NEWSLETTER 02-2016 · opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani...

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NEWSLETTER 02-2016 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ...ora siamo anche in Facebook!! NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO LA FORZA DELLA VERITÀ “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali” (T. Terzani – Lettere contro la guerra) “Dopo gli attentati di Parigi, tutti dicono che aveva ragione Oriana Fallaci, ma io credo che mai come adesso, ad avere ragione fosse invece Tiziano Terzani. Terzani aveva previsto l’acuirsi del terrorismo, credeva che l’11 settembre 2001 costituisse una buona occasione per un profondo esame di coscienza e per un grande ripensamento della nostra civiltà occidentale.” (G. Germani – Corriere della sera) Ricevo e volentieri pubblico questo contributo dell’amica Gloria Germani, che fa opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani ed Oriana Fallaci, nei confronti del terrorismo. Andrea Il nocciolo della posizione di Terzani è forse riconducibile alla seguente domanda: E’ possibile rimanere fuori da un sistema che cerca di fare di tutto il mondo un mercato, di tutti gli uomini dei consumatori, a cui vendere prima gli stessi desideri e poi gli stessi prodotti? La voce di Terzani si leva più potente che mai contro le logiche economiche e di dominio che ci stanno portando sul baratro della III Guerra Mondiale: 14 anni fa Oriana Fallaci lanciò la sua campagna di odio contro i mussulmani che invadono l’Occidente. In questi lunghi anni, l’Occidente non ha fatto che seguire la sua guerra di vendetta bombardando Afghanistan, Iraq, Libano, Libia, Siria e il problema del terrorismo non è affatto risolto, ma esponenzialmente cresciuto. All’ opposto, Terzani vide nell’ 11 settembre 2001 l’occasione per “fare un esame di coscienza, accettare le nostre responsabilità di uomini occidentali e fare finalmente un salto di qualità nella nostra concezione della vita”. Era una buona occasione per “ripensare tutto: i rapporti tra Stati, tra religioni, i rapporti con la natura, i rapporti stessi tra uomo e uomo”. Non possiamo capire il mondo guardandolo solo dalla nostra parte– questa è la legge fondamentale che oggi continuamente dimentichiamo. Come dimentichiamo che, dalla II. guerra Mondiale, la guerra non è più quella cavalleresca combattuta ad armi pari. Non potendo colpire i piloti che sganciano bombe da altezze irraggiungibili, la reazione diventa spesso quella di colpire i civili. Se non fosse stata accecata dalla rabbia, la Fallaci - e insieme il giornalismo occidentale – avrebbero visto negli attentati del 2001 contro l’Organizzazione del Commercio Mondiale, come reazione alla lunghissima serie di azioni e di bombardamenti occulti operati principalmente dalla Cia, tesi a mettere sotto il controllo americano i paesi ricchi di petrolio. Di più: il WTO, inventato nel 1994, aveva tolto ogni barriera al commercio transcontinentale a scapito della economie locali- ecologicamente e umanamente sostenibili.

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NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO

LA FORZA DELLA VERITÀ “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali”

(T. Terzani – Lettere contro la guerra)

“Dopo gli attentati di Parigi, tutti dicono che aveva ragione Oriana Fallaci, ma io

credo che mai come adesso, ad avere ragione fosse invece Tiziano Terzani. Terzani aveva previsto l’acuirsi del terrorismo, credeva che l’11 settembre 2001 costituisse

una buona occasione per un profondo esame di coscienza e per un grande ripensamento della nostra civiltà occidentale.”

(G. Germani – Corriere della sera)

Ricevo e volentieri pubblico questo contributo dell’amica Gloria Germani, che fa

opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani ed Oriana Fallaci,

nei confronti del terrorismo. Andrea

Il nocciolo della posizione di Terzani è forse riconducibile alla

seguente domanda:

E’ possibile rimanere fuori da un sistema che cerca di fare di

tutto il mondo un mercato, di tutti gli uomini dei consumatori,

a cui vendere prima gli stessi desideri e poi gli stessi prodotti?

La voce di Terzani si leva più potente che mai contro le logiche

economiche e di dominio che ci stanno portando sul baratro

della III Guerra Mondiale: 14 anni fa Oriana Fallaci lanciò la

sua campagna di odio contro i mussulmani che invadono l’Occidente. In questi lunghi anni,

l’Occidente non ha fatto che seguire la sua guerra di vendetta bombardando Afghanistan,

Iraq, Libano, Libia, Siria e il problema del terrorismo non è affatto risolto, ma

esponenzialmente cresciuto.

All’ opposto, Terzani vide nell’ 11 settembre 2001 l’occasione per “fare un esame di

coscienza, accettare le nostre responsabilità di uomini occidentali e fare finalmente un salto

di qualità nella nostra concezione della vita”. Era una buona occasione per “ripensare tutto: i

rapporti tra Stati, tra religioni, i rapporti con la natura, i rapporti stessi tra uomo e uomo”.

Non possiamo capire il mondo guardandolo solo dalla nostra parte– questa è la legge

fondamentale che oggi continuamente dimentichiamo. Come dimentichiamo che, dalla II.

guerra Mondiale, la guerra non è più quella cavalleresca combattuta ad armi pari. Non potendo

colpire i piloti che sganciano bombe da altezze irraggiungibili, la reazione diventa spesso

quella di colpire i civili.

Se non fosse stata accecata dalla rabbia, la Fallaci - e insieme il giornalismo occidentale –

avrebbero visto negli attentati del 2001 contro l’Organizzazione del Commercio Mondiale,

come reazione alla lunghissima serie di azioni e di bombardamenti occulti operati

principalmente dalla Cia, tesi a mettere sotto il controllo americano i paesi ricchi di petrolio.

Di più: il WTO, inventato nel 1994, aveva tolto ogni barriera al commercio transcontinentale

a scapito della economie locali- ecologicamente e umanamente sostenibili.

Terzani indica una verità ancora più profonda: «Anni di sfrenato materialismo hanno ridotto

e marginalizzato il ruolo della morale nel vita della gente, facendo di valori come il denaro, il

successo e il tornaconto personale il solo metro di giudizio”. Similmente, Papa Francesco ha

indicato il pensiero economico-tecnocratico dominante come responsabile della enorme crisi

climatica ma anche dell’atteggiamento predatorio dell’uomo moderno, sia nei confronti della

natura, che dei suoi simili (Laudato Sii).

Terzani è stato un precursore. La sua critica radicale della nostra maniera di pensare (e quindi

di agire) è stata seguita e confermata da: 1. L’enorme crisi ambientale e il riscaldamento

globale. 2. La crisi economico–finanziaria scoppiata nel 2008. 3. Una grande crisi esistenziale

dell’occidente e la perdita di ogni valore.

Oggi studi inconfutabili confermano che il riscaldamento climatico è causato dal 50 anni di

industrializzazione estesa, prodotta dai combustibili fossili. Inoltre se tutto il globo avesse gli

stessi livelli di consumo degli americani, ci sarebbe bisogno di 6 pianeti e non di 1 solo come

di fatto abbiamo (Ecological foot Print, IPCC). Pertanto – come Terzani ci ammoniva – il nostro

sistema di vita – consumista, democratico e capitalista -, contrariamente a quanto ci viene

sbandierato, non è esportabile.

Oggi si comincia ad afferrare che quello della Crescita è un mito. “Una crescita infinita – dei

profitti, dei consumi e dei rifiuti – è impossibile in un pianeta finito”. Come ribatte Serge

Latouche: “il libero mercato altro non è altro che la libera volpe nel libero pollaio!”

Così pure l’Idea di Progresso e di Evoluzione. Certo, ripete Terzani, veniamo dalle scimmie,

però non c’è nessun tempo lineare che punta dritto verso la perfezione. La Globalizzazione

non è il risultato dell’Evoluzione. Piuttosto è il frutto della tecnologia e dell’industria che – per

poter vendere gli stessi prodotti – deve vendere prima gli stessi desideri. Cos’altro sono i

mass media, se non la fabbrica dei desideri artificiali?

La Fallaci si è chiusa nell’orgoglio di una civiltà che sta disattendendo sempre di più tutte le

promesse, in particolar modo quelle di benessere. Al contrario, Terzani si domandava con

preveggenza nel 2003: “Perché, c’è da riflettere: cos’è questa civiltà moderna?” e rispondeva:

”É la ragione che diventa matta, che è diventata matta per colpa dell’economia. L’economia

è diventata il criterio principale di tutto; non ci sono altri valori”. E ci incitava: “dobbiamo

rimettere l’economia dietro all’etica!”.

Un unico filo lega la guida spirituale, il saggio che ha incarnato il meglio di Oriente e Occidente,

al Terzani che ha esplorato tutte le filosofie di vita del nostro tempo: dal Comunismo al suo

punto di arrivo – Gandhi, il ritorno alla semplicità, alle economie locali e biologiche – è un

alternativa potente alle Guerre attuali e al pensiero unico dominante.

La posizione di Terzani – così fuori dal coro – contiene una visione ricca di frutti per il

futuro. La nostra maniera moderna di vedere le cose separate l’una dall’altra: l’economia

dall’ecologia, la chimica, la sociologia, la medicina, l’agricoltura industriale, la geologia, la

psicologia e il consumismo, ha le sue radici nel pensiero settecentesco newtoniano-cartesiano.

Un pensiero materialista, meccanicista, che misura la realtà solo in termini di numeri. Ha

portato grandi novità tecnologiche ma anche conseguenze devastanti!

Ma la vita non è matematica! Questa scienza non è neutrale e la tecnologia è il cavallo di Troia

per l’occidentalizzazione del Mondo! (Raimon Panikkar). Da Einstein in poi, abbiamo iniziato

a capire che non esiste la materia, che tempo e spazio non sono contenitori vuoti, che non

esiste nessun oggetto in sé, e neppure un individuo indipendente e Tutto è energia e

interconnessione così come da tempo immemore ci hanno insegnato buddismo, taoismo,

induismo e le tradizioni mistiche occidentali. Fisica quantistica, fisica subatomica ed

entanglement confutano il paradigma della scienza settecentesca sui cui sono fondate le

nostre società oggi in crisi, sotto innumerevoli aspetti.

Per questo Terzani, il giornalista-saggio ci esortava nel 2002: Fermiamoci!! Si tratta di non

continuare inconsciamente nella direzione in cui siamo. Perché questa direzione è folle!

Dobbiamo abbracciare il pensiero che tutto è Uno e trovare una dimensione collettiva e sociale

più in sintonia con la Natura. E dunque… buon viaggio! Perché l’universo è meraviglioso e

l’uomo ha un grande avvenire a cui lavorare.

(Gloria Germani in Low Living High Thinking – gennaio 2016)

Appello al Presidente Mattarella per

difendere salute ed ambiente Caro Presidente Mattarella,

Abbiamo ascoltato ed apprezzato il suo discorso di

fine anno, in particolare dove Lei ha toccato il tema

dell’inquinamento e delle sue ricadute per la salute.

Il tema è di stringente attualità, specie in questo

periodo di continui superamenti dei livelli di smog

ed in cui ci sembra paradossale che non si possa far altro che sperare in un cambiamento

delle condizioni climatiche (come se ”magicamente” con la pioggia gli inquinanti si

dileguassero e non ricadessero viceversa al suolo) e sembra che non ci resti altro che confidare

nella “benignità” di quella Natura che viceversa costantemente violiamo.

Proprio a questo proposito, come cittadini italiani, ci rivolgiamo a Lei per esprimerle tutto il

nostro più profondo sgomento e la nostra angoscia per i tempi che stiamo vivendo. Siamo

certamente preoccupati per la mancanza di lavoro e perché non vediamo un futuro per i nostri

giovani, ma ancor più ci angoscia la consapevolezza che stiamo compromettendo un bene

ancora più prezioso: la loro salute….

Inizia così un appello, scritto da Patrizia Gentilini, Medico oncoematologo di Forlì

- Comitato Scientifico ISDE, e da Agostino Di Ciaula, Medico internista di Bari -

Comitato Scientifico ISDE, per sollecitare il Presidente della Repubblica su temi

importanti quali l’ambiente e la salute dei cittadini.

Potete leggere il testo completo cliccando QUI

(da Change.org – gennaio 2016)

Realtà aumentata? Di realtà diminuita abbiamo bisogno per tornare umani

Da Il Fatto Quotidiano/Blog – gennaio 2016

Occupare un posto

Da Low Living High Thinking – gennaio 2016

COMUNE CONTRO ALBERI … MENTRE CRESCE L’INQUINAMENTO

Apprendiamo dagli organi di stampa che il Comune

di Padova – in risposta al Ricorso al TAR presentato

dai residenti di Via Nazareth contro la delibera

comunale di cambio di destinazione di un’area

da “area per servizi pubblici di quartiere:

verde pubblico ed attrezzato” a “parcheggi”

(espropriando anche una parte di LEGITTIMA

proprietà di due condomini) – ha deciso di

autorizzare il Sindaco a costituirsi in giudizio avanti

al TAR del Veneto per resistere all’azione promossa

dai residenti, dando mandato all’avvocatura civica

di difendere la legittimità della delibera.

Tale azione è assolutamente legittima; quello che invece è incredibilmente assurdo è

vedere l’annuncio di questa “ideologica” crociata pubblicato insieme a pagine e pagine di ben

più importanti articoli e dibattiti sulla qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno, sul

rimpallo di responsabilità, sulle percentuali dei fattori di inquinamento, etc. Quanta ipocrisia…

L’inquinamento è un dato di fatto, una realtà terribile, un’ignobile eredità lasciata da anni ed

anni di malgoverno e miopi politiche sull’ambiente che però oggi riguarda tutti, fa male a tutti,

uccide tutti e contro il quale si potrebbe fare tanto, ma non si può o non si vuole fare.

Gli alberi, ed il verde in generale, sono l’estremo “antidoto” che la natura ci vuole lasciare

a difesa della nostra salute. Assorbono importanti quantità di CO2, una delle peggiori

componenti inquinanti, e soprattutto… non costano nulla, e fanno bella la nostra città.

Cosa c’è di meglio, allora, di una “crociata” contro il verde, abbattendo tantissimi alberi per

fare parcheggi (che servono ad ospitare macchine, cioè smog) e smantellando parchi

storici??? Leggiamo ampie pagine di cosiddetti provvedimenti antismog, come la limitazione

al traffico o l’abbassamento di qualche grado della temperatura dei termosifoni…

Non ci vuole chissà quale preparazione tecnico-scientifica per dimostrare quanta ipocrisia ed

ideologia ci sia dietro questi provvedimenti (che, ricordiamo, interessano amministrazioni nel

Paese di ogni colore politico).

E – comunque – tra qualche settimana i titoloni sull’inquinamento non ci saranno più, e per

un anno tutto tornerà nel silenzio, lo smog tornerà nei suoi – sempre alti – valori di tossicità

e tutto finirà nel dimenticatoio. Così come nel dimenticatoio è finita la “saga” del

termovalorizzatore di Padova, pregevole ed ardito manufatto costruito a ridosso della città

che – QUOTIDIANAMENTE – ci inonda di derivati della combustione, affiancato in questa opera

dalle due vecchie linee che – non ci siamo dimenticati – avrebbero dovuto essere chiuse

dopo la partenza della nuova.

Certo, sofisticate e dettagliate pagine web ci mostrano in tempo reale che le emissioni sono

entro le normative… ma sempre di emissioni si parla!!! E si sommano a tutto il resto, traffico

e caldaie della città… Possibile che si parta sempre dal presupposto che i cittadini si bevano

ogni idiozia??? “Poche” schifezze in “grandi” quantità fanno sempre una “enorme” schifezza

per noi residenti… ma chi se ne ricorda più? Chi si ricorda delle promesse di convertire

l’energia prodotta in teleriscaldamento? Soluzione che – per lo meno – avrebbe consentito di

“spegnere” migliaia di piccole caldaie inquinanti ripagando – al meno in parte – il conto che

la cittadinanza deve “subire” in nome del cosiddetto “progresso”.

Si dirà che l’attuale giunta non c’entra con quanto avvenuto nel passato, che le promesse

erano state prese e fatte con altre persone, altri colori, altre ideologie… corretto!

Ma, caro signor Sindaco, invece di abbattere alberi e prendere provvedimenti “palliativi”,

guadagnerebbe la stima di molti se riprendesse in mano certi “argomenti” scomodi e

decidesse di assumere – lì – decisioni importanti per dare a noi – suoi cittadini – le risposte

negate per anni:

Perché non sono state chiuse le vecchie linee???

Perché il teleriscaldamento è rimasto in chissà quale cassetto di chissà quale

funzionario???

Perché i termovalorizzatori di Padova bruciano le schifezze di altri comuni italiani???

Qui non si guarda al tanto sbandierato “prima pensiamo ai padovani, poi agli altri!”,

vero sig. Sindaco???

Perché si pubblicano dati fasulli sulla percentuale di raccolta differenziata in città senza

andare a controllare l’effettiva “qualità” della differenziazione???

Ecco, Signor Sindaco, ci piacerebbe vederla impegnato a dare ai suoi cittadini queste riposte,

invece che ostinarsi a perseguire azioni contro il verde della sua città. Ultimamente, sempre

nei suoi slogan, la abbiamo vista impegnato a distribuire migliaia di crocefissi nelle scuole del

Comune; è bello vedere che si occupa con tanto fervore di certi aspetti religiosi. È meno bello

constatare che Papa Francesco continui ogni giorno ad esortarci soprattutto al

rispetto ed alla conservazione del creato e nell’opera di misericordia, e che questi

inviti – così forti e pressanti – inconcepibilmente non tocchino le coscienze della sua

Amministrazione…

Padova zona Nazareth: difendiamo il verde in quartiere

(da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – gennaio 2016)

MANCA BIO NEGLI STATES,

OPPORTUNITÀ PER L'ITALIA

Sul mercato americano c’è scarsità di materie

prime OGM free e di alimenti biologici. Lo

sottolinea il Financial Times in una lunga analisi

aggiungendo che i grandi players

dell’alimentazione sono attenti al fenomeno.

Per l’amministratore delegato di Cargill David

MacLennan, riporta il giornale, è il momento di riconoscere e fare attenzione a questi trend.

Attualmente gli Usa hanno un deficit di importazioni di prodotti biologici di un miliardo di

dollari, destinato ad allargarsi per la velocita con cui crescono le vendite.

Tra il 2007 e il 2014 le vendite di prodotti bio in Usa sono raddoppiate, arrivando a 36 miliardi

di dollari, e quelle di cibi OGM free sono addirittura triplicate a 15 miliardi di dollari, nota il

giornale inglese, e questi numeri stanno suggerendo che non si tratta solo di moda ma di un

vero e proprio trend di lungo periodo che ha fatto la fortuna in questi anni di distributori come

Whole Foods. E che possono rappresentare una straordinaria leva di marketing per i prodotti

italiani, dato che la nostra legislazione, com’è noto, è una delle più restrittive al mondo in

fatto di OGM e una delle meglio posizionate per le produzioni bio.

Questa situazione di mercati è stata confermata anche dal Segretario di stato americano

all’agricoltura Tom Vilsack a margine di un’intervista sui colloqui per l’accordo di libero

scambio Europa-Usa Ttip: “Il biologico sta crescendo rapidamente in Usa ma è un settore

relativamente piccolo con una domanda, però, in aumento e i distributori statunitensi non

sanno se avranno una fornitura adeguata”. Piccolo per gli standard americani, ma con 36

miliardi di dollari decisamente sostanzioso per quelli italiani e di tanti altri stati europei.

L’Italia ha esportato cibi biologici per 1,4 miliardi di euro nel 2014, in crescita del 12,7%. Dal

2008 la crescita è stata del 337%, secondo i numeri dell’Osservatorio SANA curato da

Nomisma. La propensione all’export delle aziende bio è forte: il 24% del fatturato raggiunge

i mercati internazionali, a fronte di un 18% medio delle aziende agroalimentari italiane. C’è

tutto da guadagnare.

(dal Bollettino Bio di Greenplanet – gennaio 2016)

7 ADDITIVI ALIMENTARI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI MALATTIE AUTOIMMUNI

Alcuni additivi alimentari possono aumentare

il rischio di andare incontro a malattie

autoimmuni. Lo hanno evidenziato di recente

i ricercatori dell’Israel Institute of

Technology.

Nel mondo di oggi i prodotti confezionati

sembrano molto comodi e ci fanno

risparmiare tempo, ma quanto sono sicuri per

la salute? Uno dei problemi principali a parere

degli esperti è rappresentato dagli additivi

alimentari che vengono utilizzati durante le

lavorazioni industriali.

Un gruppo di ricercatori internazionali provenienti da Israele e dalla Germania ha condotto

uno studio in cui sono state presentate le prove che i cibi elaborati a livello industriale

indeboliscono la resistenza dell’intestino nei confronti dei batteri, delle tossine e di altri

elementi nutritivi e non nutritivi ostili. Ciò aumenta il rischio di sviluppare malattie

autoimmuni. Il gruppo di ricerca ha esaminato gli effetti degli alimenti trasformati

sull’intestino e per quanto riguarda lo sviluppo di malattie autoimmuni, condizioni in cui

l’organismo attacca se stesso ai danni dei propri tessuti.

Tra le malattie autoimmuni identificate troviamo la celiachia, il lupus, la sclerosi multipla,

l’epatite autoimmune e il morbo di Crohn. Gli esperti hanno sottolineato che negli ultimi anni

sono diminuite le malattie infettive ma sono aumentate le malattie autoimmuni.

In un periodo così breve i cambiamenti genetici sono considerati insignificanti, quindi i

ricercatori stanno individuando le cause in fattori ambientali e alimentari. Nel nuovo studio

dunque gli esperti si sono concentrati sull’aumento vertiginoso dell’uso di additivi alimentari

industriali volti a "migliorare" le caratteristiche del cibo, come il gusto, l’odore, la consistenza

e la durata.

Molte malattie autoimmuni derivano da un malfunzionamento delle mucose che dovrebbero

proteggere l'intestino. Tale malfunzionamento ci espone a batteri, tossine, allergeni e

sostanze cancerogene. L’intestino diventa permeabile e ciò porta allo sviluppo di malattie

autoimmuni.

I ricercatori hanno scoperto 7 additivi alimentari di uso comune che indeboliscono le difese

intestinali:

1) Glucosio

2) Sodio

3) Emulsionanti

4) Acidi organici

5) Glutine

6) Nanoparticelle

7) Transglutaminasi microbica (mTG - un

enzima che funge da ‘colla’ tra le

proteine).

Gli additivi alimentari e le sostanze

considerate scomode per quanto riguarda

il rischio di malattie autoimmuni si possono

trovare in diversi cibi e bevande, secondo

le indicazioni fornite dai ricercatori:

1. Prodotti da forno

2. Carne

3. Pesce

4. Dolciumi

5. Oli

6. Caffè

7. Bevande

8. Piatti pronti.

Negli Stati Uniti il settore degli additivi alimentari risulta ancora ben poco sorvegliato. In Italia

di recente è scoppiato il caso del carbone vegetale usato come colorante per pane e

pizza, sebbene la legge nazionale e europea lo vieti.

Come possiamo orientarci, dunque? I ricercatori consigliano di evitare il più possibile gli

alimenti industriali trasformati e confezionati, soprattutto alle persone che si trovano a rischio

di contrarre una malattia autoimmune sulla base della loro storia familiare. (Consulta QUI lo studio su additivi e malattie autoimmuni pubblicato su Autoimmunity

Reviews).

(da Greenme.it – gennaio 2016)

LA MIA MAESTRA È UN PO’ SVAMPITA

All’inizio si ipotizzò che la mia maestra fosse un po’

svampita.

Metteva sempre “Bravissima” ai miei temi, eppure

quando mia madre andava a leggerli, trovava un

sacco di errori.

La prima volta pensò che la maestra fosse distratta.

La seconda pensò che magari non vedeva bene, visti gli occhiali che portava. La terza le

telefonò per capire come mai non sottolineasse gli evidenti errori di grammatica che facevo

nei miei temi. E lei le rispose: “Signora, non lo faccia. Sua figlia quando scrive ha una grande

fantasia, scrive di getto e con entusiasmo, se le facessimo notare gli errori potrebbe bloccarsi.

Così invece si correggerà da sola man mano che studieremo la grammatica, senza perdere il

piacere della scrittura”.

Quella maestra è diventata nel tempo una di famiglia,

presente in ogni occasione speciale come una nonna

saggia a cui dobbiamo tanto.

I suoi “Bravissima” mi hanno sproporzionatamente aiutata

a non perdere il piacere della scrittura. Al punto che la

scrittura è diventata la mia vita.

E io spero che questa storia possa servire a tanti adulti che

hanno paura degli errori dei bambini.

(da comune-info.net – gennaio 2016)

Elena, un anno senza supermercato

Da Il Cambiamento – gennaio 2016

§§

Le multinazionali si

divorano tra loro

Da comune-info.net – gennaio 2016

10 LEZIONI DI VITA DALLE FRASI CELEBRI DI ALBERT EINSTEIN

Albert Einstein non è stato soltanto un importante

scienziato che ha rivoluzionato il campo della fisica,

ma si è distinto per la sua passione per la filosofia e ci

ha lascito in eredità numerose frasi rimaste nella

memoria e altrettanti pensieri da cui possiamo trarre

alcune importanti lezioni di vita.

Scopriamo gli insegnamenti sulla vita tratti da 10 delle frasi più celebri di Albert Einstein:

1) Successo e valore

Che cosa significa avere successo nella vita? Dovremmo riflettere su questa domanda

apparentemente semplice e su quali sono i nostri veri obiettivi nella vita. Il vero successo non

dovrebbe coincidere con la fama e con l’accumulo di denaro ma con la capacità di diventare

persone migliori dal punto di vista interiore.

“Non cercare di diventare una persona di successo, tenta di diventare una persona di

valore” (Albert Einstein)

2) Presente, passato e futuro

E’ inutile preoccuparsi per ciò che è successo in passato, dato che non lo possiamo cambiare.

Forse però possiamo imparare qualcosa dal passato per vivere meglio oggi e in futuro, senza

smettere mai di porci delle domande e di metterci in discussione.

“Impara dal passato, vivi nel presente, spera nel futuro. L’importante è non smettere mai di

farsi delle domande”. (Albert Einstein)

3) La razza umana

Tutti noi apparteniamo alla razza umana. Tra gli uomini e le donne che popolano la Terra non

esistono distinzioni di razza né razze superiori o razze inferiori. Tenendo ben presenti queste

parole l’umanità potrebbe imparare a non ricadere in errori atroci già commessi in passato.

“Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. (Albert Einstein)

4) Ognuno è un genio

Facciamo attenzione prima di esprimere giudizi sulle altre persone e non solo. Queste parole

di Albert Einstein ci ricordano anche che ognuno di noi ha delle capacità che possono essere

diverse da quelle degli altri e che tale ricchezza di abilità fa parte del progresso dell’umanità.

“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi,

lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”. (Albert Einstein)

5) L’universo e la stupidità umana

Albert Einstein sapeva esprimersi con sottile ironia per scuotere le coscienze. L’umanità nella

sua visione sembra essere dotata sia di elementi geniali che di punti deboli da migliorare.

Ecco che allora l’uomo, se solo sapesse usare fino in fondo la propria intelligenza, avrebbe già

scoperto tutti i misteri dell’universo.

“Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora

dei dubbi”. (Albert Einstein)

6) Cambiamo il nostro pensiero

Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo prima di tutto cambiare i nostri pensieri. La

motivazione è molto semplice, dato che le nostre azioni sono guidate proprio da ciò che

pensiamo e che in seguito mettiamo in atto. Se desideriamo diventare portavoce del

cambiamento, pensiamo e agiamo fuori dal coro.

“Il mondo é il prodotto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non

modifichiamo il nostro modo di pensare”. (Albert Einstein)

7) Rimanere bambini

Ricontattare la nostra dimensione infantile per rinascere e riscoprire la bellezza di osservare

la vita con gli occhi di un bambino. La purezza dei piccoli permette di ricercare fino in fondo

la verità e la bellezza nel nostro mondo.

“Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui ci

è permesso rimanere bambini per tutta la vita”. (Albert Einstein)

8) Niente è impossibile

Quanti ostacoli incontriamo quando vogliamo dare inizio a un nuovo progetto o quando ci

appassioniamo a qualcosa di diverso dal solito? Alcuni di noi si saranno sentiti ostacolati dalle

altre persone, che si esprimono in modo contrario forse per via della loro incapacità di agire.

In questo caso, proseguiamo per la nostra strada.

“Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”. (Albert Einstein)

9) Felicità

Le emozioni che ci bloccano rubano tempo alle emozioni che ci rendono felici, se non sappiamo

gestirle. Allora dovremmo imparare a riconoscerle tutte e ad utilizzarle per trasformare la

nostra vita. Anche la rabbia e la tristezza possono aiutarci a vivere meglio in seguito quando

le abbiamo riconosciute, gestite e affrontate.

“Per ogni minuto che passi arrabbiato, perdi 60 secondi di felicità”. (Albert Einstein)

10) Sogni e rimpianti

Che cosa significa invecchiare? Secondo Albert Einstein, si diventa vecchi quando si perdono

o si accantonano i propri sogni, che vengono superati dai rimpianti. Non smettere di sognare

è forse la prima regola per non invecchiare mai, almeno dal punto di vista del famoso

scienziato.

"Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni". (Albert Einstein)

Leggi anche:

10 LEZIONI DI VITA CHE CI HA LASCIATO TIZIANO TERZANI (VIDEO)

10 FRASI E INSEGNAMENTI SULLA PACE DEL MAHATMA GANDHI

MEDITAZIONE: 10 CITAZIONI PER RIFLETTERE E CALMARE LA MENTE

(da Greenme.it – gennaio 2016)

L'Agenda della Salute a Gennaio: Apriamo

la porta al nuovo anno - Dieta detox - Ricette e cure naturali

Proposta da Terra Nuova – gennaio 2016

BUON 2016, ANNO INTERNAZIONALE DEI LEGUMI

Questo è finalmente l’anno di riscatto dei

legumi! dopo esser stati banditi dalle tavole

nella convinzione che vi siano proteine di

diverse levature e che quelle nobili stiano nella

carne, perché sono ricchi di carboidrati e fanno

ingrassare, perché danno meteorismo,

finalmente i legumi tornano alla ribalta con

grande clamore.

In questi anni li avevamo visti risalire la china

comparendo nella piramide alimentare in una posizione di tutto rispetto ovvero accanto al

pesce e non accanto a pane e patate come invece ancora troppo spesso li vediamo comparire

nelle diete dei centri diabetologici. Poi nelle linee guida di prevenzione cardiovascolare per la

loro spiccata capacità di abbassare il colesterolo LDL (volgarmente chiamato “cattivo”), ma

poi anche come proteine “sane” nei 10 punti del WCRF per la prevenzione delle malattie

tumorali e nel piatto della salute della Harvard University. E a gran clamore infine gli è stato

dedicato un intero anno: il 2016 è stato proclamato dalla FAO (Food and Agriculture

Organization) “Anno internazionale dei legumi”.

Dall’ONU, perché i legumi sono tra gli alimenti più idonei a sfamare tutto il mondo; le loro

proteine sono a bassissimo impatto ambientale, fatta eccezione per la soia, consumano

pochissima acqua per la loro coltivazione, arricchiscono il terreno di azoto grazie alle colonie

di Rhizobium, microrganismi azotofissatori, che colonizzano le loro radici. Ad esempio per

produrre un chilo di lenticchie servono 50 litri di acqua, per un kg di soia 2000, per un chilo

di carne di pollo 4.325, per uno di manzo 13.000, inoltre le proteine dei legumi costano un

quinto di quelle del latte!

Nei Paesi in via di sviluppo i legumi rappresentano il 75% della dieta, in quelli industrializzati

solo il 25% e com’è risaputo nei paesi industrializzati si sono fatte largo, dapprima nella

popolazione adulta e poi sempre di più in quella infantile, le cosiddette malattie del benessere

come diabete, allergie ambientali, ipertensione, obesità ecc, direttamente collegabili allo stile

di vita e all’alimentazione. Per quest’ultima i danni peggiori provengono più che dagli alimenti

che si consumano, dal consumo insufficiente di frutta, verdura, legumi, cereali integrali (il

famoso pane nero!), mandorle noci e altra frutta a guscio.

Per fortuna gruppi sempre più diffusi di nutrizionisti e agricoltori, entrambi interessati alla

salute dell’uomo e dell’ambiente, conoscono bene l’importanza del consumo frequente, perché

no, quotidiano dei legumi; noi nutrizionisti li possiamo far apprezzare facendo fare esperienza

sui i vantaggi nelle diete dimagranti e nella gestione del diabete e del colesterolo. I contadini

li coltivano recuperando vecchie varietà (ci tengo a segnalarvi le iniziative per il 2016 del

gruppo coltivarcondividendo) prima di tutto per poter continuare ad avere alimenti nutrienti

che possano essere prodotti nonostante i sempre più evidenti cambiamenti climatici, ma con

il grosso valore aggiunto di recuperare alimenti che fanno parte della nostra memoria

collettiva delle nostre radici, di quei sapori e di quei riti che ci fanno sentire “a casa”.

Questo concorre a mantenere la curiosità nel viaggiatore, per un turismo che arricchisca chi

viaggia e chi accoglie, a differenza del tutt’ora dilagante turismo consumistico. Quando

viaggio, sarà che adoro i legumi, ma mi stupisco sempre di come ogni paese ha legumi curiosi,

con sapori sempre diversi e sempre straordinari, porto il ricordo delle forme, dei sapori, delle

consistenze… Potremmo proprio dire paese che vai legume che trovi!

Per questo 2016 noi gruppo dei Nutrizionisti per l’Ambiente (NUPA), pensiamo di organizzare

degli eventi itineranti, state all’occhio! Buon Anno!!!

(da nutrizionistiperlambiente.org – gennaio 2016)

ALLA LARGA DAGLI ALCOLICI Una ricerca inglese rivede le quantità

minime tollerabili per il consumo di alcolici.

Anche i due bicchieri di vino al giorno possono essere troppi. Meglio due giorni di

completa astensione.

Per gli alcolici non si può stabilire un livello sicuro.

Una ricerca inglese punta il dito anche contro la

presunta innocenza del vino, contraddicendo le

raccomandazioni sulle modiche quantità

raccomandate finora dagli esperti italiani ed

europei.

I famosi due bicchieri di vino al giorno non sono sempre tollerabili: meglio astenersi dal

consumo di alcolici almeno due giorni a settimana. Il parere è stato espresso dall'autorità

inglese per la salute, Sally Davies, che con la revisione delle ultime linee guida sul tema punta

i riflettori su un concetto spesso ignorato o trascurato: quando si parla di alcolici non esiste

un livello considerato sicuro.

Secondo il Ministero della Salute italiano il tetto massimo di consumo consentito è di 2 unità

alcoliche al giorno per gli uomini, 1 unità alcolica al giorno per le donne, 1 unità alcolica al

giorno per le persone con più di 65 anni e zero unità di alcol sotto i 18 anni.

Un’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro, equivalenti a un bicchiere di vino

(125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°) o un bicchierino

di superalcolico (40 ml a 40°).

(da Terra Nuova – gennaio 2016)

QUINDICI ANNI DI TRASPORTI EUROPEI E UNA SOLA CERTEZZA: IL

DOMINIO DELL’AUTOMOBILE In queste settimane in cui la maggioranza delle città è rimasta stretta nella morsa dell’inquinamento atmosferico e delle polveri sottili – tra targhe alterne e blocchi

temporanei del traffico - l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato una ricerca

in cui analizza il settore dei trasporti, le tendenze ambientali, gli effetti sul clima e la salute e l’impatto che la tecnologia può avere in questo contesto.

La ricerca dal titolo “Evaluating 15 years of

transport and environmental policy

integration” parte dalla constatazione che il

settore dei trasporti interessa l’ambiente in modi

diversi. Dalle emissioni di gas serra (GHG) e di

altre sostanze dannose, all’inquinamento acustico

– è, infatti, la principale fonte di rumore in città –

fino alla frammentazione degli habitat.

Nel documento viene analizzata l’evoluzione del

settore dei trasporti (merci e passeggeri) e i suoi

impatti sull’ambiente a partire dal 2000, compresi

gli effetti della recessione economica nel 2008.

Concludendo che una decarbonizzazione del settore dei trasporti è fondamentale, ma richiede

non solo soluzioni tecnologiche ma anche politiche che stimolino cambiamenti

comportamentali significativi, tra cui la corretta tariffazione delle “esternalità” dei trasporti e

approcci di pianificazione che incentivino l’uso di mezzi di trasporto sostenibili.

Veniamo a qualche dato significativo. Le emissioni di gas serra prodotte dai trasporti sono

aumentate del 19,4% dal 1990. È l’unico tra i principali settori economici europei in cui questo

tipo di inquinamento è aumentato. Nel 2013, inoltre, il trasporto ha rappresentato quasi un

quarto del totale delle emissioni di gas serra dell’UE (un quinto se si escludono l’aviazione

internazionale e le emissioni marittime). Le autovetture private corrispondono, infine, a quasi

il 45% delle emissioni del settore dei trasporti. A questa percentuale bisogna aggiungere un

ulteriore 20% rappresentato dei veicoli pesanti.

Per quanto riguarda, invece, altre sostanze, come conseguenza di una normativa UE più

restrittiva, le emissioni legate ai trasporti di tre importanti inquinanti atmosferici SOx, NOx e

PM sono diminuiti nel periodo 2000-2013. Tuttavia, in particolare per il NOx delle automobili

diesel, ma anche per la CO2, vi è una differenza crescente tra misurazioni delle emissioni

‘ufficiali’, rispetto alle emissioni veramente misurate. Una realtà mostrata in tutta evidenza

dallo scandalo Volkswagen e che desta parecchia preoccupazione in seno all’Agenzia.

Anche perché, tra il 2000 e il 2013, la quota di diesel sul totale dell’energia consumata per il

trasporto su strada è aumentata notevolmente, a causa degli incentivi finanziari da parte di

molti governi europei, finalizzati ad incoraggiare l’adozione di questo tipo di motori (la

cosiddetta dieselization, di cui si parla da anni).

Una politica che ha, senza dubbio, scoraggiato l’adozione di alternative più green. Il numero

di veicoli elettrici, per esempio, è cresciuto di un misero 0,07% sul totale delle autovetture e

l’auto resta il mezzo di trasporto in assoluto dominante.

Venendo all’inquinamento acustico, poi, il rumore provocato dal traffico stradale (sia

all’interno, sia al di fuori delle aree urbane), è ancora la più importante fonte di rumore

ambientale nell’UE. Circa 125 milioni di persone sono state potenzialmente esposte a livelli

superiori a 55 dB Lden nel 2012.

Un elemento fondamentale del fenomeno è infine rappresentato dal ruolo della crisi

economica. Negli ultimi anni si è infatti verificato un forte calo della domanda di merci e, a

seguito di una ripresa limitata, i volumi di trasporto merci, da allora, sono rimasti

sostanzialmente stabili (solo nel 2013 il traffico merci è aumentato, occasionalmente, del

7,3% rispetto al 2000), senza perciò che nessuno ne abbia il merito decisionale né politico.

Anche se qualcuno ha tentato di fare di necessità virtù.

(da greenews.info – gennaio 2016)

Troppo traffico: le proposte di Legambiente per

Padova

Da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova –

gennaio 2016

§§

Monsanto e l’anno delle

libellule

Da comune-info.net – gennaio 2016

§§

Pesticidi nella Striscia di Gaza

e Amianto nell’Ilva di Taranto. La denuncia alla Camera

Da BioEcoGeoMagazine – gennaio 2016

H2OS - ORTO COMUNITARIO DELLE DONNE Costruire capacità: l’orto comunitario

Come noto, El Tamiso ogni anno destina una somma di

denaro del proprio bilancio a sostegno di progetti

sostenibili e "compatibili", in Italia e all'estero, sulla scorta

delle indicazioni dell'assemblea annuale dei Soci.

Recentemente ha sostenuto l'acquisto di una pompa, e del

relativo impianto di irrigazione, per questo orto

comunitario e questo progetto a Keur Bakar, in

Senegal.

Un augurio di buon lavoro, e … abbondanti raccolti, a chi trae sostentamento da questa

iniziativa!!!

Franco Zecchinato - Cooperativa agricola El Tamiso – Padova

Le indicazioni alimentari nascondono confilitti di interesse. Dalla piramide italiana alla

trottola giapponese ecco dove le industrie mettono mano

Da Il Fatto Alimentare – gennaio 2016

§§

Idrovia: un anno di novità positive

Da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova –

gennaio 2016