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domenica 20 dicembre 2015 anno 5 numero 4 6 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO LA CACCIA APERTA Inter Sport & Spettacolo Lazio VOLA BASSO

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domenica 20 dicembre 2015 anno 5 numero 4 6 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

la caccia è aperta

InterSport & Spettacolo

Lazio

vola basso

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INTER (4-3-3)

Arbitro: Paolo Mazzoleni di Bergamo

STADIO

LAZIO (4-3-3

BerishaKonko, Mauricio, Hoedt, Radu;

Parolo, Biglia, Cataldi;Candreva, Djordjevic, Anderson

MEAZZA ORE 20.45

Inter

Allenatore Allenatore

Sandro Mazzola

HandanovicD’ambrosio, Miranda, Murillo, Telles;

Brozovic, Medel, Kondogbia;Jovetic, Ljajc, Icardi

Lazio

RobertoMancini

StefanoPioli

Parola al Baffo proNti alla FUGa

SEPPUR IMPERCETTIBILE O QUASI

Fino a febbraio niente Euro-pa e il campionato prova a

trovare un assetto più lineare. La Juventus, a -6 dalla testa, riuscirà a completare la rin-corsa sull’Inter che è in testa con quattro punti su Fiorenti-na e Napoli? La corsa dei ne-razzurri, però, sembra impor-tante. La squadra di Mancini, intanto, ha battuto il record di Mourinho, che dopo sette trasferte aveva conseguito 16 punti, mentre il tecnico di Jesi è arrivato a 17, vincendo ben cinque gare (con Carpi, Chie-vo, Bologna, Torino e Udinese) e pareggiandone due (Sam-pdoria e Palermo). Il postici-po della 17ª giornata vede i nerazzurri contro la Lazio che non vince da sette partite. Non gira bene a Pioli in questo mo-mento: anche lunedì scorso è stato raggiunto al 93’ contro la Sampdoria che perdeva da tre match consecutivi, da quando Montella si è seduto sulla pan-china blucerchiata. Una scon-fitta contro la capoclassifica potrebbe costare il posto a Pioli che è sulla graticola da qualche settimana. Gli attaccanti fanno fatica, a parte Matri che sem-bra quello più in condizione, Candreva sembra il lontano parente della scorsa stagione e in difesa si vedono cose discu-tibili da quando non c’è più De Vrij. L’undici di Mancini ha la grande possibilità di continua-re la mini-fuga, anche se dietro difficilmente molleranno. Il Napoli è ospite dell’Atalanta, la Fiorentina riceve il Chievo, la Juventus va nella tana del Car-pi, mentre la Roma fa gli ono-ri di casa al Genoa. Un turno abbastanza semplice per tutti quanti, ma questo campionato ci ha abituato a risultanti sor-prendenti e quindi è difficile fare pronostici insindacabili. L’Inter rimarrà in testa anche alla fine di questa giornata, è solo da verificare se con gli stessi punti. Il Milan, invece, è in una situazione diametral-mente opposta a quella dei cu-gini. I due pareggi consecutivi con Carpi e Verona (penultimo e ultimo della classifica) hanno imbruttito i caratteri di Ber-lusconi e Galliani che contro il Frosinone pretenderanno la vittoria. Qualsiasi altro risul-tato getterebbe Mihajlovic alle ortiche ed è facile immaginare un epilogo alla sua avventura. Così è, se vi pare…

Ragazzi, questa vol-ta l’Inter comincia a piacermi. I quat-

tro gol che abbiamo rifila-

gol. La Juventus, tra l’altro, ci ha fatto un grande pia-cere, battendo la Fiorenti-na, in modo da innescare la nostra fuga solitaria in classifica. Ottimo anche il pareggio strappato dal-la Roma al San Paolo, pa-reggio che ha tarpato un pò le ali al Napoli, dopo la

a mezzogiorno, a Mode-na con il Carpi. La Roma, eliminata dallo Spezia in Coppa TIM, non sembra più in grado di ripetere le prestazioni degli anni passati e, quindi, non do-vrebbe preoccuparci più di tanto, anche se è sempre da tenere d’occhio. Non

conferma del nostro mo-mento magico attraversato. Fino a qualche settimana fa, chiudevamo con fatica le partite segnando un solo gol, mentre in questi ulti-mi quindici giorni siamo esplosi, segnando, con faci-lità quasi disarmante, una raffica di gol. Oltre tutto

to all’Udinese e i tre messi a segno con il Cagliari in Coppa Italia, mi hanno convinto, anche perchè sono stati accompagnati da due ottime prestazioni.A Udine, d’accordo sul fatto che i Friulani hanno commesso molti errori in difesa, noi siamo stati bravi ad approfittarne, facendo

sconfitta incassata con il Bologna. Per i partenopei oggi sarà una gara decisiva a Bergamo con l’Atalanta, mentre la Fiorentina, sulla carta, dovrebbe avere vita meno difficile contro il Chievo.Fa paura, invece, la Juven-tus con le sue sei vittorie consecutive, impegnata

stanno sicuramente bene i nostri cugini del Milan, specialmente dopo il pa-reggio di San Siro contro il Verona. Andranno stasera a Frosinone, dove li aspetta un impegno diabolico con i padroni di casa. per quanto riguarda noi interisti, la sfi-da del posticipo serale con la Lazio dovrebbe essere la

possiamo contare su una difesa fortissima che se non fosse stato per quei famosi quattro gol incassati con la Fiorentina in quella disgra-ziata serata, ora saremmo con cinque reti al passivo, la migliore retroguardia d’Europa.

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Partita

Inter...Parliamone

*cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

32

19 14

30

20 18 7

Éder Citadin Martins

10

36

17

29

16

25 2432

18

2226

Gonzalo Higuain

14

22

Nikola Kalinic

9

Lorenzo Insigne

7

1 partita in meno

24

10

Carlos Bacca

7

*

*

Certo, è prematuro parlare di fuga, ma questa Inter è comunque da inseguire e

contro la Lazio potrebbe allun-gare il passo. Pur non giocando un calcio d’autore, inizia a con-vincere. Cinica, spietata e con-creta, bastano queste prerogati-ve per giocarsela fino all’ultima giornata. L’obiettivo stagionale è un piazzamento in Champions League e, visti i risultati, non do-vrebbe essere difficile raggiun-gerlo. Mancini sta plasmando una squadra squadra che ci cre-de, lasciando poco o nulla al fato,

Mancini chiama. Brozo ri-sponde presente. Sbarcato

in Italia quasi un anno fa, nel-la sessione invernale del cal-cio mercato, Marcelo Brosovic, dopo un arrivo in sordina, sem-bra ora aver conquistato tutti. Negli ultime gare di campionato, la crescita del calciatore croato è proseguita insieme a tutta la squadra, scacciando d’incan-to dubbi ed incertezze sul suo valore, che sembra destinato ad aumentare anche sul mercato. Arsenal, Siviglia, Tottenham, Chelsea e perfino Barcellona da tempo stanno facendo la corte al giovane 23enne centrocampi-sta nerazzurro, simbolo di una Inter battagliera, tosta, cinica che, a differenza delle preceden-

Mancini chiama e Brozovic risponde

sempre offerto a Mancini solu-zioni tattiche interessanti in una squadra che, vista la giovane età e la forza muscolare dei singoli, può solo migliorare. Contro la Lazio, pertanto, Mancini questa sera al Meazza, non intende ri-nunciare assolutamente al gio-iellino croato a centrocampo per battere un avversario che in questo momento della stagione viaggia in piena crisi, nonostante la buona prestazione in Coppa Italia, e che proprio per questo è bene non fidarsi.

ti stagioni, non ha più paura di nessuno e che ora, a sorpresa, si trova in testa alla classifica. Pre-levato in prestito dalla Dinamo Zagabria per 8 milioni di euro che saranno pagati dalla società nerazzurra solo la prossima esta-te, Brozovic sembra aver trovato la collocazione giusta negli sche-mi di Mancini, abile, come pochi a stravolgere le formazioni, pas-sando in poco tempo da un mo-dulo all’altro. I tifosi nerazzurri si stropicciano ancora gli occhi dopo gli ultimi bagliori o meglio le parabole a giro disegnate alla perfezione contro Udinese in campionato e Cagliari in Coppa Italia. Due gol questi preparati e realizzati con lo stesso stile e la stessa tecnica, grazie soprattutto

ad un piede magico e preciso che confermano la grande duttilità di un giocatore che in campo non si ferma mai. Contro i cagliari-tani, Marcelo è stato pimpante per tutta la gara, deliziando il pubblico anche con ottimi sug-gerimenti per Montoya e Medel, colpendo il palo interno, prima del gol del connazionale Perisic, andando vicino alla sua prima doppietta in nerazzurro. Il suo campionato quest’anno non era iniziato splendidamente. Brozo-vic però ha saputo aspettare, per poi integrarsi con i compagni, migliorare il suo italiano, con l’aiuto di un professore messo a disposizione dalla società, di-ventando non solo personaggio symbol del web, ma una pedina

capace di soffrire e al tempo stes-so capace di ignorare quanto ac-cade sugli altri campi mostrando poco calcolo e tanta freddezza. Quello che conta è vincere, pri-ma regola per non farsi acciuffare dal gruppo che insegue. Mettere fieno in cascina, per i momenti no che prima o poi arrivano, è

ultima partita del 2015, chiude la 17° giornata di campionato, per festeggiare i campioni d’in-verno, invece, mancano ancora un paio di partite. Nella forma-zione nerazzurra mancherà il solito Vidic, non più solo perché raggiunto da Andrea Ranocchia. Assenze di poco conto vista l’ar-

Kishna, Lulic, Marchetti, Genti-letti, De Vrij e Klose. Entrambe le formazioni scenderanno in campo molto motivate, l’Inter vorrà proseguire la striscia posi-tiva e la Lazio non vuole perde-re altri punti preziosi ed uscire, finalmente, da questo momento difficile. Un risultato positivo a San Siro caricherebbe non poco i laziali. Proviamo, ancora una volta, ad ipotizzare la formazio-ne nerazzurra che scenderà in

Handanovic, Miranda e Murillo in difesa. La ruota della fortuna apre i battenti già sui terzini che vedremo in campo questa sera, probabilmente a destra vedremo Nagatomo e a sinistra Telles, pre-feriti a D’Ambrosio e Juan Jesus. Probabile il rimpiego di Montoya mentre per Santon, appena rien-trato in rosa, è presto per rischia-re ancora. Proviamo anche ad ipozzare la formazione più alta dello schieramento nerazzurro.

importante nello scacchiere ne-razzurro. Impiegato prima come esterno alto, poi trequartista e a seguire come interno destro in un centrocampo a tre, Brozo ha

FUGa di Natale

Contro la Lazio, prima i tre punti e poi Biglia e Candrevasaggio e alla lunga ripaga. Sa-bato scorso al Friuli, con ancora qualche sorpresa utile a desta-bilizzare l’avversario, Mancini manda in campo per la prima volta il fiorellino Montoya nella 16° diversa formazione su sedici gare disputate. Il terzino non ha deluso giocando una partita di-screta. Il posticipo del Meazza,

monia del gruppo che fin qui ha comunque fatto a meno dei due assenti forzati. Discorso sicura-mente diverso in casa Lazio. Il tecnico Pioli, ormai sui carboni ardenti, rischia grosso in caso di sconfitta contro la Beneamata e l’infermeria non lo aiuta di certo. Nella formazione dei capitolini peseranno non poco le assenze

campo alle 20.45 consapevoli di non azzeccarla, ormai Man-cini si diverte a cambiare gli schieramenti per sorprendere gli avversari e per non dare a noi la soddisfazione di averne indovinata almeno una. Ci pro-viamo comunque e ci sentiamo di dare per certa, non potrebbe essere altrimenti, la presenza di

Mancini potrebbe optare per il 4-2-3-1 con Medel in mediana e l’inarrestabile Brozovic a dare man forte a Jovetic trequartista, Perisic a sinistra e Ljajic a forag-giare la punta centrale Mauro Icardi. In alternativa ci potrebbe essere l’uomo in più a centro-campo, ballottaggio tra Guarin e Kondogbia, che sacriferebbe Jovetic per passare al modulo 4-3-3. Pioli potrebbe rispondere con il 4-4-2, Sicuri il rientran-te Mauricio con Basta, in forse Konko a destra e Radu a sinistra. Al centrocampo certa la presen-za del regista Biglia sostenuto da Parolo e dagli esterni offensivi Candreva e Felipe Anderson. Ri-baltata la formazione nell’ipotesi del 4-2-4 con Matri e Milinko-vic, quest’ultimo in ballottaggio con Savic, che proveranno a bu-care il muro nerazzurro. Roberto Mancini vuole vincere per non perdere il sorriso, punti d’oro che tengono a debita distanza i diret-ti pretendenti al tricolore e per il sicuro traguardo di campioni d’inverno. Si sa, nove volte su 10 i campioni d’inverno a primave-ra riescono a cucire sulle proprie divise il tricolore. Stefano Pioli, invece, non può perdere questa gara pena l’esonero nonostante il buon risultato in Coppa Italia.

Paulo Dybala

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nerazzurra

Nemanja Vidic

Tempi ancora lunghi, invece, per Nemanja Vidic. Il difenso-

re serbo si è sottoposto ad un in-tervento chirurgico alla schiena e il rientro in campo non è previsto prima di gennaio. L’argomento Vi-dic è impegnativo e dolente per la società nerazzurra. Premesso che anche senza infortunio Mancini l’avrebbe impegnato poche volte, il problema vero è che il calciatore è “in malattia” strapagato e come se non bastasse, all’età di 34 anni, è già ampiamente fuori dal mercato. I soldi spesi per il serbo l’Inter non li recupererà più.

l a m e t e o r a

Andrea Ranocchia

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Giovanni Labanca

gli Ospiti

Ve lo ricordate quel ma-estoso volo dell’aquila reale che fendeva l’aria

dell’Olimpico fino a posarsi sul trespolo biancoceleste, come per dire, tanto per passare per dotti, “in hoc signo vinces”? Ebbene, quel volo è stato cancellato, non per la crisi petrolifera, ma per quella che attanaglia una squa-dra che non sa più parlare di cal-cio, come soleva fare una volta non proprio tanto lontana. E’ la Lazio che vola verso un futuro incerto, verso mete che portano

vola basso il piccioNe calciatore E proprio contro i nerazzurri, al di là delle scontate parole di circostanza, vorrà ricominciare la rimonta, anche se il Biscione visconteo è raggiante, anche per il passaggio del turno in Coppa Italia, e ben determinato a spen-nare l’amico aquilotto di quelle poche piume che gli sono rima-ste appiccicate. Sempre che, è l’u-nica speranza della Lazio, qual-che penna gli vada di traverso. Ed allora, sarebbe tutta un’altra storia.

al sud della classifica, non certo un bel traguardo per i ragazzi di Pioli e del presidente Lotito. Questi parla poco, anche per evitare guai e scocciature. Non parla, ma fa capire lo stesso il suo pensiero di uomo incavola-to, per non dire di peggio, che non si aspettava un regalo di Na-tale così misero, così lontano dai suoi desideri che coincidevano con sogni europei, almeno quelli di seconda battuta, che pur qual-cosa, oltre all’onore, avrebbero portato in cassa soldi, quella sempre affamata. Lo spera anco-ra, il brav’uomo del Tevere, per-chè pieno di risorse umane che gli permettono di portare avanti la barcarola per l’onore e l’amo-re che i tifosi hanno ancora, ma fino a quando no è dato sapere, se proprio lunedì hanno salutato i cosiddetti beniamini con bor-date di fischi, dopo la mancata vittoria contro la Sampdoria di Donadoni.

fica. Ce la metteremo tutta, come è nostra abitudine e non sarebbe male uscire indenni dalla sfida”.Pioli dà la netta sensazione, identica a quella dei suoi ragazzi, di avere ancora tanta fiducia in una immediata riscossa, galva-nizzato dal passaggio del turno in Coppa Italia e alla fase succes-siva in Coppa Europa.

Stasera, in questa fredda di San Siro dove i soloni del nostro calcio si ostinano a relegare in pieno inverno lombardo, buo-na parte delle partite dell’Inter, stasera, dicevamo, c’è di fronte un’altra Inter, non proprio simile a quella che annaspava lo scorso anno e che si poteva mettere in difficoltà.“Non pensavamo di venire a Mi-lano in queste condizioni”. Si con-fessa un disarmato Pioli. “Sem-

bra che una strana maledizione sia in atto contro di noi. Non ri-usciamo più ad essere quella bella squadra di una volta e non certo per mancanza di buona volon-tà. Partiamo con la convinzione di fare bene, ma poi, via via, il meccanismo si inceppa per cause che non riusciamo a ben capire. L’Inter di Mancini non fa regali a nessuno e giocherà solo per te-nersi i tre punti, proprio ora che è meritatamente in testa alla classi-

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Il grande ex per eccellenza resta lui, Roberto Mancini. Dopo la consacrazione alla Sampdoria in coppia con Gianluca Vialli, nell’e-

state del 1997 si accasa a Roma, sponda laziale. Il suo esordio romano è bagnato dalla rete del vantaggio in Lazio-Napoli (2-2) il 31 agosto successivo. Anche il primo derby è suo aprendo le marcature contro la Roma, partita finita 1-3 per i biancocelesti. Alla Lazio resterà fino al 2000 collezionando 87 presenze e 15 reti oltre a due Coppa Italia, uno scudetto, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Coppa Uefa. Una volta appese le scarpette al più classico dei chiodi, resta nell’area laziale anche come allenatore (vice di Eriksson). Salvo

Tommaso Berni, classe ’83, è oggi il terzo portiere dell’Inter. Torna in casa nerazzurra

dopo tredici anni. I suoi inizi sono proprio ad Ap-piano Gentile, correva l’anno 2001, dopo aver fatto parte delle giovanili della Beneamata, quando si trasferisce in Inghilterra al Wimbledon FC senza mai giocarvi. Nella stagione 2003-2004 fa ritorno in Italia per giocare in Serie B con la Ternana per

tre anni collezionando 82 presenze e pa-rando 4 rigori. Nel luglio del 2006, final-mente, la grande occasione. La Lazio lo acquista con la formula del prestito one-roso con diritto di riscatto per 1,5 milioni di euro. Con i biancocelesti (2006-2009) scenderà in campo solo in due occasioni

e subendo due reti. A fine stagione passerà alla Salernitana (16 presenze e 21 reti subi-te) per fare ritorno a Roma il 2009. Dopo le esperienze con il Braga, la Sampdoria ed il Torino, nel 2014 fa ritorno a casa, quella nerazzurra.

Altro portiere di rango, Juan Pa-blo Carrizo. Arriva alla Lazio

nel luglio del 2007, pagato 7,5 milioni di euro, con un contratto da 650 mila euro a stagione per cinque anni. Il portiere argentino, per problemi burocratici le-gati alla naturalizzazione, giocherà nel-la squadra di Lotito solo nel 2011 rico-prendo il ruolo di terzo portiere dietro Federico Marchetti e Albano Bizzarri.

L’anno successivo andrà in prestito al Catania per poi ap-prodare a Milano nel 2013 con un inden-nizzo di 250.000. L’e-sordio in nerazzurri porta la data del 10 marzo contro il Bo-logna, subirà la rete di Gilardino.

una parentesi alla Fiorentina, tornerà alla Lazio, questa volta come primo allenatore, con un contratto bien-nale. Anche questa esperienza risulterà ricca di soddi-sfazioni, compresa una Coppa Italia. Il 7 luglio 2004 approda all’Inter per la prima esperienza. Fino al 2008 in nerazzurro gli scudetti saranno 3 e consecutivi, le Coppa Italia 2 e una Super Coppa. Dopo la parentesi

inglese e turca torna all’Inter il 14 novembre dello scorso anno in sostituzione dell’esone-rato Walter Mazzarri. La storia di oggi è an-cora tutta da scrivere, ma le premesse ci sono tutte per fare bene anche questa volta.

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7domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Campionato

Giù alNord

E’ un’Inter che piace e diver-te quella che affronterà questa sera, nel posticipo di campiona-

to a San Siro, la Lazio. La capolista ha messo la quinta ed ha rifilato un poker all’Udinese e battuto il Cagliari in Cop-pa Italia con una tripletta.Quella di oggi potrebbe essere una giornata a pro della squadra di Man-cini, dal momento che le avversarie immediate, cioè Napoli e Fiorentina dovranno vedersela con due forma-zioni ostiche, come l’Atalanta ed il Chievo. Il compito più difficile è sicu-ramente quello dei partenopei, visto l’ottimo momento attraversato dai ber-gamaschi, anche se quest’ultimi hanno dovuto segnare il passo proprio con il Chievo, la scorsa settimana. I veronesi, che vantano una tradizione abbastanza positiva con la Viola (ricordate l’esor-dio del Chievo a Firenze con la vittoria nella prima di campionato?), sicura-mente daranno filo da torcere ai tosca-

la sUper iNter vUole abbattere aNche la lazio

ni. Ma il pericolo, se non immediato, per l’Inter probabilmente sarà la Juven-tus alla ricerca con il Carpi della set-tima vittoria consecutiva. I bianconeri di Allegri, attualmente, sono quarti e dopo aver sorpassato la Roma, mirano a superare anche il tandem formato da Fiorentina e Napoli.Tra le squadre che inseguono la capo-lista, c’è sempre la Roma, seppure di-stanziata di sette punti dai nerazzurri. I giallorossi di Garcia, dopo l’inaspet-tata eliminazione dalla Coppa Italia da parte dello Spezia, affronteranno, all’Olimpico, un’altra ligure, un Genoa frastornato dalla sconfitta interna di Coppa Italia, con l’Alessandria, mentre il Sassuolo, sesta forza del campionato, con una partita da recuperare con il Torino, tasterà il polso al Verona di Delneri, nella sfida disperata del Ben-tegodi.Non facile la trasferta del Milan con il Frosinone, contro un avversario a caccia di punti per la sopravvivenza. I rossoneri, con il pareggio di San Siro con il Verona, hanno nuovamente se-gnato il passo, facendo imbufalire Ber-lusconi, che già aveva dovuto digerire il pareggio a reti inviolate con il Carpi.Il Torino ospiterà un’ Udinese con il dente avvelenato per i quattro gol presi dall’Inter.

Il 2015 terminerà a Bergamo, la città dell’Atalanta, compa-gine che non ci ha certo dato

mai grosse soddisfazioni , tran-ne quella di avere allevato e fatto diventare calciatore uno dei mi-gliori centravanti della storia del Napoli, l’indimenticato mister” Due Miliardi”, al secolo Giusep-pe Savoldi I, detto anche Bep-pegol.  Si prevede una trasferta ostica ma non impossibile. Ab-biamo passato il turno di Coppa Italia, giocando contro le riserve del Verona, ultimo in classifica, dimostrando anche una certa sofferenza fisica, siamo andati in gol grazie a uno uno strepitoso Mertens, a aprire le marcature Omar El Kaddouri su assist di Higuain, ha chiuso la goleada Josè Callejon”: risultato ottimo, partita e tempi di gioco un poco meno, mai come in questo mo-mento, la sosta è benedetta. Il prossimo avversario di Coppa Italia ? L’Inter e non vedo l’ora di rincontrarla.  Tutto sommato lo sapevamo già dall’inizio che non eravamo una squadra attrezzata per la vittoria finale. Maurizio Sarri tra l’altro aveva chiesto tempo, già a inizio stagione, per raggiungere certi traguardi. Attualmente ancora non siamo perfetti  e abbiamo ancora tante

siamo iN corsa per tUtti i traGUardi, Napoli da GUiNNesscose da affinare oltre che rimpin-guare il parco giocatori, come ,ad esempio, è evidente la difficoltà a segnare quando le squadre av-versarie si chiudono, abbiamo una enorme intralcio a mettere dentro la palla, non per niente in ben tre partite, il risultato è sta-to a reti bianche; troppo per una formazione che tenta la strada della presa del torneo di serie A. La Roma per esempio al San Pa-olo è venuta per non prenderle e c’è riuscita benissimo. Quello ot-tenuto a Fuorigrotta da parte dei giallorossi capitolini sarebbe an-che un buon risultato se, magari, a stare tre punti sopra ci fossero

stati loro e non il Napoli, sareb-be stato un grande risultato se la Roma fosse stata una equipe alla stregua del Carpi e del Genoa, ma la Roma ha speso 200 milio-ni di euro e a inizio stagione di-chiarava di puntare allo scudet-to, ora se una squadra con queste prospettive viene a giocare con una diretta concorrente non do-vrebbe gareggiare in quel modo: non penso davvero che siano in grado di lottare per la vittoria del campionato, al massimo posso-no salvarsi con molte giornate d’anticipo! Le misure sugli sche-mi di Sarri pare siano stati ben studiate dagli avversari, dunque,

a questo punto, credo che an-drebbe rivista qualcosa, a partita in corso o già dal primo minuto, ad esempio quando gli avversari si chiudono in quel modo così osceno (come ha fatto la Roma) servirebbe verticalizzare di più a centrocampo e quindi dentro Vadlfiori e fuori Jorginho, arre-trare Callejon al posto di Hysaj e inserire Mertens, inutile e dan-noso a mio sommesso avviso insistere con quattro difensori di ruolo là dove gli avversari tolgono i loro attaccanti. Quel-lo che si prospetta tra l’altro in maniera prepotente è il ritorno della Juventus, che ha inanellato

sei vittorie di fila ed è arrivata a due soli punti dagli azzurri e a sei dalla capolista Inter. Diventa sempre più intrigante questo tor-neo senza padroni. Il prossimo turno  vedrà il Napoli impegna-to contro l’Atalanta di Edy Reja, uno degli allenatori che hanno scritto la storia recente del Na-poli; partita difficile perché sul campo degli orobici spesso gli azzurri sono usciti a mani vuo-te. Naturalmente i tabù sono nati per essere tra l’altro sfatati e credo che sia giunto il momento da parte di Sarri di sfatare anche questa cattiva abitudine napole-tana, perché tra l’altro si rischia di allontanarsi troppo dalla vet-ta. Anche se la prova più diffici-le sarà affrontata a febbraio. Tra l’altro in questo inizio settimana c’è stato il sorteggio delle coppe

europee e per la verità a nessuna delle squadre italiane è andata molto bene, ad esempio al Napo-li è toccato il Villareal, reduce da una vittoria importante contro il Real Madrid nell’ultima giorna-ta della Liga Spagnola. Il Napoli, dunque, andrà incontro a una serie di scontri da far saltare le coronarie, i partenopei affron-teranno queste gare :  Juventus – Napoli domenica 14 febbraio; Villareal-Napoli giovedì 18 feb-braio; Napoli Milan domenica 21 febbraio; Napoli – Villareal giovedì 25 febbraio; Fiorentina – Napoli domenica 28 febbraio . Davvero una bruttissima gatta da pelare, con la postilla che le squadre di Sarri proprio a feb-braio subiscono un calo di for-ma. Incrociamo le dita.

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Giovanni Labanca

Comincia nel lontano 1973 la lunga sto-ria dell’Inter Club

“Beppe Bergomi” di Senise, grosso centro in provincia di Potenza, denominato, per la sua bella posizione geogra-fica, la Firenze del Sud. Nel suo comune troviamo la diga in terra battuta più grande d’Europa, un vanto per la re-gione Basilicata ed il migliore peperoncino “zafarn” d’Italia, un’altra perla della fiorente agricoltura, che caratterizza la circostante campagna. E vanto è pure questo glorioso

iNter clUb seNise

Inter Club che ha attraversato buona parte della storia stessa dell’Inter.

Venerdì scorso, nel magni-fico Hotel Villa del Lago, si è svolta la consueta cena socia-

le, che ha radunato soci e fa-miglie, alla presenza del coor-dinatore regionale Ludovico Iannotti, anche per lo scam-bio degli auguri per Natale e l’anno nuovo.Il neo eletto presidente Vin-cenzo Uccelli ha dato, come di consueto, il benvenuto agli ospiti e, come continuatore di una lunga tradizione inte-rista, ha ricordato chi lo ha preceduto, a cominciare da Stefano Tuzio, Mario Marino, segretario storico e poi pre-sidente, a Egidio De Marco a Vincenzo Vergallito. La com-mozione ha preso un pò tutti e gli applausi non sono man-cati, come non sono mancati gli incitamenti per la squadra che, finalmente, veleggia soli-taria in classifica.

Vita di CLUB

Il presidente Uccelli ha voluto ringraziare anche Giovanni Labanca, presidente del vici-no Inter Club Terranova di Pollino, primo in Basilicata, che si è prodigato non poco per la costituzione del sodali-zio anche a Senise, con l’allora segretario generale del Cen-tro, Amos Zaccara e l’ispet-tore per l’Italia meridionale, Tommaso Luvarà. Il coordinatore Iannotti, da parte sua, ha lodato il grande attaccamento dei senisesi ai colori nerazzurri e la grande passione che li spinge, ogni domenica, a salire fino a Mi-lano per sostenere la squadra,

accompagnati dallo storico striscione, che non manca mai al primo anello blu. E’ una grande dimostrazione di organizzazione e di volontà, quella che i ragazzi di Senise pretendono sempre più dai calciatori nerazzurri, che vor-ranno vedere sempre primi, fino alla conquista dello scu-detto. A mille chilometri di distanza, sono certi, che quel-li della Beneamata abbiano sentito.Stadio5 si congratula con i di-rigenti ed i soci tutti per come hanno portato avanti, in un lungo percorso, il bel nome della loro glorioso Inter.

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9domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Giovanni Labanca

Vita di CLUBiNter clUb templari

iNter clUb GiordaNia

La storia parla chiaro. Fu nel 1119 che Ugo de’ Pagani fondò l’ordine benedetto

dei Templari, presso la cittadina di Forenza, in Basilicata. Il suc-cessivo tentativo, in parte riusci-to, dei francesi di appropriarsi di questo grande avvenimento storico, francesizzando i nomi, è stato via via sventato, anche se la storiografia moderna si è adatta-ta, colpevolmente, alla versione transalpina. Sono nati, allora, come “difensori della fede”, quel-la cristiana e le loro gesta hanno attraversato la Storia, fino ad ispirare, tra l’altro, la costituzio-ne di uno degli Inter Club più famosi di Milano: I Templari, appunto. E’ successo nel 2008, per opera di Angelo De Candi-ziis e Pietro Gallenzi, oggi pre-sidente e vice del Club, perché di fede da difendere c’era, con

tutto rispetto, quella dell’Inter, in un momento particolare del suo cammino, non troppo felice e che vedeva allontanarsi i tifosi dalla squadra per la scarsezza dei risultati. Alla base della loro encomiabile decisione c’è stata forte la pas-

sione per i colori nerazzurri, che di gloria ne hanno vista tanta dal 1908 in poi, costruendo un pa-trimonio che non poteva e non si doveva far appannare.“Ci ha spinto, ci dice Pietro Gal-lenzi, una forza d’animo fuori dal comune e la necessità di pre-

farci raggiungere, ben presto, oltre 600 soci. Oggi siamo a quota 487, ma contiamo di varcare la soglia dell’anno scorso, aiutati anche dai buoni risultati della squadra di Mancini e dalla buona condu-zione societaria di mister Thohir che, dopo gli iniziali comprensi-

ringraziamenti per quello che ci ha saputo donare”.Non meno calorose sono le di-chiarazioni del presidente De Candiziis.“Siamo orgogliosi del nostro gruppo, che ha ravvivato buona parte del primo anello arancio, che sembrava un vero e proprio letargo. Con le nostre bandiere e coreografie e, soprattutto, con il nostro entusiasmo, lo abbiamo trasformato radicalmente in uno dei settori più vivaci dello sta-dio. Siamo soddisfatti per que-sto impegno domenicale, molto apprezzato dalla Società, come siamo orgogliosi di annoverare tra i nostri iscritti anche perso-

naggi famosi, tra cui spicca come ultimo arrivato, Mario Corso, il Mandrake dell’Inter mondiale. Ne abbiamo tanti altri ed a tutti, indistintamente, va il nostro rin-graziamento più vivo”. Ecco i moderni Templari che, benedetti da Ugo de’ Pagani, di-fenderanno, non con la spada, ma con la passione ed il cuore i colori nerazzurri della magnifi-ca Beneamata.Direttivo: Presidente, Angelo De Candiziis; vice, Pietro Gallenzi; Consiglieri, Carlo Conte, Diego Ligorio, Pierluigi Fornara, Al-berto Cicognani, Stefano Ferrè, Susanna Crisanti, Eugenio Mar-lacchi.

servare e ravvivare lo scintillio dei trofei vinti in tutto il mondo calcistico. Con Angelo, abbiamo chiamato a raccolta tutti gli amici tifosi che, recependo il nostro mes-saggio, hanno aderito all’iniziati-va con determinazione tale da

bili smarrimenti, ha ben salde in mano le redini di questa meravi-gliosa cavalla di razza, lanciata, di nuovo, verso traguardi ambi-ziosi che competono ad una bla-sonata compagine, dopo l’epoca di Moratti, a cui vanno tutti i nostri

Giovanni Labanca

Terra di meravigliose ed in-contaminate bellezze e ricca

di sterminati pozzi petroliferi, il Dubai può contare anche su una folta rappresentativa di tifo-si interisti. I soci dell’Inter Club Dubai, sempre più appassionati, si ritrovano spesso per vivere assieme momenti di amicizia e gioia. L’occasione migliore la of-fre, senza dubbio, la visione della partita dell’Inter, che costituisce anche un gustoso momento con-viviale, oltre che di tifo.

iNter clUb dUbai Cresce ancora la già grande fa-miglia degli Inter Club grazie alla inesauribile passione per

i colori nerazzurri. E’ stato costitu-ito, da poco tempo, l’Inter Club Jor-dan, formato da un appassionato gruppo di tifosi residenti in più parti della Giordania che, nonostante i noti problemi politici che interessa-no la zona medio-orientale, hanno deciso di dar vita ad un comune sodalizio, sospinti dall’amore per la Beneamata, a dimostrazione che il tifo non conosce confini e travali-ca mare, monti e deserti, oltre ogni logico confine. Il Centro Coordina-mento e la Società prendono atto con piacere di questa nuova realtà associativa, cui augurano tanta for-tuna. Stadio5 si unisce ai compli-menti.

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domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it10

Giovanni Labancadi

appiaNo day

Vita di CLUB

Non si vive di solo calcio. Cosi la pensano i nu-merosi Inter club della

Campania, che oltre a seguire con assiduità la “Beneamata” a San Siro e in altri stadi d’Italia, hanno anche avviato da anni una

In Campania sono tanti gli Inter club, ma non si vive di solo tifoin Campania

nica e storica presidente Adriana De Leva. Sei sono i collaboratori provinciali (Avellino, Benevento, Caserta, Salerno e 2 per Napoli).Le difficoltà più grandi per un Inter Club che opera al Sud sono diverse e vanno dal fattore economico (tenere aperta una sede, pagare l’affitto, acqua e luce costa molto) a quello della sicu-rezza. Anni fa, precisamente nel lontano 1975, le sedi di Napoli, Castellammare ed Ottaviano furono assalite da pseudi tifosi del Napoli con bombe molotov,

serie di iniziative sociali, cultu-rali e gastromiche. Attualmente gli Inter club campani affiliati sono 49. Quattromila gli iscritti. Il club con più anni di attività è quello di Napoli “Dal Vesuvio con amore”, seguito da Torre del Greco e Castellammare di Sta-bia. Il centro Coordinamento campano è guidato dalla vulca-

mentre allo stadio San Paolo, in occasione di Napoli Inter non sono mancati episodi spiace-voli come l’assalto e l’incendio a striscioni di club nerazzurri e raid punitivi fuori dallo stadio a tifosi dell’Inter residenti nel ca-poluogo campano. Significative le manifestazioni organizzate in terra partenopea, come il “Prisco

Day”(Celebrazione Eucaristica in ricordo dell’avvocato Giu-seppe alla presenza del figlio), il “Beccalossi Day”a Sarno (Saler-no), “Giacinto per sempre”, gior-nata speciale dedicata al com-pianto Facchetti alla presenza del figlio Gianfelice, “Inter Summer

Tour” con giochi sulla spiaggia a Salerno e nella penisola sorrenti-na, la presentazione dei libri “Se no che gente saremo…” scritto dal figlio di Facchetti, Gianfelice e “Peppino Prisco, due penne e due colori a Pompei”. La visita alla Champions League a Sa-

lerno con contributo di 15 mila euro a telefono azzurro e la sim-patica iniziativa il tifoso dell’an-no, concorso organizzato nel lontano 2000 e vinto da Emilio Vittozzi, portavoce allora dell’ Inter club Salerno “Marcello

Parisi.” L’augurio più sincero che tutto questo possa continuare all’infinito perché, come sosten-gono i tifosi nerazzurri, l’Inter è una fede. Non si discute, ma si ama per tutta la vita.

Una delle iniziative più interessanti e piace-

volmente accolte dai tifosi

nerazzurri è l’APPIANO DAY, una giornata intera vissuta, a rotazione, dagli iscritti ai Club a diretto contatti con i calciatori.

In questa occasione, a vi-vere il club da protagonisti, sono state le rappresentati-ve degli Inter Club del Co-ordinamento Estero, giunti dalla Germania e Svizzera, oltre ai soci del Coordi-namento dell’Emilia e del Friuli Venezia Giulia.

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11domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Continua la collaborazione tra CUS Milano e Inter!Tempo di campionato, un’atmosfera natalizia illuminata dalle luci del “Meazza”: prosegue l’iniziativa speciale Inter & Students, perché essere universitari è bello e vantaggioso.

In occasione di Inter-Lazio, ultimo match casalingo del 2015, c’è un’offerta imperdibile per chi, come te, è iscritto al CUS Milano.

A soli 10€ potrai assistere alla partita dal Secondo Anello Blu, in un’area dedicata agli studenti.

In più, se lo vorrai, prima del calcio d’inizio potrai visitare il San Siro Museum al prezzo esclusivo di 5€. Infine, non perderti i racconti di chi ha fatto la storia del Club: potrai incontrare due giocatori di Inter Forever.

Cosa aspetti? Vieni a San Siro per Inter-Lazio e festeggia il Natale con i tuoi amici!

*L’iniziativa è rivolta a tutti gli studenti TESSERATI CUS MILANO, fino al compimento del 28° anno di età. Per Inter-Lazio è valida nei CUS Point Città Studi (Via Golgi, angolo Via Pascal), Università degli Studi (Via Festa del Perdono 7), Bicocca (Piazza dell’Ateneo Nuovo), Cattolica (Largo Gemelli, c/o sportello n°7 Polo Studenti), IULM (Via Carlo Bo 1).

Luigi Rubino

CampionatoPrimavera

l’iNter viNce aNcora a perUGia

il milaN torNa alla vittoria coN il caGliari

La Primavera di Vecchi si conferma squadra di ran-go. I nerazzurri chiudono

benissimo il 2015, superano lar-gamente il Perugia e agguantano il secondo posto, scavalcando il Cagliari fermato dal Milan e portandosi ad un solo punto dalla nuova capolista Chievo, vittoriosa sulla Salernitana. I nerazzurri, nell’anticipo giocato

venerdi, contro i grifoni hanno raggiunto il successo grazie so-prattutto all’eccellente prestazio-ne fornita nel secondo tempo. La squadra di Vecchi, in svantaggio nei minuti iniziale del match, si trasforma nel secondo tempo. Vecchi opera alcuni campi. En-trano Bakayoko e Correia. Esco-no Delgado e De La Fuente e il risultato cambia immediatamen-te. Il pareggio lo sigla Rapaic, su servizio di Bakayoko. Dopo tre minuti, i nerazzurri passano in vantaggio con una deviazione di Gyamfi. I nerazzurri dominano. Rapaic va vicino alla doppietta, colpendo il palo, poi arriva il terzo gol di Bakayoko, a termine di un’azione personale. L’ultima rete dell’Inter è invece di Correia che di sinistro non perdona. Nel

finale è poi Varfaj ad accorciare le distanze per i perugini.Perugia-Inter 2-4Perugia: Santopadre, Petti-nelli, Bonfini, ( 77’ Rondoni), Gualtieri, Trwquattrini, Bianchi, Castillo (85’ Pellegrini) Varfaj, Jakovlevs ( 73’ Salvucci), Buzzi, Vicaroni. All: RecchiInter: Radu, Gyamfi, Gravil-lon, sobacchi, Miangue, Zonta, Bonetto, De La Fuente ( 46’ Ba-kayoko) Delgado, ( 46’ Correia), Baldini, Rapaic( 81’ Emmers). All: VecchiMarcatori: 7’ Jakovlevs ( P ), 48’ Rapaic ( I ), 51’ Gyamfi,( I ), 69’ Bakayoko ( I ), 80’ Correia, 85’ Varfaj.Arbitro: Paolini di Ascoli.Ammoniti: Gualtieri ( P) Del-gado ( I ), Bianchi ( P)

Il Milan torna a vincere in campionato. La squadra di Brocchi non ha mai mollato

per tutto il match. Costretti a giocare in dieci per l’espulsione di Llamas ( somma ammonizio-ni) al 55’ del secondo tempo, i

rossoneri ha giocato con grande determinazione per tutta la gara, portandosi sul doppio vantag-gio, grazie a d un incontenibile Cutrone. Nella ripresa, subito il pari da un ottimo e pericoloso Cagliari, la squadra è poi riuscita

a vincere nel finale grazie ad un gol sottoporta di Bianchimano. Milan-Cagliari 3-2 Marcatori: 2’ e 45’ Cutrone ( M), 56’ Serra su rig ( C), 62’ Ser-ra ( C ), 90’ Bianchimano ( M)

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13domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Suoni eSapori Suoni e sapori del Mediterraneo

n o n s o l o c a l c i o

Quanno nascette Ninno a Betlemme,era notte e pareva mie-zojuorno.Maje le stelle,lustre e belle,se vedèttero accussì.E ‘a cchiù lucente,jette a chiammà li Magge a ll’Uriente.A no paese che,a no paese che se chiam-ma Ngadde,sciurettero le vvigne e ascette ll’uva.Ninno miosapuretiello,rappusciello d’uva si’ tuca, tutt’ammore,faje doce ‘a vocca e po’ ‘mbriache ‘e core.Non c’erano nemicenon c’erano nemice pe’ la terra.La pecora pasceva co’ ‘o lione.Co’ ‘o capretto,se vedette‘o liupardo pazzeà.Ll’urzo e ‘o vetielloe, co’ lo lupo, ‘mpace ‘o pecoriello.S’arrevotaje ‘nsomma,s’arrevotaje ‘nsomma

Mi torna in mente quel 26 giugno 1975 a San Siro dove la Reggiana vinse

2-1 lo spareggio per rimanere in serie B e in cui, tra i pochi spet-tatori, mi sono voluto con or-goglio annoverare, acquistando un biglietto degli allora distinti di ben 500 lire. Sono da sempre stato affascinato da questa mera-vigliosa squadra. Non fosse altro per i colori grigioneri così ano-mali e che la rendono ancora di più unica tra le uniche nel mon-do del pallone, in quella partita sportivamente nefasta per la compagine alessandrina, rimasi inoltre molto affascinato. Che dagli spalti si gridava “I grigi” come urlo d’ incitamento, e an-che quello mi aveva elettrizzato ulteriormente, considerando che in maniera rozza e superficiale il grigio viene etichettato come un colore malinconico o peggio di cupa mestizia. In contrappo-sizione ai piu’ solari colori all’ arcobaleno piu’ convenzionali e celebrati. Ebbene da sempre questa squadra alloggia nelle mie più profonde simpatie calci-stiche e non, ed ora piu’ che mai voglio suggellare la spettacolare e storica qualificazione agli otta-

Web design Stadio5

Riccardo Maggese Quando i ricordi riaffioranovi di coppa ITALIA, ottenuta pe-raltro con un’altra grandissima nobile del nostro calcio il Genoa CFC. Forza Alessandria quindi. La squadra di STORICO blasone e artefice dei primi epici avve-nimenti calcistici. Di inizio ‘900 dove la grande macchina dell’ ttuale SHOW BUSINESS stava avviandosi, in maniera impla-cabile fino ai giorni nostri sicu-ramente piu’ tecnologici e meno romantici, Una squadra con un velo di magica poesia, che viene da i primi campionati le prime

squadre, volute piu’ che altro da “emigranti” inglesi di passag-gio nel Bel Paese per motivi di lavoro o motivi passionali, era il tempo dell’ EXPO universale della tour Eiffel e della Milano dell’ EXPO del Sempione (1906) ed ecco fare il suo ingresso nel campionato italiano di calcio dalle ceneri della polisporti-va forza e coraggio nel 1912 la Unione Sportiva Alessandria, dalle storiche firme di Amilcare Savojardo (cognome piemontese doc) e di Alfredo Ratti nominato

primo direttore sportivo succe-sivamente la grande fusione nel 1916. Tra Foot Bal Club e Unio-ne Sportiva Alessandria che nel 1916 diventando Alessandria Unione Sportiva e mantenendo la meravigliosa maglia grigia eredità della “Forza e Coraggio” eccola quindi la mitica Alessan-dria che è arrivata con un tragit-to straordinario, ai giorni nostri passando per 13 stagioni in Se-rie A tra il 1929 e il 1960 e 20 in Serie B (l’ultima nel 1974-1975); raggiunse inoltre una finale di Coppa Italia, nel 1936. Oltre alle vittorie di un campionato di Serie B, uno di Serie C e uno di Serie C2, conta nel suo pal-marès una Coppa Italia di Serie C, vinta nel 1973, e una Coppa CONI, conquistata nel 1927. Tra i più celebri giocatori che hanno indossato la maglia grigia sono da ricordare il Pallone d’oro 1969 Gianni Rivera e i Campioni del Mondo Bertolini, Borel, Ferra-ri e Rava, oltre a Carlo Carcano e Adolfo Baloncieri. RIOCR-DIAMO i mitici anni del primo dopoguerra, con la “scuola ales-sandrina” che, diede continuità ai dettami importati nei primi

anni dieci dell’allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio ita-liano, l’Alessandria del 73/74 con la storica promozione in serie B successivamente persa con lo spareggio che ho ricordato allo stadio di San Siro contro la Reg-giano nell’ anno successivo. Mi rammarico molto di non avere mai varcato i cancelli del Moca-gatta impianto calcistico STORI-CO. Costruito per fare fronte alle richieste dei numerosi tifosi, ma anche su richiesta del regime fa-scista che voleva anche ad Ales-sandria un impianto adatto alla “piazza”, all’epoca tra le più im-portanti d’Italia. Il campo venne

inaugurato il 28 ottobre del 1929 e chiamato “Campo del Littorio”. Nel 1946, con la caduta del regi-me, lo stadio venne intitolato al presidente della squadra, non-ché sindaco della città piemon-tese. Alle spalle della porta alla destra della tribuna centrale vi era un cancello che lo delinea-va e lo rendeva unico assoluto, spero non venga mai sostituito o apportate troppe modifiche strutturali o peggio sostituito con uno di quegli enormi catini stereotipi di questi anni 2000 che rendono gli stadi tutti uguali e privati di appartenenza e perso-nalità.

BUON NATALE A TUTTI NOI DELLA REDAZIONE E AI NOSTRI LETTORI“Quanno Nascette Ninno”-(S. Alfonso Maria De Liguori -1600 ca) tutt’ ‘o munno,

lo cielo, ‘a terra, ‘o mare e tutt’ ‘e ggente.Chi dormeva,se senteva‘mpiett’ ‘o core pazzeàpe’ la prejezza.E se sonnava pace e con-tentezza.Guardavano le ppecore,guardavano le ppecore ‘e Pasture.E n’Angelo, sbrennente cchiù d’ ‘o sole,comparettee lle decette:“Non ve spaventate, no.Contento e riso,la terra è addeventata Paraviso”.“Quando nacque Gesù Bambino”Quando nacque Gesù Bambino a Betlemme,era notte e sembrava mezzogiorno.Mai le stelle,lustre e belle,si videro così.E la più splendenteandò a chiamare i Magi dall’Oriente.In un paese,in un paese che si chia-ma Engaddi,fiorirono le vigne e uscì l’uva.Bambino mio

saporito,ramoscello d’uva sei tuche, tutto amore,rendi dolce la bocca e poi ubriachi i cuori.Non c’erano nemici,non c’erano nemici per la terra.La pecora nasceva con il leone.Col capretto,si videil leopardo giocare.L’orso e il vitelloe, con il lupo, in pace il vitello.Si sconvolse insomma,si sconvolse insomma tutto il mondo,il cielo, la terra, il mare e tutte le genti.Chi dormivasi sentivain petto il cuore giocareper l’allegria.E sognava pace e conten-tezza.Guardavano le pecore,guardavano le pecore i pastori.E un Angelo, splendente più del sole,comparvee disse loro:“Non vi spaventate, no.Felicità e riso,la terra è diventata un paradiso”.

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Giovanni Labanca

Attualità

Il Califfato, come un mostro colpito a morte, ha un sus-sulto e prova a scatenare tut-

ta la sua rabbia e forza che gli è rimasta contro gli obbiettivi più facili da abbattere. L’esempio è Parigi e, a seguire, Sirte, dove i due governi libici fino all’altro giorno giocavano a ping pong, accusandosi a vicenda di non vo-ler firmare un armistizio di pace.Con l’ISIS in casa, però,Tripoli e Tobruk si sono finalmente messe d’accordo, sotto l’egida dell’ONU per formare un governo nazio-nale unito, per potere estirpare

l’isis e’ iN libia. occhio a sirteil cancro del terrorismo. Intanto, Francia e Russia continuano a martellare con bombardamenti a tappeto e missili da crociera le aree ancora sotto controllo dell’I-SIS. In primo luogo, in Irak, le forze della coalizione provano a riconquistare sul terreno Mosul, città dove è nato Saddam Hus-sein. Proprio a Mosul c’è una diga che in questi giorni è difesa da 450 soldati italiani, mandati in settimana da Renzi. La diga è a pochi chilometri dalla città e per il momento è sotto controllo dei Curdi. Non si ferma l’iniziativa

A Sud, Assad sta sferrando, gra-zie agli aiuti russi, una potente offensiva contro quello che resta del Califfato. Da qui la fuga ver-so la Libia di parecchi militanti dell’ISIS. Nel frattempo, prose-guono i negoziati di pace per la Siria, sponsorizzati dalla Russia, in accordo con gli Stati Uniti. Venerdì, i negoziati da Mosca a New York son proseguiti per la continuazione delle trattati-ve multilaterali. Il ministro de-gli esteri russo Lavrov , dopo il colloquio al Cremlino tra il se-gretario di stato USA Kerry ed il presidente Putin, è stato defi-nito sostanzialmente positivo. Con Kerry sono stati concordati alcuni passi per rendere la lotta all’ISIS sempre più coordinata.

Tanti lo hanno giudicato inopportuno ed affretta-to, tanti lo hanno salutato

come un evento giunto al mo-mento giusto, secondo i rispet-tivi punti di vista. Il “guaio”, se così possiamo chiamarlo, è che lo Stato del Vaticano è situato nel centro di Roma e, quindi, ne de-termina, in modo massiccio, la vita stessa della capitale. Ogni avvenimento previsto in Vatica-no ricade, inevitabilmente, sulla città eterna, nel senso che, dal punto di vista logistico, è quella che deve subirne le conseguen-ze, positive e negative allo stesso tempo. Il Papa comanda e Roma si deve adeguare e non è così semplice, se pensiamo alle disa-strose condizioni in cui la città

i l G i U b i l e o d e l l a m i s e r i c o r d i a e d e G l i s t o lt idei Cesari è stata ridotta in que-sti ultimi anni. Offre di sé la peg-giore immagine politica e strut-turale, come una qualsiasi città del terzo mondo in via di sot-tosviluppo. Un concetto questo che stride con la Roma turistica, monumentale, paesaggistica, culturale e sociale che la pon-gono in bella evidenza agli oc-chi dei milioni di visitatori, che ne affollano alberghi, ristoranti, gallerie d’arte, castelli, con con-seguente e ben accetto apporto economico continuo e lucroso, che va ad impinguare le casse del Campidoglio, dello Stato e dello stesso già ricco ed opulento Va-ticano. “Pecunia non olet”, come si diceva da queste parti, quando la lingua ufficiale era quella dei Cicerone, degli Imperatori e dei dittatori, la qual cosa è sempre stata vista di buon occhio, tanto da far sopportare gli inevitabili disagi creati per il traffico ed il sovraffollamento. Papa France-sco queste cose le sa bene, come lo sapevano altrettanto bene tutti i suoi predecessori, ma per quel-lo che la sua carica gli impone non può fermarsi davanti alle intricate contingenze terrene, avendo ben presente che anche lo Spirito pretende la sua parte

e “suggerisce” il tempo di agire per il bene della Chiesa. Ora, coincide con quello della grande massa dei credenti che premono sulle mura vaticane , alla pari degli eserciti antichi: la religio-ne ha i suoi tempi ed il compito di un buon Pastore è quello di coglierne l’attimo nel momento del bisogno. Il Giubileo straordi-nario è stato ritenuto necessario proprio ora, in un epoca in cui i conflitti religiosi sono all’ordine del giorno ed un forte smarri-mento aleggia periglioso tra l’e-sercito di Cristo. Ecco, quindi, la grande manifestazione cui nome migliore non si poteva dare: Giu-bileo della misericordia. A Papa Francesco, alla Chiesa, è la Mi-sericordia quella che interessa fortemente, mentre nel mondo il cuore degli uomini sembra chiudersi sempre più in egoismi e disinteressi verso il prossimo più bisognoso, verso l’umanità sempre più sofferente e lacerata da mille guerre. Interessa ora che si vanno smarrendo, sempre più, i principi cristiani o comunque religiosi, che vorrebbero tutti più uguali, tutti maggiormente fruitori della tanta ricchezza ter-rena, attualmente sparse a piene mani per molti e assolutamente

zata più in beghe da comare che in analisi serie. Verdetto: il flop del Giubileo, la gente abbandona Francesco, gli scandali scoperti e i tanti già noti hanno lascia-to il segno, ha vinto il terrore. E della Misericordia chi se ne occupa? Ma cosa interessa alla gente. Questa, piuttosto, vuo-le sapere se il grande colonnato del Bernini avesse abbracciato fedeli fino alla capienza o fosse rimasto in buona parte inopero-so, per giù titoloni sul fallimento di un sacro evento che dura un anno e che si prefigge di portare a Roma anche un solo pellegri-no penitente. Da quando in qua , queste cose delicate si giudicano come se si trattasse di un film o di una partita di calcio? Lo vor-remmo sapere anche noi da certi professori dell’informazione. Sta accadendo quello che era già successo per l’EXPO di Milano. Per questo il fallimento era sta-to dato per certo, sin dai primi giorni, quando ancora le folli oceaniche erano ben rintanate in casa in attesa del momen-to giusto, che poi è arrivato ed hanno travolto,vincendo, la stes-sa stampa, che oggi “prega” per il fallimento del Giubileo. Per i rappresentanti di questa non ci potrà mai essere porta santa che tenga, perché stolti erano e stolti rimarranno. Nei secoli dei secoli. Amen.

negata per tanti altri. La Chie-sa, per suo mandato divino, non può non predicare l’accoglien-za di poveri , dei diseredati, di coloro che soffrono ed hanno bisogno del prossimo, che deve amare gli altri come se stesso. E’ il suo compito principale quello di spronare tutti i potenti della Terra a fare di più, molto di più, soprattutto per i bambini di ogni razza e paese, anche se sa di su-scitare le “obiezioni” popolari di chi ha un occhio diverso con cui guarda il mondo che lo circon-da. Lo sanno bene in Vaticano e

proprio per incoraggiare a tro-vare soluzioni che accontentino tutti, il Papa venuto dalla umiltà ha aperto la Porta Santa, quella della Misericordia, che il mondo cristiano si appresterà, nell’anno del giubileo, a varcare per chie-dere perdono a Dio e ritemprar-si nello Spirito Santo. Quanti saranno i pellegrini, milioni o migliaia, che riempiranno piaz-za San Pietro o la lasceranno a metà , come è successo il giorno dell’apertura del Giubileo? Ecco, per questi conteggi entrare in campo la solita stampa specializ-

Se Alberto Stasi, anche se-condo la verità processuale, sia colpevole o innocente

non è dato saperlo, ma quello che fa accapponare la pelle, e temere di finirci dentro prima o poi, è la consapevolezza che la giustizia, quella processuale, deve trovare un colpevole a tutti i costi e co-sti quel che costi. Scandaloso, neppure io so se Alberto Stasi ha commesso l’omicidio, pren-dere atto che in galera ci finisce un ragazzo assolto nei primi due

gradi di giudizio per poi vedersi mischiare le carte che non pro-vano né movente né di essere l’assassino al di sopra di ogni ra-gionevole dubbio. La Cassazione ha condannato a sedici anni un presunto colpevole, si dovrebbe partire dalla presunzione di in-nocenza, che ha già scontato otto anni non in carcere ma all’infer-no. Il delitto di Garlasco, come sempre accade in questi casi, non ha vincitori né vinti. La famiglia della povera Chiara Poggi vivrà, da innocente, il suo ergastolo a vita ed il presunto colpevole,

perché sulla base dei fatti resta ancora tale, vive imprigionato all’inferno da otto anni e reste-rà il mostro per il resto dei suoi giorni. Se deve bastare un solo ragionevole dubbio per mettere in libertà un colpevole a danno dell’imprigionare un innocen-te, Alberto Stasi dalla sua ne ha avuti a centinaia di ragionevoli dubbi. Lo stesso Pubblico Mini-stero, con onestà intellettuale e professionale, ammette la debo-lezza dell’impianto accusatorio che non da alcuna certezza circa la colpevolezza di Stasi, ma non

basta neppure questo. Alberto Stasi va condannato perché per-ché ha uno sguardo di ghiaccio, non mostra alcuna emozione né pentimento, quest’ultimo deve presumere la colpevolezza del soggetto, e quindi bisogna dare un messaggio forte e chiaro: alla gogna colui che è stato già con-dannato dall’opinione pubblica per dare, forse, pace alla famiglia della vittima di turno. Ma se gli occhi azzurri ed inespressivi di Stasi sono la miglior prova della sua colpevolezza, perché Sabrina Misseri è stata condannata all’er-gastolo se con i suoi occhi casta-ni si è resa protagonista per mesi mostrando pietà per il destino che la sorte ha riservato alla sua

cuginetta? Gli occhi azzurri non vanno bene, non vanno bene neppure quelli castani. Non va bene mostrare freddezza davanti alle telecamere e non paga nep-pure piangere fiumi di lacrime. La nostra giustizia non premia né cerca la verità, seppur pro-cessuale, ma condanna qualcuno perché va messa a tacere la co-scienza, soprattutto quella pub-blica. Se il giovane commerciali-sta di Garlasco fosse veramente innocente, quale somma potrà ripagarlo di tanta sofferenza? Se è stata commessa un’ingiustizia legata alla verità non lo sapremo mai, ma quella processuale si. Un’ingiustizia grande come una casa.

internazionale per mettere fine al Califfato. A inizio settimana,

infatti, l’Arabia Esaurita è riusci-ta a prendere accordi con diciot-to stati islamici, che si sono detti favorevoli ad una azione militare per chiudere in una sacca l’ISIS.

Russia e Stati Uniti, in pratica, hanno trovato terreno comune sui gruppi di opposizione da in-vitare ai negoziati di pace per la Siria.

L’ingiustizia della GiustiziaAttualità

Severa Bisceglia

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15domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Augura a tutti voi, proprio tutti, tanta pace e rispetto

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RiccardoSada

Musica

“Ultimi”, album d’esordio de Il Geometra, raccon-ta molte storie differenti accomunate da un trait

d’union rappresentato dal tema della sconfitta. Alcuni brani di “Ultimi” con un taglio autobio-grafico vogliono raccontare, in forma lirica, di piccole sconfitte quotidiane quanto di eventi ca-paci di spezzare la quotidiani-tà provinciale della band. Altri sono invece calibrati su eventi storici riguardanti l’Italia. Di-versi brani raccontano alcuni complessi di Jacopo (autore de Il Geometra) come quello di es-sere stato da piccolo un calciato-re mediocre e in “Ultimi”, title track dell’album, canta del terzo

il GeometraRamberto Ciammarughi tra i più grandi pianisti italianiè ospite con il suo pianforte e la sua maestria nel brano “Ultimi”

portiere di una squadra giova-nile di provincia e di quanto il suo essere totalmente fuori luo-go tra i pali della porta si rifletta anche nella sua quotidianità e di quanto si debba essere folli per accettare un ruolo così scevro da glorificazioni. Gli arrangia-menti sono caratterizzati dalla scelta di suonare la chitarra acu-stica in fingerpicking in onore aMark Knopfler (decisione det-tata dalla stima per il musicista inglese) portando l’accostamen-to di arpeggi molto serrati, dal sapore country/folk ai campioni di batteria elettronica e ai sinte-tizzatori. Stefano Riccò, produt-tore artistico dell’album, è stato il contributo fondamentale nel

dare una giusta declinazione a “Ultimi”: registrare al meglio le chitarre acustiche per poi abbi-narle alle voci più aggressive e definite ed infine amalgamare il tutto con sonorità più elettro-niche, quasi a voler stempera-re e ”sdrammatizzare” la parte analogica. Il Geometra, band Umbra (Foligno), esordisce nel luglio 2014 pubblicando un Ep totalmente autoprodotto intito-lato “La vita è un tutto sommato” (aiutati dalla direzione artistica, di Francesco D’Oronzo) conte-nente 5 canzoni. Booking: Pani-co Concerti.“http://www.panicoconcerti.it/”

Habitat è il racconto di s ituazioni di vita quo-

tidiana lontano da casa, co-stantemente nella dimen-sione alla quale i membri della band sentono di ap-partenere maggiormente, quella del viaggio. Senti-menti si, emozioni anche ma quelle perdute e quelle

Mai Personal Mood, “HABITAT”improvvise che si snodano in maniera decisamente più narrativa attorno ad un paesaggio urbano com-plesso che definisce in tutte le sue sfumature l’Habitat della band. Un Habitat me-tropolitano non sempre ac-cogliente ma non per que-sto meno affascinante, fatto di geometrie strabilianti, di palazzi decadenti, di viali

enormi, di strade dissesta-te, delle antenne sui tetti, di un tramonto sul mare vi-sto da un grattacielo, delle stazioni affollate, delle file ai gate dei voli economici e dei riflessi sul finestrino dell’asfalto in corsa. L’uscita di Habitat è prevista per il mese di ottobre 2015 ed è stata anticipata dalla pub-blicazione (il 30 luglio) del

primo singolo in antepri-ma: Ego.

Infowww.snowypeach.com

Ultimo numero di Stadio 5 di questo 2015, la cir-costanza migliore per

riassumere in questo articolo i prossimi appuntamenti serali, da prendere seriamente in conside-razione. A Milano i party non si fermano mai, nemmeno la not-te di Natale. Venerdì 25 infatti

Capodanni e dintorni per tutti i gustil’Amnesia ospita l’orma tradi-zionale maratona musicale con il dj Ilario Alicante (nella foto di Fiamma Tedaldi), in versione allnightlong. Alicante deve esse-re sempre più considerato uno dei dj techno italiani più amati al mondo. Lo dimostrano le sue recenti performance all’edizione

sudamericana del festival Cre-amfields e il suo ep “No End”, uscito lo scorso 17 novembre e che ha rappresentato il suo esor-dio sulla label Soma Records, festeggiato con un mixato realiz-zato in esclusiva per Slam Radio e diventato subito virale. Esploso nel 2008 con il brano “Vacacio-nes in Chile”, in tutti questi anni Alicante ha dimostrato di essere tutt’altro che una meteora, ben-sì una stella polare della musica elettronica. Sempre venerdì 25, il Juice di Treviolo, in provincia di Bergamo e pochi chilometri dal capoluogo lombardo, propo-ne Giorgia Angiuli (nella foto). Compositrice e polistrumen-tista, Giorgia Angiuli si divide tra Firenze e Berlino. Con il suo progetto audio-video We Love, ha firmato un contratto esclu-sivo con la label Bpitch Control di Ellen Allien, con conseguenti serate nei migliori club del mon-do. Il suo radio-show si intitola

Live Is More e ospita artisti di ogni dove. Tra stile pop, techno e house, Giorgia Angiuli si produ-ce in una dimensione particolare attraverso la voce, l’uso di giocat-toli per bambini e sintetizzatori analogici. Per quanto concerne i Veglioni, l’appuntamento clou è senza dubbio al Fabrique di Milano, con l’evento organizzato dall’Amnesia Milano in collabo-razione con Sincronie e Daze. In consolle Fritz Kalkbrenner, Luca Agnelli, Baikal, B. Converso e Stefano di Miceli. Giovedì 31 è comunque festa grande un po’ ovunque: Old Fashion, Byblos, The Club e Le Banque propon-gono i rispettivi party a tema. I Magazzini Generali, infine, spiazzano decisamente tutti, con l’ospitata di Kelly Lang, la Brooke della soap opera Beautiful, che ha superato da tempo le 7200 puntate.

Ilario Alicante @ Amnesia Milano Giorgia Angiuli

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17domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Anastasia Mazzia

Cinema

Il tanto atteso nuovo capitolo della famosa saga di Guerre Stellari, “Star Wars - Il Ri-

sveglio della Forza”, diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle nostre sale dal 16 dicembre. La pellicola è stata avvolta, sia durante la sua lavorazione che in fase di post produzione, da un velo di miste-ro riguardo la trama. La sinossi ufficiale recita: “C’era l’Impero, e c’erano i Ribelli che lo combatte-vano. Quelle battaglie ora sono parte del passato, la Storia ha as-sunto i contorni della Leggenda e i suoi protagonisti sono ora in gran parte dispersi. I nostalgici dell’Impero hanno ricompatta-to le loro fila e sono ora fedeli al Nuovo Ordine, deciso a portare a termine quanto cominciato dai Sith tanti anni prima, cercando di estendere il loro dominio sulla Galassia e rovesciando la paci-fica Repubblica; a contrastarli,

Star Wars - Il risveglio della Forzatuttavia, vecchi e nuovi Ribelli si riuniscono sotto la guida del Ge-nerale Leia Organa, veterana del conflitto e una delle ultime de-positarie del potere della Forza. Luke Skywalker, il grande eroe della Galassia, è scomparso tem-po prima e sarà l’ago della bilan-cia della nuova, imminente guer-ra... chi lo troverà per primo? L’oscuro Kylo Ren o gli eroi per caso Rey e Finn?” Molte sono le aspettative: i fan della saga, dopo la delusione della nuova trilogia - prequel, avevano espresso mol-ti dubbi sull’imminente opera di J.J. Abrams. In realtà, le attese e le speranze dei fan troveranno finalmente una risposta positiva ai loro desideri: perché il mito di Guerre Stellari, quello della trilo-gia originale del 1977 è tornato!Il regista Abrahams omaggia, in-fatti, la trilogia originale ripropo-nendo le antiche atmosfere e lo stesso registro narrativo. Ci sono i mitici protagonisti di allora, da Harrison Ford - Han Solo alla Carrie Fisher -Principessa Leia, oltre a Wookiee Chewbecca ed i simpatici droidi R2-D2 e C-3PO. Con magnifici effetti speciali ed un buon uso del 3D si ritrova-no l’antico spirito d’avventura e tutta l’umanitàprofonda della lotta tra il Bene ed il Male del creatore originario della saga, George Lucas. J.J. Abrams però guarda anche al futuro: ci sono nuovi personaggi, nuovi eroi

e dinamiche tutte da scoprire. Così  si assiste ad un vero e pro-prio passaggio di consegna: c’è la coraggiosa Rey (Daisy Ridley), la nuova depositaria del potere della Forza, l’impavido Finn e l’affascinate pilota Bo. Sono loro

adesso il nuovo volto della Re-sistenza che dovrà combattere contro le Forze del Male. “Star Wars - Il Risveglio della Forza” è il primo capitolo della nuova tri-logia, e, nonostante i molti ele-menti positivi, denota alcuni li-

miti e lacune giustificate dal fatto che si caratterizza per essere un traghettatore tra ciò che è stato e ciò che sarà. La pellicola di J.J. Abrams così vuole far breccia nei cuori dei vecchi fan della saga ed allo stesso tempo, però, aspira a

conquistare nuovi adepti. “Star Wars - Il Risveglio della Forza” è il degno sequel della trilogia originale: visivamente spettaco-lare, ottimi effetti speciali e tanto pathos.

Il film più atteso dell’anno, “Star Wars - Il Risveglio della Forza”, arriverà nel-

le nostre sale dal 16 dicembre diretto da J.J. Abrams, noto regista di “Mission Impossi-ble III” e “Star Trek”.Settimo capitolo della famosa saga di Guerre Stellari, il film è il sequel della trilogia origi-naria creata da George Lucas.Molte sono le curiosità ri-guardo questo film, che lo rendono già campione di molti risultati.Ancor prima di arrivare al cinema la pellicola ha già conquistato i botteghini in-ternazionali con prevendite stellari. Infatti, “Il risveglio della Forza” ha incassato ben 50 milioni di dollari dalle sole prevendite in Nordamerica. Secondo i principali analisti del settore, la pellicola po-trebbe eguagliare e perfino

star Warssuperare gli incassi di “Ava-tar”, che nel 2009 sbancò il botteghino superando i 2.8 miliardi di dollari.Un’altra curiosità riguarda la splendida musica che accom-pagna la pellicola: Gustavo Dudamel, il noto direttore d’orchestra della Los Angeles Philarmonic, ha contribuito a dirigere la colonna sonora del film scritta da John Williams.Riguardo invece le prime re-azioni: sono state tutte molto positive. Il Los Angeles Times lo ha definito: “Molto sem-plicemente: è il film di STAR WARS che stavate aspettan-do”. Per Rainn Wilson, famo-so attore delle serie tv  “Six Feet Under”, il film è “epico, meraviglioso e perfetto”, men-tre Rob Lowe ha twittato: “C’è un nuovo eroe in città, in un film che mantiene le promes-se. Ho pianto come un bam-

bino e gridato come un ado-lescente”.A differenza degli entusiasmi di critici e personaggi famo-si, il regista George Lucas, creatore e regista del primo film del 1977 e della trilogia prequel, ha espresso le sue perplessità in merito. Lucas, infatti, ha dichiarato che il nuovo film piacerà sicura-mente ai fan della saga, ma che rovinerà completamente la sua visione!Infine, “Star Wars 7” è solo il primo capitolo di una nuova trilogia: l’ottavo ed il nono capitolo della saga saran-no diretti rispettivamente da Rian Johnson (“Looper”, “Brick-Dose Mortale”), e Co-lin Trevorrow, noto regista di “Jurassic World”. La release dell’ottavo capitolo è prevista per il 2017, mentre il nono uscirà solo nel 2019.

Il Risveglio della Forza tutte le curiosità

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Teatroe...

Bianca Ara

BOLLETTINO TEATRALE DALLA CAPITALE

THEATRICAL BULLETIN FROM THE CAPITAL

Testo di Edward Bond e re-gia di Lisa Ferlazzo Natoli in scena al Teatro India.

“King Lear” è una delle opere di Shakespeare più note e rappre-sentate, i sentimenti e le situazio-ni sono facilmente riconducibili all’attualità. Il rapporto tra padri e figli, la violenza come stru-mento per raggiungere il potere e mantenerlo con tutti i mezzi, si mescolano ed intrecciano con i sentimenti più forti. L’angoscia

“IL MURO” di Bond… Edward Bondper il tradimento subito, la fra-gilità del nostro essere, la follia come unico rifugio sicuro, l’illu-sione che segue il gesto d’amore calpestato, la scoperta che per raggiungere la pace interiore si deve prima attraversare il dolore.“King Lear” di Shakespeare è una tragedia cosmologica. Quel-lo che crolla nel “Lear” di Bond è l’idea di un mondo che non c’è. C’è come una spaccatura seguita da una caduta senza fondo. La sua identità di Lear è un paranoi-co e tutti coloro che gli succedo-no, si prodigano a costruire un muro per tenere fuori i nemici.L’intera struttura e il senso in-torno a cui si scrive la storia af-frontano la questione occiden-tale: quella dei confini geografici e culturali e delle ferite su cui si sono edificate le controverse democrazie degli Stati-Nazione. Non a caso nella vicenda tutto gira intorno a un muro, ad una

compressione, a uno stato di pe-ricolo diffuso che ci costringe a rintracciare altre mura che, sem-pre più sottili, ci chiudono in un centro ridotto a una silenziosa periferia dell’anima. Si parla di violenza a largo spettro, si parla di società, che manipolano e ri-definiscono il concetto di violen-za, rendendolo via via più minu-zioso, accettabile nella sua quasi trasparenza. Violenza peculiare, inquietante che, come un incubo misterioso, si spande sulla vita di ogni azione in scena. Per far si che nella compressione senza scampo della storia si produca una crepa nei personaggi prima e dello spettatore, poi. Questo Lear, inedito in Italia, racconta di un mondo ancora dominato dal mito originario dello Stato e del suo scontro con il reale. Indubbiamente una bella messa in scena, con un certo spesso-re e intensità, bella regia, bravi gli attori, scene semplici e forti al tempo stesso, ma ci viene da chiederci: per quanto sarà anco-ra necessario portare in scena la violenza… è una storia che si ri-pete lunga tutta una vita e di più.

“THE WALL” by Bond... Edward Bond

Written by Edward Bond and directed by Lisa Natoli Ferlaz-

zo on stage at the Teatro India. “King Lear” is one of Shakespe-are’s most famous and repre-sented works, the feelings and

situations are easily traceable to current events. The relationship between fathers and sons, vio-lence as a tool to achieve and maintain power, the struggle sparing no means to maintain it, mingle and intertwine with the

strongest feelings. The anxiety about betrayal, the fragility of our being, the madness as the only safe haven, the illusion that follows the gesture of trampled love, the discovery that to achie-ve inner peace you must first experience pain. “King Lear” by Shakespeare is a cosmolo-gical tragedy. What collapses in Bond’s “Lear” is the idea of a world that is not there. There is as a rupture followed by a fall that doesn’t end. Lear is identi-fied as being paranoid and all those who succeed him, do their utmost to build a wall to keep out the enemies. The whole structu-re and meaning around which history is written addresses the Western issue: that of geographi-

cal and cultural boundaries and wounds on which democracies are built. It’s no coincidence that in the story everything revolves around a wall, a compression, a state of widespread danger that forces us to track down other walls that close us in a small cen-tre in a quiet suburb of the soul.There is talk of violence on a broad-spectrum, there is talk of society that manipulates and re-

defines the concept of violence, making it more and more me-ticulous, almost acceptable in its transparency. A peculiar and eerie violence, like a mysterious nightmare, spreads on the life of every action on stage. It’s a com-pression with no escape from hi-story that produces a crack in the characters and then the viewer too. This Lear, performed for the first time in Italy, tells of a world

that is still dominated by the ori-ginal myth of the State and its clash with reality. Undoubtedly a beautiful staging, with a deep intensity, remarkeable direction, good actors, simple but powerful setting… but then we ask oursel-ves: for how long more will it be necessary to speak about violen-ce... it’s a story that repeats itself throughout a lifetime and much more than that.

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19domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

Oltre che di festività na-talizie è tempo di com-pleanni in casa Bonolis,

dove Sonia Bruganelli, compa-gna del famoso conduttore, ha postato una foto con la bellissi-ma e piccola Adele Bonolis, per festeggiare gli otto anni appena compiuti. Lo scatto è davvero dolcissimo, scatto dedicato alla piccolina, ritratta in un abbrac-cio con la mamma, che scrive

Aurora Ramazzoti non riesce a non far parlare di sé, la

novità è un tatuaggio sulla schiena, un cuore pulsan-te, simbolo di “fratellanza”. La foto del tatuaggio è sta-ta postata sui social dalla stessa Aurora, che tiene in alto i capelli mostrando il disegno. La ragazza ha or-mai diciannove anni e ha scelto uno degli studi più conosciuti di Milano per farsi tatuare, tatuaggio che la figlia di Michelle ed Eros ha sempre sognato di ave-re. Dopo aver condiviso la foto ha infatti scritto “nel-

la mia vita sulla mia pelle dentro al mio cuore. Sem-pre #brotherhood. Come sempre i fan hanno opinio-ni contrastanti, chi dice “so che per te avrà un signifi-cato speciale ma ti prego non ti riempire, non ne vale la pena, sei bella bella come sei”, e chi invece è en-tusiasta del disegno. È un periodo d’oro per la ormai grande Aurora, soprattutto dopo il successo riscontra-to con XF9, nel quale spera di essere anche nella sta-gione seguente. Un grande in bocca al lupo.

Il clima natalizio ha colpito anche i vip, Aida Yespica si è infatti preparata a festeg-

giare il natale in grande stile, nella elegantissima residenza ca-liforniana, nella quale, con l’aiu-to del piccolo Aaron Ferrari, di ormai sette anni, ha addobbato un grandissimo abete. La show-girl ha infatti pubblicato una foto natalizia con suo figlio e tanto di cappellino di babbo natale, scri-vendo “home sweet home”. Aida ovviamente è in gran forma, e

non manca di far notare che il figlioletto è identico al padre, il calciatore Matteo Ferrari, con il quale la relazione è terminata da tempo, lei vive infatti con il compagno Roger Jenkins, con il quale sembra aver trovato amo-re e tranquillità. Aaron però non manca di andare a trovare il papà che gioca in una squadra cana-dese, a Montreal. Sembra che il natale oltre ai regali porti sereni-tà a tutti.

Sanremo 2016 si avvicina e sono già iniziate le di-scussioni su chi potreb-

be affiancare il presentatore Carlo Conti nella conduzione di questa edizione. Il ruolo prestigioso sarebbe conteso dall’attrice Laura Chiatti, che già aveva condotto l’edizio-ne 2013 al fianco di Al Bano e dalla showgirl e presen-tatrice Vanessa Incontrada. La Chiatti, impegnata con l’uscita del film di Leonar-do Pieraccioni, “Il professor Cenerentolo”, non rilascia dichiarazioni, la Incontrada, invece, sembrerebbe molto entusiasta. Per ora risultereb-bero in trattativa anche Vir-ginia Raffaele e Eros Ramaz-zotti, nonché Laura Pausini, tutti possibili ospiti. Chissà quale sarà il volto femminile che affiancherà Carlo Conti, che vorrebbe il meglio per la conduzione del festival.

Notizie poco rassicuranti in ambito amoroso per la coppia formata da

Federica Panicucci e Mario Fargetta, che sembrerebbe or-mai al termine, con l’annuncio da parte dell’avvocato di lei, della separazione dei due. Tra i tanti pettegolezzi e le tante storie che circondano la coppia sembra

ormai arrivato l’addio, che arri-va con un immenso dispiacere, ma che arriva come una decisio-ne ponderata congiuntamente, come dichiarato dal legale del-la presentatrice, che sottolinea inoltre il grande rispetto che lega Federica e Mario. Una storia che è nata del 1996, il matrimonio però era arrivato solo nel 2006, come in tutti i matrimoni le di-scussioni erano presenti, ma fino alla scorsa estate la separazione sembrava improbabile. I due di-mostrano comunque tanta ma-turità e saggezza, chissà magari possano trascorrere le vacanze insieme.

“auguri piccolo avvocato di 40 anni, intrappolato in un corpo di 8 anni”. Adele è la più piccola dei figli avuti da Sonia con Pao-lo Bonolis, la più grande è infatti Silvia, seguita da Davide, questa famiglia sembrerebbe proprio si-mile a quella della mulino bian-co, se ne parla sempre bene e non si può che sperare nell’arrivo di un altro pargolo.

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011