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NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE Periodico trimestrale della Sezione ANA di Belluno • Iscrizione Tribunale di Belluno n. 1 del 6/2/2003 - Presidente Arrigo Cadore • Direttore responsabile Dino Bridda - In redazione: Ilario Tancon Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n.46) art.1, c.2, DCB BL - In caso di mancato recapito rinviare all’Uff. P.T. di BL 32100 detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare relativa tariffa Anno II • N. 4 • Dicembre 2004 C’era Gesù, tra noi, nelle trincee presso il Don, a tenerci compagnia nel gelo. Se no, di che saremmo vissuti, se neppure Lui ci avesse parlato, nel silenzio notturno della steppa? Chi può vivere soltanto di gelo, di fame, di fuoco? E allora Lui ci sussurrava il nome della mamma, ne adoperava la voce per offrire l’augurio e il dono di Natale: “Ritorna figliolo… noi ti aspettiamo”. Innumerevoli gomitoli grigio-verdi rannicchiati ed infissi nella neve, eravamo una unica linea presso il Don - ma pochi, per la bianca vastità di Jvanowka, Galubaja Kriniza, Nova-Kalitwa: molti soltanto a Selenyj-Jar, al piccolo cimitero nato dal sangue degli Alpini de “L’Aquila”. Il Bambino parlava a noi, si soffermava in silenzio e inatteso innanzi a Loro, Li attendeva per portarli con sé, nella notte di Natale. Noi superstiti restavamo sgomenti, quel mistero si esprimeva soltanto in dolore: sopra la neve, sotto la neve legava un’unica paternità, una stessa sorte. Ma noi siamo tornati. Non c’è più Natale eguale a quell’ultimo nostro: ogni anno siamo là, su quella neve a chiamarLi. Fratelli nostri, noi Vi ricordiamo. Peppino Prisco Natale ’42

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NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

Periodico trimestrale della Sezione ANA di Belluno • Iscrizione Tribunale di Belluno n. 1 del 6/2/2003 - Presidente Arrigo Cadore • Direttore responsabile Dino Bridda - In redazione: Ilario TanconPoste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n.46) art.1, c.2, DCB BL - In caso di mancato recapito rinviare all’Uff. P.T. di BL 32100 detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare relativa tariffa

Anno II • N. 4 • Dicembre 2004

C’era Gesù, tra noi, nelle trincee presso il Don,a tenerci compagnia nel gelo.

Se no, di che saremmo vissuti, se neppure Lui ci avesse parlato,

nel silenzio notturno della steppa?

Chi può vivere soltanto di gelo, di fame, di fuoco?

E allora Lui ci sussurrava il nome della mamma,ne adoperava la voce

per offrire l’augurio e il dono di Natale:“Ritorna figliolo… noi ti aspettiamo”.

Innumerevoli gomitoli grigio-verdirannicchiati ed infissi nella neve,

eravamo una unica linea presso il Don - ma pochi,per la bianca vastità di Jvanowka,

Galubaja Kriniza, Nova-Kalitwa:molti soltanto a Selenyj-Jar, al piccolo cimiteronato dal sangue degli Alpini de “L’Aquila”.

Il Bambino parlava a noi, si soffermavain silenzio e inatteso innanzi a Loro,

Li attendeva per portarli con sé,nella notte di Natale.

Noi superstiti restavamo sgomenti,quel mistero si esprimeva soltanto in dolore:sopra la neve, sotto la neve

legava un’unica paternità, una stessa sorte.

Ma noi siamo tornati.

Non c’è più Natale eguale a quell’ultimo nostro:ogni anno siamo là, su quella neve a chiamarLi.

Fratelli nostri, noi Vi ricordiamo.Peppino Prisco

Natale ’42

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Vignetta di Alberto Levis

GLI AUGURI

2 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

Gli auguri per le prossime festività non pos-sono che essere AUGURI DI PACE e di SPERAN-ZA perché nei territori insanguinati da conflit-ti e da terrorismo riesca a germogliare il semedella concordia e della fratellanza.

Buon Natale e Buon Anno a tut-ti i reduci che hanno vissuto gli or-rori delle guerre e le privazioni del-la prigionia.

A voi giovani Alpini in armi e mi-litari tutti, ai vostri Ufficiali e Sottuf-ficiali impegnati all’estero ed in Ita-lia in missioni di pace, gli auguri più

sinceri di buone feste ed un fraterno abbraccioperché possiate sentirci vicini come noi sentia-mo vicini voi.

Al Comandante delle Truppe Alpine ed aisuoi collaboratori più stretti, gli auguri più bel-li e l’invito a continuare, come stanno facen-do ora, a trasmettere i valori alpini ai giovaniin servizio.

Buon Natale e Buon Anno al nostro Presi-dente Nazionale, a tutti i componenti il Con-siglio Direttivo ed ai collaboratori della SedeNazionale e del giornale “L’Alpino” che sapien-temente lo affiancano nel portare avanti la no-stra Associazione.

Buon Natale e Buon Anno a tutti i familia-ri dei nostri soci che sono andati avanti, per-ché nel loro ricordo possano trovare il confor-to e la consolazione.

Auguro Buone Feste anche a quanti soffro-no a causa della guerra, della fame o per ma-lattia; a chi è solo ed abbandonato e vive nel-l’indifferenza e nell’emarginazione.

A voi amici del Consiglio di Sezione, al Se-gretario, al Direttore ed ai redattori del nostrogiornale, gli auguri più sinceri ed un grazie perla collaborazione e la disponibilità che mi ave-te dato in nome del nostro spirito alpino. Te-niamolo sempre alto questo spirito, non trin-ceriamoci dietro egoismi personali e dimostria-moci generosi con la nostra Associazione peronorarla e far conoscere i valori che essa rap-presenta.

Pace, serenità e salute, ecco l’augurio chedal profondo del mio cuore sento di fare a tut-ti voi capigruppo e soci ed un grazie per quel-lo che avete fatto e che, ne sono certo, vorretecontinuare a fare per la vita della nostra mera-vigliosa Famiglia Alpina.

Arrigo Cadore

Alla scadenza del mio mandato triennale, mirivolgo ancora una volta agli Alpini ed Ami-

ci Alpini della Sezione di Belluno per porgerea tutti voi ed alle vostre famiglie gli auguri piùsentiti e sinceri per le prossime festività nata-

lizie e per il nuovo annoche fra poco comincerà.

Le festività di fine an-no dovrebbero consentirciun momento di pausa nelfrenetico vivere quotidiano,un momento di relax che cipermetta di guardarci attor-no, scrutare noi stessi, pen-sare a chi soffre di più, ri-promettendoci di aumen-tare, se possibile, la nostra“dotazione” di altruismo.

Come ogni anno, que-sto è tempo di bilanci e diverifica, è tempo, cioè, di ri-vedere e riconsiderarequanto abbiamo fatto, co-me lo abbiamo fatto, equanto non abbiamo potu-to fare o portato a termine.

La nostra Sezione havissuto un 2004 molto in-tenso e pieno di avveni-menti, basti pensare allo

sforzo profuso per organizzare il 2° raduno de-gli ex appartenenti alla nostra gloriosa “Briga-ta Alpina Cadore” e a tutte quelle manifesta-zioni che hanno avuto per protagonisti tutti inostri Gruppi.

P. Piloni, 11 – 32100 BELLUNO – 0437 940184 – [email protected]

Questo numero di IN MARCIA è stato impaginato e stampato in 8.700 copie presso la

GLI AUGURI DEL PRESIDENTE

Un Natale di pace e speranza?Dipende da noi

Una immagine dellacerimonia del 4 novembre2004 al ponte degli Alpini di Belluno.

In copertina: un dipinto di Tommaso Magalotti.

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3IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

SPIRITO ALPINO

È stata una delle notizie più terribili che hanno scosso l’opinione pub-blica, non solo bellunese, nei mesi scorsi. Terribile perché riguarda-

va una giovane vita stroncata per un sublime atto di generosità e di so-lidarietà. Terribile, per noi, anche perché ha colpito la famiglia alpina,in quanto il protagonista era un giovane che aveva prestato servizio nel

7° Rgt. Alpini “Feltre”. Terribile, infine, perché quel giovane era un au-tentico entusiasta della vita ed aveva davanti a sé, di certo, un futuro ra-dioso e colmo di fondate speranze.

Matteo Mosca ci ha lasciati venerdì 8 ottobre 2004. sull’autostradaBelluno-Venezia, cadendo da un cavalcavia. Stava tentando di portaresoccorso ad un’auto in fiamme rimasta coinvolta in un incidente sul-l’altra carreggiata. Matteo aveva 25 anni. stava andando in discoteca, mala discoteca, davanti ad un’emergenza simile poteva aspettare... Il suogrande e innato spirito di solidarietà lo ha spinto fino a perdere la vi-ta per salvare quella del prossimo. Se dovessimo dare una definizionedi tale gesto, potremmo dire, proprio da queste colonne, che quello diMatteo era davvero autentico spirito alpino. Un valore di cuore e di in-telligenza che le penne nere portano dentro di sé e, talvolta, può anchecomportare l’estremo sacrificio.

Il funerale si è tenuto giovedì 14 ottobre nel-la parrocchiale di Frassenè ove oltre mille per-sone si sono strette attorno ai genitori Vittorioe Valli, al fratello Alberto ed agli altri familiari.Numerosa la delegazione dei colleghi di lavorovenuti fin da Lodi, nonché tanti compagni discuola, amici e persone che hanno avuto la for-tuna e il piacere di conoscere Matteo. Non po-tevano mancare gli alpini, presenti con i loro cap-pelli, le penne nere ed i gagliardetti e vessilli atestimoniare l’affetto ed il rimpianto per un gio-vane amico “andato avanti” troppo presto.

La presenza degli alpini ha colpito i fami-liari che hanno voluto farci pervenire il seguen-te messaggio: “Il nostro caro Matteo, scompar-so prematuramente a soli 25 anni, se ne è an-dato da vero Alpino, donando la sua vita per sal-vare quella del prossimo. Aveva per il suo cap-pello del 7° “Feltre” il più grande rispetto ed oraquel cappello che lui amava tanto gli riposa ac-canto nella dimora eterna. A voi tutti, cari alpi-ni, che lo avete accompagnato nell’ultimo viag-

gio terreno, il nostro più vivo ringraziamento. La vostra numerosa pre-senza é stata per noi motivo di orgoglio e ci ha profondamente com-mossi. Ancora una volta il corpo degli alpini ha dimostrato grande so-lidarietà e fratellanza ed è per questo che Matteo era fiero ed orgoglio-so di essere uno di voi”.

Davvero, cari familiari di Matteo, siamo noi ad essere orgogliosi diannoverare, per sempre, nelle nostre file, il vostro indimenticabile e ge-neroso ragazzo. Grazie per avercelo donato.

Dino Bridda

Matteo Mosca era nato a Belluno il 14 no-vembre 1979 e si era diplomato all’Isti-

tuto minerario di Agordo. Partito militare co-me primo volontario in ferma annuale (VFA)il 26 gennaio 2000, giurò fedeltà alla patriail 4 marzo 2000 come fuciliere del 7° Rgt. Al-pini “Feltre”, nonostante avesse ricevuto ilcongedo illimitato, a testimonianza del suoattaccamento al cappello alpino.

Ragazzo disponibilecon tutti, sempre prontoa dare una mano, intel-ligente e nello stessotempo sicuro di sè e sicu-ro degli obiettivi che siera prefissato.

Quasi subito pro-mosso al grado di ca-porale scelto, nel mesedi maggio gli vennero ri-lasciati due attestati: ilprimo riguardante la fre-quentazione del corsodi imprenditorialità gio-vanile, il secondo per uncorso di informatica, en-trambi superati con pie-ni meriti.

Durante il servizio mi-litare partecipò all’eser-citazione “Eolo 2000”svoltasi in Spagna dal 12al 30 giugno 2000 nel po-ligono di S. Gregorio (Saragozza) congiun-tamente ad unità spagnole, francesi e por-toghesi.

Il 25 gennaio 2001 terminò il servizio mi-litare presso il 7° Rgt. Alpini “Feltre” e fu po-sto in congedo, ma non prima di aver con-segnato al col. Luigi Epifanio una lettera diringraziamento per la costante attenzionee disponibilità offerta a Matteo ed a tutti glialpini del 1° blocco/00. Rivolse, nel contem-po, anche un pensiero di gratitudine a tut-ti gli ufficiali e sottufficiali per i momentibelli e meno belli trascorsi durante la perma-nenza al 7°.

IL NOBILE GESTO DI UN VERO ALPINO

Solidarietà, fino alle estreme conseguenzeIl sacrificio del giovane frassenese sulla A27 ha colpito tutta l’opinione pubblica Significativo messaggio della famiglia alle penne nere

Matteo Moscal’orgoglio della penna nera

Una bella immagine di Matteo Mosca con il suo inseparabilecappello alpino.

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I NOSTRI REPARTI

4 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

QUELLA DEL REGGIMENTO DI STANZA ALLA “SALSA” ED ALLA “D’ANGELO”

Una storia breve, solo tredici anniNel quadro della ristrutturazione dell’Esercito italiano, avvenuta agli inizi degli anni novan-

ta, alcuni battaglioni e gruppi vennero elevati a rango di reggimento.Come si sa, l’onore di perpetuare storia e tradizioni del 7° Reggimento Alpini fu assegnato

al Battaglione “Feltre” che ne ereditò la bandiera di guerra e poi entrò a far parte - lo è tuttora –della Brigata Alpina “Julia”. Nel contempo il Battaglione “Pieve di Cadore” fu ricostituito l’8 ago-sto 1992, con la denominazione di 12° Reggimento Alpini, per poi scomparire nel 1997 con loscioglimento della Brigata “Cadore”.

Diversa sorte toccò, invece, al Battaglione “Belluno” che, costituito l’1 ottobre 1910 in senoal 7° Reggimento Alpini, ne fece sempre parte e ne seguì le sorti sino allo scioglimento del me-desimo reggimento, avvenuto nel 1975. A partire da tale data fu alle dirette dipendenze della Bri-gata Alpina “Cadore” e poi, il 19 settembre 1991, divenne dapprima Reggimento Alpini “Bellu-no” ed in seguito, a partire dal 7 settembre 1992, assunse l’inedita numerazione di 16° Reggi-mento Alpini “Belluno”. Fu l’unico, fra i neonati Reggimenti della Brigata “Cadore”, a mante-nere, nella denominazione, il nome della città ove è stato di stanza sino al 2004.

Nato come reggimento addestramento reclute, passò poi nel 1997, dopo lo scioglimento del-la “Cadore”, alle dipendenze della Brigata “Julia” e nel 1998 fu trasformato in Centro incorpo-razione leva alle dipendenze del Comando Truppe Alpine.

Alla bandiera del 16° Reggimento Alpini “Belluno” sono state concesse le seguenti ricom-pense:- una croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia - all’Arma di Fanteria;- una medaglia d’argento al Valor Militare;- una medaglia d’oro al Valor Civile per le azioni compiute in occasione del disastro del Vajont.

Il suo stemma araldico riproduce quello del Battaglione Alpini “Belluno”: nella metà di si-nistra appare lo stemma del comune di Belluno con croce gialla in campo azzurro e due grifo-ni rossi ai quarti superiori; nella metà di destra appare, in obliquo, la testa di uno stambecco subanda nera al centro di due bande rosse verticali.

Il motto latino è molto significativo e suggestivo: “Sunt rupes virtutis iter”. Tradotto moltoliberamente ed in senso alquanto esteso, esso significa che camminare sulla via scoscesa e fati-cosa delle rupi, ovvero il salire più in alto, sia in montagna che nella vita, è l’unica strada cheporta alla virtù e che nobilita l’uomo.

M artedì 30 novembre, con inizio alle 10.30,si è compiuto l’ultimo atto della giova-

ne vita del 16° Reggimento Alpini “Belluno”.Nelle caserme di via Col di Lana, infatti, si è te-nuta la cerimonia ufficiale di scioglimento

del reparto alla presenza divarie autorità e di rappre-sentanze di associazionicombattentistiche e d’ar-ma. Un ultimo ammainabandiera e poi il simbolodel reggimento ha presola strada del Vittoriano ovesono custoditi tutti i vessil-li di guerra dei reparti sciol-ti ed appartenuti alle forzearmate italiane.

Purtroppo lo sposta-mento della data di sciogli-mento ci impedisce di dar-

Scambio di doni tra il nostro presidenteArrigo Cadore edil ten. col. Benvenuto Poldurante la visita dicongedo del comandante del disciolto 16° Rgt.Alpini “Belluno”.

ne conto su questo numero del nostro giorna-le come avremmo voluto ed avevamo program-mato in precedenza. Il fatto è che il giornale an-dava in macchina proprio in quei giorni, per-ciò la cronaca dell’avvenimento è rimandata al

prossimo numero di “In marcia”.Piace qui ricordare, comunque,

che l’ultimo atto del 16° Rgt. Alpi-ni “Belluno” è stato preceduto dauna gradita visita compiuta dal co-mandante ten. col. Benvenuto Polalla nostra sede in occasione diuna riunione del consiglio diretti-

vo sezionale. C’è stato uno scambio di saluti frail col. Pol ed il presidente Arrigo Cadore, a no-me di tutti gli alpini della sezione, unitamen-te ad alcuni reciproci omaggi a ricordo dell’e-vento. In particolare vorremmo ringraziare lostesso col. Pol per il cortese omaggio, fatto a tut-ti i presenti ed ai capigruppo, di una medagliaricordo del reggimento: essa rappresenta, sul-lo sfondo delle montagne, le note figure del “ve-cio” e del “bocia” accanto allo stemma araldi-co del reparto.

Al ten. col. Benvenuto Pol ed a tutti i suoicollaboratori giunga, anche da queste colonne,l’augurio di buon lavoro per i loro nuovi inca-richi in seno ad altri reparti delle truppe alpine.

LA BANDIERA DI GUERRA È ORA CUSTODITA AL VITTORIANO DI ROMA

L’ultimo atto del 16°Reggimento Alpini “Belluno”

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5IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

I NOSTRI REPARTI

(d.b.) Nell’ambito delle truppe alpinequando si cita Belluno la memoria va a due re-parti che, con diversa storia e differente impie-go, ne portarono il nome, l’uno quale battaglio-ne alpino, l’altro quale gruppo di artiglieria da

montagna. Il primo, inquadrato nel 7° Reggi-mento, fu di stanza per molti decenni alla ca-serma “Salsa” del capoluogo e lasciò l’ereditàall’omonimo 16° Reggimento, del quale si èparlato nella pagina precedente. Il secondo eb-be, invece, una storia in parte lontana dalla cit-tà della quale portava il nome, ma ad essa le-gato, come vedremo, da parecchi motivi.

Come si sa, prima della Grande Guerra, l’ar-tiglieria da montagna era organizzata su tre reg-gimenti ed il secondo era formato da quattrogruppi: il V Conegliano, il VI Udine, il VII Vicen-za (fra i suoi comandanti si annovera il bellu-nese ten. col. Carlo Luigi Calbo, medaglia

d’oro al valor militarealla memoria) e l’VIIIBelluno. Quest’ultimo,così denominato dopola trasformazione ingruppo della prece-dente Brigata Belluno,era formato dalle bat-terie 22a, 23a e 24a, al-le quali si aggiunsero la58a e la 106a, ciascunasu quattro pezzi da65/17.

Come ricordaGiorgio Tosato, a pre-fazione di una mono-grafia tratta dalla rivi-sta del Cai “Le Dolo-miti Bellunesi” n. 1 e 2del 2001, il GruppoBelluno era attestato,agli inizi della prima

guerra mondiale, sulle cime dolomitiche del Co-melico occidentale ed ai piedi delle Lavaredoe vi rimase sino all’ottobre 1917 partecipandoa varie azioni belliche. Dal novembre 1916 fucomandato dall’allora capitano Paolo Stiz, di-scendente di una famiglia bellunese invisa al-la gendarmeria austroungarica negli anni pre-cedenti la terza guerra d’indipendenza, e padredel dott. Giancarlo, giudice delle indagini sul-l’attentato di piazza Fontana. Nel suo diario diguerra, pubblicato dalla già citata rivista del Cai,egli raccontò la tragica marcia del GruppoBelluno, dopo Caporetto, sino a Schievenin perpartecipare alla cosiddetta battaglia d’arresto (trai monti Cornella, Tomba, Valderoa) e poi allabattaglia del solstizio ove lo stesso Stiz guada-gnò la medaglia d’argento. In seguito il Grup-

po Belluno fu impiegato sull’altipiano di Asia-go e sul Grappa, combattendo su Col Moschin,Monte Coston e Col dell’Orso. Dopo la deci-siva battaglia di Vittorio Veneto, i montagninidel Belluno, sempre al comando del cap. Stiz,

inseguirono gli sconfitti per la valle dello Stiz-zon sino a Seren, Arten e Feltre. Al Gruppo Bel-luno la città della quale portava il nome offrì ilgagliardetto di guerra.

Dopo la prima guerra mondiale, precisa-mente nel 1929, il gruppo di artiglieria da mon-tagna Belluno passò nei ranghi del 3° Reggimen-to. Successivamente, nel 1935, passò in quel-li del 5° Reggimento Artiglieria Alpina, inqua-drato nella Divisione Alpina Pusteria, ove c’e-ra anche quel Gruppo Lanzo che in seguito sa-rebbe stato la base del 6° Artiglieria da mon-tagna della Brigata Cadore. Il 5° Rgt. Artiglie-ria Alpina, come si ricorderà, fu di stanza a Bel-luno dal 1935 al 1943 e da qui i suoi repartipartirono per le campagne in Africa orientalee sulle Alpi occidentali, in Grecia ed in Jugos-lavia. In memoria dei suoi Caduti e ad esso in-titolato, nel secondo dopoguerra e sulla spin-ta del gen. Antonio Norcen, fu eretto il monu-mento-sacrario sul Col Visentin ove, agli inizidel ventesimo secolo, era stato costruito il ri-fugio Budden.

Il Gruppo Belluno prese parte alla guerra d’E-tiopia con le batterie 1a, 11a e 24a, mentrecombattè durante la seconda guerra mondia-le con le batterie 22a, 23a e 24a. Sciolto dopol’armistizio dell’8 settembre 1943, fu ricostitui-to nel 1947 e quattro dopo venne inquadratonel 3° Reggimento artiglieria da montagna del-la Brigata Julia, come ricorda Alberto Radaellinella sua “Piccola enciclopedia storica degli al-pini” pubblicata nel 1999.

Nel 1960 il Gruppo Belluno inquadrava lebatterie 22a, 23a e 24a e, dopo lo scioglimentodel 3° Rgt., nel 1975 venne a sua volta sciol-to per riapparire nello stesso anno con le sto-riche batterie 22a, 23a e 24a quando il GruppoOsoppo cambiò la denominazione in GruppoBelluno. Nel 1989, infine, la definitiva sparizio-ne dai ranghi dell’esercito italiano.

PORTÒ ALTO IL NOME DELLA CITTÀ ALLA QUALE FU INTITOLATO

Il Gruppo “Belluno” dalla “Pusteria” alla “Julia”Tra i suoi comandanti Paolo Stiz, discendente di una famiglia bellunese di patrioti risorgimentali

Tra le baracche in trinceasulle Dolomiti durante laprima guerra mondiale. Ilprimo, da destra, è l’alloratenente Paolo Stiz.

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VITA DELLA SEZIONE

6 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

Spira buon vento nella sezione Ana di Bel-luno che ha riunito, come di consueto, con-

siglieri e capigruppo per l’appuntamento d’au-tunno nel quale si traccia un bilancio dei pri-mi dieci mesi dell’anno e si fissano le linee di

attività per quello successivo. L’incontro, che siè tenuto alla Sala De Luca, è stato presiedutoda Arrigo Cadore e, per l’occasione, è stato dis-tribuito il materiale per il tesseramento 2005la cui quota è rimasta invariata a dodici euro(più altri nove euro per l’adesione volontaria,

ma assai importante, aDolomiti Emergencyper i soccorsi in mon-tagna).

La sezione godeottima salute ed il tes-seramento 2004 ha da-to i seguenti risultati:soci alpini 7.203, sociaggregati 1.249, totale8.452. Lavorano ala-cremente anche i nu-clei di protezione civi-le, coordinati da IvoGasperin, e di ciò ha ri-

ferito Mario Bressan. Il vicepresidente RenatoMenel ha anticipato buone notizie per l’adu-nata nazionale di Parma 2005: a disposizionedegli alpini bellunesi ci sarà uno spazio attrez-zato nell’area della stazione ferroviaria a pocadistanza dal centro storico.

Anche quest’anno si è ripetuta l’i-niziativa del raduno sezionale

sulla sommità del Col Visentin perrendere omaggio alla memoria dei ca-duti del 5° Reggi-mento Artiglieria Al-pina della Divisio-ne “Pusteria” ai qua-li è dedicato il sa-crario sulla vetta delcolle che fa da spar-tiacque tra la Val Bel-luna e la Val Lapisi-na nel Vittoriese.

Domenica 14settembre, sfidandouna giornata nonmolto propizia dalpunto di vista me-

teorologico, le varie rappresentanze digruppo sono salite sin lassù per unmomento di ricordo e di fratellanzaalpina. Il rito religioso è stato celebra-

to da mons. An-tonio De Fantied al raduno era-no presenti oltreventi gruppi coni rispettivi gagliardetti scortati dalle va-rie delegazioni.

Oltre agli amici del gruppo “ValLapisina” della sezione di VittorioVeneto, sono stati notati i gruppi:Agordo, La Valle, Longarone, Corneid’Alpago, Ponte nelle Alpi-Soverzene,Belluno città, Trichiana, Mel, Val diZoldo, Cavarzano-Oltrardo, Sedico-Bribano-Roe, Castellavazzo, Bolza-no-Tisoi “S-ciara”, Caprile-Alleghe“Monte Civetta”, Castionese, Sospiro-lo, Salce, Sois, Mas-Libano “33” ePieve d’Alpago.

Il vice presidente vicario Franco Patriarcaha poi dato indicazioni per la giornata della col-letta alimentare, che avrebbe visto impegnatigli alpini domenica 27 novembre. Ha poi ar-chiviato come positiva l’esperienza della squa-

dra Ana, classificatasi22ma, alla “24 ore di S.Martino” edizione 2004 edato gli ultimi ragguagliper la presenza alla mo-stra “A nord di Venezia”alla Crepadona, ove gli al-

pini di vari gruppi sarebbero stati di supportoal servizio di custodato e vigilanza.

Nella sua relazione il presidente Arrigo Ca-dore, dopo aver ringraziato tutti i collaborato-ri ed in particolare il segretario Renato Bogo co-adiuvato da Mario Visini, ha stigmatizzato lapresenza all’adunata di Trieste 2004 di due “tra-biccoli” identificati come appartenenti ad al-pini della sezione, augurandosi che a Parma ciònon abbia a ripetersi, ed ha poi riferito note po-sitive e lusinghiere sul secondo raduno della Bri-gata “Cadore” - il prossimo dovrebbe tenersi,a cadenza quinquennale, nel 2009 - e sull’ap-prezzamento crescente, anche a livello nazio-nale, nei confronti del periodico sezionale “Inmarcia”.

Due gli appuntamenti dati dal presidenteCadore agli iscritti ai 44 gruppi appartenenti al-la sezione. Il primo è fissato per il 30 novem-bre, quando si è tenuta la cerimonia ufficialedi scioglimento del 16° Reggimento “Belluno”,l’altro per il 6 marzo 2005, quando l’assembleasezionale sarà chiamata a rinnovare gli organidirettivi.

Dino Bridda

POSITIVA RIUNIONE ALLA SALA DE LUCA

Capigruppo al meeting d’autunnoLa sezione conta oggi quasi 8.500 soci

IL RADUNO SEZIONALE SULLE PREALPI BELLUNESI

Per quelli del 5° sul Col Visentin

Mario Bressan legge la relazione del nucleosezionale di protezionecivile. A lato il tavolo della presidenza.

Sotto:Al microfono il consiglieresezionale GiorgioCassiadoro.

Mons. Antonio De Fantimentre celebra la messa alsacrario sul Col Visentin.

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7IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

VITA DELLA SEZIONE

In due successivi fine settimana nostre delegazioni sono state impe-gnate… al di là del mare! Le delegazioni provenienti dalla montana

terra dolomitica, infatti, hanno rappresentato la nostra sezione in dueimportanti manifestazioni che hanno avu-to quale teatri i capoluoghi delle due mag-giori isole italiane da dove provengono pa-recchi ex-appartenenti a brigate alpine.

Tutto è cominciato sabato 25 e dome-nica 26 settembre a Palermo ove è stato ce-lebrato il 70° anniversario della costituzio-ne della sezione Ana Sicilia. Al raduno han-no partecipato, per la nostra sezione, il vi-ce presidente Angelo Dal Borgo, il segreta-rio Renato Bogo ed il capogruppo di Sospi-rolo Bruno Menegolla con il vessillo sezionale che, nella mattinata del-la domenica, hanno preso parte alla sfilata per la centrale via della Li-bertà ove il pubblico ha tributato caldi applausi alle penne nere prove-nienti da tutta Italia. Nella serata di sabato si era svolta anche un’applau-dita ed apprezzata rassegna di canti alpini nella prestigiosa sede del tea-

tro “Politeama”. Anche in tale occasione la nostra sezione si è fatta ono-re con l’esibizione del coro “Monte Dolada” diretto da Alessio Lavinae presentato da Isabella Zanon.

Nel successivo fine settimana, nelle giornate di sabato 2 e domeni-ca 3 ottobre, si è tenuto a Cagliari il raduno del 4° raggruppamento al-pino. Per la nostra sezione vi hanno preso parte Rinaldo De Rocco, con-sigliere sezionale e capogruppo “Val Biois” Canale d’Agordo-Caviola; Fla-vio Scardanzan, alfiere del labaro sezionale; Dante Valt, con il gagliar-detto del gruppo “Canale-Caviola”; Fabio Busin, con il gagliardetto delgruppo “Caviola-Cime d’Auta”.

Dopo Bari 1993, Asti 1995, Cremona 1999 ed Ao-sta 2003, eccoci pronti per Parma 2005.Come? Ma naturalmente a bordo di una tra-

dotta speciale con cuccette che, come sempre,partirà dalla Valbelluna, effettuerà le fermate pre-viste e, una volta a destinazione, sosterà all’inter-no della stazione ferroviaria di Parma ove saremoalloggiati durante il nostro soggiorno nella città emi-liana.

La stazione di Parma si presta particolarmen-te a questa iniziativa, essendo dotata di uno sca-lo molto ampio, asfaltato, bene illuminato, con tet-toie e capannoni a nostra disposizione per allesti-re le strutture necessarie al vettovagliamento.

La stazione si trova a poche centinaia di me-tri dal centro città e lo spazio a noi riservato godedi accesso indipendente del quale potremo usu-fruire soltanto noi. La delicata questione dei servi-zi igienici, che ci ha fatto particolarmente soffriread Aosta, è stata risolta noleggiando direttamen-te le attrezzature che saranno a nostra completaed esclusiva disposizione.

Le condizioni di partecipazione sono in fase dielaborazione e saranno rese note quanto prima.

Il coordinatore dell’iniziativa è il vice presiden-te sezionale Renato Menel al quale i gruppi inte-ressati possono rivolgersi al numero telefonico 335-5305952.

IN VISTA DELL’ADUNATA 2005

La tradotta per Parma... scalda i motori

DA PALERMO A CAGLIARI

Gli alpini bellunesi “volano” nelle isoleNostre delegazioni ad importanti manifestazioni in Sicilia e Sardegna

Si terrà il 6 marzo a Belluno

È TEMPO DI PREPARARSI ALL’ASSEMBLEAC’è una novità: l’elezione diretta del presidente sezionale

È fissata per domenica 6 marzo l’assembleaordinaria dei delegati della nostra Sezione,

come dispongono l’art. 31 dello statuto dell’A-na e l’art. 7 del regolamento sezionale.

Sede dell’assemblea sarà il teatro “Giovan-ni XXIII” di piazza Piloni in Belluno ove i lavori, inseconda convocazione, inizieranno alle 9.45. Inprecedenza, e precisamente alle 8.45, avrannoinizio le operazioni preliminari di verifica poteri,la consegna delle schede e l’apertura delle ope-razioni di voto. Sempre alle 8.45 sarà celebratala messa nell’attigua chiesa di S. Rocco in piaz-za dei Martiri.

L’ordine del giorno, predisposto dal consi-glio direttivo, prevede i seguenti dieci punti:1. nomina del Presidente dell’Assemblea, del se-gretario e di tre scrutatori;2. relazione morale del Presidente di Sezione;3. relazione finanziaria;4. delega al consiglio direttivo della sezioneper adeguare il regolamento sezionale al nuo-vo regolamento tipo approvato dal consiglio di-rettivo nazionale nella seduta del 13 gennaio2004;5. interventi sulle relazioni;6. approvazione delle relazioni;7. votazioni per l’elezione diretta del Presiden-te di Sezione;8. votazioni per l’elezione del consiglio direttivo,dei revisori dei conti e della giunta di scrutinio;9. votazioni per i delegati all’assemblea nazio-nale;10. varie ed eventuali.

Dopo la chiusura dei lavori assembleari, pre-sumibilmente intorno alle 12, si formerà un cor-teo, accompagnato dalla fanfara alpina diBorsoi, che sfilerà sino alla stele di viale Fantuz-zi ove sarà deposta una corona e saranno resigli onori ai Caduti.

La giornata si concluderà con il pranzo alristorante “Nogherazza” di Gresane di Castion.

Sopra:Scambio di doni tra il vicepresidente Angelo Dal Borgo e gli amici di Palermo.

La delegazione bellunese al raduno del 4° Raggruppamento a Cagliari.

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LA NOSTRA MEMORIA

8 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

“M inden 66350”. Un toponimo tipica-mente tedesco, un numero di matri-

cola, nient’altro. Ma, dietro a queste aride in-dicazioni, c’è un uomo. O meglio, c’era, poi-ché la storia riguarda un vecchio alpino della

classe 1885 che com-batté sul fronte dolo-mitico nella GrandeGuerra.

A raccontarla so-no i figli Gioacchino,Celeste e Antonia ed ilprotagonista è Dome-nico Dall’O, nato aPuos d’Alpago il 16maggio 1885, arruo-lato nel 7° Reggimen-to Alpini. Era partitoda Sitran, chiamato adifendere i confini del-la patria sulle Tofaneove combattè nei re-parti d’assalto una del-le guerre di postazionepiù snervanti e sangui-nose che mai si co-nobbero.

Il vecchio alpino- raccontano sempre ifigli - narrava spessodi quei terribili inver-ni di guerra, quando

sulle Dolomiti cadde molta neve: “Passavamocoi muli sotto una galleria scavata nella nevee le sentinelle rischiavano il congelamento senon battevano continuamente i piedi per ter-ra”. Nonno Domenico rammentava spesso il fa-moso episodio della mina del Castelletto (“Dinotte, sulle Tofane, portavano la gelatina per farsaltare una postazione austriaca”), ma anche

episodi meno tragici come il canto scherzoso:“Al general Cadorna ghe ha scrit a la Regina/chese la vol veder Trieste/ghe lo manda in carto-lina”.

Dopo la disfatta di Caporetto, nonno Do-

menico, come tanti suoi commilitoni, fu fat-to prigioniero e messo su un treno con desti-nazione Westfalia che, durante il lungo viaggio,si scontrò con un altro convoglio e rimasero po-chi superstiti, tra i quali lo stesso nostro alpi-no alpagoto.

Domenico Dall’O conobbe così la durez-za del campo di concentramento di Minden ovegli fu assegnato il numero di matricola 66350.Al lunedì c’era il macabro rito del peso sulla bi-lancia: per lui, per ben nove mesi di seguito, labilancia segnò sempre 27 chilogrammi: un uo-mo pesava come un bambino! Liberato alla fi-ne della guerra, rimase a lungo nell’ospedaledi Vittorio Veneto per recuperare le forze per-dute a Minden.

Il vecchio Domenico ricordava spesso conorgoglio che sul suo foglio di congedo c’era scrit-to: “Durante tutto il tempo passato sotto le ar-mi, ha tenuto buona condotta ed ha servito confedeltà ed onore”. Tanto è vero che nel 1927 ilgoverno di allora gli assegnò la medaglia dibronzo e Domenico ci scherzava sopra così: “Sealmeno quella medaglia fosse di rame, potreiaggiustare il buco che c’è nella caliera della li-sciva!”.

Non fu una vita fortunata la sua. Fra le tan-te privazioni dovette subire anche quella di nonarrivare in tempo ad essere nominato Cavalie-re di Vittorio Veneto. Morì pochi mesi prima.

Questa è la storia di “Minden 66350”, alsecolo Domenico Dall’O, alpino di Sitran.

Una storia come tante, scritta con il sensodel dovere umilmente adempiuto.

Dino Bridda

QUANDO GLI UOMINI DIVENTANO SOLO NUMERI

Minden 66350Dal gelo dell’inverno in Tofana a quello del campo di concentramento in Westfalia

Lo scorso anno toccò proprio alla nostra sezione, quest’anno è stato il turno delle sezioni diRoma e Verona le quali hanno offerto l’olio alle lampade perennemente accese sull’altare del-

la sacra icona mariana della chiesa dei Padri Cappuccini in piazza Ferretto a Mestre.La suggestiva cerimonia è stata preceduta, sabato 9 ottobre, dall’omaggio a padre Policarpo

da Corsara al cimitero di Montecchio Maggiore (Vicenza) e da una serata di canti alpini nel duo-mo di S. Lorenzo in Mestre.

Nella mattinata di domenica 10 è stata celebrata la messa al campo con la partecipazionedi cappellani militari reduci di Russia. Al termine si è tenuto il suggestivo rito dell’offerta del-l’olio nella chiesa del convento del quale è superiore padre Roberto Genuin, originario di Fal-cade. Per la nostra sezione era presente il vice presidente Angelo Dal Borgo che ha scortato il ves-sillo sezionale.

TRADIZIONALE INCONTRO A MESTRE

Il dolce ricordo della Madonna del Don

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9IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

LA NOSTRA MEMORIA

(d.b.) La provincia di Belluno, zona a vocazio-ne naturale di reclutamento alpino, ha semprefornito pingui organici sia ai reggimenti ed aibattaglioni del corpo degli Alpini che ai grup-pi ed alle batterie dell’Artiglieria Alpina e/o da

montagna, nonché ai repartidei Genieri e Trasmettitori alpi-ni, dell’Aviazione leggera e de-gli Autieri.

Una sorte particolare toccaagli artiglieri alpini o da mon-tagna che vantano una doppiaappartenenza e che sono assainumerosi anche nella nostraAssociazione. Parallelamentemolti di essi sono sempre statiinteressati anche alla vita dell’As-sociazione Nazionale Artiglierid’Italia che, per quanto riguar-da proprio la nostra provincia,si accinge a celebrare i 50 annidella ricostituzione.

L’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia,eretta in ente morale nel 1953, raccolse l’ere-

dità dell’ex-Reggimento Artiglieri d’Italia “Da-miano Chiesa”, già Associazione Arma d’Arti-glieria derivata dall’originaria AssociazioneArtiglieri “Santa Barbara”. Tracce della sua pre-senza sul nostro territorio provinciale sono sta-te trovate, ad esempio, in una foto che pubbli-chiamo su questa stessa pagina e che documen-ta l’esistenza, negli anni ’30, di una sottosezio-ne a Feltre intitolata proprio a Damiano Chie-sa. La stessa madre dell’eroe fece dono di un ri-tratto del figlio, ufficiale del 9° Rgt. Artiglieriadi fortezza, alla sezione di Belluno con una de-

dica datata 17 ottobre 1934, due anni dopo lacostituzione del sodalizio nel nostro capo-luogo.

L’Associazione Artiglieri fu ricostituita a Bel-luno nel 1954 e fu intitolata al tenente Ange-

lo Dal Fabbro, medaglia d’oro al-la memoria, caduto sul frontemarmarico nel 1941. Altra me-daglia d’oro appuntata sul laba-ro della sezione provinciale èquella del ten. col. Carlo LuigiCalbo, bellunese, comandantedel Gruppo “Vicenza” del 2°Rgt. Artiglieria alpina della Di-visione “Tridentina”, che caddesul fronte russo durante la secon-da guerra mondiale. Nel 1969 fucostituita la sezione di Pontenelle Alpi e nel 1976 quella diTrichiana.

Dopo la ricostituzione lasezione provinciale fu presie-

duta per parecchi anni dal col. Luigi Ricci, giàufficiale della “Pusteria” sul fronte occidenta-le, e dal maggiore di complemento TullioBridda, già comandante di batteria sul frontesiciliano. Poi ancora seguirono Francesco Lici-ni, Guido Zavarise, Giovanni Testolini, Ubal-do Mitrio e l’attuale Costante Fontana.

Si può senza dubbio affermare che i qua-dri degli iscritti, per quanto riguarda gli artiglie-ri alpini e da montagna, provengono in granparte dal 5° Rgt. Artigliera alpina della “Puste-ria”, ovvero i più anziani, nonché, assai nume-rosi, dal 6° Rgt. Artiglieria da montagna della“Cadore”.

Per celebrare degnamente i 50 anni dellaricostituzione l’A.N.Art.I. di Belluno ha orga-nizzato, per il 4 dicembre, la consueta cerimo-nia davanti al monumento al mulo in piazza-le della Stazione con brevi allocuzioni delgiornalista Dino Bridda e del gen. GuglielmoDe Mari, seguita dalla messa nella chiesa di S.Stefano ove è situata una pregevole statua del-la patrona S. Barbara.

Con l’occasione lo scultore Massimo Fac-chin, tra l’altro autore del citato monumentoal mulo, ha realizzato una significativa litogra-fia riproducente S. Barbara nell’atto di ottura-re con la mano una bocca di cannone, mentreai suoi piedi giacciono i simboli nefasti delleconseguenze della guerra.

Per la vicinanza che lega Ana e A.N.Art.I.,in virtù delle comuni vicende degli artiglieri al-pini, giungano da queste colonne i nostri mi-gliori auguri per la ricorrenza del loro cinquan-tenario e nella comunione spirituale dei rispet-tivi patroni, S. Maurizio e S. Barbara.

MEZZO SECOLO DI VITA DELLA RICOSTITUITA SEZIONE DI BELLUNO DELL’A.N.ART.I.

50 anni anche per gli artiglieri alpiniNei suoi ranghi molti bellunesi che militarono nel 5° della “Pusteria” e nel 6° della “Cadore”

Foto di gruppo per gliartiglieri della sottosezione“Damiano Chiesa” di Feltrenegli anni ‘30.

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VITA DEI GRUPPI

10 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

Salce

C’erano le foto di Achille Starace, segreta-rio generale del Partito fascista, in visita

a Villa Gaggia nel ’35. Poi le immagini dell’in-contro tra Hitler e Mussolini il 19 luglio del ’43a Villa Gaggia e dell’inaugurazione a S. Fermodell’Opera Nazionale Dopolavoro alla pre-senza del ministro dell’Educazione nazionaleErcole. Ed ancora Re Fuad d’Egitto in visita al-le centrali elettriche, accompagnato dal mini-stro delle Finanze e fondatore della Sade, Vol-pi di Misurata.

Autentici ed inediti pezzi di storia, insom-ma, hanno impreziosito la mostra fotograficainaugurata lo scorso 16 ottobre presso il cen-tro commerciale di Salce per il 40° anniversa-rio della costituzione del Gruppo Alpini “Ge-nerale Pietro Zaglio” di Salce. La mostra ha ri-scosso un gran successo di visitatori tale da pro-lungarne l’apertura di un’altra settimana fino al31 ottobre. Sulle note del coro “Adunata”, ha ta-gliato il nastro il sindaco Ermano De Col, pre-senti il presidente della Provincia Sergio Reo-lon, gli onorevoli Maurizio Fistarol e MaurizioPaniz, l’assessore provinciale Quinto Piol, il pre-sidente del consiglio comunale Maria CristinaZoleo, il consigliere provinciale Oscar De Bo-na (già presidente della Provincia), il coman-dante del 16° Reggimento Belluno col. Benve-nuto Pol e il presidente del Comitato d’Intesadott. Giambattista Arrigoni. Oltre, natural-mente, agli “addetti ai lavori”: Franco Patriar-ca, vice presidente della sezione Alpini di Bel-luno; il comm. Bruno Zanetti, già presidente del-la medesima sezione ed i rappresentanti dellesezioni di Feltre e del Cadore.

Ezio Caldart, capogruppo di Salce, ha fat-to gli onori di casa, proseguendo con un salu-to affettuoso a Giovanna Carlin, centenaria diSalce ed ai soci fondatori Daniele Carlin, Gio-vanni Dal Pont (primo capogruppo), Antonioe Giovanni Dell’Eva, Carlo D’Incà, Mario Fant,

Giuseppe Savaris, Luigi Carlin, Duilio Pitto. Unparticolare saluto è stato rivolto ad ArcangeloDe Biasi, ex combattente del fronte greco-alba-nese e reduce della campagna di Russia; Costan-te De Min, ex combattente del fronte jugosla-vo; Silvio Toffoli, ex combattente del fronte gre-co-albanese, e Vittorio Bortot, ex combattentedel fronte greco-albanese e ferito in guerra.

“Un grazie particolare – ha sottolineato EzioCaldart – lo voglio idealmente inviare a MarioDell’Eva e al padre Silvio Dell’Eva, che assiemea Rodolfo Mussoi ebbero l’idea di fondare

questo gruppo, che fu il primo nel comune diBelluno”. Il capogruppo di Salce ha quindi il-lustrato il percorso della mostra articolata in treparti. La prima, dal titolo “Immagini storico am-bientali di Salce e S. Fermo”, che raccoglie le fo-to storiche di Villa Gaggia. Segue la sezione“Camminare insieme… 40 anni del Gruppo rac-contati in immagini”, dedicata a Mario Dell’E-va e contenente le immagini che raccontano lastoria e l’attività del Gruppo dal 1964 ad oggi,oltre agli episodi che hanno caratterizzato la vi-ta degli alpini di Salce. Come la realizzazionedel monumento ai caduti, la cappella del cimi-

tero, l’intervento in Friuli in occasione del ter-remoto del 1976, la consegna della bandiera al-le scuole elementari di Giamosa, fino all’ulti-mo intervento di sistemazione della strada deiPiai a Salce eseguito dalla protezione civile diBelluno. Chiude questo settore un pannello daltitolo “Dagli Alpini in guerra agli Alpini di pa-ce” dove sono raccolte una ventina di fotogra-fie di alpini in divisa a partire dalla fine dell’800fino a quelli in ferma volontaria di oggi. Nel-la terza parte, dal titolo “Tanti amici per Alpi-ni”, sono esposti ventuno elaborati dei ragaz-zini delle elementari di Giamosa. Buona par-te del materiale è stato raccolto da Armando DalPont, appassionato cultore di storia e tradizio-ni locali, che per nove mesi è passato casa percasa alla ricerca di immagini d’epoca. La pazien-te sistemazione delle oltre 500 didascalie è sta-ta quindi affidata a Mario Brancaleone.

“Tutto questo è stato possibile - ha ricorda-to il capogruppo Caldart - grazie alla collabo-razione dei cittadini di Salce e S. Fermo. Perchéquesta è la loro mostra ed il Gruppo Alpini diSalce la consegna ai giovani affinché la custo-discano”. La manifestazione è stata patrocina-ta dal comune di Belluno, ospitata dal centrocommerciale di Salce e sostenuta della conces-sionaria Renault Dal Pont e della Fioreria DaRold di Salce.

Roberto De Nart

Il pubblico tra i padiglionidella mostra al centrocommerciale di Salce.

Il taglio del nastro perl’inaugurazione dellamostra del 40moanniversario di fondazionedel gruppo di Salce.

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VITA DEI GRUPPI

Cavarzano-Oltrardo

Castellavazzo

Trichiana

Domenica 19 settembre oltre una cinquantina di soci e familiari hapartecipato all’annuale gita sociale nella zona del passo Falzarego.Al mattino si è compiuta una visita al Museo all’aperto delle Cin-

que Torri (trincee, camminamenti, baracche, depositi, osservatori, po-stazioni d’artiglieria, ecc.) lungo i vari percorsi attrezzati e di recente ri-pristinati od allestiti.

Grazie alla splen-dida giornata si sonopotuti ammirare, nelcontempo, gli stupen-di scenari delle Dolo-miti circostanti.

Successivamente èstata osservata una bre-ve sosta al passo, aipiedi del monumen-to, per un doverosoomaggio ai tanti Cadu-ti nelle varie zone diguerra.

Dopo il pranzo,consumato al ristoran-te “Rifugio Valparola”,il rientro della comiti-va trichianese è avve-nuto via S. Cassiano,Val Badia, Corvara,con una simpatica so-sta ad Agordo per unabicchierata finale.

Il gruppo Ana e la comunità di Castellavazzo hanno dato l’ultimo sa-luto a Costante Olivier, il socio più anziano del sodalizio.

Nato a Castellavazzo il 9 ottobre del 1913, Costante rappresentavauna vera e propria istituzione per il paese e gli alpini della zona. Sociodalla fondazione del gruppo, avvenuta il 17 gennaio 1964, fu per diver-si anni consigliere. Opera sua è stato il capitello di Crosta, ritrovo de-

gli alpini, meta ogni anno di almeno unincontro conviviale. Ex combattente sulfronte greco-albanese nella Seconda Guer-ra Mondiale, lavorò per molti anni all’e-stero. Ai suoi funerali grande è stata la par-tecipazione con la presenza dei gruppi Anadi Castellavazzo, Longarone, Ospitale,Ponte Alpi-Soverzene e Belluno, di tantiex combattenti e alpini.

Il suo vecchio cappello d’alpino ha ac-compagnato la bara nella chiesa dove ilparroco don Sergio Pellizzari, nella sua

toccante omelia, ha ricordato la figura di Costante come grande lavo-ratore e patriota. Un pensiero è stato rivolto anche dal capogruppo Car-lo Alberti, dopo la lettura della preghiera dell’alpino. “Con Costante -ha detto Alberti - se ne va un grande uomo che tanto ha dato al nostrogruppo. Colonna portante dell’associazione, è sempre stato presente inprima linea in tutte le attività che venivano svolte”.

Ora nel gruppo di Castellavazzo rimangono solo tre ex combatten-ti: Antonio Sacchet, sergente, classe 1916; Alessandro Sacchet, reduce diRussia, classe 1917, e Ugo Sacchet, alpino classe 1922.

Adriano Padrin

(i.t.) Riconferma alla guida del gruppo Cavar-zano-Oltrardo. Nel corso della partecipata as-semblea di sabato 27 novembre alla Nogheraz-za di Castion (presenti oltre centocinquanta so-ci), Giuseppe Piazza è stato riconfermato capo-gruppo direttamente sai soci presenti, come pre-vede il nuovo statuto Ana. Guiderà perciò lepenne nere di tutto l’Oltrardo (395 Soci e120 Amici) per altri tre anni. Tre anni impor-tanti, a cominciare dal prossimo, in quanto nel2005 ricorre il quarantesimo di fondazione delgruppo, ricorrenza alla quale il nuovo consigliocomincerà a lavorare fin dai prossimi giorni.

Nel corso della relazione morale del 2004(quella finanziaria è stata fatta dal cassiere, Giu-seppe Ridolfo, e quella della protezione civi-le dal responsabile del nucleo, Lino De Pra),Piazza ha ripercorso le tappe significative del-l’anno che sta per concludersi, ricordandocon particolare trasporto la visita dello scorsosettembre ai luoghi della Grande Guerra adAsiago, occasione nella quale c’è stato l’incon-tro tra uno dei soci del Cavarzano-Oltrardo, Ma-rio Fiabane Petech e Mario Rigoni Stern, entram-bi reduci di Russia.

Proprio in occasione dell’assemblea, ilconsiglio ha voluto offrire un riconoscimentoa Fiabane e ad un altro reduce di Russia, Alfie-ri Baesato (il terzo, Lino Rossa, era assente per-ché indisposto). Un riconoscimento è stato of-ferto anche al comandante del 16° Reggimen-to “Belluno”, ten. col. Benvenuto Pol, ai vice-presidenti della sezione, Angelo Dal Borgo eFranco Patriarca, ed a Bruno Bernardi, consi-gliere del gruppo da ben quarant’anni.

In alto a destra:Cerimonia al cippo deiCaduti sul Passo Falzaregoper la comitiva del gruppodi Trichiana.

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VITA DEI GRUPPI

12 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

Lontani dalla patria, masempre affezionati alla

terra d’origine e con l’im-mancabile cappello d’alpi-no. È il caso, come ci ricor-da Alessandro Savio da Tai-bon, del socio del gruppoAna di Agordo Carlo Case,classe 1929, figlio di Paolo,soprannominato “MonteBianco”, che per fu per an-ni alla testa del medesimosodalizio agordino. Lo spi-rito di attaccamento allesue indimenticate monta-gne lo ha sempre espresso,ad esempio, nell’essere pre-sente alle adunate nazio-nali, tanto è vero che, negli anni più recenti, glialpini di Agordo lo hanno incontrato a Cata-nia ed a Trieste.

Carlo Case, emigrato da una vita nel lon-tano Canada, conserva nell’album di famigliaanche bellissimi ricordi dei momenti nei qua-li ha avuto modo di rivedere il paese natale edi vecchi amici di un tempo. Nel marzo 1953, adesempio, si incontrò col capogruppo di allora,Fiore Savio, medaglia d’ar-gento al valor militare e conl’amico Angelo Tancon evolle immortalare l’eventocon una foto, scattata nei lo-cali dello scomparso Alber-go “Leone”, che lo ritrae as-sieme a loro (è il primo a si-nistra nell’immagine).

Tutto fa ritenere che,salute permettendo, CarloCase sarà presente, nel pros-simo mese di maggio, all’a-dunata di Parma. Almeno losperano gli amici del grup-po Ana di Agordo, fiducio-si di reincontrarlo ed ab-bracciarlo.

I l gruppo è sempre attivo nel-l’opera di interventi a favore

del territorio e d’intesa con l’en-te pubblico.

Nei mesi scorsi, infatti, glialpini di Agordo hanno svoltoun importante lavoro di puliziae sistemazione ambientale nel-la conca su preciso mandatodella Comunità montana agor-dina e secondo le norme che re-golano gli interventi di recupe-ro ambientale e di tutela del ter-ritorio.

L’azione degli alpini agordi-ni si è sviluppata nel territoriodei comuni di Agordo, Riva-monte e Taibon per un totale di

cinque attività portate a termine con il contri-buto volontaristico di alcuni iscritti che han-no messo a disposizione il loro tempo liberoe le loro capacità esecutive.

Gli interventi in proposito sono stati effet-tuati, per quanto riguarda il territorio del co-mune di Agordo, in tre distinti momenti nel-le località Val di Frèla, Colvignàs, Rif, Le Fòchee Dugon. In comune di Taibon Agordino l’in-

tervento ha interessato la zonadi Peschiere-Le Torte, mentre aRivamonte si è agito in localitàPianelle-Mos-Sass Bianco. Ingran parte si è trattato della pu-lizia dei sentieri, oltre che del-la costruzione di un ponte suuna frana.

Il resoconto finale registra520 ore totali impiegate per at-tuare l’intera ed articolata ope-razione che si è rivelata, oltre cheun utile servizio alla collettivi-tà ed una preziosa collaborazio-ne con l’ente pubblico, ancheuna buona occasione di eserci-tazione per il nucleo di protezio-ne civile del gruppo.

Agordo

Due momenti di lavoro per gli alpini del gruppo di Agordo.

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13IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

VITA DEI GRUPPI - VARIE

Puos d’Alpago

Un alpino con il senso del buonumore e lospirito sempre giovanile, particolarmente

attaccato all’onore della penna nera. Questo è,in sintesi, il ritratto di Giovanni Canei come celo ha descritto in una breve lettera la nipote Te-

resina Mazzucco, residente a Provagna di Lon-garone, in occasione del quinto anniversario del-la scomparsa avvenuta il 10 dicembre 1999.

Giovanni Canei era nato il 31 marzo 1900a Puos d’Alpago ed aveva prestato servizio mi-litare, in qualità di mitragliere, nel 7° Reggimen-to Alpini. In Alpago era molto conosciuto

Il 27 novembre scorso, proprio mentre questo numero di “In mar-cia” stava per andare in macchina, si è tenuta in tutta Italia la “Gior-

nata nazionale della colletta alimentare” alla quale, ancora una vol-ta, gli alpini della nostra sezione hanno dato il loro fattivo contri-buto.

In servizio all’ingresso di vari supermercati del nostro territo-rio i nostri alpini hanno prestato la loro opera volontaria a favoredi una nobile iniziativa umanitaria gestita dalla Fondazione “Ban-co alimentare” onlus. L’evento è stato pubblicizzato dalle locandi-ne con lo slogan “La tua spesa per chiha bisogno nei supermercati dellatua città”, ovvero “condividere i biso-gni per condividere il senso della vi-ta”. Contemporaneamente l’ìnizia-tiva è stata promozionata in televisio-ne con gli spot aventi per protagoni-sti il noto conduttore Paolo Brosioed il pilota di formula 1 GiancarloFisichella.

La nostra sezione ha messo incampo, se così si può dire, le forzeattive dei seguenti gruppi: Mel, Tri-chiana, Bribano-Longano, Agordo,La Valle Agordina, Sedico-Roe-Bri-bano, Bolzano-Tisoi, Salce, Cence-nighe Agordino, Cavarzano-Oltrardo, Sois, Belluno città, Puosd’Alpago, Pieve d’Alpago, Longarone, Canale d’Agordo, Ponte nel-le Alpi e Tambre.

Nel prossimo numero pubblicheremo il rendiconto dell’inizia-tiva.

perché si può dire che non mancò mai alle fe-ste dei coscritti dal 1918 al 1960 e lo faceva al-lietando tutti con il suono della sua fisarmo-nica.

Tra i tanti ricordi della nipote figura quel-lo legato al giuramento del pronipote Carlo Sal-vador, avvenuto il 3 settembre 1988. Quelgiorno nonno Giovanni, con l’inseparabilecappello sdrucito ed orgoglioso del pronipo-te che ne seguiva così le orme, ebbe la soddi-sfazione di rivedere la sua vecchia caserma “Sal-sa” ove aveva fatto il militare per tre anni coni suoi fedeli muli. Riaffiorarono così i ricordi,ma messi un po’ in discussione dal fatto che,nel frattempo, al posto della stalla egli ritrovòil padiglione per il rinfresco. Erano cambiati itempi, ma non lo spirito del vecchio alpino che,al centro del padiglione ed a voce alta, comin-ciò ad elencare a voce alta i nomi dei muli diun tempo suscitando la curiosità dei presentiche lo ascoltarono con rispetto: “Ho avuto pau-ra della guerra - disse andando indietro con lamemoria - ma mai l’ho avuta dei miei muli!”.

ARTIGLIERI DA MONTAGNA SU INTERNET

Il gruppo “Bello e Uno”naviga in rete

T ra i siti che, sempre più numerosi, popo-lano la “rete alpina”, segnaliamo quello del

“Gruppo Artiglieria da Montagna Belluno”.L’indirizzo del sito ufficiale del reparto “Bel-

lo e Uno” è www.gambelluno3000.it. Come siricorderà il gruppo aveva sede nella caserma de-dicata a Giuseppe Bertolotti, un friuliano ori-ginario di Pontebba (Udine) e medaglia d’o-ro della prima guerra mondiale.

Si tratta di un sito ricco e con tante sezio-ni. Vi si trattano le vicende che hanno attraver-sato tutto il ventesimo secolo (il reparto, comeè noto, nacque nel 1909 e fu sciolto nel 1989);la guerra di Libia; la prima guerra mondiale; lacampagna in Africa Orientale, quando il grup-po venne inquadrato nella Divisione Alpina“Pusteria”; i combattimenti sul fronte greco al-banese; le azioni belliche in Montenegro e nel-la Francia meridionale nel corso della secon-da guerra mondiale; gli anni del dopoguerra fi-no allo scioglimento.

Ci sono poi il dettaglio delle campagne, ilinks e, particolarmente ricche, le sezioni dedi-cate all’araldica (tantissime le cartoline) ed al-le immagini, ricordo degli anni di naja inCarnia per moltissimi, qualcuno provenienteanche dalla nostra provincia.

È un sito piacevole, che, sfogliando ilguestbook, si apprende essere stato apprezzatoanche dall’ex-comandante delle Truppe Alpi-ne, il generale Roberto Scaranari.

Ilario Tancon

Penne nere in azione per il Banco Alimentare

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VITA DEI GRUPPI

14 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

Come avevamo già anticipato nel numeroprecedente, i volontari della nostra sezio-

ne hanno svolto un importante compito a fa-vore della comunità locale, in stretta collabo-razione con l’amministrazione comunale di Bel-

luno che li ha impiegati per il servizio d’ordi-ne alla mostra “A nord di Venezia”, la rassegnadi scultura e pittura nelle vallate dolomitichetra Gotico e Rinascimento in allestimento dal30 ottobre 2004 al 22 febbraio 2005.

Per tutto il mese di novembre, infatti, ognigiorno dalle 10 alle 19, alpini di vari gruppi sisono alternati nel servizio all’interno di palaz-zo Crepadona ed il loro lavoro è stato apprez-zato sia dall’amministrazione comunale che daivisitatori della mostra.

Il servizio d’ordine è stato assicurato daglialpini dei seguenti gruppi: Cavarzano-Oltrar-do, Belluno città, Ponte nelle Alpi-Soverzene,Bolzano-Tisoi, Trichiana, Castionese, Sois, Sal-ce, Longarone, Sospirolo, Mel. Sedico, Mas-Li-bano, Agordo, Frassenè, La Valle Agordina, Al-leghe, Chies d’Alpago, Sper d’Alpago, Farrad’Alpago, Puos d’Alpago, Falcade, Cornei d’Al-pago, Borsoi d’Alpago, Tambre, Val di Zoldo,Castellavazzo, Ospitale di Cadore.

Un ringraziamento, anche da queste colon-ne, a tutti coloro i quali si sono resi disponi-bili per coprire le giornate di apertura della mo-stra dal 2 al 30 novembre.

APPREZZATO SERVIZIO DI VOLONTARIATO CULTURALE

In Crepadonac’erano anche gli alpini

Quando arriva l’estate è prassi comune cheanche l’attività dei quotidiani rallenti un po’

e si concedano le meritate vacanze alle rubri-che fisse che, nella rimanente parte dell’anno,sono invece più facilmente alimentate dalla cro-naca di fatti ed avvenimenti.

Ciò è accaduto anche per “Penne nerebellunesi”, la fortunata rubrica settimanale delmartedì che il “Gazzettino di Belluno” iniziò a pub-blicare agli inizi dell’estate 2002 e che nelle ul-time settimane è stata sospesa, per l’appunto,in coincidenza con la pausa estiva.

Quanto la rubrica fosse gradita al mondodegli alpini lo dimostrano più fatti. Innanzi tuttola relativa facilità con la quale si reperisce il ma-teriale da pubblicare e l’attenzione con la qua-le la pagina viene letta e seguita dagli alpini deinostri gruppi, ma non solo da loro. Poi va anchericordato che la rubrica è stata apprezzata in se-de nazionale al punto che il premio “Giornalistadell’anno 2004” è stato assegnato dall’Ana al-la collega Simona Pacini, la puntuale ed appas-sionata curatrice della pagina del martedì, ru-brica che ha suscitato l’interesse e la curiositàdi molte sezioni Ana in tutta Italia.

Dal mese di ottobre, pertanto, “Penne ne-re bellunesi” ha fatto la sua ricomparsa nel pa-linsesto settimanale del “Gazzettino di Belluno”nella consueta collocazione del martedì.

Sollecitiamo i capi gruppo a fornire mate-riale utile sia ai corrispondenti locali del quotidia-no, oppure alla nostra sezione in via Tasso o di-rettamente alla curatrice Simona Pacini allasede del giornale in piazza dei Martiri a Belluno(tel. 0437 940260, fax 0437 920264, e-mail [email protected]).

“Penne nere bellunesi”tornano sul Gazzettino

“L’ALPINO NEL BELLUNESE IN TEMPO DI PACE”

SE CERCATE UNA STRENNA PER NATALE...Copie del libro del gen. Baraldo sono ancora disponibili in sede

Rammentiamo a tutti i nostri associati che il volume “L’Alpino nel Bellunese intempo di pace” è stato ristampato in occasione del secondo raduno della

Brigata Alpina Cadore.Per chi ne fosse interessato, portiamo a conoscenza che la sede di via Tas-

so a Belluno è in grado di fornire copie di tale pubblicazione che saranno ce-dute al prezzo di dieci euro cadauna.

Come si ricorderà il volume è stato scritto dal generale Angelo Baraldo, giàufficiale della “Cadore” in vari incarichi e comandante della BrigataAlpina “Tridentina”. L’autore ha compiuto un’interes-sante ricerca storica e d’archivio che ha permesso di ri-costruire, in forma sintetica ed organica, i caratteri del-la presenza delle truppe alpine sul territorio della provin-cia di Belluno nei periodi di pace. Il libro dispone anchedi un appropriato apparato fotografico di valore.

Facciamo appello ai capi gruppo che ancora non neavessero richiesto delle copie: il libro può essere un utile stru-mento di conoscenza storica, ma anche uno strumento dirappresentanza e di dono in occasione di particolari ma-nifestazioni associative. Senza contare che potrebbe esse-re anche una strenna gradita nelle iminenti feste natalizie.

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15IN MARCIA n. 4 - Dicembre 2004

CURIOSITÀ METEO

Il seguente articolo (sintetizzato, riorganizzato ed aggiorna-to dall’autore) è ispirato alla relazione “Scandagliando dal-l’alto l’atmosfera per migliorare la conoscenza del tempoche fa”, apparsa nella rubrica “Rassegna scientifica” della“Rivista di meteorologia aeronautica”- V. LIV. n. 1-2 del 1994a firma del Magg. Gen. GArf (acronimo che sta per GenioAeronautico Ruolo Fisici), capo del servizio meteorologicodell’Aeronautica di Roma.

Il primo satellite artificiale fu lo Sputnik lanciato nel1957. Ai meteorologi non sfuggì che un tale mezzo tec-nico poteva permet-

tere di capire l’evoluzionedei sistemi nuvolosi, del-la correnti a getto (jetstrema), dei cicloni e ditantissimi altri fenomeni.

Il primo aprile 1960fu lanciato il primo sa-tellite meteorologico de-nominato Tiros 1 dall’a-cronimo Television InfraRed Observation Satellite.Fra quelli che seguironoricordiamo la serie Me-teosat dall’1 al 7.

Perché sono impor-tanti i satelliti meteorolo-gici? Per tre motivi:– coprono aree assaipovere di misure conven-zionali, cioè di stazionitradizionali di rilevamen-to, basti pensare all’emisfero sud per la maggior parte co-perto dalle acque;– informano su aree scarsamente abitate come, ad esem-pio, i poli e l’equatore;– offrono con continuità un quadro vasto e completo, so-prattutto facilmente interpretabile, dei grandi sistemi me-teorologici.

Ruotano intorno alla terra, ma con due tipi di rotta com-pletamente diversi tra loro ed è proprio in base alla rotta,cioè all’orbita, che vengono distinti in “polari” ed “equato-riali”.

II ““PPOOLLAARRII””Essi percorrono un’orbita passante sulla verticale dei

poli della durata di circa un’ora e venti minuti ed in 24 oreeffettuano circa 14 orbite. Hanno una risoluzione dell’im-magine di 1 km2 e ciò significa che, ad esempio, una nubedi diametro inferiore ad un chilometro non viene vista.

Mentre orbitano sempre sulla stessa rotta, la terragira sotto di loro. Ciò fa sì che ogni singola zona del nostropianeta venga indagata con meticolosità almeno due vol-te al giorno. E di notte? Provate ad immaginare i due mo-vimenti in contemporanea, ovvero quello di rotazione del-la terra e quello di orbitazione del satellite. Vi accorgere-te che una stessa area viene sorvolata una volta da nord

verso sud, un’altra volta da sud verso nord. Il satellite hadei radiometri che permettono anche l’indagine al buio.

L’impiego dei “polari” non è esclusivamente meteoro-logico. La loro poliedricità consente indagini di vario tipo ead ampio raggio: indagini climatiche, geologiche, ecologiche,ecc. Con i “polari” si studiano, ad esempio, le attività vulca-niche, gli incendi, lo stato dei boschi e delle foreste, ecc.

II ““GGEEOOSSTTAAZZIIOONNAARRII””Essi percorrono orbite equatoriali da ovest ad est ed

hanno la stessa velocità angolare della terra di un giro in24 ore. Si chiamano“geostazionari” perchéfermi rispetto alla terra.Avendo essi la stessa ve-locità angolare e lo stes-so verso della terra so-no in pratica fissi, cioèstazionari su un deter-minato punto dell’equa-tore ad un’altitudine di36.000 km.

Essi hanno una riso-luzione minore rispettoai “polari” - in praticasono più “miopi”! - e con-trollano circa un terzodella superficie terre-stre.

Il nostro Meteosatè collocato sulla vertica-le del golfo di Guinealaddove l’equatore (lati-

tudine 0°) interseca il meridiano di Greenwich (longitudine0°) e vede gran parte dell’Europa e dell’Atlantico e una par-te dell’America del sud.

Quei satelliti che girano sopra la nostra testa... (1)

Rappresentazione del campo visivo del Meteosat.

Quadrante d’interesse per l’Europa ed il Nord-Africa.

(1) CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO

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to ventottesimo (settimo della seconda catego-ria). Di seguito il dettaglio delle classifiche.

Categoria 1-2: 1. Mauro Lanfranchi (Ber-gamo); 2. Cristian Terzi (Bergamo); 3. DaniloBosio (Bergamo); 28. Rinaldo Menel; 35. Da-miano Da Riz; 51. Virgilio Da Canal.

Categoria 3-4: 1.Alfredo Pasini (Berga-mo); 2. Tarcisio Cap-pelletti (Trento); 3. IvoAndrich; 5. Elso Viel.

Militari categoria3-4: 1. Carlo Scorza

(16° Reggimento Belluno). Trofeo Merlini (primi tre migliori tempi as-

soluti per sezione): 1. Bergamo; 2. Vicenza; 3. Cu-sio-Omegna; 8. Belluno.

Classifica per sezioni (punteggio): 1. Ber-gamo 1.495; 2. Cusio Omegna 1.074; 3. Son-drio 573; 3. Belluno 238.

LO SPORT E...

16 IN MARCIAn. 4 - Dicembre 2004

(i.t.) Definito dalla commissione tecnica nazionale il calendario delle mani-festazioni sportive dell’Ana per il 2005. Ad aprire il calendario tricolore, il 13febbraio 2005, sarà lo sci di fondo: quest’anno si correrà a Capracotta, inprovincia di Isernia, per l’organizzazione della sezione Molise. Una trasfertalunga per i fondisti guidati da Luigino Da Roit, che si presenteranno alla 70maedizione dei campionato, nella località molisana, forti di una tradizione im-portante.

Il 39° campionato italiano di slalom gigante si correrà invece il 13 mar-zo a Sappada, per l’organizzazione della sezione Cadore. Anche per i di-scesisti c’è una tradizione gloriosa da difendere.

Lo sci alpinismo, specialità alla quale ci siamo affacciati lo scorso an-no, sarà invece di scena il 10 aprile ad Argentera per la sua 28ma edizioneche sarà organizzata dalla sezione di Cuneo.

Due gli appuntamenti per quanto riguarda la corsa in montagna: il 19giugno è in programma il 29° campionato nazionale di staffetta (si correràa Mezzoldo, organizza Bergamo), mentre l’11 settembre la 34ma edizionedella prova individuale si correrà a Santorso con l’organizzazione della se-zione di Vicenza.

Il 25 settembre l’appuntamento è con il tricolore di tiro a segno a Luc-ca che sarà organizzato dalle sezioni di Lucca, Pisa e Livorno: si gareggeràper il 36° campionato nazionale di tiro a segno carabina e per il 22° cam-pionato nazionale di tiro a segno pistola standard.

La chiusura spetterà al 34° campionato nazionale di marcia di regola-rità in montagna, proposto dalla sezione di Salò.

(i.t.) Ancora in evidenza Ivo Andrich ai cam-pionati nazionali Ana. Il cinquantacinquenneagordino, infatti, è giunto terzo nella terza ca-tegoria al Campionato italiano di corsa inmontagna, disputatosi domenica 19 settembrea Casale Corte Cerro (Verbania).

34’35” il tempo impiegato da Andrich perpercorrere i 7,2 chilometri del tracciato piemon-tese, a poco meno di due minuti dal vincito-re, il bergamasco Alfredo Pasini. Ma un brillan-te piazzamento è stato anche quello di Elso Viel,giunto quinto nella stessa categoria. A livelloassoluto (categorie 1 e 2, 11 km), il migliore del-la nostra sezione è stato Rinaldo Menel, giun-

AL CAMPIONATO DI CORSA IN MONTAGNA

Ivo Andrich ancora sul podioNella classifica per sezioni Belluno al terzo posto

Le manifestazioni sportive Ana del 2005

LO SLALOM GIGANTE SI CORRERÀ A SAPPADAUn concorso letterario per gli alpini

Montagna, valori, spiritualitàL’iniziativa è del gruppo di Lacchiarella (MI)

I l gruppo “Paolo Bonetti” di Lacchiarella, appar-tenente alla sezione di Milano, organizza anche

quest’anno un concorso letterario di poesia enarrativa in collaborazione con la stessa sezio-ne e con l’amministrazione comunale locale.

Il concorso, giunto alla quattordicesimaedizione, ha per tema “Montagna, valori, spiri-tualità” ed è aperto a tutti gli autori di lingua ita-liana in due distinte sezioni. Nella sezione “Poe-sia”, per ogni concorrente, saranno ammessi almassimo cinque componimenti che non supe-rino i 36 versi ciascuno, mentre nella sezione “Nar-rativa” i concorrenti potranno presentare da unoa tre racconti con un massimo di tre fogli datti-loscritti a 35 righe cadauno.

Il termine per la consegna del materiale sca-drà il prossimo 28 febbraio 2005 e tutto dovrà es-sere indirizzato a Associazione Nazionale Alpini,casella postale 27, via G.B. Vico 2, 20084 Lacchia-rella (Milano). Per ogni elaborato ciascun con-corrente parteciperà con un contributo di cin-que euro che saranno destinati in beneficenza.

La premiazione avverrà domenica 5 giugno2005 a Lacchiarella.

Foto ricordo e podio per gliatleti della sezione diBelluno in evidenza aicampionati nazionali Anadi corsa in montagna.