Pordenone più facile, anticipazioni dello studio socio-economico

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE RAPPORTO QUANTITATIVO 26 Ottobre 2012

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Slide presentate da Sergio Maset, analista di Tolomeo studi e ricerche, che ha illustrato i primi dati emersi dallo studio socio-economico del territorio pordenonese in corso di ultimazione nell'ambito del percorso verso il nuovo Piano regolatore della città

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

RAPPORTO QUANTITATIVO

26 Ottobre 2012

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 22

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1871-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).

La popolazione del Nord Italia è passata nel complesso da meno di 15 milioni e mezzo di abitanti nel 1871 a quasi 34 milioni nel 2011 (+120%). Il Friuli Venezia Giulia, dopo la flessione tra il 1981 e il 2001, nell’ultimo decennio ha ripreso a crescere, raggiungendo nel 2011 il nuovo massimo di popolazione.

*: Popolazione residente nel 1871 e 1901 non disponibile.**: Popolazione residente nel 1871 e nel 1901 e variazioni 1871-2011 senza il dato del Trentino Alto Adige.

1871 1901 1931 1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-111871-2011

Lombardia 3.438 4.314 5.596 7.406 8.543 8.892 8.856 9.033 9.918 20,1 1,6 9,8 33,9 188,5

Veneto 2.165 2.584 3.487 3.847 4.123 4.345 4.381 4.528 4.938 13,0 4,2 9,1 28,4 128,1

Piemonte 2.813 3.313 3.450 3.914 4.432 4.479 4.303 4.215 4.457 14,4 -5,9 5,8 13,9 58,4

Emilia Romagna 2.171 2.547 3.267 3.667 3.847 3.958 3.910 3.983 4.414 7,9 0,7 10,8 20,4 103,3

Toscana 2.090 2.504 2.915 3.286 3.473 3.581 3.530 3.498 3.750 9,0 -2,3 7,2 14,1 79,4

Liguria 852 1.087 1.423 1.735 1.854 1.808 1.676 1.572 1.617 4,2 -13,1 2,9 -6,8 89,7

Marche 915 1.089 1.240 1.347 1.360 1.412 1.429 1.471 1.583 4,8 4,1 7,7 17,5 73,0

Friuli Venezia Giulia 482 614 1.180 1.204 1.214 1.234 1.198 1.184 1.236 2,5 -4,1 4,4 2,6 156,6

Trentino Alto Adige* - - 667 786 842 873 890 940 1.037 11,1 7,6 10,3 32,0 -

Umbria 469 579 696 795 776 808 812 826 906 1,6 2,3 9,8 14,1 93,3

Valle d'Aosta 82 84 83 101 109 112 116 120 128 11,3 6,4 7,3 27,0 57,0

Nord Italia** 15.478 18.714 24.003 28.089 30.573 31.502 31.100 31.368 33.985 12,2 -0,4 8,3 21,0 119,6

Italia 27.300 32.963 41.043 50.624 54.137 56.557 56.778 56.996 60.626 11,7 0,8 6,4 19,8 122,1

RegionePopolazione residente (migliaia) Tasso di variazione %

PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA

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1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Piemonte Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige

Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana

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Le esportazioni delle regioni settentrionali (valori in milioni di euro) hanno recuperato il valore del 2008. In termini di peso relativo, il valore delle esportazioni del FVG è pari ad ¼ dell’export Veneto. Un rapporto analogo si ritrova confrontando il valore aggiunto prodotto dalle due regioni.

Fonte: elaborazioni su dati Istat-Coeweb.Note: il dato 2011 è provvisorio.

La somma dell’export di Friuli Venezia Giulia e Veneto è pari al 60% dell’export della Lombardia.

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La mappa rappresenta in rosso i territori che raggiungono oggi il massimo popolamento della loro storia.

I territori che raggiungono oggi il massimo popolamento della loro storia sono: il corridoio padano da Milano; il Veneto centrale e il suo prolungamento verso Pordenone; la via Emilia e la sua prosecuzione

lungo la costa adriatica verso Ancona; l’area metropolitana di Torino; l’area metropolitana di Firenze con

la piana e sino a Livorno; la provincia di Bolzano e i suoi collegamenti trasversali con Merano a ovest e Brunico a est.

La crescita di queste aree compensa ampiamente il decremento che si registra altrove, determinando così la crescita complessiva dell’Italia settentrionale ed accentuando contestualmente la concentrazione lungo i corridoi.

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1871-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).

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Svizzera

Baviera Austria

Autostrade in progetto

Ferrovia

Capoluoghi di provincia

Interporti di secondo livello

Hub interportuali/interporti principali

Interporti da sviluppare

Rete autostradale esistente

La mappa rappresenta in rosso i comuni che hanno maggiormente visto accrescere il loro peso in termini di addetti rispetto al 1971. Si noti il triangolo "post-industriale“ emerso negli anni ‘80 e consolidatosi nella seconda metà degli anni '90 i cui vertici sono centrati su Milano, il nodo emiliano, e quello veneto che si prolunga verso il Friuli Venezia Giulia.

Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimenti Industria e Servizi (1971) e ASIA Archivio Statistico Imprese Attive (2007).

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Nord Africa – Asia

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Al 2011 poco più di un quarto della popolazione residente del Friuli Venezia Giulia abita in provincia di Pordenone, un dato in crescita rispetto al 1961 quando meno di 1 persona su 5 risiedeva a Pordenone e provincia. La provincia è cresciuta sostanzialmente lungo tutto l’arco di tempo considerato.

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1961-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).

1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-11 1961 1981 2001 2011

Udine 532.359 516.910 529.729 522.455 518.840 541.522 -0,5 -2,1 4,4 1,7 44,2 42,9 43,8 43,8

di cui capoluogo 86.188 100.794 102.021 99.189 95.030 99.627 18,4 -6,9 4,8 15,6 7,2 8,3 8,0 8,1

di cui resto provincia 446.171 416.116 427.708 423.266 423.810 441.895 -4,1 -0,9 4,3 -1,0 37,0 34,7 35,8 35,8

Gorizia 137.745 142.412 144.726 138.119 136.491 142.407 5,1 -5,7 4,3 3,4 11,4 11,7 11,5 11,5

di cui capoluogo 42.187 42.778 41.557 38.505 35.667 35.798 -1,5 -14,2 0,4 -15,1 3,5 3,4 3,0 2,9

di cui resto provincia 95.558 99.634 103.169 99.614 100.824 106.609 8,0 -2,3 5,7 11,6 7,9 8,4 8,5 8,6

Trieste 298.645 300.304 283.641 261.825 242.235 236.556 -5,0 -14,6 -2,3 -20,8 24,8 23,0 20,5 19,1

di cui capoluogo 272.723 271.879 252.369 231.100 211.184 205.535 -7,5 -16,3 -2,7 -24,6 22,6 20,5 17,8 16,6

di cui resto provincia 25.922 28.425 31.272 30.725 31.051 31.021 20,6 -0,7 -0,1 19,7 2,2 2,5 2,6 2,5

Pordenone 235.549 253.906 275.888 275.267 286.198 315.323 17,1 3,7 10,2 33,9 19,6 22,4 24,2 25,5

di cui capoluogo 34.055 47.364 52.094 50.192 49.122 51.723 53,0 -5,7 5,3 51,9 2,8 4,2 4,1 4,2

di cui resto provincia 201.494 206.542 223.794 225.075 237.076 263.600 11,1 5,9 11,2 30,8 16,7 18,1 20,0 21,3

Totale FVG 1.204.298 1.213.532 1.233.984 1.197.666 1.183.764 1.235.808 2,5 -4,1 4,4 2,6 100,0 100,0 100,0 100,0

ProvinciaPopolazione residente Tassi di variazione % Composizione %

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Popolazione residente in Friuli Venezia nel 2011

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Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).Note: la definizione dei centri urbani a valenza territoriale deriva dal Piano Territoriale Regionale 2007 del Friuli Venezia Giulia..

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Pordenone nel confronto con le altre province friulane.

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Nota: (a) dati Unioncamere per imprese attive e addetti (sono comprese anche le imprese non classificate) e dati provvisori censimento 2011 per popolazione; (b) valori correnti al 2010; (c) dati provvisori. Il rapporto addetti per abitanti diverge da quello dell’analisi demografica in quanto in questa sede sono considerati anche gli addetti all’agricoltura.Fonte: elaborazioni su dati Istat (Censimento popolazione 2011, Coeweb, RCFL) e Unioncamere.

Struttura produttiva al 2011:Pordenone vede la presenza di 112.229 addetti e 25.989 imprese attive, seconda per dimensioni a Udine. La quota di addetti per abitante (36 ogni 100) è la più elevata.

Ricchezza prodotta al 2010:La ricchezza pro capite ammonta a circa 25.700 euro per abitante, inferiore a quella di Trieste e Udine.

Commercio con estero 2011:Pordenone mostra una propensione all’esportazione (export su valore aggiunto), maggiore rispetto alle altre province.

Mercato del lavoro 2011:Pordenone mostra il più elevato tasso di occupazione con un livello di disoccupazione appena superiore alla media regionale.

ANALISI DEI PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI A LIVELLO PROVINCIALE

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L’evoluzione recente mostra nel complesso per Pordenone un aumento degli addetti tra il 2009 e il 2011, tendenza confermata anche nel primo semestre 2012. Se da un lato la crescita è trascinata dai servizi e dalle costruzioni si osserva una contrazione degli addetti nell’industria in senso stretto, evidenziata anche nel quadro provinciale e regionale.

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Nota: la variazione annuale fa riferimento alle imprese osservate al 31.12 di ciascun anno; la variazione semestrale fa riferimento alle imprese attive osservate al 30.06 di ciascun anno. La classificazione dei settori segue lo schema Ateco 2007; (a) i dati totali comprendono il settore agricoltura, mentre non comprendono le imprese non classificate. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere.

Per i comuni della cintura di Pordenone si osserva, invece, una crescita degli addetti nell’industria in senso stretto, trainata dall’evoluzione positiva del comune di Porcia.

STRUTTURA PRODUTTIVA: ANALISI PER MACRO SETTORE DI ATTIVITA’

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Il quadro relativo alle imprese mostra per Pordenone un andamento positivo tra il 2009 e il 2011, frutto della crescita delle imprese nell’industria in senso stretto e nei servizi. Negativa la tendenza nelle costruzioni. L’evoluzione provinciale e regionale evidenzia un calo delle imprese nel complesso, frutto della contrazione di tutto il comparto industriale.

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Nota: la variazione annuale fa riferimento alle imprese osservate al 31.12 di ciascun anno; la variazione semestrale fa riferimento alle imprese attive osservate al 30.06 di ciascun anno. La classificazione dei settori segue lo schema Ateco 2007; (a) i dati totali comprendono il settore agricoltura, mentre non comprendono le imprese non classificate. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere.

I comuni della cintura pordenonese vedono una leggera diminuzione delle imprese legata al calo dell’industria in senso stretto.

STRUTTURA PRODUTTIVA: ANALISI PER MACRO SETTORE DI ATTIVITA’

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Nel 2011 il valore delle esportazioni nella provincia di Pordenone ammonta a circa 3,4 miliardi di euro, il 27% del valore regionale. La dinamica è positiva per tutti gli anni ‘90 e fino al 2007, prima della recessione, anche se inferiori alla dinamica regionale. Tra il 2007 e il 2011 si osserva un calo consistente pari al 14,8%, a fronte di una tenuta a livello regionale, spinta da Trieste, ma anche Gorizia e Udine hanno performance migliori. Il primo semestre 2012 appare positivo.

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Fonte: elaborazioni su dati Istat (Coeweb, settembre 2012).

Nota: valori correnti espressi in milioni di euro.

RICCHEZZA, COMMERCIO CON L’ESTEROE MERCATO DEL LAVORO

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I mobili rimangono il prodotto con maggior valore esportato (19,9% nel 2011 e 21,5% nel 2001). Scendono dal secondo al terzo posto gli apparecchi per uso domestico (elettrodomestici) con una riduzione del peso dal 17,8% all’8,9%.

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Fonte: elaborazioni su dati Istat (Coeweb, settembre 2012).

Nota: classificazione delle merci in base all’Ateco 2007.

RICCHEZZA, COMMERCIO CON L’ESTEROE MERCATO DEL LAVORO

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Cos’è il sistema territoriale pordenonese?

La ricerca assume come elemento di partenza l’esistenza di un cosiddetto “sistema territoriale pordenonese”, formato dai comuni di:Pordenone;Porcia;Fontanafredda;Roveredo in Piano;San Quirino;Cordenons;Zoppola;Fiume Veneto.

Si tratta di comuni facenti parte della prima cintura di Pordenone (con la sola eccezione di Fontanafredda, posizionato nella seconda cintura), collocati a nord, est od ovest rispetto al capoluogo. Un sistema di questo tipo esclude i comuni posizionati a sud di Pordenone, anche se facenti parte della prima cintura.

IL SISTEMA TERRITORIALE PORDENONESE: DINAMICHE DEMOGRAFICHE E INSEDIATIVE

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La crescita del numero di addetti ha attratto popolazione: a Pordenone in un solo decennio (gli anni ‘60) si è passati da 34 mila a 47 mila abitanti, superando quota 50 mila negli anni ‘70. Sono cresciuti molto anche gli altri comuni del sistema, trainando il sistema stesso (escluso Pordenone) ad una crescita in doppia cifra anche tra il 1981 e il 2001, a fronte di un calo del capoluogo.

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Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1961-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).

1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-11

Pordenone 34.055 47.364 52.094 50.192 49.122 51.723 53,0 -5,7 5,3 51,9

Cordenons 9.744 12.962 14.613 15.485 16.991 18.470 50,0 16,3 8,7 89,6

Porcia 7.374 11.517 13.143 13.086 13.616 15.443 78,2 3,6 13,4 109,4

Fontanafredda 6.574 7.509 8.906 9.037 9.515 11.686 35,5 6,8 22,8 77,8

Fiume Veneto 6.338 8.191 8.869 9.332 10.221 11.494 39,9 15,2 12,5 81,4

Zoppola 6.400 6.930 7.383 7.460 8.430 8.565 15,4 14,2 1,6 33,8

Roveredo in Piano 1.602 2.410 3.542 4.249 4.853 5.746 121,1 37,0 18,4 258,7

San Quirino 3.252 3.441 3.867 3.809 3.816 4.310 18,9 -1,3 12,9 32,5

Sistema senza PN 41.284 52.960 60.323 62.458 67.442 75.714 46,1 11,8 12,3 83,4

Sistema con PN 75.339 100.324 112.417 112.650 116.564 127.437 49,2 3,7 9,3 69,2

Provincia PN 235.549 253.906 275.888 275.267 286.198 315.323 17,1 3,7 10,2 33,9

Valori assoluti Tassi di variazione %Area

Popolazione residenteTra i comuni del sistema, in valore percentuale l’aumento più considerevole tra il 1961 e il 2011 è quello di Roveredo in Piano, ma raddoppia la popolazione anche di Porcia, mentre aumenti tra il 78% e il 90% riguardano Cordenons, Fiume Veneto e Fontanafredda.

1961 1971 1981 1991 2001 2011

Pordenone 14 19 19 18 17 16

Cordenons 4 5 5 6 6 6

Porcia 3 5 5 5 5 5

Fontanafredda 3 3 3 3 3 4

Fiume Veneto 3 3 3 3 4 4

Zoppola 3 3 3 3 3 3

Roveredo in Piano 1 1 1 2 2 2

San Quirino 1 1 1 1 1 1

Sistema senza PN 18 21 22 23 24 24

Sistema con PN 32 40 41 41 41 40

Provincia PN 100 100 100 100 100 100

ComuniComposizione % 4 abitanti su 10 della

provincia di Pordenone risiedono nel sistema Pordenone. Il peso del capoluogo a livello provinciale è di circa il 16%, una quota in lieve flessione dopo il massimo raggiunti tra il 1971 e il 1981

IL SISTEMA TERRITORIALE PORDENONESE: DINAMICHE DEMOGRAFICHE E INSEDIATIVE

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Flussi in entrata e uscita per e dalla provincia di Pordenone per lavoro

Fonte: elaborazione su dati Istat, Censimento 2001

Sono riportati i flussi che coinvolgono almeno 80 persone.

Sono riportati i flussi che coinvolgono almeno 80 persone.

INQUADRAMENTO TERRITORIALE E MOBILITA’ SISTEMATICA

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La mappa classifica i comuni sulla base del loro grado di dipendenza da Pordenone per flussi per lavoro al 2001

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Fonte: elaborazione su dati Istat, Censimento 2001

I comuni sono stati classificati attraverso la costruzione di un indice sintetico che rapporta gli spostamenti generati verso il comune di Pordenone e gli spostamenti generati totali. Più elevato risulta il valore dell’indice e più alta è la dipendenza da Pordenone in termini di quota di spostamenti sistematici per lavoro generati.In rosso sono rappresentati i comuni con la più alta quota di flussi per lavoro diretti verso il comune di Pordenone. Evidentemente, più ci si allontana da Pordenone e più la quota registra valori inferiori.

INQUADRAMENTO TERRITORIALE E MOBILITA’ SISTEMATICA

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Totale

Porcia -131 -114 -77 14 -34 -23 -12 -377 Fiume Veneto -33 -16 -70 -31 -12 -35 -48 -245 Azzano Decimo -47 -127 -39 -27 -18 24 3 -231 Roveredo in Piano -30 -33 -41 -13 6 -18 -25 -154 Fontanafredda -46 -38 -25 4 -3 8 0 -100 Zoppola -12 -8 7 -5 -29 -15 -7 -69 Cordenons -98 -40 -15 -3 32 55 15 -54 San Quirino -17 -9 -6 -10 -6 -2 -2 -52 0Budoia -8 -15 -10 1 -2 -2 2 -34 Pravisdomini -3 -6 -9 -5 -3 2 -5 -29 Sesto al Reghena -1 -5 -3 -6 -6 10 -3 -14 Prata di Pordenone -6 -15 -14 -12 22 -1 30 4Polcenigo -12 -2 -5 12 4 -2 9 4Montereale Valcellina -3 -5 3 0 -6 10 11 10Chions 9 -4 -3 7 1 1 2 13Casarsa della Delizia -3 12 10 -4 2 -2 4 19Spilimbergo 5 16 -5 1 0 0 4 21Caneva -1 2 8 13 1 0 -1 22Aviano 3 -9 -11 -19 14 16 29 23San Vito al Tagliamento 15 -1 -10 1 12 16 4 37Sacile 13 19 -4 10 7 0 3 48Brugnera 8 10 7 7 12 4 12 60Maniago 3 7 16 0 10 23 12 71Pasiano di Pordenone 7 19 6 10 2 25 17 860Altro prov. Pordenone -8 20 20 19 11 13 18 93Altro FVG 30 38 33 6 8 2 28 145Veneto 2 30 47 42 -1 22 50 192Altro Italia 66 151 230 205 80 73 94 899Estero 576 656 831 951 583 536 359 4.4920Totale 278 533 871 1.168 687 740 603 4.880

Saldo tra iscritti e cancellati per trasferimento di residenza nel comune di Pordenone per anno ed area di immigrazione/emigrazione Area

17

+434

Saldo tra iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza nel comune di Pordenone, 2005 – 2011

-1.282

+4.492

+1.091+145

Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Pordenone.Note: il saldo non considera le persone “irreperibili”

APPROFONDIMENTO: DINAMICA ISCRIZIONI-CANCELLAZIONI NEL COMUNE DI PORDENONE

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0-34 35-64 65+ Totale 0-34 35-64 65+ Totale 0-34 35-64 65+ Totale

Sistema PN + Azzano Decimo 2.372 1.661 204 4.237 3.163 2.157 199 5.519 -791 -496 5 -1.282

Altro prov. Pordenone 1.407 887 112 2.406 1.072 762 138 1.972 335 125 -26 434

Altro FVG 441 244 58 743 307 243 48 598 134 1 10 145

Veneto 680 390 92 1.162 505 393 72 970 175 -3 20 192

Altro Italia 1.879 700 165 2.744 1.202 560 83 1.845 677 140 82 899

Estero 3.108 1.378 101 4.587 44 47 4 95 3.064 1.331 97 4.492

Totale 9.887 5.260 732 15.879 6.293 4.162 544 10.999 3.594 1.098 188 4.880

AreaIscritti Cancellati Saldo

Saldo tra iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza nel comune di Pordenone per classe d’età, 2005 – 2011

18

Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Pordenone.Note: il saldo non considera le persone “irreperibili”

APPROFONDIMENTO: DINAMICA ISCRIZIONI-CANCELLAZIONI NEL COMUNE DI PORDENONE

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L’emergenza di una visione di sistema

19VALUTAZIONI DI SCENARIO

Aumento dei fattori di pressione demografica

Crisi economica e trasformazioni strutturali dell’economia

Spending review

Piano di Governo del Territorio del FVG

Geometrie territoriali- amministrative variabili

Fat

tori

inci

dent

i

NECESSITÀ DI UNA VISIONE INTEGRATA

Superamento dei confini amministrativi

Adozione di un approccio inter-settoriale

Ricorso al partenariato pubblico-privato

TRASFORMAZIONI STRUTTURALI E FATTORI DI CONTESTO

1

2

3

Esempi che implicano l’adozione di visione e azione integrata: Patto dei Sindaci Partenariato “Città e comunità intelligenti” Social Housing

TEMIEMERGENTI

Sistema delle reti lunghe

Viabilità e connessioni nel sistema urbano

Bacino di riferimento della città contemporanea

Sviluppo commerciale e sviluppo urbano

Disegno delle aree produttive

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Elementi salienti dell’analisi del sistema produttivo: la provincia di Pordenone

20

Vocazione produttiva: la provincia di Pordenone fa parte del “Club dei 15”, le province più industrializzate d’Italia. Rispetto a questo insieme la provincia di Pordenone si colloca tra le prime in termini di vocazione all’export e dinamica manifatturiera, infatti, sono presenti ben tre distretti produttivi: termoelettromeccanica, mobile del Livenza, coltello di Maniago.

Esportazioni: i principali partner commerciali sono Germania e Francia, con un peso complessivo dell’UE15 del 51,8% sulle esportazioni totali della provincia di Pordenone. Tuttavia nel ventennio analizzato si osserva una chiara tendenza all’incremento del peso delle esportazioni verso i paesi UE di nuova adesione e verso i paesi extra UE27. Rispetto alla composizione merceologia il primo settore risulta la meccanica, seguita dal legno-arredo e dall’elettronica/elettrodomestici. Mentre il primo appare in espansione, gli altri due settori vedono una progressiva perdita di peso nel complesso delle esportazioni di manufatti. Tuttavia i mobili nel 2011 rimangono il primo comparto per valore delle esportazioni.

Ricchezza: nonostante le buone performance produttive in termini di ricchezza procapite, la provincia di Pordenone fa fatica a tenere il passo sia rispetto al resto della regione che al “Club dei 15”. Ciò è spiegabile con il minor peso del settore immobiliare, che prima della crisi ha conosciuto forti variazioni, e con la recessione economica che ha colpito principalmente il commercio mondiale ed i settori industriali ad esso connessi. La composizione settoriale osservata in un intervallo decennale conferma, sul piano della ricchezza prodotta, la progressiva terziarizzazione dell’economia provinciale: il peso del valore aggiunto nei servizi è passato dal 57,5% del 2000 al 65,1% del 2010.

Mercato del lavoro: l’occupazione provinciale ha risentito degli effetti della crisi economica, però i principali indicatori segnalano livelli migliori rispetto al resto della regione o alle altre province parimenti industriali. Tra il 2008 e il 2010 si osserva un calo dell’occupazione del 5,8% che accomuna tutti i principali settori. Nel 2011 si registra un ritorno alla crescita, trainata dal comparto industriale. Tuttavia i segnali di uso di ammortizzatori sociali nei primi mesi del 2012 richiedono comunque di mantenere un attento monitoraggio e suggeriscono prudenza nelle valutazioni.

VALUTAZIONI DI SCENARIO

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Elementi salienti dell’analisi demografica

Il sistema territoriale pordenonese ha oggi circa 60 mila addetti e 150 mila abitanti. Vi risiede il 47% della popolazione provinciale e vi lavora il 53% degli addetti della provincia.

Il principale driver della crescita demografica è la domanda di lavoro. Questo spiega l’aumento di popolazione del sistema, passato negli ultimi cinquant’anni dai 75 mila abitanti del 1961 ai 127 mila del 2011.

Tuttora il sistema territoriale pordenonese presenta un rapporto addetti su popolazione (39 ogni 100 abitanti) tra i più elevati nel Nordest, con Pordenone primo tra i capoluoghi con un valore analogo a Padova (46).

Il sistema pordenonese ha attratto popolazione (e continua a farlo anche nel 2011). La distribuzione e ri-distribuzione della stessa all’interno del sistema è il risultato dell’interazione tra domanda e caratteristiche dell’offerta abitativa e delle politiche urbanistiche – residenziali attuate dai singoli comuni.

21VALUTAZIONI DI SCENARIO

La presenza, all’interno del sistema, di comuni a forte caratterizzazione residenziale e di altri che mantengono tuttora un prevalente profilo “produttivo”, sostanzia una elevata interdipendenza funzionale tra i punti del sistema ed un elevato grado di mobilità interna.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Elementi salienti dell’analisi demografica

L’analisi dei dati dell’anagrafe comunale ha evidenziato la fluidità del sistema. E’ presente una forte immigrazione dall’esterno del sistema verso Pordenone, ed al contempo un importante flusso di trasferimenti da Pordenone verso gli altri comuni del sistema. A Pordenone si trasferisce popolazione dall’estero, ma anche dal resto della provincia e dal resto d’Italia.

Pordenone perde popolazione giovane (under 35) verso i comuni di cintura (quasi -800 tra 2005 e 2011), mentre attrae popolazione giovane dal resto del territorio provinciale (+330), regionale (+130), dall’Italia (+850) e, in misura assai rilevante, dall’estero (oltre +3.000).

Il comune di Pordenone presenta la più elevata percentuale di stranieri rispetto agli altri capoluoghi di Veneto e Friuli Venezia Giulia: circa il 16% rispetto alla popolazione residente.

22VALUTAZIONI DI SCENARIO

Considerando i soli ultimi tre anni (dal 2009 al 2011) a Pordenone vi sono stati - tra iscrizioni e cancellazioni - oltre 11 mila trasferimenti di residenza. Le iscrizioni sono state oltre 6.500 e le cancellazioni circa 4.500. Di conseguenza, solo nel brevissimo intervallo di tre anni, il movimento ha interessato una quota equivalente a circa il 20% della popolazione.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Fattori di pressione demografica

23

2032

Sulla base dell’ipotesi tendenziale, si stima per Pordenone una crescita di quasi il 7% nei prossimi 20 anni, per il sistema nel complesso di oltre il 10%: Pordenone tra 20 anni potrebbe attestarsi sui 55 mila abitanti con il sistema a quota 140 mila abitanti.

L’ipotesi naturale, invece, indica da qui ai prossimi 20 anni delle flessioni sia per Pordenone (-6%) sia per il sistema (-4%): nel 2032 il capoluogo supererebbe di poco i 48 mila abitanti, con il sistema poco sotto quota 122 mila abitanti.

Prudenzialmente è possibile ipotizzare una sostanziale tenuta nel tempo della popolazione complessiva del comune di Pordenone e una leggera crescita di quella del sistema.

VALUTAZIONI DI SCENARIO

La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) di Pordenone è destinata a calare sia in ipotesi naturale, passando da 33 mila abitanti nel 2012 a 27 mila nel 2032, sia, meno drasticamente, in ipotesi tendenziale (32 mila nel 2032).

La popolazione in età lavorativa del sistema (82 mila nel 2012) è destinata a calare di qui a 20 anni in ipotesi naturale (69 mila), mentre in ipotesi tendenziale si prevede una crescita nei prossimi 10 anni (84 mila nel 2022) e successivamente un leggero calo (83 mila nel 2032).

2012 2022

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Fattori di pressione demografica

Popolazione 6-10 anni: in crescita nei prossimi 5 anni, a Pordenone passa da 2.050 nel 2012 a circa 2.450 nel 2017; nel sistema da circa 5.800 a quasi 6.300.

24

2012 20322022

Popolazione 11-13 anni: in crescita nei prossimi 10 anni, a Pordenone passa dai 1.200 del 2012 ai quasi 1.500 del 2022; nel sistema da 3.350 ad oltre 3.700.

VALUTAZIONI DI SCENARIO

Tali stime applicate si riferiscono all’ipotesi naturale e sono dunque il risultato dell’evoluzione demografica della popolazione attuale.

Popolazione over 65: in crescita continua nei prossimi anni a Pordenone e nel sistema con conseguente aumento degli utenti potenziali dei presidi socio-assistenziali e sanitari. A Pordenone si passa da 11.800 a circa 15.600 nei prossimi 20 anni, mentre nel sistema si passa dai 27 mila del 2012 ai quasi 39 mila del 2032.

Popolazione 14-18 anni: in crescita nei prossimi 10 anni, a Pordenone in aumento da 2.000 nel 2012 a circa 2.250 nel 2022; nel sistema da 5.300 ad oltre 6.000.

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La necessità di una visione integrata

25VALUTAZIONI DI SCENARIO

1

3

SUPERAMENTO DEI CONFINI AMMINISTRATIVIGli insediamenti produttivi, la domanda di servizi (pubblici e privati), le strutture commerciali, le infrastrutture di trasporto, ma anche le scelte residenziali degli abitanti e dei lavoratori sostanziano di fatto una rete densa e materiale che non vede i (e non ragiona per) confini. Il tradizionale approccio alla programmazione del territorio e dei servizi pubblici incardinato sulla sostanziale legittimazione del comune a rappresentarsi e ad agire come “isola” rispetto a ciò che lo circonda non consente più di fare i conti con un sistema economico e relazionale complesso e diffuso sul territorio.

ADOZIONE DI UN APPROCCIO INTER-SETTORIALELe grandi sfide delle città e del territorio quali il rinnovamento urbano, la riqualificazione energetica e l’informatizzazione del trasporto pubblico locale richiedono una programmazione al contempo sovra-comunale e inter-settoriale strutturata e integrata. I progetti che riguardano questi ambiti necessitano inoltre competenze specializzate, risorse finanziarie e dotazione tecnologica che non sempre i comuni, in particolar modo quelli di minori dimensioni, sono in grado di attivare in modo efficiente da soli. L’ottica inter-settoriale si coniuga quindi quasi necessariamente con l’adozione di una prospettiva di area vasta, nella definizione delle politiche pubbliche, nella progettazione degli interventi e nella definizione dei bacini di domanda/utenza.

RICORSO AL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATOPartenariato pubblico-privato significa attivazione congiunta per il raggiungimento di un interesse reciproco: il soddisfacimento di un bisogno della collettività rispetto al quale l’ente pubblico non è in grado di rispondere efficientemente attraverso un servizio che può invece essere fornito da o con la collaborazione di un privato, il quale a sua volta trova in tale attività equa remunerazione per il proprio investimento. Remunerazione spesso possibile solo aggregando la domanda, e di conseguenza programmando il servizio o dimensionando l’intervento, su bacini di utenza ampi.

2

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Il Patto dei Sindaci

26VALUTAZIONI DI SCENARIO

Iniziativa dell’Unione Europea che si colloca all’interno del pacchetto comunitario sul clima e sull'energia i cui obiettivi sono, entro il 2020, ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, aumentare del 20% il risparmio energetico e portare al 20% la produzione energetica da fonti rinnovabili.

Con la sottoscrizione del Patto dei Sindaci le amministrazioni comunali assumono un impegno formale nei confronti dell’Unione Europea. In particolare, i Comuni che sottoscrivono il Patto si assumono l’impegno di:

preparare un inventario delle emissioni (baseline) come punto di partenza per le successive azioni;

presentare entro un anno un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes);

adattare le strutture della città, inclusa l’allocazione delle risorse umane;

presentare, su base biennale, un Rapporto sull’attuazione del Piano d’Azione.

Il Patto dei Sindaci riguarda azioni di livello locale. Nel Paes si prevede che gli enti prendano provvedimenti riguardanti funzioni assegnate loro istituzionalmente (servizi e pianificazione) in settori quali:

Il punto di forza del Patto dei Sindaci è quello di stimolare le amministrazioni a concepire un PERCORSO STRUTTURATO per il risparmio energetico, con il sostegno tecnico e finanziario dell’Unione Europea e con la possibilità di accedere alle esperienze messe in atto a livello comunitario.

Soltanto una manciata di comuni del Friuli Venezia Giulia vi ha fino ad oggi aderito, tra cui, ad ora unico nella provincia di Pordenone, il comune di Spilimbergo.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Partenariato “Città e comunità intelligenti”

27VALUTAZIONI DI SCENARIO

SMART CITY = città in cui l’innovazione tecnologica contribuisce in modo determinante al miglioramento di aspetti quali la mobilità, l’ambiente, il turismo, la cultura, l’economia della conoscenza e

della tolleranza, le trasformazioni urbane.

Richiede progettualità multisettoriale e di lungo periodo. Emblematico l’approccio dell’Unione Europea.

L’iniziativa “Smart Cities and Communities” (“Città e Comunità Intelligenti”) fa capo al Piano strategico per le Tecnologie Energetiche (Set), il cui obiettivo è accelerare lo sviluppo di una nuova serie di tecnologie a bassa emissione di carbonio. A luglio 2012, l’Unione Europea ha stanziato 365 milioni euro per la Smart Cities & Communities European Innovation Partnership (SCC), una cifra nettamente superiore agli 81 milioni stanziati per il 2012. L’iniziativa, nel 2012, copriva due soli settori (trasporti ed energia), e i progetti dimostrativi finanziati potevano essere riferiti a uno solo di questi. A partire dal 2013, al campo dell’energia e dei trasporti si è aggiunto quello delle ICT; inoltre, i progetti dimostrativi dovranno riguardare tutti e tre i settori, in considerazione del fatto che i servizi e le catene del valore di tali settori stanno oggi convergendo.

Non è però soltanto sull’incremento di budget – per quanto sostanziale – che va appuntata l’attenzione, ma anche sullo strumento scelto. Ai bandi emanati nell’ambito della SCC potranno partecipare consorzi che riuniscano aziende operanti nei tre settori e almeno due città. L’obiettivo è quello di finanziare progetti ad alto impatto, appetibili per il mercato e potenzialmente replicabili.

Se dunque l’impostazione generale è quella di dare vita a una serie di progetti dimostrativi (la partnership sarà pienamente operativa sotto “Orizzonte 2020”, il nuovo programma quadro di ricerca e innovazione che sarà sviluppato nell’ambito del prossimo ciclo di programmazione 2014-2020), dall’altro è evidente la necessità di adottare una visione integrata.

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Social Housing

28VALUTAZIONI DI SCENARIO

SOCIAL

attività di sviluppo e gestione immobiliare …

… con oggetto l’insieme di alloggi e servizi rivolti a coloro che non riescono a soddisfare sul mercato (per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata) il proprio bisogno abitativo.

HOUSING

OBIETTIVIfornire soluzioni al disagio abitativo tramite interventi immobiliari coordinatirealizzare di un contesto abitativo e sociale dignitosocreare un’offerta abitativa sostenibile, assegnando un titolo di preferenza alla locazione a medio-lungo termine.

STRUMENTI

I fondi immobiliari chiusi sono un possibile strumento per valorizzare e incrementare l’offerta abitativa sul territorio. Tali fondi immobiliari potranno essere costituiti mediante la partecipazione di soggetti pubblici e privati. Sono state recentemente sperimentate iniziative che hanno prevalentemente utilizzato il fondo comune di investimento immobiliare come strumento per l’implementazione di progetti locali.

DESTINATARI - I soggetti destinatari di tali unità abitative sono individuati tra i “soggetti svantaggiati” che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato:

nuclei familiari a basso reddito, anche mono-parentali o mono-reddito;

giovani coppie a basso reddito;

anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate;

studenti fuori sede;

soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio;

immigrati regolari a basso reddito che soddisfino alcuni criteri di residenza.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Il partenariato pubblico privato

29VALUTAZIONI DI SCENARIO

Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio Nazionale Project Financing (ottobre 2011).

La domanda di partenariato pubblico privato è fortemente aumentata in questo decennio, anche in Friuli Venezia Giulia. Nell’intero periodo 2002-2010 sono state indette 191 gare di partenariato pubblico-privato e il valore complessivo del mercato, ovvero l’ammontare degli importi messi in gara, si attesta a quota 1.328 milioni. Si è passati da 9 gare per un ammontare di 9 milioni di euro del 2002 a 61 gare per 1.041 milioni nel 2010.

I dati sul numero di gare non rendono però conto del sostanziale fallimento di questo strumento se misurato sulla percentuale di gare che trovano aggiudicazione. Nonostante infatti il numero di aggiudicazioni sia cresciuto nel tempo (dalle 5 del 2002 alle 11 del 2010 per un importo passato da 10 milioni di euro a 43), soltanto il 26% in numero e il 15% in importo delle gare pubblicate tra 2002 e 2010 in Friuli Venezia Giulia ha trovato aggiudicazione (nel 2010 il 18% in numero e il 4% in importo).

È un dato che testimonia la presenza di problemi nell’iter procedurale che ostacolano il corretto uso di uno strumento ricco di potenzialità e la difficoltà nel creare progetti di partenariato realmente sostenibile per il privato. È perciò essenziale che le amministrazioni trovino le modalità con cui garantire l’incontro tra la domanda pubblica e la disponibilità dei privati, avviando un percorso di riflessione sulle possibilità di miglioramento dell’iter ma anche su come recepire più efficacemente le manifestazioni di interesse dei privati. Significa, cioè, sia creare le condizioni in base alle quali l’investitore privato possa ravvisare il proprio interesse, sia rimuovere dal processo i colli di bottiglia di carattere burocratico.

Bandi di partenariato pubblico-privato e aggiudicazioni, FVG

Bandi Agg. % agg.

Tot. '02-10 191 49 25,72010 61 11 18,0Gen-Ago '11 41 8 19,5

PeriodoNumero

Bandi Agg. % agg.

Tot. '02-10 1.328 205 15,42010 1.041 43 4,1Gen-Ago '11 412 10 2,4

PeriodoImporti (milioni €)

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Sistema delle reti lunghe

30VALUTAZIONI DI SCENARIO

A23

A4

A27

A28

Rete autostradale esistenteAutostrade in progetto

Ferrovia

Capoluoghi di provincia

Interporti di secondo livello

Hub interportuali/interporti principali

Interporti da sviluppare

BG

1 Superstrada Pedemontana Veneta2 Nuova Romea3 Valdastico Sud4 Cremona-Mantova-Mare5 Tibre Nogarole Rocca-Parma6 Cispadana7 Cimpello-Sequals-Gemona

1

2

34

5

6

7

Nella configurazione attuale il pordenonese, sconta un collo di bottiglia nelle reti lunghe di tipo autostradale, con i flussi di mobilità costretti a “piegare” a sud verso la A4 per completare l’attraversamento est-ovest del nord Italia.

L’ipotesi di una direttrice alta lungo la fascia pedemontana rafforzerebbe il posizionamento del sistema pordenonese.

I nodi definiti dall’intersezione di corridoi funzionano come hub e costituiscono “luoghi” caratterizzati da un vantaggio competitivo.

L’assetto delle reti lunghe nel Nord Est - in via di definizione con la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta – fa emergere una “articolazione alta” del Corridoio V e dell’Adriatico - Baltico che insiste sulla direttrice Pordenone – Tarvisio, lungo l’asse della ipotizzata Cimpello- Sequals – Gemona.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Viabilità e connessioni nel sistema urbano

La viabilità interna al sistema urbano, anche nei casi di città di medie dimensioni, si sviluppa solitamente in una logica di anello (o semi anello) esterno alla conurbazione più stretta, a collegamento della cintura allargata.

Così succede, ad esempio, nei casi di Padova (con il GRA), Treviso (con la tangenziale sud e l’ipotesi di tangenziale nord), Udine, ed in via di definizione a Vicenza.

Pordenone, invece, non ha un sistema di questo tipo, ma è la Pontebbana a svolgere questa funzione. Va pertanto definito un efficiente sistema di viabilità di attraversamento e connessione veloce all’interno del sistema.

31VALUTAZIONI DI SCENARIO

PD

A4A4

A13

Autostrade

G.R.A. di Padova

Rete stradale

SS 13 Pontebbana

Autostrada

PNSS13

A28

Area metropolitana

di Padova

Sistema territoriale di Pordenone

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Il bacino di riferimento della città contemporanea

Le politiche per la città non possono limitarsi a considerare come riferimento i propri residenti, ma guardare ad un bacino nei fatti ben più ampio di quello definito dai cittadini inurbati.

Oggi il centro della città contemporanea è sempre più il centro “da vivere” per una comunità non solo definita dai suoi cittadini storici e residenti, ma da quanti, indipendentemente che risiedano nel centro storico, piuttosto che nelle aree “periferiche” della città o nei comuni di cintura, vi si riconoscono come cittadini o comunque riconoscono il centro storico come luogo pubblico comune del sistema: in essa trovano risposta ai bisogni di servizi, non solo intesi come servizi essenziali, bensì rispondenti alle domande di loisir, di tempo libero, di acquisto, di esperienze culturali.

Una città capoluogo non è dunque solamente la città dei residenti, ma anche quella dei city users provenienti dai comuni più vicini e non solo.

32

Centro città

Poli di attrazione urbana

Comuni limitrofi

Domanda espressa dalle periferieAttrazione esercitata dalle polarità

Quartieri periferici (anche in comuni di cintura)

Fonte: elaborazione Tolomeo Studi e Ricerche

VALUTAZIONI DI SCENARIO

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Sviluppo commerciale e sviluppo urbano

Il forte sviluppo della mobilità a scala metropolitana e delle relazioni su reti lunghe ha generato delle opportunità per l’insediamento di grandi agglomerati commerciali (outlet, centri commerciali) e della grande distribuzione (iper store), specie nei luoghi ad alta accessibilità posti ai margini dei centri urbani, determinando lo spostamento dei principali luoghi di acquisto dal centro alla periferia.

33VALUTAZIONI DI SCENARIO

Le opportunità di sviluppo del commercio tradizionale si legano soprattutto al recupero della dimensione urbana del periurbano: lo sviluppo di sistemi di mobilità e di connessioni urbane in grado di collegare efficacemente il capoluogo, le periferie urbane ed i comuni di cintura, favorendo l’integrazione funzionale tra centro e periferia, può generare degli spazi per il commercio tradizionale.

La programmazione degli insediamenti commerciali si lega sempre più ad una prospettiva di sviluppo urbano e di riqualificazione del territorio.

Grandi polarità commerciali Commercio di vicinato

Le grandi superfici commerciali individuano delle vere e proprie polarità, in grado di attrarre flussi di mobilità su scala interregionale. Perciò, la programmazione di tali superfici rende necessaria un’azione coordinata, in un’ottica di area vasta.

Si tratta di continuare il processo di disegno urbano anche in periferia, programmando un sistema della mobilità (e dell’arredo urbano) funzionale a mettere in relazione la residenza con la funzione commerciale di vicinato.

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STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE

Disegno delle aree produttive

34VALUTAZIONI DI SCENARIO

La domanda di fabbricati per attività produttive, logistiche, terziarie, commerciali prosegue, ma ha caratteristiche diverse rispetto al passato e richiede nello specifico:

elevata accessibilità, localizzazione presso i grandi assi viari;maggiori dimensioni, lotti più grandi;maggiore dotazione di servizi alle imprese ed alle persone.

La progettazione di aree produttive, logistiche e terziarie deve anche tenere conto del quadro infrastrutturale che si sta componendo, identificando, nel disegno territoriale in fieri, i punti nodali in cui si stanno generando nuovi differenziali competitivi.

Contestualmente, proprio per le mutate esigenze dei settori e delle aziende si liberano spazi. Non sempre questi sono ancora funzionali o compatibili con funzioni produttive. Da qui la necessità/opportunità di attivare processi di riutilizzo dei “vuoti urbani” attraverso rinnovamento edilizio e ridestinazione funzionale.