Nathan Lamar Watts - Mario Guarini Watts (Claudio De Cesaris... · Costantini, A. Patti e G....
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Nathan Lamar Watts
(Approfondimento sul bassista di Stevie Wonder
a cura di Claudio De Cesaris)
2016/2017
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Sommario/Indice
Prefazione ..………………………………………………………………………………………………………… Pag. 4
Chi sono ….………………………………………………………………………………………………………….. Pag. 5
Inizio / Biografia ..……………………………………………………………………………………………….. Pag. 6/ 7
Detroit: Il motore musicale della città, ed un piccolo Watts ……………………………….. Pag. 8
Stevie Wonder (breve accenno) ……………………………………….…………………………………. Pag. 9
Una chiamata da Stevie Wonder .……………………………………………………………………….. Pag. 10/11
Direttore musicale della Band di Stevie Wonder ..……………………………………………….. Pag. 11
Influenze ..…………………………………………………………………………………………………………… Pag. 12
L’avvicinamento a James Jamerson ..…………………………………………………………………… Pag. 13
Premi ..………………………………………………………………………………………………………………… Pag. 13
Altre collaborazioni ..…………………………………………………………………………………………… Pag. 14
Equipaggio bassistico ..………………………………………………………………………………………… Pag. 15
Tecnica e sviluppo dello stile ..……………………………………………………………………………… Pag. 16/17
Analisi stilistica ….……………………………………………………………………………………………….. Pag. 18 a 30
Stevie Wonder – I Wish ..………………………………………………………………………….. Pag. 18/19
Stevie Wonder – Sir Duke ..……………………………………………………………………….. Pag. 20/21/22
Stevie Wonder – Master Blaster (Jammin) ..……………………………………………… Pag. 23/24
Stevie Wonder – Do I do ..…………………………………………………………………………. Pag. 25/26
Stevie Wonder – Isn’t She Lovely .…………………………………………………………….. Pag. 27/28
The Jacksons – All Night Dancin' ………………………………………………………..…… Pag. 29/30
Discografia ..…………………………………………………………………………………………………………. Pag. 31/32
Fonti ……………………………………………………………………………………………………………………… Pag. 33
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Prefazione
Di bassisti di fama mondiale nel corso dell’evoluzione del basso elettrico, ce ne so stati moltissimi,
alcuni conosciuti su larga scala, alcuni un po’ meno, e non basterebbe una vita per affrontarli tutti,
soprattutto se si analizzano approfonditamente più aspetti possibili.
Io ho deciso di svolgere questo lavoro su un musicista (non mi piace parlare solo di bassista) che
non è particolarmente noto per il suo lavoro solistico, ma ben noto come turnista di fama
mondiale, e (questo è un parere personalissimo ed opinabile) ancor di più su un punto nel quale
ne condivido ogni aspetto, ovvero il divertirsi con gli altri ed essere al servizio della musica sotto
quasi ogni genere.
Certo! Sarei falso se dicessi che anche io amo fare quasi ogni genere di musica, neanche io ce la
faccio a divertirmi con ogni genere! Anche perché è umano avere delle propensioni e virare per
quello in cui si è più in sintonia (esattamente come i gusti sessuali).
Attenzione! Non sto dicendo che il cosiddetto bassista è importante solo perché si diverte e non è
qualitativamente bravo, anzi! È sicuramente uno dei musicisti più completi che ci sia stato fino ad
oggi e sicuramente anche fino ad un domani.
E non sto dicendo neppure che gli altri musicisti non si divertono lo stesso come lui, basta pensare
a Flea dei RHCP o a Jaco Pastorius o a Marcus Miller e molti altri, per vedere cosa significa la vera
essenza del divertimento e passione.
Però, ho sempre trovato in lui questo modo di divertirsi assieme al brano e assieme ai musicisti
che lo circondano (il tutto mischiato con un bel gusto nel suonare) che va particolarmente a
braccio con il mio modo di essere (o per lo meno che vorrei essere!).
Vuoi perché l’ho sempre visto al fianco di Stevie Wonder e già di per se i suoi brani sono
letteralmente favolosi, vuoi perché ispira sicurezza e semplicità, vuoi perché fa paura (data la sua
stazza! Haha), non lo so.
La cosa che so per certo è che approfondendo il suo modo di essere musicista, la sua vita ed il suo
modo di porsi più da “amicone” che da “musicista sulle sue che se la tira”, mi ha incuriosito e
sicuramente arricchito musicalmente e caratterialmente.
P.S.
Se ci sono degli errori vi prego di farmelo sapere, anche perché sbagliare è umano e in più ho voglia
di migliorare.
Accetto tutto…………………………………………… volendo anche un piccolo acconto… quello magari si!
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Chi sono Claudio De Cesaris nato a Narni il 14/09/1991, residente a Poggio di Otricoli (TR), inizia a suonare il basso
elettrico a 14 anni.
Formazione
Segue da subito lezioni al fianco di Nicola Mangialardo nella scuola “Centro Studi Musica Romano
Quartucci”di Terni, successivamente si sposta nella scuola “Pan Pot” di Terni frequentando anche corsi di
teoria e solfeggio con Emanuele Ceccarelli.
Comincia ad approfondire lo studio del blues e jazz al fianco di Massimo Moriconi nella scuola “Musical
Academy” di Terni.
Un anno dopo studia al “Percentomusica” di Roma, approfondendo così dal Blues, Jazz, Latin, Fusion, Funk,
Rock, etc al pop più moderno, con lo studio parallelo di Teoria e armonia, Solfeggio, Ear Training,
Sensibilizzazione ritmica, Pianoforte complementare, Musica d’insieme, Live & Studio Performance,
Arrangiamento e Composizione per Big Band etc, con al fianco musicisti affermati come Massimo Moriconi,
Luca Pirozzi, Alessandro Patti, Andrea Avena, Claudio Toldonato, Francesco Carusi, Fabrizio Aiello,
Gianluca d’Alessio, Alessandro Chimienti e Alessandro Patti, Massimo Fedeli.
Diplomatosi poi al triennio Multistilistico del “Percentomusica” con votazione 84/100, successivamente si è
diplomato al Biennio Multistilistico con musicisti come M. Moriconi, L. Pirozzi, F. Zeppetella, C. Zaratti, D.
Costantini, A. Patti e G. d’Alessio, M. Guarini, P. Ranieri.
Attività
Approda nel mondo delle band da giovane e dopo svariate occasioni e gruppi, entra a far parte
dell’orchestra spettacolo “Baraonda Band” cavalcando moltissimi palchi dell’Italia centrale, ha collaborato
con Luca Benedetti al suo L.P. “L’altro Lato” e anche con il gruppo “Adius” arrivati in Finale all’European
Social Sound, ha lavorato occasionalmente con gli “Statale 526” (Tribute band 883 & Max Pezzali) ha
suonato con la “Garage Big Band” (Orchestra Jazz nel Ternano) incontrando vari musicisti come Claudio
Corvini, Stefano Micarelli, Marco Valeri, Massimo Moriconi.
È uno dei fondatori del gruppo “Fermenti Galattici” (cover sigle cartoni animati), ha fatto parte dei
“Miserere” (Tribute band Zucchero in Umbria), “Apparenze Nomadi” (Tribute Band ufficiale Nomadi in
Umbria), ed entrato a far parte in una delle orchestre di musica spettacolo più rinomate del centro
Italia“Federico Riva”.
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Inizio
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BIOGRAFIA
Nathan Lamar Watts, meglio noto come Nathan Watts, è un bassista turnista di fama mondiale.
Nato il 25 marzo 1954 a Detroit (Michigan – U.S.): città che ben presto divenne la culla per
ispirazione di un fenomeno musicale ben conosciuto, prese ispirazione musicale già dalla tenera
età dal jazzista Lee Morgan, cominciando così a suonare tromba alle scuole elementari.
Fece parte di un trio che caratterizzò altri futuri musicisti turnisti di rilievo come Ray Parker Junior
al clarinetto e Ollie Brown alla batteria e frequentò inoltre lo studio della Motown Hitsville
assistendo alle prove e alle registrazioni dei “The Funk Brothers” che fecero da band alle basi
dell’etichetta.
Quando Ray Parker abbandonò il clarinetto in favore della chitarra, convinse Watts a passare al
basso e fu la prima cosa che fece appena dopo laureatosi alla High School.
(un giovanissimo Nathan alle prese con uno dei suoi primi bassi)
Nathan Watts con il suo primo basso imparò “Cold Sweat” di James Brown, cominciando da subito
a studiare le linee di altri grandi bassisti come James Jamerson, Chicky Rainey e Bob Babbitt.
Quando Ray Parker Jr. si unì alla band di Marvin Gaye, Watts si unì ad un gruppo locale chiamato
“Final Decision” con l’intenzione di studiare contabilità nel caso la sua carriera da musicista avesse
fallito.
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Detroit: Il motore musicale della città, ed un piccolo Watts
In quella città chiamata Detroit, che viveva e respirava di musica, stava sviluppandosi un
fenomeno musicale molto importante, un fenomeno che aumentò al di fuori di quella grande città
del Michigan, e che attraverso il 20° secolo lasciò un impronta indelebile nel moderno Rhythm and
blues, strisciando infine nella musica popolare di moda, mainstream.
Esattamente come l’espansione nel settore automobilistico, alimentato dal grasso e la sporcizia
degli operai di auto di quel periodo con tanto sudore e fatica, nel frattempo il motore sonoro della
città (che mano a mano divenne “accampamento” e meta turistica per molte leggende musicali), si
forgiava con il sudore e l’anima di musicisti magistrali quali cantanti e produttori stellari, musicisti
di fama mondiale etc, che influirono nella creazione di nuove virtuali hit musicali con un fresco e
nuovissimo sound.
Molte di quelle hit venivano sfornate nel seminterrato di una piccola casa di proprietà di Berry
Gordy JR. e soprannominata “Hitsville USA” dal suo proprietario.
È proprio in questo studio di registrazione che si forgiava la storia musicale della città, come un
energia combustibile che alimentava un corteo di registrazioni esemplari.
I musicisti “di casa” (ovvero coloro che ero abitualmente gli “ospiti” che registravano giorno dopo
giorno) si chiamavano “The Funk Brothers”.
Probabilmente erano ben consapevoli di cosa accadeva in quel posto e di quanta creatività si
sprigionava durante quelle sezioni di lavoro in quel seminterrato, ma forse erano ancora meno
consapevoli del fatto che alcune delle loro note musicali della Motown, sfuggirono attraverso le
piccole finestre della Hitsville ridondando ed echeggiando nell’anima di un giovane ragazzo di
Detroit chiamato “Nathan Lamar Watts” che era al di fuori della struttura cercando di ascoltare
tutto quel flusso di emozioni sottoforma di note musicali racchiuso li dentro.
Il giovane Nate era affascinato da ciò che avevo udito: “Ero solo un bambino” conferma Nathan, “
e camminavo per tutta la via fuori di lì *..+ sentivo che c’erano musicisti che stavano facendo tutte
le canzoni che si sentivano alla radio *..+”.
Nathan dice di aver intravisto per poco dei clienti abituali della Motown come Stevie Wonder e il
bassista James Jamerson, e come destino volle, Stevie lo chiamò più tardi al suo fianco e sebbene
Jamerson sarebbe diventato colui che influenzò di più Nate sul suo strumento, il “padrone” del
basso della Motown non fece una grande impressione su quel ragazzino.
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Stevie Wonder (Breve accenno)
Stevie Wonder, nel 1967 Stevie Wonder, nel 1976 Stevie wonder, nel 2000 Nato a Saginaw (Michigan) il 13 maggio 1950, Stevie Wonder (nome d’arte di “Stevland Hardaway
Morris”) è il punto di riferimento di Nathan Watts, colui per il quale verrà ricordato maggiormente.
Attivo dal 1961 fino ad oggi ha spaziato su molti generi, entrando dritto nella storia della black
music, passando dal Soul, al Rhythm and blues, al Funk, rock, fusion, jazz, reggae etc.
Leggenda della musica soul non che cantautore, compositore e polistrumentista (canta e suona
pianoforte, basso, batteria e percussioni, armonica a bocca etc.), nella sua carriera ha conquistato
ben 25 Grammy Award.
Tale successo è dovuto soprattutto a questo fatto ovvero di essere un abilissimo polistrumentista,
infatti mischia l’uso dei synth e dei clavinet creando melodie contrappuntistiche degne di nota
come si trattasse di fiati o archi, e molto altro.
Ha una profondissima conoscenza nel sociale, diventando per moltissimi artisti di fama mondiale
un pretesto di studio nonché uno dei loro maggiori ispiratori.
È non vedente dalla nascita e bambino prodigio (si avvicinò alla musica già da quando aveva 3 anni
ed a 4 cominciava a suonare il piano), ha inciso assieme alla Motown (etichetta discografica
importantissima di quel periodo) moltissimi successi come Fingertips (1963), poi con Superstition
(1973), You Are the Sunshine of My Life e l’album Innervisions.
Ha composto album che sono diventati pietre miliari per la musica internazionale e punto di
riferimento per moltissimi artisti contemporanei, come “Music of My Mind”, “Talking Book”,
“Innervisions”, “Fulfillingness First Finale” e “Songs in the key of life”, dove interseca la sua visione
dell’amore e della vita nei confronti dell’uomo, dell’umanità e di Dio.
Entrato poi in possesso delle proprie royality, egli produce se stesso, determinando
autonomamente il proprio successo a livello mondiale e questi album rappresentano anche questo
periodo (chiamato “periodo classico”, ovvero tra il 1970 ed il 1976).
Negli anni 80 intraprende sonorità un po’ meno R&B e più Pop, periodo catalogabile come
“periodo commerciale” e nel 1989 è entrato nella “Rock and roll hall of fame”.
Torna in scena con l’album “A Time to Love” nel 2005 riscattandolo dai pochi successi degli anni 90
lavorando poi negli anni successivi su nuovi album come “The gospel insipred by lula”, “Through
the eyes of Wonder” ed un album jazz con Tony Bennet.
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Una chiamata da Stevie Wonder
“Nate Watts is not only my bass player, he’s the world’s bass player”
“Nate Watts non è solo il mio bassista, lui è il bassista del mondo”
Mentre Watts trascorreva gran parte del tempo nella scena musicale di Detroit, nella metà degli
anni 70 Stevie Wonder crebbe fino a diventare uno dei più grandi cantautori della sua
generazione.
Così, in una giornata soleggiata d’agosto del 1974, sua madre si precipitò giù per la strada
gridando. Inizialmente Nathan pensò scocciato: “o vuole che porto a spasso il cane o che porto la
spazzatura fuori”, ma ben presto si accorse che ciò che stava urlando, era per dirgli che lo
cercavano dall’ufficio di Stevie Wonder: Watts ricevette una chiamata per lavorare con lui, in
sostituzione di Reggie Mcbride, che si era unito ai Rare Earth.
Dopo essere stato selezionato come bassista ufficiale della band di Stevie Wonder, Watts ha preso
parte del tour giapponese del 1975, cominciando da lì a registrare l’album “Songs in the key of
life” viaggiando (rispetto alle tipiche melodie Motown precedenti) da lì in poi, verso linee con un
carattere decisamente più armonico, lirico e strutturale, ma senza mai perdere il groove di base.
Considerando l’immensa bravura di Wonder nel suonare le linee bassistiche soprattutto con i
synth (come molti dischi insegnano), Watts dice che in quasi tutta la sua carriera con Stevie
Wonder, ha registrato tracce di basso su molte demo che lo stesso Wonder aveva sostituito con il
suo basso della tastiera per le versioni finali (come “Knocks Me Off My Feet″ e ″Isn't She Lovely″).
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“Di solito arriva con i suoi nuovi brani” afferma Nathan, “si siede al piano e suona le canzoni
mentre la band si appresta a suonare con lui, a volte arriva con una traccia base di basso ed io la
prendo da lì.
Quando abbiamo fatto ‘I wish’ c’era la parte della mano sinistra che faceva lui al pianoforte, ho
preso spunto ed ho messo le linee di basso io e tutto il resto… anche Do i Do ne è un buon
esempio.
Spesso Wonder mi canta la melodia ed io la ascolto sempre prima, ascolto cosa dice la canzone,
poi cerco di armonizzare con la sua Lead Note, specialmente nelle Ballad, provo un po’ di posizioni
fondamentali degli accordi ma a volte provo a suonare diversamente 3e e 5e per amalgamarmi con
la sua melodia”.
Generalmente Watts rimane fedele alle parti synth originali di Stevie quando la band suona in live,
un buon esempio di questo, si può trovare nell’album Live di Stevie del 1995 “Natural Wonder” e il
concerto del 2009 DVD live at Last.
Ha inciso alcune canzoni che sarebbero diventate dei classici per gli appassionati: “I Wish”
(precedentemente citata), “As”, “I Ain’t Gonna Stand fori t” e “Do i do” che sono tra le linee di
basso preferite da Watts, come lui stesso conferma: “Una delle mie canzoni preferite è “As”, mi
piace molto, l’abbiamo registrata quando ho iniziato con Stevie nel 1975 e quando sono entrato,
Stevie Wonder ed Herbie Hancock erano lì *…+ avevamo un batterista chiamato Greg Brown che
era grandioso, Herbie suonava tutti i fill del piano.. il brano si sentiva che stava diventato un
classico”.
Direttore musicale della band di Stevie Wonder
Con più di 35 anni di carriera al servizio con Stevie Wonder, ne è diventato il direttore musicale
della band per più 12 anni:
“Mi assicuro che è tutto pronto quando Stevie entra in gioco, mi assicuro che il gruppo conosce le
canzoni e tutti i cambiamenti, perché so dove e cosa vuole fare Stevie mentre tutti gli altri no.
Possono provare ad indovinare, ma cerco di far capire alla band di seguire me *…+ perché se mi
sbaglio mi prendo la colpa, e la maggior parte delle volte ho ragione *…+”.
Nathan è l’unico ad avere una preparazione enorme della band, considerando la propensione di
Stevie per improvvisare nel concerto e tirare in ballo vecchie canzoni come niente fosse.
“Il catalogo di Stevie Wonder è enorme e non ci si annoia mai, lui potrebbe tirare fuori pezzi che
non suona da 20 anni, un sacco di volte durante lo show ha fatto così *…+”.
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Influenze
Nathan Watts è cresciuto ascoltando i Funk Brothers e altri musicisti come Jimi Hendrix, Deep
Purple, Rare Earth, Mahogany Rush e Steppenwolf.
Watts elenca 3 bassisti principali che lo hanno influenzato di più come bassista, ovvero: James
Jamerson, Chuck Rainey e Joseph Lucky Scott (il bassista di Curtis Mayfield). Funk Brothers Jimi Hendrix
Deep Purple Rare Earth
Mahogany Rush Steppenwolf
James Jamerson Chuck Rainey Joseph Lucky Scott
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L’avvicinamento a James Jamerson
Come accennato, sebbene Jamerson sarebbe diventato colui che influenzò di più Nate sul suo
strumento, il “padrone” del basso della Motown non fece una grande impressione su quel
ragazzino.
“Inizialmente non pensai a Jamerson perché suonavo la tromba, credo di averlo visto suonare un
paio di volte sulle riviste della Motown ed ho incontrato Jamerson molto più tardi, dopo che ho
iniziato a suonare il basso ed è venuto fuori con Stevie Wonder”.
Da lì Jamerson saltò subito nella sua mente: “quando ho cominciato a suonare il basso non
avevamo miglior insegnante di quello che c’era su tutte le registrazioni della Motown, e quello era
Jamerson.
Voglio dire, se si hai imparato solo la metà delle canzoni Motown con cui siamo cresciuti, puoi
imparare a suonare il basso molto velocemente, e la cosa più sorprendente di ciò, è che Jamerson
ha fatto tutto con un dito.. un sacco di gente non si rende conto che lui ha suonato tutto con un
dito” (riferendosi alla mano destra di Jamerson).
Premi
Nel 2010 ha guadagnato il premio internazionale come bassista dal Winter NAMM show, un
premio che riconosce i successi del musicista durante la sua carriera.
(Giornale del Winter Namm 2011, 1 anno dopo il suo premio)
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Altre collaborazioni
A soli 21 anni si trovò improvvisamente a suonare il basso in uno dei dischi di maggior successo
mai rilasciato, suonando i pezzi di Stevie Wonder in “The Key Of Life”.
Il successo fenomenale dell’album fece balzare la carriera discografica di Nathan molto in alto, e
parallelamente allo svilupparsi sempre di più al fianco di Steve Wonder, nel decennio successivo il
suo basso abbellì le registrazioni virtuali di artisti come The Jackson, Paul McCartney, The Pointer
Sisters, Sergio Mendes, Lionel Richie, Diana Ross e moltissimi altri, il tutto mentre assicurava la sua
fedeltà con Stevie Wonder.
“Ho fatto Say Say Say” (afferma Nathan riguardo l’aver registrato con il bassista/cantante
fenomenale Paul McCartney) “assieme a Michael Jackson all’Hollywood Sound, e doveva essere
una demo Per Michael e per Paul.
Michael era un musicista incredibile, non mi ha detto cosa fare in quel brano, ho suonato come mi
sentivo e lui mi disse ‘mi piace, fallo!’, io pensavo che Paul McCartney aveva intenzione di sovra
incidere la linea di basso, perché cavolo! lui è Paul McCartney! ma quando è arrivato ha detto che
gli piaceva la sensazione che dava il giro e di lasciarlo così come era.
Era un complimento! Un complimento dall’uomo dei complimenti!! Perché questo è Paul
McCartney, uno dei bassisti più melodici mai esistiti nella storia! Voglio dire!... Il giro di basso di
Come Togheter è un classico! Una della de parti di basso più classiche che sia mai stata scritta e
mai suonata, sai cosa voglio dire?”.
(Per altre collaborazioni vedere il paragrafo “Discografia” a pag. 32/33)
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Equipaggio bassistico
I bassi di Nathan con cui ha registrato su molti dischi erano il suo Fender Precision Bass del 1974
ed il suo Music Man StingRay del 1979.
Ha usato anche un Fender Jazz Bass, uno Yamaha, un Aria e un B.C. Rich (4 e 5 corde) .
Uno dei bassi più importanti di Nathan sono i bassi “Bossa”, difatti possiede un basso
personalizzato color cherry sunburst, ovvero ciliegio solarizzato, ed un basso 5 corde nero per un
suono moderno (recentemente ne porta un altro sempre 5 corde ma customizzato dal colore
sunburst blu/celeste con manico in acero).
Nel corso degli anni Il suo arsenale è cresciuto fino ad includere anche bassi come “Alleva-
Coppolo” (un LG-5 Classic Crewes 5 corde, con e senza tasti) che ha usato prevalentemente in
studio.
Come corde usa le “Elixir Nanowebs” e le “GHS boomers”, e favorisce amplificatori cabinets Hartke
Hydrive e testate LH1000.
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Tecnica e sviluppo dello stile
Spesso situato nelle retrovie di Stevie Wonder, lo stile di Nathan Watts potrebbe essere
paragonato alla sua imponenza fisica: un suono grande, un concentrato di stile unico e groove.
Purtroppo è difficile da spiegare a parole come sia avvolgente un bassista di questo calibro, ma
provando alcuni aggettivi si potrebbe riassumere con: grande suono, grande groove, grandissima
passione.
Come da lui confermato, piace avere un action molto alta (anche se in qualche ultima intervista di
questi ultimi anni, quando gli viene chiesto, ammette di non farci quasi più caso):
Il suo modo di pizzicare le corde spesso è decisamente forte, scandendo bene ogni nota, fa uso
frequente del palm muting, dell’hammer on, dei trilli e dello slide.
Spesso in alcuni brani di Stevie Wonder posa il basso e non è raro ritrovarlo alle tastiere in alcuni
pezzi come Superstition:
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Non ostenta una tecnica particolare, non fa assoli etc (se non su “richiesta” con Stevie Wonder,
come già è capitato), ma da una base contributiva fondamentale ad ogni brano, quasi come fosse
suo, ed un fattore fondamentale della sua personalità è che da l’idea di divertirsi ogni volta! Ogni
sua linea di basso fa questo effetto, riscontrabile non a caso anche nel suo modo di essere, di
parlare ed interloquire con chiunque, fa battute, ride e fa divertire.
Nelle varie Clinic e Masterclass che fa dimostra una grande umiltà affermando ad esempio di non
essere tra i migliori bassisti al mondo, inoltre non mette mai se stesso al centro dell’attenzione ma
la musica che lo circonda (non a caso lo si ritrova spesso ad accompagnare, e raramente, in un
secondo momento ad improvvisare, ma sempre con un modo di fare da accompagnatore più che
solista vero e proprio), mostra grande rispetto per i musicisti intorno a lui dando spesso il merito a
loro, ed ai giovani musicisti in particolare.
L’elemento più significativo del suono di Nathan è il fatto che accorda quasi tutti i suoi bassi giù di
mezzo tono (almeno quelli a 4 corde).
“Ho preso questo ascoltando Hendrix e poi quando ho suonato con Stevie, molta della sua roba
era in MI bemolle, così da quel momento ho lasciato in quel modo *…+ scordando più giù, mi da
una sensazione più libera, più flessibile”
(Nathan Watts durante un assolo in “Spain” con Stevie Wonder, in live nel 2009 a Londra)
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ANALISI STILISTICA
Stevie Wonder - I wish (Songs in the Key of Life) [Motown records]
Un esempio del suo grande suono, semplice e corposo lo si può trovare in tutto il pezzo “I wish”
dove si può sentire chiaramente un groove sviluppato nella ripetizione di una battuta con
all’interno Ebm7 e Ab7 (II-V di Db):
L’aspetto melodico/armonico.
La cosa interessante da notare è di come la linea di basso sia molto semplice e non molto
articolata, perché è strutturata esclusivamente sulla ripetizione di Tonica, 3a, 4a e 5a di ogni
accordo.
Infatti le note da lui suonate sono (rispetto agli accordi sotto):
Ebm7: Tonica – 3a m – 4a g – 5a g (Eb – Gb – Ab – Bb)
Ab7: Tonica – 3a M – 4a g – 4a aug (Ab – C – Db – D)
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L’aspetto tecnico.
Il groove in questione è sviluppato in una linea in ottavi ma suonati da lui puntati e con un attacco
abbastanza forte, mentre altra cosa non meno importante è vedere come ogni tanto all’interno
dello stesso groove, aggiunge qualche sedicesimo e lo fa swingato (5a battuta).
B
Merita di essere analizzata anche la parte B dello stesso pezzo:
L’aspetto melodico/armonico.
La parte in questione sembra come una scala che parte ascendente e riscende ad ogni 2/4.
Analizzandola più a fondo si può notare che suona spesso le 2 note fondamentali dell’accordo
(Tonica e 3a) però costeggiandole spesso con 2e , 7e , e cromatismi che vanno verso la stessa
tonica.
Infatti le note da lui suonate sono (rispetto agli accordi sotto):
1a, 2a, 3a battuta:
Bb7: Tonica – 2a M – 3a M – T (Bb – C – D – Bb)
C7: Tonica – 2a M – 3a M – 3a M (C – D – E – E)
Fm7: Tonica – 7a M (crom.) – T – 2a M (F – E – F – G)
Abm7: Tonica – 7a M (crom.) – T – 2a M (Ab – G – Ab – Bb)
4a battuta:
Fm7: Tonica – 2a M – 3a m - 3a M (crom.) (F – G – Ab – A)
Bb7: Tonica – Tonica – Tonica - Tonica (Bb – Bb – Bb – Bb)
L’aspetto tecnico.
Esattamente come l’intro, la parte A, esegue le stesse note con lo stesso groove e lo stessa
intenzione.
Altra cosa interessante è come faccia spesso uso di hammer-on e slide, spesso ad ogni fine giro
(soprattutto verso il finale del brano) aggiungendo dei piccoli fill con glissati e slide lungo l’ultima
ottava nel range alto del basso.
Notare bene che il giro di basso è appoggiato sopra la stessa linea fatta da Stevie Wonder con il
Fender Rhodes.
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Stevie Wonder – Sir Duke (Songs in the Key of Life)
Sempre sullo stesso album c’è un altro interessantissimo brano (Sir Duke) che merita di essere
analizzato bassisticamente in ogni sezione.
Si potrebbe già anticipare da subito che contiene una linea di basso molto articolata, dove si può
notare la sua “agilità” (se così si può chiamare) nel tenere una linea di basso corposa, articolata al
punto giusto (caratteristica comune di tutte le sue linee) con uno smodato uso di Ghost, slide,
note accentate e piccoli fill, e nello stesso tempo riuscire a far cantare il basso nei punti giusti e nei
momento giusto (infatti la linea di basso oltre ad accompagnare diventa più melodica e più
cantata)
A mio parere in questo brano si può notare una caratteristica intrinseca degli studi
precedentemente fatti da Nathan Watts, soprattutto da giovane… ne parlo fra poco nella parte “B
(obbligato)”.
Intro - Verse
L’aspetto melodico/armonico.
In questa prima parte (intro e strofa) si può notare già una linea di basso leggermente più
melodica/cantata, e un armonia leggermente più complessa della già citata “I Wish”.
Il giro alterna sempre Toniche, 5e e 8ve a salire e a scendere su quasi ogni accordo, l’unica parte
differente è quel “lancio” che fa ogni tanto (8va e 12a misura) prima di ritornare col giro e gli
accordi iniziali.
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L’aspetto tecnico.
Tecnicamente invece si riscontra una linea un po’ articolata, il suono del suo basso è abbastanza
corposo e fa un largo uso di ghost che generano quell’accompagnamento tipico da effetto
“saltellante”, infatti prima di quasi ogni accordo (o per lo meno nella maggior parte delle misure),
mette una ghost in levare sull’ultimo 16esimo (il 4°) situato nel 2° e 3° movimento che c’era sulla
misura prima.
Bridge
Anche la parte del Bridge merita di essere analizzata:
Armonicamente non fa altro che seguire toniche di ogni accordo, ma tecnicamente segue assieme
a tutti gli altri strumenti (come fossero degli obbligati veri e propri), un andamento puntato e
deciso.
Il suono è sempre pieno e corposo, e fa uso anche nella 18a battuta di slide con una nota bella
marcata.
Chorus
Questa parte armonicamente è quasi uguale al Verse, ma effettua più spesso dei piccoli “lanci”
verso gli accordi successivi (22a, 23a, 26a, 28a battuta).
Tecnicamente invece comincia a fare un uso più frequente di ghost nell’ultimo 16° prima (quasi
come nel Verse) ha degli obbligati accentati dinamicamente, e comincia ad articolare un po’ di più
le linee ad ogni fine giro anche con i 16esimi.
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B (obbligato)
L’obbligato principale del brano viene effettuato da tutta la parte dei fiati ma anche da Nathan
stesso, portando il basso a raggiungere range elevati anche per il basso.
Forse è da qui (ma come anche in tutto il brano d’altronde) che si riesce a capire l’importanza
melodica di uno studio improntato su di uno strumento melodico come potesse essere una
tromba o qualsiasi strumento a fiato (come Nathan stesso ha fatto per anni da piccolo fino
all’arrivo della sua passione per il basso), e mixato a dovere con un altro strumento ritmico come il
basso.
Oltre al modo di suonare tipico di Watts, con trilli, slide etc, è moltissimo interessante (ed è anche
una caratteristica tipica di Stevie Wonder e Nathan stesso) notare come tutto l’obbligato sia
incentrato sulla scala pentatonica maggiore di B e come gli unici cromatismi all’interno siano il C-
C#-D (ovvero 9a, #9 e 3a) ovvero la tipica nota Blues nella pentatonica maggiore.
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Stevie Wonder – Master Blaster (Hotter Then July)
In questo brano possiamo notare come le sue capacità , come anche quelle di Stevie Wonder,
riescano a spaziare in generi oltre al rhythm and blues verso territori più Reggae, non a caso il
brano è una dedica a Bob Marley, esibitosi in quell’anno (1980).
Intro
Nella maggior parte del giro dell’intro alterna armonicamente ogni accordo con gli ottavi shuffle
tipici del reggae, si può notare infatti come il giro di basso sia pratico, funzionale e facile, e
soprattutto come privilegi (assieme agli altri strumenti) una linea sviluppata dalla nota più alta
dell’accordo verso la nota più bassa, come fosse in discesa, piuttosto che (come normalmente
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verrebbe in automatico bassisticamente), di iniziare con la nota più bassa dell’accordo e di
sviluppare la linea verso l’alto.
Stesso vale per il Verse, dove accade la stessa cosa con gli stessi accordi.
C e B
Caratteristica importante del brano da non sottovalutare è come in queste 2 sezione c’è un
obbligato molto simile (per le proprie caratteristiche) a quello di Sir Duke:
Infatti anche qui, l’obbligato principale del brano viene sviluppato in terzine e basato sulla scala
pentatonica di C minore, e viene effettuato da tutta la parte dei fiati, chitarra, Stevie alle tastiere e
non ultimo da Nathan che esattamente come in Sir Duke, svolge l’intero obbligato assieme a loro
privilegiandone l’aspetto melodico ma con un suono ed un portamento tipico da bassista e da
come lui stesso sa portare.
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Stevie Wonder – Do I do (Stevie Wonder's Original Musiquarium I)
Intro e verse.
In questo pezzo si può ammirare un Groove ricco di sfumature, in primis è bene considerare che
linea è stata fatta con un basso 4 corde (nel video della canzone utilizza uno Stingray Sunburst con
batti penna nero e manico in acero) con tutte le corde scordate di mezzo tono: Gb, Db, Ab, Eb
(come da sempre abituato a fare lui).
L’aspetto melodico/armonico.
Armonicamente nei primi 2 accordi (Bmaj7 e E11) usa molto la 5a e la 6a (di entrambi gli accordi,
dunque in Bmaj7, il F# e il G#, e in E11, il B ed il C#) “rivoltati” nella IV corda.
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Collega gli accordi con dei cromatismi (fine 2a battuta e fine 3a battuta), ed infine, nella misura del
F#11, in genere utilizza dei fill più o meno ripetuti di pentatonica di B partendo dal F# però,
utilizzando dunque la pentatonica di B dal V modo.
L’aspetto tecnico.
Il pezzo parte con un Pick-up di 3 note di chitarra ed è interessante vedere come da subito, parte
in levare con un B, ed esegue dei groove tipici del funky/pop/dance (con tanti 16esimi e tanti
anticipi in levare sull’ultimo sedicesimo prima del nuovo accordo).. Tra l’altro insieme a ciò, lega
tutto con degli Hammer-on.
Chorus.
Esattamente come in Sir Duke, etc, c’è un obbligato importante dove anche Watts partecipa con
un suono molto decisivo e corposo con anche l’uso di Slide.
Da notare come si ripropone sempre la scala pentatonica (in questo caso di B).
Il pezzo ha anche due interessanti break dove c’è solamente basso e batteria.
In entrambi, Nathan non fa altro che riproporre il giro iniziale, ma abbellendolo con glissati e note
più decise, e si riesce a capire da solo il suo vero suono, e come sorpresa è stata per me, pare
abbia proprio una lieve distorsione che lo rende più corposo.
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Stevie Wonder – Isn’t she lovely (Songs in the Key of Life)
Nonostante in questo pezzo ci sia lo zampino di Wonder (dato che di fatto inizialmente lui stesso
ha creato la traccia di basso con la tastiera, per poi “concederla” e farla ri interpretare da Watts),
merita di essere analizzato sia per la linea bassistica sia per il fatto che viene riproposto quasi
come fosse ormai uno standard, un marchio di fabbrica di Stevie Wonder.
Intro e A1
Si può notare da subito come Watts, tenga un andamento shuffle molto appoggiato sulla batteria,
e di come ogni poco incastri alla perfezione dei “fill” abbastanza melodici ma che non sconfinano
oltre il proprio ruolo (battuta 2, o anche la 7a ed ultima battuta della A1).
Come abbiamo già visto in altri pezzi, è da notare come anche qui prepara ogni accordo successivo
con dei passaggi terzinati e con cromatismi di passaggio, che rendono più fluido l’arrivo di ogni
accordo fino all’ultimo E6/9 (tonalità del brano).
Nelle prossime A continuerà più o meno sempre in questo modo, con dei “fill” più o meno simili
mantenendo sempre una discreta presenza.
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B1 e obbligato
Nella maggior parte delle B oltre a questa (che possiamo anche chiamare Pre Chorus), ci si prepara
per l’arrivo all’obbligato finale che sarà fatto da tutti gli strumenti, compreso Watts.
Anche qui prepara ogni accordo con dei cromatismi terzinati, ma è da notare come contribuisca
anche lui ad arricchire e caricare la sezione con moltissimi più passaggi, slide e parti cantate.
Infatti soprattutto nella 6a e 7a misura (Bsus4, B7) lo vediamo intenzionato a fare soprattutto salti
di ottava preceduti da 5e.
La parte dell’obbligato invece da luogo ad uno degli ormai ben conosciuti fenomeni di quasi ogni
pezzo di Stevie Wonder e che vanno a braccio con Nathan Watts, ovvero un obbligato molto
cantato, costruito interamente sulla pentatonica di E a partire però dal B (V modo della
pentatonica di E).
Consiglio vivamente di sentire anche le versioni live in modo da vederlo direttamente da lui, per
scoprire come sia funzionale al pezzo nonostante mantenga con costanza questo andamento
fluido e presente; in particolare in questo live: https://www.youtube.com/watch?v=8r92A7ndnZk.
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The Jackson – All Night Dancing (Destiny)
In questo brano possiamo notare la grande capacità tecnica di Watts che gli permette di essere
catalogato come “bassista a tutto tondo”, capace di cimentarsi anche in brani pop-funky-dance,
etc. con tecniche di accompagnamento diverse.
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In tutto il brano infatti ci ritroviamo una linea nettamente più agguerrita dal groove incessante e
“spietato”, utilizzando sempre la tecnica dello slap fino a tutti i 6 minuti dell’intero brano.
Il giro si basa sul tipico modo di suonare in slap di quegli anni, accompagnando prevalentemente
tonica e ottava e facendo dei cromatismi con lo stesso meccanismo, sia a salire che a scendere e
con l’ausilio di ghost saltuarie; Questo ripetuto per la maggior parte del tempo.
Break
Un'altra cosa interessante è vedere come realmente in ogni parte del brano non cessa mai di fare
slap, persino durante il Break dove ci sono degli obbligati con tutta la band e riesce (come suo
tipico) a mantenere un suono corposo, preciso e riconoscibile nonostante un background di
chitarre distorte.
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DISCOGRAFIA
Con Stevie Wonder
1976 – Songs in the Key of Life – Stevie Wonder
1979 – Journey Through The Secret Life Of Plants – Stevie Wonder
1980 – Hotter Than July – Stevie Wonder
1982 – Original Musiquarium I – Stevie Wonder
1984 – Woman in Red – Stevie Wonder
1989 – Characters – Stevie Wonder
1991 – Jungle Fever – Stevie Wonder
1995 – Conversation Peace – Stevie Wonder
1995 – Natural Wonder – Stevie Wonder
2005 – A Time To Love – Stevie Wonder
Altri artisti
1977 – Funk in a Mason Jar – Harvey Mason
1977 – Sergio Mendes & the New Brasil '77 – Sergio Mendes
1977 – Song Bird – Denice Williams
1977 – The Two of Us – Marilyn McCoo & Billy Davis, Jr.
1977 – Choosing You – Lenny Williams
1978 – Bish – Stephen Bishop
1978 – Destiny – The Jacksons
1978 – Live and Direct – The Mighty Clouds of Joy
1978 – Love-A-Thon – Vernon Burch
1978 – Spark of Love – Lenny Williams
1979 – Bittersweet – Lamont Dozier
1979 – Changing Times – The Mighty Clouds of Joy
1979 – Delight – Ronnie Foster
1979 – Happy People – Paulinho Da Costa
1979 – Magic Lady – Sergio Mendes
1979 – On the Other Side – The McCrary's
1979 – Splendor – Splendor
1979 – Nightingale – Gilberto Gil
1979 – Motown Superstar Series, Vol. 1 – Diana Ross
1980 – Let's Get Serious – Jermaine Jackson
1980 – 10½ – The Dramatics
1980 – Eight for the Eighties – Webster Lewis
1980 – From the Gitgo – Donnie Elbert
1980 – Jose Feliciano – José Feliciano
1980 – La Toya Jackson – LaToya Jackson
1980 – The Longest Road – Seals & Crofts
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1980 – Motown Superstar Series, Vol. 13 – Gladys Knight
1980 – Special Things – The Pointer Sisters
1980 – Triumph – The Jacksons
1981 – Black & White- The Pointer Sisters
1981 – Give Me Your Love – Sylvia Striplin
1981 – Motown Superstar Series, Vol. 11 – Martha & the Vandellas
1981 – The Way I Am – Billy Preston
1982 – Diana's Duets – Diana Ross
1982 – Lionel Richie – Lionel Richie
1982 – Love Conquers All – Michael Wycoff
1982 – Reunion – The Temptations
1982 – So Excited – The Pointer Sisters
1982 – Silk Electric – Diana Ross
1983 – Baby Sister – June Pointer
1983 – Best of Reggae Sunsplash, Vol. 2 – VVAA
1983 – Bet Cha Say That to All the Girls – Sister Sledge
1983 – Bossa Nova Hotel – Michael Sembello
1983 – Break Out – The Pointer Sisters
1983 – Robbery – Teena Marie –
1983 – Standing on the One – Jon Gibson
1983 – Pipes of Peace – Paul McCartney
1984 – Mwana – Grady Harrell
1986 – Brasil 88 – Sergio Mendes
1989 – Come Play with Me – Grady Harrell –
1989 – True Spirit – Ronnie Laws
1989 – Working Girl – Original Soundtrack
1990 – Brasil 88: The Sound, The Music – VVAA
1991 – Force Behind the Power – Diana Ross
1991 – Live in the Stuffenbau – Bobby Byrd
1992 – All for Love – Timmy T
1992 – Do I Ever Cross Your Mind? – George Howard
1992 – Too Much, Too Little, Too Late – Johnny Mathis
1993 – Contemporary Sounds of Nicholas, Vol. 1 – Nicholas
1993 – The Storyteller – Vinx
1994 – D2: The Mighty Ducks – Original Soundtrack
1994 – On & On: The Hits of Stephen Bishop – Stephen Bishop
1994 – A Tribute to Curtis Mayfield [Warner Bros.] – VVAA
1994 – Corrina Corrina Original Soundtrack
1994 – Emperors of Soul – The Temptations
1995 – Faith – Lords of the Underground
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FONTI
https://en.wikipedia.org/wiki/Nathan_Watts
http://sentireascoltare.com/recensioni/stevie-wonder-songs-in-the-key-of-life/
http://bassmusicianmagazine.com/2011/02/bass-musician-magazine-featuring-
nathan-watts-february-2011-issue/
https://www.youtube.com/watch?v=uhkKsnHejhM
https://www.youtube.com/watch?v=suQONCkXFpg
https://www.youtube.com/watch?v=zjwsLNjOQh4
https://www.youtube.com/watch?v=98OIji5RUf0
https://www.youtube.com/watch?v=yyL97fmRkmw
https://www.youtube.com/watch?v=Q3VJOl_XeGs
https://www.youtube.com/watch?v=yyL97fmRkmw
https://www.youtube.com/watch?v=8r92A7ndnZk
http://basslessons.be/transcriptions.php?i=164
http://basslessons.be/transcriptions.php?i=48
https://media.wix.com/ugd/eafaf9_86440d4bb0b4455493a0063eff177c1c.pdf
https://media.wix.com/ugd/eafaf9_86440d4bb0b4455493a0063eff177c1c.pdf
http://www.redtenbachersfunkestra.com/pdf/StevieWonder-IWish.pdf
http://tieftonerzeuger.ch/site/wp-content/uploads/2012/06/Wonder-Stevie-Do-i-
Do.pdf
http://www.bassplayer.com/artists/1171/nathan-watts-on-stevie-wonder39s-39do-
i-do39/26140
https://it.wikipedia.org/wiki/Stevie_Wonder
http://www.ondarock.it/songwriter/steviewonder.htm