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16 | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015 Il Fatto Speciale L’omeopatia è soltanto acqua fresca: le ricerche sulla grande illusione L » GIANNI BARBACETTO Milano a parola che più ripete, men- tre parla, è “indipendenza”. Dalle industrie farmaceuti- che, dalla finanza, dalla po- litica, dalle fedi, dalle super- stizioni. A 87 anni (portati splendidamente), Silvio Ga- rattini continua a esibire i suoi dolcevita bianchi, sulla plancia di comando dell’Isti- tuto di ricerche farmacologi- che Mario Negri di Milano. Ricerca, formazione, infor- mazione: sono le tre attività a cui si dedica da più di cin- quant’anni. “Non solo ricer- ca ”, spiega, “lo scienziato non deve restare chiuso nella sua torre d’avorio. Deve an- che informare, spiegare e farsi capire dalla gente”. Lui lo ha fatto mettendoci la fac- cia e dicendo chiaro come la pensa sulle superstizioni, sulle credenze magiche, sul- le bufale antiscientifiche, sul rifiuto di vaccinare i bambi- ni, su Di Bella, su Stamina. Anche sull’omeopatia, che va tanto di moda. “È da cin- quant’anni che la critico per la sua assoluta mancanza di basi scientifiche”. Ora è ap- pena arrivato in libreria Ac- qua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull’omeopa- tia (Sironi editore), scritto con un gruppo di colleghi. Il punto di domanda nel titolo, in verità, lo ritiene del tutto superfluo: “Nei preparati o- meopatici non c’è alcun prin- cipio attivo: sono proprio ac- qua fresca. C’è chi ha pro- messo un premio di 100 mi- lioni di sterline a chi riuscirà a mettere le etichette con il nome giusto su preparati o- meopatici a cui sono state tolte: impresa impossibile, perché quei prodotti sono tutti uguali, sono tutti acqua fresca”. La misteriosa “memoria” dell’acqua Si preparano così: si prende una sostanza e la si diluisce aggiungendole 99 parti di ac- qua. È la “centesimale”. Poi si prende un centesimo di questa soluzione e le si ag- giungono altre 99 parti d’ac- qua. E così via, per 20, 30 vol- te o più. È la diluizione in- ventata da Samuel Hahne- mann, il fondatore dell’o- meopatia. Leggete sulla con- fezione: se trovate scritto 20CH vuol dire che questo processo è stato ripetuto per venti volte. “Per la legge di A- vogradro”, spiega Garattini, “già dopo la sesta centesima- le, nel liquido non c’è più una quantità misurabile di mole- cole del principio attivo di- luito: resta, appunto, solo ac- qua”. I fautori dell’omeopatia dicono però che l’acqua con- serva, in qualche modo mi- sterioso, la “memoria” del principio attivo con cui è ve- nuta in contatto. “Smentiti dagli esperimenti in labora- torio. Di questa ‘memoria’ non c’è traccia. Se fosse vera, del resto, l’acqua sarebbe il peggior veleno del mondo, visto che nel suo ciclo entra in contatto con sostanze di tutti i tipi”. A questo punto il professor Garattini si conce- de un intermezzo enologico: “Se io prendo una bottiglia di ottimo Amarone e lo diluisco con 99 bottiglie d’acqua e poi ancora così per 20 o 30 volte, e infine imbottiglio il risulta- to finale vendendolo come Amarone omeopatico, vo- glio vedere che cosa mi suc- cede: ecco, tutti sappiamo vedere la differenza tra vino e acqua, ma non tutti la vo- gliono vedere tra un medici- nale e l’acqua”. No, non la vedono milioni di persone. Il mercato dell’o- meopatia in Italia vale circa 400 milioni di euro l’anno, attorno al 5 per cento della spesa per i farmaci non rim- borsabili pagati direttamen- te dai cittadini (8,16 miliardi di euro). Secondo l’Istat, gli italiani che si rivolgono alle medicine alternative in ge- nerale sono 4,9 milioni, pari all’8 per cento della popola- zione: la metà di questi fa ri- corso a “cure” omeopatiche. Ma secondo altre rilevazio- ni, sono almeno 10 milioni i “clienti” che usano l’omeo- patia. In Italia operano al- meno 700 medici omeopati (su 250 mila), però tutte le farmacie possono vendere prodotti omeopatici, senza prescrizione medica. “Capi- sco i medici, che sanno poco di chimica”, sorride Garatti- ni, “ma i farmacisti l’hanno studiata bene: perché accet- tano di vendere il nulla e a volte addirittura lo consi- gliano, a chi entra nella loro farmacia?”. L’anatra muschiata e il raffreddore di Tolstoj Forse perché rende. L’Oscil- lococcinum, per dire, va for- tissimo. È prodotto dalla Boiron, leader mondiale dell’omeopatia con sede in Francia, ed è pubblicizzato come farmaco contro l’i n- fluenza. Moltissimi giurano che funziona: la fa guarire, o addirittura la previene. “Tolstoj”, sorride Garattini, “diceva che il raffreddore con i farmaci guarisce in set- te giorni, senza farmaci in u- na settimana. Lo abbiamo a- nalizzato in laboratorio, l’O- scillococcinum: come altri prodotti omeopatici, non è ni ent ’altro che palline di zucchero imbevute in q ue l l’acqua superdiluita dalle ‘centesimali’. Costoso, per essere zucchero: 2 mila euro al chilo”. La Boiron dice che il prin- cipio attivo riportato in O- scillo è “Anas Barbariae He- patis et Cordis Extractum”. Dovrebbe essere un estratto di cuore e fegato di anatra muschiata, roba che non ha qualità medicinali conosciu- te. Comunque, tranquilli: le diluizioni sono tali che an- che i vegetariani e gli anima- listi possono restare sereni, di anatra muschiata nell’O- scillo non resta traccia. Chis- sà chi si sarà preso la briga di frullare il cuore e il fegato del pennuto (e quando, e dove). Possiamo consolarci pen- sando che, viste le diluizioni, un solo esemplare dovrebbe essere bastato a preparare le milioni di confezioni di O- scillo vendute da anni in tut- to il mondo. La diluizione in- dicata è di 200CK: qui la K indica che il metodo di pre- parazione è quello “korsako- viano”. In un flacone da 15 ml si versano 5 ml del materiale di partenza (o ceppo omeo- patico) e si agita (dinamizza- zione). Il flacone viene svuo- tato per aspirazione in modo tale che resti una quantità di 0,05 ml della diluizione ori- ginale. Nello stesso flacone si versano altri 5 ml di acqua distillata, si agita, si svuota di nuovo il flacone per aspira- zione e si pesa. Il liquido a- spirato è la prima diluizione korsakoviana, o 1K. Si ripete l’operazione per 200 volte e il gioco è fatto. “C’è un problema legisla- tivo in Italia”, prosegue Ga- SILVIO GARATTINI Già dopo la sesta centesimale, nel liquido non c’è più una quantità misurabile di molecole del principio attivo diluito: resta, appunto, solo acqua. Ma sulle confezioni dei prodotti si legge 20 CH, cioè una diluizione di venti volte Bluff La Boiron vende l’Oscillococcinum contro l’influenza: in laboratorio risultano semplici palline di zucchero con un prezzo di 2 mila euro al chilo I risultati degli esami Il libro l A Good Pharma di Donald Light e Antonio Maturo Editore Palgrave, Usa Chi è SILVIO GARATTINI Scienziato, ricercatore, medico, docente di chemioterapia e farmacologia, grande e appassionato difensore del metodo scientifico contro le superstizioni e le bufale. Ha fondato l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri che oggi ha due sedi, a Milano e a Bergamo. Ci lavorano 750 persone. Nei suoi laboratori sono stati formati 7 mila giovani ricercatori e messi a punto 14 mila lavori scientifici pubblicati Una vita da ricercatore Silvio Garattini oggi ha 87 anni LaPresse

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16 | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

Il Fatto SpecialeL’omeopatia è soltantoacqua fresca: le ricerchesulla grande illusione

L» GIANNI BARBACETTO

Milano

a parola che più ripete, men-tre parla, è “indipendenza”.Dalle industrie farmaceuti-che, dalla finanza, dalla po-litica, dalle fedi, dalle super-stizioni. A 87 anni (portatisplendidamente), Silvio Ga-rattini continua a esibire isuoi dolcevita bianchi, sullaplancia di comando dell’Isti-tuto di ricerche farmacologi-che Mario Negri di Milano.Ricerca, formazione, infor-mazione: sono le tre attività acui si dedica da più di cin-quant’anni. “Non solo ricer-ca ”, spiega, “lo scienziatonon deve restare chiuso nellasua torre d’avorio. Deve an-che informare, spiegare efarsi capire dalla gente”. Luilo ha fatto mettendoci la fac-cia e dicendo chiaro come lapensa sulle superstizioni,sulle credenze magiche, sul-le bufale antiscientifiche, sulrifiuto di vaccinare i bambi-ni, su Di Bella, su Stamina.Anche sull’omeopatia, cheva tanto di moda. “È da cin-quant’anni che la critico perla sua assoluta mancanza dibasi scientifiche”. Ora è ap-pena arrivato in libreria Ac-qua fresca? Tutto quello chebisogna sapere sull’om eopa-t i a (Sironi editore), scrittocon un gruppo di colleghi. Ilpunto di domanda nel titolo,in verità, lo ritiene del tuttosuperfluo: “Nei preparati o-meopatici non c’è alcun prin-cipio attivo: sono proprio ac-qua fresca. C’è chi ha pro-messo un premio di 100 mi-lioni di sterline a chi riusciràa mettere le etichette con ilnome giusto su preparati o-meopatici a cui sono statetolte: impresa impossibile,perché quei prodotti sonotutti uguali, sono tutti acquafresca”.

La misteriosa“me mo r i a” d e l l’acqu aSi preparano così: si prendeuna sostanza e la si diluisceaggiungendole 99 parti di ac-qua. È la “centesimale”. Poisi prende un centesimo diquesta soluzione e le si ag-giungono altre 99 parti d’ac-qua. E così via, per 20, 30 vol-te o più. È la diluizione in-ventata da Samuel Hahne-mann, il fondatore dell’o-meopatia. Leggete sulla con-fezione: se trovate scritto20CH vuol dire che questoprocesso è stato ripetuto perventi volte. “Per la legge di A-v og r ad ro ”, spiega Garattini,“già dopo la sesta centesima-le, nel liquido non c’è più unaquantità misurabile di mole-cole del principio attivo di-luito: resta, appunto, solo ac-qua”.

I fautori dell’o me op at iadicono però che l’acqua con-serva, in qualche modo mi-sterioso, la “mem ori a” d elprincipio attivo con cui è ve-nuta in contatto. “S men ti tidagli esperimenti in labora-torio. Di questa ‘m em o r i a ’non c’è traccia. Se fosse vera,del resto, l’acqua sarebbe ilpeggior veleno del mondo,visto che nel suo ciclo entrain contatto con sostanze ditutti i tipi”. A questo punto ilprofessor Garattini si conce-de un intermezzo enologico:“Se io prendo una bottiglia diottimo Amarone e lo diluiscocon 99 bottiglie d’acqua e poiancora così per 20 o 30 volte,e infine imbottiglio il risulta-to finale vendendolo comeAmarone omeopatico, vo-glio vedere che cosa mi suc-

cede: ecco, tutti sappiamovedere la differenza tra vinoe acqua, ma non tutti la vo-gliono vedere tra un medici-nale e l’acqua”.

No, non la vedono milionidi persone. Il mercato dell’o-meopatia in Italia vale circa400 milioni di euro l’an no ,attorno al 5 per cento dellaspesa per i farmaci non rim-borsabili pagati direttamen-te dai cittadini (8,16 miliardidi euro). Secondo l’Istat, gliitaliani che si rivolgono allemedicine alternative in ge-nerale sono 4,9 milioni, pariall’8 per cento della popola-zione: la metà di questi fa ri-corso a “cure” omeopatiche.Ma secondo altre rilevazio-ni, sono almeno 10 milioni i“cl ient i” che usano l’o meo-patia. In Italia operano al-meno 700 medici omeopati(su 250 mila), però tutte lefarmacie possono vendereprodotti omeopatici, senzaprescrizione medica. “Capi-sco i medici, che sanno pocodi chimica”, sorride Garatti-ni, “ma i farmacisti l’ha nnostudiata bene: perché accet-tano di vendere il nulla e avolte addirittura lo consi-gliano, a chi entra nella lorofarmacia?”.

L’anatra muschiatae il raffreddore di TolstojForse perché rende. L’Oscil-lococcinum, per dire, va for-tissimo. È prodotto dallaBoiron, leader mondialed el l’omeopatia con sede inFrancia, ed è pubblicizzatocome farmaco contro l’i n-fluenza. Moltissimi giuranoche funziona: la fa guarire, oaddirittura la previene.“Tolstoj”, sorride Garattini,“diceva che il raffreddorecon i farmaci guarisce in set-te giorni, senza farmaci in u-na settimana. Lo abbiamo a-nalizzato in laboratorio, l’O-scillococcinum: come altriprodotti omeopatici, non èni ent ’altro che palline diz u c c h e r o i m b e v u t e i nq ue l l ’acqua superdiluitadalle ‘c ente simal i’. Costoso,per essere zucchero: 2 milaeuro al chilo”.

La Boiron dice che il prin-cipio attivo riportato in O-scillo è “Anas Barbariae He-patis et Cordis Extractum”.Dovrebbe essere un estrattodi cuore e fegato di anatramuschiata, roba che non haqualità medicinali conosciu-te. Comunque, tranquilli: lediluizioni sono tali che an-

che i vegetariani e gli anima-listi possono restare sereni,di anatra muschiata nell’O-scillo non resta traccia. Chis-sà chi si sarà preso la briga difrullare il cuore e il fegato delpennuto (e quando, e dove).Possiamo consolarci pen-sando che, viste le diluizioni,un solo esemplare dovrebbeessere bastato a preparare lemilioni di confezioni di O-scillo vendute da anni in tut-to il mondo. La diluizione in-

dicata è di 200CK: qui la Kindica che il metodo di pre-parazione è quello “korsako-viano”. In un flacone da 15 mlsi versano 5 ml del materialedi partenza (o ceppo omeo-patico) e si agita (dinamizza-zione). Il flacone viene svuo-tato per aspirazione in modotale che resti una quantità di0,05 ml della diluizione ori-ginale. Nello stesso flaconesi versano altri 5 ml di acquadistillata, si agita, si svuota dinuovo il flacone per aspira-zione e si pesa. Il liquido a-spirato è la prima diluizionekorsakoviana, o 1K. Si ripetel’operazione per 200 volte eil gioco è fatto.

“C’è un problema legisla-tivo in Italia”, prosegue Ga-

S I LV I OG A R AT T I N I

Già dopo la sesta centesimale, nelliquido non c’è più una quantitàmisurabile di molecole del principioattivo diluito: resta, appunto, soloacqua. Ma sulle confezioni deiprodotti si legge 20 CH, cioè unadiluizione di venti volte

Bluff La Boiron vende l’Oscillococcinum control’influenza: in laboratorio risultano semplici pallinedi zucchero con un prezzo di 2 mila euro al chilo

I risultatidegli esami

Il libro

l A GoodPharmadi DonaldL ighte AntonioM at u roE ditorePalgrave, Usa

Chi èS I LV I OG A R AT T I N IS c i e n z i a to,r i ce rc a to re ,m e d i co,docente dic h e m i o te ra p i aefa r m a co l o g i a ,grande ea p p a ss i o n a todifensore delm e to d os c i e n t i f i cocontro les u p e rs t i z i o n ie le bufale.Ha fondatol’Istituto dir i ce rc h efa r m a co l o g i c h eMario Negriche oggi hadue sedi, aMilano e aBergamo. Cilavorano 750persone. Neisuoil a b o ra to r isono statiformati 7mila giovaniricercatori emessi apunto 14 milal avo r iscientificipubblicati

Una vita da ricercatore Silvio Garattini oggi ha 87 anni La Pre ss e

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Il Fatto Speciale

rattini. “Si permette, da unaparte, la circolazione e lavendita in farmacia di questiprodotti, senza alcuna docu-mentazione sulla loro effica-cia; dall’altra, s’impone chesulle confezioni ci sia scritto‘Senza indicazioni terapeu-tiche approvate’” . Eppuresono venduti con indicazio-ni precise: c’è la pillola perl’influenza, il collirio per gliocchi, lo sciroppo per la tos-se... “Sono contraddizioni le-gislative che la logica nonriesce a spiegare. In Austra-lia, il governo ha incaricatouna commissione scientificache ha redatto un rapporto incui si dice chiaramente chesono prodotti privi di qual-siasi effetto terapeutico. So-no inutili, o in qualche casoperfino dannosi, quando so-no assunti al posto di farmacidavvero necessari. In Italiarestiamo invece con una le-gislazione contraddittoria:evidentemente ci sono grup-pi di pressione che ottengo-no i loro risultati”.

Molti ci credono. Qualcu-no guarisce. “L’effetto place-bo scatta soprattutto quandoqualcuno si sente accudito,quando ha una sua pillola equalcuno che si prende curadi lui. Ma il vero problema èche in Italia non c’è culturascientifica. Molti rifiutano levaccinazioni, credono nelmetodo Di Bella, difendono

Stamina, protestano controla sperimentazione su ani-mali. La nostra è una cultural et te ra ri o- fi lo so fi co -g iu ri-dica che non ha inglobato lascienza. Tutt’al più accettia-mo la tecnica, ma non abbia-mo introiettato il metodoscientifico. Tutti i governi, diogni colore, trattano la ricer-ca come se non fosse il futurodi questo Paese. Quello in ca-rica dice che l’Italia riparte,ma ha tagliato quest’anno ifondi per la ricerca di un al-tro 15 per cento. E attenzio-ne, sfatiamo il mito della fugadei cervelli: i ricercatori de-vono andare all’estero, ilproblema è che da noi nontornano e che in Italia non at-tiriamo ricercatori stranieri.E che sono troppo pochi: 2,7ogni mille lavoratori, controuna media europea di 5,1.

Il gioielliereche amava la ricercaL’avventura di Garattini,scienziato, ricercatore, me-dico, docente di chemiotera-pia e farmacologia, è comin-ciata nel 1960. Dopo espe-rienze all’estero, negli StatiUniti, si era dato da fare perfondare un centro di ricer-che farmacologiche in Italia.Q ue l l’anno lo chiamò ungioielliere milanese, MarioNegri, che era diventato ric-co passando dal gioiello arti-gianale a quello industriale.

Aveva aperto anche un’a-zienda farmaceutica, Far-macosmici, e aveva cono-sciuto quel giovane e inquie-to ricercatore che volevaconvincerlo a finanziare laricerca in Italia. “Garattini,stai tranquillo”, gli disse, “iosto per andarmene, ma ti la-scerò in eredità il necessarioper concretizzare il tuo pro-getto”. Nel 1961 nasce la Fon-dazione Mario Negri. Nel1963 apre, a Quarto Oggiaro,alla periferia di Milano, laprima sede dell’Istituto. Og-gi il Mario Negri ha due sedi,una a Milano, alla Bovisa, da-vanti alle facoltà universita-rie, e una a Bergamo. Ci lavo-rano 750 persone, con un gi-ro d’affari di 30 milioni l’an-no. Nei suoi laboratori sonostati formati 7 mila giovaniricercatori e sono stati messia punto 14 mila lavori scien-tifici pubblicati. “Noi ren-diamo pubblici tutti i nostririsultati, non puntiamo abrevettare prodotti e dun-que a tenere segreto il nostrolavoro. In questo siamo ab-bastanza unici: anche per-ché siamo indipendenti.Non vogliamo dipendere nédall’industria, né dalla finan-za, né dalla polit ica, nédall’università, né dalla reli-gione. Collaboriamo con tut-ti, ma vogliamo rimanere li-b er i”. Racconta un esempiodi quanto costi, quella liber-

tà: “Insieme ad altri istituti,avevano partecipato a ungrande progetto di ricercaper studiare nuovi antibioti-ci. Quando però abbiamo ca-pito che la multinazionalefarmaceutica Glaxo racco-glieva i risultati delle ricer-che, ma non li metteva in co-mune con i ricercatori, ab-biamo deciso di uscire dallapartita. Abbiamo perso deibei soldi, ma noi siamo fatticosì: la ricerca non è un mer-cato”. Rifiuta perfino di affi-

dare a pro-fessionisti laraccolta fon-di per il Ma-r i o N e g r i .“Voglio cheogni centesi-mo raccoltosia usato perla ricerca, e

non per pagare professioni-sti del fund raising. Lo so, conuna struttura di professioni-sti raccoglieremmo di più,ma io sono fatto così”.

Contro bufalee superstizioniÈ una storia unica, quella delsuo Mario Negri. Tanto chedue sociologi, Donald Lighte Antonio Maturo, l’h a nn ovoluta raccontare comegrande caso internazionalein un volume intitolato AGood Pharma e appena editonegli Stati Uniti da Palgrave.È una storia di scienza, studie ricerche rigorose. Ma Ga-rattini non si risparmia nep-pure nella battaglia contro lesuperstizioni. Con il suo a-mico Piero Angela, anima leattività del Cicap, il Comita-to italiano per il controllodelle affermazioni sul para-normale. Ha pazientementecercato di smontare le cre-denze irrazionali e magiche,ma anche le mode della na-tura buona a tutti i costi. “U-no dei miti irrazionali piùdiffuso è quello secondo cuitutto ciò che è naturale èbuono. Ci si dimentica peròche i peggiori veleni, i virus ei batteri sono natura. Biso-gna fare delle distinzioni, in-vece questo non succede.Così proliferano le erbori-sterie che vendono prodottidi cui non sappiamo la com-

posizione: paradossalmentechi non vuole prendere unfarmaco perché è fatto di so-stanze chimiche finisce colprendere altre sostanze chi-miche di cui non sa nulla”.

Anche l’industria farma-ceutica non la scampa: “Lospirito critico va usato anchenei confronti della medicinaufficiale. Il 50 per cento deifarmaci venduti potrebbeessere eliminato senza pro-blemi. Ci sono intere catego-rie di prodotti, dagli integra-tori alimentari alle vitamine,dai dimagranti ai farmacicontro i radicali liberi, chesemplicemente non esistononella letteratura scientifica.Sono forme di consumismofarmaceutico che sfruttanoun bisogno nel pubblico sen-za offrire alcuna garanzia”.

Garattini continua a lavo-rare sui suoi due fronti, ri-cerca scientifica e informa-zione del pubblico. Semprecustodendo l’i n d i p en d e n z acome il bene più prezioso. Simeriterebbe di essere nomi-nato senatore a vita, se il Se-nato non fosse stato stravol-to dall’ultima riforma.

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Ambiguità La legge è contraddittoria: questi “farmaci”si trovano in farmacia ma sulla confezione deve esserescritto “senza indicazioni terapeutiche approvate”

Il business della non-scienzaLe medicine alternative sono diventate anche in Italia ungrosso mercato che coinvolge milioni di persone. Sonopratiche molto diverse tra loro: agopuntura e fitoterapia,medicina antroposofica e ayurvedica, medicina tradizionalecinese e omotossicologia, osteopatia e chiropratica.

L’omeopatia, da sola, vale in Italia circa 400 milioni di eurol’anno, attorno al 5 per cento della spesa per i farmaci nonrimborsabili pagati direttamente dai cittadini. Gli italiani chefanno uso di preparati omeopatici sono attorno ai 10 milioni. InItalia operano almeno 700 medici omeopati e tutte le farmaciepossono vendere prodotti omeopatici, senza prescrizione

medica, purché abbiano sulla confezione la scritta: “S e n zaindicazioni terapeutiche approvate”. Uno studio del 2011 haevidenziato che l’uso delle “terapie alternative eco m p l e m e n t a r i ” può avere effetti collaterali, compresa lamorte, di solito a causa dell’abbandono delle terapieconvenzionali di provata efficacia.

l400milioniIl valore delmercato deip re p a ra t iomeopatici inItalia.Ci sonoalmeno 700mediciomeopati (su250 mila intotale)

l10milioniGli italianiche usano“c u re ”omeopatiche,secondo ilmito diffuso(e falso)che tutto ciòche ènaturale èanche buono

Sugli scaffaliI farmaci o-meopatici so-no vendutisenza prescri-zione perché ,di fatto, privi dieffetti. Sopra ilministro dellaSalute Beatri-ce LorenzinAnsa

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l Acq u afres ca?Tutto quelloche bisognas ap e resu l l ’ome o -p at i aA cura diS ilv i oGarattini coni ricercatoridel MarioNegri V.Bertelé, G.Dobrilla, E.Benfenati, L.Cervo, L.Moj aE ditoreS i ron i