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Settimanale di preghiera PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XIX - n° 808 Domenica 18 giugno 2017 XI domenica del Tempo Ordinario Pane vivo disceso dal cielo

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Settimanale di preghiera

PANE Non di solo

Sussidio di preghiera per la famiglia

Anno XIX - n° 808

Domenica 18 giugno 2017

XI domenica del Tempo Ordinario

Pane vivo disceso dal cielo

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2

Giugno 2017

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le

azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuo-cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a

offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia gui-da e la mia forza oggi, affinché io possa essere te-

stimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le

intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla pre-ghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Per i responsabili delle nazioni, perché si impegni-no con decisione per porre fine al commercio delle armi, che causa tante vittime innocenti.

Intenzione dei vescovi

Perché attraverso l’ascolto della Parola di Dio pos-siamo far nostri i sentimenti del Cuore di Cristo.

Intenzioni mese di Giugno

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Domenica 18

Giugno

Lodi Proprie

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Se hai disperatamente bisogno di risposte alle doman-de profonde del tuo cuore, non cercarle dentro di te o su Internet o nelle ultime tendenze della società, né in qualsiasi altro posto. Chiedile a Dio. Lui conosce le risposte e le ha scritte per te nel suo libro, la Bibbia.

Brano Evangelico: Gv 6,51­58

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di lo­ro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vo­stri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Contemplo:

Gesù è il pane disceso dal cielo «Padre nostro, come questo frammento di pane era prima disperso sulle colline nei chic-chi di grano e adesso, impasta-to, è diventato un solo pane, così isa riunita la tua Chiesa,

da tutte le parti della terra, nel tuo Regno, perché tua è la gloria e la potenza nei secoli». Le nostre parole non possono determinare o circoscrivere tutta la verità, ma noi sappia-mo che dove c’è l’Eucaristia là c’è tutto il Paradiso.

Agisci

Quale grande mistero celebriamo oggi! Qua­le dono è l’Eucaristia! Mi impegnerò nel re­carmi alla celebrazio­ne un po’ prima e così prepararmi nella pre­ghiera, nel silenzio, a ricevere il Corpo e Sangue di Gesù.

Il santo del giorno:

S. Alena da Forest Nacque da genitori pagani nelle vicinan-ze di Bruxelles attor-no al 620 e si sareb-be fatta battezzare di nascosto della fa-miglia nella chiesa di Forest. Questo fatto scatenò le ire del pa-

dre, che sembra fos-se un re del paese, il quale ordinò ai suoi soldati di prenderla quando tornava dalla chiesa e di portarla dinanzi a lui. Si rac-conta che nella fase della cattura e men-tre veniva trascinata con la forza, uno dei

soldati le abbia spez-zato un braccio e che Alena, in conse-guenza a questa feri-ta, sia morta il 17 giugno 640. Venne sepolta nella stessa Forest, nel punto do-ve nel 1105 sorse un monastero di mona-che benedettine.

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Meditiamo la Parola

Dimora di Dio di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Non è l'uomo che fa sì che le cose offerte diven-

gano il Corpo e il Sangue di Cristo, ma colui che

è stato crocifisso per noi, Cristo stesso. Il sacer-

dote nel ruolo di Cristo, pronuncia queste paro-

le, ma il loro potere e la loro grazia sono di Dio.

(san Giovanni Crisostomo).

Solo in Cristo l’uomo trova la propria redenzione

e realizzazione. Eppure, il Signore onnipotente,

per mezzo delle parole del sacerdote, scende dal

cielo in ogni Messa per stare con noi. Gesù Euca-

restia non solo rimane “con” noi, ma vuole vivere

“in” noi per trasformarci in un piccolo tempio,

dimora di Dio stesso. Cristo Gesù, fedele alla sua

promessa, scende dal cielo per stare con noi

nell’eucarestia. Tutte le volte che il sacerdote

prende tra le sue mani il pane quotidiano e pro-

nuncia le parole sante, subito quel poco di farina

impastato con l’acqua diventa il vero corpo di

Gesù, il cibo spirituale per le nostre anime. Non

importa se il sacerdote è una persona santa o un

misero peccatore: appena pronuncia le parole

della consacrazione subito avviene il miracolo

eucaristico, e come a Cana di Galilea, il pane si

trasforma nella misteriosa presenza di Gesù. Mi-

stero nascosto quello dell’Eucarestia e, come ta-

le, spesso misconosciuto. Quanti sono i taberna-

coli in cui Gesù viene lasciato solo o dove soltan-

to pochi fedeli vanno a visitarlo? Ma lui è sempre

lì, nel tabernacolo: è l’amico fedele, che aspetta

pazientemente di essere accolto nella vita di chi

crede in Lui.

Meditazione del giorno

Dio gradisce le tue opere

Va', mangia con gioia il tuo

pane, bevi il tuo vino con

cuore lieto, perché Dio ha gradito le

tue opere.

Qo 9,7

Il pane e il vino per molte culture so-

no segni preziosi di festa, di convivia-

lità fraterna, di gioia. Per il Qoèlet è

la meritata ricompensa per un cuore

che ha trovato il favore di Dio, il qua-

le gradisce quel culto spirituale che è

l'offerta dei nostri corpi come sacrifi-

cio vivente e santo (cfr. Rm 12,1).

Gesù stesso ha utilizzato più volte

l'immagine del banchetto festoso per

parlare del Regno dei cieli (cfr. Mt

22,1-2), riservato a coloro che seguo-

no i suoi insegnamenti. Anche noi, nel

giorno del Signore, siamo invitati a

celebrare il “pane spezzato” e il

“vino versato”.

Preghiera

Signore, accendi in noi il desiderio di in-contrarti nell'Eucaristia, per celebrare la tua Parola che santifica e mangiare il tuo corpo che dà la vita. Ogni Messa a cui partecipiamo prolunghi e alimenti il culto spirituale che ti dobbiamo con l'intera no-stra esistenza.

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Lunedì 19

Giugno Lodi

III Settimana del Salterio

XI Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

San Romualdo

Nato intorno al 950 a Ravenna, da una famiglia nobile, scelse la vita religio-sa e fu monaco be-nedettino. Divenne eremita e dopo l'e-sperienza in Spa-gna, iniziò una serie di peregrinazioni lungo l' Appennino con lo scopo di ri-

formare monasteri ed eremi sul model-lo degli antichi ce-nobi dell'Oriente. Convertì Ottone III che lo nominò abate di S. Apollinare in Classe a Ravenna, carica che Romual-do rifiutò clamoro-samente dopo un anno rifugiandosi a Montecassino dove portò il suo rigore

ascetico. Riprese le sue peregrinazioni fondando numerosi eremi, l'ultimo dei quali fu, nel 1012, il monastero di Ca-maldoli. Morì in Vai di Castro nel 1027 e fu canonizzato nel 1595.

Brano Evangelico: Mt 5,38­42

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per den-te; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti per­cuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.

Contemplo:

Non opporti al malvagio Non restituire il male a chi do-vesse fartene. Non opporti a che vedi in preda all’ira o a sentimenti di astio e di ranco-re nei tuoi confronti. Ricordati dell’esempio di Gesù che ti ha insegnato ad amare anche i tuoi nemici. Anche tu talvolta

hai trattato male qualcuno o non ti sei comportato con la dovuta delicatezza. Hai chie-sto perdono al Signore, ed egli te lo ha concesso: così devi fare anche tu nei confronti del tuo prossimo.

L’amicizia scorre in due direzioni.

Devi dare, oltre che ricevere.

Agisci

L’atteggiamento di Acab è segno di gran­de immaturità. Forse specchiandomi in es­so, ritrovo me stesso: quante volte, dramma­tizzo un po’ troppo le situazioni, sì da per­derne la pace e il tutto si riflette sui miei rap­porti interpersonali. Non sono forse chia­mato a fare un salto nella fede?

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Meditiamo la Parola

Buttarsi alle spalle di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Nel vangelo proclamato oggi, Gesù presenta le esigenze dell'amore

cristiano. Esso va oltre la "legge del taglione" e supera anche i det-

tami della legislazione mosaica. Il discepolo di Cristo non si oppone

al malvagio, anzi cerca d'accontentarlo oltre le sue stesse ingiuste

aspettative. Così si realizza l'invito che Gesù propone nel seguito del

discorso della montagna: dobbiamo avere verso i nostri nemici un

atteggiamento gratuito e misericordioso, per imitare il nostro Padre

celeste.

Porgere la guancia sinistra a chi ti percuote quel-

la destra. Una logica apparentemente assurda,

fuori da una qualsiasi prospettiva umana e di co-

mune buon senso. Per comprendere questo inse-

gnamento dobbiamo avere la capacità di andare

oltre il mero significato delle parole, oltre la su-

perficie di un concetto che ci appare irraziona-

le, per coglierne, nei fondali vasti e sconfinati

della sapienza divina, tutte le ricchezze di una

scelta di vita. Porgere l’altra guancia, cioè but-

tarsi alle spalle il male subito, non permettere

che i ruvidi segni di uno schiaffo continuino ad

abbruttire il nostro volto; lasciare sul ciglio della

strada il mantello soffocante della vendetta, la

tunica adombrata dal risentimento, dall’odio,

dal dilaniante rancore. Porgere l’altra guancia,

cioè buttarsi alle spalle il peggio di noi stessi,

l’odore malsano della cattiveria; lasciare le cuci-

ture di un abito che ti stringe, soffoca, umilia.

Porgere l’altra guancia, cioè rivestirsi con il len-

zuolo che profuma di bucato, cingersi con i fiori

del prato, cogliere dall’albero un diadema di ci-

liegie. Lascia ai figli di questo mondo il veleno

della rivalsa, porgi l’altra guancia, rivestiti con il

meglio che Dio ha posto nel tuo cuore.

Don Luciano

Meditazione del giorno

Non andare per la loro strada A cura di don Luciano V.M.

Se ti dicono: « Vieni con noi, complot-tiamo per spargere sangue… troveremo ogni specie di beni preziosi, riempiremo di bottino le nostre case; tu getterai la sorte insieme con noi, una sola borsa avre-mo in comune », figlio mio, non andare per la loro strada, tieni lontano il piede dai loro sentieri.

Pro 1,11.13-15

Si perde nella notte dei tempi il giorno in cui

serpeggiò nel cuore umano quella tentazione

ghiotta di possedere senza faticare, appro-

priarsi di beni altrui senza rispetto e pietà,

anzi procurando del male. Le ricchezze facili

hanno sempre esercitato un certo fascino

forse per quel vuoto di valori che si cerca di

colmare, come si può. Anche san Paolo si

affretta a mettere in guardia il giovane Ti-

moteo ricalcando il saggio consiglio del pa-

dre: « Coloro che vogliono arricchire, cado-

no nella tentazione, nel laccio e in molte

bramosie insensate e funeste che fanno affo-

gare gli uomini in rovina e perdizione. L'at-

taccamento al denaro infatti è la radice di

tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcu-

ni hanno deviato dalla fede e si sono da se

stessi tormentati con molti dolori. Ma tu,

uomo di Dio, fuggi queste cose » (1 Tm 6,9-11).

Preghiera

Signore, tu sai quanto mi attraggono le co-

modità, le ricchezze facili, il successo senza

sforzo. Da solo, sono certo di non riuscire a

resistere alle mille luci artificiali che si accen-

dono sul mio cammino. Ma tu aiutami, tieni

lontani i miei passi dai sentieri di ingiustizia

e di malvagità.

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Martedì 20

Giugno Lodi

III Settimana del Salterio

XI Tempo Ordinario

Metti passione, zelo ed entusiasmo

in tutto quello che fai.

Brano Evangelico: Mt 5,43­48

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che co­sa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Agisci

Quanta compunzione nel cuore di Davide! Compunzione che do­vrei avere ogni volta che mi accosto al sa­cramento della Ricon­ciliazione. Ma sono consapevole del suo significato, della sua importanza o mi con­fesso solo per adem­piere ad un obbligo?

Contemplo:

Cristo si è fatto povero O Padre, che ci chiami ad a-marti e a servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana. Tu che ci hai dato il Cristo tuo Figlio co-

me maestro, fa’ che lo seguia-mo nella via della povertà in spirito, perché, alzando al cie-lo mani libere e pure, ti ren-diamo gloria con tutta la no-stra vita.

Il Santo del giorno:

S. Giovanni da Matera Nacque nel 1070 a Matera da una fami-glia di nobili. Da giovane si trasferì a Taranto dove chiese ospitalità e lavoro ai monaci basiliani dell'Isola di San Pie-tro. Ispirato da una visione si recò in Calabria e poi in Si-cilia continuando a condurre un'esisten-za nel segno della penitenza e della

rinuncia. Ritornato in Puglia, a Ginosa, si fece conoscere come predicatore nella zona e attiran-do l'ammirazione di molti. Imprigionato a causa di false ca-lunnie fu liberato miracolosamente. Allontanatosi dalla terra natia, vi fece ritorno in seguito a una visione. Dopo un incontro con l'e-remita san Gugliel-mo da Vercelli deci-se di andare in Pale-

stina. Tuttavia pas-sando per Bari com-prese che la sua missione doveva svolgersi in quella città. Dopo un peri-odo di predicazione si fermò vicino a Pulsano, dove fondò una comunità che in sei mesi vide l'ade-sione di 50 monaci. La Congregazione monastica fu detta degli «Scalzi». Morì nel monastero di Foggia nel 1139.

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 8

Meditiamo la Parola

Ecco dov'è la differenza.

A cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Il brano ascoltato oggi è l'apice del discorso della monta-

gna; in esso ci vengono date le motivazioni, l'esempio cui

rifarci e la meta da perseguire, se vogliamo vivere secondo

le Beatitudini. Il modello cui adeguare il nostro comporta-

mento è Dio stesso che, come Padre di tutti, non discrimi-

na i figli tra buoni e cat­tivi. Dobbiamo, allora, compor-

tarci come i pagani? No. Siamo chiamati, invece, ad imi-

tare la gratuità del Padre, così da poter amare tutti, an-

che i nemici, qualora ne avessimo.

Ecco svelato oggi il segreto di queste richieste

apparentemente troppo esigenti di Gesù: il no-

stro criterio di paragone. Quando ci sembra di

aver fatto il nostro dovere nella carità e nella giu­

stizia, in realtà non abbiamo fatto né meglio né

più di coloro che fanno le stesse cose per altri

motivi. Se ad esempio il Signore ci chiede di es-

sere sobri e poveri, cosa facciamo di più di colo-

ro che in realtà la povertà devono subirla per

una serie di situazioni indipendenti dalla loro vo-

lontà? Eppure, ecco dov'è la differenza: noi dob-

biamo sempre paragonarci al nostro Padre cele-

ste, che è perfetto e che richiede da noi la stessa

perfezione. Solo così possiamo veramente ri-

spondere a quella vocazione alla santità a cui Di-

o ci ha chiamati con il suo amore.

Meditazione del giorno

Dio conosce tutto A cura di don Luciano V.M.

"Poiché la parola non è an­

cora sulla mia lingua, che

tu, Signore, già la conosci

appieno." (Salmo 139,4)

Sarà sicuramente capitato a tutti di non riu-

scire ad esprimere chiaramente attraverso le

parole ciò che c'era nel cuore. Questo ha

sicuramente causato fraintendimenti, incom-

prensioni e difficoltà. Non sempre riuscia-

mo ad esprimere agli altri ciò che abbiamo

nel cuore. A volte capita di non essere com-

presi, oppure il nostro interlocutore voluta-

mente fraintende ciò che gli diciamo. Que-

sto causa sempre delusione. Dio è l'unico

che conosce perfettamente ciò che abbiamo

nel cuore e quali pensieri affollano la nostra

mente. Di conseguenza se desideriamo esse-

re veramente compresi, dobbiamo rivolgerci

soltanto al Signore e pregarLo con tutto il

cuore. Le invocazioni rivolte a Dio sono

sempre ascoltate con attenzione e se fatte

secondo la Sua volontà ci fanno realizzare e

sperimentare opere straordinarie. Caro letto-

re di Non di Solo Pane, se sei stato deluso

dagli uomini e non sei stato compreso, rivol-

giti a Dio ed Egli ascolterà la tua preghiera,

prima ancora che la parola esca dalla tua

bocca Egli preparerà la risposta.

Preghiera

Gesù, ascoltando la tua parola mi sono sentito peggiore dei pubblicani e dei paga­ni perché io amo solo chi mi fa del bene, e conservo nel cuore odio e rancori. Tu, con l'azio­ne del tuo Santo Spirito, sei riuscito a portare a pentimento il re Davide, e per­sino Acab. Converti anche me, Signore. Amen.

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 9

XI Tempo Ordinario

Hai un amico che non ti lascerà mai, un padre

che ti attende sempre a braccia aperte. Anche se non puoi vedere Dio, Lui c’è.

Brano Evangelico: Mt 6,1­6.16­18 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemo­sina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando in­vece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simi­li agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e ne­gli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocri­ti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiu­nano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel se­greto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Contemplo:

Non siate tristi Nelle nostre azioni non dovrem-mo badare tanto a farci vedere dagli altri, quanto a essere veri di fronte a Dio. Assumere un’aria

triste o lieta solo per essere giu-dicati benevolmente da chi ci sta vicino è contrario a un vero spiri-to cristiano, che bada alla so-stanza dei fatti e non alle ma-schere che ci si può mettere di volta in volta.

Mercoledì 21

Giugno Lodi

III Settimana del Salterio

Agisci La discrezione, il na­scondimento sono anch’essi sfumature dell’amore che si dà senza essere ricambia­to. Oggi, mi prodighe­rò verso qualcuno sen­za che venga a sapere del mio atto e se ver­rò ringraziato, allora eleverò il mio ringra­ziamento a Dio datore di ogni bene.

Il Santo del giorno: S. Luigi Gonzaga Nacque il 19 marzo 1568. Fin dall'infan-zia il padre lo educò alle armi, ma a 10 anni Luigi aveva de-ciso che la sua stra-da era un'altra: quel-la che attraverso l'u-miltà, il voto di casti-tà e una vita dedica-ta al prossimo l'a-

vrebbe condotto a Dio. A 12 anni rice-vette la prima comu-nione da san Carlo Borromeo, venuto in visita a Brescia. Deci-se poi di entrare nel-la compagnia di Ge-sù; libero ormai di seguire Cristo, rinun-ciò al titolo e all'ere-dità ed entrò nel Col-legio romano dei ge-

suiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi so-prattutto durante l'epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. In quell'occa-sione, trasportando sulle spalle un mori-bondo, rimase conta-giato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni.

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Meditiamo la Parola

Non disperdere il bene che fai di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Il brano evangelico proclamato oggi nella Messa è così

impor­tante che con esso — il Mercoledì delle ceneri —

la Chiesa apre il cammino quaresimale e ne illumina

l'itinerario. Gesù parla delle tre grandi opere della pietà

ebraica: l'elemosina che ci rappor­ta con il prossimo, so-

prattutto quello bisognoso; la preghiera che è l'esplicita-

zione della nostra relazione con Dio; il digiuno che verifi-

ca il modo con cui discipliniamo la nostra condotta. Que-

ste opere, per essere accettate al Padre, devono essere fatte

senza alcun'ostentazione.

L’invito che Gesù ci rivolge è di vitale importanza

per la nostra vita spirituale e per la crescita di un tes-

suto esistenziale genuino, autentico, non velato dalla

sottile patina dell’ipocrisia. Vivi ciò che fai nel miste-

ro di Dio, deposita il poco bene che riesci a racco-

gliere nel granaio del tuo cuore, nel segreto della tua

dimora interiore. Il bene, quando è esposto alla luce

dei riflettori artificiali dell’umana compiacenza di-

venta paglia, pula che il vento dell’orgoglio vanifica,

disperde. Il bene diventa fieno profumato, dove si

fondono gli odori della lavanda e delle margherite,

della melissa e della camomilla, dei fiori cresciuti su-

gli alpeggi della misericordia, solo se è baciato dal

sole dell’amore divino. Non disperdere il bene che

fai: custodiscilo nel segreto del tuo cuore.

(don Luciano)

Meditazione del giorno

Un cuore calmo A cura di don Luciano V.M.

"Un cuore calmo è la vita del cor-

po ?" (Proverbi 14:30)

Le difficoltà della vita, i problemi famigliari,

una precaria condizione di salute e tante al-

tre situazioni difficili che si vengono a creare

per tutti sono fonte di dolore e sofferenza.

Come può il cuore essere calmo? È possibile

realizzare una profonda serenità che pervada

l'anima? La risposta a queste domande è

scontata: l'uomo non può avere il cuore ve-

ramente calmo. Invece è possibile realizzare

una profonda pace nel cuore. Chi ottiene il

perdono dei propri peccati, si riconcilia a

Dio, diviene una nuova creatura e ottiene la

vita eterna in Cristo Gesù il Signore, speri-

menta una profonda pace dell'anima e il

cuore trova la vera serenità. Se tu che leggi

queste parole ti trovi in un grosso problema

e nel tuo cuore c'è inquietudine, affida la tua

vita al Signore, rimetti ogni cosa nelle Sue

mani ed Egli opererà per te e nel tuo cuore

scenderà una profonda pace che sarà "vita

per il corpo".

Preghiera scritta da don Luciano

O Signore, Tu mi conosci: sai che le mie dita hanno toccato il fango del compromesso, dove le cose del cielo sono inquinate dalla sottile polvere del deser-to; sai che il mio cuore è diviso tra il tuo amore e i tanti amori che sanno di terra; Signore, non guar-dare se le mie mani sono sporche, tu che sei dispo-sto a lavarmi anche i piedi. La mia fede è incerta, il mio passo vacillante, ma sono certo che nel tuo cuore c’è un posto anche per le mie mani sporche.

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Giovedì 22

Giugno Lodi

III Settimana del Salterio

XI Tempo Ordinario

Non farti riempire la mente dalle preoccupazioni.

Rimane meno spazio per le cose buone.

Il Santo del giorno: S.Paolino di Nola

Nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funziona-rio imperiale e, fa-vorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne governatore della Campania. Incontrò il vescovo Ambrogio di Milano e il giova-ne Agostino di Ippo-

na, dai quali fu avvi-ato alla fede cristia-na. Ricevuto il bat-tesimo verso i venti-cinque anni, duran-te un viaggio in Spagna conobbe e sposò Therasia. Do-po la morte prema-tura dell'unico figlio-letto, entrambi si dedicarono intera-mente all'ascesi cri-stiana. Così, di co-

mune accordo distri-buirono le ingenti ricchezze ai poveri, e si ritirarono nella Catalogna, dove venne ordinato pre-te. A Nola, poi, die-de inizio alla costru-zione di un santua-rio; nel 409 fu eletto vescovo e morì nel 431.

Brano Evangelico: Mt 6,7­15

Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credo­no di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno an­cor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti co­me noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tenta­zione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uo­mini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Contemplo:

Rimetti a noi i nostri debiti Sei solito pregare Dio che ti perdoni, perciò devi anche tu perdonare. Se non perdoni il tuo fratello, come oserai chie-dere a Dio il perdono per le tue colpe? Il perdono è un tentati-

vo di compiere un gesto che Dio compie continuamente nei tuoi confronti. Sentiti bisogno-so della misericordia di Dio e userai misericordia verso i fra-telli.

Agisci Si, il Signore è un fuo­c o d ivor a nt e e “nessuno può sottrarsi al suo calore”. Egli purifica,pota, leviga. Ma questo ad una sola condizione: che io lo voglia. Gli offrirò con

gioia e disponibilità la mia volontà!

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12

Meditiamo la Parola

Semplicità e confidenza A cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Perché evitassimo il comportamento dei pagani, i quali

accumulavano parole con la presunzione di conquistarsi i

favori delle loro divinità, Gesù ci dona la preghiera dei

figli. Lo stesso numero delle richieste (sette) mostra come

per Matteo questa sia la preghiera perfetta; quella che

sostituisce, per la Chiesa, lo Shemà degli Ebrei. L'inseri-

mento del "Padre nostro" nel discorso della montagna

indica il rapporto stretto che quest'orazione deve avere con

la vita. Non a caso, Gesù, alla fine, ci rimanda alla do-

manda che ci impegna al perdono reciproco, necessario per

ottenere la misericordia del Padre.

Ogni uomo comprende nell'intimo del suo cuore

l'importanza della preghiera, e a vario modo e

titolo, tutti preghiamo. Ma c'è modo e modo di

pregare: Gesù insegna ai suoi discepoli una ma-

niera di pregare che sicuramente trova il favo­re

di Dio. A Lui piace la semplicità e la confi­denza

dei figli, più che una serie di parole forbi­te ma

che sono lunghe, noiose e vuote. L'essenziale di

ciò che un cristiano deve chiedere a Dio, dun-

que, è contenuto nella preghiera del Padre no-

stro. In esso noi chiediamo, tra le altre cose, che

sia fatta la volontà di Dio sopra tutto. In que­sto

modo noi gli lasciamo campo libero, ed Egli può

disporre della nostra vita e dei nostri desideri per

la sua maggior gloria: la nostra fiducia è per Lui

fonte di gioia.

Meditazione del giorno

La forza spirituale A cura di don Luciano V.M.

Non affannarti per arricchi-

re, rinunzia a un simile

pensiero; appena vi fai vola-

re gli occhi sopra, essa già non è più: perché mette ali

come aquila e vola verso il cielo.

Pro 23,4-5

I sapienti di tutti i tempi e di tutti i Paesi

hanno sempre messo in guardia sull'inconsi-

stenza e la fugacità delle ricchezze.

E inutile affannarsi perché la ricchezza è

spesso un colpo di fortuna e come tale può

abbandonarti da un momento all'altro. An-

che Gesù ci dice: «Non affannatevi di quello

che mangerete o berrete; e neanche per il

vostro corpo, di quello che indosserete; la

vita forse non vale più del cibo e il corpo

più del vestito?» (Mt 6,25).

Suggestiva l'immagine dell'aquila, di questo

grande uccello rapace che, appena vede la

preda, piomba su di essa per poi volare ver-

so il cielo infinito. Così, come il volo dell'a-

quila, sono le ricchezze.

Ma perché l'uomo non riesce o non vuole

apprendere questo insegnamento?

Preghiera

Cosa mangiare, cosa indossare, come vestir-

mi, sono i miei pensieri più assillanti, Signo-

re. Aiutami a ricercare tesori capaci di resi-

stere all'inesorabilità del tempo: alle tignole e

ai ladri che potrebbero disperderli.

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 13

Venerdì 23

Giugno

Lodi Proprie

XI Tempo Ordinario

È più facile chiedere scusa

che vivere con un senso di colpa.

Brano Evangelico: Mt 11,25­30

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sa­pienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivela­re. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Contemplo:

Tu sei un popolo consacrato La nostra consacrazione batte-simale non si basa su nostri meriti particolari, ma solo sul-la grazia di Dio, che ci ha ama-

to, ci ha riscattato dalla schia-vitù del peccato e ci ha donato il suo Figlio, Gesù. Nel suo cuo-re pieno di amore e di miseri-cordia appare la dimensione perfetta della benevolenza di Dio per noi uomini, sue creatu-re amate.

Agisci Può darsi che anche io come Geremia ponga delle condizioni al Si­g n o r e d i n a n z i all’annuncio della sua Parola. Forse mi ver­gogno di Dio? Non posso indugiare e mi p r o d i g h e r ò nell’annuncia re la Buona Novella del Vangelo se ne avrò l’occasione.

Il Santo del giorno:

Sacratissimo Cuore di Gesù La preoccupazione del Signore per la pecorella smarrita è ricordata nella liturgia del Sacro Cuore di Gesù. Il buon pastore ha tutto il cuore rivol-to alle sue pecore, non a se stesso. Provvede ai loro bisogni, guarisce le loro ferite, le protegge dagli ani-mali selvaggi. Co-

nosce ogni pecora per nome e, quan-do le porta al pa-scolo, le chiama una per una. Si preoccupa in mo-do particolare del-la pecora che si è smarrita, non ri-sparmiandosi pena alcuna pur di ave-re la gioia di ritro-varla. Una pecorel-la smarrita è asso-lutamente indife-sa, può cadere in un fossato o rima-nere prigioniera

fra i rovi. Proprio allora, però, nel pericolo, essa sco-pre quanto sia prezioso il suo pa-store: dopo il ritro-vamento, egli la riporta all’ovile sul-le sue spalle con gioia. Se un lupo si avvicina, il buon pastore non fugge, ma, per la sua pe-corella, rischierà anche la vita. In questi frangenti si rivela il cuore del buon pastore.

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14

Meditiamo la Parola

Il santo e semplice vivere A cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

La vita è un gran bel dono e non c'è età che t' im­

pedisca di coglierne il senso e fruttificare il bene

nei tuoi giorni. Però è pur vero che tutti viviamo

momenti di stanchezza e ci sentiamo appesantiti,

come oppressi da vicende inattese e dolorose. Il

Signore Gesù non solo l'ha capito e sperimentato,

ma ci consegna, nel suo Vangelo, una parola con­

solante, direi terapeutica, al riguardo. Lo stesso

insegnamento del Signore, quando ti impone di

prendere posizione contro l'egoismo con le sue vo­

glie disordinate, è un giogo. Così com'è un peso

quando ti grava le spalle d' impegni esigenti in or­

dine a Dio, a te, al prossimo. Ma Gesù è qui a ras­

sicurarci senza per altro illuderci. Sì, quel che il

Suo Vangelo ti chiede, talvolta è un giogo ma che

diviene addirittura dolce. Talvolta è un peso ma

leggero. Il segreto di questa dolce leggerezza che ti

pervade la vita? Eccolo. Sta nell'imparare da Gesù

(chiedendo in preghiera e con assiduo sereno eser­

cizio) il sano e limpido semplice vivere a cuore

spalancato e umile (mai presuntuoso) mite (mai

aggressivo tanto meno malevolo). Signore, fammi

capire che anche questa "goccia di Vangelo" che è

la Parola di oggi, mi aiuta a ripulire la mia vita da

quel che opprime e provoca ansia. Che io cammini

con Te, contagiata dalla Tua umiltà e mitezza. Ciò

mi basta.

Meditazione del giorno

Senza mormorare A cura di don Luciano V.M.

"Fate ogni cosa senza mormorii e

senza dispute." (Filippesi 2:14)

L'uomo, per sua natura, è spesso portato

dall'invidia a criticare il mondo che lo cir-

conda e a iniziare mormorii che portano a

delle dispute per imporsi sugli altri. Ricordo

chiaramente una frase di un sermone: "Le

azioni dell'uomo dovrebbero parlare più del-

le paro-le".Troppo spesso le nostre parole

hanno l?unico intento di far capi.re agli altri

che siamo i migliori, che abbiamo ragione,

ma poi le nostre azioni ci sconfessano mo-

strando limiti e imperfezioni. Che il Signore

ci aiuti a dimostrare con i fatti la nostra fede,

a mettere in pratica le buone opere che Dio

ha preparato per noi affinché le pratichiamo

e possiamo essere degni di chiamarci figliuo-

li di Dio. Egli ci dà la possibilità di elevare il

nostro animo, ma ci dà anche le forze per

sopportare tutto quello che ci sta intorno, e

che a volte, ci fa perdere il controllo. L'invi-

to è di considerare quello che ci viene pro-

posto con amore e con umiltà evitando il

malcontento che potrebbe crearsi in noi.

Facciamo ogni cosa alla gloria di Dio, Egli

vede ogni cosa e ha già pronta per noi la

giusta ricompensa.

Preghiera

Gesù, solo tu puoi colmare la distanza abis-

sale che c'è tra il tuo amore e la mia debole

risposta. Perché questo avvenga, aiutami a

vivere ciò che mi doni nell'Eucaristia: non

soltanto a fare la comunione, ma ad essere in

comunione con te e con il prossimo, sem-

pre. Amen.

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Non di solo pane ­ Numero 808 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 15

Sabato 24

Giugno

Lodi Proprie

XI Tempo Ordinario

Una parola di incoraggiamento è rinfrescante come una bibita fresca

in un caldo giorno d’estate.

Contemplo : Andrai innanzi al Signore

«E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore». Gio-vanni Battista, il più grande tra i nati di donna, la lucerna che conduce alla Luce, la voce che

precede la Parola, l’amico dello Sposo, è il modello di ogni cri-stiano. Ogni credente deve esse-re ambasciatore e profeta del Signore, andare innanzi a lui per ricordare agli uomini che il Sal-vatore attesa da tutti è venuto nel mondo.

Brano Evangelico: Lc 1,57­66.80 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giu­dea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dice­vano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il fanciullo cre­sceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Agisci Maria è il modello di ogni famiglia cristia-na. La pregherò par-ticolarmente per le famiglie in difficoltà per quelle già divise. Farò celebrare una santa Messa per es-se.

Il santo del giorno:

Natività di San Giovanni Battista Figlio di Elisabetta e Zaccaria, entrambi già in età avanzata, Giovanni nacque cir-ca sei mesi prima di Gesù. Anche questa nascita era stata an-nunciata dall'arcan-gelo Gabriele a Zac-caria che, rimasto

incredulo, aveva per-so l'uso della parola. Otto giorni dopo la nascita, dovendo es-sere circonciso, al bambino occorreva un nome e Zaccaria riuscì a scrivere "Giovanni", secondo quanto aveva indica-to l'angelo; la sua lingua si sciolse nell'inno del Benedic-

tus. Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita se-condo la carne. La data della festa, tre mesi dopo l'annun-ciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Lu-ca.

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333/3390059 don Luciano

Anno XIX - n. 808

Domenica 18 giugno 2017

Chiuso il 08/06/2017

Numero copie 1350

Stampato in proprio

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

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