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SFIDE Ilpensare aperto Il settore delle rinnovabili applicato alla propria azienda: quando realmente conviene? Lo spiega uno studio dell’università Bocconi Da 18 anni Unindustria e Marposs destinano una borsa di studio a favore di un giovane laureato proveniente dai paesi dell’Est europeo, in onore del fondatore dell’azienda. Quest’anno è toccata a Danica Hanz: ecco come utilizzerà i fondi BORSA DI STUDIO «MARIO POSSATI» Quando il talento merita un premio Vicepresidente nazionale della Piccola industria di Confindustria, Massimo Cavazza ha portato a Roma l’esperienza e la professionalità delle tante aziende del Bolognese leader in settori di nicchia. «Dobbiamo lavorare per le aggregazioni e le reti d’impresa, la nostra esperienza fa crescere know how e competitività» I l 2010 da poco iniziato si presenta sotto il segno dell’incertezza. Registriamo infatti alcuni debolissimi segnali di ripresa, ma non riguardano tutti i settori; e non siamo in grado di dire se siano destinati a consolidarsi ed a consentirci di uscire dalla crisi senza precedenti che ha investito la nostra economia. Le imprese sono impegnate da mesi in un faticoso sforzo che le ha viste resistere, ma la contraddittorietà delle indicazioni che ricevono dal mercato non le mette ancora al riparo da possibili incognite. In ogni caso, nel quadro di incertezza generale una cosa è sicura: le trasformazioni richiedono reazioni e risposte innovative. Non è un caso che l’innovazione sia il comune denominatore delle linee guida che il Presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, ha fornito agli imprenditori bolognesi nella lettera aperta di inizio anno di cui si parla in questo numero di Next. Innovazione tecnologica, organizzativa e nelle relazioni tra imprese; ma anche un nuovo modo di pensare, giovane e aperto all’inedito. Con queste frecce al loro arco le imprese sapranno più efficacemente affrontare i cambiamenti prodotti da una crisi strutturale che ci lascerà in eredità un contesto molto diverso. Nel corso dei decenni le imprese bolognesi hanno sempre saputo cogliere le discontinuità come una occasione di crescita. E’ con questo atteggiamento di apertura al cambiamento che sono arrivate prima di altre su mercati inesplorati o che hanno cavalcato l’innovazione tecnologica, dandosi degli asset che le hanno rese competitive a livello internazionale. Oggi le nostre imprese sono chiamate a fare la stessa scelta, dettata dalle grandi trasformazioni strutturali e dal nuovo scenario economico mondiale. E’ questa la grande sfida del 2010. *Direttore generale di Unindustria Bologna di CESARE BERNINI* A PAGINA 7 CAVAZZASPIEGALASTRATEGIADELLEPMI Tanti piccoli capolavori A PAGINA 7 ENERGIA La scossa verde A PAGINA 5 Anno 3 - Numero 1 Gennaio 2010

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Il Resto del Carlino Next, mensile dedicato all'innovazione e all'impresa nella provincia di Bologna

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SFIDE

Il pensareaperto

Il settore delle rinnovabiliapplicato alla propriaazienda: quandorealmente conviene? Lospiega uno studiodell’università Bocconi

Da 18 anni Unindustriae Marposs destinanouna borsa di studio afavore di un giovanelaureato provenientedai paesi dell’Est

europeo, in onore delfondatore dell’azienda.Quest’anno è toccata aDanica Hanz: eccocome utilizzerà i fondi

BORSA DI STUDIO «MARIO POSSATI»

Quando il talentomerita un premio

Vicepresidente nazionale dellaPiccola industria di Confindustria,

Massimo Cavazza ha portato aRoma l’esperienza e la

professionalità delle tanteaziende del Bologneseleader in settori di nicchia.«Dobbiamo lavorare per leaggregazioni e le retid’impresa, la nostra

esperienza fa crescere knowhow e competitività»

Il 2010 da poco iniziato sipresenta sotto il segnodell’incertezza.

Registriamo infatti alcunidebolissimi segnali di ripresa, manon riguardano tutti i settori; e nonsiamo in grado di dire se sianodestinati a consolidarsi ed aconsentirci di uscire dalla crisisenza precedenti che ha investito lanostra economia.Le imprese sono impegnate damesi in un faticoso sforzo che le haviste resistere, ma lacontraddittorietà delle indicazioniche ricevono dal mercato non lemette ancora al riparo da possibiliincognite. In ogni caso, nel quadrodi incertezza generale una cosa èsicura: le trasformazionirichiedono reazioni e risposteinnovative. Non è un caso chel’innovazione sia il comunedenominatore delle linee guida cheil Presidente di UnindustriaBologna, Maurizio Marchesini,ha fornito agli imprenditoribolognesi nella lettera aperta diinizio anno di cui si parla in questonumero di Next. Innovazionetecnologica, organizzativa e nellerelazioni tra imprese; ma anche unnuovo modo di pensare, giovane eaperto all’inedito. Con questefrecce al loro arco le impresesapranno più efficacementeaffrontare i cambiamenti prodottida una crisi strutturale che cilascerà in eredità un contesto moltodiverso. Nel corso dei decenni leimprese bolognesi hanno sempresaputo cogliere le discontinuitàcome una occasione di crescita. E’con questo atteggiamento diapertura al cambiamento che sonoarrivate prima di altre su mercatiinesplorati o che hanno cavalcatol’innovazione tecnologica, dandosidegli asset che le hanno resecompetitive a livellointernazionale. Oggi le nostreimprese sono chiamate a fare lastessa scelta, dettata dalle granditrasformazioni strutturali e dalnuovo scenario economicomondiale. E’ questa la grandesfida del 2010.

*Direttore generaledi Unindustria Bologna

di CESAREBERNINI*

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CAVAZZA SPIEGA LA STRATEGIA DELLE PMI

Tanti piccoli capolavori

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ENERGIA

La scossaverde

A PAGINA 5

Anno 3 - Numero 1Gennaio 2010

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LE LINEE GUIDA DEL PRESIDENTE

Così dobbiamo

Per essere competitivi sul mercato,soprattutto in questo difficile momento, gli

investimenti in ricerca e innovazione sonol’arma vincente. Oggi le aziende sono alle presecon un problema generale e quotidiano diriduzione dei costi: ma l’innovazione non vasacrificata, perché «è e resta la risposta vera siaper fronteggiare la crisi che per innestarenuovi percorsi di sviluppo». Solo così leimprese riusciranno a stare in un mercato

nazionale e internazionaleprofondamente mutato.

INNOVAZIONE

MERCATI

È in cima alla lista delle priorità per il2010. Il rinnovamento deve essere pensato

soprattutto in termini di risorse umane:servono persone giovani e preparate, perchéspetta ai giovani il compito di spostare inavanti le frontiere che gli imprenditori hannogià costruito. Le aziende hanno bisogno di unainiezione di nuove capacità, persone chesappiano misurarsi con le sfide del mercatodi oggi, profondamente cambiato. «Solo

con nuove forze riusciremo ad usciredal tunnel».

STRATEGIAMaurizio Marchesini,presidentedi UnindustriaBologna

RINNOVAMENTO

Il 2010 è iniziato carico di incertezze in

tutto il mondo produttivo, ancora piegato

da un 2009 che «purtroppo non chiude

nessun ciclo, solo dodici mesi di duro

lavoro».

Il presidente di Unindustria Bologna

Mauro Marchesini sa bene che in questo

momento gli imprenditori devono guardare

la realtà per quella che è: «registriamo

prudenti segnali di ripresa in alcuni settori

e mercati, ma la rotta verso una solida

situazione di equilibrio e di ritrovato

sviluppo è ancora lunga».

La risposta alla crisi però è una sola:

La crisi sta cambiando profondamentele tendenze del mercato. È indispensabile

capire verso quale direzione vanno questetendenze e «ritrovare un linguaggio percomunicare». Un linguaggio in grado diraccontare al mondo la qualità dei prodottiitaliani, il valore di tante imprese altamentequalificate, la credibilità e la serietà,l’efficienza nell’assistere i clienti. Leaziende devono studiare nuove strategie

per continuare ad essere ambasciatricidell’eccellenza che caratterizza

il sistema produttivomade in Italy.

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In questo momento la riduzione dei costi èinevitabile, così come la contrazione delcapitale circolante. Ma nella quotidianaricerca di nuovi equilibri, le tensionieconomiche e finanziarie rischiano di farpassare in secondo piano le ragioni dellepersone. «Facciamo attenzione, bisognatagliare i costi senza tagliare il valore». Tuttidevono impegnarsi a tutelare il vero grandetesoro che caratterizza Bologna e Imola:

quella coesione sociale cherappresenta il primo autentico

fattore di sviluppo delterritorio.

DI UNINDUSTRIA BOLOGNA

reagire. Da subito

AGGREGAZIONI

RIDUZIONE DEI COSTI

La dimensione delle aziende è crucialenell’affrontare la crisi. Le piccole imprese

devono imparare ad organizzarsi in network,per essere più forti sui mercati. «Dobbiamounire le forze senza perdere l’identità». Leassociazioni, ma anche tutto il sistema localedeve creare le condizioni affinchè le impresepossano collaborare. Si devono organizzarenuovi distretti e ammodernare quelliesistenti rafforzando i servizi comuni; e

serve una maggiore collaborazionetra imprese, centri di ricerca e

banche, del territorio enon solo.

reagire. Come? «Dobbiamo cambiare

alcune concezioni di fondo dell’economia e

del management» spiega Marchesini.

Il cambiamento, sottolinea, passa attraverso

cinque elementi fondamentali:

«rinnovamento, innovazione, mercati,

riduzione dei costi, aggregazioni».

E il messaggio generale è di pensare inpositivo: «Dobbiamo avere fiducia prima ditutto in noi stessi, nelle nostre imprese, neinostri collaboratori e nei giovani» senzadimenticare che «l’equilibrio, la passione el’approccio positivo sono da sempre le virtùdi chi è nato nella nostra terra».

Elena Turrini

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di Federico Munari

La lettera aperta del Presidente diUnindustria Bologna MaurizioMarchesini ha il pregio di

evidenziare, in modo chiaro epragmatico, alcune prioritàirrinunciabili per le imprese e il sistemaregionale.Il richiamo a non arroccarsi sulla difesadi posizioni sorpassate, ma a ricercarecon energia e passione il rinnovamento,enfatizza le molteplici direzioni lungo lequali deve muoversi il cambiamento:prodotti, processi, mercati, persone,alleanze.La sfida dell’innovazione richiede infattinon solo di accrescere la base tecnologicadi prodotti, processi e servizi offerti, maanche la capacità di costruire nuovilinguaggi per valorizzarli in modoadeguato.Si tratta quindi di creare visioni, concettie simboli originali, dando nuova linfa aivalori tradizionalmente associati alMade in Italy, sulla base di una profondaanalisi dell’evoluzione degli scenari dimercato e del contesto socio-culturale.Le piccole e medie imprese inparticolare sono chiamate aintraprendere politiche di rafforzamentodei marchi e ad assimilare meglio glistrumenti del marketing, perconquistare clienti e mercati su scalainternazionale.Numerosi esempi di successodimostrano che innovarecongiuntamente sul fronte di tecnologiee messaggi è possibile sia in settoritecnologicamente avanzati (si pensiall’iPhone della Apple o alle motociclettedella Ducati), sia in settori più maturinei quali spesso si ritiene, sbagliando,che la competizione si giochi solo sulcontenimento dei costi (si pensi inveceall’idea brevettata di “scarpa cherespira”, grazie alla quale Geox hacostruito le fondamenta del suosuccesso).Emerge quindi la forte necessità disviluppare nuove competenze. In questosenso è certamente da condividere ilrichiamo a includere forze giovani, inpossesso di bagagli di conoscenzeavanzate. La sfida del rinnovamentoriguarda quindi non solo le imprese e gliimprenditori, ma anche tutti gli altriattori del sistema innovativo regionale, apartire da università e centri di ricerca,per favorire lo sviluppo di forme efficacidi collaborazione.

Professore Associato di Gestionedell’Innovazione e dei Progetti

Dipartimento di Scienze AziendaliUniversità degli Studi di Bologna

IL COMMENTO

Rinnovarsiper crescere

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INTERVISTA MASSIMO CAVAZZA, VICEPRESIDENTE NAZIONALE DELLA PICCOLA INDUSTRIA

«Vinciamo unendo le forze»

Cavazza, soddisfatto?«Certo. E non solo per me, maanche per Bologna e l’EmiliaRomagna. Come vice presidentedella Piccola industria diConfindustria potrò portare leidee che nascono da questoterritorio a livello nazionale».

Insomma, più voce alle Pmi.«Avremo maggiori possibilità difar sì che le nostre proposteentrino nell’agenda non solo diConfindustria, ma anche delGoverno. E per le Pmi credo siafondamentale essere ascoltate.Tra l’altro l’economia diBologna e di tutta la realtàemiliano romagnola si poggiasulle piccole e medie imprese,con migliaia di realtà leader indiverse nicchie di mercato e chevantano risultati eccellenti».

E lei è tra questi?«Sì, sono anche io unimprenditore. Nondimentichiamo che le aziendesvolgono una attività sociale,ritengo sia importante per chi leguida sapere che c’è qualcunoche cerca di portare avanti leloro istanze».

Su quali obiettivi concentreràgli sforzi?

«Abbiamo già avuto incontriper focalizzare i punti di unprogramma. E’ chiaro che in unperiodo di crisi economica comequesto si cerca di guardare inparticolare a temi come ilcredito».

Ma si cerca solo distare sulladifensiva o siguarda pureavanti? Prima opoi la buferafinirà...

«E infatti si lavora supiù fronti, come adesempio leaggregazioni. ABologna si è già partiti».

Alleanze tra imprese?«Sono reti tra piccole emedie realtà che hanno

l’obiettivo di aumentarne lacompetitività, know how,competenze».

Vantaggi?

«Insieme si può avere una forzacontrattuale maggiore, più pesosotto il profilo dellapatrimonializzazione,proponendo sul mercatoprodotti più complessi e quindicompetitivi, sviluppati in tempirapidi».

E’ convinto che tutti gliimprenditori siano pronti aquesto ‘salto culturale’?

«Credo che le forme di

aggregazione siano possibili,l’imprenditore può così entrarein un network di aziende,dando vita all’inizio, adesempio, solo a delle Ati,associazioni temporanee di

imprese, per un singoloprogetto. Poi se le cose vannobene e crescono in certi casi sipuò arrivare fino a una fusionevera e propria».

E’ una strategiache guarda oltre

alla crisi.«Le Pmirappresentano

più o meno il90%

dell’economiaitaliana. E’ chiaro

che c’è necessita dimuoversi per uscire

dalla crisi, dandoservizi, agendo sulle banche,

per quanto riguarda appunto ilcredito, spingendo sul Governoper altre iniziative. E poi ci simuove in prospettiva. C’èun’altra proposta che stauscendo da Bologna e che puntaa trasformare il modo diragionare dentro a questerealtà».

La descriva.«Incentivi alle aziende cheassumono un manager dedicatoallo sviluppo di un progetto, siauna riorganizzazione o uninvestimento all’estero, perspingere sull’export».

Perché l’aiuto di unmanager?

«Ci sono competenze che a voltele Pmi non riescono asviluppare internamente. Unapersona con esperienze ingrandi imprese può contribuirea far crescere il grado dicompetitività di una Pmi. Poi lasi può tenere per un periodolimitato o decidere, lanciato ilprogetto, di tenerla sempre. Lacrisi ha fatto sì che ci sianomolte di queste figuredisponibili».

Quando finirà la tempesta?«Il fondo è stato toccato, manon sappiamo quando neusciremo definitivamente,tornando ai livelli di prima.Questa situazione si affrontacercando di ridurre i costi,investendo su ricerca etecnologia che permettono diavere organizzazione eproduzione più performanti.Purtroppo c’è un aspettosociale: ci sono stati e ci sarannotagli al personale, ma è certo chequesta è l’ultima cosa alla qualepensa un imprenditore,soprattutto nelle piccole epiccolissime imprese dove ci siconosce tutti e i collaboratorisono un patrimonio dadifendere».

Matteo Naccari

OBBIETTIVIMassimo Cavazza,vicepresidentenazionale dellaPiccola Industria diConfindustria:«Puntare sulleaggregazioni traimprese peraumentare lacompetitività»

Più spazio alle imprese bolognesi a livello na-zionale. Massimo Cavazza è stato nominatovice presidente della Piccola industria di

Confindustria; entra così nella squadra che affian-cherà per i prossimi due anni il neo presidente na-zionale, Vincenzo Boccia.Soddisfatti i vertici di Unindustria Bologna, doveCavazza riveste la carica di rappresentante dellaPiccola industria ed è stato nel 2007 tra gli arteficidella nascita dell’associazione, perché così la voce

delle piccole e piccolissime imprese del Bologne-se potrà farsi largo nelle stanze dei bottoni, nonsolo di viale dell’Astronomia ma anche negli altricentri decisionali italiani.Cavazza è socio fondatore della Sipe di Zola Pre-dosa (elettronica per elettrodomestici e consu-mer) e della Eurostar di Osteria Grande (aziendadi progettazione e produzione di apparecchiatureper l’intrattenimento); fa anche parte della giuntadi Confindustria.

m.n.

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BORSA DI STUDIO «MARIO POSSATI»

La sceltadi Danica

Danica Hanz è la giovane studentessaserbo-svizzera della Johns Hopkinsche ha vinto la Borsa di studio «Mario

Possati» del 2010. La Borsa di studio,intitolata alla memoria dell’imprenditorebolognese fondatore della Marposs, leadernella elettronica di precisione, ogni annoviene messa a disposizione da UnindustriaBologna e Marposs SpA ed è destinata ad unostudente particolarmente meritevoleproveniente dai Paesi dell’Est europeo,specializzando presso la sede bolognesedell’Università americana Johns Hopkins.Grazie a questo finanziamento, da 18 annimolti giovani talenti est-europei hanno potutoperfezionare la propria formazione secondostandard internazionali per poi approdare adimportanti incarichi nel campo dell’economiae delle istituzioni.La cerimonia di consegna della Borsa di

studio a Danica Hanz si è svolta nella sededell’università americana di via Belmeloro,alla presenza di Stefano Possati, presidente diMarposs SpA, accompagnato dai fratelliEdoardo ed Alberto rispettivamente vicepresidente e consigliere della società, delpresidente di Unindustria Bologna, MaurizioMarchesini, con il direttore generale CesareBernini, e del direttore della Johns HopkinsUniversity Bologna Center, Kenneth H.Keller.Dopo essersi laureata in Relazioni

internazionali presso l’Università di Ginevranel 2009, Danica Hanz ha focalizzato i suoiinteressi accademici sui diritti umani, inparticolare nell’area dell’Europa Centrale e deiBalcani, conducendo numerose ricerche epubblicazioni sul Kosovo e sul conflitto inBosnia. Si è iscritta al Bologna Center dellaJohns Hopkins con l’intenzione diapprofondire i suoi studi sulla Russia e l’Asiaper costruire le basi per una carriera nelcampo della politica estera e dei diritti umani.

Marcello Pierdicchi

RINNOVABILI UNO STUDIO DELLA BOCCONI

Energia verde, sìPortafogli al verde, noEcco quando convieneÈ

sostenuto da politiche diincentivazione, presenta unridotto rischio di mercato, è

regolamentato e ha dimostrato diessere inossidabile anche in tempodi crisi. Per tutte queste ragioni, enon solo, il settore delle fonti dienergia rinnovabile si fa semprepiù appetibile per il mondo delleimprese, anche medie e piccole, eper le istituzioni finanziarie che lesostengono. Tant’è che gli espertiscommettono che in Italia, fino al2020, gli investimenti nellerinnovabili sfioreranno i 70miliardi di euro. Ma se è fuoridiscussione che quella delle Fer èun’opportunità da cogliere (lamedia degli incentivi è di 200 europer mwh), resta da misurareesattamente la convenienzaeconomico-finanziaria delle varietecnologie. Per fare questo,Centrobanca, la Corporate eInvestment bank del gruppo Ubi,in collaborazione con l’Università«Luigi Bocconi» di Milano, hacondotto una ricerca sul tema«Investire in energie rinnovabili»,presentata in un convegnopromosso da Unindustria Bologna.Nell’analisi è emerso anzitutto che«la convenienza delle imprese èmaggiore nell’ipotesi diautoconsumo di energia elettrica,rispetto a quella di semplicecessione alla rete e al mercato».Un’azienda che è energeticamenteautosufficiente al 100%, avrà untasso interno di rendimento (Irr)che varia dal 26 al 37% se sfrutta le

biomasse, del 19,4% se si avvaledell’eolico, del 18,3% se ha unimpianto mini-idroelettrico, edell’8,8% fotovoltaico. Lebiomasse, dunque, sono quelle chesegnano le migliori performance,ma, gli esperti avvertono che «inalcuni casi mostrano anche imaggiori decrementi passando aquote di energia ceduta piùelevate». Il mini-idroelettrico el’eolico, invece, «mostrano ancorarendimenti estremamenteinteressanti e caratterizzati da unapiù forte stabilità rispetto allepercentuali di autoconsumo». Perquanto riguarda la strutturafinanziaria dell’investimento,secondo lo studioCentrobanca-Bocconi, lapartecipazione di un operatorebancario attraverso strumenti adhoc (come il project finance),accresce indubbiamente ilrendimento. Infatti, ipotizzandouna quota di autoconsumo dienergia pari al 100% e unfinanziamento del 75% del costodell’impianto, a un tasso del 6,5%,l’Irr passa dal 28 al 73% nel casodelle biomasse (cippato), dal 19,4al 40,5% nell’eolico, dal 18,3 al36,2% negli impiantimini-idroelettrici, e dall’8,8 al 12%nel fotovoltaico. Si tratta dirisultati variegati e articolati, chepur scontando un’irriducibilepercentuale di incertezza, a dettadegli esperti «rappresentano lamigliore garanzia per gliinvestimenti in rinnovabili».

Elena Boromeo

TALENTODanica Hanz, studentessadella Johns Hopkins, mentrericeve la borsa di studio«Mario Possati» dalpresidente di UnindustriaBologna

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