Nº3 - Associazione Italiana Persone Down · anche le persone con sindrome di Down hanno il diritto...

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Nº3 Periodico quadrimestrale anno XIV - n. 3/2015 Poste Italiane S.P.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 63/2012 (conv. in L. 16/07/2012 n. 103) Art. 5bis, CPO PARMA ISSN: 1122-147X SINDROME DOWN NOTIZIE ANNO 2015

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Nº3Periodico quadrimestrale anno XIV - n. 3/2015Poste Italiane S.P.A.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 63/2012(conv. in L. 16/07/2012 n. 103)Art. 5bis, CPO PARMAISSN: 1122-147X

SINDROME DOWN NOTIZIE

ANNO 2015

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Sindrome Down Notizie 1

Periodico quadrimestrale dell’Associazione Ita-

liana Persone Down Onlus, 2015, anno XIV, n. 3

Questo numero è stato chiuso in tipografia nel

mese di gennaio 2016

Registrato presso il Tribunale di Roma il 18-09-

2002 al n. 533/2002 - Poste Italiane S.P.A. - Spe-

dizione in Abbonamento Postale D.L. 63/2012

(conv. in L. 16/07/2012 n. 103) - Art. 5bis, CPO

PARMA

Direttore responsabile: Anna Contardi

Comitato di redazione: Anna Contardi, Patrizia

Danesi, Federica Girard, Marta Rovagna

Redazione: Viale delle Milizie 106, 00192 Roma,

telefono 06/3722510 - 06/3723909

Indirizzo internet: http://www.aipd.it

Posta elettronica: [email protected]

Editore: AIPD - Associazione Italiana Persone

Down - Onlus, Viale delle Milizie 106, Roma

Stampa: Gruppo Spaggiari Parma S.p.A.

Abbonamenti: CCP 74685009 intestato a:

Associazione Italiana Persone Down,

Viale delle Milizie 106, 00192 Roma

Abbonamento annuo (2015)

€ 18,00, estero € 57,00 - un fascicolo € 5,00

SommarioIl temaIntervenire sulla condotta: prevenzione, anticipazione e limiti Emilio Ruiz Rodríguez ......................................... 2

Dai Progetti“Diritto ai diritti ” ................................................... 6Il “Mercato dei saperi” continua… ............... 7“On My Own... at work, OMO” ........................ 7

Dalla societàIl posto giusto per la persona giustaFausto Giancaterina ............................................ 8

Dal mondo ............................................................... 11

Novità legislativeLa Buona ScuolaFederico Girelli ....................................................... 12

Recensioni ............................................................... 13

In breve ..................................................................... 14

L’intervistaCome è cambiata l’immagine delle persone con sindrome di DownGiovanna Anversa ................................................ 15

Vi voglio parlare di…Nicole Orlando, dal podio delle Paralimpiadi al discorso di fi ne anno del Presidente della RepubblicaPatrizia Danesi ....................................................... 16

Questa vignetta di Mafalda, grande saggia, mi ha fatto molto rifl ettere

nel momento in cui tutti ci si scambiava gli auguri e si facevano bilanci e

progetti.

A fi ne anno facilmente si “confeziona” l’anno passato in un pacchetto a cui

si guarda con gratitudine e nostalgia o all’opposto con senso di liberazione,

così come il nuovo anno viene accolto con grandi aspettative o con paura.

A noi piace provare a elencare le cose per cui l’anno passato ci è piaciuto

per ricordarle e poggiare su questi ricordi i nostri piedi per alzarci un po’ e

sbirciare nell’anno che verrà.

E allora grazie 2015!

...Per i 91 percorsi lavorativi avviati nel corso dell’anno, grazie per la

costituzione della 50a sezione, grazie per i 185 progetti rivolti alle

persone con sindrome di Down nelle nostre sezioni, grazie per le 904

persone che frequentano i progetti di autonomia e guardano al futuro,

grazie per Hotel 6 stelle e tutti gli incontri che hanno cambiato l’immagine

delle persone con sindrome di Down nell’immaginario di qualcuno, grazie

per Nicole Orlandi e le sue medaglie d’oro ai mondiali di atletica e grazie

al Presidente Mattarella che l’ha ricordata nel discorso di fi ne anno, grazie

per i 400 giovani che il 3 dicembre sono scesi in piazza per ricordare che

anche le persone con sindrome di Down hanno il diritto di esprimere le

proprie opinioni e il loro voto e che stanno cercando di diventare più

informati, grazie per i bambini che sono nati e per i genitori che li hanno

accolti con fatica e con amore.

Niente di tutto questo è stato facile, c’è voluto lavoro, impegno e

determinazione, la stessa con cui accogliamo il 2016 e con cui vigileremo

perché sia un anno migliore.

Auguri!

Anna Contardi

Editoriale

Sindrome Down Notizie

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Il Tema2

Intervenire sulla condotta: prevenzione, anticipazione e limiti1

Emilio Ruiz Rodríguez2

Traduzione a cura di

The Rosetta Foundation3

Di solito gli episodi che rendono so-

cialmente visibili le persone con disa-

bilità intellettive si riferiscono fonda-

mentalmente agli aspetti relativi alla

loro interazione interpersonale. Di con-

seguenza, la conoscenza delle regole

basiche di cortesia e un comportamen-

to adeguato nella maggior parte degli

ambienti ordinari aiuteranno a diminu-

ire la percezione delle loro carenze; o,

in altre parole, a diminuire la loro disa-

bilità, poiché cambierà il modo con cui

questa verrà percepita.

Uno dei fattori che rende più diffi col-

tosa l’integrazione dei bambini con

la sindrome di Down a scuola e che

preoc cupa in modo particolare i geni-

tori e i docenti è la presenza di com-

portamenti dirompenti o inadeguati.

Per questo è essenziale promuovere un

comportamento adeguato all’età, per-

ché possano avere successo nelle loro

interazioni sociali in famiglia, nell’am-

biente circostante e a scuola.

Le cause dei comportamenti dirompen-

ti risiedono sia nel bambino che nelle

circostanze dell’ambiente nel quale

si sviluppa, nonostante nella maggior

parte dei casi esista una correlazione

permanente tra fattori interni e esterni.

Alcuni antecedenti interni che spiega-

no le condotte anomale nel caso dei

bambini con sD possono essere: stato

di salute, diffi coltà sensoriali, stanchez-

za fame mancanza di sonno, capacità di

comunicazione limitata, carenza di abi-

lità sociali basiche, cause psicologiche,

problematiche aggiuntive alla sindro-

me stessa.

Tra gli antecedenti esterni possiamo

trovare: mancanza di abitudini chiare e

di direttive ferme nella famiglia duran-

te l’infanzia, le richieste della situazio-

ne, cambiamenti nella sua vita, e i com-

pagni di scuola o i fratelli, che possono

anch’essi provocare o incitare il bambi-

no con la sD a comportarsi in un modo

determinato, per cui costituiscono un

altro elemento che dev’essere valutato

e controllato.

Il mio scopo è quello di mostrare che

gli elementi che potenzialmente pos-

sono essere all’origine di un comporta-

mento dirompente o infl uenzarlo sono

numerosi. Uno studio rigoroso sui pos-

sibili antecedenti fornirà idee preziose

per realizzare un intervento effi cace.

L’intervento deve focalizzarsi prima

di tutto sullo stabilire comportamenti

corretti e, se necessario, sulla correzio-

ne di quelli non corretti. Tenendo conto

che la maggior parte di questi compor-

tamenti si presentano in età infantile,

è a questa tappa che si indirizzano le

misure preventive e di intervento che

vengono proposte. Bisogna sempre

tenere presente che è più diffi cile cor-

reggere un comportamento sbagliato

già consolidato, di conseguenza è più

utile far sviluppare al bambino com-

portamenti desiderabili con carattere

preventivo.

Stabilire cosa è incompatibile e il com-

portamento inadeguato è la prima stra-

tegia valida per annullare i suoi eff etti.

I principi di base per intervenire con

bambini con sD sono l’anticipazione e

i limiti. È fondamentale fi ssare dei limi-

ti e delle regole sin dalla tenera età: le

regole sono il cammino e i limiti sono i

lati di un ponte della vita che il bambi-

no deve attraversare per sentirsi sicuro

e fi ducioso. E tutto ciò, naturalmente

sarà frequentemente prevaricato per

conoscere fi n dove arrivano le sue pos-

POSSIBILI CAUSE SCATENANTI DEI COMPORTAMENTI DIROMPENTI

CAUSA INTERVENTO

CAUSE INTERNE

• Stato di salute (malessere fi sico, catarro,

infezione, dolore, apnea, ipotiroidismo)

• Diffi coltà sensoriali (vista, udito)

• Stanchezza, fame, mancanza di sonno

• Capacità comunicativa limitata

• Carenza di abilità sociali basiche

• Cause psicologiche: egocentrismo,

negativismo, adolescenza, accettazione

della sD

• Problematiche aggiuntive. Diagnosi duale

• Trattamento della malattia. Seguire le

indicazioni del programma di salute

• Riesaminare e correggere

• Riposare, mangiare, dormire

• Fornire strumenti di comunicazione

• Allenamento delle abilità sociali

• Intervento psicologico

• Trattamento combinato di entrambe le

patologie

CAUSE ESTERNE

• Cause esterne

• Mancanza di abitudini e regole chiare

• Malessere emozionale soggiacente

• Richieste della situazione

• Cambiamenti nella sua vita (cambiamenti

a scuola o a casa)

• Compagni o fratelli come detonanti

• Esempio di altre persone

• Stabilire regole, limiti e abitudini

• Trattare l’origine

• Studiare il caso e modifi care la causa

• Appoggiare e rinforzare

• Fornire strategie comportamentali

• Intervenire sull’ambiente

• Off rire modelli positivi

Abstract

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Il Tema 3

sibilità e fi n dove arriva l’autorevolezza

dei genitori.

Stabilire routine quotidiane, stabili e

prevedibili sin dai primi anni è uno

strumento molto utile che, nel caso di

bambini con sD, aiutano ad evitare che

si instaurino dinamiche che in un se-

condo momento sarebbero più diffi ci-

li da correggere. I genitori a casa e gli

insegnanti nelle scuole devono creare

un ambiente stabile, coerente, esplicito

e prevedibile: l’ambiente stabile implica

che le norme stabilite debbano esse-

re ferme e che il loro rispetto da parte

del bambino debba produrre sempre le

stesse conseguenze; devono essere co-

erenti in modo che il percorso non cam-

bi di giorno in giorno o in funzione del-

lo stato d’animo dell’adulto; le regole

devono essere esplicite ed evidenti per

essere chiare ad entrambe le parti. Un

bambino deve conoscerle in anticipo.

Le regole applicate con costanza si

consolidano come routine che il bam-

bino integrerà nel suo quotidiano con

regolarità. La successione di azioni ri-

petute rende la vita più prevedibile e di

conseguenza più sicura per il bambino.

Infi ne le routine ripetute si convertono

in responsabilità intese come compiti

quotidiani non impegnativi per il bam-

bino, il quale li compie con naturalezza

liberando altre persone dall’obbligo di

occuparsene.

Le regole che vengono stabilite devo-

no essere rispettate e seguite da tutti i

membri della famiglia e da tutti i com-

pagni di classe. L’anticipazione è l’altro

principio di base per intervenire con

bambini con disabilità intellettive. Av-

visarli in tempo può risultare utile, ma

è molto più effi cace organizzare la quo-

tidianità in modo che siano loro stessi

a riconoscere in anticipo a cosa serve

ciò che fanno e, di conseguenza, poter

pianifi care. In questo modo il bambino

sa in ogni momento cosa ci si aspetta

da lui e nel caso dei bambini con sD è

provato che ciò gli procuri tranquillità

e sicurezza.

Conseguenze naturali

Quando un educatore, genitore o inse-

gnante, premia o castiga un fi glio o al-

lievo, gli nega l’opportunità di prendere

decisioni e di essere responsabile della

sua vita, mentre le conseguenze naturali

e logiche fanno in modo che il bambi-

no si assuma le responsabilità del suo

comportamento ed evitano che disub-

bidisca. Uno dei maggiori inconvenienti

delle punizioni è che segnalano ciò che

non si deve fare, ma non danno alcun

esempio riguardo il comportamento

corretto. La punizione si focalizza sul

passato (l’azione ha già avuto luogo) ed

è associata ad una minaccia. Le conse-

guenze naturali, al contrario, si riferisco-

no al presente e al futuro e raff orzano la

buona volontà e la presa di decisione.

La punizione, infi ne, si basa su un’impo-

sizione esterna ed esige obbedienza. Lo

stabilire conseguenze naturali permette

che il bambino scelga e diventi artefi ce

del suo comportamento oltre che re-

sponsabile delle sue azioni.

Per instaurare comportamenti adatti,

si può utilizzare un sistema di conse-

guenze naturali organizzando la quo-

tidianità del bambino in modo che ad

ogni comportamento seguano le relati-

ve conseguenze.

Affi nché siano effi caci, è fondamentale

far capire al bambino la sequenza logi-

ca. Ad esempio:

• lavarsi le mani/mangiare: se non ti

lavi le mani, non mangi;

• andare al bagno/dormire: se non fai

la pipì prima di andare a letto, non

puoi andare a dormire;

• vestirsi/andare a scuola: se non ti

vesti da solo, non puoi andare a

scuola.

PUNIZIONE CONSEGUENZE NATURALI

• Esprime il potere dell’autorità personale

• Si ricollega a un comportamento

inadeguato

• Fa vedere al bambino ciò che è sbagliato

• Si focalizza sul passato

• È associato ad una minaccia

• Esige obbedienza

• Esprimono l’ordine sociale

• Rendono chiaro il comportamento

adeguato

• Non implicano alcun giudizio valutativo

• Si focalizzano sul comportamento

presente e futuro

• Si basano sulla buona volontà

• Permettono di scegliere

REGOLE PER L’APPLICAZIONE

DELLE CONSEGUENZE NATURALI

1. Rendere chiare al bambino la regola e

la conseguenza naturale che si applica

2. Presentare alternative e far scegliere al

bambino

3. Essere fermi e tranquilli. La fermezza

si riferisce alla costanza nel

comportamento. La tranquillità al modo

in cui si presentano le alternative

4. Parlare di meno e agire di più

5. Evitare i litigi e le discussioni: indicano

mancanza di rispetto nei confronti

dell’altra persona

6. Non cedere: questo indica mancanza di

rispetto verso sé stessi

7. Se il bambino non attua il

comportamento adeguato, applicare la

conseguenza naturale sempre e senza

fornire spiegazioni

8. Lasciarlo provare dopo un po’. Se torna

a compiere l’errore, allungare il tempo

prima che possa provare di nuovo

9. Essere pazienti: le conseguenze naturali

e logiche tardano ad attuarsi

10. Nel caso dei bambini con sD, se si

applicano con costanza, fi niscono

per incorporarsi nella sua routine

quotidiana

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Il Tema4

Correggere i comportamenti

inadeguati senza ricorrere al castigo

Defi niamo un comportamento inade-

guato quello che interferisce nello svi-

luppo o nel processo di apprendimento

del bambino o che rompe la dinamica

naturale in casa o a scuola, o quel com-

portamento che si discosta da ciò che

viene considerato tipico nei bambini

di una certa età. In ambito educativo,

i comportamenti distruttivi rappresen-

tano uno dei fattori che rendono più

diffi cile il processo di adattamento dei

bambini con sD all’interno del contesto

scolastico e tendono ad essere quelli

che destano maggiori preoccupazioni a

genitori e insegnanti.

Il castigo viene applicato in maniera

molto semplice ed è per questo che

costituisce il metodo più utilizzato per

estinguere un certo comportamento;

tuttavia se è vero che risulta effi cace

nel breve periodo, non lo è altrettanto

a lungo termine.

Gli stimoli avversivi che vengono utiiz-

zati come castighi tendono ad essere

grida o sculacciate che avvengono in

risposta al comportamento inappro-

priato. Questi tipo di castigi hanno

molti eff etti secondari non desidera-

ti (rabbia, aggressività, delusione, ira,

desiderio di vendetta) che fanno del

castigo una delle risposte più dannose

nel lungo corso.

Gli stimoli avversivi devono essere

scelti a seconda dell’eff etto sortito su

ciascun bambino, e questo signifi ca

che non è possibile sapere in anticipo

la sua validità fi no a quando non si pro-

va la sua effi cacia nella pratica.

Ricorrere a feedback positivi è la tec-

nica più ampiamente utilizzata con i

bambini con sD, siccome i raff orzatori

sociali quali elogi, sorrisi e parole di

conforto sono i più effi caci. Bisogna te-

nere in considerazione che l’obiettivo

principale per qualsiasi bambino è ot-

tenere l’attenzione dell’adulto, in par-

ticolare degli aduli più importanti della

sua vita, come i genitori e i maestri. Bi-

sogna aspettarsi il meglio dal bambino,

credendo in lui e trasmettendogli la

convinzione che sarà capace di miglio-

rare e correggere i suoi errori.

Risaputo è l’eff etto deleterio che si

ottiene se il bambino viene chiama-

to cattivo, cocciuto, brutto, distratto o

qualsisasi altro aggettivo, infl uendo

nella formazione della sua indentità e

portandolo a rappresentare e assumere

quel ruolo che gli abbiamo assegnato.

Bisogna saper riconoscere i buoni

comportamenti ed elogiarli, tenendo-

li in considerazione. Generalmente, i

genitori sono maggiormente attenti

ai comportamenti inappropriati, che

si desidera eliminare. Tuttavia, que-

sta tendenza fa in modo che il potere

generato dall’attenzione dell’adulto

in qualità di raff orzatore, si concentri

solamente verso ciò che non è impor-

tante. In linea generale, bisogna far in

modo che il bambino faccia il suo do-

vere di buon grado, cosa che si ottiene

prestandogli attenzione quando agisce

correttamente.

Bisogna riconoscere i progressi fatti

dal bambino, i suoi miglioramenti e i

suo i sforzi in tutti quelli che sono gli

aspetti relativi al comportamento dove

sono stati riscontrati dei miglioramen-

ti. Il riconoscimento nella sfera privata

incentiva il bambino nella sua intenzio-

ne di migliorare e raff orzare il legame

aff ettivo. Il riconoscimento nella sfera

pubblica lo aiuta nell’autostima e lo

coinvolge nel suo miglioramento nei

confronti di altre persone.

Altro strumento importante consiste

nel raff orzamento dei comportamenti

incompatibili con quelli inappropriati.

Come nel caso dell’esercizio delle abi-

lità sociali o nell’utilizzo creativo del

tempo libero, che limita il presentarsi

di comportamenti stereotipati e autosti-

molanti nel bambino con disabilità in-

tellettive. In altre occasioni, i piccoli che

stanno apprendendo un certo livello di

linguaggio espressivo verbale, riducono

la frequenza del comportamento di-

struttivo nell’interagire con altri bambi-

ni, che utilizzavano questo come modo

di relazionarsi siccome non erano a co-

noscenza di un altro più adeguato.

È molto importante la coerenza nel

modo di agire, evitando di far vincere

la risposta che lo stato d’animo dell’a-

dulto fornisce in un dato momento.

Bisogna evitare di inviare messaggi

contraddittori ed essere coerenti con i

propri piani educativi, se vogliamo che

il bambino sia indipendente. Se voglia-

mo che sia responabile, dobbiamo ave-

re fi ducia nelle sue possibilità, affi dan-

dogli compiti e non aiutarlo in ciò che è

capace di fare da solo.

Se il bambino si comporta in maniera

inadeguata, è importante comunicare

chiaramente il proprio disappunto per

alcuni secondi, ricordandogli subito

che lui è buono e capace; che non sia-

mo arrabbiati con lui o lei, ma sempli-

cemente che non ci è piaciuto il suo

comportamento; potrebbe funzionare

anche il richiamare alla memoria altre

situazioni nelle quali invece si è com-

portato bene.

Se si dovessero presentare reazioni non

previste, si consiglia di distrarre il bam-

bino, farlo svagare, fargli capire che noi

sappiamo che è in grado di controllare

la situazione. È fondamentale mante-

nere la calma, e se non è possibile, è

meglio allontanarsi e ritornare quan-

do si è raggiunta una maggiore sere-

nità. Allontanarlo e allontanarsi dalla

situazione è la migliore strategia se la

relazione è andata fuori controllo. Biso-

L’ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE È DISPONIBILE ONLINE http://aipd.it/intervencion-sobre-la-conducta-prevencion-anticipacion-y-limites/

IL TESTO INTEGRALE TRADOTTO È DISPONIBILE ONLINEhttp://aipd.it/wp-content/uploads/2016/01/sdn3-2015-articoloRodriguez-tradotto-integrale.pdf

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Il Tema 5

gnerà aspettare fi nché gli eff etti dell’ira

non siano terminati per poter chiedere

al bambino cosa sia accaduto dal suo

punto di vista e analizzare insieme la

situazione per suggerire strategie di

comportamento appropriato da adotta-

re in situazioni simili.

Modifi care la condotta

Il comportamento “normale” e quello

“anormale” si acquisiscono secondo le

leggi dell’apprendimento e pertanto,

attraverso queste ultime è possibile

modifi carlo. Se l’apprendimento non

è avvenuto correttamente, bisognerà

riapprendere bene ciò che si è appre-

so male. È importante ricordare che

bisogna correggere un comportamento

sbagliato nel momento stesso in cui si

produce, pertanto sembra fuori luogo

richiamare la famiglia nell’impegno a

correggere un certo atteggiamento che

si ripete nel contesto scolastico, cosa

che invece accade di frequente. La fa-

miglia può appoggiare o raff orzare le

decisoni del maestro, facendo leva a

casa su come si sia deciso di interve-

nire a riguardo e portando a termine le

misure proposte. Tuttavia, resta compi-

to del docente, all’interno della classe

o del centro educativo, determinare il

piano di attuazione e prendere le misu-

re opportune.

I procedimenti atti alla modifi ca del

comportamento si sono rivelati come

strategie molto utili nell’interazione

con persone con disabilità, apportano

una certa attenzione al trattamento

con svariati vantaggi, dal momento

che sono facilmente applicabili, velo-

ci, a basso costo e adattabili a diversi

contesti. È frequente che genitori e

professori si lamentino del comporta-

mento dei bambini descrivendolo in

modo vago e poco preciso , dire che

“si comporta male” o “non è attento”,

non conferisce informazioni precise a

ciò che sta succendendo e a come af-

frontare il problema. Allo stesso tempo,

bisogna defi nire il comportamento al-

ternativo, ovvero ciò che ci si aspetta

che un bambino faccia al posto di quel-

lo sbagliato. Si deve sempre cercare di

stabilire mete in positivo, in modo tale

che si sappia il comportamento corret-

to che ci si aspetta.

Successivamente bisogna creare un

registro di comportamento-problema

dove vengano raccolte le situazioni e i

casi in cui compare, le persone coinvol-

te e la frequenza, l’intensità e la durata,

cosí come la gravità. Il registro serve ad

oggettivare il comportamento e con-

sentirà di verifi care successivamente i

risultati del programma di intervento.

Molti comportamenti che sembrano

particolarmente preoccupanti, in realtà

si presentano con molta poca frequenza

o durano appena pochi secondi, men-

tre altri che si presentano abitualmente

sono poco gravi o intrascendenti.

Analisi funzionale del comportamento

L’analisi funzionale del comportamen-

to ha l’obiettivo di verifi care i fattori

responsabili della produzione o della

reiterazione di quei comportamenti

classifi cati come alterati o distruttivi e

la loro relazione con gli imprevisti.

Si prepareranno le seguenti domande:

che era successo prima? (quando si è

verifi cato il comportamento sbagliato?

dove? chi era presente? che stavano fa-

cendo le altre persone prima che questo

succedesse?), che è accaduto dopo? (in

che modo ha reagito ciascuno davanti

all’atteggiamento del bambino?).

Dopo aver valutato il problema condot-

ta, defi nendolo in modo operativo, e

registrando e analizzando tutti i dati, an-

tecedenti e conseguenti, si formula l’i-

potesi funzionale, un giudizio nel quale

vengono specifi cate le variabili del pro-

blema in relazione al comportamento.

Di seguito alcuni esempi:

• se stabiliamo che i capricci di un

bambino sono dovuti all’attenzione

posteriore degli adulti, cambieremo

le conseguenze: quando il bambino

si butta a terra, facendo una scena-

1 Articolo pubblicato su Revista Síndro-

me de Down I volume 32, giugno 2015.

2 Psicologo e educatore di Fundación

Síndrome de Down de Cantabria e Fun-

dación Iberoamericana Down21.

3 www.therosettafoundation.org

ta, cambieremo la reazione abituale;

nessuno si arrabbia, nessuno grida,

tutti escono dalla stanza, senza dargli

attenzione. Quando i capricci sono

terminati ci si parla, off rendogli al-

ternative corrette di comportamento

per ottenere ciò che desidera;

• un bambino non raccoglie i suoi

giocattoli perché ha notato che la

madre pur sgridandolo, fi nisce per

raccogliere lei stessa i giochi. Mo-

difi chiamo la risposta: la madre, in-

vece di fargli la predica, ci si siede

affi anco e fa in modo che il bambino

raccolga i suoi giochi, mostrandogli

la sua contentezza con gesti d’aff et-

to una volta terminato.

La scelta dei rinforzi più adatti a secon-

da della fi nalità risulta fondamentale. I

diversi oggetti e azioni acquisiscono la

propria condizione di raff orzatore so-

lamente nel momento in cui abbiamo

verifi cato la loro effi cacia modifi catoria.

Una ricompensa valida per un bambi-

no, non sempre produce lo stesso eff et-

to su un altro bambino, il che obbliga

a variare strategia qualora non si ot-

tengano risultati osservabili. Dall’altro

lato, con il passare del tempo molti

premi perdono il proprio potere raff or-

zatore agli occhi di un bambino, per-

tanto bisognerà cambiarli in funzione

degli eff etti prodotti. Per selezionare i

possibili raff orzatori o premi, possiamo

utilizzare l’osservazione oggettiva, of-

frire raff orzatori alternativi o chiedere

direttamente ai suoi familiari o al bam-

bino stesso i suoi gusti e interessi.

Quando si raggiunono i risultati desi-

derati il programma di intervento va

sospeso.

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Dai progetti6

“Diritto ai diritti”

Il nuovo progetto si è avviato il primo

settembre 2015 e durerà un anno. È fi -

nanziato dal Ministero del Lavoro e del-

le Politiche Sociali con la L. 383/2000,

lettera F (annualità 2014).

Idea centrale è che nessuno possa con-

siderarsi cittadino attivo se non viene

messo in condizione di partecipare

alla costruzione della propria storia e

di quella della comunità di cui è parte;

tutte le persone con sindrome di Down

sono titolari di diritti di cittadinanza e

possono dunque essere cittadini attivi.

Il progetto intende fornire alle persone

adulte con sindrome di Down strumenti

utili a comprendere il concetto astratto

di cittadinanza e cosa possono concre-

Dai progetti

tamente fare per agire come cittadini

attivi. Di conseguenza, esercitare i pro-

pri diritti ed esprimere liberamente le

proprie scelte con particolare riguardo

all’espressione delle proprie opinioni e

all’esercizio del diritto di voto.

Si realizzeranno:

• un incontro di formazione rivolto a

17 operatori delle sedi AIPD coin-

volte (Arezzo, Bari, Belluno, Caserta,

Catanzaro, Latina, Mantova, Marca

Trevigiana, Milazzo-Messina, Orista-

no, Pisa, Potenza, Reggio Calabria,

Roma, Termini Imerese, Venezia-Me-

stre, Versilia) su temi e metodologie

dell’educazione alla cittadinanza

attiva.

• 6 incontri locali in ciascuna sede

AIPD su temi scelti riguardanti la cit-

tadinanza attiva, rivolti a gruppi di 6

adulti con sindrome di Down e rap-

presentanti delle istituzioni locali.

• un evento conclusivo nazionale ri-

volto ad una delegazione di 34 adul-

ti con sindrome di Down e 17 ope-

ratori locali coinvolti nel progetto e

conferenza stampa.

• un’intensa campagna di dissemina-

zione.

• un video sul tema dell’espressione

delle opinioni e dell’esercizio del

diritto di voto delle persone con sin-

drome di Down.

Al termine saranno elaborati e rilasciati

gli strumenti educativi messi a punto

durante il progetto.

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Dai progetti 7

Il “Mercato

dei Saperi” continua…

Il progetto, attivato nel 2014

grazie al fi nanziamento del

Ministero del Lavoro e del-

le Politiche Sociali in base

alla L. 383/2000 (annualità

2013), continua ad essere

operativo in molti territori.

In particolare Lottomatica ha

off erto un generoso contribu-

to che ha permesso di tenere

aperte le “Porte dei Saperi”

presso le sedi AIPD di Vultu-

re, Viterbo, Milazzo-Messina

e Potenza.

Ancora attivo dunque il sito

web www.mercatodeisaperi.it

e i video che possono essere

consultati su YouTube en-

trando nello spazio dedicato

della Playlist (www.youtube.

com/user/NazionaleAIPD/

playlists) nella pagina “AIPD

Nazionale”.

“On my own… at work –

OMO”

Il progetto è fi nanziato dalla Commissio-

ne Europea, nell’ambito del programma

Erasmus Plus azione Ka2 Strategic Part-

nerships (Partenariati di apprendimen-

to), è stato avviato a Settembre 2014 ed

avrà una durata di 36 mesi.

È promosso da AIPD in partenariato

con Fundaciò Catalana Sindrome de

Down (Spagna), Associação Portuguesa

de Portadores de Trissomia 21 (Porto-

gallo), ALMA MATER STUDIORUM Uni-

versità di Bologna (Italia), Università

degli studi ROMA TRE (Italia), Europe-

an Down Syndrome Association-EDSA,

Hotel Sol Melià Italia S.r.l. (Italia), Fun-

dacion Adecco (Spagna), Fondazione

Adecco per le Pari Opportunità (Italia).

Obiettivo generale del progetto è pro-

muovere il diritto al lavoro delle perso-

ne con disabilità intellettiva.

Nell’ambito delle attività previste è

stata realizzata ed è attualmente in via

di sperimentazione l’app che aiute-

rà i tirocinanti con sindrome di Down

impegnati in hotel ad essere più in-

dipendenti nel loro lavoro. La app,

personalizzabile per ogni lavoratore,

permette di ricordare le fasi della gior-

nata di lavoro, le singole mansioni, lo

svolgimento di un compito (rifare un

letto, apparecchiare la tavola o pre-

parare un caff è). I lavoratori utilizzano

la app come promemoria e divengono

così più indipendenti rispetto ai col-

leghi. Ogni hotel avrà la possibilità

di personalizzare la app in relazione

alla propria organizzazione del lavoro

come ad esempio i diversi tipi di ap-

parecchiatura o i modi di riordinare

le stanze. Nel periodo di sperimen-

tazione, 6 mesi, è previsto anche un

supporto per i colleghi tutor, cui verrà

off erta la visione di brevi video, per

aiutarli a rifl ettere sulle modalità più

adeguate di svolgimento del ruolo di

colleghi/insegnanti dei tirocinanti con

sindrome Down. Ogni video è dedicato

a un tema specifi co, come la comuni-

cazione di istruzioni in modo sempli-

ce, la distinzione tra il ruolo di collega

e quello di amico, l’univocità nelle ri-

chieste e nelle istruzioni.

La sperimentazione è partita in con-

temporanea in Italia e in Portogallo con

2 gruppi di 4 lavoratori per ogni Paese,

inseriti in 4 diversi hotel a Porto, Lisbo-

na e Roma. I ruoli previsti sono: came-

riere al ristorante, cameriere ai piani,

receptionist, addetto in cucina. La app

prevede comunque anche altri ruoli la-

vorativi.

Finito il periodo di pilot test, la speri-

mentazione verrà estesa a un grup-

po più ampio di tirocinanti prima che

venga rilasciata la versione defi nitiva

dell’applicazione.

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Dalla società8

Fausto Giancaterina

Già direttore dell’Unità Operativa

Disabilità e Salute Mentale del Comune

di Roma e attualmente consulente

dell’Opera Don Calabria di Roma.

Membro del Comitato Scientifi co AIPD

«Il posto giusto per la persona giusta»:

credo fosse questo, in sintesi, l’obiet-

tivo fondamentale della Legge 68/99.

Ma leggendo in questo periodo autore-

voli giudizi, in gran parte negativi, sul

decreto legislativo recante disposizioni

di razionalizzazione e semplifi cazione

delle procedure e degli adempimenti

a carico dei cittadini e imprese e al-

tre disposizioni in materia di lavoro e

pari opportunità (D.L.vo n. 151/2015,

ndr), ho avuto la sensazione che si stia

perdendo il senso vero di che cosa si-

gnifi chi il lavoro per una persona con

disabilità in una prospettiva inclusiva.

Carlo Giacobini, su HandyLex.org, ha

magistralmente esposto ed eviden-

ziato la parte dello schema di Decreto

riguardante i lavoratori con disabilità,

vale a dire i primi 13 articoli (l’intero

Capo I). Diversi pareri e prese di po-

sizione sono stati espressi e le cri-

tiche maggiori si sono concentrate

sull’art. 6, poiché abolisce la tipologia

di avviamenti con chiamata numerica,

Il posto giusto per la persona giustaL’Articolo è pubblicato sul sito web www.superando.it/2015/07/23/il-posto-giusto-per-la-persona-giusta/

estendendo a tutte le imprese priva-

te ed enti pubblici non economici la

tipologia di avviamenti per richiesta

nominativa.

Benché sia convinto che occorra dare il

tempo giusto per un doveroso appro-

fondimento e per una saggia e lucida

analisi delle cause della poca incisivi-

tà dei diversi strumenti fi nora messi in

campo per una piena attuazione del col-

locamento mirato della Legge 68/99, mi

permetto di esprimere un mio modesto

parere su quanto fi nora dichiarato a pro-

posito del citato decreto.

Va prima di tutto ricordato che

quest’ultimo, se non vado errato, ha

in gran parte attinto da concetti e sug-

gerimenti contenuti nel Cap. 4 – Linee

d’Intervento 2 (Lavoro e occupazione)

del Programma di Azione Biennale per

la Promozione dei Diritti e dell’Integra-

zione delle Persone con Disabilità (DPR

4/10/2013) redatto dall’Osservatorio

Nazionale sulla Condizione delle Per-

sone con Disabilità. Non credo quindi

che una folgorante “visione neoliberi-

sta” sia intervenuta per svendere, con

l’abolizione della chiamata numerica,

il diritto al lavoro delle persone con

disabilità.

Detto questo, mi permetto di fare alcu-

ne altre considerazioni.

Prima considerazione

Dalla Relazione sullo stato di attuazione

della legge recante Norme per il diritto

al lavoro dei disabili (anni 2012-2013),

per la Regione Lazio (anno 2013), rilevo,

ad esempio, i seguenti dati:

• avviamenti con chiamata numerica:

17;

• avviamenti con chiamata nominati-

va: 571;

• avviamenti tramite convenzione: 753.

Totale: 1.385.

Ovviamente sono dati assolutamente

deludenti in relazione alla domanda,

ma signifi cativi in ordine al fatto che

quasi certamente non sarà l’abolizione

della chiamata numerica a determina-

re il crollo del collocamento delle per-

sone con disabilità e, men che meno,

delle persone con disabilità complessa

(intellettiva e/o psichiatrica).

Seconda considerazione

Sappiamo tutti, per le diverse espe-

rienze avviate in questi ultimi anni,

che nonostante la crisi economica (e

non solo!), una buona inclusione lavo-

rativa si raggiunge attraverso un buon

percorso di inclusione scolastica e for-

mativa e a seguito di una buona valu-

tazione tra posto di lavoro disponibile

e le potenzialità della persona scelta,

ma soprattutto se l’inclusione è sorret-

ta da un accompagnamento discreto,

competente e durevole nel tempo. Ma

gli attuali Centri per l’Impiego oggi non

sono attrezzati per fare questo: cioè

un buon lavoro di progettazione per-

sonalizzata, di accompagnamento e di

sostegno nel tempo del processo di in-

clusione lavorativa. Ecco allora perché

apprezzo fortemente le vere e signifi -

cative novità del Decreto, ovvero:

• linee guida per una vera direttiva ope-

rativa di tutto il processo inclusivo;

• rete integrata di tutti i servizi sociali

e sanitari territoriali con INAIL, per

un vero sostegno e supporto che

accompagni i diversi progetti di in-

clusione lavorativa;

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Dalla società 9

• accordi territoriali con tutte le forze

di settore: sindacati delle due parti

(lavoratori e imprenditori), coopera-

tive, associazioni, terzo settore;

• valutazione delle potenzialità su

basi multidimensionali ICF e ridi-

mensionamento dell’approccio bio/

medico;

• analisi delle caratteristiche dei posti

di lavoro in riferimento agli acco-

modamenti ragionevoli da adottare,

per garantire una buona riuscita dei

diversi progetti di inclusione lavora-

tiva;

• istituzione di una banca dati per

conoscere l’andamento dei diversi

progetti di inclusione lavorativa;

• incentivi per l’assunzione delle per-

sone con disabilità complessa: la

concessione del contributo passa

dal 60% al 70% e da 36 a 60 mesi.

Terza considerazione

La richiesta dell’Ente Nazionale Sordi

di ripartire percentualmente i posti di

lavoro in relazione alle tipologie di di-

sabilità, si pone fuori della storia e ri-

accende le lotte suicide tra le diverse

associazioni, lotte che, francamente,

ritenevo assolutamente superate.

Ultima considerazione

Per un buon progetto di inclusione

lavorativa servono mediatori bravi e

soprattutto servono rassicurazioni al

datore di lavoro che la persona inserita

sarà costantemente seguita dai servizi

(vedi rete integrata promossa dal De-

creto) e che al sorgere di un qualsiasi

problema potrà contare su un aiuto ra-

pido e competente.

La generalizzazione degli avviamenti

con chiamata nominativa non produrrà,

quindi, la riduzione o la discriminazio-

ne per le persone con disabilità e in

particolare per le persone con disabi-

lità complessa: servirà invece, a parer

mio, a promuovere un vero e corretto

incontro tra domanda e off erta e a mo-

difi care fi nalmente gli attuali sistemi

(scarsi, per la verità!) di mediazione e

sostegno.

La diff erenza la faranno le reti integra-

te di accompagnamento, se si dimo-

streranno competenti nel disegnare e

proporre progetti personalizzati e se

saranno in grado di gestire un costan-

te monitoraggio nella ricerca del posto

giusto per la persona giusta, accompa-

gnandola in tal modo nell’esigibilità

del diritto al lavoro per tutti.

L’inclusione lavorativa per le persone

con disabilità – pur non esaurendo tut-

ti gli aspetti del progetto di vita – ne

rappresenta comunque un momento

fondamentale e dà senso e signifi cato

a tutti gli interventi fi nalizzati al rag-

giungimento di questo obiettivo, attra-

verso la messa a punto di un percorso

coordinato e coerente dalla scuola alla

formazione al lavoro.

Negli ultimi anni, l’inclusione lavorativa

ha subìto profondi mutamenti, per ef-

fetto di ampi e radicali processi di rifor-

ma delle politiche sociali e del lavoro:

un intervento effi cace esige la presen-

za di competenze tecniche, innovati-

ve e qualifi cate, nelle quali assumono

grande peso le capacità di relazione e

di progetto.

Ripeto e insisto nel sostenere che ser-

vono servizi competenti per supporta-

re un forte e solido sistema di inclusio-

ne sociale e lavorativa.

Non bisogna farsi sfuggire l’occasione

che viene off erta da questo Decreto.

Più che meccanismi rigidi e automatici

di selezione e di accesso, occorre cre-

are un sistema territoriale articolato e

diff erenziato di opportunità, che vada

dalla più limpida e puntuale attuazione

della Legge 68/99 (la “persona giusta al

posto giusto”, ripeto) a tutta una gam-

ma di possibili esperienze (ad esem-

pio: tirocini di diversa denominazione

e di diversa natura) che, avendo come

punto di riferimento fi nale l’approdo

conclusivo alla Legge 68/99, possano

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Dalla società10

contare su diversi contesti, con tempi e

sostegni diversifi cati.

Occorre smontare rassegnazioni, op-

portunismi e pigrizie di amministratori,

operatori e famiglie, rilanciare i Servizi

Sociosanitari di Distretto, meno legati a

modelli di intervento bio/medico, ma

adeguatamente attrezzati per garanti-

re una presa in carico per tutto l’arco

dell’esistenza delle persone con disa-

bilità. Solo così potrà essere possibile

modifi care i contesti, rendendoli più

inclusivi, più attenti alle persone, so-

prattutto più attenti a quelle persone

che fanno fatica a tenere il passo. In

tal modo ci accorgeremmo che scenari

inattesi di cambiamento ci si aprireb-

bero davanti.

Occorre, quindi, ri-abilitare i contesti e

«riconsiderare le routines relazionali tra

i diversi contesti e nuovi approcci da par-

te di tutti, per la ricerca di un benessere

sociale che riconosce il valore positivo

della diversità e da essa nuove risorse.

Questa è una realtà non più come un

peso economico passivo e improduttivo,

bensì un investimento: lo sviluppo si fa

con l’inclusione e non con l’esclusione»

(R. Medeghini, G. Vadalà, W. Fornasa, A.

Nuzzo, Inclusione sociale e disabilità.

Linee guida per l’autovalutazione della

capacità inclusiva dei servizi, Erickson,

Trento, 2013).

Inclusione sociale in ambiente

di lavoro: una proposta

Vorrei infi ne riportare l’attenzione su

un problema ancora non aff rontato e

che riguarda quelle persone che “prima

di un lavoro hanno bisogno di imparare

a lavorare”, vale a dire hanno bisogno

di tempi e sostegni adeguati, per poter

assumere un ruolo sociale che esige ri-

spetto delle regole di convivenza e di

reciprocità e delle aspettative altrui.

Mi riferisco a quelle persone che spesso

incontrano maggiori diffi coltà nell’ac-

quisizione di un tale ruolo sociale. Per

loro si vuole ridurre il più possibile la

necessità di ricorrere a contesti artifi -

ciosi di intrattenimento o a programmi

assistenziali passivizzanti, con i quali

diffi cilmente si possono raggiungere

quei cambiamenti di qualità dell’esi-

stenza che solo i normali contesti della

vita sanno produrre.

Per loro il FORUM Disabilità-Formazio-

ne-Lavoro, organismo promosso dall’O-

pera Don Calabria di Roma e dalla Co-

munità Capodarco di Roma, sostenuto

attualmente da oltre 42 organizzazioni

del Terzo Settore e da diversi singoli

operatori, vuole attivare nuove oppor-

tunità di autorealizzazione, in contesti

di normalità relazionale e aff ettiva, at-

traverso la sperimentazione di un pro-

getto che consenta di inserirsi in con-

testi di lavoro, essendo convinti che

in tal modo sia possibile ridurre i costi

dell’assistenza, a fronte di una migliore

qualità di vita.

La proposta – rivolta alla Regione La-

zio – riguarda l’approvazione di una

normativa regionale che permetta la

sperimentazione di progetti di inclu-

sione sociale in ambiente lavorativo,

favorendo il mantenimento e il po-

tenziamento delle abilità relazionali e

operative e delle autonomie personali

raggiunte, al fi ne di non disperdere del

tutto l’investimento operato con l’in-

clusione scolastica e formativa e svin-

colando i datori di lavoro da un obbligo

con scadenze temporali predefi nite di

assunzione.

Si tratta di attivare e individuare un

ambiente lavorativo idoneo presso i

molteplici contesti di lavoro: aziende

(sotto i 15 dipendenti), enti pubblici,

cooperative sociali, enti no profi t, as-

sociazioni di volontariato e altri con-

testi sociolavorativi che garantiscano

un ambiente relazionale accogliente,

in grado di off rire ruoli sociali adeguati

alle esigenze e capacità della persona.

Attività di monitoraggio con operatori

pubblici e sistemi di valutazione daran-

no elementi di effi cacia e di generaliz-

zazione dell’esperienza.

Queste modalità di inclusione sono già

state attivate dalla Regione Veneto e dal-

la Regione Liguria: perché non nel Lazio?

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Dal mondo 11

WDSD 2016

https://worlddownsyndromeday.org/

Il 21 marzo 2016 ricorre l’XI edizione

della Giornata Mondiale delle Perso-

ne con Sindrome di Down, il cui tema

quest’anno è “I miei amici, la mia comu-

nità. I vantaggi di ambienti inclusivi per

i bambini di oggi e gli adulti di domani”.

In preparazione, come sempre, eventi

in tutto il mondo e il video realizzato

con la partecipazione di tutte le asso-

ciazioni aderenti, tra cui AIPD in rappre-

sentanza dell’Italia.

CONGRESSI INTERNAZIONALI

Congresso europeo sulla sindrome

di Down

http://www.edsc2016.org/en/

La Down Syndrome Association of Tur-

key organizza la X edizione del con-

gresso che si svolgerà ad Istanbul i

prossimi 5, 6 e 7 agosto 2016. Il tema

della decima edizione è “Building Brid-

ges For a Better Future – Costruire Ponti

per un Futuro Migliore”.

Conferenza “Tackling barriers

for children & young people with

disabilities”

http://www.edf-feph.org/Page_Generale.asp ?-

DocID=13855&thebloc=34393

In occasione della Giornata Internazio-

nale delle Persone con Disabilità gli

scorsi 7 e 8 dicembre 2015 si è svolta

a Bruxelles la conferenza europea or-

ganizzata dalla Commissione europea e

dall’European Disability Forum. Nel cor-

so della seconda giornata è stato comu-

nicato che il premio Access City Award

per il 2016 è stato assegnato alla città di

Dal mondo

Milano, che ha visto dunque riconosciu-

to l’impegno verso l’accessibilità per

tutti (le altre città fi naliste sono state Ka-

posvár (Ungheria), Tolosa (Francia), Vaa-

sa (Finlandia) e Wiesbaden (Germania).

Conferenza internazionale

“Barcelona Down”

La Fundació Catalana Síndrome de

Down ha organizzato la XVI edizione

della conferenza internazionale che si

è svolta gli scorsi 26 e 27 novembre

2015 a Barcellona. Il tema delle giorna-

te è stato “Disabilità e deterioramento

cognitivo nelle persone con sindrome

di Down. Dalla nascita alla vecchiaia”.

“Countdown Contem Comigo“

L’APTT21, associazione portoghese

sulla sindrome di Down ha organizza-

to il congresso internazionale che si è

svolto gli scorsi 29 e 30 ottobre 2015 a

Lisbona. AIPD ha partecipato con Anna

Contardi che ha presentato un inter-

vento sull’inserimento al lavoro delle

persone con sindrome di Down.

III congresso internazionale

sulla sindrome di Down

La Corporacion Sindrome de Down di

Bogotà, ha organizzato il congresso

che si è svolto gli scorsi 15 e 16 ot-

tobre 2015. AIPD ha partecipato con

Anna Contardi che ha presentato due

interventi: “Logros en autonomia en las

personas con sindrome de Down” e “La

inclusion laboral de personas con sin-

drome de Down en Italia”.

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Novità legislative12

La Buona Scuola

Federico Girelli

Presidente del Comitato Siblings

– Sorelle e fratelli di persone con

disabilità (www.siblings.it)

La legge n. 107/2015 mira a riforma-

re funditus la scuola italiana, facendo

ricorso anche allo strumento della de-

lega legislativa in favore del Governo.

La legge in verità si compone di un ar-

ticolo unico composto di 212 commi e,

ferme le note perplessità suscitate da

testi normativi redatti in pochi articoli

corredati da centinaia di commi, quel

che qui più interessa è la delega conte-

nuta nel comma 181, lett. c), in tema di

«promozione dell’inclusione scolastica

degli studenti con disabilità e riconosci-

mento delle diff erenti modalità di comu-

nicazione».

I principi e criteri direttivi enunciati nei

nove punti in cui viene esplicitata (e

delimitata) la delega al Governo recano

un contenuto che appare condivisibile;

dirimente, però, sarà il modo in cui ver-

rà data attuazione a tali principi ovve-

rosia quanto sarà stabilito nel decreto

legislativo che l’Esecutivo è ora abilita-

to ad adottare.

Le due principali federazioni che riu-

niscono le associazioni che in Italia si

occupano di disabilità (FISH e FAND)

hanno già da tempo formulato le loro

proposte in materia.

Un intervento che razionalizzi la vigen-

te e non del tutto organica disciplina

sull’inclusione scolastica degli alunni

con disabilità è indubbiamente auspi-

cabile, così come del pari auspicabile è

che ne venga preservato l’impianto di

fondo che grazie al ripudio delle classi

diff erenziate la colloca fra le più avan-

zate del mondo.

Chiaramente non è tutto rose e fi ori ed

anche la normativa migliore del mondo

se non (correttamente) applicata resta

lettera morta e dunque serve a ben

poco.

Novità legislative

In Italia, anzi, proprio in materia di as-

segnazione delle ore di sostegno agli

alunni con disabilità abbiamo assistito

ad un consistente contenzioso giudi-

ziario, che però ha in eff etti contribuito

a chiarire i tratti caratterizzanti del no-

stro modello di inclusione scolastica.

Va allora ribadito che in base alla legge

docenti dell’alunno con disabilità sono

tutti i docenti curricolari e non il solo

insegnante di sostegno, il cui ruolo re-

sta senza dubbio centrale nell’attività

di supporto dei colleghi, della classe e,

naturalmente, dell’alunno con disabili-

tà, volta al fi ne della migliore inclusione

possibile di quest’ultimo: insomma il so-

stegno deve funzionare quale autentico

“sostegno all’inclusione” e va scongiu-

rato il rischio che degradi, per una sorta

di contrappasso, a strumento (magari

inconsapevole) di ghettizzazione.

Non solo, l’alunno con disabilità ha

diritto a vedersi riconosciute le ore di

sostegno indicate nel PEI (Piano edu-

cativo individualizzato) ed ora, come

si evince da quanto statuito dalla Cor-

te di Cassazione a Sezioni Unite (sent.

25011/2014), tale diritto può esser

fatto valere oltre che davanti al giudice

amministrativo anche davanti al giudi-

ce ordinario chiedendo l’applicazione

della legge n. 67/2006 (Misure per la

tutela giudiziaria delle persone con di-

sabilità vittime di discriminazioni).

Nel quadro del programma costituzio-

nale di piena inclusione sociale delle

persone con disabilità anche l’uni-

versità è chiamata a fare la sua parte

e non solamente sul piano della for-

mazione dei docenti della scuola, ma

anche su quello della inclusione degli

studenti con disabilità nei propri corsi

di studi. Nondimeno, l’università deve

avere piena consapevolezza del rilievo

e della delicatezza della questione: la

fattibilità (e l’utilità) della frequenza,

ove possibile, di corsi universitari da

parte di studenti con disabilità, magari

tramite l’ausilio delle nuove tecnologie

e, soprattutto, l’elaborazione di piani di

studio individualizzati, va dunque ben

meditata.

Un serio impegno in questo senso è

denso di responsabilità e non deve

certo alimentare false speranze: sareb-

be solo controproducente.

PROVVIDENZA ECONOMICA IMPORTO LIMITE DI REDDITO

MINORENNI

Indennità di frequenza (legge 289/90) € 279,47 € 4.800,38

Indennità di accompagnamento (legge 18/80) € 512,34 non è previsto

MAGGIORENNI

Assegno mensile (legge 118/71) € 279,47 € 4.800,38

Pensione di invalidità civile (legge 118/71) € 279,47 € 16.532,10

Pensione e indennità di accompagnamento Complessivamente

€ 791,81 (279,47

più 512,34)

non è previsto

per l’indennità di

accompagnamento;

per la pensione è di

€ 16.532,10

Importi 2016 delle provvidenze economiche per gli invalidi civili

Con Circolare INPS n. 210/2015 stabiliti gli importi delle provvidenze economiche

per gli invalidi civili per l’anno 2016:

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Recensioni 13

S. Nocera, N. Tagliani

La normativa inclusiva nella nuova

legge di riforma sulla “buona scuola”

www.keyeditore.it/libri/la-normativa-

inclusiva-nella-nuova-legge-di-riforma-

sulla-buona-scuola/

Key, Vicalvi (Fr), 2015

Trattandosi di una legge appena pub-

blicata, gli autori hanno tentato di ef-

fettuarne una lettura a caldo, basata

sull’esperienza quotidiana di consu-

lenza a famiglie, dirigenti scolastici, do-

centi ed operatori di associazioni, enti

ed istituzioni territoriali, realizzata at-

traverso l’Osservatorio Scolastico AIPD.

Nel I capitolo c‘è una mappa di lettura

dell’ampia materia ammassata informal-

mente nei 212 commi dell’unico artico-

lo di cui si compone la legge, al fi ne di

avvicinare i lettori a prendere confi den-

za con una materia tanto vasta e varia.

Nel II sono evidenziate le principali no-

vità normative introdotte, con un accen-

no al clima culturale e politico in cui tali

novità sono state imposte, anche se con

qualche compromesso, dal Governo.

Nel III capitolo ci si concentra sull’ana-

lisi dei possibili contenuti del decreto

delegato che la legge prevede debba

essere emanato sulla revisione della

normativa inclusiva. In applicazione

dei principi contenuti nella delega,

sono state ipotizzate delle soluzioni, de

jure condendo, applicative degli stessi

che gli autori ritengono possano mi-

gliorare la qualità inclusiva delle scuo-

le italiane, sperando che esse trovino

una qualche udienza negli estensori

istituzionali dei contenuti del decreto.

Il lavoro mira a facilitare l‘utilizzo della

nuova legge da parte non solo degli ope-

ratori della scuola, ma anche delle fami-

glie e degli operatori delle organizzazioni

del Terzo Settore, al quale la legge fa con-

tinuo riferimento, per ottenerne la colla-

borazione per le attività durante l’aper-

tura pomeridiana delle scuole, durante le

vacanze e per l‘alternanza scuola-lavoro,

fortemente volute dal legislatore.

Recensioni 2016

R.W. Newton, S. Puri, L. Marder

Down Syndrome: Current Perspectives

Mac Keith Press, Londra, 2015

Dall’introduzione del dottor Neil Har-

rower (pediatra presso l’Università di

Sheffi eld, Inghilterra): “Le prospettive

di vita per le persone con sindrome di

Down sono al giorno d’oggi migliori

di sempre e molte di loro potrebbero

aspettarsi una vita più lunga e in buona

salute con esperienze e possibilità che

per la maggior parte di noi sono ovvie.

Naturalmente non sempre le cose sono

state così. A molti individui nati con sD

in passato erano negate le cure sempli-

cemente sulla base della loro condizio-

ne genetica. Come pediatra che segue

bambini con sD e anche come genitore

di una persona con sD, sono felice di pre-

sentare questo ottimo libro che off re una

guida completa a come prestare cure a

bambini e giovani con sD, al fi ne di pro-

muovere non solo la salute ma anche la

qualità della loro vita”.

A. Goussot, E. Annaloro

Risorse per l’inclusione,

l‘Inclusione come risorsa

G.B. Palumbo & C., Palermo, 2015

Oggi assistiamo a un fenomeno preoc-

cupante: le diffi coltà di apprendimento

degli alunni sono sempre più identifi cate

con la parola “problema”, o peggio con la

categoria “disturbo”; i ragazzi in diffi coltà

sono etichettati e per lo più considerati

motivo di rallentamento per il gruppo:

assistiamo in breve, al rischio evidente

di medicalizzare e patologizzare l’edu-

cazione, all’aff ermarsi di un paradigma

clinico-medico che incasella e separa gli

allievi “normali” dai “non normali”.

Questo libro vuol essere uno strumen-

to pratico e teorico per gli insegnanti e

i loro allievi che operano ogni giorno in

situazioni complicate, in classi eteroge-

nee e spesso considerate diffi cili.

La gestione del processo d’insegnamen-

to/apprendimento difatti non coinvolge

soltanto la fi gura dell’insegnante, ma

anche l’alunno, con i suoi vissuti, i suoi

legami familiari, e l’oggetto disciplinare

che fa da mediazione in questa relazio-

ne particolarmente complessa. Di qui la

scelta di rendere il volume capovolgibi-

le: una parte (A) rivolta agli insegnanti,

l’altra (B) rivolta agli studenti e alle loro

famiglie. La reversibilità dei punti di vi-

sta, il valore della relazione educativa e

la condivisione di rifl essioni e pratiche

comuni, sempre richiesti nel confronto

con gli altri, sono messi così in primo

piano sin dalle scelte grafi che.

A cura di D. Fedeli, C. Vio

ADHD, iperattività e disattenzione

a scuola

Giunti Scuola, Firenze, 2015

Una pubblicazione che si pone come

riferimento-base per conoscere e aff ron-

tare le problematiche relative alla disat-

tenzione e all’iperattività, sia come diffi -

coltà sia come vero e proprio disturbo.

La Guida raccoglie il meglio della ricerca

scientifi ca applicata in campo psicoe-

ducativo, fornendo indicazioni su meto-

dologie e strategie di intervento per la

scuola primaria e per la scuola seconda-

ria di I grado.

Il Workbook è composto da oltre 200

schede per l’allievo (compreso il Mini-

sito), con attività e strumenti compen-

sativi pronti all’uso, corredate da sche-

de per l’insegnante su come condurre

le proposte didattiche nelle diverse

aree curricolari e per gestire le criticità.

Uno spazio particolare è dedicato alle

attività del gruppo classe in una pro-

spettiva inclusiva.

Page 16: Nº3 - Associazione Italiana Persone Down · anche le persone con sindrome di Down hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni e il loro voto e che stanno cercando di diventare

In breve14

CoorDown presenta

SPORT21 Italia Onlus

http://www.sport21.it/

In considerazione dei molteplici bene-

fi ci derivanti dalla pratica sportiva, te-

nuto conto del grande interesse da par-

te di tante organizzazioni e società e al

fi ne di poter indirizzare e condividere

l’attività su tutto il territorio nazionale,

CoorDown ha così deciso di costituire

l’associazione di volontariato sportiva

dilettantistica SporT21 Italia Onlus.

Il progetto – al quale possono aderire

singoli atleti, volontari e associazioni

che si occupano di sindrome di Down

e disabilità intellettive – ha l’obiettivo

di stipulare accordi e convenzioni con

tutte le società sportive, le Federazioni,

i Comitati Paralimpici e gli Enti di pro-

mozione sportiva che ne condividono

gli obiettivi al fi ne di organizzare even-

ti, gare e allenamenti sportivi destinati

a persone con disabilità intellettiva o

relazionale, allo scopo di fornire loro

opportunità di sviluppo sociale, fi sico e

mentale per migliorare la qualità della

loro vita.

Convegno Internazionale

“Sono adulto. Disabilità. Diritto alla

scelta e progetto di vita”

http://www.convegni.erickson.it/

sonoadulto2016/

Il Centro Studi Erickson organizza il 4 e

5 marzo 2016 a Rimini il convegno per

dare voce alla richiesta che le persone

con disabilità rivolgono ai loro fami-

liari e ai professionisti dell’assistenza.

Smettere di considerarli degli eterni

“ragazzi” e impostare un rapporto adul-

to può infatti aiutare a considerare me-

glio le loro esigenze e aspettative, con

benefi ci per la qualità della vita e un

raff orzamento del loro diritto a sceglie-

re autonomamente del proprio futuro.

Il convegno è strutturato in 2 sessioni

plenarie e 12. Per AIPD Anna Contardi

terrà il workshop “Faccio io! Percorsi

educativi sulle autonomie personali e

sociali nella prospettiva del Progetto di

vita“. Per i soci AIPD Erickson ha riser-

vato uno sconto del 15% sulla quota

intera d’iscrizione.

Per info: [email protected]

Convegno Nazionale

sull’invecchiamento delle persone

con sindrome di Down

Il 15 marzo 2016 a Milano si terrà il

“Convegno Nazionale sull’invecchia-

mento delle persone con sindrome di

Down in Italia con i risultati del Pro-

getto Nazionale Dosage”, organizzato

dalla Fondazione Istituto Neurologico

Carlo Besta di Milano, in collaborazio-

ne con la Fondazione Lejeune di Parigi,

ANFASS e AIPD.

Nel Convegno sarà aff rontato il tema

che riguarda la relazione tra disabilità e

invecchiamento delle persone con sD. Il

Progetto Dosage, coordinato dalla Fon-

dazione IRCCS Besta in collaborazione

con le associazioni italiane di familiari

e persone con sindrome di Down, ha

lo scopo di defi nire la creazione di un

modello di vita specifi co per le persone

con sindrome di Down anziane.

Gli alunni con disabilità secondo l’ISTAT

L’ISTAT ha pubblicato il rapporto an-

nuale “Integrazione degli alunni con

disabilità nelle scuole primarie e se-

condarie di I grado” (http://www.istat.it/

it/archivio/176952).

Nell’anno scolastico 2014-2015 gli

alunni con disabilità in Italia risultava-

no essere 86.985 nelle scuole prima-

rie (il 3,1% del totale) e 66.863 nelle

scuole secondarie di I grado (il 3,8%

del totale). Gli insegnanti di soste-

gno erano invece 79.462, in crescita

di 5.000 unità rispetto al precedente

anno scolastico, con un rapporto di 1,6

alunni con disabilità ogni insegnante

di sostegno nella scuola primaria e di

1,8 nella scuola secondaria di I grado.

Per ottenere l’aumento delle ore di so-

stegno, l’8,5% delle famiglie di alunni

della scuola primaria e il 6,8% di quel-

le della scuola secondaria di I grado,

hanno presentato ricorso al Tribunale

Civile o Amministrativo.

Riguardo la continuità didattica, gli

alunni che hanno cambiato insegnante

di sostegno nel corso dell’anno scola-

stico sono stati il 14,7% nella scuola

primaria e il 16,5% nella scuola se-

condaria di I grado, in crescita rispetto

al passato. Un altro dato che emerge è

che il 14% degli insegnanti di sostegno

svolge, oltre ad attività didattiche, atti-

vità di mediazione e il 3% anche attivi-

tà di tipo assistenziale, di competenza

degli assistenti educativi culturali (AEC)

o degli assistenti ad personam. Le ore

assegnate per questo tipo di assistenza

sono in media 11,7 ore settimanali nel-

le scuole primarie e 12,8 ore in quelle

secondarie di I grado, che scendono a 9

in entrambi gli ordini scolastici nel caso

di alunni più autonomi.

Particolare è la situazione registrata al

Sud dove agli alunni sono assegnate in

media più ore di sostegno ma meno ore

di assistenza educativa culturale o ad

personam rispetto al Centro e al Nord.

Un altro dato che emerge è che gli

alunni con disabilità trascorrono in

media 3,5 ore settimanali per la scuola

primaria e 4,1 per quella secondaria di

primo grado al di fuori della classe, che

aumentano a 6,9 ore settimanali per la

scuola primaria e 9,7 per quella secon-

daria di primo grado nel caso di alunni

con minori livelli di autonomia.

Infi ne, ancora eccessivo il numero delle

scuole che presentano barriere archi-

tettoniche (anche su questo purtroppo

il Sud registra il dato maggiore) e delle

scuole che non garantiscono ausili ade-

guati agli alunni con disabilità.

Per approfondimenti vedi:

http:// www.condicio.it/ focus/il-diritto-

allistruzione/

In breve…

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L’intervista 15

Giovanni Anversa

Raitre

Se guardo indietro e penso a come è

cambiata l’immagine delle persone

con sindrome di Down non posso che

utilizzare il termine “rivoluzione”. Sì,

abbiamo assistito ad una vera e propria

rivoluzione a cui hanno contribuito pri-

ma di tutto i diretti interessati, le loro

famiglie e le loro associazioni. Poi an-

che noi della comunicazione abbiamo

dato una bella mano: dalla pubblicità

alla tv è avvenuto un cambiamento

di linguaggio e di approccio culturale

di grande impatto. L’informare, il far

conoscere, il raccontare e il sensibi-

lizzare si sono intrecciati producendo

un risultato che oggi ci fa guardare

all’universo delle persone con sindro-

me di Down in modo sostanzialmente

diverso. L’abbattimento di stereotipi, il

superamento di un cultura della esclu-

sione, il considerare le potenzialità

aff ettive, professionali e sociali hanno

reso le persone con sindrome di Down

– dall’età infantile fi no all’età matura

– interlocutori paritari capaci di eser-

citare diritti, di esigerli e di ampliarli.

Dalla scuola alla famiglia, dalla società

al lavoro si è imposta una presenza at-

tiva e autonoma che ha modifi cato non

solo la percezione di quella particolare

condizione ma della disabilità più in

generale. Nella tv, in particolare, abbia-

mo sostenuto questa spinta sociale e

Come è cambiata l’immagine delle persone con sindrome di Down

culturale attivando spazi di rappresen-

tazione e di racconto il più possibile

aderenti alla realtà e rispettosi delle

persone evitando di trasformarle in “fe-

nomeni”. Noi della Rai, il servizio pub-

blico radiotelevisivo, questa nuova cul-

tura l’abbiamo introiettata a tal punto

che le nostre modalità di comunicazio-

ne sono state migliorate e potenziate

in costante confronto e collaborazione

con il mondo delle associazione, AIPD

in primo luogo. Lo dico da professio-

nista che è stato protagonista prima a

Raidue poi a Raitre di una stagione in

cui le nostre telecamere hanno “fatto

vedere” come stava cambiando la re-

altà. Gli inserimenti lavorativi, gli ap-

partamenti per vivere in autonomia, la

mobilità nelle città, le relazioni aff etti-

ve, lo sport per tutti sono i capitoli di

un racconto che non smette di essere

scritto e innovato. A questo processo

abbiamo contribuito e stiamo contri-

buendo con tutti i generi e i linguaggi

che, come comunicatori, abbiamo a

disposizione: dal documentario tradi-

zionale alle testimonianze negli studi

tv, dalla fi ction al reality esperienziale.

In questo ambito non posso non cita-

re l’ultima esperienza in questo senso

ovvero quell’”Hotel6Stelle” che da pro-

dotto televisivo si è trasformato anche

in un formidabile attivatore di respon-

sabilità sociale da parte delle imprese.

Il successo delle due edizioni, volute

e sostenute fortemente da Raitre, non

risiede solo nella dinamica comunicati-

va – tipologia di format, freschezza del

linguaggio, energia dei partecipanti,

ecc. – ma in quello che ha determinato

nella opinione pubblica che ha segui-

to il programma. Non eravamo più solo

di fronte ad un racconto di una condi-

zione umana particolare ma a persone

che esprimevano competenze, capacità

relazionali, emozioni pure, voglia di af-

fermazione e dedizione al lavoro. L’in-

terattività determinata dalla tv non si è

esaurita nella semplice fruizione e nel

gradimento ma ha generato reazioni

positive nella realtà concreta spingen-

do aziende a investire su quel capitale

umano e sull’eff etto di coinvolgimento

positivo negli ambienti di lavoro. Se

siamo arrivati a questo punto dobbiamo

registrare che l’alleanza tra media, e in

particolare tra televisione pubblica, e

associazioni che rappresentano perso-

ne e istanze ha prodotto fi nalmente un

cambio di mentalità, per l’appunto una

vera “rivoluzione culturale”. Ora dobbia-

mo solo aver la forza di far sì che que-

sto patrimonio comune costruito negli

anni e nelle stagioni televisive non si

cristallizzi in spazi dedicati ma continui

a rappresentare una spinta a produrre

nuovi contenuti e nuove sfi de per la no-

stra media company pubblica. In questo

confi diamo, come sempre, nell’intel-

ligente e creativa sollecitazione delle

persone con sindrome Down, delle loro

famiglie, delle loro associazioni.

COSA NON DIRE COSA DIRE PERCHÉ

Aff etto da sindrome

di Down o malato

di sindrome di Down

ha la sindrome di Down,

con la sindrome di Down

La sindrome di Down non è una malattia ma una condizione genetica. È

inesatto parlare dunque di malattia, che è un concetto completamente

diverso, che implica in sé tra l’altro, una possibile evoluzione verso la

guarigione o la morte. La sindrome di Down è una condizione genetica che

caratterizza la persona per tutta la sua vita.

Una persona, bambino,

fi glio Down

Una persona, bambino,

fi glio con la sindrome di Down

o che ha la sindrome di Down

Scrivere “persona Down”, signifi ca identifi care quella persona con la sua

condizione.

Le persone con sindrome di Down sono prima di tutto persone, la

sindrome di Down è una condizione che le caratterizza ma non le annulla

nella loro specifi cità.

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Vi voglio parlare di...16

Nicole Orlando,

dal podio delle Paralimpiadi

al discorso di fi ne anno

del Presidente della Repubblica

Nicola Orlando è una ragazza di 22

anni, sportiva sin alla tenera età, atleta

in forza al team Ability La Marmora di

Biella. Gli ultimi mesi del 2015 l’hanno

portata alla ribalta grazie a due eventi

eccezionali.

Il primo è stata la partecipazione ai

Mondiali IAASD (International Athle-

tic Association for people with Down

Syndrome), svoltisi a Bloemfonte in

Sudafrica lo scorso novembre, dove la

squadra italiana ha conquistato ben

27 medaglie, di cui 18 ori. Di questi, 4

sono stati vinti da Nicole, portabandie-

ra alla cerimonia inaugurale come rap-

presentante dell’Italia: prima il record

mondiale nel triathlon (lancio del peso,

salto in lungo e corsa), a seguire i 100

metri, il salto in lungo, infi ne la staff etta

femminile assieme a Pertile, Bonfanti e

Spano.

Poi il 31 dicembre come consuetudine

il Presidente della Repubblica a reti

unifi cate pronuncia il discorso di fi ne

anno, e quest’anno Sergio Mattarella

rende onore a tre donne che si sono

distinte nel corso dell’anno per le loro

attività: Fabiola Gianotti, Samantha Cri-

stoforetti e Nicole Orlando.

Straordinaria atleta, ma non unica,

come i tanti altri giovani con sindrome

di Down impegnati quotidianamente in

attività sportive che conquistano, chi

con maggiore chi con minore successo,

le loro personali vittorie. Nicole è stata

scelta dal Presidente Mattarella a rap-

presentarli tutti: «Che emozione quando

ho sentito che mi citava. Ero in monta-

gna con la mia famiglia, festeggiavo Ca-

podanno. Dicevo: ma ho sentito bene?».

La foto di Nicole sul podio è stata una

delle immagini simbolo del 2015. “Che

fatica per arrivare lassù, su quel podio”.

I suoi impegni agonistici proseguono

più intensi che mai, Nicole si sta pre-

Vi voglio parlare di...

parando per la partecipazione, dal 15

al 22 luglio 2016, alla prima edizione

dei Trisome Games, manifestazione ri-

servata ad atleti con sindrome di Down

impegnati in 9 discipline sportive: atle-

tica leggera, nuoto, nuoto sincronizza-

to, ginnastica artistica, ginnastica ritmi-

ca, futsal, judo, tennis, tennis tavolo.

In bocca al lupo, Nicole, faremo il tifo

per te e per tutta la squadra!

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L’AIPD fa parte di:FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)FID (Forum italiano per la disabilità)COORDOWN (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down)EDSA (European Down Syndrome Association)