n cuore pensante - scienzaevita.org fileche era della bocca, ma non del cuore. Nelle profondità...

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Avvenire 02/11/2014 Copyright © Avvenire Novembre 3, 2014 11:38 am / Powered by TECNAVIA Copia ridotta al %d%% del formato originale letter della pagina il bonus di 80 euro FATIGANTE A PAGINA 8 I I numeri e gli uomini n cuore pe Il fatto. Nella festa di Og tentazione di sostituire D I deva si con Il Papa: solo le Be EDITORIALE LETTERA AL CUORE DEL TEMPO, DA NIAMEY LE FATALI INCOERENZE MAURO ARMANINO aro direttore, so di che cosa parlo. Ero operaio e sin- dacalista nella Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm) degli anni 70. Ho chiuso con l’esperienza operaia, ma non con lo spirito "resistente" e non solo perché figlio di un partigiano. La resistenza è diventata u- na serie di scelte conseguenti. Il no al servizio mi- litare si è tradotto in due anni di volontariato in- ternazionale sostitutivo in Costa d’Avorio. E poi il seguito. Scelte di vita e di luogo da cui sguardare il mondo: Costa d’Avorio, Argentina, Liberia, Geno- va Centro Storico-Carcere di Marassi, il Niger dei migranti e della povertà in-sostenibile... Oggi vo- glio parlare di in-coerenze fatali. In-coerenze, quando da un lato si rivendica il bene comune, la politica come strumento per realizzarlo e il lavoro per trasformarsi e trasformare la realtà. In- coerenze quando poi si privatizza il corpo (è mio e ne faccio ciò che voglio), i figli (intesi come "diritto") e la non accettazione di quanto "scritto" in ciò che si suole ancora chiamare natura. In-coerenze quando si parla e si rivendica l’ecologia, essere parte di un insieme-mondo che ci fa e che ci costituisce e che contribuiamo a fare. C continua a pagina 2 EDITORIALE DALLA PERIFERIA SI VEDE PROPRIO BENE IL DOVERE UMANO MARCO TARQUINIO i sono grato, caro padre Mauro, per una let- tera-appello, che riga dopo riga si è rivela- ta molto di più. Le parole che hai trovato e meditato sono uno specchio originale e profondo dei fatti, delle informazioni e dei pensieri che cerchiamo di condividere su questo gior- nale in questo tempo prezioso e duro (che è tempo di Dio eppure interamente nostro, e dunque non meno difficile e non meno bello di ogni altro tempo del- l’uomo e della donna). C’è da raccontare di chi non si arrende, e continua a costruire, e procede nella semi- na di un’umanità nuova, ma c’è anche da portare al- la luce tutto ciò che è essenziale per smascherare le trame dei distruttori, coloro che il Papa – ieri, al Vera- no – ha chiamato «i devastatori». C’è da dare voce a- gli sfruttati, ai dimenticati e agli assassinati dagli «i- dolatri» del denaro e delle ideologie (finanzieri senza morale, narcos e mafiosi d’ogni risma e paese, politi- ci miopi o ignavi o corrotti, imprenditori cinici, con- vertiti all’indifferenza, religiosi fanatici e senza Dio come quelli che imperversano in Iraq e in Siria, ma av- velenano anche il “tuo” Niger…). T continua a pagina 2 Scarpe nella Liquido ner do. Colato d contarli per «Noi siamo capaci di devastare la Terra meglio degli angeli. E già lo stiamo facendo». Ma per salvarci da questa «distruzione» e dalla «cultu- ra dello scarto» che colpisce piccoli, anziani, po- veri, «dobbiamo seguire lo spirito delle beatitu- dini». Papa Francesco nella Messa celebrata al Verano ribadisce l’invito a intraprendere un nuo- vo cammino e lancia un appello «ai fratelli de- vastatori»: convertitevi. All’Angelus la medita- zione sui santi: «Uomini e donne comuni, spes- so ultimi per il mondo, ma primi davanti a Dio». Stati Uniti. Elezioni Sono le donne l’ultima carta di Obama: parità al lavoro ELENA MOLINARI A tre giorni dalle elezioni di rin- novo del Congresso in cui i de- mocratici rischiano di perdere anche il con- trollo del Senato, Ba- rack Obama si ri- volge alle donne che lavorano: un serbatoio di voti al quale ha at- tinto con fidu- cia in passato. Il presidente ha promesso di nuovo politi- che a sostegno del la- voro femminile e del- la maternità, che in realtà hanno ben po- che probabilità di es- sere approvate dal Congresso. NELLA TE Vele A PAGINA 6. CALVI A PAG. 2

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Avvenire 02/11/2014

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IntervistaBoccia: ricalibriamosulla famigliail bonus di 80 euro

FATIGANTE A PAGINA 8

Il casoCosta crociere:c’è la cappellail cappellano non torna

BELLASPIGA A PAGINA 12

Quot id iano d i isp i raz ione catto l ica www.avvenire . i t

ANNO XLVII n° 2591,40 €

Domenica 2 novembre2014

Commemorazionedi tutti i FedeliDefunti

Susanna Tamaro

n me, fin dall’inizio, c’è stata unavoce. Una voce che mi interrogavasenza sosta e che, per uscire, aveva

bisogno delle parole. «Hai imparato aparlare con una precocitàstraordinaria», mi ripeteva spessomia madre, «peccato però che quasisubito tu abbia smesso di farlo». Ilgrande, interminabile, certosinosilenzio della mia infanzia! Silenzioche era della bocca, ma non del cuore.Nelle profondità più segrete della miapersona il dialogo era ininterrotto, edi un’intensità quasi assordante. Pernatura avevo, ed ho, unastraordinaria capacità diosservazione e un’altrettantoformidabile memoria. Vedevo tuttociò che non era coerente. Coerente a

che cosa? Coerente a quella sete diverità che, da sempre, si agitava nelmio cuore. Cercare il numero piùgrande - il numero che genera gli altrinumeri - era un modo per dare unvolto a quell’entità che intuivosostenere l’intero universo. Nessunointorno a me parlava di queste cose,così andavo in giro cercando un po’ atentoni. E, in questa ricerca, erainevitabile che, prima o poi, miscontrassi con il drammadell’imperfezione. I numeri eranoassolutamente perfetti, ma gliuomini? Più crescevo, più mi parevache, in loro, ci fosse qualcosa che lirendeva molto diversi dai numeri eanche dai fiori.

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II numeri e gli uomini

n cuore pensante

Il fatto. Nella festa di Ognissanti Francesco denuncia latentazione di sostituire Dio e chiede di uscire dal relativismo

I devastatorisi convertanoIl Papa: solo le Beatitudini salvano la terra

E D I T O R I A L E

LETTERA AL CUORE DEL TEMPO, DA NIAMEY

LE FATALIINCOERENZE

MAURO ARMANINO

aro direttore,so di che cosa parlo. Ero operaio e sin-dacalista nella Federazione lavoratorimetalmeccanici (Flm) degli anni 70. Hochiuso con l’esperienza operaia, ma

non con lo spirito "resistente" e non solo perchéfiglio di un partigiano. La resistenza è diventata u-na serie di scelte conseguenti. Il no al servizio mi-litare si è tradotto in due anni di volontariato in-ternazionale sostitutivo in Costa d’Avorio. E poi ilseguito. Scelte di vita e di luogo da cui sguardare ilmondo: Costa d’Avorio, Argentina, Liberia, Geno-va Centro Storico-Carcere di Marassi, il Niger deimigranti e della povertà in-sostenibile... Oggi vo-glio parlare di in-coerenze fatali.In-coerenze, quando da un lato si rivendica il benecomune, la politica come strumento per realizzarloe il lavoro per trasformarsi e trasformare la realtà. In-coerenze quando poi si privatizza il corpo (è mio ene faccio ciò che voglio), i figli (intesi come "diritto")e la non accettazione di quanto "scritto" in ciò chesi suole ancora chiamare natura.In-coerenze quando si parla e si rivendica l’ecologia,essere parte di un insieme-mondo che ci fa e che cicostituisce e che contribuiamo a fare.

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E D I T O R I A L E

DALLA PERIFERIA SI VEDE PROPRIO BENE

IL DOVEREUMANO

MARCO TARQUINIO

i sono grato, caro padre Mauro, per una let-tera-appello, che riga dopo riga si è rivela-ta molto di più. Le parole che hai trovato emeditato sono uno specchio originale eprofondo dei fatti, delle informazioni e dei

pensieri che cerchiamo di condividere su questo gior-nale in questo tempo prezioso e duro (che è tempo diDio eppure interamente nostro, e dunque non menodifficile e non meno bello di ogni altro tempo del-l’uomo e della donna). C’è da raccontare di chi non siarrende, e continua a costruire, e procede nella semi-na di un’umanità nuova, ma c’è anche da portare al-la luce tutto ciò che è essenziale per smascherare letrame dei distruttori, coloro che il Papa – ieri, al Vera-no – ha chiamato «i devastatori». C’è da dare voce a-gli sfruttati, ai dimenticati e agli assassinati dagli «i-dolatri» del denaro e delle ideologie (finanzieri senzamorale, narcos e mafiosi d’ogni risma e paese, politi-ci miopi o ignavi o corrotti, imprenditori cinici, con-vertiti all’indifferenza, religiosi fanatici e senza Diocome quelli che imperversano in Iraq e in Siria, ma av-velenano anche il “tuo” Niger…).

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PINO CIOCIOLA

Scarpe nella polvere e in uno scenario spettrale.Liquido nero, oleoso, raggrumato, nauseabon-do. Colato da bidoni tossici. Una cinquantina, acontarli per quanto si riesca, seppelliti qui pro-

babilmente qualche lustro fa: "Cava Montone",via della Barcaiola a Ercolano. Spaccati, divora-ti e corrosi dagli anni. Su alcuni c’è ancora (benleggibile) la scritta "Montedison", alcuni altri so-no poggiati alle sponde laterali del cassone ar-rugginito di un camion, sotterrato con i bidoni.

PRIMOPIANO A PAGINA 4

«Noi siamo capaci di devastare la Terra megliodegli angeli. E già lo stiamo facendo». Ma persalvarci da questa «distruzione» e dalla «cultu-ra dello scarto» che colpisce piccoli, anziani, po-veri, «dobbiamo seguire lo spirito delle beatitu-dini». Papa Francesco nella Messa celebrata alVerano ribadisce l’invito a intraprendere un nuo-vo cammino e lancia un appello «ai fratelli de-vastatori»: convertitevi. All’Angelus la medita-zione sui santi: «Uomini e donne comuni, spes-so ultimi per il mondo, ma primi davanti a Dio».

Stati Uniti. Elezioni

Sono le donnel’ultima cartadi Obama:parità al lavoro

ELENA MOLINARI

A tre giorni dalle elezioni di rin-novo del Congresso in cui i de-

mocratici rischiano diperdere anche il con-trollo del Senato, Ba-

rack Obama si ri-volge alle donneche lavorano: unserbatoio di votial quale ha at-tinto con fidu-cia in passato.Il presidenteha promesso

di nuovo politi-che a sostegno del la-voro femminile e del-la maternità, che inrealtà hanno ben po-che probabilità di es-sere approvate dalCongresso.

Il viaggio

Presidenza Cei:missione di pacea Gaza e Sderot

La delegazione guidata da Bagna-sco domani in visita ai quartieri di-strutti e alla città colpita dai razzi.

NELLA TERRA DEI FUOCHI PIÙ DENUNCE SUGLI SVERSAMENTI

Veleni, l’omertà spezzata

A PAGINA 15

Papa Francesco ieri al Verano (Ansa)

Levatrici d’Egitto/13Noi la sola e veraimmagine di Dio(Il segno è la libertà)

LUIGINO BRUNI

La storia umana non è una linea retta u-niforme e monotòna. Alcuni eventi pos-siedono la forza di curvare il tempo. Lavoce del Sinai è uno di questi eventi.Quelle parole dette e donate a un popo-lo di ex schiavi liberati e pellegrini in undeserto, hanno fatto entrare l’umanità inuna nuova epoca morale e religiosa.

A PAGINA 3

L’inchiestaChi non s’arrendee fa rinascerele periferie d’Italia

V. CHIANESE, L. GALLIANI, D. MOTTA

Ai margini delle città e nei centri di provin-cia cresce la voglia di appartenenza a nuo-ve comunità, in grado di integrare percorsie vicende diverse: spesso si cerca di usciredall’isolamento sociale, con progetti pen-sati "ad hoc" per nuove famiglie, immigra-ti e anziani. Sempre più decisivo il ruolo dimediazione e di rilancio della Chiesa.

A PAGINA 5

IntervistaDal Toso: ho visto una Siria che si aiutanello scempio

LUCIA CAPUZZI

«Nelle pieghe di questa catastrofe ho in-contrato un’altra Siria. Una nazione ca-pace di inventarsi mille e un modo per al-leviare le sofferenze». Giampietro Dal To-so, segretario del Pontificio consiglio CorUnum, ha appena terminato una missio-ne a Damasco, dove si è recato per parte-cipare all’assemblea dei vescovi cattolici.

A PAGINA 15

I NOSTRI TEMI

Caso Cucchi, altre polemicheIl giudice: no a gogne mediaticheI genitori fanno causa al ministero

SALINARO A PAGINA 10

A PAGINA 6. CALVI A PAG. 2

IdeeIl cuore è il luogo della profonditànon delle emozioni

ENZO BIANCHI A PAGINA 22

DibattitoIl latino lingua viva?Spataro e Miraglia:«Il valore dei classici»

ZACCURI A PAGINA 23

Cinema“Terra di Maria”,se la distribuzioneparte dal basso

GENOVESE A PAGINA 25

MUOLO A PAGINA 17

Avvenire 02/11/2014

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l “diritto della Terra” a cui apparte-niamo, ma poi non si accettano le

conseguenze di questa appartenenzafontale. In-coerenza quando da un la-to si parla di limiti (decrescita, no allamercificazione generalizzata, al mer-cato globale) e dall’altro non si accet-ta il limite come segno di creatura-lità/umanità. Ci si re-inventa, si tenta-no alchimie generative, identità mo-dellabili a piacimento e non ci si vuo-le accorgere che tutto ciò è funzionaleal capitalismo capillare che poi, però,si accusa di ogni male.In-coerenze fatali perché parlano undoppio linguaggio. Il linguaggio di chidice di combattere ciò che, d’altro can-to, facilita e promuove. Non ci si vuoleaccorgere che tutto quanto accade nonè casuale. Al contrario sembra entrarenella strategia globale di nuovi merca-ti in nuovi e inediti ambiti: produzio-

ne di vite, arroganza di non rispettarele elementari saggezze che giungonoda chi ha tentato di dare un senso alledifferenze e al mistero della vita, delladiversità e della sessualità umana.In-coerenze fatali, sì. Perché, consa-pevolmente o meno, si fa il gioco deiricchi e dei potenti del mondo. I pove-ri(uomini e soprattutto donne) diven-tano merce di scambio, sfruttabile nel-l’economia e nell’etica. Per le risorseminerarie ci si accorge (tardi) dellosfruttamento dei poveri (nel Sud delmondo). E nemmeno si parla dellosfruttamento di uteri, pagati per “pro-durre a piacimento” vite spendibili nelmercato dei ricchi.In-coerenze fatali quando si parla diricupero della “lentezza” e di “decre-scita”. Di dissenso contro gli Ogm e,però, si continua a manipolare il cor-po umano, soprattutto femminile, sen-

za condizioni e limiti che non sianoquelli finanziari.In-coerenze fatali quando si parla (po-co) dei poveri, si parla (a volte) in loronome e si sopprime il più povero di tut-ti, l’essere chiamato embrione che di-pende totalmente dall’altra/o per ve-nire alla luce. Per fortuna mia madre emio padre questo l’avevano capitomolto bene e l’hanno vissuto.Dobbiamo camminare domandando(criticamente).Dobbiamo ricuperare il senso del limi-te in tutti gli ambiti (antropologico, e-conomico, politico, etico).Dobbiamo ri-conoscere di non esserepadroni della vita (propria o degli al-tri) Dobbiamo ritrovare criticità di frontea ogni operazione d’attacco che miraalla fabbricazione di vite umane.Dobbiamo avere consapevolezza di u-na responsabilità sociale nelle propriescelte, nessuna delle quali è mera-mente “privata” o “privatizzabile”.Dobbiamo saper sviluppare una con-

testazione radicale di ogni tipo di sfrut-tamento e dominazione del denaro, del-le classi sociali e del sapere come po-tereDobbiamo trasmettere il rispetto del-la diversità (umana, sessuale e cultu-rale) senza fare di nessuna diversità unidolo.Dobbiamo scegliere di stare dalla par-te dei messi da parte, ovunque essi/esiano, pagando di persone le conse-guenze di questa scelta.Dobbiamo smascherare il nuovo e in-vadente capitalismo capillaree violen-to, anzitutto in noi stessi e noi stesse.C’è da ri-partire e ri-fondare una cul-tura del limite, nella quale i mezzi nonsi sostituiscano ai fini. E ci serve chel’apprendimento dell’umiltà di frontealla vita sia vissuto e trasmesso conscelte conseguenti.Un saluto da Niamey, in questo otto-bre dell’anno 2014.

Mauro ArmaninoMissionario della SMA

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I

INDENNIZZI AI MILITARIINTERNATI NEI CAMPI NAZISTIGentile direttore,la recentissima pronuncia della CorteCostituzionale che apre ai cittadini i-taliani internati nei campi di concen-tramento nazisti la possibilità di agirein giudizio contro la Germania non èsolo un riconoscimento “morale”, è u-na sentenza storica di grandissima im-portanza giuridica che fa prevalere i di-ritti degli internati sul principio che im-pediva a un privato di agire contro unPaese straniero. Penso in particolare a-gli “Imi”, gli internati militari italianiche furono deportati nei lager: circa600mila soldati e ufficiali, sottopostiper venti lunghi mesi a umiliazioni, fa-me, lavoro coatto, tremende vessazio-ni e soprusi di ogni genere. Almeno40mila di loro non fecero più ritorno,martiri ai quali la Germania già all’e-poca dei fatti disconobbe la protezio-ne legale che sarebbe spettata ai pri-gionieri di guerra. Credo che adesso igoverni italiano e tedesco dovrannoriaprire celermente un negoziato.L’Anrp (Associazione nazionale redu-ci dalla prigionia, dall’internamento edalla guerra di liberazione), è da sem-pre impegnata nella difesa dei dirittidegli “Imi”, con azioni quali la realiz-zazione in corso a Roma del Museo“Luogo della memoria” e dell’Albocommemorativo dei circa 40mila ca-duti.

Enzo Orlanduccipresidente Anrp

AGEVOLARE LA DONAZIONEDI SANGUE E ORGANIGentile direttore,da ex donatore di sangue (non più at-tivo per raggiunti limiti di età) e da do-natore di organi (tuttora... in attività),mi chiedo quando sulla carta d’iden-tità e sulla patente di guida sarà obbli-gatorio – o per lo meno possibile per chilo desidera – indicare il gruppo san-guigno e il consenso o il rifiuto alla do-nazione di sangue e di organi. Questosemplice accorgimento potrebbe faci-litare di molto il compito degli opera-tori sanitari (e, nel caso della donazio-ne di organi, anche dei congiunti, to-

gliendo loro l’imbarazzo di dover sce-gliere per chi non è più in grado di far-lo). Sappiamo tutti benissimo come incerte situazioni il tempo è prezioso. Ba-sta solo un po’ di buona volontà.

Enzo BernasconiVarese

REDIPUGLIA: FARE MEMORIAANCHE DEI SUOI AUTORICaro direttore,ho apprezzato molto l’editoriale diMatteo Liut “Redipuglia, scuola di pa-ce per l’oggi”, apparso su “Avvenire” eho seguito con grande partecipazionela visita del Papa al Sacrario friulano.Questo Sacrario, opera di mio nonnoscultore Giannino Castiglioni e dell’ar-chitetto Giovanni Greppi, continua aemozionarmi. Purtroppo, anche in oc-casione del Concerto diretto dal mae-stro Riccardo Muti per il centenariodella prima guerra mondiale, non hotrovato cenno sulla stampa agli autoridi questa opera, da loro realizzata conamore e dedizione. Quando è stato in-tonato il “Silenzio” e le telecamere han-no inquadrato la scalinata, credo chemolti avranno provato un brivido alpensiero che lì riposano 100.000 ca-duti. Concludo con l’auspicio che i fon-di promessi vengano erogati sollecita-mente, restituendo a questo Sacrario,sintesi di arte e storia, la bellezza e la di-gnità che merita.

Giannino CastiglioniMilano

I 100 ANNI DI UNA FEDELELETTRICE DI “AVVENIRE”Gentile direttore,Giulia Veronese, fedele lettrice di “Av-venire” da almeno 30 anni e abbonataconvinta negli ultimi 5, compirà 100anni domani, 3 novembre 2014. Nataa Trieste, è milanese dal 1952. Noi figli,nipoti e nipotini, vogliamo festeggiar-la, ringraziando Dio per avercela data.

Claudia Carere Comes

Tutta la “famiglia di Avvenire” si uni-sce di cuore, nel modo più fervido, a-gli auguri alla gentile signora Giulia. Ilgrazie a Dio dei suoi cari è anche il no-stro. (mt)

Le lettere vanno indirizzate adAvvenire, Redazione Forum, piazza Carbonari 3, 20125 Milano. Email: [email protected] 02.67.80.502I testi non devono superare le1.500 battute spazi inclusi e nondevono avere allegati. Oltre allafirma e alla città chiediamol’indicazione dei recapiti che nondivulgheremo. Ci scusiamo perquanto non potremo pubblicare.

Nel 2012 ogniCav, in media, haaiutato a nascere48 bambini eassistito 72gestanti

Domenica2 Novembre 20142 I D E EQuanto bene possiamo fare con il buon esempio

e quanto male con l’ipocrisia. Papa Francesco

il santodel giorno

di Matteo Liut

Nel mare la memoriapiù preziosa per Trieste

el giorno in cui la Chiesa ricorda tutti i fedeli defunti, il mar-tirologio riporta, tra gli altri, anche il nome del martire

protettore di Trieste, anche se il capoluogo giuliano ne celebrala memoria domani. Dalla "Passio" di questo testimone anticoveniamo a sapere che egli venne cresciuto nella fede dai geni-tori, anche se non abbiamo altri particolari certi sulla sua bio-grafia. Di certo egli, nel corso della persecuzione di Dioclezia-no, dovette compiere la tremenda scelta tra la propria fede e glidei "imperiali" per avere salva la vita. Giusto scelse Cristo e perquesto venne legato a dei pesi e gettato in mare, anche se poi ilsuo corpo riemerse e venne recuperato. L’acqua alla quale il de-stino di Trieste è da sempre legato, quindi, conserva anche lamemoria più preziosa per la città.Altri santi. San Vittorino, vescovo e martire (303); beato PioCampidelli, religioso (1868-1889). Commemorazione di tutti ifedeli defunti.Letture. Gb 19,1.23-27a; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40.Ambrosiano. 2 Mac 12,43-46; Sal 129; 1 Cor 15,51-57; Gv 5,21-29.

N

Giustodi Trieste

a voi la [email protected]

L'OCCASIONE SERIA DEL BURKINA FASOdi Giulio Albanese

l regime di Blaise Compaoré, presiden-te-padrone del Burkina Faso, si è dun-

que dissolto dopo lunghi anni di tirannia.Si tratta di evento importante e da non sot-tovalutare nel contesto geopolitico dell’A-frica subsahariana. Anzitutto perché, ri-spetto a quanto accaduto in altri Paesi del-la regione, è stato il popolo a chiedere le di-missioni del leader. La goccia che ha fattotraboccare il vaso è stato l’annuncio di u-na riforma costituzionale per consentire aCompaoré di restare al potere, che avevaconquistato 27 anni fa, spodestando il suopredecessore, il carismatico ThomasSankara, del quale si sospetta avesse poi or-dinato l’uccisione. Di fronte al malessere che già da tempocovava tra la gente, Compaoré si era dettodisposto a rinunciare al progetto di modi-fica della Carta fondamentale, in cambiodi un prolungamento del suo mandato,cosa che ha fatto infuriare ancora di più lapopolazione. In queste ore, il controllo delPaese è stato assunto da una giunta mili-tare, che ha annunciato una rapida tran-sizione in vista di nuove elezioni, promes-se entro 90 giorni. Ma la società civile chie-de con forza che le Forze armate faccianosubito un passo indietro.Gli osservatori, com’è naturale, invitanoalla prudenza, non foss’altro perché biso-

gnerà vedere fino a che punto i militari sa-ranno in grado di creare le condizioni perun passaggio dei poteri ai civili, nel rispet-to delle regole di uno Stato democratico. Se questo agognato cambiamento doves-se avverarsi, esso costituirebbe un prece-dente importante nell’intero scacchiere a-fricano e rappresenterebbe un monito pertutti quei personaggi, veri e propri dino-sauri della politica, che da decenni domi-nano la scena continentale. Stiamo par-lando dell’ugandese Yoweri Museveni, delcamerunese Paul Biya e dell’uomo fortedello Zimbabwe, Robert Mugabe. Com’era tuttavia prevedibile, l’uscita discena di Compaoré preoccupa non pocole diplomazie occidentali. Il suo governocostituiva infatti una sorta di baluardo con-tro il fenomeno del jihadismo che ha inte-ressato vasti settori della fascia saheliana,soprattutto dopo la caduta del regime diGheddafi in Libia.Il "Paese degli uomini integri" (questo si-gnifica Burkina Faso) è anche tra i più po-veri al mondo. C’è pertanto da augurarsi cheuna nuova classe dirigente espressa dal bas-so sappia interpretare al meglio il sogno diSankara: «Per ottenere un cambiamento ra-dicale, bisogna avere il coraggio d’inventa-re l’avvenire». L’occasione c’è, ed è seria.

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DONNE E LAVORO, LA CLASSE DI OBAMAdi Massimo Calvi

el 2014, nella maggiore economia delmondo, gli Stati Uniti, le donne che

lavorano sono meno pagate dei colleghiuomini, faticano a ottenere periodi di a-spettativa per curare i figli o un genitoremalato, sono ancora discriminate se a-spettano un bambino, possono essere li-cenziate se prendono troppe pause dal la-voro per ragioni familiari. A ricordarlo, de-nunciando l’intollerabile discriminazio-ne, è Barack Obama: la disoccupazione ètornata sotto il 6% ma «in America non cipossono essere cittadini e lavoratori di se-conda classe», ha detto il presidente Usarivolgendosi alle donne.Molti hanno letto l’intervento come unmodo per ingraziarsi l’elettorato femminilea pochi giorni dal voto di midterm. Ma lachiave politica nulla toglie al significato deldiscorso. Nel mondo del lavoro le donnecontinuano a viaggiare "in seconda clas-se", ovunque si trovino. Lo conferma laclassifica sulla "disparità di genere" delWorld Economic Forum, diffusa pochigiorni fa, che vede primeggiare i Paesi delNord Europa, con gli Usa al 20° posto su 142e l’Italia al 69°, ma tra gli ultimi (129° po-sto) per differenza salariale. In Europa ledonne guadagnano in media il 30% in me-

no degli uomini, e le ragioni sono molte enote. Dipendono dai pregiudizi, ma so-prattutto da un dato naturale incontro-vertibile: le donne possono fare figli e pos-sono voler stare con loro il tempo che ser-ve. E questo continua a rappresentare unproblema per larga parte della cultura a-ziendale.Aver parlato di maternità, dunque di con-ciliazione, di «difesa delle donne incinte»,e non solo di gap retributivo o di carriera,è un merito per Obama, che in questo sem-bra distinguersi da molti leader e opinio-nisti europei, purtroppo anche donne. Èemblematico che l’appello giunga dallostesso Paese in cui due aziende al top delpoliticamente corretto, Apple e Facebook,hanno annunciato che regaleranno il con-gelamento dei gameti alle dipendenti in-teressate a fare carriera e rinviare la ma-ternità. L’America, in vari modi, ci ricordache c’è molta strada da fare per impararea non discriminare le donne, concedendoloro la libertà di restare donne. Una sfidaper le aziende che oggi fanno a gara neldirsi friendly, aperte e amichevoli verso bi-sogni emergenti, come per i sindacati incerca di "nuovi" diritti da rappresentare.

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N

Con il progetto «Emergenza Kurdistan: non lasciamoli soli», promossoda Focsiv e Avvenire, si vuole dare un aiuto concreto a 250 famiglie disfollati dalla Piana di Ninive che ora vivono all’Ankawa Mall, l’ex centrocommerciale di Erbil riadattato per accogliere i rifugiati. Fuggono dalmassacro: non lasciamoli soli. Per informarti e per donare vai suwww.emergenzakurdistan.it o su www.avvenire.it; oppure usa il c.c.p.47405006 intestato a FOCSIV, causale: EMERGENZA KURDISTAN; o ilconto corrente di Banca Etica, intestato: KURDISTAN - NONLASCIAMOLI SOLI, Iban: IT 63 U 05018 03200 0000 0017 9669.

er questo scriviamo delle nuove e vecchie schiavitù che vengono lasciateproliferare, delle persecuzioni che nessuno ferma e troppi ricominciano,

degli uteri in affitto e delle vite cancellate, espropriate e mercanteggiate primae dopo la nascita. Per questo insistiamo a scrutare e comprendere i limiti cheintacchiamo e superiamo per scienza, per fede e per amore e vorremmo con-tribuire a tener vivo il senso (la cultura, dici tu) del limite che invece si tende arimuovere per incoscienza, per cupidigia e per delirante e persino disumanapretesa di onnipotenza. Per questo la nostra fatica d’informare e di prendereposizione ci viene spesso rinfacciata dai cultori di quello che tu – prete e an-tropologo, uomo di resistenza e di preghiera, missionario – chiami il «doppiolinguaggio»: il linguaggio di una libertà irresponsabile, che infine non preser-va neanche se stessa e si fa a solo libertà di vendere e comprare, di manipola-re, di intossicare, di distruggere. La natura e gli esseri umani.

Grazie perché questa tua lettera-appello ci risarcisce. Ci offre, in ogni riga, ilrespiro del Padre e una consapevolezza di figlio fatto adulto e mantenuto bam-bino da una vocazione umana e una fedeltà cristiana accettate con aperto do-lore (per le ferite, le vertigini e le ingiustizie che segnano questo mondo) e congioia evangelica (per la concreta possibilità del cambiamento e della salvez-za). Ci incoraggia a continuare a indagare e a dire ciò che mai abbastanza è in-dagato e ciò che mai è detto una volta per tutte. E ci dice che vale la pena diimparare a vivere in un altro modo, per custodire e fare migliore il mondo. Èquesto il limpido dovere umano (non ci sono solo i diritti, vecchi e nuovi, verio presunti) al quale, senza posa, ci chiama la predicazione forte e davvero cat-tolica, cioè universale, di papa Francesco. È un dono, caro padre Mauro, cheanche le tue parole arrivino a rincuorarci e a spronarci da una “periferia” delmondo, da un lembo d’Africa che pochi conoscono e quasi nessuno conside-ra. Tu ci confermi che proprio da lì, con occhi giusti e mai arresi, si vede bene.Proprio bene.

Marco Tarquinio© RIPRODUZIONE RISERVATA

P

SEGUE DALLA PRIMA

IL DOVERE UMANO

SEGUE DALLA PRIMA

LE FATALI INCOERENZE

aro direttore,sono a letto e non riesco a dor-

mire. Ho finito di vedere una en-nesima fiction su Rai1 che si con-clude con i due protagonisti, percui ci fanno fare il tifo, un lui e unalei che, lasciata indietro, per varievicissitudini la loro famiglia, si ac-colgono in nome di un nuovo a-more: un’altra vita. E ho pensato:ma che tipo d’amore è questo? E lafamiglia, i figli, i coniugi lasciati, co-me restano? Che modello di fami-glia è questa?Non ci sto. Io e mio marito ci siamosempre battuti per la famiglia. Par-lo naturalmente di quella cristiana,di coloro che si sposano in chiesa esono stati tanti e ancora ce ne so-no. Noi che diciamo: «Io .... Accol-go te... Come mio sposo/a e con lagrazia di Dio prometto di esserti fe-dele sempre, nella gioia e nel dolo-re, nella salute e nella malattia e diamarti e onorarti tutti i giorni del-la mia vita»… Dovremmo ricordar-cela spesso di questa promessa da-vanti a Dio. Perché la famiglia cri-

stiana nasce lì, con il terzo e più im-portante elemento, il Signore, chesarà sempre con noi, se lo voglia-mo. Nei momenti belli e in quellidifficili, basta pregarlo e Lui c’è. Èquesta la nostra forza. Non dob-biamo dimenticarlo! E quindi l’a-more vero, per noi, è quello fedele.Non è un innamoramento che poipassa. È quello che, nonostante icaratteri diversi, i difetti, riesce, avolte, a fare un passo indietro peraspettare l’altro; riesce a perdona-re perché Gesù ce lo insegna.E poi, ricordiamoci che non siamomai arrivati, siamo sempre in cam-mino. Ancora, noi nonni, parteci-piamo a gruppi famiglie con i piùgiovani per imparare e migliorare,perché sbagliamo tante volte. Masiamo in pace. Questa è la nostravita, niente di eccezionale; due fi-gli, tre nipoti, due bisnonne, i fra-telli che incontriamo sul nostrocammino e noi che non vorremmomai l’altra vita delle fiction, ma a-spettiamo insieme l’Altra vita verache ci ha promesso il Signore, quel-la eterna. Mi scusi la lungaggine ecomplimenti per il “nostro” gior-nale.

Angelasposa, mamma, nonna

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C

Scriptamanent

«Sposa, mamma, nonna:mai vorrei l’altra vita delle fiction»

San José sotto la cenere del TurrialbaIl vulcano Turrialba in Costa Rica ha messo in scena la sua più potenteeruzione degli ultimi anni. Alcune persone sono state evacuate dallazona circostante per precauzione, ma non ci sono notizie di danni. Datre giorni un’alta colonna di gas e cenere è visibile da chilometri didistanza. Cenere che ha ricoperto una vasta area e si è posata anchesulla capitale San José, distante 50 chilometri. (Foto Reuters)

IL VULCANO IN COSTA RICA