delle famiglie che cercano i nipoti rubati dai militari.

Non si conoscono ancora i dettagli della sua adozione. Pochi giorni dopo la sua nascita, in un centro clandestino di detenzione, era stato tolto alla madre, Laura, uccisa tre mesi dopo. Si sa che è cresciuto a Colonia San Miguel, non lontano da Olavarrìa, dove il suo padre adottivo, Clemente Hubron, lavorava come contadino in una fattoria locale. Gli amici di Ignacio, che ora sa di chiamarsi Guido, lo descrivono come un tifoso sfegatato del River Plate, amante della letteratura ("è l'intellettuale del gruppo, ci raccomanda libri e scrive molto bene") e appassionato di musica. E' fidanzato con Celeste, una disegnatrice locale, con la quale intende sposarsi. Nessuno sa di certo come questo tranquillo musicista ed insegnante della provincia argentina abbia deciso di farsi fare la prova del Dna per verificare la sua identità.

Che avesse dei dubbi sulla sua reale identità lo testimonia il fatto che in questi anni ha collaborato con l'associazione delle Abuelas, che ha composto un pezzo musicale in memoria dei desaparecidos della dittatura e che, due anni fa, espresse pubblicamente la sua allegria per il ritrovamento del nipote rubato numero 106. 

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Dichiarazione universale dei diritti umani

Articolo 1“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in

dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in

spirito di fratellanza.”Articolo 16 1 . Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di

sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

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Violazione dei diritti umani

Questa strategia dell' annullamento della personalità, aveva

diverse modalità di sviluppo. Ai prigionieri veniva loro dato un

numero, con il quale venivano chiamati per andare in bagno, per

essere portati nelle sale di tortura, per essere trasportati in altre

strutture di detenzione o verso l'eliminazione definitiva.

L' assegnazione del numero aveva lo scopo di cancellare

l' identità anagrafica del prigioniero e di non lasciarla

trapelare ai arcerieri onde evitare che il suo nome uscisse dai

Centri di Detenzione. I detenuti restavano sempre incappucciati o

bendati perdendo così ogni riferimento spaziotemporale

e potendo alzare il cappuccio solo per inghiottire le scarse razioni

di cibo che venivano loro elargite non più di una-due volte al

giorno. Alle donne veniva praticata una iniezione per

sospendere il ciclo mestruale al fine di annullare la loro identità

femminile. Nel rapporto pubblicato nel 1984 dalla Commissione

Nazionale Persone Scomparse ci sono numerose testimonianze

di violenze sessuali operate su donne e anche su uomini.

Annullamento della personalità

All' umiliazione si accompagnava il terrore anch' esso studiato e attuato con lucidità e freddezza.Le sessioni di tortura venivano svolte a carico di uno stesso prigioniero magari per più giorni consecutivi e per obbligarlo a parlare si utilizzavano metodi sia fisici che psicologici. Questi ultimi erano spesso prerogativadei sacerdoti che prestavano la loro opera presso i Centri di Detenzione Clandestina. A costoro era demandato il compito di convincere il sequestrato a parlare per ottenere il giusto perdono divino e, se si ostinava nella sua reticenza, si provvedeva a mostrargli le foto dei corpi dei compagni crivellati di proiettili. La tortura psicologica aveva il suo culmine quando si faceva assistere un sequestrato alla tortura di un compagno o di un familiare mentre una musica a tutto volume impediva che le grida si propagassero per il centro.

La tortura psicologica

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Violazione dei dirittiimpunità = complicità

L’ impunità per le stragi riesce solo grazie a complicità macroscopiche ( istituzionali) e microscopiche ( non istituzionali o “popolari).

Complicità popolare

E’quella nata dalla paura e dal terrore con cui la dittatura ha paralizzato la società. Nessuno protestava, nessuno vedeva niente. Davanti ai sequestri perpetrati quotidianamente nelle strade, nei quartieri, nelle fabbriche e nelle università, molti testimoni hanno girato lo sguardo o chiuso le finestre di casa per ritrovarsi dopo di fronte allo specchio a ripetersi: "qualcosa avranno fatto per meritarselo"

Complicità italiana e della Chiesa

L'ambasciata italiana a Buenos Aires, tempestata in quegli anni dalle richieste d'aiuto dei famigliari dei desaparecidos di origine italiana, non ha fatto altro che chiudere le denunce in un cassetto. E’ in dubbio il ruolo della Chiesa forse a conoscenza di quello che succedeva e in particolare di Papa Francesco allora quarantenne ritratto in alcune foto con il dittatore Videla

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Sitografia http://frontierenews.it/2014/08/nonne-di-plaza-de-mayo-labbraccio-atteso-

36-anni-che-ha-commosso-largentina/ http://www.polisblog.it/post/66351/chi-sono-le-madres-de-plaza-de-mayo http://www.polisblog.it/post/66175/chi-sono-i-desaparecidos http://www.linkiesta.it/videla-dittatura-argentina-chiesa http://www.senzacodice.com/desaparecidos-la-storia-scomparsa.htl http://www.presentepassato.it/Dossier/Diritti_98/9desaparecidos.htm http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/notte_argentina.htm http://www.abuelas.org.ar/italiano/storia.htm http://www.24marzo.it/index.php?

module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=98 http://www.onuitalia.it/diritti/index2.html http://www.ildialogo.org/storia/NUNCAMASITALIANO.pdf

Power point di Simona Fichera