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1 Non solo JUDO Ricerche, curiosità, appunti, spunti, riflessioni emozioni e fantasie di judoka Classificazione delle tecniche e metodi didattici Waza, Go kyo, Nage-waza, Katame-waza e dintorni foto da internet Porta da dove si entra per Conoscere - Condividere Porta da dove si esce per diffondere, verificare, fare esperienza Evolvere Porta da dove si rientra per Condividere Raccolta ideata e creata per aiutare chi deve sostenere gli esami di grado DAN o partecipare ai corsi per insegnanti tecnici Romeo Fabi 2018 Ricetta semplice : Rispetto, Umiltà e Passione.

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Non solo JUDO Ricerche, curiosità, appunti, spunti, riflessioni

emozioni e fantasie di judoka

“Classificazione delle tecniche e metodi didattici” Waza, Go kyo, Nage-waza, Katame-waza e dintorni

foto da internet

Porta da dove si entra per Conoscere - Condividere

Porta da dove si esce per diffondere, verificare, fare esperienza Evolvere

Porta da dove si rientra per Condividere

Raccolta ideata e creata

per aiutare chi deve sostenere gli esami di grado DAN

o partecipare ai corsi per insegnanti tecnici

Romeo Fabi 2018

Ricetta semplice : Rispetto, Umiltà e Passione.

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Lasciamo un po’ di spazio alla fantasia :

Ho immaginato il mondo di Jigoro Kano in un sogno; una stanza a cui si accedeva solo da uno

stretto corridoio, una stanza senza porta, l’unico accesso una piccola finestra.

Per questo di fronte alla porta (entrata) doveva esserci tutto il passato ( il fondatore; il benefattore; il

prosecutore … il padre); entrando, il primo saluto era al luogo e al passato (tradizione , cultura, saggezza,

educazione … rispetto).

Le lancette dell’orologio classico per segnare il tempo rispetto a chi lo guarda

procedono verso sinistra … lo studio delle origini deve procedere al contrario,

quindi, l’allievo una volta nella stanza si porrà sul lato destro rispetto l’entrata

e naturalmente sarà alla sinistra del passato in quanto ne rappresenta la

continuazione. Di fronte gli allievi troveranno il loro Maestro ad attenderli,

colui che , rispetto loro, è più avanti nel processo della conoscenza e quindi

potrà guidarli.

Prima di accedere alla conoscenza gli allievi salutano l’area di allenamento (Tatami) ed il Maestro,

dimostrando volontà di apprendere e fiducia (accettazione) nei confronti di colui che li ha preceduti

nel percorso ed è desideroso di trasmettere la sua pratica.

Con il suo saluto il Maestro invita gli allievi al rispetto delle tradizioni ed accetta di svolgere il suo

ruolo con umiltà e dedizione.

La porta fece di quel luogo un Dojo; ne facilitava l’ingresso mantenendo il rispetto ma non

impediva , anzi invitava ad uscire per diffondere, verificare e fare nuove esperienze (evolvere;

conoscere fuori dal proprio Dojo) da riportare e rielaborare rientrando nel Dojo. (condividere)

Come augurio di mutua prosperità vorrei ora omaggiarvi dell’immagine che per più di 50 anni è

stata presente nel Dojo che ho frequentato.

Questo era il difficile modo di accedere alla conoscenza

delle arti marziali al tempo nel mio immaginario (nel mio

sogno). Entrato nell’ambiente subito il giovane Kano si

pose come obiettivo quello di rendere più accessibile il

luogo e la materia. Bisognava aprire un varco più

comodo e più facilmente accessibile (una porta d’ingresso);

aprire una porta ma mantenere “il rispetto”.

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Lasciamo ora la fantasia e tentiamo di capire come prende forma il Gokyo e la classificazione delle

tecniche del Nage-waza e del Ne-waza.

❖ Nage-waza

Il problema di dover classificare le tecniche di Judo, nel caso specifico del Nage-waza, nasce

dalla questione di dover soddisfare una duplice “esigenza didattica” .

- Raggrupparle,secondo alcuni criteri logici, per permettere una facile comprensione

ed un sintetico studio razionale. (Classificazione)

- Ordinare in una struttura sequenziale opportuna, per consentire un apprendimento

graduale tale, da permettere al principiante di poter infine padroneggiare il Judo

nella sua interezza. (Metodo d’insegnamento GO-KYO)

Questi due problemi Classificazione e Metodo d’insegnamento furono affrontati dal dott. Kano e

dai suoi collaboratori nella forma più opportuna, nei confronti dello stato delle conoscenze e della

cultura del Giappone di quei tempi.

Così come il Judo si evolve ed i vecchi traguardi raggiunti, sottoposti a critica, vengono superati

ed arricchiti alla luce delle nuove esperienze; in tal modo col passare degli anni, da più parti si è

sentito il bisogno di rimaneggiare sia la classificazione delle tecniche, sia il programma e la

progressione per l’insegnamento.

Nel 1908 il Dott. Kano classificò definitivamente le tecniche di Judo e verso il 1920 formalizzò

l’ultima versione del metodo per l’insegnamento del Tachi-waza il Go-Kyo (5 gruppi o principi

d’insegnamento), a tutt’oggi adattato in molti paesi nel mondo.

La prima classificazione delle tecniche (1882) raggruppate in tre classi:

• Taosu Koto (tecniche di rovesciamento)

• Otosu Koto (tecniche di fuori combattimento)

• Uchi Tsukeru (tecniche di lancio)

è riportato dal M° Yokoyama nel suo aureo trattato “JU-DO”. ( Vedi appendice Approfondimento 1 )

relativamente al Nage-waza la classificazione fu fatta sulla base di un metodo piuttosto primitivo,

ma comunque di tipo biomeccanico di carattere bio strutturale.

Infatti le tecniche furono raccolte ed ordinate per gruppi, in relazione alle parti del corpo di Tori

(colui che esegue la tecnica) che agiva principalmente nel corso dell’esecuzione, come punto di

contatto per il trasferimento dell’energia.

Quanto sopra è tratto integralmente da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti - Edizioni

Mediterranee , ora di seguito le tabella del Go-kyo sempre dalla stessa fonte :

Questa tabella difficilmente viene proposta; in genere il primo Go-kyo si fa risalire al 1895 e si

attribuisce la sua realizzazione al Maestro Jigoro Kano e ad un gruppo di Maestri di Juijitsu. Le tabelle che seguono sono prese da “Impariamo il Judo” di Giorgio Sozzi e sono in linea con

quelle normalmente diffuse.

Segnalo solo che su alcune pubblicazioni il Go-kyo del 1920 viene collocato al 1921.

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GOKYO 1895

GOKYO 1920/1921

Di seguito un elaborato che mette a confronto le tre tabelle

(nell’ultima colonna il Go-kyo corrente ordinato per Kyu)

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Nel 1920 nell’ambito del Kodokan il M° Kano prese la decisione (assistito dai suoi migliori discepoli e da

tutti i migliori Maestri delle scuole dell’epoca) di elaborare un nuovo Go-kyo, quello attualmente utilizzato

in tutti i paesi del mondo.

Breve analisi :

Uchi-maki-komi

Seoi-otoshi

Daki-wakare

Obi-otoshi

O-soto-otoshi

Hikkomi-gaeshi

Tawara-gaeshi

Yama-arashi

Tobi-goshi (a)

Kake-gake (b)

Hane-goshi

Harai-tsuri-komi-ashi

Tani-otoshi

Ura-nage

Ko-soto-gake

Hane-makikomi

Sukui-nage

O-guruma

Sumi-otoshi

Tutte le altre tecniche sono state sempre presenti ma hanno, nel tempo, trovata diversa collocazione

nell’ambito del Go-kyo in linea con quanto affermato precedentemente :

Questi due problemi Classificazione e Metodo d’insegnamento furono affrontati dal dott. Kano e

dai suoi collaboratori nella forma più opportuna, nei confronti dello stato delle conoscenze e della

cultura del Giappone di quei tempi.

Propongo ora una elaborazione grafica che evidenzia come le tecniche siano state inserite o tolte

negli anni fornendo di volta in volta un nuovo e più adeguato metodo didattico; la sua lettura ed

interpretazione risulta intuitiva.

Tecniche presenti solo nel Go-kyo Kodokan 1893 mai nei Go-kyo

successivi tradizionalmente considerati come ufficiali. Sono comunque

tecniche presenti nelle classificazioni.

Tecniche presenti nel Go-kyo 1893 e 1895 ma non considerate

nell’ultima stesura del 1920/21. Sono comunque tecniche presenti

nelle classificazioni attuali. (suki-nage più nota rispetto obi-otoshi ; in obi-

otoshi la presa è alla cintura)

Tecniche presenti nel Go-kyo 1895 ma non considerate nell’ultima

stesura del 1920/21.

Tecniche non presenti nel Go-kyo del 1895 ma presenti in quello del

Kodokan 1893 e nell’attuale 1920/21.

Tecniche che sono entrate nel Go-kyo solo nell’ultima stesura 1920/21.

Tobi-goshi (a)

Kake-gake

Probabilmente Kawatzu-gake (b)

tecnica ora vietata

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Elaborazione Grafica relativa alla evoluzione tecnica del GO-KYO (metodo didattico)

Legenda :

Intervallo 10 20 30 40 50 60

Grado Difficoltà V°- Kyu IV°- Kyu III° - Kyu II° - Kyu I°- Kyu

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Quella che segue è invece la classificazione delle tecniche divise per tipologia; (rielaborazione

tabelle da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti ) “ le tecniche furono raccolte ed ordinate per

gruppi, in relazione alle parti del corpo di Tori (colui che esegue la tecnica) che agiva principalmente

nel corso dell’esecuzione, come punto di contatto per il trasferimento dell’energia.”

Cambio Gruppo (a) Cambio Gruppo (b) Non più nell’ultima classific. Nuova entrata nell’ultima classific.

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Ricapitolando :

La classificazione delle tecniche nel Go-kyo segue diversi criteri come la difficoltà di caduta, o la

preparazione alla tecnica seguente, oppure una tecnica vista come azione successiva o contrattacco

alla precedente, ecc. Il valore pedagogico del Gokyo non è però immutabile. Infatti dopo una prima

stesura nel 1895, arrivò la seconda nel 1920/21, dove alcune tecniche furono tolte, altre cambiarono

ordine. Ad esempio, De Ashi Barai che occupava il sesto posto del primo gruppo fu elevata a prima

tecnica da insegnare. Il prof. Kano ne spiegò i motivi:

"De Ashi Barai è una delle proiezioni più delicate del judo. Per riuscirvi, anche con una persona

compiacente, bisogna aver compreso l'essenziale del judo, l'importanza del piazzamento del corpo

(Tai Sabaki), l'angolo che i due corpi devono formare, l'utilizzazione dosata della forza del nostro

corpo, il fatto che senza "tempo" nessuna proiezione è possibile e molte altre cose, come la forma a

"cucchiaio" che il piede che spazza deve assumere e, infine, la caduta, che è facile per i novizi perché

il corpo scivola lungo il suolo".

A questo punto bisogna aggiungere che il judo è una disciplina in continua evoluzione e sono le

competizioni a decretare il successo, e quindi lo studio di tecniche a preferenza di altre. Così può

capitare che derivazioni di movimenti fondamentali acquistino una fisionomia propria ed assumano

importanza superiore alla tecnica d'origine (ad esempio, Te Guruma rispetto a Sukui Nage). Esiste

però anche il rischio di esaurire la ricerca attorno alle tecniche più usate in competizione,

impoverendo così il bagaglio culturale del judo. Da : http://www.judonline.it/

Analoga sorte per la classificazione delle tecniche che viene continuamente aggiornata (vedi appendice

approfondimento 2), qui sotto la schematizzazione utilizzata per la classificazione delle Nage-waza:

Te-waza - Tecniche di braccia

Tachi-waza - Tecniche eseguite Koshi-waza - Tecniche d’anca in posizione eretta

Ashi-waza - Tecniche di gamba

Nage-Waza Tecniche di proiezione Ma-sutemi-waza - Sul dorso

Sutemi-waza - Tecniche di sacrificio

(Tori si lascia cadere a terra …) Yoko-sutemi-waza - Sul fianco

Schematizzazione grafica del Go-kyo che recepisce i concetti precedentemente espressi

legati alla difficoltà che si incontrano con il passare da una cintura all’altra.

La prima classe (minore

difficoltà) da cintura bianca

a cintura gialla V° Kyu e

così via fino alla cintura

marrone I° Kyu.

L’esperienza maturata in

una classe è necessaria per

proseguire e dovrà essere

mantenuta e ampliata

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Quello che segue è l’elenco delle Nage-Waza attualmente studiate ( ricavata unendo vari elenchi tratti da

diverse fonti consultate. ) ( consulta anche in appendice approfondimento 2 elenco Kodokan)

Te-waza

Seoi-nage 1

Tai-otoshi 2

Kata-guruma 3

Sukui-nage 4

Uki-otoshi 5

Sumi-otoshi 6

Obi-otoshi 7

Seoi-otoshi 8

Yama-arashi 9

Morote-gari extra

Kuchiki-taoshi extra

Kibisu-gaeshi extra

Uchi-mata-sukashi extra

Te guruma extra

Koshi-waza

Uki-goshi 1

O-goshi 2

Koshi-guruma 3

Tsuri-komi-goshi 4

Harai-goshi 5

Tsuri-goshi 6

Hane-goshi 7

Utsuri-goshi 8

Ushiro-goshi 9

Daki-age extra

Ma-sutemi-waza

Tomoe-nage 1

Sumi-gaeshi 2

Ura-nage 3

Hikkomi-gaeshi 4

Tawara-gaeshi 5

Le singole tecniche verranno trattate in

apposita dispensa dedicata.

Per ogni tecnica si applica uno o più prin-

cipi dinamici; principi contenuti nel nome

assegnato alla tecnica stessa; nome che in

qualche modo già ne spiega il significato e la modalità di esecuzione . Naturalmente anche questo

potrebbe essere un modo per classificare le tecniche, ma questo a mio avviso risulterebbe

inopportuno e maniacale. (Il numero a lato segna la progressione didattica consigliata all’interno di ogni gruppo)

Ashi-waza

De-ashi-barai 1

Hiza-guruma 2

Sasae-tsuri-komi-ashi 3

O-soto-gari 4

O-uchi-gari 5

Ko-soto-gari 6

Ko-uchi-gari 7

Okuri-ashi-harai 8

Uchi-mata 9

Ko-soto-gake 10

Ashi-guruma 11

Harai-tsuri-komi-ashi 12

O-guruma 13

O-soto-guruma 14

O-soto-otoshi 15

Tsubame-gaeshi extra

O-soto-gaeshi extra

O-uchi-gaeshi extra

Ko-uchi-gaeshi extra

Hane-goshi-gaeshi extra

Harai-goshi-gaeshi extra

Uchi-mata.gaeshi extra

extra

Yoko-sutemi-waza

Yoko-otoshi 1

Tani-otoshi 2

Hane-maki-komi 3

Soto-maki-komi 4

Uki-waza 5

Yoko-wakare 6

Yoko-gake 7

Daki-wakare 8

Uchi-maki-komi 9

Kani-basami extra

Kawatzu-gake extra

Osoto-maki-komi extra

Uchi-mata-maki-komi extra

Harai-maki-komi extra

Yoko-guruma extra

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Principi dinamici applicati alle tecniche Nage-waza :

• Nage

Lancio; proiezione; da Nageru: Lanciare,scagliare, proiettare.

Gruppo Seoi-nage

Morote-seoi-nage Eri-seoi-nage Ippon-seoi-nage

Tomeo-nage Sukui-nage

( anche sutemi )

Ura-nage

( anche sutemi )

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• Otoshi

Caduto; far cadere; da Otosu: lasciar cadere, mettere giù.

Questo principio è applicato a tecniche o varianti di tecniche base che prevedono, per la sua

realizzazione la caduta verticale sul posto di Tori o lasciar cadere, mettere giù Uke .

Tai-otoshi Yoko-otoshi Tani-otoshi

O-soto-otoshi Sumi-otoshi Uki-otoshi

Obi-otoshi

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• Tsuri-komi

Tirare verso l’interno; pescare; tirare sollevando (movimento per condurre in sollevamento)

Sasae-tsuri-komi-ashi

Tsuri-komi-goshi

Harai-tsuri-komi-ashi

Sode-tsuri-komi-goshi

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• Gari

Falciata,sgambetto (anche Kari da Karu: falciare, potare)

O-soto-gari Ko-uchi-gari Ko-soto-gari O-uchi-gari

Morote-gari (Non più permessa)

• Harai o Barai

Spazzata da harau : spazzare; spazzare via

De-ashi-barai Okuri-ashi-harai Harai-goshi

(Harai-tsuri-komi-ashi vedi tsuri-komi )

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• Gake

Agganciare (anche Kake; significative le diverse definizioni (1) Punto massimo del potere; (2)

proiezione ; (3) punto della caduta; (4) esecuzione; (5) agganciamento da Kakeru :

Agganciare, appendere.

Ko-soto-gake Yoko-gake Kawatzu-gake (Vietata)

• Sutemi

Abbandono del corpo; lasciarsi cadere; sacrificio da Suteru : abbandonarsi lasciarsi andare

Yoko-tomoe-nage Sumi-gaeshi

Yoko-wakare Uki-waza

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• Guruma

Ruota anche Kuruma

Hiza-guruma Koshi-guruma Kata-guruma

Yoko-guruma

Ashi-guruma O-guruma O-soto-guruma

Te-guruma da dietro Te-guruma da avanti (Non più permessa)

( Non più permessa nella forma

tradizionale con presa alla gamba )

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• Makikomi

Arrotolamento; avvolgimento da Mackikomu : avvolgere dentro; arrotolare

Uchi-maki-komi

Soto-maki-komi

Harai-… Hane-… Uchi-mata-… O-soto-… …maki-komi

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Ko-uchi-maki-komi

Prima di passare a trattare Ne-Waza (Tecniche a terra) una precisazione :

Una più ampia rappresentazione e suddivisione grafica delle tecniche la troverete nei relativi

allegati : Nage-waza (tecniche di proiezione) e Katame-waza (tecniche di controllo a terra) consultabili

dal menu.

Più che spiegazioni scritte si è scelta (come veicolo didattico) una minuziosa e quanto più

dettagliata rappresentazione grafica ricercando sulla rete quella più opportuna e idonea allo

scopo. (Alcune volte integrandola o modificandola)

I lavori sono sempre in evoluzione pertanto, anche gli allegati sono da considerarsi sempre in

aggiornamento. Sul menù potrete verificare la data relativa all’ultimo aggiornamento.

Per quanto riguarda gli Ate-waza (Teniche del colpire); in considerazione del fatto che esse

vengono usate solo nella pratica dei Kata e nella difesa personale ( in forme

preordinate di attacco e di difesa, e che i colpi di ogni genere o tipo sono viet at i ne l le co mpet iz ioni e in

ogni fo r ma d i a l lena mento de l judo sport ivo ) in questo contesto ci l imitiamo a dire

che sono suddivise in:

• Ude ate : tecniche dei colpi con l’arto superiore (punta delle dita, pugno, lato del mignolo,

gomito, ecc.) • Ashi ate : tecniche dei colpi con l’arto inferiore (ginocchio, avampiede, tallone ecc.).

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❖ Ne waza :

Il Ne-waza comprende tutte le tecniche a terra e si suddivide in: Osae-komi-waza; Shime-waza;

Kansetsu-waza; (come nella suddivisione del Katame-no-kata) io aggiungerò per la sua particolarità e

singolarità anche il Sankaku-waza che di fatto riguarda Osae-komi, Shime e kansetsu-waza.

• Osae-komi-waza

Tecniche di immobilizzazione o controllo a terra, Uke deve essere schiena a terra; Tori

naturalmente sopra di Uke e fuori dal controllo delle sue gambe.

Comunemente sono suddivisi in due gruppi:

➢ Kesa-Gatame (controllo a fascia con tre punti di appoggio)

➢ Shiho-gatame (controllo con quattro punti di appoggio)

Importante nelle osae-komi-waza mantenere il contatto con Uke e soprattutto con il tatami.

Non devono mai esserci spazi vuoti tra Tori e Uke.

La pancia o il fianco (gluteo) di Tori sono sempre ben spalmati a terra, mai sul corpo di Uke che

potrebbe avvantaggiarsi per rovesciarlo. (fatta eccezione per Tate-shiho-gatame e le sue varianti (Kuzure))

Fondamentale in tate-shiho-gatame l’appoggio sui quattro punti ma soprattutto il posizionamento

dei piedi sotto il corpo di Uke che ne deve impedire l’inarcamento

Tate-shio-gatame

Nella maggioranza dei casi Tori controlla Uke con il busto.

Importante per Tori mantenersi morbidi e attenti alle reazioni di Uke.

La testa di Tori deve essere in asse col busto pronto alla reazione nel caso dei Kesa, nel caso degli

shi-ho apoggiata (orecchio o mento) sul corpo di Uke

In base alle reazioni di Uke, Tori potrà decidere se spostarsi e mantenere la tecnica (Katame-no-kata

nella prima parte osae-komi-waza) , modificarla in un Kuzure (variante della tecnica base) o effettuare un

Renraku (passare da una tecnica all’altra secondo la direzione di difesa di Uke; Giro di Oda o passare a uno shime o

Kansetsu-waza; alri esempi nella dispenza Katame-waza)

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Osae-komi-waza

Hon-kesa-gatame Makura/Kashira-kesa-gatame

Kuzure-kesa-gatame Ushiro-kesa-gatame

Kata-gatame (anche Kata-osae-gatame) Mune-gatame

Tate-shiho-gatame Kuzure-tate-shiho-gatame

Yoko-shiho-gatame Kuzure-yoko-shiho-gatame

Kami/ura-shiho-gatame Kuzure-kami-shiho-gatame

Uki/hiza-gatame

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• Shime-waza

Strangolamenti; si possono suddividere in tre tipologie a seconda delle azioni

prevalentemente svolte.

➢ Respiratori (Occlusione delle vie respiratorie)

➢ Sanguigni (Occlusione dei vasi che portano il sangue al cervello)

➢ Nervosi (Stimolazione di fasci nervosi che attraversano il collo)

Va comunque chiarito che quella proposta è una suddivisione didattica condivisa ma che nell’applicazione

pratica gli shime-waza comportano sempre una miscela tra i vari tipi con la preponderanza di uno o dell’altro

a seconda della tecnica usata, della reazione ( o resistenza) di Uke e della situazione.

Definizione da wikipedia : Lo strangolamento (dal latino strangulare: tirare a sé con forza) è una forte pressione esercitata sul collo di un soggetto … Tre meccanismi concorrono:

• Quello asfittico o soffocamento: nel quale la chiusura delle vie aeree risulta non completa e che comporta tempi più lunghi per realizzarsi.

• Quello circolatorio: nel quale la forza è tale da occludere i vasi del collo, le carotidi comuni e le vene giugulari, impedendo o ostruendo il flusso sanguigno cerebrale.

• Quello nervoso: nel quale la forza stimola il nervo vago …

❖ Considerazioni che vale la pena di conoscere

La pratica delle tecniche di strangolamento e soffocamento non può prescindere dalla conoscenza approfondita

delle implicazioni mediche. Le tecniche di strangolamento agiscono prevalentemente sul cosiddetto triangolo

carotideo. Questa zona contiene strutture fondamentali alla sopravvivenza ed al corretto funzionamento delle funzioni

cerebrali e corporee generali quali il nervo vago, le arterie carotidi, le vene giugulari ed il plesso nervoso noto come

seno carotideo (il seno carotideo è un barorecettore, in pratica “informa” il cervello in merito a variazioni della pressione).

La compressione esercitata sulle strutture nervose può provocare, specialmente in individui predisposti, turbe

del ritmo cardiaco quali bradicardia e ipotensione (stimolazione del seno carotideo) o tachicardia e ipertensione (nervo vago) più

o meno intense. È una zona vulnerabile perché a protezione delle strutture anatomiche contenute nel triangolo carotideo

vi è un muscolo estremamente sottile (il platisma) a sua volta coperto da un sottile strato di cute e grasso sottocutaneo.

Basta poca pressione (ca. 300 mmHg) per causare lo svenimento in un maschio adulto, e questa pressione può

facilmente essere esercitata anche da una donna su un uomo che sia il doppio della sua taglia.

Secondo lo studio pubblicato dalla Society for Scientific Study in Judo del Kodokan, lo stato di incoscienza

conseguente uno strangolamento prolungato è conseguenza di una temporanea condizione ipossica (condizione

determinata da una carenza di ossigeno) della corteccia cerebrale: applicando uno strangolamento sul triangolo

carotideo si ottiene la temporanea occlusione della vena giugulare e della arteria carotidea, con conseguente riduzione

del flusso sanguigno cerebrale, mentre l’arteria vertebrale non viene occlusa, non essendo interessata direttamente dalla

compressione.

… Se la pressione viene prontamente rilasciata la situazione è, come già scritto, normalmente reversibile senza

danni. Si parla invece di soffocamento quando ad essere occluse sono le vie respiratorie principali (laringe/trachea).

… chi vuole può ulteriormente approfondire su http://www.karate-cesena.it/karate-cesena/shime-waza-tecniche-di-strangolamento-e-soffocamento.html

Quanto scritto evidenzia la potenziale maggior pericolosità delle tecniche di soffocamento rispetto a quelle di

strangolamento.

Poiché l’incolumità dei compagni di pratica deve essere la nostra prima preoccupazione, per allenare

queste tecniche in modo sicuro è fondamentale acquisire:

Una sufficiente familiarità con le strutture anatomiche del collo e su come e dove la pressione debba essere

esercitata negli strangolamenti (triangolo carotideo) e nei soffocamenti, evitando eccessi nella compressione di

trachea e laringe;

L’abitudine, da parte di chi subisce la tecnica, di segnalare con il battito della mano (meglio direttamente sul braccio o

sul corpo del compagno che sta applicando la tecnica) la situazione di disagio senza aspettare troppo a lungo;

L’abitudine a riconoscere i sintomi della perdita di coscienza, e conseguentemente a rilasciare immediatamente

la pressione esercitata qualora il compagno di pratica perda i sensi;

La consapevolezza che l’occlusione dell’arteria carotide e della vena giugulare può indurre perdita di coscienza

dopo circa 6-10 secondi. Se lo strangolamento viene lasciato tempestivamente dopo la perdita dei sensi si ha un

generale ripristino della normale condizione di coscienza dopo circa 10-20 secondi, senza che vi sia alcuna

conseguenza.

L’accortezza di prevenire, in caso di perdita di conoscenza, l’aspirazione involontaria di vomito ed altri liquidi

biologici non posizionando MAI il soggetto in posizione prona (a faccia in giù) bensì in posizione laterale;

tempestività nel richiedere assistenza sanitaria specializzata quando necessario (qualora lo stato di incoscienza si

prolunghi oltre i 20-25 secondi).

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Shime-waza

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• Kansetsu waza

Tecniche delle leve o del controllo delle articolazioni (Kansetsu o Kwantetsu: articolazione; nel

Judo : Leva articolare). Nel Judo per ragioni di sicurezza è permesso applicare solo tecniche di

ude-waza (tecniche di leva al gomito), queste vengono classificate in due gruppi :

➢ Gatame (controllo)

Fondato sull’ipertensione del braccio (Ude-Hishigi); vengono classificate in base alla parte del

corpo che Tori applica come fulcro al braccio di Uke:

➢ Garami (Tozione)

Fondato sulla torsione del braccio (Ude-Garami) ; eseguita in varie condizione

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Ude-Garami ; eseguita in varie condizione

Caratteristiche fondamentali che devono essere soddisfatte da Tori per ottenere un efficace

Kansetsu-waza:

1. Immobilizzare la “sezione” articolare il più lontano possibile

dal corpo dell’attacco.

2. Applicare il fulcro, il più vicino possibile all’articolazione

3. Applicare la forza, il più lontano possibile dal fulcro F

4. Agire sempre in contro articolazione o iperflessione.

Ude-hishigi-juji-gatame

Ude-Garami

Nello studio dei kata sono previste anche leve di altro tipo. Queste saranno trattate nell’ambito dei

rispettivi kata.

Te-gatame

Mano di Uke palmo in

alto, direzione della for-

za verso il mignolo di

Uke

Tori ginocchia strette ; corpo inarcato; piedi possibilmente a terra

uno sul fianco di Uke l’altro al collo (dopo) di Uke

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Sankaku-waza Sankaku : Triangolo;

È l’insieme delle tecniche a terra (Ne-waza) che vengono effettuate utilizzando le gambe che nell’azione

formano un triangolo chiuso (piede che si incastra nel cavo popliteo dell’altra gamba) intorno al collo di Uke.

Importante è che oltre al collo, all’interno del triangolo ci sia anche un braccio per evitare problemi al tratto

cervicale della colonna vertebrale. (La cavità poplitea o poplite(detta anche cavo popliteo o fossa poplitea o losanga

poplitea) è la regione della gamba situata posteriormente al ginocchio)

Sankaku-gatame : Controllo (con l’uso delle gambe) a triangolo (osae-komi-waza)

Sankaku-jime : Strangolamento a triangolo (con l’uso delle gambe) (Shime-waza)

Sankaku-ude-hishiji : Leva al gomito con presa a triangolo (anche Ude-hishiji-sankaku-gatame) (Kansetsu-waza)

Kami-sankaku-gatame

Kata-sankaku-jime

Mae-sankaku-jime Yoko-sankaku-jime Ushiro-sankaku-jime

Sankaku-ashi-gatale

Tate-sankaku-gatame

Ude-hishjii-sankaku-ude-garami

Ude-hishiji-sankaku-gatame (Shime-garami) Ude-hishiji-sankaku-jume o Ushiro-sankaku.jime

Yoko-sankaku-jime Yoko-sankaku-gatame Sankaku-gatame

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Schede Progressione per l’insegnamento

Una volta classificate le tecniche del Nage-waza e del Ne-waza e formulato un metodo didattico per

il Nage-waza attraverso il Go-kyo, si creò il problema di realizzare delle schede progressive per

l’insegnamento che prevedesse il contemporaneo insegnamento di Nage-waza e di Ne-waza che

tenesse contro della preparazione (capacità proprie e acquisite) e dell’età dell’allievo.

Di seguito riporto alcuni esempi: Tabella di progressione francese; Tabella relativa al programma

di insegnamento Kodokan 1967; Progressione per l’insegnamento scolastico (liceo) Giappone-Usa

del 1970; Progressione e classificazione del M° Gessink e Clasificazione secondo il M° Kawaishi;

tutte tratte da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti.

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Vale ora la pena di analizzare meglio la tabella del Go-Kyo aggiungendo una colonna con la

classificazione per tipo della tecnica e due colonne dove potrete inserire le vostre valutazioni in

merito a “difficoltà di esecuzione” ; “difficoltà nella caduta”; “relazione con tecnica successiva”.

Questo lavoro potrà fornirvi la chiave per elaborare una vostra personale progressione didattica

GO-KYO 40 waza Vostre considerazioni

Tecnica Go-Kyo

1920/1 Classificazine diff_es diff_caduta relazione

De-ashi-barai V°-Kyu-1 Ashi-waza

Hiza-guruma V°-Kyu-2 Ashi-waza

Sasae-tsuri-komi-ashi V°-Kyu-3 Ashi-waza

Uki-goshi V°-Kyu-4 Koshi-waza

O-soto-gari V°-Kyu-5 Ashi-waza

O-goshi V°-Kyu-6 Koshi-waza

O-uchi-gari V°-Kyu-7 Ashi-waza

Seoi-nage V°-Kyu-8 Te-waza

Ko-soto-gari IV°-Kyu-1 Ashi-waza

Ko-uchi-gari IV°-Kyu-2 Ashi-waza

Koshi-guruma IV°-Kyu-3 Koshi-waza

Tsuri-komi-goshi IV°-Kyu-4 Koshi-waza

Okuri-ashi-barai IV°-Kyu-5 Ashi-waza

Tai-otoshi IV°-Kyu-6 Te-waza

Harai-goshi IV°-Kyu-7 Koshi-waza

Uchi-mata IV°-Kyu-8 Ashi-waza

Ko-soto-gake III°-Kyu-1 Ashi-waza

Tsuri-goshi III°-Kyu-2 Koshi-waza

Yoko-otoshi III°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza

Ashi-guruma III°-Kyu-4 Ashi-waza

Hane-goshi III°-Kyu-5 Koshi-waza

Harai-tsuri-komi-ashi III°-Kyu-6 Ashi-waza

Tomoe-nage III°-Kyu-7 Ma-sutemi-waza

Kata-guruma III°-Kyu-8 Te-waza

Sumi-gaeshi II°-Kyu-1 Ma-sutemi-waza

Tani-otoshi II°-Kyu-2 Yoko-sutemi-waza

Hane-makikomi II°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza

Sukui-nage II°-Kyu-4 Te-waza

Utsuri-goshi II°-Kyu-5 Koshi-waza

O-guruma II°-Kyu-6 Ashi-waza

Soto-makikomi II°-Kyu-7 Yoko-sutemi-waza

Uki-otoshi II°-Kyu-8 Te-waza

O-soto-guruma I°-Kyu-1 Ashi-waza

Uki-waza I°-Kyu-2 Yoko-sutemi-waza

Yoko-wakare I°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza

Yoko-guruma I°-Kyu-4 Yoko-sutemi-waza

Ushiro-goshi I°-Kyu-5 Koshi-waza

Ura-nage I°-Kyu-6 Ma-sutemi-waza

Sumi-otoshi I°-Kyu-7 Te-waza

Yoko-gake I°-Kyu-8 Yoko-sutemi-waza

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Questa la distribuzione delle tecniche nei rispettivi Kyu del Go-kyo in base alla classificazione

delle tecniche. Le ultime due colonne danno il totale e le percentuali in base alla classificazione

delle tecniche contenute nel Gokyo :

Numero tecniche per

classificazione nel Kyu V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu Totale %

Ashi-waza 5 4 3 1 1 14 35,00%

Koshi-waza 2 3 2 1 1 9 22,50%

Te-waza 1 1 1 2 1 6 15,00%

Ma-sutemi-waza 0 0 1 1 1 3 7,50%

Yoko-sutemi-waza 0 0 1 3 4 8 20,00% 8 8 8 8 8 40 100,00%

Graficamente :

Yoko-sutemi-waza

Ma-sutemi-waza

Te-waza

Koshi-waza

Ashi-waza

V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu

V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu

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Ed ora la distribuzione percentuale delle tecniche : Classificazione / Kyu

Numero tecniche per

classificazione per Kyu V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu

Ashi-waza 62,50% 50,00% 37,50% 12,50% 12,50%

Koshi-waza 25,00% 37,50% 25,00% 12,50% 12,50%

Te-waza 12,50% 12,50% 12,50% 25,00% 12,50%

Ma-sutemi-waza 0,00% 0,00% 12,50% 12,50% 12,50%

Yoko-sutemi-waza 0,00% 0,00% 12,50% 37,50% 50,00%

100% 100% 100% 100% 100%

Lascio a voi l’analisi, l’elaborazione e la compilazione di una vostra idea di metodo d’insegnamento

rimandando la mia analisi e le mie ulteriori considerazioni a un prossimo futuro.

In molti lo hanno già fatto …

Libri consigliati che affrontano l’argomento:

• “Judo” di Bruno Carmeni Lito Battivelli - Conegliano

• “A scuola con la Filpjk”

Manuale tecnico-pratico di JUDO Per insegnanti e alunni della scuola dell’obbligo Di: P. Aschieri, N.Moraci, S.Neri, E.Zanetti - scuola Nazionale FILPJK - Roma-Agosto 1996

• “JUDO scuola primaria” di Rosa Maria Muroni e Emanuela Pierantozzi

COLLANA FIJLKAM serie tecnica N° 21 (2007)

• “JUDO di tutti e per tutti” di Franco Colombi editrice VELAR

• “Impariamo il Judo!” di Giorgio Sozzi

• “Le Judo” en vandes dessinnees - la progression francaise a l'intention des jeunes

(progressione francese per giovani) Tre volumi - serie Judogi - Chiron EDITEUR

• “Il primo Judo” uno sport che aiuta a crescere e socializzare di Franco Capelletti - a cura

di Roberto Ghetti - SPERLING & KUPFER EDITORI MILANO

• “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti - Edizioni Mediterranee

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Appendice :

(Approfondimento 1)

Sakujiro Yokoyama (1860 - 1938) Soprannominato "oni" (diavolo), per il

suo carattere violento e aggressivo fu uno dei quattro "shitenno" (guardiani

del tempio), preposti alla difesa fisica e spirituale del primo Kodokan.

Dotato di forza e muscolatura prodigiose, sotto la guida di Jigoro Kano

progredì nella tecnica judoistica fino a raggiungere, per primo, il grado

8°dan. Fedele all'etica samurai al punto di condividerne gli aspetti più

estremi, come il disprezzo per la propria vita e per tutto ciò che ad essa

potesse nuocere, compreso l'alcool (di cui era un fortissimo consumatore!),

morì ucciso in un duello per strada. Il motivo fu l'osservanza di una

vecchia abitudine samurai, il katana-ate, un costume isterico secondo il

quale chiunque sfiorasse anche solo il fodero della katana, la spada che

ogni samurai portava al proprio fianco, fosse passibile di essere sfidato a

duello.

Sakujiro Yokoyama (1864 - 1914) era un esperto di jujitsu, quando nel 1886 approdò al Kodokan come

112° iscritto, dove venne accolto come zuishuin, ossia "quasi collega", secondo le usanze del tempo. Sotto la

guida di Jigoro Kano acquisì una profonda conoscenza del Judo Kodokan.

Scritto nel 1909, edito a Tokyo in lingua inglese nel 1915, questo testo, che a buona ragione si può definire

uno dei primi libri di Judo, non era ancora stato pubblicato in lingua italiana.

Alcuni brani tratti dal primo capitolo

Nel periodo feudale, il popolo del Giappone si allenava nelle arti militari, impiegando l’arco e le

frecce, la spada e la lancia. Poiché talvolta capitava di combattere con degli avversari o di arrestare

ladri ed altri generi di briganti, l’arte di difendersi o di attaccare con o senza il bastone corto o il

coltello era ovviamente praticata un po’ ovunque.

Si sviluppò gradatamente con il passare del tempo e diede origine a varie scuole di jujutsu, taijitsu,

yawara, torité, judo (nota bene non è il Judo-Kodokan), ecc., che iniziarono a dar lezioni in vari

luoghi utilizza sotto questi nomi. Così l’arte del combattimento senz’armi crebbe e si sviluppò per

gradi, fino a diventare predominante in tutto il paese.

Alcuni compresero i segreti di queste arti e fondarono delle proprie scuole mentre altri davano

lezioni senza averne compreso i fondamenti, dando così impressioni sbagliate ai loro allievi. In tal

modo, arti con lo stesso nome non sempre erano le stesse, ed anche la stessa arte poteva avere nomi

differenti in luoghi diversi.

E‘ perciò impossibile dire esattamente cosa fosse il jujitsu o il tai jitsu solamente dal nome.

Comunque, ciascuna di esse era un’arte per la difesa e per l’attacco ed il loro unico obiettivo era

ottenere la vittoria sul nemico.

Il prof. Kano riassunse tutte queste scuole, quali quelle che prendevano il nome di jujutsu,

taijutsu,yawara, kogusoku, ecc. sotto il nome di jujitsu, di cui diede la seguente definizione:

“Jujutsu é l’arte attraverso cui un uomo disarmato o con armi corte, attacca o si difende da un

avversario, sia esso armato o meno.”

Judo

Dizionario sintetico

Autore: Sakujiro Yokoyama, Eisuke Oshima

Editore: Edizioni La Comune

Libro - Pag 207 - Aprile 2008

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In base a questa definizione, il principale obiettivo del jujutsu di quei tempi consisteva nell’ottenere

la vittoria sul nemico.

I maestri e gli allievi studiavano intensamente l’arte del combattimento senza porre alcuna

attenzione allo sviluppo del fisico o all’allenamento mentale.

E’ pur vero che alcuni dei fondatori di queste scuole avevano corpi ben sviluppati e menti ben

allenate, ma non praticavano con lo scopo di migliorare la mente e il fisico. Non era altro che il

risultato naturale del loro costante allenamento l’avere un fisico sviluppato.

Alla fine dell’era Tokugawa, si ritrovarono in varie parti del paese diversi insegnanti, molti di loro

competenti nella loro arte, é vero, ma senza che avessero alcuna capacità di insegnare come allenare

la mente e il corpo.

Conseguentemente essi erano completamente incapaci di dimostrare il vero principio del judo e

divulgarlo in giro. All’incirca in quel periodo, le armi, nel nostro paese, stavano subendo un

profondo cambiamento. Arco e frecce furono sostituite da pistole e fucili, così come il

combattimento corpo a corpo aveva ceduto il passo al combattimento fra truppe. Il risultato fu che i

maestri di jujutsu non ebbero più richieste di insegnamento. Specialmente dopo la Restaurazione,

tutti questi maestri persero la loro posizione ufficiale e furono costretti a cercarsi altri modi per

sopravvivere alternativo a quello di insegnare.

La maggioranza di questi maestri era di mentalità rigida e più o meno tutti erano poco portati a

cambiamenti nella loro vita, ne avevano talento in altri campi. Essi, perciò, non avevano modo di

provvedere al proprio mantenimento. Sebbene alcuni provassero a far sopravvivere le scuole di

jujutsu, erano pochi, se mai ce ne sono stati, quelli che si iscrivevano come nuovi allievi, e spesso

quelli che stavano imparando interrompevano la pratica.

La gente comune non aveva di buon occhio ciò che sapeva di militare, perché tutti, di qualunque

estrazione, subivano in pieno il fascino della civiltà occidentale, volendo troncare con tutto quanto

poteva avere un legame con la passata era feudale, senza neppur valutare se fossero cose buone o

cattive. Non essendoci altro da fare, date le circostanze, alcuni maestri di jujutsu si misero a far

dimostrazioni qua e là unendosi a lottatori professionisti, riuscendo così, comunque con difficoltà, a

sopravvivere.

Questo portò ad un graduale degrado dell’arte del jujutsu agli occhi del popolo. Era quindi facile

immaginare che questa nobile e valente arte sarebbe andata inesorabilmente perduta da lì a breve

termine. Ma quando il sig. Kano, fondatore e capo del Kodokan, prese la decisione ed iniziò ad

insegnare judo, nel giugno 1882, il numero dei suoi allievi aumentò giorno dopo giorno, anno dopo

anno, al punto che oggi possono essere contati a migliaia.

Oltre a loro, ci sono circa non meno di 4 o 5.000 ragazzi che ora stanno imparando il judo nelle loro

scuole o nei loro istituti, ricevendo lezioni da allievi del Prof. Kano.

Alcuni dei maestri di jujutsu delle vecchie scuole, che avevano smesso l’insegnamento della propria

arte a causa del cambiamento dei tempi, ricominciarono a dare lezioni una dozzina di anni fa,

vedendo il revival del judo. E alcuni di essi stanno addirittura praticando il Judo Kodokan,

abbandonando il loro proprio stile originario. Inoltre il judo si é poi sviluppato non solamente

attraverso il Giappone, ma anche all’estero.

Insegnanti sono stati mandati in Europa e in America. Stranieri sono arrivati in Giappone via mare

per studiare il judo. Infine, esso si sta espandendo rapidamente in tutto il mondo, come un incendio

nella prateria. Questo grande sviluppo del judo é dovuto, é vero, alla sua grande utilità, al suo

grande valore e al suo essere uno splendido modo per sviluppare il fisico, ma non dobbiamo

assolutamente dimenticare il fatto che esso é principalmente dovuto all’energia, alla perseveranza e

alla onestà del Prof. Kano.

Per ottenere ciò, ha dovuto affrontare e superare molte difficoltà prima di rendere il judo così come

é adesso. ...

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Appendice :

(Approfondimento 2)

Nage-waza (68 techniques)

Te-waza (16 techniques)

1 Seoi-nage

2 Ippon-seoi-nage

3 Seoi-otoshi

4 Tai-otoshi

5 Kata-guruma

6 Sukui-nage

7 Obi-otoshi

8 Uki-otoshi

9 Sumi-otoshi

10 Yama-arashi

11 Obi-tori-gaeshi

12 Morote-gari

13 Kuchiki-taoshi

14 Kibisu-gaeshi

15 Uchi-mata-sukashi

16 Ko-uchi-gaeshi

Koshi-waza (10 techniques) 1 Uki-goshi

2 O-goshi

3 Koshi-guruma

4 Tsurikomi-goshi

5 Sode-tsurikomi-goshi

6 Harai-goshi

7 Tsuri-goshi

8 Hane-goshi

9 Utsuri-goshi

10 Ushiro-goshi

Ashi-waza (21 techniques) 1 De-ashi-harai

2 Hiza-guruma

3 Sasae-tsurikomi-ashi

4 O-soto-gari

5 O-uchi-gari

6 Ko-soto-gari

7 Ko-uchi-gari

8 Okuri-ashi-harai

9 Uchi-mata

10 Ko-soto-gake

11 Ashi-guruma

12 Harai-tsurikomi-ashi

13 O-guruma

14 O-soto-guruma

15 O-soto-otoshi

16 Tsubame-gaeshi

17 O-soto-gaeshi

18 O-uchi-gaeshi

19 Hane-goshi-gaeshi

20 Harai-goshi-gaeshi

21 Uchi-mata-gaeshi

Ma-sutemi-waza (5 techniques) 1 Tomoe-nage

2 Sumi-gaeshi

3 Hikikomi-gaeshi

4 Tawara-gaeshi

5 Ura-nage

Yoko-sutemi-waza (16 techniques)

1 Yoko-otoshi

2 Tani-otoshi

3 Hane-makikomi

4 Soto-makikomi

5 Uchi-makikomi

6 Uki-waza

7 Yoko-wakare

8 Yoko-guruma

9 Yoko-gake

10 Daki-wakare

11 O-soto-makikomi

12 Uchi-mata-makikomi

13 Harai-makikomi

14 Ko-uchi-makikomi

15 Kani-basami * proibita

16 Kawazu-gake * proibita

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Katame-Waza (32 techniques)

Osaekomi-waza (10 techniques) 1 Kesa-gatame

2 Kuzure-kesa-gatame

3 Ushiro-kesa-gatame

4 Kata-gatame

5 Kami-shiho-gatame

6 Kuzure-kami-shiho-gatame

7 Yoko-shiho-gatame

8 Tate-shiho-gatame

9 Uki-gatame

10 Ura-gatame

Schema riassuntivo

principi dinamici applicati nelle ne waza

• Nage

Lancio; proiezione; da Nageru: Lanciare,scagliare, proiettare.

Gruppo Seoi-nage

• Otoshi

Caduto; far cadere; da Otosu: lasciar cadere, mettere giù.

Questo principio è applicato a tecniche o varianti di tecniche base che prevedono, per la sua

realizzazione la caduta verticale sul posto di Tori o lasciar cadere, mettere giù Uke .

• Tsuri-komi

Tirare verso l’interno; pescare; tirare sollevando (movimento per condurre in sollevamento)

• Gari

Falciata,sgambetto (anche Kari da Karu: falciare, potare)

• Harai o Barai

Spazzata da harau : spazzare; spazzare via

• Gake

Agganciare (anche Kake; significative le diverse definizioni (1) Punto massimo del potere; (2)

proiezione ; (3) punto della caduta; (4) esecuzione; (5) agganciamento da Kakeru :

Agganciare, appendere.

• Sutemi

Abbandono del corpo; lasciarsi cadere; sacrificio da Suteru : abbandonarsi lasciarsi andare

• Guruma

Ruota anche Kuruma

• Makikomi

Arrotolamento; avvolgimento da Mackikomu : avvolgere dentro; arrotolare

Naturalmente alcune tecniche trovano evidentemente appolicati più principi contemporaneamente

Shime-waza (12 techniques)

1 Nami-juji-jime

2 Gyaku-juji-jime

3 Kata-juji-jime

4 Hadaka-jime

5 Okuri-eri-jime

6 Kataha-jime

7 Katate-jime

8 Ryote-jime

9 Sode-guruma-jime

10 Tsukkomi-jime

11 Sankaku-jime

12 Do-jime * proibita

Kansetsu-waza (10 techniques)

1 Ude-garami

2 Ude-hishigi-juji-gatame

3 Ude-hishigi-ude-gatame

4 Ude-hishigi-hiza-gatame

5 Ude-hishigi-waki-gatame

6 Ude-hishigi-hara-gatame

7 Ude-hishigi-ashi-gatame

8 Ude-hishigi-te-gatame

9 Ude-hishigi-sankaku-gatame

10 Ashi-garami* proibita

Kansetsu-waza (10 techniques)

1 Ude-garami

2 Ude-hishigi-juji-gatame

3 Ude-hishigi-ude-gatame

4 Ude-hishigi-hiza-gatame

5 Ude-hishigi-waki-gatame

6 Ude-hishigi-hara-gatame

7 Ude-hishigi-ashi-gatame

8 Ude-hishigi-te-gatame

9 Ude-hishigi-sankaku-gatame

10 Ashi-garami* proibita