NEWSLETTER 02-2016 · opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani...
Transcript of NEWSLETTER 02-2016 · opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani...
NEWSLETTER 02-2016
Iscriviti QUI alla Newsletter
del Biologico…e non solo!
...ora siamo anche in
Facebook!!
NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO
LA FORZA DELLA VERITÀ “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali”
(T. Terzani – Lettere contro la guerra)
“Dopo gli attentati di Parigi, tutti dicono che aveva ragione Oriana Fallaci, ma io
credo che mai come adesso, ad avere ragione fosse invece Tiziano Terzani. Terzani aveva previsto l’acuirsi del terrorismo, credeva che l’11 settembre 2001 costituisse
una buona occasione per un profondo esame di coscienza e per un grande ripensamento della nostra civiltà occidentale.”
(G. Germani – Corriere della sera)
Ricevo e volentieri pubblico questo contributo dell’amica Gloria Germani, che fa
opportunamente luce sulla rinnovata polarità culturale tra Tiziano Terzani ed Oriana Fallaci,
nei confronti del terrorismo. Andrea
Il nocciolo della posizione di Terzani è forse riconducibile alla
seguente domanda:
E’ possibile rimanere fuori da un sistema che cerca di fare di
tutto il mondo un mercato, di tutti gli uomini dei consumatori,
a cui vendere prima gli stessi desideri e poi gli stessi prodotti?
La voce di Terzani si leva più potente che mai contro le logiche
economiche e di dominio che ci stanno portando sul baratro
della III Guerra Mondiale: 14 anni fa Oriana Fallaci lanciò la
sua campagna di odio contro i mussulmani che invadono l’Occidente. In questi lunghi anni,
l’Occidente non ha fatto che seguire la sua guerra di vendetta bombardando Afghanistan,
Iraq, Libano, Libia, Siria e il problema del terrorismo non è affatto risolto, ma
esponenzialmente cresciuto.
All’ opposto, Terzani vide nell’ 11 settembre 2001 l’occasione per “fare un esame di
coscienza, accettare le nostre responsabilità di uomini occidentali e fare finalmente un salto
di qualità nella nostra concezione della vita”. Era una buona occasione per “ripensare tutto: i
rapporti tra Stati, tra religioni, i rapporti con la natura, i rapporti stessi tra uomo e uomo”.
Non possiamo capire il mondo guardandolo solo dalla nostra parte– questa è la legge
fondamentale che oggi continuamente dimentichiamo. Come dimentichiamo che, dalla II.
guerra Mondiale, la guerra non è più quella cavalleresca combattuta ad armi pari. Non potendo
colpire i piloti che sganciano bombe da altezze irraggiungibili, la reazione diventa spesso
quella di colpire i civili.
Se non fosse stata accecata dalla rabbia, la Fallaci - e insieme il giornalismo occidentale –
avrebbero visto negli attentati del 2001 contro l’Organizzazione del Commercio Mondiale,
come reazione alla lunghissima serie di azioni e di bombardamenti occulti operati
principalmente dalla Cia, tesi a mettere sotto il controllo americano i paesi ricchi di petrolio.
Di più: il WTO, inventato nel 1994, aveva tolto ogni barriera al commercio transcontinentale
a scapito della economie locali- ecologicamente e umanamente sostenibili.
Terzani indica una verità ancora più profonda: «Anni di sfrenato materialismo hanno ridotto
e marginalizzato il ruolo della morale nel vita della gente, facendo di valori come il denaro, il
successo e il tornaconto personale il solo metro di giudizio”. Similmente, Papa Francesco ha
indicato il pensiero economico-tecnocratico dominante come responsabile della enorme crisi
climatica ma anche dell’atteggiamento predatorio dell’uomo moderno, sia nei confronti della
natura, che dei suoi simili (Laudato Sii).
Terzani è stato un precursore. La sua critica radicale della nostra maniera di pensare (e quindi
di agire) è stata seguita e confermata da: 1. L’enorme crisi ambientale e il riscaldamento
globale. 2. La crisi economico–finanziaria scoppiata nel 2008. 3. Una grande crisi esistenziale
dell’occidente e la perdita di ogni valore.
Oggi studi inconfutabili confermano che il riscaldamento climatico è causato dal 50 anni di
industrializzazione estesa, prodotta dai combustibili fossili. Inoltre se tutto il globo avesse gli
stessi livelli di consumo degli americani, ci sarebbe bisogno di 6 pianeti e non di 1 solo come
di fatto abbiamo (Ecological foot Print, IPCC). Pertanto – come Terzani ci ammoniva – il nostro
sistema di vita – consumista, democratico e capitalista -, contrariamente a quanto ci viene
sbandierato, non è esportabile.
Oggi si comincia ad afferrare che quello della Crescita è un mito. “Una crescita infinita – dei
profitti, dei consumi e dei rifiuti – è impossibile in un pianeta finito”. Come ribatte Serge
Latouche: “il libero mercato altro non è altro che la libera volpe nel libero pollaio!”
Così pure l’Idea di Progresso e di Evoluzione. Certo, ripete Terzani, veniamo dalle scimmie,
però non c’è nessun tempo lineare che punta dritto verso la perfezione. La Globalizzazione
non è il risultato dell’Evoluzione. Piuttosto è il frutto della tecnologia e dell’industria che – per
poter vendere gli stessi prodotti – deve vendere prima gli stessi desideri. Cos’altro sono i
mass media, se non la fabbrica dei desideri artificiali?
La Fallaci si è chiusa nell’orgoglio di una civiltà che sta disattendendo sempre di più tutte le
promesse, in particolar modo quelle di benessere. Al contrario, Terzani si domandava con
preveggenza nel 2003: “Perché, c’è da riflettere: cos’è questa civiltà moderna?” e rispondeva:
”É la ragione che diventa matta, che è diventata matta per colpa dell’economia. L’economia
è diventata il criterio principale di tutto; non ci sono altri valori”. E ci incitava: “dobbiamo
rimettere l’economia dietro all’etica!”.
Un unico filo lega la guida spirituale, il saggio che ha incarnato il meglio di Oriente e Occidente,
al Terzani che ha esplorato tutte le filosofie di vita del nostro tempo: dal Comunismo al suo
punto di arrivo – Gandhi, il ritorno alla semplicità, alle economie locali e biologiche – è un
alternativa potente alle Guerre attuali e al pensiero unico dominante.
La posizione di Terzani – così fuori dal coro – contiene una visione ricca di frutti per il
futuro. La nostra maniera moderna di vedere le cose separate l’una dall’altra: l’economia
dall’ecologia, la chimica, la sociologia, la medicina, l’agricoltura industriale, la geologia, la
psicologia e il consumismo, ha le sue radici nel pensiero settecentesco newtoniano-cartesiano.
Un pensiero materialista, meccanicista, che misura la realtà solo in termini di numeri. Ha
portato grandi novità tecnologiche ma anche conseguenze devastanti!
Ma la vita non è matematica! Questa scienza non è neutrale e la tecnologia è il cavallo di Troia
per l’occidentalizzazione del Mondo! (Raimon Panikkar). Da Einstein in poi, abbiamo iniziato
a capire che non esiste la materia, che tempo e spazio non sono contenitori vuoti, che non
esiste nessun oggetto in sé, e neppure un individuo indipendente e Tutto è energia e
interconnessione così come da tempo immemore ci hanno insegnato buddismo, taoismo,
induismo e le tradizioni mistiche occidentali. Fisica quantistica, fisica subatomica ed
entanglement confutano il paradigma della scienza settecentesca sui cui sono fondate le
nostre società oggi in crisi, sotto innumerevoli aspetti.
Per questo Terzani, il giornalista-saggio ci esortava nel 2002: Fermiamoci!! Si tratta di non
continuare inconsciamente nella direzione in cui siamo. Perché questa direzione è folle!
Dobbiamo abbracciare il pensiero che tutto è Uno e trovare una dimensione collettiva e sociale
più in sintonia con la Natura. E dunque… buon viaggio! Perché l’universo è meraviglioso e
l’uomo ha un grande avvenire a cui lavorare.
(Gloria Germani in Low Living High Thinking – gennaio 2016)
Appello al Presidente Mattarella per
difendere salute ed ambiente Caro Presidente Mattarella,
Abbiamo ascoltato ed apprezzato il suo discorso di
fine anno, in particolare dove Lei ha toccato il tema
dell’inquinamento e delle sue ricadute per la salute.
Il tema è di stringente attualità, specie in questo
periodo di continui superamenti dei livelli di smog
ed in cui ci sembra paradossale che non si possa far altro che sperare in un cambiamento
delle condizioni climatiche (come se ”magicamente” con la pioggia gli inquinanti si
dileguassero e non ricadessero viceversa al suolo) e sembra che non ci resti altro che confidare
nella “benignità” di quella Natura che viceversa costantemente violiamo.
Proprio a questo proposito, come cittadini italiani, ci rivolgiamo a Lei per esprimerle tutto il
nostro più profondo sgomento e la nostra angoscia per i tempi che stiamo vivendo. Siamo
certamente preoccupati per la mancanza di lavoro e perché non vediamo un futuro per i nostri
giovani, ma ancor più ci angoscia la consapevolezza che stiamo compromettendo un bene
ancora più prezioso: la loro salute….
Inizia così un appello, scritto da Patrizia Gentilini, Medico oncoematologo di Forlì
- Comitato Scientifico ISDE, e da Agostino Di Ciaula, Medico internista di Bari -
Comitato Scientifico ISDE, per sollecitare il Presidente della Repubblica su temi
importanti quali l’ambiente e la salute dei cittadini.
Potete leggere il testo completo cliccando QUI
(da Change.org – gennaio 2016)
Realtà aumentata? Di realtà diminuita abbiamo bisogno per tornare umani
Da Il Fatto Quotidiano/Blog – gennaio 2016
Occupare un posto
Da Low Living High Thinking – gennaio 2016
COMUNE CONTRO ALBERI … MENTRE CRESCE L’INQUINAMENTO
Apprendiamo dagli organi di stampa che il Comune
di Padova – in risposta al Ricorso al TAR presentato
dai residenti di Via Nazareth contro la delibera
comunale di cambio di destinazione di un’area
da “area per servizi pubblici di quartiere:
verde pubblico ed attrezzato” a “parcheggi”
(espropriando anche una parte di LEGITTIMA
proprietà di due condomini) – ha deciso di
autorizzare il Sindaco a costituirsi in giudizio avanti
al TAR del Veneto per resistere all’azione promossa
dai residenti, dando mandato all’avvocatura civica
di difendere la legittimità della delibera.
Tale azione è assolutamente legittima; quello che invece è incredibilmente assurdo è
vedere l’annuncio di questa “ideologica” crociata pubblicato insieme a pagine e pagine di ben
più importanti articoli e dibattiti sulla qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno, sul
rimpallo di responsabilità, sulle percentuali dei fattori di inquinamento, etc. Quanta ipocrisia…
L’inquinamento è un dato di fatto, una realtà terribile, un’ignobile eredità lasciata da anni ed
anni di malgoverno e miopi politiche sull’ambiente che però oggi riguarda tutti, fa male a tutti,
uccide tutti e contro il quale si potrebbe fare tanto, ma non si può o non si vuole fare.
Gli alberi, ed il verde in generale, sono l’estremo “antidoto” che la natura ci vuole lasciare
a difesa della nostra salute. Assorbono importanti quantità di CO2, una delle peggiori
componenti inquinanti, e soprattutto… non costano nulla, e fanno bella la nostra città.
Cosa c’è di meglio, allora, di una “crociata” contro il verde, abbattendo tantissimi alberi per
fare parcheggi (che servono ad ospitare macchine, cioè smog) e smantellando parchi
storici??? Leggiamo ampie pagine di cosiddetti provvedimenti antismog, come la limitazione
al traffico o l’abbassamento di qualche grado della temperatura dei termosifoni…
Non ci vuole chissà quale preparazione tecnico-scientifica per dimostrare quanta ipocrisia ed
ideologia ci sia dietro questi provvedimenti (che, ricordiamo, interessano amministrazioni nel
Paese di ogni colore politico).
E – comunque – tra qualche settimana i titoloni sull’inquinamento non ci saranno più, e per
un anno tutto tornerà nel silenzio, lo smog tornerà nei suoi – sempre alti – valori di tossicità
e tutto finirà nel dimenticatoio. Così come nel dimenticatoio è finita la “saga” del
termovalorizzatore di Padova, pregevole ed ardito manufatto costruito a ridosso della città
che – QUOTIDIANAMENTE – ci inonda di derivati della combustione, affiancato in questa opera
dalle due vecchie linee che – non ci siamo dimenticati – avrebbero dovuto essere chiuse
dopo la partenza della nuova.
Certo, sofisticate e dettagliate pagine web ci mostrano in tempo reale che le emissioni sono
entro le normative… ma sempre di emissioni si parla!!! E si sommano a tutto il resto, traffico
e caldaie della città… Possibile che si parta sempre dal presupposto che i cittadini si bevano
ogni idiozia??? “Poche” schifezze in “grandi” quantità fanno sempre una “enorme” schifezza
per noi residenti… ma chi se ne ricorda più? Chi si ricorda delle promesse di convertire
l’energia prodotta in teleriscaldamento? Soluzione che – per lo meno – avrebbe consentito di
“spegnere” migliaia di piccole caldaie inquinanti ripagando – al meno in parte – il conto che
la cittadinanza deve “subire” in nome del cosiddetto “progresso”.
Si dirà che l’attuale giunta non c’entra con quanto avvenuto nel passato, che le promesse
erano state prese e fatte con altre persone, altri colori, altre ideologie… corretto!
Ma, caro signor Sindaco, invece di abbattere alberi e prendere provvedimenti “palliativi”,
guadagnerebbe la stima di molti se riprendesse in mano certi “argomenti” scomodi e
decidesse di assumere – lì – decisioni importanti per dare a noi – suoi cittadini – le risposte
negate per anni:
Perché non sono state chiuse le vecchie linee???
Perché il teleriscaldamento è rimasto in chissà quale cassetto di chissà quale
funzionario???
Perché i termovalorizzatori di Padova bruciano le schifezze di altri comuni italiani???
Qui non si guarda al tanto sbandierato “prima pensiamo ai padovani, poi agli altri!”,
vero sig. Sindaco???
Perché si pubblicano dati fasulli sulla percentuale di raccolta differenziata in città senza
andare a controllare l’effettiva “qualità” della differenziazione???
Ecco, Signor Sindaco, ci piacerebbe vederla impegnato a dare ai suoi cittadini queste riposte,
invece che ostinarsi a perseguire azioni contro il verde della sua città. Ultimamente, sempre
nei suoi slogan, la abbiamo vista impegnato a distribuire migliaia di crocefissi nelle scuole del
Comune; è bello vedere che si occupa con tanto fervore di certi aspetti religiosi. È meno bello
constatare che Papa Francesco continui ogni giorno ad esortarci soprattutto al
rispetto ed alla conservazione del creato e nell’opera di misericordia, e che questi
inviti – così forti e pressanti – inconcepibilmente non tocchino le coscienze della sua
Amministrazione…
Padova zona Nazareth: difendiamo il verde in quartiere
(da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – gennaio 2016)
MANCA BIO NEGLI STATES,
OPPORTUNITÀ PER L'ITALIA
Sul mercato americano c’è scarsità di materie
prime OGM free e di alimenti biologici. Lo
sottolinea il Financial Times in una lunga analisi
aggiungendo che i grandi players
dell’alimentazione sono attenti al fenomeno.
Per l’amministratore delegato di Cargill David
MacLennan, riporta il giornale, è il momento di riconoscere e fare attenzione a questi trend.
Attualmente gli Usa hanno un deficit di importazioni di prodotti biologici di un miliardo di
dollari, destinato ad allargarsi per la velocita con cui crescono le vendite.
Tra il 2007 e il 2014 le vendite di prodotti bio in Usa sono raddoppiate, arrivando a 36 miliardi
di dollari, e quelle di cibi OGM free sono addirittura triplicate a 15 miliardi di dollari, nota il
giornale inglese, e questi numeri stanno suggerendo che non si tratta solo di moda ma di un
vero e proprio trend di lungo periodo che ha fatto la fortuna in questi anni di distributori come
Whole Foods. E che possono rappresentare una straordinaria leva di marketing per i prodotti
italiani, dato che la nostra legislazione, com’è noto, è una delle più restrittive al mondo in
fatto di OGM e una delle meglio posizionate per le produzioni bio.
Questa situazione di mercati è stata confermata anche dal Segretario di stato americano
all’agricoltura Tom Vilsack a margine di un’intervista sui colloqui per l’accordo di libero
scambio Europa-Usa Ttip: “Il biologico sta crescendo rapidamente in Usa ma è un settore
relativamente piccolo con una domanda, però, in aumento e i distributori statunitensi non
sanno se avranno una fornitura adeguata”. Piccolo per gli standard americani, ma con 36
miliardi di dollari decisamente sostanzioso per quelli italiani e di tanti altri stati europei.
L’Italia ha esportato cibi biologici per 1,4 miliardi di euro nel 2014, in crescita del 12,7%. Dal
2008 la crescita è stata del 337%, secondo i numeri dell’Osservatorio SANA curato da
Nomisma. La propensione all’export delle aziende bio è forte: il 24% del fatturato raggiunge
i mercati internazionali, a fronte di un 18% medio delle aziende agroalimentari italiane. C’è
tutto da guadagnare.
(dal Bollettino Bio di Greenplanet – gennaio 2016)
7 ADDITIVI ALIMENTARI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI MALATTIE AUTOIMMUNI
Alcuni additivi alimentari possono aumentare
il rischio di andare incontro a malattie
autoimmuni. Lo hanno evidenziato di recente
i ricercatori dell’Israel Institute of
Technology.
Nel mondo di oggi i prodotti confezionati
sembrano molto comodi e ci fanno
risparmiare tempo, ma quanto sono sicuri per
la salute? Uno dei problemi principali a parere
degli esperti è rappresentato dagli additivi
alimentari che vengono utilizzati durante le
lavorazioni industriali.
Un gruppo di ricercatori internazionali provenienti da Israele e dalla Germania ha condotto
uno studio in cui sono state presentate le prove che i cibi elaborati a livello industriale
indeboliscono la resistenza dell’intestino nei confronti dei batteri, delle tossine e di altri
elementi nutritivi e non nutritivi ostili. Ciò aumenta il rischio di sviluppare malattie
autoimmuni. Il gruppo di ricerca ha esaminato gli effetti degli alimenti trasformati
sull’intestino e per quanto riguarda lo sviluppo di malattie autoimmuni, condizioni in cui
l’organismo attacca se stesso ai danni dei propri tessuti.
Tra le malattie autoimmuni identificate troviamo la celiachia, il lupus, la sclerosi multipla,
l’epatite autoimmune e il morbo di Crohn. Gli esperti hanno sottolineato che negli ultimi anni
sono diminuite le malattie infettive ma sono aumentate le malattie autoimmuni.
In un periodo così breve i cambiamenti genetici sono considerati insignificanti, quindi i
ricercatori stanno individuando le cause in fattori ambientali e alimentari. Nel nuovo studio
dunque gli esperti si sono concentrati sull’aumento vertiginoso dell’uso di additivi alimentari
industriali volti a "migliorare" le caratteristiche del cibo, come il gusto, l’odore, la consistenza
e la durata.
Molte malattie autoimmuni derivano da un malfunzionamento delle mucose che dovrebbero
proteggere l'intestino. Tale malfunzionamento ci espone a batteri, tossine, allergeni e
sostanze cancerogene. L’intestino diventa permeabile e ciò porta allo sviluppo di malattie
autoimmuni.
I ricercatori hanno scoperto 7 additivi alimentari di uso comune che indeboliscono le difese
intestinali:
1) Glucosio
2) Sodio
3) Emulsionanti
4) Acidi organici
5) Glutine
6) Nanoparticelle
7) Transglutaminasi microbica (mTG - un
enzima che funge da ‘colla’ tra le
proteine).
Gli additivi alimentari e le sostanze
considerate scomode per quanto riguarda
il rischio di malattie autoimmuni si possono
trovare in diversi cibi e bevande, secondo
le indicazioni fornite dai ricercatori:
1. Prodotti da forno
2. Carne
3. Pesce
4. Dolciumi
5. Oli
6. Caffè
7. Bevande
8. Piatti pronti.
Negli Stati Uniti il settore degli additivi alimentari risulta ancora ben poco sorvegliato. In Italia
di recente è scoppiato il caso del carbone vegetale usato come colorante per pane e
pizza, sebbene la legge nazionale e europea lo vieti.
Come possiamo orientarci, dunque? I ricercatori consigliano di evitare il più possibile gli
alimenti industriali trasformati e confezionati, soprattutto alle persone che si trovano a rischio
di contrarre una malattia autoimmune sulla base della loro storia familiare. (Consulta QUI lo studio su additivi e malattie autoimmuni pubblicato su Autoimmunity
Reviews).
(da Greenme.it – gennaio 2016)
LA MIA MAESTRA È UN PO’ SVAMPITA
All’inizio si ipotizzò che la mia maestra fosse un po’
svampita.
Metteva sempre “Bravissima” ai miei temi, eppure
quando mia madre andava a leggerli, trovava un
sacco di errori.
La prima volta pensò che la maestra fosse distratta.
La seconda pensò che magari non vedeva bene, visti gli occhiali che portava. La terza le
telefonò per capire come mai non sottolineasse gli evidenti errori di grammatica che facevo
nei miei temi. E lei le rispose: “Signora, non lo faccia. Sua figlia quando scrive ha una grande
fantasia, scrive di getto e con entusiasmo, se le facessimo notare gli errori potrebbe bloccarsi.
Così invece si correggerà da sola man mano che studieremo la grammatica, senza perdere il
piacere della scrittura”.
Quella maestra è diventata nel tempo una di famiglia,
presente in ogni occasione speciale come una nonna
saggia a cui dobbiamo tanto.
I suoi “Bravissima” mi hanno sproporzionatamente aiutata
a non perdere il piacere della scrittura. Al punto che la
scrittura è diventata la mia vita.
E io spero che questa storia possa servire a tanti adulti che
hanno paura degli errori dei bambini.
(da comune-info.net – gennaio 2016)
Elena, un anno senza supermercato
Da Il Cambiamento – gennaio 2016
§§
Le multinazionali si
divorano tra loro
Da comune-info.net – gennaio 2016
10 LEZIONI DI VITA DALLE FRASI CELEBRI DI ALBERT EINSTEIN
Albert Einstein non è stato soltanto un importante
scienziato che ha rivoluzionato il campo della fisica,
ma si è distinto per la sua passione per la filosofia e ci
ha lascito in eredità numerose frasi rimaste nella
memoria e altrettanti pensieri da cui possiamo trarre
alcune importanti lezioni di vita.
Scopriamo gli insegnamenti sulla vita tratti da 10 delle frasi più celebri di Albert Einstein:
1) Successo e valore
Che cosa significa avere successo nella vita? Dovremmo riflettere su questa domanda
apparentemente semplice e su quali sono i nostri veri obiettivi nella vita. Il vero successo non
dovrebbe coincidere con la fama e con l’accumulo di denaro ma con la capacità di diventare
persone migliori dal punto di vista interiore.
“Non cercare di diventare una persona di successo, tenta di diventare una persona di
valore” (Albert Einstein)
2) Presente, passato e futuro
E’ inutile preoccuparsi per ciò che è successo in passato, dato che non lo possiamo cambiare.
Forse però possiamo imparare qualcosa dal passato per vivere meglio oggi e in futuro, senza
smettere mai di porci delle domande e di metterci in discussione.
“Impara dal passato, vivi nel presente, spera nel futuro. L’importante è non smettere mai di
farsi delle domande”. (Albert Einstein)
3) La razza umana
Tutti noi apparteniamo alla razza umana. Tra gli uomini e le donne che popolano la Terra non
esistono distinzioni di razza né razze superiori o razze inferiori. Tenendo ben presenti queste
parole l’umanità potrebbe imparare a non ricadere in errori atroci già commessi in passato.
“Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”. (Albert Einstein)
4) Ognuno è un genio
Facciamo attenzione prima di esprimere giudizi sulle altre persone e non solo. Queste parole
di Albert Einstein ci ricordano anche che ognuno di noi ha delle capacità che possono essere
diverse da quelle degli altri e che tale ricchezza di abilità fa parte del progresso dell’umanità.
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi,
lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”. (Albert Einstein)
5) L’universo e la stupidità umana
Albert Einstein sapeva esprimersi con sottile ironia per scuotere le coscienze. L’umanità nella
sua visione sembra essere dotata sia di elementi geniali che di punti deboli da migliorare.
Ecco che allora l’uomo, se solo sapesse usare fino in fondo la propria intelligenza, avrebbe già
scoperto tutti i misteri dell’universo.
“Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora
dei dubbi”. (Albert Einstein)
6) Cambiamo il nostro pensiero
Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo prima di tutto cambiare i nostri pensieri. La
motivazione è molto semplice, dato che le nostre azioni sono guidate proprio da ciò che
pensiamo e che in seguito mettiamo in atto. Se desideriamo diventare portavoce del
cambiamento, pensiamo e agiamo fuori dal coro.
“Il mondo é il prodotto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non
modifichiamo il nostro modo di pensare”. (Albert Einstein)
7) Rimanere bambini
Ricontattare la nostra dimensione infantile per rinascere e riscoprire la bellezza di osservare
la vita con gli occhi di un bambino. La purezza dei piccoli permette di ricercare fino in fondo
la verità e la bellezza nel nostro mondo.
“Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui ci
è permesso rimanere bambini per tutta la vita”. (Albert Einstein)
8) Niente è impossibile
Quanti ostacoli incontriamo quando vogliamo dare inizio a un nuovo progetto o quando ci
appassioniamo a qualcosa di diverso dal solito? Alcuni di noi si saranno sentiti ostacolati dalle
altre persone, che si esprimono in modo contrario forse per via della loro incapacità di agire.
In questo caso, proseguiamo per la nostra strada.
“Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”. (Albert Einstein)
9) Felicità
Le emozioni che ci bloccano rubano tempo alle emozioni che ci rendono felici, se non sappiamo
gestirle. Allora dovremmo imparare a riconoscerle tutte e ad utilizzarle per trasformare la
nostra vita. Anche la rabbia e la tristezza possono aiutarci a vivere meglio in seguito quando
le abbiamo riconosciute, gestite e affrontate.
“Per ogni minuto che passi arrabbiato, perdi 60 secondi di felicità”. (Albert Einstein)
10) Sogni e rimpianti
Che cosa significa invecchiare? Secondo Albert Einstein, si diventa vecchi quando si perdono
o si accantonano i propri sogni, che vengono superati dai rimpianti. Non smettere di sognare
è forse la prima regola per non invecchiare mai, almeno dal punto di vista del famoso
scienziato.
"Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni". (Albert Einstein)
Leggi anche:
10 LEZIONI DI VITA CHE CI HA LASCIATO TIZIANO TERZANI (VIDEO)
10 FRASI E INSEGNAMENTI SULLA PACE DEL MAHATMA GANDHI
MEDITAZIONE: 10 CITAZIONI PER RIFLETTERE E CALMARE LA MENTE
(da Greenme.it – gennaio 2016)
L'Agenda della Salute a Gennaio: Apriamo
la porta al nuovo anno - Dieta detox - Ricette e cure naturali
Proposta da Terra Nuova – gennaio 2016
BUON 2016, ANNO INTERNAZIONALE DEI LEGUMI
Questo è finalmente l’anno di riscatto dei
legumi! dopo esser stati banditi dalle tavole
nella convinzione che vi siano proteine di
diverse levature e che quelle nobili stiano nella
carne, perché sono ricchi di carboidrati e fanno
ingrassare, perché danno meteorismo,
finalmente i legumi tornano alla ribalta con
grande clamore.
In questi anni li avevamo visti risalire la china
comparendo nella piramide alimentare in una posizione di tutto rispetto ovvero accanto al
pesce e non accanto a pane e patate come invece ancora troppo spesso li vediamo comparire
nelle diete dei centri diabetologici. Poi nelle linee guida di prevenzione cardiovascolare per la
loro spiccata capacità di abbassare il colesterolo LDL (volgarmente chiamato “cattivo”), ma
poi anche come proteine “sane” nei 10 punti del WCRF per la prevenzione delle malattie
tumorali e nel piatto della salute della Harvard University. E a gran clamore infine gli è stato
dedicato un intero anno: il 2016 è stato proclamato dalla FAO (Food and Agriculture
Organization) “Anno internazionale dei legumi”.
Dall’ONU, perché i legumi sono tra gli alimenti più idonei a sfamare tutto il mondo; le loro
proteine sono a bassissimo impatto ambientale, fatta eccezione per la soia, consumano
pochissima acqua per la loro coltivazione, arricchiscono il terreno di azoto grazie alle colonie
di Rhizobium, microrganismi azotofissatori, che colonizzano le loro radici. Ad esempio per
produrre un chilo di lenticchie servono 50 litri di acqua, per un kg di soia 2000, per un chilo
di carne di pollo 4.325, per uno di manzo 13.000, inoltre le proteine dei legumi costano un
quinto di quelle del latte!
Nei Paesi in via di sviluppo i legumi rappresentano il 75% della dieta, in quelli industrializzati
solo il 25% e com’è risaputo nei paesi industrializzati si sono fatte largo, dapprima nella
popolazione adulta e poi sempre di più in quella infantile, le cosiddette malattie del benessere
come diabete, allergie ambientali, ipertensione, obesità ecc, direttamente collegabili allo stile
di vita e all’alimentazione. Per quest’ultima i danni peggiori provengono più che dagli alimenti
che si consumano, dal consumo insufficiente di frutta, verdura, legumi, cereali integrali (il
famoso pane nero!), mandorle noci e altra frutta a guscio.
Per fortuna gruppi sempre più diffusi di nutrizionisti e agricoltori, entrambi interessati alla
salute dell’uomo e dell’ambiente, conoscono bene l’importanza del consumo frequente, perché
no, quotidiano dei legumi; noi nutrizionisti li possiamo far apprezzare facendo fare esperienza
sui i vantaggi nelle diete dimagranti e nella gestione del diabete e del colesterolo. I contadini
li coltivano recuperando vecchie varietà (ci tengo a segnalarvi le iniziative per il 2016 del
gruppo coltivarcondividendo) prima di tutto per poter continuare ad avere alimenti nutrienti
che possano essere prodotti nonostante i sempre più evidenti cambiamenti climatici, ma con
il grosso valore aggiunto di recuperare alimenti che fanno parte della nostra memoria
collettiva delle nostre radici, di quei sapori e di quei riti che ci fanno sentire “a casa”.
Questo concorre a mantenere la curiosità nel viaggiatore, per un turismo che arricchisca chi
viaggia e chi accoglie, a differenza del tutt’ora dilagante turismo consumistico. Quando
viaggio, sarà che adoro i legumi, ma mi stupisco sempre di come ogni paese ha legumi curiosi,
con sapori sempre diversi e sempre straordinari, porto il ricordo delle forme, dei sapori, delle
consistenze… Potremmo proprio dire paese che vai legume che trovi!
Per questo 2016 noi gruppo dei Nutrizionisti per l’Ambiente (NUPA), pensiamo di organizzare
degli eventi itineranti, state all’occhio! Buon Anno!!!
(da nutrizionistiperlambiente.org – gennaio 2016)
ALLA LARGA DAGLI ALCOLICI Una ricerca inglese rivede le quantità
minime tollerabili per il consumo di alcolici.
Anche i due bicchieri di vino al giorno possono essere troppi. Meglio due giorni di
completa astensione.
Per gli alcolici non si può stabilire un livello sicuro.
Una ricerca inglese punta il dito anche contro la
presunta innocenza del vino, contraddicendo le
raccomandazioni sulle modiche quantità
raccomandate finora dagli esperti italiani ed
europei.
I famosi due bicchieri di vino al giorno non sono sempre tollerabili: meglio astenersi dal
consumo di alcolici almeno due giorni a settimana. Il parere è stato espresso dall'autorità
inglese per la salute, Sally Davies, che con la revisione delle ultime linee guida sul tema punta
i riflettori su un concetto spesso ignorato o trascurato: quando si parla di alcolici non esiste
un livello considerato sicuro.
Secondo il Ministero della Salute italiano il tetto massimo di consumo consentito è di 2 unità
alcoliche al giorno per gli uomini, 1 unità alcolica al giorno per le donne, 1 unità alcolica al
giorno per le persone con più di 65 anni e zero unità di alcol sotto i 18 anni.
Un’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro, equivalenti a un bicchiere di vino
(125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°) o un bicchierino
di superalcolico (40 ml a 40°).
(da Terra Nuova – gennaio 2016)
QUINDICI ANNI DI TRASPORTI EUROPEI E UNA SOLA CERTEZZA: IL
DOMINIO DELL’AUTOMOBILE In queste settimane in cui la maggioranza delle città è rimasta stretta nella morsa dell’inquinamento atmosferico e delle polveri sottili – tra targhe alterne e blocchi
temporanei del traffico - l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato una ricerca
in cui analizza il settore dei trasporti, le tendenze ambientali, gli effetti sul clima e la salute e l’impatto che la tecnologia può avere in questo contesto.
La ricerca dal titolo “Evaluating 15 years of
transport and environmental policy
integration” parte dalla constatazione che il
settore dei trasporti interessa l’ambiente in modi
diversi. Dalle emissioni di gas serra (GHG) e di
altre sostanze dannose, all’inquinamento acustico
– è, infatti, la principale fonte di rumore in città –
fino alla frammentazione degli habitat.
Nel documento viene analizzata l’evoluzione del
settore dei trasporti (merci e passeggeri) e i suoi
impatti sull’ambiente a partire dal 2000, compresi
gli effetti della recessione economica nel 2008.
Concludendo che una decarbonizzazione del settore dei trasporti è fondamentale, ma richiede
non solo soluzioni tecnologiche ma anche politiche che stimolino cambiamenti
comportamentali significativi, tra cui la corretta tariffazione delle “esternalità” dei trasporti e
approcci di pianificazione che incentivino l’uso di mezzi di trasporto sostenibili.
Veniamo a qualche dato significativo. Le emissioni di gas serra prodotte dai trasporti sono
aumentate del 19,4% dal 1990. È l’unico tra i principali settori economici europei in cui questo
tipo di inquinamento è aumentato. Nel 2013, inoltre, il trasporto ha rappresentato quasi un
quarto del totale delle emissioni di gas serra dell’UE (un quinto se si escludono l’aviazione
internazionale e le emissioni marittime). Le autovetture private corrispondono, infine, a quasi
il 45% delle emissioni del settore dei trasporti. A questa percentuale bisogna aggiungere un
ulteriore 20% rappresentato dei veicoli pesanti.
Per quanto riguarda, invece, altre sostanze, come conseguenza di una normativa UE più
restrittiva, le emissioni legate ai trasporti di tre importanti inquinanti atmosferici SOx, NOx e
PM sono diminuiti nel periodo 2000-2013. Tuttavia, in particolare per il NOx delle automobili
diesel, ma anche per la CO2, vi è una differenza crescente tra misurazioni delle emissioni
‘ufficiali’, rispetto alle emissioni veramente misurate. Una realtà mostrata in tutta evidenza
dallo scandalo Volkswagen e che desta parecchia preoccupazione in seno all’Agenzia.
Anche perché, tra il 2000 e il 2013, la quota di diesel sul totale dell’energia consumata per il
trasporto su strada è aumentata notevolmente, a causa degli incentivi finanziari da parte di
molti governi europei, finalizzati ad incoraggiare l’adozione di questo tipo di motori (la
cosiddetta dieselization, di cui si parla da anni).
Una politica che ha, senza dubbio, scoraggiato l’adozione di alternative più green. Il numero
di veicoli elettrici, per esempio, è cresciuto di un misero 0,07% sul totale delle autovetture e
l’auto resta il mezzo di trasporto in assoluto dominante.
Venendo all’inquinamento acustico, poi, il rumore provocato dal traffico stradale (sia
all’interno, sia al di fuori delle aree urbane), è ancora la più importante fonte di rumore
ambientale nell’UE. Circa 125 milioni di persone sono state potenzialmente esposte a livelli
superiori a 55 dB Lden nel 2012.
Un elemento fondamentale del fenomeno è infine rappresentato dal ruolo della crisi
economica. Negli ultimi anni si è infatti verificato un forte calo della domanda di merci e, a
seguito di una ripresa limitata, i volumi di trasporto merci, da allora, sono rimasti
sostanzialmente stabili (solo nel 2013 il traffico merci è aumentato, occasionalmente, del
7,3% rispetto al 2000), senza perciò che nessuno ne abbia il merito decisionale né politico.
Anche se qualcuno ha tentato di fare di necessità virtù.
(da greenews.info – gennaio 2016)
Troppo traffico: le proposte di Legambiente per
Padova
Da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova –
gennaio 2016
§§
Monsanto e l’anno delle
libellule
Da comune-info.net – gennaio 2016
§§
Pesticidi nella Striscia di Gaza
e Amianto nell’Ilva di Taranto. La denuncia alla Camera
Da BioEcoGeoMagazine – gennaio 2016
H2OS - ORTO COMUNITARIO DELLE DONNE Costruire capacità: l’orto comunitario
Come noto, El Tamiso ogni anno destina una somma di
denaro del proprio bilancio a sostegno di progetti
sostenibili e "compatibili", in Italia e all'estero, sulla scorta
delle indicazioni dell'assemblea annuale dei Soci.
Recentemente ha sostenuto l'acquisto di una pompa, e del
relativo impianto di irrigazione, per questo orto
comunitario e questo progetto a Keur Bakar, in
Senegal.
Un augurio di buon lavoro, e … abbondanti raccolti, a chi trae sostentamento da questa
iniziativa!!!
Franco Zecchinato - Cooperativa agricola El Tamiso – Padova
Le indicazioni alimentari nascondono confilitti di interesse. Dalla piramide italiana alla
trottola giapponese ecco dove le industrie mettono mano
Da Il Fatto Alimentare – gennaio 2016
§§
Idrovia: un anno di novità positive
Da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova –
gennaio 2016