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  • 340RECENSIONI RdT 51 (2010) 333-351

    Massimo Serretti

    Luomo persona

    M. SERRETTI, Luomo persona (Saggi peril nostro tempo, 12), Lateran UniversityPress, Citt del Vaticano 2008, pp. 351, 23,00

    La persona un tema prepotentemen-te attuale (A. Milano) nel panorama fi-losofico e teologico contemporaneo; lo di-mostra anche questa ricerca compiuta confine intuizione e ampio spessore specula-tivo da M. Serretti. Lidea di fondo dellibro il recupero della dimensione per-sonologica vista come unampia revisionedi tutta lantropologia moderna e contem-poranea. In questo senso la ricerca si pre-senta come un lavoro aperto, che in-tende indicare una serie di piste di letturaper un chiaro recupero del concetto di per-sona, onde fuoriuscire da un nominalismopersonalistico (13). Due aspetti sono fon-damentali per la comprensione della sto-ria della persona umana: la partecipazio-ne creazionale (Dio) e la partecipazionedefinitiva che si compie nella donazionedel Figlio (Cristo). Lermeneutica perso-nalistica deve considerare questi dueaspetti per recuperare chiaramente lori-gine, la costituzione e la destinazione del-luomo. Tutto questo possibile grazie aglisviluppi del pensiero teologico del IV e Vsecolo, in cui emerge con irruenza il les-sema persona, che ha la sua gestazionein un grembo dichiaratamente trinita-rio. A partire dalle istanze patristiche, lA.accoglie e rielabora le importanti precisa-zioni che Tommaso aveva apportato alladefinizione boeziana di persona: nella su-bsistentia ad esempio pi espressalattualit della relazione con Dio (34).In funzione delle suddette considerazionisi sostiene che la persona come ente as-solutamente singolo , senza dubbio, uncontrosenso. Proprio in virt di ci, las-segnazione del nome alluomo (a partehominis), sempre unattribuzione nellaquale si riconosce una dignit nomen di-gnitatis e un potere nomen potestatis(39), anche se nessuno in realt, conosceil nome della persona (cf cap. I).

    Naturalmente la ricchezza di questiassunti, tratti dal pensiero biblico, ven-gono messi fuori gioco dallantiumanesi-mo dei secc. XIX e XX. Il pensiero me-dievale, invece, con la dottrina della re-ditio e della reflexio completa e incom-pleta si avvicinato molto pi al reali-smo della persona e della conoscenza. in questo contesto che lA., attraversounantropologia ipostatica, affronta lavexata quaestio del principio dindividua-zione che, a suo parere, non significa nlacquisizione di una sorta didentit irri-ducibile e irriproducibile, n la percezio-ne di caratteri individuanti, siano essimateriali o spirituali, quanto piuttostolessere costituito con altri uomini e nonavulso da essi (cap. II). Questo percorsoviene esplicitato attraverso quattro dina-miche personali: la personificazione (pro-cesso che parte dal dato incontrovertibi-le dellesser persona), lautoidentificazio-ne (processo che conduce al pronuncia-mento effettivo del pronome persona-le io), lenipostatizzazione e inessenzia-lizzazione (inseparabilit di ipostasi e na-tura, dove la persona, rimanendo trascen-dente rispetto alle sue facolt naturali, sene appropria in un grado via via pi per-fetto [inessenzializzazione]), e infine lin-dividuazione (processo attuativo delleprecedenti dimensioni in cui si manifestala verit dellessere-individuo). Le primedinamiche rappresentano tre attuazionie rispetto ad esse si specifica lindividua-zione (cap. III). In seguito, lA. traccia unamessa a punto della discussione fra so-stanzialisti e relazionali, da cui emerge chela persona non sostanza sic et simplici-ter in quanto questa non esprime la suacreaturalit umana rispetto a quella divi-na, mentre la relazione una categoriagenerale che dice come due cose che esi-stono si riferiscono luno allaltra o comeuna cosa che c fa venire in atto quel cheera solo in potenza (139). Indubbiamen-te quella che viene definita ontologia dellarelazione presenta chiari riferimenti allacomunione delle persone a partire daquella intratrinitaria (principio) che sup-porta quella intraumana (cap. IV). La re-lazione, de facto, non viene dopo la so-stanza ma prima (W. Kasper); difficoltquesta che neanche Tommaso sembra su-perare chiaramente.

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    A completamento di questa prima par-te vengono sviluppati alcuni presuppostiteoretici della filosofia delluomo, incen-trando il discorso sulla conoscenza uma-na e delineando i diversi ambiti conosci-tivi: la genealogia dove luomo va allori-gine della sua conoscenza per considera-re i suoi fattori retrospetticamente e pro-spetticamente; gli atti che qualificano laconoscenza delluomo e che determina-no la conoscenza di s come attualit del-lessere originariamente posti in relazio-ne con s (161); laccrescimento in quan-to la conoscenza non solo soggetta aduna genesi che essa stessa possiede mapresenta degli apodittici elementi di rico-noscimento; gli enunciati che racchiudo-no una qualche conoscenza delluomo eche hanno come referente la personaumana. Infine abbiamo la comunicazionequale momento in cui si riconosce cheogni ambito conoscitivo si sviluppa e siincrementa in una comunit. Concludequesta presentazione dei presupposti te-oretici il rapporto con la Rivelazione, dovesi trovano gli aspetti fondamentali dellapreistoria e della storia dellessere uma-no. LA. sviluppa poi i gradi della cono-scenza propri e quelli dellantropologiapersonologica suddivisa a sua volta inantropologia rivelata, meta-antropologiae antropologia filosofica. Poich ogniambito comprende al suo interno gradiconoscitivi che sono formalmente diffe-renziati, essi esplicitano tre campi e trelivelli di un compito che non cessa di ri-chiedere una ulteriore esecuzione (170).

    La seconda parte del libro, intitolataAntropologia, sviluppa tre modelli di fi-losofia delluomo: quello di H. Urs vonBalthasar, K. Wojtila e K. Marx. A con-clusione di questa seconda parte vi undenso capitolo sullintersoggettivit e lin-terpersonalit, come momento applicati-vo di alcuni dei modelli prima presentati.Il capitolo sul teologo svizzero introdot-to da una disamina dei principali modellidi filosofia delluomo nel XX secolo. Siparte dal famoso scritto Solo lamore credibile e da quella che Balthasar chiamariduzione antropologica, nata a suo avvi-so da una dimenticanza dellessere a cuisi contrappone una metafisica che con-templi la distinctio realis di Tommaso elanalogia entis. Si esplicita cos la diffe-

    renza e la somiglianza fondamentale fraDio e luomo: [come] le Persone divinesono se stesse solo nel superamento di sin direzione dellAltro, cos anche le es-senze create sono se stesse solo nel rinvioalla loro origine (da cui anche lesserenel suo complesso fluisce) e alla loro de-stinazione al dono di s (al prossimo, cosconcretamente allessere nel suo comples-so, passando attraverso ogni ente singo-lo) (Balthasar, Teodrammatica IV, 66). Daquesta angolatura si affrontano le questio-ni dellessere e dei trascendentali, dellametafisica e antropologia, della cristolo-gia e antropologia; a ci fa seguito lenu-cleazione di un tema balthasariano che come si scrive nel titolo del paragrafo suscettibile di sviluppo, vale a dire quellodella libert, a sua volta ricondotta allin-contro e inabitazione della Patria trinita-ria nelluomo: una sorta di enstasi. In sin-tesi lantropologia balthasariana pu de-finirsi unantropologia della lode e delservizio (217) che di per s evoca unateologia della communio personarum. Ilsecondo contributo tratto dal pensierodi Wojtyla che va ben oltre linterperso-nalit fino a giungere ad una vera e pro-pria concezione di comunione (concettoantropologico e teologico); ci salvaguar-da anche il mistero della persona con isuoi attributi e le sue propriet: ragione,volont, auto-possesso (247). Il terzocontributo affronta la questione della pa-ternit e della figliolanza nei confrontidellideologia dei contemporanei. In que-sto contesto controverso prevale lidea cheluomo provenga dalluomo e in definiti-va sia solo un suo prodotto; questa do-manda sullorigine naturalmente un cir-colo vizioso in cui cade Marx il quale sta-bilisce una sorta di regressus in infinitum(259) che secondo lA., rappresenta unasorta di astrazione impropria.

    Chiude questa seconda parte un capi-tolo dedicato allintersoggettivit e allin-terpersonalit; questultimo capitolo sin-serisce nel dibattito su identit e differen-za, principio dindividuazione e metafisi-ca della conoscenza, riprendendo e com-pletando il percorso fatto nella prima par-te. Il principio dellidentit personale vie-ne posto dallA. sulla linea che unisce ilCreatore alla creatura, la stessa percorsada Tommaso che, opponendosi alle tesi

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    averroiste, riafferma la trascendenza diDio senza negare lindividualit di ognisingolo uomo, e quindi salvaguardandolunit di anima e di corpo che caratte-rizza il compositum umano (293).

    Lultima parte del libro dedicata allafilosofia morale e al cosiddetto passaggiodallessere allagire; dove lagire e lesse-re delluomo sempre inscritto nellope-rare di Dio (nel suo essere e nel suo agi-re). Dio, infatti, precede e include la prassiumana, quindi lagire delluomo sem-pre un agire nellalveo di Dio che perso-nale e trinitario.

    Da questa sintetica presentazione emer-ge con chiarezza il contributo che lA. ap-porta allaffascinante avventura della sco-perta dellessere personale delluomo. Ciche per non risulta con evidenza il col-legamento tra la prima parte e le sezionidella seconda (dedicate a Balthasar, Wojty-la, Marx. Ci comunque non altera lim-ponenza di questo eccelso contributo in cuiinteragiscono, in una profonda osmosi, fi-losofia e teologia. da sottolineare, infat-ti, lacribia con la quale lautore unisce ildiscorso filosofico con quello teologico. Indefinitiva, il libro ricco di spunti e stimo-la ad ulteriori approfondimenti e ricerche.

    Nicola Salato