2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione...

46
MAGAZINE n.115 / 15 29 GIUGNO 2015 Frigo e lavatrici smart: basta sistemi chiusi Sono almeno cinque anni che, in tutte le fiere del mondo, vediamo elettrodomestici connessi alla rete, che dialogano con smartphone e tablet, che possono essere accessi e controllati da remoto; prototipi funzionanti di lavatrici telecontrollabili, frigoriferi che sanno cosa c’è al proprio interno, forni che possono essere accesi dall’ufficio e così via. Tanto che, quasi, questi apparecchi non fanno più notizia. Abbiamo fatto qualche verifica e, al di là delle tante parole, la situazione in Italia è molto di- versa: gli elettrodomestici “smart” presenti sul mercato italiano nel 2015 sono al massimo una decina e facenti parte di un sistema chiuso, non multimarca e non interfacciabile con altri siste- mi di controllo. L’industria vuole esserci ma ha paura: fare un elettrodomestico connesso Wi-Fi non è difficile, ma lo scenario della domotica si muove a una velocità nettamente superiore al classico ciclo di vita di un elettrodomestico. Ci sono tre fattori che i produttori di elettro- domestici devono tenere in maggior conto rispetto a quanto fatto fino a oggi: - I sistemi chiusi sono destinati a morire: non ha senso proporre un sistema che dialoga solo con prodotti della stessa marca e solo tramite l’app del produttore. Il controllo remoto non è certo un motivo per comprare elettrodomestici della stessa marca (e della stessa stagione). Inoltre pensare di avere un’app per ogni apparecchio è uno scenario perdente. - Un singolo produttore hardware non è in grado di imporre un ecosistema: Samsung ha già detto che ci vuole provare, aprendo il proprio protocollo anche ad altri produttori. Ma sarà difficile che ce la faccia, sia perché un concorrente probabilmente farà di tutto prima di affidarsi al uno standard “nemico”. E visto che nessuno appare avere un vantaggio di po- sizione tale da convincere gli altri, lo scenario sembra alquanto improbabile. - Solo in un ecosistema aperto ci sono funzioni davvero utili: cosa chiede veramente un utente? Può avere davvero interesse ad accendere il forno da remoto? È uno scenario credibile quello che prevede la programmazio- ne della lavatrice da smartphone, quando va caricata a mano? I vantaggi di avere apparecchi intelligenti si rivelano solo se questi apparecchi possono essere inseriti in un contesto dome- stico più ampio, con interazioni che riguardano diversi apparecchi di marche diverse. Per esempio, i temi legati alla “smart grid” – e quindi alla possibilità che gli elettrodomestici si auto-regolino nell’accesso alle risorse energeti- che per minimizzare i costi e evitare i sovracca- richi – sono molto interessanti ma funzionano solo in un sistema aperto. Il fatto di poter, per esempio, legare il programma di asciugatura ai dati provenienti da una stazione meteo è un salto in avanti non banale, ma funziona solo se l’elettrodomestico non è una “monade” ma fa parte di un sistema aperto. E così via. Quando queste regole saranno assimilate dai produttori di elettrodomestici, inizieremo a parlare veramente di “smart appliance” e integrazione con la domotica. Per ora siamo ancora alle azioni tattiche che sperano di dare lustro al marchio con funzioni che più che esse- re intelligenti rischiano di essere cervellotiche. Gianfranco GIARDINA Calcio in TV: ecco come vedere tutte le partite della prossima stagione Voglia di calcio? Vi diciamo dove e come saranno trasmesse le partite del campionato italiano, la Champions e le gare internazionali Parla la gente comune: Netflix e streaming ancora poco conosciuti Netflix sta arrivando ma chi sa di cosa si tratta? Quanti pensano di abbonarsi? Lo abbiamo chiesto ai passanti 02 10 trucchi per iPhone che (forse) ancora non conosci 13 5 film in 4K, ma solo per chi compra un TV Samsung 09 IN PROVA Mediaset Smart Cam Wi-Fi Chromecast all’italiana Abbiamo provato la Smart Cam wireless di Mediaset: decodifica i canali e rende “smart” i vecchi TV, abilitando la visione onDemand 06 35 Kindle Paperwhite Qualità-prezzo al top 41 Panasonic CX700E 40 pollici per il 4K 38 Rinasce Deejay TV ora in versione generalista 07

Transcript of 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione...

Page 1: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Frigo e lavatricismart: basta sistemi chiusiSono almeno cinque anni che, in tutte le fiere del mondo, vediamo elettrodomestici connessi alla rete, che dialogano con smartphone e tablet, che possono essere accessi e controllati da remoto; prototipi funzionanti di lavatrici telecontrollabili, frigoriferi che sanno cosa c’è al proprio interno, forni che possono essere accesi dall’ufficio e così via. Tanto che, quasi, questi apparecchi non fanno più notizia.

Abbiamo fatto qualche verifica e, al di là delle tante parole, la situazione in Italia è molto di-versa: gli elettrodomestici “smart” presenti sul mercato italiano nel 2015 sono al massimo una decina e facenti parte di un sistema chiuso, non multimarca e non interfacciabile con altri siste-mi di controllo. L’industria vuole esserci ma ha paura: fare un elettrodomestico connesso Wi-Fi non è difficile, ma lo scenario della domotica si muove a una velocità nettamente superiore al classico ciclo di vita di un elettrodomestico.

Ci sono tre fattori che i produttori di elettro-domestici devono tenere in maggior conto rispetto a quanto fatto fino a oggi:

- I sistemi chiusi sono destinati a morire: non ha senso proporre un sistema che dialoga solo con prodotti della stessa marca e solo tramite l’app del produttore. Il controllo remoto non è certo un motivo per comprare elettrodomestici della stessa marca (e della stessa stagione). Inoltre pensare di avere un’app per ogni apparecchio è uno scenario perdente.

- Un singolo produttore hardware non è in grado di imporre un ecosistema: Samsung ha già detto che ci vuole provare, aprendo il proprio protocollo anche ad altri produttori. Ma sarà difficile che ce la faccia, sia perché un concorrente probabilmente farà di tutto prima di affidarsi al uno standard “nemico”. E visto che nessuno appare avere un vantaggio di po-sizione tale da convincere gli altri, lo scenario sembra alquanto improbabile.

- Solo in un ecosistema aperto ci sono funzioni davvero utili: cosa chiede veramente un utente? Può avere davvero interesse ad accendere il forno da remoto? È uno scenario credibile quello che prevede la programmazio-ne della lavatrice da smartphone, quando va caricata a mano? I vantaggi di avere apparecchi intelligenti si rivelano solo se questi apparecchi possono essere inseriti in un contesto dome-stico più ampio, con interazioni che riguardano diversi apparecchi di marche diverse. Per esempio, i temi legati alla “smart grid” – e quindi alla possibilità che gli elettrodomestici si auto-regolino nell’accesso alle risorse energeti-che per minimizzare i costi e evitare i sovracca-richi – sono molto interessanti ma funzionano solo in un sistema aperto. Il fatto di poter, per esempio, legare il programma di asciugatura ai dati provenienti da una stazione meteo è un salto in avanti non banale, ma funziona solo se l’elettrodomestico non è una “monade” ma fa parte di un sistema aperto. E così via.

Quando queste regole saranno assimilate dai produttori di elettrodomestici, inizieremo a parlare veramente di “smart appliance” e integrazione con la domotica. Per ora siamo ancora alle azioni tattiche che sperano di dare lustro al marchio con funzioni che più che esse-re intelligenti rischiano di essere cervellotiche.

Gianfranco GIARDINA

Calcio in TV: ecco come vedere tutte le partite della prossima stagione Voglia di calcio? Vi diciamo dove e come saranno trasmesse le partite del campionato italiano, la Champions e le gare internazionali

Parla la gente comune: Netflix e streaming ancora poco conosciuti Netflix sta arrivando ma chi sa di cosa si tratta? Quanti pensano di abbonarsi? Lo abbiamo chiesto ai passanti02

10 trucchi per iPhoneche (forse) ancora non conosci 13

5 film in 4K, ma solo per chi compra un TV Samsung 09

IN PROVAMediaset Smart Cam Wi-Fi Chromecast all’italianaAbbiamo provato la Smart Cam wireless di Mediaset: decodifica i canali e rende “smart” i vecchi TV, abilitando la visione onDemand

06

35 Kindle Paperwhite Qualità-prezzo al top

41

Panasonic CX700E 40 pollici per il 4K

38

Rinasce Deejay TV ora in versione generalista 07

Page 2: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 2

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Gianfranco GIARDINA

I l mercato non fa altro che parlare

dell’arrivo di Netflix, come se si trat-

tasse di una rivoluzione copernica-

na. Può essere che lo sia, ma non man-

cano i Netflix-scettici: la rete italiana

– dicono costoro – non è all’altezza.

E a giudicare dall’ultimo report Akamai

c’è da dar loro ragione. Ma il grande

tema che ancora nessuno si è posto

è se la gente comune – quella che in

questo momento sta camminando per

le strade delle nostre città - è davvero

pronta a partecipare a questa rivolu-

zione annunciata.

Parla la gente: Netflix che?DDAY.it è scesa in piazza e ha fermato

a caso un po’ di passanti chiedendo

loro che ne pensassero dell’arrivo di

Netflix e se avessero già valutato la

possibilità di abbonarsi. Bel lungi dal-

l’essere una ricerca “scientifica” o con

una qualche valenza statistica, ma ci si

può fare uni idea. Il punto è che quasi

tutti gli intervistati ignorano comple-

tamente di cosa si parli, neppure tra

i giovani, e questo è probabilmente il

dato più preoccupante. Alcuni sanno

che Netflix esiste solo perché ha sen-

tito che sul mercato c’è chi teme per

l’ingresso del nuovo operatore: insom-

ma, pieno effetto pubblicità indotta,

proprio come hanno fatto i tassisti con

Uber. Infine, il fatto di aver incontrato

un cittadino tedesco, neppure troppo

giovane, che invece è perfettamente

al corrente di cosa sia Netflix fa sor-

gere qualche pensiero sullo “spread”

nelle consapevolezze tecnologiche tra

Italia e Germania.

Lo streaming audio si riduce a YouTubeAbbiamo poi voluto indagare con le

medesime persone il loro rapporto con

lo streaming questa volta audio.

La situazione apparentemente mi-

gliora: sono diverse le persone che

dichiarano di utilizzare lo streaming

audio. La cosa incredibile è che per

la stragrande maggioranza degli uten-

ti, lo streaming audio corrisponda ad

ascoltare la musica su YouTube, senza

neppure considerare che il traffico dati

MERCATO Abbiamo intervistato alcuni passanti per capire che aria tira sul fronte dello streaming

DDAY.it in piazza - Netflix: “E che cos’è?” Lo streaming audio: “Certo, YouTube!”Fallimento su tutta la linea: la gente non sa nulla di Netflix e associa lo streaming a YouTube

è così molto più alto visto che di fatto

si ricevono anche i dati video, senza

possibilità di evitarne lo scaricamento.

Senza poi contare che la qualità audio

di YouTube è pessima rispetto a quello

che si può ottenere con i comuni ser-

vizi di streaming, per non parlare di

quelli che offrono un servizio lossless.

Insomma, insieme all’Italia digitale,

bisogna essere coscienti che bisogna

fare anche gli italiani. E segnali positivi

sul fronte dell’alfabetizzazione digita-

le del grande pubblico se ne vedono

pochini.

Apple Music arriverà anche su Sonos ma tra un po’Apple e l’ex CEO di Beats Music confermano che il nuovo servizio di streaming arriverà anche sul sistema di diffusori wireless Sonos, ma non subito. La precedenza è tutta per l’app mobile di Paolo CENTOFANTI

Seguendo una filosofia per molti versi inedita, Apple ha confermato che il suo servizio di streaming ar-riverà anche sui diffusori wireless di Sonos, facendo così di Apple Music uno dei primi veri servizi multi-piattaforma dell’azienda ca-liforniana. Oltre al supporto per Windows tramite iTunes, e na-turalmente tutti i prodotti Apple desktop e mobile, era già stato annunciato che in autunno sareb-be arrivata la compatibilità di Ap-ple Music per dispositivi Android tramite un’app dedicata. L’arrivo su Sonos non era così scontato, vista la politica di Apple volta a spingere il suo sistema AirPlay e i prodotti compatibili, ma del resto Beats Music, il servizio di streaming su cui è stato in gran parte sviluppato Apple Music, è già attualmente supportato. Inoltre il supporto multi-piattaforma è un requisito essenziale per compe-tere con alternative come Deezer, Rdio, Spotify e Tidal, solo per cita-re le più famose. Apple Music su Sonos non arriverà però al lancio del servizio il 30 giugno: le risorse sarebbero al momento concentra-te tutte sulla versione mobile, con un obiettivo di aggiungere il sup-porto per i diffusori Sonos entro la fine dell’anno.

MERCATO Presto in vendita (in India) un secondo modello

Samsung in sei mesi ha venduto 1 milione di smartphone Tizen

di Emanuele VILLA

Gli smartphone Samsung basati su Tizen sono venduti solo in India, Samsung ha

però dichiarato di aver superato il milione di esemplari venduti in sei mesi. Ci si

riferisce in particolare al Samsung Z1, telefono di fascia bassa che il colosso co-

reano propone al prezzo equivalente di 70 euro. Sempre secondo l’azienda, le vendite

sono andate ben oltre le sue aspettative più rosee, fornendo una nuova interessante

fonte di introiti per l’azienda. Certamente non siamo al livello dei terminali Android, che

anche in fascia bassa dispongono di una quota di mercato ben più rilevante, ma consi-

derando che si tratta di un solo modello con un ecosistema tutto da costruire, Samsung

pensava si sarebbe trattato di un semplice esperimento, ma è diventato una sensibile

voce di bilancio. Per questo motivo, Samsung ha dichiarato proporrà un nuovo termi-

nale Tizen di fascia leggermente più alta e con un listino di poco superiore ai 100 euro.

Probabile che dopo questa partenza inaspettatamente positiva, i cellulari Samsung Ti-

zen possano arrivare anche in mercati più maturi come quello europeo.

DDAY.it in piazzaCosa sa la gente di Netflix

lab

video

DDAY.it in piazzaCosa sa la gente dello streaming audio

lab

video

Page 3: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 3

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Paolo CENTOFANTI

Akamai ha rilasciato il rapporto sullo

“stato di Internet” nel mondo, rela-

tivo al primo quarto del 2015 e le

notizie per noi italiani non sono buone.

Inutile girarci troppo intorno: l’Internet

italiano fa schifo, talmente tanto che

guardando la regione EMEA che include

Europa, Medio Oriente e Africa, siamo in

fondo a quasi tutte le classifiche, davan-

ti solo al Sud Africa. La velocità media

delle connessioni italiane registrate da

Akamai è di 6,1 Mbit/s, con una crescita

anno su anno del 17%. Se vi viene da dire

“beh, dai, almeno stiamo migliorando”

mordetevi la lingua fino a leggere que-

sti dati: la Repubblica Ceca cresce del

22%, la Romania del 38%, la Polonia del

32%, l’Ungheria del 26%, il Portogallo

del 42%, e stiamo parlando di paesi che

stanno tutti saldamente davanti a noi in

termini di velocità medie. Nella classifica

mondiale siamo al 56° posto per velocità

media, ma in Europa siamo ultimi. Meglio

di noi anche Turchia ed Emirati Arabi.

L’unica classifica in cui non siamo al pe-

nultimo posto è quella della percentuale

di connessione sopra i 15 Mbit/s, che

con il 2,5% ci pone sopra oltre che al

Sud Africa, anche agli Emirati Arabi. Bel-

la consolazione! Ripetiamo se non fosse

chiaro: le connessioni in grado di andare

oltre i 15 Mbit/s in Italia sono il 2,5% del

totale. Solo il 7,3% supera i 10 Mbit/s. Per

chi non lo conoscesse, Akamai è una

delle maggiori piattaforme di CDN (con-

tent delivery network), una delle infra-

strutture che distribuiscono i contenuti di

molti servizi multimediali via web: quan-

do guardate un video su Internet, arriva

dai server di aziende come Akamai.

Dove l’Italia non se la cava male, e non

è una novità, è nella connettività mobile.

La velocità media è di 6,1 Mbit/s, con ve-

locità di picco superiori ai 53 Mbit/s, e te-

nete conto che paesi come gli Stati Uniti

sono fermi a 4 da questo punto di vista.

Resta un fatto: in questo mondo e in que-

sta economia l’Italia non può più andare

avanti a suon di annunci. Servono fatti.

MERCATO Il rapporto di Akamai sullo stato di Internet fotografa la pietosa situazione italiana

Banda larga: facciamo schifo e il governo dormeCi piazziamo ultimi in Europa e nella regione EMEA siamo davanti solamente al Sud Africa

di Paolo CENTOFANTI

D opo l’ennesimo rinvio, il sottose-

gretario allo Sviluppo Economico

Antonello Giacomelli conferma

che il decreto comunicazioni non si fa

più e che si seguiranno altre strade. No-

nostante il penoso stato della rete italia-

na, e le promesse del Governo di avviare

al più presto il promettente piano per la

banda ultralarga annunciato a febbraio,

sarà difficile a questo punto vedere

qualcosa di concreto prima del prossimo

autunno. Scartato lo strumento del de-

creto legge, si pensa ora di spacchetta-

re l’insieme delle misure in almeno due

interventi. Per quanto riguarda i finan-

ziamenti pubblici per gli operatori che

vorranno realizzare le infrastrutture nelle

aree a fallimento di mercato (per l’indivi-

duazione delle quali, tra l’altro, il termine

per le consultazioni è stato ulteriormen-

te prorogato), si pensa ora di passare

per il CIPE (Comitato interministeriale

per la programmazione economica) dal

MERCATO Il governo ha deciso di non procedere sulla strada del decreto per il piano banda larga

La banda larga “rimandata” a dopo l’estateIl pacchetto sarà suddiviso in due interventi, uno a carico del CIPE e un DDL per gli incentivi

quale però difficilmente sarà possibile

“scucire” i 6 miliardi di investimenti origi-

nariamente previsti dal piano, visto che

lì di fondi sufficienti non ce ne stanno.

Per quanto riguarda invece i voucher

agli utenti e i crediti di imposta previsti

dal piano come incentivi, si pensa a un

altro provvedimento separato, a questo

punto meno urgente (se le connessioni

non ci sono, i voucher ancora non servo-

no), per il quale potrebbe essere seguita

la strada del disegno di legge. La scelta

di abbandonare il decreto derivereb-

be dalla paura di una futura bocciatura

dopo l’esame dell’Europa, che potrebbe

arrivare diversi mesi dopo l’entrata in

vigore del provvedimento, provocando

chiaramente un disastro, ma resta il fatto

che i tempi si stanno allungando oltre-

modo e con maggiore incertezza sul re-

perimento delle risorse necessarie per

l’attuazione del piano.

Sky si rivolge al TAR: chiede i contenuti Rai alle stesse condizioni di TivùSatSky vuole fermare la direttiva AGCOM che prevede un accordo economico con la Rai per la trasmissione via satellite dei contenuti Esige equità di trattamento con Tivusat di Roberto PEZZALI

AGCom ha ordinato a Sky di ac-cordarsi con la Rai per trasmet-tere, previo pagamento, i canali Rai in chiaro via satellite. La pay TV, tuttavia, non ha intenzione di pagare nemmeno un euro; la vicenda, aperta ormai da molto tempo, è finita così davanti al Tri-bunale Amministrativo Regionale del Lazio, il famoso “TAR”. AGCom aveva chiesto a Sky di trovare un accordo con la Rai “equo”, e que-sto ha spinto Sky a chiedere parità di trattamento con Tivùsat, emit-tente satellitare che trasmette in chiaro tra i suoi canali anche quelli Rai. Tivùsat probabilmente non paga nulla per trasmettere i canali, ed è per questo che secondo Sky AGCom favorisce quello che è un suo possibile concorrente. C’è da dire che Tivùsat non è una pay TV ma una semplice alternativa al digitale terrestre gratuita, parteci-pata oltretutto da Rai oltre che da Mediaset, Telecom Italia Media, Associazione TV Locali e Aeranti Corallo. Difficile intuire cosa stabili-rà il giudice, ma sarebbe simpatico se la Rai, per chiudere un occhio sul pagamento, chiedesse a Sky di far pagare il canone Rai in fattura ai suoi 4 milioni di abbonati.

Page 4: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 4

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Prova l’Ambilight per 14 giorni Se non ti piace Philips ti rimborsaLa promozione Philips permette di provare a casa i TV Ambilight con Android TV: chi è soddisfatto riceverà un cashback fino a 200 euro, chi no sarà rimborsato interamente di Roberto PEZZALI

È partita la promozione Philips “Amore a prima luce” dedicata al-l’Ambilight, tecnologia che Philips da anni utilizza sui suoi TV. Philips, consapevole che è difficile dimo-strare in negozio l’Ambilight per la presenza di luci forti e l’assenza di superfici dedicate, ha pensato di far provare direttamente a casa la nuova gamma di TV Android con Ambilight. Chi sceglie uno dei nuovi TV Ultra HD Android delle serie 7100, 7120, 7150 e 7600 avrà 14 giorni di prova, al termine chi non sarà soddisfatto verrà intera-mente rimborsato. Philips attive-rà per i primi 14 giorni anche un servizio “Vip”: basterà chiamare il call center per ricevere a casa un tecnico che aiuterà a risolvere eventuali problemi di collegamen-to o configurazione. Se invece l’utente sarà soddisfatto del TV Ambilight potrà iscriversi al sito www.amoreaprimaluce.it per ri-chiedere un cashback che va dai 100 ai 200 euro a seconda del modello. Chi lo compra e si ritie-ne soddisfatto riceverà quindi un ulteriore sconto. La promozione è giocata sull’Ambilight pertanto la soddisfazione o l’insoddisfazione devono essere legate al sistema di illuminazione a LED: non si potrà chiedere il rimborso per dimensio-ne sbagliata o per esempio per-ché Android TV non è bello come magari si pensava. Tutte le serie in promozione sono 4K e hanno am-bilight su 2 o 3 lati: le differenze principali sono legati alla presenza del doppio tuner sulla serie 760 e della soundbar frontale sulla 7150.

di Roberto PEZZALI

I l mercato TV è in difficoltà, ma non è

un mistero. Non si vendono più i TV

di qualche anno fa e non si può dare

colpa alla mancata innovazione: le novi-

tà ci sono, ma probabilmente sono state

lanciate tutte molto rapidamente e non

hanno fatto “presa”. È successo prima

con il 3D, poi con la Smart TV e ora sta

succedendo con l’Ultra HD. Abbiamo

avuto modo di scambiare qualche opi-

nione con Francesco Leveque, Diretto-

re Marketing AV di Samsung Electroni-

cs Italia, ai margini dell’evento di lancio

della nuova stagione di Infinity.

DDay.it: Partiamo dal mercato TV: è un periodo un po’ difficile per tut-ti, ma Samsung sembra difendersi bene.Francesco Leveque: “In un mercato

che mostra segni di flessione posso

dire che Samsung sta comunque incre-

mentando la sua quota. La cosa però

più importante è che si sta miglioran-

do la qualità di vendita, elemento per

noi fondamentale. Se a livello di pezzi

complessivi il mercato mostra quindi

un rallentamento, i TV che vengono

venduti almeno per Samsung sono TV

di fascia medio alta e soprattutto di

grosse dimensioni.”

DDay.it: Quindi stiamo tornando al grande schermo?F.L.: “Oggi con cifre ragionevoli si può

accedere ad un 55” o ad un 65” allo

stesso prezzo di un 42” o di un 46”

di qualche anno fa. La tecnologia e

l’economia di scala permettono di

avere grandi schermi ad un prezzo

conveniente. Il trend è chiaro, oggi

l’unica area di crescita importante è

legata alla dimensione, con l’utente

che cambia i TV piccoli per sostituirli

con schermi più grandi. Il segmento

dei 46” ad esempio cresce a doppia

cifra.”

DDay.it: E la sfida del curvo come sta andando? Qual è la percentuale di vendita tra piatto e curvo?F.L.: “Numeri non ne diamo, ma pos-

siamo dire che rispetto alle nostre

aspettative i curvi sono una piacevole

sorpresa. Inoltre, come accennato pri-

ma, nel nostro caso stiamo parlando

di prodotti di fascia medio alta, quindi

“curvo” inizia a diventare sinonimo di

prodotto premium. Questo era ovvia-

mente uno dei nostri obiettivi.”

MERCATO Intervista a Francesco Leveque, Direttore Marketing AV di Samsung Electronics Italia

“Si vendono meno TV ma con più qualità”Samsung non è preoccupata: scende il numero di pezzi ma i TV venduti hanno tagli maggiori

DDay.it: Forse questo calo di interes-se è dovuto alla confusione in questo mercato. Mi riferisco ad esempio alle stesse piattaforme Smart TV, dove tra MHP, app, smartphone, compatibilità l’utente non esperto fa fatica a orien-tarsi.F.L.: “È vero, ci sono troppe piattaforme

e questo è sicuramente un limite. Cre-

do anche che l’utente non sia ancora

predisposto a questa tipologia di utiliz-

zo del TV, con la parte “smart” spesso

trascurata o ignorata.”

DDay.it: La frammentazione non aiu-ta: Premium Play, per esempio, si vede tramite Smart Cam Wireless, sul canale 310 tramite MHP e attraverso l’app su TV Samsung. Se guardiamo ad altri produttori la situazione è an-cora più frammentata, e in molti casi non ci sono neppure le app.F.L.: “Dobbiamo arrivare alla soluzione

più razionale. Negli ultimi anni ci sono

stati molti miglioramenti a livello di

user experience e sono stati fatti passi

importanti, ma è chiaro che serve uno

sforzo in più. Il fatto che ad esempio

per fruire di un servizio di streaming su

un TV ci si debba iscrivere su un sito

e non sul TV è un esempio di come le

cose possono migliorare.”

DDay.it: Il 4K, o Ultra HD, sta aiutando questo mercato?F.L.: “Più si parla di 4K per noi meglio

è: Samsung parla di Ultra HD ormai

da tre anni e alle parole è seguita an-

che una gamma completa di prodotti

per tutte le esigenze. Ovviamente il

TV non basta, i contenuti sono ormai

un elemento sempre più distintivo e

devono accompagnare l’offerta. Pur-

troppo, ed è già successo anche con

altre tecnologie, esiste ancora una fi-

nestra tra i contenuti e la disponibilità

hardware: i TV sono arrivati in largo

anticipo rispetto ai contenuti. Siamo

riusciti ad abbreviare i tempi in molte

altre situazioni, ma questa finestra tra

il tempo di introduzione dell’hardware

e l’arrivo sul mercato dei contenuti per

spingere al massimo l’hardware non

siamo ancora riusciti ad accorciarla

abbastanza.”

DDay.it: Vendere un TV non vuol dire solo consegnare uno schermo: insie-me a lui possono essere venduti an-che elementi non troppo accessori ma fondamentali come un adeguato sistema audio. Non pensate che in Italia si faccia fatica, a partire dal mo-mento di scelta in negozio, a comuni-care davvero quello che può dare un TV oggi?F.L.:“Crediamo che anche qui ci siano

margini di miglioramento importanti.

Noi crediamo che il TV possa diventa-

re davvero il centro della casa e possa

trascinare l’utente anche ad altri ac-

quisti collegati, ma è chiaro che certe

funzioni devono essere ben dimostra-

te. Questo vale ora ma varrà ancora

di più in futuro dove con “Internet of

Things” e wearables sarà fondamenta-

le far vedere e provare, anche in fase

di acquisto, come due oggetti posso-

no lavorare insieme e cosa possono

fare insieme. Il televisore può essere

davvero un nuovo driver di crescita

in questo senso, ma tutti dobbiamo

essere pronti a fronteggiare queste

sfide. Noi ci crediamo molto, ma oggi

è davvero difficile quando si acquista

un TV trovare esperienze che parlino

di ecosistema e di interazione tra di-

versi prodotti.”

DDay.it: è già pronta l’applicazione Netflix in italiano per Tizen?F.L.: “Ad oggi l’azienda non ha ancora

preso decisioni in questo senso”. (ma

secondo noi è pronta – ndr).

Page 5: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 5

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Gianfranco GIARDINA

L a nostra inchiesta sul 4K al cinema, che ha eviden-

ziato una situazione contrastata e non certo di lar-

ga diffusione, ha fatto molto parlare. Per avere un

quadro più completo, abbiamo incontrato Enrico Ferrari,

responsabile della divisione Digital Cinema di Sony per

l’Italia e la penisola iberica. Sony ha in portafoglio solo

soluzioni di proiezione cinematografiche in risoluzione

4K; i concorrenti di Sony hanno un’offerta prevalente-

mente 2K basata su matrici DLP acquistate da Texas

Instruments. È chiaro che ci troviamo di fronte a un

grande “tifoso” della tecnologia 4K.

DDay.it: Partiamo dalla nostra inchiesta sulla situazio-ne del 4K cinematografico in Italia: la trova una foto-grafia fedele o no?Enrico Ferrari: “Abbastanza. Se ci riferiamo alla dispo-

nibilità di film in 4K, confermo che siamo sulla decina-

quindicina di titoli all’anno. Se ci sono – come da voi

raccontato - dei film girati in 2K e masterizzati in 4K,

beh… vanno considerati una ‘stranezza’. Dipende poi

come la vogliamo vedere: se ci chiediamo se i conte-

nuti 4K siano la maggior parte dei contenuti, beh, no,

non lo sono. Tengo particolarmente a sottolineare che

la risoluzione 4K è importante, ma quello che per noi

conta è la qualità dell’immagine, non semplicemente la

risoluzione”.

DDay.it: La situazione italiana di diffusione dei proiet-tori 4K nei cinema è anomala o anche negli altri Paesi in Europa la penetrazione è ancora minoritaria?E.F.: “I proiettori 4K Sony in Europa sono circa 3mila.

Non so dire quanti siano quelli della concorrenza, ma

non sono molti. Mediamente in Europa abbiamo l’80%

di market share sui proiettori 4K cinematografici, per-

centuale che può valere anche per l’Italia, dove ab-

biamo già installato poco più di 400 esemplari: si può

arguire quanti siano i proiettori della concorrenza, ov-

verosia qualche decina”.

DDay.it: Come mai in Italia le grandi catene di multi-plex non adottano, se non sporadicamente, il 4K?E.F.: “Uno dei problemi nasce dal fatto che Sony, con le

proprie soluzioni 4K, è arrivata sul mercato tardi, quan-

do la digitalizzazione era già iniziata e per questi opera-

tori strutturati era anche già finita. Sony è presente con

questi prodotti sul mercato italiano dal 2011 e i grandi

multiplex a quel punto avevano firmato gli accordi per

la fornitura con macchine 2K: The Space aveva fatto gli

TEST Abbiamo parlato dello stato del 4K nei cinema in Italia con Enrico Ferrari, responsabile divisione Digital Cinema di Sony Italia

“Il 4K è indispensabile. Entro il 2017 il ricambio”Sony è arrivata in Italia troppo tardi con i suoi prodotti per il Cinema, ora tocca aspettare un ricambio generazionale

ordini a cavallo tra il 2009 e il 2010; anche UCI Cinemas

aveva iniziato la digitalizzazione nel 2009. Il motivo di

questo nostro ritardo in Italia è che le fabbriche, in quei

mesi, erano completamente impegnate per coprire la

domanda fortissima del mercato americano e inglese”.

DDay.it: C’è chi dice che il 4K al cinema non sia così indispensabile: le persone vanno al cinema in sale in larga parte 2K e non si lamentano della risoluzione…E.F.: “Ma non scherziamo. Chiunque vada a vedere un

film in una sala 2K probabilmente dalle prime due file

vedrà i singoli pixel, soprattutto su determinate scene. I

calcoli ci dicono che per non percepire i pixel di una ma-

trice 2K devi essere almeno a una distanza di 3,2 volte

l’altezza dello schermo; con il 4K puoi arrivare anche

fino a 1,2 volte l’altezza dello schermo senza scorgere

i pixel. Oltre il 4K penso anch’io che non sia necessario

andare perché si va nettamente oltre la capacità di ri-

soluzione dell’occhio. Al massimo l’8K potrà avere qual-

che applicazione interessante in fase di ripresa e di uti-

lizzo di queste informazioni in post-produzione, ma non

credo che serva proiettare al cinema un segnale 8K”.

DDAY.it: In ogni caso, non si sta mettendo troppa enfa-si sulla risoluzione, con questa dicotomia tra 2K e 4K?E.F.: “A parte la risoluzione, penso che sia molto im-

portante il rapporto di contrasto: il nostro occhio è in

grado di percepire un contrasto di circa 10mila:1; i nostri

proiettori offrono un contrasto di 8mila:1 garantito. Altre

tecnologie (il riferimento è a quella DLP di Texas utiliz-

zata praticamente da tutti i competitor, ndr) arrivano a

2.000-2.500:1”.

DDAY.it: Come si spiega la presenza di così tanti proiettori 4K Sony nei cinema di oratori o istituzioni simili, soprattutto il Lombradia?E.F.: “Ci sono varie ragioni: un primo fattore è che siamo

riusciti a comunicare che il 4K non è necessariamente

per i grandi schermi…”

DDAY.it: Ed è vero?E.F.: “Sì, perché dipende anche dalla distanza di visio-

ne: se lo schermo è piccolo ma la distanza di visione

più ravvicinata, ecco che finisci per vedere comunque i

pixel della matrice 2K. Tornando agli oratori, una secon-

da ragione è una buona organizzazione commerciale.

Ma il vero motivo che ha guidato questo sviluppo è che

i nostri ingegneri sono riusciti a realizzare dei proietto-

ri 4K che hanno finito per posizionarsi molto vicino al

prezzo di quelli 2K. C’è una ragione industriale: dato

che il sistema di proiezione Sony è tutto Sony, dalla ma-

trice fino alle lenti, raggiunta una determinata soglia di

vendita, gli investimenti di ricerca e sviluppo sono stati

ripagati e questo ha avuto in influsso sulla capacità di

abbassare i prezzi. La nostra concorrenza compra tec-

nologia su licenza da Texas Instruments e non è in con-

dizione di abbassare analogamente i prezzi”.

DDay.it: Ma un proiettore 4K Sony, con queste econo-mie, costa comunque di più di un proiettore 2K?E.F.: “In alcuni casi, no. Per trovare un proiettore 2K che

costi meno dei nostri 4K devo andare proprio sui pro-

dotti entry level, direi di un taglio inferiore ai nostri, più

simili ai proiettori business che a macchine da cinema.

Se così tanti parrocchiani hanno comperato le nostre

macchine non l’hanno certo fatto per simpatia verso

Sony, ma perché i prezzi e prestazioni erano compe-

titivi”.

DDay.it: Perché il 4K, nei cinema dove c’è, non viene particolarmente comunicato? Scoprire in quali sale c’è un proiettore 4K non è per nulla semplice…E.F.: “Può essere un problema legato alla comunica-

zione. In fondo a spingere forte sul 4K siamo solo noi,

contro altre tre-quattro aziende della concorrenza che

di certo non ne fanno un cavallo di battaglia. Credo che

comunque il vento stia cambiando: ci sono alcuni eser-

centi che stanno spingendo il 4K, con insegne o grandi

poster all’ingresso delle sale (come nelle foto, ndr)”.

DDay.it: Quant’è la durata media di un proiettore? Ov-verosia, quando accadrà che gli attuali 2K saranno da sostituire?E.F.: “La vita tecnica non è così facile da prevedere: i

primissimi proiettori digitali in Italia sono stati installati

intorno al 2005 e probabilmente sono già stati sostituiti;

ma si trattava di primissime generazioni. Penso di poter

dire che a regime la durata di un proiettore digitale può

arrivare fino a 15 anni, non oltre. La mia prospettiva cre-

dibile per un ricambio dei proiettori installati al momen-

to della digitalizzazione è per il 2017”.

DDay.it: Quanto deve investire un esercente per pas-sare al 4K? Ovviamente, non le chiediamo una cifra precisa, che può dipendere da mille fattori, ma un or-dine di grandezza…E.F.: “Un proiettore 4K installato parte da 40mila euro

ma può salire per schermi giganteschi, da 23 metri e ol-

tre, fino a 65mila euro. Ovviamente sto parlando dell’in-

tero sistema di proiezione, compreso di server DCP”.

Enrico Ferrari, responsabile della divisione Digital Cinema di Sony in Italia

Page 6: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 6

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto FAGGIANO

M ai come la prossima stagione sarà complica-

to riuscire a seguire la squadra di calcio pre-

ferita, districandosi tra i diversi diritti rilasciati

dalla Lega calcio. E poi non si possono perdere la

Champion League, la Europa League e gli Europei di

Francia. Ecco come imboccare la strada giusta.

Serie A: vince SkySe la vostra squadra di calcio milita in serie A la scel-

ta più completa è quella di SKY con il pacchetto Cal-

cio, che anche quest’anno sarà l’unica piattaforma a

poter trasmettere tutte le partite di tutte le squadre.

Anche se Sky ha perso a favore di Mediaset Premium

qualche pacchetto secondario come le interviste a

bordo campo o le riprese degli spogliatoi, la sua of-

ferta è sempre la più completa oltre a prevedere tut-

te le partite in HD. Sempre per Sky bisogna ricordare

l’offerta senza parabola di Sky Online che prevede

l’acquisto del singolo avvenimento a 4,99 euro.

Mediaset deve accontentarsi di trasmettere tutte le

gare di otto squadre: Juventus, Milan, Inter, Roma,

Lazio, Napoli, Fiorentina e Genoa. Sono pur sempre

la bellezza di 248 partite che sazieranno la fame di

calcio dei tifosi. Anche per Mediaset c’è l’alternativa

senza parabola di Premium Online, dove sarà dispo-

nibile il pacchetto Calcio & Sport.

Serie B: l’esclusiva è di SkyPer le prossime tre stagioni il campionato di serie

B sarà un’esclusiva di Sky e non ci saranno strade

alternative rispetto all’acquisto del pacchetto Calcio;

già prevista la trasmissione dedicata Diretta gol e

l’alta definizione per tutte le partite.

Champions LeagueSolo su Mediaset Premium

I tifosi di Juventus, Roma e Lazio (se passerà il turno

preliminare) dovranno affidarsi a Mediaset Premium

per vedere le partite in Coppa dei loro beniamini.

Mediaset ha già precisato che non verranno mai tra-

smesse in chiaro al mercoledì le partite della Juventus

nella prima parte a gironi del torneo, mentre i tifosi

di Roma e Lazio possono sperare di vedere qualche

partita in chiaro al mercoledì senza doversi abbonare

a Premium.

ENTERTAINMENT Tutti i modi per vedere il campionato italiano, quelli stranieri, la Champions e le gare internazionali

Dove vedere le partite della prossima stagioneEcco come possiamo vedere la prossima stagione calcistica, sui canali TV a pagamento e su quelli visibili in chiaro

Europa League: esclusiva Sky

Per le prossime tre stagioni le partite del giovedì

in Europa League saranno esclusiva Sky e quindi

i tifosi di Fiorentina, Napoli e Sampdoria dovranno

rivolgersi all’emittente a pagamento per vedere tut-

te le gare. Si potrà vedere in chiaro una partita per

turno ma non è ancora chiaro dove verrà trasmes-

sa, se su Cielo o sul nuovo canale annunciato per

Sky alla posizione 8 del digitale terrestre.

I campionati stranieri Inghilterra e Germania su Fox SportsPer chi ama il calcio straniero il primo obbiettivo da

vedere è la Premiere League inglese e per vederla

serve il canale Fox Sports che da luglio diventa esclu-

siva Sky. Sullo stesso canale poi c’è pure il campiona-

to tedesco della Bundesliga e per chi è proprio calcio

dipendente non manca il campionato olandese con

la Eredivisie. Quindi abbonamento Sky Calcio d’ob-

bligo per chi non vuole perdersi le partite di questi

campionati. Per quanto riguarda la Liga spagnola e

Ligue One francese i diritti devono essere ancora as-

segnati e quindi per il momento non si sa se diventerà

esclusiva Sky o Mediaset.

Coppa Italia Finalmente qualcosa gratis

Almeno per la TIM Cup non dovremo pagare nulla,

oltre al canone Rai; tutte le partite saranno trasmes-

se in chiaro sulla Rai sui diversi canali disponibili. La

trasmissione in HD delle diverse gare però è tutt’altro

che garantita.

Europei 2016 Tutte le gare sulla Rai in chiaroI campionati europei di calcio si svolgeranno in Francia

dal 10 giugno al 10 luglio 2016 e almeno per queste

partite non dovremo pagare abbonamenti. Tutte le

partite infatti verranno trasmesse in chiaro dalla Rai.

Nel frattempo però solo le gare di qualificazione della

nazionale sono visibili in chiaro, per le altre l’esclusiva

è di Sky. Quest’anno le partite saranno complessiva-

mente ben 51 perché per la prima volta le squadre

ammesse alla fase finale del torneo saranno 24.

Page 7: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 7

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Gianfranco GIARDINA

D opo alcuni mesi di studio, Discovery prende le

redini di Deejay Television, l’emittente che da

qualche mese è entrata a far parte del gruppo

che sta scalando le classifiche di gradimento della

TV italiana con canali come RealTime, DMax, Giallo e

Focus. Nell’evento di presentazione dei palinsesti per

la prossima stagione, è stato svelato quale sarà la nuo-

va anima dell’emittente,che non è comunque troppo

distante da quella vecchia, visto che tra le personalità

presenti all’evento non è mancato comunque Linus.

Da canale tematico a generalistaLa rivoluzione di Deejay TV inizia lo scorso gennaio,

con l’acquisto dell’emittente da parte del gruppo

Discovery Italia. Deejay TV è particolarmente “prezio-

sa” in funzione della numerazione del canale, il 9. Un

numero che spetterebbe a un canale generalista, ruolo

che Deejay TV non ha mai svolto veramente: per que-

sto da più parti in passato si è gridato allo scandalo.

Ora, con la gestione Discovery, dopo qualche mese

di assestamento e di analisi, sta per partire un nuovo

palinsesto finalmente più generalista (mancano solo i

notiziari) che comunque mantiene il tono un po’ scan-

zonato tipico del brand Deejay e lo miscela con alcuni

programmi più provocatori in stile Discovery. In realtà

molte cose sono ancora in divenire, tanto che non è

stato svelato completamente l’assetto del palinsesto,

ma sono solo stati messi del paletti nel cosiddetto

“prime time”, la fascia serale che maggiormente attrae

ascolti ma anche la più battagliata di tutte. Nel resto

della giornata non è stato chiarito cosa andrà in onda

salvo il fatto che la colonna vertebrale del palinsesto

diurno è Deejay Chiama Italia, il programma condotto

da Linus e Nicola Savino.

Lunedì: BOATS, largo ai videomakerIdea furba e sorniona: far lavorare il pubblico in cambio

di un po’ di celebrità. La nuova trasmissione del lunedì

sera si intitola BOATS, che non sta per “imbarcazioni”

in inglese ma per l’acronimo di Based On A True Story:

in pratica si tratta di un incrocio tra un contenitore

di documentari e un talent show per i videomaker. Il

creativi di tutta Italia saranno chiamati ad inviare i pro-

pri documentari: questi verrano resi disponibili prima

sulla piattaforma online DPlay, presentata oggi, e quelli

più cliccati verrano poi fatti vedere anche in TV, con la

mediazione di Pif, che proprio come videomaker indi-

ENTERTAINMENT Deejay TV cambia pelle dopo l’acquisizione del gruppo Discovery: nuova vita per il canale numero 9

Ri-nasce Deejay TV, ora in versione generalista Gli innesti appaiono in linea con lo stile di RealTime, ma con qualche concessione in più alla fiction e ai game show

pendente ha iniziato. Significativa la presenza di Pif su

Deejay TV, dato che la sua casa abituale è stata per

anni MTV. Ma a MTV, come da indiscrezioni circolate in

questi giorni, c’è già aria di smantellamento, dato che

l’emittente al numero 8 passerà probabilmente a Sky.

E così Pif non ha perso tempo e dal canale al numero 8

si è spostato al 9: ben fatto.

Martedì: arriva la fiction con “Tut”Il martedì sera sarà dedicato alla fiction con alcuni serial

in prima TV. Il primo grande annuncio è una serie in sei

puntate ispirata alle vicende del faraone Tutankamon:

tra i protagonisti spicca il premio Oscar Ben Kingsley.

Mercoledì: largo agli “Hotel da incubo”Il format dei “da incubo”, evolve con un nuovo “factual”:

si tratta di Hotel da incubo, in versione italiana. Anto-

nello Colonna, chef stellato e formatore per i profes-

sionisti della ristorazione e dell’ospitalità, girerà l’Italia

in lungo e in largo per “raddrizzare” hotel, pensioni e

bed&breakfast sull’orlo del tracollo finanziario. Secon-

do i curatori del programma, non si tratterà del solito

“makeover” ma il focus sarà proprio sui tanti consigli

utili che Colonna darà ai gestori per recuperare clien-

tela e redditività.

Giovedì: Tutti nudi con Luxuria

Un format internazionale che, anche in versione tra-

dotta, ha già riscosso un discreto successo è L’isola

di Adamo ed Eva, in cui due sconosciuti (ma ritenuti

compatibili dalla redazione) in cerca di una relazione

vengono scaricati su un’isola deserta; il particolare è

che per accelerare i tempi e renderli più televisivi i

due (o anche più) vengono lasciati sull’isola completa-

mente nudi e nudi devono familiarizzare e convivere

(e magari finire per accoppiarsi). Il giovedì sera arri-

va su Deejay TV la versione italiana del programma,

condotta da Vladimir Luxuria, scelta interessante per

rappresentare, in un sol colpo, entrambe le metà che

compongono questo “dating show”.

Venerdì: un bel film e correreLa creatività dei canali Discovery viene un po’ meno il

venerdì, serata che è dedicata a un film. Non è certo

una novità ed è difficile che Deejay TV possa strappa-

re a RAI e Mediaset grandi titoli. Già in lista Charlie’s

Angels, Terapia d’urto e Sette anni in Tibet. Ok, di-

ciamo che arrivati al venerdì, prima del weekend, per

questo giro erano finite le idee.

Il Week end: si gioca (e ci sono gli alieni)Il pezzo forte del week end, in onda sia di sabato

che di domenica in prima serata, è un game show:

si tratta di Trade Up, un format nato e diventato ce-

lebre in Israele, in cui due famiglie si batteranno at-

traverso un percorso di domande di cultura generale

per aggiudicarsi una nuova fiammante automobile e,

solo per i più bravi e coraggiosi, addirittura una co-

stosissima fuoriserie. La versione italiana di Trade Up

sarà condotta da Federico Russo. ll sabato prosegue

con Alieni: nuove rivelazioni (non proprio una novità),

mentre la domenica sera è caratterizzata da una nuo-

va produzione: si tratta di Trash or Treasure, un game

show in cui i concorrenti saranno chiamati a cercare di

stabilire il vero valore di alcuni oggetti, distinguendo

tra preziosi e cianfrusaglie: in pratica una specie di

OK, il prezzo è giusto ma con i ritmi e le “suspance”

della TV di oggi.

Page 8: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 8

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

ENTERTAINMENT Il gruppo televisivo Discovery lancia la propria piattaforma di streaming

È nato DPlay: programmi in streaming HDI programmi di Real Time, DMax, Deejay TV e K2 visibili gratis su web, smartphone e tablet

di Gianfranco GIARDINA

È nata DPlay, la piattaforma di

streaming del gruppo televisivo

Discovery. Si tratta di un servizio

totalmente gratuito e fruibile (categorica-

mente solo da IP Italiani) su PC, via brow-

ser, e piattaforme iOS e Android. I conte-

nuti sono tratti dalla vastissima library dei

canali free del gruppo, come Real Time,

DMax, Focus e Giallo (tutti già presenti

ora) che nelle prossime settimane ver-

ranno affiancati anche dai programmi di

Deejay TV, K2 e Frisbee.

DPlay è già accessibile via Web sin da

subito a questo indirizzo: l’interfaccia

è facile e lineare, la fruizione imme-

diata; meno immediata è la durata dei

“pre-roll”, ovverosia la pubblicità che pre-

cede il contenuto, attualmente fissata a

più di un minuto. La scelta – ci spiegano

da Discovery – non è definitiva, è solo

un esperimento che nasce dalla consi-

derazione che i contenuti erogati sono

lunghi, spesso tra la mezz’ora e l’ora: il

quantitativo di pubblicità è perequato su

queste durate. Play è anche disponibile

per smartphone sugli store di Apple e

Google; la versione per tablet è attesa a

ore, ma in ogni caso è possibile usufruire

del servizio anche nel browser. La cosa

più interessante di DPlay è la qualità: se

la banda lo concede lo stream è in HD ed

è l’unica possibilità di vedere i canali free

del gruppo Discovery in questa qualità,

dato che sul digitale terrestre l’emissione

è solo in standard definition. Stranezze

delle emittenti TV (e della scarsa pianifi-

cazione del mondo televisivo italiano): si

utilizza il canale broadcast per la qualità

peggiore e quello netcast per quella mi-

gliore. Alessandro Araimo di Discovery

ci chiarisce comunque: “Tutta la nostra

library è categoricamente in Full HD e,

dove c’è una connessione valida, sarà

questa la qualità che porteremo agli

utenti via DPlay”.

DPlay è intesa come un prodotto a se

stante, non come un’appendice dei ca-

nali televisivi: si arguisce anche dal logo

in cui non compare la scritta “Discovery”

e neppure i loghi dei canali. “Amplifica i

nostri contenuti – sottoliena Araimo - ma

deve avere anche una vita propria. Deve

sviluppare anche un mondo di contenuti

ed esperienze incrementali”. Per ottene-

re questo obiettivo su DPlay si vedranno

anche programmi originali “Già in questo

momento – ci spiega Araimo - sono pre-

senti dei contenuti della nostra library

che non sono mai passati in TV.

Ma stiamo lavorando a specifici conte-

nuti che verranno erogati solo su DPlay”.

Il riferimento è per esempio a Boats (Ba-

sed On A True Story), il nuovo program-

ma di Deejay Television che coinvolge i

videomaker nell’invio di documentari: tut-

ti gireranno su DPlay, i migliori andranno

anche sul canale televisivo. Ma nel futuro

di DPlay ci sono anche contenuti “spon-

sorizzati”: si tratta di documentari su de-

terminate realtà aziendali o addirittura dei

“brand channel” finanziati dagli investitori

pubblicitari. Discovery ha dimostrato nei

mesi scorsi, con alcuni programmi basati

su contenuti sponsorizzati, di essere ca-

pace di mantenere la barra della produ-

zione su una rotta non eccessivamente

promozionale e anche interessante per

gli spettatori. Oltre a questi si sta studian-

do un nuovo format, pensato solo per

DPlay, impostato sui temi della comicità

italiana: alcuni “tutor” come Fabio Volo e

Geppy Cucciari saranno impegnati nello

stanare talenti comici in tutta Italia.

Nuovi canali Premium: fuori il porno, dentro un po’ di HDDisponibili sul DTT i nuovi canali di Mediaset Premium Ora l’offerta in HD è più ampia per cinema e calcio, spariscono i canali Hot Time di Roberto FAGGIANO

Sono in onda i nuovi canali Mediaset Premium, calcio e cine-ma hanno una più ampia offerta in alta definizione mentre altri canali hanno una nuova denominazione. Nessuna notizia invece per l’offerta commerciale, che partirà probabil-mente dal primo luglio. Per quanto riguarda il cinema arriva Premium Cinema 2 HD, anche questo ca-nale avrà la sua versione +24 che ripropone la programmazione del giorno precedente ma perde l’HD. Il canale Mya ha ora la nuova de-nominazione Stories e propone le serie sentimentali che dal mese di settembre si arricchiranno di nuovi titoli in esclusiva per l’Italia. Premium Action e Premium Crime sono ora in versione HD ed en-trambe hanno il loro omologo +24 con la programmazione del giorno precedente, sempre solo in defini-zione standard. Partirà invece dal 1° luglio il nuovo canale Premium Sport (anche in versione HD), che rimpiazza i canali Fox Sports che dopo il 30 giugno diventano esclu-siva Sky. Questo canale sarà dedi-cato alla Champions League e al calcio in generale ma ci sarà posto anche per gli altri sport con nove notiziari e tre ore di rassegna stam-pa ogni giorno. Dalla programma-zione Premium invece spariscono i tre canali a luci rosse Hot Time che evidentemente non hanno ot-tenuto il successo sperato. Inoltre, ci sono stati piccoli cambiamenti nella distribuzione dei canali sui multiplex di Mediaset, in particola-re è stato spostato il canale Rete 4 HD sulla frequenza 36. In ogni caso sarà necessario risintonizzare i televisori per riavere tutti i canali nella giusta numerazione LCN.

ENTERTAINMENT Amazon “accende” l’HDR in streaming, battutto sul tempo il rivale Netflix

Amazon lancia i primi contenuti video in HDR e 4KIl servizio è dedicato agli abbonati Prime statunitensi. Si comincia con Mozart in the Jungle

di Poalo CENTOFANTI

Amazon Instant Video è il primo

servizio di streaming a offrire con-

tenuti in Ultra HD e HDR. L’azien-

da ha infatti annunciato che con l’arrivo

della serie originale Mozart in the Jungle

gli abbonati americani ad Amazon Prime

(che negli Stati Uniti include appunto

anche il servizio di streaming video),

potranno vedere gli episodi con video

in high dynamic range, a patto di pos-

sedere un TV compatibile si intende. Al

momento ciò equivale ad avere uno dei

nuovi Samsung SUHD, gli

unici che a quanto pare per

ora hanno il supporto all’HDR

già attivo. Amazon Instant

Video offre in HDR anche il

primo episodio di Red Oaks,

altra serie originale Amazon,

mentre i film arriveranno più

in là nel corso dell’anno. Nes-

suna notizia invece per quan-

to riguarda la disponibilità anche all’este-

ro dei primi contenuti HDR. Anche Netflix

ha annunciato che entro la fine dell’anno

offrirà contenuti in high dynamic range, a

cominciare dal suo Marco Polo, utilizzato

come demo al CES di Las Vegas.

Page 9: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 9

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Minibeam Nano Il proiettore LG che sta in tascaÈ un cubo 10x10 cm il nuovo picoproiettore LG per l’uso in mobilità o per l’ufficio Può proiettare immagini da 100” e la lampada dura 30.000 ore di Michele LEPORI

La famiglia Minibeam di LG si allarga con Nano, il più picco-lo, leggero ed economico pico-proiettore del gigante coreano: a livello tecnico siamo di fronte ad un proiettore con risoluzione WVGA di 854x480 con luminosi-tà di 100 ANSI lumen e contrasto di 100.000:1; 270 grammi di peso e 10cm per lato ne garantiscono l’estrema portabilità mentre la presa USB integrata e la compati-bilità con il mirroring via Miracast e Wi-Fi Direct con smartphone e tablet ne garantiscono una frui-zione allargata all’utenza più varia e con le esigenze più diverse. La batteria integrata da 3800 mAh ne garantirà inoltre 2 ore di proie-zione ininterrotta. LG annuncia un ciclo vitale di 30.000 ore di uso: 10 anni al ritmo di 8 ore al giorno proiettando sulla diagonale massi-ma di 100” e con la funzione Auto Keystone per regolare il perfetto angolo di visione sempre attiva: alla presentazione del Minibeam Nano Lee In-kyu, il senior vice pre-sident della divisione monitor e TV ha dichiarato come “Minibeam è il perfetto compagno per coloro in cerca di una soluzione votata in primis alla mobilità”. Minibeam Nano arriverà da giugno pratica-mente in tutti i mercati del mondo, ma LG raccomanda di controllare il loro sito per tempistiche più preci-se e per i prezzi aggiornati: in Italia purtroppo sono sempre stati mol-to difficili da trovare.

di Roberto PEZZALI

P er la prima volta in Italia e in ante-

prima su Samsung TV arriva in Italia

lo streaming di contenuti in formato

UltraHD. A partire da 22 giugno e fino al

31 luglio chi acquisterà un TV Samsung

serie JU e JS riceverà, inclusi nel prez-

zo, cinque film in formato 4K da vedere

su Chili. I film saranno “Transformers”,

“Transformers 3” e “Transformers - La

vendetta del caduto”, “Forrest Gump” e

“G.I. Joe - La vendetta. “CHILI da sempre

è attenta alle innovazioni del mercato e

siamo quindi molto orgogliosi di essere

i primi in Italia a proporre contenuti in

UHD, una tecnologia molto attesa da

tutti gli amanti di cinema”, dichiara Ste-

fano Parisi, Presidente di CHILI. “Il nostro

obiettivo è quello di offrire agli utenti il

miglior servizio possibile sia in termini

di contenuti che di qualità tecnologica

e questo accordo con Samsung e Para-

mount Pictures, leader del mercato nei

rispettivi segmenti, ci dà la possibilità di

dimostrarlo ancora una volta”.

Questa esclusiva Samsung non vale per

nessun altro: i film in Ultra HD non saran-

no disponibili su Chili per l’acquisto trami-

te altre piattaforme TV (quindi LG, Sony,

Panasonic etc) e non saranno disponibili

neppure per coloro che hanno acquista-

to un TV Samsung ieri.

“Siamo molto contenti di poter offrire ai

consumatori un’esperienza unica grazie

a questa esclusiva collaborazione con

CHILI” - dichiara Marco Hannappel, Sa-

les & Marketing Director Audio Video

Division di Samsung Electronics Italia. “Il

suo arrivo ci permette di arricchire ulte-

riormente l’offerta di contenuti e servizi

disponibili sull’ampia gamma TV, a con-

ferma del costante impegno di Samsung

nel voler garantire alle persone un mon-

do di possibilità in continua crescita e

un’esperienza di intrattenimento sempre

più ricca e completa, in grado di incon-

trare i gusti e le necessità di tutti.”

I contenuti sono codificati in HEVC e

sono dotati di forensic watermarking: una

firma invisibile che rende possibile risali-

re direttamente all’eventuale utente che

li pirata rimettendoli in rete, anche in caso

di ripresa con telecamera. I contenuti non

sono scaricabili, per poterli vedere servi-

rà una velocità di connessione Internet

pari o superiore a 8 Mbps.

ENTERTAINMENT Chili.tv e Samsung hanno siglato un accordo per portare in Italia contenuti 4K

Arrivano i primi 5 film UltraHD in italiano Ma solo per chi acquista un TV SamsungFino al 31 luglio chi comprerà un TV Samsung avrà in omaggio cinque film in Ultra HD

TV E VIDEO TCL lancia finalmente nel nostro Paese il TV Quantum Dot Thomson 55UA9806

Thomson: Quantum Dot e UltraHD a prezzo super Pannello UltraHD e Quantum Dot non fanno salire troppo il prezzo, che si ferma a 1799 €

di Roberto PEZZALI

Arriva finalmente in Italia il

Thomson 55UA9806, presentato

allo scorso CES di Las Vegas e

prodotto da TCL. Non deve spaventa-

re l’origine cinese: TCL è un colosso

nel mondo dei TV e produce pannelli

per tutti, ponendosi al top della pro-

duzione mondiale, e probabilmente è

questo il motivo che permette di ven-

dere, ad un prezzo decisamente con-

correnziale, un TV 4K dotato di filtro

Quantum Dot. Il 55UA9806, modello

unico, assomiglia più ad un TV euro-

peo e il motivo è presto spiegato: la

matita che lo ha disegnato appartiene

al designer danese Flemming Møller

Pedersen, capo del design di TCL. La

stessa cura è ri-

posta anche nel-

l’audio: harman/

kardon ha pro-

gettato il sistema

audio integrato

nella cornice da

25 watt stereo,

con diffusori a

tre vie per ogni

canale.

Il pannello, pro-

dotto in casa,

è un LCD Ultra HD Quantum Dot da

55” spinto da un processore quadco-

re che assicura anche la compatibilità

HEVC e la riproduzione di ogni tipo di

contenuto da USB o rete. Il televisore

55UA9806 sarà disponibile prossima-

mente al prezzo consigliato di 1799€,

e considerando il costo di altri modelli

Quantum Dot forse è il caso di darci

una occhiata da vicino.

Page 10: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 10

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Paolo CENTOFANTI

M asterCard ha tenuto una presentazione del-

l’insieme delle tecnologie che sta portando

sul mercato e che presto faranno sì che il

gesto di estrarre dal portafoglio la carta di credito

diventi un ricordo. Alcune di queste sono già dispo-

nibili, come MasterPass, la soluzione per pagare

online su siti di e-commerce, sfruttando username

e password invece delle credenziali complete della

propria carta, altre arriveranno presto. Sono proprio

queste le più interessanti, che renderanno in realtà

quasi obsoleto il concetto stesso di carta di credito

come la intendiamo oggi, una tessera di plastica da

utilizzare ogni volta che si vuole effettuare un paga-

mento elettronico.

Di pagamenti via NFC ne parliamo da una vita, e se

le carte contactless ormai in Italia stanno raggiun-

gendo una diffusione capillare (sia in termini di carte

nelle mani dei consumatori che di POS abilitati), uti-

lizzare ad esempio il proprio smartphone NFC per

pagare non è ancora così facile. Fino ad oggi occor-

revano tre cose: un telefono compatibile, una SIM

NFC di un operatore telefonico e una carta di cre-

dito abilitata ai pagamenti NFC. Questo schema sta

per venire scardinato, come ci ha raccontato Chris

Kangas, Head of Contactless Payments per l’Europa

di MasterCard, grazie da una parte alle nuove solu-

zioni cloud dell’azienda, dall’altra all’arrivo di player

come Android Pay, Apple Pay e Samsung Pay.

La side qui sopra descrive i tre approcci ai paga-

menti via NFC tramite lo smartphone. Il metodo

che è stato fin qui utilizzato in Italia è soprattutto

quello che utilizza il chip della SIM per memorizzare

le credenziali della nostra carta di credito in forma

opportunamente protetta da possibili “attacchi”. Ci

sono però altre due soluzioni possibili. Apple Pay e

Samsung Pay, utilizzano un’area sicura direttamente

integrata in hardware nel dispositivo, per memoriz-

zare un token, un codice che abbina il dispositivo

alle credenziali della propria carta. I dati della carta

non sono memorizzati sul dispositivo e non vengono

comunicati durante la transazione NFC al momento

dell’acquisto, solo il “gettone”. In caso di compro-

MERCATO In futuro useremo sempre meno la carta di credito fisica in favore di sistemi di pagamento più evoluti e pratici

Più NFC e meno plastica nel futuro di MasterCardDai nuovi wallet basati su HCE ai sistemi di pagamento Android Pay ed Apple Pay, anche con i dispositivi wearable

missione del token, questo è inutilizzabile senza il

dispositivo che l’ha generato. Se è lo smartphone a

venire perso, il token viene annullato senza compro-

mettere il numero della carta.

Android Pay e i futuri digital wallet sfrutteranno

sempre il sistema dei token ma tramite il cosiddetto

HCE (Host Card Emulation), quale appunto la nuova

soluzione cloud di MasterCard. In questo schema

le credenziali della carta non sono memorizzate sul

dispositivo, ma su un server remoto sicuro dell’isti-

tuto di carta di credito, che rilascerà alle applicazio-

ni delle chiavi usa e getta per effettuare gli acquisti

via NFC o altri servizi abilitati (app, siti web a cui

si accede da mobile e così via). L’unico limite di

questo sistema, se così vogliamo chiamarlo, è che

lo smartphone deve essere comunque connesso a

una rete: se siamo ad esempio all’estero con con-

nessione dati disattivata, esaurito il set di chiavi

valide ospitate sul dispositivo, ci è stato spiegato

che il sistema dovrà scaricarne di nuove per poter

effettuare altri acquisti.

Attualmente Android Pay o Apple Pay utilizzano un

lettore di impronte digitali per abilitare il pagamento,

ma per il futuro MasterCard sta esplorando anche

altre possibilità di riconoscimento biometrico. Una

possibile soluzione che MasterCard ci ha presenta-

to, ad esempio, è la lettura di una frase visualizzata

sul display dello smartphone che identifica l’utente

tramite il riconoscimento vocale.

Un’altra possibilità è il riconoscimento del volto tra-

mite la fotocamera frontale dello smartphone e que-

ste e altre tecnologie possono venire combinate per

aumentare la sicurezza. Il futuro a cui stiamo andan-

do incontro, in ogni caso, va oltre anche il concetto

di pagamento contactless. MasterCard ha mostrato

uno scenario in cui una soluzione come MasterPass

può essere utilizzata per effettuare acquisti nei ne-

gozi fisici prima ancora di entrarci: immaginate di

avere sete e visualizzare una lista di negozi vicini

sul proprio smart watch, quindi di selezionare una

bibita, pagarla con un tocco dall’orologio, entrare

nel negozio, prendere da bere e mostrare solo la

ricevuta sullo smartphone prima di uscire. La tecno-

logia per farlo ormai c’è.

Page 11: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 11

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

I TV Toshiba tornano in Europa, di giapponese c’è solo il marchioII TV Toshiba tornano in Europa, ma a produrli non sarà Toshiba: l’azienda infatti ha sospeso la produzione di TV in Europa e negli Stati Uniti e ha ceduto il marchio. Compal Electronics, azienda di Taiwan che ha già rilevato il brand TV di Toshiba per gli States, ha raggiunto un accordo con Toshiba per creare una nuova struttura per la realizzazione e la vendita di TV LCD a marchio Toshiba in Europa e in Italia. L’accordo sarà firmato tra le due parti il primo di luglio, con la produzione di TV che arriverà quindi entro le festività natalizie. Difficile capire come saranno venduti questi nuovi TV Toshiba: probabile si punti sul piccolo taglio e sul prezzo abbordabile con esposizione nei supermercati, dove il brand giapponese potrebbe attrarre più clienti di un marchio sconosciuto. Poco importa: di Toshiba in questi TV ci sarà solo il marchio: tutto il resto, dalla tecno-logia al design, è roba passata.

MAGAZINE

Estratto dal quotidiano onlinewww.DDAY.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari, Maria Chiara Candiago,

Alessandra Lojacono, Simona Zucca

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

Per [email protected]

Per la pubblicità[email protected]

di Roberto PEZZALI

C hi ha sottoscritto il servizio

Amazon Prime ora ha a disposi-

zione una consegna decisamen-

te più celere: i prodotti ordinati che

partecipano al programma Prime, oltre

un milione, verranno consegnati in un

solo giorno lavorativo.

In una prima fase il servizio “rapido”

sarà disponibile in 6000 comuni, ma

nei prossimi mesi verrà esteso a tutta

la penisola. Negli altri casi, comunque,

resterà disponibile la spedizione gratis

in 2-3 giorni.

“Dal lancio di Amazon.it abbiamo spe-

dito milioni di prodotti con la consegna

in 2-3 giorni ai nostri iscritti a Prime

in Italia. La risposta è stata incredibil-

mente positiva, infatti il numero di ab-

bonati è quasi raddoppiato nel corso

del 2014. A partire da oggi la nostra

consegna diventa ancora più veloce

e comoda con la spedizione 1 Giorno,

MERCATO Amazon ha accorciato i tempi di consegna di Prime a un giorno, ma costa il doppio

Amazon Prime consegna in 24h ma aumentaIl servizio ha un costo di 19 euro, al momento la consegna veloce è attiva in 6000 comuni

disponibile per oltre un milione dei no-

stri prodotti più venduti”, ha affermato

Xavier Garambois, Vice President Re-

tail di Amazon Europa. “Continuiamo a

innovare per i nostri clienti, per aiutarli

a risparmiare tempo e denaro”.

Questo vantaggio comunque si pa-

gherà: il servizio Prime infatti da 9,9

€ all’anno passa a 19,99€, anche se

gli iscritti pagheranno il nuovo prezzo

di rinnovo solo dal 2016. Chi si iscri-

ve oggi, invece, dovrà pagare subi-

to 19 euro.

Consegna veloce ma prezzo più alto:

chi usa Amazon in ogni caso sa che qui

10 euro in più sono soldi ben spesi.

di Emanuele VILLA

T ra annunci, smentite e notizie che

si contraddicono, non c’è dubbio

che il discorso dell’aggiornamento

gratuito a Windows 10 abbia causato

non poca confusione, costringendo Mi-

crosoft a diversi interventi ufficiali.

Finalmente abbiamo la possibilità di

estendere e, al tempo stesso, mettere

la parola fine alla questione: il principio

resta immutato, ovvero solo i possesso-

ri di una regolare licenza di Windows

7 o Windows 8.1 otterranno l’analoga

licenza di Windows 10 e potranno ag-

giornare senza problemi. L’aggiorna-

mento gratuito sarà invece precluso a

chi non possiede una regolare licenza

dei due sistemi operativi precedenti.

Il caso particolare riguarda gli Insider,

ovvero tutti coloro che hanno parteci-

pato (e partecipano) al programma di

testing del prodotto. Chi, di questi, ha

installato da zero una copia di Windows

10 potrà sì continuare a usarla gratui-

MERCATO Ennesima puntata del giallo intitolato “Aggiornamento a Win10: gratis o no?”

Windows 10 gratis per chi resta “Insider”Il nuovo sistema operativo Microsoft sarà gratis per chi ha la licenza di Win7 o Win8.1 Tutti gli “Insider” potranno continuare a utilizzarlo solo se rimangono nel programma

tamente, ma solo se rimarrà all’interno

del programma Insider e quindi se con-

tinuerà a ricevere le versioni preliminari

di tutti i vari aggiornamenti (col rischio

di incappare in bug di ogni genere e

natura). Uscendo dal programma Insi-

der, l’utente dovrà tornare a Windows

7 o Windows 8.1 (con regolare licenza)

per ottenere una copia definitiva e re-

golare di Windows 10. Caso particolare

riguarda tutti coloro che hanno instal-

lato Windows 10 su una macchina vir-

tuale: il sistema principale (sul quale è

presente Win7 o Win 8.1) potrà passare

regolarmente a Windows 10, mentre la

macchina virtuale resterà “lecitamen-

te” su Windows 10 solo rimanendo nel

programma Insider, ovvero ottenendo

gradualmente gli aggiornamenti e in-

viando i dati relativi all’utilizzo.

Page 12: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana
Page 13: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 13

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto PEZZALI

Tutti i sistemi operativi sono pieni di trucchetti e

piccole soluzioni che rendono decisamente più

semplice l’utilizzo. Iniziamo così questa carrellata

di “trucchi” con quello che è probabilmente lo smart-

phone più amato in Italia, l’iPhone. Alcuni non sono

certo nuovi, ma siamo abbastanza sicuri che anche chi

vive con lo smartphone come appendice del proprio

braccio ne ignora almeno la metà. Come lo sappiamo?

Beh, alcuni non li conoscevamo neppure noi.

Trucco 1: come digitare un numero rapidamenteInserire numeri e simboli con la tastiera dell’iPhone

a volte può essere una vera scocciatura, soprattutto

all’interno di un testo. La soluzione c’è: al posto di pre-

mere i tasti “123” per passare alla tastiera con numeri

e simboli basta appoggiare il dito su “123” e trascinar-

lo sul simbolo o il numero scelto. Dopo averlo inserito

la tastiera tornerà in modalità alfabeto.

Trucco 2: come recuperare qualcosa cancellato per sbaglioPuò capitare, nelle note e nella composizione di

messaggi, di cancellare inavvertitamente un testo o

un numero che invece serviva. Windows ha la classi-

ca funzione “undo”, ma l’iPhone? La funzione esiste

anche qui e per attivarla non bisogna fare altro che

scuotere il telefono per far apparire il ripristino: pro-

vare per credere!

MOBILE Da come digitare un numero rapidamente a come scattare selfie senza toccare il telefono, ecco il lato nascosto dell’iPhone

10 trucchi del tuo iPhone che forse non conosciiOS è pieno di diversi accorgimenti che possono semplificare la vita. Ne abbiamo raccolti alcuni davvero interessanti

Trucco 3: come tornare in cima rapidamenteSu iOS esiste una scorciatoia per tornare rapidamen-

te in cima alle lunghissime liste: se state scorrendo

un elenco infinito di mail o di contatti basta un veloce

tap in prossimità della barra di stato, quella con l’ora

per intenderci, e in un instante la lista sarà tornata al

primo elemento. Veloce ed efficace.

Trucco 4: come attivare un comodo zoomNel menù di controllo “Accessibilità” destinato a chi

ha problemi a interfacciarsi con la visualizzazione

standard di iOS esistono un paio di funzioni interes-

santi. Una di queste è la voce “Abbreviazioni accessi-

bilità”, che permette di associare una funzione al triplo

click del tasto home. In questo modo si può attivare

un popup di “zoom”, utile per chi fa fatica a leggere i

caratteri piccoli e i numeri di telefono.

Trucco 5: come attivare le notifiche LEDSempre nel menù Accessibilità, raggiungibile sotto

“impostazioni / generale / accessibilità”, è possibile

attivare le notifiche visuali. Insieme alla vibrazione si

può così far lampeggiare il flash LED all’arrivo di un

SMS o di una chiamata. Utile per chi tiene sempre il

telefono silenziato e vuole anche un avviso visivo.

Trucco 6: come nascondere le foto indesiderateVolete scorrere le vostre foto con gli amici ma non

volete che qualcuno dei vostri video o delle vostre

foto sia visibile? Basta tenere premuto sulla foto per

scegliere di nasconderla, almeno nella vista “momen-

ti” e “anni”. Attenzione, però, che nella vista “rullino

foto” resterà comunque visibile.

segue a pagina 14

Page 14: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 14

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

MOBILE

10 trucchi dell’iPhonesegue Da pagina 13

Trucco 7: come cambiare la direzione della foto panoramicaL’applicazione “Foto” permette lo scatto di fotografie

panoramiche seguendo la freccia che appare sullo

schermo, normalmente da sinistra verso destra. Clic-

cando sulla freccia è possibile cambiare il verso di

cattura, non più da sinistra verso destra ma da destra

verso sinistra.

Trucco 8: come risparmiare batteria disattivando il contapassiIl contapassi in iOS 8 è sempre attivo (alimenta, tra gli

altri i dati consultabili nell’app Salute), ma è una fun-

zione che davvero poche persone usano. Nel menù

“privacy / movimento e fitness” si può disattivare il

contapassi risparmiando così un po’ di batteria.

Trucco 9: come scattare foto e selfie a distanza senza toccare il telefonoCon l’applicazione “Foto” aperta è possibile scattare

una foto utilizzando il tasto “volume su”. La cosa vale

anche se sono collegati auricolari a filo o Bluetooth:

si può usare il tasto del volume come tasto di scatto

remoto, per selfie o autoscatti.

Trucco 10: come controllare le app che consumano più datiSe il piano dati da 2 GB non basta per arrivare a fine

mese e volete controllare quali sono le app che han-

no consumato di più basta andare, il primo giorno del

mese, sotto “impostazione/cellulare” e scorrere fino

in fondo per azzerare le statistiche. Alla fine del pe-

riodo da controllare, nello stesso menù, sarà presente

sotto a ogni applicazione il valore in MB o GB di dati

consumati esclusivamente in modalità 3G o LTE.

di Emanuele VILLA

L a tecnologia applicata al mondo dei

caschi per motociclisti sta facendo

passi da gigante. Ma in questo caso

andiamo decisamente oltre: questo pro-

totipo di Intelligent Cranium’s (iC-R) sem-

bra più uscito da un film di fantascienza

tipo Tron che da un comune progetto di

Indiegogo. Progetto che è stato appena lanciato e che richiede ben 300.000 dollari US per entrare nella fase succes-

siva, quella della progettazione finale e

della produzione. Se riuscirà a ottenere il

cospicuo finanziamento, l’azienda offrirà

ai motociclisti una piccola perla tecno-

logica al servizio della sicurezza e delle

funzionalità: stiamo parlando di un casco

con doppia videocamera posteriore e

annesso doppio HUD integrato, uno dei

quali offrirà la visuale posteriore, quella

ottenuta dalle due videocamere che in-

sieme raggiungono i 210° di angolo visua-

le. Lo scopo principale è quello di far sì

che il guidatore non debba mai muovere

la testa per compensare eventuali punti

ciechi: in quest’ambito, la concorrenza

arriva a 180°. Ovviamente non è tutto: il

secondo HUD, posizionato di default a

destra, può essere invece personalizzato

con informazioni provenienti da uno dei

diversi sensori presenti. Il casco contiene

un sensore GPS molto preciso, ma al di là

delle rilevazioni di base, l’azienda punta

a distribuire l’SDK per permettere a tutti

gli sviluppatori di scrivere la propria ap-

plicazione e, di conseguenza, persona-

lizzare il dispositivo. Sempre l’HUD può

poi mostrare un’infinità di informazioni

provenienti dallo smartphone, conside-

rando che iC-R è dotato di connettività

Bluetooth e può quindi “dialogare” con

le app del telefono e ricevere/fare telefo-

nate. Ma c’è anche dell’altro: oltre alla vi-

sione posteriore a 210°, l’azienda punta a

inserire un vero e proprio sensore LiDAR,

tecnica di telerilevamento che rileva la

distanza degli oggetti utilizzando un im-

pulso laser. In questo modo il pilota viene

avvisato con anticipo se qualche auto

dietro di lui sta arrivando a una velocità

un po’ troppo sostenuta e se c’è un con-

creto rischio di tamponamento. In realtà

potrebbero anche bastare le videocame-

re posteriori, ma gli ideatori del progetto

hanno pensato alle situazioni notturne: in

questo caso, una tecnica di rilevazione

AUTOMOTIVE Un progetto di Indiegogo mira a rivoluzionare il segmento dei caschi per motociclisti al servizio della sicurezza

Tra radar, GPS e display, questo è il casco più hi-tech di sempreUn casco con due videocamere, due HUD, sensore di prossimità LiDAR e pannello fotovoltaico. Arriverà a fine anno

della distanza basata su laser è una man-

na. Con tutta questa tecnologia a bordo,

si pone senz’altro un problema di consu-

mo e, ovviamente, di costi: il primo viene

risolto sommando due elementi, ovvero

la classica batteria ricaricabile - per la

quale si punta alle 8 ore di autonomia

- con un piccolo pannello fotovoltaico

posizionato sopra il casco, che lungi da

fungere da unico sistema di alimenta-

zione, potrà dare una mano alla batteria

durante il giorno. Il discorso prezzo è tut-

to da definire, poiché siamo ovviamente

lontani dal momento della commercia-

lizzazione (prevista al momento per di-

cembre 2015): se le promesse verranno

mantenute, e una volta ottenuta l’omolo-

gazione e tutte le certificazioni del caso,

iC-R verrà proposto a 1.399 dollari ameri-

cani, con una probabile conversione 1:1 in

euro. Ma per quello c’è tempo...

Page 15: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 15

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

OnePlus 2 è quasi pronto con il nuovo Snapdragon 810 che scalda menoOnePlus 2 utilizzerà lo Snapdragon 810: secondo l’azienda i problemi termici sono stati risolti, ma è più probabile che abbiano comprato il processore “in saldo” di Roberto PEZZALI

Il prossimo modello di smartphone OnePlus, One Plus 2, avrà a bordo un processore Snapdragon 810. La notizia, ufficiale, l’ha data l’azienda stessa che ha affermato di aver ri-solto i problemi termici che hanno creato non pochi problemi a Qual-comm e alle aziende che hanno adottato lo stesso processore. OnePlus userà la versione 2.1 del SoC, ma anche questa a quanto pare non è del tutto immune dalle problematiche di surriscaldamento che obbligano ad abbassare la fre-quenza operativa penalizzando le prestazioni. Senza avere lo smar-tphone in mano è difficile capire in che modo i creativi cinesi abbiano aggirato un problema che ormai è risaputo, ma crediamo che alla fine anche loro abbiano deciso di sa-crificare le performance. La scelta di continuare con lo Snapdragon 810 non è così insensata: OnePlus intende vendere il nuovo modello allo stesso prezzo del precedente, quindi 299$ o 349$ a seconda della versione, ed è probabile che Qualcomm abbia fatto un prezzo di favore per liberarsi di un po’ di Snapdragon calienti. Inoltre, è sempre bene ricordarlo (anche a Capitan Uncino), uno Snapdragon 810 con frequenza ridotta è un prodotto di ben altro livello rispet-to al miglior Mediatek.

MOBILE

Pronti per il prossimo Moto G? Siamo alle solite: l’ennesimo rumor della Rete stavolta è tutto per Moto-rola e per la nuova incarnazione di Moto G. Stando alle voci, il 2015 di Motorola porterà uno smartphone da 5” a 720p di risoluzione con proces-sore SnapDragon 401, 16 GB di RAM e 8 GB di archiviazione locale. Il salto di qualità dovrebbe riguardare senza dubbio le fotocamere, che raggiunge-ranno quota 13 Megapixel per quella principale e 3 per la frontale: un balzo rispettivamente di 5 e 1 rispetto al modello attuale. La batteria dovrebbe essere un 2.300 mAh a sostegno del grande display. L’unica foto che è emersa mostra una scocca posteriore generica da cui è difficile notare dettagli di particolare rilevanza, e l’im-pressione è che toccherà aspettare l’autunno per avere qualcosa di con-creto di cui parlare: non dovrebbero esserci novità sul fronte prezzi, il vero punto di forza di Moto G finora.

MOBILE Sembra risolto il problema della tastiera SwiftKey

Samsung tappa il buco dei Galaxy A breve la patch sugli smartphone

di Roberto PEZZALI

Samsung ha chiuso la falla alla tastiera SwiftKey che rendeva vulnerabili oltre 600 milioni di smartphone Galaxy. A breve, infatti, sarà rilasciata una patch di sicurez-

za che andrà a risolvere il problema, anche se questa patch la riceveranno solo

coloro che hanno Knox attivato sul proprio smartphone con l’opzione “Security Po-

licy Update” attivata. Samsung rilascerà anche un correttivo tramite firmware per

i dispositivi senza Knox, tuttavia in questo caso il rilascio sarà molto lento per le

problematiche legate proprio alla frammentazione di Android e alla gestione delle

ROM da parte dei vari operatori locali. Samsung comunque minimizza il problema: il

bug scoperto da NowSecure esiste ma per funzionare è necessario che il malinten-

zionato si trovi sulla stessa rete wireless del telefono da “bucare”, cosa difficile ma

non impossibile. Inoltre, con Knox attivato, per un’applicazione è quasi impossibile

far girare il codice malevolo a basso livello. Samsung ha tuttavia preso molto a cuo-

re la vicenda, soprattutto ora che l’exploit è pubblico e sfruttabile da chiunque: nei

prossimi giorni per moltissimi utenti la cosa sarà così risolta. L’azienda chiarisce an-

che che solo la versione integrata di

default di SwiftKey è vulnerabile (non

l’app standalone): per un suo errore

infatti la tastiera è dotata di privilegi

di accesso troppo elevati per un ele-

mento che è comunque accessorio, e

la cosa è già stata corretta anche per

tutte le prossime release software.

di Michele LEPORI

N el mercato degli smartwatch,

Google potrebbe aver tirato

fuori il classico coniglio dal

cilindro: dalle pagine di Bloomberg

apprendiamo infatti che tramite i la-

boratori Google X, Mountain View ha

presentato un nuovo tipo di dispositi-

vo indossabile che non vuole muove-

re l’ennesima guerra ad Apple, Fitbit,

Jawbone e tutto il mercato Wearable

bensì punta dritto al settore medico,

proponendosi come la soluzione mi-

gliore per il monitoraggio delle condi-

zioni di salute dei pazienti. Una scelta

che mette nel mirino HealthKit, il fra-

mework di Cupertino presentato alla

WWDC ’14 e che non sarà più mono-

polista del settore.

“Il nostro scopo è far si che questo

dispositivo diventi utile per pazienti

e medici; non sarà commercializzato

come gadget consumer”, così il re-

sponsabile del team Life Science di

Google Andy Conrad. Alla presenta-

MOBILE Google X, la divisione più sperimentale di Mountain View annuncia un nuovo smartwatch

Il nuovo smartwatch Google è tutta saluteNon compete con Apple Watch ma con HealthKit: obiettivo tenere sotto controllo la salute

zione ha parlato anche Kara Dennis

di Medidata, l’azienda che analizzerà

i risultati raccolti sottolineando come

“… da tempo il settore era alla ricerca

di qualcosa che permettesse il trac-

ciamento dei progressi nelle cure an-

che fuori dall’ambito ospedaliero, e

ora è finalmente possibile”.

Google lavorerà a stretto contatto

con aziende farmaceutiche e istituti di

ricerca americani ed europei per far si

che tutti i progetti di Google X possa-

no passare dai laboratori di sviluppo a

quelli di ricerca e alcuni progetti come

la lente a contatto in grado di leggere

il livello di zuccheri nel sangue per i

diabetici verrà presto commercializ-

zato dalla svizzera Novartis.

Page 16: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 16

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Il nuovo Batman su PC è un disastro Warner lo ritiraFiguraccia per Rocksteady Batman: Arkham Knight ritirato dal mercato per gravi problemi di prestazioni su PC di Paolo CENTOFANTI

Cosa c’è di peggio per un pu-blisher di una recensione ne-gativa su uno dei titoli più attesi dell’anno? Dover ritirare un pro-dotto dopo le grida di delusione dei fan. È quello che è successo a Warner e Rocksteady con Bat-man: Arkham Knight, l’episodio conclusivo della saga videoludica del Cavaliere Oscuro iniziata con Arkham Asylum. Il gioco su conso-le ha ricevuto recensioni entusia-stiche praticamente all’unanimità, ma la versione per PC ha subito suscitato perplessità tra i videogio-catori, che si sono dovuti scontra-re con bug e prestazioni grafiche che definire sotto le aspettative è riduttivo, considerando cali di frame rate consistenti anche sulle schede grafiche top di gamma. E così Warner Bros. Interactive En-tertainment ha dovuto scusarsi e sospendere la vendita del gioco per PC, che è stato ritirato sia dai negozi che dagli store online e piattaforme come Steam. Nono-stante anche Rocksteady abbia fatto il suo mea culpa, in realtà la responsabilità del flop sarebbe da ricondurre allo studio esterno che si è occupato del porting da con-sole a PC, Iron Galaxy, già autore della non esaltante versione per PC di Batman: Arkham Origins. Al di là della brutta figura, viene da chiedersi come è possibile che un prodotto con questi problemi sia arrivato nelle mani degli uten-ti e se mai il porting potrà venire “raddrizzato”. Questo episodio si inserisce in una serie di “fail” che sta cominciando ad allungarsi in modo preoccupante: nel mondo dei videogiochi le patch “da gior-no 1” stanno diventando purtrop-po sempre più frequenti...

di Emanuele VILLA

H P presenta il suo primo tablet

business basato su Windows 10,

il modello Pro Tablet 608. Il nuo-

vo modello, disponibile a partire da lu-

glio con Windows 8.1 e da agosto con

Windows 10 preinstallato, è chiaramente

dedicato a un’utenza business e offre

caratteristiche tecniche di alto profilo.

La destinazione business emerge sia

dallo chassis particolarmente resisten-

te, sia dalle specifiche tecniche: oltre a

Windows 10, che porta con sé Cortana,

Office e tutte le funzionalità ad hoc del

sistema operativo, Pro Tablet 608 pesa

0,45 kg e ha un display da 8’’ con risolu-

zione di 2048 x 1536 (4:3), Gorilla Glass 4

e uno chassis rinforzato in metallo, con-

nettività Wi-Fi ac/b/g/n e una gamma di

reti WWAN 3G o 4G opzionali. Tra le altre

caratteristiche meritevoli di considera-

zione troviamo una doppia fotocamera,

anteriore da 2 Mpixel e posteriore da 8

Mpixel e come processore un Intel Atom

Quad Core Z8500, con 4 GB di memo-

ria ed eMMc di archiviazione da 128 GB;

inoltre, HP pone molto l’accento sul fatto

che il Pro Tablet 608 è il primo tablet HP

a integrare una porta USB Type C. Un

prodotto davvero interessante per tutti

i professionisti che cercano caratteristi-

che avanzate e, ovviamente, durata nel

tempo: ancora non è stato annunciato il

prezzo di listino, che si preannuncia non

dei più contenuti.

MOBILE Da agosto sarà disponibile con il nuovo sistema operativo Microsoft preinstallato

Il primo tablet HP basato su Windows 10HP Pro Tablet 608, pensato per un’utenza business, ha caratteristiche di primo piano

GAMING A partire dal 15 luglio sarà disponibile in Europa un nuovo modello di console next-gen

Arriva una nuova PS4, più leggera e consuma menoIl design resterà invariato, ma ci sarà una riduzione nei consumi e soprattutto nel peso

di Roberto PEZZALI

S ony ha annunciato il lan-

cio di un nuovo modello di PlayStation 4 che sarà venduto

a partire da fine giugno inizialmente in

Giappone e poi in Europa dal 15 luglio.

La nuova versione, siglata CUH-1200,

rientra nel classico processo di rinno-

vamento dell’hardware che accompa-

gna i prodotti dotati di un ciclo di vita

abbastanza lungo. Sony non ha mes-

so mano al design che resta sostan-

zialmente identico, ma ha apportato

solo una piccola modifica alla finitura

del cassetto dell’hard disk che è ora

opaco: secondo Sony questo detta-

glio conferisce alla console un look

più “casual”, secondo il nostro parere

sarà utile distinguere i modelli vecchi

in commercio da quelli nuovi.

Sony ha ovviamente migliorato il pro-

cesso produttivo: il peso della nuova

PlayStation4, infatti, scende del 10%

rispetto al modello attuale grazie pro-

babilmente a un nuovo trasformatore

più leggero, e allo stesso tempo scen-

dono dell’8% anche i consumi. Piccole

novità che fanno piacere, anche se

difficilmente Sony ha cambiato il pro-

cessore AMD all’interno: il passaggio

infatti a un’architettura a 20 nm o in-

feriore avrebbe avuto un impatto ben

più grande sui consumi. Progressiva-

mente i bundle e le console in circo-

lazione saranno sostituite dalla nuova

versione, incluso quindi anche il bun-

dle con hard disk da 1 TB. Si spera che

con la nuova release hardware Sony

abbia trovato anche il modo di ren-

dere la PlayStation4 un po’ più silen-

ziosa, e che i miglioramenti in ambito

produttivo permettano, a breve, un

aggiustamento del prezzo.

Page 17: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 17

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Vittorio Romano BARASSI

Come ogni anno l’E3 di Los Angeles ha saputo of-

frire agli appassionati la giusta dose di sorprese

e di spettacolo. Dopo aver visto tutti i principali

protagonisti del mercato “sfidarsi” a suon di conferen-

ze, possiamo finalmente fare il punto della situazione

e provare a tirare le somme su una fiera che anche in

questa edizione si è dimostrata piuttosto equilibrata e

dalla quale non emergono veri e propri vincitori.

Microsoft e Sony hanno offerto il maggior spettacolo,

rispondendo colpo su colpo ed esclusiva dopo esclu-

siva alle rispettive proposte; ci saremmo certamente

aspettati di più da Nintendo, il cui E3 2015 senza botti

è chiaro indice del momento di difficoltà che l’azienda

- comunque in debole ripresa - sta affrontando. Ab-

biamo provato a stilare qualche mini classifica sulla

base di quanto visto nelle varie conferenze, cercan-

do di tenere fuori i soliti titoli più “commerciali” e gli

sportivi, i quali ogni anno si danno battaglia su ogni

piattaforma.

Top 5 Xbox One - Tanta carne al fuocoAbbiamo già riservato un articolo dedicato ai 10 titoli più “importanti” che si vedranno su Xbox One nei prossimi 12 mesi; in questa sede proveremo a traccia-

re una piccola classifica con le nostre preferenze.

1) ReCoreIl gradino più alto del podio spetta di diritto a ReCore nuovo IP ideato da Keiji Inafune e dagli autori di Me-

troid Prime che con il trailer di presentazione ha la-

sciato tutti di sasso. Da quello che è possibile vedere

e da quanto detto si preannuncia come un’avventu-

ra fantastica il cui protagonista sarà uno degli ultimi

esseri umani ancora in vita sul pianeta, spalleggiato

da qualche robot, che si ritroverà ad affrontare un

mondo pieno di insidie. I presupposti sono ottimi,

l’originalità c’è e lo stile pare unico. Non ci resta che

sperare che non sia tutta un’illusione.

ReCore - E3 Trailer - Uscita: primavera 2016

2) Halo 5 GuardiansHalo non ha bisogno di introduzioni. Siamo giunti

al quinto capitolo e questo sarà certamente il titolo

GAMING All’edizione 2015 dell’E3 è mancato il “botto” ma non sono mancate le sorprese; i gamer possono stare tranquilli

Cala il sipario sull’E3: ecco i migliori videogiochiAnche quest’anno l’E3 di Los Angeles si è rivelato un grande show dove tutti i big del settore hanno sfoderato le loro armi

di punta con cui Microsoft intenderà puntare forte

dal Black Friday e per tutto il periodo natalizio. Halo

5 avrà un single player più intenso che mai e una

componente multiplayer di rilievo, pronta a garantire

migliaia di ore di gioco agli appassionati di FPS.

Halo 5 - Xbox E3 Briefing - Uscita: 27 ottobre

3) Rise of the Tomb RaiderSarà un’esclusiva di Xbox One il nuovo ritorno di

Tomb Raider. Lara Croft è pronta a intraprendere

una nuova avventura e da quello che si può vedere

dal trailer di presentazione il titolo si configura ancor

di più come l’anti-Uncharted, etichetta già spesso

associata al precedente capitolo della saga. A molti

Tomb Raider piace così; ma come la prenderanno i

più vecchi affezionati della saga?

Rise of Tomb Raider - E3 - Uscita: 10 novembre

4) AshenAltro annuncio a sorpresa di questo E3 2015 è stato

quello di Ashen, action RPG indie in cui il protagoni-

sta è un vagabondo in cerca di un posto in cui vivere

su un pianeta contraddistinto dalla sola luce delle

eruzioni vulcaniche, la cui cenere oscura completa-

mente il sole.

Mistero fitto sulle meccaniche, ma sarà un qualco-

sa di nuovo e per questo merita il posto in questa

classifica.

Ashen Announce Trailer - Uscita: TBA

5) Forza Motorsport 6Con i vari Assetto Corsa e Project Cars scesi in

campo a dar battaglia, non vediamo davvero l’ora

di scoprire cosa i creatori di Forza Motorsport si sa-

ranno inventati per rendere sempre più realistico un

titolo già tutt’altro che arcade. Probabilmente anche

il sesto capitolo non sarà una simulazione pura, ma

siamo certi che il realismo crescerà in maniera signi-

ficativa e che il multiplayer sarà incredibilmente “cor-

poso”. Così come il parco macchine, il cui numero

sale a 450.

Forza Motorsport 6 Trailer - Uscita: 16 settembre

Top 5 PlayStation 4 - Quante belle sorprese!Per molti Sony è stata la mattatrice della manifesta-

zione e anche i più critici sostenitori di Xbox si sono

trovati d’accordo nell’affermare come il colosso

giapponese quest’anno sia almeno riuscito a non sfi-

gurare nel diretto confronto con Microsoft. Il merito,

ovviamente, è delle esclusive e di qualche gradita

sorpresa.

1) The Last GuardianDopo anni di attesa, il seguito di Ico e Shadow of

The Colossus pare finalmente pronto a sbarcare in

esclusiva assoluta sull’ultima console Sony. Poco

si sa sulla trama del titolo, ma il gioco partirà con

un bambino che cerca di scappare da una sorta di

gigantesco castello, aiutato da un’enorme creatura

fantastica. Ma sarà solo l’inizio: l’avventura si prean-

nuncia epica.

The Last Guardian Trailer - Uscita: 2016

2) Final Fantasy VIIAnche in questo caso, applausi a scena aperta. Per

anni i fan della saga di Final Fantasy hanno chiesto

un remake del settimo capitolo (il più bello in senso

assoluto) e Square Enix non si è lasciata scappare

questa occasione: nel 2016 arriverà Final Fantasy

VII, remake “di lusso” del GDR pubblicato nel 1997 e

segue a pagina 18

Page 18: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 18

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

GAMING

I migliori videogiochi presentati all’E3segue Da pagina 17

ancora punto di riferimento indelebile nelle memorie

degli appassionati - non più giovanissimi - del ge-

nere.

Final Fantasy VII Trailer- Uscita: 2016

3) Uncharted 4: A Thief’s EndNathan Drake è pronto per una nuova avventura.

Avevamo visto un trailer di Uncharted 4 già diverso

tempo prima dell’E3 ma la demo mostrata nel corso

della conferenza Sony ha fatto guadagnare a Drake

un posto più che legittimo in questa speciale classifi-

ca dedicata alla PS4. Nel trailer si vede il protagonista

distruggere “con stile” un piccolo paese cercando di

scappare dai suoi inseguitori; chi ha giocato ai prece-

denti episodi avrà già l’acquolina in bocca. E forse è

giunta l’ora di acquistare una Playstation 4...

Uncharted 4: A Thief’s End - Uscita: 2016

4) Horizon Zero DawnGuerrilla Games è un nome che gli affezionati di Play-

Station collegano quasi immediatamente a KillZone,

ma stavolta lo studio di sviluppo ha voluto concentra-

re i suoi sforzi su un nuovo IP. Non è ancora ben chia-

ro cosa sarà Horizon Zero Dawn ma da quello che si

può vedere nel trailer pare proprio che rappresente-

rà un bel mix tra ambientazioni post-apocalittiche e

azione sfrenata. A noi ha incuriosito molto; merita un

posto nella top 5.

Horizon Zero Dawn Trailer - Uscita: 2016

5) No Man’s SkyC’è ancora una rete di mistero intorno al gioco ma è

certo è che sarà un’avventura unica in cui i giocatori

avranno modo di esplorare un universo in continua

evoluzione con la possibilità di sbarcare su pianeti di-

versi. Inizialmente era prevista solo la modalità multi-

player ma ora pare certa anche un’intensa campagna

single player. Oltre che su PS4, arriverà anche su PC.

No Man’s Sky - Uscita: TBA

C’era anche Nintendo?Ebbene sì. Nonostante tutte le difficoltà Nintendo an-

che quest’anno ha fatto la sua parte e pur impalliden-

do se paragonata a Microsoft e Sony, tra tanti piccoli

annunci è riuscita a presentare un paio di cose inte-

ressanti e quindi degne di menzione.

1) The Legend of Zelda: Triforce HeroesIl nome non inganni: non si tratta della nuova avven-

tura di Zelda attesa su Wii U bensì di un titolo basato

sulla serie di spin-off Four Swords. Sarà un video-

game per Nintendo 3DS e tutta l’avventura sarà ar-

ticolata sulla cooperazione tra tre diversi personaggi;

Triforce Heroes si focalizzerà dunque sul multiplayer,

ma è sicura anche una modalità a singolo giocatore

con IA a supporto.

The Legend of Zelda: Triforce Heroes - Uscita: TBA

2) Mario Tennis: Ultra SmashEcco un titolo che non farà fatica a vendere. Il nome

dell’idraulico più famoso al mondo è una garanzia e

questo sarà l’ennesimo arcade dedicato al tennis che

promette ore e ore di divertimento, senza il bisogno di

prendersi davvero sul serio. Singolo giocatore o multi-

giocatore non importa.

Mario Tennis: Ultra Smash - Uscita: fine 2015

I fantastici 3…Nonostante i tanti titoli presentati durante la manife-

stazione, secondo noi l’E3 2015 sarà senza dubbio ri-

cordato per l’annuncio “anticipato” di Fallout 4. C’era

la giusta dose di attesa e il trailer circolato nei giorni

precedenti all’inizio della fiera ha fatto risvegliare mol-

te anime di gamer ormai stufi degli sparatutto degli

ultimi anni. All’E3 è stata mostrata un’interessantissi-

ma demo e nonostante alcuni commenti scettici sulle

qualità “tecniche” in mostra, la stragrande maggio-

ranza dei potenziali giocatori è rimasta decisamente

soddisfatta. Il secondo posto, ma se l’avessimo messo

al primo nessuno avrebbe protestato, non possiamo

non dedicarlo a The Last Guardian; sono anni che se

ne parla e che si vede qualche “immagine” ma final-

mente il seguito dei fantastici Ico e Shadow of The

Colossus sembra essere pronto alla sua uscita de-

finitiva. Ci sarà da attendere fino al 2016 ma, per la

prima volta, tutto è stato confermato. Terzo gradino

del podio va, sulla fiducia, al nuovo IP di Keiji Inafune.

Il trailer (che potete vedere in alto) lascia di stucco e

sono in molti a vedere ReCore come uno dei titoli di

punta di Xbox One per il 2016.

…e gli altri da non dimenticareOvviamente non è possibile “riassumere” tutto l’E3

2015 in qualche piccola classifica che lascia il tempo

che trova. A Los Angeles si è visto molto altro (non

dimentichiamo Shenmue 3) e sono stati anticipati

titoli dai nomi altisonanti che non faranno fatica a ri-

scuotere un enorme successo al momento della loro

uscita sui mercati.

Impossibile non citare videogiochi Gears of War 4

o Mass Effect: Andromeda che arriveranno sempre

a 2016 inoltrato, oppure titoli come Just Cause 3 -

sempre più l’anti Grand Theft Auto, e arriva il 1 di-

cembre - o Dark Souls III. È stato poi molto piacevole

vedere qualche immagine del prossimo e nuovissi-

mo DOOM (gli sparatutto sono molto cambiati negli

ultimi anni, chissà come sarà!), come assistere all’an-

nuncio di Dishonored 2, seguito del tanto apprez-

zato gioco adventure-stealth in salsa cyber-punk e

in prima persona uscito a fine 2012. Degne di nota

un’altro paio di menzioni. La prima la riserviamo al

free roaming Mirror’s Edge: Catalyst che arriverà il

23 febbraio 2016 mentre la seconda spetta a Tom

Clancy’s Ghost Recon Wildlands, sparatutto il quale

sembra avere tutte le carte in regola per farsi strada

nel settore

Page 19: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Skype per web disponibile anche in ItaliaDopo due settimane di test nel mondo anglosassone Skype per web è disponibile anche in Italia Significa poter chattare (anche in video) con i propri amici senza installare nessuna app di Emanuele VILLA

Dopo un breve periodo di pro-va esclusivo per Stati Uniti e UK, Skype per web si espande a macchia d’olio e arriva anche in Italia. Da ora in poi possiamo dunque chattare con i nostri contatti Skype senza necessi-tà di installare nessuna app sul PC, ma semplicemente tramite il browser. Basta recarsi all’indi-rizzo web.skype.com per iniziare con la sessione di chat, mentre per le chiamate vocali e le video-chiamate è necessario installare un plugin al primo utilizzo. Da oggi, tra l’altro, Skype per Web supporta la messaggistica istantanea anche su dispositivi Chromebook e Linux.Tra gli elementi più significativi una nuova ricerca che unisce le due liste di contatti e conver-sazioni recenti, introducendo una visualizzazione rapida per la massima comodità possibile. Inoltre, sono state aggiunte le notifiche su Skype per Web (ma l’opzione va abilitata), di modo tale che si possa essere aggior-nati sulle interazioni skype an-che mentre si fa altro o si naviga in altre schede.

di Emanuele VILLA

Surface 3 Pro torna ad essere com-

petitivo: Microsoft ha infatti deciso

di combattere il rialzo dovuto al

dollaro con una campagna di sconti che

durerà per un periodo limitato, forse

solo un giorno o due. Gli sconti vanno

da 50 euro a 150 euro e si applicano a

tutta la gamma, ma nonostante questo

Microsoft è riuscita ad annullare la cre-

scita dei prezzi solo sul modello di base,

mentre per quelli dotati di processore

Core i5 o Core i7 il listino, seppur scon-

tato, resta comunque più alto di quello

dello scorso anno. Il prezzo di lancio

di Surface Pro 3 con core i3 e 4 GB di

RAM infatti era di 819 euro, aumentato a

869 euro lo scorso 18 maggio in seguito

agli aumenti che hanno colpito tutta la

gamma. Ora, con i 50 euro promossi da

Microsoft, si torna a 819 euro. Ma è solo

un caso: il modello Core i5 con 8 GB di

RAM, che costava al lancio 1319 euro,

nonostante i 100 euro di sconto che lo

portano da 1479 euro a 1379 euro risul-

ta più caro e la stessa cosa vale per il

Surface Pro 3 Core i7, che a 2039 euro

costa di più dei 1969 euro della fase di

lancio. Chi vuole acquistare un Surface

Pro 3, eccellente prodotto (qui la nostra

prova), farebbe meglio guardarsi un

po’ in giro: nonostante la promozione

Microsoft: negozi online e catene di

vendita che hanno ancora a magazzino

pezzi ordinati prima del rincaro di mag-

gio offrono prezzi ben più competitivi:

Euronics ad esempio vende il modello

di base a 699 euro, un prezzo che lo

rende addirittura più interessante dello

stesso Surface 3.

PC Microsoft ha avviato un campagna di sconti sul Microsoft Store dedicata a Surface Pro 3

Surface Pro 3 scontato per combattere il super dollaroPrezzo vicino al lancio, dopo che il dollaro lo aveva portato a un prezzo poco competitivo

di Roberto PEZZALI

P iù i software diventano comples-

si, più è facile che a qualcuno

sfugga qualcosa o che si tro-

vano comunque modi di accedere ai

dati. Questo vale per tutti, anche per

chi si chiama Apple: XiaoFeng Wang,

professore di scienze informatiche

dell’Università dell’Indiana, con il

suo team di ricercatori e studenti ha

scoperto come è possibile rubare in

poco tempo le password contenuti nel

“keychain” e nelle applicazioni Apple

installate. Un programma ben scritto

infatti potrebbe cancellare le vecchie

password, aspettare che l’utente la

immetta di nuovo e a quel punto ru-

barla inviandola via mail. I ricercatori

hanno scoperto anche una debolezza

nel mondo in cui Apple gestisce i suoi

programmi tramite un ID unico: è facile

inserire una applicazione in un gruppo

di programmi “fidati” e usarla come

cavallo di troia. Per capire quanto la

falla è grave i ricercatori hanno dato

qualche numero: l’89% delle 1612 ap-

plicazioni top sull’App Store sono vul-

nerabili. Non solo: dopo aver avvertito

Apple del problema XiaoFeng Wang è

riuscito pure a far approvare da Apple,

che l’ha caricata sullo store, una ap-

plicazione di barzellette denominata

“Joke Everyday” in grado proprio di

rubare le password dagli account di

chi l’ha installata. Apple è stata avvisa-

ta del problema a ottobre, ma ad oggi

ancora nessuna soluzione: secondo

qualcuno Apple sta modificando tutto

il sistema per risolvere il problema, ma

è una cosa che richiede molto tempo.

Non avrà preso sicuramente bene

l’uscita del dr XiaoFeng Wang: ora la

falla è pubblica ed è stato rilasciato

ufficialmente il documento dettaglia-to, ed è difficile capire se è un bene

o un male.

PC Un ricercatore ha trovato il modo di accedere alle password contenute in keychain o nelle app

C’è una falla nel Mac: password in pericoloApple era stata avvisata già da ottobre, ma non ha fatto nulla. Ora il problema è pubblico

19

Page 20: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 20

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Massimiliano ZOCCHI

S itecom lancia il nuovo modem

router WML-7600, che al prezzo

di listino di 159,99 euro promet-

te prestazioni quando servono di più:

gaming online, streaming video HD e

trasferimenti di file di grandi dimensioni.

Per questo supporta lo standard AC con

velocità wireless fino a 1.300 Mbps con

dual band simultaneo su frequenze 5

Ghz e 2.4 Ghz, ed è dotato di 5 antenne

nascoste.

Per ottenere la massima versatilità pos-

sibile troviamo anche due porte USB,

un server DLNA integrato e il server

AirPrint per accesso diretto tramite di-

spositivi iOS o Mac. Può svolgere anche

funzione di solo router tramite la porta

WAN dedicata, oltre alle 4 classiche por-

te Gigabit Ethernet, e offre accesso alla

rete guest e a client VPN.Tramite l’app

dedicata MyWiFi può essere facilmente

installato e configurato, e farvi connette-

re alla vostra rete ADSL e ADSL2+. Ma

non solo: in un’ottica di sviluppo futuro

e di servizi sempre più “on demand”, il

dispositivo supporta anche il protocollo

Very-high-rate Digital Subscriber Line

2, abbreviato VDSL2. Questo sistema,

utilizzato dalla diffusa tecnologia Fiber

to the Cabinet, garantisce velocità mol-

to elevate di trasferimento dati anche

col normale doppino di rame permet-

tendo di arrivare alla velocità massima

di download di 200 Mbps. Le due por-

te USB supportano hard disk esterni,

stampanti o webcam. Nel caso poi sui

dischi rigidi siano contenuti file multime-

diali, il server DLNA li potrà trasmettere

a dispositivi compatibili. E se tutto que-

sto non bastasse Sitecom offre anche 6

mesi di prova gratuita di Sitecom Cloud

Security, e registrando il prodotto entro

3 settimane dall’acquisto, anche la ga-

ranzia estesa di 10 anni.

PC Velocità, copertura e funzionalità. Ecco i punti di forza del modem router Wi-Fi di Sitecom

Sitecom WML-7600 è il router pronto per la fibraSupporta le linee VDSL2 fino a 200 Mbps, l’ideale per gaming e streaming on demand

Project Quantum Il mini-pc AMD per giocare in 4K a 60 fpsAMD ha realizzato un prototipo di gaming PC capace di prestazioni eccezionali In un piccolo cubo trovano spazio due GPU Radeon R9 Fury X e un sistema innovativo di raffreddamento aria-liquido di Roberto PEZZALI

AMD ha sviluppato un piccolo computer da gioco che potrebbe davvero rendere obsolete le attua-li console e gran parte delle Steam Machine presentate: Project Quan-tum è per ora solo un progetto ma non è escluso che a breve possa diventare realtà, magari con l’aiuto di qualche partner. Il cuore di que-sto piccolo pc è costituito da una coppia di GPU Radeon R9 Fury X, l’ultima nata in casa AMD, e le pre-messe sono interessanti: 4K a 60 fps, Direct X 12, Open GL 4.5, Man-tle, realtà virtuale e rendering ad altissima velocità sono solo alcune delle cose che questa macchina può fare. Per ovviare al problema del calore generato, AMD ha inse-rito un sistema di raffreddamento a liquido con i componenti nella par-te bassa e la ventola dotata di “ra-diatore” nella parte alta, una confi-gurazione di raffreddamento usata dagli overclockers e qui riproposta su un piccolo cubo da gioco. AMD ha mostrato questa soluzione al-l’E3 con un processore Intel: non è uno scherzo, ma la dimostrazione che questa piattaforma può essere flessibile e ospitare motherboard in formato mini ITX insieme a processori di ogni tipo e marca. Il costo? Solo la scheda costa più di 600 euro.

di Emanuele VILLA

L’idea non è male: molte persone

hanno bisogno, per lavoro o dilet-

to, di un secondo o terzo PC da

mettere in casa o da portare sempre

con sè ma non vogliono affrontare la

spesa di un computer tradizionale o, più

semplicemente, non hanno intenzione

di sopportarne gli ingombri. In questi

casi vengono in soccorso i PC “stick”,

dei computer fatti e finiti ma con le sem-

bianze di piccole penne USB da colle-

gare al monitor/TV tramite HDMI. Cer-

tamente non stiamo parlando di mostri

di potenza, ma di dispositivi perfetti per

chi cerca la massima comodità e vuole

ottimizzare il rapporto prezzo/presta-

zioni.

Lenovo ha annunciato il lancio, previsto

per il prossimo autunno, del suo primo

PC Stick, il modello Ideacentre Stick

300, un modello completamente plug

and play pensato per essere un hub

multimedia-

le in gra-

do di fare

s t r e a m i n g

di un film,

v ideochat-

tare con gli

amici o mo-

dificare un

documento

di lavoro in

tempo reale.

Il prezzo europeo non è ancora stato

fissato: negli USA costerà 129 dollari e

possiamo supporre una conversione 1:1

per il vecchio continente. A livello tecni-

co, ideacentre Stick 300 misura 15 mm

di spessore, monta un Processore Intel

Atom Z3735F, 2GB di memoria e 32GB

di storage, mentre come sistema opera-

tivo troviamo Windows 8.1 aggiornabile

a Windows 10 dopo la sua uscita il 29

luglio. A livello di connettività troviamo

la classica USB ma anche microSD e il

PC Anche Lenovo ha deciso di entrare nel mercato dei mini PC tascabili, grandi come una USB

Il mini PC Lenovo pensato per lo streamingIl nuovo nato si chiama Ideacentre Stick 300, è un pc in tutto e per tutto e arriverà in autunno

pieno supporto Wi-Fi e Bluetooth: que-

st’ultimo tra l’altro è fondamentale per

la connessione di dispositivi di input

wireless come mouse e tastiere.

Page 21: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 21

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Massimiliano ZOCCHI

H P continua a credere nel settore

dei convertibili e annuncia la di-

sponibilità (a partire da agosto)

della nuova generazione di Pavilion x2.

Prima di tutto un tablet, ma in grado di

offrire un’esperienza notebook com-

pleta grazie alla tastiera ad aggancio

rapido tramite un’innovativa cerniera

magnetica.

Per un prezzo consigliato di 299 euro,

Pavilion x2 offre un display IPS da 10”,

un processore Intel Atom e 32 GB di

storage espandibile con Micro SD.

Disponibile in tre colorazioni, rosso,

bianco e argento, il tablet pesa solo

590 grammi e con la tastiera arriva a

1.120 grammi. La ricarica è affidata a

una presa USB di Tipo C oltre ad un’al-

tra porta USB 2.0 standard. Schermi

esterni o TV possono essere collegati

tramite la porta micro HDMI. La batte-

ria garantisce autonomia fino a 12 ore.

Completano la dotazione l’audio con

tecnologia Bang & Olufsen, webcam

TrueVision HD, e non manca l’abbo-

namento a Office 365 Personal per

un anno. La serie di notebook ENVY

è ovviamente pensata per chi punta

sulla produttività, arrivando anche a

sostituire un PC desktop con la ver-

sione da 17”.

Sempre a partire dal mese di ago-

sto, per 1.299 euro sarà disponibile

anche questo grande formato (17.3”

per la precisione) con a bordo la quinta

generazione di processori Intel Core i7

e grafica dedicata Nvidia GeForce 940

M o GTX 950M. Display Full HD IPS, e

tutta le porte necessarie con quattro

USB 3.0, HDMI, RJ45, e anche un’unità

ottica DVD.

La versione da 15.6” invece avrà un co-

sto di 1.199 euro, possibilità di scelta tra

Intel Core i7 e i5, e sempre grafica NVI-

DIA o in alternativa AMD Radeon R6, e

schermo Full HD IPS. Entrambe le ver-

sioni avranno tastiera retroilluminata e

diverse configurazioni di storage, con

scelta tra dischi ibridi e SSD, fino a 2

TB, e RAM da 8 o 16 GB.

PC HP annuncia la nuova generazione di Pavilion x2 e i nuovi notebook della gamma ENVY

Da HP i “due in uno” efficienti ed elegantiConvertibile e notebook per produttività ed eleganza ai massimi livelli, in arrivo da agosto

Apple al lavoro su un iMac 4K da 21 polliciLa beta di sviluppo di OS X El Capitan offre interessanti indizi sulle prossime mosse di Apple Parrebbe in lavorazione un iMac con display 4K ma si parla anche di un controller Bluetooth di Emanuele VILLA

Come spesso accade, le versioni beta dei software più importanti offrono indizi importanti sui pro-getti dell’azienda che li produce. E quando si parla di Apple, gli svi-luppatori sono sempre attentissi-mi a “sminuzzare” il codice con cura alla ricerca di quale scoop di grande rilievo. Nella fattispecie, i developers hanno esaminato a fondo l’ultima beta di OS X El Capitan facendo qualche sco-perta di sicuro non rivoluziona-ria ma comunque meritevole di menzione. Esaminando il codice, parrebbe che Apple sia al lavoro su una nuova versione del pro-prio PC desktop, l’iMac, con un display dalla risoluzione 4K: nien-te di rivoluzionario, considerando che Apple ha addirittura un 5K in gamma, ma se si trattasse (come da previsione) del modello da 21,5’’, potrebbe essere il PC che tanti stanno aspettando. Nelle righe del codice si parla anche di altro: un nuovo proces-sore grafico Intel Broadwell Iris, quattro nuovi AMD Radeon e un controller Bluetooth con trackpad multi-touch e capacità di connes-sione via infrarossi. L’ipotesi più probabile, ventilata da 9to5Mac, è che si tratti del telecomando della prossima Apple TV, che a questo punto vedremo dopo l’estate.

di Paolo CENTOFANTI

ARCHOS PC Stick è solo l’ultimo

in ordine di tempo di una serie

di computer che sta cominciando

a diventare particolarmente di moda:

piccoli PC poco più grandi di una chia-

vetta USB che integrano tutto quello

che occorre per funzionare e che si

collegano direttamente a un monitor o

a un TV via porta HDMI.

La proposta del produttore francese è

anch’essa naturalmente basata sulla

piattaforma Intel Atom e in particolare

sul processore quad core Z3735F, con

2 GB di RAM e 32 GB di memoria sto-

rage, espandibili via scheda microSD.

Se queste caratteristiche vi sembrano

familiari è perché sono praticamente

identiche a quelle del prodotto analo-

PC Avrà un prezzo di 119,99 euro e sarà disponibile dopo l’estate con Windows 10 pre-installato

ARCHOS PC Stick, il computer da taschinoIl piccolo computer si collega direttamente al TV o al monitor e si può portare ovunque

go annunciato sempre questa settima-

na da Lenovo.

L’ARCHOS PC Stick è dotato di una

porta micro USB, ma per il collega-

mento delle periferiche principali, vale

a dire mouse e tastiera, integra Blue-

tooth e ricevitore RF, oltre naturalmen-

te al WiFi.

Il piccolo PC di Archos sarà disponibile

dopo l’estate a un prezzo di listino di

119,99 euro con già Windows 10 pre-

installato.

Page 22: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 22

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto PEZZALI

P istoia, grazie a Telecom Italia, è di-

ventata una delle zone più all’avan-

guardia d’Italia dal punto di vista

della connettività. Con un investimento di

circa 3,5 milioni di euro sono state colle-

gate con la fibra ottica più di 20 mila unità

immobiliari raggiungendo una copertura

pari ad oltre il 60% della popolazione, che

diventerà il 70% entro l’anno. Connettività

di qualità, non semplice ADSL: i cittadini

possono infatti richiedere servizi in fibra

ottica fino a 50 Megabit grazie alla posa

di circa 45 km di cavi in fibra ottica (di cui

solo 12,3 con scavo e prevalentemente

di tipo innovativo a basso impatto per la

popolazione). Secondo Telecom Italia “in

questi giorni sono in via di attivazione le

numerazioni attestate sulle centrali di Pi-

stoia Centro e di Capostrada che servo-

no, tra le altre, le zone del centro storico,

di Pistoia nord, dello stadio, di Belvedere,

del viale Adua e appunto di tutta Capo-

strada. Entro il prossimo settembre saran-

no via via attivate le centrali di Sant’Ago-

stino e delle Fornaci, che servono la zona

industriale di Sant’Agostino, le frazioni di

Chiazzano, Badia a Piacciana

e Nespolo, le zone delle Sei

Arcole e di San Marco e l’area

Pallavicini. È poi prevista l’at-

tivazione a inizio 2016 della

centrale di Bonelle, che serve

anche le frazioni limitrofe come

Masiano e Ponte Stella”. “Il Co-

mune di Pistoia - ha sottolinea-

to il Sindaco Samuele Bertinelli

- sta investendo sulla innovazione tecno-

logica ed in particolare sulla digitalizza-

zione delle procedure e dei servizi: già da

tempo l’Amministrazione ha approvato un

piano di informatizzazione per la gestione

on-line dei principali procedimenti ammi-

nistrativi, con l’obiettivo di semplificare e

rendere più trasparenti le procedure, per-

mettendo ai cittadini e alle imprese di col-

loquiare con l’Ente direttamente da casa.

Il bando regionale, vinto da Telecom Italia,

permetterà di portare entro l’anno, la fibra

ottica e la connessione fino a 20 Mbps in

oltre quaranta importanti frazioni impor-

tanti del nostro territorio”. Pistoia è quindi

un paradiso italiano, anche se alla base

di tutto c’è la tecnologia FTTCab (Fiber to

the Cabinet): la fibra arriva in strada, non

ancora nelle case. In futuro sarà comun-

que possibile aumentare le prestazioni

dei collegamenti con velocità fino a 100

Megabit al secondo. Pistoia è leader an-

che nel campo della connettività wireless:

è stato attivato il nuovo servizio 4G Plus

di TIM, tecnologia LTE Advanced per rag-

giungere velocità di trasmissione a circa

il doppio di quelle attualmente disponibili.

Questa tecnologia è attiva, tuttavia solo

in alcune zone, per le altre c’è la classica

copertura 4G. Possiamo dire che velocità

simili sono raggiunte anche in altre città

d’Italia, ma la differenza come sempre la

fa la copertura: su 90000 abitanti il 70%

sarà raggiunto dai 50 Mbps.

SOCIAL MEDIA E WEB Telecom Italia ha trasformato Pistoia in un modello per la connettività

Pistoia città modello: fibra ottica a 50 Mbps e LTE Plus70% di copertura con la connessione in fibra e LTE Advanced. Investimento: 3,5 milioni di euro

di Massimiliano ZOCCHI

D opo il successo in alcuni Paesi

come Germania e Francia, Kickstar-

ter apre ad altri Stati del vecchio

continente, Italia compresa. I creatori e

inventori italiani potranno dunque presen-

tare i propri progetti scegliendo se pub-

blicarli in italiano, in inglese o entrambi,

raccogliendo fondi direttamente in euro.

Fino ad ora le cose erano un poco più

complicate; bisognava infatti inventarsi un

appoggio all’estero per tentare la fortuna

col crowdfunding più famoso al mon-

do. Da ora quindi le cose saranno molto

più semplici e sicuramente la quantità di

progetti made in Italy aumenterà sensibil-

mente. Lo stesso CEO Yancey Strickler nel

comunicato ufficiale ha parole lusinghiere

nei confronti del nostro Paese. L’Italia è il

tredicesimo Paese in cui Kickstarter viene

lanciato, dopo Stati Uniti, Canada, Regno

Unito, Germania, Francia, Spagna, Olan-

da, Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda,

Australia e Nuova

Zelanda. Insieme

all’Italia partiran-

no anche Austria,

Belgio, Lussem-

burgo e Svizze-

ra. Basta essere

m a g g i o r e n n i ,

avere residenza

permanente in Italia e un conto corrente

italiano, oltre a regolari documenti. Non

ci sarà una versione italiana del sito, ma

le campagne del belpaese faranno parte

della community mondiale, e i pagamenti

saranno direttamente in euro, mentre gli

utenti Americani visualizzeranno una con-

versione al volo in dollari.

SOCIAL MEDIA E WEB Kickstarter aggiunge il supporto ufficiale ad altri Paesi, Italia inclusa

Kickstarter arriva finalmente in ItaliaBastano la residenza, la maggiore età e un conto corrente italiano. Pagamenti in euro

“L’Italia ha già contribuito moltissimo alla cultura mondiale, dalla moda al cibo, dall’arte al cinema,

dalla musica alla letteratura, le idee innovative italiane sono sempre state apprezzate in tutto il mondo. Ora,

Kickstarter aiuterà i creativi italiani a realizzare le idee innovative attraverso il sistema della collaborazione e con il supporto di una community mondiale enorme”

Con Gmail dopo 6 anni di attesa si può(finalmente) annullare l’invio Novità nella versione web del servizio di posta di Google Si potrà richiamare una mail prima che venga consegnata al destinatario Una funzione attiva dal 2009 ma sempre in “beta” di Roberto PEZZALI

Quante volte, dopo aver inviato una mail, ci si accorge di aver sbagliato oppure si vorrebbe, magari per un ripensamento, in-terrompere la consegna? Gmail, il popolare client mail di Goo-gle, porta finalmente questa funzionalità a tutti gli account. In realtà non è una grande no-vità: gli “smanettoni” da anni usano questa funzione attiva fin dal marzo del 2009 nella sezione “Labs”, ma finalmente dopo 6 anni di onorato servi-zio questa feature esce dalla modalità beta e viene integrata tutti gli account. Chi non ha mai attivato questo servizio potrà farlo dal pannello impostazioni: si può scegliere per quanti se-condi sarà possibile annullare l’invio da un minimo di 5 ad un massimo di 30.Scaduto il tem-po la mail verrà consegnata, altrimenti la ritroveremo tra le bozze. La funzione, ripetiamo, è attiva solo sul client web: per gli smartphone si deve attendere, se mai verrà rilasciato, un ag-giornamento.

Page 23: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 23

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

Le nuove Everio Full HD a 5 metri di profonditàGiusto in tempo per andare al mare JVC annuncia due nuovi modelli di videocamere Everio della gamma Quad Proof con capacità di resistenza migliorate Resistono fino a 5 metri di profondità e a 10 gradi di temperatura sotto zero di Paolo CENTOFANTI

JVC espande la sua gamma di vi-deocamere Quad Proof con due nuovi modelli che migliorano le caratteristiche di resistenza, at-tualmente annunciate per il mer-cato americano. Le quattro pro-tezioni a cui si riferisce il brand sono quelle all’acqua, con possi-bilità di funzionare sino a 5 metri di profondità, alle cadute da fino un metro e mezzo di altezza, alla polvere e alle basse temperature, fino a 10 gradi sotto zero. Le due nuove Everio sono la GZ-R450 e la GZ-R320 che essenzialmente differiscono per l’integrazione nella prima di 32 GB di memoria storage per le registrazioni e del faretto LED. Entrambi i modelli riprendono in formato AVCHD, con la GZ-R450 che offre anche la modalità 1080p a 28 Mbit/s e, come le versioni dello scorso anno, le videocamere montano un sensore CMOS BSI da 2,5 Megapixel e ottica Konica Mi-nolta con zoom 40x. Migliorata anche l’autonomia della batteria che, stando a quanto dichiarato da JVC, arriva ora fino a 5 ore di riprese. A marzo, JVC aveva an-nunciato per l’Italia il modello GZ-RX510, di pari caratteristiche ma con memoria da 8 GB, oltre alla GZ-R310, praticamente identica alla GZ-R320.

di Roberto PEZZALI

I l mondo della fotografia è particolare:

esistono tantissime macchine per fare

la stessa cosa e pochissime macchine

per scopi particolari, come ad esempio

scattare con uno zoom super ottenendo

uno scatto di qualità. Canon da anni pro-

duce la serie G, dedicata ai professionisti

dell’immagine che vogliono un corpo

macchina più compatto capace di scatti

di ottima qualità, da usare anche come

secondo corpo. Al vertice dalle serie G

c’è la G1 X Mark II, compatta con una

resa eccellente (qui la prova) che nelle

mani giuste davvero non fa rimpiangere

un corpo più grande. La famiglia G, che

aveva già accolto al Photokina la G7 X,

deve far spazio alla nuova G3 X, il vertice

mancante di un triangolo magico dedica-

to a chi necessita, per tipologia di foto, di

uno zoom ad elevata escursione. Se la

G1 X è perfetta per ritratti, close up e foto

panoramiche, la G3 X è più adatta allo

scatto sportivo e alla caccia fotografica,

con uno zoom ottico stabilizzato a 5 assi

da 25x, equivalente ad un 24 – 600 mm.

L’obiettivo, con diaframma f/2,8-5,6 a 9

lamelle, è accoppiato ad un sensore da

1” / 20 Mpixel, che rispetto ai minuscoli

sensori solitamente messi nelle bridge

super zoom può essere considerato

davvero “grosso”. Canon assicura un

notevole contenimento del rumore di

scatto, una sensibilità che arriva a 12800

ISO, una velocità di raffica di 6 fps grazie

al processore Digic 6 e anche una imper-

meabilizzazione del corpo che consente

anche qualche scatto più avventuroso.

Non mancano ovviamente caratteristi-

che come il wi-fi a bordo, la registrazione

1080p a 60 fps e tutti i controlli manuali

con scatto RAW, ma su una macchina

di questa classe era comunque lecito

aspettarsi questo trattamento. Quan-

do si parla di Canon come sempre il

prezzo rappresenta un elemento mol-

to discusso: la G3 X costerà 992 euro,

molto di più di quanto costa oggi una

reflex di fascia media. Il prezzo è alto,

è vero, ma sul mercato non c’è nulla

di simile: la FZ1000 di Panasonic si

ferma a 16x (sempre con sensore da 1”)

e le altre bridge con zoom elevato han-

no un sensore decisamente più piccolo.

Ottenere un 600 mm, anche con una re-

flex, non è certo cosa banale: serve un

tubo moltiplicatore e comunque cala la

luminosità: la G3 X, per certi aspetti, è

davvero unica.

FOTOGRAFIA DXO One è un modulo fotografico con sensore e processore dedicato per l’iPhone

DxO One promette la qualità reflex con un iPhone Si aggancia all’iPhone e garantisce risultati professionali, ma costa quanto una reflex

FOTOGRAFIA Canon lancia la compatta che si unisce alla famiglia “Powershot G”, la G3X

Powershot G3X, sensore grande e zoom superSensore da 1” e zoom ottico 25x per una camera flessibile e versatile, ma servono 1000 euro

di Roberto PEZZALI

Se avete la passione per la foto-

grafia, un iPhone e 649 euro che

avanzano (le prime due probabi-

li, l’ultima un po’ meno) il nuovo DxO

One potrebbe fare al caso vostro. DxO,

azienda leader nel campo dell’imma-

gine, ha infatti presentato questo par-

ticolare accessorio che, collegato ad

un iPhone tramite connettore Lighting,

permette di trasfor-

mare lo smartphone

in una vera fotoca-

mera professionale.

L’iPhone diventa in

pratica uno scher-

mo, con sensore e

processore separati

in un piccolo modu-

lo tascabile.

Il sensore è da 1”,

20 megapixel con

un obiettivo fisso f/1.8, e il blocco otti-

co è dotato di un pratico coperchietto

che spegne e accende la fotocamera

coprendo la lente. L’applicazione a cor-

redo permette lo scatto in tutte le mo-

dalità manuali,

ma gran parte del lavoro viene fatto

dal processore interno che applica un

ormai rodato algoritmo di sviluppo raw.

La qualità dalle foto mostrate da DxO

sembra buona, ma il prezzo è comun-

que decisamente elevato. Senza conta-

re che il prodotto è compatibile esclusi-

vamente con gli iPhone: a questo punto

gli obiettivi esterni Sony risultano più

versatili, funzionano anche con Android

e soprattutto hanno lo zoom.

Page 24: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 24

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Michele LEPORI

Che gli OLED siano la nuova fron-

tiera dei TV non è la notizia del

giorno, ma il fatto che oggi non

rappresentino (ancora) lo standard in

fatto di qualità di immagine non significa

che le ricerche per migliorarne ulterior-

mente le prestazioni non procedano a

ritmo sostenuto: un team di ricercatori

e scienziati della Columbia Enginee-

ring, della Seoul National University e

del KRISS (Korean Research Institute

of Standards and Science, infatti, esce

oggi con uno studio in grado di dimo-

strare come il grafene, una forma sottile

e perfettamente cristallizzata di carbo-

nio, sia in grado di emettere una fonte

luminosa poco più grande di un atomo.

Come si è giunti a questo risultato? At-

taccando piccole porzioni di grafene ad

elettrodi metallici lasciando un substra-

to fra un segmento ed il sovrastante, per

poi liberare un flusso di corrente volto a

riscaldare il tutto. In poche parole, per

citare il professore di ingegneria mecca-

nica della Columbia Wang Fon-Jen coin-

volto nel progetto, “… abbiamo creato la

lampadina più piccola del mondo”.

Le possibilità di questo progetto sono

infinite: al momento il team di sviluppo

sta pensando di usare questa tecnolo-

gia per sviluppare un sistema di scam-

bio dati basato su impulsi luminosi, ma

la microlampadina potrebbe trovare

utilizzo anche altrove. Ad esempio nei

TV, dove una singola lampada diventa

un efficiente e singolo pixel e o diret-

tamente in casa, dove si potranno fare

pannelli luminosi adesivi da incollare

alle pareti per illuminare una stanza.

SCIENZA E FUTURO Un progetto porta alla scoperta di un nuovo tipo di illuminazione al grafene

Miracolo grafene: ecco la lampadina più piccola al mondoLe possibilità di questo progetto sono infinite, in particolare fanno sognare quelle in ambito TV

di Roberto PEZZALI

F acebook è stata battuta sul tempo:

l’obiettivo di portare internet al mag-

gior numero di persone nel mondo

e nelle zone dove la normale connettivi-

tà tramite dorsali non arriva sarà portato

a termine da OneWeb, la startup fondata

da Richard Branson, patron della Virgin,

e Qualcomm.

Il piano di Facebook era stato bloccato

dai costi decisamente elevati del pro-

getto, tuttavia OneWeb è riuscita a crea-

re con l’aiuto di Qualcomm un satellite

molto più piccolo e più economico. La

commessa per la produzione è andata

ad Airbus, che produrrà ben 900

satellite per Internet, 700 dei quali

saranno lanciati in orbita entro il

2018 mentre gli altri 200 resteranno

a terra come backup per rimpiazza-

re eventuali guasti o fuori orbita. Il

numero è davvero impressionante:

ad oggi in orbita non esiste costel-

lazione di satelliti che può raggiun-

gere questo numero e nemmeno gli

si avvicina: satelliti per rilevamenti

geografici, GPS e altre reti di satelliti per

uso non militare raggiungono al massi-

mo le 70 unità.

Ognuno dei satelliti pesa circa 150 Kg e

il costo complessivo del progetto sarà di

circa 2 miliardi di dollari. I primi 10 satelli-

ti, che serviranno da base per la creazio-

ne degli altri, saranno costruiti nel quar-

tier generale Airbus di Tolosa mentre per

tutti gli altri ci si sposterà in una location

americana, in previsione del lancio. Nel

2020 tutti avranno internet: una grande

conquista per l’umanità.

SCIENZA E FUTURO Airbus porterà in orbita nel 2018 la più grande costellazione di satelliti mai esistita

Una costellazione di satelliti porterà la rete ovunque700 piccoli trasmettitori saranno usati per portare la connettività Internet in tutto il mondo

Lo skate di Ritorno al Futuro diventa un concept LexusUn teaser di pochi secondi, la promessa di aggiornamenti settimanali e un sogno che ci accompagna fin da bambini: Lexus gioca coi sentimenti (e col fuoco), ma il nuovo progetto dell’azienda giapponese sembrerebbe essere più realtà che finzione di Michele LEPORI

Punto primo: siamo nel 2015, l’an-no in cui arriva Marty in “Ritorno al Futuro 2”. Punto secondo: il primo di aprile è ampiamente passato. Punto terzo: i giapponesi non sono soliti fare scherzi. Normalmente due indizi fanno una prova, qui sono tre ed è quindi più che lecito lasciarsi andare all’euforia: l’ultimo video-teaser di Lexus ci fa sogna-re e mostra un bellissimo, elegan-tissimo e funzionante hoverboard in metallo e legno di bambù che è troppo reale per non immaginar-sici sopra per le vie del centro in jeans, camicia e occhiali da sole. Passata l’euforia iniziale, va ricor-dato come un hoverboard funzio-nante, Hendo, sia già stato mostra-to al mondo e che oltre ai 10.000 dollari di assegno per portarselo a casa servivano anche degli spe-ciali supporti metallici per poterci salire e guidarlo senza rischi di incidenti. Basterà questa consi-derazione a riportarci sui binari della razionalità? Probabilmente no, perché il video ha una musica accattivante e perché la promessa di come “Non c’è niente di impos-sibile. È solo questione di capire come si fa” hanno già proiettato il gioiellino Lexus in cima alle nostre preferenze. La casa di Nagoya giu-ra aggiornamenti settimanali e noi non vediamo l’ora di vederli, anche perché abbiamo bisogno di capire quanto risparmiare per parcheg-giare l’hoverboard in garage…

Bright visible light emission

Page 25: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 25

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

AUTOMOTIVE Un dispositivo da manubrio per evitare cadute

Con Byxee la bici diventa smart Un’ottima idea di un team italiano

di Massimiliano ZOCCHI

L a passione italiana per il ciclismo e la bicicletta in genere è nota in tutto il mon-

do, non stupisce quindi che proprio un team italiano abbia creato un oggetto

dedicato al mondo dei pedali. Byxee è un dispositivo da manubrio che ci ac-

compagnerà nelle uscite in bicicletta per aiutare ad evitare i problemi più comuni

sulle due ruote. Byxee incorpora una videocamera e un processore che tramite un

algoritmo appositamente studiato è in grado di riconoscere sconnessioni della stra-

da, buche, ostacoli, o anche avvenimenti improvvisi come un pedone che attraversa

distratto, un animale o qualsiasi cosa possa trovarsi davanti a noi e farci cadere.

Con 7 regolazioni di sensibilità e 4 ampiezze di campo d’azione si adatta ad ogni

rider e ogni stile di pedalata. Nel caso Byxee rilevi un potenziale pericolo avviserà

tramite un segnale acustico calcolando i tempi dell’allerta in base anche alla velocità.

L’avviso acustico inoltre indicherà anche la pericolosità dell’ostacolo, da 1 a 3 beep.

La batteria può essere ricaricata tramite il classico cavo USB e assicura fino a 30

ore di funzionamento. Pare che l’idea sia venuta al padre del progetto proprio dopo

essersi fatto male in bici durante un’escursione a causa di una buca. Così nel 2013 è

nato lo studio preliminare che dopo

le varie fasi è ora approdato al

crowfunding su Indiegogo. Per 139

dollari si può prenotare Byxee a

prezzo promozionale (prezzo che

poi salirà a 249 dollari). La goal line

del progetto è prevista a 135.000

dollari e dopo due giorni è già a

quasi 10.000.

La bici elettrica Ford che evita le bucheFord ha mostrato un nuovo concept di e-bike Oltre alla pedalata assistita, la si gestisce via smartwatch e avvisa l’utente di eventuali buche stradali di Emanuele VILLAI primi esperimenti di casa Ford nel segmento delle e-Bike li abbiamo visti al CES di Las Vegas. Ora tra-mite un Tweet l’azienda americana svela al mondo un nuovo concept chiamato MoDe:Flex, una biciclet-ta dal look futurista e stracolma di tecnologia. Nonostante le informa-zioni disponibili non siano molte, siamo certi della natura elettrica del modello (per la pedalata assi-stita) e della disponibilità di un’app, la cui caratteristica più interessante sarebbe quella di avvertire l’uten-te, tramite vibrazioni del manubrio, di buche stradali in avvicinamento. Come ciò sia possibile, però, è ancora avvolto dal mistero... L’app (MoDe:Link) ha poi altri scopi, ma il principale è quello di fornire una navigazione “smart” all’utente: gli farà fare la strada più breve o meno trafficata, considererà variabili qua-li le condizioni meteo e il costo del parcheggio, ma suggerirà anche altri mezzi di locomozione qualora necessari. Sì, perchè la caratteristi-ca portante di MoDe:Flex è il fatto di essere “componibile”: si smonta in due (o più) pezzi ed entra nel bagagliaio dell’auto. Non è tutto: si dice che MoDe:Flex usi un’app pensata appositamente per smart-watch. È plausibile pensare che l’app metta in relazione l’assisten-za alla pedalata con il livello di stress dell’utente, desunto dal bat-tito cardiaco. In pratica, la bici farà “allenare” l’utente fino a un livello ritenuto salutare, dopo di che lo aiuterà con il motore elettrico: per quanto riguarda quest’ultimo non ci sono ancora informazioni certe, ma si può supporre (considerando gli altri modelli mostrati da Ford) che si tratti di un motore da 200 watt capace di generare una velo-cità di picco di 25 km/h.

di Massimiliano ZOCCHI

H a debuttato il nuovo servizio di car

sharing per la città di Milano, rea-

lizzato da Share’ngo. Le auto con-

divise sono delle microcar (GreenGo Ica-

ro) a trazione 100% elettrica con batterie

al litio che garantiscono un’autonomia di

poco più di 100 km e una velocità mas-

sima di 80 km/h. Tuttavia gli utenti non

dovranno preoccuparsi di ricaricare le

auto, perché semplicemente le troveran-

no pronte all’uso. Tramite un’app (pronta

entro la fine di giugno, per il momento si

usa il sito Share’ngo) vengono visualiz-

zate su una mappa le auto prenotabili e

sufficientemente cariche. Avvicinandosi

all’auto, sullo smartphone comparirà la

scritta apri auto, e premendo il relati-

vo pulsante il veicolo si aprirà. Appena

accolti nella vettura, sul display un mini

questionario ci chiederà se l’auto è in

ordine e il nostro PIN personale. Solo da

quel momento partirà il conteggio dei mi-

nuti e relativi costi, fino a che non scen-

deremo dall’auto premendo sul display

il pulsante di fine noleggio. Ma quanto

costa utilizzare una di queste auto? Sono

state ribattezzate equomobili, proprio

perché offrono tariffe diverse a seconda

delle condizioni e delle necessità. Ad

esempio, un anziano avrà un prezzo di

favore rispetto a un giovane, o addirit-

tura per le donne dall’una di notte fino

alle sei del mattino il noleggio è gratuito.

Inoltre nei piani aziendali c’è un sistema

per premiare comportamenti che privile-

giano la condivisione: lasciare l’auto pu-

lita se prima era sporca, consegnarla in

un equomobile point, oltre a promozio-

ni speciali per studenti o nel giorno del

proprio compleanno. Una seconda nota

positiva del nuovo servizio è che non c’è

nessun obbligo di riportare le auto verso

un punto di raccolta specifico. Può esse-

re parcheggiata in ogni parcheggio (gra-

tuitamente e anche in Area C), e l’utente

successivo la potrà utilizzare da dove è

stata lasciata. Solo quando le batterie

scenderanno sotto il 20% l’auto “sparirà”

dall’applicazione, per poi riapparire non

appena gli addetti Share’ngo avranno

ripristinato la carica. Tutto questo con

l’unico limite dei confini comunali di Mila-

no, e i costi calcolati verranno automati-

camente addebitati sulla carta di credito

inserita in fase di iscrizione. La Icaro è

una microcar, ma non rinuncia ai comfort

pur nella sua semplicità: vetri elettrici,

aria condizionata, servosterzo. Comple-

ta il tutto il sistema di infotainment con

navigatore touchscreen, Bluetooth, e an-

che presa USB. E lo spazio non manca: i

posti sono due, veri, e ci sono anche 300

litri di bagagliaio. Gradualmente saranno

introdotte 100 vetture, per arrivare fino a

400 entro settembre, e valutare poi ulte-

riori espansioni.

AUTOMOTIVE Le piccole auto sono elettriche al 100% e hanno più di 100 km di autonomia

È partito a Milano il car sharing elettricoRibattezzate “equomobili” per promuovere le tariffe: più serve minore sarà il costo al minuto

Page 26: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 26

n.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Paolo CENTOFANTI

Q uando si parla di Nvidia sono probabilmen-

te due le cose che vengono subito in mente:

schede grafiche GeForce con relative GPU

e i processori Tegra per dispositivi mobile. Eppure,

uno dei settori in cui è più attiva da ormai alcuni anni

l’azienda californiana è quello dell’automotive. Anche

se magari non avete mai avuto un PC con scheda

grafica GeForce, o uno smartphone o un tablet con

un processore Tegra, magari, senza saperlo, avete

guidato una macchina la cui elettronica è basata sulle

soluzioni Nvidia: FIAT, Audi, BMW, Honda, Peugeot e

Tesla, sono solo alcuni dei marchi con cui già lavora

Nvidia, per più di 8 milioni di veicoli sulle strade di

tutto il mondo. Una lista che a breve includerà più di

20 case automobilistiche e più di 100 modelli di vei-

coli. L’automotive è ora una delle massime priorità di

Nvidia, subito dietro al gaming, tant’è che lo scorso

gennaio, all’annuale evento per il CES di Las Vegas,

le principali novità presentate hanno riguardato pro-

prio l’automobile, con le piattaforme Drive CX e Drive

PX, basate sul nuovo potente processore mobile Te-

gra X1. L’informatizzazione delle auto è uno dei trend

del momento: quasi tutti i produttori stanno lavorando

sia su sistemi di infotainment, in grado di soddisfare

le aspettative di utenti ormai smartphone dipendenti,

ma anche su un gran numero di tecnologie che in po-

chi anni trasformeranno in realtà il concetto di veicoli

in grado di guidare in totale autonomia. Innovazioni,

o meglio applicazioni, che hanno bisogno di una piat-

taforma hardware su cui girare: servono processo-

ri in grado di elaborare in tempo reale una grande

quantità di dati, provenienti da videocamere, sistemi

di telemetria e sensori di ogni tipo, ma anche di ge-

AUTOMOTIVE Abbiamo parlato con Danny Shapiro, Senior Director della divisione Automotive di Nvidia per scoprire cosa ci aspetta

Per Nvidia l’auto del futuro sarà un super computerDall’intelligenza artificiale per veicoli “autonomi”, al cruscotto virtuale in cui l’unico limite è l’immaginazione del progettista

stire il moltiplicarsi degli schermi all’interno dell’abita-

colo, che aumentano non solo in numero ma anche

in risoluzione. Il coinvolgimento di Nvidia nel mondo

delle auto inizia proprio da qui: “nelle auto ci sono

sempre più schermi e sempre con più alta risoluzio-

ne, un trend destinato ancora a crescere. E così molti

produttori vengono da noi, perché noi siamo quelli

della grafica” ci rac-

conta Danny Shapiro,

Senior Director della

divisione Automoti-

ve di Nvidia, in una

chiacchierata che ab-

biamo avuto modo di

fare durante una sua

visita in Italia.

“Abbiamo iniziato

con la grafica, con

il portare la nostra

esperienza nella vi-

sualizzazione di inter-

facce grafiche più evolute, come mappe 3D, Google

Earth, Street View, cose di questo tipo. Abbiamo rea-

lizzato per Audi il cruscotto virtuale e poi naturalmen-

te la piattaforma di Tesla. La cosa interessante è che

ora nell’auto l’attenzione si sta spostando oltre che

sull’hardware anche sul software. E via via che au-

menta il ricorso al software nell’auto, la novità è che,

così come sullo smartphone il software migliora con-

tinuamente, lo stesso ora può avvenire anche sull’au-

to: viene rilasciato un aggiornamento e la macchina

acquista una nuova funzionalità. Tesla sta facendo

questo da diversi anni ormai”.

Al CES 2015, Nvidia ha presentato Drive CX, una

piattaforma che permette alle case automobilistiche

di creare cruscotti virtuali estremamente più realistici

di quelli attuali. Usualmente abbiamo un display LCD

di bassa risoluzione che visualizza un’interfaccia che

cerca di replicare in modo minimale quelli che sono

i quadranti “meccanici” tradizionali. La soluzione di

Nvidia, di fatto, mette a disposizione dei progettisti

una vera e propria GPU in grado di effettuare ren-

dering estremamente realistici e ad alta risoluzione

di qualsiasi materiale. Si tratta di una piattaforma ba-

sata sul chip Tegra X1, che integra una GPU Maxwell

con 256 core e una CPU a 8 core a 64 bit con una

potenza superiore al teraflop e la capacità di pilotare

display 4K a 60 fps. “Drive CX è una piccola scatola,

grande quanto un’autoradio, ma di fatto è un vero e

proprio PC con tanto di slot di espansione. È una so-

luzione che permet-

te ai costruttori di

realizzare il proprio

cockpit virtuale e di

aggiungere quanti

schermi vogliono e

moduli come tuner

radio, videocame-

re, lettori DVD e

quant’altro. Poten-

zialmente in futuro

qualsiasi superficie

dell’auto potrebbe

diventare un display

e quindi ci sarà una gran mole di pixel da gestire:

interfacce touch, sistemi di visione immersivi nel-

l’abitacolo, multi schermo per l’intrattenimento. L’al-

tra esigenza che sta nascendo è quella di tradurre

anche nel design delle interfacce software, la stessa

attenzione rivolta ai materiali e alla qualità dell’este-

tica e della costruzione dell’auto. Oggi i cruscotti

digitali più evoluti hanno comunque per lo più una

grafica bidimensionale, pixelizzata e antiquata. Noi

segue a pagina 27

Danny Shapiro, Automotive Senior Director di Nvidia

MAGAZINE

Page 27: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 27

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

AUTOMOTIVE

Nvidia e l’auto del futurosegue Da pagina 26

vogliamo cambiare tutto questo portandola su un

livello di qualità superiore. Ora al posto di mappe

2D abbiamo la potenza necessaria per visualizzare

bellissime mappe tridimensionali ad alto frame rate,

e invece di semplice forme geometriche veri e propri

rendering realistici di strumenti complessi. Quello che

abbiamo fatto è stato realizzare dei tool di sviluppo

come Drive Design Studio che possono permette di

realizzare delle interfacce per il cruscotto con grafica

di altissima qualità. Si tratta di un software per PC

che permette di disegnare l’interfaccia che si vuole

senza dover programmare molto e molti produttori

ora stanno guardando con grande interesse a que-

sto tipo di soluzione”.

Far fare alle interfacce grafiche un salto di qualità non

è però l’unico obiettivo di Nvidia con Drive CX. Se

c’è un ambito in cui gli assistenti virtuali alla Cortana,

Siri e Google Now hanno hanno trovato un’applica-

zione naturale, questo è proprio quello della guida,

quando le mani devono stare sul volante e la voce è

lo strumento ideale per comandare i sistemi di bor-

do. Drive CX offre la potenza necessaria per portare

questo tipo di intelligenza in auto e renderla indipen-

dente da una connessione alla rete. “Attualmente la

maggior parte delle soluzioni richiedono un collega-

mento a Internet, come quelle di Google o Apple ad

esempio. Funzionano bene ma possono avere dei ri-

tardi e soprattutto sono in grado di rispondere unica-

mente quando c’è una connessione attiva. Se siamo

all’estero, probabilmente avremo qualche problema

ad usarle ad esempio. Viceversa le attuali soluzioni

offline che tipicamente troviamo oggi nelle auto sono

molto limitate sia in termini di vocabolario che di pre-

stazioni generali e intelligenza. Noi abbiamo integra-

to nella nostra piattaforma Drive CX un sistema di ri-

conoscimento vocale completamente offline ma con

le stesse presta-

zioni di quelli onli-

ne. Stiamo attual-

mente lavorando

con diversi part-

ner, non abbiamo

ancora annunci in

proposito da fare,

ma l’interesse dei

produttori c’è”.

DDay.it: A pro-posito di Apple e Google. Entrambi stanno fatican-do a introdurre le loro rispettive soluzioni per le auto. Gli utenti vogliono utilizzare il proprio smartphone anche in auto, ma le case automobilistiche sembrano pre-ferire spingere le proprie soluzioni, su cui hanno il pieno controllo…Danny Shapiro: “È un punto interessante. Noi colla-

boriamo strettamente con Google, visto che siamo

anche tra i fondatori della Open Automotive Allian-

ce, e lavoriamo anche con Apple su CarPlay, visto

che hanno scelto la nostra piattaforma Tegra per

portare CarPlay sulle auto. Dal nostro punto di vista

la cosa importante è che qualsiasi software giri al

meglio sulla piattaforma NVIDIA. Ma naturalmente

ogni produttore automobilistico ha la sua strategia e

i suoi obiettivi. Ci sono produttori come Audi (e anche

Honda) che hanno un buon approccio. Audi vuole

tenere il controllo sul modello di interazione, ma ri-

conosce l’importanza che rivestono gli smartphone

per i consumatori. Anche loro vedono persone alla

guida con lo sguardo sempre rivolto allo smartpho-

ne (mima il gesto, ndr). Se fossi un vigile urbano ba-

sterebbe guardare come distolgono continuamente

lo sguardo le persone alla guida per capire che è

il caso di dare una multa. Non è sicuro, punto. Per

cui sviluppare un modo per accedere dall’auto allo

smartphone è qualcosa di positivo. Audi ha svilup-

pato un sistema ibrido che permette di passare dal

suo sistema allo smartphone e viceversa, che è una

soluzione ottimale. Honda ha seguito un approccio

diverso, visto la loro piattaforma è Android a tutti gli

effetti e lo smartphone agisce praticamente da mo-

dem per connettersi a Internet. Ma essendo di base

Android, ha il Google Play Store per cui si possono

installare nativamente direttamente sull’auto le app

di cui abbiamo bisogno”.

DDay.it: Tipicamente come lavorate con le aziende? Vi limitate a fornire la vostra piattaforma, su cui poi i progettisti lavorano autonomamente o siete voi a proporre particolari soluzioni, ad esempio per il cru-scotto o l’interazione con lo smartphone?D. Shapiro: “Entrambe le cose, dipende anche molto

dal produttore. Se ci pensi è un po’ come nel mondo

dei videogiochi. Nvidia non produce direttamente dei

giochi. Ma lavoriamo strettamente con gli sviluppa-

tori per aiutarli a creare una grafica sempre miglio-

re e a ottimizzare le prestazioni. E così produciamo

software a diversi livelli: sistema operativo, librerie,

driver per l’hardware, motore per la fisica, il rende-

ring e così via. Nelle

auto l’approccio è

molto simile a livel-

lo di architettura e

anche qui lavoria-

mo su librerie, ad

esempio per otti-

mizzare la visualiz-

zazione di mappe,

o ancora per le

videocamere, visto

che ora lavoriamo

molto sui sistemi

di computer vi-

sion. Per quanto

riguarda invece l’interfaccia utente, il design dei suoi

elementi e così via è qualcosa che usualmente viene

fatto dal team di design interno dell’azienda. Tenden-

zialmente quello che chiamiamo application layer

viene quindi sviluppato internamente dal team della

casa automobilistica, ma in ogni caso noi collaboria-

mo strettamente con loro, per il deploy sulla nostra

piattaforma e poi naturalmente per effettuare ag-

giornamenti puntuali. In questo, Tesla ha dimostrato

quanto sia importante lavorare come un’azienda di

consumer electronics, aggiornando il software con-

tinuamente anche dopo che l’auto è stata introdotta

sul mercato. La cosa interessante è che quello che

può fare Tesla è utilizzare i dati raccolti dalle auto

sulla strada per continuare a ottimizzare il proprio

sistema fino a quando poi deciderà di rilasciare un

nuovo aggiornamento software per tutti. Questo è il

tipo di modo di lavorare che diventerà sempre più

comune anche nel settore delle auto, esattamente

come è normale aggiornare il software del proprio

smartphone”.

Con Drive PX, Nvidia è andata un passo oltre all’info-

tainment, realizzando una vera e propria piattaforma

per le automobili a guida autonoma. Si tratta di un si-

stema che è composto da due elementi. Il primo è un

vero e proprio computer di bordo che verrà installato

sulle auto, il cui “cervello” è costituito da ben due pro-

cessori Tegra X1, in grado di elaborare in tempo reale

i dati raccolti da fino a 12 videocamere, fino a 30 foto-

grammi al secondo, più una pletora di sensori instal-

lati in auto. Ciò permette di creare una mappa a 360

gradi di ciò che sta accadendo intorno al veicolo in

ogni istante. Ciò che distingue però Drive PX è l’intel-

ligenza all’interno di questo computer e qui il discorso

si fa più affascinante. Nvidia ha, infatti, realizzato una

Deep Neural Network, un sistema di elaborazione in

grado di imparare autonomamente, in questo caso a

riconoscere gli oggetti inquadrati dalle videocamere

che compongono gli occhi della macchina. Questa

rete neurale non sta sulla macchina, ma in un data-

center costituito da cluster di GPU GeForce in rete.

“Grazie alla potenza delle GPU possiamo costruire

dei modelli computerizzati che simulano il funziona-

mento del nostro cervello. L’idea è utilizzare dei data

center con deep learning per processare una gran-

de quantità di dati reali e insegnare alla piattaforma

come riconoscere la strada, veicoli, passanti, oggetti

e quello che accade su di essa e poi esportare que-

segue a pagina 28

Page 28: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 28

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

sta intelligenza localmente sul computer di bordo.

L’addestramento viene effettuato dando in pasto

al Supercomputer nel cloud letteralmente milioni di

immagini da analizzare. Le immagini vengono par-

cellizzate in tanti piccoli dettagli (spigoli, cerchi, for-

me varie), e il sistema impara così a riconoscere da

questi elementi i veicoli o gli oggetti che compaiono

nelle immagini. Il processo di apprendimento avvie-

ne nel cloud, ma il modello che ne deriva viene poi

installato localmente sull’auto. La potenza di questo

modello sta nel fatto che ogni volta che un veicolo

incontra qualcosa che non è in grado di riconosce-

re, invia i dati al Deep Learning Supercomputer nel

nostro data center, che analizza l’immagine, impara

a riconoscerne gli oggetti e quindi aggiorna l’intel-

ligenza della piattaforma scaricandola nuovamente

sul veicolo. Quello che è importante capire qui è che

non stiamo parlando di una sola auto, ma di una vera

e propria flotta di veicoli che va ad alimentare con

nuovi dati la Deep Neural Network. E così ogni singo-

la auto in realtà contribuisce a istruire le auto anche

degli altri”.

DDay.it: Ma come vengono prese le decisioni nei casi difficili? Mettiamo che ho allo stesso tempo uno scuolabus sulla sinistra, una sedia rotelle sulla de-stra e un’ambulanza in arrivo alle spalle. Chi decide come risolvere queste situazioni?D. Shapiro: “Il sistema monitora l’evoluzione di ciò

che accade sulla strada in ogni momento. La filoso-

fia di un sistema di questo tipo è innanzitutto quella

di evitare di trovarsi in situazioni in cui è necessario

prendere decisioni di questo tipo. Il nostro approc-

cio è quello di riconoscere gli elementi presenti sulla

strada e quindi di individuare l’area della carreg-

giata che in ogni momento il veicolo può occupare.

Se incrociamo un’auto avremo un certo spazio, se

arriva uno scuolabus, questo spazio si restringerà.

Se sulle strisce arriva un pedone, lo spazio si ridurrà

ulteriormente e così via. La DNN serve per imparare

a riconoscere tutti questi elementi e quindi reagire

un po’ come farebbe un normale essere umano. Se

individuo una portiera che si apre, so che mi dovrò

allargare, ma anche che se nell’altra corsia c’è un au-

tobus potrei non avere abbastanza spazio e quindi

AUTOMOTIVE

Nvidia e l’auto del futurosegue Da pagina 27 magari dovrei fermarmi. Il nostro sistema è anche in

grado di distinguere i veicoli di emergenza, come ad

esempio un’ambulanza dai veicoli normali, e quindi

reagire di conseguenza. Per cui la velocità viene re-

golata con ampio anticipo, appena c’è un veicolo len-

to o un ostacolo si cambia corsia, se c’è un pedone

nelle vicinanze si rallenta, la regola di base è evitare

di trovarsi in condizioni pericolose. Chiaramente c’è

sempre la possibilità che un aereo si schianti davanti

a noi all’improvviso, ma scherzi a parte se si verifica

una situazione in cui occorre prendere una decisione

che può avere conseguenze sia in un senso che nel-

l’altro, allora semplicemente il veicolo rallenta fino a

fermarsi”.

DDay.it: Ma se il sistema è davvero costretto a prendere una decisione, chi è che insegna alla macchina il codice di comportamento? Chi pro-duce la piattaforma come voi? Il produttore d’auto? Oppure ci vorrà un ente sovranazionale che dovrà stabilire una sorta di “co-dice etico”?D. Shapiro: “Certamente

potrebbero esserci in futu-

ro degli standard per que-

ste cose, ma alla fine cre-

do che stia alla casa automobilistica che progetta il

veicolo e sviluppa l’application layer del sistema de-

cidere se occorre agire sul freno, sullo sterzo, o tutte

queste cose in casi di emergenza. Ci sono tanti ele-

menti da prendere in considerazione. I sistemi di ge-

stione del traffico, il comportamento delle altre auto…

finché non ci saranno tante auto automatiche sulla

strada e queste auto non saranno in grado di parlarsi

tra loro e con la strada e i sistemi di monitoraggio del

traffico, ci sarà sempre la casualità del fattore uma-

no. Tutti si aspettano che i computer siano perfetti e

che il numero degli incidenti con le auto a pilota auto-

matico passi istantaneamente a zero. Certamente si

abbasserà drasticamente, magari del 90%, ma finché

ci saranno uomini alla guida, la componente casuale

umana impedirà di ridurre gli incidenti a zero”.

DDay.it: Non pensate che ci sarà comunque biso-gno di standard di qualche tipo per quanto riguarda le auto autonome?D. Shapiro: “È tutto interesse

delle case automobilistiche

che le auto siano il più sicure

possibile. Probabilmente in fu-

turo avremo delle recensioni di

auto in cui invece di descrivere

quanto ci mette l’auto ad an-

dare da 0 a 100, analizzeranno

quanto velocemente sono in

grado di andare da 100 a 0.

Oppure quanto è affidabile il ri-

levamento dei pedoni, quanto

è efficace il freno automatico

di emergenza, e questo tipo di

recensioni saranno più basate sull’aspetto tecnolo-

gico che sulla meccanica. Le case automobilistiche

pertanto saranno molto competitive nell’avere l’auto

più sicura da questo punto di vista. Dove ci vorrà mol-

ta collaborazione, e quindi degli standard, sarà nella

comunicazione veicolo - veicolo e veicolo - strada”.

DDay.it: È possibile che industria americana ed eu-ropea segnano strade diverse? Già oggi sul discor-so della privacy e dei dati degli utenti, i produttori tedeschi di auto, in particolare, sembrano voler evitare i prodotti di Google in tutti i modi, Google che tra le altre cose è una delle aziende che più fa parlare di auto automatiche con il suo progetto Google Car...D. Shapiro: “Sono due punti molto importanti. Per

quanto riguarda il discorso sulla privacy bisogna

considerare che ormai tanti consumatori sono abi-

tuati agli smartphone, sanno che Google o Apple

conoscono ormai molto di noi, dove ci troviamo in

ogni momento e così via. Ma io credo che questo

tipo di consumatore non sia poi così preoccupato da

questo o comunque non ci pensa poi più di tanto.

Penso che a essere preoccupati da aziende come

Google siano più che altro le case automobilistiche,

che non vogliono perdere il controllo su questi dati.

Loro vogliono sapere come ti muovi, quali sono le tue

preferenze, perché si può capire molto da questi dati,

ad esempio sulle abitudini di spesa. Alla fine, spesso

ci si muove in auto soprattutto per andare da qual-

che parte per spendere dei soldi: shopping, cinema,

ristorante e così via. E quando si passerà alle auto

che guidano da sole, beh… in auto avremo più tem-

po libero per l’intrattenimento, shopping online, ecc,

quindi queste informazioni sono preziose. Ci saranno

molte opportunità da questo punto di vista. Per quan-

to riguarda Stati Uniti ed Europa, è ancora prematuro

parlarne, ma c’è sicuramente il tema della legislazio-

ne e delle coperture assicurative che dovrà essere in

qualche modo armonizzato. Se prendi gli Stati Uniti,

dove ci sono dei programmi pilota ad esempio in Ca-

lifornia, per fare dei test coast to coast da Los Ange-

les a New York, occorre chiedere dei permessi nei

singoli Stati attraversati. E questo chiaramente non

è ammissibile. E se pensi al software, agli aggiorna-

menti, ci dovranno essere dei regolamenti allineati

tra i vari stati. La cosa interessante è che probabil-

mente l’assicurazione in futuro magari la dovranno

fare le case automobilistiche e non i guidatori”.

Page 29: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

Avvicinatevi al vostro grande schermo UHD e tuffatevi in un’immagine di una ricchezza incredibile di det-tagli. Un’immagine che non è mai stata cosi profonda grazie alla precisione dei contorni, anche nei dettagli più lontani. Un’immagine che non è mai stata cosi realistica grazie alla nitidezza dei colori. Ammirate la perfetta fl uidita del movimento, resa possibile dalla tecnologia Clear Motion Index 800 Hz.

Serie S78 / Ultra HD50” / 58”

Immergetevi in una nuova esperienza !

ww.tcl.eu/it

S78_ITALIA_A4.indd 1 26/05/15 14:06

Page 30: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 30

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Paolo CENTOFANTI

Tra il 2025 e il 2030 guidare un’automobile sarà

qualcosa di molto diverso da quello che facciamo

oggi tutti i giorni. Ormai tutti i produttori stanno

lavorando, più o meno segretamente, sul trasformare

l’auto in un veicolo completamente autonomo e da qui

a una decina d’anni, quella che oggi è vista più che altro

come una curiosità avveniristica, potrebbe diventare la

normalità. Jaguar Land Rover ha introdotto negli ulti-

mi anni, sui modelli di entrambi i marchi, automatismi

sempre più spinti, dalla frenata di emergenza al cruise

control avanzato, ma quello su cui sta lavorando oggi

per l’auto di domani va ben oltre e l’azienda ci ha dato

la possibilità di avere un’anteprima di queste tecnolo-

gie, aprendo le porte del suo centro di ricerca e svilup-

po di Gaydon in Inghilterra. Jaguar Land Rover ha una

visione ben precisa dell’evoluzione dell’automobile in

senso “automatico”. Per una casa automobilistica che

produce macchine che mettono il piacere della guida

al centro, il concetto di pilota automatico può sembrare

un controsenso e l’antitesi stessa della filosofia dei due

prestigiosi marchi. Ecco perché, prima di iniziare la no-

stra visita, Wolfgang Epple, direttore del centro di ricer-

ca e sviluppo, ha tenuto a precisare come il gruppo non

intende assolutamente rinunciare a questo aspetto: la

tecnologia deve assistere il guidatore e non sostituirlo;

quello che l’intelligenza artificiale di bordo potrà fare un

giorno, sarà sostituirci al volante nelle parti più tediose

del nostro viaggio (si pensi al traffico su una tangenziale

o un ingorgo cittadino) e vigilare costantemente sulla

nostra sicurezza. Tenendo a mente questa “visione”,

ecco allora che le tecnologie che Jaguar Land Rover

sta sviluppando - alcune praticamente pronte al lancio

commerciale sui veicoli, mentre altre forse destinate a

rimanere per sempre nei laboratori - acquistano un sen-

so ben preciso: ridurre le distrazioni, anticipare i bisogni

del guidatore, assicurare il massimo piacere di guida.

AUTOMOTIVE Abbiamo visitato il centro di ricerca e sviluppo di Jaguar Land Rover in Inghilterra per conoscere le nuove tecnologie

Jaguar Land Rover trasforma il concetto di guidaDal pilotaggio remoto via smartphone alla lettura delle onde cerebrali del guidatore, passando per la realtà virtuale

Una nuova interfaccia uomo/macchinaUna delle aree su cui si sta focalizzando maggiormente

Jaguar Land Rover è quello di ridefinire come l’auto pre-

senta le informazioni al guidatore, fino ad anticiparne le

necessità: dal segnalare in modo efficace la presenza

di possibili ostacoli intorno al veicolo, al riconoscere

le abitudini di chi guida l’auto nei tragitti più frequenti,

passando per semplificare l’interazione con i coman-

di, il tutto per ridurre al minimo le fonti di distrazione.

Prendiamo, ad esempio, la tecnologia di self learning: è

probabile che se usiamo l’auto per raggiungere il posto

di lavoro, ogni giorno seguiremo le stesse operazioni:

accendere condizionatore o riscaldamento a una certa

temperatura, selezioneremo una stazione radio o una

particolare sorgente audio e se condividiamo l’auto

con qualcun altro, magari regoliamo assetto del sedile

e così via. Tenendo traccia dell’ora e del tragitto che

stiamo percorrendo, l’auto è dunque in grado di impa-

rare quali operazioni compiamo più frequentemente e

quando. Il sistema che sta mettendo a punto Jaguar

Land Rover, analizza le routine dei guidatori abituali per

un periodo di circa due settimane, al termine del quale

è in grado di farci trovare l’auto già pronta

come la vogliamo noi senza bisogno del

minimo input da parte nostra e di ricordar-

ci, ad esempio, se abbiamo dimenticato

il telefono che siamo soliti abbinare al

veicolo a casa. Ci cambierà la vita? Pro-

babilmente no, ma sicuramente quando

la mattina usciremo dal nostro posto auto,

dovremo armeggiare molto meno con i

vari comandi della plancia e quindi sare-

mo meno distratti durante i primi minuti di

guida. Anche le altre tecnologie su cui JLR

sta lavorando vanno in questa direzione.

A tutti sarà capitato durante la guida di

dover interagire con uno schermo touch

del cruscotto oppure di uno smartphone

agganciato a una dock, notando come

centrare il tasto desiderato non è poi così

banale. Con una tecnologia denominata

“predictive touch”, il display sarà in gra-

do di anticipare il tasto che il guidatore

sta cercando di premere ancora prima che lo schermo

venga toccato, riducendo anche del 22% il tempo ne-

cessario per compiere l’operazione. Sembra una bana-

lità, ma questo tempo si traduce in decine di metri di

percorrenza che non passano inosservati perché siamo

impegnati a guardare uno schermo all’interno del vei-

colo. La tecnologia che sta sviluppando JLR si compo-

ne di due parti. Un sistema di videocamere, che in futu-

ro potrà essere integrato nella cornice dei display, è in

grado di tracciare il movimento del nostro dito in tutte

le direzioni e la sua velocità, permettendo all’algoritmo

di “indovinare” quale elemento dell’interfaccia stiamo

cercando di raggiungere. Per trasmettere un feedback

anche tattile all’utente dell’avvenuta attivazione della

funzione, inoltre, poiché fisicamente non toccheremo

lo schermo, JLR sta lavorando su una sorta di proiet-

tore a ultrasuoni in grado di dare sulla punta delle dita

la sensazione di aver toccato qualcosa. Abbiamo pro-

vato di persona un prototipo di questo proiettore che

è in grado di simulare diversi tipi di forme al tatto con

una risoluzione di circa 9 mm. In futuro questo sistema

potrebbe essere integrato intorno al display, molto in-

teressante. Il proiettore a ultrasuoni è allo studio anche

per un’altra applicazione: Bike Sense. La sicurezza non

riguarda solo le persone all’interno dell’abitacolo, ma

anche quelle sulla strada intorno a noi, come i ciclisti.

JLR sta lavorando su diversi sistemi di segnalazione

per avvisarci della presenza di una bicicletta intorno

a noi. Uno di questi prevede di toccare la spalla del

guidatore dal lato della fiancata in cui si trova il ciclista.

Ecco allora che il proiettore a ultrasuoni potrebbe en-

trare in gioco per darci questo colpetto. Altri strumenti

di segnalazione potrebbero essere un sistema di illu-

minazione dell’interno del veicolo con delle finiture

dell’abitacolo in grado di cambiare colore, oppure con

dei sistemi di segnalazione tattili sui pedali. Quest’ul-

tima è un’altra nuova tecnologia su cui sta lavorando

Jaguar Land Rover e che abbiamo potuto anche testa-

re di persona in pista su delle Range Rover prototipo.

Essenzialmente si tratta di un meccanismo in grado di

trasmettere dei pattern di vibrazione e dei colpetti al

pedale dell’acceleratore per segnalarci di un immi-

segue a pagina 31

Durante la demo a cui abbiamo assistito l’auto ha imparato le nostre stazioni radio preferite da e verso la nostra posizione e l’impostazione del climatizzatore, selezionandole automatica-mente in funzione di ora del giorno e tragitto

Page 31: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 31

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

AUTOMOTIVE

Jaguar Land Rover e l’auto del futurosegue Da pagina 30

nente pericolo, limiti di velocità od ostacoli sulla car-

reggiata. Se le videocamere rilevano un cartello con

un nuovo limite di velocità, il pedale dell’acceleratore

diventa ad esempio improvvisamente molto duro da

premere, avvertendoci che non dovremmo superare

l’attuale velocità di crociera. Accelerare resta possibi-

le, sia chiaro, ma occorre imprimere maggior forza. Se

viene rilevata una buca sulla carreggiata, riceveremo

un colpetto deciso sul pedale che ci avverte di rallen-

tare, mentre altri pattern possono venire stabiliti per

altri tipi di segnalazioni.

Nuovi sensori, dentro e fuori dall’abitacoloIl riconoscimento delle buche fa parte di un progetto

più ampio di Jaguar Land Rover, che punta a sfrutta-

re le videocamere stereoscopiche, che l’azienda già

monta su alcuni modelli per le funzioni di controllo

crociera e dei limiti di velocità, in congiunzione con

i sensori all’interno delle sospensioni, per identificare

le deformità dell’asfalto e trasmetterne la posizione e

le caratteristiche a un sistema di mappatura nel cloud.

Quando un tot di veicoli incappa in una buca, la sua

immagine e posizione viene inviata al sistema centra-

le e da qui redistribuita alle altre auto, così che i gui-

datori potranno ricevere dei tempestivi alert quando

si avvicinano alla stessa buca. Tutti i progetti di auto a

guida autonoma si basano su un gran numero di sen-

sori per ricostruire una mappa tridimensionale della

strada circostante, ma il problema principale rimane

quello di trovare il giusto compromesso tra comple-

tezza della sensoristica e costo dell’intero sistema.

RADAR e LIDAR sono le tecnologie in via di esplora-

zione per i veicoli automatici, ma prima di allora molto

si potrà già fare con le videocamere stereoscopiche

che JLR punta a mettere su ogni sui modello di en-

trambi i marchi. Grazie alle sempre crescenti possi-

bilità di elaborazione delle immagini, le videocamere

possono essere degli ottimi sensori, specie se utiliz-

zate in combinazione con la cosiddetta “structured

light”: si tratta della proiezione sul manto stradale

in fronte al veicolo di un pattern di punti sia in luce

visibile che non; interpretando la deformazione del-

la griglia sulla strada è possibile identificare buche,

gobbe, asperità e ottenere dati significativi sul tipo di

terreno che si sta percorrendo. Si tratta di un esempio

di utilizzo di tecnologia a basso costo, che però se

usata in modo intelligente può fornire un gran nume-

ro di informazioni. Jaguar Land Rover ha intenzione

di utilizzare lo stesso approccio anche per le altre

tecnologie, RADAR e LIDAR, in modo tale arrivare

al giusto bilanciamento tra costi e benefici. Il lavoro

sui sensori non riguarda però solo la strada e ciò che

circonda il veicolo. JLR sta infatti sviluppando delle

tecnologie per monitorare lo stato di chi si trova alla

guida. In un futuro in cui le auto guideranno da sole, il

sistema di bordo dovrà essere in grado di sapere se

il pilota è pronto per riprendere i comandi del veico-

lo. Ma già oggi poter prevenire colpi di sonno, malori

(si pensi agli attacchi cardiaci) o stress del guidatore

può essere fondamentale per migliorare la sicurezza

sulle strade. Jaguar Land Rover ci ha mostrato due

tecnologie che vanno in questa direzione. La prima è

costituita da particolari sensori integrati direttamente

nello schienale, in grado di misurare battito cardiaco

e respiro attraverso le vibrazioni trasmesse al sedile.

Durante la nostra prova il sistema è riuscito a rileva-

re brevemente il respiro, ma non il battito cardiaco,

per cui sembra che di lavoro da fare ce ne sia ancora.

Mind Sense è invece una tecnologia più avveniristica

che permette di determinare lo stato di concentrazio-

ne del guidatore analizzando le sue onde celebrali.

La demo a cui abbiamo partecipato non richiede di in-

dossare alcunché sul capo e la tecnologia sfrutta dei

sensori sul volante per leggere le onde direttamente

dalla punta delle nostre dita. Il sistema sembra essere

già in grado di determinare il nostro stato di concen-

trazione, anche se al momento non è in grado di di-

stinguere verso cosa è rivolta la nostra attenzione.

Primi passi verso la guida autonomaSe l’analisi delle nostre onde celebrali sembra qual-

cosa di più vicino alla fantascienza che a tecnologie

presto disponibili nelle nostre auto, durante la nostra

visita non sono mancate dimostrazioni di funzionali-

tà ben più vicine alla commercializzazione. In alcuni

articoli abbiamo già parlato del “remote control”, il

controllo del veicolo dal suo esterno tramite un’app

per lo smartphone per uscire da situazioni difficili

come fossati, vicoli strettissimi o parcheggi a incastro.

Dimostrato su un prototipo di Range Rover Sport, la

tecnologia funziona via Bluetooth entro un raggio

di 10 metri e con velocità massima di circa 6 km/h,

dando controllo su volante, freni, acceleratore e cam-

bio. L’idea è che il guidatore rimanga vicino al veicolo

accopagnandolo “fuori dal guado” in modo altrimenti

impossibile stando all’interno dell’auto. Prima dell’ef-

fettiva commercializzazione di questa funzionalità,

Jaguar Land Rover potrebbe decidere di passare al

Wi-Fi dal Bluetooth, visto che come abbiamo potuto

sperimentare la connessione in questa modalità non

è del tutto stabilissima. Altra funzionalità, che è molto

vicina a diventare effettivamente disponibile, è quella

che Jaguar Land Rover chiama “Multi-Point Turn”. Si

tratta di un primo esempio di guida autonoma sep-

pure applicata a una manovra ben precisa: effettuare

un’inversione a 180 gradi in uno spazio ristretto. Avete

presente quelle situazioni in cui occorre fare numero-

se manovre avanti e indietro per cambiare direzione

di marcia perché siamo chiusi tra due ostacoli? In futu-

ro basterà schiacciare un tasto e, sfruttando i sensori

di prossimità, l’auto penserà a eseguire la manovra in

autonomia giocando di sterzo al posto nostro. Il siste-

ma funziona già egregiamente anche se forse tende

a essere un po’ troppo deciso in frenata. Jaguar Land

Rover sta ancora lavorando sul sistema di rilevamento

di ostacoli e soprattutto pedoni, che dovrà essere a

prova di errore prima che questa funzionalità possa

essere finalmente commercializzata.

Realtà virtuale come strumento di progettazioneLa nostra visita si è conclusa con uno sguardo anche

a un laboratorio di realtà virtuale in cui vengono svi-

luppate simulazioni per due scopi diversi. Il primo è

quello del design e sviluppo della catena di produ-

zione. Spesso ci si dimentica che è facile disegnare

un’auto lasciandosi guidare dalla propria immagina-

zione, ma poi la macchina va anche fisicamente co-

struita e per farlo occorrono fabbriche ad hoc. Jaguar

Land Rover utilizza un sistema di motion capture per

inserire un potenziale meccanico all’interno di una

ricostruzione tridimensionale del telaio del veicolo

che permette di verificare sia accessibilità ai compo-

nenti interni del veicolo da parte dell’operaio, che il

dimensionamento dei macchinari della fabbrica che

dovrà poi costruire le auto. Si tratta di un passaggio

che permette di rivedere il progetto dell’auto e delle

fabbriche prima di passare alla fase di realizzazione

vera e propria, con un notevole risparmio potenziale

rispetto a cambiamenti da apportare a giochi fatti. La

realtà virtuale viene impiegata anche nel design della

plancia e dell’interno del veicolo, con un simulatore

che permette di testare sia meccanicamente diver-

se configurazioni dei sedili, sia, tramite visori come

Oculus Rift, di immergersi nella riproduzione virtuale

dell’interno del veicolo, ma anche di diversi ambienti

esterni. Al momento la simulazione comprende solo il

visore, ma in futuro Jaguar Land Rover sta pensando

di aggiungere anche il motion capture per dare un

maggiore realismo alla simulazione potendo muovere

anche le braccia durante la simulazione.

Una delle tecnologie più interessanti che abbiamo visto a Gaydon: un proiettore a ultrasuoni che dà la sensazione di toccare oggetti che non esistono

Dal tablet durante la prova su pista era possibile selezionare una manovra da far eseguire automa-ticamente all’auto: inversione a U, inversione a più manovre, e disegnare un 8. A parte frenate un po’ brusche, il sistema funziona già ottimamente

Page 32: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 32

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Claudio STELLARI

I n occasione della tappa di Misano del Campiona-

to mondiale Superbike siamo stati invitati da Dell a

seguire le prove del venerdì per scoprire da vicino

gli aspetti tecnologici più interessanti delle Superbike

e vedere qual è l’impatto dell’elettronica nel mondo

delle due ruote sportive. Dell, in particolare, è spon-

sor del team Aruba.it Racing, squadra ufficiale Ducati

nel Campionato Superbike, alla quale fornisce tutta

la parte di infrastruttura informatica: i server, i note-

book Latitude della serie 6000 e 7000, i monitor, i PC

PowerEdge 630, soluzioni di storage e firewall. Tutto

il software di rilevazione dei dati e di gestione della

moto è invece di proprietà Ducati. Per chi non segue

da vicino questa disciplina sportiva, c’è da chiarire che

le moto utilizzate in Superbike derivano da un modello

di serie regolarmente in produzione, contrariamente a

quanto avviene per la MotoGP in cui le moto sono pro-

totipi sviluppati in poche unità appositamente per par-

tecipare alle gare e non in vendita nei concessionari.

Ciò rende tutto molto interessante: il mondo della SBK

è infatti più vicino alle soluzioni presenti sul mercato

e ha un approccio più diretto e aperto: velocità, alte

prestazioni e affidabilità devono essere ottenute utiliz-

zando soluzioni non troppo lontane dalla produzione o

direttamente di serie.

Entriamo nei box, con rispetto Finite le prove libere in pista entriamo nei box, in punta

di piedi e ovviamente con il massimo rispetto. Le atti-

vità fervono, i meccanici lavorano attorno alle moto sui

cavalletti, parzialmente smontate. L’aria che si respira e

di grande impegno, ma l’ambiente appare rilassato e

“alla mano”. Ovviamente non dobbiamo disturbare il la-

voro, quindi non possiamo girare liberamente per il box

e nemmeno vedere proprio tutto, ma è giusto così. Ciò

non toglie che per, per un appassionato di tecnologia e

motori, ciò che vediamo è decisamente esaltante.

Iniziamo con un discorso meno hi-tech di quanto si leg-

ge solitamente su DDAY.it ma più dedicato agli appas-

TEST Grazie a Dell, sponsor del team Aruba.it Racing, vi portiamo nei box per vedere come la tecnologia lavora sulle moto in pista

A Misano per scoprire le tecnologie delle superbikeCome funziona un team Superbike? Quanto conta l’elettronica per ottenere il tempo sul giro? Entriamo insieme nei box Ducati

sionati di corse. In particolare vogliamo capire quale sia

il legame di parentela tra la moto da corsa e il modello

commerciale. Stefano Cecconi, Team Principal della

squadra, ci spiega che: “Il regolamento dello scorso

anno ha introdotto modifiche che hanno ulteriormente

ristretto il margine di intervento sulle moto, per tornare

ad imporre più da vicino la fortissima parentela con la

moto in vendita. Il problema è stato però risolto dal-

le case motociclistiche, che hanno prodotto modelli

che sono praticamente moto da corsa”. È il caso della

Ducati Panigale R con motore a 1.198 cc: il regolamento

della Superbike 2015 ha imposto per i motori bicilindrici

una cilindrata massima di 1.200 cc, per cui la Panigale

con motore 1.299 cc non può essere utilizzata per le

gare. Ecco perché in gamma rimane la Panigale R con

motore 1.198 cc, che nel nome perde l’indicazione della

cilindrata a vantaggio della magica lettera R, a sotto-

lineare il carattere Racing di questo modello. Questo

però non ha di fatto limitato le prestazioni; come ci dice

Stefano “Quest’anno, che teoricamente le moto sono

meno elaborate, vanno più forte”.

Il regolamento impone anche altri limiti, tra cui il nume-

ro massimo di motori utilizzabili in una stagione, pari

agli eventi in programma diviso 2 e arrotondati in ec-

cesso: 7 motori per 13 gare. Se non dovessero bastare

è possibile usare altri motori, ma il pilota in quell’occa-

sione partirebbe per ultimo. Si possono eseguire even-

tuali piccole modifiche nel rispetto del regolamento:

ad esempio mentre eravamo ai box era in corso la so-

stituzione della frizione sulla moto di Davide Giuliano,

ma tutta la parte bassa del motore deve essere stretta-

mente di serie. Queste regole sono state introdotte per

tenere sotto controllo i costi e permettere così ai team

non ufficiali di partecipare al Campionato, oltre che

per spingere i costruttori alla ricerca di una maggiore

affidabilità. Anche la centralina elettronica è soggetta

ad alcuni vincoli, anche se non così stretti: l’hardware

non è bloccato, ma c’è comunque l’obbligo di vende-

re la centralina a un prezzo imposto e calmierato ai

team privati. Ciò di fatto ne blocca lo sviluppo: impie-

gare risorse in questo senso comporterebbe alti costi

e i benefici sarebbero a disposizione anche di altri. Si

preferisce quindi lavorare sul software caricato nella

centralina della moto, ma c’è da tener presente che ai

team non ufficiali non può essere fornita una versione

“troppo vecchia” di software, indietro al massimo di

poche release.

Dentro la Superbike Ogni moto ha un suo team tecnicoEntriamo nel discorso della tecnica applicata alla

Superbike con un interrogativo: com’è composto

un team e come lavora una squadra dedicata alla

Superbike? Ci risponde Stefano Cecconi: “La squadra

è composta da quasi 2 team, e ogni moto è seguita

da uno staff che lavora in modo separato. Il team che

lavora sulla moto è composto da un ingegnere di pista,

a cui si affianca un ingegnere elettronico che si occu-

pa dell’acquisizione dei dati e della loro traduzione in

parametri software per la gestione della moto in base

anche alle indicazione del pilota. Ci sono poi un capo

meccanico e due meccanici, a cui si aggiungono un

tecnico specializzato per le gomme e una persona che

segue le sospensioni per entrambe le moto. Al vertice

– ci dice Stefano - c’è il direttore tecnico del team che

corrisponde in Ducati al progetto Superbike e che ha

un ruolo di riferimento anche per i team privati, che

comprano da Ducati le moto. Ci sono poi altre perso-

segue a pagina 33

Page 33: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 33

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

ne, ad esempio chi si occupa del magazzino ricambi.

In totale il team che segue le moto in pista è composto

da 29 persone”.

Niente simulazione e telemetria per la SuperbikeNella Superbike, dove interviene la “nostra” tecno-

logia, il computer per intenderci? La moto utilizza un

avanzato sistema di gestione elettronico composto

dalla centralina vera e propria e da diversi sensori che

rilevano il comportamento della moto in tempo reale

e la sua posizione in pista grazie al GPS. L’elettronica

sa quindi dove si trova la moto e si occupa di tradurre

i comandi del pilota per far andare la moto il più forte

possibile in ogni punto della pista, curva per curva, ba-

sandosi sul programma studiato dai tecnici e realizzato

in base alle caratteristiche del circuito. L’obiettivo è ar-

rivare “al limite” senza oltrepassarlo. I tecnici utilizzano

il computer per interfacciarsi con l’elettronica di bordo,

per scaricare i dati (circa 30 GB in totale ogni week-

end di gara) e modificare i parametri di funzionamento

delle varie parti del mezzo, per adeguare il comporta-

mento delle moto secondo le indicazioni del pilota. Ma

attenzione: in Superbike il regolamento stabilisce che

durante la marcia in pista non è consentito né rilevare

né modificare i parametri della moto. Si possono solo

rilevare i tempi. I dati, quindi, si scaricano ai box, a moto

ferma, collegandola via cavo al computer non appena

possibile, come si vede bene nella foto qui sotto. Un

altro aspetto nel quale la componente hi-tech è molto

importante è la simulazione di guida, aspetto che però

nelle moto è molto difficile da sfruttare. A differenza dei

piloti di F1, che passano diverse ore nel simulatore di

guida, nelle moto il pilota con il suo peso (circa 1/3 del

totale) influisce in modo determinate sul comportamen-

to della moto. Se il pilota si sposta anche di poco cam-

bia tutto, ciò fa si che la simulazione per la Superbike

sia ben lontana da una scienza esatta. Nell’automo-

bilismo - ci spiegano - il pilota è meno influente sul

bilanciamento, e per questo è possibile effettuare si-

mulazioni che risultino attendibili. Con le moto bisogna

lavorare in pista, per fortuna i computer portatili odierni

offrono una potenza di elaborazione tale da consentire

l’acquisizione e l’elaborazione dei dati in tempo reale,

in modo tale da eseguire una regolazione ideale dei

parametri della moto sulla base delle condizioni con-

crete e lo stile del pilota. Quello che conta è quindi la

velocità di reazione, tuttavia nulla va perso: la “lettura”

dei dati ritenuti secondari dai tecnici può essere fatto

poi a casa, con calma, e utilizzata per lo sviluppo.

Il setup della moto Ovvero una questione di compromessiIl lavoro di setup della moto è una questione di piccoli

dettagli e di compromessi dettati dalla sensibilità del

pilota. Le variabili in campo sono moltissime e alcune

difficilmente prevedibili. Quello che si fa solitamente

è partire da un’impostazione generale di fabbrica che

mediamente funziona bene, affinandola man mano

nei turni di prova in circuito prima della gara. I parame-

tri principali sui cui i tecnici intervengono riguardano

l’erogazione della potenza del motore e la quantità

di freno motore in rilascio, cioè quando il pilota molla

il gas prima di entrare in curva. Tutti questi interventi

sono eseguiti in modo personalizzato per ogni pilota

e per ogni tratto della pista grazie al GPS. In partico-

lare a Misano quest’anno è stato sostituito l’asfalto e

quindi il giovedì prima della gara è stato fatto qualche

giro con un rilevatore GPS sulla moto, ciò ha permes-

so di rilevare quote, pendenza e contro pendenza

curva per curva del circuito.

Il Pilota gira la manopola Ma è l’elettronica a dare gasScendiamo nei dettagli per quanto concerne l’inter-

vento dell’elettronica della moto in gara, il cui ruolo

è decisamente importante. Partiamo dal comando

dell’acceleratore Ride by Wire, cioè privo del cavo

utilizzato solitamente sulle moto normali: non c’è una

corrispondenza fisica tra le parti, la rotazione della ma-

nopola del gas è rilevata elettronicamente e il segnale

viene inviato alla centralina elettronica della moto che

regola l’apertura del corpo farfallato.

Questo permette all’elettronica di controllare la po-

tenza erogata dal motore: il pilota apre il gas ma la

centralina regola l’intervento in modo ottimale a se-

conda di diversi parametri, tra cui la posizione in pista

rilevata tramite GPS, l’inclinazione della moto e i dati

provenienti dal controllo di trazione. Lo scopo è quel-

lo di erogare la massima potenza possibile ma senza

compromettere l’equilibrio della moto e senza che la

ruota posteriore giri a vuoto. In questo modo si evitano

problemi di stabilità del mezzo, la gomma non si surri-

scaldamento e si degrada meno. Altro aspetto hi-tech

decisamente interessante è la rilevazione della tem-

peratura delle gomme in tempo reale attraverso sen-

sori a infrarosso, informazione che viene comunicata

alla centralina in realtime. L’intervento dell’elettronica

sulla potenza erogata può essere programmato via

software in tanti modi diversi, in modo deciso o più

blando, con una curva d’intervento più o meno ripida.

Ed qui che entra in gioco il fattore umano: è il pilota

che in base alle sue sensazioni da le indicazioni giuste

per far si che la moto sia veloce, può ad esempio de-

siderare un intervento più o meno pervasivo dell’elet-

tronica. Le indicazioni del pilota vengono recepite dai

tecnici che le traducono in istruzioni per la centralina.

Un po’ di freno aiuta a curvareQuando il pilota molla i freni per entrare in curva entra

in gioco il freno motore, un altro parametro sul qua-

le lavorare a livello tech per ottenere il miglior tempo

sul giro. La tecnologia ultra sofisticata della moto fa sì

AUTOMOTIVE

La tecnologia della Superbikesegue Da pagina 32

I grafici mostrano l’andamento dei parametri scaricati dalla moto e rilevati punto per punto della pista segue a pagina 34

Page 34: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 34

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

che la centralina elettronica controlli come viene tolto

il gas, anche quando il pilota chiude la manopola com-

pletamente, l’elettronica può comandare che il gas

rimanga leggermente aperto. Questo evita un rallenta-

mento troppo repentino della ruota posteriore e lascia

“correre” di più la moto.

Anche qui le modalità d’intervento dei tecnici sono di-

verse ed entra in gioco lo stile di guida del pilota e il

comportamento della moto: in alcune situazioni si può

desiderare un po’ più di freno motore, questo aiuta a

far girare la moto, permettendo di chiudere prima la

curva. La regolazione del freno motore viene effet-

tuata curva per curva, la moto sa infatti dove si trova

grazie ai dati del GPS e applica alla lettera il program-

ma caricato nella memoria della centralina, sviluppato

appositamente dai tecnici punto per punto della pista.

La regolazione del freno motore è fondamentale ma è

anche una delle operazioni che porta via più tempo,

perché spesso interventi di piccolissima entità posso-

no avere un impatto determinate. Sul manubrio della

moto ci sono poi dei pulsanti colorati a disposizione

del pilota per scegliere la mappatura durante la gara,

ad esempio in base alla temperatura, alle condizioni

della pista, o al degrado delle gomme. Le diverse map-

pe intervengono sui parametri del motore: in Super-

bike è infatti vietato l’utilizzo di sospensioni elettroni-

segue Da pagina 33

che per motivi di sicurezza. Ognuno di questi pulsanti

corrisponde a una precisa impostazione sviluppata ad

hoc per la pista e caricata nella memoria della centra-

lina elettronica. A livello visivo non siamo ai livelli di

un volante di una Formula 1, ma c’è da tener presente

che sulla moto tutto deve essere più facile da utilizza-

re e a portata di dito. Non è facile stare aggrappati al

manubrio e premere contemporaneamente i pulsanti,

tanto che i piloti molto spesso riescono a farlo solo sul

rettilineo, quando a più di 300 Km/h hanno un attimo

di calma. Se così si può chiamare...

C’è anche chi preferisce aiutarsi con il freno posteriore. Chaz Davies ha perfino fatto installare sulla moto una leva a manubrio (quella specie di paletta che si vede dietro la leva della frizione nella foto qui sopra) Ciò gli permette di controllare con la mano il freno posteriore quando l’utilizzo del comando a pedale è più difficoltoso, a causa dell’angolo di piega raggiunto in curva

AUTOMOTIVE

La tecnologia della Superbike

AUTOMOTIVE Autonomia super per prototipi della Chevrolet elettrica che arriverà nel 2017

Chevrolet Bolt, più di 300 km con una caricaOra rimanere da centrare un altro importante bersaglio: contenere il prezzo di acquisto

di Poalo CENTOFANTI

N on c’è solo Tesla a voler arrivare

nel 2017 con nuove auto elettri-

che in grado di offrire una buona

autonomia a un prezzo intorno ai 35.000

dollari: ricorderete infatti che a gennaio

General Motors aveva annunciato la

Chevrolet Bolt, auto con cui promette

oltre 200 miglia di autonomia (circa 320

chilometri) con una carica. In occasio-

ne dell’annuncio della nuova Cruze, la

storica azienda americana ha rilasciato

un aggiornamento sullo stato del pro-

getto Bolt, affermando che lo sviluppo

sta procedendo a gonfie vele. Più di 50

esemplari di pre-produzione sono infatti

già sulle strade e i primi test dicono che

l’obiettivo per quanto riguarda l’autono-

mia è già stato raggiunto e persino supe-

rato. Su come sia stato raggiunto questo

risultato al momento le bocche sono

cucite, ma il fornitore delle batterie agli

ioni di litio dovrebbe essere, almeno per

quanto riguarda i prototipi, LG Chem. Al-

cuni dei modelli di pre-produzione sono

tra l’altro assemblati proprio in Corea del

Sud, il resto in Michigan, nella fabbrica

dove dovrebbe poi venire avviata la linea

di produzione definitiva della Bolt. Gene-

ral Motors spera di arrivare sul mercato

con un prezzo intorno ai 30.000 dollari,

cifra che però tiene conto delle detrazio-

ni fiscali per i veicoli elettrici che negli

Stati Uniti valgono ben 7.500 dollari.

Chevrolet BoltL’elettrica con 200 miglia di autonomia

AUTOMOTIVE

Ford ti fa lo sconto se noleggi la tua autoFord invita i proprietari a mettere a disposizione le proprie auto (Ford) per noleggio a terzi, quasi una sorta di car sharing privato. Al momento l’iniziativa è riservata ai clienti Lon-dinesi, mentre per quanto riguarda gli Stati Uniti il servizio sarà attivo nelle città di Berkeley, Oakland, San Francisco, Portland, Chicago e Washington DC. Ma i clienti Ford cosa ci guadagneranno? Chi ha acquistato l’auto tramite pagamento dilazionato potrà scontare quanto guadagnato direttamente dalle rate residue, mentre chi è proprietario diretto ar-rotonderà lo stipendio. La macchina sarà accessibile solo a conducenti che soddisfino un rigido protocollo di “idoneità”; non è chiaro cosa ciò si-gnifichi, ma è palese che Ford voglia ammettere al servizio solo chi non abbia uno storico di incidenti ripetuti o anomalie di altra natura.

Page 35: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 35

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto PEZZALI

P er vedere Sky si utilizza il decoder, per vedere

Mediaset Premium, senza decoder e usando il

semplice TV, serve una CAM, un modulo da in-

serire dietro il TV all’interno del quale viene inserita a

sua volta la card. Dopo anni di Smart Cam di diverso

tipo, Mediaset ha introdotto recentemente un nuovo modello Wi-Fi che andrà progressivamente a sostituire

tutte le CAM sul mercato diventando così l’unica por-

ta per l’accesso ai contenuti della pay TV di Cologno

Monzese. La nuova Smart Cam Wi-Fi, che sarà anche

al centro della nuova offerta Mediaset Premium della prossima stagione, oltre a gestire la decodifica dei ca-

nali televisivi dalla tessera permette anche la fruizione

di stream dal web tramite collegamento a smartphone

e tablet.

Siamo entrati in possesso di un campione del modello

destinato alla prossima stagione, ma ci teniamo a pre-

cisare che non è affatto diverso da quella che viene già

venduta nei negozi: cambiano solo logo e colore. L’al-

tra cosa da spiegare bene è a chi serve questa Smart

Cam: serve esclusivamente a chi non ha un decoder

Bollino Gold e ha bisogno di vedere i canali Premium

dal TV. In aggiunta, ma questo è un bonus permesso

dalla connessione Wi-Fi, la nuova Smart Cam wireless

dà accesso tramite app per iOS e Android ai contenuti

onDemand associati all’abbonamento, in questo caso

Premium Play. Chi già ha una CAM vecchia versione e

chi ha un TV con a bordo l’applicazione Premium Play

deve fare i suoi conti: vale la pena spendere i 99 euro

chiesti? C’è da dire anche che Mediaset darà la Smart

Cam ai nuovi abbonati per la prossima stagione in co-

modato e permetterà ai vecchi abbonati di acquistarla

praticamente sottocosto.

Attenzione: non funziona uguale su tutti i TV La nuova Smart CAM wireless ha un vantaggio: è un

modello unico, che funziona sia con TV Common

Interface sia con TV Common Interface Plus: fino ad

oggi Mediaset ha sempre venduto la CAM standard

TEST Prodotto interessante per coloro che non conoscono Chromecast, che hanno un televisore senza app e poco smart

Mediaset Smart CAM Wi-Fi: Chromecast all’italianaLa nuova Smart CAM trasforma i vecchi TV in TV smart, abilitando tramite smartphone l’accesso a contenuti onDemand

per le TV Common Interface e la nuova CAM HD per

i TV degli ultimi anni dotati già del nuovo slot. Difficile

per un utente sapere che tipo di slot CI c’è a bordo

del proprio TV (sempre che non sia un esperto), ma in

linea di massima i primi TV con tuner digitale terrestre

avevano a bordo la versione Common Interface, le TV

con tuner HD e quindi decoder H.264 all’interno la

versione CI+ (quelle degli ultimi 5 anni). Per farsi una

idea basta andare sul canale 501: se si vede il canale,

che è trasmesso in H.264, il TV è probabilmente dota-

to anche di slot CI+.

Saperlo è importante perché la CAM wireless Media-

set si comporta diversamente a seconda del tipo di

slot a bordo: i TV più vecchi, privi di decoder H.264

e di slot CI+ potranno vedere solo i canali in standard

definition di Mediaset Premium e non avranno acces-

so ai contenuti onDemand, quindi per questi utenti, se

già dotati di CAM, l’acquisto del nuovo modello è so-

stanzialmente inutile. Coloro che hanno invece un TV

con tuner H.264 ma con slot CI (non molti ma ci sono)

non potranno ugualmente vedere contenuti protetti in

HD ma avranno accesso almeno ai soli contenuti SD

di Premium Play. Per loro la nuova CAM è parzialmen-

te utile, ma forse è meglio aggiungere un decoder o

cambiare TV. Per tutti gli altri, invece, la Smart Cam ag-

giunge la funzionalità Premium Play HD e abilita TV di

qualche anno, privi della funzionalità Smart, al mondo

dello streaming Mediaset.

Installazione semplicissima e alla portata di tuttiInstallare la Smart Cam wireless è semplice: basta

inserirla nello slot e attendere che il TV termini l’ini-

zializzazione. Fatto questo basta scaricare l’app per

iOS o Android dal relativo store di app, collegarsi

alla rete wireless creata dalla CAM e impostare i dati

richiesti. Bene o male l’installazione è simile a quella

di Chromecast, e effettivamente questa Smart Cam

possiamo vederla come un Google Chromecast con a

bordo il modulo di decodifica per i canali lineari che il

prodotto di ovviamente Google non ha.

Terminato il setup la CAM effettuerà aggiornamenti sof-

tware per migliorare la stabilità e sarà pronta per esse-

re usata. In modalità standard non cambia nulla: con la

lab

video

segue a pagina 36

Page 36: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 36

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

tessera dell’abbonamento inserita si potranno vedere i

canali SD e HD di Mediaset Premium dal 300 in poi.

Utilizzando invece l’applicazione, che dobbiamo dire è

ben fatta, si può scegliere uno dei titoli a catalogo Pre-

mium e inviarlo al TV per lo streaming. I titoli sono pre-

senti sia in HD sia in SD, e la qualità dipende molto dal-

la banda a disposizione: con 10 Mbit in ogni caso siamo

riusciti ad ottenere uno stream di qualità tutto sommato

modesta, nulla che possa però essere paragonabile ad

un Blu-ray. Molto dipende comunque dai master usati

e dal titolo, ma in linea di massima la qualità per essere

HD non è sempre eccezionale, soprattutto su un 55”

come il Samsung che abbiamo usato.

Tramite l’applicazione si può anche cambiare ca-

nale, sfogliare la guida TV e la libreria di contenuti

onDemand disponibili, ed esattamente come con

Chromecast smartphone o tablet non servono per po-

ter vedere il film, una volta partita la visione si possono

anche spegnere. Per quanto il sistema funzioni bene

e sia intuitivo, qualcosa da sistemare ancora c’è: sul

Samsung JS8500 usato per la prova sistematicamen-

te ogni 90 secondi circa abbiamo avvertito un piccolo

salto audio, e soprattutto non c’è modo per navigare

all’interno del film con il telecomando del televisore per

mettere in pausa o andare avanti, si deve usare l’app

sullo smartphone.

In futuro 4K e InfinityLa CAM al momento supporta solo Premium Play come

contenuti on demand, ma a breve dovrebbe arrivare

anche il supporto per Infinity. Sulla scatola Mediaset ha

voluto aggiungere anche il logo Ultra HD 4K: tramite lo

streaming è effettivamente possibile veicolare conte-

nuti VOD in 4K, ma in questo caso il modulo supporta

solo il protocollo 802.11 b/g (fino a 54Mbit/s) e vediamo

davvero difficile che si possa gestire uno streaming

4K senza usare una compressione eccessiva, e a quel

punto sarebbe un 4K parecchio truffaldino (un po’

come il finto HD).

Mediaset con la Smart CAM Wi-Fi ha senza dubbio

fatto un buon lavoro: qualcuno potrebbe dire che era

meglio avere il supporto Chromecast, ma alla fine

Chromecast non ha lo slot per la card dell’abbonamen-

to. Questo modulo è fatto per l’utente che neppure ha

idea di cosa sia Chromecast, che ha un TV senza app

e poco smart e che grazie alla wireless cam può sco-

prire le meraviglie dello streaming. Chromecast, come

già detto da Mediaset, arriverà ugualmente e farà parte

dell’offerta Premium OnLine, realizzata proprio per i na-

tivi digitali che preferiscono lo streaming alla normale

antenna. L’unica questione da risolvere è legata alla

compatibilità: accertarsi che funzioni con tutti i TV è un

lavoro immane, Mediaset a breve dovrebbe proporre

un bollino da attaccare sui TV dove certifica il funziona-

mento di questa nuova Smart CAM.

di Roberto PEZZALI

L a brutta vicenda che ha coinvolto

Sony Pictures ha fatto emergere

dettagli interessanti sul futuro del

Blu-ray. Una presentazione creata da

Panasonic mostra infatti qualche det-

taglio in più su quello che dovrebbe

essere il formato fisico dei dischi del

futuro, e ci fa ancora capire come sia

Panasonic la vera macchina dietro il

prossimo Blu-ray HD. Compilato lo

scorso anno, questo documento è la

risposta di Panasonic alle esigenze

precise di Warner, Disney e Sony Pic-

tures che vogliono l’HDR non solo sui

futuri dischi Ultra HD ma anche sui Blu-

ray in alta definizione. All’attuale Blu-

ray disc, quindi, si affiancano ben tre

nuovi formati di disco: il Blu-ray Ultra

HD, il blu-ray Ultra HD HDR e anche

un Blu-ray HD HDR, contenuti quindi

in alta definizione ma ad ampia dinami-

ca. Per tutti i nuovi formati servirà co-

munque un nuovo lettore: il video sarà

infatti compresso HEVC e ci saranno

nuovi rigidi sistemi di protezione.

ENTERTAINMENT La notizia da documenti Sony trafugati da hacker e resi pubblici da WikiLeaks

Nel futuro del Blu-ray spunta un formato HDRIndiscrezioni sui Blu-ray del futuro: oltre al formato Ultra HD ci saranno nuovi dischi HD HDR

Fox lancia 4 film HDR per i TV 4KFox non ha voglia di aspettare l’ar-rivo del Blu-ray 4K e ha deciso di lanciare subito i suoi film masteriz-zati Ultra HD HDR: Kingsman: The Secret Service, Life of Pi, Exodus: Gods and Kings e The Maze Runner verranno rilasciati solo in versione originale nelle prossime settimane sulla piattaforma di download digitale M-Go. Il servizio, che non è disponibile in Italia, permetterà a chi ha l’hard disk esterno Samsung Video Pack di scaricare il file per poi riprodurlo sui TV Samsung S-UHD compatibili con contenuti HDR. Nessuna idea di quanto possa pesare il file, ma trattandosi di un download si può anche aspettare qualche ora in più per mettere mano ai preziosi contenuti. Al momento il formato sembra sia compatibile solo con i TV Samsung e il tipo di HDR utilizzato è quello con metadati adatti alla tecnologia usata dal produttore coreano. Non è da escludere, l’arrivo di questi contenuti anche su altre piattafor-me, come Netflix.

Il documento chiarisce che dovrà esser-

ci comunque compatibilità tra i nuovi di-

schi e gli attuali TV HD e Ultra HD: poco

importa che si perda HDR o risoluzione,

la compatibilità dev’essere garantita. Il

documento fa riferimento anche al pos-

sibile uso di un HDMI

2.1 per i contenuti Ultra

HD e HDR: crediamo

che si tratti in realtà

dell’HDMI 2.0a.

Parte del documento è

stato utilizzato per fina-

lizzare le specifiche del

prossimo Blu-ray, con i

primi lettori che arrive-

ranno il prossimo anno.

Resta il dubbio conte-

nuti: Sony ha approva-

to il formato, ma al momento, cercando

tra i documenti rubati, non emerge nes-

sun piano dell’azienda per sbarcare sul

nuovo disco mentre si parla, e in modo

molto chiaro, di Ultra HD legato a Netflix

e allo streaming.

TEST

Smart Cam Wi-Fi Mediasetsegue Da pagina 35

Page 37: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

www.audiogamma.it

Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frut-to della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tec-nologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stes-so creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibi-le in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la per-sonalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ov-vero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-

nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è in-fatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con mi-crofono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gliamanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamente-P3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite ilcavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.

Concert for one

Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.

133_bw_P3_pgp_ddy.qxp:- 29-04-2014 20:01 Pagina 1

Page 38: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 38

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Paolo CENTOFANTI

E ra inevitabile e già sta succedendo: come il

3D qualche anno fa, che ormai si trova come

“feature” su buona parte dei TV in commercio,

anche il 4K o Ultra HD si sta diffondendo su sempre

più modelli nelle gamme dei TV dei produttori. Pana-

sonic quest’anno propone un gran numero di televisori

Ultra HD e praticamente in ogni taglio, giù fino al 40

pollici, come il modello oggetto della nostra prova ap-

partenente alla serie CX700 (1099 euro), che si colloca

più o meno a metà tra l’entry level e i top di gamma.

Si tratta di un TV che oltre al pannello 4K si distingue

per il debutto della nuova piattaforma “smart” basata

su Firefox OS di Mozilla, per l’utilizzo della retroilumi-

nazione Wide Colour Phosphor e dello Studio Master

Colour che rendono il TV in sostanza pronto per i pros-

simi contenuti con spazio colore esteso, e ancora local

dimming, interpolazione dei fotogrammi a 800 Hz, sup-

porto per HEVC e Netflix in 4K. Ora, se consideriamo

che molte di queste caratteristiche ultimamente sono

state riservate dai vari produttori spesso a modelli di

fascia alta o comunque su tagli di schermo molto più

grandi, questo 40 pollici può essere molto interessan-

te per tutti coloro che cercano un TV di qualità ma di

piccole dimensioni. Certo, resta una domanda da porci:

ma il 4K su un TV da 40 pollici ha davvero senso?

Un TV leggerissimo dal design minimaleDire che la serie CX700 ha un design minimale è

poco. Il TV si presenta come uno schermo nero con

un piccolo bordo grigio in alluminio che fa da cornice

con la scritta bianca Panasonic al centro in basso. Due

piccoli supporti laterali fanno da base di appoggio al

televisore che essendo prevalentemente in plastica è

leggerissimo, circa 13 Kg, il che rende molto agevole

l’installazione anche da parte di una persona sola.

Non si tratta di un “brutto” TV, ma diciamo che è forse

un po’ troppo sobrio e ha un aspetto quasi da monitor

professionale, più che da TV consumer. Per quanto

riguarda le connessioni disponibili, queste sono pra-

ticamente quelle che potremmo definire standard.

Viste le dimensioni, sul 40 pollici c’è spazio per 3 in-

gressi HDMI 2.0 e tre porte USB di cui una 3.0, anche

se avremmo preferito magari 4 HDMI e una USB in

meno. C’è lo slot per un modulo Common Interface

per la visione di programmi criptati su digitale terre-

stre, e un tuner singolo DVB-T2. Il TV integra il deco-

der HEVC, sia per la visione di file multimediali, che

per VOD e soprattutto trasmissioni TV. Il WiFi c’è ed è

naturalmente integrato, ma troviamo anche una porta

di rete ethernet per il collegamento via cavo alla rete.

Il TV inoltre è dotato di connettività Bluetooth. C’è

persino una presa SCART intera, cosa che non pensa-

vamo più di vedere sinceramente nel 2015, ingresso

component e la canonica uscita digitale audio ottica.

Lateralmente troviamo anche l’uscita per le cuffie e lo

slot per schede di memoria SD.

In dotazione abbiamo il solito telecomando Panaso-

TEST Ha senso un 40 pollici UltraHD? Si, secondo Panasonic. Vediamo se è davvero così e scopriamo come va questo “piccolo” TV

TV Panasonic CX700 in prova: 4K per 40 polliciÈ uno dei primi TV in assoluto basato sulla piattaforma Firefox OS, risultata molto intuitiva e con un buon potenziale

nic, sempre uguale a se stesso ma di cui non ci la-

mentiamo assolutamente, visto che nella sua sempli-

cità è davvero molto pratico nell’uso quotidiano. Sulla

gamma 2015, debutta un tasto dedicato a Netflix che

lancia direttamente la relativa app del servizio. Il pro-

blema è che si trova in una posizione dove può esse-

re tranquillamente scambiato per il tasto home, con

il rischio che venga lanciata per sbaglio l’app un po’

troppo spesso, cosa che farà piacere all’azienda ame-

ricana, un po’ meno agli utenti, specie fino a quando il

servizio non sarà disponibile anche in Italia.

Arriva Firefox OS Tutto diventa più semplicePanasonic ha deciso di cambiare ancora una volta

piattaforma smart TV e per differenziarsi dai con-

correnti ha scelto la nuova soluzione di Mozilla,

Firefox OS per TV. Non ce ne voglia l’azienda giap-

ponese, ma secondo noi si tratta di una mossa sag-

gia, visto che come abbiamo avuto modo di scrivere

a ogni nuova versione della sua piattaforma, a nostro

avviso Panasonic non è mai riuscita a trovare la giusta

ispirazione. Firefox OS porta una ventata di colore e

soprattutto semplicità alle funzionalità smart, con una segue a pagina 39

lab

video

Panasonic TX-40CX700EUN TV DI PICCOLO TAGLIO CHE SI VEDE BENE 1.099,00 €Ultimamente i produttori si sono concentrati nel realizzare TV di qualità soprattutto sui grandi formati. Il 40 pollici della serie CX700 non offre magari le stesse prestazioni degli ultimi top di gamma che abbiamo visto, ma sa difendersi bene e offre una qualità di immagine in grado di soddisfare anche l’appassionato che non vuole per forza un TV gigante per avere un nero decente, bei colori, buon dettaglio e funzioni al passo con i tempi. Il CX700 di Panasonic offre tutte queste cose (pur non raggiungendo la perfezione), oltre a una piattaforma smart semplice, diversa dalle altre e con un buon potenziale, anche se bisognerà vedere quanto Panasonic deciderà di crederci e sostenerla. L’unica cosa che non ci convince del tutto è il prezzo di listino: lo avremmo preferito un 100 euro più basso.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEBuona qualità di immagineFunzioni smart semplici

Firefox OS è una scommessa apertaLocal dimming buono ma migliorabile

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

8 8 7 9 8 88.0

Page 39: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 39

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

TEST

Panasonic TX-40CX700Esegue Da pagina 38

soluzione se vogliamo ridotta all’essenziale, ma dav-

vero semplice da utilizzare.

Premendo il tasto Home sul telecomando, compari-

ranno tre grosse icone: Diretta TV, Apps e dispositivi.

La prima, come si può intuire, dovunque ci troviamo

ci riporta all’ultimo canale TV sintonizzato. Cliccando

su Apps, passiamo all’elenco delle applicazioni instal-

late e all’Apps Market dal quale, previa registrazione,

potremo scaricare altre app per il nostro TV. La terza

icona permette di selezionare ingressi esterni, dischi

esterni USB o server DLNA presenti sulla stessa rete

locale a cui è collegato il nostro televisore. Firefox OS

non ha ancora preso il “controllo” totale del TV però.

Tra le app, ad esempio, troviamo “registrazioni”, Gui-

da TV e Viera Link, che non sono altro che gli stessi

precisi menù che trovavamo sui TV degli anni passa-

ti, con la grafica rigida e un po’ antiquata che li con-

traddistingueva. Anche dal menù dispositivi, selezio-

nando un hard disk o un server di rete, veniamo poi

portati al lettore multimediale vecchio stile dei modelli

della scorsa generazione. Le altre app girano invece

su Firefox OS e sono alla fine delle web app, leggere

e veloci. Pre-installate troviamo Netflix, YouTube, In-

finity, Chili, Wuaki.tv,, Eurosport Player e AUPEO!. La

scelta di app installabili non è ancora ricchissima, ma

troviamo Deezer, Facebook, Twitter, TuneIn Radio ed

Euronews giusto per citare alcune di quelle più utili.

Il passaggio da un menù all’altro di Firefox OS è ac-

compagnato da animazioni fluide e, complice l’essen-

zialità della piattaforma, l’interfaccia offre una buona

responsività. Abbiamo testato sia l’app di Infinity che

di Netflix (in Italia da ottobre ricordiamo), ed entrambe

si aprono velocemente, sono leggere e perfettamen-

te stabili durante la visione dei contenuti. Tenendo

premuto il tasto Home del telecomando si accede

alla homescreen con i quattro lati attivi selezionabili

tramite i tasti colorati del telecomando: qui troviamo

previsioni meteo, elenco dei canali TV con descrizio-

ne del programma in onda, una barra delle notifiche

che al momento è vuota, e infine dei consigli dalle

app di VOD (al momento da Chili). Al momento que-

sta schermata non sembra particolarmente utile, ma

ci sembra di capire che ciascuno dei quattro “angoli”

è configurabile e potrebbe acquisire nuovi “widget”

con il maturare della piattaforma. Firefox OS per TV è

ancora un sistema molto giovane e bisognerà vedere

se riuscirà a crescere.

Il passaggio alla nuova piattaforma non ha inoltre si-

gnificato l’abbandono delle funzionalità introdotte lo

scorso anno come TV AnyWhere, che permette di

accedere da remoto a registrazioni e persino il sinto-

nizzatore su smartphone e tablet anche a TV spento.

Questa funzionalità non è stata integrata in Firefox OS

e il suo setup continua ad essere in realtà piuttosto

macchinoso. C’è una nuova app apposita, Panasonic

Media Center, che però è piuttosto lenta nella comu-

nicazione con la piattaforma cloud di Panasonic, e tra

l’altro non siamo mai riusciti a ottenere una riprodu-

zione stabile all’esterno della nostra rete, nonostante

la nostra connessione in fibra.

Buona pre-calibrazione Si “doma” con facilitàCiò che non è cambiato è il menù di configurazione

del TV che è pari pari quello che ha debuttato sul-

la gamma Panasonic dello scorso anno, a sua volta

derivato dai modelli dell’ultimo decennio almeno del

marchio giapponese. Il menù è molto completo sul

fronte delle regolazioni video e su questa serie abbia-

mo i classici profili predefiniti tra i quali TrueCinema è

quello da selezionare per avere una calibrazione di

default già molto vicina al riferimento. Il bilanciamento

del bianco, pur non perfetto è già abbastanza vicino

al riferimento, così come primari e secondari e livelli

di luminosità e contrasto (quest’ultimo, volendo può

essere tranquillamente alzato di qualche punto per un

po’ di dinamica in più). Con i controlli a disposizione si

riesce a ottenere agevolmente una perfetta calibrazio-

ne del bilanciamento del bianco, che tra l’altro riduce

notevolmente la distanza dal rifermento di primari e

secondari. Il verde continua a rimanere leggermente

“fuori asse”, ma l’errore medio è sufficientemente bas-

so da non richiedere di mettere mano al sistema di co-

lor management, che comunque c’è ed è completo ed

efficace. Il local dimming, se attivato, altera completa-

mente la curva del gamma a seconda della dimensione

Panasonic TX-40CX700EL’interfaccia Firefox OS

lab

video

Sopra i risultati delle misure prima della calibrazione con profilo TrueCinema. Sotto, invece, i risultati dopo la nostra calibrazione

segue a pagina 40

Page 40: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 40

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

dei test pattern utilizzati per effettuare la calibrazione e

la misura, motivo per il quale non ha molto senso ef-

fettuare una taratura con la retroilluminazione dinamica

attivata: il risultato sui contenuti reali sarebbe comun-

que imprevedibile. La misura del gamma senza local

dimming evidenzia una curva praticamente perfetta

impostando nell’apposito menù la voce BT.1886. Pana-

sonic dichiara inoltre per il TV una copertura di circa il

90% dello spazio colore DCI-P3 (quello che con ogni

probabilità verrà adottato sia dalla UHD Alliance che

nell’imminente Ultra HD Blu-ray) e stando alle misure

di laboratorio ciò corrisponde al vero. Manca ancora

qualcosa sul verde, ma sicuramente il TV potrà sfruttare

lo spazio colore più ampio, se e quando saranno dispo-

nibili i contenuti si intende. Con il local dimming attivato

già al minimo, il livello del nero è davvero molto buo-

no, circa 0,030 cd/mq, e il rapporto di contrasto ANSI

è di 4800:1. In modalità full on/full off, il contrasto non è

misurabile, dato che in presenza di schermata nera la

retroilluminazione viene completamente spenta.

Convincono colori e contrastoTorniamo dunque alla domanda iniziale: ma che sen-

so ha un panello 4K su un TV da 40 pollici? Lo abbia-

mo ripetuto molte volte su queste pagine. Al di là del

maggiore livello di dettaglio potenzialmente offerto dal

salto di risoluzione, il passaggio a un pannello 4K ha

almeno due vantaggi rispetto a un normale full HD. La

griglia dei pixel diventa praticamente impossibile da di-

stinguere, donando alle immagini anche di risoluzione

inferiore, un aspetto molto più compatto, quasi stam-

pato sullo schermo; pensate ai display “retina” di smar-

tphone e tablet: l’effetto è un po’ quello. La matrice più

fitta di pixel, in secondo luogo, permette di filtra-

re con più efficacia la luce spuria della retroillu-

minazione a beneficio del rapporto di contrasto.

Nel caso specifico del CX700 ci viene in aiuto

anche il local dimming. Stia parlando su questo

modello di qualcosa di decisamente meno sofi-

sticato rispetto a quanto abbiamo visto ultima-

mente sui TV di fascia più alta. La modulazione

della retroilluminazione non è particolarmente

fine ma il suo intervento diventa visibile già con

l’impostazione minima: i neri diventano imme-

diatamente profondi e sparisce quella “patina”

tipici degli LCD senza controllo dinamico della

ritroilluminazione, Trattandosi di un LED Edge

non possiamo aspettarci la precisione dei mo-

delli full LED, ma il taglio da 40 pollici non pone

nemmeno grossi problemi a questo tipo di solu-

zione. Nel complesso il local dimming del CX700 fun-

ziona abbastanza bene anche se in alcune situazioni,

ad esempio nei passaggi chiaro/scuro e viceversa, il

cambio di intensità della retroilluminazione diventa un

po’ troppo appariscente a causa di una risposta un po’

lenta. Nelle scene più scure il local dimming permette

di mantenere una buona profondità del nero e un con-

trasto convincente. La visione dei primi (scuri) capitoli di

Watchmen, usualmente una prova difficile per gli LCD

meno sofisticati, è scorsa via in modo piacevole, fatta

eccezione appunto per una certa lentezza della regola-

zione dinamica nei passaggi chiaro scuro. Nelle scene

più luminose si possono apprezzare sia contrasto che

brillantezza dei colori. “L’impronta” cromatica è quella

a cui Panasonic ci ha abituato sui modelli di fascia più

alta già da qualche anno: l’azienda definisce la gestio-

ne del colore Studio Master Colour a cui come abbia-

mo visto corrisponde una calibrazione molto precisa. Il

buon rapporto di contrasto fa quindi il paio con colori

caldi e saturi al punto giusto, che non sfociano mai nel-

TEST

Panasonic TX-40CX700Esegue Da pagina 39

l’artificiale, con incarnati naturali, ma il TV ha anche la

capacità di “osare” quando serve con i contenuti che

lo richiedono. E ora veniamo al tema della risoluzione.

Su un 40 pollici i contenuti 4K fanno fatica a spiccare

rispetto a quelli full HD. Abbiamo fatto un confronto

con lo stesso corto nei due formati e le differenze sono

minime e visibili solo stando a distanza ravvicinata.

Con documentari o spettacoli girati in video, la maggio-

re risoluzione diventa un po’ più visibile, ma sfidiamo

l’utente comune a notare la differenza. Anche perché

l’upscaling dei contenuti full HD già produce immagini

di ottimo livello sul fronte del dettaglio, tanto più se si

attiva la funzione “ottimizza risoluzione” anche solo al

minimo. In un caso ci pare interessante la risoluzione

4K su un TV di questo taglio: l’utilizzo come monitor per

PC. La risoluzione in movimento è abbastanza buona, a

patto di attivare l’Intelligent Frame Creation, almeno su

“minimo”, impostazione che non introduce un’evidente

interpolazione ma aiuta a ridurre la percezione di scie

o cali di dettaglio.

HI-FI E HOME CINEMA Yamaha rinnova la serie di sintoamplificatori Aventage e la amplia verso il basso con due nuovi modelli

Yamaha Aventage, Dolby Atmos e DTS:X solo sui modelli top Bluetooth e Wi-Fi sono di serie, ma per avere Dolby Atmos e DTS:X bisogna scegliere i modelli più costosi della gamma

di Roberto PEZZALI

Yamaha annuncia i nuovi modelli del-

la serie Aventage con un buon anti-

cipo rispetto alla distribuzione, che

avverrà in settembre. La novità principale

è l’allargamento della gamma verso il bas-

so con due modelli inediti: RX-A550, RX-

A750 che si uniscono alle evoluzioni dei

modelli già noti della serie 40, RX-A850,

RX-A1050, RX-A2050 e RX-A3050. La

nuova serie presenta piccoli affinamenti

rispetto alla serie precedente, ma impor-

tanti ai fini dell’ascolto: un nuovo circuito

di clock migliora le prestazioni durante

la riproduzione da network e Bluetooth,

il circuito Compressed Music Enhancer

migliora la riproduzione di brani MP3

e il circuito di autocalibrazione YPAO

è stato ulteriormente

migliorato, anche con

nuove impostazioni

DSP controllabili dal-

l’applicazione. Le ca-

ratteristiche comuni

a tutti i nuovi modelli

sono il Wi-Fi integrato,

il Bluetooth, Airplay, la

compatibilità con file

musicali fino al DSD 5,6 MHz, HDCP 2.2

per il 4K 60p e il controllo tramite l’app

dedicata scaricata su smartphone e ta-

blet. I convertitori audio D/A partono

dagli ottimi Burr Brown 192kHz/24bit dei

modelli più “economici” sino ai prestigio-

si ESS Sabre a 32 bit del modello più co-

stoso. Per quanto riguarda le nuove co-

difiche Dolby e DTS invece si parte dal

modello 850 per avere la compatibilità

Dolby Atmos mentre per il DTS:X biso-

gna salire al modello 1050; una strada di-

versa da quella di molti concorrenti che

invece hanno di serie le due codifiche

sin dai modelli di gamma medio-bassa.

Ma vediamo meglio i due nuovi arrivati

nella gamma. L’RX-A550 è un modello

in configurazione 5.1 con potenza di 80

watt per canale (6 ohm - 0,09%THD) che

punta alla sostanza con 17 programmi

DSP, ampia versatilità con 6 prese HDMI,

ingresso USB, circuito di autocalibrazio-

ne YPAO, funzioni Scene programmabili,

radio FM e un rassicurante peso di 8,1

kg. L’RX-A750 è un 7.2 con potenza di

90 watt per canale (8 ohm - 0,06%THD),

compatibilità HDMI 2.0a per HDR, Vir-

tual Surround back e possibilità di so-

norizzare una seconda zona in modo

indipendente. I prezzi di listino partono

da 549 euro per il modello 550 (dispo-

nibile a fine mese), poi troviamo l’RX-A

750 a 799 euro (disponibile da luglio),

RX-A850 a 949 euro (luglio), RX-A1050

a 1249 euro (disponibile da agosto), RX-

A2050 a 1599 euro (agosto) e il top di

gamma RX-A3050 a 2299 euro che sarà

nei negozi a settembre.

Page 41: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 41

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto PEZZALI

L o scorso anno, con l’annuncio del Kindle Voyage,

Amazon ha arricchito la sua gamma di ebook

reader con un modello di fascia alta, un libro elet-

tronico senza compromessi destinato ai divoratori di

pagine che vogliono tra le mani un prodotto di assoluto

riferimento. Voyage, da vero prodotto top di gamma,

ha visto anche il debutto di un nuovo tipo di schermo

e-ink Carta con l’incredibile risoluzione di 1.448×1.072

pixel, 300 ppi. Un display sotto il profilo tecnologico,

ma vera carta dal punto di vista del look & feel. Voyage

è finalmente arrivato in Italia, e per il ritardo di distribu-

zione è arrivato insieme al nuovo Kindle Paperwhite,

l’ultimo nato in casa Amazon che usa proprio lo stesso

schermo da 300 ppi del modello top.

Amazon probabilmente pensava di lanciare prima il

modello top di gamma e poi questo di fascia media,

ma le scelte commerciali legate al nostro Paese han-

no fatto in modo che noi ci ritrovassimo sulla scrivania

entrambi i lettori lo stesso giorno. Chi va oggi sullo

store di Amazon per acquistare un ebook reader in

previsione dell’estate si troverà davanti a entrambi i

modelli e dovrà scegliere: Voyage o Paperwhite? Ab-

biamo provato entrambi (qui la prova del Voyage),

e ovviamente la risposta a questa domanda si trova

in fondo alla prova. Paperwhite è il modello di mag-

gior successo di Kindle, anche perché è stato il pri-

mo con illuminazione integrata. L’aggiunta del nuovo

schermo e migliorie software (che saranno disponibili

anche per l’attuale generazione) rendono il nuovo

Paperwhite (129 euro Wi-fi, 189 euro 3G) un prodotto

ancora più completo.

Lo schermo ha una marcia in piùIl nuovo schermo da 6” che Kindle Paperwhite eredita

dal Voyage è ovviamente il punto di forza di questo

ebook: fin dalla prima accensione ci rendiamo conto

di come questo tipo di schermo sia migliorato ulterior-

mente e di quanta poca sia ormai la differenza tra la

carta riciclata e uno schermo elettronico. La presenza

dell’illuminazione, ben distribuita e uniforme, rende

un eBook reader più versatile della stessa carta, e fa

piacere vedere come sia migliorata ancora l’uniformi-

tà, con uno schermo che appare praticamente privo

di macchie o aloni.

TEST Kindle Paperwhite è disponibile in versione Wi-Fi e in versione Wi-Fi + 3G: 129 euro per il primo, 189 per il secondo

Nuovo Kindle Paperwhite: qualità-prezzo al topAmazon presenta il nuovo Paperwhite: schermo più definito e contrastato, nuovo font e cambia il sistema di impaginazione

Guardando con attenzione il bordo inferiore si notano

i quattro led di illuminazione, ma a una visione normale

è quasi impossibile capire da dove arriva la “magica”

luce. La risoluzione è arrivata a un punto che difficil-

mente risulta migliorabile: i caratteri sono praticamen-

te stampati e si staccano con un netto contrasto dallo

sfondo, che mantiene nonostante la luce una buona

Amazon Kindle PaperwhiteVOYAGE O PAPERWHITE? CONVIENE PIÙ QUEST’ULTIMO da 129 €Il Kindle Voyage, come avrete modo di leggere nella prova dedicata, è sicuramente un prodotto più curato del Paperwhite sotto il profilo costruttivo ma non è molto diverso da quest’ultimo se guardiamo alla lettura. Il sensore di luminosità e i tasti per voltare pagina non sono sufficienti a nostro parere a giustificare la differenza di prezzo: lo erano con il vecchio Paperwhite, ma ora lo schermo è uguale per entrambi i modelli. Il Voyage, per quanto sia bellissimo da tenere in mano e da usare, è secondo noi una piccola occasione persa da parte di Amazon per realizzare quello che poteva essere davvero il reader definitivo, con schermo da 7 o 8” per leggere anche testi scientifici in PDF e uno slot per espandere i 4G di memoria interni.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEQualità schermo eccezionaleNuovi sistema impaginazione e fontFacilità d’utilizzo

Difficile gestione file PDF e ePubPrezzo della versione 3GPrezzo della custodia in pelle

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 7 8 8 98.6

lab

video

segue a pagina 42

Lo schermo è decisamente neutro e l’illuminazio-ne ben distribuita.

Page 42: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 42

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

neutralità cromatica. Il resto del Kindle è costruito at-

torno allo schermo: la cornice permette una pratica

impugnatura e ovviamente sono del tutto assenti pul-

santi per voltare pagina: basta un naturale gesto sullo

schermo touch. Amazon non fa accenno alla memoria

integrata: dice solamente che può contenere migliaia

di libri ed effettivamente così è, perché i 4 GB sono

più che sufficienti per gestire la libreria. Inoltre, grazie

allo spazio cloud che Amazon mette a disposizione

(gratis per i contenuti acquistati, limitato a 5 GB per

quelli caricati dall’utente), la memoria integrata passa

davvero in secondo piano.

La ricarica del dispositivo si effettua tramite micro

USB: Amazon, nonostante la “classe” del dispositivo,

non ha inserito un caricatore nella confezione, c’è

solo il cavo. Scelta più che saggia, però: la batteria

dura un mese e non ci sarà difficoltà nel trovare una

porta USB per quelle quattro ore che servono a ripor-

tare il Kindle al 100% di carica.

Font e impaginazione fanno la differenzaIl sistema operativo del Kindle rimane praticamente

invariato, anche se Amazon continua a fare piccoli mi-

glioramenti per rendere ottimale la fruizione dei libri.

Quanto Amazon tenga all’esperienza d’uso lo si capi-

sce dalle piccole cose: ogni aggiunta software è lega-

ta esclusivamente al piacere della lettura, e la stessa

creazione del nuovo font Bookerly sintetizza questa

passione che lega il team del Kindle ai libri. Bookerly,

per quanto la creazione di un font possa sembrare

una cosa banale, è stato studiato e pensato per otti-

mizzare la resa con tutte le dimensioni di carattere e

rendere al meglio su uno schermo di tipo e-ink: basta

fare un confronto tra gli altri font di sistema (Palatino o

Helvetica ad esempio) per rendersi conto di come la

lettura con Bookerly sia più naturale e riposante.

Amazon ha rivisto interamente anche il motore di im-

paginazione: su alcuni libri le parole, inclusi i “capo-

lettera” e gli “a capo” saranno distribuiti esattamente

come li ha pensati l’autore. Questa funzione richiede

ovviamente un ebook compatibile, ma Amazon assi-

cura che la nuova tipografia è già disponibile su cen-

tinaia di migliaia di libri. Restano presenti ovviamente

tutte le altre funzioni già introdotte tempo addietro,

da FreeTime per incoraggiare i più piccoli alla lettura

al vocabolario.

Così come Amazon ha migliorato ulteriormente parte

delle funzioni di Kindle, allo stesso modo resta ferma

sui suoi principi: il Kindle è lo strumento per leggere i

libri che vengono acquistati su Amazon e non è molto

versatile se si tratta di visualizzare eBook acquistati

altrove o PDF. Per questi è assente il motore di reflow,

ovvero quel sistema che prova a impaginare i pdf sul

piccolo schermo distribuendo colonne, paragrafi e

parole: leggere un PDF sul Kindle è ovviamente pos-

sibile ma è molto difficile se questo è pensato per un

formato A4. Si può tentare una conversione inviando

il documento PDF al Kindle tramite “email” (quando

registrate il device, Amazon assegna un indirizzo di

tipo [email protected]) e inserendo come soggetto

della mail “convert”, ma il risultato non è perfetto. Pro-

vare non costa nulla, comunque.

I file in formato ePub, invece, vanno convertiti nei

formati nativi di Amazon utilizzando programmi come

Calibre. Calibre fa bene il lavoro e dispone anche di

un plug-in che elimina il sistema anticopia inserito in

alcuni eBook comprati su store di terzi: la conversio-

TEST

Amazon Kindle Paperwhitesegue Da pagina 41

ne nella maggior parte dei casi funziona bene, in altri

un po’ meno. Dev’essere comunque chiaro che chi

sceglie Kindle lo fa perché ha intenzione di comprare

i libri su Amazon: chi pensa di acquistarli da altre libre-

rie farebbe meglio a optare per un Kobo, più flessibile

e versatile da questo punto di vista.

C’è anche la versione 3G senza SIM e la consigliamoKindle Paperwhite è disponibile in versione Wi-Fi e

in versione Wi-Fi + 3G: la connettività è ovviamente

necessaria per acquistare i libri e trasferire gli acquisti

dal cloud Amazon sul dispositivo, e in quest’ottica può

essere vantaggioso investire 189 euro per la versione

con 3G integrato. Non serve SIM e neppure abbona-

mento: paga tutto Amazon, anche se ovviamente la

connessione potrà essere usata solo per l’accesso al

suo store.

Amazon assicura il funzionamento in oltre 100 Paesi,

e la possibilità di accedere sempre al proprio spazio

cloud per scaricarsi nuovi libri o al negozio Amazon

per acquistarne di nuovi secondo noi vale quei 50

euro in più. Si tratta, ovviamente, di una scelta per-

sonale: chi è ormai entrato in fase di “shopping com-

pulsivo” e ha deciso di regalarsi il miglior Paperwhite,

dovrebbe anche valutare la cover Premium dedicata

in pelle: un piccolo lusso da 49 euro che aumenta un

po’ il peso ma protegge e pulisce lo schermo con il

panno in microfibra interno. La chiusura della cover

spegne anche il Kindle e disattiva l’illuminazione.

Page 43: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 43

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Roberto PEZZALI

Arriva finalmente anche in Italia il Kindle Voyage,

quello che è ad oggi il lettore di ebook più evo-

luto presente nel catalogo Amazon. Il prezzo è

importante, 249 euro nella versione Wi-Fi e 3G (189

euro solo Wi-Fi), ma chi legge anche due libri al mese

in poco più di un anno avrà ammortizzato la spesa: l’ar-

rivo insieme al nuovo Kindle Paperwhite (qui la prova)

complica forse un po’ la vita a questo modello top: lo

schermo da 6” e 1448×1072 pixel (300 ppi) non è più

una assoluta novità e si perde quindi quello che era

forse l’elemento che più di tutti rendeva il Voyage il

vero prodotto “top”.

Restano comunque altri validi argomenti di discussio-

ne, dalla costruzione leggera al vetro frontale che eli-

mina lo spessore della cornice, per arrivare al sensore

di luminosità automatico e alla presenza del tasto per

voltare pagina. Voyage risponde a quasi tutto quel-

lo che gli utenti Kindle avevano chiesto ad Amazon,

quasi perché resta sempre il limite di quello schermo

da 6” che a molti inizia a stare un po’ stretto. Se da

una parte è vero che per leggere PDF e documenti

di grandi dimensioni è meglio un tablet, dall’altra uno

schermo da 7” avrebbe probabilmente accontentato

tutti.

Costruzione in magnesio, peso piumaIl Kindle Voyage si ispira, sia come linee sia come

design, alla serie di tablet Fire HDX: il tasto di accen-

sione è stato inserito sul retro e lo stesso cabinet, in

lega di magnesio, presenta quel rivestimento super-

ficiale soft che assicura un buon grip offrendo però

allo stesso tempo un contatto “caldo”.

Dimensioni e peso sono sicuramente due degli

aspetti più importanti da valutare quando parliamo

di un prodotto da tenere in mano, e qui Amazon è

riuscita a scendere di una decina di grammi rispetto

TEST I prezzi del miglior ebook reader di Amazon saranno di 249 euro per versione Wi-Fi e 3G e di 189 euro solo Wi-Fi

Kindle Voyage è la “Ferrari” degli ebook readerKindle Voyage di Amazon arriva in Italia: peso piuma, costruzione al top e schermo super risoluto. Il prezzo non è da poco

Amazon Kindle VoyageIL MIGLIOR EBOOK MAI FATTO DA AMAZON da 189 €Kindle Voyage è il modello top di gamma del produttore americano ed è ovviamente il miglior eBook Reader mai fatto da Amazon. Nonostante lo schermo da 6”, e qui forse ci stava anche una versione più grande, Amazon ha ascoltato davvero i suoi clienti aggiungendo i tasti per volta-re pagina, riducendo il peso e creando un prodotto più robusto e anche più facile da pulire. Permangono i limiti classici dei Kindle: comprando Amazon Kindle si sposa un ecosistema dove si è quasi obbligati ad acquistare su Amazon, ma considerando prezzi e qualità del catalogo non è necessariamente un difetto. Diciamo “quasi” perché non è un sistema chiuso al 100%: i libri in formato ePub richiedono per esempio la conversione e i PDF sono gestiti abbastanza male, ma come detto questo è un prodotto fatto da Amazon per Amazon: libri, fumetti, saggi, racconti e illustrati sviluppati con il formato Kindle 8 si leggono che è un vero piacere.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEDesign e costruzioneVetro f facile da pulire e robustoRiduzione di peso e spessore

Prezzo elevatoPoche differenze con il PaperwhiteC’è solo la versione da 6”

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 9 9 9 78.6

lab

video

al Paperwhite: Voyage sulla bilancia fa segnare 180

grammi, Paperwhite 205.

Nel nostro caso siamo a 188 grammi, in quanto la

versione provata dispone di connessione integra-

ta 3G. Scende anche lo spessore, ma senza sacri-

fici di autonomia: 7,6 mm di profilo con una durata

che supera comunque il mese leggendo mezz’ora

al giorno. Trattandosi del prodotto top qualcuno po-

teva aspettarsi la presenza a bordo di una maggior

quantità di memoria, ma Amazon qui è inflessibile e

si mantiene sui 4 GB (3 utilizzabili) che bastano co-

munque per memorizzare migliaia di libri in formato

nativo. La memoria sarebbe risultata utile se il Kindle

Voyage avesse avuto un buon motore di lettura dei

PDF, notoriamente più grossi come dimensioni, ma

Kindle e PDF continuano a non andare troppo d’ac-

cordo.

Lo schermo è bellissimo, Il vetro è un plus non da pocoIl Voyage è stato il primo ebook Reader Amazon ad

utilizzare il nuovo pannello e-ink “Carta” da 300 ppi e

1448×1072 pixel di risoluzione.

Come abbiamo già scritto anche nella prova del nuovo

Paperwhite ci troviamo davanti a una resa che ormai

è addirittura superiore per risoluzione a quella della

stampa, con caratteri nitidi, perfettamente contrastati

e leggibili senza alcuna fatica. Voyage dispone ovvia-

mente di illuminazione frontale, e su questo modello

Amazon ha introdotto anche un sensore di luminosità

che regola la retroilluminazione a seconda della luce

ambientale: la regolazione automatica è comoda, ma

segue a pagina 44

Page 44: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 44

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

preferiamo comunque la semplice regolazione ma-

nuale per avere un maggiore controllo.

L’illuminazione, neutra e uniforme, riesce ad essere

eccessiva se regolata al massimo e potrebbe dare

anche fastidio. Rispetto agli altri prodotti Kindle la

vera novità è la presenza di un vetro protettivo che

ricopre da bordo a bordo lo schermo e-ink: sparisce

il classico scalino tra schermo e cornice, un dettaglio

non da poco se ci si pensa bene.

Chi usa abitualmente un ebook Reader e lo ha por-

tato anche in spiaggia potrà sicuramente raccontare

di come lo scalino sia la parte più delicata per l’accu-

mulo di sporco e piccoli granelli di sabbia, problemi

questi che il nuovo Voyage non ha.

Lo schermo è poi decisamente meno sensibile alle

ditate, guadagna qualcosa con il trattamento antiri-

flesso ed è più semplice da pulire con un panno in

microfibra. Chi è solito leggere con una sola mano

ritroverà con piacere sul Kindle Voyage anche i tasti

per sfogliare le pagine: il touch è sempre presente,

ma linea e punto ai bordi dello schermo permettono

di andare avanti o indietro.

La funzione può essere disattivata da menu e gesti-

sce ovviamente i tocchi casuali; tasti sono ripetuti sui

due bordi per destri e mancini, sono capacitivi e re-

stituiscono alla pressione un leggero feedback tattile

regolabile a piacere su più livelli.

Il nuovo font ancora manca ma arriverà presto

Rispetto al Kindle Paperwhite, appena uscito e già do-

tato del nuovo software a bordo, il Voyage ha ancora la

precedente versione di Kindle OS. Manca il nuovo font

Bookerly, un font ad altissima risoluzione che permette

di godere al meglio del nuovo schermo e-ink e manca

anche il nuovo motore di impaginazione dei contenu-

ti. Amazon dovrebbe rilasciare l’aggiornamento nelle

prossime settimane, ma al momento sotto il profilo del-

l’interfaccia il Paperwhite ha qualcosa in più.

Sul Voyage sono presenti quindi tutte le funzioni del

Kindle entry level, anche se ovviamente l’interfaccia è

leggermente più reattiva e nei menù di impostazione

troviamo le voci per regolare “Voltapagina” e luminosi-

tà. Anche per il Voyage dobbiamo apprezzare il modulo

3G integrato: sappiamo che è una spesa non da poco,

ma secondo noi, soprattutto su questo modello top di

gamma, sono soldi ben spesi. Il vantaggio del 3G, oltre

all’assenza di un canone e alla

connessione praticamente di-

sponibile in tutto il mondo, è la

possibilità di gestire in remoto

la libreria. Se decidete di rega-

lare il Kindle a qualcuno che

non è molto esperto di tecno-

logia potrete inviare via mail o

caricare voi stessi i libri sul suo

spazio cloud rendendoli così

disponibili per il download e

la lettura: non serve accesso

Wi-Fi o configurazioni partico-

lari, basta davvero un click.

TEST

Amazon Kindle Voyagesegue Da pagina 43

GADGET

Seawolf il sottomarino per la GoProSeawolf è un vero mini sottomarino che può alloggiare la GoPro Hero 3 o Hero 4 e portarla fino a 10 metri di profondità, per riprese subacquee stabili e di qualità. Disponibile in versione cablata (modello F13) o Wi-Fi (F11 e F12), è stato progettato dalla TTRobotix, ha tenuta stagna e prezzi a partire da 999 dollari. Il sistema di movimento gli permette di restare immerso anche in modo statico per facilitare le riprese, e di muoversi a una velocità di 3.3 km/h. La batteria da 5.000 mAh dovrebbe garantire circa 50 minuti di utilizzo. Sarà disponibile all’inizio di agosto.

di Emanuele VILLA

SCOTTeVEST è un progetto di

Indiegogo che vuole essere la

giacca più geek al mondo, un

indumento pensato per ripararci dal

freddo (più della stagione autunnale

che di quella invernale) e per ospitare

tutta (dico, tutta) la nostra strumenta-

zione elettronica mobile. Ha 19 tasche

ed è presentata come una tech-ena-

bled jacket, il risultato di 15 anni di

studio e di progressiva ottimizzazione

degli spazi: è realizzata in microfibra

per essere morbida e leggera, ma la

sua mission è ospitare 19 oggetti diver-

si riuscendo ad essere indossabile con

facilità. Le tasche sono distribuite sia

all’esterno che all’interno e ricoprono

completamente la superficie dell’indu-

mento. Abbiamo tasche per gli occhiali

GADGET Pensata per chi vuole avere i gadget tecnologici sempre con sé e ci tiene allo stile

19 tasche per la giacca più geek del mondoOspita 19 gadget, ti fa usare il touch senza estrarli e ha un Personal Area Network interno

con tanto di panno

pulente attaccato,

ma troviamo anche

quella ottimizzata

per lo smartphone

con un piccolo foro

per far passare il

cavo degli aurico-

lari; questa tasca è

semitrasparente e

permette di usare

il touch dell’appa-

recchio senza do-

verlo estrarre. Non

manca la tasca per i documenti, quella

per le chiavi (da tenere rigorosamente

separate dal resto dell’attrezzatura),

per la penna, per i tablet, per la botti-

glietta d’acqua e c’è anche un Perso-

nal Area Network, ovvero un intricato

sistema di collegamenti interni che

permette di agganciare prodotti anche

distanti, come lo smartphone e il suo

battery pack. Per chi volesse saperne

di più, indichiamo la pagina del pro-getto di Indiegogo.

Page 45: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 45

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

di Emanuele VILLA

Abbiamo dediso di occuparci un po’ di ricarica

wireless, un fenomeno presentato come la next

big thing qualche anno fa ma che ancora oggi

stenta a decollare. L’idea è senza dubbio intelligente,

considerando che lo smartphone - eccezioni escluse

- va ricaricato ogni giorno e che “mettere e togliere”

cavetti può creare situazioni antiestetiche in casa, so-

prattutto quando i dispositivi sono (ben) più di uno.

Ma ci sono tante domande cui rispondere per avere

un quadro esaustivo: esiste un solo standard o più di

uno? Che prodotti ci sono in commercio? E, soprattut-

to, quando ci vuole per ricaricare senza fili un telefono

e quanto incide questo sulla bolletta elettrica? Costa

molto di più ricaricare senza fili un telefono rispetto

alla ricarica “classica” con l’alimentatore in dotazio-

ne? In questa sede, dopo una breve introduzione

sugli standard di wireless charging, ci concentriamo

su quest’ultimo punto usando apparecchi dedicati a

marchio Ikea.

Gli standard: uno, nessuno o centomila?Il problema, si sa, è lo standard di ricarica wireless,

che di fatto non è uno solo: quella che per qualche

anno è sembrata l’unica vera possibilità, ovvero lo

standard Qi del Wireless Power Consortium (WPC)

basato sul principio dell’induzione elettromagnetica,

ha dovuto prima fronteggiare la concorrenza della

Power Matters Alliance, poi dall’Alliance for Wireless

Power (A4WP) con Rezence e la tecnologia di ricarica

basata sulla risonanza magnetica. Infine, a complica-

re ulteriormente un quadro già confuso di suo ci ha

pensato la fusione delle ultime due con standard, pro-

dotti e tecnologie ancora in fase di definizione. Resta

il fatto che non esiste un solo standard e che l’ipotesi

più probabile, per il presente e il futuro, resta la multi-

compatibilità dei prodotti: non per niente Galaxy S6 è

compatibile sia Qi che PMA.

Per testare sul campo la ricarica wireless ci siamo ri-

cordati di una notizia di qualche mese fa: l’ingresso

del colosso Ikea nel mercato hi-tech con un’infinità di

soluzioni dedicate alla ricarica wireless in standard Qi,

standard che quanto meno è supportato da “nomi illu-

stri” come Galaxy S6, molti Lumia come il 735, l’830 e

il 930, Nexus 5, Nexus 6, Yotaphone 2 e altri ancora.

Rispetto al totale, il numero è ancora basso, ma per

tutti gli altri ci sono due possibilità: l’installazione di

una piccola antenna all’interno dello chassis (caso,

per esempio, dell’LG G3), oppure l’ipotesi più aggres-

siva che è l’acquisto di una custodia ad hoc, conte-

nente l’antenna di ricarica wireless e, in alcuni casi,

anche una batteria supplementare che funge da bat-

tery pack. Alcuni produttori, come Sony per l’Xperia

Z3, offre custodia su misura per la ricarica wireless,

in altri casi è possibile acquistarne di produttori terzi

come, appunto, Ikea.

TEST Tra i prodotti Ikea dedicati alla ricarica wireless troviamo un comodino con base integrata e una lampada da lavoro

Ricarica wireless: comoda, consuma 30% in piùAbbiamo provato la base di ricarica Nordmärke e la custodia Vitahult della svedese Ikea con il nostro iPhone 5s Funziona bene, è bello ed è abbastanza rapido: i consumi sono stati di circa il 30% più alti, ma il costo resta trascurabile

segue a pagina 46

lab

video

Ikea e la ricarica wireless C’è anche un comodino!Il produttore svedese ha in catalogo molti prodot-

ti dedicati alla ricarica wireless (Qi): da una piccola

base come quella in prova (che si chiama Nordmärke)

arriviamo fino al Selje, che è un comodino con base

integrata, passando per il Nordmärke triplo (per tre

telefoni), il comodino “wireless” Nordli, la lampada

da lavoro Riggad con ricarica wireless e Jyssen, un

piccolo wireless charger pensato per essere integrato

nei mobili esistenti, dando loro un tocco di hi-tech.

Se il telefono non è Qi-compliant, come nel caso degli

iPhone, Ikea offre delle custodie su misura contenenti

l’antenna: nella prova abbiamo usato un iPhone 5s,

per cui ne abbiamo avuto bisogno.

Utile per chi non ha bisogno della custodiaC’è ben poco da spiegare circa il funzionamento di

Nordmärke: si attacca la base alla presa di corrente

e, quando c’è bisogno di ricaricare il telefono, lo si

appoggia sopra. La ricarica inizia istantaneamente, e

c’è anche la possibilità di ricaricare un secondo dispo-

sitivo via filo tramite la presa USB integrata.

La base funziona bene, e questo è il punto di par-

tenza: è carina dal punto di vista estetico, tutt’altro

che ingombrante e molto leggera, si adatta bene a

una scrivania o a un tavolo di legno e svolge il suo

lavoro egregiamente. Ma ci permettiamo una consi-

derazione sulla custodia, della quale abbiamo avuto

bisogno usando iPhone 5s come smartphone da rica-

ricare. Anche lei funziona bene, nulla da eccepire, ma

facciamo una considerazione di comodità: la ricarica

wireless deve essere comoda, deve permetterci di

appoggiare il telefono appena entrati in casa e di di-

Presente una presa USB per ricaricare un secondo dispositivo.

Page 46: 2 GIUGN 2015 Frigo e lavatrici Rinasce Deejay TV 5 film in ... · tasse di una rivoluzione copernica-na. Può essere che lo sia, ma non man-cano i Netflix-scettici: la rete italiana

torna al sommario 46

MAGAZINEn.115 / 1529 GIUGNO 2015

menticarcelo, non ha molto senso se prima di iniziare

la ricarica dobbiamo montare una custodia attorno al

telefono, custodia che può essere realizzata in modo

impeccabile (come in questo caso) ma è pur sempre

un ingombro in più. Piuttosto, ha senso se nell’ottica

del nucleo familiare troviamo un Galaxy S6, un Nexus

6 e un iPhone: se due telefoni su tre si ricaricano sen-

za fili in modo nativo, il terzo si può anche adattare

tramite una custodia, ma acquistare appositamente

charger e custodia per un telefono non predisposto

è una mossa di scarsa utilità.

Con iPhone 5S: carica stabile e comoda Consumi +30% ma si spende comunque pochissimoPer non limitarci a constatare il funzionamento del

prodotto e della ricarica wireless, che tra l’altro esi-

ste da anni, abbiamo ricaricato da zero un iPhone 5s

acceso e sotto Wi-Fi (dato non trascurabile, ma sup-

poniamo sia il caso più comune) e rilevato tempi e

consumi, tenendo in considerazione che la batteria è

da 1.570 mAh.

Il telefono ha impiegato circa 120 minuti per raggiun-

gere il 100% della carica da zero, il che è solo leg-

germente superiore a quanto rilevato dalla carica tra-

dizionale con alimentatore Apple, ma il telefono era

acceso, quindi con ricezione di mail, whatsapp e via

dicendo. Da notare che la carica è stata piuttosto rapi-

da per il primo 80%, dopo di che abbiamo constatato

un certo rallentamento fino alla fine.

Ovviamente le ultime generazioni di smartphone, con

relative tecnologie di fast charging, offrono prestazio-

ni decisamente diverse, ma qui è in ballo il fattore co-

modità più che quello prestazionale. Se c’è bisogno di

ricaricare il telefono in una manciata di minuti, lasciate

perdere il wireless.

Interessante anche il discorso dei consumi, che ci

permettono di stimare il costo della singola ricarica

e fare un confronto (assolutamente di massima) tra il

costo di una ricarica wireless e una a filo.

Il risultato si riassume in modo rapido: la ricarica

wireless dello smartphone è sufficientemente rapida

e non ci farà diventare poveri, ma ovviamente è un po’

meno efficiente di quella tradizionale. Il ciclo 0-100%

del nostro iPhone 5s con 10 mesi di vita, cosa che

c’entra ai fini dell’efficienza della batteria, ha consu-

mato circa 13 Wh se caricato con il charger Qi, con

una discreta accelerazione iniziale e ultimo 20% de-

cisamente più lento.

Valutando il costo attuale di 1 kWh a 0,18 euro, questo

significa che il costo medio di una ricarica completa

di iPhone 5s è di 0,0024 euro, ovvero circa 1 euro al-

l’anno.

Abbiamo approssimato perché quest’ultimo va consi-

derato come un puro e semplice ordine di grandezza

(non andremo a spendere 20 euro per ricaricare lo

smartphone, in poche parole) poiché non considera lo

stand by, anche se la tecnologia Qi è molto efficiente

in questo stato, ma solo 365 cicli di carica. Tra l’altro

bisogna considerare fattori come l’anzianità della bat-

teria da ricaricare, il tipo, il fatto che la maggior parte

delle persone ricarica il telefono di notte, lasciandolo

appoggiato al pad di ricarica molto di più di quanto

necessario per la carica completa, e molto altro.

Lo stesso procedimento (iPhone 5s) effettuato median-

te il suo alimentatore ha impiegato (0-100%) circa 115

minuti ma ha consumato di meno: al 100% della carica,

il wattmetro ci segnala 9.95 Wh, il che si traduce in una

singola carica da poco meno di 0,0018 euro. Il totale

annuo resta irrisorio in entrambi i casi, ma la ricarica

wireless ha consumato (nel caso in questione) un 30%

in più. Lo scarto è certo rilevante a livello percentua-

le, ma finché si tratta di ricaricare lo smartphone o gli

smartphone la differenza in bolletta resta relativa, con

una comodità e un impatto estetico di livello superiore.

Ci si può fare un pensierino, ma meglio se si ha uno

smartphone già predisposto Qi...

di Emanuele VILLA

Annunciata al CES di Las Vegas (e da noi già considerata in questo articolo), la nuovissima IP Cam di

Netatmo con riconoscimento facciale

arriva in Italia a 199 euro di listino. La

sua particolarità non sta tanto nell’este-

tica curata o nell’app di facile utilizzo e

ricca di funzioni, ma appunto nella sua

capacità di riconoscimento facciale,

che la distingue dalle altre proposte

del mercato.

Welcome riconosce i soggetti presen-

ti nel suo database e invia notifiche

allo smartphone dell’utente: dando un

nome ai volti che riconosce, Welcome

può segnalarci l’arrivo in casa di un

parente, di un amico o – eventual-

mente – anche

di estranei, fun-

gendo così da

videocamera di

sorveglianza a

tutti gli effetti.

Welcome offre

130° di angola-

zione visiva e

una buona visi-

bilità notturna

grazie al LED

a infrarossi, mentre come funzionalità

troviamo le notifiche, il monitoraggio

da remoto, la registrazione video, la

cronologia degli eventi e la possibilità

di personalizzare le possibilità di rico-

noscimento del volto e l’invio delle no-

tifiche per rispetto della privacy.

L’applicazione è disponibile per dispo-

sitivi iOS e Android, la connettività di

rete è Wi-Fi o Ethernet, c’è un microfo-

no incorporato e la registrazione video

avviene in Full HD.

Disponibilità immediata in Italia, a 199

euro di listino.

TEST

Ricarica wireless Ikeasegue Da pagina 45

SMARTHOME

Ecco la ricarica wireless veloceNonostante il concetto di ricarica wireless sia consolidato, c’è un pro-blema di rapidità di ricarica che i vari produttori devono affrontare, soprat-tutto quando si tratta di confrontarsi con tecnologie di fast-charging. Ecco perché il consorzio che sta alla base dello standard Qi (il più diffuso), il Wireless Power Consortium, ha annunciato una nuova revisione dello standard capace di supportare i 15W di potenza, che ridurrebbe i tempi di ricarica dei dispositivi rispetto alla versione attuale. Il nuovo standard potrebbe portare a prestazioni analoghe rispetto alle tecnologie di ricarica rapida esistenti: si parla del 60% di una batteria da smartphone in 30 minuti, ma ovviamente il dato è indicativo. Resta da valutare la questione di consumi.

SMARTHOME Il dispositivo di Netatmo era già stata presentato al CES 2015 di Las Vegas

La IP Camera che riconosce la tua facciaWelcome di Netatmo con riconoscimento facciale avanzato arriva in Italia a 199 euro