N 459 gennaio febbraio 2015

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RICORDATI DI RINNOVARE L’ABBONAMENTO Atto unico tratto dal libro di Paolo Messina, poeta e dramma- turgo palermitano scomparso nel 24° Edizione Teatro Festival di AlbanoArte Il Muro di Silenzio. Studio per una tragedia siciliana (segue a pag. 8) Sped. in Abb. Postale Legge 662/96 Art. 2 Comma 20/d Fondatore Alfonso Di Giovanna ANNO LVII - Gennaio-Febbraio 2015 - N. 459 Mensile Socio-Economico-Culturale Un simposio di vino: dal Salinas a Sambuca Sicily an emotion to live, Sicilia un’emozione da vivere. Questo è lo slogan scelto per lanciare il nuovo marchio d’Area “Agrigento”, pre- sentato, il 23 febbraio, nel salone di Palazzo Panitteri a enti, associa- zioni e aziende. Il nome “Agrigento” che, già di per sé, identifica un territorio dalle straordinarie ricchezze archeologi- che, storiche, paesaggistiche, eno- gastronomiche, non avrebbe do- vuto avere bisogno di spinte di al- cun genere, se nel tempo non si fosse appannato per la scarsa at- tenzione alle esigenze del territo- rio e per la cattiva gestione delle ri- sorse. La nostra provincia, pur- troppo, è diventata il fanalino di coda nelle graduatorie nazionali per qualità di vita, servizi, am- biente. Un quadro impietoso che penalizza non solo il capoluogo ma anche i comuni che ne fanno parte e mette in ombra anche le eccellenze che, per fortuna, non mancano. Ora il progetto - che attinge a copiosi finanziamenti nell’ambito del PO Fesr 2007 -2013 Linea d’in- tervento 3.3.1.3., attraverso il Mar- chio “Agrigento: terra di storia, na- tura ed enogastronomia”, vuole aprire nuove prospettive e si pro- pone di “creare un’offerta turistica riconoscibile e integrata; mettere in rete valorizzare e diffondere le esperienze eccellenti; migliorare la qualità e l’organizzazione dell’of- ferta turistica e dei servizi con- nessi; promuovere nuove forme di scambio, incontro e collabora- zione tra gli operatori economici locali; incentivare e qualificare la produzione di beni e servizi tipici votati alla protezione ambientale; promuovere il dialogo unitario con altri sistemi territoriali”. Obiettivi che si ripetono, come in un rosario, in molti progetti ma che, purtroppo, non sempre tro- vano concreta applicazione, anche perché i destinatari delle misure - dai quali, se coinvolti seriamente, potrebbero venire preziosi sugge- rimenti - sono spesso meri pretesti per attingere ai fondi e, - quel che è assurdo - non sempre, per len- tezze e defaillances organizzative - sono informati degli eventi nei Un nuovo marchio per la Provincia (segue a pag. 5) Sponsor: la Banca di Credito Cooperativo Giovedi 12 febbraio presso la Sala Conferenze della Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia è stata inaugurata la mostra archeolo- gica “Un simposio divino” con un convegno che ha visto la partecipazione di importanti personalità e addetti ai lavori. Un’ iniziativa fortemente voluta dalla Banca di Credito Cooperativo di Sambuca che, in occasione del no- vantesimo della sua fondazione, ha stipulato una convenzione con la So- printendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento tramite la quale, di concerto con il Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Pa- di danieLa Bonavia Il 15 gennaio, al Palazzo Panitteri, alla presenza di numerose autorità del territorio è stato presentato il Comitato “Salviamo la Matrice”, costituitosi per promuovere iniziative a sostegno di una raccolta di fondi e iniziare un nuovo percorso restaurativo della chiesa di Maria Assunta, detta Matrice, chiusa per inagibilità all'indomani del terremoto. Moderatore della serata il giornalista dell'ANSA Franco Nuccio. Sono intervenuti la Sovrintendente ai Beni Cultu- rali Dott. Caterina Greco, Aurelio Angelini, Presidente della Fondazione UNE- Italia-Tunisia: progetto Magon, enoturismo sulle strade del vino Importante iniziativa della Strada del Vino Terre Sicane (segue a pag. 12) Promuovere la "cultura del vino" come radice co- mune dell'identità europea e mediterranea, espres- sione di un'esperienza millenaria che risale al mondo classico greco-punico-romano, e come fattore di svi- luppo economico combinato alla valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche mediterranee e del patri- monio archeologico. In questa direzione si muove il progetto di cooperazione transfrontaliera Magon "Le chemin de la vigne méditerranéen sur les traces de Magon entre la Sicile et la Tunisie". Magon, cofinanziato dall'Ue, prevede la realizza- (segue a pag. 7) Presentato il comitato Salviamo la Matrice: per non perdere la memoria Dopo l’esperienza di “Mezzo- giorno in Famiglia“, programma di Rai 2 che ha visto Sambuca prota- gonista per ben quattro setti- Sambuca su Rai 1 Santa Messa dal Santuario di Maria SS. dell’Udienza (segue a pag. 7) di enzo sCiaMè di antoneLLa Munoz di Giovanna di LiCia CardiLLo Sicily, an emotion to live (segue da pag. 4) Anche quest'anno - il venticinquesimo il Centro Ricerche Zabut ha stampato, in occasione del Natale 2014, una foto d'epoca della nostra Sambuca. Al Panitteri i reperti della Tomba della Regina di Marisa Cusenza a soli 20 anno Avviso ai lettori Il conto corrente bancario presso cui effettuare i versamenti per la Banca Dati ad accesso telematico per La Voce è il seguente: Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia - Conto intestato a Rosa- rio Amodeo, IBAN: IT 13 O (O come Otranto) 0879683100000000301619

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ANNO LVII gennaio febbraio 2015

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R I C O R D AT ID I R I N N O VA R EL’ABBONAMENTO

Atto unico tratto dal libro diPaolo Messina, poeta e dramma-turgo palermitano scomparso nel

24° Edizione Teatro Festival di AlbanoArte

Il Muro di Silenzio. Studio per una tragedia siciliana

(segue a pag. 8)

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Fondatore Alfonso Di Giovanna

ANNO LVII - Gennaio-Febbraio 2015 - N. 459 Mensile Socio-Economico-Culturale

Un simposio di vino: dal Salinas a Sambuca

Sicily an emotion to live, Siciliaun’emozione da vivere. Questo è loslogan scelto per lanciare il nuovomarchio d’Area “Agrigento”, pre-sentato, il 23 febbraio, nel salonedi Palazzo Panitteri a enti, associa-zioni e aziende.

Il nome “Agrigento” che, già diper sé, identifica un territorio dallestraordinarie ricchezze archeologi-che, storiche, paesaggistiche, eno-gastronomiche, non avrebbe do-vuto avere bisogno di spinte di al-cun genere, se nel tempo non sifosse appannato per la scarsa at-tenzione alle esigenze del territo-rio e per la cattiva gestione delle ri-sorse. La nostra provincia, pur-troppo, è diventata il fanalino dicoda nelle graduatorie nazionaliper qualità di vita, servizi, am-biente. Un quadro impietoso chepenalizza non solo il capoluogoma anche i comuni che ne fannoparte e mette in ombra anche leeccellenze che, per fortuna, nonmancano.

Ora il progetto - che attinge acopiosi finanziamenti nell’ambitodel PO Fesr 2007 -2013 Linea d’in-tervento 3.3.1.3., attraverso il Mar-chio “Agrigento: terra di storia, na-tura ed enogastronomia”, vuoleaprire nuove prospettive e si pro-pone di “creare un’offerta turisticariconoscibile e integrata; metterein rete valorizzare e diffondere leesperienze eccellenti; migliorare laqualità e l’organizzazione dell’of-ferta turistica e dei servizi con-nessi; promuovere nuove forme discambio, incontro e collabora-zione tra gli operatori economicilocali; incentivare e qualificare laproduzione di beni e servizi tipicivotati alla protezione ambientale;promuovere il dialogo unitario conaltri sistemi territoriali”.

Obiettivi che si ripetono, comein un rosario, in molti progetti mache, purtroppo, non sempre tro-vano concreta applicazione, ancheperché i destinatari delle misure -dai quali, se coinvolti seriamente,potrebbero venire preziosi sugge-rimenti - sono spesso meri pretestiper attingere ai fondi e, - quel cheè assurdo - non sempre, per len-tezze e defaillances organizzative -sono informati degli eventi nei

Un nuovo marchio per la Provincia

(segue a pag. 5)

Sponsor: la Banca di Credito Cooperativo

Giovedi 12 febbraio presso la Sala Conferenze della Banca di CreditoCooperativo di Sambuca di Sicilia è stata inaugurata la mostra archeolo-gica “Un simposio divino” con un convegno che ha visto la partecipazionedi importanti personalità e addetti ai lavori. Un’ iniziativa fortemente volutadalla Banca di Credito Cooperativo di Sambuca che, in occasione del no-vantesimo della sua fondazione, ha stipulato una convenzione con la So-printendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento tramite la quale,di concerto con il Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Pa-

di danieLa Bonavia

Il 15 gennaio, al Palazzo Panitteri, alla presenza di numerose autorità delterritorio è stato presentato il Comitato “Salviamo la Matrice”, costituitosi perpromuovere iniziative a sostegno di una raccolta di fondi e iniziare un nuovopercorso restaurativo della chiesa di Maria Assunta, detta Matrice, chiusa perinagibilità all'indomani del terremoto. Moderatore della serata il giornalistadell'ANSA Franco Nuccio. Sono intervenuti la Sovrintendente ai Beni Cultu-rali Dott. Caterina Greco, Aurelio Angelini, Presidente della Fondazione UNE-

Italia-Tunisia: progetto Magon,enoturismo sulle strade del vino

Importante iniziativa della Strada del Vino Terre Sicane

(segue a pag. 12)

Promuovere la "cultura del vino" come radice co-mune dell'identità europea e mediterranea, espres-sione di un'esperienza millenaria che risale al mondoclassico greco-punico-romano, e come fattore di svi-luppo economico combinato alla valorizzazione delletradizioni enogastronomiche mediterranee e del patri-monio archeologico. In questa direzione si muove ilprogetto di cooperazione transfrontaliera Magon "Lechemin de la vigne méditerranéen sur les traces deMagon entre la Sicile et la Tunisie".

Magon, cofinanziato dall'Ue, prevede la realizza-(segue a pag. 7)

Presentato il comitatoSalviamo la Matrice: per non perdere la memoria

Dopo l’esperienza di “Mezzo-giorno in Famiglia“, programma diRai 2 che ha visto Sambuca prota-gonista per ben quattro setti-

Sambuca su Rai 1Santa Messa dal Santuariodi Maria SS. dell’Udienza

(segue a pag. 7)

di enzo sCiaMè

di antoneLLa Munoz di Giovanna

di LiCia CardiLLo

Sicily, an emotion to live

(segue da pag. 4)

Anche quest'anno - il venticinquesimoil Centro Ricerche Zabut ha stampato, in occasione delNatale 2014, una foto d'epoca della nostra Sambuca.

Al Panitteri i reperti della Tomba della Regina

di Marisa Cusenza

a soli 20€ anno

Avviso ai lettoriIl conto corrente bancario pressocui effettuare i versamenti per laBanca Dati ad accesso telematicoper La Voce è il seguente: Banca diCredito Cooperativo di Sambucadi Sicilia - Conto intestato a Rosa-rio Amodeo,IBAN: IT 13 O (O come Otranto)0879683100000000301619

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 20152

Le acque del Lago sul Carboj Il Dipartimento Regionale per la gestione delle acque e dei rifiuti ha co-municato il preavviso delle operazioni di scarico della Diga Arancio sulfiume Carboj, in territorio di Sambuca di Sicilia, allo scopo di contrastarel’innalzamento dell’acqua nel bacino artificiale. Esse si protrarranno per al-cuni giorni, a seconda delle condizioni metereologiche. Specialmente peri proprietari dei terreni che costeggiano il letto del fiume e per tutti coloroche transitano nelle immediate vicinanze, occorre prestare la massima at-tenzione e la massima cautela per evitare improvvisi pericoli derivantidalla piena del Carboj.

Rinvio Pagamento Bollette Tari Rinviato al 31 marzo prossimo il pagamento delle bollette Tari a Sambucadi Sicilia. È il secondo rinvio consecutivo deciso, per iniziativa dell’assessoreCristina Cacioppo, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco LeoCiaccio. Una sorta di marcia indietro dopo la generale levata di scudi dell’intera co-munità sambucese per gli spropositati aumenti della tassa che, in molticasi, superavano il 300%. Da qui le contestazioni di un comitato cittadino,spontaneo e apartitico, sulla illegalità delle delibere approvate dalla solamaggioranza consiliare, in quanto l’introito complessivo della tassa, comerisultava dai conteggi, superava di oltre 200.000 euro il costo del servizio.Contestazioni che riguardavano anche il mancato controllo da parte dellaAmministrazione delle varie voci del piano finanziario presentato dalla So-geir. Una bomba a orologeria che avrebbe portato ad una class-action po-polare nei confronti della amministrazione. In queste settimane numerosierrori evidenziati dai Cittadini sono stati corretti e addirittura, negli ultimigiorni, è stato ammesso che il calcolo per le seconde unità immobiliari do-veva essere fatto, in ogni caso, per un solo componente, più i metri quadri.Errori e ricalcoli, fanno sì, che il prelievo complessivo chiesto ai Cittadini sista assottigliando, sino a rientrare, probabilmente, nell’importo richiestodalla SOGEIR. È venuto meno così il presupposto principale per la class - ac-tion. Permangono tuttavia ulteriori disuguaglianze in quanto le agevola-zioni, per un importo di circa duecentomila euro, previste per alcune cate-gorie di cittadini anziché essere poste a carico del bilancio comunale reste-rebbero a carico di altri cittadini che non fruiscono di alcuna agevolazione.

Giuseppe Merlo

Prestigioso traguardo del sistema vitivinicolo delle TerreSicane - Costituito l’ISWA Italian Signature Wines AcademyA Roma, venerdì 28 novembre, cinque rinomate aziende vinicole di altret-tante regioni, Allegrini (Veneto), Feudi di San Gregorio (Campania), Fonta-nafredda (Piemonte), Frescolbaldi (Toscana) e Planeta (Sicilia), hanno costi-tuito ISWA Italian Signature Wines Academy. Produttori di vini eccellenti, diconsolidata tradizione, ben presenti all'estero, con una produzione globaledi oltre 33 milioni di bottiglie ed un fatturato complessivo che supera i 200milioni di € l'anno, hanno dato vita ad una alleanza strategica per fare si-stema e ampliare la loro presenza nel mondo. Allo studio, significative ini-ziative che migliorino l'immagine del vino di qualità, anche attraverso la va-lorizzazione dei beni ambientali, archeologici, architettonici, storici, arti-stici, antropologici, naturalistici e delle peculiarità del territorio e del pae-saggio viticolo. Il legame simbiotico che tradizionalmente lega i vini di ec-cellenza e le zone di loro produzione.ISWA sarà anche propriamente un'Accademia, promotrice della diffusionedella cultura del vino italiano a livello internazionale attraverso iniziative diformazione manageriale e tecnico professionale, di aggiornamento e dispecializzazione su tutte le tematiche riguardanti il settore vitivinicolo, inpartnership con le principali università italiane.Un importante tassello per il sistema vitivinicolo delle Terre Sicane.

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Nel ricordo del centena-rio della nascita del grandemaestro del cinema ita-liano Mario Monicelli, la Proloco "L'Araba Fenicia" diSambuca di Sicilia vi invitaa partecipare alla Rassegnacinematografica d'autore.Ben sei film, che verrannoproiettati tra il 20 febbraioe il 24 aprile 2015 per cele-brare una carriera unica,con tanto di convegno e di-battiti.

A lui, geniale cineastacui si deve l’invenzionedella Commedia all’italiana,ma soprattutto grande Per-sona, andrebbero dedicateuna lettura critica e una re-trospettiva completa, chehanno però bisogno di unlungo periodo di lavoro epreparazione. Mario Moni-celli ha al suo attivo più disessanta film come registae altrettanti come sceneggiatore. Ci è parso doveroso proporre il suo ri-cordo con i più bei titoli tra i tanti film della sua lunga e prolifica vita ci-nematografica.

Rassegna cinematografica d'autore "Nel ricordo delcentenario della nascita di Mario Monicelli 1915-2015"

COMUNICATO STAMPAIl comitato intercomunale per l’acqua pubblica (Inter.Co.PA.) rivolge un

appello alla cittadinanza della provincia di Agrigento a partecipare alla ma-nifestazione del 7 marzo, per l’ac-qua pubblica e contro il gestore“Girgenti Acqua” che da otto annicostringe i cittadini a pagare i costitra i più alti d’Italia, la tariffa piùcara, in cambio del servizio in asso-luto più scadente.

La manifestazione, che ha giàricevuto l’adesione di tantissimiSindaci e delle OO.SS. di CGIL, CISL,UIL, prevede il raduno nella PiazzaCavour di Agrigento alle ore 10,00per poi procedere verso la Prefet-tura per un incontro già concor-dato con il Dott. Diomede.

Nel corso dell’incontro il comi-tato Inter.Co.PA rassegnerà al Sig.Prefetto le ragioni del disagio so-ciale che stanno generando sia lamancanza di regole comuni ecerte, sia i conflitti di competenzaStato-Regione, sia l’incapacità e l’i-nefficienza del gestore “Girgenti Acque”, e sia l’incongruenza tra chi è pre-posto al controllo del gestore e il disagio più volte manifestato dai cittadiniche hanno riempito le cronache di questa provincia.

La speranza è che dopo la manifestazione del prossimo 7 marzo pos-sano essere ritrovate le ragioni di unità d’intenti tra i sindaci, le parti sociali e

le organizzazioni sindacali al fine diprocedere su una linea comune dicondotta per conquistare il dirittoalla gestione dell’acqua nelle formee nei modi che ciascun comune eterritorio ritengono più efficaci, ef-ficienti ed economici per i cittadini,se pur nel rispetto dei criteri di soli-darietà e sussidiarietà

Il Coordinatore Franco Zammuto

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 2015 3

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L’otto marzo, per i tipi di“Arianna Edizioni”, uscirà un’an-tologia curata da Fulvia Toscanointitolata “Sibille” alla qualehanno collaborato dieci scrit-trici, (dieci, secondo il canonecodificato da Varrone nel I sec.a. C., sono le Sibille conosciute):Licia Cardillo Di Prima, L'estasidella Sibilla, Marinella Fiume, LaSibilla, Madonna, Fata, Strega,Daniela Gambino, La panzazza,Asma Gherib, Sulafa, Yaqut eBahja, Simona Lo Iacono Lafrase, Clelia Lombardo L’orolo-gio del Piave, Anna Mallamo Lacittà, Beatrice Monroy Rita, stic-chio di plastica, Nadia TerranovaTuttimpicci, Lina Maria Ugolini,Dalla parte delle cicogne L’e-sergo è di Angela Scandaliato.

L’idea di scrivere un libro diracconti brevi, a più voci femminili, ispirati al personaggio della Sibilla ènato nel mese di settembre 2014, nel contesto della IV edizione del FestivalNaxoslegge, in occasione della cerimonia di gemellaggio tra Cuma,odierna Pozzuoli, prima colonia greca d’Italia, e Giardini Naxos, prima colo-nia greca di Sicilia. “Su questo incontro, come su tutto il festival, - scrive lacuratrice nell’introduzione - è aleggiato, da subito, lo spirito della Sibilla,profetessa a tutti nota, di certo anche solo per le reminiscenze di letturescolastiche virgiliane. Proprio da questa suggestione siamo partiti per or-chestrare il nostro viaggio a più voci... Ognuna delle nostre scrittrici, fedelealla propria cifra stilistica, si farà voce e penna per la Sibilla, strumento diun sapere antico, che è poi un sapere delle donne, quello che spesso vedee anti–vede, quello che può far luce, laddove ci sono le tenebre, che ab-braccia in sé, con generosa potenza, il senso primo e ultimo delle cose e,quando si fa voce o canto, riesce a sublimare quelle stesse cose, altrimenticondannate alla dimenticanza. L’incontro con la Sibilla è un evento straor-dinario che, certo, nella tradizione, com’è giusto che sia, tocca solo ad eroied iniziati. Per una volta, tuttavia, ci piace immaginare che la voce della Si-billa possa essere ascoltata da tutti, viatico per guardare oltre. Questi dieciracconti possono essere letti così, come dei varchi di piccola, grande sa-pienza, residuo di una luce che proviene da lontano ma che può, se solonoi vogliamo, accompagnarci nel nostro viaggio che, ci auguriamo, non siasolo un meccanico, orizzontale cammino”.

I diritti d’autore saranno devoluti in beneficenza all’Associazione “Amicidel Fondo librario Albanese” per la creazione di una Biblioteca per ledonne a Nicotera in Calabria.

IL 29 marzo, le dieci scrittrici Sibille saranno ospiti del Comune di Noto.A Palazzo Nicolaci ci sarà la prima presentazione ufficiale del libro.

Mimmo Triveri è un poeta, un poeta vero, silenzioso e timido, schivo, hatrascorso gran parte della sua vita poetica rinchiuso in una stanza, immaginopiena di volute di fumo, a scrivere versi, nel più gran riserbo, lontano dallegrida affannose di chi ha cercato in quegli anni di richiamare l’attenzione deicritici sulla propria opera. Da quella stanza, molto poco è trapelato all’e-sterno ad appagare la curiosità dei molti sul personaggio Triveri, perché è unpersonaggio positivo; qualche poesia, un virsiceddu e poco altro ancora,sempre sotto lo pseudonimo di Anonimo Ingegnere. Solo a pochi amici èstato concesso di sfogliare quell’immenso libro di poesie che verso dopoverso, pagina dopo pagina, Mimmo ha scritto con caparbietà e bravura, unvero fiume in piena di versi scritti in lingua siciliana, sammucara. Ha raccoltoe salvato con grande testardaggine anche tanta poesia popolare che i sam-bucesi recitavano in passato e che testimonia l’amore che aveva quel popoloper la poesia dialettale, un segmento parte di una cultura più arcaica quale èstata la Civiltà Contadina.

La poesia dialettale di Mimmo non circoscrive il suo autore in un ambitodi cultura locale, come temeva un altro grande poeta sambucese: Pietro LaGenga, perché grazie all’armonia ed alla bellezza dei suoi versi, spicca il voloper raggiungere le Alte Sfere della Poesia.

Il Web, questa sorta di scatolone magico, ha consentito alla poesia di Tri-veri di incontrare il “suo” popolo, un gruppo di amanti della poesia che si de-liziano giorno dopo giorno leggendo i suoi versi. Il Poeta lascia dietro di séuna lunga striscia colorata e ben visibile, lo fa con i suoi versi pungenti ed ar-moniosi, sempre veri mai manieristici. Spesso lo vediamo duellare con altripoeti, riesumando un’antica tradizione in cui i poeti ingaggiavano sfide acolpi di quartine, sonetti e versi in rima baciata, finché uno dei contendentinon si ritirava vinto dalla bravura dell’avversario, dalla stanchezza e dai bic-chieri di vino. La poesia di Mimmo è legata in modo profondo al suo popolo,alla comunità sambucese, ne mette a nudo i vizi e le virtù, le luci e le ombre,le debolezze e gli entusiasmi. Un capitolo a parte meriterebbe la poesia reli-giosa, quella che il Poeta crea per magnificare la bellezza e la potenza dellaPatrona di Sambuca di Sicilia, la Madonna dell’Udienza, “la Bedda Matri”. Ilpoeta la implora, ne tesse le lodi, la richiama quando la crisi economica, ildolore colpiscono profondamente le persone che fanno parte del suo paesecon garbo, insistentemente, fiducioso in un suo intervento miracoloso. Diffi-cile spiegare il rapporto che lega il popolo credente sambucese alla sua Ma-donna. Il Poeta è sambucese e madunnaro come nessun altro poeta locale loè mai stato, forse come nessun altro poeta potrà mai esserlo in futuro. Nes-suno potrà scrivere versi pieni di religiosità così belli e intensi in futuro. I sen-timenti religiosi di Mimmo Triveri, l’arte della sua poesia che scandaglia l’a-nimo del suo popolo vengono recepiti e condivisi, esaltati da quanti entranoin contatto con la sua poesia, la esaltano esaltandosi.

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di Salvatore MauriciMimmo Triveri… poeta del popolo

STRODDI STINNUTI.Nun c’eranu abbiti firmati,capiddi beddi assistimati,fimmini azzizzati,’mpupati,cu li vesti stritti e truccati.Figli a tinchitè, a nidiata,chi currìanu comu li foddi,cu la ricchizza ammucciata‘nta li birbanti vavareddi.Ciauru di puvirtà, di furnu,di fumulizzu e di criscenti,di risati, assittati a lu tunnu,‘mpastati sulu di sintimenti.Pani di casa cu quattru nuci,tutti li cunti oramai scurdati,‘nta lu curtigliu chinu di vuci,di curdini,di stroddi stinnuti.

(segue da pag. 1)

VIVA MARIA SS. DI L’ADIENZA!Si cerchi ‘n’anticchia di luci,‘n mezzu a lu scuru di lu cori,addisìi aiutu e nun trovi vuci,nuddu chi ti rigala du’ palori.Quannu nun po’ mancu ciatari,e ti manca la voglia di campari,va’ a la So casa,‘nta lu So artari,Idda è sempri ‘dda a aspittari.‘N silenziu, comu ‘na mamma,chi veglia, di notti, pi lu so figliu,cu l’occhi russi, comu ciamma,disidirusa di dariti ‘n cunsigliu.T’abbrazza e, si sta’ chiancennu,ti ridi ‘nta tuttu lu so splinnuri,e puru si a tia nun sta parennu,è pronta a ascutariti, pi uri e uri.Quannu ài bisognu d’assistenza,canuzzu sciardatu ‘nta la frenza,vacci,chiamannuLa, cu putenza,VIVA MARIA SS. DI L’ADIENZA!

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 20154

Ingredienti:Per il pan di Spagna4 uova 150 gr. di farina 00150 gr. di zucchero un cucchiaio di cacao½ bustina di lievito Per la farcitura 500 gr. di ricotta150 gr. di zucchero cioccolatozuccataPer la bagna maraschino o altro liquore a piacere Per la decorazione codette di cioccolatoSgusciare le uova, lavorare a neve gli albumi con una presa di sale e montarei tuorli con 150 gr. di zucchero. Setacciate la farina, il cacao ed il lievito, unitela poco per volta ai tuorli.Quando il composto si presenterà ben omogeneo, incorporate gli albumi estendete l’impasto in una teglia rettangolare, foderata di carta da forno, li-vellandola ad uno spessore di circa mezzo centimetro; infornate a 200° per10 minuti, indi sfornate il pan di Spagna e rovesciatelo su un telo o su di unfoglio di carta da forno; avvolgetelo e lasciatelo intiepidire, quindi, srotola-telo, spruzzatelo con il liquore allungato con due cucchiai di acqua e distri-buite i due terzi della crema di ricotta che, nel frattempo, avete passato a se-taccio con lo zucchero e arricchita con cioccolata e zuccata. Livellate la superficie e arrotolate il dolce, avvolgetelo nella pellicola e pone-telo in frigo per almeno 4- 5 ore.Prima di servirlo, spalmatelo con la ricotta semplice che avete messo daparte, cospargetelo con le codette di cioccolato e tagliatelo a fette.Un dolce relativamente semplice da preparare ma di sicuro effetto, moltoapprezzato dagli amanti della ricotta, ha il vantaggio di potere essere prepa-rato con largo anticipo.

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Recensito un suo articolo Michele Vaccaro sul “Foglio”

Un articolo del nostro redattoreMichele Vaccaro è stato recensitocon elogi sulla pagina culturale del“Foglio” (il quotidiano fondato daGiuliano Ferrara), da Paolo Simon-celli, uno dei più grandi storici ita-liani, ordinario di Storia moderna al-l’Università La Sapienza di Roma espesso ospite di programmi dellaRai.

L’articolo del Vaccaro, pubblicatosul mensile a tiratura nazionale “Sto-ria” e intitolato “Nella morsa di Ame-rica e mafia”, ha sottolineato controun’ormai consolidata tradizione sto-riografica che, nella calda estate del1943, l’apporto dei mafiosi nelleoperazioni dello sbarco degli an-gloamericani in Sicilia fu sopravvalutato dal punto di vista militare, assu-mendo piuttosto il carattere di una pianificazione informativa e di un sup-porto logistico. Vaccaro ha così sconfessato il pactum sceleris, ammet-tendo però i contatti tra i mafiosi, che avrebbero semplificato l’offensiva, e iservizi segreti dell’Office of Strategic Services (OSS), il cui interesse dopo laconquista della Sicilia era creare un blocco reazionario per prevenire un’a-vanzata delle forze di Sinistra, comuniste in particolare.

Chiara, in questo senso, la conclusione dell’articolo del Vaccaro: “Con losbarco anglo-americano in Sicilia e, poi, con la strage di Portella della Gine-stra (stessa regia occulta?), proprio mentre la Sicilia era al centro d’intrighiinternazionali e reazionari, la mafia s’inserì nei centri di potere, in senso an-ticomunista e antipopolare, anche perché occorreva fermare, ancora unavolta, la lotta dei contadini, che prendeva piede con le occupazioni deifeudi, la formazione di cooperative e la conduzione collettiva delle terre,lotta che minacciava gli assetti socio-economici della Sicilia, il ruolo dei la-tifondisti e quello dei loro amici mafiosi. Poco era cambiato rispetto agli“anni ruggenti” del Cascioferro!” (M. C.).

quali dovrebbero essere protagonisti. Lo sviluppo della provincia deve far leva, oltre che su una seria progetta-

zione che risponda ai bisogni del territorio, sull’adozione di nuove regole cheinducano a utilizzare i fondi rispettando “i principi di economia, efficienza edefficacia” nella piena consapevolezza che tutti, nel bene e nel male, siamo le-gati allo stesso destino.

Ci auguriamo che - durante e alla conclusione dell’ iter - ci siano controllicapillari che misurino la validità del progetto, la spinta che esso potrà dare al-l’economia del territorio, la ricaduta positiva in termini di sviluppo, la rispostaconcreta alle specifiche esigenze dei destinatari. Una seria verifica che diamerito al merito ed evidenzi l’inutilità di certi percorsi che potrebbero esseresbandierati come successi.

È arrivato il momento di dare un sostegno reale alle Aziende che hanno l’in-teresse prioritario di partecipare alle fiere, promuovere i loro prodotti, incon-trare buyers veri, non fantomatici, espandere il mercato, creare nuove oppor-tunità di lavoro e uscire dall’impasse in cui la crisi le ha affondate.

Che il nuovo marchio d’Area “Agrigento” non serva solo a lucidare quello le-gato al nome del capoluogo, che purtroppo si è pesantemente ossidato, madia speranza a chi ormai, nel marasma generale, la speranza la sta perdendodel tutto.

Sicily, an emotion to liveUn nuovo marchio per la Provincia

di LiCia CardiLLo

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 2015 5

Ai giorni nostri a Sambuca stiamo vivendo un periodo di forte incertezzache è sotto gli occhi di tutti. Nella gerarchia delle priorità dei sambucesi laprima è la mancanza di lavoro e di sbocchi per tutti, in primis per i giovani or-mai rassegnati a non avere più un futuro degno di un paese occidentale. Lanostra cittadina sta vivendo una forte crisi economico-sociale che non haprecedenti negli ultimi cinquant’anni. La ricostruzione post-terremoto volgedefinitivamente al termine. Molte imprese edilizie sono in crisi così anche l’a-

gricoltura. Quante case sia nel centro urbano, sia in campagna sono in ven-dita a Sambuca? Questa vendita così massiccia è la punta dell’iceberg delforte malessere che serpeggia in tanti cittadini sambucesi. Una città che con-tinua inesorabilmente a svuotarsi e a impoverirsi. Il quadro risulta esseredrammatico. Non possiamo rimanere sordi e ciechi a tutto ciò che sta succe-dendo, rassegnandoci. Penso che le svariate risorse di questo territorio, va-dano profondamente valorizzate. Dall'elenco comunale i sambucesi disse-minati all’estero nei cinque continenti, sono circa mille. Di questi la maggiorparte risiede in Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Germania, qualcuno in Spa-gna ed altri negli Stati Uniti e nel Venezuela. Per non parlare dell'enorme nu-mero dei figli minori all'interno delle rispettive famiglie e delle generazionisuccessive che nel frattempo si sono moltiplicate. Parliamo di qualche mi-gliaio di persone che hanno sicuramente un legame affettivo, più o menogrande, con il nostro centro urbano. Tanti di questi non ritornano ormai daparecchi anni e non sono motivati a ritornare nella nostra cittadina. Magarinon hanno più nessuno, non sono più cercati e sono ormai dimenticati datutti.

Altri hanno solo sentito parlare di Sambuca dai propri padri, dai proprinonni e non l'hanno mai vista di presenza, mai conosciuta nella realtà. Iopartirei proprio da coloro che hanno avuto origini qui, che magari, attra-verso una fotografia, hanno ancora vivi i ricordi della cittadina che ha datoloro i natali e da coloro che hanno la curiosità di conoscere il territorio di ori-gine dei propri avi, i prodotti tipici, i meravigliosi vini, le antiche tradizioni,ecc. Avrei pensato ad una "festa dell'accoglienza" da tenere ad agosto diogni anno che diventi un appuntamento fisso, importante per l'intera citta-dinanza. Dovrà essere il pretesto per riattivare l’economia locale in barba aglisfiduciati. Un progetto a media scadenza. Ovviamente, non si può preten-dere di avere al primo anno migliaia di persone, anche perché non abbiamoancora le strutture recettive per accoglierle. Un progetto che deve coinvol-gere l’intera popolazione e creare, sensibilizzando tutti sull’importanza cheriveste il cosiddetto "albergo diffuso" tenendo conto delle tante case vuote einutilizzate che ci sono a Sambuca. Ciò non prima di avere effettuato un ca-pillare censimento delle adesioni dei proprietari pronti a mettere a disposi-zione il proprio immobile. Un rilancio per le tutte le attività commerciali, peril futuro di questa città, soprattutto per i giovani, a cui sarà demandato l’ar-duo compito di tessere un mosaico di rapporti umani in tutti questi Paesicon lingue e tradizioni diverse dalle nostre. Un interscambio culturale ed an-che economico dei nostri prodotti tipici, con l’aiuto delle nuove tecnologieinformatiche e dei social network. Sambuca, quindi, punto di riferimento deisuoi concittadini emigrati nel mondo ed anche nel nord Italia, che si ritro-vano almeno una volta l’anno lì, insieme. Un gesto di generosità, che la no-stra cittadina deve tributare nei loro confronti, come un padre che si ricon-giunge con i propri figli, attraverso una calorosa accoglienza di benvenuto.Un invito ufficiale, con una lettera da parte del Sindaco, da recapitare mesiprima dell'evento in modo da dare la possibilità a ognuno di organizzarsi, dasolo o con le proprie famiglie. Un momento di profonda aggregazione extra-territoriale dei nostri cittadini, soprattutto i più giovani, con i propri compae-sani, parenti e amici, di tutto il mondo. La festa, dovrà comprendere attivitàricreative, culturali, ludiche, enogastronomiche e anche religiose e dovrà sti-molare chi viene, a ritornare ogni anno, a riallacciare i contatti umani datempo persi con i propri parenti e amici, a sentirsi come una volta a "casapropria". Questa idea-progetto che ha bisogno del contributo di numerosepersone con tanta voglia di fare nel portarla avanti, potrebbe fungere da vo-lano per lo sviluppo economico-culturale della nostra Sambuca. Invito i tantisambucesi che hanno idee per migliorare questa cittadina, a lanciarle per ilnostro bene.

Un’idea per Sambucala festa dell’accoglienza

di Giovanni MaGGio

SCO Sicilia, l'Ass.re Provinciale ai Beni Culturali Antonino Purpura, il Prefettodi Agrigento, Nicola Diomede, Don Giuseppe Pontillo, responsabile dei BeniCulturali della Curia di Agrigento, il Sindaco Leonardo Ciaccio e il Presidentedel comitato Rori Amodeo. È inol-tre intervenuto il presidente del Co-mitato dei Comuni del Belice, il sin-daco di Partanna, Nicola Catania.

L'auspicio è quello di reperireuna copertura finanziaria per ilconsolidamento delle strutturedella chiesa così da permetterel'accessibilità in sicurezza al pub-blico. Il comitato “Salviamo la Ma-trice” è un’associazione culturalesenza scopo di lucro di cui fannoparte giornalisti, insegnanti, liberiprofessionisti e cittadini che, acco-munati dal desiderio di vedere ri-sorgere un bene commune, mette-ranno il proprio impegno affinchési porti avanti il progetto esecutivoche conduca al recupero di questopatrimonio. A sostegno dell'inizia-tiva le varie figure istituzionalihanno manifestato la volontà di collaborare in maniera attiva a un pro-gramma congiunto, proponendo anche la possibilità di attingere a un ca-nale di finanziamento europeo per l'area dei Monti Sicani. I Beni Culturali, dicui la nostra Matrice fa parte, costituiscono il futuro del benessere econo-mico del territorio perché posseggono un potenziale attrattivo in grado digenerare dinamismo economico.

Il Comitato, grazie al sostegno dell'amministrazione comunale, si è pre-fisso il compito non di fare Memoria ma di consegnare Speranza, così la se-rata si è conclusa proprio dinnanzi alla Chiesa Madre, dove hanno avutoluogo l'inaugurazione dell'illuminazione interna ed esterna dell'edificio e lasimbolica apertura del portone sostituito da una grande vetrata così da ren-dere accessibile, almeno alla vista, la struttura. La Matrice è un monumentodalla forte valenza identitaria, un patrimonio che abbiamo il dovere di custo-dire e tramandare alle generazioni future.

Nel 47 °anniversario dal sisma presentato il comitato

Salviamo la Matrice, Per non perdere la memoria

di antoneLLa Munoz di Giovanna

A questo numero hanno collaborato:Rosario Amodeo, Daniela Bonavia, Licia Cardillo, Marisa Cusenza, SaraCampisi, Giovanni Maggio, Salvatore Maurici, Antonella Munoz Di Gio-vanna, Pippo Merlo, Erina Mulè, Elvira Romeo, Gianni Paternò, EnzoSciamè, Gori Sparacino, Michele Vaccaro, Rosa Trapani, Manuela Zanni.Foto di Gaspare Taormina.

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 20156

Quella di Enrico Pendola a Sambuca di Sicilia pare che sia la pasticceria ri-tenuta migliore di quella zona nota per le sue celebri minni di virgini, dolcetipico sambucese soprattutto per la fedeltà alla ricetta originaria.

Ma a una cronista del gustoovviamente le parole non pote-vano bastare, poiché sono i fattiquelli che contano. Dunque dopoaverle assaggiate, analizzando at-tentamente i sapori di tutte leparti che compongono questepanciute ed impudiche paste difrolla ripiene, possiamo assoluta-mente sostenere che, se la caratte-ristica della frolla è la sua friabilitàe fragranza, della crema di latte il profumo e la delicatezza, e della conservadi cedro la sua personalità ben accompagnata dal carattere deciso e irrive-rente di corposi pezzi di cioccolato, allora sicuramente quelle di Pendolasono davvero le migliori. L’invenzione di questo dolce irriverente fu opera disuor Virginia di Rocca Menna. Ciò che è certo è che si tratta di una prepara-zione opulenta che riunisce in sé tutta la ricchezza e il “sentimento” della sici-lianità, in un commovente equilibrio di sapori ottenuto dal connubio tra laqualità delle materie prime, il rigore del procedimento (dosaggi, manipola-zione, cottura) e il rispetto dei giusti tempi, condizioni imprescindibili per lariuscita. Enrico Pendola è uno dei pochi pasticcieri sambucesi che con sacra-lità e dovizia prepara questi soavi dolci, predisponendo con meticolosità gliingredienti, ma soprattutto curandone la forma e le dimensioni, scherzandoanche sulla sua capacità di “creare minni di taglie diverse” in base alla fontedi ispirazione.

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Di Giovanna ViniEccellenze sambucesi su Cronache di gusto

I Di Giovanna sono coltivatori da 4generazioni, il bis-bisnonno Cristoforopossedeva migliaia di ettari tra Con-tessa Entellina e Sambuca, ma ancheben 9 figli che se ne spartirono l’ere-dità. Gli attuali titolari dell’aziendasono i fratelli Gunther e Klaus, che oggipossiedono 100 ha di cui 56 vitati, 14ulivati e il resto seminati.

I vigneti sono il risultato di ricerca esperimentazione iniziata negli anni 80,basate sulle caratteristiche pedoclima-tiche, sulle varietà e sui cloni da im-piantare. Oggi nei terreni adatti abbiamo Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sy-rah,Grillo, Nero d’Avola e dal 1968 il Nerello Mascalese per 7 ha con l’intentodi aumentarli. Tutta l’azienda è dal 1997 certificata biologica dalla barbatellafino ad arrivare alle bottiglie che, stranamente, pur essendo il vino qualifi-cato come DOC (Sicilia, Contessa Entellina e Sambuca di Sicilia), sono com-mercializzate anche come IGP Terre Siciliane, per scelta commerciale.

Produzione media di 250.000esemplari in 10 etichette che per l’80%varcano le Alpi e il mare. Klaus oltrealla cantina segue i mercati di linguatedesca, Gunther, collaborato dallamoglie americana Melissa che si oc-cupa del marketing, quelli di lingua in-glese nonché la campagna. Oltre allacoltivazione biologica la cura nel vi-gneto comprende drastici dirada-menti dei grappoli per limitare la pro-duzione migliorandone la qualità; vi-gneti da 400 a 800 metri anche all’interno della Riserva Naturale Monte Ge-nuardo. Assaggiamo Helios, l’etichetta di prestigio, che deriva da vigneto aquota tra i 4/500 metri in Contessa Entellina. Versato nel calice il colore èrosso granato fitto. Al naso si presenta non molto intenso, in compenso di fa-scinosa eleganza con note di frutta rossa matura, cioccolato, liquirizia, mentae qualcosa di cuoio e di pepe; bella complessità e franchezza. Al gusto arrivacon un’inaspettata freschezza, tannini ben ammansiti ed un’eccellente fra-granza che riporta i sentori olfattivi molto a lungo; rotonda armonia e densastruttura completano un quadro d’eccellenza.

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Le migliori "minni di virgini"?Da Pendola a Sambuca di Sicilia

Eccellenze sambucesi su “Cronache di gusto”

di ManueLa zanni

La scorsa estate, durante le vacanze estive 2014, nelle conversazioni dasalotto, o piuttosto da terrazza, sentivo ricorrere il nome di Gloria Origgi. Nonla conoscevo e, poiché sono curioso, chiedevo chi fosse questa signora.

Le risposte che ottenevo, piuttosto che soddisfare la mia curiosità, l’accre-scevano: milanese, filosofa, vive e lavora a Parigi, al Centro Nazionale della Ri-cerca Scientifica, si è innamorata di una casa nei “vicoli” e la sta ristrutturandocon amore e con dovi-zia di mezzi.

Poi un giorno mela ritrovo a cena acasa, invitata, imma-gino, da uno dei mieifigli.

Fu una sera me-morabile, perché Glo-ria seppe offrirci unaserata scoppiettantedi aneddoti diver-tenti, di gossip intelli-genti, di storielle me-tropolitane. Ad uncerto punto si parlò di Monica Bellucci, con la quale Gloria asserì di avere a Pa-rigi un rapporto di frequentazione. Qualcuno a tavola mostrò di non crederle,e allora lei disse: “La chiamo”. Si alzò dal tavolo, si spostò in una stanza conti-gua alla terrazza per telefonarle e poi tornò a sedersi, lasciando in alcuni com-mensali il dubbio che la telefonata fosse simulata. Ammesso che lo fosse, nonè da sorprendersi. Gloria mi fece pensare ad una adepta di una corporazionegoliardica con il gusto della gag, della beffa, dello sberleffo, come ne esiste-vano nelle nostre più antiche e prestigiose università sino agli anni ’50 del se-colo scorso. Una persona, dunque, capace di ridere in compagnia, tra lazzi elezzi, attitudine che mal si concilia con l’immagine che comunemente si ha diuna studiosa di filosofia, quale in effetti Gloria è. Per completare questo ra-pido schizzo, aggiungo che Gloria è molto alta, senza che però l’imponenzadella sua figura riduca mai la naturale e ben vigilata femminilità.

Finisce la cena, finisce anche l’estate, col suo ozio creativo, e ciascunotorna al suo “posto di combattimento”.

Arriva Natale, e la cerimonia dello scambio dei doni all’interno della mia“tribù”. Mia nuora Isabella si presenta con “La figlia della gallina nera” di GloriaOriggi, editore Nottetempo, Roma 2008. Comincio la sera stessa a leggere il li-bro, di cui ignoravo l’esistenza, e ne vengo catturato.

Cos’è che seduce, attrae e affascina in una lettura? Penso soprattutto, an-che se non sempre se n’è lucidamente consapevoli, la scoperta di stati d’a-nimo condivisi e anche di dettagli minori che concorrono a formare l’assettoesistenziale di ciascuno. La sintonia con Gloria per me comincia dall’introdu-zione. Ecco due particolari: Gloria che nel prendere un treno sbaglia dire-zione, e si trova a Basilea anziché a Ginevra, e Gloria che traduce l’euro in vec-chie lire per capire quant’è. (Esercizio ancora oggi per me necessario per defi-nire il valore!)

Dopo la breve introduzione, comincia un elenco alfabetico delle princi-pali parole ed espressioni che componevano il lessico familiare di Gloria bam-

“La figlia della gallina nera” di Gloria Origgi

(segue a pag. 11)

reCensione di rosario aModeo

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 2015 7

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zione di un circuito turistico-culturale transfrontaliero basato sulla valoriz-zazione combinata del patrimonio archeologico, della cultura del vino edelle tradizioni enogastronomiche mediterranee, ed è intitolato all'agro-nomo cartaginese Magon autore del famoso trattato in 28 volumi che il Se-nato di Roma ordinò di portare nell'Urbe e tradurre in latino quando Carta-gine venne conquistata.

Il circuito turistico culturale Magon promuoverà i paesaggi dei territoridella Sicilia occidentale tra l'antica città di Selinunte e la sua Chora, caratte-rizzati da una delle più vaste concentrazioni di vigneti d'Europa, e i pae-saggi dei territori tra Cartagine a Kerkouane (i due siti archeologici ricono-sciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità) detentori delle più rino-mate Aoc del nord est della Tunisia. Il nuovo circuito Magon entrerà a farparte dell'Itinerario Culturale "Iter Vitis “ riconosciuto dal Consiglio d'Europa

nel 2009, che fa riferimento alla storia e alla cultura del vino fin dalle sue an-tiche origini, e attraversa una straordinaria varietà di ecosistemi e di regioniviticole dal Caucaso all'Atlantico, lungo 13 Paesi (7 membri dell'Unione Eu-ropea e 6 non aderenti). Nello specifico il progetto "Magon", ci dice il re-sponsabile del progetto Aurelio Coppola, per conto della Strada del VinoTerre Sicane, si propone di realizzare due "nodi territoriali" della rete degliitinerari turistico-culturali "Iter Vitis", uno nella Sicilia sud-occidentale e unonel nord-est della Tunisia, connessi da un comune patrimonio di eredità chefa riferimento all'antica frontiera mediterranea tra Selinunte e Cartagine, il"limes" in cui si confrontarono per secoli la civiltà greca e quella fenicio-pu-nica prima di essere inglobate nello spazio comune dell'Impero di Roma.

Il progetto è coordinato dalla Strada del Vino Terre Sicane, insieme all’Iti-nerario Culturale Europeo Iter Vitis, Associazione Nazionale Città del Vino,Parco archeologico di Selinunte, Soprintendenza per i Beni Culturali e am-bientali di Agrigento, Assessorato dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale edella Pesca Mediterranea Soat di Sciacca e Chambre syndicale nationale desproducteurs des vins, bières et alcools (Union Tunisienne de l'Industrie duCommerce et de l'Artisanat - Utica), Agence pour la Mise en Valeur du Patri-moine et de Promotion Culturelle (Amvppc), Federation Tunisienne desAgences de Voyages et de Tourisme e Institut National de Patrimoine (Inp).

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(segue da pag. 1)

Italia-Tunisia: progetto Magon,enoturismo sulle strade del vino

Importante iniziativa della Strada del Vino Terre Sicane

Santa Messa dal Santuariodi Maria SS. dell’Udienza

Sambuca su Rai 1

mane, si è giunti all’appuntamento tanto atteso dalla comunità sambucese:quello della S. Messa delle ore 11.00, trasmessa in diretta e in mondovisioneda Rai 1 domenica 25 gennaio.

Quest’evento è stato realizzato, grazie all’interessamento del giornalistaFilippo Landi, alla richiesta del nostro parroco Don Lillo Di Salvo e al coordi-namento dell’architetto Giuseppe Cacioppo, per ricordare il 47° anniversariodel terremoto del Belice.

Ha officiato l’Arcivescovo di Agrigento Mons. Francesco Montenegro (dal14 febbraio nominato Cardinale da Papa Francesco), insieme al nostro par-roco, al suo collaboratore Padre Evodius, all’arciprete di Menfi Don SaverioCatanzaro e al rettore del Seminario di Agrigento Don Baldo Reina; hannopartecipato alla celebrazione, oltre alle autorità locali, i sindaci di altri co-muni della Valle del Belice e il prefetto di Agrigento Nicola Diomede.

L’assemblea ha partecipato in maniera composta alla funzione liturgica,animata dal coro “Gesù e Maria“, che ha riscosso ampi consensi, e dalle per-sone che hanno collaborato in vario modo alla riuscita della diretta televi-siva: dai chierichetti ai lettori, a coloro che hanno partecipato all’offertorio ealla distribuzione dell’Eucarestia, al gruppo liturgico che si è prodigato affin-ché tutto si svolgesse al meglio. La trasmissione della S. Messa, precedutadalla descrizione delle bellezze archeologiche, architettoniche e paesaggi-stiche del nostro territorio, è stata commentata dal giornalista Orazio Co-clite, voce ufficiale del Vaticano, con la regia di Don Gianni Epifani, conclu-dendosi a mezzogiorno con l’Angelus recitato dal Papa da Piazza San Pietro.

Si è trattato di un appuntamento a cui nessun sambucese è voluto man-care, partecipando di persona alla S. Messa o seguendola dalla propria abita-zione, non solo da Sambuca ma anche da varie parti dell’Italia e del mondo.

Il 22 gennaio 2015, a Hermanville Sur Mer in Francia, è nato un bellis-simo bambino: Gaspard - Lorenzo di Stefano Abruzzo e Roxane Guinard,che è venuto a portare tanta gioia ai genitori e alla sorellina Lili-Rose.

La Voce formula fervidi auguri a Stefano e Roxane, alla nonna GiovannaVerde Abruzzo, allo zio Elio che da anni vive in Scozia e ai familiari tutti.

Nascita

(segue da pag. 1)

di Marisa Cusenza

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 20158

Litografia - Serigrafia - TipografiaProgettazione Grafica

C.da Casabianca - Sambuca di Sicilia

Tel./Fax 0925 943463 [email protected]

Il corso, patrocinato dal Lions Club Sambuca Belice, in collaborazionecon l’amm.ne comunale, si è svolto il 17 e 18 gennaio presso l’Istituto Com-prensivo “Fra Felice”. Senior trainer del Lions Quest, il prof. Giacomo Pratis-soli, che ha magistralmente guidato il gruppo formato da 25 genitori, padrie madri degli alunni delle prime classi della scuola media. Dopo avere evi-denziato il valore dell’ascolto e dell’attenzione silenziosa ai bisogni dell’a-dolescente, ha dato spazio al confronto verbale e al coinvolgimento attivodei presenti, attraverso la drammatizzazione, lo scambio di sguardi diretti esorrisi, medianteun linguaggiopropositivo e nondi censura, con laconsapevolezzache l’essereumano è un “ani-male sociale”. Aigenitori ha pro-posto poi l’eserci-zio del “No giu-dizi, No com-menti, No consi-gli” attraverso ilquale raggiun-gere l’ascolto ef-fettivo ed effi-cace. Il risultato è stato positivo: due giornate cariche di emozioni e di alle-gria. A conclusione del corso, dopo i saluti del sindaco Leo Ciaccio, la presi-dente del sodalizio, prof.ssa Anna Sparacino, ha evidenziato l’importanzadel progetto appena concluso, in una società in cui l’adolescente rischia diessere strumentalizzato dai mass media, omologato e privato della capacitàdi scelta, spesso nella distrazione delle famiglie, alle prese con problemati-che di vario tipo. “Il Progetto per crescere, - ha continuato - ha il merito dimettere l’adolescente al centro dell’interesse della famiglia, della scuola,della società, con i suoi bisogni spirituali, con la sua voglia di acquisire re-sponsabilità, capacità decisionale, di comprendere ciò che lo circonda, e an-che ciò che c’è al di là della realtà. Non lasciamoci sfuggire dalle mani que-sto capitale umano. I giovani devono essere accompagnati nel loro per-corso di crescita, sostenuti con la nostra attenzione, il nostro amore, con ilnostro incoraggiamento, con le nostre regole. Regole che bisogna recupe-rare in questo nostro mondo senza regole, perché sono esse che consen-tono a ciascuno di noi di realizzare la propria libertà.”

Ha quindi rivolto un ringraziamento alle prof.sse Mariella Mulè e Anto-nella Amodeo che hanno collaborato alla riuscita del progetto. Sono inter-venuti, poi, la Prof.ssa Lina Spallino, responsabile di Zona, il Presidente dellaCircoscrizione, dott. Angelo Collura, l’officer distrettuale, il prof. GiuseppeBua, il presidente di Zona, dott. Giuseppe Mauceri. Il past Governatore avv.Gianfranco Amenta, concludendo i lavori, ha ricordato che il programmaLions Quest Italia Onlus è l’unico accreditato presso il MIUR come soggettoper la formazione del personale della scuola con decreto del 6/10/2005.

“PROGETTO PER CRESCERE”,un corso di formazione per genitori

Il Lions Quest al servizio della famiglia

di antoneLLa Munoz di Giovanna

2011 e ingiustamente dimenticato. Rappresentata per la prima volta nel ’61.Una produzione Teatro L’Idea di Sambuca di Sicilia in collaborazione con ilTeatro Garibaldi di Palermo e Fleurs du mal events. Regia Paolo Mannina,scene Antonio Di Prima; costumi Fulca Di Lattuga, luci Vincenzo Cannioto, ef-fetti sonori e altro: Davide Fasoli, Carlo Faccioni, Filippo Biondi. Con la madre,Ada Totaro, i figli: Giuseppe Provinzano, Alberto Lanzafame, Antonio ParidePisciotta, Sergio Beercok e Floriana Patti, la fidanzata di Antonio. Sono le cin-que della sera, di domenica 22 febbraio, quando cala il sipario sulla replica deIl Muro di Silenzio, al Don Bosco di Albano Sant’Alessandro, cittadina alleporte di Bergamo, dove va in scena la 24° edizione di una rassegna teatraledavvero interes-sante.

Una rassegnacapace di metterein campo bontà egenuinità del tea-tro fatto in casa, e ilteatro che gira l’I-talia e va anche ol-tre. Buona, anzi ot-tima, anche la ...seconda. Un pub-blico variegato eattento segue congrande interesse la rappresentazione teatrale che, la sera prima, ha riscossoun grande successo testimoniato dagli applausi finali e dai commenti nelfoyeur. Grazie di tutto, ragazze e ragazzi. è stato davvero bello, molto bello.

Buon ritorno in Sicilia, carissimi. Un grazie immenso ad Albanoarte Teatroper aver creduto nell' Idea (!) che quel Muro possa diventare un fantasticoPonte. Un ponte Nord-Sud per dire No ad ogni sopruso, ogni violenza. Perdire No ai muri di silenzio che preparano il terreno alla proliferazione mafiosa.

Il teatro può contribuire anche a questo: a formare coscienze nuove, per-sone nuove in luoghi migliori. Luoghi bonificati da ogni violenza.

Serata straordinaria anche il giorno prima, con un pubblico da grandi oc-casioni. Finalmente ci siamo. C’è una famiglia al centro della scena che vive ildramma della prepotenza mafiosa e che paga un tributo salatissimo. Una ma-dre, vedova di mafia, straordinaria, che prova a tenere insieme, con i suoi si-lenzi, la vita dei figli. Illudendosi, così, di proteggerla, di sopravvivere. Cosìnon sarà. Lo sterminio attraverserà quel nucleo familiare, come a voler dire:non è questa la strada da seguire. Quel dramma è il dramma di una terra in-tera. Tra sogni di riscatto, desiderio di voltar pagina e quella tentazione maisopita di lasciar tutto e andare via. Scarna la scena, con pochi oggetti ma digrande “spessore”. Tutti molto bravi gli attori: capaci di emozionare, tenere ilpubblico con il fiato sospeso. Davvero pregevole la regia del nostro PaoloMannina. Una serata sostenuta con convinzione da uno degli sponsor di Al-banoArte che permettono a questa bella realtà di andare avanti: Montellospa, industria del recupero e riciclo per un ambiente sempre più sano e pu-lito. Una sinergia importante tra realtà industriale e culturale. Industrie di per-sone illuminate che puntano sulla cultura, quella autentica e onesta, per lacrescita di ogni cittadino, del territorio nel suo complesso.

Finito lo spettacolo si dà vita ad un importante momento di confrontocon il responsabile provinciale dell’associazione Libera. Un intervento appas-sionato e competente, che collega la trama del lavoro teatrale con alcuni fattidi mafia avvenuti nel nostro Paese. Un intervento prezioso, pacato, che ag-giunge valore alla serata. Conclude Paolo, visibilmente soddisfatto, di que-st’avventura in terra orobica. Noi vogliamo sperare che possa esserci un se-guito, che tale dialogo tra realtà molto diverse fra loro, possa continuare neltempo ed essere occasione di crescita per entrambe. Infine voglio ricordareche AlbanoArte era già stato al teatro L’Idea nell’aprile del 2012, quandoaveva presentato una originalissima rivisitazione de I Promessi Sposi di Isa-bella Burgo.

Il Muro di Silenzio.Studio per una tragedia siciliana.

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Viviamo nell’era digitale e ne siamo travolti, così come è stato travoltoogni aspetto della vita sociale e culturale. Anche il mercato discografico neha risentito e, cavalcando questa moderna opportunità, tre giovani sambu-cesi hanno raggiunto un nuovo traguardo musicale, non senza studio, impe-gno e sacrificio. Il 9 febbraio è uscito un nuovo brano musicale dal titolo "Co-balto" cantato da Sergio Lo Cicero, sulle note al pianoforte di Ivan Sparacino,con testi dello stesso Lo Cicero e di Nicolò Randazzo. Così Ivan racconta lagenesi della sua ultima composizione: “Una notte intera passata a trascri-vere, come sotto dettatura, le note che, da alcuni mesi, mi frullavano in testaed erano divenute una vera e propria ossessione, come gli occhi color co-balto di unasplendida ra-gazza che, perpochi attimi, hoincrociato suuna metropoli-tana, prima che,uscendo allaprima fermata,svanisse nelnulla. Un tempo interminabile, nel tentativo di dare corpo, nota dopo nota, aquella splendida visione. Finalmente all’alba me ne sono liberato. Sergio eNicola hanno tradotto in parole le mie sensazioni”. ”Eh! Sapessi come va//daquando non sei più qua// Eh! Sapessi come va// in questo angolo di terra//che mi ha inchiodato qua// tra sogno e realtà // in una favola a metà//Guardo il cielo e vedo te// cobalto tra le nuvole” Questo il refrain che dàcorpo alle sensazioni di Ivan. Il brano è accompagnato da un videoclip rea-lizzato da Lillo Arcieri, fotografo e videomaker agrigentino, con la presenzadella bella Lorena Scaglione. Il brano musicale è stato registrato presso glistudi zona 3 con la collaborazione di Matteo Amantia per l'etichetta Play TopRecord Italia. Il video è in freedownloader su youtube e dal 2 marzo uscirà sututti i digital store. È lodevole la passione di questi giovani per la musica at-traverso la quale esprimono il loro talento.

Il 16 gennaio, presso il salone della Chiesa Maria SS. dell’Udienza, haavuto luogo un importante momento di incontro e confronto tra i volontariAVULSS di Sambuca e la Dott.ssa Francesca Maggio, psicologa e psicotera-peuta, in cui si è dibattuto il tema dell’”identità del volontario”. L’incontro sipone all’interno delvasto programmad’interventi pro-mossi dalla presi-dente dell’AVULSS diSambuca, la prof.ssaRosa Trapani. Al pro-getto sono state in-vitate a parteciparetutte le realtà del vo-lontariato sambu-cese: la Croce Rossa,il Leo club, l’UNI-TALSI, l’associazioneOasi Cana. La Dott.ssa Maggio ha coinvolto anche una rappresentanza deivolontari AVULSS di Sciacca per analizzare le motivazioni che personal-mente hanno dato l’imput alla vocazione del “volontario”. Numerosi gli in-terventi, poiché numerose sono le variabili che muovono la scelta di essere“volontario”. Dalle varie esperienze personali la Dott.sa ha poi definito le ca-ratteristiche del volontariato come scelta di servizio, attivo e organizzato:dalla predisposizione all’aiuto, alla valorizzazione del proprio tempo libero,dalla valorizzazione dell’ aspetto umano di chi presta aiuto e di chi lo riceveall’empatia con chi soffre, la cui finalità ultima è quella di dare un senso rela-zionale e profondo alla propria vita e a quella degli altri. A conclusione deilavori ha preso la parola il presidente, la prof.ssa Trapani, entusiasta dellariuscita dell’incontro e del lavoro che insieme a tutti i volontari dell’AVULSSè riuscita a portare avanti con un unico rammarico, quello di non avere an-cora una sede in cui riunire l’associazione. Per questo ha rivolto parole digratitudine a Don Lillo che ha gentilmente messo a disposizione i locali delsalone per la serata.

Tema dell’incontro: l’IDENTITA’ DEL VOLONTARIOAVULSS I Volontari a confronto con la dott.ssa Maggio

Una storia romantica color CobaltoTre talenti sambucesi e la musica

di antoneLLa Munoz di Giovanna

Volontari e disabili in mascheraLeo Club: Carnevale per tutti

di rosa traPani

Lunedì 16 Febbraio Carnevale presso il Ristorante "La Pergola" di Adra-gna, serata di gioia, allegria, balli, danze e coriandoli per i disabili e gli an-ziani. Questa serata è stata un dono che il "Leo Club" di Sambuca Di Sicilia hadonato alle associazioni di volontariato AVULSS e UNITALSI, grazie all'impe-gno sociale che i Leo portano avanti, utilizzando il ricavato di diverse Aperi-cene che loro hanno organizzato nel territorio, che avevano, appunto, loscopo di devolvere il ricavato verso opere sociali. Infatti il video che hannoproiettato durante la serata ha dato testimonianza concreta, attraverso si-gnificative imma-gini, della loro at-tiva operosità.Nella scelta eticache il volontarioopera, di aiutare,confortare, assi-stere quelli chesono in situazionedi svantaggio e dibisogno, esprimela vera identità del-l'essere " persona".Il volontario, nondimentichiamoci, è una risorsa sociale che porta messaggi di speranza e divita, non ha specifiche competenze professionali, ma solamente amore,buon senso e voglia di dare. Quanta gioia partecipata ha animato la serata,tutti i disabili e molti volontari si sono vestiti in maschera coinvolgendo tuttii presenti in una atmosfera di vivace allegria. Il ballo e la musica hanno carat-terizzato tutta la serata. I soci del Leo Club i volontari, i disabili, gli anziani sisono scatenati e intrecciati in balli e danze tra coriandoli, trombette e stellefilanti, facendo vivere ai nostri amici un'atmosfera calda, vivace e spensie-rata. Anche il buffet di tavola calda, i dolcini e le varie bibite hanno arricchitoe completato la serata. Durante la serata, Giuseppe Maggio presidente del"Leo Club" ha espresso la sua profonda gioia e gratificazione per la riuscitadella serata. Le associazioni AVULSS e UNITALSI hanno donato una targa ri-cordo per fissare nella memoria di ognuno di noi questo momento di gioia."Fare bene il bene" dando in modo gratuito e spontaneo il proprio tempo,come atto di libera scelta è il vero "essere" volontario.

La Dott.ssa Francesca Maggio

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Anno LVII Gennaio-Febbraio 201510

Alcune volte può capitare che, quando meno te l'aspetti, come un maci-gno, ti colpisca una grave malattia. Inizialmente sei frastornato e poco reat-tivo, poi cominci a chiederti "perché è capitato proprio a me?". infine ti allenia combattere, e dopo il primo disorientamento, scegli il luogo della cura ecominci a considerare familiare il volto dl chi ti sta intorno per alleviarti lesofferenze e per cercare di condurti, se possibile, alla guarigione. Quando seifortunato e guarisci(oggi la scienza molti campi, ha fatto grandi passi!)spesso succede in maniera irrazionale, che ti vorresti dimenticare dei postidove hai vissuto i tristi momenti ed anche, incredibilmente ed ingiusta-mente, delle persone che ti hanno aiutato o di quelle che sono state accantoal tuo letto di ospedale, nonostante i propositi iniziali d'incontrarsi e di rima-nere in contatto. E' come se in te ci fosse il desiderio di cancellare subito que-sta parentesi della tua vita. Dopo tale esperienza, poi ricominci a vivere conmaggiore spensieratezza e distacco dalle meschinità quotidiane, cercandoquasi sempre di evitare di parlare di malattie, di altri eventi tristi vissuti o diquant'altro che ti possa fare riaffiorare nella mente i brutti ricordi. Spessoperò, quando per esempio sei costretto ad eseguire i controlli periodici, permonitorare il tuo stato di salute, hai la sensazione di sentirti come un carce-rato, che dopo avere assaporato la libertà, debba ritornare, anche se perpoco, dietro le sbarre, con la paura di potervi rimanere a lungo e rivivi l'at-mosfera triste dalla quale vorresti immediatamente fuggire - Tutto questoinevitabilmente ti fa sentire piccolo, impotente, ma al tempo stesso, ti portaa riflettere dl più sulle cose veramente importanti della tua esistenza ed adapprezzare con semplicità la vita: il sorriso di quelli che ti vogliono bene, ilmare azzurro gli uccelli che volano nel cielo terso di una bella giornata di pri-mavera, l'esplosione dei colori nei campi dopo l'inverno, l'estate con la suaallegria l'autunno con la sua piacevole malinconia. A poco a poco, nasce in teuna grande forza ed un serio proposito di combattere tutti gli ostacoli che ilsentiero terreno spesso presenta (anche le malattie!) Le pause di riflessioneservono molto, per farti capire ed apprezzare le cose importanti, per amare egioire della vita in ogni sua forma. In quei momenti, cominci a pensare bene-volmente anche alla morte e soprattutto ti rivolgi con fede a Chi può tutto et'impegni ad essere più buono nella vita di tutti i giorni. Le pause di rifles-sione sono ore, giorni, mesi, anni dl catarsi, di splendida purificazione; in pra-tica ti aiutano a mettere ordine nella tua esistenza, a selezionare l'utile dall'i-nutile, ad essere più tollerante verso gli altri, a guardare con più amore ognicosa. Poi passa il tempo ed allora dimentichi tutto, ti butti di nuovo nel turbi-nio della quotidianità, spesso rimanendo coinvolto, aggrovigliato in situa-zioni poco nobili ed edificanti; ma poi arriva un'altra pausa (che può essereanche qualsiasi evento triste, diverso dalla malattia) necessaria per miglio-rarti sempre di più, per elevarti spiritualmente, per farti distaccare dalle me-schinità. I luoghi o le situazioni di dolore che sei costretto a vedere o a vivere,ti educano, diventano palestre necessarie per fortificarti. L'alternanza di sa-lute e malattia, di bello e di brutto, ci allena ad affrontare con maggiore con-sapevolezza tutti i giorni del nostro percorso terreno, ci aiuta, con l'andar de-gli anni, a pensare con serenità anche alla morte, anche se umanamente tuttisperiamo di potere rimanere il più a lungo possibile accanto ai nostri cari e dipoter godere delle bellezze del Creato. Con l'aiuto delle pause di riflessioneriusciamo a capire che l'unico telefonino senza fili, che non ci stressa, utile percomunicare con Chi sta sopra di noi, potrebbe essere un rosario o quant'altro,secondo le varie religioni in cui crediamo; comprendendo tutto ciò, riusci-remo ad apprezzare con serenità e senza sgomento l'immensità.

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Il libro che il Circolo di lettura s’è apprestato a commentare all’inizio delnuovo anno è un racconto di Suzanne Collins, che ci ha permesso diesplorare un genere caro ai giovani. Un racconto di fantascienza ricco d’a-zione, imprevisti ed oserei dire ” effetti speciali”, capaci di sorprendere e cat-turare. All’inizio del racconto, l’ambiente appare poco definito dal punto divista fisico-storico-politico: scenari di povertà assoluta, ambienti primitividove l’unico bisogno vero, assoluto, è quello della sopravvivenza dalla famee da se stessi, si sovrappongono a scenari e strumenti tecnologicamenteavanzati. Poi i luoghi si definiscono, si caratterizzano. Panem è uno “stato”che si trova in America, diviso in 12 distretti, ognuno dei quali ha il com-pito di creare un prodotto che serve al sostentamento degli abitanti dellaopulenta e sprecona capitale, Capitol City. La forma di governo è dittato-riale; i cosiddetti pacificatori controllano minuziosamente gli abitanti dei di-stretti, l’ubbidienza deve essere massima, le inflazioni vengono pagate con lavita. Il regime, per distogliere l’attenzione degli abitanti sulla loro miseracondizione di schiavitù, organizza un reality show, crudele e spietato “HN-GER GAMES” “Giochi di fame, uccidi o muori”. Ogni anno, il giorno della“mietitura” 25 ragazzi tirati a sorte vengono catapultati “nell’arena”, unalanda di terra naturale, ricca di insidie in balia di vicissitudini e scenari rac-capriccianti, che mettono allo stremo la resistenza e l’esistenza dei “gladia-tori”. KATNISS, la protagonista, si è data volontaria per salvare Prim la sorel-lina sorteggiata. È orfana di padre, brava cacciatrice, sa usare l’arco, conosci-trice di erbe officinali e commestibili, dotata da una forte lucidità mentale eraziocinio. Cooprotagonista della storia, Peeta, anche lui sorteggiato, appar-tiene al distretto 12, un bel ragazzo figlio del fornaio, a cui Katniss si sentedebitrice per aver ricevuto da lui , una sera, un pezzo di pane, quando imorsi della fame la stavano uccidendo. Nell’ arena la lotta per la soprav-vivenza è spietata e crudele, i combattenti vengono uccisi sotto lo sguardofamelico dei telespettatori. Non mancano le sorprese e il racconto si snodain maniera scorrevole, coinvolgente.

La scrittura è fluida, le scene si susseguono come immagini di un filmd’azione e reazione in un crescendo d’emozione che invade il lettore e loporta a tifare per Katniss. Accanto alla brutalità, vengono fuori sentimentinobili come la solidarietà, la pietà, l’amicizia - Katniss che adorna di fiori ilcorpo esamine di Rue, la ragazzina che amava la musica -. Si fa strada an-che tra mille dubbi, l’amore verso Peeta. “Giochi di Fame” è una metaforadel regime, riflette l’abuso commesso dai regimi totalitari nei confronti delladignità che alberga in ogni essere umano, la capacità di annientarlo e ri-durlo a una condizione animalesca ma, come tutte le dittature, contiene nelsuo grembo, il seme della ribellione.

“Giochi di fame” - Metafora di un regimedi reCensione di erina MuLè

Sabato 3 Gennaio alcuni sambucesi nati nell'anno 1954 si sono riunitiper festeggiare insieme i loro 60 anni con una Santa Messa, officiata da DonLillo di Salvo nel Santuario di Maria SS. dell'Udienza e con la successiva cenaal Ristorante "La Pergola".

Festa dei sessantenni sambucesi

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Se ne sono andati...LELLO GRISTINAIl giorno 30 gennaio 2015, all’età di no-vant’anni si è spento serenamente, a Genova,Tommaso(Lello) Gristina, circondato dall’af-fetto della sua adorata moglie Isabella Amo-dei, di Giorgio e Sandrine, di Enrico e dei suoiamatissimi nipoti. Di origine palermitana, hacompiuto nella sua città tutti gli studi scola-stici e universitari, laureandosi in ingegneriaindustriale, iniziando successivamente unabrillantissima carriera lontano dalla sua terra.Dopo aver prestato la sua attività a Livorno epoi in qualità di dirigente alla raffineria di Augusta, ha raggiunto prestigiositraguardi negli stabilimenti della Esso in Liguria, fissando la propria resi-denza a Genova. Dalla stessa Società ha avuto affidato anche compiti digrande responsabilità in qualità di consulente tecnico all’Estero. Per la suagrande preparazione, l’Università di Genova gli ha dato l’incarico di svol-gere seminari di formazione aziendale per molti anni accademici. È statauna persona non solo di grande spessore professionale, ma anche umano.Nonostante fosse lontano dalla sua Sicilia per motivi di lavoro, non ha maispezzato il cordone ombelicale che lo legava ad essa e soprattutto è statosempre orgoglioso di essere siciliano. Ha amato molto Sambuca, il paese diorigine della moglie, dove ha voluto trascorrere sempre le sue vacanzeestive nella casa di Adragna che insieme avevano fatto costruire con l’aiutodella cara figlia Patrizia, valente architetto. Innamorato di questa terra, dellaridente campagna, dei suoi meravigliosi tramonti, del lago, delle tradizioni,dell’artigianato locale, come un vero sambucese, ha espresso la volontà diessere seppellito nel Cimitero del paese. Metteva una grande passione eimpegno nella coltivazione dei suoi terreni, delle piante e dei variopintifiori che rigogliosi crescevano intorno alla casa e che curava personal-mente. Dopo il pensionamento, trascorreva più tempo in Adragna dove ri-maneva con la moglie spesso fino a tardo autunno. Amava le sconfinatespiagge di Porto Palo e si tuffava felice nelle sue limpide acque, dovespesso, circondato ed aiutato da giovani che ne condividevano la passione,spingeva l’arsellaio per raccogliere le arselle che poi faceva gustare agliamici nella sua casa insieme ad altre prelibatezze. Lello era una persona do-tata di grande umanità, sempre allegro e ospitale, con un forte senso del-l’amicizia; la famiglia era al centro della sua vita e del suo cuore. Nella suadimora di campagna riuniva spesso sia i suoi parenti che quelli della mo-glie. Spesso alcuni arrivavano da lontano per partecipare annualmente aquesti appuntamenti carichi di affetto e ricordi. Anche se anagraficamenteera diventato vecchio, nell’animo e nel modo di pensare non lo è stato maifino alla fine. Questo carissimo sambucese d’adozione mancherà molto atutti noi! La redazione de”la Voce” e tutti quelli che l’hanno conosciuto e ap-prezzato, si associano al dolore della famiglia.

S.C.

bina e poi adolescente. Il dizionarietto che ne risulta consente di farsi un’ideadi un ambiente familiare di alta borghesia illuminata milanese nella secondametà del novecento, stereotipi compresi.

In assenza di una trama cui fare riferimento, non risulta agevole stendereuna classica recensione; ma prendendo in considerazione alcune delle vocielencate ben si riesce ad offrire un campionario di osservazioni acute, ironi-che, colte e sempre intelligenti.

Agnostico Qui proprio ho rivissuto il clima di casa mia. Anche mio padre,come la nonna di Gloria, si definiva agnostico, perché non poteva dimostrarené l’esistenza, né l’inesistenza di Dio; ma di fatto non credeva alla sua esi-stenza, e comunque noi figli non abbiamo avuto un’educazione religiosa, purse mia madre ci ha voluto battezzare (ma mio padre non ci accompagnò inchiesa per la cerimonia). L’assoluto laicismo in famiglia rese possibile senzatraumi la conversione di mia sorella ad altra fede per aderire alla richiesta delmarito. Di pari passo un’élite illuminata (tale ci sentivamo a casa mia) rifug-giva dai rituali della chiesa così come dalle “abbuffate” televisive.

Analista Qui l’ingenuità di Gloria bambina suscita un momento di verailarità, e qualcuno potrebbe vederci anche un barlume di verità, giacché Glo-ria si raffigurava l’analista come il medico dell’ano!

Austerity Qui vengono ricordati alcuni tic, come le telefonate in telesele-zione, molto sintetiche per risparmiare (“spicciatevi che siamo in telesele-zione!”) o il ripetuto invito a spegnere le luci o la decisa condanna per lospreco del cibo. Ma più divertente è il ricordo delle domeniche di austeritàvarate, in seguito a una crisi petrolifera, dal governo Rumor nel 1973, durantele quali era vietata la circolazione in automobile. In quel ’73 io abitavo a Mi-lano, come Gloria, e mantengo un divertito ricordo dell’atmosfera che sicreava, nelle domeniche in cui era di turno l’austerità, nel centrale Corso Ve-nezia che si trasformava in un immenso gioioso salone. In otto righe Gloria farivivere magistralmente quell’atmosfera.

Cancro Un pezzo di buona letteratura sulla morte della madre per cancro,con brevi considerazioni sull’uso della parola cancro e sugli effetti della pa-rola nell’immaginario collettivo. In un contesto di dolore e di tragedia, Glorianon si smentisce e precisa che quando, sul letto di morte, la madre esorta lasorella – di Gloria – a badare al suo bovarismo, le due sorelle associano il ter-mine ai bovari anziché a Madame Bovary. Una scena da “Amici miei”, il bel filmdi Monicelli. Cianfrusaglie Descrizione degli scontri in famiglia tra una ma-dre ordinata e precisa e due figlie all’opposto, sommerse dalle “cianfrusaglie”.Scontri non solo generazionali, ma anche risultato di culture che mutano, distilemi che passano, di diverse esigenze di vita.

Cincischiare La parola vuol dire etimologicamente incidere, tagliuzzare,“passatempo prediletto dei nostri antenati nel Pleistocene”. Forse il poderosobalzo in avanti della cultura umana è dovuto anche al piacere di cincischiareper intere giornate, producendo frammenti di pietra e di legno utili per le at-tività umane. Perciò cincischiare non è solo “perdere tempo”, come riteneva lamadre di Gloria. Del resto oggi quasi tutti non trascorrono intere giornate acincischiare col telefonino “senza concludere un fico secco?”.

Decoro Un vero trattatello sul concetto di decoro in una famiglia di altaborghesia (“Dignità, Decoro, Decenza”), concetto che si estendeva verso ilbasso della scala gerarchica della borghesia. Per esempio, anche nella mia fa-miglia, di borghesia medio-piccola, la biancheria intima doveva essere sem-pre in ordine perché …pensate, se vi succede qualcosa, che figura fareste colmedico o in ospedale.

La figlia della gallina nera L’espressione dà il titolo al libro. Si usava incasa di Gloria “quando si era vittima di un sopruso o di una negligenza”.Ignota la provenienza dell’espressione.

Il gambin d’un santo Le cose preziose, o considerate tali, che si conser-vano quasi fossero reliquie di santi. Memorabili le due storielle raccontate:l’immenso corpo di San Tommaso squartato per distribuire i pezzi come reli-quia e la risposta arrogante e beffarda del padre di Gloria su un volo Milano-New York. Alla domanda della hostess su cosa vorrebbe come cena, egli ri-sponde: la coscia del monsignore in umido, con allusione al cardinale che glisedeva accanto.

Sciabalenta Sta per trasandato, sciatto. “Ancora oggi, mi capitano delledomeniche mattina in cui mi aggiro sciabalenta, con un golfino sopra la ca-micia da notte e i pantaloni infilati sotto per non avere freddo. Ma all’ora dipranzo mi vado a vestire, perché non si va a tavola sciabalente”. Quando sidice una educazione borghese solida e rispettabile.

Voler non posso “…a Milano, una buona educazione borghese compor-tava uno sforzo di segnalazione di virtù private diametralmente opposto alvoler non posso: un vero borghese può ma non vuole, emette segnali robustie affidabili della sua solvibilità, ma con discrezione, senza mai strafare. La se-zione aurea della presentazione del sé borghese milanese era il rapporto per-fetto, mantenuto a qualsiasi scala, tra opulenza e discrezione.”

Leggete “La figlia della gallina nera”. Porterete a casa cultura, ironia, intel-ligenza libera e spregiudicata, frammenti di storia del costume e delle abitu-dini di vita quotidiana in una casa borghese. Nessuno resterà deluso. Grazie,Gloria.

“La figlia della gallina nera” di Gloria OriggiRecensione di Rosario Amodeo

(segue da pag. 6)

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Costituito a Sambuca “Iltrekking urbano” per iniziativa diSalvatore Maurici che ha trasmessoad altri amici e non solo, la sua pas-sione di camminatore solitario. Tra isuoi primi discepoli Franco Alloro,Ennio Gurrera, Agostino Maggio.Poi il gruppo, aperto a tutti, a pocoa poco si è allargato.

Allo stato attuale, una cinquan-tina di persone, dai dieci ai settantaanni e passa, nei giorni dispari diogni settimana, si danno appunta-mento alle ore 20,00 nella centralis-sima Piazzetta della Vittoria attornoalla statua della lumaca che pacifi-camente sembra approvare e, perun’ora, attraversano un percorso ur-bano sempre diverso, che di voltain volta, comprende alcune stradedel paese.

lermo, ha recuperato e riportato aSambuca il corredo della cosid-detta Tomba della Regina.

Ambiziosi e apprezzabili gliscopi dell’iniziativa sponsorizzatadalla Banca di Credito Cooperativodi Sambuca di Sicilia: la valorizza-zione del patrimonio archeologicodi Sambuca, finalità perseguita an-che con la recente stampa del tradi-zionale calendario della Banca cheospita nelle sue pagine alcune im-magini dei reperti più belli e signifi-cativi di Monte Adranone, e nel con-tempo, onorare, a cento anni dallamorte, la memoria di Antonio Sali-nas, instancabile ricercatore a cui sideve il recupero del corredo. La mo-stra, inoltre, ha visto la collabora-zione dell’Amministrazione comu-nale che ha ospitato la vetrina espo-sitiva donata dalla BCC nella nobilesede di Palazzo Panitteri dove hasede il Museo archeologico conte-nente gli altri reperti provenienti daMonte Adranone.

Nell’immaginario collettivo sam-bucese il sito archeologico di MonteAdranone è soprattutto la sededella “Tomba della Regina”, perso-nalità più mitizzata che reale, conogni probabilità, invece, la tomba diun uomo, come si evince dalle ca-ratteristiche del corredo, ma co-munque certamente un soggettoimportante, data la ricchezza e labellezza artistica dei reperti. La sto-ria del rinvenimento della Tomba èpiena di fascino. Nel giugno del1885, stando alla testimonianza delGiacone, nella parte settentrionaledel monte sovrastante la località diAdragna, un gruppo di agricoltoridella vicina Contessa Entellina sco-prì fortuitamente un’elegante strut-tura di pietra arenaria con dentrovasi di rame e terracotta recanti va-rie figure, risalenti al VI- V sec. a.C. Ivasi rinvenuti furono in parte trafu-gati, in parte acquistati da AntonioSalinas, archeologo e appassionatoricercatore di antichità, che li inserìnelle collezione del Museo Archeo-logico di Palermo di cui allora era di-

rettore. Nel corso degli anni i repertisi sono persi nelle polverose e ric-chissime vetrine e nei magazzini delMuseo, finché un’attenta ricerca diarchivio ha contribuito alla loro in-

dividuazione e ricomposizione. Il ti-tolo fornito alla mostra illuminabene la caratteristica del pezzo dispicco della stessa, un cratere a co-lonnette a figure rosse raffigurante

scene dionisiache, legate al cultodel vino, un vaso, databile intorno al470 a. C., che rivela grande maestriaartistica e densità di significati sim-bolici. Pregevole anche un oino-

choe policroma raffigurante unascena di partenza di guerrieri, risa-lente alla fine del VI sec. a.C., unaolla monoansata e un’ansa di colinoa testa di cigno in bronzo.

Al convegno introduttivo all’i-naugurazione della mostra, tenu-tosi nella sala conferenze dellaBanca di Credito cooperativo, sonointervenuti il Presidente della

Banca Liborio Catalanotto, la So-printendente ai Beni Culturali e Am-bientali di Agrigento CaterinaGreco, Francesca Spatafora, Diret-tore del Museo Archeologico Regio-nale Antonio Salinas di Palermo,Mounir Fantar, ricercatore dell’Isti-tuto Nazionale del Patrimonio di Tu-nisi ed il Sindaco di Sambuca LeoCiaccio. Il presidente Liborio Catala-notto ha sottolineato nel suo di-scorso di apertura del convegno lacentralità della BCC di Sambuca neinovant’anni della sua operativitànel territorio, con un significativosupporto all’economia locale e nu-merosi contributi alla crescita e va-lorizzazione culturale della realtà lo-cale, nella quale investe tutte le suerisorse, senza scopo di lucro.Grande apprezzamento nei con-fronti dell’iniziativa quello dimo-strato dalla Soprintendente Cate-rina Greco che ha sottolineato l’im-portanza delle sinergie tra enti lo-cali ed aziende private per l’attua-zione di iniziative così importantiper il territorio e dalla dott.ssa Spa-tafora che ha ripercorso la storia deireperti ritornati a Sambuca dopo120 anni. Affascinante la breve dis-sertazione dello studioso tunisinoMounir Fantar che in un carezzevolefrancese ha parlato dell’esistenza diun circuito che lega reperti e siti delMediterraneo sotto il comune de-nominatore del vino. Plauso neiconfronti dell’iniziativa è stato sot-tolineato anche dal sindaco LeoCiaccio che ha riconosciuto il validosupporto della BCC alla cultura edeconomia locale, in un frangenteeconomico difficile per tutti.

Dopo un rinfresco offerto dallaBCC nei suoi locali, i convenuti sisono spostati a Palazzo Panitteri perammirare i reperti oggetto dellamostra che durerà fino al 12 giugno2015.

Alfonso Di Giovanna, Fondatore - Licia Cardillo, Direttore Responsabile - Giuseppe Cacioppo, Capo Redattore

Gori Sparacino, Direttore Amministrativo Direzione, Redazione e Amministrazione Via Teatro C.le Ingoglia, 15 - lavoce-

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Al Panitteri i reperti della Tomba della Regina

Trekking urbano

“Camminare fa bene”

(segue da pag. 1)

di GiusePPe MerLo

“Camminiamo a passo svelto,come consigliano i medici. Ma que-sto non ci impedisce di chiacchie-rare, di raccontarci barzellette, di af-frontare gli argomenti del giorno,di confrontarci, in una parola, di so-cializzare e consolidare i nostri rap-porti”. Spiega Franco Alloro.

“Camminare è molto salutare-aggiunge con convinzione, un me-dico - Se non altro, riduce di al-meno 5 anni il rischio di malattie te-mibili come l’Alzheimer, rinforza iltessuto osseo, ritardando così l’o-steoporosi, regolarizza la pressionearteriosa.” .“Ma c’è di più –spiegal’avvocato Giovanni Maggio tra iconsensi di alcune giovani cammi-natrici- ci dà modo di esplorareogni angolo di Sambuca e di farestupende scoperte”.