Non solo JUDO - presentazione JUDO... · 2019. 2. 16. · tabelle da “Biomeccanica del Judo” di...
Transcript of Non solo JUDO - presentazione JUDO... · 2019. 2. 16. · tabelle da “Biomeccanica del Judo” di...
1
Non solo JUDO Ricerche, curiosità, appunti, spunti, riflessioni
emozioni e fantasie di judoka
“Classificazione delle tecniche e metodi didattici” Waza, Go kyo, Nage-waza, Katame-waza e dintorni
foto da internet
Porta da dove si entra per Conoscere - Condividere
Porta da dove si esce per diffondere, verificare, fare esperienza Evolvere
Porta da dove si rientra per Condividere
Raccolta ideata e creata
per aiutare chi deve sostenere gli esami di grado DAN
o partecipare ai corsi per insegnanti tecnici
Romeo Fabi 2018
Ricetta semplice : Rispetto, Umiltà e Passione.
2
Lasciamo un po’ di spazio alla fantasia :
Ho immaginato il mondo di Jigoro Kano in un sogno; una stanza a cui si accedeva solo da uno
stretto corridoio, una stanza senza porta, l’unico accesso una piccola finestra.
Per questo di fronte alla porta (entrata) doveva esserci tutto il passato ( il fondatore; il benefattore; il
prosecutore … il padre); entrando, il primo saluto era al luogo e al passato (tradizione , cultura, saggezza,
educazione … rispetto).
Le lancette dell’orologio classico per segnare il tempo rispetto a chi lo guarda
procedono verso sinistra … lo studio delle origini deve procedere al contrario,
quindi, l’allievo una volta nella stanza si porrà sul lato destro rispetto l’entrata
e naturalmente sarà alla sinistra del passato in quanto ne rappresenta la
continuazione. Di fronte gli allievi troveranno il loro Maestro ad attenderli,
colui che , rispetto loro, è più avanti nel processo della conoscenza e quindi
potrà guidarli.
Prima di accedere alla conoscenza gli allievi salutano l’area di allenamento (Tatami) ed il Maestro,
dimostrando volontà di apprendere e fiducia (accettazione) nei confronti di colui che li ha preceduti
nel percorso ed è desideroso di trasmettere la sua pratica.
Con il suo saluto il Maestro invita gli allievi al rispetto delle tradizioni ed accetta di svolgere il suo
ruolo con umiltà e dedizione.
La porta fece di quel luogo un Dojo; ne facilitava l’ingresso mantenendo il rispetto ma non
impediva , anzi invitava ad uscire per diffondere, verificare e fare nuove esperienze (evolvere;
conoscere fuori dal proprio Dojo) da riportare e rielaborare rientrando nel Dojo. (condividere)
Come augurio di mutua prosperità vorrei ora omaggiarvi dell’immagine che per più di 50 anni è
stata presente nel Dojo che ho frequentato.
Questo era il difficile modo di accedere alla conoscenza
delle arti marziali al tempo nel mio immaginario (nel mio
sogno). Entrato nell’ambiente subito il giovane Kano si
pose come obiettivo quello di rendere più accessibile il
luogo e la materia. Bisognava aprire un varco più
comodo e più facilmente accessibile (una porta d’ingresso);
aprire una porta ma mantenere “il rispetto”.
3
4
Lasciamo ora la fantasia e tentiamo di capire come prende forma il Gokyo e la classificazione delle
tecniche del Nage-waza e del Ne-waza.
❖ Nage-waza
Il problema di dover classificare le tecniche di Judo, nel caso specifico del Nage-waza, nasce
dalla questione di dover soddisfare una duplice “esigenza didattica” .
- Raggrupparle,secondo alcuni criteri logici, per permettere una facile comprensione
ed un sintetico studio razionale. (Classificazione)
- Ordinare in una struttura sequenziale opportuna, per consentire un apprendimento
graduale tale, da permettere al principiante di poter infine padroneggiare il Judo
nella sua interezza. (Metodo d’insegnamento GO-KYO)
Questi due problemi Classificazione e Metodo d’insegnamento furono affrontati dal dott. Kano e
dai suoi collaboratori nella forma più opportuna, nei confronti dello stato delle conoscenze e della
cultura del Giappone di quei tempi.
Così come il Judo si evolve ed i vecchi traguardi raggiunti, sottoposti a critica, vengono superati
ed arricchiti alla luce delle nuove esperienze; in tal modo col passare degli anni, da più parti si è
sentito il bisogno di rimaneggiare sia la classificazione delle tecniche, sia il programma e la
progressione per l’insegnamento.
Nel 1908 il Dott. Kano classificò definitivamente le tecniche di Judo e verso il 1920 formalizzò
l’ultima versione del metodo per l’insegnamento del Tachi-waza il Go-Kyo (5 gruppi o principi
d’insegnamento), a tutt’oggi adattato in molti paesi nel mondo.
La prima classificazione delle tecniche (1882) raggruppate in tre classi:
• Taosu Koto (tecniche di rovesciamento)
• Otosu Koto (tecniche di fuori combattimento)
• Uchi Tsukeru (tecniche di lancio)
è riportato dal M° Yokoyama nel suo aureo trattato “JU-DO”. ( Vedi appendice Approfondimento 1 )
relativamente al Nage-waza la classificazione fu fatta sulla base di un metodo piuttosto primitivo,
ma comunque di tipo biomeccanico di carattere bio strutturale.
Infatti le tecniche furono raccolte ed ordinate per gruppi, in relazione alle parti del corpo di Tori
(colui che esegue la tecnica) che agiva principalmente nel corso dell’esecuzione, come punto di
contatto per il trasferimento dell’energia.
Quanto sopra è tratto integralmente da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti - Edizioni
Mediterranee , ora di seguito le tabella del Go-kyo sempre dalla stessa fonte :
Questa tabella difficilmente viene proposta; in genere il primo Go-kyo si fa risalire al 1895 e si
attribuisce la sua realizzazione al Maestro Jigoro Kano e ad un gruppo di Maestri di Juijitsu. Le tabelle che seguono sono prese da “Impariamo il Judo” di Giorgio Sozzi e sono in linea con
quelle normalmente diffuse.
Segnalo solo che su alcune pubblicazioni il Go-kyo del 1920 viene collocato al 1921.
5
GOKYO 1895
GOKYO 1920/1921
Di seguito un elaborato che mette a confronto le tre tabelle
(nell’ultima colonna il Go-kyo corrente ordinato per Kyu)
6
Nel 1920 nell’ambito del Kodokan il M° Kano prese la decisione (assistito dai suoi migliori discepoli e da
tutti i migliori Maestri delle scuole dell’epoca) di elaborare un nuovo Go-kyo, quello attualmente utilizzato
in tutti i paesi del mondo.
Breve analisi :
Uchi-maki-komi
Seoi-otoshi
Daki-wakare
Obi-otoshi
O-soto-otoshi
Hikkomi-gaeshi
Tawara-gaeshi
Yama-arashi
Tobi-goshi (a)
Kake-gake (b)
Hane-goshi
Harai-tsuri-komi-ashi
Tani-otoshi
Ura-nage
Ko-soto-gake
Hane-makikomi
Sukui-nage
O-guruma
Sumi-otoshi
Tutte le altre tecniche sono state sempre presenti ma hanno, nel tempo, trovata diversa collocazione
nell’ambito del Go-kyo in linea con quanto affermato precedentemente :
Questi due problemi Classificazione e Metodo d’insegnamento furono affrontati dal dott. Kano e
dai suoi collaboratori nella forma più opportuna, nei confronti dello stato delle conoscenze e della
cultura del Giappone di quei tempi.
Propongo ora una elaborazione grafica che evidenzia come le tecniche siano state inserite o tolte
negli anni fornendo di volta in volta un nuovo e più adeguato metodo didattico; la sua lettura ed
interpretazione risulta intuitiva.
Tecniche presenti solo nel Go-kyo Kodokan 1893 mai nei Go-kyo
successivi tradizionalmente considerati come ufficiali. Sono comunque
tecniche presenti nelle classificazioni.
Tecniche presenti nel Go-kyo 1893 e 1895 ma non considerate
nell’ultima stesura del 1920/21. Sono comunque tecniche presenti
nelle classificazioni attuali. (suki-nage più nota rispetto obi-otoshi ; in obi-
otoshi la presa è alla cintura)
Tecniche presenti nel Go-kyo 1895 ma non considerate nell’ultima
stesura del 1920/21.
Tecniche non presenti nel Go-kyo del 1895 ma presenti in quello del
Kodokan 1893 e nell’attuale 1920/21.
Tecniche che sono entrate nel Go-kyo solo nell’ultima stesura 1920/21.
Tobi-goshi (a)
Kake-gake
Probabilmente Kawatzu-gake (b)
tecnica ora vietata
7
Elaborazione Grafica relativa alla evoluzione tecnica del GO-KYO (metodo didattico)
Legenda :
Intervallo 10 20 30 40 50 60
Grado Difficoltà V°- Kyu IV°- Kyu III° - Kyu II° - Kyu I°- Kyu
8
Quella che segue è invece la classificazione delle tecniche divise per tipologia; (rielaborazione
tabelle da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti ) “ le tecniche furono raccolte ed ordinate per
gruppi, in relazione alle parti del corpo di Tori (colui che esegue la tecnica) che agiva principalmente
nel corso dell’esecuzione, come punto di contatto per il trasferimento dell’energia.”
Cambio Gruppo (a) Cambio Gruppo (b) Non più nell’ultima classific. Nuova entrata nell’ultima classific.
9
Ricapitolando :
La classificazione delle tecniche nel Go-kyo segue diversi criteri come la difficoltà di caduta, o la
preparazione alla tecnica seguente, oppure una tecnica vista come azione successiva o contrattacco
alla precedente, ecc. Il valore pedagogico del Gokyo non è però immutabile. Infatti dopo una prima
stesura nel 1895, arrivò la seconda nel 1920/21, dove alcune tecniche furono tolte, altre cambiarono
ordine. Ad esempio, De Ashi Barai che occupava il sesto posto del primo gruppo fu elevata a prima
tecnica da insegnare. Il prof. Kano ne spiegò i motivi:
"De Ashi Barai è una delle proiezioni più delicate del judo. Per riuscirvi, anche con una persona
compiacente, bisogna aver compreso l'essenziale del judo, l'importanza del piazzamento del corpo
(Tai Sabaki), l'angolo che i due corpi devono formare, l'utilizzazione dosata della forza del nostro
corpo, il fatto che senza "tempo" nessuna proiezione è possibile e molte altre cose, come la forma a
"cucchiaio" che il piede che spazza deve assumere e, infine, la caduta, che è facile per i novizi perché
il corpo scivola lungo il suolo".
A questo punto bisogna aggiungere che il judo è una disciplina in continua evoluzione e sono le
competizioni a decretare il successo, e quindi lo studio di tecniche a preferenza di altre. Così può
capitare che derivazioni di movimenti fondamentali acquistino una fisionomia propria ed assumano
importanza superiore alla tecnica d'origine (ad esempio, Te Guruma rispetto a Sukui Nage). Esiste
però anche il rischio di esaurire la ricerca attorno alle tecniche più usate in competizione,
impoverendo così il bagaglio culturale del judo. Da : http://www.judonline.it/
Analoga sorte per la classificazione delle tecniche che viene continuamente aggiornata (vedi appendice
approfondimento 2), qui sotto la schematizzazione utilizzata per la classificazione delle Nage-waza:
Te-waza - Tecniche di braccia
Tachi-waza - Tecniche eseguite Koshi-waza - Tecniche d’anca in posizione eretta
Ashi-waza - Tecniche di gamba
Nage-Waza Tecniche di proiezione Ma-sutemi-waza - Sul dorso
Sutemi-waza - Tecniche di sacrificio
(Tori si lascia cadere a terra …) Yoko-sutemi-waza - Sul fianco
Schematizzazione grafica del Go-kyo che recepisce i concetti precedentemente espressi
legati alla difficoltà che si incontrano con il passare da una cintura all’altra.
La prima classe (minore
difficoltà) da cintura bianca
a cintura gialla V° Kyu e
così via fino alla cintura
marrone I° Kyu.
L’esperienza maturata in
una classe è necessaria per
proseguire e dovrà essere
mantenuta e ampliata
10
Quello che segue è l’elenco delle Nage-Waza attualmente studiate ( ricavata unendo vari elenchi tratti da
diverse fonti consultate. ) ( consulta anche in appendice approfondimento 2 elenco Kodokan)
Te-waza
Seoi-nage 1
Tai-otoshi 2
Kata-guruma 3
Sukui-nage 4
Uki-otoshi 5
Sumi-otoshi 6
Obi-otoshi 7
Seoi-otoshi 8
Yama-arashi 9
Morote-gari extra
Kuchiki-taoshi extra
Kibisu-gaeshi extra
Uchi-mata-sukashi extra
Te guruma extra
Koshi-waza
Uki-goshi 1
O-goshi 2
Koshi-guruma 3
Tsuri-komi-goshi 4
Harai-goshi 5
Tsuri-goshi 6
Hane-goshi 7
Utsuri-goshi 8
Ushiro-goshi 9
Daki-age extra
Ma-sutemi-waza
Tomoe-nage 1
Sumi-gaeshi 2
Ura-nage 3
Hikkomi-gaeshi 4
Tawara-gaeshi 5
Le singole tecniche verranno trattate in
apposita dispensa dedicata.
Per ogni tecnica si applica uno o più prin-
cipi dinamici; principi contenuti nel nome
assegnato alla tecnica stessa; nome che in
qualche modo già ne spiega il significato e la modalità di esecuzione . Naturalmente anche questo
potrebbe essere un modo per classificare le tecniche, ma questo a mio avviso risulterebbe
inopportuno e maniacale. (Il numero a lato segna la progressione didattica consigliata all’interno di ogni gruppo)
Ashi-waza
De-ashi-barai 1
Hiza-guruma 2
Sasae-tsuri-komi-ashi 3
O-soto-gari 4
O-uchi-gari 5
Ko-soto-gari 6
Ko-uchi-gari 7
Okuri-ashi-harai 8
Uchi-mata 9
Ko-soto-gake 10
Ashi-guruma 11
Harai-tsuri-komi-ashi 12
O-guruma 13
O-soto-guruma 14
O-soto-otoshi 15
Tsubame-gaeshi extra
O-soto-gaeshi extra
O-uchi-gaeshi extra
Ko-uchi-gaeshi extra
Hane-goshi-gaeshi extra
Harai-goshi-gaeshi extra
Uchi-mata.gaeshi extra
extra
Yoko-sutemi-waza
Yoko-otoshi 1
Tani-otoshi 2
Hane-maki-komi 3
Soto-maki-komi 4
Uki-waza 5
Yoko-wakare 6
Yoko-gake 7
Daki-wakare 8
Uchi-maki-komi 9
Kani-basami extra
Kawatzu-gake extra
Osoto-maki-komi extra
Uchi-mata-maki-komi extra
Harai-maki-komi extra
Yoko-guruma extra
11
Principi dinamici applicati alle tecniche Nage-waza :
• Nage
Lancio; proiezione; da Nageru: Lanciare,scagliare, proiettare.
Gruppo Seoi-nage
Morote-seoi-nage Eri-seoi-nage Ippon-seoi-nage
Tomeo-nage Sukui-nage
( anche sutemi )
Ura-nage
( anche sutemi )
12
• Otoshi
Caduto; far cadere; da Otosu: lasciar cadere, mettere giù.
Questo principio è applicato a tecniche o varianti di tecniche base che prevedono, per la sua
realizzazione la caduta verticale sul posto di Tori o lasciar cadere, mettere giù Uke .
Tai-otoshi Yoko-otoshi Tani-otoshi
O-soto-otoshi Sumi-otoshi Uki-otoshi
Obi-otoshi
13
• Tsuri-komi
Tirare verso l’interno; pescare; tirare sollevando (movimento per condurre in sollevamento)
Sasae-tsuri-komi-ashi
Tsuri-komi-goshi
Harai-tsuri-komi-ashi
Sode-tsuri-komi-goshi
14
• Gari
Falciata,sgambetto (anche Kari da Karu: falciare, potare)
O-soto-gari Ko-uchi-gari Ko-soto-gari O-uchi-gari
Morote-gari (Non più permessa)
• Harai o Barai
Spazzata da harau : spazzare; spazzare via
De-ashi-barai Okuri-ashi-harai Harai-goshi
(Harai-tsuri-komi-ashi vedi tsuri-komi )
15
• Gake
Agganciare (anche Kake; significative le diverse definizioni (1) Punto massimo del potere; (2)
proiezione ; (3) punto della caduta; (4) esecuzione; (5) agganciamento da Kakeru :
Agganciare, appendere.
Ko-soto-gake Yoko-gake Kawatzu-gake (Vietata)
• Sutemi
Abbandono del corpo; lasciarsi cadere; sacrificio da Suteru : abbandonarsi lasciarsi andare
Yoko-tomoe-nage Sumi-gaeshi
Yoko-wakare Uki-waza
16
• Guruma
Ruota anche Kuruma
Hiza-guruma Koshi-guruma Kata-guruma
Yoko-guruma
Ashi-guruma O-guruma O-soto-guruma
Te-guruma da dietro Te-guruma da avanti (Non più permessa)
( Non più permessa nella forma
tradizionale con presa alla gamba )
17
• Makikomi
Arrotolamento; avvolgimento da Mackikomu : avvolgere dentro; arrotolare
Uchi-maki-komi
Soto-maki-komi
Harai-… Hane-… Uchi-mata-… O-soto-… …maki-komi
18
Ko-uchi-maki-komi
Prima di passare a trattare Ne-Waza (Tecniche a terra) una precisazione :
Una più ampia rappresentazione e suddivisione grafica delle tecniche la troverete nei relativi
allegati : Nage-waza (tecniche di proiezione) e Katame-waza (tecniche di controllo a terra) consultabili
dal menu.
Più che spiegazioni scritte si è scelta (come veicolo didattico) una minuziosa e quanto più
dettagliata rappresentazione grafica ricercando sulla rete quella più opportuna e idonea allo
scopo. (Alcune volte integrandola o modificandola)
I lavori sono sempre in evoluzione pertanto, anche gli allegati sono da considerarsi sempre in
aggiornamento. Sul menù potrete verificare la data relativa all’ultimo aggiornamento.
Per quanto riguarda gli Ate-waza (Teniche del colpire); in considerazione del fatto che esse
vengono usate solo nella pratica dei Kata e nella difesa personale ( in forme
preordinate di attacco e di difesa, e che i colpi di ogni genere o tipo sono viet at i ne l le co mpet iz ioni e in
ogni fo r ma d i a l lena mento de l judo sport ivo ) in questo contesto ci l imitiamo a dire
che sono suddivise in:
• Ude ate : tecniche dei colpi con l’arto superiore (punta delle dita, pugno, lato del mignolo,
gomito, ecc.) • Ashi ate : tecniche dei colpi con l’arto inferiore (ginocchio, avampiede, tallone ecc.).
19
❖ Ne waza :
Il Ne-waza comprende tutte le tecniche a terra e si suddivide in: Osae-komi-waza; Shime-waza;
Kansetsu-waza; (come nella suddivisione del Katame-no-kata) io aggiungerò per la sua particolarità e
singolarità anche il Sankaku-waza che di fatto riguarda Osae-komi, Shime e kansetsu-waza.
• Osae-komi-waza
Tecniche di immobilizzazione o controllo a terra, Uke deve essere schiena a terra; Tori
naturalmente sopra di Uke e fuori dal controllo delle sue gambe.
Comunemente sono suddivisi in due gruppi:
➢ Kesa-Gatame (controllo a fascia con tre punti di appoggio)
➢ Shiho-gatame (controllo con quattro punti di appoggio)
Importante nelle osae-komi-waza mantenere il contatto con Uke e soprattutto con il tatami.
Non devono mai esserci spazi vuoti tra Tori e Uke.
La pancia o il fianco (gluteo) di Tori sono sempre ben spalmati a terra, mai sul corpo di Uke che
potrebbe avvantaggiarsi per rovesciarlo. (fatta eccezione per Tate-shiho-gatame e le sue varianti (Kuzure))
Fondamentale in tate-shiho-gatame l’appoggio sui quattro punti ma soprattutto il posizionamento
dei piedi sotto il corpo di Uke che ne deve impedire l’inarcamento
Tate-shio-gatame
Nella maggioranza dei casi Tori controlla Uke con il busto.
Importante per Tori mantenersi morbidi e attenti alle reazioni di Uke.
La testa di Tori deve essere in asse col busto pronto alla reazione nel caso dei Kesa, nel caso degli
shi-ho apoggiata (orecchio o mento) sul corpo di Uke
In base alle reazioni di Uke, Tori potrà decidere se spostarsi e mantenere la tecnica (Katame-no-kata
nella prima parte osae-komi-waza) , modificarla in un Kuzure (variante della tecnica base) o effettuare un
Renraku (passare da una tecnica all’altra secondo la direzione di difesa di Uke; Giro di Oda o passare a uno shime o
Kansetsu-waza; alri esempi nella dispenza Katame-waza)
20
Osae-komi-waza
Hon-kesa-gatame Makura/Kashira-kesa-gatame
Kuzure-kesa-gatame Ushiro-kesa-gatame
Kata-gatame (anche Kata-osae-gatame) Mune-gatame
Tate-shiho-gatame Kuzure-tate-shiho-gatame
Yoko-shiho-gatame Kuzure-yoko-shiho-gatame
Kami/ura-shiho-gatame Kuzure-kami-shiho-gatame
Uki/hiza-gatame
21
• Shime-waza
Strangolamenti; si possono suddividere in tre tipologie a seconda delle azioni
prevalentemente svolte.
➢ Respiratori (Occlusione delle vie respiratorie)
➢ Sanguigni (Occlusione dei vasi che portano il sangue al cervello)
➢ Nervosi (Stimolazione di fasci nervosi che attraversano il collo)
Va comunque chiarito che quella proposta è una suddivisione didattica condivisa ma che nell’applicazione
pratica gli shime-waza comportano sempre una miscela tra i vari tipi con la preponderanza di uno o dell’altro
a seconda della tecnica usata, della reazione ( o resistenza) di Uke e della situazione.
Definizione da wikipedia : Lo strangolamento (dal latino strangulare: tirare a sé con forza) è una forte pressione esercitata sul collo di un soggetto … Tre meccanismi concorrono:
• Quello asfittico o soffocamento: nel quale la chiusura delle vie aeree risulta non completa e che comporta tempi più lunghi per realizzarsi.
• Quello circolatorio: nel quale la forza è tale da occludere i vasi del collo, le carotidi comuni e le vene giugulari, impedendo o ostruendo il flusso sanguigno cerebrale.
• Quello nervoso: nel quale la forza stimola il nervo vago …
❖ Considerazioni che vale la pena di conoscere
La pratica delle tecniche di strangolamento e soffocamento non può prescindere dalla conoscenza approfondita
delle implicazioni mediche. Le tecniche di strangolamento agiscono prevalentemente sul cosiddetto triangolo
carotideo. Questa zona contiene strutture fondamentali alla sopravvivenza ed al corretto funzionamento delle funzioni
cerebrali e corporee generali quali il nervo vago, le arterie carotidi, le vene giugulari ed il plesso nervoso noto come
seno carotideo (il seno carotideo è un barorecettore, in pratica “informa” il cervello in merito a variazioni della pressione).
La compressione esercitata sulle strutture nervose può provocare, specialmente in individui predisposti, turbe
del ritmo cardiaco quali bradicardia e ipotensione (stimolazione del seno carotideo) o tachicardia e ipertensione (nervo vago) più
o meno intense. È una zona vulnerabile perché a protezione delle strutture anatomiche contenute nel triangolo carotideo
vi è un muscolo estremamente sottile (il platisma) a sua volta coperto da un sottile strato di cute e grasso sottocutaneo.
Basta poca pressione (ca. 300 mmHg) per causare lo svenimento in un maschio adulto, e questa pressione può
facilmente essere esercitata anche da una donna su un uomo che sia il doppio della sua taglia.
Secondo lo studio pubblicato dalla Society for Scientific Study in Judo del Kodokan, lo stato di incoscienza
conseguente uno strangolamento prolungato è conseguenza di una temporanea condizione ipossica (condizione
determinata da una carenza di ossigeno) della corteccia cerebrale: applicando uno strangolamento sul triangolo
carotideo si ottiene la temporanea occlusione della vena giugulare e della arteria carotidea, con conseguente riduzione
del flusso sanguigno cerebrale, mentre l’arteria vertebrale non viene occlusa, non essendo interessata direttamente dalla
compressione.
… Se la pressione viene prontamente rilasciata la situazione è, come già scritto, normalmente reversibile senza
danni. Si parla invece di soffocamento quando ad essere occluse sono le vie respiratorie principali (laringe/trachea).
… chi vuole può ulteriormente approfondire su http://www.karate-cesena.it/karate-cesena/shime-waza-tecniche-di-strangolamento-e-soffocamento.html
Quanto scritto evidenzia la potenziale maggior pericolosità delle tecniche di soffocamento rispetto a quelle di
strangolamento.
Poiché l’incolumità dei compagni di pratica deve essere la nostra prima preoccupazione, per allenare
queste tecniche in modo sicuro è fondamentale acquisire:
Una sufficiente familiarità con le strutture anatomiche del collo e su come e dove la pressione debba essere
esercitata negli strangolamenti (triangolo carotideo) e nei soffocamenti, evitando eccessi nella compressione di
trachea e laringe;
L’abitudine, da parte di chi subisce la tecnica, di segnalare con il battito della mano (meglio direttamente sul braccio o
sul corpo del compagno che sta applicando la tecnica) la situazione di disagio senza aspettare troppo a lungo;
L’abitudine a riconoscere i sintomi della perdita di coscienza, e conseguentemente a rilasciare immediatamente
la pressione esercitata qualora il compagno di pratica perda i sensi;
La consapevolezza che l’occlusione dell’arteria carotide e della vena giugulare può indurre perdita di coscienza
dopo circa 6-10 secondi. Se lo strangolamento viene lasciato tempestivamente dopo la perdita dei sensi si ha un
generale ripristino della normale condizione di coscienza dopo circa 10-20 secondi, senza che vi sia alcuna
conseguenza.
L’accortezza di prevenire, in caso di perdita di conoscenza, l’aspirazione involontaria di vomito ed altri liquidi
biologici non posizionando MAI il soggetto in posizione prona (a faccia in giù) bensì in posizione laterale;
tempestività nel richiedere assistenza sanitaria specializzata quando necessario (qualora lo stato di incoscienza si
prolunghi oltre i 20-25 secondi).
22
Shime-waza
23
• Kansetsu waza
Tecniche delle leve o del controllo delle articolazioni (Kansetsu o Kwantetsu: articolazione; nel
Judo : Leva articolare). Nel Judo per ragioni di sicurezza è permesso applicare solo tecniche di
ude-waza (tecniche di leva al gomito), queste vengono classificate in due gruppi :
➢ Gatame (controllo)
Fondato sull’ipertensione del braccio (Ude-Hishigi); vengono classificate in base alla parte del
corpo che Tori applica come fulcro al braccio di Uke:
➢ Garami (Tozione)
Fondato sulla torsione del braccio (Ude-Garami) ; eseguita in varie condizione
24
Ude-Garami ; eseguita in varie condizione
Caratteristiche fondamentali che devono essere soddisfatte da Tori per ottenere un efficace
Kansetsu-waza:
1. Immobilizzare la “sezione” articolare il più lontano possibile
dal corpo dell’attacco.
2. Applicare il fulcro, il più vicino possibile all’articolazione
3. Applicare la forza, il più lontano possibile dal fulcro F
4. Agire sempre in contro articolazione o iperflessione.
Ude-hishigi-juji-gatame
Ude-Garami
Nello studio dei kata sono previste anche leve di altro tipo. Queste saranno trattate nell’ambito dei
rispettivi kata.
Te-gatame
Mano di Uke palmo in
alto, direzione della for-
za verso il mignolo di
Uke
Tori ginocchia strette ; corpo inarcato; piedi possibilmente a terra
uno sul fianco di Uke l’altro al collo (dopo) di Uke
25
26
Sankaku-waza Sankaku : Triangolo;
È l’insieme delle tecniche a terra (Ne-waza) che vengono effettuate utilizzando le gambe che nell’azione
formano un triangolo chiuso (piede che si incastra nel cavo popliteo dell’altra gamba) intorno al collo di Uke.
Importante è che oltre al collo, all’interno del triangolo ci sia anche un braccio per evitare problemi al tratto
cervicale della colonna vertebrale. (La cavità poplitea o poplite(detta anche cavo popliteo o fossa poplitea o losanga
poplitea) è la regione della gamba situata posteriormente al ginocchio)
Sankaku-gatame : Controllo (con l’uso delle gambe) a triangolo (osae-komi-waza)
Sankaku-jime : Strangolamento a triangolo (con l’uso delle gambe) (Shime-waza)
Sankaku-ude-hishiji : Leva al gomito con presa a triangolo (anche Ude-hishiji-sankaku-gatame) (Kansetsu-waza)
Kami-sankaku-gatame
Kata-sankaku-jime
Mae-sankaku-jime Yoko-sankaku-jime Ushiro-sankaku-jime
Sankaku-ashi-gatale
Tate-sankaku-gatame
Ude-hishjii-sankaku-ude-garami
Ude-hishiji-sankaku-gatame (Shime-garami) Ude-hishiji-sankaku-jume o Ushiro-sankaku.jime
Yoko-sankaku-jime Yoko-sankaku-gatame Sankaku-gatame
27
Schede Progressione per l’insegnamento
Una volta classificate le tecniche del Nage-waza e del Ne-waza e formulato un metodo didattico per
il Nage-waza attraverso il Go-kyo, si creò il problema di realizzare delle schede progressive per
l’insegnamento che prevedesse il contemporaneo insegnamento di Nage-waza e di Ne-waza che
tenesse contro della preparazione (capacità proprie e acquisite) e dell’età dell’allievo.
Di seguito riporto alcuni esempi: Tabella di progressione francese; Tabella relativa al programma
di insegnamento Kodokan 1967; Progressione per l’insegnamento scolastico (liceo) Giappone-Usa
del 1970; Progressione e classificazione del M° Gessink e Clasificazione secondo il M° Kawaishi;
tutte tratte da “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti.
28
29
30
31
Vale ora la pena di analizzare meglio la tabella del Go-Kyo aggiungendo una colonna con la
classificazione per tipo della tecnica e due colonne dove potrete inserire le vostre valutazioni in
merito a “difficoltà di esecuzione” ; “difficoltà nella caduta”; “relazione con tecnica successiva”.
Questo lavoro potrà fornirvi la chiave per elaborare una vostra personale progressione didattica
GO-KYO 40 waza Vostre considerazioni
Tecnica Go-Kyo
1920/1 Classificazine diff_es diff_caduta relazione
De-ashi-barai V°-Kyu-1 Ashi-waza
Hiza-guruma V°-Kyu-2 Ashi-waza
Sasae-tsuri-komi-ashi V°-Kyu-3 Ashi-waza
Uki-goshi V°-Kyu-4 Koshi-waza
O-soto-gari V°-Kyu-5 Ashi-waza
O-goshi V°-Kyu-6 Koshi-waza
O-uchi-gari V°-Kyu-7 Ashi-waza
Seoi-nage V°-Kyu-8 Te-waza
Ko-soto-gari IV°-Kyu-1 Ashi-waza
Ko-uchi-gari IV°-Kyu-2 Ashi-waza
Koshi-guruma IV°-Kyu-3 Koshi-waza
Tsuri-komi-goshi IV°-Kyu-4 Koshi-waza
Okuri-ashi-barai IV°-Kyu-5 Ashi-waza
Tai-otoshi IV°-Kyu-6 Te-waza
Harai-goshi IV°-Kyu-7 Koshi-waza
Uchi-mata IV°-Kyu-8 Ashi-waza
Ko-soto-gake III°-Kyu-1 Ashi-waza
Tsuri-goshi III°-Kyu-2 Koshi-waza
Yoko-otoshi III°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza
Ashi-guruma III°-Kyu-4 Ashi-waza
Hane-goshi III°-Kyu-5 Koshi-waza
Harai-tsuri-komi-ashi III°-Kyu-6 Ashi-waza
Tomoe-nage III°-Kyu-7 Ma-sutemi-waza
Kata-guruma III°-Kyu-8 Te-waza
Sumi-gaeshi II°-Kyu-1 Ma-sutemi-waza
Tani-otoshi II°-Kyu-2 Yoko-sutemi-waza
Hane-makikomi II°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza
Sukui-nage II°-Kyu-4 Te-waza
Utsuri-goshi II°-Kyu-5 Koshi-waza
O-guruma II°-Kyu-6 Ashi-waza
Soto-makikomi II°-Kyu-7 Yoko-sutemi-waza
Uki-otoshi II°-Kyu-8 Te-waza
O-soto-guruma I°-Kyu-1 Ashi-waza
Uki-waza I°-Kyu-2 Yoko-sutemi-waza
Yoko-wakare I°-Kyu-3 Yoko-sutemi-waza
Yoko-guruma I°-Kyu-4 Yoko-sutemi-waza
Ushiro-goshi I°-Kyu-5 Koshi-waza
Ura-nage I°-Kyu-6 Ma-sutemi-waza
Sumi-otoshi I°-Kyu-7 Te-waza
Yoko-gake I°-Kyu-8 Yoko-sutemi-waza
32
Questa la distribuzione delle tecniche nei rispettivi Kyu del Go-kyo in base alla classificazione
delle tecniche. Le ultime due colonne danno il totale e le percentuali in base alla classificazione
delle tecniche contenute nel Gokyo :
Numero tecniche per
classificazione nel Kyu V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu Totale %
Ashi-waza 5 4 3 1 1 14 35,00%
Koshi-waza 2 3 2 1 1 9 22,50%
Te-waza 1 1 1 2 1 6 15,00%
Ma-sutemi-waza 0 0 1 1 1 3 7,50%
Yoko-sutemi-waza 0 0 1 3 4 8 20,00% 8 8 8 8 8 40 100,00%
Graficamente :
Yoko-sutemi-waza
Ma-sutemi-waza
Te-waza
Koshi-waza
Ashi-waza
V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu
V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu
33
Ed ora la distribuzione percentuale delle tecniche : Classificazione / Kyu
Numero tecniche per
classificazione per Kyu V°-Kyu IV°-Kyu III°-Kyu II°-Kyu I°-Kyu
Ashi-waza 62,50% 50,00% 37,50% 12,50% 12,50%
Koshi-waza 25,00% 37,50% 25,00% 12,50% 12,50%
Te-waza 12,50% 12,50% 12,50% 25,00% 12,50%
Ma-sutemi-waza 0,00% 0,00% 12,50% 12,50% 12,50%
Yoko-sutemi-waza 0,00% 0,00% 12,50% 37,50% 50,00%
100% 100% 100% 100% 100%
Lascio a voi l’analisi, l’elaborazione e la compilazione di una vostra idea di metodo d’insegnamento
rimandando la mia analisi e le mie ulteriori considerazioni a un prossimo futuro.
In molti lo hanno già fatto …
Libri consigliati che affrontano l’argomento:
• “Judo” di Bruno Carmeni Lito Battivelli - Conegliano
• “A scuola con la Filpjk”
Manuale tecnico-pratico di JUDO Per insegnanti e alunni della scuola dell’obbligo Di: P. Aschieri, N.Moraci, S.Neri, E.Zanetti - scuola Nazionale FILPJK - Roma-Agosto 1996
• “JUDO scuola primaria” di Rosa Maria Muroni e Emanuela Pierantozzi
COLLANA FIJLKAM serie tecnica N° 21 (2007)
• “JUDO di tutti e per tutti” di Franco Colombi editrice VELAR
• “Impariamo il Judo!” di Giorgio Sozzi
• “Le Judo” en vandes dessinnees - la progression francaise a l'intention des jeunes
(progressione francese per giovani) Tre volumi - serie Judogi - Chiron EDITEUR
• “Il primo Judo” uno sport che aiuta a crescere e socializzare di Franco Capelletti - a cura
di Roberto Ghetti - SPERLING & KUPFER EDITORI MILANO
• “Biomeccanica del Judo” di Attilio Sacripanti - Edizioni Mediterranee
34
Appendice :
(Approfondimento 1)
Sakujiro Yokoyama (1860 - 1938) Soprannominato "oni" (diavolo), per il
suo carattere violento e aggressivo fu uno dei quattro "shitenno" (guardiani
del tempio), preposti alla difesa fisica e spirituale del primo Kodokan.
Dotato di forza e muscolatura prodigiose, sotto la guida di Jigoro Kano
progredì nella tecnica judoistica fino a raggiungere, per primo, il grado
8°dan. Fedele all'etica samurai al punto di condividerne gli aspetti più
estremi, come il disprezzo per la propria vita e per tutto ciò che ad essa
potesse nuocere, compreso l'alcool (di cui era un fortissimo consumatore!),
morì ucciso in un duello per strada. Il motivo fu l'osservanza di una
vecchia abitudine samurai, il katana-ate, un costume isterico secondo il
quale chiunque sfiorasse anche solo il fodero della katana, la spada che
ogni samurai portava al proprio fianco, fosse passibile di essere sfidato a
duello.
Sakujiro Yokoyama (1864 - 1914) era un esperto di jujitsu, quando nel 1886 approdò al Kodokan come
112° iscritto, dove venne accolto come zuishuin, ossia "quasi collega", secondo le usanze del tempo. Sotto la
guida di Jigoro Kano acquisì una profonda conoscenza del Judo Kodokan.
Scritto nel 1909, edito a Tokyo in lingua inglese nel 1915, questo testo, che a buona ragione si può definire
uno dei primi libri di Judo, non era ancora stato pubblicato in lingua italiana.
Alcuni brani tratti dal primo capitolo
Nel periodo feudale, il popolo del Giappone si allenava nelle arti militari, impiegando l’arco e le
frecce, la spada e la lancia. Poiché talvolta capitava di combattere con degli avversari o di arrestare
ladri ed altri generi di briganti, l’arte di difendersi o di attaccare con o senza il bastone corto o il
coltello era ovviamente praticata un po’ ovunque.
Si sviluppò gradatamente con il passare del tempo e diede origine a varie scuole di jujutsu, taijitsu,
yawara, torité, judo (nota bene non è il Judo-Kodokan), ecc., che iniziarono a dar lezioni in vari
luoghi utilizza sotto questi nomi. Così l’arte del combattimento senz’armi crebbe e si sviluppò per
gradi, fino a diventare predominante in tutto il paese.
Alcuni compresero i segreti di queste arti e fondarono delle proprie scuole mentre altri davano
lezioni senza averne compreso i fondamenti, dando così impressioni sbagliate ai loro allievi. In tal
modo, arti con lo stesso nome non sempre erano le stesse, ed anche la stessa arte poteva avere nomi
differenti in luoghi diversi.
E‘ perciò impossibile dire esattamente cosa fosse il jujitsu o il tai jitsu solamente dal nome.
Comunque, ciascuna di esse era un’arte per la difesa e per l’attacco ed il loro unico obiettivo era
ottenere la vittoria sul nemico.
Il prof. Kano riassunse tutte queste scuole, quali quelle che prendevano il nome di jujutsu,
taijutsu,yawara, kogusoku, ecc. sotto il nome di jujitsu, di cui diede la seguente definizione:
“Jujutsu é l’arte attraverso cui un uomo disarmato o con armi corte, attacca o si difende da un
avversario, sia esso armato o meno.”
Judo
Dizionario sintetico
Autore: Sakujiro Yokoyama, Eisuke Oshima
Editore: Edizioni La Comune
Libro - Pag 207 - Aprile 2008
35
In base a questa definizione, il principale obiettivo del jujutsu di quei tempi consisteva nell’ottenere
la vittoria sul nemico.
I maestri e gli allievi studiavano intensamente l’arte del combattimento senza porre alcuna
attenzione allo sviluppo del fisico o all’allenamento mentale.
E’ pur vero che alcuni dei fondatori di queste scuole avevano corpi ben sviluppati e menti ben
allenate, ma non praticavano con lo scopo di migliorare la mente e il fisico. Non era altro che il
risultato naturale del loro costante allenamento l’avere un fisico sviluppato.
Alla fine dell’era Tokugawa, si ritrovarono in varie parti del paese diversi insegnanti, molti di loro
competenti nella loro arte, é vero, ma senza che avessero alcuna capacità di insegnare come allenare
la mente e il corpo.
Conseguentemente essi erano completamente incapaci di dimostrare il vero principio del judo e
divulgarlo in giro. All’incirca in quel periodo, le armi, nel nostro paese, stavano subendo un
profondo cambiamento. Arco e frecce furono sostituite da pistole e fucili, così come il
combattimento corpo a corpo aveva ceduto il passo al combattimento fra truppe. Il risultato fu che i
maestri di jujutsu non ebbero più richieste di insegnamento. Specialmente dopo la Restaurazione,
tutti questi maestri persero la loro posizione ufficiale e furono costretti a cercarsi altri modi per
sopravvivere alternativo a quello di insegnare.
La maggioranza di questi maestri era di mentalità rigida e più o meno tutti erano poco portati a
cambiamenti nella loro vita, ne avevano talento in altri campi. Essi, perciò, non avevano modo di
provvedere al proprio mantenimento. Sebbene alcuni provassero a far sopravvivere le scuole di
jujutsu, erano pochi, se mai ce ne sono stati, quelli che si iscrivevano come nuovi allievi, e spesso
quelli che stavano imparando interrompevano la pratica.
La gente comune non aveva di buon occhio ciò che sapeva di militare, perché tutti, di qualunque
estrazione, subivano in pieno il fascino della civiltà occidentale, volendo troncare con tutto quanto
poteva avere un legame con la passata era feudale, senza neppur valutare se fossero cose buone o
cattive. Non essendoci altro da fare, date le circostanze, alcuni maestri di jujutsu si misero a far
dimostrazioni qua e là unendosi a lottatori professionisti, riuscendo così, comunque con difficoltà, a
sopravvivere.
Questo portò ad un graduale degrado dell’arte del jujutsu agli occhi del popolo. Era quindi facile
immaginare che questa nobile e valente arte sarebbe andata inesorabilmente perduta da lì a breve
termine. Ma quando il sig. Kano, fondatore e capo del Kodokan, prese la decisione ed iniziò ad
insegnare judo, nel giugno 1882, il numero dei suoi allievi aumentò giorno dopo giorno, anno dopo
anno, al punto che oggi possono essere contati a migliaia.
Oltre a loro, ci sono circa non meno di 4 o 5.000 ragazzi che ora stanno imparando il judo nelle loro
scuole o nei loro istituti, ricevendo lezioni da allievi del Prof. Kano.
Alcuni dei maestri di jujutsu delle vecchie scuole, che avevano smesso l’insegnamento della propria
arte a causa del cambiamento dei tempi, ricominciarono a dare lezioni una dozzina di anni fa,
vedendo il revival del judo. E alcuni di essi stanno addirittura praticando il Judo Kodokan,
abbandonando il loro proprio stile originario. Inoltre il judo si é poi sviluppato non solamente
attraverso il Giappone, ma anche all’estero.
Insegnanti sono stati mandati in Europa e in America. Stranieri sono arrivati in Giappone via mare
per studiare il judo. Infine, esso si sta espandendo rapidamente in tutto il mondo, come un incendio
nella prateria. Questo grande sviluppo del judo é dovuto, é vero, alla sua grande utilità, al suo
grande valore e al suo essere uno splendido modo per sviluppare il fisico, ma non dobbiamo
assolutamente dimenticare il fatto che esso é principalmente dovuto all’energia, alla perseveranza e
alla onestà del Prof. Kano.
Per ottenere ciò, ha dovuto affrontare e superare molte difficoltà prima di rendere il judo così come
é adesso. ...
36
Appendice :
(Approfondimento 2)
Nage-waza (68 techniques)
Te-waza (16 techniques)
1 Seoi-nage
2 Ippon-seoi-nage
3 Seoi-otoshi
4 Tai-otoshi
5 Kata-guruma
6 Sukui-nage
7 Obi-otoshi
8 Uki-otoshi
9 Sumi-otoshi
10 Yama-arashi
11 Obi-tori-gaeshi
12 Morote-gari
13 Kuchiki-taoshi
14 Kibisu-gaeshi
15 Uchi-mata-sukashi
16 Ko-uchi-gaeshi
Koshi-waza (10 techniques) 1 Uki-goshi
2 O-goshi
3 Koshi-guruma
4 Tsurikomi-goshi
5 Sode-tsurikomi-goshi
6 Harai-goshi
7 Tsuri-goshi
8 Hane-goshi
9 Utsuri-goshi
10 Ushiro-goshi
Ashi-waza (21 techniques) 1 De-ashi-harai
2 Hiza-guruma
3 Sasae-tsurikomi-ashi
4 O-soto-gari
5 O-uchi-gari
6 Ko-soto-gari
7 Ko-uchi-gari
8 Okuri-ashi-harai
9 Uchi-mata
10 Ko-soto-gake
11 Ashi-guruma
12 Harai-tsurikomi-ashi
13 O-guruma
14 O-soto-guruma
15 O-soto-otoshi
16 Tsubame-gaeshi
17 O-soto-gaeshi
18 O-uchi-gaeshi
19 Hane-goshi-gaeshi
20 Harai-goshi-gaeshi
21 Uchi-mata-gaeshi
Ma-sutemi-waza (5 techniques) 1 Tomoe-nage
2 Sumi-gaeshi
3 Hikikomi-gaeshi
4 Tawara-gaeshi
5 Ura-nage
Yoko-sutemi-waza (16 techniques)
1 Yoko-otoshi
2 Tani-otoshi
3 Hane-makikomi
4 Soto-makikomi
5 Uchi-makikomi
6 Uki-waza
7 Yoko-wakare
8 Yoko-guruma
9 Yoko-gake
10 Daki-wakare
11 O-soto-makikomi
12 Uchi-mata-makikomi
13 Harai-makikomi
14 Ko-uchi-makikomi
15 Kani-basami * proibita
16 Kawazu-gake * proibita
37
Katame-Waza (32 techniques)
Osaekomi-waza (10 techniques) 1 Kesa-gatame
2 Kuzure-kesa-gatame
3 Ushiro-kesa-gatame
4 Kata-gatame
5 Kami-shiho-gatame
6 Kuzure-kami-shiho-gatame
7 Yoko-shiho-gatame
8 Tate-shiho-gatame
9 Uki-gatame
10 Ura-gatame
Schema riassuntivo
principi dinamici applicati nelle ne waza
• Nage
Lancio; proiezione; da Nageru: Lanciare,scagliare, proiettare.
Gruppo Seoi-nage
• Otoshi
Caduto; far cadere; da Otosu: lasciar cadere, mettere giù.
Questo principio è applicato a tecniche o varianti di tecniche base che prevedono, per la sua
realizzazione la caduta verticale sul posto di Tori o lasciar cadere, mettere giù Uke .
• Tsuri-komi
Tirare verso l’interno; pescare; tirare sollevando (movimento per condurre in sollevamento)
• Gari
Falciata,sgambetto (anche Kari da Karu: falciare, potare)
• Harai o Barai
Spazzata da harau : spazzare; spazzare via
• Gake
Agganciare (anche Kake; significative le diverse definizioni (1) Punto massimo del potere; (2)
proiezione ; (3) punto della caduta; (4) esecuzione; (5) agganciamento da Kakeru :
Agganciare, appendere.
• Sutemi
Abbandono del corpo; lasciarsi cadere; sacrificio da Suteru : abbandonarsi lasciarsi andare
• Guruma
Ruota anche Kuruma
• Makikomi
Arrotolamento; avvolgimento da Mackikomu : avvolgere dentro; arrotolare
Naturalmente alcune tecniche trovano evidentemente appolicati più principi contemporaneamente
Shime-waza (12 techniques)
1 Nami-juji-jime
2 Gyaku-juji-jime
3 Kata-juji-jime
4 Hadaka-jime
5 Okuri-eri-jime
6 Kataha-jime
7 Katate-jime
8 Ryote-jime
9 Sode-guruma-jime
10 Tsukkomi-jime
11 Sankaku-jime
12 Do-jime * proibita
Kansetsu-waza (10 techniques)
1 Ude-garami
2 Ude-hishigi-juji-gatame
3 Ude-hishigi-ude-gatame
4 Ude-hishigi-hiza-gatame
5 Ude-hishigi-waki-gatame
6 Ude-hishigi-hara-gatame
7 Ude-hishigi-ashi-gatame
8 Ude-hishigi-te-gatame
9 Ude-hishigi-sankaku-gatame
10 Ashi-garami* proibita
Kansetsu-waza (10 techniques)
1 Ude-garami
2 Ude-hishigi-juji-gatame
3 Ude-hishigi-ude-gatame
4 Ude-hishigi-hiza-gatame
5 Ude-hishigi-waki-gatame
6 Ude-hishigi-hara-gatame
7 Ude-hishigi-ashi-gatame
8 Ude-hishigi-te-gatame
9 Ude-hishigi-sankaku-gatame
10 Ashi-garami* proibita