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FINANZA TOSSICA La strategia. Farmaci, ma anche cosmetica, bibite, e naturalmente spinelli: gli analisti prevedono che il mercato globale della cannabis potrà raggiungere i 500 miliardi di dollari. La loro pressione sui governi dà i primi risultati PIETRO SACCÒ ei decenni in cui a portarla a- vanti erano movimenti del- la cosiddetta controcultura e partiti libertari dal consenso limi- tato, la campagna per la liberalizza- zione della cannabis ha ottenuto do- vunque risultati modesti. Da quan- do a spingere per la marijuana libe- ra sono invece fondi speculativi e grandi gruppi industriali, l’efficacia della pressione liberalizzatrice è au- mentata spaventosamente. È la sto- ria dell’ultimo decennio, quello che ha visto un’ampia diffusione a livel- lo mondiale della cannabis per usi terapeutici e l’inizio dell’espansio- ne della marijuana “ricreativa”. Tra il 2012 e il 2018 il consumo di can- nabis per svago è stato liberalizzato in nove Stati degli Usa, compresa la ricca e popolosa California, mentre mercoledì prossimo il Canada sarà la prima nazione del G7 a legalizza- re la marijuana ricreativa sia a livel- lo federale che di singole province. Senza andare tanto lontano, in Ita- lia la cannabis “light” è in commer- cio dal 2017 e il Movimento Cinque Stelle, cioè il partito che ha preso più voti alle ultime elezioni, è tra i mag- giori sostenitori politici della libera- lizzazione della marijuana. L’ARRIVO DEI FONDI C’è la forza di miliardi e miliardi di dollari di investimenti dietro que- sta pressione liberalizzatrice. Come quelli del fondo Privateer Holding, fondato nel 2010 a Seattle da tre im- prenditori che venivano dal mon- do delle banche d’affari e del venture capital. L’obiettivo dichiarato del fondo è «guidare, legittimare e de- finire il futuro della cannabis» par- tendo da tre presupposti: «La can- nabis è un prodotto di massa; la fi- ne del divieto della cannabis è ine- vitabile e i brand determineranno il futuro del settore». I tre hanno in- vestito i primi 5 milioni di dollari per partire, poi ne hanno raccolti altri 7 nel 2013. Nel 2015 hanno fatto il col- po grosso: su Privateer ha investito 75 milioni di dollari il miliardario te- desco Peter Thiel. Thiel è l’uomo che ha fondato PayPal, la prima azien- da dei pagamenti online, e l’ha ven- duta a eBay per 1,5 miliardi nel 2002. Quindi ha creato un suo fondo che ha concluso diversi ottimi affari, co- me l’acquisto del 10% di Facebook per mezzo milione di dollari nel 2004 e la vendita dello stesso pac- chetto, nel 2012, per un miliardo. Sostenitore di diverse cause liber- tarie, comprese quelle per i diritti per le persone Lgbt (lui stesso si è sposato a Vienna nel 2017 con il compagno Matt Danzeisen), Thiel ha trovato nella marijuana una nuo- va miniera d’oro. LE BORSE STORDITE Privateer ha lanciato infatti Tilray, società canadese incorporata nel Delaware e controllata attraverso u- na holding olandese. È una società “verticale”: coltiva, lavora e distri- buisce cannabis, per adesso sotto forma di prodotti farmaceutici ma con l’obiettivo di allargarsi al cosid- detto mercato consumer. Ha 330 di- pendenti tra Europa e Nordamerica, di cui 224 ricercatori, 50 addetti al marketing e anche ex poliziotti. Quest’anno, a luglio, si è quotata a Wall Street sul Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici: è stata la prima a- zienda della cannabis a entrare nel- la Borsa americana. I suoi primi me- si sono stati più che avventurosi: partita da una quotazione di 17 dol- lari ad azione, già dopo il primo gior- no di scambi era salita a 24 dollari. Era solo l’inizio: a fine agosto era sa- lita a 50 dollari, a settembre ha su- perato i 100 ed ha toccato il record di 214 dollari ad azione quando ha comunicato di avere ottenuto il per- messo per esportare marijuana ne- gli Usa a scopo di ricerca. Oggi l’a- zione di Tilray vale 130 dollari, il che N si traduce in una capitalizzazione totale di 12,3 miliardi. Il 76% di a- zioni appartiene a Privateer, un pac- chetto che a questi prezzi vale circa 9,2 miliardi. Una valutazione assurda, conside- rando che parliamo di una startup in forte crescita, ma comunque an- cora piccola: nel 2016 ha fatturato 12,6 milioni di dollari, saliti a 20,5 milioni nel 2017 e destinati quasi a raddoppiare quest’anno, ancora non c’è stato nemmeno un dollaro di utile. Ma la cannabis è diventata l’investimento prediletto della fi- nanza più spregiudicata. Le startup che lavorano sulla marijuana in Ca- lifornia hanno raccolto quest’anno più di un miliardo di dollari, il dop- pio rispetto al 2017. Sono spuntati diversi fondi Etf che investono solo su aziende del settore. Il più grande, Life Sciences, in un anno ha più che raddoppiato il suo valore. In Cana- da le aziende quotate sono più di un centinaio e la capitalizzazione tota- le delle cinque maggiori società del- la cannabis – oltre a Tilray ci sono Canopy Growth, Aurora, Aphria, Cronos e Hexo – è salita in un anno da 4 a 40 miliardi di dollari. È un +900%. Percentuali simili ricordano la recente febbre dei bitcoin, saliti nel 2017 da 2mila a quasi 20mila dol- lari e poi precipitati a quota 6mila. UN MERCATO DA 500 MILIARDI Davanti a certi picchi di Borsa il ri- schio bolla è enorme, ma la ma- rijuana è un’altra cosa rispetto ai bit- coin. Le criptovalute erano un’en- tità virtuale dal valore arbitrario, sen- za nessun collegamento con l’eco- nomia reale. Per una droga come la cannabis invece il mercato è reale ed esiste da secoli. I grandi speculatori della cannabis hanno bisogno solo che i governi li liberino da quel grosso impiccio che è il divieto di vendere e consumare marijuana. Stanno spendendo mi- lioni di dollari in attività di lobbying. Vivien Azer, analista di Cowen, so- cietà di investimenti alternativi che ha accompagnano Tilray verso la quotazione, ha spiegato che dal punto di vista economico la libera- lizzazione canadese della marijua- na non è altro che la trasformazio- ne di un mercato dal giro di affari stimato in 7 miliardi di dollari dal- lo status di illegalità a quello di le- galità. Non capita spesso che un in- tero settore entri in blocco nel si- stema dell’economia legale. «La no- stra visione più ampia – ha spiega- to Azer – va oltre l’uso da parte de- gli adulti in Canada. Crediamo piut- tosto che questo sia il primo passo verso l’istituzione della cannabis come un ingrediente chiave per di- verse categorie di consumo in quat- tro ambiti: uso ricreativo, impieghi nella cosmetica e nella nutraceuti- ca, farmaci da banco contro il do- lore e l’insonnia, prodotti farma- ceutici». Nel documento con il qua- le si è presentata a Wall Street, Til- ray ha citato i numeri dell’Onu, che parlano di un giro d’affari globale per la cannabis ricreativa di 150 mi- liardi di dollari, con oltre 180 milio- ni di consumatori. DROGA PER TUTTI La speranza dei grandi fondi della cannabis è che spingendo la libera- lizzazione in tutto l’Occidente la ma- rijuana possa sedurre sempre più persone. Negli Stati Uniti, ha stima- to la società di ricerca Bds Analytics, oggi la cannabis genera ricavi per 9,2 miliardi di dollari, che diventeranno 23,4 già nel 2022 e 57 nel 2027, con l’uso per svago che varrebbe da so- lo 38,3 miliardi. L’analista Azer non esita a parlare di un potenziale mer- cato mondiale da 500 miliardi di dol- lari e prevede che già nel 2030 il mer- cato della marijuana ricreativa in A- merica supererà quello delle bibite gassate e insedierà quello di birre e liquori: «La cannabis e l’alcol – ar- gomenta – sono lubrificanti sociali interscambiabili». Ecco l’idea: proporre alla gente la marijuana da fumare ma anche da bere o da mangiare come fosse uno svago per adulti qualunque, come la birra in compagnia o il cocktail al- l’aperitivo. Sarebbe poco credibile se anche enormi gruppi industriali non ci stessero lavorando. Constel- lations Brand, conglomerato di mar- chi dell’alcol compresa la celebre birra Corona, lo scorso agosto ha in- vestito 4 miliardi di dollari per con- quistare il 38% di Canopy Growth, altra azienda della cannabis cana- dese nonché principale rivale di Til- ray. L’obiettivo di questo investi- mento, ha spiegato il ceo Rober Sands, è «capitalizzare in quello che assolutamente senza dubbio sarà un enorme mercato nei prossimi dieci anni, da centinaia di miliardi di dol- lari». Non è l’unico a crederci. Il mar- chio californiano di birre Lagunitas, che fa parte del gruppo Heineken, ha lanciato a giugno un infuso frizzan- te alla cannabis, mentre anche Co- ca Cola studia una bevanda a base del principio attivo della marijuana. Anche le aziende del tabacco, inevi- tabilmente, ci stanno guardando dentro. Qualche giorno fa Altria, il gruppo che controlla Marlboro e Philip Morris, si sarebbe fatta avan- ti per entrare in una delle grandi so- cietà della marijuana canadese. La tesi generale è che sia tutto un processo inesorabile: a forza di in- vestirci miliardi l’industria della can- nabis riuscirà a scardinare le resi- stenze dei governi e otterrà la libe- ralizzazione dei grandi mercati. A quel punto la marijuana sarà diffu- sa un po’ dovunque, la sua immagi- ne sarà “ripulita” e resa amichevole, centinaia di milioni di persone di- venteranno consumatori abituali della droga e chi ci ha investito mol- tiplicherà i suoi guadagni. Un futu- ro distopico che la potenza dei mi- liardi rischia di trasformare in realtà. © RIPRODUZIONE RISERVATA dove è legale il consumo di cannabis Lo status legale della cannabis per uso ricreativo Legale o sostanzialmente legale Illegale, ma depenalizzata Illegale, ma spesso non perseguita Illegale Nessuna informazione Fonte New York Times 2018 Sono speculazioni miliardarie a seminare la marijuana libera I piani dei grandi fondi e dei giganti di alcol e tabacco ELENA MOLINARI NEWYORK l Canada diventerà il 17 ottobre – cin- que anni dopo l’Uruguay – il secon- do Paese al mondo ad aver legalizza- to la cannabis per uso ricreativo, unen- dosi così a solo una manciata di nazioni dove il consumo della marijuana non è del tutto proibito. Mentre non sono infatti pochi i Paesi che hanno depenalizzato l’uso e il possesso della marijuana, ri- nunciando a pene detentive nei confronti dei consumatori, rimangono scarse le le- gislazioni che hanno fornito un quadro legale per la sua coltivazione e consumo. In Uruguay sono possibili tre modalità di accesso: cultura domestica per consumo personale, iscrizione in un club o acqui- sto in farmacia. L’acquisto è limitato a 40 grammi mensili per utente e il governo ha selezionato due società private, respon- sabili della produzione e della distribu- zione. Diversi altri paesi dell’America La- tina hanno legalizzato solo l’uso tera- peutico: il Cile alla fine del 2015, la Co- lombia nel 2016 e l’Argentina, il Messico e il Perù nel 2017. Il Canada, dove l’uso te- rapeutico è stato autorizzato nel 2001, è dunque il primo Paese del G7 a compie- re il passo radicale della legalizzazione completa, una promessa elettorale del primo ministro Justin Trudeau. Ogni fa- miglia canadese potrà crescere fino a quattro piante in casa e una persona po- trà portarne fino a 30 grammi in pubbli- co. Spetta alle province organizzare la vendita nei negozi autorizzati pubblici o privati. Negli Usa, la legge federale vieta la coltivazione, la vendita e l’uso di ma- rijuana. Il consumo ricreativo è tuttavia già permesso in otto Stati e nella capita- le federale Washington. L’ultimo, la Ca- lifornia, è il più grande mercato legale al mondo. Inoltre, 29 Stati consentono l’u- so medico. Nei Paesi Bassi, il possesso, il consumo e la vendita al dettaglio di meno di 5 grammi di cannabis nei caffè è tollerato dal 1976. Dal 2012, tuttavia, una legge controversa, applicata in tre province meridionali (Limburgo, Brabante set- tentrionale e Zelanda), vieta le vendite a non residenti e turisti. La capitale, L’Aia, ad aprile ha vietato la cannabis nel cen- tro della città. In Spagna, la legge tollera il consumo di cannabis e la coltivazione in ambienti privati, senza scopo di lucro e solo per adulti. I club dei consumato- ri sono stati autorizzati in Catalogna a metà 2017. Nella Repubblica Ceca, le persone che possiedono fino a 15 gram- mi di marijuana o che coltivano in casa fino a cinque piante rischiano solo di es- sere multati. Il Portogallo ha depenaliz- zato nel 2001 il consumo e il possesso di tutte le droghe, che tuttavia rimangono vietate. E il Paese si sta preparando a le- galizzare l’uso terapeutico dei derivati della cannabis. In Georgia, la Corte co- stituzionale a luglio ha abolito le multe per consumo personale. Diversi altri Paesi europei, come l’Italia, hanno lega- lizzato l’uso medico della marijuana: Germania, l’Austria, Gran Bretagna, Fin- landia, Grecia, Romania, Slovenia, Croa- zia, Polonia e Macedonia. In Francia, due medicinali derivati dalla cannabis, Ma- rinol ed Epidiolex, hanno un’autorizza- zione temporanea per l’uso. Nel 2016, le Nazioni Unite hanno invitato gli Stati a «rivedere le loro politiche e pratiche» di cannabis, dopo decenni di repressione. Un mese fa, la più alta corte del Sudafri- ca ha dichiarato incostituzionale una legge che proibiva l’uso domestico di marijuana da parte degli adulti. © RIPRODUZIONE RISERVATA I Nella speranza dell’apertura di altri mercati, in Borsa le quotazioni delle aziende del settore sono aumentate del 1000% in un anno. Tra i protagonisti del settore, il miliardario attivista Thiel Il produttore della birra Corona ci ha appena puntato 4 miliardi: c’è dietro l’idea di una società dove fumare droga sarà normale come bersi una pinta in compagnia +676% L’AUMENTO DEL VALORE DEL TITOLO TILRAY DAL DEBUTTO AD OGGI 150 miliardi L’ATTUALE VALORE DEL MERCATO MONDIALE DELLA CANNABIS 40 miliardi IL VALORE DI BORSA DELLE PRIME 5 SOCIETÀ CANADESI DEL SETTORE Dopo l’Uruguay, legalizzazione anche in Canada 7 Domenica 14 Ottobre 2018 PRIMO PIANO VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfQ2VpIyMjNzFlMmJhZmItNTJiOC00MjdlLWJkNjEtZWNiYjYxZDA4N2JhIyMjMjAxOC0xMC0xNlQxMDozNjozMiMjI1ZFUg==

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FINANZATOSSICA

La strategia. Farmaci, ma anche cosmetica, bibite, e naturalmente spinelli: gli analisti prevedono che il mercatoglobale della cannabis potrà raggiungere i 500 miliardi di dollari. La loro pressione sui governi dà i primi risultati

PIETRO SACCÒ

ei decenni in cui a portarla a-vanti erano movimenti del-la cosiddetta controcultura

e partiti libertari dal consenso limi-tato, la campagna per la liberalizza-zione della cannabis ha ottenuto do-vunque risultati modesti. Da quan-do a spingere per la marijuana libe-ra sono invece fondi speculativi egrandi gruppi industriali, l’efficaciadella pressione liberalizzatrice è au-mentata spaventosamente. È la sto-ria dell’ultimo decennio, quello cheha visto un’ampia diffusione a livel-lo mondiale della cannabis per usiterapeutici e l’inizio dell’espansio-ne della marijuana “ricreativa”. Trail 2012 e il 2018 il consumo di can-nabis per svago è stato liberalizzatoin nove Stati degli Usa, compresa laricca e popolosa California, mentremercoledì prossimo il Canada saràla prima nazione del G7 a legalizza-re la marijuana ricreativa sia a livel-lo federale che di singole province.Senza andare tanto lontano, in Ita-lia la cannabis “light” è in commer-cio dal 2017 e il Movimento CinqueStelle, cioè il partito che ha preso piùvoti alle ultime elezioni, è tra i mag-giori sostenitori politici della libera-lizzazione della marijuana.

L’ARRIVO DEI FONDIC’è la forza di miliardi e miliardi didollari di investimenti dietro que-sta pressione liberalizzatrice. Comequelli del fondo Privateer Holding,fondato nel 2010 a Seattle da tre im-prenditori che venivano dal mon-do delle banche d’affari e del venturecapital. L’obiettivo dichiarato delfondo è «guidare, legittimare e de-finire il futuro della cannabis» par-tendo da tre presupposti: «La can-nabis è un prodotto di massa; la fi-ne del divieto della cannabis è ine-vitabile e i brand determineranno ilfuturo del settore». I tre hanno in-vestito i primi 5 milioni di dollari perpartire, poi ne hanno raccolti altri 7nel 2013. Nel 2015 hanno fatto il col-po grosso: su Privateer ha investito75 milioni di dollari il miliardario te-

desco Peter Thiel. Thiel è l’uomo cheha fondato PayPal, la prima azien-da dei pagamenti online, e l’ha ven-duta a eBay per 1,5 miliardi nel 2002.Quindi ha creato un suo fondo cheha concluso diversi ottimi affari, co-me l’acquisto del 10% di Facebookper mezzo milione di dollari nel2004 e la vendita dello stesso pac-chetto, nel 2012, per un miliardo.Sostenitore di diverse cause liber-tarie, comprese quelle per i dirittiper le persone Lgbt (lui stesso si èsposato a Vienna nel 2017 con ilcompagno Matt Danzeisen), Thielha trovato nella marijuana una nuo-va miniera d’oro.

LE BORSE STORDITEPrivateer ha lanciato infatti Tilray,società canadese incorporata nelDelaware e controllata attraverso u-na holding olandese. È una società“verticale”: coltiva, lavora e distri-buisce cannabis, per adesso sottoforma di prodotti farmaceutici macon l’obiettivo di allargarsi al cosid-detto mercato consumer. Ha 330 di-pendenti tra Europa e Nordamerica,di cui 224 ricercatori, 50 addetti almarketing e anche ex poliziotti.Quest’anno, a luglio, si è quotata aWall Street sul Nasdaq, il listino deititoli tecnologici: è stata la prima a-zienda della cannabis a entrare nel-la Borsa americana. I suoi primi me-si sono stati più che avventurosi:partita da una quotazione di 17 dol-lari ad azione, già dopo il primo gior-no di scambi era salita a 24 dollari.Era solo l’inizio: a fine agosto era sa-lita a 50 dollari, a settembre ha su-perato i 100 ed ha toccato il recorddi 214 dollari ad azione quando hacomunicato di avere ottenuto il per-messo per esportare marijuana ne-gli Usa a scopo di ricerca. Oggi l’a-zione di Tilray vale 130 dollari, il che

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si traduce in una capitalizzazionetotale di 12,3 miliardi. Il 76% di a-zioni appartiene a Privateer, un pac-chetto che a questi prezzi vale circa9,2 miliardi.Una valutazione assurda, conside-rando che parliamo di una startupin forte crescita, ma comunque an-cora piccola: nel 2016 ha fatturato12,6 milioni di dollari, saliti a 20,5milioni nel 2017 e destinati quasi araddoppiare quest’anno, ancoranon c’è stato nemmeno un dollarodi utile. Ma la cannabis è diventatal’investimento prediletto della fi-nanza più spregiudicata. Le startupche lavorano sulla marijuana in Ca-lifornia hanno raccolto quest’annopiù di un miliardo di dollari, il dop-pio rispetto al 2017. Sono spuntatidiversi fondi Etf che investono solosu aziende del settore. Il più grande,Life Sciences, in un anno ha più cheraddoppiato il suo valore. In Cana-da le aziende quotate sono più di uncentinaio e la capitalizzazione tota-

le delle cinque maggiori società del-la cannabis – oltre a Tilray ci sonoCanopy Growth, Aurora, Aphria,Cronos e Hexo – è salita in un annoda 4 a 40 miliardi di dollari. È un+900%. Percentuali simili ricordanola recente febbre dei bitcoin, salitinel 2017 da 2mila a quasi 20mila dol-lari e poi precipitati a quota 6mila.

UN MERCATO DA 500 MILIARDIDavanti a certi picchi di Borsa il ri-schio bolla è enorme, ma la ma-rijuana è un’altra cosa rispetto ai bit-coin. Le criptovalute erano un’en-tità virtuale dal valore arbitrario, sen-za nessun collegamento con l’eco-nomia reale. Per una droga come lacannabis invece il mercato è realeed esiste da secoli. I grandi speculatori della cannabishanno bisogno solo che i governi liliberino da quel grosso impiccio cheè il divieto di vendere e consumaremarijuana. Stanno spendendo mi-lioni di dollari in attività di lobbying.

Vivien Azer, analista di Cowen, so-cietà di investimenti alternativi cheha accompagnano Tilray verso laquotazione, ha spiegato che dalpunto di vista economico la libera-lizzazione canadese della marijua-na non è altro che la trasformazio-ne di un mercato dal giro di affaristimato in 7 miliardi di dollari dal-lo status di illegalità a quello di le-galità. Non capita spesso che un in-tero settore entri in blocco nel si-stema dell’economia legale. «La no-stra visione più ampia – ha spiega-to Azer – va oltre l’uso da parte de-gli adulti in Canada. Crediamo piut-tosto che questo sia il primo passoverso l’istituzione della cannabiscome un ingrediente chiave per di-verse categorie di consumo in quat-tro ambiti: uso ricreativo, impieghinella cosmetica e nella nutraceuti-ca, farmaci da banco contro il do-lore e l’insonnia, prodotti farma-ceutici». Nel documento con il qua-le si è presentata a Wall Street, Til-ray ha citato i numeri dell’Onu, cheparlano di un giro d’affari globaleper la cannabis ricreativa di 150 mi-liardi di dollari, con oltre 180 milio-ni di consumatori.

DROGA PER TUTTILa speranza dei grandi fondi dellacannabis è che spingendo la libera-lizzazione in tutto l’Occidente la ma-rijuana possa sedurre sempre piùpersone. Negli Stati Uniti, ha stima-to la società di ricerca Bds Analytics,oggi la cannabis genera ricavi per 9,2miliardi di dollari, che diventeranno23,4 già nel 2022 e 57 nel 2027, conl’uso per svago che varrebbe da so-lo 38,3 miliardi. L’analista Azer nonesita a parlare di un potenziale mer-cato mondiale da 500 miliardi di dol-lari e prevede che già nel 2030 il mer-cato della marijuana ricreativa in A-merica supererà quello delle bibitegassate e insedierà quello di birre eliquori: «La cannabis e l’alcol – ar-gomenta – sono lubrificanti socialiinterscambiabili».Ecco l’idea: proporre alla gente lamarijuana da fumare ma anche dabere o da mangiare come fosse uno

svago per adulti qualunque, comela birra in compagnia o il cocktail al-l’aperitivo. Sarebbe poco credibilese anche enormi gruppi industrialinon ci stessero lavorando. Constel-lations Brand, conglomerato di mar-chi dell’alcol compresa la celebrebirra Corona, lo scorso agosto ha in-vestito 4 miliardi di dollari per con-quistare il 38% di Canopy Growth,altra azienda della cannabis cana-dese nonché principale rivale di Til-ray. L’obiettivo di questo investi-mento, ha spiegato il ceo RoberSands, è «capitalizzare in quello cheassolutamente senza dubbio sarà unenorme mercato nei prossimi diecianni, da centinaia di miliardi di dol-lari». Non è l’unico a crederci. Il mar-chio californiano di birre Lagunitas,che fa parte del gruppo Heineken, halanciato a giugno un infuso frizzan-te alla cannabis, mentre anche Co-ca Cola studia una bevanda a basedel principio attivo della marijuana.Anche le aziende del tabacco, inevi-tabilmente, ci stanno guardandodentro. Qualche giorno fa Altria, ilgruppo che controlla Marlboro ePhilip Morris, si sarebbe fatta avan-ti per entrare in una delle grandi so-cietà della marijuana canadese.La tesi generale è che sia tutto unprocesso inesorabile: a forza di in-vestirci miliardi l’industria della can-nabis riuscirà a scardinare le resi-stenze dei governi e otterrà la libe-ralizzazione dei grandi mercati. Aquel punto la marijuana sarà diffu-sa un po’ dovunque, la sua immagi-ne sarà “ripulita” e resa amichevole,centinaia di milioni di persone di-venteranno consumatori abitualidella droga e chi ci ha investito mol-tiplicherà i suoi guadagni. Un futu-ro distopico che la potenza dei mi-liardi rischia di trasformare in realtà.

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dove è legale il consumo di cannabisLo status legale della cannabis per uso ricreativo

Legaleo sostanzialmente legaleIllegale, ma depenalizzataIllegale, ma spessonon perseguitaIllegaleNessuna informazione

Fonte New York Times 2018

Sono speculazioni miliardarie a seminare la marijuana liberaI piani dei grandi fondi e dei giganti di alcol e tabacco

ELENA MOLINARINEW YORK

l Canada diventerà il 17 ottobre – cin-que anni dopo l’Uruguay – il secon-do Paese al mondo ad aver legalizza-

to la cannabis per uso ricreativo, unen-dosi così a solo una manciata di nazionidove il consumo della marijuana non èdel tutto proibito. Mentre non sono infattipochi i Paesi che hanno depenalizzatol’uso e il possesso della marijuana, ri-nunciando a pene detentive nei confrontidei consumatori, rimangono scarse le le-gislazioni che hanno fornito un quadrolegale per la sua coltivazione e consumo.In Uruguay sono possibili tre modalità diaccesso: cultura domestica per consumopersonale, iscrizione in un club o acqui-sto in farmacia. L’acquisto è limitato a 40grammi mensili per utente e il governo haselezionato due società private, respon-

sabili della produzione e della distribu-zione. Diversi altri paesi dell’America La-tina hanno legalizzato solo l’uso tera-peutico: il Cile alla fine del 2015, la Co-lombia nel 2016 e l’Argentina, il Messicoe il Perù nel 2017. Il Canada, dove l’uso te-rapeutico è stato autorizzato nel 2001, èdunque il primo Paese del G7 a compie-re il passo radicale della legalizzazionecompleta, una promessa elettorale delprimo ministro Justin Trudeau. Ogni fa-miglia canadese potrà crescere fino aquattro piante in casa e una persona po-trà portarne fino a 30 grammi in pubbli-co. Spetta alle province organizzare lavendita nei negozi autorizzati pubblici oprivati. Negli Usa, la legge federale vietala coltivazione, la vendita e l’uso di ma-rijuana. Il consumo ricreativo è tuttaviagià permesso in otto Stati e nella capita-le federale Washington. L’ultimo, la Ca-lifornia, è il più grande mercato legale al

mondo. Inoltre, 29 Stati consentono l’u-so medico.Nei Paesi Bassi, il possesso, il consumoe la vendita al dettaglio di meno di 5grammi di cannabis nei caffè è tolleratodal 1976. Dal 2012, tuttavia, una leggecontroversa, applicata in tre provincemeridionali (Limburgo, Brabante set-tentrionale e Zelanda), vieta le vendite anon residenti e turisti. La capitale, L’Aia,ad aprile ha vietato la cannabis nel cen-tro della città. In Spagna, la legge tollerail consumo di cannabis e la coltivazionein ambienti privati, senza scopo di lucroe solo per adulti. I club dei consumato-ri sono stati autorizzati in Catalogna ametà 2017. Nella Repubblica Ceca, lepersone che possiedono fino a 15 gram-mi di marijuana o che coltivano in casafino a cinque piante rischiano solo di es-sere multati. Il Portogallo ha depenaliz-zato nel 2001 il consumo e il possesso di

tutte le droghe, che tuttavia rimangonovietate. E il Paese si sta preparando a le-galizzare l’uso terapeutico dei derivatidella cannabis. In Georgia, la Corte co-stituzionale a luglio ha abolito le multeper consumo personale. Diversi altriPaesi europei, come l’Italia, hanno lega-lizzato l’uso medico della marijuana:Germania, l’Austria, Gran Bretagna, Fin-landia, Grecia, Romania, Slovenia, Croa-zia, Polonia e Macedonia. In Francia, duemedicinali derivati dalla cannabis, Ma-rinol ed Epidiolex, hanno un’autorizza-zione temporanea per l’uso. Nel 2016, leNazioni Unite hanno invitato gli Stati a«rivedere le loro politiche e pratiche» dicannabis, dopo decenni di repressione.Un mese fa, la più alta corte del Sudafri-ca ha dichiarato incostituzionale unalegge che proibiva l’uso domestico dimarijuana da parte degli adulti.

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Nella speranza dell’aperturadi altri mercati, in Borsa lequotazioni delle aziende delsettore sono aumentate del1000% in un anno. Trai protagonisti del settore,il miliardario attivista Thiel

Il produttore della birraCorona ci ha appenapuntato 4 miliardi: c’èdietro l’idea di una societàdove fumare droga sarànormale come bersiuna pinta in compagnia

+676%L’AUMENTO DELVALORE DELTITOLO TILRAY DALDEBUTTO AD OGGI

150 miliardiL’ATTUALE VALOREDEL MERCATOMONDIALE DELLACANNABIS

40 miliardiIL VALORE DI BORSADELLE PRIME 5SOCIETÀ CANADESIDEL SETTORE

Dopo l’Uruguay, legalizzazione anche in Canada

7Domenica14 Ottobre 2018 P R I M O P I A N O

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