Noi del Torricelli€¦ · MEMENTO Memorie in Movimento 3 La Musica dei giovani di oggi Diversi...
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Noi del Torricelli
Numero 2 4 - 2019
Mensile di Storia, Cultura e Tempo Libero - Ideato e Realizzato dagli Studenti del Municipio 5 - Milano
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L’Istituto Evangelista Torricelli ha sede in via
U. Dini 7, a Milano. Al suo interno raggruppa
diversi indirizzi di studio, come il liceo scien-
tifico e l’istituto tecnico. Il liceo a sua volta è
suddiviso in altre
sottocategorie come
il liceo scientifico
sportivo, dotato di
una sola sezione (ed
è per questo motivo
che è a numero
chiuso), il liceo
scientifico scienze
applicate a indirizzo
motorio e il liceo
scienze applicate.
Anche l’istituto tec-
nico comprende
diverse sottocatego-
rie come meccani-
ca, meccatronica,
informatica e chi-
mica. Fino a diversi
anni fa il Torricelli era un istituto ad indirizzo
industriale, dove si privilegiavano i lavori ma-
nuali e tecnici, dotato di ottimi mezzi da lavo-
ro, come ad esempio il tornio. Oggi invece il
Torricelli appoggia la crescita dello sport e
sostiene coloro che lo praticano. Ci sono stati
alcuni casi di ragazzi che praticavano, e prati-
cano tutt’ora sport, a livello europeo e la scuo-
la gli ha permesso di studiare a casa per poi
dare gli esami. Tut-
to questo per per-
mettere ai ragazzi
di coltivare la loro
passione e contem-
poraneamente di
portare avanti gli
studi.
Noi siamo la 3°
CLSAM, ovvero il
Liceo Scientifico a
Indirizzo Motorio.
La differenza ri-
spetto allo scientifi-
co tradizionale è
che non studiamo il
latino, abbiamo due
ore a settimana di
informatica e abbia-
mo a disposizione tre ore di educazione fisica
di cui due ore pratiche e un ora teorica.
Molti hanno un’idea sbagliata di questo indi-
rizzo, pensano che si studi poco o addirittura
nulla… non è così!!
M E M E N T O
2 Memorie in Movimento
Musica: dai ‘70-’80 ad oggi.
Testi e contenuti delle canzoni: cosa è cambiato il oltre 40 anni.
Dagli anni ‘70/’80 ad oggi si è assistito a un particolare e progressivo cambiamento della
musica e del messaggio che essa vuole trasmettere. La più grande differenza riguarda l’u-
tilizzo della tecnologia. Fino a poco tempo fa, non si disponeva di tutti gli strumenti e delle
attrezzature che al giorno d’oggi sono diventate indispensabili: muri insonorizzati, compu-
ter ecc..). La qualità del suono, infatti, era decisamente inferiore. Questo è anche dovuto
all’evoluzione dei mezzi di diffusione. Oggi è possibile ascoltare qualsiasi cosa su uno
smartphone, con delle cuffie o con una cassa, cosa che prima non si poteva fare, perché
l’unico modo per poter ascoltare musica era coi giradischi o i mangiadischi (strumenti che
non garantivano di certo le stesse prestazioni delle attrezzature moderne). Ultimamente pe-
rò si è perso il gusto di fare musica. Mi spiego meglio. Un tempo chi faceva musica, lo fa-
ceva perché aveva qualcosa da dire, perché voleva trasmettere un messaggio. Oggi, salvo
rare eccezioni, questo modo di pensare si è un po' perso. Oggi quasi tutti fanno musica
semplicemente perché è di moda e perchè “fa figo”. Ma senza volere trasmettere nulla. I
testi delle canzoni di oggi sembrano la fotocopia uno dell’altro: tutti parlano degli stessi
argomenti (droga,alcool,soldi) come se fossero le cose più importanti del mondo. Non sto
criticando questo nuovo modo di fare musica perché piace anche a me, ma se ci si ferma a
riflettere su ciò che si ascolta, quello che rimane di una canzone è ben poco.
Negli anni ‘70/80 c’erano canzoni che parlavano ad esempio della guerra, della pace, della
fame nel mondo, ecc… Tutti argomenti che comunque hanno un significato profondo.
E’ un peccato che alle evoluzioni tecnologiche non siano conseguite anche l’evoluzione dei
testi, salvo in rare eccezioni di cantanti provenienti da quei tempi.
(Peli Federico)
M u s i c a & C u l t u r a
P R I M A
D O P O
M E M E N T O
3 Memorie in Movimento
La Musica dei giovani di oggi
Diversi sono i motivi per cui ognuno di noi
fa partire una canzone. Ma, per molti il fine
è lo stesso: sentirsi leggeri, lontani dai pro-
blemi, intoccabili. Quando la musica inizia,
quasi come se ogni parte del corpo rispon-
desse alle parole del cantante, iniziamo a
ballare e a cantare, senza neanche accorger-
sene. Ascoltare la musica ci fa sentire libe-
ri. Questo concetto si riflette ancora di più
nei ragazzi, che ritrovano nella musica il
desiderio di indipendenza. Per molti ragaz-
zi, la musica rappresenta un rifugio, un
mondo dove è più facile affrontare i proble-
mi ed i conflitti tipici dell’adolescenza, vin-
cere quel senso di inadeguatezza che fa
sentire estranei a tutto e a tutti. Gli adulti,
genitori compresi, non ascoltano veramente
quello che hanno da dire i ragazzi: si limi-
tano a “sentire”.
La musica ha il potere di unire e rendere
spensierati. Per molti ragazzi, la musica
rappresenta anche una via per affermarsi e
realizzare i propri sogni. Alcuni adolescenti
tentano di sfondare nel campo musicale,
spinti dal sogno di potercela fare, seguendo
le orme del proprio artista preferito.
Tutto questo è alla base di molte canzoni
del genere musicale più ascoltato dai ragaz-
zi di oggi: il rap.
Il rap e il trap, un suo sottogenere, stanno
spopolando tra i ragazzi, e anche tra gli
adulti sono in molti che ne hanno ascoltato
almeno un brano. Come in passato, anche
gli artisti rap e trap diventano idoli da se-
guire: i testi delle loro canzoni parlano del-
la vita di tutti i giorni, molto spesso ingiu-
sta e sbagliata. E gli adolescenti si ricono-
scono.
Anche il ritmo è coinvolgente.
Ma per quale motivo un ragazzo inizia ad
ascoltare rap? Le motivazioni non sono le
stesse per tutti, ma si possono riassumere in
tre categorie: ritmo, testo e moda.
Il ritmo è indubbiamente alla base del suc-
cesso di una canzone: una buona base e una
buona fluidità del sound e degli strumenti
fanno il loro “sporco lavoro”. Le canzoni
ritmate sono spesso le più popolari. Creare
un beat innovativo e orecchiabile non è fa-
cile.
Ma ancora più difficile è la creazione di un
testo incisivo e coinvolgente. Molte canzo-
ni parlano delle stesse cose e molti brani
sono monotoni. Un testo originale, capace
di portare una ventata d’aria nuova, è sem-
pre ben visto agli occhi dei ragazzi. Ultima-
mente, però, le parole di molti brani di suc-
cesso parlano di “argomenti pesanti”: dro-
ghe, uso di sostanze stupefacenti, politica,
donne e soldi. Per molti adulti questo è un
segnale di come l’interesse dei ragazzi
(maggiori ascoltatori di questo genere) si
sia distorto e che tutto ciò implichi un mo-
do di pensare sbagliato. Il divertimento e i
valori di una volta sono cambiati.
Ma, allora, se questi valori sono così sba-
gliati, perché il rap è cosi popolare tra i gio-
vani? La moda. Ormai questo genere si è
diffuso talmente tanto che alcuni ritornelli
sono conosciuti da tutti, alcune frasi vengo-
no utilizzate come didascalie di foto sui
social, alcune canzoni passano per radio.
L’amico lo fa ascoltare ai suoi amici; ad
alcuni di loro piace e anche loro ne parlano
ad altri amici, e la cultura rap si espande
velocemente: a macchia d’olio. (Pignotti Lorenzo)
Rap e Trap sono i generi più ascoltati dai giovani di oggi, nonostante
la “pesantezza degli argomenti e dei testi. Perché?
M u s i c a & C u l t u r a
M E M E N T O
4 Memorie in Movimento
Dalla Genetica all’Astrofisica: Ripercorriamo i traguardi raggiunti dai ricercatori nel 2018 ed
Negli ultimi decenni la scienza ha fatto degli
enormi progressi, rendendosi protagonista di
vere e proprie rivoluzioni.
Uno dei settori in cui si stanno investendo
più denaro e risorse è sicuramente la nano-
medicina. L’applicazione delle nanotecnolo-
gie in campo medico sembra non essere più
un sogno lontano, ma una realtà e sta susci-
tando grande interesse sia tra i ricercatori,
sia tra i pazienti affetti da malattie degenera-
tive come l’Alzheimer e il Parkinson, che
sperano di migliorare la loro qualità di vita
grazie alla medicina rigenerativa.
La nanomedicina viene inoltre ritenuta fon-
damentale per la cura del cancro: attraverso
speciali sensori nanotech si potrebbero iden-
tificare le cellule malate e trasportare i far-
maci chemioterapici direttamente al tessuto
tumorale, riducendo così anche i pesanti ef-
fetti collaterali delle terapie.
Un’altra potenziale cura per le malattie neu-
rodegenerative potrebbe arrivare dal recen-
tissimo successo ottenuto nell’utilizzo di si-
napsi artificiali, memorie artificiali in grado
di far dialogare tra loro i neuroni. Lo studio
è stato condotto dal Cnr - Imem (Istituto dei
materiali per l’elettronica e il magnetismo)
nell’ambito del progetto internazionale
“Madalena”, finanziato dalla provincia di
Trento, in collaborazione con l’università
russa di Kazan e l’Istituto francese di Neuro-
biologia del Mediterraneo (Inmed).
Obiettivo del progetto: la realizzazione di
reti neurali in grado di memorizzare e impa-
rare con sinapsi artificiali. Il collegamento
tra neuroni è reso possibile da un memristo-
re, un dispositivo che, come le sinapsi natu-
rali, conserva la memoria della corrente pas-
sata al suo interno. Questo potrebbe signifi-
care che un domani si potranno ripristinare
le comunicazioni tra neuroni in persone che
hanno perso alcune funzionalità celebrali a
causa di malattie neurodegenerative o inci-
denti. A questi importanti successi in ambito
medico-scientifico si affiancano le scoperte
effettuate in campo astronomico. Il 2018 è
stato l’anno della missione del lander Insight
della Nasa: il 25 novembre, dopo un viaggio
di 145 milioni di km durato 205 giorni, il
lander è riuscito ad atterrare sul pianeta Mar-
te. Il team di scienziati e ingegneri riuniti
presso il Jet Propulsion Laboratory in Cali-
fornia, ha ricevuto una serie di dati che indi-
cavano il successo dell'operazione e un’im-
magine inviata dallo stesso InSight che mo-
strava l’orizzonte polveroso del pianeta Ros-
so. Nelle settimane successive sono stati di-
spiegati i pannelli solari ed è stato posiziona-
to un sismografo sulla superficie del pianeta,
che consentirà di ascoltare tutte le onde si-
smiche dalla superficie di Marte e dal suo
interno. Lo scopo principale della missione è
infatti misurare direttamente e con precisio-
ne i terremoti che si ipotizza avvengano sul
pianeta, probabilmente a causa degli sbalzi
di temperatura in alcuni periodi dell’anno.
Grazie a questa missione avremo inoltre la
possibilità di fare nuove interessanti scoperte
anche sulla formazione degli altri pianeti
interni del Sistema solare, Terra inclusa.
S c i e n z a & T e c n i c a
M E M E N T O
5 Memorie in Movimento
viaggio ai confini della Scienza.
Sempre nel 2018 è stato scoperto Farout, il
più lontano corpo celeste mai osservato fino
ad oggi nel nostro sistema solare (dista circa
18 miliardi di km). Autori della scoperta tre
astronomi statunitensi: Scott S. Sheppard,
David Tholen e Chad Trujillo, rispettivamen-
te della Carnegie Institution for Science,
dell'Università delle Hawaii e dell'Università
dell'Arizona Settentrionale. L'annuncio è sta-
to fatto dal Minor Planet Center dell'Unione
Astronomica Internazionale il 17 dicembre e,
oltre al diametro di 500 chilometri, sappiamo
che il pianeta ha un colore tendente al rosa,
cosa che suggerisce la presenza di ghiaccio.
La sua orbita non è ancora ben definita ma
sappiamo che impiega ben mille anni per
compiere una rivoluzione completa attorno al
Sole. Ci vorrà tempo per ottenere dati più
precisi e classificare con precisione Farout.
Al momento non è escluso che si possa trat-
tare di un gruppo di oggetti tenuti insieme
dallo stesso campo gravitazionale.
Il progresso scientifico comunque non si fer-
ma e le domande a cui rispondere sono anco-
ra molte. Tra le scoperte (e le discussioni)
che potrebbero animare il 2019 ci sarebbero
un’attesissima spedizione congiunta tra USA
e Inghilterra che studierà i ghiacciai dell’An-
tartide e le loro condizioni in conseguenza
del riscaldamento globale, la prima immagi-
ne mai realizzata di un buco nero e le ricer-
che in ambito di editing genetico. Su queste
ultime in particolare si divide l’opinione pub-
blica. Lo scorso novembre lo scienziato cine-
se He Jiankui ha annunciato in un video su
Youtube la nascita delle gemelle Lulu e Na-
na, frutto di un esperimento che ha coinvolto
sette coppie, nelle quali l’uomo risultava es-
sere positivo al virus dell’Aids. Gli embrioni
delle coppie sono stati geneticamente alterati
con lo scopo di sviluppare nel feto una resi-
stenza all’HIV. In particolare è stato disabili-
tato il gene che compone le proteine che per-
mettono al virus di penetrare nelle cellule.
Dal mondo scientifico sono arrivati elogi per
He Jiankui: chi potrebbe essere contrario a un
tale nobile proposito? Il pericolo è che ad un
certo punto si arrivi però ad utilizzare l’edi-
ting umano per scopi meno nobili e più mira-
ti a realizzare una specie umana migliorata,
superiore, in una logica che finirebbe per so-
migliare molto a quella nazista che ha portato
all’Olocausto. Servono quindi leggi chiare
che regolamentino l’editing genetico prima
che si sconfini nell’eugenetica. Alle discus-
sioni di carattere etico e morale si sono ag-
giunte negli ultimi anni quelle relative alla
cosiddetta singolarità. Secondo alcuni esperti
l’uomo sarebbe cioè vicino al punto in cui il
progresso tecnologico supererà di fatto le ca-
pacità di comprendere e prevedere dell’uomo
stesso e questo porterà all’avvento di una in-
telligenza superiore a quella umana. Nel
giro di pochi decenni le macchine saranno
quindi più intelligenti degli uomini e i soft-
ware diventeranno parte del nostro cor-
po.Questo processo, secondo l’ingegnere ca-
po di Google, Ray Kurzweil, è già iniziato:
gli elettrodi inseriti nel cervello dei malati di
Parkinson sono la prima applicazione di una
tecnologia che ci permetterà, in futuro, di po-
tenziare la nostra memoria e apprendere più
rapidamente.
Quale sarà dunque il confine tra scienza e fantascienza?
(Cucciarrè Matteo)
S c i e n z a & T e c n i c a
esploriamo gli obiettivi che ci attendono nel prossimo futuro.
M E M E N T O
6 Memorie in Movimento
I luoghi dello Sport Milanese Le trasformazioni delle Stadio San Siro e le immagini dei milanesi al
S t o r i a & T e r r i t o r i o
Milano è una città ricca di bellezze storiche ed architettoniche, tra cui molti edifici e costruzioni dedicate allo sport. A mio parere tra queste meraviglie abbia-mo lo stadio Giuseppe Meazza, denominato anche stadio di San Siro, o più comune-mente detto “San siro” per la sua locazione urbana. Lo stadio venne costruito nel 1925 da Alberto Cugini e finanziato interamente dal presidente Piero Pirelli. In seguito lo stadio venne inaugurato nel 19 settembre 1926 da un’amichevole tra Inter e Milan, diventando in seguito lo stadio da loro ado-perato per le partite in casa. Vicino allo stadio abbiamo un’altra bellez-za dedicata allo sport, ovvero l’ippodromo di San siro, costruito negli anni 20 per so-stituire il passato ippodromo “Trotter” di viale Padova. L’ippodromo venne costruito insieme allo stadio Meazza e al Pallido, detto anche cit-tadella sportiva di Milano. Oltre ad essere una magnifica struttura, vi hanno posizionato proprio all’ingresso una statua che rappresenta un cavallo imbizzar-rito, disegnato dal celeberrimo artista Leo-nardo Da Vinci.
Già citato prima vi è anche il Palalido di Milano, una struttura inizialmente creata per essere un palazzetto dello sport e poi utilizzata dall’Olimpia Milano durante le sue gare interne. Alle periferie di Milano abbiamo l’Idrosca-lo, meta attuale di diversi sportivi che prati-cano canottaggio, rugby, tennis e calcio. Esso venne inaugurato Il 28 ottobre del 1930, tre anni dopo il primo annuncio del suo progetto da parte del Commissario Straordinario della Deputazione Provincia-le. Creato inizialmente come aeroporto per idrovolanti, dopo diversi incidenti, divenne semplicemente un luogo dove trascorrere il tempo libero. Infatti è conosciuto anche con il nome di “mare di Milano”. Nei dintorni di porta Venezia vi è la Cozzi , concepita dall’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi. E’stata la prima piscina coperta in Italia e, per diverso tempo, una delle più grandi piscine coperte d’Europa, oltre che un notevole esempio di tecnologia d’avan-guardia per i tempi. Degna di nota anche la rapidità con la quale fu costruita la struttu-ra: 172 giorni di lavori, tra i quali ben 109 con condizioni meteo avverse.
M E M E N T O
7 Memorie in Movimento
tra passato e presente. bagno. Viaggio nella storia dello Sport e dello svago dei milanesi.
S t o r i a & T e r r i t o r i o
All’interno del Parco Sempione, sorge l’Are-na Civica Il progetto fu affidato, nel 1805 dalla Commissione di Pubblico Ornato, all'architetto Luigi Canonica, nell'ambito di un ampio progetto di ristrutturazione dell'a-rea, che prevedeva la realizzazione di un grande edificio civico per le feste, gli spetta-coli e le celebrazioni. Tale progetto andava a colmare parzialmente il vuoto lasciato dalla demolizione delle fortificazioni spagnole che avevano circondato il nucleo rinascimentale del Castello Sforzesco, sino agli abbattimenti ordinati da Napoleone nel 1800. Durante la Repubblica Cisalpina ed il Regno d’Italia l'Arena ospitò prevalentemente corse di ca-valli e giochi pirotecnici. Come ho scritto in queste poche Milano è ricca di moltissime costruzioni dedicate allo sport, ve ne sono molte altre meno importan-ti come il centro sportivo Giuriati, usato principalmente come centro universitario sportivo, il palazzetto dello sport di Assago, e molte altre strutture, spesso sconosciute, sparse sul territorio milanese. (Ali Stefano)
M E M E N T O
8 Memorie in Movimento
Dipendenza da Tecnologia
G i o v a n i & S o c i e t à
Grazie al progresso della tecnologia, l’uomo ha trovato un grande miglioramento nelle pro-prie condizioni di vita. Ma questo progresso sta così accelerando da diventare quasi incon-trollato, specialmente se ad usare gli smartphone, computer e tablet sono gli adolescenti. Gli strumenti tecnologici ci permettono di fare molte cose, con molta comodità e rapidità. Rimanendo seduti a casa di fronte ad un pc, si può fare shopping, acquistare all’interno di negozi in tutto il mondo, organizzare una vacanza, incontrarsi con gli amici, anche lontani, tramite una semplice videochiamata su Skype, Immaginare una vita senza tecnologia sembra impossibile al giorno d'oggi. Infatti negli ultimi anni la tecnologia ha avuto un grandissimo sviluppo, grazie a nuovi pro-dotti sempre più tecnologicamente avanzati, come computer, cellulari, Internet, Social Net-work e così via. Questo sviluppo della tecnologia ha aspetti positivi, ma anche molti effet-ti negativi. Da un lato questa “era digitale” ci semplifica la vita e facilita le comunicazioni di qualsiasi tipo. Ma, purtroppo, in tutto c’è un lato negativo. Ad esempio, ci sono ragazzini che già a 12 anni passano diverse ore della loro giornata sui Social Network, perdendo ogni contatto con le persone che ci circondano. Ma c’è un lato peggiore: i danni alla nostra salu-te. L’uomo pur di essere facilitato e soddisfatto non considera gli effetti “collaterali” che lo sviluppo tecnologico può causare. Ad esempio, al giorno d’oggi sono sempre più diffusi i cordless rispetto ai telefoni fissi, i computer portatili rispetto a quelli fissi. Ma non tutti san-no che l’eliminazione dei “fili” potrebbe far male alla nostra salute per colpa del wi.fi. Il wi-fi è in grado di connettere ad internet un pc senza alcun bisogno di essere collegati col filo alla rete fissa. Ma può essere nocivo perché emana delle onde elettromagnetiche nell’aria che, se a contatto per lungo tempo con il nostro corpo, potrebbero causare gravi danni alla nostra salute. Tutto ciò, in pochissimi lo sanno. Infatti molti, soprattutto i giovani, continua-no a farne un uso eccessivo senza tener conto dei danni che la tecnologia causa. (Lampugnani Alessandro)
I pericoli della Tecnologia.
Con l’avanzare della tecnologia il nostro tempo libero aumenterà. Questa cosa ha solo
aspetti positivi o anche negativi? L’avanzare della tecnologia ci aiuta nei campi medico,
educativo e lavorativo. E permette di eseguire I nostri lavori e studi in modi molto più ve-
loci e efficaci, permettendoci così di avere più tempo libero per dedicare ad altre cose. Però
questo può portare a cose negative come la dipendenza alla tecnologia e la pigrizia e tante
altre cose. È vero che l’avanzare della tecnologia ha più aspetti positivi che negativi, ma la
chiave giusta per utilizzare questa tecnologia è stare attenti a non superare alcuni limiti e
fissare regole precise che ci costringano a prendere il meglio della tecnologia senza dan-
neggiare la nostra mente, salute o la natura che ci circonda . (Al Khetiar Abdullah)
M E M E N T O
9 Memorie in Movimento
G i o v a n i & S o c i e t à
Gestire la tecnologia COSA SI INTENDE PER TECNOLOGIA
La tecnologia è quell’ampio settore di ricerca nel quale sono coinvolte varie discipline tec-
niche e scientifiche e che studia l’applicazione e l’uso di tutto ciò che può essere funzionale
alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla scelta di strategie
operative per raggiungere un determinato obiettivo.
I BENEFICI DELLA TECNOLOGIA
Lo sviluppo della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione hanno sicuramente mi-
gliorato il modo di comunicare e di informarsi nella nostra società. Al giorno d’oggi comu-
nicare è diventato molto più semplice, non solo grazie a computer e smartphone ma anche
grazie ad Internet.
I MALEFICI DELLA TECNOLOGIA
La tecnologia dell’informazione e della comunicazione ci ha permesso di abbattere ogni
barriera; quando però, la realtà virtuale, confonde, scavalcandola, la realtà, diventa perico-
loso. Noi ragazzi comunichiamo principalmente con molti di questi strumenti e tutto questo
ci appare positivo e ci sembra che lo sviluppo abbia portato solo vantaggi. Ma, in realtà in-
vade e condiziona la nostra vita, e sempre di più non possiamo farne a meno. Col diffonder-
si dei social network come Facebook e Twitter, si ignora sempre di più i rischi che si posso-
no correre. Tutto ciò ci rende dipendenti senza dare importanza alle cose quotidiane che ca-
pitano e che ci circondano.
MEGLIO VIVERE CON O SENZA
Siamo dipendenti dai nostri smartphone, colpevoli del nostro insaziabile bisogno di tenere il passo con tutto ciò che sta accadendo intorno a noi. Siamo così drogati che ora usiamo i di-spositivi in ogni momento e in tutte le stanze di casa compreso il bagno, mentre guidiamo l’auto, e al cinema. Gli smartphone sono una parte necessaria ed integrante della nostra vita quotidiana, usati anche come sveglia, Gli smartphone sono parassiti della nostra vita quoti-diana, ma sembrano fondamentali. Il futuro vedrà di fatto la nostra vita professionale e per-sonale ancora più interconnessa, e questa fusione è già realtà. A meno che non rafforziamo i confini erodendo lo spazio occupato oggi dai dispositivi mobili. E ‘ importante tagliare pe-riodicamente il cordone, assaporando la libertà di essere scollegati e di sentire ciò che ci circonda, invece del suono monotono della suoneria. (Mastrangelo Negatu)
Il tempo libero dei ragazzi Come trascorre il tempo libero un ragazzo che frequenta le superiori? Di solito sono sempre i giornalisti a parlarne però per questa volta ne parlerà un ragazzo. Al giorno d’oggi ci sono svariati modi per divertirsi, ogni ragazzo ha preferenze diverse e nella Milano in cui viviamo oggi quasi tutto è realizzabile. Negli ultimi anni hanno creato spazi aperti molto affascinanti e con caratteristiche mozza-fiato come ad esempio City Life oppure Garibaldi dove i ragazzi posso passare pomeriggi divertendosi ma nello stesso tempo ammirando strutture dal ingegneria moderna. Questo era solo un esempio, ci sarebbero molte mete da consigliare ai giovani. Infine si può dire che ognuno può trovare il passatempo che preferisce basta solo cercarlo
perché nella società di oggi ci sono talmente tante attività possibili che di alcune non sap-
piamo neanche l’esistenza. (Librizzi Nicolò)
M E M E N T O
10 Memorie in Movimento
La droga tra i giovani
G i o v a n i & S o c i e t à
Le sostanze stupefacenti sia pesanti che leggere sono sempre più diffuse tra i giovani. Que-
sto è dovuto sia dalla semplicità con cui i ragazzi riescono a reperire qualsiasi tipo di
‘’droga’’ sia dal fatto che spesso i ragazzi sono curiosi degli effetti che possono provocare
queste sostanze. La cannabis è una tra le droghe più diffuse tra i giovani, un tipo di stupefa-
cente molto facile da procurarsi e che non comporta danni fisici esponenziali. E per questo
è molto diffusa tra i giovani. L’uso di droghe pesanti, come la cocaina o come lo xanax (un
anti depressivo sempre più diffuso tar i giovani) spesso è dovuto dal fatto che gli adole-
scenti non sono informati e non sono consapevoli degli effetti di queste sostanze e delle
ripercussioni che possono avere sull’individuo. Questo porta ad una scarsa conoscenza di
queste sostanze e dei pericoli che un ragazzo può correre assumendole. Quindi al posto di
vietarne l’uso, a prescindere, e a ‘’minacciare i propri figli’’, sarebbe meglio informare i
giovani su le pesanti conesguenze delle droghe. C’è da dire che queste sostanze, spesso,
creano dipendenze molto difficili da superare e a volte non vengono neanche superate, por-
tando al decesso per overdose. Ma perché i giovani d’oggi fanno uso di sostanze cosi peri-
colose? Come detto in precedenza i giovani spesso non vengono istruiti sulla pericolosità
di queste sostanze e, conseguentemente, molte volte non si preoccupano di ciò che potreb-
be accadergli provando questi stupefacenti. La curiosità gioca un ruolo fondamentale nel
portare i ragazzi a provare queste sostanze. Infatti molte volte i ragazzi sono incuriositi e
provano queste droghe per capire cosa si prova quando sono nel loro corpo, ignari del loro
effetto negativo. A volte,può anche succedere che i ragazzi siano coscienti degli effetti di
queste sostanze. Ma sono convinti che, provandole solo una volta, non corrrono alcun peri-
colo di salute o dipendenza. In conclusione i ragazzi provano queste sostanze perché sono
curiosi dei loro effetti o perché pensano che provandole solo poche volte non avranno riper-
cussioni negative su di essi. Poco tempo fa a Milano andava in scena uno spettacolo chia-
mato “Stupeffatto” che raccontava della vita di un uomo, ex tossico dipendente, e che
istruiva sui lati negativi di queste droghe raccontando della sua dipendenza da alcune di
queste sostanze, Questo spettacolo può essere molto istruttivo è interessante per gli adole-
scenti.
(Testoni Matteo)
L’inquinamento nelle città L'inquinamento è motivo di discussione negli ultimi anni perché sta colpendo la maggior parte delle più grandi città. Nei centri urbani il livello delle polveri sottili supera notevol-
mente i limiti massimi consentiti, nuocendo gravemente la salute perché queste polveri pas-sano dai polmoni alla circolazione sanguigna. La qualità dell'aria può essere migliorata me-diante l'utilizzo di energie rinnovabili o il divieto dell'uso del carbone per il riscaldamento.
Altre misure potrebbero essere la costruzione di case ad alta efficienza energetica, un effi-ciente trasporto pubblico con mezzi ecologici e un’ottima gestione del riciclo dei rifiuti. (Broglia Morgan)
Negli ultimi decenni si è verificato un fenomeno che accomuna tutti gli adolescenti: quello della cattiva alimentazione. Le cause sono molteplici: il desiderio di essere sempre più ma-gri e in forma seguendo i canoni della moda attuale, oppure un disagio psicologico dovuto alla fragilità dell’età giovanile che degenera in anoressia e bulimia. Spesso, più semplice-mente, si tratta di una cattiva educazione alimentare. Molti ragazzi, infatti, selezionano per la propria alimentazione, cibi non adatti alla salute, seguendo particolari canoni come il gu-sto, l'aspetto e la curiosità. Di conseguenza, diventano sempre più rari i giovani che amano mangiare la verdura e la frutta e che seguono una giusta dieta mediterranea. L’educazione alimentare perciò deve essere impartita già da piccoli, in famiglia, ma anche nelle scuole. Alcuni chef di tutto il mondo hanno escogitato una soluzione: rendere accattivanti e appeti-bili, agli occhi dei giovanissimi, gli alimenti più “antipatici”. Si spera così di risolvere un altro grande problema: l’obesità . Infatti, dagli ultimi sondaggi, è risultato che il 20% dei bambini e il 25% dei giovani tra i 6 e i 13 anni è in sovrappeso. L’obesità, però, non deve essere intesa solo come un problema estetico, ma soprattutto come un problema di salute perché può essere causa di molte malattie cardiovascolari, diabete e ictus. Dunque, l’unica soluzione per arginare questo problema è prevenirlo con attività fisica e alimentazione sana. (Castelletti Alessio)
Giovani e la cattiva alimentazione
M E M E N T O
11 Memorie in Movimento
G i o v a n i & S o c i e t à
La libertà è uno stato di autonomia essen-zialmente sentito come un diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e co-scienza di ordine morale, sociale e politico. Talvolta troppa libertà può sfociare in ec-cessi che possono danneggiare se stessi e chi ci è intorno, come accaduto l’8 dicem-bre 2018 nella discoteca di Corinaldo, nella quale sei persone hanno perso la vita a cau-sa di spray urticante. Soffermarsi sull’arma del delitto sarebbe un errore, ma fare un passo indietro e capire cosa ci fosse alla base di tutto aiuterebbe a trovare una soluzione. Sicuramente coloro che hanno utilizzato lo spray sono colpevoli. Ma anche i proprieta-ri del locale hanno la loro dose di colpa in quanto non hanno controllato cosa venisse introdotto all’interno della discoteca e non hanno rispettato il limite massimo di perso-ne. Il risultato di questo disastro ha portato a un controllo maggiore per circa un mese. Una volta dimenticato l’accaduto le disco-teche hanno ripreso a far entrare un numero maggiore di persone di modo tale da guada-
gnare una cifra di denaro maggiore. Sfortunatamente le persone, in particolare i ragazzi, non si accorgono del pericolo pos-sibile, e nelle loro lunghe serate, spesso ac-compagnate dall’utilizzo di droghe e dall’assunzione di alcool, finiscono per liti-gare, finendo, a volte, in ospedale per over-dose o coma etilico. Perché doversi rovinare una serata? Perché trasformare una serata di piacere e diverti-mento in rimpianti? Perché non fare le cose con parsimonia? Porsi delle domande potrebbe aiutare a ca-pire cosa sia giusto fare in determinate si-tuazioni, e non trasgredire solo per avere un momento di finta gloria. La consapevolezza dei propri errori dovreb-be portare ad un vero miglioramento,mentre ignorare gli sbagli commessi può solo cau-sare altri errori. Le persone dovrebbero capire che accusare altri, nella speranza di togliersi di dosso la colpa, non è avere ragione ma passare diret-tamente dalla parte del torto.
(Scardigno Tommaso)
Libertà ed Eccessi Perché spesso si confonde la libertà con la mancanza di limiti?
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Razzismo e Sport
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Il razzismo, purtroppo, è un tema d’attualità, e non riguarda solo la società in generale, ma anche lo sport. Per prima cosa bisogna capire cos’è il razzismo, cioè una tendenza psicolo-gica che, fondandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre, ne determina discri-minazioni sociali. Ciò significa che questo tipo di violenza viene messa in atto allo scopo di far prevalere una specie su un’altra. Ma come può tutto ciò entrare in contatto con lo sport e soprattutto con il calcio?
Molto spesso sentiamo parlare di cori razzisti nei confronti di un giocatore di colore, o an-che di discriminazioni territoriali. Tutto ciò è molto triste, perché in un clima di festa come quello allo stadio, sentire ancora oggi queste forme d’odio è inaccettabile. Un esempio di razzismo nel calcio può essere quello che è accaduto il 26 Dicembre 2018, in occasione della partita Inter-Napoli, durante la quale una parte dei tifosi interisti ha ini-ziato a insultare, con degli ululati Koulibaly, calciatore del Napoli, a causa del colore della sua pelle. Si tratta, però, solo di una parte dei tifosi, i cosiddetti Ultras, ovvero la “tifoseria organizzata”, che, spesso, va allo stadio solo per fare casino e creare disordine. Un altro esempio di violenza nell'ambito dello sport, si può ricollegare sempre alla stessa partita, In-ter-Napoli, quando nel pre-partita, gli Ultras interisti, hanno aspettato gli Ultras Napoletani con spranghe e coltelli (un altro esempio di discriminazione, questa volta però territoriale), e questi scontri hanno portato non solo alcuni feriti, ma anche alla morte di un tifoso. Que-sto tifoso però, non era né interista, né napoletano, era anzi un tifoso del Varese. Tra i tifosi interisti e quelli varesotti, come anche con quelli laziali e quelli del Nizza, c'è questo “gemellaggio”, tifoserie, che non si odiano, anzi, si rispettano. Prima della partita di campionato Inter-Napoli, tifosi del Varese, e addirittura tifosi del Niz-za, erano andati a Milano, ma non con il fine di guardare la partita, ma solo per picchiare i tifosi avversari. Essere tifosi vuol dire sostenere la propria squadra del cuore senza, però, razzisti. L'integra-zione culturale va sostenuta, e bisogna frenare e abbattere tutte le manifestazioni discrimi-natorie e i legami tra sport e razzismo . (Quai Frascesco)
I Giochi olimpici dell’era moderna sono un evento sportivo quadriennale che prevede la competizione tra i migliori atleti del mondo in quasi tutte le discipline sportive praticate nei cinque continenti.. Il nome Giochi olimpici è stato scelto per ricordare gli antichi Giochi olimpici che si svolgevano nella Grecia antica presso la città di Olimpia, nei quali si con-frontavano i migliori atleti greci. Il barone Pierre de Coubertin alla fine del XIX secolo ebbe l'idea di organizzare dei giochi simili a quelli dell'antica Grecia, e quindi preclusi al sesso femminile, ma su questo punto non venne ascoltato. Le prime Olimpiadi dell'era moderna si svolsero ad Atene nel 1896. A partire dal 1924, vennero istituiti anche dei Giochi Olimpici specifici per gli sport invernali. In più, esistono anche le Paralimpiadi, competizioni fra per-sone disabili. A partire dal 1994 l'edizione invernale non si tiene più nello stesso anno dell'edizione estiva, ma sfasata di due anni. La bandiera olimpica, uno dei simboli più riconosciuti al mondo, raffigura cinque anelli in-trecciati in campo bianco, che simboleggiano i cinque continenti. I colori scelti sono presen-ti nelle bandiere di tutte le nazioni, quindi la loro combinazione simboleggia tutti i Paesi, mentre l'intreccio degli anelli rappresenta l'universalità dello spirito olimpico. Alle Olimpia-di del 2000 erano presenti 28 discipline sportive, secondo la classificazione adottata dal
Olimpiadi
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Violenza e Sport La violenza nello sport, in particolare nel mondo del calcio, è un fenomeno molto diffuso e
poco contrastato in Italia, a differenza di altri paesi, come ad esempio il Regno Unito. Que-
sti tipi di violenza riguardano, principalmente, la parte del tifo organizzato, i cosiddetti Ul-
tras, che vedono la partita di calcio non come una manifestazione, il cui obiettivo è il diver-
timento e la gioia, ma come uno strumento per insultare o litigare con i rispettivi avversari.
La violenza che riguarda il mondo del calcio è principalmente legata a cori razzisti diretti
ai giocatori di diversa etnia e alle risse che scoppiano al di fuori dello stadio. Non è conce-
pibile il fatto che una partita di calcio debba essere usata come strumento di lotta verso i
tifosi della squadra avversaria o nei confronti di calciatori considerati “diversi” da noi.
In molti casi le cause che influenzano questo fenomeno sono molteplici. Tra quelle più pro-
babili ci sono: il bisogno di sfogo, attraverso gesti o azioni legate all’andamento della parti-
ta, dimostrare la propria superiorità e forza nei confronti della tifoseria avversaria e reagire,
tramite la violenza, per vendicare qualcosa che è successo sul campo.
Molte volte questo può portare a vere tragedie, come successo di recente prima e durante la
partita Inter-Napoli. Prima della partita ci sono stati scontri tra le due tifoserie; durante la
partita sono stati rivolti cori ed insulti razzisti nei confronti di un giocatore del Napoli. Pur-
troppo in Italia il calcio viene definito “malato” a causa di questi avvenimenti che vanno in
direzione opposta al vero senso dello sport, perché esso deve essere caratterizzato da pas-
sione, gioia e divertimento e sicuramente non macchiato dalla violenza. Il vero problema,
però, è il fatto che per contrastare questo tipo di violenza non vengono presi provvedimenti
adeguati a differenza di quanto accade in altri paesi come ad esempio nel Regno Unito, che
dopo alcuni fatti successi in passato e grazie ai provvedimenti presi, queste cose diventate
sempre più rare. Infine, il consiglio più adatto da fornire, è quello di imparare dagli errori
commessi in passato e cercare di non ripeterli, con l’obiettivo di diminuire sempre di più la
violenza nel mondo dello sport. (Tenerelli Francesco)
CIO. Bisogna comunque tenere presente che a volte più sport vengono raggruppati sotto lo stesso nome (per esempio, nel nuoto sono compresi anche i tuffi). Soltanto 5 sport sono sempre stati presenti alle Olimpiadi sin dal 1896: atletica leggera, ciclismo, scherma, gin-nastica (artistica, la ritmica fu introdotta solo nel 1984) e nuoto .All'elenco andrebbe ag-giunto anche il canottaggio, che era in programma nel 1896, ma le gare furono annullate a causa del maltempo. Gli atleti, o le squadre, che si piazzano ai primi tre posti ricevono del-le medaglie. Ai vincitori va la medaglia d'oro, che in realtà è di argento placcato, ai secon-di classificati va la medaglia d'argento, ai terzi la medaglia di bronzo. È usuale sostenere che il quarto classificato sia titolato della "medaglia di legno", in realtà non rappresenta nessun titolo onorifico, ma indica un modo di sottolineare la particolarità di chi per un sof-fio ha sfiorato l'alloro del podio olimpico. Le medaglie contribuiscono a infoltire il medagliere complessivo dei Giochi olimpici delle varie nazioni. Questa pratica risale a Londra 1908. Ad Atene 1896 le medaglie erano solo per i primi due classificati, mentre a Parigi 1900 e a St. Louis 1904 erano state date coppe e altri premi, anziché medaglie. Dato che le Olimpiadi si tengono solo una volta ogni quattro anni (due se si considerano sia le edizioni estive che quelle invernali), il pubblico e gli atleti di quasi tutti gli sport ad esclusione di alcuni sport di squadra, come il calcio ad esempio, spesso le considerano molto più importanti dei campionati del mondo o di altri eventi internazionali, che si di-sputano più di frequente. Molti atleti sono diventati eroi nazionali o celebrità internazionali dopo aver vinto le Olimpiadi, in virtù dell'unicità dell'evento. (Cattaneo Tommaso)
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Le radici del razzismo nello sport Lo sport è un gioco il cui obiettivo sarebbe quello di unire e divertire sia i giocatori che gli spettatori. Non quello di creare odio e razzismo. Eppure, ancora oggi, il razzismo è presente, sempre più frequentemente, nello sport. Non è possibile che nel 2018 si verificano ancora casi di razzismo nello sport. Le radici del razzismo nello sport. Le prime forme di razzismo nello sport risalgono al periodo della dominazione nazista, ca-peggiata da Adolf Hitler. In particolare durante i Giochi Olimpici del 1936 a Berlino, anche se a dominare quelle olimpiadi fu Jesse Owens, corridore statunitense di colore che riuscì a vincere quattro medaglie d’oro. Nonostante siano passati oltre 70 anni e nonostante, per fortuna, quasi tutte le dittature sono cadute, il razzismo nello sport è ancora, drammaticamente, vivo. Ancora oggi, casi di razzi-smo nello sport si verificano periodicamente in quasi tutti gli sport anche se il più colpito è il calcio. Uno dei casi più recenti di razzismo è rappresentato dai cori razzisti dei tifosi inte-risti contro il calciatore senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly, durante la partita Inter-Napoli che si è giocata il 26 dicembre dello scorso anno, nello stadio San Siro di Milano. La società milanese, che è stata multata con la chiusura dello stadio per due partite, ha deci-so di far partire una campagna social contro il razzismo chiamata BUU( Brothers Universal-ly United ). Il compito di questa campagna era quello di essere uno strumento contro ogni forma di discriminazione e per far ragionare i tifosi su quanto accaduto. In passato, molti sono stati gli sportivi che hanno lottato contro il razzismo. Tra di essi spicca il pugile afroa-mericano Joe Louis che fu campione del mondo per 12 anni. Joe fu il primo afroamericano ad aver ottenuto lo status di eroe nazionale e contribuì a rompere le barriere razziali nello sport americano. Oggi viviamo in una civiltà, apparentemente, più sviluppata e più acculturata. Per questo motivo, non capisco i continui momenti di razzismo che continuano a manifestarsi durante molte competizioni sportive, nonostante i continui sforzi delle varie federazioni sportive nel contrastare, con multe e diffide, tali fenomeni. A mio parere, però, finché i tifosi di qualsiasi sport non capiranno che tutto ciò è sbagliato, tali fenomeni continueranno a verificarsi per molto tempo. (Lorenzo Parozzi)
Koulibaly durante Inter-Napoli
Joe Louis e Jesse Owens
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Il terrorismo (che non c’è) in Italia Nonostante la presenza del Vaticano e molte Chiese in Italia non ci sono stati attacchi da parte dei terroristi islamici. Perché?
Sono molti anni ormai che in tutta Europa ci sono attentati terroristici. I più recenti hanno colpito Germania, Francia e Spagna. L’Italia, pur essendo una superpotenza europea, non ha ancora ricevuto attacchi terroristici e sono state ipotizzate alcune motivazioni per rispondere a questa domanda. L’Italia è il più grande centro di accoglienza d’Europa per gli immigrati. Ogni anno sbarcano decine di mi-gliaia di persone che scappano dalla guerra e se ci fosse un attentato in Italia, chiuderebbe subito i porti chiudendo le comunicazioni tra i paesi da cui arrivano i migranti e l’Europa. Altri pensano che la mafia ci abbia aiutato in modo indiretto. Per sconfiggere la mafia sono state migliorate notevolmente le agenzie segrete italiane e questo ha contribuito ad anticipa-re gli attentati prima che accadessero. Oppure è la mafia stessa che ci protegge dagli atten-tati avendo contatti diretti con gli attentatori. La maggior parte delle persone pensa che la mafia sia la vera responsabile, in modo o diretto o indiretto, che ci “protegge” dagli attenta-ti. Il terrorismo deriva dai migranti? l continuo aumento di migranti non è sinonimo di allerta terrorismo; il fenomeno è legato maggiormente alla radicalizzazione di chi vive già in Europa. Nonostante ciò gli sbarchi restano al centro di polemiche politiche. L’ultima riguarda la richiesta della nostra amatissima e bellissima nazione di più aiuto da parte dell’unione europea. (Bosi Filippo - Odierna Christian)
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La dipendenza da internet è conosciuta con il termine Internet Addiction Disorder
(IAD). Le nuove dipendenze si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti ano-
mali: il gioco d’azzardo, la dipendenza da TV, da internet, lo shopping compulsivo, le
dipendenze dal sesso e dalle relazioni affettive, le dipendenze dal lavoro.
Esistono cinque tipologie di cyberdipendenti:
- Cyber-Relational Addiction: la tendenza a instaurare relazioni amicali e amorose sul
Web.
- Net-Compulsions: i comportamenti compulsivi messi in atto tramite Internet: gioco
d’azzardo, commercio in rete, partecipazione ad aste on-line.
- Information-Overload: la ricerca compulsiva di informazioni on-line.
- Cybersexual-Addiction: l’uso compulsivo di siti pornografici o comunque dedicati al
sesso virtuale.
- Computer-Addiction: utilizzare il computer per giochi virtuali, soprattutto giochi di
ruolo, in cui il soggetto può costruirsi un’identità fittizia.
Possiamo collocare nella prima tipologia l’insieme di tutti i social network che aiutati
dagli smartphone e tablet, che ci seguono ovunque, alimentano questa dipendenza. Cari-
care video su YouTube, postare foto su Instagram, condividere il proprio quotidiano su
Facebook e seguire i fashion blogger sono soltanto alcuni degli stili di vita che oggi con-
dizionano le persone creando forte dipendenze che arrivano ad annullare la propria per-
sonalità solo per essere accettati. Sono sempre più seguiti i fashion blogger, youtuber e
artisti musicali che sono diventati i nuovi punti di riferimento per i giovani. Personaggi
come Chiara Ferragni e Favij con i loro blog condividono consigli e suggerimenti. Fe-
dez, J-Ax, Emis Killa ecc. con la loro musica sono seguiti dai ragazzi per emulare il loro
modo di essere. Possiamo dire che questo potrebbe essere considerato un atteggiamento
perfettamente normale e tipico dell’essere umano, il confronto con i suoi simili per la
voglia di superarsi e migliorarsi ma, purtroppo, con le dinamiche della rete, questo at-
teggiamento è stato portato all’estremo creando così dipendenze da non sottovalutare.
La ricerca disperata dei “Like” vuole significare quanto bisogno si ha di avere l’appro-
vazione degli altri per sentirsi parte di una grande virtuale famiglia. Il virtuale diventa
così reale e pericoloso. Secondo Daria J. Kuss e Mark D. Griffiths (Psicologa e Profes-
sore sulle dipendenze comportamentali- Nottingham -UK) la dipendenza dovrebbe esse-
re legata al bisogno di affermazione della propria identità e ad una tendenza, a volte
quasi narcisistica, a condividere le proprie esperienze ed opinioni che porta ad una sen-
sazione di compiacimento quando queste vengono condivise e apprezzate dagli altri. I
social media sono diventati delle perfette vetrine dove ogni utilizzatore espone, quasi
sempre, solo e soltanto, quella parte positiva della propria vita per concorrere con i pro-
pri spettatori con il grande rischio di andare in contro a frustrazione quando si deve far
ritorno alla propria realtà spesso non così rosea come quella presentata nei social. Un
esempio di quanto possa essere facile crearci un’immagine lontana dalla nostra realtà è
il video creato dalla Higton Bros. (Ricci Alessio)
Le tendenze che creano dipendenza
Il razzismo è un’enorme passo indietro e un insulto all’intelligenza umana. Le vere doman-de sono “perché è ancora presente nella società?”, “come mai certi soggetti ritengano anco-ra che ci siano razze inferiori?” e “abbiamo mai provato a metterci dalla parte di chi lo su-bisce?”
La discriminazione è isolare gruppi o individui, perché hanno qualcosa di diverso, rispetto ad altre persone considerate normali, basandosi sui dei pregiudizi nei confronti di persone mai conosciute. La discriminazione razziale o razzismo è una forma di discriminazione che purtroppo appartiene alla nostra società, che con il passare del tempo, a causa dell’aumento degli immigrati, sta ricrescendo molto rapidamente. Le persone vittime del razzismo sono spesso stranieri, di religione diversa o con un colore di pelle diverso, e il razzismo porta ad etichettare una persona che poi viene insultata e in alcuni casi ferita. Dico “ricrescendo” perché questo brutto fenomeno che io oserei chiamare “ la brutta bestia”, esisteva nel passa-to, e la sua più grande manifestazione è la Shoah.
Per capire meglio la brutta bestia mi farebbe piacere e vorrei esaminare il caso Koulibaly-San Siro. Mercoledì 26 Novembre 2018, si disputava Inter-Napoli a San Siro, partita molto sentita dalle tifoserie (scontro diretto tra la seconda e la terza squadra del campionato) come lo dimostrarono i diversi feriti e morti. Verso la fine della partita, il difensore centrale del Napoli fu ammonito per un fallo e innervosito dai continui cori razzisti della tifoseria interi-sta, si rivolse con un tono arrogante nei confronti dell’arbitro chiedendo se sia possibile giocare in quelle condizioni. A questo punto l’arbitro lo espulse. Vorrei sottolineare diversi aspetti. Prima cosa, per quale strano motivo il direttore della partita non l’ha fermata? Era in suo pieno dovere fermarla. Come mai la richiesta dello speaker di interrompere i cori non venne ascoltata? Come mai entrambe le squadre non si sono rifiutati di giocare in quelle condizioni? Tutto questi aspetti riassumo a grandi linee il razzismo nella nostra società. L’esempio dell’arbitro che non fermò la partita e di entrambe le squadre che non protestaro-no, fa capire che il razzismo viene, purtroppo, accettato e preso poco in considerazione. Il gesto di protesta di Koulibaly rispecchia in piena regola lo stato d’animo dei presi di mira dal razzismo. Quest’ultimi sono stufi di subire tutto questo, voglio essere visti come chiun-que altro senza essere insultati. In tutto questo però, c’è un aspetto importante da non sotto-valutare. Il coni ha deciso di punire la tifoseria interista, chiudendo le porte a tutti i tifosi interisti, per tre giornate di fila, escluso però i bambini delle scuole calcio. Questo sta a si-gnificare che qualcuno ha voluto alzare la test e dire stop al razzismo. (Martinelli Marco)
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Il razzismo, che brutta bestia!
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