Newsletter Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici, 02

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Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici Le premesse dell’attuale dialogo ebraico-cristiano DALLA REDAZIONE In questo secondo numero della Newsletter continueremo ad affrontare tematiche che riguarda- no le premesse, lontane e vicine, dell’attuale “dialo- go ebraico-cristiano” e delle realtà che ne sono ger- mogliate. L’articolo di fondo dello scorso numero, infatti, era dedicato alla personalità da cui il nostro Centro trae il nome e l’ispirazione: il cardinale Agostino Bea, «architetto» di Nostra Aetate, la dichiarazione del Concilio Ecumenico Vaticano II che, grazie al suo paragrafo n. 4, avrebbe permesso ai rapporti tra ebrei e cristiani di raggiungere l’ormai consolidata condizione di sincera apertura e collabo- razione. L’articolo di fondo di questo numero, pren- dendo spunto da una nuova voce dell’Encyclopaedia Judaica, assente nella precedente edizione, è infatti dedicato allo sviluppo che le relazioni ebraico-cri- stiane hanno avuto proprio a partire da quel docu- mento conciliare. Un articolo di Ombretta Pisano, documentalista del Centro SIDIC di Roma, riferi- sce, inoltre, sulla commemorazione del Giorno della Memoria della Shoah che il SIDIC e il Centro Cardinal Bea hanno organizzato lo scorso aprile all’Università Gregoriana. Tra gli altri frutti del “dia- logo ebraico-cristiano” che hanno coinvolto diretta- mente il nostro centro, poi, abbiamo riportato le più significative collaborazioni internazionali con altre università. Ulteriori informazioni sulle nostre inizia- tive, recenti e attualmente in corso, si trovano nella nota del direttore, Joseph Sievers, e naturalmente all’interno della Newsletter. Nell’invitarvi alla lettu- ra del nostro notiziario, cogliamo l’occasione per porgere i nostri più sentiti auguri per le festività di Hanukkah e di Natale. Emanuela Zurli LA PAROLA DEL DIRETTORE Da quando è stata pub- blicata la nostra prima Newsletter sono passati alcu- ni mesi ricchi di avvenimen- ti. Come probabilmente già sapete, Suor Lucy Thorson, nds, ha lasciato il Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici per tornare nel suo paese di nascita, il Canada, dopo trentatré anni di attività all’estero. In questi ultimi tre anni è stata un’inestimabile parte del Centro grazie alla sua esperienza ed alla sua dedizione, che da sempre con- traddistingue la sua vita, alle relazioni ebraico-cri- stiane ed alla sua competenza nell’insegnamento e nell’amministrazione. Tutti coloro che sono venuti in contatto con il Centro sentiranno la sua mancan- za, e nessuno potrà sostituirla pienamente (il suo nuovo indirizzo è: Sr. Lucy Thorson, lucythor- [email protected]). Siamo stati fortunati, comunque, nel trovare un successore nel Dott. Gaetano Sabetta ([email protected]), che ha lavorato con noi dallo scorso giugno per lo sviluppo dei nostri programmi, in modo da assicurare una transizione il più agevole possibile. E’ stato impegnato nel dialogo interreligio- so in India dal 1999 al 2006 e lavora attualmente anche per l’Istituto di Studi su Religioni e Culture. Vorrei cogliere questa opportunità per ringra- ziare Suor Lucy per la sua dedizione, della quale stiamo ancora raccogliendo alcuni dei frutti, ed augurare il benvenuto al Dott. Gaetano Sabetta. Gli auguro molto successo nel suo lavoro per il Centro Cardinal Bea e vorrei invitare ognuno dei nostri let- tori a partecipare in qualche modo ai nostri pro- grammi. Le attività del Centro non sono rallentate in questa fase di transizione. Al con- trario, abbiamo potuto con- tare su un gruppo sempre più ampio di persone con cui collaborare. In particolare, oltre agli accordi di coopera- zione esistenti con l’Università Ebraica ed il Bat Kol Institute di Gerusalemme, abbiamo potuto realizzare lì un corso di un mese su “Identità e diversità ebraica attraverso i secoli”, coordinato da P. David Neuhaus, SJ, e P. Flavio Gillio, SJ, con la coopera- zione di docenti dell’Università Ebraica e di diffe- renti istituzioni ebraiche (si veda la relazione di Esra Gözeler all’interno). Stiamo anche realizzando una serie di conferenze sulle sfide attuali e future con cui devono confrontarsi ebrei e cristiani (si veda il pro- gramma nell’ultima pagina). Questa Newsletter è il risultato di un lavoro di gruppo. La Dott.ssa Emanuela Zurli ha gentilmen- te acconsentito di esserne il direttore editoriale: ha svolto attività giornalistica nella carta stampata e nella televisione per lungo tempo, ha insegnato filo- sofia alla Pontificia Università Gregoriana e da molti anni si dedica allo studio della teologia bibli- ca e delle relazioni ebraico-cristiane. Tra le sue pub- blicazioni ricordo: La giustificazione “solo per grazia” negli scritti di Qumran (Napoli, Chirico 2003). Il Dott. Sabetta è invece il coordinatore della produ- zione della Newsletter. Sono validamente assistiti dalla Sig.ra Galiani. I miei sinceri ringraziamenti a tutti loro e a quanti stanno collaborando con il nostro Centro. Joseph Sievers CENTRO CARD. BEA Newsletter N UMERO 2 Autunno 2007 Flavia Galiani, Gaetano Sabetta, Emanuela Zurli, Joseph Sievers

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Newsletter del Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici - N. 2 - Autuno 2007

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Centro “Cardinal Bea” per gli Studi Giudaici

Le premesse dell’attualedialogo ebraico-cristiano

DALLA REDAZIONE

In questo secondo numero della Newslettercontinueremo ad affrontare tematiche che riguarda-no le premesse, lontane e vicine, dell’attuale “dialo-go ebraico-cristiano” e delle realtà che ne sono ger-mogliate. L’articolo di fondo dello scorso numero,infatti, era dedicato alla personalità da cui il nostroCentro trae il nome e l’ispirazione: il cardinaleAgostino Bea, «architetto» di Nostra Aetate, ladichiarazione del Concilio Ecumenico Vaticano IIche, grazie al suo paragrafo n. 4, avrebbe permesso airapporti tra ebrei e cristiani di raggiungere l’ormaiconsolidata condizione di sincera apertura e collabo-razione. L’articolo di fondo di questo numero, pren-dendo spunto da una nuova voce dell’EncyclopaediaJudaica, assente nella precedente edizione, è infattidedicato allo sviluppo che le relazioni ebraico-cri-

stiane hanno avuto proprio a partire da quel docu-mento conciliare. Un articolo di Ombretta Pisano,documentalista del Centro SIDIC di Roma, riferi-sce, inoltre, sulla commemorazione del Giorno dellaMemoria della Shoah che il SIDIC e il CentroCardinal Bea hanno organizzato lo scorso aprileall’Università Gregoriana. Tra gli altri frutti del “dia-logo ebraico-cristiano” che hanno coinvolto diretta-mente il nostro centro, poi, abbiamo riportato le piùsignificative collaborazioni internazionali con altreuniversità. Ulteriori informazioni sulle nostre inizia-tive, recenti e attualmente in corso, si trovano nellanota del direttore, Joseph Sievers, e naturalmenteall’interno della Newsletter. Nell’invitarvi alla lettu-ra del nostro notiziario, cogliamo l’occasione perporgere i nostri più sentiti auguri per le festività diHanukkah e di Natale.

Emanuela Zurli

LA PAROLA DEL DIRETTORE

Da quando è stata pub-blicata la nostra primaNewsletter sono passati alcu-ni mesi ricchi di avvenimen-ti. Come probabilmente giàsapete, Suor Lucy Thorson,nds, ha lasciato il CentroCardinal Bea per gli Studi Giudaici per tornare nelsuo paese di nascita, il Canada, dopo trentatré annidi attività all’estero. In questi ultimi tre anni è stataun’inestimabile parte del Centro grazie alla suaesperienza ed alla sua dedizione, che da sempre con-traddistingue la sua vita, alle relazioni ebraico-cri-stiane ed alla sua competenza nell’insegnamento enell’amministrazione. Tutti coloro che sono venutiin contatto con il Centro sentiranno la sua mancan-za, e nessuno potrà sostituirla pienamente (il suonuovo indirizzo è: Sr. Lucy Thorson, [email protected]).

Siamo stati fortunati, comunque, nel trovareun successore nel Dott. Gaetano Sabetta ([email protected]), che ha lavorato con noi dalloscorso giugno per lo sviluppo dei nostri programmi,in modo da assicurare una transizione il più agevolepossibile. E’ stato impegnato nel dialogo interreligio-so in India dal 1999 al 2006 e lavora attualmenteanche per l’Istituto di Studi su Religioni e Culture.

Vorrei cogliere questa opportunità per ringra-ziare Suor Lucy per la sua dedizione, della qualestiamo ancora raccogliendo alcuni dei frutti, edaugurare il benvenuto al Dott. Gaetano Sabetta. Gliauguro molto successo nel suo lavoro per il CentroCardinal Bea e vorrei invitare ognuno dei nostri let-tori a partecipare in qualche modo ai nostri pro-grammi.

Le attività del Centronon sono rallentate in questafase di transizione. Al con-trario, abbiamo potuto con-tare su un gruppo semprepiù ampio di persone con cuicollaborare. In particolare,oltre agli accordi di coopera-zione esistenti con

l’Università Ebraica ed il Bat Kol Institute diGerusalemme, abbiamo potuto realizzare lì uncorso di un mese su “Identità e diversità ebraicaattraverso i secoli”, coordinato da P. DavidNeuhaus, SJ, e P. Flavio Gillio, SJ, con la coopera-zione di docenti dell’Università Ebraica e di diffe-renti istituzioni ebraiche (si veda la relazione di EsraGözeler all’interno). Stiamo anche realizzando unaserie di conferenze sulle sfide attuali e future con cuidevono confrontarsi ebrei e cristiani (si veda il pro-gramma nell’ultima pagina).

Questa Newsletter è il risultato di un lavoro digruppo. La Dott.ssa Emanuela Zurli ha gentilmen-te acconsentito di esserne il direttore editoriale: hasvolto attività giornalistica nella carta stampata enella televisione per lungo tempo, ha insegnato filo-sofia alla Pontificia Università Gregoriana e damolti anni si dedica allo studio della teologia bibli-ca e delle relazioni ebraico-cristiane. Tra le sue pub-blicazioni ricordo: La giustificazione “solo per grazia”negli scritti di Qumran (Napoli, Chirico 2003). IlDott. Sabetta è invece il coordinatore della produ-zione della Newsletter. Sono validamente assistitidalla Sig.ra Galiani. I miei sinceri ringraziamenti atutti loro e a quanti stanno collaborando con ilnostro Centro.

Joseph SieversCENT

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erNUMERO 2Autunno 2007

Flavia Galiani, Gaetano Sabetta, Emanuela Zurli, Joseph Sievers

A che punto sono le relazioni ebraico-cristiane? Per accertarlo si potrebbe verifica-re se nella seconda edizione dell’Encyclopae-dia Judaica, pubblicata nel 2006, si trovanovoci che nella prima, uscita nel 1972, nonerano state considerate. Ebbene, nell’ultimaedizione una nuova voce è dedicata proprioalle “relazioni ebraico-cristiane”. Un densotesto di circa diciassette colonne ne ripercor-re nei dettagli la storia, dall’inizio, con lapromulgazione – ad opera del ConcilioVaticano II – di Nostra Aetate (laDichiarazione su “Le relazioni della Chiesacon le religioni non cristiane”, 28 ottobre1965) fino agli ultimi sviluppi. Nel paragra-fo n. 4, di neanche settanta righe, dedicatoal “Legame della Chiesa con la stirpe diAbramo”, il documento conciliare contene-va il germe di una ricchissima serie di inizia-tive e di contatti che avrebbero sempre piùcoinvolto, da un lato, le maggiori rappresen-tanze di molte Chiese cristiane (prima ditutto la Cattolica e quindi le Protestanti,costituenti gran parte del World Council ofthe Churches e, solo con molto ritardo,quelle ortodosse) e, dall’altro, le principaliassociazioni ebraiche presenti nellaInternational Jewish Committee onInterreligious Consultations.

Sorsero così commissioni composte dimembri delle due religioni che a più riprese,e in attuazione dei documenti applicativi diNostra Aetate (basti ricordare gli incontriannuali della International Catholic-JewishLiaison Committee, ILC, o dell’Internatio-nal Council of Christians and Jews, ICCJ, lecui basi erano state poste prima delConcilio), si sarebbero impegnate su fronticomuni. Tra di essi ricordiamo, seguendol’Encyclopaedia Judaica: la condanna dell’an-tigiudaismo (che le diverse Chiese hanno

ammesso di aver predicato), dell’antisemiti-smo (che, come dichiarò nel corso dell’in-contro dell’ILC tenutosi a Praga nel settem-bre del 1990 il futuro cardinale Cassidy,“esige un atto di Teshuvah [pentimento, ndr]e di riconciliazione” da parte cristiana) e diogni forma di discriminazione. Non menoforte l’impegno profuso da varie associazio-ni, nazionali ed internazionali, nell’appro-fondimento del comune patrimonio religio-so di ebrei e cristiani come delle diverse,rispettive tradizioni o, ancora, nella promo-zione – in alcuni contesti e secondo modali-tà differenti – di momenti di preghiera con-divisa. E non solo: la sempre maggiore inte-sa tra le due religioni avrebbe portato allaprogettazione di interventi concernenti lapiù vasta comunità mondiale su temi qualila violenza, il razzismo e i diritti umani.

Nel corso di alcuni decenni il neonato“dialogo ebraico-cristiano” avrebbe così rag-giunto, come scrive N. Solomon nella con-clusione della voce “relazioni ebraico-cristia-ne”, “uno stato di maturità”. Una maturitàampiamente dimostrata anche da questotesto dell’Encyclopaedia Judaica che, redattonella sua prima parte da S.P. Colbi, nonmanca di sottolineare, per ognuna delle que-stioni di volta in volta trattate, la sempremaggiore disponibilità delle diverse Chiese –in particolare della Cattolica – nei confrontidel popolo ebraico (come attestato dallaprima visita di un Papa alla sinagoga diRoma, effettuata da Giovanni Paolo II il 13aprile 1986) e delle sue esigenze, anche poli-tiche (come dimostrato dall’interessamento,ad esempio di Paolo VI, per la situazione diGerusalemme e dei luoghi santi e dall’in-staurazione dei rapporti diplomatici traSanta Sede e Stato di Israele nel 1993). Allostesso modo è evidenziato il riconoscimento,

da parte cristiana, delle proprie gravi respon-sabilità nei confronti delle sofferenze degliebrei. Si pensi, ad esempio, che l’affermazio-ne di Cassidy, citata nella relazione sull’in-contro di Praga, è definita “il primo docu-mento pubblicato con la partecipazione del-l’autorità vaticana che abbia ammesso,anche se in modo obliquo, la colpa cattolicain relazione all’olocausto”.

Accanto al loro consolidato e progressi-vo miglioramento l’Encyclopaedia Judaicadenuncia anche, però, gli ostacoli tuttoraincontrati dalle relazioni ebraico-cristiane.Nella parte finale della voce ad esse dedica-te, N. Solomon non manca di ricordare,oltre alla tensione tra le due comunità crea-ta da singoli episodi (come l’apertura delconvento di Auschwitz, la beatificazione diEdith Stein e di Maximilian Kolbe, alcuniatti politici o “infelici sermoni pasquali” dialcuni Papi), due persistenti motivi di attri-to: il proselitismo nei confronti degli ebrei,praticato da piccole sette evangeliche indi-pendenti e, soprattutto, il non ancora pienoriconoscimento, da parte di alcune Chiese,dell’importanza sia politica sia teologica diIsraele. Viene inoltre ribadito che l’antisemi-tismo sarà inintenzionalmente favorito finoa quando non saranno abbandonate la “teo-logia sostitutiva” e le ultime tracce di “inse-gnamento del disprezzo”, per lasciare defini-tivamente il posto alla “nuova teologia” edalla “nuova comprensione degli ebrei e del-l’ebraismo”. E’ quindi con l’auspicio che ilnuovo corso intrapreso dalle diverse Chiese“diventi parte del normale insegnamento ecatechesi … tra i cristiani di tutto il mondo”che Solomon chiude l’articolo.

Su certe critiche mosse dal noto studio-so e rabbino di Oxford, che certamente nonrappresenta l’unica posizione dell’ebraismosull’argomento, una parte del mondo cristia-no – non meno differenziato, al suo interno,di quello ebraico – forse non sarebbe d’ac-cordo. Per concludere riteniamo, comun-que, che l’articolo dell’Encyclopaedia Judaicapossa essere considerato un’eloquente testi-monianza del fatto, per riprendere quantoaffermato nel suo ultimo libro da un’altrasignificativa voce dell’ebraismo, Tullia Zevi(Presidente dell’Unione delle ComunitàEbraiche Italiane dal 1983 al 1998), che“ebrei e cristiani ora procedono sul binariosicuro della collaborazione e del dialogo”.

Emanuela Zurli

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Le relazioni ebraico-cristiane alla luce dell’ultima edizione dell’Encyclopaedia Judaica

Giovanni Paolo II e Rav Elio Toaff

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Collaborazioni internazionali 2006-2007Quarto seminario dei gesuiti (e dei collaboratori) in dialogo con gli ebrei: “Diaspora,secolarizzazione, modernità”, Fordham University (New York), 25-30 luglio 2007.L’incontro, al quale ha partecipato il Prof. Sievers in rappresentanza del Centro CardinalBea, è stato un’occasione per confrontarsi con gesuiti e persone che lavorano con loro indifferenti paesi, spesso in università di gesuiti, nel campo delle relazioni ebraico-cristiane.Accanto alle conferenze tenute da ebrei e gesuiti e a discussioni specifiche, c’è stato ampiotempo per scambi sulle iniziative in varie località. La relazione del Prof. Sievers sul lavo-ro del Centro Cardinal Bea è stato bene accolto e ha suscitato considerevole interesse.

“Gesù Cristo e il popolo ebraico”, Katholieke Universiteit, Leuven, 15-18 agosto 2007. L’incontro, al quale hanno partecipato dieci teologi e specialisti dei rapporti ebraico-cristiani, ha dato seguito ad un’iniziativa organizzata adAriccia nell’ottobre 2006 ed allora ospitata dal Centro Cardinal Bea. Gli altri due centri universitari coinvolti, anche quest’anno, sono stati ilCardinal Bernardin Center della Catholic Theological Union e il Center for Christian-Jewish Learning del Boston College. Per il CentroCardinal Bea ha partecipato il direttore, Prof. Sievers. Il colloquio, al quale hanno preso parte cattolici, luterani ed ebrei, si è svolto in uno spi-rito di collaborazione. Il nodo centrale è stato come far coesistere, da un punto di vista cristiano, l’affermazione della universalità della salvezzain Gesù Cristo con il riconoscimento dell’irrevocabilità dell’alleanza tra Dio e gli ebrei.

Commemorazione del Giorno della Memoria della Shoah (16 aprile 2007)La tragedia della Shoah marca indelebilmente i rapporti tra cristiani ed ebrei. Nel

1998, con “Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah” la Commissione per iRapporti religiosi con l’Ebraismo porta all’attenzione del mondo cristiano l’urgenzae la necessità della memoria del genocidio nazista: “Dinanzi a questo orribile genoci-dio, … nessuno può restare indifferente, meno di tutti la Chiesa, in ragione dei suoilegami strettissimi di parentela spirituale con il popolo ebraico … Non è soltantoquestione di ritornare al passato. Il futuro comune di ebrei e cristiani esige che noiricordiamo, perché ‘non c’è futuro senza memoria’ ”. Riflettere su questa tragediaserve, quindi, a “far sì che mai più l’egoismo e l’odio abbiano a crescere fino al puntoda seminare sofferenze e morte”. Proprio nella coscienza di essere portatori di taleimperativo morale, il Centro Cardinal Bea insieme al Centro di DocumentazioneSIDIC-Roma, dedicati alle relazioni con gli ebrei, hanno fatto proprio il richiamo aricordare, organizzando presso l’Università Gregoriana una commemorazione delloYom HaShoah Ve-Hagevurah il 16 aprile scorso.

In ebraico l’espressione significa “Giorno della memoria dei martiri e degli eroidell’olocausto” ed inizia al tramonto del 27 del mese di Nisan del calendario ebraico, che quest’anno è caduto la domenica del 15 aprile. YomHaShoah ricorda l’inizio della rivolta del ghetto di Varsavia nel 1943, e fu stabilito per legge dal governo israeliano nel 1951. In tutto Israele inquesto giorno una sirena risuona per due minuti in memoria delle vittime, ed i luoghi di intrattenimento restano chiusi.

Ombretta Pisano

• American Jewish Committee (AJC)• Hubert e Aldegonde Brenninkmeijer-Werhahn• Robert e Suzanne Chute• Philip A. Cunningham• P. Norbert Hofmann, sdb

• Richard e Susan Master• Schult’z s.a.• The Skirball Foundation • Coniugi S. Silverman• Tides Foundation

RingraziamentiIn aggiunta ai nostri sponsor ufficiali vogliamo ringraziare:

DONAZIONI - Per informazioni, consultare il sito www.unigre.it sotto la voce “Donazioni”

I convegnisti di Lovanio

Veduta del campo di Auschwitz

CORSI II SEMESTRE A.A. 2007-2008

“Espiazione e perdono nella visione ebraica: i riti e i doveri di Yom Kippur” Rav Joseph Levi

“Introduction to Jewish Biblical Exegesis” Prof.ssa Sara Japhet

“Ebraico moderno, II livello” Dott. Francesco Bianchi

“I Patriarchi nell’interpretazione rabbinica” Rav Benedetto Carucci Viterbi“I rapporti tra cristiani cattolici ed ebrei a partire dal Concilio Vaticano II”

Prof. Norbert Hofmann, Dott. Maurizio Mottolese

“Post-Holocaust philosophy and theology” Dott.ssa Susan E. Shapiro

EVENTI SPECIALI 2007 – 2008

Collaborazione al Convegno Internazionale

dell’Università “Tor Vergata”,

13 dicembre 2007:

“Tra Terra e cielo, Abraham Joshua Heschel nel centenario della nascita”

Presentazione congiunta dei libri presso la

Pontificia Università Gregoriana,

22 gennaio 2008:

“The Catholic Church and the Jewish People:Recent Reflections from Rome”

----------------------“Nostra Aetate: Origins, Promulgation, Impact on Jewish-Christian Relations”

Per ulteriori informazioni consultare il sito

www.unigre.it

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Corsi e Seminari

Per ulteriori informazioni sulle attività del Centro “Cardinal Bea”

e per iscriversi alla nostramailing-list si prega di contattare:

Centro “Cardinal Bea”per gli Studi Giudaici

Pontificia Università GregorianaPiazza della Pilotta, 4

00187 RomaTel. +39. [email protected]

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Joseph Sievers, DirettoreGaetano Sabetta, Sviluppo Programmi

Emanuela Zurli, Direttore editoriale Newsletter Flavia Galiani, Segretaria

Consiglieri:Sr. Nuria Calduch-Benages, msfn

P. Reinhard Neudecker, SJ

BORSE DI STUDIO ASSEGNATE PER L’A.A. 2007-2008

(Per i bandi relativi all’A.A. 2008-2009 consultare il sito www.unigre.it)

Brenninkmeijer-Werhahn Fellowship alla Pontificia Università GregorianaUri Gabbay, Israele – Sergey Minov, Russia

Skirball Fellowship for the Study of Christianity alla Pontificia Università GregorianaReuven Kiperwasser, Israele – Ronny Vollandt, Germania

Riflessione sul corso tenutosi a GerusalemmeLo scorso ottobre ho avuto la fortuna di partecipare, a Gerusalemme, al corso “JewishIdentity and Diversity through the Ages”, coordinato dal Centro Cardinal Bea per gli StudiGiudaici. Le settimane di soggiorno sono state l’occasione di un apprendimento intensivo emolto fruttuoso di vari aspetti della tradizione ebraica: l’esegesi, la filosofia, il misticismo, lefeste, il ruolo delle donne, i diversi gruppi religiosi, la letteratura rabbinica. Come si è veri-ficato quando sono stata a Roma per studiare il cristianesimo, il corso di Gerusalemme miha permesso di comprendere la fede ebraica in modo più ricco e profondo. Tutti i docentierano molto competenti, cordiali e amichevoli e ciò ha permesso di fare domande e ricevererisposte con libertà e onestà. L’approfondimento delle altre religioni è per me molto importante perché mi consente diconoscere il fondamento letterario, teologico e storico della mia: più studio le tradizioni reli-giose semitiche e più comprendo correttamente quella musulmana. Anche se ebraismo edislamismo hanno i propri principi di fede, di culto e il proprio mondo culturale, vi sonocomunque diverse figure in comune, come Abramo, Giacobbe, Giuseppe, Mosè... Con lostudio comparato delle religioni scopro così come la mia fede mi aiuta a vivere secondo lavolontà di Dio e ciò arricchisce la mia vita spirituale.Ho potuto conoscere la tradizione ebraica non solo tramite le lezioni, ma anche entrando in contatto con la città, con la gente nelle strade e partecipandoa diverse celebrazioni liturgiche. Gerusalemme è una terra speciale, dove si può trovare l’eredità storica e culturale nonché seguire le tracce delle religionidivine. Il periodo del corso, inoltre, è stato meraviglioso per l’opportunità che mi ha dato di conoscere le feste ebraiche e parteciparvi. Ho constatato con stupo-re che Rosh Hashanah coincideva con il Ramadan, periodo di digiuno per i musulmani. Mentre gli ebrei celebravano l’ingresso del nuovo anno dicendo“Shana Tova”, i musulmani iniziavano il Ramadan con la preghiera del “Tarawih”, e mentre gli ebrei erano impegnati nella preparazione delle loro festestagionali, i musulmani erano in fermento perché potevano digiunare di nuovo e sentire lo spirito del Ramadan. Uno dei momenti indimenticabili è stata la messa, celebrata alla Chiesa delle Nazioni dai sacerdoti del nostro gruppo. Nonostante fossimo di religioni dif-ferenti, abbiamo pregato tutti insieme e chiesto l’aiuto di Dio con l’apertura della porta della pace.Il dialogo interreligioso è così diventato un livello ulteriore di esperienza che ho potuto vivere al corso. Immaginate cattolici e musulmani che, seduti attor-no allo stesso tavolo, cercano di comprendere l’ebraismo spiegato da un ebreo. Tale immagine ci fa capire che il dialogo è più facile di quanto noi pensia-mo. Questo corso può essere quindi considerato anche un contributo per una riconciliazione tra le religioni divine e le culture, attraverso un mutuo rispet-to e la comprensione dell’“altro”.Durante la mia permanenza, ho imparato molto anche dagli altri partecipanti. Quando eravamo a pranzo o a cena, negli intervalli tra una lezione e l’altrao lungo il cammino verso il Pontificio Istituto Biblico, condividevamo conoscenze ed esperienze, arricchendoci a vicenda.In conclusione, vorrei esprimere i miei più sinceri ringraziamenti al Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici per questa meravigliosa opportunità e peril coordinamento del corso. Vorrei anche ringraziare il Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme per averci ospitato e l’Ecce Homo Convent per la caldaaccoglienza.

Esra Gözeler (candidata al dottorato all’Università di Ankara, Facoltà di Teologia)

I partecipanti al corso di Gerusalemme

Ciclo di conferenze: “I rapporti ebraico-cristiani dal passato alle sfide del futuro” (per il ciclo completo delle conferenze consultare il sito www.unigre.it)

ALTRE COLLABORAZIONI A GERUSALEMME

Corso al Bat Kol Institute, luglio 2008 “Love, Law & Lore: Holiness and Wilderness Themes in Leviticus”

“The New Testament Parables within the Context of first Century Judaism”Per ulteriori informazioni: www.batkol.info

Corso del Centro “Cardinal Bea”, settembre 2008“Jewish Identity and Diversity through the Ages”

Per ulteriori informazioni: www.unigre.it

11 dicembre The Land in Jewish, Muslim and ChristianPerspectivesProf. Yehezkel LandauHartford Seminary, Connecticut, USADr. Mustafa Abu-SwayAl-Quds University, JerusalemFr. Michael McGarry, CSPTantur Ecumenical Institute, Jerusalem

18 dicembreGiustizia e diritti dei poveriRav Prof. Giuseppe LarasPresidente dell’Assemblea dei Rabbini d’ItaliaRev. Maria BonafedeModeratora della Tavola Valdese

8 gennaioEducazione InterreligiosaRav Prof. Benedetto Carucci ViterbiCollegio Rabbinico Italiano e Pontificia Università GregorianaS. E. Mons. Elias ChacourArcivescovo Melchita di Galilea

15 gennaio Jews and Christians confronting Today’sCommon ChallengesEbrei e cristiani di fronte alle comuni sfide attualiRabbi Israel Singer S. Em. Péter Card. ErdöArcivescovo di Esztergom-Budapest e Presidente del CCEEMons. Pierfrancesco Fumagalli (Respondent)Già Segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’EbraismoDa sinistra: E. Baccarini, J. Sievers, I. Kajon