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Sede Legale ed Amministrativa Via dell’Arrigoni, 120 - 47522 Cesena (FC) Tel. 0547.313514 - Fax 0547.317246 E-mail: [email protected] - www.crpv.it N.81 Novembre 2010 LA ZONAZIONE VITICOLA DEI COLLI DI RIMINI N. 81 - Novembre 2010 La zonazione viticola dei Colli di Rimini Periodico bimestrale edito dal C.R.P.V. soc. coop. - via dell’Arrigoni, 120 - 47522 Cesena (FC) - tel. 0547.313511 - “Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Forlì” - Autorizzazione Trib. di Forlì n. 586 del 4/06/1981 - Dir. responsabile: dr. Alvaro Crociani - Prezzo di copertina e 10 Con il supporto scientifico di: Con il contributo di:

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Sede Legale ed AmministrativaVia dellArrigoni, 120 - 47522 Cesena (FC)

Tel. 0547.313514 - Fax 0547.317246E-mail: [email protected] - www.crpv.it

N.81Novembre 2010

LA ZONAZIONE VITICOLADEI COLLI DI RIMINI

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Con il contributo di:

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Stampa: Litografia Gegraf - Bertinoro (FC)

Amministrazioni ProvincialiFerrara - Forl/Cesena - Modena - Parma - Piacenza - Ravenna - Rimini

BASE SOCIALE

CRPV

A.P.P.E. (Associazione Produttori Patate Emiliano Romagnoli) - Bologna A.R.S. (Associazione Romagnola Sementi) - Cesena (FC) A.S.I.P.O. (Associazione Interprovinciale Produttori Ortofrutticoli) - ParmaAPO CONERPO - Bologna APO SCALIGERA - S. Maria di Zevio (VR)APOFRUIT ITALIA - Cesena (FC) ASSO.PA (Associazione interprovinciale produttori di Patate) - Bologna C.A.C. (Cooperativa Agricola Cesenate) - Cesena (FC) C.I.C.O. (Consorzio Italiano Cooperative Ortofrutticole) - FerraraC.I.O. (Consorzio Interregionale Ortofrutticoli) - Parma CANTINE RIUNITE & C.I.V. - Campegine (RE) CAVIRO - Faenza (RA) CEREALI EMILIA-ROMAGNA - Bologna GRANDI COLTURE ITALIANE - FerraraCONASE (Consorzio Nazionale Sementi) - Conselice (RA)Consorzio AGRIBOLOGNA - BolognaGruppo CEVICO - Lugo (RA) O.P. PEMPACORER - Bagnacavallo (RA) O.P. GRANFRUTTA ZANI - Ravenna OROGEL FRESCO - Cesena (FC) PROGEO - Masone (RE)

AGRI 2000 - Bologna AGRIFUTURO - Forl AGRINTESA - Faenza (RA)AGRI.LAB TRADE - Cesena (FC) AGROBIOLAB - Rutigliano (BA) ASSOSEMENTI - Associazione Italiana Sementi - Bologna ALIMOS - Cesena (FC)A.R.P.O. (Associazione Regionale Produttori Olivicoli) - Rimini ASSOCIAZIONE AGRICOLTORI PROVINCIA DI MODENAAZIENDA AGRARIA SPERIMENTALE M. MARANI - Ravenna AZIENDA SPERIMENTALE VITTORIO TADINI - Gariga di Podenzano (PC)AZIENDA AGRARIA SPERIMENTALE STUARD - Parma BETA - Societ italiana per la ricerca e la sperimentazione in bieticoltura - Malborghetto di Boara (FE)C.A.V. (Centro Attivit Vivaistiche) - Faenza (RA) C.C.I.A.A. (Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura) - ModenaC.E.R. (Consorzio di bonifica di 2 grado per il Canale Emiliano Romagnolo) - Bologna

C.E.S.A.C - Modena

CIFO - Bologna

CLAI - Imola (BO)

COLDIRETTI - Bologna

COLDIRETTI - Modena

COMUNE DI IMOLA - (BO)

COMUNE DI CASALFIUMANESE - (BO)

COMUNE DI VIGNOLA - (MO)

COMUNIT MONTANA APPENNINO MODENA-EST - Zocca (MO)

COMUNIT MONTANA DEL FRIGNANO - Pavullo nel Frignano (MO)

CONFAGRICOLTURA EMILIA-ROMAGNA - Bologna

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI REGIONALE - Bologna

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI - Imola (BO)

CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI PROVINCIALE - Modena

CONSORZIO AGRARIO DI BOLOGNA E MODENA - Bologna

CONSORZIO AGRARIO DI RAVENNA - Ravenna

CONSORZIO DELLA CILIEGIA DELLA SUSINA E DELLA FRUTTA TIPICA DI VIGNOLA - Vignola (MO)

CONSORZIO PER LA TUTELA DEI VINI REGGIANO E COLLI DI SCANDIANO E DI CANOSSA - Reggio Emilia

CONSORZIO AGRARIO DI PARMA - Parma

COOPERATIVA LAVORATORI DELLA TERRA - Medicina (BO)

CO.PRO.B. (Cooperativa Produttori Bieticoli) - Minerbio (BO)

C.R.S.A. Basile Caramia - Locorotondo (BA)

C.T.I. - Cooperativa Trasporti Imola - Bologna

HABITAT - Conselice (RA)

ILSA - Arzignano (VI)

ITALPATATE Unione Italiana Associazioni Produttori Patate - Roma

I.TER. - Bologna

NEW PLANT- Forl

NUOVO CIRCONDARIO IMOLESE - Imola (BO)

ORTOLANI COFRI - Imola (BO)

PATFRUT - Budrio (BO)

PROBER - Bologna

PROMOSAGRI - Ravenna

SAGIM SERVIZI - Sperlonga (LT)

SORGEVA - Argenta (FE)

S.I.S. (Societ Italiana Sementi) - Bologna

TERRE NALDI - Faenza (RA)

TERREMERSE - Bagnacavallo /RA)

TUTELA AMBIENTALE - Ostellato (FE)

UNAPA - Unione Nazionale associazioni produttori di patate - Roma

UNIONE GENERALE COLTIVATORI - C.I.S.L. - Modena

3A-PTA (Parco Tecnologico Agroalimentare dellUmbria) - Todi (PG)

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Gentile Lettore,

con la pubblicazione del Notiziario tecnico il Centro Ricerche Produzioni Vegetali ha lobiettivo di fornire informazioni puntuali ed esaustive sulle pi recenti acquisizioni della Ricerca e della Sperimentazione.Il piano editoriale per il 2010, oltre al presente volume, prevede il n. 82, che sar disponibile dal mese di dicembre.Le singole copie sono acquistabili presso il CRPV tramite bollettino postale o bonifico bancario oppure in occasione delle iniziative organizzate dallo stesso Crpv.Labbonamento ha i seguenti costi: 0 10,00 in Emilia-Romagna; 0 30,00 fuori regione.Per i funzionari dei Servizi regionali e i soggetti espressione della base sociale del Crpv labbonamento gratuito.I pagamenti possono essere eseguiti utilizzando un bollettino di conto corrente postale (n. 10394476), specificando la causale del versamento e lindirizzo presso cui si desi-dera ricevere la corrispondenza.Le copie arretrate della rivista, se disponibili, potranno essere richieste al prezzo di 0 16,00 (comprensivo delle spese di spedizione postale).Il Notiziario Tecnico inoltre acquistabile direttamente sul portale Crpv: www.crpv.it nella pagina dedicata al CRPV Shop.

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AutoriUnit Operative: CRPV1 - Dott. Giovanni Nigro: attivit di coordinamento, rilievi agronomici e divulgazione

dei risultati. Universit Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza2 - Prof. Maurizio Zamboni: responsabile scientifico. ITER3 - Dott. Carla Scotti, Dott. Stefano Raimondi: elaborazione dati e realizzazione Carta

delle Terre della zonazione viticola della collina di Rimini; - Dott. Stefano Raimondi, Dott. Filippo Sarti, rilevamento pedologico e scelta dei siti

sperimentali per la zonazione viticola della collina di Rimini; - Dott. Stefano Raimondi, Dott. Paolo Rosetti, elaborazione GIS della Carta delle

Terre della zonazione viticola della collina di Rimini.

ASTRA Innovazione e sviluppo4 - P.A. Gabriele Vespignani: scelta dei siti sperimentali, rilievi agronomici, rilievi per

curve di maturazione, raccolta delle uve; - Dott. Marco Simoni, Dott. Lorena Castellari, Dott. Paolo Piscolla, P.A. Nicola

Graziani: attivit enologica: microvinificazioni, analisi dei vini e dei mosti, test di degustazione, analisi sensoriali.

ARPA5 - Dott. Lucio Botarelli, Dott. Gabriele Antolini: climatologia.

Testi a cura di: Prof. Maurizio Zamboni2, Dott. Carla Scotti3, Dott. Giovanni Nigro1,Dott. Stefano Raimondi3, Dott. Marco Simoni4.

Foto Archivio CRPV, Archivio I.TER, Archivio del Dott. Stefano Romani.

Si ringraziano: - il Dott. Stefano Romani del Consiglio Interprofessionale Vini D.O.C. COLLI DI

RIMINI per il prezioso contributo nellindividuazione delle aziende studio e il costante supporto tecnico;

- la Dott. Marina Guermandi e la Dott. Paola Tarocco del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna per il contributo tecnico scientifico nella realizzazione della Carta dei Suoli della zonazione viticola della collina di Rimini.

- la Cantina le Rocche Malatestiane- i funzionari della Provincia di Rimini per il loro contributo documentale- tutte le aziende che hanno consentito la rilevazione dei dati nei vigneti-studio.

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Presentazione pag. 5

Introduzione pag. 9

Aspetti metodologici pag. 19

Il clima del territorio dei Colli di Rimini pag. 27

Terre e suoli della zonazione della collina riminese pag. 33

Terre calcaree del basso Appennino riminese pag. 34

Terre dei Gessi del basso Appennino riminese pag. 38

Il Sangiovese pag. 41

Vocazionalit viticola dei Colli di Rimini per il Sangiovese pag. 47

Comportamento vegeto-produttivo e qualitativo del Cabernet Sauvignon pag. 51

Conclusioni pag. 57

Glossario dei termini pedologici pag. 59

Bibliografia pag. 63

Indice

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Comitato di redazione:Giovanni Nigro, Mario Savorelli. Pubblicazione realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagnaai sensi della L.R. 28/98 e successive modifiche.

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Presentazione

La Provincia di Rimini ha sostenuto per tre anni il Progetto Zonazione viticola della collina romagnola realizzato dal CRPV - Centro Ricerche Produzioni Vegetali, nella certezza che da tali studi e sperimentazioni potessero scaturire importanti indirizzi e suggerimenti atti a valorizzare la nostra produzione vitivinicola collinare di qualit.Dai risultati del Progetto Zonazione ci si aspettano importanti indicazioni per ottimizzare il binomio vitigno-ambiente e interessanti valutazioni tra i caratteri del suolo e le caratteristiche dei vini ottenuti nelle zone collinari viticole vocate alla coltivazione dei vitigni per la produzione di vini DOC, e in particolare delle DOC Colli di Rimini.Infatti, la vitivinicoltura riminese, analogamente ad altre zone italiane, ha avviato negli ultimi anni un processo di profondo cambiamento dellimpostazione produttiva, adattandola alle caratteristiche del territorio e puntando allottenimento di una maggiore qualit della materia prima. La provincia di Rimini indubbiamente unarea vocata per la produzione di vini di alta qualit, in particolare dei vini rossi, per le sue caratteristiche ambientali e microclimatiche di collina, per la particolare composizione dei suoli e la vicinanza al mare. Anche per i vini bianchi si pu notare un notevole salto di qualit, grazie allacquisizione delle tipologie della DOC Colli di Rimini.La vitivinicoltura rappresenta per la provincia di Rimini una filiera di rilevante importanza dal punto di vista economico-produttivo, e non va sottovalutato neppure limpatto territoriale-turistico. Dal 1982 la superficie investita a vigneto, che allora consisteva in oltre 4.400 ettari, progressivamente diminuita, riducendosi di circa il 30%, fino allinizio del 2000. In particolare, in quel periodo, furono abbattuti vigneti non DOC, situati prevalentemente in pianura, a causa della scarsa remunerazione delle uve, della bassa specializzazione delle aziende e della forte spinta urbanistica.Attualmente la viticoltura diffusa soprattutto nella fascia pedecollinare e

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collinare ed rappresentata da circa 2.300 aziende, con una Superficie Agricola Utile-SAU intorno ai 2.600 ettari, con circa 260mila quintali di uva prodotti da cui si ricavano intorno ai 200mila ettolitri di vino. Come si pu notare, le ultime campagne hanno fatto registrare una tendenza alla riduzione delle superfici, risentendo, anche questo comparto, della crisi che sta attraversando in generale leconomia e, in particolare, del calo della redditivit di queste produzioni per le aziende agricole e dei possibili incentivi comunitari allestirpazione volontaria.Grazie allapplicazione del Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti -Regg. CE del 1999 e del 2008, le aziende viticole riminesi hanno ricevuto un importante sostegno per sostituire gli impianti obsoleti, non pi idonei alle esigenze del mercato, con nuovi vigneti realizzati secondo moderni criteri volti al miglioramento qualitativo delle uve e al contenimento dei costi di produzione. Ci ha consentito, negli ultimi anni, la realizzazione di circa mille ettari di nuovi vigneti, con conseguente rinnovamento di circa il 30% della superficie viticola provinciale.Se, da un lato, diminuiscono le superfici coltivate a vigneto, dallaltro crescono gli impianti iscritti alle DOC, quindi lo standard qualitativo della nostra vitivinicoltura sta crescendo: il 60% della superficie provinciale a vigneto, (circa 1.800 ettari) idoneo alla produzione di vini DOC, DOC Romagna e DOC Colli di Rimini. Di questi, circa 800 ettari circa sono rappresentati dalla DOC Colli di Rimini. I vitigni maggiormente coltivati risultano: il Sangiovese (65% del totale), il Trebbiano (13%), il Cabernet Sauvignon (6%), il Biancame (4%), il Merlot (2%), lo Chardonnay (2%) e la Rebola (2%).Il riconoscimento della DOC Colli di Rimini avvenuto nel 1996 in 5 tipologie: Rosso, Bianco, Cabernet Sauvignon, Biancame e Rebola, ha permesso di distinguere i pregi dei nostri vini legandoli ad un ambito territoriale specifico e facilmente identificabile rispetto a un ambito romagnolo molto ampio ed eterogeneo. Le superfici iscritte della DOC Colli di Rimini, in ambito provinciale, sono progressivamente cresciute. Tale incremento pu ulteriormente svilupparsi a seguito del recente riconoscimento della tipologia di vino DOC Colli di Rimini Sangiovese, il cui iter si concluso con la pubblicazione del relativo disciplinare di produzione sulla Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13/08/2009.Lamministrazione Provinciale Riminese consapevole delle difficolt economiche che il settore vitivinicolo sta attraversando, proprio per questo si impegner anche nel futuro ,compatibilmente con le disponibilit di bilancio,

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per valorizzarne limmagine e favorire lo sviluppo del comparto. LEnte Provincia, infatti, ha sostenuto - solo per ricordare le iniziative pi recenti - la partecipazione allultima edizione del MIA - Divino Lounge di Rimini e al Vinitaly di Verona, con uno stand territoriale che ha ospitato oltre 30 cantine produttrici di vini DOC del riminese; nonch lormai tradizionale evento estivo P.assaggi di Vino ed altre iniziative divulgative realizzate in collaborazione con i Comuni dellentroterra e la Strada dei Vini e Sapori dei Colli di Rimini.In conclusione, nutriamo buone aspettative per i risultati del Progetto Zonazione: risultati che possano fornire importanti indirizzi per la nostra realt vitivinicola di qualit, affinch i vini DOC Colli di Rimini possano ulteriormente qualificarsi e con essi si possa valorizzare limportante filiera vitivinicola provinciale.

Assessore ad Attivit Produttive, Tutela faunisticae Osservatori statistici della Provincia di Rimini

Jamil Sadegholvaad

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Introduzione

La zonazione viticolaLe indagini per lo studio del territorio al fine di ripartirlo in zone omogenee relativamente ai risultati dellinterazione tra vitigni ed ambiente assumono, oggi, il nome di zonazioni.Nellantichit greca e romana i vini erano indicati con il nome della localit dorigine ma molto spesso si trattava solo di provenienza, senza una coincidenza con la zona di produzione.Le prime delimitazioni geografiche documentate delle zone di produzione, giunte sino ai nostri giorni, hanno riguardato il Tokaj (1700), il Chianti (1716) e il Porto (1755) ma sono denominazioni costruite solo sugli usi e le consuetudini. Solo nel 1935, con la creazione dellINAO in Francia, inizia la delimitazione scientifica dei territori vitati basata su criteri geo-pedologici e viticoli, seguendo la filosofia che la netta impronta che lambiente conferisce alle caratteristiche produttive e qualitative di un vitigno alla base del concetto di Denominazione dorigine (Branas, 1980). solo dagli anni 80 che gli studi per determinare lattitudine di differenti zone di un territorio alla coltura della vite assumono carattere integrato e interdisciplinare. La vocazione ambientale deve scaturire dallinterazione tra le informazioni climatiche, pedologiche, topografiche, colturali e lespressione vegetativa, produttiva e qualitativa dei vitigni. Astruc e coll. nel 1980 affrontarono la zonazione dellAude (Sud della Francia) in modo completo descrivendo clima, natura della roccia madre, posizione topografica, profondit e drenaggio del suolo, calcare attivo ed eseguendo controlli sulle viti ed effettuando vinificazioni. I primi lavori visibili per furono quelli di Morlat, Asselin e coll.. della scuola di Angers che, gi dal 1984, affrontano la zonazione della Valle della Loira basandosi sul concetto che il territorio la somma di singoli ambienti ognuno definibile da una sequenza eco-geo-pedologica.

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La prima zonazione italiana che segue questo approccio metodologico integrato quella di Scienza e coll. in Oltrep Pavese (1990), studio che d molta enfasi al sito, cio un ambiente ben caratterizzato per clima, suolo ed orografia, in cui si ottimizza ladattamento di un vitigno. A questa segue la zonazione della Val Tidone piacentina (1992) che Fregoni e coll. affrontano integrando i risultati scaturiti da indagini climatiche, pedologiche, orografiche, sulla produttivit e sullo stato nutrizionale delle viti, sulla qualit dei vini. Lo stesso gruppo, successivamente, affronta la zonazione della viticoltura collinare di Cesena, che si conclude nel 1995. In questi anni nasce il cammino italiano delle zonazioni viticole che condurr a numerosi risultati, soprattutto nei territori vitati dellItalia centro-settentrionale.Con queste premesse tra il 2003 ed il 2008 si sviluppa il progetto Zonazione viticola della Collina emiliana, voluto e coordinato dal C.R.P.V, con il quale si sono accuratamente studiati gli ambienti vitati collinari delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna e la loro interazione con variet da vino importanti per la loro diffusione ma anche per la loro immagine caratterizzante il territorio quali Malvasia di Candia aromatica, Lambrusco grasparossa, Pignoletto, Sangiovese. Nello stesso periodo temporale, gli anni 2003-2006, nellambito del Progetto Riqualificazione della vitivinicoltura della pianura litoranea delle province di Ferrara e Ravenna, si sviluppato il lavoro di zonazione della DOC Bosco Eliceo per i vitigni Fortana e Sauvignon. Nel 2007, quale logica continuazione di quanto sin qui esposto, sono iniziati i lavori di zonazione viticola della Collina romagnola, dal torrente Senio al Mar Adriatico, incentrati essenzialmente sui vitigni Sangiovese e Albana. Questo vasto territorio ha, al suo interno, caratteristiche orografiche, geologiche e pedologiche alquanto variabili e tali da poterlo suddividere in tre macro-areali: le colline del Ravennate, le colline di Forl-Cesena e i Colli di Rimini, ognuno con paesaggio e tratti della viticoltura molto caratterizzati.

La viticoltura nel riminese difficile datare linizio della coltivazione della vite nel Riminese, ma il ritrovamento di reperti archeobotanici di Vitis vinifera, vinaccioli e pollini, nelle necropoli villanoviane di Verucchio (VIII - VII sec. a.C.) in arredi funerari delle tombe n. 85 e n. 89 fa pensare che i frutti della vite fossero in qualche modo utilizzati, anche se non ci sono elementi certi sulla loro trasformazione in vino. La diffusione della civilt etrusca in Val Padana port alla diffusione, anche

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nella zona di Rimini, della tecnica di coltivazione della vite con potatura lunga e sostegno vivo (alberi dalto fusto come acero e pioppo), ma la posizione costiera di questa citt non la rese immune da contaminazioni greche. Infatti, nonostante le imprese coloniali del popolo greco privilegiassero le coste ioniche e tirreniche, furono creati alcuni scali anche in Adriatico a supporto delle rotte commerciali che, attraverso lemporio di Spina, consentivano loro di scambiare i vini con la preziosa ambra del Baltico. Uno di questi scali si trovava proprio sul promontorio di Santa Maria di Focara che oggi separa Cattolica da Pesaro. Lipotesi dellinfluenza greca nel modo di fare viticoltura in Romagna scaturisce da alcune rarissime testimonianze che ancora si trovano proprio nelle colline riminesi e forlivesi e che consistono in vigneti con viti a basso fusto, potate corte (alberelli) e sostenute da canne (tutori morti): tecnica colturale tipicamente di impostazione greca. Anche le illustrazioni del testo Pratica agricola, scritto dallabate Giovanni Battarra nella seconda met del XVIII sec., dimostrano che nel riminese, a quel tempo, esistevano diverse modalit di allevamento della vite, riconducibili ai cosiddetti modi greco (potatura corta e tutori morti) ed etrusco

Vinaccioli di Vitis vinifera (sepolcreto Lippi - tomba n. 85)

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(potatura lunga e festoni sospesi tra alberi dalto fusto). Di seguito si riportano le descrizioni dellabate Battarra in merito ai termini che indicavano le diverse maniere di disporre le viti:Vigna un tratto di terreno dove le viti si dispongono colla regola delle cinquonce, distanti tra loro per lo spazio di quattro in cinque palmi romani per ogni verso. Serrata a pergolati un tratto di terreno dove vi sono varie serie di viti in lungo, composte di due, tre, quattro ed anche cinque file per cadauna e queste ancora si piantano colla stessa regola e distanza che quelle di vigna. Fra una serie e laltra si lascia uno spazio di terreno capace di otto o dieci ed anche dodici solchi di terra arativa per la seminagione. Serrata a filoni o piantata simile in tutto alla precedente, ma le serie delle viti sono dun sol filo, dove talora per vaghezza e per utile si piantano alla distanza duna pertica o due degli arboscelli, cio olmi, aceri (o sieno oppi), anagiri (detti qui comunemente maggi), oppur frassini, su cui salzano due o quattro viti a tirata, delle pi vicine e robuste. Tirate sono serie dalberi in linea retta, sopra dei quali si maritan le viti, le quali poi si incatenan da un albero allaltro in foggia di festone. Viti solitarie son quelle che si piantano in diversi luoghi e si guidan su per le frasche sincontrano. Ma ritornando indietro alla colonia di Ariminum (268 a.C.), il percorso disseminato di testimonianze documentali e artistiche che attestano limportanza della vite e del vino in Romagna, e nel Riminese in particolare, fin dallepoca romana: frammenti di coppe votive (pocola deorum), anfore vinarie di fattura locale, elementi decorativi presenti sullarco di Augusto piuttosto che in Palazzo Diotallevi (Mosaici con Ercole libante, brocca contornata da tralci di viti, ecc.). I georgici latini scrivono della grande fertilit della Pianura Padana, esaltando in particolare le produzioni di vino. Plinio ribadisce la straordinaria vocazione enologica della Padania e sostiene che i vini migliori si ottengono dalle viti raccomandate agli alberi, che lungo la via Emilia da Rimini a Piacenza sono in genere olmi atiniani.La scelta politica di Roma fu quella di privilegiare le colture specializzate (vite e olivo) sulla Penisola decentrando la produzione dei cereali nelle regioni periferiche dellimpero. La particolare vocazione ambientale alla coltura della vite e la presenza di una tecnica gi consolidata fecero della Romagna una terra pi volte decantata per le sue produzioni di vino. Scrive infatti Varrone

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che nel territorio gallico-romano posto sotto Rimini si raggiungono, talvolta, produzioni di vino pari a 10 cullei (1 culleo=5,25 hl) per iugero (1 iugero=2500 m2), che significa circa 210 ettolitri per ettaro. La Romagna era una importante fonte di approvvigionamento di vino per la Capitale, dove il vino arrivava spesso via mare, visti i costi dei trasporti via terra: secondo Duncan-Jones (R.P. Duncan-Jones, The Economy of the Roman Empire. Cambridge University Press, 1974) il rapporto tra i costi per il trasporto via mare, via fiume e via terra ai tempi di Dioclaziano (301 d.C.) era di 1 a 4,9 a 28-56. Questo spiegherebbe come la viticoltura si diffondesse seguendo soprattutto le vie dacqua man mano che lImpero romano allargava i suoi confini e fa ragionevolmente supporre che lAssociazione del Mare Adriatico, pi volte citata in epigrafi di epoca imperiale, fosse un nucleo di importatori di vino che facevano riferimento alla Padania e ai suoi porti (tra cui Rimini) per fare arrivare il vino ad Ostia. Il simbolismo assunto dal vino con il Cristianesimo contribu alla conservazione della coltura della vite anche dopo la caduta dellImpero romano. NellAlto Medioevo la situazione in Romagna era drammatica, come nel resto della Penisola, tuttavia gi durante il regno di Teodorico si verific una

Vie commerciali nellet del bronzo.

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certa ripresa, grazie anche allopera dei monaci, che continu con il dominio bizantino. In questo periodo il riminese presenta un panorama agrario in cui la vigna appare largamente diffusa in tutto il territorio e in cui sono diffuse le operazioni di fodendum (scavare o zappare la vigna), propaginare (uso della tecnica della propaggine) e pastinare (mettere a dimora nuove essenze prima dellimpianto di un vigneto). Inoltre si hanno notizie delluso di attrezzature per la vinificazione (ad es. il canale, un truogolo in cui si pigiavano le uve) in capanni o tettoie allestiti direttamente in vigna. Dopo lanno Mille si registra ovunque una significativa crescita delle attivit produttive e mercantili, in stretta connessione con lincremento dei livello demografici. La vite riguadagna spazi sempre pi estesi e nellintera area romagnola la produzione e il commercio di vino acquistano un ruolo economico importante: nel 1194, viene stipulata una convenzione tra Riminesi e Ravennati in cui veniva assicurato il libero commercio tra le due citt, ad eccezione del sale, che i Riminesi non potevano vendere a Ravenna, e del vino, che dal Ravennate non poteva arrivare a Rimini, con chiaro intento di valorizzazione della produzione locale. Nel Basso Medioevo, quindi, la Romagna ritrova nel vino un prodotto economicamente valido e i vari Comuni della zona emanano Statuti ricchi di norme a tutela dei campi coltivati e dei vigneti in particolare. Negli Statuti di Savignano (1378) si trova un riferimento, sia pure indiretto, ai vitigni coltivati a quel tempo: malvasia, tribiano, ruibola vel grecho. Accanto alla coltura in vigna, nel tardo Medioevo e in particolare nel XV secolo, il territorio riminese vede diffondersi la vite in sistemazione promiscua (piantate). Con la venuta dello Stato Pontificio inizia un periodo di crisi sociale ed economica, di stagnazione, anche se il vino continua ad alimentare una forte corrente di esportazione. La Romagna tende a diventare unarea marginale, dove gli elementi di novit della cosiddetta rivoluzione agraria del XVIII secolo tardano ad essere accolti e, a parte il consolidarsi degli arativi delimitati dalle piantate, nelle colline la viticoltura tende ad essere abbandonata a favore dei seminativi. Nel Riminese, in questo periodo, lAbate Battarra descrive lo stato delle cose denunciando il passaggio da una mentalit mercantile ad una mentalit di autosufficienza.

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Nell800 la zona di Rimini conosce anchessa la mezzadria e i patti colonici prevedono cure ben precise da fare alle viti, mutuandole proprio dagli insegnamenti del Battarra. La mostra ampelografica tenutasi a Forl nel 1877 consente di tracciare una panoramica dei vitigni coltivati nel Circondario di Rimini a quel tempo:Uve bianche: uva vacca, canino, ribolla, ribolla piccola o uva cimicina, bianchello, vernaccia bianca, verdetto, panzone, malvasia, uva piccinina;Uve nere: uva doro, sangiovese, vajano, marzamino, vernaccia nera. Nel 1886, con la fiera enologica di Rimini, si tent di migliorare la qualit del vino romagnolo, cercando di renderlo competitivo sul mercato europeo: pur avendo un grande capitale vinifero, la Romagna non ne ricavava un adeguato profitto e, a fronte del disinteresse da parte dei governi nazionali, inizi a farsi strada lidea di costituire delle forme associative tra produttori, quali le cantine sociali. Nel 900 anche Rimini deve fare i conti con la fillossera, ma il rinnovo dei vigneti lento e graduale, tanto che si dovr aspettare il secondo Dopoguerra per assistere ad una ristrutturazione in senso imprenditoriale della viticoltura locale, quando si ritorna al vigneto specializzato collocato nelle fasce pedecollinare e collinare. Le motivazioni di questo fenomeno sono molteplici: lesodo dalle campagne e il subentro di persone con una mentalit pi aperta allinnovazione, la fine della mezzadria, il cambio degli ordinamenti colturali, laffermarsi di una conduzione agraria a basso contenuto lavorativo e lintroduzione della meccanizzazione. proprio in questo frangente che si inizia a guardare con favore anche allintroduzione di nuovi vitigni, quali quelli cosiddetti internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay), e allammodernamento dei vigneti e degli impianti di trasformazione per valorizzare i vitigni locali, Sangiovese in primis.

VitigniSulla base delle dichiarazioni delle superfici vitate (tab. 1), si evince che sul territorio di Rimini la variet pi coltivata in assoluto il Sangiovese, seguita da Trebbiano romagnolo.Mentre la base ampelografica dei vitigni a bacca nera vede il Sangiovese accompagnarsi ai vitigni bordolesi Cabernet Sauvignon e Merlot, nel caso dei vitigni bianchi prevalgono quelli tradizionali con la sola vera eccezione dello

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Chardonnay e una sparuta presenza di Sauvignon. Il Sangiovese , ovviamente, il re della viticoltura riminese cos come lo anche di quella delle altre province romagnole (tab. 2).

Sistemi di allevamentoUna percentuale superiore al 50% dei vigneti di Sangiovese piuttosto datato (et > 25 anni), ma dai dati di tabella 3 si vede che c stato un rinnovo importante degli impianti a partire dagli anni novanta in concomitanza con il forte interesse sviluppatosi attorno ai vini rossi. Tendenza che proseguita anche negli ultimi anni come si pu notare dal dato che raggruppa gli anni dal 2001 al 2007 compreso. I vigneti pi vecchi sono allevati a Capovolto doppio (tab. 4), ma spesso si tratta di vigneti con sesti di impianto comunque abbastanza contenuti. Una buona parte della superficie a Sangiovese invece allevata a Guyot e a cordone speronato, e si tratta dei vigneti pi giovani.

Tabella 1 Superficie dei principali vitigni da vino coltivati in provincia di Rimini(Consultazione Catasto vigneti a dicembre 2007)

Vitigni abacca nera

Sup. dichiarata(ha)

Vitigni abacca bianca

Sup. dichiarata(ha)

Sangiovese 2.042,00 Trebbiano romagnolo 473,01

Cabernet Sauvignon 163,10 Biancame 50,14

Merlot 43,21 Bombino bianco 42,99

Montepulciano 12,56 Chardonnay 36,26

Terrano 4,82 Pignoletto 27,21

Cabernet franc 4,25 Albana 7,77

Sauvignon 6,07

Malvasia bianca di Candia 5,08

Tabella 2 Superficie dedicata a Sangiovese in Emilia Romagna e nelle province romagnole(dati Catasto vigneti RER, 2007)

Superficie (ha) Sangiovese %

Totale Emilia Romagna 9.068

Ravenna 2.078 23

Forl-Cesena 4.190 46

Rimini 2.042 23

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Mediamente gli impianti di Sangiovese messi a dimora dopo il 1980 hanno una densit di circa 2800 ceppi per ettaro, che aumenta a 2900 se si considerano solo quelli messi a dimora dopo il 1990.

Tabella 3 Et dei vigneti di Sangiovese sul territorio riminese(Consultazione Catasto vigneti a dicembre 2007)

Et dei vigneti Sangiovese

< 1970 250,03

1970-1980 875,62

1981-1990 128,05

1991-2000 350,82

2001-2007 437,48

Totale 2.042

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Il lavoro di zonazione vitivinicola che ha interessato il territorio della collina riminese ha seguito le linee guida comunemente usate, che prevedono lo studio del clima e dei suoli e quindi lo studio dellinterazione tra vitigno ed ambiente pedoclimatico. Le attivit sono state svolte da un gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato scientificamente dallIstituto di Frutti-Viticoltura dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e composto da agrono-mi ed enologi di ASTRA e CRPV, dai pedologi di I.TER e dai climatologi di ARPA. Lo studio dei suoli si avvalso anche dei contributi tecnico scientifici dei pedologi del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna.

Lo studio del clima Nellambito del progetto di zonazione viticola della collina riminese, il Ser-vizio Idro-Meteo-Clima dellARPA dellEmilia-Romagna, utilizzando un programma di geostatistica originale che elabora dati termici provenienti da stazioni agrometeo fisse della Regione Emilia-Romagna, ha redatto, con dati provenienti da serie storiche, una serie di carte tematiche dellIndice di Winkler valide per lintero territorio studiato. Tale indice, molto conosciuto in viticoltura, definito come: aprile-ottobre della temperatura media giorna-liera sottratta di 10C e si esprime come gradi-giorno (GG). Il programma di elaborazione dati ha consentito anche di ottenere, conosciutane le coordinate geografiche, il dato puntiforme dellindice di Winkler, delle precipitazioni del periodo aprile-ottobre e della radiazione globale dello stesso periodo per ogni sito sperimentale (vigneto-studio) in cui si sono svolti i controlli produttivi e qualitativi nei vigneti-campione.

Lo studio dei suoliLa conoscenza dei suoli ha inizialmente fatto riferimento alla cartografia esi-

Aspetti metodologici

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stente: Carta dei suoli della pianura emiliano - romagnola in scala 1:50.000 e alla Carta regionale dei suoli in scala 1:250.000 per il territorio di collina, entrambe realizzate dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione e Emilia-Romagna. Al fine di approfondire le conoscenze dei suoli presenti nel territorio collinare sono stati eseguiti unapposita fotointerpretazione e un rilevamento pedologico tramite la descrizione di trivellate e profili di suolo. Lo studio delle trivellate, realizzate con trivella olandese fino a 120 cm di pro-fondit, ha costituito un primo approccio di conoscenza dei suoli e della loro variabilit nel territorio. Lo studio dei profili di suolo avvenuto tramite lo scavo di sezioni naturali, profonde fino a un limite di un metro e mezzo o fino alla roccia dura, che hanno permesso al pedologo di osservare le differenze tra i vari strati presenti (orizzonti). Per ogni orizzonte sono state rilevate le principali caratteristiche come, ad esempio, il contenuto di sabbia, limo e argilla, la presenza di ciottoli, le dimensioni e la distribuzione dei pori, il contenuto di calcare e il pH.Il rilevamento pedologico del territorio dei Colli di Rimini proceduto con metodo libero ragionato, realizzando complessivamente 100 trivellate, 19 pro-fili e 46 analisi chimiche routinarie che hanno permesso di realizzare la Carta dei Suoli del territorio collinare in scala 1:50.000 - prima approssimazione e la caratterizzazione pedologica dei vigneti-studio.Il rilevamento si concentrato sulle Terre calcaree del basso Appennino rimi-nese e solo parzialmente ha interessati le Terre dei Gessi del basso Appennino riminese.

Scelta dei vigneti-studioPedologi, agronomi ed enologi hanno collaborato nel ricercare vigneti rap-presentativi sia della gestione agronomica sia dei vari ambienti pedologici della collina riminese. Inizialmente hanno realizzato insieme alcune ricogni-zioni preliminari presso le aziende vitivinicole, finalizzate alla selezione dei vigneti-studio in cui realizzare le prove sperimentali. Sono state prese in esame circa una ventina di aziende affidabili sotto il profilo tecnico, verifican-do se gli impianti viticoli presenti avevano i seguenti requisiti per impostare

Rilevamento Profili Trivellate Analisi chimiche(n. orizzonti)

Prima approssimazione Carta dei suoli1:50.000 territorio collinare 11 52 27

Caratterizzazione pedologica vigneti-studio 8 48 19

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le prove sperimentali: vigneto in piena produzione (et media dai 10 ai 20 anni circa) condotto con

una gestione agronomica ordinaria (forma di allevamento, sesto dimpianto, tecnica di gestione del suolo);

presenza di suolo rappresentativo del territorio di studio e quindi diffuso allinterno delle Carte dei Suoli disponibili. La prima verifica del suolo pre-sente stata fatta tramite rilevamento speditivo con trivella olandese.

Al termine delle ricognizioni preliminari sono stati scelti, tra tutti i vigneti visitati, 10 vigneti-studio (otto di Sangiovese e due di Cabernet Sauvignon) che rispondevano ai requisiti e che permettevano di confrontare la risposta dei vitigni (a parit di gestione agronomica) su suoli diversi. I due vigneti-studio di Cabernet Sauvignon sono contigui ai due siti di Sangiovese. In particolare la scelta dei siti stata orientata, dal punto di vista pedologico, sui vigneti coi suoli pi rappresentativi (ovvero caratteristici e diffusi nel territorio esaminato). Lunica eccezione rappresentata dalla sele-zione di un vigneto-studio nelle Terre dei Gessi del basso Appennino rimi-nese. Tale scelta stata motivata dallinteresse viticolo che riscuotono queste

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zone in altre parti della regione in virt della loro tipicit e per valutare se necessario incentivare la viticoltura in questo areale ove si assistito, negli ultimi decenni, ad un graduale abbandono.

Studi pedologici realizzati nei vigneti-studioI vigneti-studio sono stati caratterizzati da uno studio pedologico consi-stente in trivellate e profili di suolo che hanno permesso di conoscere le ca-ratteristiche dei suoli e la variabilit pedologica presente. Infatti allinterno di ogni vigneto-studio sono stati descritti i caratteri dei suoli tramite 6-8 trivellate, distribuite sullintero appezzamento studiato, e lo studio del profilo pedologico nel punto maggiormente rappresentativo. Le trivellate e in parti-colare i profili di suolo sono stati studiati dando una specifica attenzione ai caratteri pedologici che influenzano lo sviluppo della vite e la produzione di uva (es. tessitura, profondit utile alle radici, contenuto di calcare). Dai profili pedologici sono stati prelevati i campioni di terreno che sono stati inviati al laboratorio di analisi terreni.I suoli rilevati sono stati correlati alle Unit Tipologiche di Suolo descritte nellArchivio regionale del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Re-gione Emilia-Romagna e alle Unit Cartografiche delle Carte dei suoli.Le Unit Tipologiche di Suolo, cosi ricollegate, sono contraddistinte dal nome della localit in cui stato rilevato per la prima volta il suolo (es. Coriano) e da una sigla (es. COR). Consultando quindi lArchivio regionale dei suoli possibile ottenere per ciascun nome e sigla dellUnita Tipologica di Suolo la descrizione completa che, tra le altre informazioni, comprende la definizione dei range di variabilit dei caratteri per ciascun orizzonte (es contenuto sabbia

Sigla delvigneto

Codicedel profilo

Suolorilevato

Vitignostudiato

Forma diallevamento

19SGRN E5012P0043 MIN Sangiovese Guyot20SGRN E5012P0037 COR Sangiovese Cordone sp.21SGRN E5012P0038 MLP Sangiovese Cordone sp.22SGRN E5012P0046 PSS Sangiovese Guyot23SGRN E5012P0044 SCM1 Sangiovese Cordone sp.24SGRN E5012P0047 SCM1 Sangiovese Cordone sp.25SGRN E5012P0040 SCM1 Sangiovese Guyot26SGRN E5012P0039 COR Sangiovese Cordone sp.29CSRN E5012P0037 COR Cabernet S. Cordone sp.30CSRN E5012P0046 PSS Cabernet S. Guyot

Vigneti studio dei Colli di Rimini

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e argilla, scheletro, profondit a cui si rileva il substrato roccioso).La rappresentativit agronomica e pedologica dei vigneti studio, ottenuta grazie alla selezione mirata, ha consentito di realizzare lo studio dellintera-zione tra vitigno e suolo e di estendere tali informazioni, utilizzando la Carta dei Suoli realizzata, alle zone della collina riminese caratterizzate da suoli si-mili per comportamento agronomico e per risposta alla produzione vitivini-cola. Tutto ci, di conseguenza, ha portato allelaborazione della Carta delle Terre della viticoltura dei Colli di Rimini.

Studi viti-vinicoli realizzati nei vigneti-studioI rilievi effettuati in ogni vigneto-studio hanno riguardato la valutazione dei parametri fenologici, vegetativi, produttivi e qualitativi dei vitigni Sangio-vese e Cabernet Sauvignon. In particolare, si cos operato:- uniformato il carico di gemme;- controllo della manifestazione delle fasi fenologiche (germogliamento, fiori-

tura, invaiatura ).

Localizzazionedei vigneti studio

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- studio della cinetica di maturazione delle uve, monitorata tramite campio-namenti di uva settimanali nel periodo invaiatura-vendemmia (circa 200 acini per ogni prelievo), analizzati per grado zuccherino rifrattometrico (Brix), acidit titolabile (g/L) e pH. Nel campionamento alla vendemmia stata determinata anche la consistenza degli acidi organici (malico e tartarico);

- determinazione, allatto della vendemmia, dei parametri produttivi quali numero di grappoli per ceppo, peso della produzione di uva per ceppo, peso medio del grappolo;

- determinazione del peso del legno di risulta della potatura secca per ceppo, parametro in grado di fornire una stima del livello di vigoria della pianta.

Nel corso delle vendemmie 2008 e 2009 si intervenuti con microvinificazio-ni ed analisi chimiche e sensoriali su mosti e vini ottenuti, presso la cantina sperimentale di ASTRA a Tebano - Faenza. Campioni di circa 100 kg di uva provenienti dai differenti vigneti studio sono stati vinificati con idonee attrez-zature, secondo linee standardizzate di vinificazione.Le microvinificazioni sono ovviamente specifiche rispetto alla lavorazione di uve rosse, rispecchiando le tradizionali linee di vinificazione in rosso. stato cos possibile confrontare la composizione dei mosti e dei vini ottenibi-li dai differenti vigneti e valutarli in funzione delle potenzialit e della qualit enologica esprimibili.

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Dal punto di vista chimico sono state effettuate normali analisi di caratteriz-zazione dei prodotti vinosi, quali titolo alcolometrico, zuccheri riduttori, pH, acidit totale e volatile, acidi organici, estratto, polifenoli totali, antociani, in-tensit e tonalit colorante.I vini sono stati sottoposti a un panel di degustatori per lanalisi sensoriale, che ha espresso un gradimento (da 1 a 10) sui differenti aspetti dei vini (visivo, olfattivo, gustativo, complessivo), procedendo ad una analisi descrittiva, in cui i differenti giudici si sono espressi sullintensit percepita nei vini rispetto ad un elenco di parametri, specificamente individuati per ogni vitigno e rite-nuti per questo rilevanti e caratterizzanti.

Elaborazione dei dati Lelaborazione statistica dei dati di campo (pedologici, produttivi, vegetativi ed analisi dei mosti) stata effettuata tramite Analisi di Varianza, utilizzando come fonti di variabilit principale anno e suolo. Lintegrazione dei risultati, realizzata dal gruppo di lavoro, ha consentito di condividere i caratteri pedolo-gici che maggiormente influenzano la crescita della pianta e la produzione viti-vinicola. Su tale base sono state aggregate in Terre le tipologie di suolo consi-derate simili per comportamento agronomico e per risposta vegeto produttiva della vite. E stata cos realizzata la Carta delle Terre dei Colli di Rimini nella quale sono state evidenziate le Terre in cui sono collocati i vigneti-studio e per le quali possibile estendere, con prudenza e ragionevolezza, le conoscen-ze derivate dalle sperimentazioni. Ne emerge quindi unindicazione territoria-le parziale, ma al contempo efficace, della vocazionalit del territorio studiato, perch legata soprattutto ai territori storicamente vitati, dove la viticoltura da sempre una risorsa importante.

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Mappe climaticheLe mappe dellindice di Winkler realizzate dallARPA hanno preso in con-siderazione il trentennio 1961-1990 e il successivo periodo di diciassette anni 1991-2008, oltre ai singoli anni in cui sono state realizzate le speri-mentazioni: 2007, 2008 e 2009. Larea dindagine stata quella relativa alla delimitazione della DOC Sangiovese di Romagna (figg. 1 e 2).Lanalisi della mappa pi antica evidenzia come, dal punto di vista del-le medie climatologiche, la maggior parte della viticoltura collinare delle province di Rimini rientri nella classe compresa tra 1800 e 2000 Gradi-Giorno, con la sola eccezione, pi calda, indicante la zona urbana di Rimi-ni. Si evidenziano, invece, valori pi alti dellindice a carico del periodo climatico pi recente: parte dei Colli di Rimini incluso nella classe di 2000-2200 GG, con unampia fascia di territorio che presenta valori su-periori ai 2200 GG, a conferma del riscaldamento del territorio regionale, inaspritosi nellultimo quindicennio.

Variabilit climatica del territorio collinare rimineseAnalizzando i valori dellIndice di Winkler e quelli delle precipitazioni del periodo aprile-ottobre, riscontrati nei territori vitati dei Colli di Rimini durante il triennio 2007-2009, si evidenziata una discreta variabilit tra i differenti siti (vedi grafico). Sono evidenti i pi elevati valori dellindice di Winkler registrati nel 2009 e soprattutto nelle localit di Passano, San Clemente e Coriano, in rapporto ai valori delle altre due annate, apparse molto simili tra loro. In tutte le localit, fatta eccezione per Montefiore Conca (la pi elevata!) le precipitazioni inferiori si sono avute nel 2008, mentre 2007 e 2009 sono

Il clima del territorio dei Colli di Rimini

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risultati pi piovosi, e soprattutto nellultima annata a San Paolo, Santa Aquilina e Ca Torsani.

Nel triennio, la localit con maggiore dotazione termica stata Passano, con 2205 GG mentre quelle relativamente pi fredde sono state Monte-fiore Conca, a 375 m di altitudine, e San Paolo, a 190 m slm, ma anche a Ca Torsani che invece sita a 77 m slm (Tab. 1). Questultima localit risul-tata anche la pi piovosa, con 388 mm tra aprile e ottobre, mentre Passano, Coriano e San Clemente sono risultate, con 316-318 mm, le pi secche.

Localit Quota(m s.l.m.) Esp.I. W.

(Gradi-Giorno)

Precipitazioniaprile ottobre

(mm)

Radiazione globaleaprile-ottobre

(MJ/m2)

Montefiore C. 375 SE 2067 329 4297

San Paolo 190 S 2096 325 4192

San Paolo 120 piano 2116 367 4081

Passano 100 NE 2205 316 4050

San Clemente 145 E 2192 318 4126

Coriano 60 piano 2177 316 4068

S. Aquilina 72 SE 2127 367 4227

Ca Torsani 77 piano 2084 388 4174

Tabella 1 Indice di Winkler, precipitazioni aprile-ottobre e radiazione globale relativi alla zona D.O.C. Colli di Rimini. Medie del triennio 2007-2009.

Indice di Winkler e precipitazioni del territorio della D.O.C. Colli di Rimini nel triennio 2007-2009

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pag. 29Figura 1 Mappa dellIndice di Winkler in Romagna nei periodi 1961-1990 e 1991-2008

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La radiazione globale, complessiva del periodo aprile-ottobre, pi elevata stata stimata per le localit di Montefiore Conca e di Santa Aquilina, la prima posta a 375 m di altitudine e la seconda a soli 72 m, ma entrambe con lottima esposizione a Sud Est. La radiazione globale inferiore stata stimata invece per i siti di Passano e di Coriano, il primo con esposizione sfavorevole a Nord Est, il secondo con giacitura pianeggiante.

Figura 2 Mappa dellIndice di Winkler in Romagna nel triennio 2007-2009

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Terre e suoli della zonazionedella collina riminese

Il territorio collinare di Rimini possiede una certa uniformit geologica. infatti prevalente la Formazione geologica delle Argille Azzurre (sigla FAA), costituita da argilliti azzurrastre calcaree e compatte, talvolta con alternanze di peliti e arenarie. Le forme del paesaggio sono generalmente costituite da ampi rilievi collinari blandamente ondulati (pendenze medie 5-25%) con rari e circoscritti fenomeni di dissesto, ivi compresi i calanchi. in tale ambiente che si concentrato lo studio del suolo, in relazione anche alla diffusione della viticoltura, toccando solo marginalmente altre emergenze ambientali comunque molto interessanti, come i rilievi arenacei di Covignano e le Formazioni marnoso-gessose del Messiniano allungate fra Montescudo e Montefiore Conca.I suoli pi diffusi hanno moderato grado evolutivo, sono calcarei e argillosi. Le pi comuni variazioni riguardano la profondit della roccia (argilliti) e la percentuale di argilla negli orizzonti (oscillante fra il 30 e il 50%); sono segnalati, ma non sono molto diffusi, suoli maggiormente evoluti caratterizzati da decarbonatazione fino ad oltre 1 m di profondit.Di seguito sono descritte le Terre individuate ai fini della zonazione e le caratteristiche dei suoli presenti

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Ambiente Caratterizzato da versanti ondulati dolcemente digradanti verso la pianura, con pendenza che varia tipicamente dal 2 al 25%, talvolta associati a calanchi. Localmente sono presenti lembi di superfici sommitali dolcemente ondulate, impostate su depositi alluvionali antichi. Le quote sono tipicamente comprese tra 25 e 200 m slm. Luso attuale del suolo in prevalenza di tipo agricolo, con colture arboree specializzate (vigneti e subordinatamente oliveti e frutteti).

SuoliI suoli sono dolcemente inclinati o moderatamente ripidi (pendenza tipica-mente compresa tra 5 e 25%); e si sono formati in rocce prevalentemente ar-gillose o pelitiche, con intercalazioni sabbiose di et pliocenica (Formazione delle argille azzurre e Formazione delle Arenarie di Borello). Sono a tessitura fine o moderatamente fine, hanno moderata disponibilit di ossigeno, talvolta buona. Sono tipicamente calcarei, talvolta scarsamente o non calcarei nella parte inferiore del suolo; sono moderatamente alcalini. Sono da moderata-mente profondi a molto profondi, in funzione della profondit del substrato. Il loro differenziamento rispetto ai materiali originari variabile in funzione pag. 34

Terre calcaree del basso Appennino riminese

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della stabilit delle superfici rispetto ai fenomeni di erosione diffusa e per ru-scellamento concentrato e discontinuo. I suoli interessati dallo studio di zonazione viticola e presenti nei vigneti spe-rimentali sono di seguito descritti:Suoli Montelupo (MLP): si sono formati in rocce prevalentemente argillose (Formazione delle argille azzurre); sono abbastanza diffusi e hanno una di-stribuzione uniforme lungo i tratti lineari e concavi dei versanti; sono da dol-cemente inclinati a moderatamente ripidi, profondi o molto profondi sopra il substrato massivo, fortemente calcarei. Suoli San Clemente (SCM1): si sono formati in rocce prevalentemente argil-lose (Formazione delle argille azzurre); sono abbastanza diffusi e occupano le sommit e i tratti convessi dei versanti; si trovano tipicamente nei tratti di versante sottoposti ad intensa erosione idrica di tipo laminare o ad interven-ti antropici di rimodellamento dei versanti; sono da dolcemente inclinati a moderatamente ripidi, moderatamente profondi sopra il substrato massivo, presente a 50 - 80 cm di profondit, sono fortemente calcarei. Suoli Coriano (COR): si sono formati in rocce prevalentemente argillose (For-mazione delle argille azzurre); sono suoli meno diffusi rispetto ai precedenti, che occupano preferibilmente parti alte e medie dei versanti, sono dolcemente

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inclinati, profondi sopra il substrato massivo presente tra 80-100 cm di pro-fondit, calcarei negli orizzonti superficiali e fortemente calcarei in profondi-t, con accumulo di carbonato di calcio. Suoli Passano (PSS): si sono formati in rocce limoso sabbiose (Formazione Arenarie di Borello); sono suoli poco diffusi da dolcemente a molto inclinati, moderatamente profondi o profondi sopra il substrato massivo, fortemente calcarei.

Considerazioni agronomicheI suoli possono sostenere, seppure con qualche limitazione, anche usi agricoli intensivi (vigneti e frutteti specializzati) purch si provveda alla regimazione delle acque superficiali e alla sistemazione dei versanti, in relazione al rischio potenziale di perdita di suolo per erosione idrica. Nei vigneti consigliata la pratica dellinerbimento. Il comportamento agronomico inoltre condizio-nato dallelevato contenuto di argilla in tutto il profilo. Ci determina sia la difficolt nellesecuzione delle lavorazioni meccaniche sia la tendenza di for-mazione di fessurazioni nel suolo. Nei suoli con substrato presente entro 80 cm si pu incorrere in periodi di stress idrico per le piante.Considerazioni per la coltivazione della vite

Profilo rappresentativo suolo Montelupo: suolo profondo, con accumulo di carbonato di calcio oltre il metro di profondit

Profilo rappresentativo suolo San Clemente: suo-lo moderatamente profondo in cui evidente la stratificazione della roccia pelitica a circa 55 cm di profondit

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Terre con elevata variabilit pedologi-ca che con opportuni interventi agro-nomici e dimpianto consentono una buona potenzialit qualitativa del vi-tigno. La produzione quali-quantita-tiva di uva strettamente dipendente dallandamento meteorologico stagio-nale, soprattutto per quanto riguarda le precipitazioni. I fenomeni di smot-tamento superficiale in genere non sono tali da arrecare gravi danni agli impianti arborei e sono di regola obli-terabili con modesti interventi di rimo-dellamento superficiale. Nei suoli pi profondi (MLP) si evidenzia un vigore vegetativo pi accentuato rispetto ai suoli moderatamente profondi (SCM1 e COR) ; ci potrebbe derivare dal-la capacit di maggiore disponibilit dacqua nei suoli profondi.

Profilo rappresentativo suolo Coriano: suolo profondo in cui evidente la stratificazio-ne della roccia pelitica a circa 1 metro di profondit

Sigla vigneto studio

Codice profilo rilevato Suolo rilevato Vitigno studiato

Forma di allevamento

20SGRN E5012P0037 COR Sangiovese Cordone sp.

21SGRN E5012P0038 MLP Sangiovese Cordone sp.

22SGRN E5012P0046 PSS Sangiovese Guyot

23SGRN E5012P0044 SCM1 Sangiovese Cordone sp.

24SGRN E5012P0047 SCM1 Sangiovese Cordone sp.

25SGRN E5012P0040 SCM1 Sangiovese Guyot

26SGRN E5012P0039 COR Sangiovese Cordone sp.

29CSRN E5012P0037 COR Cabernet S. Cordone sp.

30CSRN E5012P0046 PSS Cabernet S. Guyot

vigneti-studio localizzati in queste Terre:

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Ambiente Caratterizzato dallalternarsi di parti sommitali con versanti ripidi e sporadici affioramenti rocciosi e di versanti lunghi moderatamente ripidi, soggetti talvol-ta a fenomeni franosi di limitata entit. La pendenza varia tipicamente dal 10 al 40%, mentre le quote sono generalmente comprese tra 200 e 400 m slm. Luso attuale del suolo di tipo agricolo, con seminativi, alternati a vegetazione arbustiva e arborea, raramente colture arboree specializzate (vigneti e frutteti).

SuoliI suoli si presentano con caratteristiche abbastanza differenziate in relazione al tipo di substrato e geomorfologia. I suoli interessati dallo studio di zona-zione viticola e presenti nei vigneti sperimentali sono i Suoli M. Incisa (MIN) che si sono formati in rocce stratificate di marne gessose e tripolacee. Sono da ondulati a ripidi (tipicamente 15 35%); sono da moderatamente a molto profondi, a tessitura moderatamente fine, calcarei, da neutri a moderatamente alcalini. Possono presentare il substrato entro i 100 cm di profondit.

Considerazioni agronomicheI suoli M. Incisa possono presentare importanti limitazioni alla produzione

Terre dei Gessi del basso Appennino riminese

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delle principali colture agrarie nelle situazioni ad elevata acclivit. Sono caratterizzati da un rischio di erosio-ne idrica molto alto. La loro utilizza-zione a fini agricole, non pu pertan-to prescindere dalladozione di inter-venti di sistemazione e/o indirizzi colturali conservativi (inerbimento).

Considerazioni per la coltivazione della viteLa coltivazione della vite, un tempo diffusa, attualmente marginale in quanto risente dellelevata acclivit e altitudine.Per ottenere buone produzioni ne-cessario che i vigneti siano collocati nelle esposizioni pi soleggiate.

Profilo rappresentativo suolo Monte Incisa: suo-lo moderatamente profondo, con accumulo di carbonato di calcio in profondit e limite abrupto ad 85 cm su marne azzurrastre della Formazione Gessoso-Solfifera.

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Sigla vigneto studio

Codice profilo rilevato Suolo rilevato Vitigno studiato

Forma di allevamento

19SGRN E5012P0043 MIN Sangiovese Guyot

vigneti-studio localizzati in queste Terre:

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Il Sangiovese il pi diffuso vitigno da vino ad uva rossa italiano con oltre 70.000 ha occupa il 10,3% della superficie nazionale ad uve da vino. In Toscana trova la sua massima espansione superando il 55 % della superfi-cie vitata regionale; a essa seguono Puglia con circa 13.000 ha, ma solo il 13 % della superficie vitata regionale, e Marche con circa 4600 ha. In Emilia-Romagna il Sangiovese coltivato su circa 9.000 ha, pi del 15 % della superficie vitata regionale, di cui 2.000 ha distribuiti sulle colline della provincia di Rimini. Vitigno tipico dellItalia centrale e simbolo enologico del-la Romagna, nellultimo decennio il Sangiovese si espanso anche in Puglia, Campania e Sicilia e assume sempre pi interesse in Francia ed anche in Cali-fornia (Boselli, 2000).Chiamato tuttora Sangioveto nel Chianti, Prugnolo gentile a Montepulciano, Brunello a Montalcino, Morellino nel Grossetano e Nielluccio in Francia, per citare solo i sinonimi pi conosciuti, il Sangiovese stato oggetto di molti studi relativamente alla sua origine geografica, che gi il Molon (1906), ri-prendendo anche il pensiero di altri ampelografi, collocava in Toscana (Cal et al, 2006). Del Sangiovese sidentificano due grandi tipologie fondamentali, la grossa, quella pi conosciuta e diffusa in Toscana e Romagna, e la pic-cola diffusa solo nel Casentino e conosciuta come Sanvicetro. Recentemente, attraverso luso di marcatori microsatelliti, stata accertata la parentela del Sangiovese con il Ciliegiolo, antico vitigno centro-italiano, e con il Calabrese di Montenuovo, vecchio vitigno campano (Vouillarmoz et al., 2007).Il Sangiovese grosso, la tipologia dominante di questo vitigno, vigoroso con portamento della vegetazione eretto, ha buona fertilit delle gemme, discreta quella delle basali, ed costantemente produttivo. Ha grappolo di dimensio-ni medio - grandi, di forma conica - piramidale, alato, quasi serrato; lacino medio, ellittico, di colore nero-violetto, pruinoso.Questo vitigno presenta unelevata variabilit fenotipica intravarietale, il che

Il Sangiovese

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ha creato una popolazione con ampia base genetica. Per tale motivo la sele-zione clonale applicata al Sangiovese si tradotta nellindividuazione di un elevatissimo numero di cloni: allo stato attuale 78. Tra questi, 19 sono biotipi romagnoli, di cui 11 con piante capostipiti originarie della Romagna (Moretti, 2007).

Interazione del Sangiovese con gli ambienti dei Colli di Rimini

Clima e fattori climaticiLa variabilit climatica allinterno del territorio dei Colli di Rimini, nel trien-nio 2007-2009, apparsa decisamente scarsa. LIndice di Winkler medio trien-nale variato dai 2067 Gradi-Giorno di Montefiore Conca, a 375 m di altitudi-ne s.l.m., ai 2200 GG di Passano, a 100 m s.l.m.. La maggior parte della viticoltura provinciale si situa, per, nella fascia com-presa tra i 50 ed i 250 m slm e in questa porzione di territorio dedicata so-prattutto al Sangiovese, la tendenza alla diminuzione dellI.W. col crescere dellaltitudine non apparsa significativa. Riunendo i dati qualitativi del mosto di Sangiovese, ottenuti nei vigneti-stu-dio distribuiti sul territorio, in sole due classi di I.W., inferiore e superiore a 2100 GG, si pu notare come i macro-caratteri qualitativi del Sangiovese non mutino in funzione delle sommatorie termiche (tab. 1). Le precipitazioni del periodo aprile-ottobre medie sono oscillate, nel triennio,

Tabella 1 Caratteristiche qualitative del Sangiovese dei Colli di Rimini in funzione dellindice di Winkler, dellaltitudine e dellesposizione del versante.

Fattore Zuccheri (Brix)Acidit tit.

(g/L)Antociani(mg/kg)

Polifenoli tot. (mg/kg)

I. Winkler (gg)< 2100 > 2100

n.s.22.122.9

*7.546.21

n.s.1358 1443

n.s.45254050

Precipitazioni (mm)< 320> 320

n.s.22.622.5

*5.987.42

n.s.13641433

*37204658

Altitudine (m s.l.m.)350-380130-190< 120

**20.722.823.2

*7.206.926.40

n.s.144314251413

n.s.430546604066

Esposizione S/SEE/NE

n.s.22.423.0

n.s.7.206.90

n.s.13901460

n.s.45404219

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da 316 mm circa di Passano e Marano ai 388 mm di Ca Torsani. Anche in questo caso, raggruppando i dati qualitativi in due classi, con piovosit in-feriori o superiori ai 320 mm, si nota che a precipitazioni superiori (seppur leggermente) il mosto di Sangiovese pi acido e con un livello di polifenoli totali superiore (tab. 1). La radiazione globale, sempre del periodo vegetativo, variata dai 4050-4070 MJ/m2 di Passano e Marano ai quasi 4300 MJ/m2 di Montefiore Conca, sito posto a 375 m slm ma con esposizione a Sud-Est. Le variazioni di radiazione globale sul territorio dei Colli di Rimini non hanno, comunque, evidenziato alcuna modificazione significativa sui macro-caratteri qualitativi del mosto di Sangiovese.Dei due fondamentali fattori climatici, altitudine ed esposizione del versante, solamente il primo sembra incidere significativamente su zuccheri e acidit del mosto del Sangiovese ma non su antociani e polifenoli totali. Se per si escludono dallanalisi i siti marginali sopra i 300 m slm, le analisi chimiche del mosto diventano molto uniformi.

Laltitudine condiziona, seppur moderatamente, lepoca di manifestazione delle fasi fenologiche: a 375 m slm, su suoli Monte Incisa (MIN) originatisi dalla formazione geologica dei Gessi, il germogliamento del Sangiovese avvie-

Figura 2 Epoche di germogliamento e di invaiatura del Sangiovese, in funzione di altitudine e suolo. Colli di Rimini, valori medi del triennio 2007-2009

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ne mediamente il 9 aprile, mentre a 77 m slm sui suoli Coriano (COR) essa avviene il 4 aprile, con un anticipo di cinque giorni. Sugli stessi suoli, a 190 m slm il germogliamento avviene due giorni dopo circa, confermando un sep-pur minimo effetto altitudine. La fase fenologica dellinvaiatura, cio linizio della maturazione delluva, nel triennio in questione si presentata molto precocemente sui suoli San Cle-mente (SCM), indipendentemente o quasi dallaltitudine, mentre sui suoli COR essa apparsa pi tardivamente ma, soprattutto, manifestando un evi-dente effetto altitudine.

I suoliI caratteri della produzione, la vigoria e la qualit del mosto di Sangiovese sono stati influenzati dalle differenti tipologie di suolo (Tab. 2). Sui suoli Mon-telupo (MLP) la vigoria dei ceppi si dimostrata elevata, soprattutto se com-parata a quella manifestata sui suoli San Clemente (SCM), il cui peso del legno di potatura stato di 0,69 kg/ceppo, rispetto ai 1,16 kg/ceppo dei MLP.

Sui suoli MIN il Sangiovese non raggiunge un grado zuccherino del mosto soddisfacente (20,7 Brix) non in equilibrio con unacidit titolabile pi che discreta (7,20 g/L), ma occorre considerare la maggiore altitudine in cui si collocano questi ambienti. Anche sui suoli SCM lacidit titolabile (7,35 g/L) risultata un parametro significativo nel caratterizzare la qualit del mosto. Nessuna differenza significativa emersa a carico della concentrazione di an-tociani del mosto, mentre i polifenoli totali sono apparsi pi elevati sui suoli MLP (4927 mg/kg) soprattutto se confrontati con i SCM.

Caratteristiche chimiche e sensoriali dei vini Nella tab. 3 riportata lanalisi dei vini Sangiovese ottenuti da microvinifi-

Tabella 2 Caratteristiche vegeto-produttive e qualitative del Sangiovese dei Colli di Rimini in funzione della tipologia di suolo.

Suoli Produzione(kg/ceppo)

Peso del grappolo

(g)

Legno di potatura

(kg/ceppo)

Zuccheri(Brix)

Acidit titolabile

(g/L)

Antociani(mg/kg)

Polifenoli totali

(mg/kg)MIN (1)CORMLPSCM

4.4 a3.5 a4.4 a3.7 a

283 a255 a273 a254 a

0.76 a0.75 a1.16 b 0.69 a

20.7 a23.2 b22.9 b23.0 b

7.20 b6.52 a

7.00 ab7.35 b

1443139014941380

4305 ab 4183 ab4927 b3980 a

Lettere differenti indicano valori statisticamente significativi per p0.05 al test S-N-K(1) Suolo presente solo ad altitudini pi elevate rispetto alla media del territorio Colli di Rimini

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cazione nel 2008 e 2009, da cui emerge, in prima istanza, una sostanziale uni-formit tra le due annate, pur nella variabilit dovuta ai differenti ambienti pedo-climatici. Solamente il grado alcolico risultato sempre superiore nel 2009 in ogni ambiente, mentre gli altri parametri qualitativi hanno evidenzia-to una interazione tra ambiente ed annata. Nel 2009 i vini Sangiovese ottenuti sui suoli SCM e COR sono risultati pi al-colici, con pi estratto secco ma con meno antociani e polifenoli totali, rispetto allannata precedente. Nella stessa annata anche da suoli MLP sono giunti vini con parametri chimici molto elevati. Dal punto di vista sensoriale (vedi grafico) i vini Sangiovese 2008 ottenuti su suoli SCM, ben colorati, strutturati e con note fruttate e speziate evidenti, sono stati molto apprezzati dal panel di degustazione. Abbastanza graditi e con giudizi mediamente positivi sono stati i vini provenienti dai suoli COR e MLP ma entrambi hanno evidenziato qualche indicatore sensoriale poco qualitativo: astringenti, aciduli, leggermente amarognoli e, nel caso dei MLP, anche con il fruttato non molto evidente. Poco gradito e scadente in tutti gli indicatori sensoriali risultato il vino pro-veniente dai suoli MIN. Nel 2009 i vini da suoli SCM hanno confermato i giudizi positivi dellanno precedente, positivit che anche andata ai vini ottenuti su suoli MLP. Sono vini ben colorati, strutturati e fruttati, con nota acidula un poco evidente negli SCM, come nel 2008. Anche i vini da COR e MIN nel 2009 hanno mostrato un discreto livello quali-tativo, con i primi un poco pi graditi dal panel di degustatori, per lequilibrio complessivo tra gli indicatori sensoriali.

Tabella 3 Principali parametri chimici dei vini ottenuti da microvinificazioni del Sangiovese dei Colli di Rimini, in funzione della tipologia di suolo.

SuoliAlcool

effettivo(%)

Acidit totale(g/L)

Zuccheri (g/L)

Estratto secco t.

(g/L)

Polifenoli totali(mg/L)

Antociani(mg/L)

2008MINSCMCORMLP

11.813.112.012.4

5.25.55.95.3

1.62.32.81.5

26.126.328.125.8

2115275727002128

310550450407

2009MINSCMCORMLP

12.514.713.514.9

5.15.75.65.7

1.63.02.45.0

22.931.028.134.1

1805253224883128

425450330430

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Profilo sensoriale e gradevolezze del Sangiovese dei Colli di Rimini, nel 2008 e 2009, in funzione della tipologia di suolo.

Anno 2008

Anno 2009

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Nei Colli di Rimini si sono individuate due Unit Vocazionali, le Terre, in ognuna delle quali il Sangiovese, a seguito dei suoi comportamenti fenologici, vegetativi, produttivi e qualitativi pu fornire vini distinguibili e con caratte-ristiche chimiche e organolettiche differenti. Queste due Terre hanno, per, unestensione e unimportanza, allinterno dellattuale territorio vitato della provincia di Rimini, molto differenti.Le Terre calcaree del basso Appennino riminese sono dominanti nella vi-ticoltura riminese ma possiedono, al loro interno, una moderata ma evidente variabilit pedologica che pu condizionare lespressione delle caratteristiche qualitative del Sangiovese. Queste Terre sono ampiamente caratterizzate dai suoli San Clemente (SCM1) sui quali la vite presenta ciclo vegetativo ed epoca di maturazione alquanto precoci, produttivit medio-bassa e buon equilibrio vegeto-produttivo. Qui il Sangiovese fornisce un vino rosso rubino intenso, strutturato, rotondo con evidente aroma fruttato (emerge la ciliegia) e spezia-to che lo rendono molto riconoscibile. Altrettanto diffusi in queste Terre sono i suoli Montelupo (MLP) che si diffe-renziano significativamente dai precedenti per la loro maggiore profondit utile, incidendo in modo diverso sul comportamento vegeto-produttivo della vite. Su questi suoli, infatti, il Sangiovese risultato pi vigoroso e, a parit di contenuti zuccherini e acidici, con i maggiori contenuti di polifenoli totali. I vini da suoli MLP sono apparsi, presumibilmente per questo motivo, poco equilibrati nel 2008, pi armonici e qualitativi nel 2009, annata in cui la matu-razione ha avuto un decorso migliore. Meno importanti per la loro diffusione sono i suoli Coriano (COR) che hanno caratteristiche agronomiche intermedie tra i suoli SCM e MLP, da cui si differenziano per la profondit utile e laccu-mulo di carbonato di calcio in profondit. Su questi suoli il Sangiovese inizia leggermente pi tardi la maturazione delle uve ma il suo equilibrio vegeto-produttivo simile a quello riscontrabile sui suoli SCM. I vini invece risultano

Vocazionalit viticola dei Colli di Rimini per il Sangiovese

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meno strutturati, leggermente pi astringenti, con meno equilibrio. Assoluta-mente meno diffusi sul territorio e poco rappresentativi i suoli Passano (PSS), per i quali non stato possibile stimare il loro grado di vocazionalit verso il Sangiovese.Le Terre dei Gessi del basso Appennino riminese costituiscono oggi solo un settore marginale della viticoltura riminese, probabilmente nel passato la loro importanza era superiore. In queste Terre sono caratteristici i suoli Monte Incisa (MIN), sui quali il Sangiovese presenta fasi fenologiche alquanto tardi-ve, anche a causa dellaltitudine elevata in cui si posizionano. Il livello produttivo soddisfacente e lequilibrio vegeto produttivo buono ma il rapporto zuccheri/acidi non sufficiente per una variet ad uva rossa. Il livello di antociani nelle uve risulta, qui, pi che discreto, vista anche lele-vata radiazione luminosa che caratterizza questo ambiente nelle esposizioni migliori, ma anche molto legato alla variabilit termica annuale.

Le Terre del Sangiovese dei Colli di RiminiUnit

Vocazionali Suoli FenologiaProduzionee vigoria

Qualitdelle uve

Caratteridel vino

Terre calcaree del basso Appennino riminese

SCM

Germogliamento medio-precoce;

invaiatura medio-precoce;

maturazione 14-20 settembre

Produzione da media a medio-

bassa vigoria media

Zuccheri medio-elevati, acidit

media, antociani medi, polifenoli medi

Rosso rubino intenso, strutturato, rotondo, evidente

aroma fruttato (ciliegia) e speziato

COR

Germogliamento medio-precoce;

invaiatura media; maturazione

16-22 settembre

Produzione da media a medio-

bassa, vigoria media

Zuccheri medio-elevati, acidit

media, antociani wmedi, polifenoli

medi

Rosso rubino intenso, strutturato, un po astringente

e amarognolo, evidente aroma fruttato (frutti di

bosco)

MLP

Germogliamento medio; invaiatura

media; maturazione 21-26 settembre

Produzione media, vigoria medio-

elevata

Zuccheri medio-elevati, acidit

media, antociani medio-elevati,

polifenoli medio-elevati

Rosso rubino (pi intenso nel 2009),

acidulo, astringente, fiorale evidente e fruttato (aromi pi evidenti nel 2009)

Terre dei Gessi del basso Appennino riminese

MIN

Germogliamento medio-tardivo;

invaiatura medio-tardiva; maturazione

23-27 settembre

Produzione media, vigoria media

Zuccheri medio-bassi, acidit medio-alta, antociani medi, polifenoli totali medi

Colore medio, struttura povera,

astringente e acidulo; poco equilibrato.

Aroma fiorale nelle annate favorevoli

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Vocazionalit del Sangiovese per i Colli di RiminiConsigli per i nuovi impianti e la gestione del vigneto.Unit Vocazionali Vocazionalit Consigli

Terre calcaree del basso Appennino riminese

Terre con elevata vocazionalit verso questo vitigno.

Sopra i 250 m s.l.m. e sui suoli pi profondi (MLP) pu diventare discreta nelle annate climaticamente meno favorevoli

Forme allevamento: Guyot, cordone speronato.Densit dimpianto: 2700-3500 ceppi/ha. Portinnesti: 420 A, SO4, Kober 5BB, 110 Richter.

Nelle annate calde e siccitose sfogliare poco e sul lato del filare meno esposto.Nelle annate sfavorevoli (e su suoli pi profondi) controllare la produzione con un moderato diradamento dei grappoli.

Terre dei Gessi del basso Appennino riminese

Terre con moderata vocazionalit verso questo vitigno.I vini hanno caratteristiche medie per lo squilibrio dovuto allacidit sostenuta.

Forme allevamento: Guyot, cordone speronato.Densit dimpianto: 2700-3500 ceppi/ha. Portinnesti: 420 A, 161-49, SO4, 110 Richter

Esposizioni assolate (es. sud) e controllo della produttivit per ceppo (con defogliazione accorta negli anni caldi) possono migliorare la qualit delluva.

I vini di Sangiovese qui ottenibili hanno caratteristiche mediocri: colore rosso rubino medio, struttura povera, astringenza, acidit percepibile; nel comples-so poco equilibrati. Nelle annate termicamente favorevoli la qualit migliora, evidenziando un interessante aroma fiorale.

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Il Cabernet sauvignon il vitigno a bacca rossa pi diffuso al Mondo. Dalla Francia, sua terra dorigine, grazie alle sue grandi capacit di adattamento alle pi differenti condizioni ambientali emigrato soprattutto in California, Cile, Sud Africa e Australia, zone dove questo vitigno pu fornire, in purezza, vini di grande interesse, intensamente colorati, strutturati e complessi. Pi antico e tradizionale il suo utilizzo nel famoso taglio bordolese, assieme a Cabernet franc e Merlot. In Italia presente per oltre 8.000 ha, dei quali 3.250 in Veneto, 1.050 in Toscana e 700 in Sicilia (ISTAT, 2000). In Emilia Romagna coltivato su circa 200 ha in provincia di Bologna, larea di suo maggior concentrazione, 70-80 ha nelle province di Piacenza e Ravenna e circa 150 ha in quella di Rimini. In regione

Comportamento vegeto-produttivoe qualitativo del Cabernet sauvignon

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inserito nelle DOC Colli Bolognesi, Colli Piacentini, Colli di Rimini, Colli dImola e Colli di Parma, con la menzione del nome del vitigno se utilizzato per almeno l85%; pu inoltre concorrere per il 40-60% nellelaborazione del Colli di Faenza rosso e per il 15-25% del Colli di Rimini rosso. Entra anche nelle IGT Emilia, Forl e Ravenna, con la menzione del nome se utilizzato per almeno l85%. Originatosi dallincrocio, presumibilmente spontaneo, tra Cabernet franc e Sauvignon blanc, il Cabernet sauvignon un vitigno vigoroso, con portamento della vegetazione assurgente, costantemente produttivo, a maturazione medio-tardiva. Ha grappolo di dimensioni medie, di forma piramidale, spesso alato, mediamente serrato; lacino medio, sferoidale, di blu scuro molto pruinoso. La foglia, orbicolare e pentalobata, molto riconoscibile per i cinque fori prodotti dalla sovrapposizione dei lembi di tutti i cinque seni della lamina.Attualmente in Italia risultano omologati e propagati 11 cloni di Cabernet sauvignon.

MetodologiaNellambito del progetto Zonazione della collina romagnola nel territorio dei Colli di Rimini sono stati individuati due vigneti di Cabernet Sauvignon, negli stessi siti in cui erano presenti due vigneti-studio di Sangiovese oggetto di caratterizzazione pedologica. I due vigneti erano siti a San Paolo, a 190 m slm ed esposizione a Sud, con suoli Coriano (COR), e a Passano , a 100 m slm ed esposizione a Nord Est, con suoli Passano (PSS). Entrambi i siti si pongono allinterno delle Terre calcaree del basso Appennino riminese; i suoli COR si sono formati sulle rocce della formazione geologica delle Argille Azzurre mentre i suoli PSS sulle rocce afferenti alla formazione delle Arenarie di Borrello. I due suoli sono entrambi fortemente calcarei ma i suoli COR sono profondi e hanno un valore di argilla in tutto il profilo che oscilla tra il 36 41% mentre i suoli PSS

Tabella 1 - Indice di Winkler, precipitazioni aprile-ottobre e radiazione globale relativi ai due vigneti-studio di Cabernet Sauvignon nei Colli di Rimini. Medie del triennio 2007-2009.

Localit Quota(m s.l.m.) Esp.I. W.

(Gradi-Giorno)

Precipitazioni aprile ottobre

(mm)

Radiazione globale

aprile-ottobre(MJ/m2)

San Paolo 190 S 2096 325 4192

Passano 100 NE 2205 316 4050

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sono moderatamente profondi e hanno valori di argilla tra il 30 ed il 37 % .Dal punto di vista climatico il sito di San Paolo risultato, nel triennio, con Indice di Winkler inferiore rispetto al sito di Passano ma con radiazione globale superiore (Tab. 1). Leffetto esposizione influenza quindi la radiazione globale indipendentemente dallaltitudine.Il vigneto di San Paolo (suoli COR) allevato a cordone speronato con sesti di m 3,0 x 1,2 (2775 ceppi/ha), il vigneto di Passano (Suoli PSS) allevato a Guyot con sesti di m 3,1 x 1,1 (2930 ceppi/ha); entrambi hanno il suolo gestito con diserbo sottofila e lavorazione meccanica dellinterfila.

Prestazioni vegeto-produttive e qualitative La produzione a ceppo media triennale dei due vigneti risultata uguale (3,4 kg/ceppo) ed anche il peso medio del grappolo non ha mostrato alcuna differenza significativa. Il peso del legno di potatura risultato invece significativamente superiore nel vigneto di Passano (suolo PSS); 1,64 kg/ceppo di legno di risulta della potatura secca un valore elevato, ma il Cabernet Sauvignon un vitigno ben conosciuto per la sua vigoria.

La gradazione zuccherina del mosto stata leggermente superiore nel vigneto di San Paolo, in concomitanza con unacidit titolabile inferiore, mentre si sono qui riscontrati livelli di antociani e di polifenoli totali significativamente pi elevati.

Andamento della maturazione I due vigneti hanno mostrato andamenti della maturazione alquanto simili nella cinetica ma leggermente differenti nel momento dinizio della maturazione, pi precoce nel vigneto San Paolo (Fig. 1). Si pu notare come, nel 2009, lacidit titolabile del vigneto Passano abbia una degradazione pi lenta, raggiungendo valori pi consoni al Cabernet Sauvignon solamente negli ultimi giorni prima della vendemmia.

Tabella 2 Caratteristiche vegeto-produttive e qualitative espresse dal Cabernet Sauvignon in due siti pedo-climatici differenti dei Colli di Rimini. Medie del triennio 2007-2009

Vigneto Produzione(kg/ceppo)

Peso del grappolo

(g)

Legno di potatura

(kg/ceppo)

Zuccheri(Brix)

Acidit titolabile

(g/L)

Antociani(mg/kg)

Polifenoli totali

(mg/kg)San PaoloPassano

3.423.43

137148

1.19 a1.64 b

24.1 b23.6 a

5.836.13

2058 b1687 a

4017 b3379 a

Lettere differenti indicano valori statisticamente significativi per p0.05 al test S-N-K

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Analisi chimica e sensoriale dei vini Nel 2008 il vino Cabernet sauvignon ottenuto da microvinificazione di uve del vigneto San Paolo risultato pi alcolico, con maggior estratto secco e, soprattutto, con livelli pi elevati di polifenoli totali e di antociani rispetto al vino del sito Passano. Nel 2009 i vini di entrambi i siti hanno espresso caratteristiche qualitative simili tra loro e complessivamente elevate; sola-mente i polifenoli totali si sono mantenuti superiori nel vino del sito San Paolo.

Figura 1 Andamento della maturazione del Cabernet Sauvignon in due siti pedo-climatici dei Colli di Rimini, negli anni 2008 e 2009.

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Lanalisi sensoriale dei vini ha confermato gli stessi risultati scaturiti dallanalisi chimica. Nel 2008 il Cabernet sauvignon del sito San Paolo stato pi gradito dal panel di degustazione, raggiungendo un punteggio di 7,4 per la gradevolezza complessiva rispetto a 6,7 ottenuto dal vino di Passano. Nel 2009 i due vini hanno ottenuto lo stesso punteggio di 7,4.La maggior gradevolezza del vini di San Paolo il primo anno dovuta

ViniAlcool

effettivo(%)

Acidit totale(g/L)

Zuccheri (g/L)

Estratto secco t.

(g/L)

Polifenoli totali(mg/L)

Antociani(mg/L)

2008San PaoloPassano

14.3613.60

5.95.6

3.21.8

36.633.3

30862073

843649

2009San PaoloPassano

14.5214.13

5.55.6

3.52.6

32.431.9

29852194

714629

Tabella 3 Principali parametri chimici dei vini delle annate 2008 e 2009 ottenuti da microvini-ficazioni di Cabernet Sauvignon provenienti da due vigneti-studio differenti dei Colli di Rimini.

Figura 2 Profilo sensoriale del Cabernet Sauvignon prodotto in due siti pedo-climatici differenti dei Colli di Rimini, nel 2008.

La z

onaz

ione

viti

cola

dei

Col

li di

Rim

ini

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alla migliore colorazione del vino, soprattutto nei riflessi violacei, alla pi intensa nota fiorale e al pi basso sentore di peperone verde. Levidente pi elevata astringenza viene probabilmente mascherata, in sede di gradevolezza, dallelevato grado alcolico del vino. Nel secondo anno solo gli indicatori del colore sono leggermente superiori nel Caber-net Sauvignon di San Paolo. interessante notare che in entrambi gli anni i vini di Passano hanno mo-strato un evidente e maggiore aromaticit da prugna essiccata.

Figura 3 Profilo sensoriale del Cabernet Sauvignon prodotto in due siti pedo-climatici differenti dei Colli di Rimini, nel 2009.

La z

onaz

ione

viti

cola

dei

Col

li di

Rim

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Conclusioni

Le prestazioni vegeto-produttive di un vitigno e le caratteristiche qualitative del vino con esso ottenuto sono strettamente correlate ai caratteri ambientali del territorio di produzione. In particolare, il clima locale e le caratteristiche dei suoli caratterizzanti ogni zona viticola, interagiscono con il vitigno nel farne emergere la qualit innata del vino: questo concetto sta alla base delle zonazioni viticole. I Colli di Rimini sono un territorio vitato climaticamente e orograficamente abbastanza omogeneo, in cui laltitudine e, in minor misura, lesposizione sono fattori ambientali importanti nellinfluenzare la qualit dei vini ottenibili. Anche la variabilit pedologica di questo territorio, pur non essendo elevata, apparsa comunque sufficiente per riscontrarne un effetto sulla qualit delle produzioni, sia di Sangiovese sia di Cabernet Sauvignon. Su una superficie investigata di circa 17.000 ha, sono state individuate cinque tipologie di suolo, di cui almeno tre con qualche caratteristica agronomica che la differenzia dalle altre: in particol