Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e,...

4
1 Noi Amici di San Domenico Savio FOGLIO MENSILE DEL GRUPPO “AMICI DI SAN DOMENICO SAVIOAnno X – n. 11 8 novembre 2019 GLI SPUNTI SPIRITUALI DELLA TERZA SESSIONE SINODALE Reduci dal ritiro a casa Hesed di Riva di Chieri e dalla chiacchierata con i fondatori, Jerry e Mariella Vuocolo, terziari carmelitani, facciamo un poil pieno delle suggestioni ricevute e le condividiamo con chi non è riuscito ad esserci. Spunti precisi e molto utili non solo per chi vive in prima persona il sino- do parrocchiale, ma anche per gli amici di s. Domenico Savio e quanti hanno a cuore la propria dimen- sione spirituale. Innanzitutto il valore della preghiera. Non tanto come generico dialogo con Dio quanto come richiesta di essere illuminati nella strada da percorrere e nei passi da fare. Jerry e Mariella coltivano la preghiera in collegamento allordine carmelitano e ne hanno sempre tratto ispirazione per le scelte che da una piccola accoglienza in casa è diventata prima affido di ragazzi, poi vera e propria comunità per culmi- nare ora in un sistema articolato di centri e di luoghi di lavoro. Dunque anche per una parrocchia l affi- darsi alla preghiera per capire il passo successivo da fare diventa importante. Secondo spunto, legato a questo, è la politica dei pic- coli passi. Nessun disegno grandioso, nessun princi- pio al di sopra delle cose bensì piccoli progetti a par- tire dalle esigenze che si creano e dalla valorizzazio- ne delle risorse. Su questo dobbiamo riflettere perché il sinodo è un progetto grande, un azzardo ma se ben gestito diventa una occasione proprio per fare piccoli cambiamenti in parrocchia, misurati sulle forze a di- sposizione ma aperti ad ulteriori piccoli progetti di conversione pastorale. Terzo spunto: la valorizzazione dei talenti. Quando Jerry e Mariella parlano di risorseintendono prin- cipalmente risorse umane: disponibilità, capacità di chiedere le cose giuste alle persone giuste e di suscitare in loro il desiderio di rendersi disponibi- li. Da cosa nasce cosa e da disponibilità nasce di- sponibilità, a patto che sia fondata sul riconosci- mento del valore di ognuno. Per loro questo vale anche per i ragazzi e e non solo per i volontari e per noi vale per tutti. Quarto spunto: il valore dellimpegno sociale e politico oltre a quello immediato del volontariato e dellaiuto relazionale. Interessarsi delle cause dei problemi e delle possibili soluzioni, ma anche interessarsi dei modi con cui oggi si costruisce limpegno per un mondo diverso. Per loro è so- prattutto linteressarsi al mondo dei ragazzi, alla loro comunicazione, alle mode che circolano. Per noi è più a tutto tondo quanto ruota intorno al no- stro territorio e alle dinamiche mondiali che han- no impatto sulla nostra vita. E questo richiede for- mazione, confronto, capacità di approfondire pro- blemi anche complessi. Insomma: tanti spunti che ci danno uno spirito diverso nellaffrontare questa partita. Gli amici di San Domenico Savio Eun gruppo fondato da don Giacomo (parroco fondatore della nostra parrocchia), che si propone di sviluppare lamicizia spirituale attraverso la pre- ghiera reciproca. Conta più di 350 aderenti ed es- sendo una fraternità spirituale comprende anche persone defunte. Per tutti gli aderenti ogni 8 del mese viene celebrata una eucaristia, ricordando la festa dellImmacolata dell’8 dicembre nel cui nome San Domenico Savio aveva messo piedi con i suoi amici una compagniaper impegnarsi particolar- mente nel cammino di santità. Un momento significativo è la festa dellImmacola- ta (8 dicembre), che ricorda la compagnia messa su da S. Domenico Savio. Rilanciando questa fra- ternità spirituale si intende offrire spunti per il pro- prio cammino di fede e anche per al conversione di vita, a partire da gesti semplici, dotati però anche di valenza sociale. Per iscriversi è necessario rivolgersi in parrocchia: la quota simbolica è di 5 euro lanno.

Transcript of Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e,...

Page 1: Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e, naturalmente, i possono essere delle diffi oltà. “È un ompito impegnativo perhé la

1

Noi Amici di San Domenico Savio FOGLIO MENSILE DEL GRUPPO “AMICI DI SAN DOMENICO SAVIO”

Anno X – n. 11 8 novembre 2019

GLI SPUNTI SPIRITUALI DELLA TERZA SESSIONE SINODALE Reduci dal ritiro a casa Hesed di Riva di Chieri e dalla chiacchierata con i fondatori, Jerry e Mariella Vuocolo, terziari carmelitani, facciamo un po’ il pieno delle suggestioni ricevute e le condividiamo con chi non è riuscito ad esserci. Spunti precisi e molto utili non solo per chi vive in prima persona il sino-do parrocchiale, ma anche per gli amici di s. Domenico Savio e quanti hanno a cuore la propria dimen-sione spirituale. Innanzitutto il valore della preghiera. Non tanto come generico dialogo con Dio quanto come richiesta di essere illuminati nella strada da percorrere e nei passi da fare. Jerry e Mariella coltivano la preghiera in collegamento all’ordine carmelitano e ne hanno sempre tratto ispirazione per le scelte che da una piccola accoglienza in casa è diventata prima affido di ragazzi, poi vera e propria comunità per culmi-nare ora in un sistema articolato di centri e di luoghi di lavoro. Dunque anche per una parrocchia l’affi-

darsi alla preghiera per capire il passo successivo da fare diventa importante. Secondo spunto, legato a questo, è la politica dei pic-coli passi. Nessun disegno grandioso, nessun princi-pio al di sopra delle cose bensì piccoli progetti a par-tire dalle esigenze che si creano e dalla valorizzazio-ne delle risorse. Su questo dobbiamo riflettere perché il sinodo è un progetto grande, un azzardo ma se ben gestito diventa una occasione proprio per fare piccoli cambiamenti in parrocchia, misurati sulle forze a di-sposizione ma aperti ad ulteriori piccoli progetti di conversione pastorale. Terzo spunto: la valorizzazione dei talenti. Quando Jerry e Mariella parlano di “risorse” intendono prin-

cipalmente risorse umane: disponibilità, capacità di chiedere le cose giuste alle persone giuste e di suscitare in loro il desiderio di rendersi disponibi-li. Da cosa nasce cosa e da disponibilità nasce di-sponibilità, a patto che sia fondata sul riconosci-mento del valore di ognuno. Per loro questo vale anche per i ragazzi e e non solo per i volontari e per noi vale per tutti. Quarto spunto: il valore dell’impegno sociale e politico oltre a quello immediato del volontariato e dell’aiuto relazionale. Interessarsi delle cause dei problemi e delle possibili soluzioni, ma anche interessarsi dei modi con cui oggi si costruisce l’impegno per un mondo diverso. Per loro è so-prattutto l’interessarsi al mondo dei ragazzi, alla loro comunicazione, alle mode che circolano. Per noi è più a tutto tondo quanto ruota intorno al no-stro territorio e alle dinamiche mondiali che han-no impatto sulla nostra vita. E questo richiede for-mazione, confronto, capacità di approfondire pro-blemi anche complessi. Insomma: tanti spunti che ci danno uno spirito diverso nell’affrontare questa partita.

Gli amici di San Domenico Savio E’ un gruppo fondato da don Giacomo (parroco fondatore della nostra parrocchia), che si propone di sviluppare l’amicizia spirituale attraverso la pre-ghiera reciproca. Conta più di 350 aderenti ed es-sendo una fraternità spirituale comprende anche persone defunte. Per tutti gli aderenti ogni 8 del mese viene celebrata una eucaristia, ricordando la festa dell’Immacolata dell’8 dicembre nel cui nome San Domenico Savio aveva messo piedi con i suoi amici una “compagnia” per impegnarsi particolar-mente nel cammino di santità. Un momento significativo è la festa dell’Immacola-ta (8 dicembre), che ricorda la compagnia messa su da S. Domenico Savio. Rilanciando questa fra-ternità spirituale si intende offrire spunti per il pro-prio cammino di fede e anche per al conversione di vita, a partire da gesti semplici, dotati però anche di valenza sociale. Per iscriversi è necessario rivolgersi in parrocchia: la quota simbolica è di 5 euro l’anno.

Page 2: Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e, naturalmente, i possono essere delle diffi oltà. “È un ompito impegnativo perhé la

2

Fede testimoniata

A Bergamo i giovani della Scuola di Preghiera

Far parte della scuola di preghiera

Francesco e Francesca sono due membri dell’equipe di Scuola di Preghiera di Bergamo: hanno in comune il desidero di essere testimoni di fede, ma le loro storie sono molto diverse. “Quest’estate mi è

stato chiesto di entrare a far parte dell’equipe di Scuola di Preghiera e ho accettato per una serie di motivi -spiega Francesco Ferrari, giovane di 22 anni-. Innanzitutto, per la fiducia che ho nella persona che mi l’ha proposto ovvero don Carlo Nava. È il mio padre spirituale da diversi anni e credo che le proposte che arri-vano da una persona che tiene a te, siano da accettare e valorizzare”. “In passato avevo già partecipato alla scuola di preghiera e mi è sembrata una proposta di alto livello per i giovani della diocesi. Mi sembrava bello viverla non solo da spettatore, ma anche provare a dare il mio contributo per arricchire la mia esperienza. Un altro motivo è il bel clima che ho percepito finora dall’ester-no, ciò che si respira tra i ragazzi dell’equipe. Ho visto entusiasmo, amicizia e affiatamento”. Francesca, invece, è nel gruppo da diverso tempo. “Essere nell’equipe della Scuola di Preghiera significa avere la grazia di far parte di un gruppo di giovani che ha sperimentato la presenza del Signore nella vita – racconta Francesca Avogadro, giovane di 26 anni -. Per me è stata una sorta di chiamata. Sono stata invi-tata da don Carlo e penso sia stata la sua fiducia nei miei confronti a farmi scegliere di entrare nel gruppo. Io, a mia volta, mi sono fidata. Noi proviamo a trasmettere ai giovani come noi che il Signore è presente nella loro vita come nella nostra. Seppur in mezzo a mille difficoltà, Lui c’è sempre e ci regala molti doni, sta a noi riconoscerli e rendergli grazie”. Testimoniare la fede Scegliere di essere testimoni di fede è un grande passo e, naturalmente, ci possono essere delle difficoltà. “È un compito impegnativo perché la proposta è di livello alto e non so se sarò all’altezza – prosegue Fran-cesco -. Spero di riuscire a dare il mio contributo. Mi aspetto di crescere e imparare molto dal punto di vista della preghiera. Vorrei riuscire a testimoniare ciò che provo in modo che questo tesoro condiviso possa di-ventare ancora più grande”. Nonostante i dubbi, se il gruppo è unito nessun ostacolo diventa insuperabile, come spiega Francesca. “Far parte dell’equipe è un grande dono. Mi ha dato l’occasione di conoscere giovani con un entusiasmo, una voglia di fare e una gioia davvero sorprendenti. Sono ragazzi che, come me, sono in cammino e alla continua ricerca del Signore, di ciò che Dio vuole dalla vita di ciascuno. Ho sempre voglia di incontrare i ragazzi di scuola di preghiera. Si è creato un gruppo davvero affiatato. Ci troviamo prima a meditare sulla parola da proporre, poi, in un altro incontro, organizziamo il venerdì di Scuola di Preghiera”. Storie diverse con un obiettivo comune I giovani dell’equipe di Scuola di Preghiera arrivano da tutta la diocesi e hanno alle spalle esperienze di fede diverse. Per alcuni l’oratorio ha giocato un ruolo cardine, mentre altri hanno avuto altre occasioni a disposizione. “Rileggendo la mia vita in oratorio, credo che la parola chiave sia fiducia – dice Francesca -. Ho sempre avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto in me. Questo mi ha permesso di mettere in gioco ciò che potevo dare e ciò che gli altri hanno visto in me. Dal far l’animatrice al servizio in oratorio durante la festa fino all’occasione di fare un’esperienza di convivenza in oratorio rivestendo il ruo-lo di figura di riferimento. Penso che il Signore mi abbia parlato attraverso le persone che ho incontrato. Ciascuna di loro è un piccolo segno”. La strada di Francesco è diversa, ma il punto di arrivo è lo stesso. “Nel mio paese d’origine non esiste un oratorio – racconta Francesco -. Non ho avuto, in questo senso, la possibilità di vivere la fede dopo i sacra-menti dell’iniziazione cristiana. Negli ultimi tre anni, però, ho avuto la possibilità di vivere alcune esperien-ze in altre parrocchie e in diocesi che mi hanno permesso di approfondire la fede. Ho scoperto come vivere un rapporto autentico con Dio. La scuola di preghiera penso dia quel qualcosa in più perché si possono con-dividere momenti di preghiera con altri 200 giovani e il vescovo Francesco. È un’occasione unica, da pren-dere al volo”.

SPECIALE GIOVANI

Page 3: Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e, naturalmente, i possono essere delle diffi oltà. “È un ompito impegnativo perhé la

3

Fratello Domenico

Sue relazioni col giovane Massaglia Giovanni

In questi anni abbiamo sempre a spizzichi raccontato di s. Domenico Savio a seconda del tema del foglio. Vogliamo da ora in poi andare in ordine, pubblicando di volta in volta le varie parti della sua vita raccontata da don Bosco.

CAPITOLO 19. (1a puntata)

Più lunghe e più intime furono le relazioni del Savio con Massaglia di Marmorito, paese poco distante da Mondonio. Vennero amendue contemporaneamente nella casa dell’Oratorio; erano confinanti di patria; avevano amendue la stessa volontà di abbracciare lo stato ecclesiastico, con vero desiderio di farsi santi. - Non basta, un giorno Domenico diceva al suo amico, non basta il dire che vogliamo farci ecclesiasti-ci, ma bisogna, che ci adoperiamo per acquistare le virtù che a questo stato sono necessarie. - È vero, rispondeva l’amico, ma se facciamo quello che possiamo dal canto nostro, Dio non mancherà di darci grazia e forza per meritarci un favore così grande quale si è diventar ministri di Gesù Cristo. Venuto il tempo pasquale fecero cogli altri giovani gli spirituali esercizi con molta esemplarità. Termi-nati gli esercizi, Domenico disse al compagno: Voglio che noi siamo veri amici; veri amici per le cose dell’anima; perciò desidero che d’ora in avanti siamo l’uno monitore dell’altro in tutto ciò che può contribuire al bene spirituale. Quindi se tu scorgerai in me qualche difetto, dimmelo tosto, affinché me ne possa emendare: oppure se scorgerai qualche cosa di bene che io possa fare, non mancar di sugge-rirmelo. - Lo farò volentieri per te, sebbene non ne abbisogni, ma tu lo devi fare assai più verso di me, che, co-me ben sai, per età studio e scuola mi trovo esposto a maggiori pericoli. - Lasciamo i complimenti da parte ed aiutiamoci vicendevolmente a farci del bene per l’anima. Da quel tempo il Savio ed il Massaglia divennero veri amici, e la loro amicizia fu durevole, perché fon-data sulla virtù; giacché andavano a gara coll’esempio e coi consigli per aiutarsi a fuggire il male e pra-ticare il bene.

(1. continua)

Mamma Maria

Litanie a Maria Madre dei poveri Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici Dio Padre, nostro creatore abbi pietà di noi Dio Figlio, nostro redentore abbi pietà di noi Dio Spirito Santo, nostro santificatore abbi pietà di noi Trinità santa, unico Dio abbi pietà di noi Santa Maria guida il nostro cammino Santa Madre di Dio illumina la nostra strada Santa Vergine delle vergini donaci tuo Figlio Figlia del popolo dio Dio guida il nostro cammino Vergine di Nazaret illumina la nostra strada Eletta fra le donne donaci tuo Figlio Vergine semplice nel cuore guida il nostro cammino Sposa dell’operaio Giuseppe illumina la nostra strada Regina della famiglia donaci tuo Figlio Donna del nostro popolo guida il nostro cammino Speranza degli oppressi illumina la nostra strada Fiducia dei più poveri donaci tuo Figlio Vergine, madre di Cristo guida il nostro cammino

Vergine madre della Chiesa illumina la nostra strada Vergine, madre degli uomini donaci tuo Figlio Madre che ci conosci guida il nostro cammino Madre che ci ascolti illumina la nostra strada Madre che ci capisci donaci tuo Figlio Vergine figlia dell’uomo guida il nostro cammino Figlia di un popolo pellegrino illumina la nostra strada Presenza viva nella storia donaci tuo Figlio Madre che consoci il dolore guida il nostro cammino Madre ai piedi della croce illumina la nostra strada Madre per coloro che soffrono donaci tuo Figlio Signora della gioia guida il nostro cammino Vergine luminosa illumina la nostra strada Regina della pace donaci tuo Figlio Agnello di Dio che togli i peccati del mondo perdonaci o Signore Agnello di Dio che togli i peccati del mondo ascoltaci o Signore Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi

Page 4: Noi Amici di San Domenico Savio...Segliere di essere testimoni di fede è un grande passo e, naturalmente, i possono essere delle diffi oltà. “È un ompito impegnativo perhé la

4

Fede testimoniata

Più donne che uomini ai pellegrinaggi? Come mai?

Lo abbiamo chiesto ad Andrea che organizza pellegrinaggi e che ha fatto notare questa cosa mentre si par-lava con altri giovani.

Mercoledì, nel nostro gruppo di preghiera di San Domenico Savio è stato affrontato un argo-mento, sulla figura della donna che stata guarita da Gesù,glorificando poi Dio. Questo fatto ci ha fatto riflettere.. La donna guarita, si è umiliata glorificando Dio pubblicamente. E' in questo penso che gli uomini facciano più fatica nel ringraziare perché le donne sono più sensibili e emotive degli uomini. Ho fatto esperienza di questo nei miei pellegrinaggi religiosi. Nel senso che i pellegrinaggi sono più partecipati dalle donne che dagli uomini. Perché penso che la don-na abbia più fede è più aperta alle relazioni,all ’esperienza religiosa e quindi a una viva rela-zione con Dio. L'uomo in questo è più vigoroso,fa più fatica nell' abbassarsi a Dio nel chiedere aiuto e misericordia. Infatti le donne quando vengono in pellegrinaggio,lo fanno con molta umiltà e devozione a Gesù e la Madonna. Ma ho notato anche che non chiedono tanto per loro stesse,ma per chi è nel bisogno.

Ecco un esempio: brano della testimonianza di Rita sul cammino di Santiago

L’unico aspetto di me che non ho potuto controllare è stata l’emozione. Lei affiorava senza avvisare e non potevo far nulla per evitare che il cuore facesse capolino dagli occhi... tutto allora si annacquava e io diventavo labile continuando però a restare forte dentro. Mi sembrava che niente fosse più come prima ma nello stesso tempo niente cambiava aspetto... Ecco, sensazioni confuse co-me questa mi hanno accompagnato per tutto il cammino e anche dopo, mentre tentavo di mettere ordine nei pensieri. Ma lo sai anche tu. Sono stata impressionata dall’aspetto di relazione di tutta la storia. Io, che ho sempre avuto e ho quel pro-blema, ho trovato grande civiltà nei rapporti umani (sarà l’Europa, sarà il mondo, non lo so) nel senso che potevo andare vestita come mi pareva, potevo zoppicare arrancando, potevo cantare a squarciagola, potevo piangere senza controllo che nessuno, ripeto nessuno (e di persone ne ho incontrate perché ero sempre l’ul-tima e tutti mi passavano lungo le tappe benché mi alzassi presto e tutti, prima o dopo, ci si rincontrava) si è mai permesso di dirmi quello che dovevo fare o come mi dovevo comportare in un modo meno che empati-co. Se qualcuno mi ha parlato del mio zaino lo ha fatto con estrema partecipazione senza fare l’esperto ma consigliandomi gentilmente la cosa giusta, mostrandomi in pratica il mistero dei mille laccetti da tendere e spiegandomi l’importanza delle operazioni di stivaggio mattutino; se qualcuno ha capito il dolore ai miei piedi mi ha solo incoraggiato; se qualcuno mi ha visto piangere non è scappato o non mi ha fatto domande ma mi ha soltanto camminato vicino parlando del più e del meno, per sparire al momento giusto. E io senza vergogna partecipavo alla conversazione al meglio delle mie possibilità. Qualcuno mi ha detto che un comportamen-to così è tipico di chi va in montagna o di chi va in moto, è una specie di segno di apparte-nenza a uno scopo comune. Secondo me io là ho incontrato continuamente angeli. Grazie

Il Regno: segni della sua presenza

Nuovi corridoi umanitari In Diocesi aumentano le esperienze dei corridoi umanitari con i quali si accolgono migranti che cercano di venire in Occidente evitando loro il viaggio in mare e raggiungendoli dove essi si trovano, in genere in campi profughi. Dopo S. Domenico Savio e Villafranca, è ora la volta di Cat-tedrale e dei Focolari (presso parrocchia Sacro Cuore). Ovun-que si genera un giro di volontariato e di attenzione a queste situazioni più o meno largo, a seconda dei contesti. In gene-rale però è un seme efficace per costruire un mondo più soli-dale e fraterno, sulla scia del Regno di Dio.