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Direore responsabile: Ennio Triggiani. Responsabile di redazione: M. Irene Paolino Registrazione n. 1373 del 18.06.1998 Tribunale di Bari n. 9 - Seembre 2014 SOMMARIO STRUMENTO UE PER LE PMI PRESENTATO LO STUDIO DI IMPATTO SU ERASMUS LAVORO FORZATO: NUOVO PROTOCOLLO DELL’OIL SOSTITUTI NATURALI PER INGREDIENTI SINTETICI “LE NOSTRE STRADE, LA NOSTRA SCELTA” RIFORME NAZIONALI PER LA RICERCA NELL’UE APPROVATA LA CARTA PER GLI AIUTI DI STATO A FINALITÀ REGIONALE STRUMENTO UE PER LE PMI L a Commissione europea ha pubbli- cato l’elenco delle 155 piccole e me- die imprese, di cui 20 italiane, quasi tue del nord, che beneficeranno per prime del nuovo strumento per le PMI. Le PMI selezionate, provenien da 21 paesi, riceveranno 50.000 euro ciascuna per finanziare studi di fabilità per i loro proge e fino a tre giorni di coaching aziendale. Inoltre, i proge seleziona, nella fase successiva, potranno ricevere fino a 2,5 milioni di euro. Alla prima fase di selezione sono state candidate 2.662 proposte provenien da diversi paesi. Dalla valutazione, faa da esper indipenden, 317 proposte sono risultate in linea con lo standard di valutazione, di cui 155, ossia il 49%, sono state ammesse al finanziamento. Le PMI selezionate hanno buone pro- babilità di passare alla seconda fase del programma, in cui potranno ricevere tra 0,5 e 2,5 milioni di euro per finanziare avità di innovazione: dimostrazioni, proge pilota, sperimentazioni, amplia- mento di scala e miniaturizzazioni sulla base di un piano aziendale. Nel 2014 è previsto il finanziamento di circa 645 proge e 670 nel 2015. Il bando è sempre aperto e le prossime scadenze per la valutazione sono il 17 di- cembre 2014 per la fase 1 e il 9 oobre e il 17 dicembre 2014 per la fase 2. Questo strumento, varato nell’ambito del nuovo programma europeo Orizzon- te 2020, al quale possono partecipare le PMI degli Sta membri dell’UE o dei paesi associa, consenrà di finanziare proge dal forte contenuto innovavo, che offrono solide opportunità com- merciali e sviluppano idee in grado di posizionare le imprese sui merca. Con una copertura di circa 3 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, lo strumento permee di sovvenzionare studi di fabilità per interven di inno- vazione aziendale nella fase 1 e proge dimostravi nella fase 2. Le idee pronte a entrare nella fase di invesmento dispor- ranno inoltre di servizi di consulenza per sviluppare l’avità aziendale e di altri servizi di sostegno nella fase 3. La proce- dura di presentazione della domanda è semplice, ma solo i proge migliori po- tranno accedere ai finanziamen. Inoltre, la Commissione europea e il gruppo della Banca europea per gli in- vesmen hanno unito le forze per in- coraggiare le banche e altri intermediari finanziari a erogare pres o a fornire capitale proprio alle imprese a forte in- tensità innovava tramite i prodo In- novFin – EU Finance for Innovators. Le imprese possono peraltro accedere a fi- nanziamen nell’ambito del programma specifico dell’UE per la compevità del- le imprese e delle PMI - COSME. (Fonte: UE) Elenco e mappa dei beneficiari dello stru- mento per le PMI: hp://ec.europa.eu/ research/participants/portal/doc/call/ h2020/h2020-smeinst-1-2014/1625109- sme-instrument-beneficiaries-stage-1-ju- ne2014-public_en.pdf I temi ammissibili indica nel program- ma di lavoro di Orizzonte 2020 sull’“In- novazione nelle PMI” sono disponibili al link: http://ec.europa.eu/research/partici - pants/portal/desktop/en/opportunies/ h2020/ſtags/sme_instrument.html#c,to- pics=flags/s/SME/1/1&+callIdentifier/ desc Con una dotazione finanziaria di 80 miliardi di euro sui see anni, Orizzonte 2020 è il più grande programma di ricerca e innovazione mai promosso dall’UE, con finanziamen senza preceden per le PMI. Si prevede che almeno il 20%, ossia circa 9 miliardi di EUR, delle risorse dei pilastri “leadership industriale” e “sfide della società” di Orizzonte sarà erogato direamente alle PMI soo forma di sovvenzioni per la ricerca e per aiutare le piccole imprese innovave a commercializzare i proge di punta.

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Direttore responsabile: Ennio Triggiani. Responsabile di redazione: M. Irene PaolinoRegistrazione n. 1373 del 18.06.1998 Tribunale di Bari n. 9 - Settembre 2014

SOMMARIOSTRUMENTO UE PER LE PMI

PRESENTATO LO STUDIO DI IMPATTO SU ERASMUS

LAVORO FORZATO: NUOVO PROTOCOLLO DELL’OIL

SOSTITUTI NATURALI PER INGREDIENTI SINTETICI

“LE NOSTRE STRADE, LA NOSTRA SCELTA”

RIFORME NAZIONALI PER LA RICERCA NELL’UE

APPROVATA LA CARTA PER GLI AIUTI DI STATO A FINALITÀ REGIONALE

STRUMENTO UE PER LE PMI

La Commissione europea ha pubbli-cato l’elenco delle 155 piccole e me-die imprese, di cui 20 italiane, quasi

tutte del nord, che beneficeranno per prime del nuovo strumento per le PMI. Le PMI selezionate, provenienti da 21 paesi, riceveranno 50.000 euro ciascuna per finanziare studi di fattibilità per i loro progetti e fino a tre giorni di coaching aziendale. Inoltre, i progetti selezionati, nella fase successiva, potranno ricevere fino a 2,5 milioni di euro.Alla prima fase di selezione sono state candidate 2.662 proposte provenienti da diversi paesi. Dalla valutazione, fatta da esperti indipendenti, 317 proposte sono risultate in linea con lo standard di valutazione, di cui 155, ossia il 49%, sono state ammesse al finanziamento.Le PMI selezionate hanno buone pro-babilità di passare alla seconda fase del programma, in cui potranno ricevere tra 0,5 e 2,5 milioni di euro per finanziare attività di innovazione: dimostrazioni, progetti pilota, sperimentazioni, amplia-mento di scala e miniaturizzazioni sulla base di un piano aziendale.Nel 2014 è previsto il finanziamento di circa 645 progetti e 670 nel 2015. Il bando è sempre aperto e le prossime scadenze per la valutazione sono il 17 di-cembre 2014 per la fase 1 e il 9 ottobre e il 17 dicembre 2014 per la fase 2.Questo strumento, varato nell’ambito del nuovo programma europeo Orizzon-te 2020, al quale possono partecipare le PMI degli Stati membri dell’UE o dei paesi associati, consentirà di finanziare progetti dal forte contenuto innovativo, che offrono solide opportunità com-

merciali e sviluppano idee in grado di posizionare le imprese sui mercati.

Con una copertura di circa 3

miliardi di euro per il periodo 2014-2020, lo strumento permette di sovvenzionare studi di fattibilità per interventi di inno-vazione aziendale nella fase 1 e progetti dimostrativi nella fase 2. Le idee pronte a entrare nella fase di investimento dispor-ranno inoltre di servizi di consulenza per sviluppare l’attività aziendale e di altri servizi di sostegno nella fase 3. La proce-dura di presentazione della domanda è semplice, ma solo i progetti migliori po-tranno accedere ai finanziamenti. Inoltre, la Commissione europea e il gruppo della Banca europea per gli in-vestimenti hanno unito le forze per in-coraggiare le banche e altri intermediari finanziari a erogare prestiti o a fornire capitale proprio alle imprese a forte in-tensità innovativa tramite i prodotti In-novFin – EU Finance for Innovators. Le imprese possono peraltro accedere a fi-nanziamenti nell’ambito del programma specifico dell’UE per la competitività del-le imprese e delle PMI - COSME. (Fonte: UE)

Elenco e mappa dei beneficiari dello stru-mento per le PMI: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/doc/call/h2020/h2020-smeinst-1-2014/1625109-sme-instrument-beneficiaries-stage-1-ju-ne2014-public_en.pdf I temi ammissibili indicati nel program-ma di lavoro di Orizzonte 2020 sull’“In-novazione nelle PMI” sono disponibili al link: http://ec.europa.eu/research/partici-pants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/ftags/sme_instrument.html#c,to-pics=flags/s/SME/1/1&+callIdentifier/desc

Con una dotazione finanziaria di 80 miliardi di euro sui sette anni, Orizzonte 2020 è il più grande programma di ricerca e innovazione mai promosso dall’UE, con finanziamenti senza precedenti per le PMI. Si prevede che almeno il 20%, ossia circa 9 miliardi di EUR, delle risorse dei pilastri “leadership industriale” e “sfide della società” di Orizzonte sarà erogato direttamente alle PMI sotto forma di sovvenzioni per la ricerca e per aiutare le piccole imprese innovative a commercializzare i progetti di punta.

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È stato realizzato da esperti indipendenti il più ampio studio di impatto mai condotto su questa tematica, con quasi 80.000 partecipanti, tra cui

studenti e imprese.Dallo studio emerge che il 92% dei datori di lavoro ricerca nei candidati tratti della personalità quali la tolleranza, la fiducia in se stessi, le abilità di problem solving, la curiosità, la consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, e la risolutezza, che sono potenziati dal programma Erasmus. I test effettuati prima e dopo il periodo all’estero, infatti, rivelano che gli studenti Erasmus mostrano valori più alti in questi tratti della personalità anche prima che lo scambio abbia inizio; al loro ritorno la differenza per questi valori aumenta in media del 42% rispetto agli altri studenti. Inoltre, i giovani che studiano o si formano all’estero non acquisiscono soltanto conoscenze in discipline specifiche, ma consolidano anche le competenze trasversali fondamentali, molto apprezzate dai datori di lavoro. Si nota anche che tra i laureati con esperienza internazionale, l’incidenza della disoccupazione di lunga durata è dimezzata rispetto a chi non ha studiato né si è formato all’estero e, a cinque anni dalla laurea, il loro tasso di disoccupazione è più basso del 23%. I tirocinanti Erasmus hanno anche più attitudini imprenditoriali rispetto a chi è rimasto a casa: uno su dieci avvia una propria azienda e più di tre su quattro prevedono, o non escludono, di farlo. Anche gli avanzamenti di carriera dovrebbero essere più veloci, considerato che il 64% dei datori di lavoro attribuisce maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale.Gli studenti che beneficiano dei finanziamenti Erasmus possono scegliere di studiare o di svolgere un tirocinio all’estero. La relazione rivela che a più di un tirocinante Erasmus su tre viene offerto un posto nell’azienda dove si è svolto il tirocinio. Erasmus, in realtà, non si limita solo a migliorare le prospettive professionali, ma allarga anche gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni. Il 40% di essi cambia il paese di residenza o di lavoro almeno una volta dopo la laurea, quasi il doppio di quelli che non hanno fatto un’esperienza di mobilità durante gli studi.

Il 93% degli studenti Erasmus vivrebbe all’estero nel futuro, per chi è rimasto nello stesso paese

durante gli studi questa percentuale scende al 73%.Per questo, nella sua strategia per la modernizzazione dell’istruzione superiore la Commissione ha sottolineato la necessità di incrementare le opportunità di acquisire competenze mediante la mobilità degli studenti per studio e formazione all’estero, con l’obiettivo di raggiungere almeno il 20% degli studenti entro la fine del decennio. Attualmente circa il 10% gli studenti dell’UE studia o si forma all’estero con fondi pubblici o mezzi propri, e secondo gli ultimi dati Eurostat disponibili per il 2011-2012 solo il 5% circa beneficia di una borsa Erasmus.Lo studio di impatto che combina ricerca qualitativa e quantitativa ha riguardato 34 paesi, Stati membri dell’UE, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Turchia, e ha analizzato le risposte di oltre 75.000 studenti ed ex studenti, 55.000 dei quali hanno studiato o si sono formati all’estero. Hanno, inoltre, partecipato alle indagini online 5.000 membri del personale, 1.000 istituzioni di istruzione superiore e 650 datori di lavoro. Lo studio qualitativo si è concentrato su otto paesi, diversi come grandezza e ubicazione: Bulgaria, Repubblica ceca, Finlandia, Germania, Lituania, Portogallo, Spagna e Regno Unito, attraverso visite in loco, interviste, focus group e seminari istituzionali. (Fonte: UE)

Per leggere lo studio di impatto:http://ec.europa.eu/education/library/study/2014/erasmus-impact_en.pdf Per leggere il documento della strategia per la modernizzazione dell’istruzione superiore:http://ec.europa.eu/education/library/study/2014/erasmus-impact_en.pdf

PRESENTATO LO STUDIO DI IMPATTO SU ERASMUS

Erasmus+, il nuovo programma per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, è partito nel gennaio 2014 con un bilancio totale di circa 15 miliardi di euro per i prossimi sette anni: il 40% in più rispetto al programma precedente. Nel periodo 2014-2020 il nuovo Erasmus darà l’opportunità di andare all’estero a 4 milioni di persone, tra cui 2 milioni di studenti e 300.000 docenti dell’istruzione superiore. Inoltre, sovvenzionerà 135.000 scambi di studenti e personale con paesi partner non europei e offrirà

un maggiore sostegno linguistico, regole più flessibili e un sostegno supplementare per le persone con esigenze speciali, provenienti da ambienti svantaggiati o da zone isolate.

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Per promuovere i diritti umani e il lavoro dignitoso ed eradicare la tratta degli esseri umani, sia a livello interno che

nelle relazioni esterne, la Commissione europea ha avanzato una proposta, al Consiglio dei ministri dell’UE, per autorizzare gli Stati membri dell’UE a ratificare il nuovo Protocollo della Convenzione sul lavoro forzato dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che è stato adottato assieme ad una raccomandazione integrativa. Tutti gli Stati membri dell’UE hanno ratificato le norme fondamentali in materia di lavoro, compresa la Convenzione sul lavoro forzato dell’OIL, considerato che le disposizioni del nuovo Protocollo di tale Convenzione rispecchiano i principi previsti nella legislazione e nelle politiche dell’UE. Ma affinché gli Stati membri ratifichino il Protocollo è necessaria un’autorizzazione da parte del Consiglio dal momento che parti di esso rientrano nella competenza dell’UE.

I paesi che hanno ratificato il Protocollo si impegnano a prevenire il ricorso al lavoro forzato, in particolare nel contesto della tratta degli esseri umani, a migliorare la protezione delle vittime e a fornire l’accesso al risarcimento ed intensificare la cooperazione internazionale nella lotta contro il lavoro

forzato od obbligatorio. Inoltre, sono tenuti ad elaborare una politica nazionale e un piano d’azione per l’eliminazione del lavoro forzato, in consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, adottando misure per prevenire il lavoro forzato, informando le persone vulnerabili, proteggendole da eventuali pratiche di assunzione fraudolente, fornendo l’accesso ai mezzi di ricorso a tutte le vittime, compreso il risarcimento, e garantendo che le autorità competenti abbiano la facoltà di non procedere legalmente contro di loro accusandole di attività illegali che sono state costrette a commettere. Secondo le stime dell’OIL, sono oltre 21 milioni le vittime del lavoro forzato od obbligatorio, che ogni anno genera 150 miliardi di USD di profitti illegali. (Fonte: UE)

Sito web DG Occupazione: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=89&langId=it

Sito web OIL sul lavoro forzato: http://www.ilo.org/global/topics/forced-labour/lang--en/index.htm

Per leggere il Protocollo della Convenzione sul lavoro forzato: http://www.ilo.org/dyn/normlex/en/f?p=NORMLEXPUB:12100:0::-NO::P12100_ILO_CODE:C029

LAVORO FORZATO: NUOVO PROTOCOLLO DELL’OIL

Nell’ambito del Settimo programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e lo sviluppo tecnologico 2007-2013, è stato finanziato con 2,9 milioni di euro il progetto AGROCOS, che sta esplorando il mondo vegetale alla ricerca di sostituti naturali per gli ingredienti sintetici

attualmente utilizzati nei cosmetici e nei prodotti chimici per l’agricoltura come insetticidi, fungicidi ed erbicidi con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei consumatori e dell’industria. La ricerca di AGROCOS, che rientra nella strategia dell’UE verso una società basata sulle risorse biologiche rinnovabili e sostenibili, si basa sulla “bioprospezione”, una tecnica di analisi delle specie per la ricerca di composti utili. Attraverso il progetto si stanno vagliando le molecole vegetali per identificare quelle che hanno proprietà adatte a cosmetici o pesticidi.

Attraverso l’analisi delle molecole esistenti in natura, AGROCOS vuole scoprire una nuova generazione di ingredienti naturali e spianare così la strada a prodotti innovativi che tengano

conto delle preoccupazioni dei consumatori riguardo all’impatto degli ingredienti

SOSTITUTI NATURALI PER INGREDIENTI SINTETICI

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sintetici sulla salute e sull’ambiente. AGROCOS ha inoltre creato un repertorio di 3.600 estratti bioattivi ottenuti da circa 1.800 specie vegetali. Questi dati saranno pubblicati in modo che altri ricercatori e imprese commerciali possano consultarli per ricercare molecole utili per l’industria.

Finora i ricercatori hanno individuato 30 molecole promettenti che sono ora testate dai partner commerciali del consorzio: Korres, una società greca di cosmetici naturali, e la società tedesca BASF, uno dei maggiori fabbricanti di prodotti chimici a livello mondiale, e BRUKER Biospin, con sede in Germania.

Attualmente Korres sta testando cinque molecole con proprietà antiossidanti in combinazione con un filtro protettivo per raggi ultravioletti e altri composti per prevenire l’iperpigmentazione, comunemente nota come macchie cutanee e ha prodotto composti

ed estratti standardizzati su scala pilota, prevedendo di lanciare una nuova linea di prodotti nei prossimi due anni. La BASF, invece, sta sperimentando composti con proprietà insetticide, fungicide ed erbicide. La crescente domanda di alimenti biologici ha creato una pressante necessità di pesticidi naturali che possano essere utilizzati su colture certificate come “biologiche”. Di norma, i sostituti naturali dei pesticidi sono inoltre meno tossici per l’uomo, il suolo e l’ambiente. In genere essi colpiscono solo i parassiti bersaglio e i relativi organismi, senza mettere a rischio altri animali e tendono a essere biodegradabili. La BRUKER Biospin sta studiando come commercializzare uno strumento messo a punto nel corso del progetto per l’identificazione di composti naturali noti in estratti vegetali. (Fonte: UE)

Per ulteriori informazioni su AGROCOS: http://www.agrocos.eu

Il 1° gennaio 2014 l’Unione europea ha avviato il nuovo programma per la ricerca e l’innovazione, Orizzon-te 2020, che nei prossimi sette anni investirà quasi 80 miliardi di euro in progetti di ricerca e innovazione per sostenere la competitività economica dell’Europa e ampliare le frontiere del sapere umano. In parti-colare, il bilancio dell’UE per la ricerca è incentrato sul miglioramento della vita quotidiana in settori come la sanità, l’ambiente, i trasporti, l’alimentazione e l’energia e dedicherà ancora maggiore attenzione alla trasformazione di idee eccellenti in prodotti, processi e servizi commercializzabili. Inoltre, i partenariati di ricerca con le industrie farmaceutica, aerospaziale, automobilistica ed elettronica incoraggiano a loro volta gli investimenti del settore privato a favore della crescita futura e della creazione di posti di lavoro altamente qualificati.

Oltre 2.000 città europee di 43 paesi parteciperanno alla 13a edizione della Settimana europea della mobilità, una

campagna europea annuale, coordinata da un consorzio sostenuto dalla Commissione europea e incentrata sul tema degli sposta-menti urbani sostenibili. Attivisti nazionali e locali stanno organizzando vari eventi. L’obiet-tivo della Settimana europea della mobilità di quest’anno, dallo slogan “Le nostre strade,

la nostra scelta”, è quello di incoraggiare i cittadini a “recuperare” spazi urbani

per creare la città in cui vogliono vivere. Du-rante la Settimana europea della mobilità, i cittadini di oltre 2000 città potranno parte-cipare a sfide di pendolarismo sostenibile, campagne di telelavoro, flashmob, “giorna-te senza auto”, concorsi di creatività, festival e molte altre attività. (Fonte: UE)

Per ulteriori informazioni:

http://www.mobilityweek.eu/cities?ye-ar=2014

“LE NOSTRE STRADE, LA NOSTRA SCELTA”

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Secondo l’ultima relazione sui progressi compiuti nell’attuazione del SER, presentata dalla Commis-sione europea, sono stati realizzati concreti pas-

si avanti per la creazione di uno spazio europeo della ricerca grazie al partenariato stretto intorno a questo tema dagli Stati membri, dalle parti interessate e dalla Commissione. Inoltre, esistono già a livello europeo le condizioni per realizzare uno Spazio europeo del-la ricerca (SER), dove possano circolare liberamente i ricercatori e le conoscenze scientifiche, ma per farlo funzionare ora occorre attuare le riforme necessarie a livello degli Stati membri. È questa la principale conclusione della relazione sul SER che aggiorna l’analisi presentata l’anno scorso, offrendo una panoramica della situazione nei singoli paesi, soprattutto a livello di organizzazioni di ricerca. Lo Spazio europeo della ricerca è volto a garantire a ricercatori, istituti di ricerca e imprese una maggiore mobilità, competenza e cooperazione a livello tran-sfrontaliero per rafforzare i sistemi di ricerca degli Stati membri, renderli più competitivi e rafforzare la colla-borazione per affrontare le grandi sfide della società.Nelle conclusioni del Consiglio europeo del febbraio 2011 e del marzo 2012, i leader europei hanno sotto-lineato ripetutamente l’importanza del completamen-to dello Spazio europeo della ricerca entro il 2014. Il SER ha già mostrato i suoi vantaggi per gli Stati mem-bri e per gli enti di ricerca. Nella relazione si constata, fra l’altro:• che i sistemi di ricerca aperti e attrattivi sono più innovativi;• che gli istituti di ricerca che attuano il SER produco-no un numero più alto di pubblicazioni e di domande di brevetto per ricercatore, generando maggiori cono-scenze;• che i ricercatori che si sono spostati da un paese all’altro esercitano un impatto sulla ricerca superiore quasi del 20% a quello degli altri ricercatori.Questa posizione ha indotto la Commissione a propor-re “Un partenariato rafforzato per lo Spazio europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e della crescita”, indicando le azioni che dovrebbero intraprendere gli Stati membri, le parti interessate e la Commissione stessa per realizzare il SER. Le cinque priorità in base alle quali devono essere valutati i progressi compiu-ti sono: l’efficacia dei sistemi di ricerca nazionali; la cooperazione transnazionale; un mercato del lavoro

aperto per i ricercatori; parità di genere e integra-zione della dimensione di genere nella ricerca;

diffusione e trasferimento ottimali delle conoscenze scientifiche.Tra le iniziative annunciate nella comunicazione le se-guenti sono state concretamente realizzate:• gli Stati membri adottano sempre più spesso misure a sostegno del SER e ne tengono conto nei programmi nazionali di riforma;• l’Unione ha integrato le riforme del SER nel semestre europeo; fornisce finanziamenti a favore delle misure del SER, promuove procedure di assunzione aperte, il libero accesso alle pubblicazioni e ai dati e la parità di genere nell’ambito del programma Orizzonte 2020;• viene dato un sostegno per il programma del SER da parte delle organizzazioni di ricerca, finanziatori e istituti di ricerca;• il meccanismo di monitoraggio del SER fornisce dati sempre più utili per valutare i risultati conseguiti dagli Stati membri e dagli istituti di ricerca.L’analisi conferma che le condizioni per il completa-mento del SER indicate dalla Commissione nel 2012 sono state raggiunte, ma permangono differenze tra i vari Stati e i vari enti. Ad esempio, in tutti gli Stati membri i finanziamenti vengono accordati sulla base di progetti concorrenziali, ma in misura diversa tra uno Stato membro e l’altro. Inoltre, anche se più della metà degli Stati membri attuano iniziative a sostegno della parità di genere nel settore della ricerca, il ritmo del cambiamento è troppo lento. In realtà, sebbene non esista un percorso unico per re-alizzare il SER, questo risultato viene raggiunto più ef-ficacemente laddove esistono misure a suo sostegno a livello nazionale, per cui gli Stati membri devono pre-sentare entro la metà del 2015 “tabelle di marcia” che delineino i loro prossimi passi verso l’attuazione del SER. Nel marzo del 2015 la Commissione, le organiz-zazioni interessate nel settore della ricerca e gli Stati membri si incontreranno a Bruxelles per fare il punto sulla situazione. Inoltre, la Commissione lancerà un di-battito con gli Stati membri in merito al migliore livel-lo di coordinamento e armonizzazione delle strategie di ricerca nazionali nonché alla messa in comune dei fondi destinati ad affrontare le problematiche della società allo scopo di aumentare l’impatto a livello di UE. (Fonte: UE)Per ulteriori informazioni sulla Relazione sui progres-si compiuti nell’attuazione del SER nel 2014: http://ec.europa.eu/research/era/eraprogress_en.htm

RIFORME NAZIONALI PER LA RICERCA NELL’UE

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La Commissione europea ha approvato la carta che definisce le zone ammissibili agli aiuti di Stato a finalità regionale tra il luglio 2014 e il dicembre

2020, presentata dall›Italia conformemente agli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale, adottati nel giugno 2013, che stabiliscono le condizioni alle quali gli Stati membri possono concedere aiuti di Stato alle imprese a fini di sviluppo regionale. La nuova carta, che si applica nel periodo compreso tra il 1º luglio 2014 e il 31 dicembre 2020, promuove la politica di coesione dell›UE e consente alle autorità di utilizzare misure di aiuto per promuovere gli investimenti, rilanciare la crescita economica nelle zone meno sviluppate e favorire la crescita e la coesione nel mercato unico.La carta, cioè, definisce le zone che possono beneficiare di aiuti a finalità regionale agli investimenti e fissa i livelli massimi di aiuto, le cosiddette «intensità di aiuto» per le imprese nelle regioni ammissibili. Le zone designate rappresentano una popolazione totale di 20,6 milioni, ovvero il 34,07% della popolazione italiana. I livelli massimi di aiuto che possono essere concessi a progetti d›investimento realizzati da grandi imprese nelle zone assistite sono compresi fra il 10% e il 25% dei costi di investimento complessivi, a seconda della zona interessata. Tali intensità possono essere maggiorate di 10 punti percentuali per le imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per le piccole imprese. L›articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell›Unione europea consente agli Stati membri di concedere aiuti di Stato destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione. Secondo la definizione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale, si tratta di regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE. In base alla nuova carta dell›Italia, rientrano in questa categoria cinque regioni - Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia - le quali continueranno a essere ammissibili agli aiuti a finalità regionale agli investimenti a un›intensità massima di aiuto del 25% per le grandi imprese.

Ai sensi dell›articolo 107 del TFUE, possono

essere ammissibili anche altre regioni svantaggiate rispetto alla media UE o nazionale, con un PIL pro capite superiore al 75% della media UE, a condizione che rispettino determinati criteri e un massimale di copertura complessiva in termini di popolazione. Ciò consente agli Stati membri di risolvere le proprie disparità regionali. Trattandosi di regioni meno svantaggiate di quelle con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell›UE, sia la portata geografica che l›intensità degli aiuti saranno più limitate. All›interno di questa categoria, 25 zone comprendenti il 5,03% della popolazione italiana sono ammissibili agli aiuti a finalità regionale agli investimenti, a un›intensità massima di aiuto del 10% per le grandi imprese.La carta italiana degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2014-2020 non è molto diversa da quella del periodo precedente. La copertura totale in termini di popolazione è quasi identica, il 34,07% della popolazione totale del territorio italiano rispetto al 34,1% nel periodo precedente, le regioni che vi rientrano sono le stesse, ma l›intensità massima di aiuto per gli investimenti delle grandi imprese è scesa dal 30% al 25%, in linea con le disposizioni dei nuovi orientamenti. La copertura in termini di popolazione delle zone ammissibili in base all›articolo 107 del TFUE è leggermente aumentata: sono 3.042.000 gli abitanti nella nuova carta rispetto ai 2.280.000 in quella precedente, mentre in alcune di queste zone l›intensità massima di aiuto è diminuita dal 15% al 10%, in linea con l›obiettivo degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale di sostenere le regioni europee più svantaggiate.La versione non riservata della decisione sarà consultabile nel Registro degli aiuti di Stato, sul sito internet della DG Concorrenza. Le decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su internet e nella Gazzetta ufficiale figurano su State Aid Weekly e-News, il bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato. (Fonte: UE)

DG Concorrenza: http://ec.europa.eu/competition/index_en.htmlRegistro degli aiuti di Stato: http://ec.europa.eu/competition/state_aid/register

APPROVATA LA CARTA DEGLI AIUTI DI STATOA FINALITÀ REGIONALE