No 3 marzo|aprile 2018 · 5. FONDAMENTI DI BIOMECCANICA di Attilio Sacripanti Pag. 67 6....

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No 3 marzo|aprile 2018 Judo European Open of Rome Karate Tricolori Assoluti Kata Jujitsu Trofeo Gino Bianchi .net periodico online della FIJLKAM - anno 10°

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ATHLON.NET # TRE QUATTRO | PAGINA 1

Indicazioni per la pubblicazione di materiale redazionale su Athlon.net

Attenzione: Per le attività svolte nelle Regioni delle quali si vuole dare notizia attraverso la rivista, si raccomanda di in-viare gli scritti al proprio COMITATO REGIONALE FIJLKAM, che provvederà alla sua selezione ed all’invio all’Ufficio Stampa Federale.

Ogni scritto deve essere accompagnato da fotografie com-plete di didascalie e deve avere carattere sportivo/agonisti-co. Le fotografie preferibilmente devono raffigurare gli atleti ed il gesto tecnico. Non verrà preso in considerazione mate-riale promozionale e pubblicitario.La pubblicabilità verrà valutata insindacabilmente dal Comita-to Regionale e dall’Ufficio Stampa federale.L’invio del materiale avviene in modo volontario e gratuito.

in questo numero

ATTIVITÁ INTERNAZIONALE

Judo European Open Rome 2018: il Giappone non ha rivali, Italia a quota seidi Enzo de Denaro 3

L’European Open di Roma apre in bellezza questa raccolta di resoconti sportivi: la Capitale o meglio, il suo quartiere sul mare, ha ospitato la prestigiosa manifestazione dell’EJU e l’ha festeggiata conquistando il podio per ben sei volte! L’emozionante resoconto per scoprire le nostre protagoniste e per leggere del grande rientro della Campionessa Rosalba Forciniti. Grandi emozioni al PalaPellicone.E sempre il PalaPellicone ha consacrato le nuove regine ed i nuovi re del Karate, specialità kata cui si sono aggiunti i giovani campioni e campionesse juniores del kumite.Tanta e interessante, come di consueto, l’attività dalle Regioni, mentre sul fronte memoristico e storico ci sono gli appassionanti racconti di Vanni Lòriga e Livio Toschi.

Buona lettura con Athlon.net!

EDITORIALE

RUBRICHE

Amarcord Lòriga Berlino - Fu Jigoro Kanoa premiare Jesse Owensdi Giovanni Maria “Vanni” Lòriga 31

Sport & Storia Nel 1924 nacque la Federazione Jiu-Jitsuista Italianadi Livio Toschi 34

ATTIVITÁ REGIONALE

Ju Jitsu Genova capitale del JuJitsu con il Trofeo Gino Bianchidi Antonio Amorosi 19

Judo Va all’Hydra Palermo la prima tappa del Trofeo Italiaa cura del CR Judo Puglia 20

Ju Jitsu Jujitsu Day a Tarantoa cura di Commissione Nazionale Jujitsu 25

Judo Parte in Lombardia il progetto SAFE FALL: il Judo al servizio della salute contro i traumi da cadutadi Andrea Sozzi 28

ATTIVITÁ NAZIONALE

Karate Busato e Bottaro conferme assolute, novità Casaledi Daniele Poto 8

Karate Giovani a valanga per i Campionati juniores kumitedi Daniele Poto 13

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Prezzo di ciascun volume: 10 euro (addebito costo in applicazione al DPR 917/86 art. 148 c. 3, escluso IVA art. 4 c.5 DPR 633/72)Per ordinare i volumi: effettuare il versamento sul conto corrente postale 26 90 19 intestato a: C.O.N.I. F.I.J.L.K.A.M. – Via dei Sandolini, 79 - 00122 Roma

Inviare una richiesta scritta via fax, o mail con alle-gata fotocopia del versamento effettuato, indicando i volumi desidarati ed il recapito postale a: FIJLKAM - Ufficio Stampa e-mail: [email protected] - fax 06 56191527 Via dei Sandolini, 79 - 00122 Ostia Lido RM

1. DOPING MEGLIO EX ATLETACHE UOMO di Giovanni NotarnicolaPag.62

2. FARMACOLOGIA SPORTIVA DEGLI ANDROGENI E DEGLISTEROIDI ANABOLIZZANTI NELLE PRESTAZIONI DI POTENZAdi Gianni BenziPag.54

3. STEROIDI ANABOLIZZANTI E PRATICA SPORTIVAdi Leonardo Maria LeonardiIL DOPING NELL’ETÀ DI COMPETENZA PEDIATRICAdi Filippo RosacchinoPag.63

4. APPUNTI SUL DOPING di Silvio GarattiniSESSUALITÀ E DOPING IN AMBITO SPORTIVO E SUE CONSEGUENZEdi Riccardo VaccariLA LOTTA AL DOPING NELLO SPORT di Giorgio Odagia e Luca Ferraris - Pag. 67

5. FONDAMENTI DI BIOMECCANICAdi Attilio SacripantiPag. 67

6. BIOMECCANICA DEGLISPORT DI COMBATTIMENTOdi Attilio SacripantiPag. 96(esaurito)

7. BIOMECCANICA DELLA PESISTICA MODERNAdi Renzo Pozzo, Attilio Sacripanti ed Ernesto Zanetti Pag. 112

8. PROGRAMMA TECNICO DI JU JITSUdi Giancarlo Bagnuolo Pag. 193(esaurito)

9. CRITERIUN NAZIONALE DI BIATHLON ATLETICO DI PANCA E CORSA di Stelvio BerardoPag. 52

17. FIJLKAM 1953-1980Le Presidenze Valente e Zanellidi Livio ToschiPag. 493

10. PREPARAZIONE ATLETICA A CARICO NATURALEdi Stelvio BerardoPag. 115

11. ALIMENTAZIONE E SPORTdi Michelangelo Giampietro, Giuseppina Gagliardi e Stelvio BerardoPag. 127

12. LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE(esaurito)

13. FILPJK 1902 - 1952:I NOSTRI PRIMI 50 ANNIdi Livio ToschiPag. 278 (esaurito)

14. AIKIDO IWAMA RYUdi Paolo CoralliniPag. 64

15. GUIDA ALL’ATTIVITÀDIDATTICA Scuola NazionaleFIJLKAM (2a edizione)Pag. 45 (esaurito)

16. MGA: IL MEODO GLOBALE DI AUTODIFESA FILPJKdi Giuseppe Locantore (2a edizione) - Pag. 123 (esaurito)

18. Manuale teorico-pratico di Karate - Scuola elementaree media di 1° e 2° grado di Pierluigi Aschieri - Pag. 131(esaurito)

19. Manuale teorico-pratico di Lotta - Il gioco - Giochi di Lotta -Lotta olimpica - Percorso di sviluppo della personalità dello scolaro - di Vitucci, Marini, Noia e Galli - Pag. 92

21. Judo - Scuola Primariadi Rosa Maria Muroni ed Emanuela Pierantozzi Pag. 60(esaurito)

22. 101 anni di medaglie 1906 - 2007 di Livio ToschiPag. 112

23. Manuale di Aikido: didattica e pratica di Marco Rubatto Pag. 382

1902-2002: 100 ANNI DI STORIA - Durata 60’.La storia della FIJLKAM (le olimpiadi, i mondiali, i pionieri) raccontata attraverso fotografie e filmti di grande interesse storico (DVD)

LA STORIA DELL’UOMO. UNA LOTTA PER LA VITA(l’istinto della sopravvivenza) - Durata 21’ - Un’analisi scientifica delle radici psicologiche delle ari marziali (DVD)

CENTENARIO FIJL-KAM:1902-2002 - Durata 44’ - La grande festa del centenario FIJLKAM del 7 dicembre 2002, più la importante e completa manifestazione di arti marziali della storia (videocassetta)

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24. 1° Quaderno Tecnico Fijlkam: Documenti tecnico-scientificiAtti dei Seminari Tematici 2007-08 di Renato Manno Pag. 96

25. FIJLKAM 1981-1994La Presidenza Pellicone (prima parte)di Livio ToschiPag. 271

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26. FIJLKAM: 1906-2016110 anni di medagliedi Livio ToschiPag. 111

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ATTIVITÁ INTERNAZIONALE judo

È stata ricca l’edizione 2018 della Continental Open a Ostia. Sei le me-daglie andate al collo del-le azzurre per un ‘argento’ con Eleonora Geri e per cin-que volte il ‘bronzo’ con Francesca Milani, Rosalba Forciniti, Edwige Gwend, Carola Paissoni, Linda Politi. Giappone senza rivaliSui tatami le atlete a confronto sono state 151 e 25 le nazioni che hanno rappre-sentato, 172 i com-battimenti disputati che, alla fine, hanno assegnato meda-glie a 13 nazioni. Il pronostico è stato rispettato ed il Giap-pone, con quattro primi posti ed un terzo, ha stravin-to il medagliere di ‘Rome 2018’, mentre gli altri tre primi posti sono andati alla Spagna, seconda con l’aggiunta di due medaglie d’ar-gento, alla Francia, che ha aggiunto invece due medaglie di bronzo ed alla Gran Bretagna, che non ha aggiunto altro, ma si è piazzata davanti all’Italia e le sue sei medaglie. Per l’Italia, che ha schierato ben 35 atlete, va detto anche

dei quinti posti ottenuti da Elisa Mar-chiò nei +78 kg e quello, davvero no-tevole, di Samanta Fiandino nei 57 kg, mentre Annarita Campese nei 52 kg, Anna Righetti nei 57 kg, Lucia Tangorre nei 78 kg e Annalisa Calagreti nei +78 kg si sono classificate al settimo posto.Sei medaglie per l’Italia“Sono molto dispiaciuta - ha detto Ele-

onora Geri - in finale sentivo che dovevo attaccare, vedevo anche come, ma non sono mai riuscita a partire. Mai. È andata così, e questo mi ha

fatto soffrire, ci sono anche altre cose mie, ma ora non è il caso di pensarci troppo, ho questa medaglia fra le mani e guar-do avanti”. Eleonora Geri ha vinto per ippon con la russa karpova, l’ungherese Szi-

getvari e per tre sanzioni a due con Elisa Marchiò. In finale, è andata al golden score con la nipponica Inamori, ed è stata sconfitta per tre sanzioni.“La prossima volta voglio la medaglia d’oro – è stato il

commento di Francesca Milani – e non solo qui, ma anche nelle gare più impor-tanti. Soprattutto spero di fare bene per arrivare a

raggiungere il mio obiettivo. Ce la metterò tutta per arrivare a To-kio”. Dopo aver superato il primo turno sull’inglese Staddon, Francesca Mila-ni ha trovato lo stop dalla spagnola Martinez Abelenda, ma il suo riscatto è stato irresistibile, ippon all’altra spa-gnola Lapuerta Comas ed ancora ip-pon, con un’azione da applausi, sulla giapponese Morizaki. “Sono contenta

di Enzo de Denaro

European Open Rome 2018: il Giappone non ha rivali, Italia a quota sei

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perché ogni volta che faccio una gara so di avere fatto dei sacrifici per arri-varci. – ha detto Rosalba Forciniti - Ho combattuto con dei malesseri addosso perché non sono stata bene, ma non ci ho badato, anzi me ne sono proprio fregata e ritrovarmi adesso con questa medaglia al collo mi fa davvero molto piacere. Ho sempre pensato ai miei figli ed anche in questi giorni che non stavo bene ed è stato da loro, dalla mia fami-

glia, che ho trovato la forza”. Due vitto-rie per la 32enne di Longobucco, bron-zo olimpico a Londra nel 2012, su Also Monserrat (Spagna) e Catalina Schiopu (Romania), poi tre sanzioni l’hanno costretta alla resa con la giapponese Miyakawa, che ha vinto la categoria. Nei recuperi Rosalba ha dato spettaco-lo, 27 secondi per l’ippon alla svizzera

Tamara Silva e 15 per lanciare la spa-gnola Hogrefe Acea nella finale per il bronzo. “Peccato per la semifinale, mi sono presa una bella ‘bomba’, - ha det-to sorridendo Edwige Gwend - spiace soprattutto perché dopo aver battuto la giapponese Doi avevo un’occasione per vincere, ma questo è il judo. Sono comunque contenta per questa meda-glia che dedico alla mia famiglia, agli amici, al gruppo sportivo delle Fiamme

Gialle e poi da subito riprenderò ad al-lenarmi”. Dopo le vittorie su Doi (Giap-pone) e poi con la danese Olsen, era lecito pensare che Gwend proseguisse indisturbata verso l’oro, ma l’austriaca Tina Zeltner si è trovata sulla strada dell’azzurra e ha indovinato una ‘ga-eshi’ che ha sorpreso entrambe. Nella finale per il bronzo Edwige ha espresso

una determinazione vincente sulla ca-nadese Catherine Beauchemin-Pinard, ippon di shime waza. “Sono arrivata a questo appuntamen-to in condizioni non ottimali, - ha detto Carola Paissoni - a causa di un’influen-za che, fra l’altro, ha colpito anche altre mie compagne di squadra. Cionono-stante, essere riuscita ugualmente a prendere una medaglia fa scomparire tutte le difficoltà, sono soddisfatta per

averle superate e da domani si ripren-de a lavorare per correggere e miglio-rare”. Carola Paissoni è andata al gol-den score in tutti gli incontri disputati, concludendo a proprio favore il primo con la russa Zolnikova e, dopo quello perso con Zupancic (Canada), si è im-posta sulla belga Willems e l’olandese Jager.

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“Ho rosicato come un cane per l’incon-tro perso (con la francese Dollin) – ha detto Linda Politi - ho lavorato e ancora lavorato a terra, ma alla fine ha lavorato lei… ho reagito, ho ripreso la gara nel modo giusto ed è arrivata questa me-daglia che mi dà soddisfazione, ma lo stimolo è sempre lo stesso, continuare a crescere”. La netta vittoria per ippon sulla romena Mazilu ha aperto la gara di Linda Politi, che è poi incappata nell’immobilizzazione della francese

Dollin in un’azione a terra iniziata con il waza ari in seoi nage dell’azzurra. Recu-perata, Politi si è aggiudicata il ‘derby’ con Lucia Tangorre e, quindi, la finale per il bronzo con l’inglese Reid.Ma c’è anche una medaglia d’oroUn’edizione speciale dunque, quella 2018 della Continental Open a Ostia. E se al colore delle medaglia di Eleonora

Geri, Francesca Milani, Rosalba Forcini-ti, Edwige Gwend, Carola Paissoni, Lin-da Politi, è mancato l’oro, cui sempre si ambisce e che, nella gara ‘in casa’, lo si vorrebbe applaudire con vigore mag-giore e speciale, è brillata, come fosse una medaglia vera e propria, un’orga-nizzazione collegiale che ha saputo tra-sformare il PalaPellicone in una specie di ‘salotto’ accogliente e l’insieme della gara con una cerimonia di apertura brillante e variegata, in uno spettacolo

gioioso, arricchito dalla preziosa corni-ce di partecipazione delle società ro-mane, presenti con piccoli judoka, tec-nici e genitori. La medaglia d’oro è per loro e per tutti coloro che, in qualsiasi modo, lo hanno reso possibile.

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ATTIVITÁ NAZIONALE karate

di Daniele Poto

Busato e Bottaro conferme assolute, novità CasaleProclamate al PalaPellicone di Ostia campioni e campionesse del kata

Un campionato italiano kata assoluto nel segno della ri-tuale conferma dei valori. In campo maschile Mattia Busato ha ribadito una leadership instaurata a partire dal 2012, ven-dicando il passo fal-so dell’anno scorso, quando, a Carugate, venne superato da Iodice. In cam-po femminile la diarchia tra-dizionale Bot-taro-Battaglia si è misurata nell’ennesima finale vinta dalla prima che ribadi-sce la sua suprema-z i a na-

zionale che nulla toglie all’ampio curriculum interna-zionale della rivale poliziotta, su un podio tutto Fiam-

me Oro, completato dalla presenza della giovane Casale. Nel primo caso il n. 1 è un ragazzo che s’impose

per la prima volta in un campionato nazionale a 19 anni, nel secondo va sul gradino più alto

del podio una ragazza ormai donna che in-delebilmente da una dozzina di anni mar-ca il territorio della supremazia autarchica lasciando le briciole alle altre. Al PalaPelli-

cone nella giornata contrassegnata dalla giornata ecologica per Roma, ambiente soffuso e oscurato per la celebrazione

delle due maratone, rispettivamen-te al maschile e al femminile. Tito-lo assoluto questa volta separato dalla competizione juniores. E con numeri in risalita rispetto all’evento

2017. In Lombardia avevano ga-reggiato 88 uomini e 66 donne,

questa volta Ostia i partecipanti sono stati rispettivamente 97

(rispetto a 120 pre-iscritti) e 74 (87 le atlete attese). In totale

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dunque da 154 effettivi in gara a 171. Se i pronostici sono stati rispettati non si può dire che l’impegno agoni-stico sia mancato. Oltre i 65 iscritti bi-sogna risalire la corrente di 7 incontri vinti per approdare al titolo e dunque i cali di tensione sono assolutamente banditi. Pubblico di competenti ad-detti ai lavori nelle due giornate con scivolamento degli incontri nel tardo pomeriggio di sabato e al tardo orario

di pranzo nel giorno festivo. La neve ha risparmiato la competizione di po-che ore. Perché come si sa la neve nel Lazio è un evento catastrofico a cui la regione non è abituata. Impianto riconvertito alla bisogna con rimodu-lazione della tribuna invitati, un par-co uso dello speakeraggio e abituali pause per rispettare il programma e,

in un certo modo, le modalità delle gare internazionali. Fortunatamente per uno sport senza contatti Miseri-cordia a disposizione ma inoperosa. E cauto dispiegamento dei verdetti per 3-2, una ricorrenza che lascia sempre qualche strascico (c’è stato un reale equilibrio o i giudici hanno interpre-tato male l’equilibrio sul tappeto?). Comunque salva maggioritaria di 5-0 con qualche 3-2 che, come vedremo,

necessita di pacate riflessioni. Una valutazione generale offerta dalla rassegna ci sembra basilare. La leva dei più giovani, dei millennials del karate, con qualche non celata am-bizione di qualificazione per Tokyo 2020, ha sofferto contro la generazio-ne degli atleti più esperti. L’iscrizione nell’albo d’oro della manifestazione

di Busato (25 anni) e Bottaro (30 anni) sta a corroborare la valutazione ma anche la fitta condensazione di piaz-zati di anagrafe consistente, a decre-mento delle forze fresche di successi di categoria solo risalenti a qualche settimana prima. Nella categoria as-soluti bisogna pagare uno scotto. E la metabolizzazione probabilmente richiederà qualche anno. Così, fatta questa premessa, potrà

sorprendere fino a un certo punto di ritrovare Barreca nell’infinito elenco degli atleti piazzatisi al salomonico 11esimo posto, un riscontro assolu-tamente inferiore alle aspettative del bravo e premiato atleta di Tarquinia. L’eversore di Barreca è stato Pana-gia, un ragazzo del ’99, appena di un anno meno giovane del tusciano

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mentre i piazzati sono tutti agonisti ben oltre i 20 anni. Il cammino di Busato è stato piutto-sto risoluto con 5 successi all’unani-mità, un 4-1 e un contrastato 3-2 nella finale con Petroni. La superiorità del campione è sembrata chiara come l’esiguità del vantaggio, tradotta nel minimo termine di scarto. È stato un po’ lo stesso andamento della finale femminile con i due stili nettamen-

te contrapposti e qualche piccola imprecisione nel condimento della prova che è costato alla Battaglia lo 0-5. Ma la poliziotta aveva già avuto i propri patemi per superare la giova-ne collega Casale con un 3-2 modico e insieme insolito. Ancora respinta sulla soglia dell’eccellenza Terrya-na D’Onofrio, sempre sul podio ma

come terzo incomodo. È chiaro che la generazione delle Bottaro e delle Battaglia non molla in vista di Tokyo 2020 ora che sta per iniziare la ton-nara dei tornei di qualificazione con una buona posizione nel ranking. Le indicazioni del settore tecnico sono pertinenti ai valori in gioco se è vero che Bottaro e Busato (unitamente a Busà e Cardin nel kumite) sono nel mazzo degli attuali quattro Probabi-

li Olimpici espressi dal movimento. Tecnicamente leggera prevalenza complessiva delle donne sugli uomi-ni. Ribadita anche dal peso tecnico dei due rispettivi podi se comparata agli standard internazionali. La gioia di Busato, tornato a primeg-giare. “È stata una gara complessa e di ottimo livello, tutt’altro che scon-

tata. Il titolo me lo sono sudato. Ci tenevo a vincere il campionato italia-no, il quarto titolo non consecutivo. Succedo a Iodice con il quale mi al-leno assieme da una vita, un rivale e un amico. Ci sono tanti giovani pron-ti per emergere ma devono pagare uno scotto a livello assoluto. Dopo l’Under 21 ti affacci in un altro mon-do e lo posso ribadire per esperienza personale. Ora si comincia a fare sul

serio. L’Olimpiade è un sicuro punto di riferimento. Per ora i tornei non danno punti qualificanti. Ma settem-bre non si può più scherzare. Dalla creazione del ranking alla vera e pro-pria ipoteca per la qualificazione. Ab-biamo imboccato un piano di lavoro ben preciso e spero che ci ripagherà delle giuste gratificazioni. Il test degli

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assoluti era un’occasione per provare le tecniche messe a punto in allena-mento.Concentrata sulla manifestazione e sui suoi esiti Roberta Sodero, respon-sabile di settore: “L’evento ci ha dato un confortante esito sullo stato di forma delle big e sulla possibilità che i giovani rincalzi le subentrino, pro-babilmente dopo Tokyo 2020. Bot-taro e Battaglia con i tipici differenti

approcci alla gara si sono confermate al vertice mentre D’Onofrio e Casale sono il piacevole completamento sul podio. Il settore. La D’Onofrio ha condito la gara con qualche imper-fezione, ha bisogno di completarsi ma è su una sicura linea di progresso mentre la Casale ha fatto un deciso salto di qualità”.

Il parere del supervisore arbitrale Zaccaro: “Ricordo che dal 1° gennaio 2019 si ritorna a considerare il pun-teggio nella valutazione arbitrale e dunque dal punto di vista percettivo si tornerà all’oggettività. Ho fatto un briefing con i colleghi. Le grandi e piccoli finali maschili a mio avviso si dovevano concludere per 5-0 e non, in due casi, per 3-2. Opinioni, comun-que i vincitori erano indiscutibili. Ab-

biamo avuto un numero di rinunce fisiologico rispetto alle pre-iscrizioni. È chiaro che non si viene a Ostia per venire eliminati al primo turno. Il set-tore femminile mi è parso più avanti rispetto a quella maschile”.Era piacevolmente presente alle gare il presidente onorario della federa-zione Giuseppe Pellicone: “Sono con-

tento di aver onorato una manifesta-zione che assegnava i titoli italiani ma presentava un gran numero di at-leti che sono stati campioni europei o mondiali e comunque hanno rac-colto medaglie internazionali, segno che il kata assoluto rappresenta una ribalta importante. L’avvicinamento a Tokyo è difficilissimo vista la ristret-tezza della porta di accesso. I valori tradizionali a Ostia si sono conferma-

ti. Il passaggio alla categoria assolu-ta dei giovani è stato problematico. I più anziani di età sono anche i più esperti. Barreca nonostante il passo falso rimane un aspirante campione, ha solo bisogno di qualche anno per entrare pienamente a regime. Spe-riamo di ritrovare anche una grande squadra di kata. Abbiamo buone in-

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dividualità che devono sbocciare e confluire in un collettivo. Purtroppo mi pare che a livello internaziona-le la prova non sia adeguatamente valorizzata. I dati di partecipazione sono molto esigui. Certo, Valdesi-Maurino-Figuccio agonisticamente erano degli extra-terrestri ma abbia-mo l’obbligo di ricercare i loro possi-bili eredi. Del resto la nuova squadra azzurra è costantemente sul podio anche se non sempre sul gradino più alto. Se mi chiede un pronostico per Tokyo dico che firmerei già ora per due medaglie, ecumenicamente una nel settore maschile e una per il femminile. Presentarsi sul podio alla prima uscita del karate in un’Olimpia-de all’altezza di Tokyo 2020 sarebbe un biglietto da visita grandioso per la nostra disciplina, anche agli occhi di un attento CONI”.

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di Daniele Poto - foto Michele D’Amato

Giovani a valanga per i Campionati juniores kumite

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La corsa dei 500 per gli 11 titoli in lizza al PalaPellicone di Ostia

Nel week end forse più pieno per la FIJLKAM ha trovato posto al PalaPel-licone un’affollatissima edizione dei campionati juniores di kumite, prolo-go a un mese, della rassegna assolu-ta nello stesso scenario. La macchina federale ha fatto fronte all’evento in una giornata campale per l’orga-nizzazione. Il karate dei grandi era convogliato su Rotterdam dove lo squillante oro della squadra di kata maschile ha riscattato un andamento negativo del giorno prima ma anche judo e ju jitsu erano nel mirino della valorizzazione dei risultati nelle stes-se intense giornate. Peraltro erano le stesse ore in cui il presidente federale Falcone sceglieva un pezzo di futuro per il karate azzurro scegliendo la città di Gotemba come sede dei ritiri pre-olimpici del nuovo sport inserito nel programma dei Giochi 2020. Se-gno che la marcia di avvicinamento

per tutto il movimento è ormai un acclarato dato di fatto. Dal punto di vista numerico la ras-segna giovanile lidense ha riser-vato numeri di assoluto rilievo, da record nella storia recente. In effetti la modifica dei criteri di ammissio-ne ha provocato una grande massa di preiscrizioni, addirittura 512, sur-classando i numeri delle più recenti edizioni 2017 e 2016. E c’è da rilevare la grande serietà nel mantenere l’im-pegno perché le rinunce fisiologiche si sono mantenute sotto la soglia del 10%, costringendo la classe arbitrale alla prevedibile maratona, soprattut-to nella prima tornata, sei categorie maschili con predominio numerico rispetto al settore femminile. L’adeguamento di classe agli stan-dard internazionali è in itinere, non si può dire lo stesso per la nuova fi-losofia del combattimento che porta

dritti a Tokyo 2020. Probabilmente un traguardo troppo anticipato per questa leva juniores che ha bisogno di maturare con i propri tempi fisio-logici. I concorrenti maschi attesi alla prova erano 362 e 329 hanno effettivamen-te gareggiato (rinunce contenute in 33) a fronte di 154 ragazze preiscritte. Così la domenica la smobilitazione è avvenuta alle 14.30 in una giornata di tempo pazzerello come tradizio-nalmente lo è marzo mentre un’au-tentica mareggiata si abbatteva su Ostia dissimulando l’aspettativa per la primavera, matura solo per l’alter-narsi delle stagioni. Palazzetto oscu-rato e quattro tappeti periferici che hanno lavorato a pieno ritmo con superlavoro per gli addetti della Mi-sericordia, sdoppiatosi per interventi multipli, spesso giustamente richiesti a scopo precauzionale, vista anche la

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giovane età dei concorrenti. La modifica dei criteri di ammissione si è sposata con l’ormai metabolizza-ta variazione sulle classi di età. Così in gara ragazzi e ragazze del 2001-2002-2003 con una forbice anagrafi-ca biennale che ha premiato sul gra-dino più alto del podio i ragazzi più grandi. Come si può facilmente im-maginare il gap fisico tra un 17enne e un 15enne è notevole anche se la maturazione in Italia ha ritmi più len-ti rispetto ad altri paesi. L’eccezione a questo trend, confermato in ben dieci delle undici categorie in pro-gramma è stata provocata da Nicole Carrera che nei + 66 è riuscita a im-

porre la freschezza dei suoi 15 anni (classe 2003), un talento assoluta-mente precoce su cui lavorare. La Carrera ha piazzato un 3-0 dopo 30” ipotecando il match con la Fracassi che, facendo i conti anche con una ferita sanguinolenta, non ha più ri-trovato il bandolo della matassa. Tra le ragazze un solo match è arrivato all’hantei (5-0). È successo nei 53 kg con il premio dei giudici a Lucrezia Angelica Molgora nei confronti di Sara Campanella. Peraltro la vice-campionessa italiana era piuttosto stanca, oltre che sodisfatta, per l’an-damento dei sei match precedente-mente vinti, scalando un tabellone con 35 atleti e uno score fino a quel momento significativo di 13 punti al passivo e 7 al passivo. Forte soprat-tutto dell’exploit al secondo turno con un brillante successo (3-1) sulla titolata Aurora Pendoli, campionessa europea di categoria recentemente a Sochi. E la Campanella è una ragazza del 2002 che potrà prendersi la sua soddisfazione tricolore l’anno prossi-

mo. Brillante anche la Cavallaro che ha gestito con pazienza l’assalto con-tro la Pacino, chiudendo l’uno-due nell’arco degli ultimi 30”. Secondo gli osservatori tanta quan-tità non si è sposata con la qualità. Il livello tecnico in campo maschile non è stato trascendentale. Ancora una volta decisamente più ispirato il settore femminile. Nella classifica per società se non stupisce trovare al primo posto in campo maschile la Dilettantistica Champion Center La

Scampia che vince, grazie a qualche azzeccato piazzamento, ha piacevol-mente meravigliato l’affermazione in campo femminile del Karate Body % soul Avezzano che si è giovato so-prattutto dell’accoppiata Di Cosimo-Ciofani nei 66 kg femminili. Come si può immaginare in questo caso soddisfazione al massimo per i diri-genti abruzzesi ma anche per le due ragazze inevitabilmente già appa-gate prima della finale e non troppo aggressive e motivate contro l’amica più che la rivale. Ad ogni modo modi-co 1-0 per la Di Cosimo e tutte felice e contente, sciolte in un significativo

abbraccio per l’accoppiata. Comun-que successi di squadra di misura con almeno 3-4 club che si sono staccati dagli altri per compattezza. Dal pun-to di vista statistico la categoria più affollata è stata in campo maschile quella dei 61 kg (88 partecipanti ef-fettivi), la meno battuta quella dei 50 (appena 23 soggetti). Tra le donne invece quella centrale dei 59 ha visto più agoniste mentre nei + 66 la par-tecipazione è stata estremamente ridotta.

Per la classe arbitrale, coordinata con maestria da Nando Olivelli, adeguati grandi numeri e, in sintonia con la rassegna, età anagrafica in discesa con valorizzazione dell’elemento femminile. Impressionante nella “due giorni” intensiva il numero delle so-cietà in lizza e non solo per onor di firma. Mobilitate 448 presenze-club. La manifestazione è scorsa via nel quasi totale rispetto del pronostico. L’elemento strategico è stato decisi-vo in tabelloni così affollati. Visto il superlavoro per arrivare in finale la conquista dei primi punti è stato il segnale per cercare di economizzare

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le energie e strappare il successo con il minimo dello sforzo in vista del suc-cessivo impegno. Le finali sono state decisamente equilibrate e spesso ri-solte negli ultimi secondi. L’esempio emblematico nei 48 femminili dove la Agus ha piazzato a 2” dalla fine del match il colpo che le è valso in extre-

mis la conquista del titolo sulla Mastroianni.Ecco il commento dell’at-tento consigliere federale in quota karate Salvatore Nastro, da sempre vicino all’attività giovanile: “È stata una rassegna quan-titativamente importante, forse qualitativamente inferiore alle aspettative. I favoriti sostanzialmente si sono confermati. I migliori erano già stati attenziona-ti dal settore tecnico. Oltre ai campioni Prestana, Del-le Noci, Morra, Ruggiero,

Marchese e Zippoli segnalo le buone prospettive future di Carmine Lucia-no, secondo nei 55 kg. Ma comun-que uomini di una spanna sotto alle donne. Qualcuna delle campionesse è già immaginabile competitiva a li-vello assoluto mentre per i ragazzi gli obiettivi sono più futuribili. Il livello è

stato medio con le punte dei ragazzi juniores che hanno ribadito le aspet-tative mentre nelle retrovie tecniche qualcosa è mancato. Comunque le novità non mancano soprattutto nei ragazzi più giovani che verranno alla ribalta nel 2019. Ribadito il solito gap di partecipazione nelle categorie pesanti. Del resto ci vuole pazienza, molti agonisti venivano dalla classe esordienti. I tempi di maturazione sono lenti. Gli exploit di un atleta sono attesi verso i 18-19 anni. Ma-turità vuole dire consapevolezza ed esperienza: caratteristiche che non sono ancora a disposizione delle gran parte dei nostri juniores. L’im-pegno di Rotterdam non ha distolto l’impegno su questa manifestazione. È auspicabile peraltro una maggiore armonizzazione dei calendari, so-prattutto di quello internazionale. Approfitto per sollecitare gli atleti a una maggiore partecipazione alla nostra attività nazionale. Non si può essere soddisfatti di partecipare a un impegno all’estero, accontentandosi magari di un’eliminazione al secondo

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turno, disertando un impegno no-strano. Perché non ci si deve accon-tentare per principio e poi perché molte gare non aggiungono molto a un bagaglio di un karateka. Dunque maggiore accuratezza nella selezio-ne degli impegni. La scelta di una tipologia di gare deve essere accurata e finalizzata a un au-tentico progresso.

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Genova ha ospitato, presso il PalaDiamante, il 21° Trofeo Nazionale Gino Bianchi di JuJitsu, che dopo anni di pa-trocinio da parte di AIJJ&DA, si è svolto per la prima volta sotto l’egida FIJLKAM, ma, come sempre, con l’ottima or-ganizzazione e regia di ASD Tegliese Genova.Questo Trofeo nazionale è la prima competizione ufficiale FIJLKAM di un calendario ricco e rinnovato, che prospetta numerose linee di sviluppo.Presenti numerosi personalità in rappresentanza della Federazione: il M° Carlo Cariola, che ha portato i saluti del Presidente della com-missione Nazionale Ju Jitsu M° An-tonio Amorosi, il M° Dario Quenza, del Gruppo attività internazionale,

il Presidente FIJLKAM regionale Li-guria M° Filippo Faranda, e il Fidu-ciario regionale Liguria M° Stefania BavosoQuesta tradizionale competizione è dedicata alla figura del Maestro Bianchi, pioniere del Ju Jitsu in Italia, che proprio a Genova a iniziato la diffusione del-la “Dolce Arte” sul territorio Italiano. Presente anche una delegazione di ex allievi diretti del M° Bianchi, che con passione partecipano ogni anno all’evento nel ricordo del loro Maestro non solo di tatami, ma di vita.Numerosissima partecipazione per un totale di 440 atleti, 26 società e 6 regioni che si sono confrontati nelle disci-pline dell’Agonistica, Fighting System, Ne Waza e Accade-

mia, sia con prove per i non agonisti, sia competizioni per gli agonisti, per la conquista delle ambite katane, messe in palio dall’organizzazione, assegnate alle prime tre so-cietà della classifica generale.Le società partecipanti sono state le seguenti:Judo Ju Jitsu Novara (PIE), Pro Patria Ju Jitsu (LOM), Te-gliese (LIG), Club La Dolce Arte (UMB), Centro Studi Ju Jitsu (LIG), Ju Jitsu Dragone (PIE), Sport and Go (LIG),

Accademia Prato (TOS), G.A. Diurno (EMR), Ju Jitsu Pieve Ligure (LIG), Sakura Kai La Spezia (LIG), Ju Jitsu Damun Genova (LIG), Lino Team (LIG), Pol.San Siro Nervi (LIG), USSP (Lig), Ronin Kyokai (LIG), Funakoshi Canelli (PIE), Ca-lifornia Club (LIG), Team Waza (LIG), Alta Valle Scrivia (LIG), Ju Jitsu Cambiano (PIE), Immagine Danza (LIG), Ju Jitsu e Judo Sakura Arma di Taggia (LIG), Accademia Arti Marziali (LIG), Link (LIG), Polisportiva Prati Fornola (LIG).

di Antonio Amorosi

Liguria

Genova capitale del JuJitsu con il Trofeo Gino Bianchi

REGIONALI JU JITSU

La panoramica del parterre

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Al termine della prima giornata dedicata ai non agonisti la classifica era la seguente:1° Tegliese, 2° Club La Dolce Arte, 3° Link, 4° Sport and GoNelle sfide di Fighting System e Ne Waza, incontri anche di altissimo livello hanno determinato la se-guente classifica:1°Tegliese, 2°Lino Team, 3°Club La Dolce Arte, 4° Judo Ju Jitsu Novara.

L’Accademia, disciplina tradizionale del Metodo Bianchi con tecniche volanti spettacolari ricavate dal Settore e da altre forme acrobatiche, ha visto confrontarsi dai giovanissimi fino ai Master con la

classifica seguente:1°Lino Team, 2° Ju Jitsu Pieve Ligure, 3° California Club, 4° Judo Ju Jitsu NovaraLa Classifica Generale finale, che ha visto l’assegna-zione delle Katane è risultata la seguente: 1°Teglie-se, 2°Lino Team, 3°Club La Dolce Arte.Grandissimo successo organizzativo e di numeri per una competizione molto sentita a livello nazio-nale che vede confrontarsi alcuni dei migliori team

italiani nel ricordo del M°Bianchi padre del Ju Jitsu in Ita-lia, e che è destinata a crescere ancora nel tempo. Arrivederci al prossimo anno!!

Il podio delle Società

L’angolo dedicato al Maestro Bianchi con i Maestri Mazzafer-ro e Foralosso

LiguriaREGIONALI JU JITSU

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Si sono spenti i riflettori sulla prima tappa del Trofeo Italia 2018 - “Mr. Judo Puglia” e ancora una volta - cosi come orgogliosamente ci dice Erminia Zonno, Responsabile Regionale del Judo Pugliese - si può parlare di una edi-zione record sia sotto il profilo delle presenze registrate nei due giorni di gara che dal punto di vista della capacità organizzativa messa in campo. Difatti sono state ben 119 le Società par-tecipanti per oltre millecento atleti pro-venienti da 19 Regioni. Una vera e pro-pria festa del Judo.“Ci sono state non poche problematiche che abbiamo dovuto affrontare - con-tinua Erminia Zonno - ad iniziare dalle avverse condizioni climatiche di questi giorni, dalla concomitanza con la giorna-ta delle elezioni, dalle massicce rinunce arbitrali che hanno messo in serie diffi-coltà l’ottimale gestione della gara. A tale proposito un doveroso ringraziamento ai due eccezionali commissari gara, Rober-ta Chyurlia e Giulio Sacchi, per la grande professionalità mostrata in questa non semplice situazione. Ma alla fine è stata ancora la Puglia ad esprimere il suo potenziale, unito alla sua grande passione per la nostra entu-siasmante disciplina.Il mio ringraziamento e quello di tutti gli appassionati del Judo, va all’impegno di tutte le componenti Società, Tecnici, Dirigenti ed in particolar modo ai nostri giovani Presidenti di Giuria che hanno egregiamente affrontato e superato il tanto temuto “Sport Data”.Grazie a tutti ed appuntamento al prossimo anno.

a cura del CR Judo Puglia

Puglia

Va all’Hydra Palermo la prima tappa del Trofeo Italia

REGIONALI JUDO

Fiamme Oro e Kumiai Torino fiere inseguitrici

L’affollato campo di gara

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Un momento della gara

Il podio sociale

PugliaREGIONALI JUDO

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PugliaREGIONALI JUDO

Il podio sociale

Grandi emozioni per i bambini in gara

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Si è svolto al PalaMazzola di Taranto il Ju Jitsu Day, even-to Nazionale FIJLKAM organizzato dalla Asd Biolife Sport Club di Taranto del M° Raffaele Buovolo con la supervisio-ne e collaborazione del Comitato Regionale Pugliese pre-sieduto da Saverio Francesco Patscot. Premiati gli sforzi organizzativi da una foltissima partecipazione di atleti.È stata una due giorni intensa all’insegna del jujitsu, con circa 700 atleti e 33 società partecipanti da tutta Italia. Numeri mai registrati prima, non solo in gare federali, ma in tutto il movimento del ju jitsu italiano. Nelle tre compe-tizioni comprese nella manifestazione, jutsuka di tutte le età si sono sfidati nelle specialità di Fighting System, Ne Waza, Duo System, Duo Show, Duo Basic e Pre-agonistica per bambini. La classifica per società della Coppa Italia 2018 (riservata alle categorie Esordienti, Cadetti, Junio-res e Master) è stata vinta dalla Marte Ju Jitsu di Palermo; nel Trofeo Amatoriale Giovanissimi (de-stinato a Bambini, Fanciulli e Ragazzi) è stata la Hiwashita di Gallipoli ad imporsi, mentre nel Trofeo Eccellenza (solo per cinture nere) ha ri-portato il punteggio più alto l’Accademia De Bartolomeo di Taranto. A salire sul podio in classifica generale, infine, sono state la Marte Ju Jitsu sul gradi-no più alto, seguita da Hiwashita e Zen

Club di Manduria.Significativa la vasta partecipazione di società provenien-ti da tutta Italia ed in particolare da Piemonte, Liguria, Si-cilia, Umbria, Sardegna, Lazio, Campania e naturalmente dalla Puglia . Grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente della Commissione Nazionale Jujitsu Maestro Antonio Amorosi e da tutta la Commissione Nazionale, che sta vedendo crescere costantemente i numeri di at-leti e società dando soddisfazione agli sforzi per riunifica-re tutto il movimento del Jujitsu Italiano sotto un’unica bandiera.

a cura di Commissione Nazionale Jujitsu

Jujitsu Day a Taranto

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Se c’è uno sport che può insegnare ai bambini a cadere senza subire traumi, quello è il judo. Forte di questa con-sapevolezza, l’Unione Europea Judo (EJU) ha appoggiato l’Università di Siviglia in un progetto ambizioso, ma non per questo irrealizzabile: introdurre nelle lezioni scolasti-che di educazione fisica una parte di prevenzione ai trau-mi durante la caduta.Perché questa preoccupazione? Chi potrebbe pensare a uno scrupolo di genitori un po’ troppo apprensivi, è fuori strada. Le statistiche parlano chiaro: secondo l’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità (OMS) i traumi da caduta sono la seconda causa di mor-te al mondo, in particolare per bambini e anziani. In Europa, 14 bambini muoiono ogni giorno per lesioni provocate da ca-dute. Su scala mondiale, si parla di 37,3 milio-ni di soggetti che in un anno subiscono gravi lesioni da caduta. Vista dal punto di vista sanitario, la situazione assume l’a-spetto di una vera e propria emergenza.Da qui nasce l’idea di intraprendere un’a-zione didattica sistemica nelle scuole eu-ropee. Il progetto ha già visto una fase di raccolta dati, durata un anno, tra le scuo-le dell’Andalusia. Poi, lo sbocco interna-zionale: in un weekend di marzo si sono incontrate, a Milano, presso il Palazzo del Coni, l’Università di Siviglia e l’Universi-tà degli studi di Milano per firmare una convenzione che ha come partner l’Eju e la Fijlkam, Federazione Sportiva nazionale di judo. «L’o-biettivo –spiega Cinzia Cavazzuti, ex olimpionica di judo e ora presidente Fijlkam Lombardia- è definire un program-ma didattico per insegnare come proteggere il corpo dai traumi durante un’eventuale caduta, inserendo questo pro-

getto in un modulo di 10 minuti all’interno della lezione di Educazione motoria nelle scuole della prima fascia di istru-zione. E’ estremamente positivo che il judo entri nella scuola con un progetto scientifico, coordinato a livello universitario e soprattutto mirato al benessere della persona».Tutto il percorso sarà monitorato in ingresso, in itinere e in uscita, in modo da verificare l’apprendimento degli studenti e fornire dati alla ricerca.

di Andrea Sozzi

Parte in Lombardia il progetto SAFE FALL: il Judo al servizio della salute contro i traumi da caduta

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Oscar del Castillo e Luis Toronjo mostrano i risultati della sperimentazione andalusa

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«La partecipazione degli scienziati mo-tori –puntualizza il prof. Luigi Inver-nizzi, coordinatore del progetto per Università di Milano- che sono stati formati per condurre questo progetto, sarà anche un’occasione per valorizza-re la figura dell’insegnante di educa-zione fisica, una categoria spesso poco considerata in ambito scolastico».

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Gruppo di lavoro e di formazione degli scienziati motori per il SAFE FALL

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Berlino - Fu Jigoro Kanoa premiare Jesse Owens

Lo scorso mese di febbraio ci ha riservato due settimane di Giochi Olimpici invernali. Anche nel cuore della notte, quando ne valeva la pena, mi collegavo televisivamente con PyeongChang e questi contatti con la Corea inelut-tabilmente mi costringevano a perlustrare i cassetti della memoria.Per cui non ho potuto fare a meno di ricordare che pro-prio alcuni atleti coreani furono protagonisti dei Gio-chi olimpici di Berlino 1936. Si trattava di Kitei Son e di Shoryu Non rispettivamente primo e terzo nella corsa di Maratona e che rappresentavano il Giappone.“E cosa c’entra il Giappone con la Corea?” potrebbe chiedere l’attento lettore. In quel caso una indiscutibile relazione esisteva. Infatti i due grandi maratoneti erano nati nella penisola coreana, da anni in-vasa ed annessa dai nipponici. Infatti sul podio della premia-zione i due atleti sono a capo chino, a dimostrare che non intendono onorare la bandiera e l’inno del Sol Levante.In realtà il terzo clas-sificato si chiamava Nam Sung-Yomg ed il primo Sohn Kee-Chumg. Lo avrei rivisto in occasioni dei Giochi di Seul 1988 come ultimo tedoforo dopo averlo conosciuto per-sonalmente il 4 settembre 1982 ad Atene.

Il tutto è certificato in un documentato che allego ed in cui è riportato un suo autografo. Mi fu rilasciato in occa-sione di una cerimonia ideata da Primo Nebiolo ed orga-nizzata presso la Presidenza della Repubblica Greca per celebrare i 70 anni della Federazione Internazionale di Atletica (IAAF), fondata nel 1912 a Stoccolma.Nello stesso cartoncino invito, scovato in uno dei già ci-tati cassetti dei miei ricordi, figura anche la firma di Nao-to Tajima, che a Berlino vinse il titolo nel salto triplo con il nuovo record mondiale di 16 metri. Lo stesso ingegner minerario Tajima fu terzo nel salto in lungo, protagoni-

sta di una gara che è una pietra miliare nella storia dello sport. Tutti sanno che alla fine vinse lo statunitense Jesse

AMARCORD LÒRIGA

di Giovanni Maria “Vanni” Lòriga foto archivio FIJLKAMillustrazione Claudio Marchese

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Owens (quattro ori in quei Giochi) precedendo il tedesco Luz Long che peraltro fu prodigo di consigli all’av-versario, che non indovinava la giu-sta rincorsa. Incaricato della premia-zione fu Jigoro Kano, il giapponese che aveva “inventato” il Judo. La foto della premiazione ritrae quattro grandi dello sport. C’è in essa tanta storia e molta simbologia. Eravamo alla vigilia annunciata della deva-stante guerra mondia-le. Ed il povero Ludwig “Luz” Long riposa ora in terra di Sicilia, nel cimitero di Motta Sant’Anastasia, dopo essere stato ferito a morte nella battaglia-massacro di Biscari (ora Acate). Più che un “amarcord” merita un doloroso ricordo di tutti noi che amiamo il vero Sport.

AMARCORD LÒRIGA

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Sito federale: www.fijlkam.it - Merchandising

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Nel 1924 nacque la Federazione Jiu-Jitsuista Italiana

Gli albori del Judo in Italia (III)

Il 30 maggio 1908, durante le feste organizzate a Roma dalla Società nazionale per il movimento dei forestieri e dall’Istituto nazionale per l’incremento dell’educazione fisica, si assisté alla prima dimostrazione tutta italiana di jujitsu. Nell’incantevole scenario di villa Corsini, alle pen-dici del Gianicolo, «due abilissimi sottufficiali di marina diedero una dimostrazione della teoria e della pratica della lotta giapponese» sotto lo sguardo attento del mi-nistro Mirabello. Pochi giorni dopo, evidentemente incu-riosito, Vittorio Emanuele III volle che l’esibizione fosse ripetuta nei giardini del Quirinale, scattando numerose foto ai marinai.

Nel giugno 1909, durante la seconda festa sportiva orga-nizzata a Roma dall’INIEF, all’Arena Nazionale (oggi Tea-tro Eliseo) si tenne una nuova dimostrazione. Presentati dal 2° capo torpediniere Emanuele Vegliante, si esibirono il capo timoniere Giuseppe Guzzardi e il capo cannoniere Romolo Scarinei (Vegliante e Guzzardi erano gli stessi del 1908 a villa Corsini). La manifestazione questa volta ebbe però minore risonanza.Il primo articolo in lingua italiana sulla disciplina giappo-nese è Lo giu-giutsu e sua influenza sulla potenzialità della razza, pubblicato in due puntate sulla rivista “Il Ginnasta” nel settembre e nell’ottobre 1904. Ricordo poi quello del tenente di vascello Fausto Gambardella, intitolato Il jiu-jitsu (“Rivista Marittima”, maggio 1906). Risale al 1911 il libro Pugilato e lotta libera per la difesa personale, edito da Ulrico Hoepli, che si occupò sommariamente di jujitsu.

Ma l’autore, il giornalista sportivo Alberto Cougnet, si li-mitava a riportare ampi brani di una pubblicazione del 1906 di Armand Cherpillod, campione svizzero di lotta libera. Cougnet volle tornare sull’argomento appena un anno dopo, dedicando ampio spazio alla lotta giappo-nese nel suo libro Le lotte libere moderne, ancora nelle edizioni Hoepli.

Quale “contorno” al Torneo delle Nazioni di lotta, disputa-to al teatro Eden di Milano dal 16 gennaio al 15 febbraio 1911, il giapponese Akitaro Ono sostenne svariati com-battimenti di jujitsu, promettendo 200 lire di premio a

chi avesse saputo resistergli per due minuti: è ovvio che vinse sempre e con facilità. Ma tra i suoi avversari il bre-sciano Umberto Cristini dimostrò «inconfutabilmente di essere uno specialista finissimo dell’arte nipponica della difesa personale», tanto che pochi giorni dopo il loro in-contro Ono e Cristini furono invitati ad una nuova esibi-zione.Queste esibizioni volevano far comprendere al pubblico le principali tecniche della disciplina, certamente efficaci e spettacolari, ma ancora assai nebulose, non solo per gli spettatori. Infatti, non esistendo un regolamento inter-nazionale, gli atleti dovevano di volta in volta accordarsi con l’arbitro sulle norme da applicare durante il combat-timento.Dal 1° marzo 1911 i milanesi poterono assistere per alcu-ni giorni agli incontri di jujitsu, sumo e gominuki dispu-

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di Livio Toschi

La dimostrazione del 30 maggio 1908 a Villa Corsini, Roma

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tati al Trianon da 24 atleti nipponici, che vennero anche al teatro Apollo di Roma dall’11 al 20 marzo.Commentava Cougnet: «Sono esibizioni d’una straordi-naria suggestività e che dimostrano una tecnica ed un’a-bilità molto superiore a quella della greco-romana, cri-stallizzatasi, da due millenni, in formule combat-

tive ed estetiche, ma di poca o nul-la praticità come difesa persona-le». Il 9 marzo al Trianon il solito Cristini resisté ben otto minuti all’esperto Atagawa. A Milano vanno anche ricordate le sue sfide ai lottatori professionisti Ambrogio Andreoli (al teatro Lirico) e Giovanni Raice-vich (al Trianon) nel tentativo di dimostrare la superiori-tà del jujitsu sulla lotta greco-romana.Nonostante l’entusiasmo profuso e la curiosità iniziale del pubblico (che la stampa dell’epoca cercava di sod-disfare con pubblicazioni spesso dozzinali), Cristini in-contrò difficoltà pressoché insormontabili a propagan-dare la disciplina. Poi, complice la guerra e la morte di Cristini (ufficiale della brigata Garibaldi, cadde eroica-mente nelle Argonne), per molti anni sulla “lotta giap-ponese” calò il silenzio. E un totale disinteresse mostrò la Federazione Atletica Italiana, che allora si occupava di lotta greco-romana, pugilato e sollevamento pesi, ma non voleva sentir parlare di lotta libera, soprattutto di catch o jujitsu.

Nel primo dopoguerra due eventi avvicinarono Italia e Giappone, rinverdendo vecchi legami di amicizia: il raid aereo Roma-Tokyo, pensato da Gabriele d’Annunzio ma realizzato dal tenente Arturo Ferrarin tra il febbraio e il maggio 1920, e la visita a Roma del principe ereditario Hirohito nel luglio 1921. Gli avvenimenti, largamente re-clamizzati dalla stampa, ridestarono l’interesse della gen-te per l’impero del Sol Levante, per i suoi costumi e per le sue efficacissime tecniche di combattimento.Così, sul finire del 1921, il capo cannoniere di prima classe Carlo Oletti fu chiamato a dirigere il corso di jujitsu intro-dotto alla Scuola Centrale Militare di Educazione Fisica a

Roma, di cui era comandante il colonnello Giulio Cravero. La Scuola, istituita con R.D. 20 aprile 1920, ebbe sede nei locali del Tiro a Segno Nazionale alla Farnesina, segnalan-dosi subito all’attenzione generale.Da quel momento le iniziative si susseguirono numerose e per un decennio Oletti (già imbarcato sull’incrociatore Vesuvio) fu l’animatore instancabile dell’attività judoisti-ca nella capitale. Nel 1922 insegnò nella palestra della Giovane Italia in via della Consulta, nei pressi del Quirina-le, e dal gennaio 1923 cominciò le lezioni alla Cristoforo Colombo in via Tacito, nel quartiere Prati. La Colombo, fondata nel 1906, era presieduta da Giacinto Vermiglio Puglisi. Le prime esibizioni degli allievi di Oletti si tennero il 18 febbraio 1922 alla Giovane Italia e il 24 febbraio 1923

alla Colombo.

Per diffondere la disciplina, domenica 30 marzo 1924 i delegati di 28 società o gruppi sportivi civili e militari si ri-unirono nella palestra della Colombo per costituire la Fe-derazione Jiu-Jitsuista Italiana. Il consiglio direttivo, pre-sieduto dal comm. Antonello Caprino, avvocato ed alto funzionario comunale, era composto da 12 membri, tra cui Puglisi (vicepresidente), il marchese Giorgio Guglielmi (membro del CIO), l’avvocato e giornalista Felice Tonetti (vicepresidente del CONI) e Oletti. Il primo articolo del re-golamento tecnico federale riconosceva «quale metodo ufficiale di Jiu-Jitsu, sia per l’insegnamento che per la pra-tica, il metodo Kano»; il secondo articolo precisava che la FJJI aveva sede a Roma; il terzo articolo affermava: «La FJJI ha carattere prettamente sportivo, onde è apolitica e

Il giapponese Akitaro Ono

Copertina del libro Le lotte libere moder-ne, di Alberto Cougnet (Hoepli, 1912)

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non si occupa di questioni religiose». Questo articolo fu depennato nel testo del 1927.Il 20 e 21 giugno 1924 alla sala Flores in via Pompeo Ma-gno (quartiere Prati) si disputò il primo campionato italia-no: suddivisi nelle categorie Esperti e Lottatori, gli atleti si diedero battaglia per la conquista della cintura bianca «con artistica placca» spettante al vincitore. Pierino Zerel-la, valente greco-romanista, si aggiudicò il titolo assoluto sfoggiando «doti eccezionali di forza e di agilità»; il titolo a squadre andò alla Legione Allievi Carabinieri di Roma davanti alla SCMEF e alla Guardia di Finanza. «Il completo successo di tali gare – commentava la stampa – ha confer-mato l’interesse del pubblico per questo genere di sport, che è mezzo efficace di cultura fisica e di educazione

del carattere, mentre insegna pratiche originali di difesa personale e procedimenti strani e tuttora incomprensibi-li di mezzi per richiamare alla vita», con evidente riferi-

mento al kuatsu. Zerella e i Carabinieri riconquistarono il titolo nel 1925.Nonostante gli sforzi di pochi appassionati, il jujitsu non riusciva a farsi largo tra il grande pubblico. Per di più, dopo le edizioni del 1924, 1925 e 1926 (tutte disputate alla sala Flores), i campionati nazionali furono interrotti. E servì a poco, nel 1927, la trasformazione della FJJI in Fe-derazione Italiana Lotta Giapponese sotto la presidenza di Puglisi.Così, nonostante la partecipazione di Jigoro Kano a una manifestazione romana il 7 luglio 1928 e la disputa di un altro campionato nazionale nel giugno 1929, la lotta giapponese non ebbe vita facile in Italia. Nel 1931 la FILG fu addirittura inglobata nella Federazione Atletica Italia-na, cessando di fatto ogni attività per oltre un decennio.

Umberto Cristini (1878-1915)

Il tenente Arturo Ferrarin festeggiato a Tokyo nel maggio 1920

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La SCMEF alla Farnesina, Roma

Vittorio Emanuele III e il principe Hirohito a Roma nel luglio 1921

Carlo Oletti (a sinistra) dirige il corso di jujitsu alla SCMEF

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I partecipanti al primo campionato nazionale di jujitsu-judo (Roma, 20-21 giugno 1924)

Lo stemma della FILG (1927)

Copertina di un libro di Oletti (1926)

Jigoro Kano a Roma nel luglio 1928

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Oletti con i partecipanti al 1° Corso per maestri di jujitsu-judo (Roma, luglio 1928)

Diploma di campione italiano rilasciato dalla FILG nel 1929 (con errore: Jui-Jitsu-Judò)

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