Noi e Voi n.27 - bancasanbiagio.it · Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia....

20
27 Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 8 · N. 27 · Dicembre 2002 ATTIVITÀ PRODUTTIVE: LAFERT LA BANCA S. BIAGIO IN FRIULI CONOSCIAMOCI MEGLIO: SAN DONÀ DI PIAVE DIALETTI : VENETO E FRIULANO LA BANCA PER LARTE E LA CULTURA Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia. ANTICIPAZIONI : BILANCIO 2002

Transcript of Noi e Voi n.27 - bancasanbiagio.it · Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia....

27

Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 8 · N. 27 · Dicembre 2002

ATTIVITÀ PRODUTTIVE:LAFERT

LA BANCA S. BIAGIOIN FRIULI

CONOSCIAMOCI MEGLIO:SAN DONÀ DI PIAVE

DIALETTI:VENETO E FRIULANO

LA BANCA PER L’ARTEE LA CULTURASp

ediz

ione

in a

bbon

amen

to p

osta

le, 7

0%, fi

liale

di V

enez

ia.

ANTICIPAZIONI:BILANCIO 2002

Ceggia

Gruaro

Motta di Livenza

Cesarolo

Latisana

Pertegada

Anno 8 · N. 27 · Dicembre 2002

In copertina: presepe Chiesa cappuccini di PortogruaroFoto: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna.

N.B. Le foto interne sono di: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna, Foto Ottica Franceschetto,Foto Piccolo, Archivio Banca S. Biagio del VenetoOrientale.

Bibione

Cessalto

Lugugnana di Portogruaro

Portogruaro

Editrice: Banca S. Biagio del Veneto OrientaleViale Venezia, 1Fossalta di Portogruaro/VeTelefono 0421/249811Telefax 0421/789804

Reg. Trib. di Ve n. 1206 del 22.11.1995

Direttore generale:Vittorio Canciani Battain

Grafica ed impaginazione: Janna/Pn

Stampa: Tipolito GerominFossalta di Portogruaro/Ve

Direttore responsabile:Luciano Sandron

Comitato di redazione:Franco Anastasia · Nello GobbatoBruno Mares · Franco RomaninSegreteria di redazione:Marina Presotto · Tel. 0421/249811e-mail: [email protected]

Distribuzione gratuita

SO

MM

AR

IO

Caorle

San Donà di Piave Teglio Veneto

Sede: Fossalta di Portogruaro

Bibione

LignanoSabbiadoro

Ronchis

Fossalta di Portogruaro

S. Michele al Tagliamento

Caorle*

Portogruaro

Gruaro

Sestoal Reghena

CintoCaomaggiorePramaggiore

Meduna di Livenza

Motta di Livenza

Annone Veneto

S. Stinodi LivenzaCessalto

Chiarano

CeggiaTorre

di Mosto

Eraclea

Jesolo

*

*

ConcordiaSagittaria

Cesarolo

Lugugnana di Portogruaro

Salgareda

Gorgo al Monticano

S. Donàdi Piave

Musile di Piave

Fossalta di Piave

Morsano al Tagliamento

Cordovado

Varmo

Teglio Veneto

Noventa di Piave

Latisana

Pertegada

Precenicco

Palazzolo dello Stella

Marano Lagunare

Auguri 3

Anticipazioni sul bilancio 2002 4

Bibione, Caorle, Lignano. 6Che stagione è stata?di Franco Romanin

Attività produttive. 8Lafert: il successo dell’impegnodi Luciano Sandron

La Banca S. Biagio del Veneto 10Orientale in Friulidi Ellesse

Conosciamoci meglio. 12San Donà di Piavedi Franco Romanin

Il dialetto veneto e il friulano 14non temono rivali a nord-estdi Franco Romanin

La Banca per l’arte 16e la culturadi Luciano Sandron e Nello Gobbato

In breve: 17fatti ed avvenimentidi Ellesse

Premi allo studio 19

3

Gli auguri del Presidente...Sta per concludersi un anno particolarmente impe-gnativo per la nostra Banca. I primi mesi dell’annohanno visto tutta la struttura impegnata nella com-plessa operazione di sostituzione della lira con l’eu-ro. Con l’apertura nel mese di giugno della nuova fi-liale di San Donà di Piave e l’incorporazione, pureoperativa da giugno, della Bcc Sud Friuli (con i duesportelli di Latisana e Pertegada), gli sportelli dellanostra Banca sono passati da 11 a 14 e la compaginesociale ha superato i 6.000 soci. Alla fine di maggioabbiamo avuto la periodica ispezione della Bancad’Italia, conclusasi a fine luglio con un giudizio com-plessivamente positivo.

L’espansione dell’articolazione territoriale hacomportato una rivisitazione del nostro assetto orga-nizzativo, con il rafforzamento in particolare del si-stema di controllo dei rischi.

Nonostante il perdurare del momento congiun-turale negativo della nostra economia e conseguente-mente del mercato borsistico, i dati preconsuntivi so-no in linea con il budget ed il risultato economicopur con l’aumento dei costi rinvenienti dalla fusione,sarà sicuramente superiore a quello del 2001, grazieall’aumento dei volumi intermediati.

L’attenzione del Consiglio di Amministrazione siè concentrata soprattutto sul fronte delle risorse uma-ne; professionalità, impegno, condivisione degliobiettivi, capacità di fare squadra saranno sempre dipiù fattore decisivo di successo. Al processo irreversi-bile di globalizzazione cui anche la nostra banca nonpuò sfuggire, dovremo accompagnare una visione lo-cale della clientela ed in particolare dei soci.

Consapevole di amministrare una banca a re-sponsabilità sociale, quale è la nostra banca di credi-to cooperativo, il Consiglio di Amministrazione sta la-vorando con il massimo impegno per individuare lestrategie che consentano di creare «le radici del futu-ro», un futuro che permetta alla Banca S. Biagio di

continuare ad operare per la crescita economica esociale di un territorio sempre più vasto.

Un saluto di benvenuto agli oltre 600 soci dellaex Banca di Credito Cooperativo Sud Friuli, ai qualichiediamo fiducia nella Banca S. Biagio e per il cuiterritorio avremo un occhio di riguardo.

Un doveroso ringraziamento alla direzione, alCollegio Sindacale ed ai dipendenti tutti per l’impe-gno profuso con spirito di collaborazione, correttez-za e professionalità nello svolgimento dei loro compiti. Con l’augurio che il 2003 segni la fine di unperiodo caratterizzato da un clima di incertezza e sfi-ducia e l’inizio di una ripresa stabile e duratura, anome del Consiglio di Amministrazione porgo i mi-gliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo al-la Direzione, al Collegio Sindacale, a tutti i dipen-denti e collaboratori, ai vecchi e nuovi soci, ai clientied alle loro famiglie.

Franco Anastasia

...e quelli della redazioneDesideriamo aggiungere a quelli del Presidente, an-che i nostri auguri per questo anno che si concludee che ci ha visti ancora una volta entrare nelle Vostrecase attraverso questo organo di stampa. È stato unanno quello appena trascorso, che ha visto la grandefamiglia della «S. Biagio» allargarsi ancora una volta,segno evidente di vitalità, nonostante i centosei annidi vita dell’Istituto. Abbiamo quindi nuovi amici dasalutare ed a cui rivolgere un particolare augurio dibenvenuto. Agli amici friulani, ed a quelli veneti san-donatesi quindi un particolare Buon Natale e splen-dido Anno Nuovo da parte di tutta la redazione di«Noi e Voi» con un «ideale» abbraccio di… ben arriva-ti. A tutti i nostri lettori ed alle loro famiglie, auguridi prosperità, benessere e salute, in un mondo chespetta anche a tutti noi cercare di mantenere, e so-prattutto di rendere, sempre migliore e vivibile, perquelli che ci sono e per quelli che verranno!

Luciano Sandron

4

Anticipazionisul bilancio 2002

Non sarà un anno buono per il si-stema bancario italiano quelloche sta per concludersi: il risulta-to di gestione è destinato a flette-re del 6,5%, dopo il –2,00% del2001.

Questo risultato è lo specchiodel difficile contesto economicoin cui le banche italiane si sonotrovate ad operare.

In tale quadro diviene ancorapiù apprezzabile il risultato della nostra Banca, che chiuderàil 2002 con un risultato in lineacon il preventivo e migliore diquello del 2001.

L’utile lordo si attesterà infattisui 4 milioni di euro (circa 8 mi-liardi delle vecchie lire) e ciò, no-nostante il notevole incrementoche faranno segnare i costi pereffetto della incorporazione dellaBanca di Credito Cooperativo SudFriuli.

In effetti, come sempre suc-cede nelle operazioni di fusione,nella fase iniziale, a causa dellenecessità di rimodellare sistemi,processi e procedure, alcune spe-se tendono addirittura a raddop-piare, per poi normalizzarsi nellefasi successive.

Anche sul versante dei datipatrimoniali la Banca evidenzieràincrementi importanti, grazie alcontributo delle filiali acquisitecon l’operazione di integrazione – Latisana e Pertegada – e all’av-vio della nuova filiale di San

Donà di Piave, che sta mettendoa segno performances che vannoal di là delle più ottimistiche previsioni.

Ma tutte le nostre 14 filialiesprimono una grande vitalità che si rileva nei seguenti numeri:• la raccolta diretta supererà pro-babilmente i 300 milioni di euro(circa 600 miliardi delle vecchielire) con un +20% sul 2001;• la raccolta complessiva si atte-sterà intorno ai 600 milioni di eu-ro (circa mille miliardi in lire);• gli impieghi con clienti rag-giungeranno i 250 milioni di euro(circa 500 miliardi di lire) con un+26% sul 2001 per un montantecomplessivo di circa 750 milionidi euro (millecinquecento miliardidelle vecchie lire circa).

Per sostenere ed accompa-gnare tale poderosa crescita si èreso necessario incrementare l’or-ganico che a fine esercizio anno-vererà 109 persone.

Buoni risultati per la nostraBanca quindi anche nel 2002, icui mesi finali ci vedono impe-gnati a portare a compimento lafase più delicata dell’operazionedi fusione, quella dell’integrazio-ne operativa, per la cui buonariuscita, oltre che della disponibi-lità e spirito di collaborazione ditutto il perso-nale, è indi-spensabile ilsostegno e laconvinta ade-sione ai nostriobiettivi e progetti di tutti i sociche, per una Banca come la no-stra, rappresentano il punto di ri-ferimento. E, a proposito di soci,oramai siamo in seimila, che spe-riamo di vedere numerosi in as-semblea per ulteriori approfondi-menti e commenti. A presto.

Vittorio Canciani BattainDirettore Generale

Buoni risultati per la nostra Banca quindi anche nel 2002...

Hai il sogno di far crescere la tua famiglia,adottando un bambino o una bambina all’estero?

Noi abbiamo pensato un prodotto su misura per te.Perché diamo credito al tuo sogno.

[ Chiedi informazioni più dettagliate presso le nostre filiali ]

Diamo credito al tuo sogno.

BIBIONE - CAORLE - LIGNANO

Che stagione è stata?

Quella di quest’anno è stata unastagione turistica che nessuno po-trà incorniciare. Il riferimento vaalle tre spiagge dell’Alto Adria-tico: le venete Bibione e Caorle ela friulana Lignano Sabbiadoro.Per tutte e tre c’è stato un caloseppur di non grosse proporzioni,che ha significato una perdita sianegli arrivi che nelle presenze. Idati sono risultati dalle rilevazionieffettuate dall’azienda di promo-zione turistica di Bibione-Caorle,di informazione ed accoglienzaturistica di Lignano Sabbiadoro edella Laguna di Marano.

Nessuna delle tre località bal-neari si è salvata da un andamen-to negativo del mercato turisticoche ha risentito di un’economiaincerta, ed in alcuni casi, di reces-sione in vari Paesi europei; so-prattutto in quelli che portano ilmaggior numero di turisti nellespiagge dell’Alto Adriatico.

Fino al 30 giugno i dati eranoconfortanti e facevano ben spera-re, ma luglio ed anche agosto,periodi solitamente da «tutto esau-rito», hanno evidenziato «buchi» inalberghi e pensioni e parecchicartelli (non proprio a ridossodella spiaggia, ma subito dietro)annunciavano stanze libere.Settembre poi, con cali vistosi, hasottolineato quelle che erano le

preoccupazioni degli operatori tu-ristici già a fine agosto. Signifi-cativo è comunque ciò che emer-ge dai numeri che fanno diBibione (575.639 arrivi) con5.193.340 presenze, seppur in ca-lo di 154.524 unità rispetto alloscorso anno, la prima spiaggiadell’Alto Adriatico e la terzad’Italia.

Bandiera blu e certificazioneeuropea Emas sono stati i puntiqualificanti perBibione, sceltaancora una voltada una presenza

straniera rilevante, dove tedeschied austriaci sono risultati i primifrequentatori.

A Bibione sono arrivati402.708 stranieri per 3.532.970presenze; gli italiani si sono piaz-zati a 172.931 con 1.660.370 pre-senze. Nell’ordine, la Germania siè classificata al primo posto con197.491 arrivi e 1.901.834 presen-ze, l’Austria 86.428 arrivi e 633.873presenze; l’Ungheria, unica con un

dato estremamen-te positivo 23.457arrivi, e 169.945;la Repubblica Ceca,penosamente incalo, 27.151 arri-

vi. E mentre gli alberghi sono ri-masti sostanzialmente sui livellidello scorso anno l’extralberghie-ro (campeggi, villaggi turistici, colonie, case per ferie e alloggiprivati) ha fatto segnare un –4,5% negli arrivi e un –3,5% nel-le presenze.

In una situazione negativaper il turismo balneare, Caorletutto sommato, si è salvata. Lepresenze turistiche nella città la-gunare dal primo gennaio e finoal trenta settembre, hanno regi-strato un moderatissimo aumentoin 7.427 unità su 3.635.207 pre-

6

Quella di quest’anno è statauna stagione turistica che nessuno potrà incorniciare.

7

senze annuali. Al calo degli arrivistranieri sono aumentati gli italia-ni. L’Austria con 105.062 arrivi siè confermata la prima, seguita daitedeschi con 87.157 arrivi e783.387 presenze, dai cechi,22.292 arrivi e 177.206 presenze,dagli svizzeri 12.198 arrivi e 119.228 presenze, dagli olande-si che con 10.124 arrivi e 127.462presenze, sono stati il vero boom turistico di Caorle. A soffrire dipiù in una situazione di stallo peril turismo diCaorle, sonostati gli alber-ghi, mentrel’extralberghie-ro ha segnatoun leggero au-mento graziead un +2,7% se-gnato dai campeggi.

Se Bibione e Caorle piango-no una diminuzione dei turistinella stagione 2002, anche Li-gnano Sabbiadoro non è da me-no. Il movimento turistico ha re-gistrato in quella che è la piùgrossa azienda dell’economia friu-lana, nel territorio di competenzadell’azienda, 513.108 arrivi con3.802.399 presenze. Gli arrivi han-no registrato una diminuzione di20.291 unità, e le presenze unadiminuzione di 169.320. Le pre-senze degli italiani sono state1.770.900, quelle degli stranieri2.031.499.

Il movimento straniero, ri-spetto al corrispondente periododel 2001, ha registrato una dimi-nuzione negli arrivi di 14.317unità, pari al 4,62% ed una dimi-nuzione nelle presenze di 113.263unità pari al 5,28%.

Tra gli stranieri risultano inprima fila gli austriaci, seguiti daitedeschi, dai cechi, dagli unghe-

resi e dai polacchi, anche se il ca-lo è stato generalizzato per tutti,tranne che per gli ungheresi, leg-germente aumentati. Nel movi-mento alberghiero c’è stata dimi-nuzione degli arrivi degli italianicompensata da un piccolo au-mento nelle presenze, e un au-mento degli stranieri negli arrivi enelle presenze. Nel movimentoextralberghiero la diminuzionedegli italiani e degli stranieri, siacome arrivi che come presenze,

ha avuto cali chevanno dal 3,62%al 7,36%. Tuttiquesti dati confer-mano che dopoanni di aumentoturistico, il 2002ha segnato unabattuta d’arresto

del grande flusso vacanziero ver-so le tre spiagge di Bibione,Caorle e Lignano.

Le motivazioni possono esse-re molte: l’euro, le economie ral-lentate in diversi Paesi, la crisieconomica e altro. Saranno glioperatori del settore a trarre ledovute considerazioni.

E intanto le tre località bal-neari continuano a crescere. Glispazi urbani sono saturi. Lo svi-luppo delle cosiddette «secondecase» negli ultimi anni è diventatointenso e sembra inarrestabile.

Le tre località turistiche sigonfiano solo nei giorni dei mesiestivi quando la gente arriva nelleproprie abitazioni e spesso si por-ta dietro… le provviste, per cui siserve poco dei negozi, ristoranti,e quant’altro offre un centro divilleggiatura. Insomma la gentespende meno; il fenomeno si av-verte non solo in un settore se-condario seppur importante comel’abbigliamento, ma in generale. E

questo, unitamente all’andamentonon esaltante della stagione, è uncampanello d’allarme che dovreb-be indurre tutti ad una riflessione.

La gente ha meno soldi e ac-corcia le vacanze. I soggiorni poiper chi non ha una casa propria,sono più brevi e per molti si riducono al week-end, aggravan-do anche i problemi di viabilitàcon una villeggiatura «mordi efuggi».

Da queste considerazioni sipuò anche capire il fenomeno,cercando soluzioni (e non sonoazzardate), pensando a delle si-nergie che possono derivare daspiagge contigue. Nell’era dellaglobalizzazione non è più tempodi concorrenza, bensì di iniziativesinergiche che contemplino anchescambio di turisti tra i centri bal-neari, richiamati da strutture di-verse nelle tre spiagge. E perchéno, anche la collaborazione prati-ca tra le rispettive amministrazio-ni che pur appartenendo a dueprovince (Venezia e Udine) e dueregioni (Veneto e Friuli) diverse,hanno problemi comuni, come lestrategie di mercato, la promozio-ne turistica, ma potrebbero opera-re insieme anche nei servizi, nellaviabilità e nell’organizzazione dimanifestazioni.

Franco Romanin

Nell’era della globalizzazionenon è più tempo di concor-renza, bensì di iniziative sinergiche che contemplanoanche scambio di turisti tra i centri balneari...

8

Attività produttive: LafertIL SUCCESSO DELL’IMPEGNO

Aeg-Lafert Eletric MotorsRegno Unito, Lafert Mo-tores Eléctricos Spagna, La-fert North america Canada,Lafert Eletrics MotorsAustralia. Il tutto si riassu-me in 87,4 milioni di eurofatturati nel 2001 ed in 738 dipen-denti. Il motto della nostra azien-da si compendia nei terminiStabilità e Dinamismo, Flessibilità,Innovazione.

Motori elettrici dunque di altaqualità per mercati di nicchia si-nonimo del marchio Lafert?

Non solamente mercati di nic-chia con i marchi Lafert e Aeg, macon il marchio Icme prodotto nel-lo stabilimento di Fusignano, sem-pre tecnicamente ottimi ma di piùbasso profilo ed ovviamente diprezzo che utilizziamo per proteg-gerci dagli attacchi dei concorrentimeno qualificati.

Quindi motori e...?Motori, e motori, di tutti i

tipi. Noi non siamo mai usciti dalnostro «core business», cioè daquello che sappiamo fare e quin-di siamo molto concentrati sulmotore elettrico. Da una decinad’anni ma più massicciamente dacirca quattro anni produciamo an-che motori particolari per la robo-tica che sono motori elettrici conuna tecnologia diversa e superio-re da quelli tradizionali e sonoprodotti da gennaio negli stabili-menti Lafert automazione diNoventa di Piave. È unsettore che staavendo un note-vole sviluppo edil fatturato diquesta divisionecresce esponen-zialmente ogni an-no. Cliente prin-cipale è la Bosch:

in Italia stiamo acquisendo piano,piano quote di mercato ed anchein Germania dove il mercato inquesto settore è molto sviluppato.

Mercato di nicchia, di specializ-zazione, e la manodopera?

Per la manodopera non ab-biamo quei grossi problemi che sileggono nei giornali, qualche pro-blema per gli specializzati, torni-tori ecc. lo abbiamo anche noi,ma in generale andiamo bene,anche perché noi facciamo fare ainuovi assunti un percorso forma-tivo «on the job» che risolve moltiproblemi.

Parliamo della nuova moneta eu-ropea e delle sue implicanze nel-l’aumento dei prezzi?

No, nell’industria non ha por-tato a nessun aumento di costi,anzi nel nostro settore alcune ma-terie prime sono diminuite perchéseguono tutte altre logiche, ven-gono trattate in dollari nei mercatiinternazionali quindi, nella stessaottica, anche la manodo-

È il classico esempio delle capa-cità imprenditoriali del Nord-Estbasato sul lavoro, sull’impegnointelligente delle risorse, sulla ca-pacità di fare squadra. È il casodella Lafert di San Donà di Piaveuna della maggiori realtà in fattodi motori elettrici conosciuta intutto il globo, o quanto meno ingran parte di esso. Lasciamoall’Amministratore Delegato e di-rettore finanziario della Spa san-donatese Fabrizio Trevisiol anni36, raccontarne la storia.

Lafert, che è la capogruppo, è sta-ta costituita nel 1962 da cinquesoci con pari capitali e poteri, in-fatti come lei vede siamo attornoad un tavolo che noi definiamo ilpentagono, cioè cinque lati, suc-cessivamente i soci sono diventatiquattro, ed attualmente la pro-prietà è in mano a tre famiglie:Trevisiol, Schiavinato e Novello.La nostra produzione si incentrasui motori elettrici per qualsiasi ti-po di applicazione. La società hasubito incentrato la produzionesu un’alta qualità, e sulla possibi-lità anche di produzioni mirateper settori o clienti specifici. Perfar questo ha messo in piedi la fi-liera completa, dalle materie pri-me, alla fusione, allo stampaggio,all’assemblaggio delle varie com-ponenti per arrivare al prodottofinito. Ad un certo punto, alla pri-ma generazione è subentrata laseconda con impulsi ed energienuove che hanno portato l’azien-da ai traguardi di oggi che sono:per il marchio Lafert divisionemotori: Lafert Italia con gli stabili-menti di San Donà, Lafert Slove-nia, la Icme Italia, la AEG Spagna;per la divisione automazione:Lafert Automazioni Italia e LafertElettronica Industriale. DistributoriInternazionali sono: Lafert GmbhGermania, Lafert Moteurs Francia,

L’AmministratoreDelegato durante l’intervista.

Sotto.La sede della Lafert.

9

pera non ha subito aumenti senon quelli fisiologici.

La vostra rete di vendita come èstrutturata?

La nostra è una rete di vendi-ta mista, in Italia attraverso unaquindicina di agenti, molto fedelie molto fidati, ed alcuni distribu-tori. All’estero abbiamo le societàcommerciali del Gruppo in alcunipaesi, in altri attraverso nostriclienti-distributori, abbiamo poianche la vendita diretta in qual-che caso.

Noi comunque siamo in gra-do di sapere almeno all’ottantapercento dove finiscono i nostrimotori e chi sono gli utilizzatori.

Secondo lei, l’economia come staandando?

Il 2000 è stato un anno buo-no per tutti, nel 2001 abbiamo co-minciato a risentire di una certacontrazione nel portafoglio ordiniche si è accentuata nell’ultimo tri-mestre, dopo l’11 settembre. Ma ilcalo è cominciato nella primaveradel 2001, quando l’economia ame-ricana, dopo anni di boom ha ini-ziato un processo di rallentamentoche l’11 settembre poi ha accen-tuato ma che era cominciato benprima come ho detto. Nel 2002, apartire da marzo-aprile, abbiamoavuto una ripresa degli ordini edel mercato al quale non so anco-ra dare una risposta precisa.L’anno quindi sarà ancora unbuon anno, non in termini di fat-turato ma in fatto di redditività,grazie alla politica messa in attoda un paio di anni di puntare nonsull’espansione, ma sulla maggiorefficienza e miglioramento dellelinee di produzione che ci per-metterà di affrontare al meglio laripresa di un mercato che sicura-mente ci dovrà essere.

In apertura ha detto che la pro-prietà è nelle mani di tre famiglie,Lei certamente è un componentedi una di queste, gli altri chi sonoe con che mansioni?

Sì, ci sono io ed altri due fra-telli, la famiglia Novello ha duerappresentanti, due ingegneri, la

famiglia Schiavinato ha un rap-presentante. Sei persone che inrealtà formano sia il Consiglio diAmministrazione che la prima fa-scia dirigenziale dell’azienda.

Un’azienda quindi a «guida» fa-miliare?

Possiamo dire di sì. Per la fa-miglia Trevisiol oltre al sottoscrittoche è Amministratore Delegato edirettore finanziario di Lafert,Cristiano Trevisiol AmministratoreDelegato della Icme e DirettoreCommerciale Italia, Luca Trevisiolche è Amministratore Delegatodell’AEG che vive a Barcellona, e Direttore Commerciale eMarketing Esteri. Per la famigliaNovello, abbiamo Andrea Novelloche è Direttore Tecnico ed Am-ministratore Delegato della LafertAutomazione, Ezio Novello Di-rettore di Produzione di Lafert aSan Donà e presidente di LafertAutomazione a Noventa, ed infineper la famiglia Schiavinato abbia-mo il marito di una delle figlie-Ernesto Striuli che è Presidente diLafert e Direttore della Logistica.Per completare l’organico direttivocomunque le varie presidenze e/oAmministratori Delegati sono sud-divisi tra di noi. Inoltre la struttu-razione è tale da consentire adognuno di eseguire il proprio per-corso senza sovrapposizioni, equesta è una sicurezza di coesio-ne e di collaborazione secondonoi vincente.

Progettazione, sviluppo di prodot-ti, innovazioni, sono direttamentestudiate in azienda o le acquisitefuori?

Le sviluppiamo con nostriTecnici in azienda avvalendocianche della collaborazione di unpaio di Università, ma le idee na-scono qui.

Vorrei concludere con il Vostrorapporto con la Banca S. Biagio.

È un rapporto nuovo di po-che settimane che è nato in se-guito ad una operazione impor-tante e strategica per noi, qualeun finanziamento a medio termi-ne per la costruzione del nuovo

stabilimento in Spagna, modernoe funzionale in sostituzione delprecedente. Abbiamo sentito leBanche tradizionali senza arrivaread un accordo ed abbiamo pensa-to allora di interpellare anche unaBanca nuova come la «S. Biagio»con la quale non avevamo mai la-vorato. Debbo dire che sono ri-masto stupefatto della efficienza edella velocità con cui è stata se-guita e conclusa l’operazione, equesto, ha fatto entrare la «S.Biagio» nel nostro circuito dalla

porta principale, per questo spe-riamo di continuare un rapportoproficuo per entrambi. Mi ha fattomolto piacere il fatto di trovarmidi fronte la Banca attraverso unapersona, per quel rapporto che ticonsente di capire, trovandoti da-vanti all’insegna che lì c’è la per-sona con la quale discuti e risolvii problemi, con quel rapporto direciproca fiducia che è dato dauna concezione diversa di porsiche ho scoperto hanno le Banchedi Credito Cooperativo in genera-le, e la «S. Biagio» in particolare, equesto mi fa piacere oltre che co-me industriale anche come san-donatese.

Luciano Sandron

Sopra.Linee di produzione.

10

La Banca S. Biagio del VenetoOrientale opera in Friuli dal mesedi giugno 2002 dopo l’incorpora-zione della Banca di Credito SudFriuli, nelle dipendenze di Perte-gada e Latisana. Una esperienzanuova per la «S. Biagio», ed ancheper gli uomini che sono stati chia-mati ad operare in quelle sedi edanche per i soci-clienti. Per capirecome sta procedendo il processodi integrazione sentiamo i due re-sponsabili di filiale Walter Ceccoe Sergio Nicolausig.

PERTEGADA

Lei già operava conla «S. Biagio» nelVeneto e quindi cono-sce i metodi di lavorodi una Banca diversadalle altre, che impatto ha avutocon una clientela diversa ancheper collocazione geografica?

Sicuramente l’impatto c’è sta-to, anche perché siamo in unazona, il Friuli, dove una diversitàdi agevolazioni a livello istituzio-nale rispetto al Veneto esiste, an-che l’impatto con un dialetto di-verso, che comunque capiscomolto bene essendo io di madrefriulana.La gente come ha reagito ad uncambiamento che certo non è sta-to solamente di facce nuove maanche di metodica di lavoro?

Inizialmente un po’ freddina,come è logico incontrando perso-ne diverse, ma questo succedeanche nelle altre filiali quando c’èil cambio di interlocutore. Perquanto concerne il modo di ope-rare è evidente che la gente si èaccorta di essere entrata in unarealtà diversa, data anche la strut-tura della «S. Biagio» rispetto aquella precedente, una Banca cheanche commercialmente è in gra-

do di offrire più servizi e più op-portunità e la gente di questo si èaccorta e, piano, piano dimostradi gradire queste opportunità e diricorrere sempre con maggior fi-ducia ai nostri servizi.I rapporti con la clientela di unaBanca sono sovente legati a cono-scenze personali che generano fi-ducia e rispetto oltre che perl’Istituto, anche tra le persone. Ache punto siamo a Pertegada?

Molto bene, siamo, rispetto adove operavo primain una realtà che èpiù paese, e siamoanche l’unica Bancaper cui i rapporti sistanno sviluppandonella maniera giu-sta, ed io sonoconvinto che lo sa-ranno sempre più,

e che la gente si affezionerà sem-pre più al suo Istituto, riponendonello stesso sempre maggiore fi-ducia.Le Bcc sono diverse per loro natu-ra dalle altre Banche, si integra-no nella comunità per pro-muovere la crescita anche sotto ilprofilo socio-culturale oltre che aquello economico, che poi ne è lalogica conseguenza. La realtà diPertegada sotto questo profilo co-me si sta comportando?

Opero da un paio di mesi inquesta località, e mi sono già resoconto che questo è un paese conmolte tradizioni ed associazioni,che si sono rese conto, merito an-che dell’impegno del Consiglio diAmministrazione che su questecose è sempre molto attento, chela Banca è presente, forse anchepiù di prima, ed intende sostene-re con forza le attività del paese.Essere cerniera tra entroterraagricolo artigianale produttivo elocalità a vocazione turistica cosasignifica per la «S. Biagio»?

Significa sapersi proporreadeguatamente alle diverse com-ponenti con servizi e prodottiadeguati, e la «S. Biagio» proprioper la dimensione che ha rag-giunto è in grado di operare almeglio sotto questo aspetto. La li-nea «Sossia» comincia ad entrareanche nelle famiglie e nelle realtàdi Pertegada e questo è un segnoche la gente si sta accorgendoche la nostra Banca offre moltepiù opportunità di prima. Perquanto concerne il comparto turi-stico si sente una certa influenza,considerato che abbiamo ancheuna clientela straniera specie daAprilia Marittima dove stazionanomolte imbarcazioni di proprietàestera, ed anche operatori daLignano; nell’entroterra, non es-sendoci grandi realtà industriali,le famiglie e le piccole attività so-no la maggioranza della nostraclientela.In conclusione si può affermarequindi che la «S. Biagio» sta en-trando nel quotidiano della co-munità di Pertegada con la fidu-cia della gente?

Certamente, la gente ha capi-to la novità e dimostra di saperlaapprezzare, interessandosi dellavita del loro istituto, in questosenso anche gli incontri con i socihanno una grande importanza.

La Banca S. Biagio del Veneto Orientale in Friuli

11

LATISANA

Sergio Nicolausig.Lei proviene dauna realtà ban-caria diversa dal-la «S. Biagio», doveil modo di operareera forse diverso;quali differenze ha riscontrato?

Certamente vi sono delle dif-ferenze, alle volte anche moltosostanziose nel modo di operare,e questa differenza è dovuta aldiverso modo di proporsi, le ban-che a grande dimensione si rivol-gono e operano in un contesto alargo spettro, le Banche di Cre-dito Cooperativo operano di soli-to localmente. Personalmenteaver operato in realtà diverse, miha consentito di portare alla «S.Biagio» quelle esperienze, e que-sto secondo me è positivo. LaBanca di Credito Cooperativo haun suo bacino di utenza che ingran parte è il socio-cliente, cioèla famiglia, l’artigiano, il commer-ciante toccando solo marginal-mente la grande industria.Oltre che da un istituto diverso, sitrova in una zona di operativitàdove la «S. Biagio» è presente daun semestre o giù di lì. Quali lereazioni?

La «S. Biagio» è quida poco, ma le Banchedi Credito Cooperativoin questa zona sono giàben radicate, già qui aLatisana c’è né un’altrada circa un anno ed

Latisana certamente non sfugge a questo contesto; come sta an-dando?

Direi che è soprattutto peruna Banca di Credito Cooperativo,preminente il rapporto fra perso-ne, e credo che questa sia l’arma

un’altra è in procinto di arrivare,poi ci siamo noi da un semestresubentrati alla Sud Friuli che ope-rava da circa una quindicina d’an-ni, quindi credo che la gente sap-pia sicuramente quello che unaBanca può dare. Si può invece di-re che noi forse come «S. Biagio»,importando la mentalità delVeneto cerchiamo di dare unamossa in più, forse riusciamo adare l’idea di una Banca più dina-mica, di una Banca che riesce astare vicino al cliente in manieradiversa a quanto non fosse laBanca di credito cooperativo tra-dizionale del Friuli. La «S. Biagio»,ha delle caratteristiche che la dif-ferenziano dalle altre, per dimen-sioni e per qualità di prodotti giàtestati nel Veneto anche per unaclientela particolare, che ancorpiù attecchiscono qua. Io sonoqui da sei mesi ed ho constatatoche la clientela accetta ben volen-tieri questo discorso, sia come so-cio che in qualche modo diventa«comproprietario» e quindi cointe-ressato al buon andamento dellaBanca.Il rapporto Banca-cliente è nor-malmente un rapporto fiduciarioanche tra le persone. Per leBanche di Credito Cooperativo èsovente di: Banca-Socio-Cliente e

vincente per raggiungere i risulta-ti e questo ci permette di mettereil rapporto sul piano umano cheè quello che a lungo andare, fa siche il cliente si affezioni alla pro-pria Banca. Se la Banca è vicinoal cliente ed oltre al rapporto, of-fre anche delle condizioni favore-voli, e noi siamo in grado di far-lo, sarà un rapporto convenienteper entrambi.Rivolgo anche a Lei la domandafatta al collega di Pertegada.Vicini alla gente e per la gente,questo il Dna delle Banche diCredito Cooperativo e la «S. Biagio»questo Dna lo ha molto sviluppato,la gente questo lo ha percepito?

Certamente, anche se la «S.Biagio» opera in questo territorioda poco tempo, una nostra recentesponsorizzazione per una Mostradi Tina Modotti, ha avuto il plausoanche del primo cittadino per lagente che è riuscita a muovere.In definitiva quindi un buoncammino iniziato bene?

Direi proprio di si. Anche sotto il profilo di nuovi soci?

Sicuramente, una volta fattocapire al cliente cosa significa es-sere soci, l’interessato aderisceben volentieri ed entra con con-vinzione nella compagine sociale.

Ellesse

12

San Donà di Piave, nome legatosoprattutto alla Prima GuerraMondiale, dove l’esercito austro-ungarico si infranse sulle rive delfiume sacro alla Patria. Distruttadurante gli eventi bellici, la cittàsi risollevò in breve tempo, dive-nendo negli anni, quello che sipuò definire uno tra i maggioripoli culturali-economici del Ve-neto Orientale. Al di là degli inse-diamenti industriali e dei serviziche hanno fatto registrare unosviluppo non solo al cuore dellacittà, la suaespansione vaattribuita anchealla grandiosaopera di boni-fica del circon-dario, con unatrasformazioneambientale cheha permesso lavalorizzazione agricola di una va-sta area dall’entroterra al mare.

Gli albori di quella che è og-gi San Donà di Piave risalgonocomunque ad un vasto territoriochiamato in origine «Terra di SanDonato». E si è propensi pensareche il suo nome derivi propriodalla Cappella di San Donato: unaCappella eretta nel 1186, che nel1250, a causa di una piena delPiave, era stata trasferita nella zo-na di Musile, dalla sinistra alla de-stra del fiume, scomparendo suc-cessivamente.

La metamorfosi dell’ambientecreata soprattutto dalle inondazio-ni delle acque del Piave divise invari rigagnoli, alla carenza di fontiscritte e a ritrovamenti archeolo-gici di civiltà abbastanza vicine,non riescono a dare l’esatta data-zione dei primi insediamentiumani. Anche se in quest’area bo-schiva, tra la pianura, la laguna el’Adriatico, la presenza dell’uomoè sicuramente certa. I Romani, al-

la loro venuta(186 a.C.), tro-varono già chiabitava questeterre e consoli-darono il lorodominio facen-dovi passare lafamosa strada

litoranea: la via Annia, dal nomedel suo costruttore, il consoleAnnio Rufo nel 131 a.C., che col-legava Roma ad Aquileia, attra-versando il Piave poco più a suddell’attuale ponte della ferrovia.Un ponte di pietra che attraversa-va il torrente Grassaga, scopertonel 1923 e lasciato poi in abban-dono tanto da scomparire, fa pen-sare al passaggio della strada ro-mana verso Calvecchia, perpiegare poi in direzione di Fossà.Ritrovamenti romani sono venutialla luce anche nel territorio diCittanova con una stele di pietradi M.Tito Salvio, durante uno sca-vo effettuato in quell’area.

Con il crollo dell’ImperoRomano (nel IV-V secolo), anchel’agro sandonatese fu preda delleinvasioni barbariche, tanto che gliabitanti si rifugiarono nelle isoledella vicina laguna, assieme ad al-tre genti dell’Opitergino.

Qui venne fondata Eraclea,popolarmente chiamata Cittanova,

che da sede vescovile si ridussepoi ad un semplice villaggio.Questo portò al ripopolamentodell’area più a nord in un entro-terra più ricco, più salubre e piùadatto alla vita della popolazione

Dopo l’anno mille tutto il ter-ritorio divenuto poi territorio diSan Donà, venne diviso tra ilDogado veneziano con l’inclusio-ne dei villaggi di Cittanova, Chie-sanuova e Passarella ed il Pa-triarcato di Aquileia che ebbel’investitura imperiale acquisendoi centri di Mussetta e Grassaga.Successivamente proprio a Mus-setta i patriarchi di Aquileia in-grandirono il borgo con laCostruzione di un castello.

Distrutta durante gli eventibellici, la città si risollevò in breve tempo, divenendonegli anni, quella che si puòfieramente definire uno tra imaggiori poli culturali-econo-mici del Veneto-Orientale.

Conosciamoci meglioSAN DONÀ DI PIAVE

13

Diviso il territorio di SanDonà tra due diverse potestà, ati-pica fu anche la giurisdizione ec-clesiastica con Chiesanuova ePasserella alle dipendenze dei ve-scovi di Torcello, Cittanova nelladiocesi omonima e Grassaga eMussetta rispettivamente nellediocesi di Ceneda (ora VittorioVeneto) e Treviso. Da rilevare co-munque che, se l’area soggetta alDogado veneziano non ebbe fattidi rilievo per vari secoli, di controla «Villa di Mussetta» è ricca di no-tizie e mutamenti.

Guerre e devastazioni travol-sero il territorio sandonatese neisecoli successivi, soprattuttoMussetta, feudo dei «da Romano»,che vide il saccheggio e la sua di-struzione ad opera dell’imperato-re Sigismondo nel 1411 e de-molito anche il suo castello, conl’alternarsi di vari padroni: da i«da Camino» ai «della Scala», daiduchi d’Austria ai «Da Carrara».

Finirono le lotte e i conflittisolo quando l’intera Marca Trevi-giana fra cui il feudo di Mussettae anche l’area sandonatese, pas-sarono sotto la bandiera dellaRepubblica di Venezia.

Ed è proprio in questo perio-do che sorse e si consolidò nelterritorio un nuovo borgo: SanDonà di Piave. Si sviluppò infattiallora quando la Serenissima af-fittò i beni di questo territorio allanobile famiglia veneziana deiTrevisan che già erano presenti aCittanova, comprando successiva-mente le terre di Passerella eChiesanuova. San Donà divennecosì un ricco e movimentato cen-tro grazie alla costruzione di resi-denze e magazzini vicino alPiave, dove gli amministratori (igastaldi) gestivano tutte le attivitàeconomiche e commerciali.

Caduta Venezia, con l’avven-to di Napoleone, San Donà videaumentare le sue funzioni ammi-nistrative, diventando «comune»nel 1806 «sede notarile» nel 1807e sede di «vice prefettura» nel1808. San Donà bruciò così letappe della sua importante asce-sa, tanto che sotto il RegnoLombardo-Veneto mantenne la

sua posizione di capoluogo di distretto divenendo sede del commissario.

La crescita urbana di SanDonà, divenuto ormai il centro piùimportante tra l’opitergino e il ma-re, continuò anche dopo l’annes-sione al Regno d’Italia nel 1866.

Il centro urbano si arricchì dinuovi palazzi e di costruzionicommerciali lungo nuove strade,vicini alla chiesa, opera del «Me-duna» del 1821. Ma la grandeepopea di San Donà e del suoterritorio va ascritta alle grandiopere radicali di bonifica per fa-vorire la produttività della zona eil conseguente debellamento dellamalaria, che trasformarono il volto di queste terre, con il pro-sciugamento dell’intera area palu-dosa e il risanamento ambientaledi enormi pro-porzioni. Operache si protrasseper decenni in-terrotta solo dal-la Prima GuerraMondiale, quan-do nel 1917 SanDonà fu invasadagli austro-un-garici dopo ladisfatta di Capo-retto, subendo ilmartirio e la di-struzione, tantoche fu insignita della Croce diBronzo al valor militare, ripresapoi nei decenni successivi fino altotale completamento prima del-l’inizio del secondo conflittomondiale. Ma era destino che an-che la seconda guerra mondialearrecasse morte e distruzione aSan Donà, colpita duramente daibombardamenti aerei. E per avercontribuito con l’apporto dei suoifigli alla Resistenza, la città è statainsignita con una seconda decora-zione: la medaglia d’argento alvalor militare.

Gli ultimi cinquant’anni diprogresso hanno fatto diventareSan Donà, con un’area comunaledi 78,73 km2 e attualmente oltre35.000 abitanti divisi in 12.530nuclei familiari, meritatamente lacapitale del basso corso del Piave

e tra i maggiori centri del VenetoOrientale.

Sede di tutte le istituzionieconomiche e sociali del territo-rio, San Donà vanta oltre tutto unbuon comparto industriale legatoalla metalmeccanica, al legno, tes-sile, alimentare e ai materiali dacostruzione, nonché una buonarete commerciale.

Entrata ormai anche nell’otti-ca della salvaguardia delle tradi-zioni di questa terra, oltre ad averacquisito uno sviluppo culturalerilevante, San Donà continua aconservare anche i suoi legamicon il passato attraverso una dellepiù rinomate feste che si celebra-no nella zona: la fiera del Ro-sario, che ha aggiunto da qualcheanno un ulteriore tassello alla ri-scoperta della propria identità: la

festa della polenta. Le cucine so-no quelle delle frazioni e dei bor-ghi di Calvecchia, Chiesanuova,Cittanova, Fiorentina, Fossà, Gras-saga, Isiata, Mussetta di Sopra,Mussetta di Sotto, Palazzetto,Passarella, Santa Maria di Piave.

Franco Romanin

È stato fatto un sondaggio qualchetempo fa tra la popolazione delVeneto e del Friuli per capire co-me parla la gente. Forse non cen’era bisogno: basta uscire, parlarecon le persone, frequentare luoghipubblici per comprendere che laparlata locale in queste dueRegioni, non è minimamente scal-fita dall’italiano. In Veneto e inFriuli l’uso del dialetto e della lin-gua madre (il friulano) non ven-gono intaccati. Li parlano con unacerta frequenza più di tre cittadinisu quattro. Quasi l’80% ha dichia-rato di utilizzarli molto o abba-stanza spesso, soprattutto nei luo-ghi di lavoro, compresi oltre il50% dei giovani, in famiglia o congli amici. C’è da dire dunque chela popolazione veneto-friulana è ancora attaccata alla parlata della propria terra. Anche se ildialetto non è più quello parlatodai padri e dai nonni, ma ha su-bito, nel tempo, forti modificazio-ni, in un processo di costante ita-lianizzazione. Al di là se sia bene o male parlare con il linguaggiodella propria terra, sta di fatto che veneto e friulano vengonocontinuamente usati nella vitaquotidiana.

L’italiano è sempre stato inqueste terre la prima lingua stra-niera, infatti lo si impara a scuola.Il dialetto invece è stato assorbito,come si dice, assieme al latte dellamamma. Non è mai stato necessa-rio andare a scuola di dialetto.

Perché si parla ancora moltoil dialetto? Perché è più facile (congli amici), più vero (in casa) e piùbello (in generale). Forse oggi igiovani italianizzati usano il «tiamo». Ma ammesso che ne abbia-no il coraggio, è molto più vero,intimo e impegnativo il «te voioben» oppure «i ti voi ben». E ancheuna partita a briscola in osteria haun sapore diverso se svolta e

parlata con illinguaggio delposto. Nei treambiti: famiglia,lavoro e amici, ilgrado di utilizzo deldialetto nel Veneto e del friu-lano in Friuli, risulta infatti supe-riore di circa dieci punti nelVeneto rispetto al Friuli. Ma inFriuli da quest’anno la lingua friu-lana si insegna anche a scuola; ec’è chi sostiene che anche il «ve-neto» sia tutto sommato una linguamolto espressiva e non un dialet-to, soprattutto il «veneziano» chemantiene congiuntivi e condizio-nali che l’italiano va perdendo. Siafferma insomma che il dialettonon è un fatto di incultura, mauno strumento di identità e di appartenenza ad una specifica comunità; un utile strumento in-terclassista. È stato riscontrato poiche le motivazioni che sono allabase dell’uso del linguaggio localedalla stragrande maggioranza dellapopolazione delle due Regioni,vanno ricercate in un radicamentotradizionale.

Nei ricordi, c’è quello che unavolta i vecchi dicevano, ai giovaniche si riempivano la bocca di pa-roloni, magari appena imparati ascuola: «Parla come mangi». Ed eraun modo per far capire che la ve-ra lingua è quella nella quale unosi esprime nei momenti più sem-plici o più difficili; quando c’è bi-sogno di aiuto o di piangere o diridere.

Ben si sa comunque che lacultura linguistica non si costrui-sce con una legge o con un de-creto. La lingua che non si aggior-na tramonta, non basta insegnarlaa scuola. Al massimo potrà rivesti-re la patina della memoria, diven-tando ricordo più che speranza.

Cosicchè neanche la globaliz-zazione sarà una minaccia, poiché

questa potrà determinare unamaggiore ricerca di identità.Altrimenti, il passato della parlatache è stata insegnata in queste ter-re, si potrà solo teneramente ricordarlo. Tra le previsioni c’è an-che quella che pronostica per ilfuturo la scomparsa dei dialetti. Lenuove generazioni vedranno laparlata locale lontana, sparita trala globalizzazione e l’eterna rin-corsa al simboli del potere. In unoscenario che probabilmente potràavverarsi, l’italiano farà sparire idialetti e le lingue minori, e l’in-glese l’italiano (l’unica vendettasarà parlarlo male, peggio degliamericani).

F. R.

14

Il dialetto veneto e il friulanonon temono rivali a nord-est

nov

ità

PER I GESTORI DELLE ATTIVITÀDI RISTORAZIONE E DI VENDITA DI PRODOTTIALIMENTARI

La Banca S. Biagio offre un servizio in più:

Si, ticket in Banca.

Da oggi tutti i tipi di BUONO PASTO che si ricevono in pagamento

si possono portare in Banca per l’accredito in conto.

Con un unico interlocutore evitate le incombenze relative all’incasso

da più società emittenti.

MUTUI CASA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA

La Banca S. Biagio ha aderito alla convenzione con Mediocredito

Friuli-Venezia Giulia per perfezionare i mutui fondiari della durata

massima di 30 anni in base alle agevolazioni previste dalla legge.

Questa convenzione è valida per l’acquisto, la costruzione o il recupero

di immobili situati nel territorio regionale e permette di finanziare

fino al 100% del valore del bene.

ADESIONE AL CODICE DI CONDOTTA EUROPEAPER I MUTUI CASA

A tutela e garanzia del cliente la Banca S. Biagio ha aderito al

Codice Europeo che regola le modalità di perfezionamento dei mutui

per l’acquisto e la ristrutturazione di un immobile ad uso abitativo.

Per ulteriori e più dettagliate informazioni chiedi al personale della Banca.

Artisti di grande rilievo mondialeanche per la seconda edizione del«Festival Organistico Internazio-nale Città di Fossalta di Porto-gruaro» a cui la «S. Biagio», nelcontinuare ad essere riferimentodi iniziative culturali per la gentee con la gente, ha dato il suo so-stanzioso patrocinio. Una manife-stazione quella che si è svolta nelmese di settembre nelle chiesefossaltesi che, oltre ai concerti nel-la parrocchiale San Zenone, haavuto attraverso la sezione di:Musica per organo nella SantaMessa, un susseguirsi di incontrimusicali con grandi maestri orga-nisti nelle chiese di VillanovaSanta Margherita e San Matteo diVado dotate anche esse d’organo.Ad aprire il «Festival» nella parroc-chiale venerdì 6 settembre il coroPolifonico di Ruda diretto da Da-niele Zanettovich, con all’organoManuel Tomadin; solisti Felice

Associazione Musicale VincenzoColombo di Pordenone ed As-sociazione Amici della Musica, haavuto il patrocinio della RegioneVeneto, Consiglio Regionale delVeneto e Provincia di Venezia, ol-tre che la musica, ha avuto anchel’opportunità di allestire presso ilCentro Culturale Nievo di Fossaltadi Portogruaro la Mostra del Discoin vinile – «tracce della sensibilitàmusicale», grazie a collezioni pri-vate di dischi donate alla bibliote-ca comunale che diventerannoquindi la prima pietra per il mu-seo della musica. Un breve cennoper concludere allo strumento cheesperti e critici definiscono un«monumento» che è installato nellaparrocchiale fossaltese e che è sta-to costruito dalla ditta Zanin Cav.Francesco di Codroipo (Ud). Al dilà delle eccellenti caratteristiche,l’organo, liberamente ispirato aglistrumenti suonati da J.S.Bach, ècollocato in controfacciata, suun’ampia cantoria che può soste-nere un coro numeroso e nellabalaustra sarà posto il positivo ter-gale (operazione eseguita giornifa. n.d.r.). Tale collocazione è ottimale da un punto di vista acu-stico, sia per quanto riguarda l’in-

telligibile percezione di ognisingola voce, sia per quantoriguarda la diffusione delsuono in tutto l’edificio. Lemeccaniche (comprese leunioni) sono esemplate daquelle realizzate da JurgenAhrend per il restauro delcelebre strumento costruitodel 1693 da Arp Schnitgerper la chiesa di S. Jacobi

ad Amburgo. L’appuntamentoè ora per settembre 2003.

L. S.

Illume, Livio Gallet, Kwon Young-ki.Matthias Krampe ha riempito laserata di venerdì 13 con un fiumedi stupende note musicali magi-stralmente eseguite da quel virtuo-so che è, mentre è toccato al cre-monese Pietro Pasquini animare laserata di martedì 17. Venerdì 27un duo eccezionale: Marco Arlottiall’organo e Guido Corti al Corno,hanno mandato in visibilio i pre-senti con il concerto di chiusura.Non meno apprezzate le perfor-mance di accompagnamento dellefunzioni del sabato e delle dome-niche che hanno permesso ai vali-dissimi maestri di dimostrare la lo-ro bravura. La manifestazione cheè stata organizzata dal comune diFossalta di Portogruaro Asses-sorato alla cultura, dalla parroc-chia San Zenone, dalla Provinciadi Venezia Assessorato alla cultu-ra, dalla Fondazione MusicaleSanta Cecilia di Portogruaro, dalla

La Banca per l’artee la cultura

LATISANA: MOSTRA SU TINA MODOTTIVenerdi 4 ottobre alle ore 18.00 presso il Centro Polifunzionale di viaGoldoni a Latisana è stata inaugurata la mostra «Tina Modotti - vita efotografia», un’ampia esposizione di grande pregio realizzata dalComune con il sostegno della Banca «S. Biagio» del Veneto Orientale.La mostra ha presentato una ricca rassegna di testimonianze (fotogra-fie, disegni, gigantografie, testi critici, poesie e immagini video) sullacomplessa vicenda umana e professionale dell’artista friulana, nata aUdine nel 1896 e morta a Città del Messico nel 1942. Figura poliedricae discussa, famosa soprattutto come grande fotografa, ignorata per de-cenni dalla storiografia ufficiale, la Modotti in questi ultimi tempi vie-ne considerata una delle più significative prota-goniste femminili della prima metà del XX sec.La mostra, rimasta aperta al pubblico fino all’11novembre, ultimo giorno della tradizionale Fieradi San Martino, è stata visitata da migliaia di per-sone. Alla cerimonia di inaugurazione il Sindacodi Latisana Micaela Sette, l’on. Danilo Moretti e ilprof. Riccardo Toffoletti del Comitato «Tina Mo-dotti» hanno avuto parole di riconoscenza per la«S. Biagio», sponsor della manifestazione. Il Presidente Franco Anastasia ha parlato dellabanca, delle ragioni che l’hanno portata ad operare in Friuli e soprattutto del sostegno che essa offre alle iniziative di carattere socio-culturale promosse dalle comunità locali.

Nello Gobbato

Lo splendido strumentoed il nuovo tergale.(Foto Piccolo)

17

perplessità ed ai dubbi che datempo circolavano sul manteni-mento a Portogruaro della specia-lità e non soltanto. Locali adegua-ti ed «incorporati» nella struttura,consentono un salto di qualità siacome ricerca che come cura eprevenzione ed anche come pro-duzione di emoderivati. Un impe-gno finanziario di circa 800.000euro, ed i conti in regola, ha te-nuto a sottolineare il direttore ge-nerale Spadaro la dicono lungasul futuro della Sanità nel porto-gruarese. Il saluto della RegioneVeneto è stato portato oltre cheda una lettera del presidenteGalan impossibilitato a presenzia-re, da Daniele Stival consigliereregionale e componente la Vcommissione, quella della pro-grammazione sanitaria. Soddisfa-zione da parte del sindaco diPortogruaro Gastone Rabbachin,ma anche richiamo alla particola-rità del territorio che essendo areadi confine, merita attenzioni parti-colari, collaborazione tra regioniconfinanti La cerimonia che si èsvolta alla presenza di molte au-torità, cittadini, medici ed opera-tori sanitari a vari livelli, ha avutoun momento particolarmenteemozionante, dopo la benedizio-ne dei locali, con la dedica, allapresenza della vedova, di una del-

In breve: fatti ed avvenimenti

Sanità: un passo avanti

La sanità del portogruareseha compiuto un’altro passo inavanti verso quella eccellenza cheè nei piani del ministero, e di cuil’utente ha particolarmente biso-gno. Una sanità in grado di ri-spondere sia in termini professio-nali, che strutturali ad un nuovomodo di dare assistenza. In que-sto senso, le strutture inaugurateil 23 settembre 2002 pressol’Unità Ospedaliera di Portogrua-ro sono una risposta evidente, co-me ha tenuto a sottolineare il di-rettore generale dell’Asl 10 dottorGiorgio Spadaro nel suo interven-to. Il nosocomio di Portogruaroha ora una rianimazione e terapiaintensiva capaci di affrontarequalsiasi emergenza, moderna, al-l’avanguardia. La terapia intensivacardiologica, ovvero l’unità coro-

le nuove sale operatorie alla me-moria del dottor Carlo D’Orlandostimato chirurgo per tanti anni.

narica, consentirà di dare assi-stenza immediata, trattenendo aPortogruaro quei pazienti acutiche prima dovevano essere trasfe-riti in altri ospedali. Ortopedia eTraumatologia, una specialitàconsolidata per l’ospedale porto-gruarese, è ora dotata di unanuova sala gessi ed una di prontointervento e di cinque ambulatoriper visite diagnostiche. Il serviziotrasfusionale infine, fuga tutte le

La cooperativa AgricolaAcli San Biagio festeggia il 40°

Nata nel 1962 su un’intuizio-ne di don Beniamino Zamper, lacooperativa ha mosso timidamen-te i suoi primi passi non senzaqualche difficoltà, prima di poterprendere un passo spedito. E l’or-goglio di averlo fatto solo edesclusivamente con mezzi proprie senza contributi esterni, è statoribadito nel corso dell’interventoper il quarantennale dal presiden-te Raffaele Battiston, «quello chevedete qui, e quello che la coo-perativa ha in altri luoghi, è fruttoesclusivo del lavoro e dell’impe-gno dei soci e di coloro che inquesti quaranta anni hanno gui-dato l’istituzione, nonché del per-sonale che ha sempre dimostratocapacità, attaccamento, sacrificioquando era necessario». Le cifredicono che i soci sono oltre mille,provenienti dal Veneto Orientalee dal vicino Friuli, che la capita-

18

Riunioni con i Soci

Grande partecipazione ve-nerdì 8 novembre dei soci dellafiliale di Pertegada per l’incontro

lizzazione è di diversi milioni dieuro, che il fatturato supera i seimilioni di euro, che nella sede diFossalta, nel 2001, si sono raccoltied essiccati circa quattrocentomilaquintali di cereali, che alla sededi Fossalta si è aggiunto il centroraccolta a Cinto Caomaggiore, ilmangimificio di Levada, l’aziendaagricola le «Bissone» a San Mi-chele. Bisogna guardare ancoraavanti e restare uniti nelle nuovescelte e per i nuovi traguardi, hadetto ancora il presidente. FrancoAnastasia presidente della BancaS. Biagio, si è complimentato peril ruolo che la Cooperativa che,non a caso, porta lo stesso nomedella Banca, ha avuto nello svi-luppo non solamente del mondoagricolo di Fossalta, ma di unabuona parte del Veneto Orientaleradicata come è nel territorio, edanche nel vicino Friuli. Anche isindaci di Fossalta e di San Mi-chele Bruno Panegai, e FlavioMaurutto, l’assessore provincialeBruno Moretto, il segretario man-damentale dei coltivatori direttiPaolo Zanotto, ed altri che sonointervenuti, hanno espresso il lo-ro compiacimento per quanto laCooperativa ha fatto, lanciandoanche l’invito ad essere collanteper un settore, quello dell’agricol-tura, che dovrà ancora affrontaresfide molto impegnative. La gior-nata che si è conclusa con ilpranzo nei capannoni della coo-perativa stessa con poco meno dimille commensali, tra soci, ospitied autorità, era cominciata con laSanta messa nella parrocchialeSan Zenone presieduta da S.E. ilvescovo di Concordia-PordenoneMonsignor Ovidio Poletto, al qua-le il presidente Battiston a finecerimonia ha fatto dono dei volu-mi della storia della chiesa fossal-tese e della Banca S. Biagio, e diun importo da destinare ad operedi carità diocesana.

Ellesse

Latisana: «Odissea nella steppa russa»

Alla presenza di un pubbliconumeroso e attento, presentato lu-nedì 30 settembre nella nuova sa-la riunioni dell’Oratorio «MariaGaspari» di Latisana il libro «Odis-sea nella steppa russa». Curato daEnrico Fantin e edito da «la bassa»,il libro contiene il diario di mons.Lionello Del Fabbro, parroco aba-te di Latisana dal 1963 al 1977

morto nel 1981, cappellano milita-re durante la seconda guerramondiale sul fronte russo. Il dia-rio, che abbraccia il periodo com-preso tra il 16 luglio 1941 e il 10marzo 1943, è il racconto cronolo-gico di un dramma che si abbattesu giovani partiti per una guerradifficile ignari della sorte crudelea cui andavano incontro. Maleequipaggiati, impreparati a com-battere in condizioni climatichespaventose e contro un esercitoagguerrito, si trovano a lottare perla propria sopravvivenza. Nel dia-rio di mons. Del Fabbro la paura,il dolore e la morte si alternano amomenti disperanza e ad atti dieroismo dettati spesso dalla dispe-razione. La figura del cappellanomilitare emerge come colui checonforta gli sfiduciati ed i feriti,che assiste nei momenti di smarri-mento, che porta una parola di fe-de, che recita le preghiere per imorti, che alimenta la speranza inun contesto di tragedia.

Nella presentazione RobertoTirelli parla dei cappellani in divi-sa come di coloro che nel teatrodelle guerre spesso «hanno costi-tuito l’unico aspetto umano in uncontesto disumano». I commenti,un filmato ma soprattutto la testi-monianza diretta di quattro super-stiti della campagna di Russia pre-senti in sala, hanno ricordato agliintervenuti l’importanza e il dove-re di non dimenticare una trage-dia che è diventata parte dellastoria del popolo friulano. Pensareagli 85.000 soldati italiani mortisul fronte orientale, «Odissea nellasteppa» oltre ad un racconto checommuove, è un atto di grandedenuncia contro la guerra.

Nello Gobbato

programmato presso la «Fattoriadei Gelsi». Un incontro che laBanca S. Biagio ha oramai messoin calendario da parecchi annicon i soci tradizionali, ma che perquelli della zona friulana di nuo-va acquisizione è stata una novità.L’occasione oltre a consentire uncontatto più diretto e sotto uncerto profilo familiare tra organidirettivi e base sociale, è stata an-che quella di conoscere maggior-mente la struttura di cui Perte-gada ora è parte integrante, ed ilmomento conviviale che ne è se-guito ha contribuito allo scopo.

Anche l’incontro di venerdì15 novembre con i soci della zo-na di Latisana presso il ristorante«Bella Venezia» ha riscontrato unottimo successo di partecipazioneche ha consentito ai vertici dellaS. Biagio sicuramente una buonaoccasione per entrare nel conte-sto friulano, ed ai soci di capirel’importanza di essere integrati inun’istituzione dalle grandi possibi-lità di creare e dare sviluppo a diversi livelli pur rimanendo sem-pre la Banca di «casa Tua»; insom-ma una Banca diversa.

LettereLingueScienze dell’amministrazioneScienze della comunicazioneEconomia aziendaleScienze naturaliStoriaScienze dell’educazioneFisicaIngegneria meccanicaScienze diplomaticheEconomia e commercio

Liceo ScientificoLiceo ScientificoLiceo ScientificoLiceo ClassicoLiceo ClassicoLiceo ScientificoLiceo ScientificoRagioneriaLiceo ScientificoPerito IndustrialeRagioneria

19

LAUREA

Matilde AmbrosioSandra AnastasiaMarianna BassoIlaria BattistonSilvia FagottoAnna Macor Eugenio MarinMarzia PalaminCecilia PizzolottoEddi ValvasonEnrica VidaGiuliano Vidali

San Michele al TagliamentoBibioneBibionePortogruaroCordovadoFossalta di PortogruaroTeglio VenetoCesaroloFossalta di PortogruaroSan Michele al TagliamentoPortogruaroCeggia

110/110 e lode110/110110/110110/110 e lode110/110110/110 e lode110/110 e lode110/110110/110110/110 e lode110/110 e lode110/110 e lode

Nominativo Residenza Voto Specializzazione

MATURITÀ

Laura AneseElena BiasonElisa CanevaroloAlessandro CoccoloGiulia DamianiLucio D’AnnaStefano DriIlenia GiacomelMichele GiuseppinMatteo PalaminSara Sut

Concordia SagittariaPortogruaroSan Michele al TagliamentoCinto CaomaggioreCaorlePortogruaroCordovadoPortogruaroTeglio VenetoCesaroloGruaro

100/100100/100100/100100/100100/100100/100100/100100/100100/100100/100100/100

DIPLOMA MEDIA INF.Tancredi ArticoRomina BoemMarika ButtòElena CrosatoChiara DaneluzziValentina FanottoMonica FerraressoMalika FranzoMatteo MarsonElisa MartellettiValentina MinighinMartina MorettoGiulia SantorsoFrancesca ScodellaroSimone SommaggioEva ValentMarco Valerio

Fossalta di PortogruaroSan Donà di PiaveCesaroloCessaltoGruaroBibioneFossalta di PortogruaroSan Michele al TagliamentoCesaroloFossalta di PortogruaroFossalta di PortogruaroFossalta di PortogruaroSan Michele al TagliamentoLatisanaBibioneBibionePortogruaro

OttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimoOttimo

il luogo), alla presenza dei premiati e dei loro familiari che sono stati accolti dalla dirigenza della Banca e da operatori scolastici che si sono complimentati con i premiati e hanno augurato lorodi continuare nell’impegno fin qui profuso sia negli studi, sia nel mondo del lavoro per quelli che intraprendono questa strada. Ecco i premiati.

Sono stati un bel numero gli studenti che nel corsodell’anno scolastico 2001/2002 si sono distinti nel loro impegno scolastico, e come sempre la Banca S. Biagio ha inteso dimostrare il suo apprezzamentoai soci o figli di soci che manifestano il loro impegno. La cerimonia della consegna dei premi allo studio, si è svolta il 6 dicembre presso i saloni delSavoy Beach di Bibione (tradizionale oramai anche

LA MIA BANCAÈ DIFFERENTE

PERCHÉCRESCE CON ME.

La Banca di Credito Cooperativo conosce da vicino

la tua realtà. È in grado di sostenerti sempre, valorizzan-

do le tue energie migliori. Ti offre prodotti e servizi più

innovativi. Tutto ciò che ti propone una grande banca,

ma con un’anima differente.

SEDE E DIREZIONE GENERALEFossalta di Portogruaro/Ve · Viale Venezia, 1Telefono 0421/249811 · Telefax 0421/789804www.bancasanbiagio.it