Newsletter 08 03

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Newsletter del 01/03/2015 Jobs Act in Gazzetta ufficiale ed è ufficialmente in vigore Debutta il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i neoassunti dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei primi due decreti attuativi del Jobs act. Non si può puntare alla perfezione fin da domani, in quanto non mancherà un 20% di errori o di scontenti, ma accontentia- moci dell’80%”, commenta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che sottolinea: “Si apre una fase nuova per il lavoro in Italia, nel segno di una maggiore certezza di regole per le imprese, di una prospettiva di stabilità per i lavoratori, di un ampliamento delle tutele e si avvia la costruzione di un nuovo mercato del lavoro più efficiente ed efficace, ed al tempo stesso più equo ed inclusivo”. Sono pronto a raccogliere la sfida sugli effetti positivi del Jobs act, a partire dall’aumento dell’occupazione e sono convinto della bontà delle scelte che abbiamo fatto. Poletti esclude a priori l’idea che si licenzia e poi si riassume con il contratto a tutele crescenti traendo beneficio dagli sgravi: “Non è compatibile con la legge”. E ribadisce che le nuove regole sui licenziamenti si applicano solo ai neo-assunti, in quanto per i vecchi assunti resta l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il Jobs act, secondo Poletti, potrà produrre fino a 150mila posti di lavoro in più nel 2015. Nel secondo trimestre del 2015 i dati si vedranno sull’occupazione dopo che i primi due decreti attuativi, sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova Aspi, sono stati firmati dal capo dello Stato. Con il contratto a tutele crescenti, certo sotto il profilo della regolamentazione del rapporto di lavoro e convenien- te sotto il profilo economico con la decontribuzione triennale per i nuovi assunti, e la deducibilità dal calcolo dell’imponibile Irap della componente lavoro, le imprese non avranno più alibi e potranno procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato, che potrà così diventa- re, dopo decenni di prevalenza di molteplici tipologie contrattuali precarie, la forma contrattuale ordinaria per i nuovi rapporti di lavoro, con riflessi positivi sulle prospetti- ve di vita dei lavoratori e, di conseguenza, anche su una ripresa dei consumi. A questo si unisce una nuova regolamentazione degli strumenti di sostegno per chi resta senza lavoro, che amplia la platea di chi ne può beneficiare e delinea un intervento di politiche attive che aiutino nella ricerca di una nuova occupazione. La pubblicazione ha dato il via libera anche al riordino della normativa sugli ammor- tizzatori sociali con l’applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio. Naspi è il nuovo assegno che vale per gli eventi di disoccu- pazione che si verificano dal 1° maggio 2015 per tutti i lavoratori dipendenti che abbiano perso l’impiego e che hanno cumulato almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni di lavoro, ed almeno 18 giornate effettive di lavoro negli ultimi 12 mesi. La base retributiva sono gli ultimi 4 anni di impiego, anche non continuativo, rapportati alle settimane contributive e moltiplicati per il coefficiente 4.33. La prestazione dura un numero di settimane corrispondente alla metà delle settimane contributive degli ultimi 4 anni di lavoro mentre l’indennità prevede un tetto di 1.300 euro con un decalage del 3% al mese dal 4^ mese in poi. Il lavoratore in Naspi non può rifiutare iniziative riqualificazione professionale pena la perdita dell’indennità. Nel caso però, che scaduta la Naspi il lavoratore non trovi l’impiego viene introdotto, in via sperimentale, per quest’anno, l’Asdi, assegno di disoccupa- zione che sarà pari al 75% dell’indennità Naspi per un periodo di 6 mesi ed erogato fino ad esaurimento dei 300 milioni del fondo ad hoc. Sono arrivati anche i dati Istat sul lavoro e i numeri degli ultimi sei anni (2008-2014) sono tutt’altro che incoraggianti. Con un mercato del lavoro che sta invecchiando: oltre 1,1 milioni di over 55 occupati in più e quasi due milioni di under 35 in meno. Tra il 2008 e il 2014 gli occupati sono diminuiti in media annua di 811.000 persone ma con grandi differenze a livello territoriale: il Sud ha perso 576.000 posti di lavoro, pari al 70% del calo complessivo mentre il Nord ne ha persi 284.000. Il Centro ha guadagnato 48.000 occupati. Il Sud ha perso l’8,9% dei suoi occupati (-3,5% la media in Italia). L’occupazione comples- siva in Italia in media annua è diminuita tra il 2008 e il 2014 del 3,5% (811.000 posti) ma se al Nord si è perso il 2,38% e al Centro si è registrato un piccolo incremento (+1%), il Mezzogiorno ha perso quasi l’8,9 degli occupati dell’area (da 6.432.000 a 5.856.000). Anche l’ultimo anno che in media in Italia ha registrato un aumento di 88.000 occupati ha visto arrancare il Meridione con 45.000 occupati in meno. Il tasso di occupazione nell’area è diminuito tra il 2008 e il 2014 dal 46% al 41,8% a fronte del tasso medio italiano passato dal 58,6% al 55,7% e quello del Nord passato dal 66,9% al 64,3%. Se nel Trentino il tasso di occupazione è rimasto pressoché stabile (passato dal 68,5% al 68,3%) in Campania è passato dal 42,4% al 39,2% (appena il 27,5% nel 2014 tra le donne). Questo è quanto legato al mercato del lavoro e le potenziali possibilità offerte dall’entrata in vigore del Jobs Act. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, come dicevamo, scommette su un solo 20% di errori o di scontenti, mentre per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, avverte che sarà più facile ridurre le tutele dei lavoratori e licenziare. Questa è, a detta di Barbagallo, l’unica certezza. Per ora siamo sullo start e l’unica certezza la potremo avere solo al taglio del traguar- do. Il primo step operativo lo potremo avere e valutare solo a fine 2015. Restiamo in attesa. Cocis

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Jobs Act in Gazzetta ufficiale ed è ufficialmente in vigore Libia e Ucraina, Renzi e Putin si tendono la mano Il paradosso: l’Onu e l’UE vogliono i respingimenti Bartolomeo Pepe, Commissione Ecomafia e Cinque Stelle Curdi, Isis distrugge l’antica città Hatra Isis: Jihadi John chiede scusa a famiglia Hacker su sito Pd Toscana, sigla Isis Na’ storia di donne Mattarella: “Senza donne, Italia più povera e ingiusta” 8 Marzo: Viminale,in calo reati su donne Il Vice Ministro italiano per lo Sviluppo Economico in un’esclusiva ad Al-Ahram: la cooperazione è l’unico modo per bloccare l’escalation del terrorismo Calcio: Lega sposa linea Tavecchio e il Parma torna in campo Serie A : Roma fattore X , bene l’Udinese Serie A : Sampdoria – Cagliari 2-0

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Newsletter del 01/03/2015

Jobs Act in Gazzetta u�ciale ed è u�cialmente in vigoreDebutta il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i neoassunti dopo la pubblicazione in Gazzetta u�ciale dei primi due decreti attuativi del Jobs act. Non si può puntare alla perfezione �n da domani, in quanto non mancherà un 20% di errori o di scontenti, ma accontentia-moci dell’80%”, commenta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che sottolinea: “Si apre una fase nuova per il lavoro in Italia, nel segno di una maggiore certezza di regole per le imprese, di una prospettiva di stabilità per i lavoratori, di un ampliamento delle tutele e si avvia la costruzione di un nuovo mercato del lavoro più e�ciente ed e�cace, ed al tempo stesso più equo ed inclusivo”. Sono pronto a raccogliere la s�da sugli e�etti positivi del Jobs act, a partire dall’aumento dell’occupazione e sono convinto della bontà delle scelte che abbiamo fatto. Poletti esclude a priori l’idea che si licenzia e poi si riassume con il contratto a tutele crescenti traendo bene�cio dagli sgravi: “Non è compatibile con la legge”. E ribadisce che le nuove regole sui licenziamenti si applicano solo ai neo-assunti, in quanto per i vecchi assunti resta l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il Jobs act, secondo Poletti, potrà produrre �no a 150mila posti di lavoro in più nel 2015. Nel secondo trimestre del 2015 i dati si vedranno sull’occupazione dopo che i primi due decreti attuativi, sul contratto a tutele crescenti e sulla nuova Aspi, sono stati �rmati dal capo dello Stato. Con il contratto a tutele crescenti, certo sotto il pro�lo della regolamentazione del rapporto di lavoro e convenien-te sotto il pro�lo economico con la decontribuzione triennale per i nuovi assunti, e la deducibilità dal calcolo dell’imponibile Irap della componente lavoro, le imprese non avranno più alibi e potranno procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato, che potrà così diventa-re, dopo decenni di prevalenza di molteplici tipologie contrattuali precarie, la forma contrattuale ordinaria per i nuovi rapporti di lavoro, con ri�essi positivi sulle prospetti-ve di vita dei lavoratori e, di conseguenza, anche su una ripresa dei consumi. A questo si unisce una nuova regolamentazione degli strumenti di sostegno per chi resta senza lavoro, che amplia la platea di chi ne può bene�ciare e delinea un intervento di politiche attive che aiutino nella ricerca di una nuova occupazione. La pubblicazione ha dato il via libera anche al riordino della normativa sugli ammor-tizzatori sociali con l’applicazione del nuovo sussidio di disoccupazione (Naspi) che entrerà in funzione da maggio. Naspi è il nuovo assegno che vale per gli eventi di disoccu-pazione che si veri�cano dal 1° maggio 2015 per tutti i lavoratori dipendenti che abbiano perso l’impiego e che

hanno cumulato almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni di lavoro, ed almeno 18 giornate e�ettive di lavoro negli ultimi 12 mesi. La base retributiva sono gli ultimi 4 anni di impiego, anche non continuativo, rapportati alle settimane contributive e moltiplicati per il coe�ciente 4.33. La prestazione dura un numero di settimane corrispondente alla metà delle settimane contributive degli ultimi 4 anni di lavoro mentre l’indennità prevede un tetto di 1.300 euro con un decalage del 3% al mese dal 4^ mese in poi. Il lavoratore in Naspi non può ri�utare iniziative riquali�cazione professionale pena la perdita dell’indennità. Nel caso però, che scaduta la Naspi il lavoratore non trovi l’impiego viene introdotto, in via sperimentale, per quest’anno, l’Asdi, assegno di disoccupa-zione che sarà pari al 75% dell’indennità Naspi per un periodo di 6 mesi ed erogato �no ad esaurimento dei 300 milioni del fondo ad hoc. Sono arrivati anche i dati Istat sul lavoro e i numeri degli ultimi sei anni (2008-2014) sono tutt’altro che incoraggianti. Con un mercato del lavoro che sta invecchiando: oltre 1,1 milioni di over 55 occupati in più e quasi due milioni di under 35 in meno. Tra il 2008 e il 2014 gli occupati sono diminuiti in media annua di 811.000 persone ma con grandi di�erenze a livello territoriale: il Sud ha perso 576.000 posti di lavoro, pari al 70% del calo complessivo mentre il Nord ne ha persi 284.000. Il Centro ha guadagnato 48.000 occupati. Il Sud ha perso l’8,9% dei suoi

occupati (-3,5% la media in Italia). L’occupazione comples-siva in Italia in media annua è diminuita tra il 2008 e il 2014 del 3,5% (811.000 posti) ma se al Nord si è perso il 2,38% e al Centro si è registrato un piccolo incremento (+1%), il Mezzogiorno ha perso quasi l’8,9 degli occupati dell’area (da 6.432.000 a 5.856.000). Anche l’ultimo anno che in media in Italia ha registrato un aumento di 88.000 occupati ha visto arrancare il Meridione con 45.000 occupati in meno. Il tasso di occupazione nell’area è diminuito tra il 2008 e il 2014 dal 46% al 41,8% a fronte del tasso medio italiano passato dal 58,6% al 55,7% e quello del Nord passato dal 66,9% al 64,3%. Se nel Trentino il tasso di occupazione è rimasto pressoché stabile (passato dal 68,5% al 68,3%) in Campania è passato dal 42,4% al 39,2% (appena il 27,5% nel 2014 tra le donne). Questo è quanto legato al mercato del lavoro e le potenziali possibilità o�erte dall’entrata in vigore del Jobs Act. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, come dicevamo, scommette su un solo 20% di errori o di scontenti, mentre per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, avverte che sarà più facile ridurre le tutele dei lavoratori e licenziare. Questa è, a detta di Barbagallo, l’unica certezza. Per ora siamo sullo start e l’unica certezza la potremo avere solo al taglio del traguar-do. Il primo step operativo lo potremo avere e valutare solo a �ne 2015. Restiamo in attesa.

Cocis

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L’ipocrisia la fa da padrona.

Qualche settimana fa, parlavamo della presunta eticità dell’Onu a cui, spesso , fanno ricorso i Paesi dell’Europa occidentale, ed in particolare l’Italia, quando non sono in grado di prendere delle decisioni o addirittura quando devono mascherare un loro volta-re lo sguardo dall’altra parte. La conferma di quanto sosteniamo ci viene dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera dall’inviato dell’Onu, Bernardino Leon, il quale ipotizza di bloccare il tra�co di esseri umani dando il via ad un blocco navale rati�cato dal Consiglio di Sicurezza. Ai tempi del Governo Berlusconi si chiamava politica dei respingimenti e non vantava né riconosci-menti internazionali né benedizioni da parte delle NU, anzi venne messo all’indice e tacciato di “crudeltà verso poveri esseri umani”. Come per incanto, la tanto vituperata politica dei respin-gimenti viene riesumata e trasformata in strategia internaziona-le, e qua sta il paradosso ed una sorpresa, che sottende all’inte-nto di un intervento armato. Infatti, stando a quanto riferisce l’agenzia Reuters, il rappresentante della politica estera Federica Mogherini avrebbe accennato alla possibilità di dar vita ad una coalizione europea in grado di monitorare un cessate il fuoco tra le varie milizie libiche e nel contempo proteggere le infrastruttu-re strategiche. In altri termini un’operazione militare che va sotto il nome di peacekeeping che già viene valutata sia in Italia che dagli altri Paesi europei. Un’operazione inevitabile se le milizie dell’Isis, con la loro avanzata, metteranno a rischio distruzione e devastazione città e molti tratti di costa. O, secondo quanto ha dichiarato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri, se la pressione esercitata da circa un milione di migranti non sarà più arginabile. Pare che quest’ipotesi sia stata oggetto di discussione nell’inco-ntro di Mosca tra il nostro Premier e Vladimir Putin. Un’ipotesi che ha fatto da sottofondo anche al vertice, tenutosi a Parigi, tra il segretario Usa John Kerry, Laurent Fabius e Federica Mogherini. Intanto mentre si di discute la multinazionale del terrore, Isis, si allea con Boko Haram per portare il terrore a livello globale. Il risultato è, come giusto che sia, che l’Italia insieme a Stati Uniti ed Europa si sta preparando ad un intervento armato in Libia.

Il paradosso: l’Onu e l’UEvogliono i respingimenti

Libia e Ucraina,Renzi e Putin si tendono la manoIl presidente del Consiglio Matteo Renzi ha riunito questa mattina a Palazzo Chigi i ministri Paolo Gentiloni, Roberta Pinotti ed Angelino Alfano, con il sottosegretario ai Servizi Marco Minniti, nell’ormai consueto incontro sulla situazione libica e la lotta al terrorismo. Al centro della riunione, spiegano fonti di Palazzo Chigi, gli esiti della visita del premier in Ucraina e Russia. L’Italia con�da nell’aiuto della Russia per trovare una soluzione politico-diplomatica in Libia. La Russia spera che l’Europa, anche grazie al ruolo dell’Italia, si adoperi a�nchè il rispetto dell’accordo di Minsk sull’Ucraina porti al superamento delle sanzioni adottate contro Mosca. Sono queste, in sintesi, le posizioni emerse al termine dei colloqui che Matteo Renzi ha avuto a Mosca con Vladimir Putin. Il presidente del Consiglio, dopo aver deposto un mazzo di �ori sulla tompa di Boris Netsov, il politico dell’opposizione ucciso la scrsa settimana, e un incontro con il premier Dmitri Medvedev, ha avuto un lungo colloquio con il presidente russo. Oltre tre ore, nel secondo faccia a faccia fra i due leader dopo quello, avvenuto lo scorso ottobre, a margine del vertice Asem di Milano. Renzi ha detto di sperare ”molto nell’aiuto che il presidente Putin e la federazione russa possono dare nel Consiglio di sicurezza; perche’ il ruolo della Russia nella questione libica, anche alla luce dei legami storici tra Russia ed Egitto, puo’ essere molto importante”. Il dossier libico, ha aggiunto il presidente del Consiglio, è “prioritario” in particolare nella battaglia contro chi vuole “distruggere i valori su cui sono fondate le nostre comunità: oggi la minaccia del terrorismo e del fanatismo religioso è una minaccia particolarmente grave”. Anche Putin ha riconosciuto che sul terreno “la situazione è peggiorata”. E la Russia, ha detto, “è per una soluzione paci�ca e appoggia gli sforzi dell’Onu”. Parole apprezzate da Renzi. ”Il ruolo della Russia, per la sua storia e il suo ruolo nel consiglio di sicurezza, può essere decisivo” nell’a�r-ontare la crisi libica e la minaccia terroristica, ha detto il presidente del Consiglio, secondo il quale “occorre una risposta incisiva internazionale”. Il nostro dialogo politico è sempre molto attivo e sono felice di incontrarla a Mosca per parlare nel complesso dei nostri rapporti, ha detto Putin accogliendo il premier Renzi al Cremlino. Lavoriamo insieme, ha sottolineato il presidente russo, in vari settori: nell’ene-rgia, nei macchinari industriali, nello spazio e in molti altri ambiti”. Che i rapporti siano privilegiati, pare confermato dalla visita che il presidente russo farà a Milano in occasione dell’Expo il 10 giugno, nella giornata della Russia all’esposizione universale. Renzi ha espresso la propria posizione sulla crisi ucraina. La situazione resta complicata, ma non ci sono più combattimenti né morti e non si distruggono le statue. Bisogna rispettare gli accordi di Minsk e questo apre la possibilità per un dialogo diretto tra Kiev con Donesk”, ha detto Putin facendo intendere di contare sull’Europa e in particolare sull’Italia per fare in modo che quell’intesa sia rispettata. Per parte italiana, Renzi ha ricordato le di�coltà tra Ue e Russia, ma ha voluto sottolineare il passo in avanti decisivo degli accordi di Minsk, è un buon lavoro che consente di indicare la strategia non solo per il cessate il fuoco, ma soprattutto indica una soluzione. Nelle prossime settimane e mesi sarà fondamentale continuare a lavorare insieme. E ciò nonostante le sanzioni siano un problema nei rapporti fra Russia ed Europa. “C’è uno spazio di collaborazione pur in un contesto di di�coltà legato alle sanzioni europee e alle contro sanzioni russe che costituiscono naturalmente in entram-be le direzioni un problema”. Sanzioni che però non impediscono a Italia e Russia di avere intensi scambi commerciali. Basti pensare, come ha ricordato Putin, che circa 900 mila cittadini russi hanno visitato l’Italia lasciando nel nostro Paese un miliardo di dollari.

Newsletter del 01/03/2014

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Intervistiamo il senatore Bartolomeo Pepe, eletto nel 2013 nella circoscrizione Campania per il Movimento 5 Stelle, poi fuoriuscito dallo stesso passando al gruppo misto dei senatori 5 Stelle dimissionari. Dal gennaio 2015 aderisce alla Federazione dei Verdi di cui è portavoce al Senato. Esponente della Commissione Ecoma�a.Senatore Pepe, Lei è un ex Cinque Stelle ed esponente della Commissione Ecoma�a. Mi riassume in breve, e per sommi capi, cosa la ha spinto ad impegnarsi in prima persona nell’agone politico?Sono sempre stato un ambientalista, o per meglio dire un attivista ambientale, e per dirla con Mattei ho usato la politica come fosse un taxi. Attraverso i Cinque Stelle mi è stata o�erta questa possibilità e sono salito, non in politica, ma nel taxi. Mi perdoni l’ironia ma c’è sempre qualcuno, leggi Berlusconi e Monti, che scende o sale in politica. E’ forse una scala mobile la politica? Lei è campano, di Casalnuovo, ed è esponente della Commissione Ecoma�a. E’ per me doveroso obbligo chiederle della Terra dei Fuochi.Diciamo che i problemi e le problematiche connesse alla Terra dei Fuochi sono molto più gravi di quelli esistenti, in termini ambientali, di quelli di altre regioni. Potremmo citare altri casi, anche se meno gravi, che riguardano la regione Lazio, la regione Sicilia, oppure il Veneto o la Liguria. Per rispondere alla sua domanda nello speci�co, parlare della Terra dei Fuochi è anche parlare anche del bruciare nella terra i ri�uti tossici, ma si può anche arrivare, a latere, nel parlare dell’arsenico presente nelle condotte e quindi nell’acqua. In questi casi è a rischio anche la catena alimentare perché le concentrazioni di arsenico superiori ai livelli consentiti possono essere rilevate anche nel pane, come mero esempio. Ma non voglio fuorviare: le emergen-ze ambientali e industriali sono state trattate nel decreto-legge Terra dei fuochi il 5 febbraio 2014 convertito in legge dal Senato, che prevede anche il divieto di bruciare ri�uti e la mappatura delle aree inquinate della Campania. Con il decreto legge viene introdotto nell’ordinamento italiano il reato di combustione dei ri�uti. Sino ad ora ne era privo il Codice penale, ed agli albori prometteva di farla pagare agli inquinatori, ma delude le aspettative. Non convince nemmeno gli ambientalisti. Giudici, costituziona-listi, docenti universitari dall’animo verde-nobile restano perplessi alla semplice lettura della bozza, in alcuni casi, persino contrari alla disciplina che si va delineando, non mantiene le promesse soprattutto quando introduce il reato di disastro ambientale traducendolo alla stregua di un cataclisma, ma la pena �ssata è poco appropriata alla strage prevista. Non che debba essere di natura punitiva, ci mancherebbe, ma solo per fare un esempio, chi versa quintali di sostanze chimiche in un corso d’acqua che si ricongiunge al �ume che corre verso il mare deve pure immaginare il veleno che somministra alle comunità che vivono delle ricchezze di quel �ume, molte insediate secoli prima degli impianti chimici e industriali. Il disastro ambientale è inteso, nel disegno di legge, come un’altera-zione irreversibile o peggio come un’alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibi-le solo con provvedimenti eccezionali. E ancora, il disastro

ambientale è concepito come un’o�esa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza oggettiva per l’estensione del territorio coinvolto o per il numero di persone o�ese o esposte a pericolo. Disastro ambientale sarà sinonimo di danno incancellabile o, seppur reversibile, si con�gurerà solo quando il ripristino è oneroso e richiede provvedimenti eccezionali. Non è condivisa la scelta, prevista all’art. 118-ter, di dare notizia delle indagini al Procuratore nazionale antima�a. Il pericolo è di sottrarre il processo al giudice naturale, in attesa della decisione sulla competenza, la prescrizione è in agguato. Se poi il rimedio è semplicemente quello di staccare la spina, premere un bottone, non siamo più di fronte ad un disastro, ma semplicemente al reato d’inquinamento anche se la spina si stacca troppo tardi, perché magari nessuno se n’era accorto o perchè il ravvedimento richiede almeno il tempo di essere scoperti. D’altro canto basta chiudere un pozzo inquinato per risolvere il problema, il fatto che 200mila persone si debbano poi arrangiare con l’acqua degli altri e che per il futuro intere popolazioni siano costrette ad un uso limitato di questa risorsa, per dirne solo una, non importa. Sete e coltivazioni all’asciutto rientrano nella categoria calamità naturale che, un bel corso di danza della pioggia, gli autori della nuova disciplina non hanno minimamente contemplato come possibile conseguenza dei disastri ambientali. Proponiamo allora una nuova fattispecie: la calamità innaturale, riconducibile ai disastri non riconosciuti come tali ma provocati da qualcuno. Io sto sintetizzando, ma fornendo delle chiarissime chiavi di lettura. Diversamente dovremmo fare notte…Come si è determinata la rottura con il Movimento Cinque Stelle e con Beppe Grillo?Nessuna rottura. Sono uscito dal Movimento per lavorare meglio sulle problematiche che mi stanno a cuore. Con Cinque Stelle questo non era possibile.Lei, spesso, ai convegni ai quali partecipa parla di danni di salute riportati, e legati ai suoi impegni di ambien-talista. A cosa si riferisce?Ho il linfoma di Hodgkin perché lavoravo in un’azienda che trattava �no a poco tempo fa ri�uti tossici industriali. Vivo a Casalnuovo, comune napoletano di cinquantamila abitanti in pieno triangolo dei veleni. Facendo le analisi del capello hanno trovato mercurio, piombo e alluminio. Il linfoma di Hodgkin è un tumore, regalo dell’esposizione ambientale insieme probabilmente a quella lavorativa. Il linfoma, fortunatamente, non ha attaccato il mio midollo spinale ma dovrò passare il resto della mia esistenza muovendomi su un �lo di rasoio, in terapia e facendo controlli trimestrali. I roghi tossici ci hanno avvelenato il territorio. E c’è, fra l’altro, che nelle nostre zone abbiamo un impianto nel quale si trattano i ri�uti industriali di Porto Marghera e nell’inceneritore di Acerra bruciano qualsiasi cosa. Mi si era ingrossato un linfonodo e sulle prime i medici pensavano fosse un’infezione. Poi, precauzional-mente, fanno un “ago aspirato”, prelevando materiale biologico attraverso appunto un ago più o meno lungo e di calibro superiore a quello delle normali siringhe, scoprendo il linfoma di Hodgkin. Un tumore relativamente raro che rappresenta il 30/40% dei linfomi maligni e per il quale le classi di età più a rischio sono i giovani fra venti e trent’anni

e gli anziani sopra i settanta. Linfonodo rimosso, esame istologico e diagnosi confermata. Una Tac svela che ha altri linfonodi attivi, specialmente nella parte ascellare destra. Linfoma classi�cato al terzo stadio. Così, comunque vada, me lo terrò per tutta la vita. Però la negatività di quell’esa-me del midollo è stata festeggiata con una bella cena.So che Lei è stato relatore di una proposta per e�ettua-re a largo raggio questo particolare tipo di esame.Vero. Ho anche stornato parte dei miei compensi per fare questo e siamo riusciti a fare 50 diaframmi. Mi piacerebbe che chiunque ha un tumore facesse l’analisi del capello e poi sarei curioso di vedere quanto allarmanti risulterebbero i risultati. Qui si sta ancora discutendo di registro tumori. Ma se domattina venisse applicata la “direttiva Seveso”, adottata dalla Ue, che impone d’identi�care i siti industriali a rischio, adottare adeguate misure per prevenire gli incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose e limitarne le conseguenze per le persone e per l’ambiente, dovrebbero svuotare mezza Campania. La verità è che siamo in una drammatica emergenza ambientale. E non importa a nessuno.A suo avviso Cinque Stelle è realmente disponibile a cambiare la sua logica elettorale? Le parlo di grandi complimenti fatti da Grillo al Presidente della Repub-blica, Sergio Mattarella, alla possibilità data ai Cinque Stelle di partecipare a trasmissioni televisive, ed al tramonto dei convegni in piazza. Ed altro.Adesso è tardi per Grillo, che viene dopo aver fatto a pezzi la Costituzione e dopo aver aperto la strada a Renzi. Non vedo che senso ha, e che potrebbe avere, il farlo ora.Parliamo di espulsioni, terra cara ad i Cinque Stelle, o meglio a Grillo e Casaleggio. E’ democratico questo, ed è politico parlare di espulsioni?No. Non è democratico e non è politico. Le espulsioni che sono legate alle due righe di comunicato possono essere pensabili, ed ipotizzabili, solo da chi non è collegato ad i territori. I Cinque Stelle non sono collegati ad i territori. E’ questo il cardine da cui partire. Faccia un semplice due più due e capirà perché si abbandona la logica delle piazze elettorali.In Cinque Stelle chi comanda? A chi, ed a cosa, è realmente legato Cinque Stelle?Non in Italia. Non in Europa, ma Oltreoceano.Stati Uniti d’America?La gestione potrebbe essere questa.Lei a �ne legislatura pensa di ricandidarsi?Assolutamente no.

Bartolomeo Pepe, Commissione Ecoma�a e Cinque Stelle3Newsletter del 01/03/2014

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Dopo il museo di Mosul e le rovine dell’antica capitale assira Nimrud, l’Isis ha cominciato a distruggere anche i resti di Hatra, antica citta’ a 100 chilometri a Sud di Mosul fondata nel III secolo avanti Cristo dalla dinastia dei Seleucidi. Lo ha detto al sito Rudaw Said Mamuzini, un dirigen-te del Partito democratico del Kurdistan.

Curdi, Isis distrugge l’antica città Hatra

FIRENZE. Attacco informatico al Pd toscano: sul sito web del partito appaiono, su sfondo nero, scritte in bianco tra cui una in inglese ‘Hacked by Islamic State (ISIS) We are everywhere’. Del caso si stanno occupando Digos e Polizia postale di Firenze. “Non conosciamo ancora identità e intenti dell’ aggressore”, ha detto il segretario del Pd Toscana Dario Parrini.

Hacker su sito Pd Toscana, sigla Isis

Jihadi John chiede scusa alla sua famiglia. In un messaggio inviato dalla Siria dal boia dell’Isis ai suoi familiari Mohammed Emwazi ha fatto sapere di essere dispiaciuto per “i problemi e i guai che la rivelazione della sua identità hanno causato” a genitori e parenti, secondo quanto riferisce il Sunday Times.

Isis: Jihadi John chiede scusa a famiglia

4 Newsletter del 01/03/2014

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5Na’ storia di donne

Newsletter del 01/03/2014

Mattarella: “Senza donne, Italia più povera e ingiusta”

Promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori al Feltrinelli Point Messina, oggi, la “Nuova e nuova compagnia dei giovani” di Giovanni Boncoddo in “‘Na storia di donne”. In scena Enzo Cambria, Roberta Catanese, Gabriele Crisafulli, Ylenia Franco, Francesco Grasso, Ra�aele Genovese, France-sca Mancuso, Fabio Manganaro, Davide Marchese, Laura Mazzara, Giuliana Pino, Gabriele Salvatore, Leyla Talakoub, Beatrice Vento, Damiano Venuto. A seguire interverranno “con la loro storia” Rosaria Brancato, giornalista, Roberta

Granese, medico ricercatore, Antonella Romeo, direttore patronato, Antonella Russo, consigliere comunale di Messi-na, Elena Santagati, docente universitario.

Sulle donne italiane “grava il peso maggiore della crisi economica”. Lo ha a�ermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale. In occasione della cerimonia per la Giornata internazionale della Donna il capo dello Stato ha ricordato che alle donne “una società non bene organizzata a�da il compito, delicato e fondamentale, di provve-

dere in maniera prevalen-te all’educazione dei �gli e alla cura degli anziani e dei portatori di invalidità”. Per tutte queste ragioni il presidente Mattarella ha spiegato come le donne, “spesso alla di�cile ricer-ca di una compatibilità tra lavoro e famiglia”, siano il motore della società e che senza di loro “l’Italia sarebbe più povera e più ingiusta”.

8 Marzo: Viminale,in calo reati su donne

ROMA. Sono tutti in calo nell’ultimo anno i reati di violenza, stalking o di abusi contro le donne:se-condo il Viminale (al 3 marzo 2015), gli omicidi con vittime di sesso femmi-nile sono stati 137 (-22,6%), di cui 102 in casa (-16,3%). In calo anche gli atti perse-

cutori (-24,8%) mentre aumentano (+92,1%) gli allontanamenti dello stalker. Il 91,7% dei casi di violenza sessuale ha riguardato donne. In calo anche le lesioni dolose -13,80%, percosse -17,04%, minacce -17,04%, maltrat-tamenti in famiglia -14,79

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Calenda ha confermato che l’Italia assicurerà una presenza di alto livello alla conferenza economica di Sharm, sia per quanto riguarda la delegazione istituzionale che le aziende coinvolte, in coerenza con la profondità e l’intensità delle nostre relazioni bilaterali.Calenda, che ha iniziato la sua visita in Egitto lo scorso sabato accompagnato da una grande missione economica che raggruppa rappresentanti da 84 aziende italiane per esaminare progetti di investimento in Egitto, ha sottolineato in un’intervista ad Al Ahram che la visita è stata di successo ed ha conseguito risultati importanti.Il Vice Ministro italiano ha parlato dell’impatto della situazione in Libia sulla cooperazione tra l’Europa e i paesi del Nordafrica e sul futuro delle relazioni tra l’Italia e l’Egitto.Vi riporto qui di seguito il testo dell’intervistaCome valuta i risultati realizzati dalla missione imprenditoriale italiana al Cairo a seguito dei Suoi incontri con i vertici egiziani?Negli incontri bilaterali che ho avuto con molti Ministri sono scaturite nuove e interessanti possibilità di collaborazione intergovernativa,opportunità che studieremo attentamente nei prossimi mesi a�nché dai loro sviluppi ne derivino concrete occasioni d’a�ari per entrambi i sistemi imprenditoriali, egiziano e italiano. Questi i primi risultati importanti di questa missione. Hanno preso parte alla missione aziende nuove al mercato egiziano che hanno avuto modo di avviare quindi nuovi rapporti di a�ari con controparti locali, ma anche imprese italiane che già operano da anni con il vostro paese e che – grazie alla parteci-pazione alla missione – hanno potuto sviluppare ulteriormente le relazioni commer-ciali già avviate come individuare ulteriori interlocutori.Quali risultati si aspetta il governo italiano dalla missione imprenditoriale in particola-re alla vigilia dell’importante conferenza economica di Sharm El – Sheikh?L’Italia ha attribuito la massima importanza al successo di questa missione, non solo per lo straordinario momento che le relazioni bilaterali tra Italia ha rappresentato un ulteriore signi�cativo elemento nella politica che il nostro paese sta promuovendo per ra�orzare il partenariato strategico con l’Egitto, alla vigilia dell’importante conferenza per lo sviluppo economico dell’Egitto di Sharm El – Sheikh.Come giudica lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra Egitto e Italia? In quali settori la collaborazione potrebbe essere ulteriormente sviluppata in futuro?Come già ampiamente ribadito dal Presidente Renzi durante la recente visita in Italia del Presidente Al Sisi a novembre scorso, l’Egitto è un partner strategico fondamentale, non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa, per a�rontare le questioni geopolitiche del Mediterra-neo. In un momento storico quale quello attuale, in cui si vive sotto la costante minaccia terroristica, l’unico modo per bloccare l’escalation del terrore è ra�orzare la cooperazione. I recenti terribili fatti avvenuti in Libia sono l’ulteriore riprova che è questa un’emergenza per a�rontare la quale tutti dobbiamo lavorare con determinazione. Il nuovo impulso registrato nei rapporti bilaterali fra i nostri due paesi non mira pertanto solo all’increme-nto delle relazioni commerciali ed economiche, che rimangono comunque certamente fondamentali, ma punta a garantire le basi per promuovere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente e Nord Africa.In termini di scelte di politica economica, il contesto imprenditoriale sta mostrando miglioramenti e risultati incoraggianti (es. riforma dei sussidi energetici, tassazione sulle plusvalenze, aumento delle imposte per i redditi medio-alti, tetto ai salari pubblici), anche attraverso l’adozione di misure legislative e normative che porranno �ne auspicabilmente ad alcuni dei più pressanti problemi che a�iggono le società straniere (come ad esempio l’adozione di un decreto legge che limita il ricorso contro le passate acquisizioni di società statali, e il pagamento di un’ulteriore tranche di arretrati alle compagnie petrolifere

straniere). L’intenzione del governo è chiara, e va nella giusta direzione di un’accelerazione della ripresa economica e dell’aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile. Tuttavia è importante continuare sul cammino delle ambiziose riforme economiche e istituzionali, al �ne di creare un ambiente favorevole agli investimenti, sulla base di regole chiare, trasparenti e prevedibili. Altrettanto importante è continuare a rassicurare i nostri investitori esistenti. In tale contesto, incoraggiamo il Governo egiziano ad applicare al più presto la nuova legislazione in materia di investimenti, che riteniamo fondamentale.L’Italia è uno dei paesi europei con cui l’Egitto registra un importante interscambio. Per quali comparti potrebbe esserci un ulteriore incremento?Il 2014 è stato un anno record per i nostri scambi commerciali, siamo riusciti a tornare ai livelli del 2012, con un interscambio che ha superato i 5 miliardi di dollari. L’Italia si conferma il primo partner dell’Egitto in Europa, il primo acquirente in assoluto, uno tra i principali fornitori e investitori, anche in settori strategici. Il totale degli investimenti italiani in Egitto – considerati tra i più importanti e concentrati su settori prioritari per l’economia egiziana, come i trasporti, servizi bancari, macchinari, petrolio, turismo , comunicazioni e costruzioni – ammontano a circa 6 miliardi di dollari. Ci sono 878 aziende che operano con capitale italiano in Egitto, generando 3,5 miliardi di euro di reddito e impiegando circa 30.000 persone. Tutto questo rende l’Italia uno dei maggiori investitori

nell’economia egiziana. Dall’energia alle infrastrutture, dalla formazione tecnica alle rinnovabili, dai trasporti alla logistica, dall’agr-icoltura alle costruzioni, questi sono i settori in cui la collaborazione Italia-Egitto può essere ulteriormente sviluppata. Altri settori riguardano il trasferimento di tecnologia italiana in Egitto, in particolare verso le industrie manifatturiere dei mobili, del cuoio, dell’alimentare e chimico. Un altro punto fondamentale riguarda il supporto italiano ai programmi di formazione tecnica e industriale.Qual è la dimensione della partecipazio-ne italiana alla conferenza economica di Sharm El-Sheikh?

In coerenza con la profondità e l’intensità delle nostre relazioni bilaterali, l’Italia assicurerà un presenza di alto livello, sia per quanto riguarda la delegazione istituzionale che le aziende coinvolte. Penso che il clima favorevole agli investitori esteri promesso dal Presidente Al Sisi, così come il lancio di nuovi megaprogetti infrastrutturali, non possa che accrescere le formule di collaborazione fra le imprese dei due nostri due paesi, l’Italia e l’Egitto.Pensa che l’instabilità politica che sta caratterizzando la Libia sia un fattore di rischio o una possibilità per ra�orzare la reciproca collaborazione tra l’Europa e il nord Africa per a�rontare il fenomeno del terrorismo?Purtroppo i recenti gravissimi avvenimenti hanno aperto drammaticamente gli occhi degli europei e del mondo in generale sul livello di gravità e di pericolosità della situazione libica. Il vostro paese che già accoglie molti rifugiati è un centro fondamentale di stabiliz-zazione dell’area. La politica europea deve prendere coscienza e assicurare all’Egitto il proprio aiuto e la massima collaborazione.L’Italia come vede il futuro della Libia e la possibilità per raggiungere la stabilità?Sulla Libia, l’Italia sostiene la mediazione delle Nazioni Unite, e, come ha chiarito il Governo italiano in questi giorni, siamo pronti a fare la nostra parte, in un quadro di legalità internazionale. Il Primo Ministro Matteo Renzi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente Al-Sisi proprio nei giorni scorsi, per discutere di lotta contro il terrorismo, e dei passi politici e diplomatici da compiere, nel quadro del Consiglio di Sicurezza Onu, per riportare sicurezza e pace in Libia. Egitto e Italia condividono le stesse preoccupazioni e i medesimi interessi su questo dossier, e dunque credo che la collabora-zione fra i nostri due Paesi ne uscirà ulteriormente ra�orzata.

Il Vice Ministro italiano per lo Sviluppo Economico in un’esclusiva ad Al-Ahram: la cooperazione è l’unico modo per bloccare l’escalation del terrorismo

Newsletter del 01/03/2014

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Calcio: Lega sposa linea Tavecchio e il Parma torna in campoCinque milioni per permettere al Parma di �nire il campionato: è quanto riceverà il curatore fallimentare dalla Lega di Serie A che ha dato il via libera al piano presentato da Carlo Tavecchio. Il presidente della Figc, dopo aver incassato il si’ dell’assemblea, ha raggiunto Collecchio per esporre le intenzioni della Lega ai giocatori i quali, nonostante qualche dubbio, e dopo due partite rinviate, hanno deciso di tornare in campo domenica al Tardini per la partita contro l’Atalanta. La Lega Calcio si riunisce per trovare una soluzione che arriva con alcuni distinguo, qualche mal di pancia e un conte-nuto dissenso, ma danno il via libera al piano di Carlo Tavecchio. Viene stabilito un impegno economico di cinque milioni di euro: una parte arriva dal fondo multe, l’altra da liquidità a disposizione della Lega. In assemblea si svolgono due votazioni, una sulla disponibilità ad aiutare il Parma, l’altra sull’entità dell’intervento. La prima riceve 16 sì, il no del Cesena, e tre asten-sioni (Napoli, Roma e Sassuolo). La seconda, invece, sposta un po’ gli equili-bri interni, con i sì di 15 club, il no di Juventus, Napoli e Cesena, l’astensione di Roma e Sassuolo. Al termine, prendono la parola il presidente Beretta e il dg Marino che si a�da a Tavecchio e si dice disponibile a disputare la partita contro il Parma. Prima della riunione, esternano invece Preziosi, Zamparini e Lugaresi. Il presidente del Genoa a�erma di non �darsi di Tavecchio e auspica un cambio delle regole, il patron del Palermo invece è impietoso: “Non piango se Cassano non prende lo stipendio, non sono giocatori di Serie C”. Andrea Agnelli lascia via Rosellini senza spiegare la propria posizione. Alla �ne, è il presidente Beretta a riassumere il senso della lunga e compli-cata assemblea: “I club si sono riuniti prima delle condizioni necessarie. Ci sono due aspetti. Uno di principio, votato con una larghissima maggioran-za, cioè dare disponibilità a prendere in considerazione le proposte del curatore fallimentare. La seconda era di dare una cifra di riferimento”.

Oltretutto secondo Beretta le veri�che e�ettuate dalla Lega Serie A sono state corrette: “Il modello di controllo per quanto riguarda la competenza della Lega ha funzionato e continua a funzionare – dice -. Le posizioni del Parma in Lega, infatti, sono coperte”. La partita però non è conclusa, c’è da convincere i giocatori gialloblù, e così Tavecchio si trasferisce a Parma per incontrarli e vedere il sindaco Pizzarotti. I vertici dell’Aic, con il presidente Tommasi, il vice Calcagno, e il dg Graziooli, partecipano alla riunione a Collecchio tra i calciatori, lo sta� gialloblù, il presidente federale e il dg della Lega, Brunelli, che illustrano loro il piano. Ore di�cili e la decisione, per nulla scontata, si fa attendere. Il capitano Lucarelli spiega che la squadra giocherebbe due partite senza certezze, prima della dichiarazione di fallimento, sollecitando che i soldi trovati dalla Lega vadano solo a copertu-ra dei debiti sportivi. C’è perplessità e delusione tra i suoi compagni. Tavecchio si sposta in Comune a Parma, senza nessuna certezza, ma alla �ne riceve la telefonata di Tommasi con l’ok dei giocatori: “E’ un gesto di respon-sabilità e rispetto nei confronti delle altre squadre e delle tifoserie per la regolarità del campionato”, ha spiegato il presidente dell’Aic, facendo capire che il boccone è stato duro da digerire.

Serie A : Roma fattore X , bene l’UdineseLa Roma non si sblocca più ennesimo pareggio, contro il Chievo è andata in scena forse la partita più brutta della stagione giallorossa nella quale forse i toscani avrebbero meritato la vittoria , vince l’Udinese contro il Torino per 3-2 mettendo �ne alla lunga striscia di risultati positivi per gli uomini di Ventura, pareggi a reti inviolate anche tra Cesena e Palermo ed anche tra Atalanta e Parma, pareg-giano 1-1 Empoli e Genoa .Si attendono i risultati Lunedì di

Lazio Fiorentina all’Olimpico alle 19:00 e Juventus e Sassuolo allo Juventus Stadium alle 20:45.

Luigi Viscardi

Serie A : Sampdoria – Cagliari 2-0

I blucerchiati vanno in vantaggio prima con la rete di De Silvestri dopo 20 minuti di assedio al fortino eretto da Zola con tutta la squadra ad eccezione di Mpoku a difendere Brkic . I blucerchiati poi trovano il raddoppio grazie a Samuel Eto’o

che torna al gol in Italia dopo quasi 4 anni. Il talento del fuoriclasse africano sembra inesauribile e potrebbe signi�care dopo questo gol un innesto decisivo per gli uomini del presiden-te Ferrero.

Luigi Viscardi

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Fondazione Internazionale di Assistenza Sociale

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