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La conduzione dei gruppi di lavoro e progetto di vita dell'alunno con disabilità - Il ruolo del docente coordinatore nella scuola dell'inclusione Formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell'inclusione della provincia di Teramo Tortoreto, 2 maggio 2017 A cura di Ettore D’Orazio

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La conduzione dei gruppi di lavoro e progetto di vita dell'alunno con disabilità - Il ruolo del docente

coordinatore nella scuola dell'inclusione

Formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi della disabilità e dell'inclusione

della provincia di Teramo

Tortoreto, 2 maggio 2017 A cura di Ettore D’Orazio

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Nota MIUR prot. n. 37900 del 19 novembre 2015 La formazione in servizio dei docenti specializzati sul sostegno

sui temi della disabilità, per la promozione di figure di coordinamento. Realizzazione di specifici percorsi formativi a

livello territoriale

Nota MIUR prot. 2839 del 3 novembre 2016 Formazione dei referenti/coordinatori dei processi sui temi

della disabilità e dell’inclusione. Seconda annualità. Priorità 4.5 del Piano per la formazione docenti 2016-2019

Riferimenti

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Il profilo

«… una figura docente ("il referente/coordinatore per l'inclusione"), peraltro già sperimentata in molte istituzioni scolastiche, che - collaborando con il dirigente scolastico (ai sensi della Legge 107, art. 1, comma 83) - assicuri un efficace coordinamento di tutte le attività progettuali di istituto, finalizzate a promuovere la piena integrazione di ogni alunno nel contesto della classe e della scuola …»

«Il dirigente scolastico può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico dell’istituzione scolastica…»

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«… funzioni di presidio culturale, organizzativo e formativo nel campo dei processi di integrazione, riferita in particolare alle disabilità…»

«…si innesta su una sicura competenza di base, relativa ai diversi ambiti della professionalità docente (disciplinari, psicopedagogici, metodologico-didattici, organizzativi e relazionali, di ricerca), declinati nell'ottica specifica della disabilità e del sostegno educativo…»

«Si tratta di una figura di staff che promuove il miglior coordinamento delle diverse azioni che confluiscono in ogni istituto per favorire l'inclusione (dalla rilevazione dei bisogni alla programmazione integrata, dal raccordo con gli interventi riabilitativi alla proiezione verso l'orientamento e il progetto di vita dell'allievo disabile), affinché le previsioni normative - spesso assai innovative e incisive - possano trovare riscontro nella loro concreta e puntuale attuazione.»

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Coordinamento pedagogico e organizzativo e di supervisione professionale

Gestire dinamiche relazionali e comunicative complesse (team, gruppi, ecc.)

Supportare la progettazione didattica integrata e la relativa formazione in servizio

Ottimizzare l'uso delle risorse per l'inclusione, ivi comprese quelle tecnologiche

Facilitare i rapporti con le famiglie e i diversi soggetti istituzionali coinvolti nei processi di integrazione

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Questa figura di coordinamento, opportunamente formata, può *…+ costituire un punto di riferimento nell’istituzione scolastica sui temi dell’inclusione e della disabilità favorendo anche l’effettiva applicazione dell’art.1 coma 71 lettera a) della L.107/2015. Il referente/coordinatore per l’inclusione avrà anche il compito di trasferire le competenze professionali acquisite nell’ambito della propria comunità professionale, secondo modalità operative concordate con il dirigente scolastico (collegio dei docenti tematico, gruppi di lavoro, momenti informativi e formativi, proposte di ricerca didattica, etc.). *…+ l’attività formativa è in particolare rivolta ai docenti specializzati per il sostegno, con l’obiettivo di rafforzarne l’identità professionale, la continuità di presenza, l’assunzione di compiti di sistema, con specifica attenzione alle attività delle reti di scuole, dei CTI/CTS.

Rafforzamento del profilo

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Le tipologie di attività potranno essere liberamente composte sulla base dei bisogni formativi rilevati. In questo secondo anno sarà importante prevedere prioritariamente attività laboratoriali realizzate attraverso casi pratici, project work, etc., coinvolgendo attivamente anche altri attori (famiglia, operatori socio-sanitari del territorio, associazionismo, strutture del terzo settore, enti locali). Ciò anche al fine di impegnare i partecipanti nell’elaborazione di prototipi di accordi inter-istituzionali, di modelli e ipotesi di formazione in servizio, di analisi di casi e sviluppo di strategie didattiche inclusive, di continuità e orientamento al “progetto di vita”, ecc. Trattandosi di un livello “avanzato”, gli approfondimenti riguarderanno una o più delle tematiche di seguito elencate, anche in relazione al patto formativo da condividere con i frequentanti i corsi, visti come protagonisti attivi della loro formazione. Si dovrà comunque evitare l’eccessiva segmentazione dei contenuti, per privilegiare l’approfondimento laboratoriale su temi essenziali, connessi alla funzione che poi si dovrà interpretare sul campo.

Percorso formativo

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• La Diagnosi Funzionale (o il profilo di Funzionamento): comprendere i bisogni dell’alunno con disabilità attraverso un dialogo efficace con la famiglia e gli operatori socio-sanitari;

• Il Piano Educativo individualizzato: il coinvolgimento attivo del consiglio di

classe, della famiglia e degli operatori socio-sanitari per la formulazione di un documento che descriva le misure (in termini di utilizzazione di risorse umane e materiali assegnate) per la realizzazione del successo scolastico dei singoli alunni con disabilità;

• L’individuazione degli strumenti di valutazione periodica e finale dei risultati

dell’inclusione dei singoli alunni con disabilità; • L’individuazione degli indicatori per autovalutare la qualità inclusiva

realizzata durante l’anno scolastico nelle singole classe e nell’istituto (anche in connessione con il RAV, il Piano di miglioramento, e il Piano per l’inclusione).

Tematiche

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Articolo 4 (Valutazione della qualità dell’inclusione scolastica)

1. La valutazione della qualità dell’inclusione scolastica è parte integrante del procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche previsto dall’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80. 2. L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione (INVALSI), in fase di predisposizione dei protocolli di valutazione e dei quadri di riferimento dei rapporti di autovalutazione, sentito l’Osservatorio per l’inclusione scolastica di cui all’articolo 15 del presente decreto, definisce gli indicatori per la valutazione della qualità dell’inclusione scolastica sulla base dei seguenti criteri:

Il decreto legislativo sull’inclusione

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a) livello di inclusività del Piano triennale dell’offerta formativa come concretizzato nel Piano per l’inclusione scolastica;

b) realizzazione di percorsi per la personalizzazione, individualizzazione e differenziazione dei processi di educazione, istruzione e formazione, definiti ed attivati dalla scuola, in funzione delle caratteristiche specifiche delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti; c) livello di coinvolgimento dei diversi soggetti nell’elaborazione del Piano per l’inclusione e nell’attuazione dei processi di inclusione; d) realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionali del personale della scuola incluse le specifiche attività formative; e) utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dei risultati di apprendimento delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, anche attraverso il riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione; f) grado di accessibilità e di fruibilità delle risorse, attrezzature, strutture e spazi e, in particolare, dei libri di testo adottati e dei programmi gestionali utilizzati dalla scuola.

Il decreto legislativo sull’inclusione

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Articolo 5 (Commissioni mediche. Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104)

[…]

3. Il Profilo di funzionamento di cui all’articolo 12, comma 5, della legge 5 febbraio 1992,n. 104, che ricomprende la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale, come modificato dal presente decreto, è redatto dall’unità di valutazione multidisciplinare di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994, composta da: a) un medico specialista o un esperto della condizione di salute della persona; b) uno specialista in neuropsichiatria infantile; c) un terapista della riabilitazione; d) un assistente sociale o un rappresentante dell’Ente locale di competenza che ha in carico il soggetto.

Il decreto legislativo sull’inclusione

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4. Il Profilo di funzionamento di cui all’articolo 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dal presente decreto: a) è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto Individuale e del PEI; b) definisce anche le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica; c) è redatto con la collaborazione dei genitori della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente con disabilità, nonché con la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione scolastica, individuato preferibilmente tra i docenti della scuola frequentata; d) è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell’infanzia, nonché in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona.

Il decreto legislativo sull’inclusione

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Articolo 7 (Piano educativo individualizzato)

1. All’articolo 14, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328, dopo le parole “valutazione diagnostico-funzionale” sono aggiunte le seguenti: “o al Profilo di funzionamento” e dopo le parole “Servizio sanitario nazionale” sono aggiunte le seguenti: “, il Piano educativo individualizzato a cura delle istituzioni scolastiche”.

2. Il PEI di cui all’articolo 12, comma 5, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, come modificato dal presente decreto: a) è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con la bambina o il bambino, l’alunna o l’alunno, la studentessa o lo studente con disabilità nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare; b) tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento; c) individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell’interazione, dell’orientamento e delle autonomie;

Il decreto legislativo sull’inclusione

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d) esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata; e) definisce gli strumenti per l’effettivo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione; f) indica le modalità di coordinamento degli interventi ivi previsti e la loro interazione con il Progetto individuale; g) è redatto all’inizio di ogni anno scolastico di riferimento, a partire dalla scuola dell’infanzia, ed è aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. Nel passaggio tra i gradi di istruzione, compresi i casi di trasferimento fra scuole, è assicurata l’interlocuzione tra i docenti della scuola di provenienza e quelli della scuola di destinazione; h) è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell’anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni

Il decreto legislativo sull’inclusione

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Articolo 8 (Piano per l’inclusione)

1. Ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della definizione del Piano triennale dell’offerta formativa, predispone il Piano per l’inclusione che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse, compresi il superamento delle barriere e l’individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica. 2. Il Piano per l’inclusione è attuato nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili.

Il decreto legislativo sull’inclusione

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Articolo 9 (Gruppi per l’inclusione scolastica)

1. L’articolo 15 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, è sostituito dal seguente:

[…] 7. «Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI). Il GLI è composto da docenti curricolari, docenti di sostegno ed, eventualmente da personale ATA, nonché da specialisti della Azienda Sanitaria Locale del territorio di riferimento dell’istituzione scolastica. Il gruppo è nominato e presieduto dal dirigente scolastico ed ha il compito di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l’inclusione nonché i docenti contitolari e i consigli di classe nell’attuazione dei PEI. 8. In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli studenti, dei genitori e delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo dell’inclusione scolastica. Al fine di realizzare il Piano di inclusione e il PEI, il GLI collabora con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.»

Il decreto legislativo sull’inclusione

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Un tema «freddo»: l’organizzazione

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Un’organizzazione inclusiva

La cultura dell’inclusione

Saperi che dialogano

Tre nuclei

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Una figura organizzativa

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IL MIDDLE MANAGEMENT

Come interpretare questa figura?

• …un esecutore…

• …un ufficiale di collegamento che facilita il flusso dell’informazione verso il basso, mediante la comunicazione e il controllo, trasmettendo di ritorno le informazioni sulle attività e i risultati…

• …e la promozione del cambiamento?

La delega e la leadership distribuita

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Organizzazione

Perché ragionare di organizzazione a scuola?

• L’autonomia scolastica

• Lo scollamento tra principi e pratica

• Le buone prassi Andrea Canevaro

*…+ le buone prassi non sono le buone azioni singole: sono un’organizzazione complessa per tutti, tale da poter garantire una percorribilità nel tempo, sono un indicatore di qualità.

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Organizzazione

Perché ragionare di organizzazione a scuola?

La ricerca educativa: natura situata e distribuita dei processi di apprendimento cha hanno luogo in contesti sia formali sia informali e si sviluppano attraverso attività mediate dall’interazione con gli artefatti culturali e gli altri attori che partecipano alla costruzione delle attività. Parole – chiave: cultura, contesto, comunità, pratiche, interazione, dialogicità, intersogettività, costruzione di significato.

Se il contesto è sbagliato le acquisizioni non avvengono

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• Due paroloni: mission e vision della scuola

• Il tecnicismo

• Organizzazione lineare e scuole tutte uguali

• L’organizzazione «fredda»

• L’organizzazione ha bisogno di un’ «anima» …

TECNICISMO E RIGIDITÀ: DUE INSIDIE (ANZI UNA…) DELL’ORGANIZZAZIONE

…un’anima inclusiva

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UN’ORGANIZZAZIONE INCLUSIVA

Rimuovere gli ostacoli, attivare e valorizzare tutte le risorse – tutti i sostegni

• Oltre la logica dell’emergenza e dell’eccezionalità: la scuola che vuol far fronte a tutti i bisogni educativi

• La scuola per tutti

• Dal sostegno ai sostegni

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UN’ORGANIZZAZIONE INCLUSIVA

• Tempi • Spazi • Servizi • Formazione delle classi • Orario di classe • Gestione degli ATA • Assegnazione dei docenti alle classi • Gruppi di lavoro • Organici • Attività extra curricolari • Progetti • Rapporti con il territorio • ………..

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La cultura inclusiva

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LE TRE DIMENSIONI DELL’INDEX

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Produrre politiche inclusive

Sviluppare pratiche inclusive

Creare culture inclusive

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Le culture rappresentano il cuore del processo

Principi e i valori che orientano

le decisioni sulle politiche educative e gestionali e sulle

pratiche quotidiane nella classe

Creare culture inclusive

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Parole – chiave: Creare una comunità sicura, accogliente,

cooperativa e stimolante Valorizzazione di ciascuno

Valori inclusivi condivisi e trasmessi a tutti: docenti, alunni, ATA, membri del Consiglio di

istituto, famiglie

Creare culture inclusive

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Una cultura per la scuola

• Quale modello di scuola? Macchina, azienda, ufficio, comunità?

• Quale modello culturale? Aziendale, assistenziale, educante?

• Cultura e culture della scuola • Costruire l’identità della scuola attraverso la

condivisione di valori

Un quadro di valori frutto di discussione e di partecipazione: il punto di vista di tutti viene ricercato,

ascoltato, valorizzato

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Cultura inclusiva: fare attenzione a:

• i pericoli della meritocrazia

• la chimera dell’intervento tecnico

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Meritocrazia

Vecchi e nuovi strumenti di esclusione

• La meritocrazia come competizione darwiniana: quale posto per i “diversi” in una società caratterizzata da un capitalismo impaziente e frettoloso?

• Essere come gli altri e con gli altri è essere nessuno: occorre diventare “qualcuno” in qualsiasi modo. Il merito consiste nel distinguersi. Capitalismo delle relazioni

• La presenza del diverso come ostacolo per gli altri • Punti di partenza diversi: ingiustizia e iniquità • Confermare l’esistente e allargare la forbice… • L’inadeguatezza è del minore non dell’organizzazione • La dematerializzazione dell’esclusione

Don Milani, Paola Mastrocola e papa Francesco

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Meritocrazia

• Avere merito o essere meritevoli?

• Meriti e competenze acquistabili tramite una scuola inclusiva e non solo perché innati

• Più che severità individuare strategie didattiche per favorire la nascita dei meriti in chi non ne ha di innati…

• Uno dei compiti dell’esperienza scolastica è quello di fare si che

tutti gli studenti diventino consapevoli dell’arricchimento che il contatto costante con persone diverse o in difficoltà produce per la propria vita, perché proprio tale relazione rafforza quella qualità che Ivan Illich definisce “conviviale” e che parte essenziale del vivere in una comunità

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Tecnicismo

I DUE MODELLI: • il meccanico riparatore

• l’aiuto salvifico e miracoloso LA BULIMIA DIAGNOSTICA • la produzione inarrestabile di etichette diagnostiche e di sigle – inflazione

• quello che non c’è, quello che non funziona… ETICHETTE • l’etichetta è appiccicosa • produce dipendenza e assistenzialismo • produce stigma e perdita di autostima • la classificazione e il futuro segnato: la diagnosi come destino che espropria del

futuro e rende prigionieri del reale presente. • la disumanizzazione: l’individuo è un dato

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Saperi che dialogano

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Perché?

I GRUPPI DI LAVORO PER L’INCLUSIONE • L’inclusione non è impegno per solisti

• Il bisogno di essere protagonisti

• Non si può parlare, conoscere, apprendere, lavorare assieme e

costruire senza uno sfondo comune

• La verità è uno strumento di condivisione, non un’arma per dominare

• Il dialogo è un elemento del quale non si può fare a meno

• Gli altri sono compagni di strada

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Critica della ragione specialistica

DEFINIZIONE

tendenza all’autosufficienza da parte di chi, in possesso di una competenza specifica, non ritiene necessario e nemmeno utile comunicare con l’altro

Lo specialismo può essere sterile: Arnheim e la retina della

rana

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Critica della ragione specialistica

CONSEGUENZE

• La svalutazione degli altri saperi

• La perdita della fiducia nei propri saperi

• La delega

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Giovanni Cucci

Frank

Furedi

Bernard

Stigler

Raffaele Iosa

La cultura terapeutica dell’Occidente

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Essa può essere intesa come la tendenza a ricondurre la maggior parte dei problemi individuali, sociali, culturali ed

economici a CAUSE DI TIPO PSICHICO: in tal modo l'approccio psicologico «non è confinato a un'area ben definita, con un

suo ruolo e sue funzioni specifiche, ma è ormai PARTE INTEGRANTE DELLA CULTURA e influisce su TUTTI GLI ASPETTI

DELLA SOCIETÀ».

Di conseguenza, la maniera più appropriata per affrontare queste problematiche consisterà soprattutto in un ADEGUATO TRATTAMENTO TERAPEUTICO, da applicarsi possibilmente a tutti gli ambiti e le fasi della vita, ma in modo particolare nel

corso dell'età dello sviluppo.

La cultura terapeutica dell’Occidente

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Patologizzare il basso rendimento scolastico?

Lo sguardo clinico

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Sguardo

clinico

Sguardo

pedagogico

tende a classificare, catalogare e

definire, ad etichettare, a

SEMPLIFICARE

tende a comprendere la

COMPLESSITÀ

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Mario Tortello: riprendiamoci la pedagogia!

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L’inclusione ha bisogno di conoscenze e competenze diffuse non di specialismi di proprietà solo di alcuni

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Il sapere dei genitori

Sapere paradigmatico e sapere narrativo

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La pedagogia dei genitori

La PROPOSTA è quella di utilizzare la narrazione scritta delle esperienze educative dei genitori come materiale di studio ed approfondimento per tutti coloro che professionalmente operano a contatto con le famiglie (insegnanti, personale sanitario, assistenti sociali, operatori del tempo libero) Pedagogia dei Genitori si fonda sulla VALORIZZAZIONE DELLE NARRAZIONI e sul riconoscimento del loro valore pedagogico Raccontarsi diventa pedagogia

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La pedagogia dei genitori

La narrazione secondo Pedagogia dei Genitori è uno strumento alla portata di tutti che PORTA LA RELAZIONE FRA LE PERSONE SU UN PIANO PIÙ AUTENTICO, abbattendo maschere o barriere e lasciando il posto alla fiducia ed al rispetto reciproco. La narrazione è INFORMATIVA E FORMATIVA. Attraverso il racconto dei propri percorsi educativi i genitori forniscono strategie pratiche e spunti di riflessione utili ai professionisti dell'educazione e della salute. La narrazione è CONOSCITIVA. Il racconto di momenti della propria storia personale e la condivisione di tali storie favoriscono una conoscenza più autentica, aiutando ad abbattere le corazze ed i muri dell’incomunicabilità. La narrazione diventa patrimonio di tutti.

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Il sapere discorsivo e il sapere tacito

• I collaboratori scolastici

• Gli assistenti

• ……….

Quantità e qualità nella valutazione dell’inclusione

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Per concludere

Come interpretare il ruolo del referente / coordinatore?

Qualche metafora …

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La rete …

Ma chi la tesse?

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Il ragno

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L’interprete

Il mediatore

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Per costruire assieme un progetto … con passione

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L’inclusione ha bisogno del «fuoco» della passione. Ma come fare se la passione si spegne? In realtà le passioni vivono se fanno i conti con la realtà odierna, e non con ricordi e nostalgie, imparando a leggerla in un quadro più vasto rispetto all’esperienza del singolo.

*…+ si riattivano, e crescono le competenze, se (il cuore), la testa e la mano sono collegate intellettualmente e anche socialmente.

A. Canevaro

Con l’augurio che la passione alimenti sempre il vostro

lavoro

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• Booth T., Ainscow M., Nuovo Index per l’inclusione. Percorsi di apprendimento e partecipazione a scuola, Edizione italiana a cura di Fabio Dovigo, Roma, Carocci, 2014

• Canevaro A., Scuola inclusiva e mondo più giusto, Trento, Erickson, 2013 • Dal Molin M.R., Bettale M.G. (a cura di), Pedagogia dei genitori e disabilità. La

prima comunicazione, l’integrazione scolastica e sociolavorativa, il tempo libero, il rapporto con le istituzioni, Tirrenia, Edizioni del Cerro, 2005

• Dovigo F. , Prefazione all’edizione italiana di Booth T., Ainscow M. , op.cit • Ianes D. , Dirigersi verso scuole inclusive, in Ianes D. , Cramerotti S. (a cura di),

Dirigere scuole inclusive. Strumenti e risorse per il dirigente scolastico, Trento, Erickson, 2016

• Paletta A. (a cura di), Dirigenti scolastici leader per l’apprendimento, Cosa determina una leadership scolastica efficace e come possiamo valorizzare il lavoro dei dirigenti: esiti del progetto IPRASE «leadership e processi di miglioramento nelle scuole», Rovereto, IPRASE, 2015

• Stainback W. , Stainback S. , La gestione avanzata dell’integrazione scolastica. Nuove reti organizzative per il sostegno, tr. it., Trento, Erickson, 1993

Qualche consiglio di lettura

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• Fahrenheit: Don Milani e la sua eredità http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1cd806ad-e061-4f06-b625-a60c7b63baa5.html • Fahrenheit: Don Milani e il donmilanismo http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-7ca23de7-1587-4219-b1cf-318842ad97cc.html • Papa Francesco e Don Milani http://video.repubblica.it/vaticano/papa-francesco-don-milani-un-educatore-appassionato-innamorato-della-chiesa/273871/274402 • La pedagogia dei genitori http://pedagogiadeigenitori.net/

Nella rete …