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N° 25, luglio 2010

Nel mondo delle formiche

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2 EDITORIALE

Impariamo dalle formiche

IndiceArti e mestieri delle formiche 3Femmine al potere 6Da modello a spauracchio 8Formiche tra passione e lavoro 10A un passo da te. Un passo per te 13In breve 14Attività giovanili 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoSegreteria:Vl. Stazione 10, c.p. 2317,6500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura.ch/tiCommissione redazionale:Christian Bernasconi, Fiorenzo Dadò,Andrea Persico, Nicola Schoenenber-ger, Luca Vetterli, Serena WiederkehrRedattrice responsabile:Serena WiederkehrProduzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, InterlakenTiratura:2700Immagini di copertina:Formica in esplorazione sul fiore diun’orchidea e alle prese con gli afidisu un’infiorescenza di pane e vino(foto: Andrea Persico).

Una formica operaia del segretariato di Pro Na-

tura: Christian Bernasconi, mirmecologo (foto:

Pro Natura, Andrea Persico).

anni fa, mi dissi: “mi piacerebbe lavo-rare qui!” E finalmente ci siamo.In occasione del suo cinquantesimo an-niversario, Pro Natura Ticino ha infattideciso di rilanciare il Centro UomoNa-tura (articolo a pagina 13). Si tratta di unprogetto concreto in favore della popo-lazione che, ne sono certo, ridarà armo-nia e solidità ad una struttura tanto pre-ziosa per tutta la regione.Per me, che assieme a mia moglie Lorenza, all’amico Giuseppe e con ilsostegno di Pro Natura, avrò l’onore dioccuparmi della gestione della struttura,significa assistere alla realizzazione diun sogno inseguito con insistenza da di-versi anni. Proprio come per le formi-che, raggiungere un obiettivo di questaportata è possibile solo con la collabo-razione di numerose persone. Vorreiquindi ringraziare tutti coloro che hannocontribuito, contribuiscono e contribui-ranno a concretizzare questo progetto!

Christian Bernasconi

Le formiche, non lo nego, sono la miapassione. Con un’organizzazione socialeche a volte ha dell’incredibile, la vita diquesti insetti mi affascina a tal puntoche da parecchi anni sono l’oggetto dellemie ricerche e del mio lavoro. Durante i miei studi sulle formiche hoavuto la fortuna di scoprire una nuovaspecie, evento gratificante per un ricer-catore, ma ho soprattutto imparato che latenacia e la collaborazione sono, propriocome per le formiche descritte in questarivista, elementi chiave per raggiungeregli obiettivi personali, anche i più labo-riosi, che ognuno di noi si prefigge.Prendiamo ad esempio il Centro Uomo-Natura di Acquacalda, struttura che hasvolto un ruolo pionieristico in passatonel campo dell’ecologia, ma che ora ne-cessita più che mai di nuova energia. IlCentro si trova nell’incantevole regionedel Lucomagno ed è la struttura idealeper tutti coloro che desiderano rigene-rarsi nel mezzo della natura alpina. Giàdopo la mia prima visita al Centro 18

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CONOSCERE 3

Arti e mestieri delleformichePiccole, comuni e apparentemente simili tra loro, le formiche non solosono cosmopolite ed adattate ad ogni tipo di ambiente del globo madanno prova di una sorprendente maestria nell’esercizio dei più di-sparati mestieri come l’agricoltura, la tessitura e la caccia organizzata.Uno sguardo sull’arte biodiversa di arrangiarsi in ogni situazione.

seri umani! Una sola colonia di formichenomadi africane può contare più di 20milioni di operaie; la colonia di For-mica yessensis sull’isola di Hokkaidoin Giappone conta all’incirca 306 mi-lioni di operaie distribuite su una super-ficie di 2,7 km2; la formica Linepithemahumile, che sta colonizzando progressi-vamente le regioni a clima mediterraneodi tutto il mondo, ha formato una colo-nia di diversi miliardi di individui che siestende per circa 6000 km dal Golfo diGenova al nord est della Spagna.

Una maglia nella rete della vitaGrazie alla loro organizzazione sociale,alla loro abbondanza e alla loro diversitàdi comportamento, le formiche coloniz-zano e influenzano gran parte degli eco-sistemi terrestri, eccezion fatta per leregioni polari e la Groenlandia: essesono le principali predatrici d’altri insetti

Abbondanza impressionante dispecie…Fino ad oggi (10 giugno 2010) sonostate descritte 12597 specie di formichema il loro numero è destinato a crescere.Nel 1990 erano 9000 e da allora, grazieall’ispezione di nuovi habitat e alle ana-lisi sempre più minuziose, ne viene sco-perta in media una nuova ogni tre giorni.In Europa vivono circa 430 specie dicui quasi 140 in Svizzera e una novan-tina in Ticino. Ben più ricchi sono i tro-pici: in America Latina si sono finora ri-scontrate 2250 specie e molte di esseconvivono in uno spazio ristretto: è notoad esempio il caso di un solo albero chene ospita ben 43.

… e di individuiTra gli insetti, le formiche formano lepopolazioni più abbondanti al punto cheil loro peso supera quello di tutti gli es-

Entrata di un nido di formiche Camponotus sp.

in un tronco (foto: Christian Bernasconi).

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e artropodi e raccolgono, da veri e pro-pri spazzini, grandi quantità di organi-smi morti che trascinano al loro nidocome cibo. Per dare un’idea del grandeimpatto ecologico delle formiche il pro-fessor Mario Pavan calcolò che l’in-sieme delle formiche dei boschi delleAlpi italiane è in grado di catturare24000 tonnellate di cibo, di cui 14500tonnellate di insetti, in 200 giorni di at-tività. Le formiche trasportano pure mol-tissimi semi contribuendo così alla di-spersione di numerose specie vegetali.

Un’organizzazione perfettaTutte le formiche conducono vita so-ciale e si spartiscono generalmente il la-voro secondo ruoli precisi: la regina,femmina feconda, depone le uova e as-sicura così la continuità della colonia; leoperaie, femmine sterili, cercano il cibo,costruiscono il nido e nutrono i giovani,occupandosi praticamente di tutto; i ma-schi, dalla vita effimera (un paio di set-timane), infine altro non fanno che fe-condare la regina durante il volo nuziale.Le formiche hanno sviluppato un’infi-nità di stratagemmi che permetton lorodi adattarsi con successo ai più disparatiambienti.

Formiche nomadi…Le formiche nomadi (o legionarie) delleforeste equatoriali americane e africaneformano colonie molto popolose e vo-raci: quando cacciano, esse avanzano suun largo fronte e, grazie al loro numeroe alle loro potenti mandibole, catturanotutte le prede viventi che incontrano sulloro cammino. Queste formiche consu-

mano molto cibo e devono dislocarsispesso per accedere a nuovi territori dicaccia. Per questa ragione, invece di co-struire un vero e proprio nido, creano ac-campamenti temporanei, detti bivacchi,formati dal corpo di moltissime operaie(fino a 750 mila!) unite tra loro. In que-sto modo, la regina e i giovani che vi-vono al centro del bivacco sono al sicuroe gli spostamenti della colonia richie-dono meno tempo.

…coltivatrici di funghi…Le formiche tagliafoglie che vivono nelNuovo Mondo, sono gli unici animaliche coltivano funghi. A questo scoposminuzzano le foglie degli alberi e le ri-portano al nido per trasformarle in ter-reno fertile sul quale far crescere i fun-ghi, unico alimento della colonia. Leoperaie si dividono il lavoro secondo lataglia: quelle più grandi sezionano lefoglie all’esterno mentre le più piccolelavorano la terra all’interno del formi-caio. Queste formiche, dalle colonie ol-tremodo popolose (da 5 a 8 milioni di in-dividui!) creano talvolta gravi danni allecolture.

…serbatoi viventi…Nelle formiche otri di miele (genereMyrmecocystus), alcune operaie si tra-sformano in serbatoi viventi per la co-lonia. Nei loro stomaci immagazzinanouna gran quantità di cibo liquido che dàloro l’apparenza di damigiane. Le ri-serve servono per sfamare la colonia intempo di carestia: alle operaie affamatebasterà in questo caso richiedere il ciboalle proprie sorelle serbatoio.

Formicaio di formiche dei boschi, in questo

caso di Formica lugubris, nelle foreste del Lu-

comagno (foto: Christian Bernasconi).

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Da sinistra: nido di formiche cucitrici (cuciture

in seta ben visibili); soldato di formiche nomadi

dalle impressionanti mandibole; operaia di for-

miche coltivatrici di funghi alle prese con una

foglia; operaie di formiche coltivatrici di funghi

trasportano pezzi di foglie verso il nido, formi-

che otri di miele all’interno del formicaio. (Foto:

Alexander Wild, gentilmente concesse dall’au-

tore – www.alexanderwild.com)

getale, esse climatizzano il proprio for-micaio ad una temperatura costante dicirca 25°C nella stagione d’attività, an-che quando fuori fa freddo o più caldo.Il calore che permette di mantenere unatemperatura elevata é prodotto dal me-tabolismo delle formiche. Per nutrirsiesse ingeriscono grandi quantità di me-lata, un liquido zuccherino prodotto da-gli afidi che vivono sulle piante. La di-gestione di questi zuccheri é unareazione che libera molta energia sottoforma di calore e sono proprio queste ca-lorie a mantenere caldo il nido. La tem-peratura viene poi regolata aprendo echiudendo le entrate del formicaio,arieggiandolo secondo le necessità.In questo modo il nido diventa un’effi-cace incubatrice che assicura alle larveuno sviluppo più rapido e quindi un van-taggio concorrenziale rispetto alle specieche non sono in grado di regolare latemperatura del nido.

Grazie al loro numero strepitoso e ailoro molteplici comportamenti le for-miche assumono ruoli determinanti neipiù svariati ecosistemi; le loro attività,sulle quali moltissimo resta ancora dascoprire, costituiscono un anello fonda-mentale nel grande puzzle biodiversoche è il nostro mondo.

Christian Bernasconi

…tessitrici di seta…Le formiche tessitrici costruiscono illoro nido sugli alberi. A centinaia le ope-raie si dispongono sul bordo di due fo-glie vicine, afferrandone una con lezampe posteriori e l’altra con le mandi-bole o le zampe anteriori; in seguito ti-rano, avvicinando i due bordi. Se lo spa-zio tra due foglie è eccessivo, le operaieformano delle catene di più individuitra una foglia all’altra e si mettono a ti-rare tutte assieme. Appena i due bordisono vicini, altre operaie accorrono tra-sportando tra le mandibole le giovanilarve e le stimolano affinché producanodella seta, poi queste operaie si muovonoda una parte all’altra come se avesseroun ago usando il filo di seta, per cucireassieme le due foglie. Una o più fogliecucite formano il formicaio dentro ilquale trova riparo tutta la colonia.

…schiaviste…Le formiche dei generi Raptiformica ePolyergus praticano lo schiavismo: ef-fettuano delle incursioni nei nidi di altrespecie per rubarne le larve e portarle alproprio nido. Di ritorno a casa le larverapite si trasformeranno in formicheadulte e lavoreranno per la coloniaschiavista.

…e in grado di climatizzare ilformicaio…Non da meno, in quanto ad abilità, sonole nostre formiche dei boschi, che pre-diligono le foreste di conifere di monta-gna. Riconoscibili da lontano dai loronidi a forma di monticello, costruiti conaghi di pino, abete o altro materiale ve-

CONOSCERE 5

Una nuova specie di formicaUno studio condotto nel Parco Nazio-nale Svizzero in Engadina e conclusonel 2009, ha permesso di scoprire unanuova specie di formica dei boschi,mai osservata finora. La formica, chepotrebbe essere prossimamente bat-tezzata Formica helvetica, è stata sco-perta grazie ad un approcciomultidisciplinare comprendente ana-lisi genetiche, comportamentali, mor-fologiche e chimiche.Per saperne di più: C. Bernasconi(2009). Integrative taxonomy of theFormica rufa group. Tesi di dottoratodell’Università di Losanna.

Regina di Formica helvetica, una specie di for-

mica dei boschi recentemente scoperta nel

Parco Nazionale Svizzero in Engadina (foto:

Christian Bernasconi).

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Femmine al potereLe formiche sono, insieme alle api, i più noti fra gli insetti sociali. La vitain società implica dei ruoli ed una suddivisione del potere molto pre-cisa: in questo microcosmo tutto matriarcale, ogni individuo ha il pro-prio posto e compito in funzione del benessere della comunità.

In un formicaio vivono diversi tipi diindividui che durante l’anno devono ri-spettare i loro doveri per il bene della co-lonia.

Operaie, al lavoro!Le operaie, femmine sterili e senz’ali,sono le formiche più numerose del for-micaio e svolgono tutte le principali at-tività della colonia. Si prendono curadelle uova, delle larve e della regina, ri-parano le gallerie, cercano il cibo e ilmateriale da costruzione, difendono lacolonia e assumono tutte le altre incom-benze fuorché la riproduzione. Sebbenele formiche siano gli insetti lavoratoriper eccellenza, una parte di operaie ri-

mane inattiva per la maggior parte deltempo. Queste formiche, dette pattu-gliatrici, sono delle vere e proprie ri-serve pronte a svolgere qualsiasi lavoroin caso di necessità.

Sesso: una volta bastaA dipendenza della specie, un formi-caio può contenere da una a più di milleregine, tutte con l’unico scopo di de-porre le uova. Più grandi delle operaie,le giovani regine possiedono ali che per-mettono loro di partecipare al volo nu-ziale durante il quale incontrano i ma-schi. Le regine si accoppiano una solavolta nella vita e, in genere, con un solomaschio. Lo sperma ricevuto durantel’accoppiamento é immagazzinato inuno speciale organo, la spermateca, eservirà a fecondare le uova deposte du-rante tutta la vita.Le uova danno origine alle larve che inseguito si svilupperanno in ninfe per poidiventare formiche adulte.

Vita da maschiDiversamente dalle operaie e dalle re-gine, i maschi (alati) si sviluppano dauova non fecondate e hanno il solo com-pito di fecondare le regine. Sono pre-senti nel formicaio unicamente duranteil periodo del volo nuziale e sono desti-nati a morire nel giro di qualche oradopo l’accoppiamento. Le formichealate che spesso osserviamo durantel’estate non sono altro che gli individuisessuati (maschi e regine) pronti a par-tecipare al volo nuziale.

Una partenza difficileGeneralmente, dopo l’accoppiamento,la regina si strappa le ali per legarsi de-finitivamente alla vita terrena, dopodi-chè cerca un luogo sicuro in cui deporre

Maschio (in alto) e femmina (in basso) di formi-

che dei boschi durante l’accoppiamento (foto:

Christian Bernasconi).

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Operaia del genere Tetramorium alle prese con una larva (foto: Andrea Persico).

le prime uova e dare avvio ad una nuovacolonia. Il riassorbimento dei muscolialari, ormai inutili, le fornirà l’energianecessaria a sfamare le prime larve e,non appena le giovani operaie sarannonate, si prenderanno cura della regina edelle proprie sorelle.La fondazione di una nuova colonia é ilperiodo più pericoloso nella vita delleregine, soprattutto a causa della preda-zione. Sebbene ogni anno vi siaun’enorme produzione di individui ses-suati, sono pochissime le regine che riu-sciranno ad avviare una nuova colonia.

Casa o quartiere?L’organizzazione sociale varia da unaspecie all’altra. Nel caso più semplice unformicaio ospita la regina con le sueoperaie, in altri casi può ospitare diverseregine, in altri ancora una sola coloniapuò abitare numerosi formicai sparsi,tra i quali le formiche si spostano libe-ramente, occupando così grandi super-fici. Nel Canton Vaud, ad esempio, unasola colonia di Formica paralugubris

occupa 1200 formicai sparpagliati sucirca 70 ettari in cui convivono fino a1500 regine in un singolo formicaio.

Mezzi di comunicazioneLa comunicazione chimica è un sistemadi scambio di informazioni molto effi-cace nelle formiche. Alcune sostanzesecrete dalle operaie, ad esempio, per-mettono di riconoscere gli individui ap-partenenti alla stessa colonia da quelliestranei o di dare l’allarme in caso di pe-ricolo. Altre segnalano il sentiero checonduce ad una fonte di cibo: le colonnedi formiche che sembrano spostarsilungo una linea immaginaria non fannoaltro che seguire una traccia segnaleticaodorosa.Esistono poi delle formiche in grado didare l’allarme con messaggi sonori tam-bureggiando l’addome sulle foglie checostituiscono il loro nido.Gli efficaci sistemi di comunicazionedelle formiche sono alla base della loroorganizzazione sociale.

Christian Bernasconi

La socialitàL’apparizione della socialità che rim-piazzò la vita solitaria in seno alle co-lonie è una delle tappe più importantidell’evoluzione. Le prime società diformiche comparvero circa 120 mi-lioni di anni fa e i loro antenati eranodelle vespe ancestrali solitarie. Perquale ragione si sono trasformate inesseri sociali? L’ipotesi più accredi-tata è quella dell’evoluzione per sele-zione di parentela, secondo cui moltidei comportamenti altruistici che gliindividui manifestano nel corso dellaloro vita sono soprattutto diretti versoi parenti stretti, perché in tal modol'altruista può incrementare indiretta-mente la trasmissione del proprio pa-trimonio genetico alle futuregenerazioni.Nel caso delle formiche, ad esempio,le operaie non si riproducono ma aiu-tano la regina a produrre nuove ope-raie, loro sorelle, assicurando inmaniera indiretta la dispersione deipropri geni.

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8 CONOSCERE

Da modello a spauracchioLa formica popola l’immaginario dell’uomo sin dall’antichità. Aspettiquali la socialità, l’operosità o il legame con il mondo sotterraneo dasempre affascinano e spaventano. Nel Medioevo la formica assumeaspetti demoniaci; col positivismo scientifico diventa guerriera, ca-pace di sbarazzarsi di insetti nocivi e nella cinematografia ne vengonoassociate ogni sorta di mostruosità o ossessioni. Non mancano peròtestimonianze cinematografiche o letterarie che scoprono quest’in-setti nel loro mondo, lasciando alle spalle i pregiudizi.

Operaie del genere Camponotus che sorve-

gliano l’entrata del nido (foto: Christian Berna-

sconi).

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La formica nell’antichità…Se con la celebre favola di Esopo as-surge a modello industrioso da contrap-porre all’imprevidente cicala, i primi ri-ferimenti a questo insetto sono benprecedenti e risalgono addirittura a ReSalomone (X sec. a.C.). “Va' dalla for-mica, o pigro, guarda le sue abitudini ediventa saggio”, dice un suo proverbioche apre la strada ad una reputazionecontraddistinta da saggezza e intelli-genza. Più tardi ne parlano i principaliautori greci – poi il poeta latino Orazio,che si meraviglia per la sua laboriosità,e Plinio il Vecchio, che a lei dedica unintero capitolo della sua Storia degli ani-mali. Spesso però le considerazioni sonocolme di speculazioni e le formiche di-ventano di volta in volta prossime pervirtù all’uomo, guardiane di improbabiliminiere d’oro o devote e servili colla-boratrici. I grandi testi sacri, come ilTalmud e il Corano, non fanno ecce-zione, riportando comportamenti o pre-sunte virtù di questi insetti.Ancor più intrinseco è il legame tral’uomo e la formica presso i Mirmidoni.Già citati da Omero nell’Iliade e da Ovi-dio nelle Metamorfosi, i Mirmidoni, po-polo guidato da Achille nella guerra con-tro Troia, discenderebbreo da formicherese uomini da Zeus o addirittura dallarelazione fra Eurimedusa e lo stessoZeus trasformato in formica.

… nel MedioevoNel Medioevo il rapporto con la naturacambia e le credenze prendono il so-

pravvento sull’osservazione, moltipli-cando favole e superstizioni. La formicadiventa un animale temuto, nero come laterra e come il demonio, e le sue carat-teristiche anatomiche vanno a costituireveri e propri mostri, come il Mirmico-leone. Descritto da molti bestiari me-dioevali, è leone nella parte anteriore eformica in quella posteriore. Non po-tendosi nutrire né come il padre felino,né come la madre insetto, muore pochigiorni dopo la nascita.Bisognerà attendere il XVII secolo, conLa Fontaine e Boileau, per ritrovare piùcompiutamente la formica in letteratura.Nel secolo successivo il filosofo natu-ralista René Antoine Ferchault de Réau-mur, noto per studi sulla temperatura,sulla metallurgia e appassionato ento-mologo, torna ai valori del mondo an-tico, indicando nell’assenza di avver-sione provata alla vista della formica –se comparata a quella di uno scarafaggio– un sintomo della considerazione chel’uomo ha per lei.

… e nell’Era modernaDalla fine del XIX secolo gli insetti ces-sano di essere semplici modelli o im-probabili mostri. Celebri entomologi,come lo statunitense L. O. Howard, pro-muovono campagne di messa in guardianei confronti di quelli nocivi per l’agri-coltura tirando in ballo anche le nuovespecie scoperte nelle colonie. In questocontesto la paura delle formiche vienestemperata da una reputazione che le di-pinge come guerriere capaci di sbaraz-

zarsi di animali infestanti. Sono questenuove angosce, mischiate al sentimentodi una prossima fine, che vanno a for-mare il substrato da cui attinge ad inizioNovecento lo scrittore britannico H. G.Wells per elaborare i suoi romanzi vi-sionari. Ritenuto uno dei padri del-l’odierna fantascienza, egli dà pienosfogo alle sue ossessioni caratterizzateda mostri giganti simili a crostacei o daformiche tanto invincibili quanto cru-deli.Dopo gli anni Quaranta, le sconvolgentiimmagini di guerra e l’impressione pro-vocata nei soldati al ritorno dal frontedai cadaveri infestati di formiche, con-tribuiscono a portare nuova linfa all’in-dustria cinematografica e molte pelli-cole non fanno altro che cavalcarefantasie mostruose insistendo con sce-neggiature che mischiano orrore e fan-tascienza. In opposizione a questa cor-rente, negli ultimi anni nascono invecefilm come Microcosmos di Claude Nu-ridsany e Marie Perennou (Francia,1996), che va alla scoperta degli insettie del loro universo cercando di dimenti-care i pregiudizi. D’altro genere è inveceil caso del disegno animato Z la formicadi Eric Darnell e Tim Johnson (USA,1998), apprezzato dal pubblico ma cri-ticato dagli esperti per le dubbie analo-gie tracciate fra società umana e delleformiche, o quello di Atom la formicaatomica, di Hanna e Barbera (USA,1965) che, lungi da ogni di realismo, sidiverte a immaginare le avventure diuna minuscola formica supereroe.

La cicala e la formica: morale fuori... luogo

La favola della cicala e la formica la cui morale è “chi nulla fa, nulla ottiene“ noncalza alle formiche delle nostre latitudini. Il racconto si adatta meglio alle re-gioni mediterranee in cui diverse specie di formiche che si nutrono di grani, inparticolare quelle del genere Messor, fanno effettivamente scorte di cibo in vistadell’inverno. La maggior parte delle nostre formiche invece con l’arrivo dell’au-tunno diminuisce progressivamente l’attività fino a scivolare in uno stato di tor-pore invernale durante il quale non hanno bisogno di nutrirsi... ed è anche perquesto che in primavera approdano affamate nelle nostre cucine!

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10 A QUATTR’OCCHI CON

Formiche tra passionee lavoroLe formiche suscitano da sempre grande interesse anche nel mondoscientifico. Numerose ricerche sono finora state condotte su questiinsetti ma molte ancora sono le domande alle quali si cerca una ri-sposta. Chi se ne occupa in Ticino? E perché? Ci rispondono LuciaPollini Paltrinieri, curatrice presso il Museo cantonale di storia naturalea Lugano, Isabella Giacalone Forini e Anya Rossi-Pedruzzi biologheindipendenti. Intervista di Christian Bernasconi.

lavorare su un gruppo di insetti. Vistoche tutti gli altri erano stati presi, hoscelto le formiche. Mi sarebbe piaciutolavorare sulle api o altro, ma gli espertic’erano già.

“Quando vedi una formica così,sei contenta. È bellissima!”

(Isabella)

Anya: io nel 2005, con un progetto perun corso all’università di Losanna. Poiho continuato col lavoro di master sulleformiche dei boschi nel 2007. Quandoho finito l’uni ho ricevuto un mandatosulla Lista Rossa delle formiche dei bo-schi, poi ho iniziato a determinare leformiche in generale per Marco Moretti.

Domanda di Christian: quando e perchéavete iniziato ad occuparvi di formiche?Lucia: ho iniziato nell’estate 1997 du-rante il mio primo impiego a Changins[centro di ricerca agronomica federalenel Canton Vaud]. Mi hanno chiesto dioccuparmi dell’identificazione delle for-miche e ho accettato. Il mio primogruppo, quello che attualmente conoscomeglio, sono comunque i ditteri. Oraperò mi occupo delle collezioni del Mu-seo cantonale di storia naturale e non diricerca o di identificazioni.Isabella: anch’io ho cominciato nel1997, ma presso il WSL [Istituto fede-rale di ricerche forestali], sotto la dire-zione di Marco Moretti. Si trattava di unprogramma occupazionale per iniziare a

Di fronte e da sinistra a destra: Anya Rossi-Pe-

druzzi, Isabella Giacalone Forini e Lucia Pollini

Paltrinieri, intervistate da Christian Bernasconi

(di spalle a sinistra) e Serena Wiederkehr (di

spalle a destra). (Foto: Pro Natura, Andrea Per-

sico.)

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A QUATTR’OCCHI CON 11

Quindi nessuna di voi ha iniziato perpura passione?Lucia: A dire il vero ho letto il libro“Journey to the ants” prima di comin-ciare. L’ho letto in inglese e mi è piaciutomolto! Questa lettura ha veramente con-tribuito ad appassionarmi al gruppo.Isabella: Anch’io l’ho letto durante ilmio primo lavoro sulle formiche. Loconsiglio “al mondo” anche se nonviene sempre apprezzato per via di al-cuni passaggi un po’ tecnici.Anya: Io invece ho letto il mio primo li-bro sulle formiche a 13 anni, un ro-manzo di Bernard Werber che parla di

[Al Museo] abbiamo 86 specie [...]per un totale di 8000 individui.

Sono stati tutti contati!” (Lucia)

formiche. Mi era piaciuto molto, ma poidurante gli studi mi sono resa conto cheè più fantascienza che realtà scientifica.

Cosa dicono le persone attorno a voiquando scoprono che siete esperte diformiche?Isabella: Di solito mi chiedono: “maperché, ci sono più di due specie? Nonci sono solo le nere e le rosse?”Lucia: spesso dicono solo “aaah, inte-ressante” per poi cambiare argomento…Anya: Molto spesso mi pongono do-mande tipo “ ma come eliminiamo leformiche dalla cucina ?” [… risata ge-nerale tra le mirmecologhe: che in coroaffermano che…] questa è sicuramentela domanda più frequente.

E cosa rispondete? Perché i trucchi delmestiere sono diversi!Anya: io consiglio di usare il burro an-dato a male perché è simile all’odore di“cimitero di formiche”! Altrimenti bastatenere in mano una formica viva. Saràlei a dare un segnale di allarme che faràallontanare le altre… però dura pochiminuti e dunque non è molto efficace.Lucia: dico di mettere del pepe vicinoalle entrate del nido. Inoltre consiglio unefficace repellente biologico [per infor-mazioni chiedete al Museo cantonale distoria naturale].Isabella: usate la menta! Io di solito pre-paro un tè di menta e lavo la cucina conil tè. Allontana le formiche e profuma il

locale. Ma nei casi gravi uso l’aspira-polvere… perché quando ci si mettonosono veramente fastidiose!

Qual è la vostra formica preferita,quella alla quale pensate quando siparla di formiche?Anya: Formica polyctena, una delle spe-cie su cui ho svolto il mio lavoro di ma-ster. È proprio bella!Isabella: Devo dire che non penso mai auna sola, ma quella che mi ha colpito dipiù è la Pyramica argiola che ha grandimandibole direzionate in avanti [con lebraccia mima le mandibole]. L’ho tro-vata determinando il materiale prove-niente dal Monte Caslano. Avevo ap-pena identificato una serie infinita dellesolite Leptothorax, e l’ultimo campioneprima di partire per il concerto di IvanoFossati era una Pyramica argiola! Hofatto 4000 salti di gioia! Quando vediuna formica così, sei contenta. È bellis-sima!Anya: secondo me non è poi così bella![risate].Lucia: io penso alle Camponotus perchéabbiamo avuto un’invasione a casa no-stra. È successo prima di lavorare sulleformiche e da lì ho iniziato a documen-tarmi. Inoltre uso dei campioni di Cam-ponotus e di Plagiolepis per mostrare leformiche più grandi e le più piccole

“Quando ho iniziato io [a studiarele formiche] c’erano già degli

esperti in circolazione. È un’ottimacosa poter scambiare le informa-

zioni ed aiutarsi.”(Anya)

presenti da noi! Questo provoca sempremolta meraviglia nel pubblico.Sono aneddoti che piacciono.

A proposito di aneddoti, ce ne voleteraccontare uno che narrate quando fatedelle attività per il pubblico oppure chevi ha particolarmente colpite?Isabella: uno l’ho letto in “journey to theants” e racconta che la regina che havissuto più a lungo è rimasta una tren-tina d’anni in laboratorio. Oppure quellodella relazione tra le farfalle Maculineae le formiche Myrmica. La larva di unapiccola farfalla produce sostanze chi-miche simili a quelle di una larva di for-

Dall’alto: Anya durante l’osservazione con uno

stereomicroscopio, Isabella alla ricerca di for-

miche su un tronco e Lucia con una formica sul

braccio (foto: Pro Natura, Andrea Persico).

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Page 12: Nel mondo delle formiche - Pro Natura Ti · N ¡ 25, luglio 2010 Nel mondo delle formiche Rivista-25.qxd:Rivista Ti 21.6.2010 20.10 Pagina 1

12 A QUATTR’OCCHI CON

Dettaglio delle ricche collezioni del Museo can-

tonale di storia naturale (foto: Pro Natura, An-

drea Persico).

lezioni sono importanti per una testi-monianza dei lavori fatti e come base dilavoro per il futuro.

Quanti campioni di formiche sono de-positati presso il Museo cantonale distoria naturale?Lucia [estrae un bigino]: abbiamo 86specie, ma non sono ancora tutte quellepresenti in Ticino. Quelle che mancanoarriveranno con la fine dei progetti at-tualmente in corso o appena finiti. Poiabbiamo 3000 numeri di catalogo per untotale di 8000 individui. Sono stati tutticontati! Preparare una collezione è ungrosso lavoro. Una cassetta di conser-vazione vale circa 6000 franchi, con-tando materiale e ore di preparazione.

“Ma come eliminiamo le formichedalla cucina ? [… risata gene-

rale…] questa è sicuramente ladomanda più frequente.” (Anya)

Anya e Isabella: sì è un grosso lavoro,ma poi è molto utile perché se fatto beneti permette di ritrovare velocemente icampioni che ti servono.

Consigliereste a dei giovani che vo-gliono appassionarsi a un gruppo di la-vorare sulle formiche?Lucia: così poi ci fanno concorrenza [ri-sate]. Scherzi a parte direi di sì! Piùesperti ci sono e meglio è! La passioneper un gruppo di solito nasce sponta-neamente quando ci lavori. Il vantaggiodelle formiche è che esistono molti datiche permettono di andare avanti con lericerche. Se hai un gruppo nuovo nonhai molti elementi di confronto ed è dif-ficile iniziare.Isabella: sono d’accordo. Più si è e me-glio è. In questo modo hai un confronto.Anya: sì, lo farei. Anche quando ho ini-ziato io c’erano già degli esperti in cir-colazione. È un’ottima cosa poter scam-biare le informazioni ed aiutarsi.

Cosa direste ai futuri appassionati?Tutte: proprio in questi giorni sta pren-dendo forma l’idea di creare un lavoro disintesi per sfruttare la grande banca datipresente al Museo cantonale di storianaturale. Affaire à suivre quindi…

Grazie per l’intervista!

miche e di conseguenza si fa trasportarenel formicaio dove viene accudita, nu-trita e protetta fino a quando diventeràfarfalla e volerà fuori dal formicaio.Lucia: io parlo molto della fondazionedelle colonie e della vita sociale, spie-gando che non è così pacifica. Ci sonolotte interne, uccisioni di regine, formi-che schiaviste eccetera. Sembra un rac-conto epico e questo di solito affascinasia i piccoli che gli adulti.Anya: Quando ho seguito la formazioneper riconoscere le formiche dei boschicon Anne Freitag del museo di zoologiadi Losanna, mi ha spiegato che Formicatruncorum è difficile da trovare. “T’in-segno come riconoscerla ma non la tro-verai mai”, mi disse. Il giorno dopo misono fermata per caso sul bordo dellastrada e ho proprio trovato quella specie.Anne ci è rimasta un po’ male, ma poiper consolarla le ho regalato le formiche.Ero abbastanza fiera della mia scoperta!

Passando all’ecologia: come giudicatela situazione delle formiche in Ticino?Isabella: per le formiche dei boschi do-vresti chiedere all’esperto! [pensa aChristian!] Per le altre direi abbastanzabene. Dai risultati del progetto “Biodi-vercity” del WSL le formiche stannobene anche in città. Tuttavia, si deve fareattenzione. Spesso si parla della moria diapi dovuta a pesticidi, ma non dimenti-chiamo che essi sono nocivi anche per lealtre specie, formiche comprese!Lucia: diciamo che per alcuni versi leformiche sono più flessibili e reagisconomeglio ai cambiamenti dell’habitat.

“Di solito mi chiedono: ma perché,ci sono più di due specie? Non ci

sono solo le nere e le rosse?”(Isabella)

Tuttavia anche per loro esiste il pro-blema della distruzione degli habitat: lespecie che vivono nei prati magri sonoquelle più frequenti sulla Lista Rossa.

Qual è il ruolo delle collezioni del mu-seo per le formiche?Lucia: Hanno un ruolo storico. Sonouno scrigno del tempo perché tutti glistudiosi sulle formiche in Ticino hannoceduto dei campioni al museo. Le col-

Journey to the ants di Bert Hölldoblere Edward O. Wilson, è disponibile an-che in italiano. Il titolo esatto è: For-miche. Storia di un'esplorazione scien-tifica. Edito da Adelphi.

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Page 13: Nel mondo delle formiche - Pro Natura Ti · N ¡ 25, luglio 2010 Nel mondo delle formiche Rivista-25.qxd:Rivista Ti 21.6.2010 20.10 Pagina 1

CON GLI ALTRI 13

50 invidiabili candelineNata il 27 agosto 1960, per volere di unpiccolo gruppo di amanti della natura,Pro Natura sta per festeggiare il suo Cin-quantenario. Lo vogliamo fare nel mododescritto nel prospetto allegato, guar-dando avanti e puntando diritto sul mi-glioramento del rapporto dell’uomo conla natura. A questo proposito la prima-vera scorsa si è presentata l’occasioneunica di rilanciare il centro UomoNaturasul Lucomagno, riprendendone, dopouna fase transitoria, la proprietà.

Progetto impegnativoLa futura gestione del Centro sarà affi-data a Lorenza e Christian Bernasconi eGiuseppe Gaggetta che nell’odierna fasene sono i proprietari. Con loro stiamorinnovando il centro per poterlo riaprireal pubblico nel 2011 dopo un breve in-termezzo quest’estate (vedi riquadro).Dopo aver stanziato un primo contri-buto di 350 mila franchi intendiamo oraraccogliere presso sponsor e il pubblicoticinese un milione di franchi per poterIl Pizzo Colombe o Campanitt separa il Luco-

magno dalla regione di Piora (foto: Andrea Per-

sico).

A destra: Christian, Lorenza e Giuseppe (foto:

Pro Natura Ticino).

A un passo da te.Un passo per te.Il Passo del Lucomagno fa da scenario all’azione del nostro Cinquan-tenario: l’apertura del Centro Pro Natura ad Acquacalda nel 2011. Perrealizzare l’ambizioso progetto, stiamo cercando un milione di franchi:ai nostri membri chiediamo un generoso contributo per abbordare nelmigliore dei modi i prossimi cinquant’anni d’attività.

completare felicemente l’operazione.Essa sta rivelandosi più onerosa del pre-visto perché la sicurezza contro il fuococi impone, con lo spostamento dellescale, modifiche strutturali all’edificio.

Un investimento per il futuroLa rimessa a nuovo del Centro è neces-saria per garantire un’accoglienza accu-rata e durevole di gruppi e ospiti singolie un’offerta culturale di qualità. Secondoi piani, gli introiti del ristorante, basatosu prodotti genuini locali, e quelli del-l’albergo, la cui capienza verrà legger-mente ridotta per aumentare il comfort,permetteranno di finanziare l’offerta diconferenze, escursioni guidate, corsi, se-minari e incontri sul rapporto uomo-na-tura. Tutto ciò presuppone però che l’in-vestimento iniziale venga coperto da ProNatura e dai proventi della colletta percui lanciamo ai nostri soci l’appello avolerci sostenere con generosità in que-sta bella operazione per il primo e unicocentro Pro Natura in Ticino con risto-rante e alloggio.

Luca Vetterli

Bar apertoIl bar è aperto con la nuova gestionee offre bevande e piatti freddi. Agibilesarà pure il campeggio. Ristorantecon piatti caldi e albergo riaprono in-vece i battenti nel 2011, dopo i lavoridi ristrutturazione.Maggiori informazioni su date e oraridi apertura disponibili sul nostro sito:www.pronatura-lucomagno.ch

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Page 14: Nel mondo delle formiche - Pro Natura Ti · N ¡ 25, luglio 2010 Nel mondo delle formiche Rivista-25.qxd:Rivista Ti 21.6.2010 20.10 Pagina 1

14 IN BREVE

Sopra: il moscardino (foto: Andrea Persico) e i

resti del suo pasto: nocciole rosicchiate (foto:

Sven Bu!chner). A lato: Nicola Patocchi, diret-

tore della Fondazione Bolle di Magadino, in-

contra Moritz Leuenberger (foto: ticinonline.ch)

Concorso!Mettete alla prova le vostre conoscenzedegli ambienti e delle specie con il test-concorso che trovate sul nostro sito in-ternet:www.pronatura.ch/ti/concorsoQuesto concorso, aperto a tutti, resteràattivo fino al 15 agosto, dopodichéestrarremo tra tutte le risposte giuste 5fortunati vincitori che riceveranno unadelle nostre super magliette a loro scelta.Buona fortuna!

Delta vivo!Finalmente ci siamo: al fiume Ticino èstata ridata la libertà di plasmarsi e tra-sformarsi il delta a suo piacimento. Ilmaggior progetto di rinaturazione flu-viale del nostro cantone è stato inaugu-rato il 5 maggio scorso. Realizzato dallaFondazione Bolle con l’appoggio deci-sivo del Dipartimento del territorio, essocorona trent’anni di sforzi di Pro Natura,del WWF e di Ficedula.Per saperne di più: www.bolledimaga-dino.com > Progetto “Delta Vivo” >inaugurazione.

La seconda

galleria c’è giàAllegato a questa rivista trovi il formu-lario della petizione per un Ticino vivi-bile e contro un pretestuoso raddoppiodella Galleria autostradale del San Got-tardo. I fautori del raddoppio intendonocogliere l’occasione della chiusura tem-poranea della galleria per lavori di ri-modernamento per richiederne il rad-doppio. Ma la seconda galleria perquest’evenienza c’è già: uno studio del-l’Iniziativa delle Alpi dimostra che dopol’apertura della Galleria di base del S.Gottardo, il tunnel attuale tra Göschenene Airolo basterà largamente per trasbor-dare autoveicoli e autocarri sul treno.Esso può garantire il collegamento colNord, aumentare la sicurezza e prevenireun’ulteriore valanga di traffico sugomma.Firma e fa firmare! Ulteriori informa-zioni (con possibilità di firma online):www.sud-nord.ch.

Caccia

alle noccioleQuest’anno Pro Natura propone unastrana ricerca: trovare nocciole rosic-chiate! Il nostro indiziato non è però loscoiattolo, che spacca le nocciole in due,e nemmeno il coleottero, che ne fora igusci, bensì il moscardino, un minu-scolo parente del ghiro, lungo tra 6 e 9centimetri soltanto (senza la coda). At-tivo di notte, il moscardino non si faquasi mai vedere e la sua diffusione inSvizzera è quasi sconosciuta. Per sco-prirla Pro Natura invita gruppi e classi digiovani alla caccia di nocciole rosic-chiate tra agosto e ottobre. Le regoleper questa caccia e i premi in palio sonodescritti sotto www.pronatura.ch/ti/mo-scardino (o in un volantino ottenibilepresso Pro Natura a Bellinzona).

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Page 15: Nel mondo delle formiche - Pro Natura Ti · N ¡ 25, luglio 2010 Nel mondo delle formiche Rivista-25.qxd:Rivista Ti 21.6.2010 20.10 Pagina 1

ZERO - SEDICI 15

Attività giovanili

La natura è anche divertimento (foto: Andrea

Persico).

Pomeriggio dei pipistrelliNei dintorni di Claro “indosserete” perun intero pomeriggio i panni di un pipi-strello. Tra giochi, mille peripezie e tantodivertimento sarà possibile scoprire ilmondo dei mitici chirotteri: come vi-vono, come vedono, come bevono emolto altro ancora! L’attività è previstaper i giovani e per le famiglie e si svol-gerà con un percorso a postazioni.

Data: sabato 18 settembre 2010.Luogo: Claro, ritrovo al campo di cal-cio. Dalle 14 alle 16 possibilità di par-tenza per il percorso.Maggiori informazioni: sul sitowww.pipistrelliticino.ch oppure contat-tando la nostra sede. In caso di pioggiail ritrovo è spostato all’istituto scola-stico di Claro dove saranno previste at-tività al coperto.Attività gratuita!

Alla conquista delle cimeLe montagne fanno parte della nostravita di tutti i giorni. Sono lì accanto anoi. Ma come si sono formate? Ci sonosempre state? Come mai ci sono dei fon-divalle differenti? Di cosa sono fatte? Sedesideri scoprire, osservare e divertirti incompagnia e in allegria, non esitare:vieni!!! Assieme faremo interessanti os-servazioni, una bella camminata e go-dremo anche di una splendida vista.

Data: domenica 10 ottobre 2010.Luogo e durata: Cardada, tutta la gior-nata.Equipaggiamento: buone scarpe, abiticaldi, K-way e un buon picnic.Partecipanti: da 10 a 15 anni, massimo20 partecipanti.Prezzo: 15.-

Come partecipare alle uscite?

Visitate il nostro sito: www.pronatura.ch/ti/giovani dove potete iscrivervi online,oppure spedite una cartolina postale firmata dai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di nascita e allergie a: Pro Natura Giovani, CP. 2317,6501 Bellinzona, possibilmente tre settimane prima dell’attività.Attenzione: l’assicurazione è a carico dei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e verranno fornite indicazioni sui luoghi, gli orarie il materiale da prendere.

Azione 72 ore per la natura!Partecipa con Pro Natura alla manife-stazione nazionale Azione 72 ore! Conaltri 30'000 ragazzi in tutta la Svizzera,il nostro gruppo porterà a termine unprogetto ancora segreto in favore del-l’ambiente in tempo da record: 72 ore!Per maggiori info sull’Azione 72 ore vi-sita il sito www.72ore.ch.

Data: da giovedì 9 settembre a dome-nica 12 settembre.Luogo: luogo ancora segreto, verrà co-municato ai partecipanti.Durata: da giovedì alle 18.11 a dome-nica alle 18.11. Per il venerdì è possibileottenere una dispensa scolastica soste-nuta dal dipartimento dell’educazione.Partecipanti: da 8 a 30 anni, massimo 15partecipanti per il nostro gruppo.Attività gratuita!

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