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editoriale incontri cucitura ... Tutta una questione di misura... Buddhismo e agricoltura - la filosofia di Masanobu Fukuoka notizie in breve attività dojo altre attività La Natura Unica dei Tathagata è originariamente identica per tutte le esistenze Yoka Daishi – Il canto dell'immediato satori 1 3 4 6 7 7 7 newsletter gennaio-febbraio 2016 www.ilcerchiovuoto.it teisho (insegnamento formale) e sesshin (ritiro intensivo) sono aperti a tutti previo contatto con la segreteria del centro. Tutte le attività richiedono una prenotazione da inviare a "[email protected]" o contattando la segreteria. Apertura del nuovo anno di Pratica - Celebrazione di Temborin, messa in moto della ruota del Dharma Apertura del nuovo anno di Pratica - Celebrazione di Temborin, messa in moto della ruota del Dharma Alessandria Total Zen Beginners Presentazione programma di studio 2016 Total Zen Beginners Teisho Incontro gruppo di Alessandria Sesshin Total Zen Beginners Teisho Veglia della Gratitudine - Ho on Incontro gruppo di Alessandria Total Zen Beginners Teisho Sesshin - Celebrazione del Parinirvana del Buddha Total Zen Beginners Teisho Total Zen Beginners Teisho Incontro gruppo di Alessandria 7/1 ore 20:00 8/1 13/1 ore 19:30 14/1 ore 20:00 20/1 ore 19:30 21/1 ore 20:00 22/1 24/1 7-16:30 27/1 ore 19:30 28/1 ore 20:00 2/2 ore 19:00 8/2 10/2 ore 19:30 11/2 ore 20:00 14/2 7-16:30 17/2 ore 19:30 18/2 ore 20:00 24/2 ore 19:30 25/2 ore 20:00 26/2 continua a pag. 2 La lectio magistralis “Una lezione d'ignoranza” tenuta da Daniel Pennac in occasione del conferimento della laurea ad honorem in pedagogia da parte dell'Università di Bologna, è di fatto un ringraziamento alla passione che coloro che riteniamo essere stati nostri maestri hanno saputo trasmetterci: “Quando lui (o lei) appare - e ciò avviene più spesso di quel che si dica – non sembra mai un adulto come gli altri. Sotto al suo sguardo non ci si accontenta più di planare in eterno o di macerare a vita. Quel nuovo venuto infatti apre una finestra sul futuro. Che boccata d'aria! E' un futuro immediato, tanto per cominciare il desiderio di rivederlo al più presto. Ed è anche il futuro della lenta acquisizione: imparare quello che lui/lei sa, fare quello che fa...

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editoriale

incontri cucitura

... Tutta una questione di misura...

Buddhismo e agricoltura - la filosofia di Masanobu

Fukuoka

notizie in breve

attività dojo

altre attività

La Natura Unica dei Tathagataè originariamente identica per tutte le esistenze

Yoka Daishi – Il canto dell'immediato satori

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newsletter gennaio-febbraio 2016www.ilcerchiovuoto.it

teisho (insegnamento formale) e sesshin (ritirointensivo) sono aperti a tutti previo contatto con lasegreteria del centro.Tutte le attività richiedono una prenotazione da inviare a"[email protected]" o contattando la segreteria.

Apertura del nuovo anno di Pratica -Celebrazione di Temborin, messa inmoto della ruota del DharmaApertura del nuovo anno di Pratica -Celebrazione di Temborin, messa inmoto della ruota del DharmaAlessandriaTotal Zen BeginnersPresentazione programma di studio2016Total Zen BeginnersTeishoIncontro gruppo di AlessandriaSesshinTotal Zen BeginnersTeishoVeglia della Gratitudine - Ho onIncontro gruppo di AlessandriaTotal Zen BeginnersTeishoSesshin - Celebrazione delParinirvana del BuddhaTotal Zen BeginnersTeishoTotal Zen BeginnersTeishoIncontro gruppo di Alessandria

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La lectio magistralis “Una lezione d'ignoranza” tenuta da DanielPennac in occasione del conferimento della laurea ad honorem inpedagogia da parte dell'Università di Bologna, è di fatto unringraziamento alla passione che coloro che riteniamo esserestati nostri maestri hanno saputo trasmetterci:“Quando lui (o lei) appare - e ciò avviene più spesso di quel che sidica – non sembra mai un adulto come gli altri. Sotto al suo sguardonon ci si accontenta più di planare in eterno o di macerare a vita.Quel nuovo venuto infatti apre una finestra sul futuro.Che boccata d'aria!E' un futuro immediato, tanto per cominciare il desiderio di rivederloal più presto. Ed è anche il futuro della lenta acquisizione: impararequello che lui/lei sa, fare quello che fa...

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E infine il futuro lontano, che dietro unaguida del genere potrebbe essereappassionante!Per la prima volta ci sentiamo unapersona in divenire.(…) Che qualità avevano questiindimenticati per suscitare una talegratitudine?Innanzitutto, quella di non essere né inostri genitori (che per noi erano tutto)né gli altri nostri professori (che per noinon erano niente).Erano speciali. In cosa, speciali?Per esempio nel fatto che, in quantoprofessori, sembravano incarnare la loromateria.Gli altri si limitavano ad insegnarla e, agiudicare dalla loro espressione, a unuditorio che non consideravano neppuredegno di riceverla. (Ecco come spegnersial di là e al di qua della cattedra.)Loro no. Ci reputavano in grado di con-dividere il loro entusiasmo.Proprio questo primo effetto di incar-nazione è stato la prima cosa decisiva.Visti oggi, forse nella loro materia quegliinsegnanti non erano le cime che imma-ginavamo allora. Ma ci hanno comunquetrasmesso la voglia di sapere. E non solo:grazie al loro entusiasmo e alle loro richie-ste, quella materia diventò per noi unacompagnia, e lo sforzo un compagno.”

Daniel Pennac - Una lezione diignoranza – edizioni astoria/assaggi

Chi ha avuto un tale incontro nellavita, si ritroverà nelle parole delloscrittore francese e conoscerà il senti-mento di profonda gratitudine perquel nuovo venuto che ha aperto unafinestra sul futuro, e che era specialeperché incarnava ciò che insegnava:manifestazione dello spirito che soffiadove vuole in libertà, e libertà è ilprofumo che abbiamo sentito subito,non appena ci siamo imbattuti in chiha saputo farci sentire per la primavolta una persona in divenire...Io ho incontrato l'uomo che mi hainsegnato che lo zen è zazen - senzapensare pensare, immobile montagna,come la tigre che rientra nella fittaforesta, come drago che si immergenelle acque profonde: la mia ricono-scenza va a chi, parafrasando Pennac,'incarnava' il Dharma, Massimo DaidoStrumia, o semplicemente Daido, chemi ha preceduto in questo cammino, edi cui oggi rappresento la continuitànel contesto specifico e nel rispetto diuna Tradizione, lo Zen Soto.Senza nascondersi dietro la sottana delmaestro, né instaurare una relazione didipendenza infantile cercando di adat-tare la pratica alle nostre esigenze edaspettative, l'incontro col maestro vienedavvero onorato quando realiz-ziamonella nostra carne il significato di 'ichidai ji innen', ovvero la ragionedell'apparire di un Buddha nel mondo,

perno della pratica zen, invito straordi-nariamente potente alla nostra presenzapersonale, che implica la generosamessa in gioco delle nostre migliorienergie nella pratica.Il consiglio di Dogen Zenji è chiaro:“(…) dal momento in cui si incontra ilproprio maestro, le pratiche rituali qualibruciare l'incenso, compiere prosterna-zioni, recitare il Nembutsu, la pubblicaconfessione, la recitazione dei testi delCanone, non sono necessari. L'unica cosanecessaria è che il proprio zazen attualecoincida perfettamente ed autentica-mente con la modalità del vero zazen”1

e anche il metodo è suggerito conprecisione: “Voi che studiate la Via, sestudiate sotto un insegnante e ascoltatela dottrina, porgete orecchio con estremaattenzione, e continuate sempre a do-mandare. Se non domandate ciò che è ilcaso di domandare e non dite ciò che è ilcaso di dire andrà tutto a vostrodiscapito.Il maestro aspetta sempre una domandadi un discepolo e poi dà la sua risposta.”2

Dire 'non ci riesco' è eludere quel-l'incontro, escludere la grazia.

1) Bendowa Il cammino religioso -edizioni Marietti - cap. IV, pag. 302) Shobogenzo Zuimonki - edizioniUbaldini - cap. VI, paragrafo 15, pag.114

Terra , fuoco, acqua, uomo, cielo, spirito

calligrafia del Maestro Daido Strumia

Riprendono gli incontri di Shodo, l'arte della calligrafia giapponese, all'Enku dojo.Chi si vuole accostare a questa arte, può partecipare gratuitamente ad una lezione.

per informazioni 334 914270 e/o 011 19858750

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Agli incontri, che si tengono di domenica presso l'Enku Dojo,a Torino in via Massena 17dalle h 9:30 alle h 18:00,

sarà presente la monaca Anna Dendo Avagnina, esperta in materia.

Questo il calendario gennaio-aprile 2016:

17 gennaio21 febbraio

6 marzo17 aprile

Per partecipare, telefonare al 333-5218111 entro il giovedì precedente ogni incontro.

Riprendono anche gli incontri del gruppo di Cucitura dell'Enku Dojoogni martedì e giovedì dalle h 15:30 alle h 19:00.

E' possibile partecipare anche per imparare a realizzare zafu, zaniku, samu-ee altri oggetti e indumenti necessari per la pratica dello zazen.

Per informazioni, inviare un'email a [email protected] o telefonare al 333-5218111

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Ōryōki è il termine con cui siindicano le ciotole usate per i pastiche mangiamo durante il Sesshinnella Tradizione Zen Soto, e significaletteralmente "giusta quantità", inten-dendo che solo noi possiamo saperela quantità di cibo che ci è necessariain quello specifico momento, quindila sua misura.Ma che cosa significano in senso latole parole “quantità”, "giusta" e"misura"?Fin da quando l'uomo è apparso sullaterra non ha mai smesso di misurare.Possiamo immaginarcelo intento avalutare la lunghezza ottimale di unlegno appuntito per colpire unapreda a distanza o stimare il peso diuna pietra da trasportare per pro-teggere l'ingresso della sua caverna.Successivamente l'uomo ha comin-ciato a costruire strumenti di misuraper verificare lunghezze, aree, vo-lumi, pesi e perfino il trascorrere deltempo.Ad esempio con un bacile forato,immerso in una fontana del cortile, simisurava il tempo delle “prestazioni”

delle prostitute greche; quandol'acqua, penetrata attraverso il foro,faceva affondare il bacile, la schiavaaddetta al controllo avvisava il clienteche doveva uscire dalla stanza!

Miti e leggende di tutte le tradizionisono pieni di esempi di misure e le piùevolute civiltà dagli Egizi fino ai Maya,dai Babilonesi ai Greci e ai Romanihanno sempre compreso che lacapacità di espandere i commerci e diaffinare la creazione di manufattirisiedeva nel disporre di un sistema diunità di misura concordato e accettato.La capacità di misurare è semprestata l'arma sperimentale di supportoalle teorie scientifiche e possiamosenz'altro dire che senza le misurenon esisterebbe una scienza univer-salmente accolta perché le teorieresterebbero teorie, dibattute inristretti ambiti di pensatori e filosofi,senza alcuna possibilità di verifica ein ultima analisi, senza alcun effettopratico.Le misure sono state più voltequestione di vita o di morte.

Nel 300 a.c. ingannare un tirannocome Gerone di Siracusa potevaessere molto rischioso soprattutto sec'era in giro un genio comeArchimede. Gerone lo aveva incari-cato di trovare un modo nondistruttivo per sapere se la sua coronafosse effettivamente di oro puro o sel'artigiano, cui l'aveva commissionata,lo avesse imbrogliato utilizzando unalega d'argento dorato.Sfruttando la conoscenza misuristicadisponibile a quel tempo, ovvero lacapacità di costruire bilance e pesicampione, Archimede era perfetta-mente in grado di misurare la massao, come allora erroneamente si dice-va, il peso di una barretta di oro. Ilnostro intuiva che il rapporto tra lamassa e il volume di un corpo fosselegato soltanto alla sostanza mate-riale di cui il corpo era fatto e non allasua forma o dimensione.Calcolare il volume della barrettad'oro che aveva la forma di unparallelepipedo non era certo un pro-blema per un asso della geometriaper di più allievo di Pitagora.

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Avrebbe potuto dunque calcolare ilrapporto peso volume (ovvero ladensità) del campione e confrontarlocon quello della corona e confermare omeno Gerone sui suoi dubbi riguardoall'onestà dell'orafo. Pesare la coronaera semplice, ma trovarne il volume eratutt'altra faccenda, perché la formairregolare dell'oggetto, tutto cuspidiarrotondamenti, fessure dovute allafiligrana, rendevano impossibileeffettuare dei calcoli sufficientementeapprossimati da rendere il risultatoattendibile, soprattutto consideratoche da esso poteva dipendere la vita diun uomo!

Mentre stava immerso nella vasca delbagno caldo e nelle sue elucu-brazioni, notò che dell'acqua erafuoriuscita dalla vasca... e di colpo ful'illuminazione: aveva capito comefare a misurare in modo preciso ilvolume della corona!Lanciò il famoso Eureka e, ancoranudo e bagnato, si recò nel suo

laboratorio: immediatamente poseun recipiente riempito fino all'orlo diacqua in una vasca vuota e viimmerse la corona.Raccolse poi, in un contenitore di cuiconosceva la geometria, il liquido,traboccato sul fondo della vasca acausa dell'immersione della corona ene misurò l'altezza raggiunta.In questo modo poté sperimen-talmente determinare il volume dellacorona e calcolarne la densità perdare la risposta alla richiesta diGerone.Dal momento che essa risultò deci-samente inferiore a quella del cam-pione d'oro la vicenda non finì certobene per chi l'aveva realizzata…Ma anche in tempi più recentisbagliare una misura poteva costare lavita.È quanto cercherò di raccontare nelprossimo numero parlando delproblema del calcolo della latitudinee della longitudine ai tempi dellegrandi scoperte geografiche.

Con questa breve introduzione sperodi avervi trasmesso l'impressione chela misurazione non è un argomentonoioso riservato a una nicchia dipedanti studiosi, ma questione dipassione, di carne e di sangue che hacoinvolto uomini e popoli nelsuccedersi dei secoli. (M.S.)

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In questo numero e nel prossimopubblichiamo una sintesi di duearticoli scritti da Trent Brown sul suoblog In Between.Per chi fosse interessato, riportiamo iriferimenti al testo integrale.

Masanobu Fukuoka fu un agronomogiapponese, recentemente scomparso(2008), diventato molto famososoprattutto nel mondo dell'agri-coltura alternativa per il suo metododi coltivazione, che lui chiamò"agricoltura naturale" e che speri-mentò e affinò per decenni nella suafattoria nella Prefettura di Ehime.Le sue idee sono diventate famose intutto il mondo attraverso un testo,La rivoluzione del filo di paglia,tradotto in moltissime lingue epubblicato per la prima volta initaliano nel 1980, e numerose con-ferenze che tenne in tutto il mondo.Quella che però è meno nota è labase filosofica, etica, da cui Fukuokapartì, direttamente ispirata a principiBuddhisti e in particolar modo Zen.Egli non era esplicitamente unapersona religiosa, ma i fondamentidella sua visione ecologica, econo-mica e politica sono molto chiari ecoerenti.Innanzitutto, il punto di partenza;Fukuoka era un agronomo e osser-vando e studiando i metodi tecno-logici e chimici che venivano adottatiin agricoltura in modo sempre piùesteso, si rese conto che eventualieffetti positivi nel breve termine (nelsenso di aumento di produzione)corrispondevano però a un impo-verimento del suolo, a una riduzionedella qualità dei prodotti, e a unprogressivo peggioramento dellaqualità di vita dei contadini. Di fatto,le azioni di "forzatura" e "standardiz-

zazione" sui processi naturali, oltre arichiedere un apporto di energiaesterna (macchinari, concimi, carbu-rante) avevano effetti collateralinegativi, in una catena di cause edeffetti il cui controllo era sempre piùfaticoso, al più temporaneo e indefinitiva illusorio.

Egli comprende quindi che ènecessario un approccio comple-tamente diverso, in cui la natura e isuoi processi siano liberi di mani-festarsi e non "costretti" in schemiimposti. Questi, infatti, oltre che discarso effetto, sono costosi e faticosi.La prima intuizione di un approcciodiverso fu di smettere di imporre unaforma estranea, basata su un modelloastratto, su un sistema complessocome quello naturale.L'approccio da adottare, secondo lui,deve essere di "sottrazione"; invecedi compiere azioni di correzione epoi altre azioni di ulteriore corre-zione, in una catena infinita, occorrefare meno.Questo non significa abbandono,anche se le sue tecniche di nonaratura rendevano i suoi campimolto simili a terreni incolti.E' piuttosto un riconoscere che nelcampo delle attività "naturali" laconoscenza scientifica è estrema-mente limitata, e il suo approccio dimodellizzazione e astrazione ottieneal massimo una rappresentazionesemplificata della realtà, perdendo perstrada un livello di complessità che èalla base dei processi biologici naturalie che è "inconoscibile" nel suocomplesso.Non è possibile "conoscere" dall'es-terno, ma solo "essere", all'interno e inarmonia con la natura e i suoiprocessi. Il pensiero razionale, con i

suoi modelli e le sue costruzioni, nonpuò sostituire l'esperienza diretta enon può cogliere l'essenza della realtà.E' soprattutto fondamentale usciredal modello scientista, che si stavaaffermando sempre più in agricolturacome in altri campi, e ritornare a unapproccio in cui mente e corpo,pensiero ed esperienza, siano uniti.

Una profonda critica riguarda anchele scelte su cui si basano i sistemialimentari del mondo industria-lizzato, Giappone incluso.Fukuoka riconosce la trappola deldesiderio e dell'attaccamento, il farsiguidare dalle categorie del "mi piace"e "non mi piace" nella trasforma-zione avvenuta sull'immagine delcibo nei paesi industrializzati.Egli osserva che, invece di vedere ilcibo come una necessità naturale,questo è stato trasformato in "oggettodel desiderio": cibi sodi, lucidi,perfetti, di dimensioni standard,disponibili in qualsiasi stagionedell'anno, solo per soddisfare undesiderio estetico, di status o di moda.Ma questa domanda innaturalecostringe ad adottare tecniche dicoltivazione innaturali (uso diprodotti chimici, coltivazioni in serracon temperatura e irrigazionecontrollate) o di specializzazioni inmonocolture, basate su un modelloindustriale e sulla facilità di trasportodei prodotti.

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Ma gli effetti nocivi di questoapproccio sono visibili: l'eccesso ditrattamenti chimici rende i prodottimeno nutrienti, le coltivazioni forzaterichiedono un maggiore utilizzo dienergia, e quindi una maggioredipendenza dei coltivatori dal sistemadi finanziamenti, le monocolture,oltre ad essere biologicamente"innaturali", quindi più esposte amalattie e attacchi di parassiti,impoveriscono rapidamente il suolo erendono i coltivatori ancora piùdipendenti dalla volatilità delladomanda ma meno capaci dirispondere con flessibilità.E l'enorme meccanizzazione, asso-ciata alla riduzione delle popolazionededita all'agricoltura, invece cheridurre il lavoro, lo ha resoenormemente maggiore, abbassandoin modo notevole la qualità della vita.E' quindi necessario affrontare ilproblema alla radice: cambiare ilnostro approccio al cibo; non più"desiderio stravagante" ma ritorno alvero bisogno di nutrire il corpo concibi sani, coltivati localmente ecoerenti con le stagioni.Per Fukuoka la "stravaganza deldesiderio" è al cuore dei nostri malimoderni, e l'agricoltura naturale ne èla soluzione. L'agricoltura naturaleoffre la "Grande Via" verso una vitapiù spirituale e felice.

Fukuoka insiste molto sul ruolo dellanatura, alla base del suo metodo diagricoltura: sembra una contrad-dizione in quanto l'agricoltura, lacoltivazione, sono azioni umane,basate su scelte umane, non processispontanei naturali.Egli però sostiene che dobbiamosuperare la prospettiva dell'intellettodiscriminante, e coltivare una com-prensione e una disposizione non-discriminante. In questo modopotremo vedere i frutti della terra noncome un "prodotto", ma come undono elargito dalla natura e accolto

solo limitatamente ai nostri bisogniveri, superando i desideri, le mode, ledistinzioni fra ciò che piace e ciò chenon piace.Fukuoka sostiene che la mentediscriminante è coinvolta in unaserie di mali moderni. La ragioneper la quale è così critico neiconfronti della scienza è che questagioca nella società lo stesso ruolodella discriminazione nell'intellettoindividuale. La scienza, nel dividereil mondo in fenomeni individuali eanalizzabili, imprigiona l'esperienzaumana nell'"inferno dell'intelletto".Invece di sperimentare direttamentela meraviglia della natura, la si separain variabili astratte molto lontanedalla realtà. L'effetto è il disincanto -un mondo spaventoso e distante.Egli torna più volte sul punto che,vivendo vicini alla natura, è possibilesuperare i pericoli della mente discri-minante. La natura può esseresperimentata nella sua qualitàmeravigliosa solo attraverso il collassodelle differenze, l'abbandono dellecategorie discriminanti e dell'ego.All'interno della natura tutte le dis-tinzioni diventano irrilevanti. Tutti icontadini, ovunque nel mondo, sonouguali.Ma questa uguaglianza non significaomogeneizzazione; è anzi un rico-noscere le specificità di ogni singololuogo, un adattamento flessibile allecondizioni dello spazio e del tempo

per ricavarne un sostentamentoadeguato, la "giusta misura".

Concludiamo questo primo articolocon una citazione dal seminario cheFukuoka tenne in Italia nel 1981."Mi chiamo Masanobu Fukuoka. Ilsenso del mio nome è: Masa=diritto;Nobu=fede; Fuku=felice; Oka=mon-tagna.Penso di non essere diverso da voi,ma ho trovato una piccola differenzafra voi e me, la piccola differenza èche voi volete imparare, io sonovenuto per vuotarmi la testa diquello che ho imparato in Giappone,cioè nessuna preoccupazione misegue.Siccome voi non capite il giapponesee io non capisco l'italiano è come separlassimo nel vuoto. E' ottimo,perché tutto ciò che sta nel vuotonon pesa su di noi." (D.P.)

Questa sintesi è tratta dall'articolo"Buddhism and Agriculture I: ThePhilosophy of Masanobu Fukuoka"di Trent Brownhttp://trentbrown.in.s205663.gridserver.com/buddhism-and-agriculture-the-philosophy-of-masanobu-fukuoka/

Il libro La rivoluzione del filo di pagliaè edito in Italia da Libreria EditriceFiorentina.

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Cucitura dell'Abitotutti i martedì e i giovedì dalle 15:30 alle19:0017 gennaio dalle 9:30 alle 18:0021 febbraio dalle 9:30 alle 18:00

Per maggiori dettagli, fate riferimento alla pagina 3 di questa newsletter.

Shodo9 e 16 gennaio ore 1013 e 27 febbraio ore 10

Ricordiamo che, contattando la segreteria, oppure il numero indicato sulsito nella pagina relativa allo Shodo, è possibile prenotare una lezionegratuita di prova.

En Ku dojoAssociazione Il Cerchio Vuoto

associazione religiosa per la pratica e lostudio del Buddhismo di scuola Zen Sotomembro dell'Unione Buddhista Italiana(ente religioso d.p.r. 3-1-91)

Via Massena 17 - 10128 TorinoTel: 011-19858750

333-5218111

[email protected]

7:00-8:00

19:00-21:00

Orari di pratica

martedì,mercoledì,giovedì,venerdìzazen e recitazione dei sutra

martedì,giovedìzazen, kin hin e recitazione dei

sutra

Si inaugura il 21 gennaio a Palazzo Lascaris di Torino, in Via Alfieri 15 la mostra"Il Tibet di Alessandri", in esposizione fino al 4 marzo (per maggiori dettagli, fateriferimento al volantino a pag. 5)

Nell'ambito della serie "Dio lo vuole. Incontri sul tema della storia delle religioni edei fondamentalismi", all'Emporio di Via Marsigli 14, il 13 febbraio intervento delRev. Elena Seishin Viviani su "I Buddhismi da Siddharta a Roberto Baggio".