Memoria. Oltre 3500 lettere, documenti sull’inizio delle ...fondate, oltre che sui processi di...

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23 Sabato, 3 dicembre 2016 Como Cronaca D on Luigi Guanella usava raccomandare ai suoi confratelli: «Nell’archivio …si tengano bene ordinate le corrispondenze ed i documenti, per una facile ricerca nel bisogno». Dopo la sua scomparsa, nel 1915, don Leonardo Mazzucchi e i confratelli si impegnarono subito con grande cura a raccoglierne le memorie, gli scritti, le lettere, gli appunti, per tramandarli con fedeltà ai figli e alle figlie spirituali e in vista dell’avvio dei processi di beatificazione. L’allora vescovo di Como, mons. Alfonso Archi, con editto del 17 aprile 1923 n. 1403, ordinava a tutti i parroci della diocesi e alle singole case dei Servi della Carità e delle Figlie di S. Maria della Provvidenza «che tutti gli scritti del Servo di Dio, anche già stampati, i discorsi, le lettere, i diarii, le autobiografie, e tutto ciò che il medesimo per sé o per altrui mano ha composto, vengano dai detentori consegnati al Tribunale Ecclesiastico (indirizzandoli alla Casa Divina Provvidenza in Como) coll’indicazione per la causa Guanella». Così il 23 novembre 1928 don Giacinto Turazza, incaricato dalla Postulazione, consegnava al tribunale del processo super perquisitione scriptorum 58 operette stampate e 1010 lettere. Si era costituito in questo modo il primo, fondamentale nucleo dell’Archivio Storico guanelliano, che sarà arricchito negli anni dalle ricerche condotte sia da don Leonardo Mazzucchi e don Martino Cugnasca, sia da appassionati di storia guanelliana a noi più vicini come don Attilio Beria, don Piero Pellegrini, don Nino Minetti, Alejandro Dieguez, don Fabio Pallotta. Dopo il trasferimento nel 1971 della Casa generalizia dei Servi della Carità da Como (dove era nata) a Roma, gran parte dell’archivio della Congregazione (in particolare gli autografi e le lettere di don Luigi Guanella) rimase nella Casa Divina Provvidenza di Memoria. Oltre 3500 lettere, documenti sull’inizio delle sue Congregazioni, una ricca documentazione fotografica... Questo e altro è custodito presso l’Opera Como per esplicito volere di don Piero Pellegrini, dando origine così a quello che ora è l’Archivio Storico Guanelliano di Como. Don Pellegrini ne divenne il primo responsabile, gestendolo fino alla sua morte nel 2003, accompagnando l’attività di archivista con quella di attento studioso della vita e del carisma del Fondatore e della storia delle Congregazioni. Il nucleo più consistente e prezioso dell’Archivio è costituito dalle oltre 3500 lettere di don Guanella (originali, copie, trascrizioni) e circa 300 a lui indirizzate. La raccolta Guanella si apre con quella scritta da lui un mese prima dell’ordinazione sacerdotale (23 aprile 1866) e si chiude con quella datata il giorno prima di essere colpito dalla paresi che lo porterà alla morte (26 settembre 1915); in media settanta all’anno, sei al mese, nel corso di circa un lustro. Suoi corrispondenti erano specialmente i suoi sacerdoti e le sue suore, ma anche una grande varietà di persone: dai famigliari, agli amici come don Giovanni Bosco, don Michele Rua, il cardinal Andrea Carlo Ferrari, don Luigi Orione, Pio X, ai tanti nomi noti o ignoti, cardinali, nobili, sacerdoti, laici, avvocati, notai, ingegneri e persone umili. Scriveva don Piero Pellegrini: «L’epistolario di don Guanella è una testimonianza preziosa, la più interessante e realistica, dell’itinerario da lui percorso lungo le “Vie della Provvidenza”; è l’impronta da lui lasciata che ci permette di coglierlo vivo e quotidiano lungo la sua strada». Per i primi vent’anni le lettere ci mostrano don Guanella alla ricerca della sua missione specifica nella Chiesa, cercando di capire la volontà di Dio; poi, una volta scoccata l’«ora della misericordia», un tenace e instancabile apostolo di carità. Dalle lettere esce un don Guanella buon comunicatore, vivace, spontaneo; concreto ed essenziale; sincero e schietto, senza tortuosità e ambiguità, specialmente con i potenti, ma al contempo molto cordiale e profondamente umano. Periodicamente alcune di queste lettere vengono esposte nel museo “Don Luigi Guanella” in occasione degli anniversari degli eventi o dei personaggi in esse ricordati. Nell’Archivio Storico guanelliano di Como sono inoltre conservati documenti sulla famiglia di don Guanella, sull’inizio delle sue Congregazioni (Figlie di Santa Maria della Provvidenza e Servi della Carità), su confratelli e consorelle (tra cui la beata Chiara Bosatta e il venerabile Aurelio Bacciarini) e sulle Case da lui fondate, oltre che sui processi di beatificazione e canonizzazione. Oltre alla parte documentaria, l’Archivio conserva l’Opera Omnia di Luigi Guanella, edita alla fine del secolo scorso, le Operette originali, la collana dei Saggi storici, e in più biografie, studi e tesi di laurea su temi guanelliani, la raccolta completa de La Divina Provvidenza (il periodico da lui fondato nel 1892) e degli altri periodici delle diverse Case maschili e femminili. Vi è inoltre una raccolta di oltre 2500 testi di argomento religioso, filosofico, artistico, storico generale e locale, editi dalla fine del secolo XIX ad oggi. L’Archivio Storico Guanelliano è completato da un ricco Archivio Fotografico che raccoglie circa 200 mila tra vetri, fotografie, negativi, cartoline, diapositive, immagini digitali e filmati, raccolti tra il 1866 e oggi (fruibili in parte dal sito www.gpharchive.org, realizzato grazie a un progetto co-finanziato dalla Fondazione della Comunità Comasca, dal Comune di Campione d’Italia e da privati). Spiega il direttore dell’Archivio, don Adriano Folonaro: «Ogni archivio è uno scrigno che conserva e ci tramanda la memoria della nostra storia, di chi ci ha preceduti. Una memoria che deve diventare criterio di valutazione di quanto accade qui e ora, una memoria che ci insegna anche a lasciare, senza rimpianti, ciò che deve essere lasciato e a conservare quanto deve essere conservato. Ad un archivio ci si deve accostare per attingere sapienza, maestra di vita». Per informazione e consultazione: don Adriano Folonaro, tel. 031.296894; 333.3598816; e-mail: [email protected]. SILVIA FASANA L’Archivio Storico Guanelliano Dopo la sua scomparsa, nel 1915, don Leonardo Mazzucchi e i confratelli si impegnarono subito con grande cura a raccoglierne le memorie, gli scritti, le lettere, gli appunti, per tramandarli con fedeltà ai figli e alle figlie spirituali e in vista dell’avvio dei processi di beatificazione. Elevazione spirituale giovedì 8 dicembre, alle ore 21, nella la Basilica di S. Fedele N el prossimo 2017 ricorreranno i 30 anni della pre- matura scomparsa di don Aldo Pini che fu tra l’altro vicario parrocchiale in san Fedele (Como) dal 1965 al 1971 e in quel periodo, oltre che “avere lasciato un segno” come sacerdote, ne ha lasciato uno altrettanto grande co- me musicista. Si deve infatti a don Aldo la piena rinascita della Cappella Musicale di san Fedele e del suo coro, che grazie alla preparazione e bravura di don Pini, insigne mu- sicista, raggiunse vertici artistici non indifferenti, culmina- ti con concerti tenuti un po’ ovunque in Italia e in Svizzera. Per un doveroso omaggio alla figura di un altro insigne musicista, don Felice Rainoldi, il gruppo corale “In Con- fitetum”, diretto da Franco Caccia con all’organo Mattia Marelli, ha voluto riproporre in una Elevazione Spiritua- le l’opera e l’arte di un grande musicista comasco del 600: Francesco Spagnoli detto il Rusca. Francesco Spagnoli Rusca ha molti legami con la parroc- chia di san Fedele; fu infatti (oltre che del Duomo) anche maestro di Cappella della collegiata di san Fedele e della Cappella del SS. Entierro presso la chiesa del “Gesù”, inol- tre risiedeva in parrocchia di san Donnino (oggi san Fede- le) e alla sua morte fu sepolto in quella prepositurale. Il Coro di san Fedele diretto da don Pini fu tra i primi a riproporre musiche del Rusca tra le quali ricordiamo la “Missa Brevis”, il “Magnificat”, il salmo “Laudate Pueri”, l’antifona mariana “Regina Coeli” e altre ancora; molte volte quindi nel corso dei secoli le note musicali del Rusca hanno risuonato sotto le volte della basilica di san Fedele in un rapporto tra la parrocchia e il compositore che dura da secoli. Ecco perché la Cappella Musicale di san Fedele e la par- rocchia hanno pensato di ricordare in una serata di mu- sica (verranno eseguiti salmi, mottetti e brani organistici trascritti in versione moderna da don Felice Rainoldi nel periodo in cui ricoprì l’incarico, come successore del Ru- sca, di maestro di Cappella della nostra Cattedrale) due sacerdoti musicisti, peraltro amici e collaboratori, (si ricor- da in basilica la prima esecuzione della “Messa Popolo di Dio” a cura del coro di san Fedele diretto da don Pini di cui si conserva lo spartito con dedica autografa di don Rainol- di al “Coro della basilica di san Fedele in Como”) attraver- so le musiche di un autore che fu loro predecessore come maestro di Cappella. L’invito quindi è per la serata di giovedì 8 dicembre 2016 con inizio alle ore 21 nella basilica di san Fedele per gu- stare, ancora una volta, le notevoli melodie “ruschiane” attraverso l’esecuzione del Coro “In Confitendum” e dell’ organista Mattia Marelli e per rendere il doveroso omaggio a due sacerdoti-musicisti che in diocesi … e oltre “hanno lasciato un segno”. LUCIANO CAMPAGNOLI In ricordo di don Aldo Pini e don Rainoldi

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23Sabato, 3 dicembre 2016Como Cronaca

Don Luigi Guanella usava raccomandare ai suoi confratelli: «Nell’archivio …si tengano bene

ordinate le corrispondenze ed i documenti, per una facile ricerca nel bisogno».Dopo la sua scomparsa, nel 1915, don Leonardo Mazzucchi e i confratelli si impegnarono subito con grande cura a raccoglierne le memorie, gli scritti, le lettere, gli appunti, per tramandarli con fedeltà ai figli e alle figlie spirituali e in vista dell’avvio dei processi di beatificazione. L’allora vescovo di Como, mons. Alfonso Archi, con editto del 17 aprile 1923 n. 1403, ordinava a tutti i parroci della diocesi e alle singole case dei Servi della Carità e delle Figlie di S. Maria della Provvidenza «che tutti gli scritti del Servo di Dio, anche già stampati, i discorsi, le lettere, i diarii, le autobiografie, e tutto ciò che il medesimo per sé o per altrui mano ha composto, vengano dai detentori consegnati al Tribunale Ecclesiastico (indirizzandoli alla Casa Divina Provvidenza in Como) coll’indicazione per la causa Guanella».Così il 23 novembre 1928 don Giacinto Turazza, incaricato dalla Postulazione, consegnava al tribunale del processo super perquisitione scriptorum 58 operette stampate e 1010 lettere.Si era costituito in questo modo il primo, fondamentale nucleo dell’Archivio Storico guanelliano, che sarà arricchito negli anni dalle ricerche condotte sia da don Leonardo Mazzucchi e don Martino Cugnasca, sia da appassionati di storia guanelliana a noi più vicini come don Attilio Beria, don Piero Pellegrini, don Nino Minetti, Alejandro Dieguez, don Fabio Pallotta.Dopo il trasferimento nel 1971 della Casa generalizia dei Servi della Carità da Como (dove era nata) a Roma, gran parte dell’archivio della Congregazione (in particolare gli autografi e le lettere di don Luigi Guanella) rimase nella Casa Divina Provvidenza di

Memoria. Oltre 3500 lettere, documenti sull’inizio delle sue Congregazioni, una ricca documentazione fotografica... Questo e altro è custodito presso l’Opera

Como per esplicito volere di don Piero Pellegrini, dando origine così a quello che ora è l’Archivio Storico Guanelliano di Como.Don Pellegrini ne divenne il primo responsabile, gestendolo fino alla sua morte nel 2003, accompagnando l’attività di archivista con quella di attento studioso della vita e del carisma del Fondatore e della storia delle Congregazioni.Il nucleo più consistente e prezioso dell’Archivio è costituito dalle oltre 3500 lettere di don Guanella (originali, copie, trascrizioni) e circa 300 a lui indirizzate. La raccolta Guanella si apre con quella scritta da lui un mese prima dell’ordinazione sacerdotale (23 aprile 1866) e si chiude con quella datata il giorno prima di essere colpito dalla paresi che lo porterà alla morte (26 settembre 1915); in media settanta all’anno, sei al mese, nel corso di circa un lustro. Suoi corrispondenti erano specialmente i suoi sacerdoti e le sue suore, ma anche una grande varietà di persone: dai famigliari, agli amici come don Giovanni Bosco, don Michele Rua, il cardinal Andrea Carlo Ferrari, don Luigi Orione, Pio X, ai tanti nomi noti o ignoti, cardinali, nobili, sacerdoti, laici, avvocati, notai, ingegneri e persone umili. Scriveva don Piero Pellegrini: «L’epistolario di don Guanella è una testimonianza preziosa, la più interessante e realistica, dell’itinerario da lui percorso lungo le “Vie della Provvidenza”; è l’impronta da lui lasciata che ci permette di coglierlo vivo e quotidiano lungo la sua strada». Per i primi vent’anni le lettere ci mostrano don Guanella alla ricerca della sua missione specifica nella Chiesa, cercando di capire la volontà di Dio; poi, una volta scoccata l’«ora della misericordia», un tenace e instancabile apostolo di carità. Dalle lettere esce un don Guanella buon comunicatore, vivace, spontaneo; concreto ed essenziale; sincero e schietto, senza tortuosità e ambiguità, specialmente con i potenti, ma al contempo molto cordiale e profondamente umano.Periodicamente alcune di queste lettere vengono esposte nel museo

“Don Luigi Guanella” in occasione degli anniversari degli eventi o dei personaggi in esse ricordati.Nell’Archivio Storico guanelliano di Como sono inoltre conservati documenti sulla famiglia di don Guanella, sull’inizio delle sue Congregazioni (Figlie di Santa Maria della Provvidenza e Servi della Carità), su confratelli e consorelle (tra cui la beata Chiara Bosatta e il venerabile Aurelio Bacciarini) e sulle Case da lui fondate, oltre che sui processi di beatificazione e canonizzazione.Oltre alla parte documentaria, l’Archivio conserva l’Opera Omnia di Luigi Guanella, edita alla fine del secolo scorso, le Operette originali, la collana dei Saggi storici, e in più biografie, studi e tesi di laurea su temi guanelliani, la raccolta completa de La Divina Provvidenza (il periodico da lui fondato nel 1892) e degli altri periodici delle diverse Case maschili e femminili. Vi è inoltre una raccolta di oltre 2500 testi di argomento religioso, filosofico, artistico, storico generale e locale, editi dalla fine del secolo XIX ad oggi.L’Archivio Storico Guanelliano è completato da un ricco Archivio Fotografico che raccoglie circa 200 mila tra vetri, fotografie, negativi, cartoline, diapositive, immagini digitali e filmati, raccolti tra il 1866 e oggi (fruibili in parte dal sito www.gpharchive.org, realizzato grazie a un progetto co-finanziato dalla Fondazione della Comunità Comasca, dal Comune di Campione d’Italia e da privati).Spiega il direttore dell’Archivio, don Adriano Folonaro: «Ogni archivio è uno scrigno che conserva e ci tramanda la memoria della nostra storia, di chi ci ha preceduti. Una memoria che deve diventare criterio di valutazione di quanto accade qui e ora, una memoria che ci insegna anche a lasciare, senza rimpianti, ciò che deve essere lasciato e a conservare quanto deve essere conservato. Ad un archivio ci si deve accostare per attingere sapienza, maestra di vita».Per informazione e consultazione: don Adriano Folonaro, tel. 031.296894; 333.3598816; e-mail: [email protected].

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L’Archivio Storico Guanelliano

Dopo la sua scomparsa, nel 1915, don Leonardo Mazzucchi e i confratelli si impegnarono subito con grande cura a raccoglierne le memorie, gli scritti, le lettere, gli appunti, per tramandarli con fedeltà ai figli e alle figlie spirituali e in vista dell’avvio dei processi di beatificazione.

■ Elevazione spirituale giovedì 8 dicembre, alle ore 21, nella la Basilica di S. Fedele

Nel prossimo 2017 ricorreranno i 30 anni della pre-matura scomparsa di don Aldo Pini che fu tra l’altro vicario parrocchiale in san Fedele (Como) dal 1965 al

1971 e in quel periodo, oltre che “avere lasciato un segno” come sacerdote, ne ha lasciato uno altrettanto grande co-me musicista. Si deve infatti a don Aldo la piena rinascita della Cappella Musicale di san Fedele e del suo coro, che grazie alla preparazione e bravura di don Pini, insigne mu-sicista, raggiunse vertici artistici non indifferenti, culmina-ti con concerti tenuti un po’ ovunque in Italia e in Svizzera.Per un doveroso omaggio alla figura di un altro insigne musicista, don Felice Rainoldi, il gruppo corale “In Con-fitetum”, diretto da Franco Caccia con all’organo Mattia Marelli, ha voluto riproporre in una Elevazione Spiritua-le l’opera e l’arte di un grande musicista comasco del 600: Francesco Spagnoli detto il Rusca.Francesco Spagnoli Rusca ha molti legami con la parroc-

chia di san Fedele; fu infatti (oltre che del Duomo) anche maestro di Cappella della collegiata di san Fedele e della Cappella del SS. Entierro presso la chiesa del “Gesù”, inol-tre risiedeva in parrocchia di san Donnino (oggi san Fede-le) e alla sua morte fu sepolto in quella prepositurale.Il Coro di san Fedele diretto da don Pini fu tra i primi a riproporre musiche del Rusca tra le quali ricordiamo la “Missa Brevis”, il “Magnificat”, il salmo “Laudate Pueri”, l’antifona mariana “Regina Coeli” e altre ancora; molte volte quindi nel corso dei secoli le note musicali del Rusca hanno risuonato sotto le volte della basilica di san Fedele in un rapporto tra la parrocchia e il compositore che dura da secoli.Ecco perché la Cappella Musicale di san Fedele e la par-rocchia hanno pensato di ricordare in una serata di mu-sica (verranno eseguiti salmi, mottetti e brani organistici trascritti in versione moderna da don Felice Rainoldi nel

periodo in cui ricoprì l’incarico, come successore del Ru-sca, di maestro di Cappella della nostra Cattedrale) due sacerdoti musicisti, peraltro amici e collaboratori, (si ricor-da in basilica la prima esecuzione della “Messa Popolo di Dio” a cura del coro di san Fedele diretto da don Pini di cui si conserva lo spartito con dedica autografa di don Rainol-di al “Coro della basilica di san Fedele in Como”) attraver-so le musiche di un autore che fu loro predecessore come maestro di Cappella.L’invito quindi è per la serata di giovedì 8 dicembre 2016 con inizio alle ore 21 nella basilica di san Fedele per gu-stare, ancora una volta, le notevoli melodie “ruschiane” attraverso l’esecuzione del Coro “In Confitendum” e dell’ organista Mattia Marelli e per rendere il doveroso omaggio a due sacerdoti-musicisti che in diocesi … e oltre “hanno lasciato un segno”.

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In ricordo di don Aldo Pini e don Rainoldi