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– NETFLIX – Il servizio di streaming sbarca in Italia A cura di Martino Bufano

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– NETFLIX – Il servizio di streaming sbarca in Italia

A cura di Martino Bufano

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NETFLIX - Il più grande servizio di streaming

del mondo, ad Ottobre arriverà in Italia

Mancano ormai pochi giorni allo sbarco di Netflix in Italia. A inizio Ottobre (stando alle ultime

indiscrezioni si parla dell’8 Ottobre) il popolare servizio americano di streaming, lanciato nel 1997

da Reed Hastings e Marc Randolph, sbarcherà nella nostra penisola offrendo agli utenti un canale

alternativo e in molti casi esclusivo per guardare: film, serie TV, documentari e one-man show.

Il funzionamento di Netflix è molto semplice: con un solo abbonamento mensile l’utente potrà

accedere a migliaia di film e documentari, in streaming, senza limiti di quantità e soprattutto senza

interruzioni pubblicitarie. Si avrà a disposizione un catalogo digitale di oltre un milione di gigabyte

che, nel 2013, ha generato 114mila anni di riproduzioni video al mese e che, nel 2015, ha già

triplicato il traffico raggiungendo 10 miliardi di ore di trasmissione nel primo trimestre, con una

media di 380mila anni al mese.

Attualmente, gli oltre 60 milioni di abbonati al servizio sono distribuiti in 50 paesi: 40 milioni se

ne contano solo negli Stati Uniti. Il modello di lancio di Netflix nei nuovi Paesi è sempre lo stesso:

80% di contenuti di provenienza americana e 20% di contenuti locali, anche autoprodotti. Per

l’Italia, tutti i contenuti saranno disponibili in lingua originale e doppiato, con la possibilità di

aggiungere i sottotitoli o farne a meno; inoltre saranno incluse anche tutte le nuove produzioni di

Netflix.

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L’universo di Netflix

Su Netflix gli utenti si aspettano di trovare sempre tutto, anche a costo di pagare qualcosa in più.

L’industria televisiva questo ancora non lo permette. Al contrario del mondo della musica, dove

ogni stazione radio può trasmettere le stesse canzoni, quando un’emittente tv acquista i diritti per

un programma nessun altro può averlo in contemporanea. In Europa, poi, c’è una vera

balcanizzazione dei contenuti: una situazione che la Commissione Europea vorrebbe eliminare al

più presto con la creazione di un mercato unico digitale che permetta ai consumatori di accedere

ai servizi online europei indipendentemente dalla regione di residenza e da quella di offerta. Per

raggirare questo inconveniente, molti utenti fingono di essere localizzati altrove pur di accedere a

contenuti che non sono disponibili nel proprio Paese, ma per i quali sono comunque disposti a

pagare.

Secondo Reed Hastings (CEO di Netflix), oggi l’unico modo per controllare i diritti globali di un

programma è quello di produrlo. Non a caso, in tre anni Netflix ha già prodotto 320 ore di

contenuti originali: tre film e 18 serie televisive, oltre a cinque in cui è subentrata dopo la

cancellazione da parte dei rispettivi network. Un piccolo tesoro che è valso a Netflix 45

nomination agli Emmy Award (16 vinti), 13 ai Golden Globe (due conquistati) e 2 all’Oscar, senza

vittorie. La prima produzione risale al 2011: si tratta di House of Cards, soffiata a colpi di rialzo a

HBO ed è stata la prima grande produzione destinata a Internet.

Grazie alla Rete, Netflix è in grado di raccogliere una quantità di dati senza precedenti sui

comportamenti degli abbonati, con cui si decidono i correlati da mostrare, anche in base a un

numero altissimo di categorie, sotto-categorie e tag: l’anno scorso ammontavano già a 76.897.

Per le produzioni, invece, ci si affida ancora all’intuito dei manager e alla creatività degli autori.

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Alcune vicende storiche

Alla precisa domanda su come faccia Netflix a realizzare così tante produzioni in poco tempo, Reed

Hastings ha affermato: “Investiamo molto, impiegando tutti i profitti per le produzioni successive.

Spendiamo bene e produciamo valore”. Tutto ciò è testimoniato dall’andamento del titolo in

borsa: nel 2002, a Wall Street, la quotazione di un’azione di Netflix valeva 15 dollari, mentre oggi

ha raggiunto i 680 dollari. Hastings racconta che l’idea di Netflix gli è venuta nel 1997, dopo aver

ricevuto una multa di 40 dollari per la restituzione tardiva di una copia in VHS del film Apollo 13.

Con un abbonamento fisso mensile, su Netflix si poteva richiedere un numero illimitato di dvd, che

venivano recapitati tramite corriere e sempre via corriere rispediti al mittente.

Un servizio in grado di far concorrenza a grandi catene come Blockbuster con cui, dal 2004 al 2008,

si è contesa il mercato. Blockbuster si rifiutò di rilevare Netflix per appena 50 milioni di dollari e

dal 2007 Hastings decise di abbondonare il business dei dvd per puntare deciso sullo streaming.

Una scelta che poi si è rivelata strategica, dato che lo streaming ha proseguito, negli anni

successivi, la sua espansione internazionale: dopo l’America Latina (nel 2011) è stata la volta

dell’Europa, con Regno Unito, Scandinavia e Danimarca (2012), Olanda (2013) e poi Francia,

Germania, Austria, Belgio e Lussemburgo (2014). Quest’anno il servizio è stato lanciato in Australia

e Nuova Zelanda e sarà presto disponibile, oltre che in Italia, anche in Giappone.

Le produzioni sono la chiave per quella che Hastings (ritratto nella foto in alto) ritiene essere una

vera rivoluzione della televisione così come l’abbiamo sempre intesa. Su questo argomento il CEO

di Netflix ha affermato: “Per 50 anni abbiamo avuto una tv lineare, ma ogni cosa ha il suo tempo e

prima o poi viene sostituita”. Negli anni ’90, ad esempio, il fax sembrava un miracolo ma poi è

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stato rimpiazzato dal digitale. Anche il telefono fisso ha avuto un impatto enorme, ma è

tramontato con l’affermarsi dei cellulari. L’Internet Television cambierà il modo di pensare i

programmi e di guardarli. La tv del futuro sarà un grande iPad: uno schermo connesso in cui i

canali saranno rimpiazzati dalle applicazioni.

Netflix: l’Internet Television sarà presto disponibile su ogni

device

Netflix sta già lavorando allo standard successivo, l’HDR (High Dynamic Range), per rendere i

colori molto più saturi e brillanti. Ora che è stata indicata la strada, anche i grandi network sono

partiti alla rincorsa: Fox e Disney hanno creato Hulu, che ha appena raggiunto 9 milioni di

abbonati, con una crescita del 50% in un anno. Gli stessi numeri, Netflix li ha fatti in soli tre mesi,

aggiungendo 4,9 milioni di abbonati lo scorso marzo: il miglior risultato di sempre. Con la

pubblicazione di intere stagioni in un colpo solo, Netflix ha reso possibili le maratone TV,

cambiando, di fatto, le abitudini degli abbonati: se all’inizio del 2014 ogni visita valeva circa 45

minuti, lo scorso settembre è salita a due puntate a testa e nel primo trimestre di quest’anno

siamo già arrivati a due e mezzo. Per Hastings ogni nuova iniziativa che viene lanciata online non è

rivale, ma alleata nel combattere la vecchia TV lineare: “Siamo co-pionieri di una nuova offerta,

stiamo aprendo un mercato: più cresce la TV via Internet, più diminuisce il consumo di quella

lineare”. Una minaccia che ha portato a un incontro tra Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi: uno

dei temi sul tavolo sarebbe stato proprio quello di un’alleanza tra Sky e Mediaset per contrastare

l’arrivo di Netflix. Hastings non se ne preoccupa e afferma che i consumatori italiani avranno

presto un’offerta più ampia tra cui scegliere.

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L’Internet Television ha lanciato la sfida però ora tocca ai broadcaster tradizionali decidere come

rispondere. Nel Regno Unito, per esempio, la BBC ha lanciato iPlayer e oggi i suoi programmi sono

più visti on demand che in diretta. In Italia, sarà presente su Smart TV e console e potrebbe essere

inclusa anche nei decoder di Sky e Mediaset. I partner potranno includere Netflix nelle loro

offerte, ma nessuno l’avrà in esclusiva. Negli Stati Uniti il servizio raccoglie più spettatori di tutti i

canali via cavo.

Un altro fattore considerato importante ai fini dell’espansione di Netflix è lo sviluppo della banda

larga. Per funzionare al meglio, lo streaming di Netflix richiede una connessione minima a 0,5

megabits al secondo, anche se si raccomanda di avere almeno 1,5 mega. Al momento ci sono un

migliaio di ingegneri impegnati allo studio di algoritmi per regolare automaticamente la qualità

dello streaming in base al tipo di connessione: con 3 mega si ottiene una qualità standard, con 5

l’HD, con 25 il 4K.

Netflix è un sostenitore della Neutralità della Rete. In una sua intervista, Hastings ha affermato:

“Non siamo noi a utilizzare la rete, ma i clienti: noi mettiamo a loro disposizione i contenuti. Se un

provider ha venduto a un cliente una velocità di 40 megabit, allora deve fornirla”. D’altra parte i

consumi di Netflix sono da record: negli orari di punta (ossia in prima serata) gli streaming sulla

piattaforma occupano il 30% della banda. In Italia, l’applicazione sarà preinstallata su smartphone

e tablet, forniti dagli operatori.

Abbonamenti per l’Italia

Le tipologie di abbonamento sono tre e l’importo varia a seconda del numero di dispositivi che

possono accedere al servizio e del livello di qualità di streaming scelto.

Il pacchetto più economico è quello base: costa 7,99 euro al mese e prevede contenuti in

qualità standard che possono essere visibili da un solo dispositivo.

Poi c’è l’opzione da 8,99 euro al mese per il Full HD che consente l’utilizzo del servizio a

due utenti.

Infine il pacchetto da 11,99 euro al mese, che include anche i contenuti in streaming in 4K

e ne consente l’utilizzo fino a un massimo di quattro persone.

Il servizio di streaming sarà reso disponibile su molti dispositivi: tutti gli smartphone, PC, Smart

TV, Apple TV, Vodafone Station e le console di Playstation, Xbox e Wii.

Articolo realizzato da: Martino Bufano

([email protected])

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