NN bt ttbr 8 N. 80 i 1 EO - Ineraopac.pisa.inera.it/opacpisa/opac/pisa/96/IL RISORGIMENTO/Il... ·...

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kaa. della ANNO III Sabato 9 Ottobre 1875 Num. 80 DIREZIONE Via Castelletto N.' 2. Primo I malosuitti the s'inviano alla Direzione non si costitoiscono, né si rende ratrzou e della rLe.sa di stamparli: nn si accettano scritti a oDimi. Le lettere uon francate non si ricevono. 1 i L EVO -rA e P rtovnverpi ci i PI.SA AMMiNISTRATIVO - PC LAICO - SCIENTIFICO - LETTERARIO PUBBLICA OGNI ME.RCOLEDÌ E SABATO DI CIASCUNA SETTIMANA AMMINISTRAZIONE - Libreria Nistri sotto Porgo Le associazioni hanno il principio I. ed il 16 (l'ogni mese, con pagamento anticipato di lire 8 per un anno e di lire 5 per sei mesi. Un _Numero separato centesimi 10, arretrati centesimi 20. Avvisi ed inserzioni centesimi 15 in linea o spazio di litlèa. 1=9.sa 8 Ottobre A PROPOSITO DI BANCHE Sottoponiamo al pubblico alcuni fatti senza nessuna allusione - per- g5riàle o lo- cale, senza maligno commento, nè se- condo fine, per semplice scopo di edi- ficazione. È bene che siano presenti alla memoria di tutti, perché in un tempo di bancocrazia e di bancolatria come il nostro, qualche nozione in ar- gomento non riescirà affatto inoppor- tuna. 1. Offemba.ch nei suoi Briganti ha messo un banchiere, che non aveva saputo fallire a tempo, ma che rap- presenta la capacità finanziaria della banda. Morale. — Nelle operette buffe non c'è assoluta incompatibilità fra la pro- fessione di brigante e il precedente di banchiere. 2. Nell'antica Roma gli argen- tarl (cambiavalute-banchieri) apparte- nevano in gran parte all'ordine eque- stre. — Nel Me.lio-E‘-o i banchieri fiorentini dei Re d'Inghilterra non ve- nivano rimborsati dei loro prestiti, i banchieri ebrei di tutti gli stati veni- vano spogliati, sbanditi e giustiziati — Nella nostra epoca i banchieri, cristiani ed ebrei, sono quasi tutti cavalieri, quando non sono baroni. Morale. — Le vicende del ceto ban- cario hanno una storia parallela alla storia della civiltà. Un argomentatore ardito potrebbe Tu ndi conehiude.rejAa . , questo aforisina: La civiltà e, la banca . 3. Racconta la leggenda che quan- do il diavolo diventò vecchio, si fece eremita. È un fatto che gli uomini politici mancati si danno spesso e vo- lentieri alla banca. Così i principi spodestati si lanciano agli attentati di ristaurazione, i generali sconfitti si dedicano alla letteratura, i medici sen- za clienti alla filosofia, gli avvocati senza cause alle rivoluzioni, i profes- sori senza cattedra alle utopie, i genj incompresi alla filodrammatica, i ne- gozianti senza pratiche alla critica tea- trale, le signore che - non sono più belle alla divozione. Morale. — Non potendo fare quello che si vorrebbe, bisogna fare quello che si può. 4. Del famoso Law fu cantato: Ce spéenlateur sans égal Qui, par régles de l'algèbre, A mia la France à l'hòpital. iforale. —I versi non son molto belli, ma insegnano come uno stato fosse ridotto alla miseria da un banchiere pieno di belle teorie e di larghe pro- messe. 5. Nel nostro secolo Rothschild e pochi altri sono diventati arcimilionari, i debiti pubblici sono saliti a miliardi eposedi tutti gli' stati a celai- -- naja di milioni. — Non è sempre vero che il bene di uno sia il bene di tutti. G. Troviamo banche di cambio, di anticipazione, di sconto, di deposito di pegno; banche mutue, popolari, na.- zionali, privilegiate, libere, autorizzate, uniche; banche-usura, ec. ec. Morale. — Tutto per la banca, banche per tutti. 7. Le banche speculano sull'avi- dità, sul risparmio, sul bisogno, sul- l'agricoltura, l'industria, il commercio, sui mobili e sugli immobili, sul pa- triottismo, sull'ingenuità, sul fanati- smo religioso, sulla buonafede, sugli azionisti, sui processi per indennità. Si servono delle cattedre, del giorna- lismo, delle cantonate, dei pulpiti, dei confessionali, dei parlamenti, dei mi- nisteri. Tutti i mezzi sono buo- ni, purchè raggiungano lo scopo. 8. Una banca quando non può vivere, ha ancora una risorsa incal- colabile; far bancarotta come si con- viene. Morale. — Un bel morir tutta la vita onora. 9. I I nostro tempo è profondamente scettico; eppure le buche si reggono sul credito. Conte va questi, ? .1/orair. -- L'icona) lia bisogno di credere a qualche cosa; quando noli crede in Dio, nè a sè stesso. nò virtù, nò all'amore, nè, alla scienza, gli resta ancora un saldo appoggio, il 'credito nella banca. Solo quando questo gli manca, può maledir tutto e invocare il diavolo come il dottor Faust. Conclusione. — Le banche sono un bene o un male? Intanto sono un fatto grande, uni- versale, enciclopedico: e quindi natu- rale che abbiano in sè del buono e del cattivo; che servano al progresso e alla rovina sociale, che siano fattori di prosperità e di patatracs. Il pubblico, delle banche deve dif- fidare e confidare. Ma come conoscerle ? Nel Vangelo c'è una massima: che l' albero si conosce dai frutti Savia massima; però ci vuol tatto nell'ap- plicarla alle banche. Non sempre dai dividendi si cono- sce sul serio una banca, altrimenti le banche-modello sarebbero state le na- poletane di Rutfo, Seilla e compagnia bella. È molto logico invece il ritenere che una banca non possa offrire del APPENDXGE UN PLAUSO AD OGNI COSTO (Continuazione e fine v. n. 77). Or riandando la scena dell' arena, al momento, in cui la vispa e seducente Dolorita entrò nell'anfiteatro, fuvvi un girar di pupille verso di lei, come in una sala da ballo al giunger d' una persona di gran riguardo; ed il giovine cava- liere tutto vano di quel non suo trionfo passandole un braccio intorno al corpo, la fece sedere al suo fianco, e tirandole poi con molta grazia la bruna mantilla sulle spalle scovrì meglio un viso soffuso di rossore e due occhi luccicanti; i quali poi divennero, quello palidissimo, questi sbarrati e convulsi. Le rose bianche che le inghirlandavano il capo erau l'immagine di quel volto, su cui lo spavento spandendosi largamente ed invadendola in tutta la sua fierezza, si tradusse in un grido acutissimo e la- cerante.,. ella svenne. Si disse che il gio- vine cavaliere che avea accompagnato la baladiva, nel passarle il braccio intorno alla vita, le avesse conficcato uu pugua- letto in mezzo al core... Almeno così credettero i pochissimi che più vicini a lei poterono porle mente, poichè il gemito prolungato di Dolorita s'era perduto in un fragoroso scop- pio di grida, nel clamore tremendo, nel- l'urlo di migliaia di spettatori. Cagione di quello c di queste grida era stata la vista del toreador, il quale contrariato di veder i mille sguardi che seguivano tutte le sue movenza distaccarsi bruscamente da lui (all'arrivo di Dolorita), e vago di sapere chi era quell'importuno che esur- pa,vagli un' attenzione esclusivamente a lui dovuta, alzò indispettito gli occhi, di--* rigandoli al punto dove guardava il po- polo, ed il suo sguardo s'incrocicchiò con quello di Dolorita. E così egli scorgeva un incognito ab- bracciar la baladina e voleva correre alla panchetta dell'anfiteatro, e così, vedendosi chiuso intorno, si mordeva le mani dispe- ratamente; ed immemore del perigli, la- sciava cadere la grossa spada del mata- dor, e presentava senza volerlo, il petto inerme all'impeto del toro stizzito, che vi cacciava nn corno aguzzo e lucido come acciaro.... E così la Dolorita metteva il grido acutissimo che seguito dall'urlo im- menso, fragoroso, tonante del popolo si sarebbe potuto assomigliare al colpo d'u- na pistola tirato follemente sulla santa barbara d' un vascello Seguiva su- bito un muggito cupo sordo prolunga- to come il frombo del naviglio scop- piato che il vortice inghiotte.... era la voce del toro vittorioso! — Povero El Curro! El Carro? Ah! non l'aveva io forse detto, il nome? X ... Ma restate, restate, non è ancora al suo termine la storia della baladina. — Sedemmo di nuovo. — Dolorita ritornata in aveva detto: Era dunque per un plauso di popolo che egli mi ha lasciata sola sulla terra tanto può l'amore di plauso in un cuor giovanile!... Ebbene, voglio ancor io pro-. vare quel plauso;.. dovrà esser caro come il battito d'amore, anzi più dolce, più se- ducente, più lusinghiero se fu da lui an- teposto a quello. La danza ed El Curro eran la mia divisa... piacere ed amare amata, lo fui, voglio piacere, e non pei passi misurati della danza, ma per uno spettacolo rischioso, voglio ad ogni costo riscuotere folli plausi ancor io... Ah! sog- giunse, ridendo amaramente, ci vuol poco per riscuotere uno di questi piansi! — E la sera seguente, per gli annunzi messi a tutti gli angoli della città, il gran teatro di Madrid era stivato di gen- te accnrsa a veder danzare per la prima volta la baladina.... sul fil di ferro. La tela era stata alzata! Il suono delle gazzarra aveva taciuto. La Dolorita cara di tutta la più attraente e sovrumana bellezza stava in alto sul fil di ferro col contrappeso fra le mani. Un sorriso va- golava e moriva sul suo labbro come l'ultima luce del crepuscolo d' un giorno delizioso — Il popolo la salutò d'un plauso universale; quel plauso le faceva male al cuore!... le ricordava tanta storia di do- lore!... Cominciò a danzare: -- l'agilissima sua persona molleggiava dolcemente sul cor- dino di ferro e ne veniva rimbalzato cc- me un corpo elastico caduto lieve lieve sur un piano levigato... ad ogni salto la baladina si elevava maggiormente, e con lei i plausi che scoppiavano più e più strepitosi... intanto i lumi, i palchetti, la platea, le vesti, gli spettatori, tutto con- fondevasi innanzi i suoi occhi, pareva ag- grupparsi in un turbine che girando co- me vortice si tradusse in una nuvola lu- cente, e sembravale oscillare velocissima e traballare al suo sguardo vacillante come quelli dell'ebbro... Ed ella trasportata dalla volontà deli- rante, e dal grido di valiente! più impe- tuoso e più delirante degli spettatori che gli gorgogliava nelle orecchie brucianti, a saltare a saltare, ed il pubblico a gettarle voci di acclamazioni, fiori, plausi, baci, con una specie di furore e di trascendente entusiasmo che i lunetas non valevano a reprimere... Finalmente la baladina invasa dall'ultimo grado di ebbrezza, senz'alcu- u'idea di periglio, col disprezzo della vita che aveva già fermato d' abbandonare, gettò via il contrappeso, e si diè con tal veemenza a saltar sul filo elastico e ad esserne sempre più alto rimbalzata, che in uno scoppio fragoroso di plausi il sangue le salì tutto alle guance e restan- dole imprigionato alla gola... fermò i bat- titi del cuore. Il plauso degli spettatori ciechi d'entu- siasmo accompagnò il suo ultimo sospiro... Dolorita era caduta. X Ed il pubblico applaudiva ancora.

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kaa.

della

ANNO III Sabato 9 Ottobre 1875 Num. 80

DIREZIONE

Via Castelletto N.' 2. Primo

I malosuitti the s'inviano alla Direzione

non si costitoiscono, né si rende ratrzou edella rLe.sa di stamparli: nn si accettano

scritti a oDimi. — Le lettere uon francate

non si ricevono.

1iL EVO

-rA e P rtovnverpi ci i PI.SA

AMMiNISTRATIVO - PC LAICO - SCIENTIFICO - LETTERARIOPUBBLICA OGNI ME.RCOLEDÌ E SABATO DI CIASCUNA SETTIMANA

AMMINISTRAZIONE-

Libreria Nistri sotto Porgo

Le associazioni hanno il principioI. ed il 16 (l'ogni mese, con pagamento

anticipato di lire 8 per un anno e di lire 5per sei mesi.

Un _Numero separato centesimi 10,arretrati centesimi 20.Avvisi ed inserzioni centesimi 15in linea o spazio di litlèa.

1=9.sa 8 Ottobre

A PROPOSITO DI BANCHESottoponiamo al pubblico alcuni fatti

senza nessuna allusione - per-g5riàle o lo-cale, senza maligno commento, nè se-condo fine, per semplice scopo di edi-ficazione. È bene che siano presentialla memoria di tutti, perché in untempo di bancocrazia e di bancolatria

come il nostro, qualche nozione in ar-gomento non riescirà affatto inoppor-

tuna.

1. Offemba.ch nei suoi Briganti

ha messo un banchiere, che non avevasaputo fallire a tempo, ma che rap-presenta la capacità finanziaria dellabanda.

Morale. — Nelle operette buffe nonc'è assoluta incompatibilità fra la pro-fessione di brigante e il precedente dibanchiere.

2. Nell'antica Roma gli argen-tarl (cambiavalute-banchieri) apparte-nevano in gran parte all'ordine eque-stre. — Nel Me.lio-E‘-o i banchierifiorentini dei Re d'Inghilterra non ve-nivano rimborsati dei loro prestiti, ibanchieri ebrei di tutti gli stati veni-vano spogliati, sbanditi e giustiziati —Nella nostra epoca i banchieri, cristiani

ed ebrei, sono quasi tutti cavalieri,quando non sono baroni.

Morale. — Le vicende del ceto ban-cario hanno una storia parallela allastoria della civiltà. Un argomentatoreardito potrebbe Tu ndi conehiude.rejAa . ,questo aforisina: La civiltà e, labanca „ .

3. Racconta la leggenda che quan-do il diavolo diventò vecchio, si feceeremita. È un fatto che gli uominipolitici mancati si danno spesso e vo-lentieri alla banca. Così i principispodestati si lanciano agli attentati diristaurazione, i generali sconfitti sidedicano alla letteratura, i medici sen-za clienti alla filosofia, gli avvocatisenza cause alle rivoluzioni, i profes-sori senza cattedra alle utopie, i genjincompresi alla filodrammatica, i ne-gozianti senza pratiche alla critica tea-trale, le signore che - non sono piùbelle alla divozione.

Morale. — Non potendo fare quelloche si vorrebbe, bisogna fare quelloche si può.

4. Del famoso Law fu cantato:

Ce spéenlateur sans égal

Qui, par régles de l'algèbre,A mia la France à l'hòpital.

iforale. —I versi non son molto belli,ma insegnano come uno stato fosseridotto alla miseria da un banchiere

pieno di belle teorie e di larghe pro-messe.

5. Nel nostro secolo Rothschild epochi altri sono diventati arcimilionari, idebiti pubblici sono saliti a miliardieposedi tutti gli' stati a celai---naja di milioni.

— Non è sempre vero cheil bene di uno sia il bene di tutti.

G. Troviamo banche di cambio,di anticipazione, di sconto, di depositodi pegno; banche mutue, popolari, na.-zionali, privilegiate, libere, autorizzate,uniche; banche-usura, ec. ec.

Morale. — Tutto per la banca,banche per tutti.

7. Le banche speculano sull'avi-dità, sul risparmio, sul bisogno, sul-l'agricoltura, l'industria, il commercio,sui mobili e sugli immobili, sul pa-triottismo, sull'ingenuità, sul fanati-smo religioso, sulla buonafede, sugliazionisti, sui processi per indennità.Si servono delle cattedre, del giorna-lismo, delle cantonate, dei pulpiti, deiconfessionali, dei parlamenti, dei mi-nisteri.

— Tutti i mezzi sono buo-ni, purchè raggiungano lo scopo.

8. Una banca quando non puòvivere, ha ancora una risorsa incal-colabile; far bancarotta come si con-viene.

Morale. — Un bel morir tutta lavita onora.

9. I I nostro tempo è profondamentescettico; eppure le buche si reggonosul credito. Conte va questi, ?

.1/orair. -- L'icona) lia bisogno dicredere a qualche cosa; quando nolicrede in Dio, nè a sè stesso. nòvirtù, nò all'amore, nè, alla scienza,gli resta ancora un saldo appoggio,il 'credito nella banca. Solo quandoquesto gli manca, può maledir tuttoe invocare il diavolo come il dottorFaust.

Conclusione. — Le banche sono unbene o un male?

Intanto sono un fatto grande, uni-versale, enciclopedico: e quindi natu-rale che abbiano in sè del buono edel cattivo; che servano al progressoe alla rovina sociale, che siano fattoridi prosperità e di patatracs.

Il pubblico, delle banche deve dif-fidare e confidare.

Ma come conoscerle ?Nel Vangelo c'è una massima: „ che

l' albero si conosce dai frutti „ Saviamassima; però ci vuol tatto nell'ap-plicarla alle banche.

Non sempre dai dividendi si cono-sce sul serio una banca, altrimenti lebanche-modello sarebbero state le na-poletane di Rutfo, Seilla e compagniabella.

È molto logico invece il ritenereche una banca non possa offrire del

APPENDXGE

UN PLAUSO AD OGNI COSTO(Continuazione e fine v. n. 77).

Or riandando la scena dell' arena, almomento, in cui la vispa e seducenteDolorita entrò nell'anfiteatro, fuvvi ungirar di pupille verso di lei, come in unasala da ballo al giunger d' una personadi gran riguardo; ed il giovine cava-liere tutto vano di quel non suo trionfopassandole un braccio intorno al corpo,la fece sedere al suo fianco, e tirandolepoi con molta grazia la bruna mantillasulle spalle scovrì meglio un viso soffusodi rossore e due occhi luccicanti; i qualipoi divennero, quello palidissimo, questisbarrati e convulsi.

Le rose bianche che le inghirlandavanoil capo erau l'immagine di quel volto,su cui lo spavento spandendosi largamenteed invadendola in tutta la sua fierezza,si tradusse in un grido acutissimo e la-cerante.,. ella svenne. Si disse che il gio-vine cavaliere che avea accompagnato labaladiva, nel passarle il braccio intornoalla vita, le avesse conficcato uu pugua-letto in mezzo al core...

Almeno così credettero i pochissimi chepiù vicini a lei poterono porle mente,poichè il gemito prolungato di Doloritas'era perduto in un fragoroso scop-pio di grida, nel clamore tremendo, nel-l'urlo di migliaia di spettatori. Cagione

di quello c di queste grida era stata lavista del toreador, il quale contrariato diveder i mille sguardi che seguivano tuttele sue movenza distaccarsi bruscamenteda lui (all'arrivo di Dolorita), e vago disapere chi era quell'importuno che esur-pa,vagli un' attenzione esclusivamente alui dovuta, alzò indispettito gli occhi, di--*rigandoli al punto dove guardava il po-polo, ed il suo sguardo s'incrocicchiò conquello di Dolorita.

E così egli scorgeva un incognito ab-bracciar la baladina e voleva correre allapanchetta dell'anfiteatro, e così, vedendosichiuso intorno, si mordeva le mani dispe-ratamente; ed immemore del perigli, la-sciava cadere la grossa spada del mata-dor, e presentava senza volerlo, il pettoinerme all'impeto del toro stizzito, che vicacciava nn corno aguzzo e lucido comeacciaro.... E così la Dolorita metteva ilgrido acutissimo che seguito dall'urlo im-menso, fragoroso, tonante del popolo sisarebbe potuto assomigliare al colpo d'u-na pistola tirato follemente sulla santabarbara d' un vascello Seguiva su-bito un muggito cupo sordo prolunga-to come il frombo del naviglio scop-piato che il vortice inghiotte.... era lavoce del toro vittorioso! — Povero ElCurro!

— El Carro?

— Ah! non l'aveva io forse detto, ilnome?

X... Ma restate, restate, non è ancora al

suo termine la storia della baladina. —Sedemmo di nuovo.— Dolorita ritornata in sè aveva detto:

Era dunque per un plauso di popolo cheegli mi ha lasciata sola sulla terra tanto può l'amore di plauso in un cuorgiovanile!... Ebbene, voglio ancor io pro-.vare quel plauso;.. dovrà esser caro comeil battito d'amore, anzi più dolce, più se-ducente, più lusinghiero se fu da lui an-teposto a quello. La danza ed El Curroeran la mia divisa... piacere ed amareamata, lo fui, voglio piacere, e non peipassi misurati della danza, ma per unospettacolo rischioso, voglio ad ogni costoriscuotere folli plausi ancor io... Ah! sog-giunse, ridendo amaramente, ci vuol sìpoco per riscuotere uno di questi piansi! —

E la sera seguente, per gli annunzimessi a tutti gli angoli della città, ilgran teatro di Madrid era stivato di gen-te accnrsa a veder danzare per la primavolta la baladina.... sul fil di ferro.

La tela era stata alzata! Il suono dellegazzarra aveva taciuto. La Dolorita caradi tutta la più attraente e sovrumanabellezza stava in alto sul fil di ferro colcontrappeso fra le mani. Un sorriso va-golava e moriva sul suo labbro comel'ultima luce del crepuscolo d' un giornodelizioso — Il popolo la salutò d'un plausouniversale; quel plauso le faceva male alcuore!... le ricordava tanta storia di do-lore!...

Cominciò a danzare: -- l'agilissima suapersona molleggiava dolcemente sul cor-dino di ferro e ne veniva rimbalzato cc-

me un corpo elastico caduto lieve lievesur un piano levigato... ad ogni salto labaladina si elevava maggiormente, e conlei i plausi che scoppiavano più e piùstrepitosi... intanto i lumi, i palchetti, laplatea, le vesti, gli spettatori, tutto con-fondevasi innanzi i suoi occhi, pareva ag-grupparsi in un turbine che girando co-me vortice si tradusse in una nuvola lu-cente, e sembravale oscillare velocissimae traballare al suo sguardo vacillantecome quelli dell'ebbro...

Ed ella trasportata dalla volontà deli-rante, e dal grido di valiente! più impe-tuoso e più delirante degli spettatori chegli gorgogliava nelle orecchie brucianti, asaltare a saltare, ed il pubblico a gettarlevoci di acclamazioni, fiori, plausi, baci,con una specie di furore e di trascendenteentusiasmo che i lunetas non valevano areprimere... Finalmente la baladina invasadall'ultimo grado di ebbrezza, senz'alcu-u'idea di periglio, col disprezzo della vitache aveva già fermato d' abbandonare,gettò via il contrappeso, e si diè con talveemenza a saltar sul filo elastico e adesserne sempre più alto rimbalzata, chein uno scoppio fragoroso di plausi ilsangue le salì tutto alle guance e restan-dole imprigionato alla gola... fermò i bat-titi del cuore.

Il plauso degli spettatori ciechi d'entu-siasmo accompagnò il suo ultimo sospiro...

Dolorita era caduta.X

Ed il pubblico applaudiva ancora.

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danaro con interesse notevolmente su-periore alla inedia corrente, senza essere mia banca di rovina.

Ma il catechismo della prudenzaverso le banche sarebbe molto lungo:rimettiamolo ad altro e miglior tempo,augurando frattanto ai nbstri lettoriche non accada loro di apprendere atroppo caro prezzo quali siano i peri-coli di quelle banche, alle quali stabene il nome di banche-trappola.

Il laboratorio meccanico dei signori

Tron e Cecchi

Allorchè in un paese vi è modo d'isviluppare un' industria qualunque, deveessere còmpito del Municipio di • favorirlacon tutti i mezzi dei quali può esso di-

sporre.

È all'industria che un paese deve la

prosperità, e là dove essa deperisce, ocessa affatto, subentra l'ozio e la povertàcon le loro terribili conseguenze.

È doloroso, ma è dovere di buon cit-

tadino, mettere in evidenza la poca ope-

rosità che il Municipio pisano esercit

allo sviluppo dell'industria meccanica; nonè a sperarsi certamente che queste pocherighe possano esercitare una grande influenza sulle persone preposte all'ammini-

strazione del comune Pisa, ma se nonaltro, infonderanno un po' di coraggio incoloro che, non curando fatiche e sacri-

ficii d'ogui genere, spendono ogni loro

sostanza, acciò la manifattura che escedalla loro Officina torni di onore e dilustro al loro paese.

Intendo parlare dell' officina meccanica

dei signori Tron e eccelli. — Macchinea vapore, macchine da far paste, motori

idraulici, pompe d'ogni genere escono dalloro opificio, con tale una precisione daessersi meritati medaglie ed onorificenzea diverse esposizioni industriali, e ciò chepiù interessa, da far loro acquistare unanumerosa clientela — Bisogna visitarequesto laboratorio per potersi fare unaidea dei diversi organi lavaratori mossi

da un ruotone idraulico, che i signori

Tron e eecchi hanno a loro dispnsizioue.

Qua vedi torni di dimensioni colo=sali,tutti in ghisa, là trapani meccanici checon la loro edificante lentezza forano pia-

stre di ferro e di acciaio di spesaore gres-sissimo, colla stessa facilità colla quale unuomo potrebbe con uno spillo forare un

pezzo di carta.

Là una pialla meccanica, che come un

pialluzzo da falegname, fà il truciolo sul

ferro e sull'acciaio.

Salita una piccola scala, si entra nellestanze dei modelli; di essi nulla di pre-

ciso ne posso dire tanto sono accat istati

gli uni sugli altri; però con una occhiata

ne potei osservare alcuni di una precisio-ne rarissima. Questi modelli sono dise-gnati mirabilmente dagli stessi proprietaridell'officina, ed alcuni da loro stessi fab-bricati.

Una cosa che in'impressiouò profonda-mente, e che per conseguenza fissò lamia attenzione, fu la ristrettezza del lo-cale; più volte mossi la domanda, diquali mezzi si servono per lavgrare pezzigrossi, come, ad esempio, caldaie a vapo-re, e mi si rispose che per questi lavoriavevano un altro laboratorio in diversalocalità — Peccato che tutto non sia riu-nito in un sol corpo di fabbrica!

Però fu forza confessare che in quellocale sono .ristrettissimi, e che spessosono costretti a ricusare le commissioni.E di fatto 'cOme far lavorare tutti gli or-digni coutemporan'eautente? gli operai pro-

posti alla direzione dei singoli lavori siurterebbero l'un l'altro.

E quando si tratta di cercare un mo-

dello?Allora sì che cominciai' /6 dolenti note.'

Qual perdita di tempo prezioso! Fra quel-l'ammasso ingente di modelli accatastati,come rintracciare quello che bisogna?

Nò — uò; quello uou è ambiente pos-sibile per un' officina meccanica di quel

geuere.Sò che i signori Trou e Cecchi ilVall -

zarouo tempo iudietro una istanza alMunicipio pisauo, per ottenere la conces-sioue (che ottennero) di un pezzo di ter-

ra su cui costruire un vero e • proprio

stabiliineute, ma che per certe ragioni,che unietteiò, uou poterouo accettare.

Questi due distiuti meccanici si amia-rono di forte rasseguazioue, ma mo! sipersero di ceraggio e continuarono a la-

vorare con lo stesso amore.Ora, nuovamente hanno avanzato

tra domanda al Consiglio eoinunale, allo

stesso oggetto a cui era diretta la prima,

e giova sperare che questa volta sarauuopiù fortunati. .

Dal canto mio faccio voti perehè ilConsiglio comunale colla sua sperimen-

tata saggezza, voglia prendere in seria

considerezioue le giuste domande dei si-gnori Tron e Cecchi, e soie sicuro checosì facendo riscuoterà il plauso generale.

Dicesi iu Pisa che una macchina a va-pore in città disturberebbe i vicini colfumo e col rumore; ma queste sono veresciocchezze, inquantochè io ho abitato permolti anni in via San Giovauniuo, ovedi contro vi era la fabbrica Padreddii

colla sua macchina a vapore; ebbene! con-fesso che uè a me uè agli altri abitantinella via recava il minimo incomodo.

Cosa si dovrebbe dire di Manchester?Chiudo questa mia chiacchiereta con una

parola di lode e d'incoraggiamento a que-sti bravi meccanici, e colla preghiera alComune di Pisa di favorire la domanda

da essi avanzata.)6i.LFA.

COSE AGRICOLE—

L' eceitainento allo sviluppo dei progressi

nella iuduetria agricula, si fa tutto dìognora più palese, più evidente — ed èbene che quel restio che conlicevatorpore ed all'abbandono di una riccheszavitale, abbia risveglio e si Rissa dire, co-

me disse Galileo: eppur si muove — Ddve-

va esser Pisa prima, ma per non esseretra noi s:icond t, fu Firenze che afferrò lacircostanza delle feste Michelangiolesche,per fare una mostra di prodotti agrari,di bestiami e di tenute e poderi. Ottimaidea davvero di portare il pensiero sullacura dei campi. È' in questi appunto chepossiamo formarci un retto giudizio deilavori già eseguiti e da eseguirsi, meglioche da minute collezioni di prodotti ru-rali — È là nei campi, che a contattodei circostanti terreni e dei loro lavora-tori coloni, può infondersi quella mag-giore spinta a conseguire larghe miglioriedi cui sono capaci le culture delle nostrepro vincie.

Nel giorno 30 del perduto settembre,destinato alla inspezioue del giuri delconcorso agrario regionale di Firenze, lie-tissimo che il sig. Paolo Giorgio Rodo-canacchi me ne offrisse l'occasione, fui lànella di lui ubertosa fattoria La Catena,sita nei pressi di San Miniato ed a brevedistanza dalla stazione di San Romano,di seguito alla commissione composta dellechiarissime persone dei signori cavalieriprof. Caruso, prof. Balestreri e prof. Ta-

ruffi. Rimasi sodisfatto nel veder consta-tare un'azienda rurale iu parte compiuta iuparte da compiere sulla via di un accer-tata utilità. Nulla mancava alla vera epropria azienda rurale nei rigorosi limitidel tornaconto, senza nemmeno vedere unsolco solo che non mirasse ad uno scopo,

non rispondesse ad un fine; nè un solcosolo che fosse speso inutilmente od afar mostra d'itnproduttive apparenze. Ècosì che il contadino si anima, e le agen-

zdìie.ed rurali si fanno più vive e più splen-

Fu davvero una piacevole escursione,e ne abbiano lode i fratelli ingeguer Gae-tano Nuti, e Nato Nuti, che con severaeconomia e solerte cura l' inviarono aquella meta che gli fa aspirare al premiod'onore. Ma questa lode non può soffer-marsi alla vista dei campi, più là e inmaggior copia la merita l'ingegnere Nuti,cui può davvero apprezzarsi per valentearchitetto, al solo contemplare la buonaestetica delle fabbriche civili che contor-nano con la villa il parco presso la sededella casa di fattoria. Villa arricchita diuna scala per forma e per concetto piut-tosto unica che rara; una cappella sepol-cra.le di foggia e inspirazione monumen-tale, e scuderie e alvea.rio e tepidario, eparco cc., formano un vero luogo di de-lizia, a dispetto della non troppo feliceubicazione, e fanno un bel contrasto perla fastosità, al dirimpetto della severaeconomia osservata nei campi.

Alla refezioue assai confortabile e pia-cente per il concorso di pregiabilissimepersone, fra le quali l'egregio cav. prof.Lorenzo Calosi, avv. Giuseppe Nuti, con-cousigliere provinciale, avv. Saverio belligiudice conciliatore del comune di Pisa,il uotaro Cesare Malluini ed il giovaneetudeute Pilade Casini, propinarono primal'ing. Nati alla cortesia di vero gentiluo-mo del sig. Rodocauacchi, ed al saperedei chiarissimi Caruso, Balestreri e Ta-rulli della commissione. Quest'ultimosua velta pronauziò bene intese parolealla memoria del benemerito marcheseCosim» al quale dipei il prof.

S'arassi collegò deguaineute il !lume ono-

rando del suo preilecoesore cav. commend.prer. Cuppari, accoglie.ido iusieme i voti

ai-eaosti dal cav. Taruni Xietituire un'or-ganamento per escursioni dirette a fumi-letrizz tre la ecienze con l'arte.

Pisa, 5 ottobre 1875

Lelio Barboni.

RASSEGNA MUSiGALE

Nel 1868 venne rappresentato per laprima volta al teatro della Scala di Mi-

lano il Mefistofele opera di Arrigo Boito.Fu un avvenimento.

Se ne parlò in tutta Italia così primacome dopo la rappresentazione. L' aspet-tativa era immensa, e nonostante l' operafece fiasco, ma uno di quei fiaschi cosìonorevoli da affermare una volta di pià

l'ingegno del Boito.La platea era ridotta un vero campo

di battaglia nelle tre sole sere in cui l'ope-ri venne data; chi fischiava e chi applau-diva, chi accanitamente difendeva e chipiù accanitamente ancora avversava quel-l'opera. In tutti rimase il dubbio se quelgiudizio era stato dato davvero con giu-dizio, e molti. aspettavano il Mefistofeleall'appello.

Appello c'è stato e la sentenza è riu-scita favorevole all' imputato. Noi, amicidel Boit° e ammiratori sinceri dell' inge-gno di lui, ne siamo : contentissimi.

Per ora sono poche le notizie .che ah-

bianio letto intorno alla prima rappresen-tazione del Mefistofele al teatro Coinunaledi Bologna e per oggi ci limitiamo a ri-portare qualche brano di una corrispon-denza bolognese della Gazzetta d'Italia:

« Dopo due anni che era rimasto chiu-so, per migliorarsi nelle suppellettili emeccanismi di retro-scena, nonchè peraccrescere le comodità del pnbblico, il no-stro massimo teatro, auspice ccl impresa-ria la benemerita Società del Duttour Ba-lanzon, si è riaperto ieri sera al grandiosolavoro del valente maestro Arrigo Boito,l'opera-ballo Mefistofele (in quattro atti,prologo ed epilogo), che :sette anni orsono seateilò il pnbblico milanese permodo da fare scendere la platea dellaScala in fatto di dimostrazione tuinultua-riamente ostili e partigiane, allo stessolivello delle più infime sue consorelle. Que-sta circostanza, che poneva il pubblicobolognese in una condizione di giudiziodelicatissima facile a capirsi, congiuntaall'esistenza di un pugnn di persone av-versarie a priori et quand méme del Boito,il qual gruppo si accrebbe per gente al-l'ultimo momento venuta di fuori praviintendimenti, conferì alla riapertura delComunale ed alla ripresentazione del Me-fistofele un'importanza non priva di tre-pidazioni, quali legittimamente derivavanodalle criticissime congiunture nelle qualila prima si faceva e !a seconda si tentava.

« Ma il nostro pubblico non venne me-no alla fama di gentilezza, di circospe-zione e di dottrina musicale che merita-mente gode, accogliendo il lavoro deiBoit(' coi riguardi dovuti ad un alto edeletto ingeguo qual è il suo, corroboratoda forti e perseveranti studii, cresciutoin potenza per pertinace volere.

« La sala del Bibbiena, sti pata comenePe grandi serate del Wagner e del Go-batti, eouteneva ciò che Bologna e lecittà vicine contano di più intelligente inarte; nè, eireostauza importante, vi men-cavano i critici più competenti che vantiMilano, teatro e ferse causa dell'insucces-so del 1868. Al °lite che per una me-schina questidne di tasse l' animo dellamaggioranza dei palchisti, chiamati perciòin giudizio dal municipio, non dovesseessere fa,voreodle iu genere allo spettacolopure l'esito lel medesimi) fu quale io viesposi coI .telegrainnia di questa notte.che lui piace ripetere.

« Gran successo SCLIZA fanatismo; veti-tana chiamate al B nto; esecuzione per-fetta. Bissati il quartetto del se,n)udo attoe la Barcarola del quarto ».

• Tutto insieme compositore e pubblicodevono essere soddisfatti l' uno dell'altro,e con entrambi io lui congratulo.

« Abbenchè per somma cortesia dell'o-norevole direzione degli spettacoli e dellaimpresa, io abbia potuto assistere a quasitntte le prove dello spartito, non è sn-biio dopo la prima completa e non in-terrotta audizione che credo poter esseretanto sicuro delle delle mie impressionida arrischiarmi di comunicarle a chi milegge, molto più che la predominante èquesta che una volta la musica, come siascoltava, vi rapiva ed oggi, come si scri-ve, vi fa pensare. Sicchè pensaodoci so-pra tuttavia e provando il bisogno di ri-sentire più. volte questa del Boito, riservi)il mio giudizio tra pochi giorni, nei quali,dichiaro da uomo onesto, mi asterrò scru-polosamente di leggere ciò che altri prima dime ne avran detto ».

Dopo aver lodato gli artisti signorinaBorghi-Maino e signori Campanini e Nan-netti; dopo aver detto bene dell'orchestradiretta dal cav. Uailio, Criticato la messaiu scena e detto male slella parte coreo-grafica, il corriapondente ripiglia:

tx Una parola del libretto, che è dello

alliNO7vratl~sw

Page 3: NN bt ttbr 8 N. 80 i 1 EO - Ineraopac.pisa.inera.it/opacpisa/opac/pisa/96/IL RISORGIMENTO/Il... · dll NN bt ttbr 8 N. 80 IEIOE ia Caseeo. 2. r I maosuii e siiao aa ieioe o si cosioiscoo,

stesso maestro. Vi sono, più o meno, le

stesse situazioni dà Fausto di Gounod;

ma il poeta (chè tale è veramente ArrigoBoito) ha voluto completare la favola,

servendosi del secondo Faust di Goethe,

-che è la continuazioue ed il complementonecessario del primo. i Senza qnesta con-

•tinuazione egli dice, il dramma rimanemonco nel suo sviluppo e nel suo scopo.Una scommessa fra Dio e il Demonio, ecco

- il punto di partenza del poema goetiauo;se l'azione si arresta alla morte di Mar-gherita, la scommessa non ha luogo, nè

il dramma scioglimen .-.o di sorta. Perchè

la lotta del dualismo si compia, conviene

seguirla fino alla morte di Faust, che è

l•anima della scommessa.« Alla voluttuosa Margherita, succede

poi, nella seconda parte del dramma, lagreca Elena, pereonificazioue del bello ar-tistico. Elena e Faust rappresentano, se-condo il concetto dello scrittore l'arteclassica e l' arte romantica congiunte inun glorioso connubio; la bellezza greca

e la bellezza alemanua sfolgoranti sotto

una stessa aureola, beatificate in un pal-pito istes3o, generatiti una poesia ideale,

ecclettica, nuova e possente.« Il Boit° ha inoltre tentati) in questa

parte dà suo dramma anche l' imitazionedi taluni versi greci, per aggiungere alla

scena colore di poetica verità; e ciò è benenotare, come osserva l'autore stesso, percoloro che scandendo codesti versi con lesolite norme, li credessero errati.

« Abbenchè in alcune parti astruso. il

libretto del Illefistofele contiene della poe-

sia di polso e di pregio, che gli farà pren-dere posto accanto a quelli del Romani,tra i pochissimi degni di far parte della

buona letteratura teatrale.

« L'astruseria delle parole si riflettenella musica, e questo è il motivo perme principale (insieme ad un altro cheoggi non voglio dichiarare) per cui lospartito non potè fare fanatismo ieri sera

e forse, pur rimanendo pregevolissimo,

non lo desterà moi.« E l ora, terminando voglio purgare

il Boito delle ceusure che non gli sonostate risparmiate per essersi ostinato avoler riteutare davanti a diverso pubblicola prova del Mefistofele, dichiarando che

un uomo il quale a 32 anni non rifiuta un

suo lavoro fatto a 25, ed a migliorare ilquale ha speso 7 anni, quest'uomo, perla costanza del pensiero e la pertinaciadel volere, è poeta ed artista in tuttal'estensione della parola. Il culto dell'arteconie quello della, donna amata ognunolo prova a modo suo; e meglio d'ogni al-tro l'intende chi nel inedesiino persiste,senza modificarne l'espressione o lasciarla_affievolire per tempo, lontananza, osta-

coli. »

2Pisa.Dalla Provincia di Pisa riportiamo il

sunto dell' Adunanza straordinaria dellaDeputazione Provinciale di Pisa , avve-nuta il dì 2 ottobre.

Erano presenti il cav. Vieni fL. dipresidente in assenza del Prefetto, il cav.Ranieri Sintouelli , il cav. Paolo Folinil' avv. Domenico Boschetti e il dott. Gae-tano Frizzi.

Il deputato cav. Sitnonelli, in continua-zione delle informazioni da esso date, inunione al collega cav. Toscanelli, alla De-putazione nella straordinaria adunanza deldì 29 settembre p. s. sulle trattative te-nute colla Direzione della Banca del Po-polo, e con quella della Banca Nazionale . 'toscana per la definitiva sistemazione dellevertenze pendenti fra le Direzioni suddette

e la nostra Amministrazione per la Rice-vitoria della Provincia, annunzia ai sigg.adunati come le vertenze stesse siano ri-maste definitivamente composte nel modoe termini già annunziati nella precedenteseduta, e quiudi invita la Deputazione avolere approvare la convenzione relativadella quale dà lettura.

I signori adunati, lieti di sentire comele pratiche saggiamente condotte nell'in-teresse della Provincia dagli onorevoli col-leghi incaricati cav. Simonelli , cav. To-scaneili , avv. Della Chiostra , avv. Bo-schetti, ai quali si è pure aggiunto l'ono-revole presidente del Consiglio cav. avv.Ba.rsauti, abbiano conseguìto il desideratointento , con voti unanimi deliberandoapprovano la Conveezioue seguente:

1." La Banca Naziouale toscana resti-tuisce alla Prtivincia di Pisa i pagherò dicoincido emessi dal Prefetto presidentedella Deputazione provinciale di Pisa sca-duti e saldati fino del 5 aprite decorsoe libera da ogui vincolo il deposito fattodalla Provincia stessa alla Banca _Nazio-nale tuecana dei titoli coinuualt per lasomma uounuale di uu milioue di lire, ecunseute la immediata restituzione deidetti titoli;

2.° La Banca. Nazionale toscana ricono-sce come ad essa spettanti tutti gli onerie diritti che la llanca del Popolo avevaverso la Provincia di Pisa iu ordine alcontratto di accullo della Ricevitoria pro-vinciale di Pisa de' 5 decembre 1872regato Pieri, ed a tutti gli atti anunini-

strativi compiuti in forza del contrattostesso, eccettuati gli articoli 15 , 16, 17,18 e 20 della Convenzione 20 novem-bre 1872, inserita nel citato contratto ches' intendono radiati, ed eccettuato purel' art. 6 del contratto 31 dicembre 1874fra la Ba,uca del Popolo e quella Nazio-nale toscana relativo alla responsabilitàdegli esercizi anteriori al 1875 , nonconsentito dalla Deputazione provinciale,e che deve esso pure ritenersi come ra-diato a tutti gli effetti di ragione;

3•0 La Deputazione provinciale di Pisaricenoscit la Banca Nazionale toscana co-me subentrata nella Ricevitoria della Pro-vincia, e consente che il R. Miuistero dellefinanze dia luogo a tutti gli atti relativial passaggio ed al riconoscimento dellaBanca Nazionale toscana in detta suaqualità;

Dichiara infine la Deputazione provin-ciale che appena per parte della BancaNazionale toscana sia data piena ed esattaesecuzione agli articoli 1 e 2 della pre-sente Convenzione che esclusivamente lariguardano , sarà per parte di essa De-putazione data immediata esecuzione al-l'art. 3 della Convenzione stessa ad essa-relativa ;

Ordina infine che copia conforme dellapresente deliberazione sia trasmessa al R.Ministero delle finanze.

Firmati all'originale

Per il Prefetto presidenteR. VIANI

11 Membro anzianoR. SIMONELLI.

11 primo SegretarioG. BERTOLLA.

* *

In questi giorni si è riaperro il caffègià Burchi, diretto ora da Zaccaria

Il caffè tutto rinnovato, ripulito e ador-nato sarebbe degno di qualunque grandecittà, senza parlare del servizio che èbuonissimo.Per la sua situazione poi è stato sempre

e sarà anche per l'avvenire frequentatodai forestieri che abitano Pisa l' inverno,i quali, bevendo il caffè, possono leggeregiornali italiani e stranieri e godere del

nostro sole caldo, simpatico per quantoi nvernale.

Per i pisaui non c'è bisogno di racco-mandazioni e qu Ili che frequentavanocaffè già Burchi continueranno a frequen-tarlo sempre.

*Per circostanze impreviste noti avrà

più luogo domenica sera, al R. Teatrodei Ravvivati la prima rappresentazionedella compagnia diretta dalla signoraGiaciuta Pezzana-Gualtieri.

La compagnia verrà in Pisa in unodei giorni della prossima settimana.

* *L'altra sera vennero arrestati quattro

ragazzetti di quelli che chiedono Primo-:Una maiali° il prossimo il quale, sedendosulle panche dei caffè, si annoia bastan-temente da sè

*11 6 ebbe luogo nel paese di Orciano

la consueta annuale Fiera. Vi fu moltoconcorso e non accadde nessun inconve-niente. Anche la fiera di Vicopisauo cheebbe luogo il 4, riuscì bene.

***La mattina del primo certa Argia B.

di 9 anni era lasciata sola in casa daisuoi genitori. Arrampicatosi al focolarefece cadere un bricco pieno di acqua bol-lente la quale, cadutale addosso, le pro-dusse così gravi ustioni che dopo pococessava di vivere.

** siIn Vicopisauo due individui giuocavauo

alle carte. Presisi a parole uno dette al-l'altro una coltellata pioducendogli unagrave ferita.

* *Nella notte del 5, in Piombino, certo

Antonio R. garzone macellaro di 23 annirapiva certa Carolina*** di 19 anni mae-stra superiore. Le persone presso cui ellastava in casa reclamarono all'autorità per-chè attivasse delle ricerche. Trovati inFollonica i due giovani vennero trattenutinella caserma dei RR. carabinieri; doman-dato alla ragazza se voleva tornare a casae avutane risposta affermativa, venne ac-compagnata a Piombino. 11 giavane R.fu rilasciato in libertà perchè contro dilui non si può procedere che dietro que-rela di parte.

* *Il 6 corrente arrivava in Rosignano

Marittimo monsignor Mezzetti vescovo diLivorno per dare un corso di predicazionie per tener cresima ai fanciulli di quel

, popolo.

*Venne arrestato in Pontedera certo Ia-

copo S. per aver .scagliato due mattonicontro certo Domenico B. producendoglidue ferite all' occhio destro. Il S. fecequesta prodezza perchè l'anno avanti ilB. lo aveva discacciato da un suo pos-sesso dove egli stava rubando dell'uva.

***Due donne, una di 60 anui e una di

25 si presero a parole e per i ca-pelli nel popolo di Putiguano. La secondapreso un bastone, ammenò due bastonatealla prima, cagionandole due ferite leg-giere.

4,*guardie municipali al servizio del Co-

mune di Pisit li anno ll prim i a; 30 settem-bre perduto 111;38.3 prestato il seguente servizio:

Coutravvenzioni ai re.gelamenti di poliziamunicip Lie, imiti. 54; ideai sulle vettuni, pub-bliche 17; al capitolato 1 : l'apaalta per la tiet-tezza "e"annafdatura della: citta e suW)orghi, 9.Ammonizioni 4.

Dalle guardie suddette ferono op n.iati n. 4arresti per il giuoco di ..palla; requisirono135 palle e diversi bra,ocialetti a I una quan-tità d' indivilui che giuocavano nelle vie

della città, e che alla vista delle guardie sidavano alla fega.

Hanno fatto disper lere chilogrammi 125di fentte riconosciute insalubri. Furono poi110 al letti requisiti num. 24 cani parchetrovati vaganti, e n. 6 a ,leanicilio perchè mor-sicati da. cani sospetti iii ofob : farono re-stituiti nuin. 8. n e si 9, conssguati alla scuo-la zo,jatrica, I.

Dall'Ispeziono di polizia initniei pale furo•no conciliate a forma di logge ti.0 51 con-t•avvenzioni, 8 giustificate, o 12 passate ina v v ertenza.

COMUNICAZIONI DEL PUBBLICOGentilissimo sig. Direttore del giornale

il Risorgimento.

Nel numero d'ieri del suo reputato gior-nale leggo un'inserzione a pagamento chemi riguarda, e le sarò gratissimo se nelprossimo numero si compiacerà dar postoalla seguente dichiarazione.

Mentre stò attendendo schiarimenti dalsignor Presidente della Società filarmonicadel Piano di Pisa che ha sede in San-t'Anna, sul contenuto della suddetta in-serzione a pagamento, a scanso di equi-voci devo dichiarare: che fino dal marzoscorso rimessi al sullodato sig. Presidentela mia dimissione da deputato della Ban-da, perchè desideravo mantenermi estra-neo alle gare suscitate nel Piano di Pisapel motivo delle Bande musicali, e daquel tempo ad oggi non ho più avutaalcuna ingerenza negli affari della ram-mentata Società.

Tanto per la verità e ringraziandolaanticipatamente ho il piacere di segnarmi

Suo devotissimoMATTEO REMAGGI.

-m&

ATTI E DOCUMENTI UFFICIALI

— La Gazzetta Ufficiale dell'Il settembrecontiene:

1. Rgio decreto 29 iiiglio ella a pp rova

lo statuto della Cassa di risparmio di Carpi.2 Regio decreto 29 luglio che approva

l'aumento di capitale della Società anouimaper fornaci di Reggio &lilla.

I 3. Regio decreto 29 luglio che approva,l'aumento di capitale deila Banca mutua po-polare di Lanciate>.

4. Disposizioni sulla proposta del ministrodi pubblica istruzione, fra le quali notiamole seguenti, con decreti 25 luglio, 4, 10 e 15agosto:

Ponsiglioni av v. Antonio, professore straor-dinario di economia politica nella regia Uni-versità di Stana, è nominato professore or-dinario ivi;

Flecchia prof cav. Giovanni, approvata.la nomina a socio nazionale della classe di.scienze morali, storione e filologiche nell'Ac-cademia dei Lincei in Roma;

Luzzatti prof. comm. Luigi il. id. id.Fabretti prof. cav. Ariodante, id. id. id.Volpicelli cav. Scipione, id. a socio ordi-

nario residente dell'Accadenti& di archeolo-gia, letteratura e belle arti della Società.reale di Napoli;

Ruggero cav. Michele, id. id. id. i l..Morcuri comm. Paolo, è nominato presi-

dente della regia Calcografia in Roma;Mareucci cavalier Giuseppe, LI. diretto-

re id. id. ivi.5. Disposizioni nel personale6. Elenco dei candidati che sono stati di-

chiarati i onei agrimpieghi di vice-segreta-rio nell'Amministrazione del lotto in seguitoagli esami di concorso che ebbero luogo usigiorno 17 maggio 1875 e successivi.

La stessa. gazzetta pubblica inoltre il pro-spetto delle vett lite dei beni irninobiii per-venuti al Demanio dall'Asse ecclesiast;co, dalquale risulta che dal 26 ottobre 1867 a tuttoil mese di agosto 1875 st veu lettero lottin. 111,921, della superficie di ettari 59,3,091,

• . .

Page 4: NN bt ttbr 8 N. 80 i 1 EO - Ineraopac.pisa.inera.it/opacpisa/opac/pisa/96/IL RISORGIMENTO/Il... · dll NN bt ttbr 8 N. 80 IEIOE ia Caseeo. 2. r I maosuii e siiao aa ieioe o si cosioiscoo,

ara 29 e centiare 91. Il premo d'asta fulire 335,964,625 88, e quello di- aggindica-zione ascese a larc e a96 tnilicati, 112,442 32.

— Qnells. del 13 aettembre contiene.1. Deceraziotr: nell' Ordine della C.nola

d'Italia.2. -Regio decreto 29 agosto, preceduto da

relaaione a S. M., <the ordina nnama prelevazione sul - fondo delle spese itnpre-vieto pel compimento del :bacino di carenag-gio del porto di Messina.

3. «ag •o decreto 29 agosto, preceduto darelazione a S. M., che appreva un+. quatter-

adieeeiraa ,prelevazione sui :Tubato delle speseimpreviste per •ricostruzione del ponte sulSerio a Sedute (Ben-zaino).

ai. 'Regie deeveto 2 taglio che appreaaala•riduzione del calatile della -Secietà del « La-nificio Rosai ,» in Milano.

6. iRegio deeveto 18 agosto che approva

, delle modificaziani nello statuto della Bancadi Credito italiano, sedente iu Firenze.

— .La lDirezioue geaerale doi telegrafi av-visa che il 10 corrente in Lattano, provin-cia di Lene% ò -etato aperto un nfficio tele-grafie° gevernativo al servizio del governo

•e dei privati con orario limitato di giorno.— La Direzione generale delle Poste pub-

blica -il seguente avviso:L'orario della corsi settimana2e fra Gencata

e Palermo, eseguita dalla Sociata Fiori° .ecomp., è modificate :nell'andata come apprease:

Partenza. attt Genova marted1,9 sera.Arrivo a .Livot no mercoledì 530 mattina..Parteaza. da Livorno mercoledì 7 30 sera.

Arrivo a Givita,veechia giovedì 8 30 mat-

tina.Partenaa da Civitavecchia giovedì 10 30

mattina.Arrivo at. Palermo venerdì 1 30 aera.

Si è pubblicato il N. IO del GiornaCe

dei Lavori Pubblici e delle Strade Ferrate,(Anno Il, 6 ottobre 1275), che contiene:

$SOMMARIO. — Ginbileo della primaferrovia in Inghilterra. — Sulla valu-tazione delle spese di esercizio di nuaprogettata ferrovia, per l'in* L. Buzzi.— Lo scoscendimento della ferrovia diZurigo. — Una Petizione a S. E. ilMinistro dei lavori pubblici. — L'inau-crurazione del tronco ferroviario Con-etursi Rompano. — Il tunuel del Got-tardo e la riunione dei naturalisti adAnderrnatt. — Appalti. — Notizie fer-roviarie. — Nostre informazioni. —Bollettino Bibliografico. — Annunzi.

Si rende conto o in -appo-sita Rassegna, Lette-raria o nella rubrica Li-b•i e Giornali di tuttequelle pubblicazioni delle qualiuna copia venga inviata allaDirezione del RISORGIMENTO.

Ranieri e Ansano fratelli Fiaschi pos-sidenti e negozianti donaiciliati nel sub-borgo di San Marco — Barriera Fioren-tina — ritengono nel loro giardino uugran deposito di animali volatili, e vola-tici acquatici; come Fagiani dorati e ar-gentati della China e comuni, Galline delfaraone e Pernici ed altre forestiere; Pa-voni, Anitre, ec. Dato poi che qualcuno,oltre della specie indicata, amasse fareacquisto di volatili forestieri, come Pap-pagalli, Anitre della Carolina ec., essi nericevono commissione, e possono farselipervenire come incaricati dal proprietariodel giardino d'acclinaatazione esistentenelle Cascine di Firenze.

Per comodità le commissioni possonoancora riceversi nella bottega di rivenditadi pane e paste posta nella piazza dellevettovaglie.

Pisa, li 1 ottobre 1875.

AVVISO

01~111112•11■•■■

della premiata fabbrica di Gaetano Guelfidi Navacchio presso Pisa.

con Privativa Industriale.

I suddetti biscotti di varie speciere tuttedi squisito sapore, sono composti di so-stanze eminentemente nutritive, riesconoutili ai viaggiatori, ed assai graditi nellerefezioni col the, come pure nei pranzi enei rinfreschi delle feste da ballo.

I più distinti medici li raccotnandanoalle persone di avanzata età, a quelle ma-laticcie, convalescenti, alle puerpere e prin-cipaltneute ai fanciulli i quali trovano inessi un nutrimento il più confacente allaloro costituzione.

Detti biscotti .vendonsi, presso tutti ipasticcieri, e confetturieri delle eittà delRegno.

a-nDiEusTAL.di

dì:2232tOirda, fiSZoRogh. o patakagZaDEGLI ANIMALI

Anno Quinto.questo Giornale, compilato dai professori

nella seuala Zoojatriea della II. Università di PisaLomburttini, Rivolta, Rancidi, SIkestrini, Vachettaee., si pubblica a fascicoli bimestrali di pag. 64

in-8.° gr., e costa lire 8 I anno per l'Italia; perl'Estero 10,.51— Un faSciedio separato (quando

,tlisponihtle) dire 2.

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infiammazione degli intestini, e della vessica; crampi e spasimi di stoitmeo, iusonnie, flussionidi petto, sensazioni anormali di caldo e freddo, tosse, oppressioni, asma, bronchiti, etisia(consunzione) (tasti-ai, eruzioni cutanee, accessi, utcerazioni, melanconia, nervosità, estenua-mento deperimento. reumatismi, gotta, febbri, grippe, raffred-lori, catarro, riscaldamento,isterismo, nevralgia, epilessia, paralisia, grincomodi ilena vecchiaia, anemia, s orbito, cAorosi rvizi e povertà del sangue, debolezza, sudori diurni e notturni, idropisia, diabete, gravella,.ritenzione d'orina e disordini della gola, del fiato e della voce; le malattie generali dei-fanciulli e deae donne. le soppressioni e la mancanza ai freschezza e d' energia nei vosa._Egualteente prefcribile al latte, alle cattive nutrici per l' allevatnento dei bambini, essaè per eccellenza, l'unica alimentazione che garantisce contro tutti i pericoli dell'infanzia. —Essa infine economizza 50 volto il suo prezzo in medicine.

Estratto di 80,000 certificati di guarigioni ribelli ad ogni altro trattamentoCura num, 80,416.

li sig. D. F. W. Beneke professore di medi-cina all' Università di Marhurgo fa il rapportoseguente alla clinica di Berlino 8 aprile 4872.

• Non dimenticherò giammai che io sonodebitore della vita d'uno dei miei figli alla Re-valenla da Barry.

• LI fanciullo all'età di quattro anni soffrivasenza causa apparente, d'una atrofia eompleta,con vomiti continui, che resistevano alla dieta.più rigorosa, a due nutrici ed a tutti i tratta-menti dell'arte medica. La Revalenta ha imme-diatamente arrestati i vomiti, e completamenteristabilita la sua salute in sei settimane ditempo. Tutti gli esperimenti che feci dipoi conla Revalenta ebbero lo stesso successo. Essa nu-trisce più che la carne.

Cura nutri, 79,834.

Il sig. ti. d'Esclavelles di Dieppe constata la.cura d'una giovane persona ch'aveva In stomacopressochè intieramente distrutto, e che da dueanni circa soffriva di dispepsia e bronchite cronica,con insonnie, dimii,gramento e tutte le miseriedi un generale marasmo. Sonno, salute, forza e-grassezza sono ritornati a!to stato normale.

Cura num. 79,428

Avalloa, Yonne, 14 febbraio 1874.Debbo alla verità, e a profitto dei poveri

ammalati sofferenti di gastriti e gastralgie di-chiarare che l'uso fatto della Revalenta durantedue mesi mi ha procacciato tale benessereche mai mi era stato possibile conseguire contutti i trattamenti ordinatimi dai medici nelcorso di otto anni.

Vi autorizzo a pubblicare questa dichiara-zione.

2 kil. fr, 4, 50: 4 kil. fr. 8: 2 1/, kil. fr.; 47, 50:

Per i viaggiatori o persone che non hanno il comodo di cuocerla abbiamo conte-! zionati i Biscotti di Revalenta.

In scatole di 1 libbra inglese L. 4, 50 — Scatole di 2 libbre inglesi L. 8.

afaiteea4~~

LA REVALENTA AL CiOCCOLATTEPoggio Umbria) 29 maggio 1869.

Dopo 20 anni di ostinato ronzio di orecchie edi cronico reumatismo da farmi stare in lettotutto l'inverno ; finalnienle mi liberai da questimartori, mercé la vostra meravigliosa Revalentaal Ciocoialte. Francesco Braconi, Sindaco.

Cura num. 67,324.Sassari (Sardegna) 5 giugno 1869.

Da lungo tempo oppresso da malattia ner-

F'rezzi: In POLVERE: scatole per 12 tazze fr. 2,50; per 24, fr. 4, 50; per 48, fr. 8;

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Ogni scatola contiene nostro stampato colle istruzioni sul modo di preparare e fareuso della lievalenta Da Barry, e le regole generali dietetiche per gli

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Pisa, Tip. Nistri 1875.

La

Cura num. 78,422.Serravalle Scrivia (Piemonte) 19 sett. 4872,

La sua meravigliosa farina Revalenta Ara-bica ha tenuto in vita mia moglie, che ne usamoderatamente già da tre anni. Si abbia i mieipiù sentiti ringraziamenti.

Fra Pietro Canevari, Istituto Grillo,Serra v alle Scrivia.

Cura num. 51Berlino, 6 dicembre 1806.

Sigkere - Da lungo tempo ho avuto occa-sione d osservare la salutifera influenza dellarevalenta Arabica du Barry sopra i ma-lati, i di cui risultati curativi e riparatori inva-riabilmente ottenuti hanno giustificato ta miabuona opinione della sua efficacia, e non esitereia confermare quanto sopra In ogni oecashine cheBi presentasse.

Ho l'onore di presentarvi i miei distinti saluti.

Angestein doti. mele°, membrodel Consigio sanitario reale.

ETISIA

CuraGerlijic.gto del dottore Manzi& Saenz de De-

jada, dottore della Fa.:ollit medico chirurgica,membro della Untoci -sa:l di Cordova, Spagna ecc.

Certifico che ho ottenuto mercé la Revalentaparecchie guarigioni in affezioni della massimagravità sopra alcuni miei clienti dimoranti inquesta cdtà; cito q iella D di Felipe Zaftìno ammi-nistratore della dogana di Manilla, (odilo dellasignora Amelia Gomez, moglie d'un capo militare,perfettamente ristabilitasi, quella del signor tta-

mon Olonzo, giovane di 20 anni che da parecchimesi soffriva di un grave attacco al petto.

Cordova, 12 ottobre 1873.Dott. Manuel Saenz de Dejada.

La scalo a del peso di 1,/,, di kil. fr. 2 50: 41b' kil fr. 36: 12 kil fr. ha.

Mandai,.

vosa, cattiva digestione, debolezza e vertigini,trovaigranvantaggio con l'uso di otto giorni del-la deliziosa e salutifera farina la Revalentadrabica.Non trovando quindi altro rimedio più efficace diquesto ai nnei malori la prego spedirmene ecc.

presso l'avv. Stefano Usoi, Sindaco di Sassari.

Notaio PIETRO PORCHEDOU

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