3 lott continua a Mercoledì 8 giugn 197o 7 La relazion...

1
3 lotta continua Mercoledì 8 giugno 1977 INTERNI La relazione «senza autolesionismo» di L. Lama al IX Congresso CGIL La lunga marcia del sindacato dentro lo Stato La relazione di Luciano Lama al IX Congresso della CGIL tenta una sin.- tesi delle scélte, delle dif- ficoltà, dei problemi del sindacato durante il pe- rìodo del gofoerno dette a- stensioni. Politica con- trattuale, rapporti con la Confindustria e con la Banca d'Italia, confronto con, U governo, autono- mia del sindacato vengo- no esaminati e ripropo- sti così come, di fatto, sono già stati affrontati dopo il 20 giugno 1976. Per ognuno degli aspet- ti della sua politica il sindacato ha compiuto del- le scelte precise in que- sto periodo, in quest'ulti- mo anno, che Lama si è iiKaricato di mettere in- sieme e sistematizzare in una sorta di modeUo rica- vato dai fattì compiuti. Ripercorriamo breve- mente questo cammino: accordi con il Governo e con la Confindustria che hanno portato alla mano- missione deUa scala mobi- le, all'abrogazione delle festività e all'auto-limita- ziong della contrattazione articolata: intesa aM'Alfa Sud per la saturazione dei tempi e l'incremento dei. to produzione <M automo- bìli; strategia detta disar- ticolazione e separazione delle verterne di catego- rìa e di gruppo in sca- denza: statali, scuola, grandi gruppi; tentativo di normalizzazione del movimento degU studenti (di cui è stato protagoni- «to lo stesso relatore con «I sua spedizione sciagu- '''ata all'Università di Ro- ma); sostegno aUa politi- ca dell'ordine pubblico Womossa dal ministro ^ossiga: fino all'accetta- zione del divieto di mani- festazione a Roma (con lo spostamento dello scio- pero generale nella capi- rle dal 18 al 23 marzo) e ctóUo stato di assedio militare con la conseguen- te perdita di iniziativa di massa; ^fesa della stabi- lità della lira e dell'ordi- ne economico intemazio- nale con tutti i suoi con- dizionamenti (Lettera di Intenti al Fondo Moneta- rio Infemaiionate) e i suoi effetti di blocco dei redditi e diminuzione del- l'occupazione anticipati dalla relazione del Go- vernatore della Banca d' Italia, Baffi. &u tutti questi fatti La- ma ha dato un giudizio ottimistico e positivo; sot- tovalutarli o disconoscer- li — ha am/monito — « sa- rebbe un grave errare e una prova di stupido au- tolesionismo »; perciò li ha riproposti nett'ambito di una strategia di piano 0 di programmazione e- concmica e della prospet- tiva della partecipazione del PCI al governo. « Si pone il problema — ha. detto Lama — della colocazione del sindacato rispetto allo Stato. Occor- re affermare prima di tutto il carattere di sin- dacato che difende la de- mocrazia e la Costituzio- ne, che si colloca dentro •lo Siato e non fuori e tanto meno contro lo Sta- to e che dall'interno del- lo Stato estera per cai7i- biare la società italiana ». E' evidente l'ispirazione berlingueriana e statali- sta di questa affermazio- ne: U sindacato che nel 1973 aveva un rapporto positivo con la latta ope- raia contro il fermo di polizia di Andreotti ne viene completamente ri- so^lnto alla coda dette imi.ziative di Cossiga, de- ve oggi funzionare come macchina del consenso di Cossiga. Si è talvolta par- lato di Stato-Piano per e- videnziare la volontà del grande capitale di ricon- durre la fabbrica e la classe operaia dentro la programmazione capitali- stica éeUe compatibilità: può essere utile notare co- me oggi la tematica del- la pianificazione delle ri- sorse, del lavoro, dei red- diti non si accompagni., come volevano i suoi pri- mi sostenitori, al deperii mento dello Stato-repres- sore, alla riduzione degli aspetti bettici della mac- china statale in name di quetti tecnici. Viceversa, oggi, per la CGIL, la po- litica di Piano, U suo carattere centralistico e autoritario sembra una diretta emanazione, un compiemerì.to necessario deU'autoritarismo politico- militare detto stato che vuole ridurre le classi a componenti dell'opinione pubblica (manipolabili dal- le tecno-strutture del con- senso televisivo, giornali- stico, celebrativo di re- gime) e l'operaio concre- to a ^ operaio astratto » (quel famigerato e irrico- noscibile « lavoratore or- ganizzato» nel nome del quale parlano Breznev e i burocrati delle corpora- zioni statuali dell'epoca moderna). Pertanto le difficoltà ri- levate (i.la crescita delle differenziazioni e delle di- visioni tra Aversi com^ parti della classe operaia e del movimento », « il difetto di iniziativa che ha investito i delegati ri- spetto al gruppo omoge- neo e gU esecutivi dei consigli rispetto alle as- semblee che si sono spes- so rarefatte », la a gene- ricità delle piattaforme di politica economica •») ven- gono considerate da La- ma come prezzi inevitabi- li da pagare o come in- sufficienze attivistico-orga- nizzative, mai come spie di uno snaturamento deW immagine del sindacato nella coscienza della clas- se: mentre sono, a nostro avviso, dei segni precisi da un lato della ristruttu- razione industriale cogesti- ta dal PCI e dal sindaca- to e dall'altro del fatto che U sindacato (e, più in particolare, la CGIL- PCI) viene considerato dagli operai come una « potenza », come « un pezzo » dell'autorità sta- tale (datte assunzioni di tipo clientelare per i di- soccupati al Sud all'uso dei canali di propaganda ufficiale-televisiva, agli in- contri con. Cossiga) estra- nea, spesso ostile etero-di- retta, che rum sollecita partecipazione o entnisia- smi, e tantomeno «affetto». La via italiana alla co- gestione, ha fatto capire Lama, non è identica a quella percorsa dal sinda- cato .tedesco perché non c'è stata una Bad-Gode- sberg del PCI atta manie- ra dett'SPD: la cogestio- ne italiana farà perno su un sindacato meno ricco (non un sindacato del be- nessere ma « dell'austeri- tà ») di quello tedesco, più intrecciato con le funzio- ni politiche statuali e ca- pace di proposte di me- dio periodo. A questo pro- posito, Lama ha parlato di « un programma reali- stico valido per alcuni an- ni, quattro o cinque, con misure a breve termine per il 1977 e U '78»: a riprova del fatto che le scelte più recenti del sin- dacato non sono reversi- bili, che il suo impegno di « stabilizzazione socia- le» si misura su un arco di tempo lungo, che que- sta svolta programmatica è l'unica compatibile con. la politica di compromes- so tra PCI e DC. Passiamo infine alla considerazione delle con- seguenze più dirette ed esplicite di questa impo- stazione: 1) rilancio del- le differenziazioni sala- riali e professionali: l' egualitarismo va rovescia- to; la stagnazione sociale va amministrata con i cottimi, gli incentivi, le differenze e le competiti- vità; 2) di conseguenza, vanno eliminati tutti gli automatismi salariali re- sidui; 3) gestione attiva della mobilità operaia sul territorio: che potrebbe trovare una siia prima ap- plicazione nei casi noti della SIR di Ottona, dell' Anic di Gela, dett'Italsi- der di Taranto, ecc.; 4) revisione della Cassa In- tegrazione, delle pensioni di invalidità, dei sussidi di assistenza che rappre- sentano una spesa infla- zionistica insostenibile; 5) autoregolamentazione de- gli scioperi. Ogni punto vi appare, se non andia- mo errati, come una arti- colazione necessaria del- la relazione di Baffi; co- me adeguamertto dette re- lazioni industriali alla po- litica detto « sviluppo ze- ro », detta riduzione del- l'occupazione e della spe- sa pùbblica. mi. c. Unanimismo e poche timide critiche: i giochi sono già fatti Rirnini, 7 — In una cornice di bandiere ros- se e tricolori, iprosegue ila « sei giorni » del IX CcngresEO della CGIL nelle sMe delO'ente Fiera di Rimini. La gioTJiata di ieri è affogata nella relazione fiume di Lama, appena vivacizzata nel pomerig- gio dagli interventi dele delegazioni estere (vietna- miti e portoghesi soprat- tutto) e dai .primi tiepidi accenni critici che pre- sumibiiknente costituiran- no ìa sola « opposizione » dentro questo congresso- Gastone Solavi, segreta- rio della FILCEA, ha cen- trato imo degli aspetti su cui in questi giorni ruo- terà la « critica » della sinistra sindacale alla strategia dela CXJIL: la difesa delle vertenze nei grandi gruppi, come ba- se di una reale ristrut- turazione posiliiva che ga- rantisca l'occupazione in fabbrica e la democrazia nefla società, come garan- zia di unità tra Nord e Sud. Anche gl' interventi « critici » della giornata di oggi hanno ripreso que- sta tematica, aggiungen- done altre care ^ a cor- rente socialista: soprat- tutto la questione dell'au- tonomia dei sindacato dai partiti e dal quadro tico. « C'è il rischio di un nuovo coHateralismo > — ha detto Benvenuto in un dratervento certo sbi- lanciato a sinistra riat- to alla rel^zitme di La- ma: « No aT fermo di .po- lizia e ai provvedimenti liberticidi da stato d'as- sedio» — ha proseguito Benvenuto centrando forse l'unico serio punto di dissenso da Lama. An- che ss si è poi dovuto riaUdneare aUa strategia confederale sul tema di austerità e sacrifici: «L' austerità — ha detto — è una scelta consolidata di tutto i3 movimento sinda- cale ». E chd poteva dargli tor- to in una sede come que- sta dove arriva la voce del governo attraverso Tina Anselmi, ma non certo la voce degli ope- rai? Più puntuali, seppur sempre in una logica di sinistra sindacale, le cri- tiche di Giovarminji : « Non possiamo comprimere il nostro orizzonte strategi- co sino a farlo coinci- dere con le scelte del governo... Accettare i ri- voli della ccanpatibilità fissati dalla Banca d'Ita- lia dalia lettera di in- tenti al fronte monetario intemazionale significhe- rebbe accettare .una com- pressione delC'occupazio- ne... significherebbe con- dannare milioni di disoc- cupati, di donne, di gio- vani, di studenti — quel- li stessi che non abbiamo aiutato nella lotta del mo- vimento studeotesco — ad un avvenire di sottoccu- pazione e di emargina- zione ». Qualche paroia l'ha spe- sa per le donne: « E' im- portante assicurare una ampia autonomia organiz- zativa ala presenza deMe donne nel sindacato » — ha detto Giovannini — e non è stato diffide ac- costare a questa frase il fatto che fino ad ora l'u- nica donna ad intervenire m è stata Tina Ansebni. A proposito deUe donne le delegate presenti sono 199 su 1.154 delegati ma- schi; inoltre, da una in- dagine fatta in tutte !e camere del lavoro e ndle strutture sindacali è e- merso come esse siano nella quasi totalità inse- rite nelle strutture tecni- che dell'orgamizzazione. Finora c'è stato un so- lo intervento « di base »: un dalegato della Fiat di Termali che, seppur al- lineato nell'insieme del suo intervento, lasciava però intravedere quanto la pesante realtà del Sud — fatta di miseria, di disocoupazdone, di ricatti padronali — passi comun- que sulla pelle degli o- perai per quanto allineati ed iscritti al PCI. Oggi i lavori del con- gresso proseguono per Commissioni, che preve- dono relazioni introduttive specifiche e poi un di- battito « a ruota libera », sui temi del''autonomia e democrazia del sindacato, sui suo ruolo nella situa- zione internazionale, sulle questioni dei giovani, del- le donne e del Sud, sul- la programmazione indu- striale e sulle questioni del contratto di lavoro e deUa struttura dd sala- rio.

Transcript of 3 lott continua a Mercoledì 8 giugn 197o 7 La relazion...

Page 1: 3 lott continua a Mercoledì 8 giugn 197o 7 La relazion ...s3-eu-west-1.amazonaws.com/dellarepubblica.it/Sindacati/CGIL/IX... · done altr care ^ea cor-rente socialista soprat: -

3 lotta continua Mercoledì 8 giugno 1977 INTERNI •

La relazione «senza autolesionismo» di L. Lama al IX Congresso CGIL

La lunga marcia del sindacato dentro lo Stato

La relazione di Luciano Lama al IX Congresso della CGIL tenta una sin.-tesi delle scélte, delle dif-ficoltà, dei problemi del sindacato durante il pe-rìodo del gofoerno dette a-stensioni. Politica con-trattuale, rapporti con la Confindustria e con la Banca d'Italia, confronto con, U governo, autono-mia del sindacato vengo-no esaminati e ripropo-sti così come, di fatto, sono già stati affrontati dopo il 20 giugno 1976.

Per ognuno degli aspet-ti della sua politica il sindacato ha compiuto del-le scelte precise in que-sto periodo, in quest'ulti-mo anno, che Lama si è iiKaricato di mettere in-sieme e sistematizzare in una sorta di modeUo rica-vato dai fattì compiuti.

Ripercorriamo breve-mente questo cammino: accordi con il Governo e con la Confindustria che hanno portato alla mano-missione deUa scala mobi-le, all'abrogazione delle festività e all'auto-limita-ziong della contrattazione articolata: intesa aM'Alfa Sud per la saturazione dei tempi e l'incremento dei. to produzione <M automo-bìli; strategia detta disar-ticolazione e separazione delle verterne di catego-rìa e di gruppo in sca-denza: statali, scuola, grandi gruppi; tentativo di normalizzazione del movimento degU studenti (di cui è stato protagoni-«to lo stesso relatore con «I sua spedizione sciagu-'''ata all'Università di Ro-ma); sostegno aUa politi-ca dell'ordine pubblico Womossa dal ministro ^ossiga: fino all'accetta-zione del divieto di mani-festazione a Roma (con lo spostamento dello scio-pero generale nella capi-rle dal 18 al 23 marzo) e ctóUo stato di assedio militare con la conseguen-te perdita di iniziativa di

massa; ^fesa della stabi-lità della lira e dell'ordi-ne economico intemazio-nale con tutti i suoi con-dizionamenti (Lettera di Intenti al Fondo Moneta-rio Infemaiionate) e i suoi effetti di blocco dei redditi e diminuzione del-l'occupazione anticipati dalla relazione del Go-vernatore della Banca d' Italia, Baffi.

&u tutti questi fatti La-ma ha dato un giudizio ottimistico e positivo; sot-tovalutarli o disconoscer-li — ha am/monito — « sa-rebbe un grave errare e una prova di stupido au-tolesionismo »; perciò li ha riproposti nett'ambito di una strategia di piano 0 di programmazione e-concmica e della prospet-tiva della partecipazione del PCI al governo.

« Si pone il problema — ha. detto Lama — della colocazione del sindacato rispetto allo Stato. Occor-re affermare prima di tutto il carattere di sin-dacato che difende la de-mocrazia e la Costituzio-ne, che si colloca dentro •lo Siato e non fuori e tanto meno contro lo Sta-to e che dall'interno del-lo Stato estera per cai7i-biare la società italiana ». E' evidente l'ispirazione berlingueriana e statali-sta di questa affermazio-ne: U sindacato che nel 1973 aveva un rapporto positivo con la latta ope-raia contro il fermo di polizia di Andreotti ne viene completamente ri-so^lnto alla coda dette imi.ziative di Cossiga, de-ve oggi funzionare come macchina del consenso di Cossiga. Si è talvolta par-lato di Stato-Piano per e-videnziare la volontà del grande capitale di ricon-durre la fabbrica e la classe operaia dentro la programmazione capitali-stica éeUe compatibilità: può essere utile notare co-me oggi la tematica del-

la pianificazione delle ri-sorse, del lavoro, dei red-diti non si accompagni., come volevano i suoi pri-mi sostenitori, al deperii mento dello Stato-repres-sore, alla riduzione degli aspetti bettici della mac-china statale in name di quetti tecnici. Viceversa, oggi, per la CGIL, la po-litica di Piano, U suo carattere centralistico e autoritario sembra una diretta emanazione, un compiemerì.to necessario deU'autoritarismo politico-militare detto stato che vuole ridurre le classi a componenti dell'opinione pubblica (manipolabili dal-le tecno-strutture del con-senso televisivo, giornali-stico, celebrativo di re-gime) e l'operaio concre-to a ^ operaio astratto » (quel famigerato e irrico-noscibile « lavoratore or-ganizzato» nel nome del quale parlano Breznev e i burocrati delle corpora-zioni statuali dell'epoca moderna).

Pertanto le difficoltà ri-levate (i.la crescita delle differenziazioni e delle di-visioni tra Aversi com^ parti della classe operaia e del movimento », « il difetto di iniziativa che ha investito i delegati ri-spetto al gruppo omoge-neo e gU esecutivi dei consigli rispetto alle as-semblee che si sono spes-so rarefatte », la a gene-ricità delle piattaforme di politica economica •») ven-gono considerate da La-ma come prezzi inevitabi-li da pagare o come in-sufficienze attivistico-orga-nizzative, mai come spie di uno snaturamento deW immagine del sindacato nella coscienza della clas-se: mentre sono, a nostro avviso, dei segni precisi da un lato della ristruttu-razione industriale cogesti-ta dal PCI e dal sindaca-to e dall'altro del fatto che U sindacato (e, più in particolare, la CGIL-PCI) viene considerato dagli operai come una « potenza », come « un pezzo » dell'autorità sta-tale (datte assunzioni di tipo clientelare per i di-soccupati al Sud all'uso dei canali di propaganda ufficiale-televisiva, agli in-contri con. Cossiga) estra-nea, spesso ostile etero-di-retta, che rum sollecita partecipazione o entnisia-smi, e tantomeno «affetto».

La via italiana alla co-gestione, ha fatto capire Lama, non è identica a quella percorsa dal sinda-cato .tedesco perché non c'è stata una Bad-Gode-sberg del PCI atta manie-ra dett'SPD: la cogestio-ne italiana farà perno su un sindacato meno ricco (non un sindacato del be-nessere ma « dell'austeri-tà ») di quello tedesco, più intrecciato con le funzio-ni politiche statuali e ca-pace di proposte di me-dio periodo. A questo pro-

posito, Lama ha parlato di « un programma reali-stico valido per alcuni an-ni, quattro o cinque, con misure a breve termine per il 1977 e U '78»: a riprova del fatto che le scelte più recenti del sin-dacato non sono reversi-bili, che il suo impegno di « stabilizzazione socia-le» si misura su un arco di tempo lungo, che que-sta svolta programmatica è l'unica compatibile con. la politica di compromes-so tra PCI e DC.

Passiamo infine alla considerazione delle con-seguenze più dirette ed

esplicite di questa impo-stazione: 1) rilancio del-le differenziazioni sala-riali e professionali: l' egualitarismo va rovescia-to; la stagnazione sociale va amministrata con i cottimi, gli incentivi, le differenze e le competiti-vità; 2) di conseguenza, vanno eliminati tutti gli automatismi salariali re-sidui; 3) gestione attiva della mobilità operaia sul territorio: che potrebbe trovare una siia prima ap-plicazione nei casi noti della SIR di Ottona, dell' Anic di Gela, dett'Italsi-der di Taranto, ecc.; 4)

revisione della Cassa In-tegrazione, delle pensioni di invalidità, dei sussidi di assistenza che rappre-sentano una spesa infla-zionistica insostenibile; 5) autoregolamentazione de-gli scioperi. Ogni punto vi appare, se non andia-mo errati, come una arti-colazione necessaria del-la relazione di Baffi; co-me adeguamertto dette re-lazioni industriali alla po-litica detto « sviluppo ze-ro », detta riduzione del-l'occupazione e della spe-sa pùbblica.

mi. c.

Unanimismo e poche timide critiche: i giochi sono già fatti

Rirnini, 7 — In una cornice di bandiere ros-se e tricolori, iprosegue ila « sei giorni » del IX CcngresEO della CGIL nelle sMe delO'ente Fiera di Rimini.

La gioTJiata di ieri è affogata nella relazione fiume di Lama, appena vivacizzata nel pomerig-gio dagli interventi de le delegazioni estere (vietna-miti e portoghesi soprat-tutto) e dai .primi tiepidi accenni critici che pre-sumibiiknente costituiran-no ìa sola « opposizione » dentro questo congresso-Gastone Solavi, segreta-rio della FILCEA, ha cen-trato imo degli aspetti su cui in questi giorni ruo-terà la « critica » della sinistra sindacale alla strategia dela CXJIL: la difesa delle vertenze nei grandi gruppi, come ba-se di una reale ristrut-turazione posiliiva che ga-rantisca l'occupazione in fabbrica e la democrazia nefla società, come garan-zia di unità tra Nord e Sud.

Anche gl' interventi « critici » della giornata di oggi hanno ripreso que-sta tematica, aggiungen-done altre care ^ a cor-rente socialista: soprat-tutto la questione dell'au-tonomia dei sindacato dai partiti e dal quadro tico. « C'è il rischio di un nuovo coHateralismo > — ha detto Benvenuto in un dratervento certo sbi-lanciato a sinistra r i a t -to alla rel^zitme di La-ma: « No aT fermo di .po-lizia e ai provvedimenti liberticidi da stato d'as-sedio» — ha proseguito Benvenuto — centrando forse l'unico serio punto di dissenso da Lama. An-che ss si è poi dovuto riaUdneare aUa strategia confederale sul tema di austerità e sacrifici: «L' austerità — ha detto — è una scelta consolidata di tutto i3 movimento sinda-cale ».

E chd poteva dargli tor-to in una sede come que-sta dove arriva la voce del governo attraverso Tina Anselmi, ma non certo la voce degli ope-rai? Più puntuali, seppur sempre in una logica di sinistra sindacale, le cri-tiche di Giovarminji : « Non possiamo comprimere il nostro orizzonte strategi-co sino a farlo coinci-dere con le scelte del governo... Accettare i ri-voli della ccanpatibilità fissati dalla Banca d'Ita-lia dalia lettera di in-tenti al fronte monetario intemazionale significhe-rebbe accettare .una com-pressione delC'occupazio-ne... significherebbe con-dannare milioni di disoc-cupati, di donne, di gio-vani, di studenti — quel-li stessi che non abbiamo aiutato nella lotta del mo-vimento studeotesco — ad un avvenire di sottoccu-pazione e di emargina-zione ».

Qualche paroia l'ha spe-sa per le donne: « E' im-portante assicurare una ampia autonomia organiz-zativa a l a presenza deMe donne nel sindacato » — ha detto Giovannini — e non è stato d i f f i d e ac-costare a questa frase il fatto che fino ad ora l'u-nica donna ad intervenire

m

è stata Tina Ansebni. A proposito deUe donne le delegate presenti sono 199 su 1.154 delegati ma-schi; inoltre, da una in-dagine fatta in tutte !e camere del lavoro e ndle strutture sindacali è e-merso come esse siano nella quasi totalità inse-rite nelle strutture tecni-che dell'orgamizzazione.

Finora c'è stato un so-lo intervento « di base »: un dalegato della Fiat di Termali che, seppur al-lineato nell'insieme del suo intervento, lasciava però intravedere quanto la pesante realtà del Sud — fatta di miseria, di disocoupazdone, di ricatti padronali — passi comun-que sulla pelle degli o-perai per quanto allineati ed iscritti al PCI.

Oggi i lavori del con-gresso proseguono per Commissioni, che preve-dono relazioni introduttive specifiche e poi un di-battito « a ruota libera », sui temi del''autonomia e democrazia del sindacato, sui suo ruolo nella situa-zione internazionale, sulle questioni dei giovani, del-le donne e del Sud, sul-la programmazione indu-striale e sulle questioni del contratto di lavoro e deUa struttura dd sala-rio.

S:

iì^,

«H»

i'Nt :

. j f . » > m i m I J ^ 4 »