N. 24 • 24 giugno 2012 • 1,00 VITA ECCLESIALE … giugno...visita ai padri Vocazionisti e ai...

16
N. 24 • 24 giugno 2012 • 1,00 Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Teresa Beltrano Michele Borriello Eloisa Crocco Oreste D’Amore Margherita De Rosa Enzo Mangia Fiorenzo Mastroianni Loredana Micco Giancarlo Perego Pasquale Puca Elena Scarici Gli interventi 26 giugno, Festa di San Josemaria Escrivà 2 Le vacanze dei sacerdoti a Pietralba 4 Suor Maria Felice del Preziosissimo Sangue 5 La beatificazione di don Mariano Arciero 6 Premio “La convivialità urbana” 11 Ad Arpino un meeting formativo 12 La nuova stagione del Teatro Diana 14 Eav bus turistici per Napoli sacra 14 Essere Chiesa dei poveri L’Arcivescovo a Pianura dal Beato Russolillo 2 VITA ECCLESIALE Il Cardinale Sepe cittadino onorario di Napoli 3 PRIMO PIANO La Diocesi e la Comunità di S. Egidio amici dei poveri 7, 8, 9 e 10 SPECIALE Più servizi per i bambini 13 CITTÀ a pagina 7 Crescenzio Card. Sepe La Chiesa di Napoli è felice di accogliere le oltre 160 comunità, movimenti e associazioni, riuniti a Napoli per questo importante evento. Ho voluto che quest’anno la conclusione fosse nella Cattedrale per significare l’importanza che do a queste vostre giornate di riflessione. Siate i benvenuti a Napoli e nella Chiesa di Napoli!

Transcript of N. 24 • 24 giugno 2012 • 1,00 VITA ECCLESIALE … giugno...visita ai padri Vocazionisti e ai...

N. 24 • 24 giugno 2012 • € 1,00

Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Teresa Beltrano • Michele Borriello • Eloisa Crocco •

Oreste D’Amore • Margherita De Rosa • Enzo Mangia •

Fiorenzo Mastroianni • Loredana Micco • Giancarlo

Perego • Pasquale Puca • Elena Scarici •

Gli interventi26 giugno, Festa di San Josemaria Escrivà 2

Le vacanze dei sacerdoti a Pietralba 4

Suor Maria Felice del Preziosissimo Sangue 5

La beatificazione di don Mariano Arciero 6

Premio “La convivialità urbana” 11

Ad Arpino un meeting formativo 12

La nuova stagione del Teatro Diana 14

Eav bus turistici per Napoli sacra 14

Essere Chiesa dei poveri L’Arcivescovo

a Pianuradal Beato Russolillo

2

VITA ECCLESIALE

Il Cardinale Sepecittadino onorario

di Napoli

3

PRIMO PIANO

La Diocesie la Comunità di S. Egidio

amici dei poveri

7, 8, 9 e 10

SPECIALE

Più serviziper i

bambini

13

CITTÀ

a pagina 7

Crescenzio Card. Sepe

La Chiesa di Napoli è felice di accogliere le oltre 160 comunità, movimenti e associazioni,riuniti a Napoli per questo importante evento. Ho voluto che quest’anno la conclusione fossenella Cattedrale per significare l’importanza che do a queste vostre giornate di riflessione. Siatei benvenuti a Napoli e nella Chiesa di Napoli!

Vita Ecclesiale Nuova Stagione2 • 24 giugno 2012

Caritas – UfficioPastorale Giovanile –Afepat

Menseper i poveriaperte ad agostoLa Caritas diocesana e

l’Ufficio di Pastorale

Giovanile dell’Arcidiocesi di

Napoli, in collaborazione con

l’Associazione Afepat

(ferrovieri in pensione)

hanno organizzato, per il

secondo anno consecutivo,

un gruppo di giovani

volontari che manterrà aperte

le mense delle Parrocchie di

Santa Lucia a Mare e Santa

Brigida, a Napoli.

Abbiamo bisogno del tuo

aiuto. Se sei maggiorenne e

vuoi collaborare donando

parte del tuo tempo a questa

attività, contattaci

all’indirizzo

mail immigraticaritasna@lib

ero.it oppure al numero di

telefono 081.557.43.09 entro

mercoledì 27 giugno,

chiedendo di Jacopo Pierno.

Per quanti vivono la vita

della parrocchia, incontrare i

poveri in un periodo in cui la

maggior parte delle persone

va in vacanza, è un segno

importante di carità. Più

volontari ci saranno, meglio

sarà organizzata la

distribuzione e

l’organizzazione delle mense.

Per partecipare è

fondamentale prendere parte

alla riunione che si terrà con

tutti i volontari venerdì 29

giugno, alle ore 20.15, presso

il Seminario Maggiore

Arcivescovile di Napoli, in

viale Colli Aminei 3.

L’Arcivescovo di Napoli a Pianura nel primo anniversario della beatificazione di don Giustino Maria Russolillo

Il primato della santità nella Chiesa

(r.c.) Il Card. Crescenzio Sepe è stato invisita ai padri Vocazionisti e ai fedeli diPianura, lo scorso 7 maggio, in occasionedel primo anniversario della beatificazionedi don Giustino Maria Russolillo, cittadinonapoletano, sacerdote puteolano, fondato-re di due congregazioni religiose e di unIstituto Secolare, presente in quattro conti-nenti, apprezzato e ricercato conferenzieredi congressi eucaristici e catechetici, mae-stro spirituale e predicatore instancabile diesercizi spirituali nei seminari maggiori,nei noviziati e studentati religiosi, anima-tore nelle congregazioni femminili nascen-ti e negli istituti secolari, specialmente diNapoli e Campania.

L’Arcivescovo ha risposto con la consue-ta simpatia al grande abbraccio della co-munità, con parole immediate e semplici,tratteggiando l’invito universale alla santi-ficazione universale per l’unione divinacon la Santissima Trinità.

Pubblichiamo, di seguito, alcuni pas-saggi di uno studio del Beato Russolillo,ancora oggi attuale

Il fine della Chiesa non è l’organizza-zione esterna dell’umanità, né il benesse-re fisico e temporale dell’umanità ma lasantificazione dell’umanità mediante laelevazione e unione con il Signore dellesingole anime. Quindi la storia dellaChiesa riguarda non tanto l’unità, la cat-tolicità, l’apostolicità sua quanto la san-tità sua. Di tutte le note della Santa Chiesanoi ci applichiamo a mettere in piena esempre maggiore luce la sua santità. Equesta è la santità: il divino nell’umano, ol’umano elevato e unito al divino; e questaè la Chiesa: il regno dei cieli tra gli uomi-ni, sin da questo tempo, sin da questa ter-ra.

La storia dello sviluppo dei dogmi edella scienza sacra, e delle eresie, della li-turgia e della gerarchia riguarda l’unitàdella Chiesa. La storia dell’espansionedella Chiesa e delle sue relazioni con i po-

poli e i loro stati, riguarda la cattolicitàdella Chiesa. La storia della ininterrottasuccessione dei rappresentanti di Gesù,innanzitutto del Suo Vicario, dal primocostituito da Gesù, riguarda l’apostolicitàdella Chiesa.

La storia invece dell’elevazione dei po-poli e delle anime all’unione divina, la sto-ria della santità, è la vera storia integraledella Chiesa, della sua opera nel mondo edeve essere integrale non sostituita dallealtre storie della sua unità, cattolicità,apostolicità.

Ora si dice che la storia della santitàdella Chiesa sfugge alla testimonianza equindi al racconto veramente storico. Mala storia della vita dei Santi dimostra ilcontrario. E ogni vita di Santo, se può dir-si una pagina della vita di Gesù, molto piùdovrà dirsi una pagina della storia dellaChiesa.

Se noi stessi fossimo i testimoni imme-diati dei fatti che raccontiamo, la nostrastoria avrebbe un grande valore e unagrande efficacia di vita. Ora questo è pos-sibile, se siamo applicati sul serio alla no-stra personale santificazione. Che, nel ca-so affermativo, saremo combattenti della

grande battaglia della santità che raccon-tiamo. Saremo esperti del divino nell’u-mano noi stessi personalmente, nella vitae relazioni nostre, oltre che trovarci nellemigliori condizioni per valutare e esporrequello che accade agli altri e negli altri.

Come il vecchio Testamento riceve lucedal Nuovo, così i secoli cristiani passati ri-ceverebbero luce dal presente secolo.Così, in futuro, basterebbe mettere insie-me le storie dei vari secoli, scritte dai con-temporanei, il che è quanto di meglio pos-sa aversi e farsi. E non si avrebbe il rischiodi sciupare la santità contemporanea, pre-tendendo di assimilarla all’antica. Il pre-sente assimila il passato non il passato di-vora il presente.

Quindi l’introduzione pratica nella no-stra Congregazione alla cattedra di agio-grafia sta nella pratica di tener al correnteogni casa e ogni comunità di tutta l’operadelle famiglie religiose, delle diocesi, del-le congregazioni romane, dei popoli e sta-ti cristiani, mediante le stampe periodicheche non devono mai mancare alle sale dicomunità e poi le loro ordinate e legatecollezioni che non devono mancare allebiblioteche interne.

26 giugno, Festa di San Josemaria Escrivà

In Cattedrale, il ricordo del “dies natalis”Martedì 26 giugno, alle ore 18.30, nella Cattedrale di

Napoli, come ormai è tradizione consolidata dal 2002, an-no in cui il fondatore dell’Opus Dei San Josemaria Escrivà,venne proclamato Santo da Giovanni Paolo II, sarà celebra-ta la Santa Messa in onore del Santo.

In questo giorno, anniversario del suo “dies natalis” alCielo, la Chiesa celebra la sua festa liturgica in tutto il mon-do.

Nella nostra città la solenne celebrazione Eucaristicasarà presieduta da S. E. Mons. Lucio Lemmo, VescovoAusiliare dell’Arcidiocesi.

Al termine, il Cardinale Crescenzio Sepe, ArcivescovoMetropolita di Napoli, saluterà i fedeli della Prelaturadell’Opus Dei e i partecipanti presso la Cappella laterale diSanta Restituta.

Il corpo di San Josemaria Escrivà riposa nella ChiesaPrelatizia di Santa Maria della Pace, in viale Bruno Buozzi75, a Roma.

Il sito ufficiale dell’Opus Dei è: www.opusdei.it LaResidenza Universitaria Monterone, in via Crispi 112(081.66.98.31 e il Collegio Universitario Villalta in via G.Martucci, 35/h (081.248.61.33) sono due della tante struttu-re presenti nella città di Napoli, promosse dai fedeli e coo-peratori della Prelatura dell’Opus Dei.

Primo PianoNuova Stagione 24 giugno 2012 • 3

Il sindaco Luigi de Magistris ha conferito al Cardinale Sepe la cittadinanza onoraria

«Oggi mi sento ancora più napoletano»

di Elena Scarici

«Oggi mi sento ancora più napoletano». Lo ha detto con orgo-glio e commozione il cardinale Crescenzio Sepe che il 15 giugnoha ricevuto a Palazzo san Giacomo la cittadinanza onoraria. Astabilirlo una delibera di giunta, con la quale il sindaco Luigi deMagistris ha conferito alpresule lo status di napole-tano. «Sono onorato e or-goglioso - ha commentatoil cardinale Sepe - Napoli èuna città da amare e rispet-tare, a dispetto delle tanteoffese e dei tradimenti su-biti, delle tante violenzeconsumate ai suoi danni».

Essere cittadini diNapoli, ha spiegato, signifi-ca «essere parte della suastoria», nella quale «si en-tra da una sola porta: quel-la dell’umiltà». Tante lepersonalità presenti allacerimonia tra cui il prefet-to, il questore, il presidentedel Consiglio comunalePasquino, l’assessore re-gionale Miraglia, il presi-dente della ProvinciaCesaro, i vertici delle Forzedell’Ordine, della Magi -stratura e del mondo eccle-siale.

La decisione di conferi-re a Sepe la cittadinanzaonoraria, ha sottolineatode Magistris, “è nata perlanciare il messaggio diuna unità sempre più fortetra mondo laico e religioso,come riconoscimento di“quello che le parrocchiefanno sul territorio, ascol-tando la gente e del ruolofondamentale che ha svoltoa Napoli la chiesa e il cardi-nale Sepe».

Ho particolarmente ap-prezzato – ha aggiunto ilsindaco - l’incontro dei di-versi esponenti delle reli-gioni che il cardinale ha

promosso a Piazza dante per il Giubileo, ne ho parlato con il pre-sidente Caldoro per ripetere e rendere ancora più significativoquesto incontro. Nel corso del suo intervento il porporato ha sot-tolineato di apprezzare lo sforzo di cambiamento che la nuo

aamministrazione sta por-tando avanti pur nella con-vinzione che «Bisogna insi-stere e fare di più».

In particolare il cardina-le ha insistito sul drammadel lavoro: “Napoli porta isegni dello sconvolgimentosociale causato dalla crisi edal collasso del mondo dellavoro, bisogna fare di più,per evitare

pericolose conseguenzeche si possono generarecreando una situazioneche potrebbe prima o poiesplodere. Un appello che ilsindaco ha condiviso:«Senza il Sud non si cresce.Abbiamo la speranza – haconcluso - che Roma si ac-corga che Napoli è una del-le città più importanti delmondo e merita un’atten-zione particolare».

Nel suo intervento l’ar-civescovo è tornato ancorauna volta sul tema dellaviolenza camorristica, cheha definito: drappo neroche sventola su rovine esconfitte.

«Napoli è da lungo tem-po bersaglio di molti ol-traggi – ha affermato - il piùgrave dei quali è la crimina-lità organizzata, tormentovivo nelle sue carni.

Contro questo bubbonecancerogeno non ci stan-cheremo mai di lottare - hasottolineato - con tutti gliuomini e le donne di buonavolontà, con i quali voglia-no issare le bandiere dellanuova speranza di Napoli».

La Delibera dellaGiunta Comunale

La Giunta su proposta del Sindaco:PREMESSO

che, nella Chiesa Cattedrale, il giorno 26 aprile 2012, alle ore 17,30 siterrà la Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione del 20°Anniversario di Ordinazione Episcopale del Cardinale Crescenzio Sepe;

che il giorno 20 maggio 2006, il Santo Padre Benedetto XVI, lo nominòArcivescovo Metropolita della gloriosa e storica Sede Metropolitana diNapoli;

che dal 1° luglio 2006, l’Arcivescovo Metropolita Crescenzio Sepe si in-sediò in città per prendere il canonico possesso dell’Arcidiocesi;

che fin dall’inizio del suo programma pastorale l’incontro con la cittàdi Napoli è stato immediato, spontaneo e di grande sintonia reciproca in-staurando un legame fortissimo con i napoletani e la loro forte spiritua-lità;

RILEVATOche l’Arcivescovo Metropolita Crescenzio Sepe è stato protagonista del

lancio sulla scena nazionale e internazionale della città di Napoli in occa-sione di diversi eventi molto significativi tra i quali spiccano:1) Il Documento dei Vescovi del Meridione condiviso da tutto l’episco-

pato italiano “Per un Paese solidale” a vent’anni dalla pubblicazio-ne del Documento “Sviluppo nella solidarietà, Chiesa italiana eMezzogiorno”;

2) Il XXI Meeting Internazionale per la Pace e il dialogo interreligioso;3) Il Grande Giubileo per Napoli.

RITENUTOche per il forte legame dimostrato con la cittadinanza in tutti questi

anni, l’Amministrazione Comunale ha inteso conferire, in occasione del-la solenne Celebrazione Eucaristica del 26 aprile 2012, nella ChiesaCattedrale, all’Arcivescovo Metropolita Crescenzio Sepe, la CittadinanzaOnoraria, quale pubblico attestato dei sentimenti di stima, affetto e gra-titudine della Città di Napoli;

DELIBERAconferire, per le motivazioni esposte in narrativa, a Sua Eminenza

Rev.ma il Cardinale Crescenzio Sepe, in occasione del 20° anniversariodella sua Ordinazione episcopale, la Cittadinanza Onoraria quale pubbli-co attestato dei sentimenti di stima, affetto e gratitudine della città diNapoli.

Il SindacoLuigi de Magistris

Delibera di Giunta Comunale n. 272 del 24 aprile 2012

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 24 giugno 2012

AssembleaPresbiterio diocesano

Martedì 26 giugno a Cappella CangianiIl Cardinale Arcivescovo convoca l’Assemblea del Presbiterio diocesano per mar-

tedì 26 giugno, presso la Casa “Sant’Ignazio” dei padri Gesuiti a Cappella Cangiani.L’incontro avrà inizio alle ore 10 e terminerà con il pranzo.Questo “Plenum” dell’anno viene convocato all’indomani del Convegno Diocesano di

Materdomini, al fine di comunicare a tutto il Presbiterio la programmazione del prossi-mo Anno Pastorale.

Pertanto, all’ordine del giorno sono previsti i seguenti punti:1. Linee programmatiche per il nuovo Anno Pastorale alla luce del Convegno dio-

cesano di Materdomini (Cardinale Arcivescovo).2. Varie.In attesa di incontrarci, profittiamo dell’occasione per porgerVi cordiali e frater-

ni saluti.

✠ Antonio Di Donna ✠ Lucio Lemmo Vescovo Ausiliare Vescovo Ausiliare

Il Santo Padre BenedettoXVI ha indetto, a partiredall’11 ottobre 2012 l’“Annodella Fede”. Per prepararci atale evento, nutriti dallaparola di Dio e dal Magistero,vogliamo abbeverarci pressoqueste fonti con degli esercizi.

Ha accettato di tenerci gliesercizi spirituali, con la suaesperienza di Pastore, S.E.Mons. Matteo Zuppi, Ve -scovo Ausiliare di Roma.Appassionato interprete del -l’impegno della Comunità diSant’Egidio per la pace, èstato tra i mediatori del -l’accordo firmato a SantoEgidio il 4 ottobre 1992 perla fine delle ostilità in Mo -zambico, ha presieduto laCommissione per la Sicu -rezza e la Pace del negoziatoper la pace in Burundi, delquale Nelson Mandela èstato facilitatore.

È Assistente ecclesiasticogenerale della Comunità diSant’Egidio e parroco dadieci anni della Basilica diSanta Maria in Trastevere.

Il tema scelto da Mons.Zuppi è “Il Ministro Ordi -nato, uomo di comunione”.Il corso è destinato avescovi, presbiteri e diaconi.

Gli Esercizi si terrannopresso la Casa ArmidaBarelli (www.armidabarelli.it)a Meta di Sorrento, frazioneAlberi, da lunedi 16 agiovedi 19 luglio. La quotadi partecipazione è stabilitain 180 euro.

Per ulteriori informa zio -ni e prenotazioni: donGiorgio Cozzolino: 081.739.45.90 – 33.93.15.32.15 –[email protected]

Unione Apostolica Clero

Esercizi spirituali per presbiteri e diaconi

Da lunedì 16 a giovedì 19 luglio a Meta di Sorrento

Carmelitani ScalziIl Centro di Spiritualità del-

la Santissima Annunziata pro-pone, in preparazione all’Annodella Fede, un corso di esercizispirituali per religiose e consa-crate guidato da padre LuigiGaetani ocd, SuperioreProvinciale dei CarmelitaniScalzi. Il corso, dal titolo “ILinguaggi della Fede. Adultinella comunità maturi nellaFede e testimoni di umanità”,prenderà il via domenica 24 eterminerà sabato 30 giugno.

La quota di partecipazioneè di 160 euro. Per ulterioriinformazioni ed iscrizioni èpossibile rivolgersi ai padriCarmelitani Scalzi, in piazzaUmberto I, a Maddaloni(0823.43.40.30).

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 18 lu-glio, a partire dalle ore 16. Alleore 17, celebrazione dellaSanta Messa, i padri sono di-sponibili ad accogliere i fedeliche desiderano ricevere ilSacramento della Penitenza.

Associazione “Figli in Cielo”

Le famiglie dellaArcidiocesi di Napoli aderentiall’associazione “Figli in Cielo”si incontrano ogni terzo ve-nerdì del mese per la condivi-sione e l’elaborazione del lutto,nella Basilica di Santa Mariadel Buon Consiglio aCapodimonte a partire dalleore 17. Prossimo appuntamen-to, venerdì 20 luglio. La cate-chesi e la celebrazione eucari-stica saranno presiedute damons. Enrico Ferrara, guidaspirituale del gruppo napoleta-no.

Comunità del Magnificat

Questi gli appuntamentiestivi con i “Tempi delloSpirito” della Comunità delMagnificat, per giovani e adul-ti.

Dal pomeriggio di venerdì20 alla mattina di martedì 24luglio. Tema di riflessione: “LaParola”.

Dal pomeriggio di venerdì10 alla mattina di martedì 14agosto. Tema di riflessione:“Maria Vergine: Magnificat eRegalità”. La Comunità delMagnificat si trova a Casteldell’Alpi, in provincia diBologna, sull’Appennino To -sco-Emiliano, a 750 metri di al-titudine, sul lago omonimo edè facilmente raggiungibile conautobus di linea che partonodall’Autostazione di Bologna.

Come quota di partecipa-zione è richiesto un contributopersonale alla condivisione divita. È necessario portare consé la Liturgia delle Ore e ilMessalino Festivo. Per infor-mazioni e prenotazioni:328.27.33.925 – [email protected]

APPUNTAMENTI

Vita DiocesanaNuova Stagione 24 giugno 2012 • 5

Festa di fine annoall’Istituto Brando

Protagonistail CreatoTradizionale festa di fine anno,presso l’Istituto Brando diCasoria che, all’aspettoprettamente gioioso, a suggellodi un corso di studi superiore,coniuga motivi di profondariflessione, per segnare lacultura e la coscienza di ognistudente. Il creato ha fatto dafilo conduttore della serata, oltreche costituire l’elementoportante di una progettualitàdidattico-educativa snodatasilungo l’intero percorso dell’annoscolastico.All’aspetto ecologista si èaffiancato l’afflato religioso, cheè substrato costitutivo deldiscorso formativo dell’istituto:in questa prospettiva non puòpassare sotto silenzio lastraordinarietà della natura, incui è impossibile non percepirela presenza di Dio. Suggestivi canti hannocontrassegnato i momentisalienti della serata, tra cui“Dolce sentire”, di francescanamemoria: nessuno, infatti, comeil Poverello d’Assisi, seppetessere l’elogio della natura,riflesso divino e patrimonio diinestimabile importanza perl’umanità; emozionante poi ilcanto mariano “Bella tu sei,qual sole”, così comeappropriata l’esecuzione dellacanzone “O sole mio”, diretti dalmaestro Michele Polese orientatiad esaltare la grandezza, labellezza e la preziosità di quanto,troppo spesso, l’uomo snobba edistrugge con faciloneria e cecitàintellettuale. Non sono mancati spunti diriflessione circa la presenza dellatematica in parola in ambitoartistico, sempre con il chiarointento di alimentare unsensibilità ambientalista, aprescindere dalla quale non c’èfuturo alcuno. Questi ed altri motivi diriflessione dunque hanno resopregna di significato la serata incui i maturandi hannopronunciato il loro addio ad unascuola che li ha accolti, talvolta,bambini, per consegnarli, ormaiuomini, nelle mani del mondo; aloro, la Dirigente Scolastica,suor Giocondina Ciervo, si ècosi rivolta: «Il galà di fine annodel nostro istituto, si pone qualetempo di sereno bilancio, unasorta di resa dei conti, al cuiepilogo si confrontano i pro e icontro di un cammino duratocinque anni: i ragazzi, chehanno fatto il loro ingresso traqueste mura appena adolescenti,si apprestano ora adallontanarsene nel pieno dell’etàpiù bella, con un bagaglio diconoscenze e competenze daspendere nel mondo esterno, nelprosieguo degli studi edell’esistenza, che li sottoporrà aprove più difficili ed altrettantoformative, quali quelle che lavita propone ed impone aciascuno».

Margherita De Rosa

Apostolato della Preghiera

Testimoniare,formare

e costruireGli obiettivi di aggregazioni,

gruppi e movimenti

Le aggregazioni laicali, i gruppi e i movi-menti ecclesiali costituiscono una provviden-ziale risorsa per l’impegno e l’attività pastoraledella Chiesa nella società.

Si tratta di una vera e propria ricchezza spi-rituale, espressione tangibile della molteplicitàdei carismi donati dallo spirito di Cristo mortoe Risorto alla Chiesa, suo corpo mistico, perchésia resa idonea a continuare in ogni parte delmondo l’evangelizzazione e la redenzione del-l’umanità: in suo nome e con la forza del suostesso amore al Padre e a coloro che il Padreama e vuole salvare, di cui Egli, con la suaIncarnazione, si è reso fratello.

Siamo di fronte ad una realtà che merita diessere conosciuta nella molteplicità delle sueespressioni e, all’occorrenza, opportunamentevalorizzata nelle sue diverse modalità e meto-dologie di annuncio e di testimonianza delRegno di Dio: per un rinnovato slancio missio-nario dei credenti all’interno dei Paesi di anticacristianità.

Il compendio del Catechismo della ChiesaCattolica fa rilevare espressamente che «loSpirito Santo edifica la Chiesa nella carità con laparola di Dio, i sacramenti, le virtù e i carismi».Questi «sono doni speciali dello Spirito Santoelargiti ai singoli per il bene degli uomini, per lenecessità del mondo e in particolare per l’edifi-cazione della Chiesa, al cui Magistero spetta ildiscernimento».

È quindi una provvidenziale ricchezza spiri-tuale per la Chiesa, nell’attuazione della suamissione di evangelizzazione dell’umanità, po-ter contare su fedeli laici cristianamente forma-ti, e perciò affidabili, per la loro personale reli-giosità testimoniata con la loro onestà umana eprofessionale.

Sicchè la loro stessa esistenza, attraversol’affermazione vissuta di autentici e fondamen-tali valori etici individuali e sociali, diventa unachiara testimonianza del loro personale incon-tro con Cristo ed una esistenziale comunicazio-ne del suo Vangelo.

«I fedeli laici – fa osservare il compendio delCatechismo della Chiesa Cattolica – hanno co-me vocazione propria quella di cercare il Regnodi Dio, illuminando e ordinando le realtà tempo-rali secondo Dio. Attuano così la chiamata allasantità e all’apostolato rivolta a tutti i battezza-ti».

È quanto ha espressamente ricordato PapaBenedetto XVI ricevendo, la mattina di sabato19 maggio, nell’Aula Paolo VI, una nutrita rap-presentanza di tre associazioni del laicato cat-tolico, in occasione della celebrazione anniver-saria della loro rispettiva fondazione: 80° delMeic (Movimento ecclesiale di impegno cultu-rale) e 40° del Mcl (Movimento cristiano lavo-ratori) e della Focsiv (Federazione organismicristiani di servizio internazionale volontario).

«Cultura volontariato e lavoro costituisconoun trinomio insostituibile dell’impegno quoti-diano del laico cattolico che intende rendere inci-siva l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa, tantonell’ambito privato quanto nella sfera pubblicadella società».

L’obiettivo che si propongono le tre aggrega-zioni ecclesiali Meic, Mcl e Focsiv è, rispettiva-mente, nonostante i tempi di crisi, testimonia-re la speranza; formare una società secondogiustizia e verità; costruire nel mondo un’au-tentica fraternità.

Pasquale Puca s.j.

Suor Maria Felice del Preziosissimo Sangue

Dono di sé agli altri

«Nei Santi risplende l’inesauribile bellezza dell’Altissimo; in essi Dio si rac-conta ancora come Amore» (Bruno Forte): quanti hanno una certa familiaritàcon le vite dei Santi, non possono non condividere l’affermazione del teologonapoletano. È la sorpresa che tutti avvertiamo, nel momento in cui ci acco-stiamo con umiltà a quei numerosi testimoni che, aprendosi alla misteriosaazione dello Spirito Santo, hanno raggiunto la perfezione della carità, identi-ficandosi pienamente a Cristo “divino Maestro di perfezione”.

I testimoni dell’assoluto sono memoria e profezia di un cristianesimo chenon fugge la storia e gli uomini, ma li ama e li serve nel nome del Vangelo. Latentazione dell’uomo di oggi, infatti, può essere quella di assolutizzare gli stes-si valori, pur buoni, che possono anche annientare le persone, come sta acca-dendo nella società moderna.

Per non lasciarsi travolgere dagli ideali moderni, anche questa umileClarissa, suor Maria Felice del Preziosissimo Sangue (1905-1966), al secoloVincenzina Sfregola, come Santa Chiara, San Francesco, San Domenico, ilMartire San Gennaro, ha abbandonato le sue sicurezze terrene, la carriera, ilsuccesso personale, il denaro ad ogni costo, la notorietà. In poche parole, hadetto “sì” a Dio soltanto e al suo prossimo, vicino o lontano, al povero e al ric-co, senza tener conto della sua origine, religione, condizione sociale, cultura-le e preparazione.

L’esistenza di suor Maria Felice Sfregola è tutta un racconto dell’infinita te-nerezza del cuore del Padre per le sue creature divenute piccole per il Regnodei cieli. Dall’anno del suo luminoso tramonto, suor Maria Felice si rivela alnostro sguardo una convincente icona dell’Amore e della gioia tersissima chenasce in un cuore totalmente immerso in Dio.

Nacque a Barletta l’11 luglio del 1905 e sin da piccola manifestò il suo de-siderio del Cielo, nella preghiera silenziosa e nascosta. Ancor giovane feceesperienza di vita religiosa nella Compagnia di San Paolo, ma Vincenzina scel-se una volta per sempre la vita del chiostro. Così, nel 1933 fece la sua entratanel monastero delle Clarisse di Lovere, in provincia di Bergamo, assumendoil nome di Suor Maria Felice del Preziosissimo Sangue.

Trascorse molti anni in rigida clausura, dalla quale irradiò oltre le grate lesue virtù di sacrificio, di rinuncia, di penitenza, di sofferenza, di abnegazione,di umiltà e di pazienza. All’orizzonte del suo cuore appariva chiaro il voleredel Signore: farsi santa e salvare le anime.

Per oltre trenta anni fu costante nello sforzo della santificazione, ebbe unafermissima fede nel mistero adorabile della Santissima Eucaristia e dellaCroce del Signore, fu sorretta da ardente devozione verso la Vergine Maria e iSanti Fondatori Francesco e Chiara.

Amò la sua comunità, fino a sacrificarsi per essa, nel desiderio di trovarviun vero angolo di Paradiso, offrendosi in quelle mura, vittima per la santifica-zione dei sacerdoti, sull’esempio di Santa teresa del Bambino Gesù.

La Grazia operò liberamente in lei e la portò sulle vette dell’amore, fino al-la consumazione. Suor Maria compirà l’ultimo passo addormentandosi nelSignore, la notte del 4 maggio 1966: aveva pagato, così, a Dio il riscatto per lasalvezza delle anime e per la santità di molti sacerdoti.

Un’esistenza, quella di Suor Maria Felice, interamente vissuta all’insegnadella semplicità, nell’accettazione serena della sofferenza che la configura pie-namente al Maestro obbediente e vittima per la vita di tutti.

Per saperne di più sulla figura di Suor Maria Felice e per richiederne im-magini è possibile rivolgersi direttamente a padre Ruggiero Strignano, pres-so il Santuario della Beata Vergine dell’Arco a Madonna dell’Arco(081.899.92.36).

Vita Ecclesiale Nuova Stagione6 • 24 giugno 2012

Giornatadel rifugiatoLa Giornata mondiale delrifugiato del 20 giugno ognianno ferma la nostraattenzione sui numeri e i volti,in costante crescita, di personee famiglie in fuga da situazionidi guerre o da rivoluzioni incorso – almeno 25 – che creanonuovi cammini. Sono storie dichi è al di là delMediterraneo,di un marecomune; oppure lo hannoraggiunto dal Corno d’Africa odal Centrafrica (Nigeria, Mali,Ghana, Costa d’Avorio). Sonostorie di un Medioriente daanni in cerca di pace. Sonostorie di un Oriente che ancorauna volta, come hai tempi delVietnam e della Cambogia,sollecita un’attenzione a nuovedrammatiche situazioni: Iran,Iraq, Afganistan e Bangladeshin particolare. C’è un mondo inmovimento per disastriambientali naturali o causatidall’uomo, almeno 350 negliultimi anni, 10 volte maggiorerispetto agli anni precedenti: ladistruzione del creato crea unamobilità che è sempremaggiore.Ma accanto a questi mondinoti c’è un mondo in fuga allaricerca di una sicurezzapersonale, sul piano culturale,religioso e politico, chedomanda un’attenzione nuova.Sono singole persone efamiglie, più che popoli. Sonostorie di fragilità e di precarietàche invocano la responsabilitàdi tutti, cittadini e istituzioni.Questi mondi in fugadenunciano una situazionecrescente di militarizzazione diaree del pianeta, oltre che losfruttamento incondizionatodel creato; ma al tempo stessodicono ‘la debolezza dellademocrazia’ nel leggere lasituazione globale.Credo che oggi il fenomeno deirichiedenti asilo e rifugiatisolleciti profondamente unarilettura della democrazia,perché sappia andare oltre lasemplice affermazione di alcunidiritti fondamentali chetutelano le persone di unsingolo Paese, per costruirenuovi meccanismi di tutelasoprattutto di chi è incammino. Per fermaci a leggerela realtà della protezioneinternazionale, questo dirittouniversale interpella l’Europa ein essa l’Italia, perché ‘la casacomune’ sappia costruire ancheoggi luoghi e forme di tutele. Diquesto diritto vogliamoricordare una persona che ne èstata custode fino al giornodella sua tragica e improvvisamorte: Ngo Dinh Le Quyen.Una donna rifugiata che haspeso la sua vita per i rifugiati.Una donna, un’amica che nondimenticheremo facilmente perla sua straordinaria forza concui ha saputo coniugare fede evita, legalità e giustizia.

Mons. Giancarlo PeregoDirettore Generale

Fondazione Migrantes

Don Mariano Arciero Beato il 24 giugno

L’apostolo delle Calabriedi Michele Borriello

Domenica 24 giugno, nella bella cit-tadina di Contursi Terme, il Servo diDio Mariano Arciero, sarà dichiaratoBeato dal Cardinale Angelo AmatoPrefetto della Congregazione dellecause dei Santi, rappresentante delSanto Padre Benedetto XVI.

Mariano Arciero ebbe i natali aContursi, provincia di Salerno, il 26febbraio 1707 da Mattia e AutiliaMormora, contadini. All’età di otto an-ni entrò al servizio della illustre fami-glia Parisi, il cui primogenito,Emanuele, lo prese sotto tutela spiri-tuale e lo portò con sé a Napoli, ove ilParisi fu ordinato sacerdote.

E, un giorno, lo stesso sacerdotechiese a Mariano se voleva diventareprete. Risposta: «E, non conoscete voitutto l’animo mio? Chi meglio di voi sase voglio essere prete!».Sotto la direzio-ne dei padri Gesuiti, Mariano, nelCollegio Massimo (Seminario) consomma lode seguì l’iter degli studi e,ben presto, si nutrì delle lettere classi-che, della filosofia e soprattutto dellaTeologia tomistica.

Il 22 dicembre 1731 fu ordinato sa-cerdote. Era talmente edotto nelleSacre Scritture e nella Teologia mora-le, che già nel dicembre 1729, dava nel-la Congregazione degli ecclesiastici le-zioni in quella disciplina sacrA. Si de-dicò, anche e soprattutto, all’insegna-mento della dottrina nei vicoli, negliospedali, nell’arsenale.

La sua catechesi era di assolutasemplicità, in realtà consisteva in unpaterno colloquio coi popolani. Nel1734 venne a morire il suo tutore, donEmanuele Parisi. Ormai senza sussidi,senza alimenti, in estrema povertà,don Mariano continuò nel suo aposto-lato. Ed ecco ancora un segno dellaProvvidenza per il Nostro. Il CanonicoGennaro Fortunato, suo estimatore, fueletto vescovo di Cassano e pensò be-ne, per far rifiorire la vita cristiana nel-la sua diocesi, di condurre con sé donMariano. Questi fu un autentico mis-sionario per quelle popolazioni: passa-va di villaggio in villaggio, predicandola Parola di Dio, confessando, impar-tendo lezioni di catechismo. Fu per laDiocesi di Cassano una vera benedi-zione. Tenne l’arcipretura diAltomonte, ridotta ad una grotta e larestaurò, quindi si recò a Maratea perrestaurare, anche portando sulle spal-le le pietre per il tempio, la chiesadell’Annunziata.

A Castrovillari, richiamò all’esatta os-servanza delle Regole le Clarisse e le co-siddette Pentite, costruì per loro una ca-sa ed una chiesa. Dopo circa venti annidi instancabile apostolato nelleCalabrie, per cui, a ben ragione, fu pro-clamato in vita l’Apostolo delle Calabrie,don Mariano fece ritorno nella suaNapoli. E fu sua cura precipua la santifi-cazione del clero, e del popolo napoleta-no.

In una piccola e gloriosa chiesa, caraai fedeli, San Gennaro all’Olmo, sita al-l’angolo del vicolo cosiddetto dei pasto-ri, predicò per circa 32 anni: accorreva-no ad ascoltarlo gente di tutti i ceti socia-li ed anche prelati, magistrati, avvocati.In un’altra chiesa, quella di Santa Mariadi Porto Salvo, per ben tre volte predicòla Quaresima e così tutte le domeniche ei festivi per 16 anni.

Nel 1768, per i suoi meriti, fu nomina-to padre spirituale della Congregazionedei Missionari della Conferenza, serba-toio di anime ferventi per le missioni alpopolo. Tutti i proventi che riceveva peri suoi servizi sacerdotali dai padriFilippini, come Cappellano, li inviava al-le Pentite di Castrovillari. Chi voleva in-contrarlo, sapeva dove trovarlo: abitavain una stanzetta, al quinto piano, offer-

tagli dal parroco di San Gennaroall’Olmo.

Entrare nella sua camera era già unagrande lezione di povertà e umiltà.C’erano: un misero letto, una cassapan-ca, un inginocchiatoio col crocifisso, po-che sedie e un tavolo sgangherato.Vestiva di saio, gratis un sarto gli ripara-va gli abiti, gratis un calzolaio, le scarpe.Dai padri Filippini accettava un pezzo dipane, dal seminario un po’ di minestra.Il clero ed il popolo lo consideravano giàSanto. Gesù e Maria erano i suoi amori.A Maria si rivolgeva chiamandola“Mamma Bella”. Era solito ripetere:«Voglio vivere e desidero morire ai piedidella mia Signora». Circa 50 giorni duròla sua ultima malattia e, come aveva pre-detto, il 16 febbraio 1788 volò al cielo.

Santa Maria Francesca delle CinquePiaghe vide la sua santa anima volare alcielo. Una bella anima fu quella di donMariano, una vita santa, la sua. Visse inmodo veramente esemplare, con scon-certante semplicità, nella massima po-vertà, nella pratica di tutte le virtù cri-stiane, soprattutto della sapienza, dellapenitenza e della perseveranza finale.Ora, il popolo santo di Dio, peregrinantein Campania, avrà un nuovo potente in-tercessore nel cielo.

SpecialeNuova Stagione 24 giugno 2012 • 7

La Chiesa di Napoli è felice di acco-gliere le oltre 160 comunità, movimentie associazioni, riuniti a Napoli per que-sto importante evento. Ho voluto chequest’anno la conclusione fosse nellaCattedrale per significare l’importanzache do a queste vostre giornate di rifles-sione. Siate i benvenuti a Napoli e nellaChiesa di Napoli!

Come Arcivescovo di questa città hovoluto che fosse dato il massimo rilievoa un tema che mi sta molto a cuore e toc-ca uno dei nodi fondamentali del nostroessere Chiesa a Napoli: essere Chiesa deipoveri.

Saluto i vescovi presenti, AndreaOliviero, Presidente Acli, il nuovo diret-tore della Caritas italiana, mons. Soddu.Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio eil suo presidente, l’amico Marco Im -pagliazzo, per l’idea di questo Convegnoe per tutto ciò che fa per i poveri in que-sta città e in tanti luoghi del mondo.

Sant’Egidio ci ricorda che non c’èamore per i poveri senza vita spirituale eli ringrazio perché i loro luoghi di pre-ghiera a Napoli (e altrove) sono una ve-ra testimonianza di come si possa viverealla scuola della Parola di Dio. Voglio an-che ricordare il loro impegno per la pacee particolarmente la pace in Mozambicofirmata proprio 20 anni fa a Roma (era il4 ottobre 1992). All’epoca ero inSegreteria di Stato e seguivo con interes-se il loro lavoro per la pace.

Esprimo la mia stima e il mio ringra-ziamento alle tante associazioni presen-ti oggi a Napoli, ai loro responsabili chevedo qui impegnati in questa giornatainaugurale. In particolare Eli Folonari eal Movimento dei Focolari, per tanti an-ni Eli è stata la prima collaboratrice diquella grande cristiana che fu ChiaraLubich; a Salvatore Martinez e a tutto ilRinnovamento nello Spirito che tantofanno in Italia perché il soffio delloSpirito raggiunga tanti; a FrancoVaccari dell’Associazione Rondine per illoro impegno per la pace soprattutto nel

Mediterraneo e infine a Paolo Ramondache con la Comunità Papa GiovanniXXIII, fondata dall’indimenticabile donOreste Benzi, coorganizza questo even-to e che con la sua Comunità dà un esem-pio di come si possa vivere per i poveri econ i poveri.

Saluto anche le tante congregazionireligiose presenti. Conosco e apprezzotanto il lavoro umile e capillare che tan-ti religiosi svolgono con abnegazione ac-canto ai più poveri in Italia.

Siamo riuniti a 50 anni dall’inizio delConcilio. Ed è giusto ricordarne lo spiri-to in questo anno che il Santo PadreBenedetto XVI ha voluto dedicare allafede. Uno dei temi più belli del Concilioè proprio quello della Chiesa dei poveri.Lo dico innanzi tutto da prete. Il conci-lio ha voluto che i preti fossero semprecompagni dei poveri. Nel documento suipreti “Presbyterorum ordinis” non man-ca un cenno al dovere dei preti di esserevicini ai poveri.

Il paragrafo 6 dice: «Ma, anche se so-no tenuti a servire tutti, ai presbiteri sonoaffidati in modo speciale i poveri e i più de-boli, ai quali lo stesso Signore volle dimo-strarsi particolarmente unito (Mt 25, 34-45) e la cui evangelizzazione è presentatacome segno dell’opera messianica (Lc 4,18)». Questo per me – anche nella miavita personale - è stato sempre un puntodi svolta e di conversione.

Poi c’è un discorso più generale cheva fatto per la Chiesa. La Chiesa è vicinaall’uomo, è compagna delle sue sofferen-ze e delle sue gioie, perché è figlia delCristo che da ricco che era, come diceSan Paolo, si è fatto povero. Si è fatto po-vero in tutto, fino a spogliarsi anche del-la sua vita per noi sulla croce.

Quale povertà più grande di questa:dare la vita per i propri amici. Dunquenoi dobbiamo seguire Gesù che si è fat-to povero, che si è identificato con il po-vero e vivere allo stesso modo.Altrimenti non avrebbe senso il nostroproclamarci discepoli suoi. Dice uno dei

testi più importanti del Concilio, la“Lumen gentium”: «Come Cristo è statoinviato dal Padre “ad annunciare la buo-na novella ai poveri, a guarire quei chehanno il cuore contrito” (Lc 4,18), “a cer-care e salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10), così pure la Chiesa circonda d’affet-tuosa cura quanti sono afflitti dalla uma-na debolezza, anzi riconosce nei poveri enei sofferenti l’immagine del suo fondato-re, povero e sofferente, si fa premura disollevarne la indigenza e in loro cerca diservire il Cristo».

È stata la storia della Chiesa fin dall’i-nizio. Cfr. Atti: beni portati agli Apostoliper essere distribuiti ai poveri. È la sto-ria anche di oggi per esempio in occasio-ne degli aiuti ai fratelli terremotati: la ca-rità che si ricava nel tempo e nella storiaper testimoniare la verità di Cristo.

Il rapporto con i poveri è una ricchez-za perché ci fa capire tante cose, che al-trimenti non capiremmo. Ne dico unaper tutte, che so qui molto familiare atutti voi: la gratuità. In un mondo dovespesso prevalgono le logiche del merca-to, del “do ut des”, del contraccambio,chi sta con i poveri impara che la felicitàè nel dare gratuitamente, come dice ilSignore Gesù. Siamo liberati dalle logi-che del dare per ricevere, perché abbia-mo già ricevuto il centuplo. E i poveriper noi sono una grande scuola per capi-re come si può essere felici donandosi.

C’è bisogno di un nuovo umanesimonel mondo di oggi. Soprattutto in tempodi crisi economica. La tentazione è quel-la di chiudersi in se stessi, ma i cristianihanno sempre davanti a loro il Cristo po-vero che li richiama a una vita generosa,aperta, compassionevole.

Dobbiamo far sì che il nostro mondopossa guardare le nostre opere buoneanche per capire che c’è una via alterna-tiva alla chiusura e all’egoismo. Mentretutto si chiude, apriamo le porte. È ciòche cerco di fare come vescovo di questacittà bella e sofferente, ricca e contrad-dittoria, con tanti problemi da risolvere.

Cerco di aprire ogni giorno una nuovaporta, come quelle che ho aperto con ilGiubileo per Napoli. La porta di unachiesa, la porta di un centro di ascolto, diun luogo di accoglienza per i poveri, laporta della mia casa, e soprattutto cercodi aprire le porte del cuore. Sì, cari ami-ci, vi ringrazio perché anche voi, con ilvostro impegno accanto ai poveri, cerca-te di aprire le porte del cuore dell’uomoa una nuova visione dei rapporti umani.

Umanizzare l’uomo, il povero, la so-cietà. È ciò che ho imparato dal miomaestro, il Beato Giovanni Paolo II, chemi ha insegnato, fin dalla sua prima pre-dica pubblica, che bisognava aprire leporte, anzi spalancarle a Cristo. Così luiha vinto tante battaglie, anche le più dif-ficili e considerate impossibili. È ciò chemi sforzo di fare ogni giorno come ve-scovo di questa città.

Paolo VI nell’Enciclica “Populorumprogressio” scriveva: «È un umanesimoplanetario che occorre promuovere. Chevuol dire tutto ciò, se non lo sviluppo ditutto l’uomo e di tutti gli uomini? Non viè, dunque, umanesimo vero se non aper-to verso l’Assoluto».

Il vero umanesimo, come dice giusta-mente il Papa, non può che essere aper-to all’Assoluto. Dobbiamo sempre legareil nostro amore per i poveri, il nostro ser-vizio a loro, a una vita spirituale intensa,alla preghiera, all’ascolto della Parola diDio. Questa è la nostra sola garanzia peressere fedeli ai poveri, sempre e ancheper essere veri amici. Chi è amico dei po-veri è amico di Cristo e, di conseguenza,della Chiesa.

Vi ringrazio per quello che fate ognigiorno accanto ai poveri e con i poveri eper quello che fate perché il nome diGesù sia benedetto da tanti in Italia e nelmondo. Che il Signore vi benedica, vi ri-compensi della vostra fatica e del vostroimpegno.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Essere Chiesa dei poveridi Crescenzio Card. Sepe*

Speciale Nuova Stagione8 • 24 giugno 2012

Dignitàdella personaPer il nuovo direttore della CaritasItaliana, monsignor FrancescoSoddu «prima ancora di unarisposta ai bisogni materiali ilpovero chiede il riconoscimentoeffettivo della propria dignità dipersona, del diritto di persona, deldiritto ad un vita normale edecorosa».A giudizio di mons. Soddu, «ilpovero non deve essereconsiderato unicamente come‘utente’ e destinatario permanentedi assistenza economica».Bisogna, invece, aiutarlo «adacquisire capacità di agiresecondo scelte consapevoli elibere, indotto da considerazionipersonali e non da una serie dicostrizioni e condizionamentiesterni».Tra gli obiettivi è necessariocombattere «le cause dellapovertà perché il povero possasentirsi liberato da qualsiasicondizionamento, restituito allapropria dignità e godere dei diritticonnaturali ad ogni persona: lavita, la salute, lafamiglia, il lavoro, la casa, lacultura e la libertà».

Il 16 e 17 giugno i rappresentanti di 160 associazioni e movimenti di volontariato si sono ritrovati a Napoli per confrontarsi sul tema “Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri”

C’è bisogno di un nuovo umanesimoservizio a cura di Elena Scarici

Il 16 e 17 giugno i rappresentanti di 160 asso-ciazioni e movimenti di volontariato si sono ri-trovati a Napoli per confrontarsi sul tema“Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri”, a50 anni dal Concilio Vaticano II, in quelli che so-no stati definiti gli “Stati generali degli amici deipoveri”.

Il confronto è stato promosso dall’Arci -diocesi di Napoli, dalla Comunità di Sant’Egidioe dalla Comunità “Giovanni XXIII”.

La prima sessione dei lavori, alla quale han-no preso parte tra gli altri il direttore dellaCaritas Italiana, Francesco Soddu, l’arcivescovodi Napoli, cardinale Crescenzio Sepe e il presi-dente della Comunità di Sant’Egidio, MarcoImpagliazzo, si è svolta nel complesso monu-mentale di San Lorenzo Maggiore. Nel pomerig-gio c’è stato un confronto tra i gruppi di lavoroe sono state rese delle testimonianze in piazzadel Gesù.

Domenica 17 si è svolta l’assemblea plenariain cattedrale, seguita dal saluto del ministro perla Cooperazione internazionale e l’Integrazione,

Il saluto del Vescovo Delegato per la Carità della Conferenza episcopale campana

Una nuova cultura della solidarietà✠ Antonio Di Donna *

«La Chiesa è di tutti ma, particolarmente dei poveri ai poveri». Sono le parolepronunciate da Giovanni XXIII, Padre del Concilio Vaticano II, un mese prima del-l’inizio della grande assise avvenuta l’11 ottobre del 1963. Ed è questa la sintesi cheemerge dal Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dal suo inizio. Una felice intuizio-ne di un percorso di formazione e di evangelizzazione che ci consegna una nuovaimmagine di Chiesa, più vicina alla gente, dentro la storia e la realtà umana.

Un percorso che stimola il passaggio da Chiesa dei poveri a una Chiesa povera.Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e la persecuzione co-sì la Chiesa è chiamata a percorrere la stessa strada. È il passaggio dalla prima allaseconda alleanza, dal Primo al Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento Dioascolta il grido dei poveri, nel Nuovo egli stesso si fa povero (“da ricco che era…”),non si mostra semplicemente ed unicamente come l’amico dei poveri ma incarna lapovertà di spirito e diventa immagine speculare del povero.

La domanda cruciale di sempre resta valida ancora oggi: chi sono allora vera-mente i poveri? Non è una domanda retorica, piuttosto l’interrogativo che le Caritaspiù efficaci e meglio strutturate continuamente si pongono. Una risposta, probabil-mente, è contenuta nell’immagine delle opere di misericordia che l’evangelistaMatteo ci presenta al capitolo 25: “avevo fame, sete… e mi avete dato da magiare,da bere…”.

C’è una differenza sostanziale tra amicizia e povertà. Gesù dirà: “procurateviamici con la disonesta ricchezza”, ma ricorderà che i poveri sono i soli veri amici diDio. Questo ci deve aiutare ad evitare la facile retorica di strumentalizzare i poveri:si tratta di fare strada ai poveri e non farsi strada con i poveri, come ricordava donLorenzo Milani.

Chiesa povera, dunque, non Chiesa cha fa iniziative per i poveri, che non si preoc-cupa solo dei poveri, ma principalmente di essere povera, favorendo l’abbandonodella dominante cultura dell’individualismo - ci avevano fatto credere che doveva

essere solo lo stato a provvedere ai più deboli - per creare una nuova cultura dellasolidarietà e dei legami. Il rischio reale, altrimenti, è di andare tutti a fondo.

È questo il lavoro diuturno delle Caritas diocesane della Regione Campania che,peraltro, in questo tempo di grave crisi economica, sollecitano tutte le istituzionicompetenti ad una maggiore riflessione e a un maggiore impegno nelle politiche so-ciali. In Campania esiste anzitutto una povertà di diritti e, come ha ricordato ilCardinale Bagnasco «qui c’é bisogno di lavoro, lavoro e lavoro».

* Vescovo ausiliare di Napoli e delegato Cec per la Carità

SpecialeNuova Stagione 24 giugno 2012 • 9

Reti di solidarietà “La povertà è assenza di reti, di

solidarietà. C’é bisogno di altri

reti perché spesso le reti mafiose

e camorriste sono talvolta una

sostituzione”.

Lo ha detto il ministro per la

Cooperazione Internazionale e

Integrazione, Andrea Riccardi,

parlando con i giornalisti a

margine dei lavori conclusivi

degli Stati generali degli ‘Amici

dei poveri’ in corso a Napoli.

Per il rappresentante del governo

é necessario, soprattutto in aree

a rischio, ricostruire

un’alleanza “per ricreare una

comunità”.

«E’ compito della società civile,

della Chiesa - ha aggiunto

il ministro - delle istituzioni

locali ed è compito di tutti

no».

Riccardi ha detto inoltre che è

auspicabile che sia riconosciuta

la cittadinanza ai bimbi nati in

Italia figli di stranieri.

Il ministro ha detto di aver

posto più volte il tema. «Credo

che però sia anche auspicabile

che

in questo Paese cresca ancora la

cultura della solidarietà».

Il 16 e 17 giugno i rappresentanti di 160 associazioni e movimenti di volontariato si sono ritrovati a Napoli per confrontarsi sul tema “Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri”

C’è bisogno di un nuovo umanesimoservizio a cura di Elena Scarici

Andrea Riccardi e dalla relazione conclusiva suigruppi di studio di Marco Impagliazzo. Quindic’è stata la celebrazione eucaristica officiata dalcardinale Crescenzio Sepe.

«C’è bisogno di un nuovo umanesimo nelmondo di oggi. Soprattutto in tempo di crisi eco-nomica: questo l’appello lanciato dal cardinale.La tentazione è quella di chiudersi in se stessi –ha ammonito Sepe - ma i cristiani hanno sempredavanti a loro il Cristo povero che li richiama aduna vita generosa, aperta, compassionevole».

Per il cardinale Sepe bisogna fare in modo«che il nostro mondo possa guardare le nostreopere buone anche per capire che c’è una vita al-ternativa alla chiusura e all’egoismo.

La Chiesa non vuole supplire le istituzioni mase fa carità lo fa perchè vuole obbedire al coman-do di Cristo.

D’altra parte pensare di supplire le istituzio-ni sarebbe assurdo, ma con gli esempi che noicome Chiesa diamo vogliamo richiamare l’at-tenzione di chi istituzionalmente è preposto a ri-solvere alcuni problemi».

Le parole di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di S. Egidio

La gratuità può fare la storiaMarco Impagliazzo, Presidente della

Comunità di Sant’Egidio, nella sua relazio-ne centrale del convegno “Chiesa di tutti,particolarmente dei poveri”, si è chiesto sela frase pronunciata da Giovanni XXIII unmese prima dell’inizio del Concilio e che èstata scelta come titolo, fosse ancora attua-le. «Essere Chiesa dei poveri – ha risposto –è l’autorealizzazione della Chiesa stessa. LaChiesa è per tutti, è di tutti e particolarmen-te dei poveri. Anzi, la Chiesa sarà di tutti,quindi universale, se sarà dei poveri.Partendo dai poveri si arriva ad abbracciarel’umanità intera». La Chiesa non può stac-carsi dai poveri perché «l’umanità che sof-fre appartiene alla Chiesa per diritto evan-gelico», ha detto Impagliazzo citando un’e-spressione molto significativa di Paolo VI.

Uno dei sogni del Concilio sulla Chiesaera stato quello di tornare alla semplicitàevangelica, abbandonando le ricchezze.Impagliazzo ha ricordato quando, nel 1964,Paolo VI, durante una messa concelebrata aSan Pietro, depose la tiara papale sull’altarecome offerta per i poveri. Introducendo ledue dimensioni del legame tra Chiesa e po-vertà il presidente di Sant’Egidio ha detto: «Ifratelli di Cristo povero usano mezzi poverie amano i poveri». Questo stile di vita è an-cora attuale ed è ancora “profezia” per il no-stro tempo, La solidarietà è una componen-te preziosa della vita sociale

La realtà di una “Chiesa di tutti, partico-larmente dei poveri” è ancora attuale neltempo della globalizzazione e della crisieconomica e finanziaria mondiale? «Cosapuò dirci oggi il Concilio? Come essereChiesa dei poveri in questo tempo? – si èchiesto Marco Impagliazzo, è necessario –ha detto– operare un balzo costruttivo nellacoscienza delle nostre comunità nella so-cietà italiana. Stiamo vivendo una difficiletransizione nel nostro Paese. Lo Stato è piùpovero di ieri e il ‘welfare state’ non riesce aresistere in una crisi così forte». Tuttavia, èsbagliato contrapporre solidarietà e risorselimitate, come spesso si tende a fare, perchéquesto «crea un’attitudine a non considera-re la solidarietà come componente preziosadella vita sociale. La solidarietà è un fatto dicultura, di visione del mondo e non è solo le-

gata alle risorse. E’ molto di più delle ri-sorse!». L’eclissi della cultura della soli-darietà esaspera i risentimenti sociali,produce conflittualità, «aumenta il ruo-lo, addirittura in chiave di equilibrio,dei poteri oscuri e delle mafie». E, sututto, prevale una cultura dell’indivi-dualismo: «Oggi – ha ricordatoImpagliazzo – tante persone hanno per-so quella rete di affetti, di amicizia, disolidarietà che li garantiva«, perché «illegame si è ammalato di esclusione».

Di fronte alla difficile situazione eco-nomica e sociale «talvolta il lamentogiustifica l’attitudine a ergersi a profetidi sventura, a farsi nostalgici del passa-to, a chiudersi rassegnati nei proprispazi» - ha dichiarato MarcoImpagliazzo nel corso della sua relazio-ne. Il Concilio è speranza, ha affermatoil Presidente della Comunità diSant’Egidio, «è oggi sensato fare storia,

incidere nella storia a partire dai pove-ri?» Questa è sembrata la domandachiave della sua articolata riflessione. Eha risposto: «Partendo dai poveri, sicompie un servizio a tutti. Senza la so-lidarietà con i deboli, si costruisce unasocietà non umana. Si ricorda all’uomoche anche la debolezza fa parte della vi-ta».

Ma c’è di più. Si può fare storia a par-tire dai poveri, perché c’è una forza at-trattiva e diffusiva del bene: «Ogni in-contro con il povero suscita energie diamore, che non si trovano in una vita in-dividualista ed egoista». La solidarietàcon i poveri è una straordinaria energiadi cambiamento. In questo senso, «bi-sogna educare a vincere l’abitudine al-l’impotenza, tipica di un universo dispettatori, a cui giungono informazionida dovunque. Così risorge il provincia-lismo per scagionare da un senso di re-

sponsabilità più largo».Impagliazzo ha individuato nell’isti-

tuzione di un apposito ministero per lacooperazione e l’integrazione un segna-le positivo di un’attenzione nuova dellapolitica alla presenza dell’Italia nella vi-ta internazionale, ai problemi della pa-ce e della guerra, allo sviluppo nella so-lidarietà.

«La gratuità – ha concluso – è quellaforza che può fare la storia a partire da-gli umili: la gratuità libera l’uomo di og-gi dal sentimento di estraneità all’altro,di paura e di diffidenza. Mostra la co-munanza di destini ed indica un futuroassieme. Emancipa dalla solitudinedelle proprie sofferenze e crea un senti-mento più largo». Per dirla con OlivierClément, «convoca lo spirituale al cuo-re degli avvenimenti e, con ciò, dona lo-ro un senso, un orientamento verso unfuturo migliore per tutti».

Speciale Nuova Stagione10 • 24 giugno 2012

Un mondodi solidarietà

Mi chiamo Daniela e vengo da Terni.Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio ela Diocesi di Napoli per l’invito a portarela mia testimonianza. Mi vengono inmente le parole del Salmo: «Come è bel-lo e come dà gioia che i fratelli stiano in-sieme!». Forse lo comprendiamo megliooggi, forse solo il dolore e il tempo dellacrisi fanno scoprire la saggezza e laprofondità dell’essere insieme. Sono una donna come tante, moglie emamma di tre figli. La mia bella fami-glia, alla quale ho dedicato tutta la miavita, si è spezzata però il giorno in cuimio marito Franco è morto sul posto dilavoro il Venerdì Santo del 6 aprile del2007. Lavorava alla Stazione Ferroviariadi Terni. Era un giorno come tanti. Ungiorno di lavoro, faticoso ma bello per-ché lavorare è importante, lo sanno i tan-ti ragazzi che fanno tanta fatica a trovar-lo, un impiego. E invece era l’ultimogiorno. Un incidente improvviso haspezzato la vita di Franco.

Il nostro vescovo, Mons. VincenzoPaglia, disse al funerale che un binariodella stazione era stato il Gólgota diFranco. Queste parole mi colpirono.Dettero senso a ciò che pareva assurdo,incomprensibile: perdere un marito e unpadre in pochi istanti. Mi aiutarono aguardare a Gesù con più intensità, conpiù fede. Il dolore il più delle volte fachiudere in se stessi, isola, rende soli.Come ogni crisi, ogni tempo difficile.Ringrazio il Signore che mi ha portato suun’altra strada. In un incontro in Diocesi,a Terni, ho sentito parlare delle attivitàdella Società San Vincenzo de’ Paoli e hoscoperto un mondo di solidarietà, distrette di mani, di sorrisi e quando torna-vo a casa, dopo aver visitato delle fami-glie povere, mi sentivo, se così si può di-re, serena. Sono stata invitata dal nostroVescovo Vincenzo a vivere Natale inCattedrale per il pranzo che ogni anno siorganizza con tante persone bisognose e

sole. Sono andata. È stato davvero Natale.Ho trovato qualcuno con cui preparare laNascita del Signore. Una famiglia nuova. Eho sentito che Franco era ancora con me,con noi. Che voleva che stessi là e che aiutas-si i figli a fare lo stesso.

Il pranzo in Cattedrale mi ha aiutato a vi-vere un Natale sereno e mi ha convinto an-cora di più che il mio rendermi utile era ne-cessario per me: ho visto da vicino che nelmondo ci sono diversi tipi di sofferenze, tut-te difficili da sopportare ma se condivise di-ventano più leggere. In questo ho coinvoltoanche i miei figli e per noi da allora il Nataleè il Pranzo in Cattedrale.

La mia famiglia si è allargata. Credevoche la vita mi avesse imposto una famigliaridotta, ferita. Incontrare i poveri, dare loroda mangiare mi ha donato invece una fami-glia più grande. Il Signore Gesù si è rivelatoa me, al mio dolore, col volto dei più debolie dei più poveri. È venuto per consolarmi eper starmi vicino, insegnandomi a consola-re e a stare vicino.

Daniela

Mi chiamo Flora e vengo dall’Oltenia,una regione povera della Romania. Sonoemigrata in Italia per la povertà, alla ricercadi un lavoro e di un futuro migliore per i mieicinque figli. Da nove anni vivo a Milano, do-ve ho vissuto nelle baraccopoli diRubattino, Bacula, Triboniano, famose peressere state sgomberate tante volte. Vi assi-curo che per una mamma è difficilevivere per anni con l’incubo che lamattina successiva arriveranno le ruspe adistruggere tutto ciò che hai. Nel 2008,nel grande sgombero della baraccopoli del-la Bovisa, proprio durante la SettimanaSanta, mio figlio Ulisse si è molto spaventa-to vedendo che le ruspe distruggevano la ba-racca e le sue cose: non voleva più andare ascuola, è rimasto un mese senza parlare eappena mi vedeva provava a picchiarmi.

Come Gesù sulla Croce anche io nellamia vita molte volte ho incontrato il disprez-zo ed il rifiuto. È stato molto brutto perchémi sono sentita lontana da tutti solo per es-sere Rom. Questo è capitato anche ai miei fi-gli. Un giorno, mentre camminavamo per

Ho incontrato il disprezzo ed il rifiuto

strada verso scuola, una macchina si èfermata vicino a noi e un uomo ha tiratogiù il finestrino. Ha sputato contro i meifigli per il solo fatto di essere Rom. È sta-to bruttissimo perché ho visto umiliati imiei figli senza poter fare qualcosa. Hosentito però che Gesù era vicino a me eche capiva quello che sentivo perché an-che lui ha incontrato queste sofferenze.

Ho sempre pensato che la scuola co-struisce il futuro per i miei figli; accom-pagnavo a scuola i miei figli anche quan-do impiegavo più di un’ora e anche neigiorni degli sgomberi. Sono particolar-mente contenta che mia figlia Larissa siastata promossa e andrà in seconda me-dia. Da un anno lavoro tutti i giorni inuna casa di riposo: con gli anziani, provola gioia di aiutare gli altri. La mia fami-glia è da un anno e mezzo ospitata in unluogo di prima accoglienza: sogno ungiorno di avere una casa per la mia fami-glia. La preghiera e la Fede in Dio mihanno sempre aiutato a non sentirmi so-la. Ho provato l’Amore di Gesù nella miavita incontrando tanti italiani: gli amicidella Comunità di Sant’Egidio, che han-no visto crescere i miei figli, le maestredella scuola, il prete della Chiesa dovemendicavo al mio arrivo in Italia, tantialtri amici, veramente dei fratelli e dellesorelle, che ho incontrato al campo diRubattino e che hanno ospitato a casaloro i miei figli dopo gli sgomberi. Hoperso il conto del numero degli sgombe-ri che i miei figli hanno subito, ma ricor-do i nomi di tutti gli amici che ci hannoamato. Ogni volta che ci sgomberavano,nei problemi della mia famiglia e deimiei figli loro sono sempre stati vicini ame. Così siamo diventati una grande fa-miglia di amici rom e gagi insieme, neimomenti brutti ma anche in quelli belli,proprio come quella che voleva Gesù,non una famiglia fondata sul sangue, masull’amore.

Flora

La solitudine, malattia

più grandeMi chiamo Diego, sono nato a Roma. La mia famiglia, alla quale voglio molto bene,

ha avuto tante difficoltà. Anch’io ho delle difficoltà, si vede, non si può negarlo. Insiemeai miei genitori, mia sorella e mio fratello, che ha una grave disabilità, abbiamo abitatoper quindici anni in un residence perché eravamo stati sfrattati.

Nel 2000 finalmente è arrivata una casa popolare a Tor Bella Monaca, un quartieretanto lontano dal centro della città. Palazzoni grigi, grandi strade, dove non è facile vi-vere. Se non vai a scuola o non lavori non sai proprio cosa fare. Non vali niente.

Veramente, come dice Gesù nel Vangelo, è come quegli operai che nessuno prende agiornata. Io ero a casa triste e arrabbiato. La solitudine è terribile, è la malattia più gran-de. Io ho sempre avuto tanta paura della solitudine.

Ho cambiato casa tante volte e uno pensa che così è facile perdere gli amici. Ma unacosa non mi ha mai abbandonato, l’amore della Comunità di Sant’Egidio, che è la miagrande famiglia. L’amore della Comunità e di Gesù mi hanno guarito. Oggi non sono piùsolo e, anche se i problemi non mancano, la mia vita è rinata e di questo voglio ringra-ziare. Sempre. In questi anni ho ricevuto tanto. Ho un lavoro, una casa, tanti amici. Maquello che veramente conta è voler bene.

Nella Comunità ho imparato a voler bene e ad amare gli altri. Amare all’inizio non miveniva e non mi viene spontaneo. L’amore mi viene messo dentro, nel cuore. L’amore èuna forza che vince la paura, è la forza dello Spirito di Gesù.

Anche se sono debole, ho scoperto che insieme alla Comunità anch’io posso aiutare,posso fare tanto per chi ha più bisogno di me.

Questo mi dà gioia! Ho capito quello che dice il Signore Gesù: «C’è più gioia nel dareche nel ricevere».

Diego

Perdere il lavoro è perdere la vita

Mi chiamo Vincenzo, vivo a Scampia e tra pochi mesi compirò 50 anni. Poco tempofa, un giorno triste per me, ho dovuto smettere di lavorare. Sono un trasportatore, lavo-ravo sui camion, giravo tutta la Campania, la mia vita era piena del mio lavoro, quasi misembrava di non avere mai abbastanza tempo, finché un giorno qualcuno non mi ha det-to: stattene a casa, non c’è lavoro. Un uomo in casa dalla mattina alla sera è un uomo fi-nito, è distrutto, è inutile per sé e per la sua famiglia. Ho una casa, come pago le spese?Mia figlia sta partorendo in questi giorni, avrei voluto dare una mano a lei, che padre so-no? In verità mi sono arrivate delle proposte, tutte illegali, trasportare qualcosa di con-trabbando o peggio. Questo lavoro è sempre disponibile a Scampia. Ma io ho sempredetto no, non voglio che i miei figli un domani si debbano vergognare di me. L’onesta èla più grande ricchezza per me.

È molto grave la crisi per i giovani: quando non hanno prospettive sono attratti daisoldi facili, un ragazzo di 17 anni può guadagnare 100 euro al giorno. L’economia diScampia è solo questa. C’è gente disoccupata come me che ha perso la voglia di vivere,perché quando uno ha costruito una vita e non si ritrova nulla è difficile andare avanti.Addirittura qualcuno nella mia città ha fatto un gesto di disperazione. Forse erano sta-ti lasciati soli nel momento più cruciale e non ce l’hanno fatta. Il lavoro è dignità, il la-voro è futuro, è poter dire: farò questo o quello. Ma ora? Vivo alla giornata, cerco di fa-re qualche lavoretto, per fortuna so fare tante cose, perché fin da bambino mi sono da-to da fare, quando ho vissuto in Germania per 10 anni. Però dopo 19 anni di lavoro sta-bile, la mia vita Oggi è vuota: non ho più sicurezza, non mi posso organizzare, non houn futuro. Senza posto di lavoro un uomo è fallito, non ha più niente, dovrebbe iniziareda zero, ma come? Il lavoro non c’è, è terra bruciata. C’è chi si fa sfruttare, lavora quasisenza essere pagato. Perdere il lavoro è perdere la vita, conosco persone che hanno smes-so di parlare anche nella famiglia, e mi dicevano: ora non valgo più niente. Ringrazio Dioche mi ha dato la fede, ringrazio di essere cristiano e di avere la forza di non arrendermimai. Ringrazio anche voi che avete voluto ascoltare la mia storia.

Vincenzo

Alcune significative testimonianze portate dalla Comunità di Sant’Egidio

CittàNuova Stagione 24 giugno 2012 • 11

Chiesa Cattedrale di Napoli

SospeseleCresimein agostoSi ricorda ai rev.di parrocied ai fedeli interessati che,per tutte le domeniche delmese di agosto, nellaCattedrale di Napoli, nonverranno celebrate leCresime, che riprenderannoregolarmente domenica 9settembre.L’ufficio cresime, apertotutti i giorni, dal lunedì alsabato, dalle ore 9 alle 12,resterà chiuso dal 13 al 25agosto.

La possibile rinascitadi piazza Mercato

nel progetto vincitoredel premio

Una piazza interattiva

(e.c.) Il progetto vincitore della terza edi-zione del premio “La convivialità urbana” èquello intitolato “Tu ti ricordi popolo miocom’eri ridotto?”, di un team di giovani archi-tetti, Vincenzo De Luce, Paolo Di Martino eMariano Lebro.

Il titolo riprende una delle celebri frasi conle quali Masaniello, nato in uno dei vicoli adia-centi piazza Mercato, infiammava il popolonapoletano, spingendolo a ribellarsi contro ilmalgoverno spagnolo. Queste frasi sono ripor-tate su una pedana poggiata sull’antico basola-to della piazza, che di notte si illumina, mo-strando le espressioni rivoluzionarie (“Mora‘O Malgoverno”, “Tu Ti Ricordi, Popolo Mio,Come Eri Ridotto?”, “Vuie Primme EravateMunnezza e Mò Site Libbere. Io Vaggio FattoLibbere”) che risuonavano per le strade citta-dine al tempo della rivolta del 1647. In questomodo, come spiega Vincenzo De Luce, «lapiazza di notte diventa luogo della memoria sto-rica e di identità sociale» .

Di giorno invece le frasi non sono visibili,ma sulla pedana situata esattamente al centrodella piazza, vera e propria piattaforma multi-mediale, si alternano i colori più vari, scelti dacoloro che passeggiano sulla pedana; cinquepareti multimediali infatti, dotate di tastiere,consentono la scelta delle tonalità. Queste so-no però influenzate anche dal clima, grazie adei sensori ambientali, che passano le infor-mazioni al software preposto al coordinamen-to generale. Si immagina dunque una piazzainterattiva, «commistione fra opera della natu-ra e opera dell’uomo», come spiega De Luce,una piazza in cui le pareti multimediali offro-no anche possibilità di intrattenimento, giocoe informazione. Come chiarisce l’architetto,«lo scopo del progetto è di generare una densitàdi eventi, mutazioni che trasformano la piazzain un Mercato delle Idee».

Per ombreggiare la piazza sono state idea-te tre grandi pensiline, non alberi, che parenon siano mai stati presenti in loco.Pavimentazione, pensiline e sedute sono tutterealizzate in materiali riciclati e ambiental-mente sostenibili. Molto interessante è l’idea-zione di un sistema di “mattonelle energeti-che” inserite all’interno della pavimentazionein corrispondenza delle zone di maggior calpe-stio. Queste sono in grado di trasformare l’e-nergia cinetica in energia elettrica: in praticaquando le persone camminano si genera ener-gia cinetica, e questa si trasforma, grazie aqueste speciali mattonelle, in energia elettricache alimenta il sistema e consente l’illumina-zione della pedana. Se i sensori non captanomovimento, l’intensità della luce emessa dallapedana stessa si affievolisce, consentendo unnotevole risparmio energetico. In pratica lapiazza si illumina quando è attraversata dapersone, ed è meno luminosa, portando quin-di ad un minor consumo, quando non c’è nes-suno.

«Con l’obiettivo di restituire allo spazio pub-blico la dignità di architettura urbana e di nonridurre la progettazione della piazza ad una me-ra questione di arredo, - spiega l’architetto DeLuce - la sistemazione è pensata come riquali-ficazione fisica e culturale dell’area. Ciò che noiproponiamo è un progetto di architettura e di co-municazione, un social network».

Dall’8 al 15 giugno sono stati in esposizione al Pan i progetti degli architetti che hanno partecipato alla terza edizione del premio

“La Convivialità Urbana”

Creatività in mostradi Eloisa Crocco

Dall’8 al 15 giugno sono stati in mostra al Pan i progetti degli architetti che hannopartecipato alla terza edizione del premio “La Convivialità Urbana”, ideato dall’asso-ciazione “Napoli creativa”, presieduta dall’architetto Grazia Torre.

Per il concorso ogni anno viene scelta una piazza di Napoli, della quale vengono pro-posti possibili progetti di riqualificazione. Quest’anno gli architetti partecipanti han-no lavorato su Piazza Mercato, culla della rivolta di Masaniello prima e della rivoluzio-ne del 1799 poi, oggi fortemente degradata, luogo semplicemente di passaggio, a cuiquesti progetti vogliono pensare di restituire la naturale funzione di “luogo di sosta econvivialità”.

Al Pan sono state esposte 44 tavole, progetti ideati da architetti giovani e meno gio-vani, esordienti e già affermati. La giuria tecnica, formata da architetti professionisti epresieduta da Grazia Torre, Dora Francese e Carmine Piscopo, ha sommato i suoi votia quelli del pubblico, che nei giorni della mostra ha potuto esprimere le sue preferen-ze.

Il primo premio è stato vinto da un team di giovani architetti, Vincenzo De Luce,Paolo Di Martino e Mariano Lebro, con il progetto intitolato “Tu ti ricordi popolo miocom’eri ridotto?”.

Il titolo riprende una delle celebri frasi cui con cui Masaniello, nato in uno dei vico-li che circondano piazza Mercato, incitava il popolo contro l’iniqua politica del gover-no spagnolo. Questa e altre frasi (“Mora ‘o malgoverno”, “Vuie primme eravate mun-nezza e mò site libbere. Io vaggio fatto libbere”) compaiono nel lettering luminoso diuna pedana multimediale installata nel centro della storica piazza poggiata sull’anticobasolato, che di notte si illumina.

Al secondo posto, ex aequo, due progetti: “Social survey based project” e il “Giardinodelle 44 colonne”. Il primo, degli architetti Alessandro Massimino, Francesca Nocca,Francesco Aletta e Eduardo Bassolino, immagina una piazza dinamica, in continuatrasformazione, con panchine e stand per il mercato in grado di adattarsi alle varie esi-genze e un’area verde rialzata rispetto al livello di calpestio.

La piazza comprende anche una pista ciclabile con una ciclofficina, ossia un’area disosta in cui sia possibile anche la riparazione delle bici. Il “Giardino delle 44 colonne”,invece, è l’opera di un gruppo di studenti della Seconda università di Napoli che preve-dono una passerella sopraelevata intorno alla piazza che poggia appunto su 44 colon-ne.

Al terzo posto “Yes I know my may”, una piazza su più livelli con panchine coloratee, al quarto posto, http://progettopiazzamercato.net, frutto di un gruppo di giovani ar-chitetti che hanno creato un sito web di discussione sul futuro della piazza per trovareuna sintesi tra gli innumerevoli e ultraventennali progetti di riqualificazione esistenti,coinvolgendo nel dibattito residenti e commercianti, per una piazza davvero “parteci-pata”.

Nei giorni della mostra è stato esposto al Pan il “panconetto”, panchina realizzatacon un cassonetto dell’Asia, opera di Grazia Torre e dell’artigiano Corrado Tamborra.

Città Nuova Stagione12 • 24 giugno 2012

Presentato dal Vescovo Ausiliare Di Donna un volume di don Luigi Napoleone

I diaconi nella Chiesadi Enzo Mangia

«Una delle più importanti innovazionidel Concilio Vaticano II riguarda il diaco-nato, che rappresenta il terzo gradodell’Ordine sacro. Il diacono viene cioè do-po il vescovo e il sacerdote. Va rilevato chegià esisteva nei primi secoli della vita dellaChiesa, nelle prime comunità ecclesiali, maa fine del primo millennio risulta scompar-so. È stato il Vaticano II a ripristinarlo».Con queste parole, a 50 anni dall’aperturadell’assise conciliare, indetta da GiovanniXXIII per rendere la Chiesa sempre piùvicina al volto di Cristo, mons. Antonio DiDonna, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi,ha aperto la presentazione di un interes-sante libro di don Luigi Napoleone, sacer-dote impegnato come cappellano ospeda-liero presso l’ospedale “Pellegrini” diNapoli. Titolo del volume “Ecclesiologiadel Servizio – I diaconi nella Chiesa”, ed.CLV Centro Liturgico Vincenziano, pagg.146, Roma, 2010, euro 18.

La conferenza di mons. Di Donna si èsvolta nel Salone del mandatodell’Arciconfraternita dei Pellegrini, pre-sente un folto pubblico e personalità delmondo civile e culturale, fra cui Lucio DeGiovanni, preside della Facoltà diGiurisprudenza, Antonio Buonajuto, pre-sidente della Corte d’Appello di Napoli,Raffaele Cananzi, Mario di Costanzo, re-sponsabile diocesano per il settoreLaicato.

Il Presule era stato accolto dalCommissario Oreste Ciampa, che ha rin-graziato mons. Di Donna per il suo inter-vento, dal segretario del Sodalizio GianniCacace, dall’assistente don Giuseppe

La voce diParthenopeL’Associazione Corpo di Napoli,ha organizzato unamanifestazione musicalepopolare nel Centro Antico diNapoli nell’ambito delleiniziative per la festa diSant’Antonio. L’evento ha avutoinizio nella Basilica di SanLorenzo Maggiore, con unconcerto di musiche sacre. A seguire, il Gruppo BandisticoMusicale Popolare “Decumani –Città Napoli” diretto da AntonioMatrone, ha ricevuto labenedizione di padre CarmineVillani, parroco di San LorenzoMaggiore, per poi portare, nellestrade del Centro Antico, la“voce di Parthenope”, le antichemelodie popolari proposte daglistrumenti tradizionali piùantichi e suggestivi.All’evento ha partecipato ilpresidente del ConsiglioProvinciale di Napoli, LuigiRispoli, al quale è andato ilringraziamento del presidentedell’Associazione Corpo diNapoli, Gabriele Casillo, per avercondiviso ed aiutatol’Associazione ad avviare ilprogetto di recupero socio-culturale denominato “La Vocedi Parthenope”, mentre il legamecon la tradizione melodicanapoletana è stato riaffermatodalla presenza di Mirna Doris,voce storica della canzonenapoletana. «Il progetto – ha sottolineatoCasillo – è rivolto soprattutto aibambini ed ai più giovaniabitanti del Centro Antico che,grazie a quello che stiamocostruendo, in sinergia con tantealtre piccole realtà associative edaggregative dei Decumani e conla vicinanza della Chiesa diNapoli, finalmente potrannoavere un punto di riferimentoche possa far prospettare loro unfuturo meno oscuro. Il progettosi innesta nel solco dellatradizione napoletana che,attraverso la musica e le artipopolari, come l’arte presepiale,è riuscita nei secoli a mantenerela coesione sociale in situazionidi disagio anche ambientaleriuscendo ad offrire opportunitàlavorative».L’Associazione Corpo di Napoli,nel ringraziare VincenzoAlbertini, presidentedell’Associazione NapoliSotterranea per il supportoofferto alla costituzione dellabanda e Gino Sorbillo, titolaredella nota pizzeria per lacollaborazione prestata,preannuncia nuove iniziative giàdal prossimo mese di luglio, insinergia con altre Associazionidella Provincia di Napoli.Permaggiori informazioni sulGruppo Bandistico MusicalePopolare “Decumani CittàNapoli”:www.sangregorioarmeno.org e www.corpodinapoli.it

Educare in rete per educare insieme

Iniziativa di “CreativeMenti” ad Arpino

Scuola aperta e tendone parrocchiale gremito di persone,ad Arpino, nel primo weekend di giugno. «Si tratta di un mee-ting formativo – hanno spiegato gli organizzatori – è il mo-mento in cui tutta la comunità educante si ferma per riflette-re, rinfrancarsi ed attingere nuova vitalità e freschezza nellerelazioni educative, e chi ci guida in questa avventura è unafantastica equipe di formatori che si sono dati il nome“CreativeMenti”».

L’iniziativa, denominata “Stop and Go! Educare in rete pereducare insieme”, ha rappresentato un modo tutto nuovo performarsi, fuori dagli schemi tradizionali, in cui per la primavolta si sono incontrati genitori, educatori, catechisti ed inse-gnanti con l’obiettivo comune di rinnovare le proprie strate-gie, di trovare nuovi spunti e nuove soluzioni alle problema-tiche educative che quotidianamente li coinvolgono.

I formatori di Creativ, facendo leva sulla sfera delle emo-zioni, sono stati molto abili ad abbattere ogni sovrastrutturadi tipo psicologico e culturale dei partecipanti, i quali, unavolta sintonizzati sulla stessa linea d’onda, si sono resi dispo-nibili a “mettersi in gioco” e a trasformarsi da educatori, asoggetti in educazione.

Ed è proprio il concetto di “rete educativa” l’elemento sucui si sono fermati a discutere i dirigenti e i responsabili del-le diverse agenzie educative presenti sul territorio. L’idea fulanciata da don Marcello Bello, lo scorso settembre 2011 inun incontro tenutosi proprio nella Parrocchia Maria SS. del-le Grazie al Purgatorio, in cui erano presenti il DirigenteScolastico del 4° Circolo di Casoria Taglialatela, la Vicaria del4° Circolo di Casoria Micco, il Dirigente Scolastico dellaScuola Media “Cortese”, Liccardo, la Vice Preside dellaScuola Media “Puccini”, Barba, il responsabile dell’IstitutoParitario “Montessoriano”, Fiumarelli, la Responsabile

dell’Istituto Paritario “Fiumarelli”, G. Fiumarelli, il Pre -sidente della Fondazione “Giovanni Iodice Muntagniello”,Pasquale Iodice, il Direttore della Fondazione, Palladino.

Quel giorno fu condivisa l’iniziativa e concordata la costi-tuzione di una rete interistituzionale per elaborare un unicoprogetto educativo volto ad ottimizzare e migliorare i servizieducativi presenti sul territorio; furono individuati i bisogniespressi dai vari ambiti territoriali, le modalità di intervento,di cooperazione.

Ciò è quanto ha ancora ribadito Palladino nell’interventotenuto per gli educatori riuniti nel tendone: «Una rete ampia,che abbraccia e impegna tutti, ma non a maglie larghe da lasciarsfuggire i contenuti!», e don Marcello durante la celebrazionedella Santa Messa di domenica 3 giugno, giorno dedicato al-la SS. Trinità, ha affermato: «L’uomo educa se stesso ad imma-gine di Dio, cos’è la SS. Trinità, se non tre Persone che operano“in rete”?».

La comunità di Arpino ha ricevuto una formazione proget-tata ad hoc, che ha contemplato ogni esigenza, anche di tipoorganizzativo.

Don Marcello, infatti, pur di eliminare ogni ostacolo chepotesse impedire la partecipazione, ha previsto per chi ne ave-va bisogno, un servizio di baby parking per ciascuno dei tregiorni, negli spazi gentilmente offerti dalle Suore Catechistedel Sacro Cuore, coadiuvate da un nutrito gruppo di giovanis-simi della parrocchia. Come definire, dunque, quest’iniziati-va? A chiunque verrebbe in mente il noto motto “tutti per uno,uno per tutti”, che tradotto praticamente ha dato origine adun’inedita e grande opportunità di arricchimento culturale edi socializzazione offerta agli operatori sul campo.

Loredana Micco

Associazione culturaledi Promozione SocialeCORPO DI NAPOLIONLUS

Maglione. Tutti hanno partecipato alla ce-lebrazione eucaristica presieduta dalVescovo Ausiliare.

È seguita la manifestazione nel Salonedell’Arciconfraternita. Mons. Di Donna haaffermato che all’inizio i padri conciliarinon erano tutti concordi sull’istituzionedel Diaconato, sia perché avvertivano pe-ricoli per il mantenimento del celibato, siaperché non risultavano chiari natura ecompiti da assegnare al diacono. Fu ne-cessario l’autorevole impegno del SantoPadre Paolo VI, che definì le competenze,limitandole alla celebrazione di alcuni sa-cramenti, esclusi, per esempio, la confes-

sione e l’Eucaristia, e ad attività caritative.L’oratore ha fatto riferimento al capito-

lo 29 della Lumen Gentium, che ritienequesti uffici, come il diaconato, “somma-mente necessari alla vita della Chiesa”. Haricordato l’opera del card. Corrado Ursi,protagonista del dibattito conciliare, checredeva fermamente in questa istituzionee, quando giunse a Napoli come arcivesco-vo, fu tra i primi a realizzarla, perché «so-steneva una Chiesa tutta ministeriale in cuiogni cristiano avesse un suo compito». «IlDiaconato – ha concluso mons. Di Donna– è un cantiere aperto in cui si lavora perrenderlo migliore».

CittàNuova Stagione 24 giugno 2012 • 13

Concerti d’estate al Museo del mare

Recitalper dueSabato 23 giugno ore 19

Fagotto: Guido MandaglioPianoforte: Marco PalumboP. Hindemith SonateLeicht bewegtLangsam – Marsch –Beschluß, Pastorale - RuhigC. Saint – Saëns Sonata perFagotto e pianoforte op. 168A. Longo Suite perFagotto e Pianoforta op. 69H. Dutilleux Sarabande etCortège pour Basson etPianoAssez LentMouvement de MarcheMuseo del Mare di NapoliVia di Pozzuoli, 580124 Napolitel. 08119361967 - Fax2428728 - mobile3491882181stampa@museodelmarena-poli.itwww.museodelmarenapoli.it

Più servizi per i bambiniLa denuncia dal convegno Politiche per l’infanzia, politiche di sviluppo sugli asili nido

Napoli non è una città per bambini: èquesta la denuncia emersa dal convegnoPolitiche per l’infanzia, politiche di sviluppoorganizzato dal gruppo di imprese socialiGesco all’hotel Mediterraneo con l’obiettivodi riaprire il dibattito sulle politiche per l’in-fanzia e di ridiscutere della proposta di leg-ge sugli asili nido presentata in consiglio re-gionale, e dei livelli qualitativi minimi ne-cessari per Napoli e la Campania.

Al convegno hanno partecipato TulliaMusatti, dirigente di ricerca CNR; SergioD’Angelo, assessore alle Politiche sociali delComune di Napoli; Angela Cortese, della VICommissione Politiche Sociali RegioneCampania; Anna Maria Palmieri, assessoreall’Istruzione del Comune di Napoli; FilippoMonaco, assessore alla Solidarietà allaProvincia di Napoli. Ha moderato IdaMazzarella del Gruppo nidi Gesco mentre leconclusioni sono state a cura di Michele DeAngelis, vicepresidente di Gesco e responsa-bile del programma Asili nido del gruppo.

In Campania vivono circa 180mila bam-bini tra gli 0 e i 2 anni e il nido è un dirittonegato per almeno 174mila. La situazione ècritica anche a Napoli: quest’anno solo 1450bambini sono andati a nido, mentre più di1000 sono rimasti in lista d’attesa. In città sicontano solo 36 nidi comunali, con una co-pertura del 5,8 % del fabbisogno. InoltreNapoli è l’unica città campana dove il servi-zio è presente solo a tempo ridotto (in media6 ore al giorno contro le 9 del tempo pieno).

Di fronte a questa situazione, inadegua-ta risulta la proposta di legge regionale cam-

pana e inattuato è anche il Piano straordina-rio del governo varato dalla Legge finanzia-ria del 2007 per gli asili nido, visto che laCampania (insieme alla Calabria) è ancoral’ultima regione in Italia per numero di bam-bini accolti negli asili nido pubblici: appenail 2,7 per cento rispetto a una media nazio-nale dell’11,30%, entrambe lontane comun-que dalla soglia minima del 33 per cento fis-sata dall’Unione Europea con la Carta diLisbona del 2000.

«È una questione culturale, oltre che po-litica – ha spiegato Michele De Angelis - nonsi afferma ancora come fondamentale la ne-cessità di avviare un percorso pedagogico apartire dagli asili e non si ammette il bisognodelle donne di essere supportate nella cresci-ta dei figli».

«Anche il Piano straordinario del gover-

no – prosegue De Angelis – non sta funzio-nando, poiché i lavori di ristrutturazione eadeguamento delle strutture procedono conlentezza. Così si negano gli effetti positiviche senza dubbio può portare il lavoro diesperti e operatori sullo sviluppo relaziona-le e cognitivo dei bambini».

Nonostante le criticità, però, il convegnoha rappresentato un momento di confrontoimportante per riaprire il dibattito sul tema,e per stimolare una migliore definizione del-le politiche per l’infanzia in Campania, conuna revisione anche della proposta di leggein discussione in consiglio regionale.

«Sarebbe utile migliorare la proposta dilegge – ha concluso Michele De Angelis – per-ché risponda meglio al bisogno di garantirelivelli di qualità dei servizi per l’infanzia, pertutelare i bambini, i genitori e i lavoratori».

Città Nuova Stagione14 • 24 giugno 2012

Pontificia FacoltàTeologica

I Beni culturali ecclesiasticiDi “Risorse e prospettive divalorizzazione e fruizione deibeni culturali ecclesiastici” siparla sabato 23 giugno, dalle ore9.30 alle ore 11.30, a Napoli,presso la Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale,sezione San Luigi, in viaPetrarca 115, di cui è decanopadre Sergio Bastianel sj.Alla tavola rotondaintervengono: Ernesto Rascato,direttore dell’Ufficio RegionaleCultura della ConferenzaEpiscopale Italiana; AntonioLoffredo, parroco del RioneSanità e direttore delleCatacombe di Napoli; GiovanniGazzaneo, coordinatore di“Luoghi dell’Infinito”, mensile di“Avvenire”; Alessandro Cugini,portavoce del consorzio TurismoReligioso Cooperativo Campano(Trecc). Nell’occasione verràconsegnato il volume “Proposteper una nuova architetturasacra”, che raccoglie i progetti dichiese redatti dagli allievi delsecondo indirizzo della Scuolache, grazie all’elevata qualità deicorsi patrocinati dall’Ufficio CeiEdilizia di Culto e dall’UfficioCei Beni Culturali Ecclesiastici,è giunta a conclusione del sestoanno di vita. Il libro, primoesempio di pubblicazione diArchitettura sacra cosìconcepito, raggruppa quattordiciprogetti di chiese realizzati daglistudenti del Laboratorio diArchitettura della Scuola,promosso in collaborazione conil Dipartimento di ProgettazioneArchitettonica e Ambientaledella Facoltà di Ingegneriadell’Università di NapoliFederico II e curato dai docentiFlavia Fascia e Renato Iovino.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Editore: Verbum Ferens s.r.l.Organo di informazione ecclesiale e di formazione cristiana

Reg. Tribunale di Napoli N. 1115 del 16.11.57 e del 22.10.68

Iscrizione Reg. Roc. N. 19131del 18.02.2010

Direttore Responsabile CRESCENZO CIRO PISCOPO

Direttore Editoriale MICHELE BORRIELLO

Vice Direttore VINCENZO DORIANO DE LUCA

Redazione, segreteria e amministrazione:

Largo Donnaregina, 22 - 80138 NAPOLI

Tel. 081.557.42.98/99 - 081.44.15.00Fax 081.45.18.45

E-mail: [email protected] numero € 1,00

abbonamento annuale € 40 c.c.postale n. 2232998

Pubblicità: Ufficio Pubblicità di NUOVA STAGIONE

Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati

non si restituiscono

Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Aderente alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

A.C.M. S.p.A. - Torre del GrecoStabilimento Tipo-Litografico

Tel. 081.803.97.46Chiuso in tipografia alle ore 17 del mercoledì

Presentata la nuova stagione del Teatro Diana. Si parte il 18 ottobre

Cultura, tradizione e tante novitàdi Oreste D’Amore

Si presenta all’insegna della tradizio-ne la stagione teatrale 2012-2013 delDiana di Napoli. Presentato il 15 giugnoil nuovo cartellone, alla presenza diGino Rivieccio e Lina Sastri, due voltinoti al pubblico del Diana, che, insiemea Vincenzo Salemme, Luca Zingaretti,Carlo Buccirosso e tanti altri attori, sa-ranno i protagonisti della nuova stagio-ne.

Lo storico teatro vomerese si confer-ma tra i primi d’Italia: nella stagione ap-pena conclusa più di settemila abbona-ti e quasi centocinquantamila presenze.Non solo commedie e non solo prosa alteatro guidato dalla famiglia Mirra.Oltre alla musica della Sastri, che realiz-zerà un concerto in musica e parole le-gato alla tradizione classica napoletana,sarà in scena un giallo con protagonistaAndrea Giordana e Paolo Ferrari, unatragedia shakespeariana diretta e inter-pretata da Luca Barbareschi e un mono-logo di Monica Guerritore, che sul palcosarà Oriana Fallaci.

Non mancherà la comicità “made inNaples”, grazie all’appuntamento setti-

manale del mercoledì con il cabaret di“Komikamente”, affidato alla direzioneartistica di Michele Caputo, che guideràanche l’omonimo laboratorio artisticodal quale usciranno i protagonisti delleserate. A dicembre sarà inaugurata in-vece la stagione di concerti“Diciassette&trenta classica 2013”, conmusicisti di fama internazionale chepresenteranno al pubblico opere di altorepertorio, anticipate da guide all’ascol-to realizzate dagli stessi artisti. E poi an-cora la “Palestra della musica”, un per-corso di studi musicali aperto a tutti,dalla più tenera età, con corsi di canto,pianoforte, chitarra, batteria e numero-si altri strumenti, per soddisfare anchele esigenze dei più raffinati. Con la“Palestra dell’attore”, invece, giunta alladecima edizione e da quest’anno intito-lata a Mariolina Mirra de Gaudio, stori-ca direttrice del teatro da poco scompar-sa, si offrono corsi di recitazione ed edu-cazione al movimento. Anche in questocaso da settembre partiranno i colloquiper i nuovi iscritti.

Infine nuovi allestimenti sono previ-

sti per gli spettacoli teatrali per le scuo-le: dopo il successo di “Feisbuc”, PeppeCelentano porterà in scena “Benvenuti aTerronia” e, per i più piccoli, la favola de“La Bella e la Bestia”. Il “foyer lettera-rio”, previsto il giovedì pomeriggio e ilsabato mattina, costituirà una novitàassoluta, con la presentazione di libri edeventi musicali, con interventi di attorie giornalisti.

Insomma un teatro vivo, che sa co-niugare tradizione e innovazione, speri-mentando, mostrandosi all’avanguar-dia nel panorama teatrale italiano, of-frendo un’attività culturale ampia, cheva incontro alle esigenze di un pubblicoproveniente non solo dalla zona collina-re della città. Tanti artisti ad animare lastagione e un’équipe di collaboratori diassoluto livello sono da anni garanziadel successo del teatro Diana, che que-st’anno è riuscito anche a diminuire,non senza sforzi, il costo degli abbona-menti. L’apertura della stagione 2013 èprevista il 18 ottobre.

Due nuovi bus turistici dell’Eav

Riscoprire la Napoli sacraDue nuovi bus turistici

dell’Eav per scoprire lemeraviglie della Napolisacra. Sono stati presen-tati il 15 giugno al Museodiocesano da RobertoPepe, amministratoreunico della società che neha spiegato i contenuti in-sieme a Nello Polese eValeria Casizzone ammi-nistratore unico e diretto-re generale di Eav.Presenti anche il presi-dente della ProvinciaLuigi Cesaro, l’assessoreregionale ai TrasportiSergio Vetrella il presi-dente della Camera diCommercio, MaurizioMaddaloni. Eav bus propone due tour, il primo con inizio alle9,30 e termine alle 16,30 (costo 50 euro) il secondo dalle 9,30 al-le 13 costa 25 euro.

L’autobus preleverà i turisti al Porto di Napoli presso alStazione Maritrtima e li porterà a visitare il Duomo, il Pio Montedella Misericordia, il Museo diocesano, inserito per la prima vol-

ta in un simile pacchettoturistico e san GregorioArmeno.

Nel tour più lungo è pre-visto anche il pranzo abuffet presso la splendidaterrazza del Museo Don -naregina.

I bus disponibili sonoda 55-30 e 18 posti, neigiorni lunedì, giovedì ve-nerdi, sabato e domenica.Al punto di partenza dellastazione marittima ci sa-ranno due desk uno perl’informazione, l’altro perl’assistenza turistica.

A bordo di ogni autobuspoi ci sarà una guida e unassistente alla sicurezza.

Creata ad hoc anche un’applicazione per smartphone e tablet de-nominata CityUp.

«Con questa iniziativa – ha spiegato Roberto Pepe – si è inter-venuti per migliorare la qualità del servizio offerto alla clientela,tra le altre novità l’acquisto i cinque nuovi bus che entreranno inservizio ad Ischia dal prossimo 1 luglio».

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 24 giugno 2012 • 15

5 febbraio: Domenica V del Tempo Ordinario

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

A proposito di sfida educativa

La libertàdel silenziodi Teresa Beltrano

Difficilmente, nelle nostrecittà affollate e rumorose ci siferma per cercare un po’disilenzio e di assenza dirumori. È necessario trovareil coraggio di disconnettercicon i nostri consueti rumori edipendenze, per rimanere incontatto con noi stessi, con lanatura, con gli altri. C’è unsilenzio imposto, un silenziocercato e un silenzio scelto.Qualunque sia la natura, ilsilenzio resta un’opportunitàdi assoluta libertà ecomunicazione. Il silenzio imposto è unsilenzio con cui, i regimitotalitari, hanno legato olegano uomini e donne al loropotere e a non cercare laverità, a non assaporare lalibertà e a non scegliere unsilenzio come ricerca dellapropria identità. Silenzioimposto è quello di tantibambini a cui è stato rubatoil tempo della loro età e a cui èstato imposto di diveniresoldati o dei pezzi di ricambioper bambini ricchi, neltraffico degli organi. Silenzioimposto è quello del regimeche obbliga a non pensarecon la propria testa, a nonesprime la propria opinionespecie se contraria a quelladel potere in carica. Il silenzio cercato è quello ditanti uomini o donne chesfidano la paura dellasolitudine come costituzionedell’essere umano, e cheaffrontano la natura,rischiano la vita per ricerchenel ventre della terra, ocercano Dio in una cella diun monastero. Il silenziocercato è quello di tanti chesemplicemente lasciano illoro ambiente e cercano unluogo, un’oasi, dove lanatura, l’assenza di rumori,favorisce l’opportunità diassaporare il silenzio. Ilsilenzio che ci viene incontroe ci stupisce. Silenzio che cimette a nudo e ci dona lapossibilità di entrare in noistessi, di lasciare chel’assenza di rumori ci facciagustare la bellezza di ciò chesiamo. Il silenzio è unospazio sacro. Sacro perché è illuogo in cui il Signore citrova più attenti alla Suapresenza. Il silenzio come scelta è quellodi tanti uomini e donne checon estrema gratuità e senzanessuna corsa pubblicitaria,condividono ciò che hanno,con i più piccoli e gliemarginati della storia.Silenzio fecondo, luogo espazio di vita.

24 giugno: XII Domenica del Tempo Ordinario - Natività di San Giovanni Battista

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

RECENSIONI

Un’amicizia e molti amiciL’amicizia in quanto tale non detiene un ruolo principale nella

Bibbia. Il tema dell’amicizia è tuttavia presente, nascosto appenasotto la superficie. E rifiorisce sempre durante tutta la storia del cri-stianesimo. Gesù, d’altra parte, non dice a coloro che lo accompa-gnano: «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15)? In un tempo in cui qua-si tutte le istituzioni sono in crisi, l’amicizia interpella forse più di al-tre forme di relazione umana.

Il volume illumina il messaggio cristiano a partire dal concetto diamicizia universale. Prende avvio con la domanda «qual è lo speci-fico della fede cristiana?», per arrivare a cogliere l’idea di comunio-ne e quindi l’importanza della Chiesa. Esplora l’idea di amicizia e letrasformazioni che essa ha subìto grazie al cristianesimo. Presentapoi l’esperienza di Taizé, come esempio significativo di un vasto tes-suto di amici in Cristo. Infine offre alcune proposte pratiche per lavita cristiana dell’uomo di oggi.

Frère John di TaizéUn’amicizia e i molti amiciReimmaginare la Chiesa cristiana nel tempo della mondializzazioneEdizioni Dehoniane 2012192 pagine – euro 18.50

Lavorare insieme, lavorare meglio

Nell’ambito del lavoro, uno tra i fattori che più contribuiscono al-la soddisfazione dei dipendenti e dei collaboratori è la sensazione diessere apprezzati e stimati. Ogni lavoratore, qualunque sia l’incari-co che ricopre, ha questa necessità. Ogni individuo però è unico edunque non tutte le espressioni di stima sono considerate da ciascu-no nello stesso modo.

È fondamentale comprendere quale sia il linguaggio nel qualeogni persona è lieta di accogliere attestazioni di stima. Questo libropuò aiutare a creare un clima nel quale i lavoratori si sentano consi-derati e accolgano la stima ricevuta rinnovando il loro impegno peril buon andamento dell’azienda di cui fanno parte.

Paul White PaulGary Chapman GaryLavorare insieme, lavorare meglio.I 5 linguaggi dell’amore per migliorare l’ambiente di lavoroEdizioni LDC 2012 240 pagine – euro 16.00

Un milione eottocentomila passi

Il libro presenta il diario del pellegri naggio verso Santiago diCompostela, di una mamma insieme al figlio di otto anni. Bergamo,Londra, i Pirenei. Poi Lourdes, Pau, Bayonne e finalmente St. Jean-Pied-de-Port, da dove – nel giugno 2007 – inizia il cammino a piediverso Santiago. Tappa dopo tappa, passo dopo passo, con lo zaino chepesa quanto un «sacco di pietre»; tra salite e discese, albe e tramonti,tra pano rami mozzafiato e temporali scroscianti. Con pensieri al ven-to, timori, incontri con altri pellegrini, preghiere sussurrate, avven-ture dei paladini raccontate al figlio per alleviare la fatica.

Ben presto il percorso vissuto diventa metafora della vita, me-tafora di quel viaggio interiore che l’Autrice sente di compiere: l’ani-mo si alleggerisce, la gratitudine sgorga dal cuore, le cose perdonoattrattiva e una forza sconosciuta cresce dentro. Il Cammino si mo-stra per quello che è: scoperta di se stessi, recupero dei valori impor-tanti e delle cose essenziali.

Elisabetta OrlandiUn milioneottocentomila passiIo, il mio bambino e il cammino di SantiagoEdizioni Paoline 2012352 pagine – euro 19.00

Il Dio della vitaLe trentotto poesie che formano il “Citra” sono state composte da

Tagore nello spazio esatto di tre anni, tra il marzo 1893 e il marzo1896. A quel tempo il poeta trentaduenne, sposato da dieci anni e pa-dre di cinque figli, vive una vita familiare piena di interessi e di im-pegni a Calcutta ed è già apprezzato e conosciuto in patria per le suenumerose pubblicazioni.

Le poesie sono state suddivise in cinque classi, secondo il temadominante: la percezione della bellezza; l’amore per l’uomo e per laterra; il Dio della vita; il lavoro e il dovere; la morte. La traduzione èa cura di padre Marino Rigon, missionario saveriano e grande esper-to della cultura e della letteratura bengalese e indiana. Padre Marinoattinge direttamente alla lingua originale e non all’inglese, come av-viene per la maggior parte delle traduzioni di Tagore. Sua anche l’in-troduzione, in cui vengono analizzate le poesie più significative etracciato un profilo del mondo interiore del poeta.

Robindronath TagoreCitra. La scoperta del Dio della vitaEdizioni Paoline 2012 240 pagine - euro 19.00

Lettera (Luca 1,57-66.80): “PerElisabetta intanto si compì il tempo delparto e diede alla luce un figlio. I vicinie i parenti udirono che il Signore avevamanifestato in lei la sua grande miseri-cordia, e si rallegrarono con lei. Ottogiorni dopo vennero per circoncidere ilbambino e volevano chiamarlo con ilnome di suo padre, Zaccaria. Ma suamadre intervenne: “No, si chiameràGiovanni. Le dissero: “Non c’è nessunodella tua parentela che si chiami conquesto nome”. Allora domandavanocon cenni a suo padre come voleva chesi chiamasse. Egli chiese una tavoletta escrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tuttifurono meravigliati. All’istante gli siaprì la bocca e gli si sciolse la lingua, eparlava benedicendo Dio. Tutti i loro vi-cini furono presi da timore, e per tuttala regione montuosa della Giudea si di-scorreva di tutte queste cose. Tutti colo-ro che le udivano, le custodivano in cuorloro, dicendo: “Che sarà mai questobambino?”. E davvero la mano delSignore era con lui… Il bambino cresce-va e si fortificava nello spirito. Visse inregioni deserte fino al giorno della suamanifestazione a Israele”.

Allegoria: il brano evangelico con-

tiene varie allegorie. La principale è co-stituita dai nomi: quello imposto albambino, Giovanni, ha infatti un signi-ficato allegorico, derivando dall’ebrai-co Iohanan, che vuol dire “dono di Dio”;Zaccaria deriva dall’aramaicoZacharyah e significa “memoria di Dio”;Elisabetta deriva dall’aramaicoElischeba e significa “colei che giura perDio”. Come moltissimi altri nomi dipersone ebree, i tre nomi fanno riferi-mento a Jahvèh, di cui il bambino – inparticolare - è dono. – La tavoletta su cuiviene scritto il nome del bambino ha ilvalore di un manifesto e di un documen-to: il bambino, come tutti i bambini ecome tutti noi e tutto l’universo, è “do-no di Dio”. – Il silenzio ha significato al-legorico, perché indica attesa tra l’ulti-ma parola di Dio a Zaccaria - che lui,“memoria di Dio”, deve ricordare e me-ditare – e l’ultima definitiva Parola diDio che, entrata nella sua casa, gli sciol-se la lingua perché annunziasse a tutti la“visita”di Dio al suo popolo. – Il canto,quello silenzioso dei due bambini nelgrembo delle due madri e quello diElisabetta, di Maria e di Zaccaria, èespressione del “gaudium magnum”dell’era cristiana e allegoria del nuovo

ritmo della storia. – La mano del Signoreè il simbolo del potere di Dio sulla natu-ra e sulla storia. – Le regioni deserte incui visse il Battista contengono varie al-legorie sia buone che non, ma che pre-parano comunque all’avvento delSignore.

Morale: La nascita del Battista fuuna sorpresa inaspettata per Zaccaria eforse per Elisabetta. L’episodio evange-lico ci interroga: tu, sai adattarti ai ritmidi Dio, o vuoi che Dio si adatti ai tuoi?Cioè, sai attendere che il “dono di Dio”per te giunga nel tempo stabilito da Dio,o pretendi che venga subito? E soprat-tutto: pensi mai che Dio ha sempre undono grandissimo riservato solo per te?o ha un dono che tu debba ridonare adaltri come furono Gesù e il Battista peri loro genitori?

Anagogia: l’anagogia del Battista edi ciascuno di noi consiste nel cresceree nel fortificarci “nello spirito”, vivendo- nel deserto o nel silenzio del nostrocuore – l’esperienza della presenza diDio nel mondo e in noi.

Fiorenzo Mastroianni ofm Cappuccino

Nuova Stagione16 • 17 giugno 2012

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXVI • Numero 24 • 24 giugno 2012

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

ma 1, DCB Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

E-mail: [email protected]

SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

Quote 2012

Gli abbonamenti si sottoscrivono presso la segreteria di “Nuova Stagione” oppure tramite versamento

sul c/c postale n. 2232998 intestato a Verbum Ferens s.r.l., largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli.

Abbonamento ordinarioAbbonamento amico

Abbonamento sostenitoreBenemerito a partire da

€ 40,00€ 50,00€ 150,00€ 500,00