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STORIA VENETA n° 20 anno V – febbraio2013 ricerca effettuata da Alberto Lonigo Achille De Zigno vestito da ricercatore di geologia e paleontologia.

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STORIA VENETA n° 20 anno V – febbraio2013

ricerca effettuata da Alberto Lonigo

Achille De Zigno vestito da ricercatore di geologia e paleontologia.

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Convegno per il Bicentenario della nascita di Achille De Zigno

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Marco De zigno conoscerà a Venezia una nobile irlandese, Lady Maria Creagh Maguire figlia di Ugo Maguire of Tempo dei Principi e Dinasti di Fermanagh, Pari d' Irlanda e Conti del S.R. Impe­ro. La madre era Febe Creagh Macnamara e Ger­me dei Re d'Irlanda, discendente da Enrico Il . Re d'Inghilterra . Maria Maguire si rivelerà una figu ­ra fondamentale nella vita della fa miglia ed avrà una particolare positiva influenza sulla forma­zione del figlio Achille, Nata nel maestoso castello sul lago di Erna, nella Contea di Fermanagh in Irlanda, come ci raccon-

tichità di questi luoghi e veniva praticato soprat­tutto da giovan i inglesi e francesi che coglieva no l'occasione per acquistare, certo secondo le pro­prie possibilità, ricordi od opere d'arte, per stu­diare gli antichi modelli classici o semplicemente per visitare le meravigliose ci ttà di Ercolano e Pompei da poco riscoperte. Meta inderogabile di questi viaggi era la ci ttà di Roma con i suoi monumenti classici. ma anche la Sicilia con i suoi tempi i. Venezia ed il Veneto con le opere di Palladio e le sue stupende ville neo­classiche che entrarono da allora nel cuore del

Ntlla pagina precedeme:

Disegno di fossile (particolare) tratto da: MFlord Fossilis Formd!ionis Oo/ichicae - Le pian/e fossUi del/'Dolit! deserit(e ed illustrale dal Barone Achille De ZignoM. VoI. 11 . Tip. del Seminario. 1873-85. Padova.

e gli studi di uno scienziato padovano dell'BOO

ta Alberto De Zigno, parlando della nonna in un suo breve scrino, (bibl. n. 7) era venuta in Italia casualmente per un "grand tour" accompagnata da una coppia di zi i. un po' per il piacere di que­Sto viaggio, molto di moda tra gli inglesi del tem­po, ed un po' per sfuggire i venti di guerra e la violenza che anche allora travagliavano la sua tanto amata Irlanda. Solitamente il "grand tour" nei paesi d'Europa

era effettuato per piacere e per studio ed offriva la possibili tà di conoscere la cultu ra, l'a rte, l'an-

mondo anglosassone, che ne fu ampiamente contagiato tanto da arrivare ad esportare questo stile fin negli Stati Uniti. Da quanto detto si comprenderà meglio come le case della famiglia De Zigno diventarono un punto di riferimento culturale e mondano grazie ai proprietari Marco e Maria Maguyre De Zigno da cui Achille nascerà il 14 gen naio 1813; egli fi­glio unico sposerà Adelaide-Drusilla, figlia del Conte Giordano Emo Capodilista e della Contessa Lucia Maldura, il 22 febbraio 1848.

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Da sinistra: Ritratto di Maria Maguire De Zigno con il piccolo Achille nel curioso abbigliamento usatO per anche per bambini in quell'epoca.

Lorenzo Lonigo genero di De Zigno alla MCertosa M di Vigodarzere.

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I legami tra la famiglia De Zigno e la casa d'Au­stria saranno rinsaldati dal matrimonio di una delle numerose sorelle di Adelaide, Emma Emo Capodilista, già Dama di Palazzo dell' Imperatri­ce, celebrato il16 maggio 1858 nella cappella im­periale di Vienna con il Conte Hans Wilczech Ba­rone di Hultschin e Gutenland, Da loro nasceran­no Hans, quindi Elise coniugata al conte Kinsky e la sorella Marie a sua volta maritata con un al­tro fratello Kinsky, La famiglia era proprietaria a Vigodarzere, nei dintorni di Padova, di un bellissima Villa detta "La Cerrosa", ata come convento certosino nel

Ritratto ad acquerello di Achille 1554. la sua costruzione mai completata durò De Zigno, anni: il direttore dei lavori fu Andrea Moroni, ar­

chitetto artefice della Basilica di Santa Giustina in Padova, A lui probabilmente succedette l'al­trettanto famoso Andrea da Valle, L'utilizzo da parte dei Certosini si prolungò fino al settembre del 1768, quando la Serenissima dichiarava sop­presse le comunità monastiche aventi meno di dodici membri e ne incamerava i beni. Antonio De Zigno nel 1770 acquistò la struttura che tuttora appartiene ai discendenti della fami­glia, destinandola a casa di villeggiatura e fa­ccendola divenire punto di riferimento per quan­ti. parenti, intellettuali e amici. venivano a trova­re i De Zigno e ne gustavano l'ospitalità, Alla Certosa, sotto la direzione di Maria Maguire moglie di Marco de Zigno, "venne piantaro il ma­gnjfico parco in srile inglese" completato con uno stupendo viale di tigli che dall'argine del fiume Brenta portava all'ingresso della residenza, In quesrelegantee tranquilla dimora gli ospiti furo­no sempre numerosi ed importanti. come ci nar­rano le cronache, e tra i tanti il poeta e scrittore inglese Lord Byron, vissuto nel Veneto tra il 1817 ed il 1820, quindi Lord Guilford, fondatore dell'Università di Corfù, ed il drammaturgo e poeta veronese Ippolito Pindemonte, amico di Foscolo che gli dedicò i "I Sepolcri", eche per anni fu legato alla scrittrice ed animatrice di un famo, so salotto letterario, Isabella Teotochi A1brizzi. Vi furono ospitati il Generale Bernadotte e Fuchet. il colonnello Barone O'Hara, il Principe Hohen­lohe, il generale Barone D'Aspre, Lord Talbot de Malahide, il generale Lamarmora e molti altri ar­tisti e prelati. Isabella Teotochi Albrizzi. in un libretto da lei scritto che ebbe grande fortuna e diverse edizioni

Palazzo De Zigno in Stra· intitolato "Ritratti". farà un "affresco" anonimo Maggiore, ora Via Dante, di Lady Maguire, ma chiaramente attribuibile

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con un ritratto ed un elogio alle doti della dolcis­sima baronessa, Oltre alla "Certosa" i De Zigno possedevano in Padova, all'inizio di "Srrà Maggiore", poi "VÙl

Danre", un imponente palazzo, Sull 'area della costruzione anticamente c'era un vecchio edifi­cio detto "Lo Stallolle", forse le scuderie della Reggia carrarese, trasformato nel '600 in un tea, tro da parte di una delle tante Accademie che al, lora fiorivano in Padova, In quel rudimentale tearro nel maggio del 1691 si rappresentò un'o, pera musicale, "1IMaurizio · , equesta fu la prima opera del genere rappresentata a Padova, Quando il teatro fu distrutto da un incendio, sul, la sua area sorse il palazzo De Zigno realizzato nel 1778 da Bernardino Maccarucci con un su' perbo scalone che sale da un atrio grandioso, af, frescato dall'artista veneziano Pietro Novelli. C'è memoria che i saloni del palazzo erano arricchiti da importanti dipinti del Longhi. del Correggio e del Sassoferrato, Da Achille ed Adelaide Emo Capodilista nasce­ranno sei figli: Maria che andrà in sposa il 26 aprile 1870 al Conte Girolamo Bernini di Verona,

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poi Alberto (1852-1936) ufficiale nei Lancieri Vittorio Emanuele, che sposerà Luisa Giglioli. quindi Lucia maritata al Conte Anton io De Laza­ra Pisani Zusto, ancora Federico (1858-1910) che sposerà Flavia Malaspina e diverrà anch'egli Ufficiale di Cavalleria ed il fratello Giovanni che sposerà Emma Maluta. Infine Emma-Margherita nata il 23 maggio 1869 che sposerà il Nobile Lo­renzo Lonigo. Questa era la famiglia da cui proveniva Achille De zigno di cui ora approfondiremo la figura (bibl. n. 29) considerando che egli fu. come ve­dremo, un personaggio veramente di grande le­vatura , in fatti riuscì grazie alla sua formazione fam iliare ed alla sua cultura ad emergere in tutti i settori , ma soprattutto nella Pubblica Ammini­strazione e nelle Scienze Paleontologiche. Egli aveva avuto un'istruzione familia re, venne educato privatamente, essendo la consuetudine di quei tempi. in molteplici discipline ed appro­fondendo lo studio di diverse lingue che parlava e scrive,::a correttamente, dedicandosi alle allora tradizionali attività sportive maschili quali l'e­quitazione e soprattutto la scherma, che rimarrà negli anni una disciplina da lui particolarmente sentita e praticata. "Siccome poi manffestò,fin dai pn'mi anni, - ri -

corda l'Omboni (bibl. n. 29) -molta inclinazione allo studio delle cose naturali, cosi vi.fu incorag­giato ed anche aiutato dalla madre (Lady Magui­re De Zigno) la quale. essendo una donna coltissi­ma, lo iniziò nello srudio delle erbe e delle piante, specialmente in due viagg!Jatti da tutta laJami­glia in Svizzera e in Italia, con una lunga pem/a­nenza a Firenze; e cosi s i svl1uppò in lui quello spi­nto di osservazione e di analisi scient!fica, che pOI: cresciuto sempre più, lo condusse nell'età matura a sedere.fra ipiù insigni naruralisti". In quei viaggi cominciò anche a scrivere quasi per divertimento. in italiano, in francese e in in­glese, dissertazioni sopra argomenti scientifici; in un "Diario" autobiografico, (che poi continuò a scrivere per tutta la vi ta) inserì delle interessan­ti annotazioni scientifiche, delle osservazioni in­torno alle cose belle della natura e dell'arte; e venne a conoscere personaggi illustri. italiani e foresti eri. coi quali si conservò poi sempre in re­lazione, con molta utilità per i suoi studi. Nel 1833, smessi dalla famiglia i viaggi e ripresa stabile dimora a Padova ed in campagna , per oc­cupa rsi degli affa ri domestici e campestri. si die­de allo studio dell'agricoltura , ma non tralasciò quello della botanica, facendo gite ed escursioni per raccogliere piante, specialmente crittogame, e studiando queste scientifica mente. Risultato di questo studio fu un catalogo pubblicato sul finire di quell'anno, e intitolato "Plamae cryptogamae in Provincia Paravina huclisque observatae". Sarà grazie a questo primo lavoro, realizzato a soli vent'anni. che egli verrà accolto nella "Acca­demia delle Scienze di Padova" istituzione presti ­giosa che a sua volta godrà negli anni per la fidu ­cia in lui riposta, in quanto riceverà lustro dai numerosi successi che De Zigno otterrà in cam po scientifico. Dobbiamo tener presente che i suoi impegni isti-

A sinistra: la figlia baronessa Emma Lonigo.

Sopra: la moglie contessa Adelaide Emo Capodilista.

Stemmi delle rispettive famiglie per il matrimonio del Nobile Francesco Lorenzo Lonigo con la baronessa Emma De Zigno.

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Immagini di sua mano dell'opera : "Sull'Uredinea che in

quest'anno invase il frumento in più luoghi della provincie venere ~,

1862.

Carta di Ricevimento (fronte e retro) per la quarta riunione "De' naturalisti. medici ed alrri scienziati" tenut~i a Padova

nel 1842.

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... • ..

tuzionali e la partecipazione alla vi ta pubblica, che vedremo corrispondere ad anni cruciali del nostro Risorgimento, furono particolarmente difficili anche per la città di Padova e per tutto il Veneto. Si ebbe infatti una situazione particola­re in quanto nel giro di pochi decenni dall'inizio dell'800 fino agli anni 60 si verificarono grandi rivolgimenti politici con un alternarsi di governi, accompagnati naturalmente da atteggiamenti

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passionali ed ardenti da parte di chi era soddi· sfano o meno nelle sue aspettative per tali camo biamenti repentini . Come abbiamo avuto modo infatti di ri levare in altra occasione (bibl. n. 30) il Veneto veniva da un Governo. quello della Serenissima. che per se· coli aveva dalO giustizia e benessere alle sue gen· ti. quindi aveva dovuto subire l'invasione del Bo· napane in una scia, ancora tutta da scrivere. di violenze e di ruberie. ed infine era giunto al Go· vernoAustriaco. premessa di quello nazionale. Si comprende chiaramente quindi come. gestire la cosa pubblica in anni siffatti non fu certo fa cile per Achille De Zigno. Nel 1838 egli verrà nominato Assessore Munici· pale per la Regia Cinà di Padova, carica confero matagli perquamo volte, quindi venne eletto Po· destà nell 'anno 1846 e. secondo consuetudine, con nomina dell'Imperatore su di una terna pro· posta dal Consiglio Comunale. Il suo inca rico podestarile venne riconfermato per dieci anni. nel corso dei quali riuscì a realiz· zare diverse iniziative concrete ed utili per mi­gliorare la vita dei padovani. innanzituno com· pletando l'illuminazione a gas per tuna la città, quindi riorganizzando il Corpo dei Pompieri au· mentandone organico e dotazione e migliorando molto la viabilità interna. Tutte iniziative che, in considerazione dei tem pi, erano di grande impe· gno ed importanza. Riusci inoltre, con grande sodisfazione dei con· cittadini. ci riporta no le cronache, a far realizzare la Barriera di Porta Coda lunga, creando con ciò un elegante e comodo accesso al centro della città ed il suo collegamento con la neonata fe rrovia.

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De Zigno. inoltre, durante la carica, oltre al vena­le ma importante risultato di riuscire ad azzerare tutti i pregressi debiti del Comune, fu promotore di molte iniziative strettamente culturali, favo­rendo la ricostruzione documentata dell'elenco di tutti i Podestà di Padova dal 1200 in poi ed am­pliando la Biblioteca e l 'Archivio Civico antico. Ma il più grande merito, sotto il profilo storico e culturale, fu la fondaz ione del Museo Civico Pa­dovano, di cui parleremo più oltre. Dopo lunghi periodi di tensione tra la rappresen­tanza civile e militare del Governo austriaco da un lato e cittadini e studenti padovani dall'altro, e nonostante i reiterati tentativi di pacificazione portati avanti dal f.f. di Rettore Magnifico profes­sor Racchetti e dal Podestà De Zigno, 1'8 febbraio del 1848 vi furono degli scontri sanguinosi at­torno al Caffè Pedrocchi. Purtroppo questo san­gue versato inutilmente segnerà un solco di odio e di incomprensione irreversibile per tutti gli an­ni seguenti . 11 24 marzo successivo, a seguito delle insurre­zioni di Venezia e Vicenza e dopo che nei giorni precedenti c'erano stati altri diversi incontri di mediazione tra il Podestà , che guidava la delega­zione municipale ed il generale d'Aspre coman­dante della guarnigione austriaca, per sondare le intenzioni di quest'ultimo, improwisamente nel pomeriggio le truppe iniziarono l'uscita dalla cit­tà. 11 generale stesso aveva inviato una comuni­cazione scritta al municipio di questo tenore (bibl. n. ;;3): "Aweno quesca Congregazione che la rmppa qui scazionaca pane per un 'alrra desrinazione. La brevirà del (empo non perme{{endo di rrasponare seco ({{({O il bagaglio, bisogna deposicarne qui gran pane. L'Ospedale milicare e le necessarie

persone per la cura resrano qui. AIl'lIInanirà del Municipio raccomando caldamenee la w(ela di ques(i irifermi, e alla probi(à e compiacenza canee vol(e a me provaca, la sicurezza di ru{{O i/ deposi­(O qui lascia(o. lneeresso pure la sua compiacen­za pel pronw somminis(ramenw dei più necessa­n' mezzi di (raspono, da comenrarsi(?) coll'l.R. Comando di ci((à ed in cooperazione della guar­dia civica, onde evirare qualunque disordine. Se­condo il già concercaw, deSidero che siano dispo­sci dei membri della guardia civica per accompa­gnare le (mppe, per evicare il disordine ed ognifu­nes ca conseguenza che per la ci((à ne po(rebbe de­n·vare. Se qualche ora pnina della panenza sifer­merà momencaneamenee i/ passaggio dalle pone e dalla s(radaJeffaca. sarà solamenee per misura prescri((a dalla precauzione mi/icare, e prego di (ranquillizzare i/ pubblico che po(rebbe conside­rarlo un arlO di osrilirà, il quale non è cercamenee il nosrro pensiero, purchè non venga provocalo dalla pane del civile". Ed arrivato a cinque ch ilometri fuori Padova il d'Aspre invierà questa lettera personale al De Zi­gno (bibl. n. 33). "Je vous ai écril qffìciellemenr relalivemenr aux bagages qui.furene laissés à padoue. Je ne doule nullemenl que le recard apponé à laJournirure des chevaux n'a pour cause que le manque de lemps. Celle-ci n 'a pas pour oi?!er une répéririon de ma demande qffìcielle, maj'ai voulu vous Q'­

pnmer encore uneJois cheje n 'oublierai pas les procédés amicales quej'ai eprouvés a Padoue er que dans rOUles les circoscances ce sera ma plus agréable occuparion de vous rèmoigner combien

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Elenco dei Podesta di Padova con i relativi stemmi (particolare). tano redigere da De Zigno. in cui appare nel 1931 anche quello del genero Francesco Lorenzo Lonigo.

In una foto dei primi anni del "900. via 8 Febbraio e il Caffè Pedrocchi a Padova. luogo dello scontro tra studenti e guarnigione austriaca nel 1848. A sinistra si nota redificio esistente prima della costruzione delrauuale municipio con le lapidi dei caduti.

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Il (onte Andrea Cittadella Vigodarzere (1804·1870). Fu

(omandante della Guardi Civica. Podestà di Padova e Senatore.

Eybl fran, (1806·1880). -Ri[ra[[o diJuNus \IOn Haynau-.

litografia. Budapest History Museum.

j)l suis sensible .. meme aumomenr de mon déparr je n 'ai éprouvé que cordialiré. Veuillez eroire que mes seneimenes resecrone ina/térables et agréez l'assurance de ma haure considérarioll. Brenre/ledi Sopra 24 Mars 1848". Per capire l'importanza cruciale che ebbe la me­diazione del Podestà in questa circostanza è da te­ner preseme quamo scrive il Gloria (bibl. n. 22) "Si calcola che la guamigione (austriaca)jòsse di cir­ca 5000 uomini. (l/{(isrranienJonidiarcigliena e cavalleria. Uscì dalla ci{(à in due colonne, una da pona Codalunga (oggi barriera Mazzini) agli ordi­ni de/ generale Wimllfen; l'alcra da Parca S. Gio­vanni agli ordini del D'Aspre. Percorsa la scrada di circolwallazione, le due colonne si liunirono.foon· porca Savonarola, donde proseguirono per Vicen­za. Nell'uscire.fitrono visci soldaci piangenci e il D'Aspre mesco, pallido e coscemaco ". A frame di queste forze militari. risemite peraltro di doversi riti rare senza colpo ferire, c'erano sola­me me 700 tra borghesi. studenti universitari e comadini peraltro molto determinati ad uno scontro, ma a parte la disparilà numerica e la mancanza di qualsiasi preparazione essi. rac­conta sempre il Solitro (bi bI. n. 33) erano armati si mbolicameme, in quanto perlopiù si erano im­possessati di quamo c'era nell'armeria del castel­lo del Catajo (!) e quindi si trattava di lame me­dioevali. fucili da caccia o addirittura di sempl ici attrezzi da campagna. De Zigno. trova ndosi a gestire una situa­zione difficilissima per la sua città, l'af­frontò nel modo migliore possibile, così come farà per tutto il suo man-dato podestarile, contando sia sul-le relazioni sociali che la famiglia aveva con le persone più impor­tami di Vienna e del Veneto sia sul suo indiscusso prestigio umano e scientifico. L'insurrezione popolare che nel marzo del '48 aveva coin­volto Venezia. Padova e Vicen­za, comportò la creazione di un "Comicaco prowisorio di­panimenrale di Padova" e le sue dimissioni dalla ca rica. ma egualmente nella primavera dello stesso anno egli conti­nuerà a esporsi personalmente in diverse circostanze per evi­lare atti di violenza, appog-

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giando nel suo operato l'amico conte And rea Cit­tadella Vigodarzere che aveva assunto il coman­do della Guardia Civica, e tutto questo per evitare ritorsioni e saccheggi. anche perché già era ormai prevedibile e prossimo il ritorno degli Austriaci. Il patriota Carlo Leoni era rimasto come unico membro del "Comicaco Civico" (bibl. 26), ed una delegazione di cui ch iaramente egli faceva pane, si recò dal Barone per invi tarlo a riprendere il suo incarico di Podestà (bibl. 22) come ci ricorda un resoconto anonimo ma molto ben documentato. "Ecco l'opera di una depucazione all'o{(imo Pode­scà Zigno. e poiché alcuno degli Assessori era as· sente. alcun a/{ro occupatissimo comeaiutanceal Colonnello dc/la Guardia Nazionale, così la depu­tazione rivolgevasi ad Anmnio Vencurini e aGio. Bauisra Valvason', che di molca civile pradenza e di saggia amministrazione avevano date in temo pi dflficilissimi prove non dubbie, e li pregava di acceuare le.fimzioni diAssessori, quando le lega­li praciche siJossero compiure. La Delegazione Provinciale annunziava il ripnscino del Munici­pio, e la cessazione del Comicaro . ... Alle 4 anc. cir­ca del 14 il Podescà Zigno nceve{(e leuera da S.E. H Tenence Maresciallo D'Aspre che lo invicava a presencarsi cogli Assessori alle pone: aveva già

Jorce crappa con sé. Andò il Podescà cogli Asses­sori e con alcuni alcri ci{(adini da lui espressa­mence e sul momenco invicaci. La cruppa encrò si-

lenziosa". Ancora in questo delicato fra ngente egli si

adopererà riuscendo ad ottenere vari positi­vi risultanti sempre grazie al suo presti­

gio ed alla diplomazia. che certo non gli faceva difetto, di fronte al ritor­

no a Padova degli Aust riaci che volevano rifarsi dell'umiliazio­ne subita. Grazie a lui potè espa­triare il patriota e letterato conte Carlo Leoni. di cui il generale D'Aspre aveva ordi nato l'arre­sto. Ebbe garanzia dalle autorità che nessu no sarebbe stato per· seguito per l'insurrezione del '48 e che non avrebbero chiesto alla città la ventilata e pesantis­sima tassa di guerra. anzi riusà a far an nullare la multa di qua­rantamila fiorini che il generale Haynau aveva già inflitto a Pa­dova. Oltre poi alla positiva riconfer-

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ma della Guardia Nazionale, fu anche evitata la leva circoscrizionale tra i giovani padovani. mi­sura mollO temUla dalla popolazione e nel timore della quale già molt i erano fuggiti dalla città. A sancire questi prowedimenti venne diffuso un manifesto che riponiamo (bibl. n. 22).

"N,2003. La Congregazione Municipale - Pado­l'a li 14 Giugno 1848 - Awiso Per disposizione di S.E. il sig. Tenente marescial­lo d'Aspre Comandante delle rmppe ausmache, porrara da Decreto della Delegazione Diparrimen­tale N. 3240 del giorno d'oggi. è conservata iii ql/esra Ci{{à la Guardia Nazionale nel suo nume­ro. stato. e condizione aUliale. Fuori dal regolare armamentO di essa Guardia. a nessuno è permesso di esserearmaro; ed a ralfine anzi {aui i C[{(adilli sono awerritidi dover porra­re immediatamente le Armi che possedono. e con­segnarleal deposito presso il Comando. Si nriene che ognuno si presterà docilmeme a rale nchla­ma. onde evitare le piti ngorose conseguenze alle quali andrebbe ad esponersi.

Il Podestà Zigno Il Scgrerario A. Macoppe"

Sei 1850, probabi lmente col desiderio di IOrnare a lempo pieno alle sue amate ricerche scientifi­che. De Zigno darà le dimissioni da Podestà. di­missioni che saranno acceuate. ma poi verrà ri ­confermalO sino al 1857. II 17 luglio del 1851. racconta il Gloria (bibl. n. 22) "visitò il Palazzo della Ragione Don Carlos. 11J1ante di Spagna colla propna Consorre. Tre o quattro persone lo seguivano (ra cui il Barone Fi­ni delegato di Padova e il Podestà De Zigno. Si compiacque di vedere quell'immenso ed!fìzio e di esaminare le due bolle di canonizzazione di S. Francesco e di S. Antonio. che per ordine dello stesso Podestà gli Q/Jersi nel sorrire dallo stesso poi azza, non avendo egli pO{U{O ascendere nel mio archivio antico per istanchezza e zoppica­mento di una gamba". li Consiglio Comunale. evidentemente riconoscen­te per il lavoro che in tanti anni cruciali aveva svollo. lo eleggerà a grande maggioranza di VOli. DeputalO della Congregazione Centrale Veneta per la città di Padova. e di conseguenza egli poco tempo dopo lascerà il suo incarico di Podestà. 'Con man!festo del 28 dicembre 1856 - scrive il Solitro (bib l. n. 33) - la CongregazioneMunicipo­le di Padova. rappresentata dal podestà Nob. Achille De Zigno. G. Estense Selvatico, B. Maldu-

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Ta. A. Brisighella. e F. Fern', annunciava ai ciua· dilli il prossimo :!allstissùno" avvenùncnro della visita dell'Imperatore con l'augusta consorte. e dava le disposizioni necessarie perché le acca­glienzefossero degne degli ospiti e della ci{{à". Le accoglienze che verranno riservate all'lmpera­tere nella sua visita da pane del Podestà saranno particolarmen[e spellacolari e non mancheranno negli anni a venire le critiche per il costo ed il ca­lore delle stesse. Ma è da tener presente, come ben sapeva De Zigno. che per l'occasione un'am­nistia aveva liberato senanta derenmi politici [ra cui il patriota Alberto cavalletto. e quindi il geslO andava lenUlO presente. accogliendo i Sovrani in visita a Padova nel migliore dei modi. Come ve­dremo questo aneggiamento diplomatico ed al tempo stesso riconoscente ponerà ahri vantaggi a tliua la città.

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Ringraziamento al Podestà di Padova per ra((oglienza riselVata aU'lnfante di Spagna nell S51.

Un'immagine del Viale Codalunga nella seconda metà delr 'SOD. In fondo alla via è visibile la Pona di Barriera Codalunga.

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Una vecchia stampa di Palazzo Foscari abbattuto nel 1820, che

sorgeva sui resti dell 'Arena Romana, e di cui faceva parte la

Cappella degli Scrovegni (alla destra dell 'immagine).

Da: ~Cenni srorici sulle Famiglie di Padova f. .T . Minerva Ed ..

Padova. 1842.

"II 3 gennaio (era di sabaco) - continua il Solitro (bibl. n. 33) - alle ore IO del marrino provenienci da Venezia con apposiro creno, - ricevuti dal Po­destà e dalle autorità - Francesco Giuseppe e l 'lmperacrice Elisaberra, in carrozza digala. con splendido accompagnamenro, per porra Codalun­ga (oggi barriera Mazzini), percorrendo Ponre Molin, Scrà Maggiore, Piazza dei Signori, Debice, Piazza Erbe, San Canziano, Servi e Spin'ro Sanco, scendevano al palazzo dei conci Papqfava ". L'Imperatore era in divisa da generale, mentre l'Imperatrice vestiva di lutto per la recente morte della Vice Regina Elisabetta Savoia-Carignano, sorella del Re Carlo Alberto, Furono due giorni di feste e tripudi. come raccon­tano le cronache, con una splendida illuminazio­ne del Salone con palloncini a due colori. con un risultato bellissimo che lo rendeva quasi traspa­rente, qu indi l'illuminazione a gas dell'orologio in Piazza dei Signori. archi di trionfo lungo le strade principali ed un pranzo di ga la alloro arri­vo presenti le autorità civiche, docenti dell'Uni­versi tà e rappresentanze militari. La sera infine uno spettacolo al Teatro Nuovo, oggi Teatro Ver­di, vanto della città e di cui De Zigno era Consi­gliere, con la facciata anch'essa decorata ed illu­minata, accolse la coppia Imperiale. Quindi il giorno successivo i sovrani. accompa­gnati come sempre dal Podestà, si recarono a vi­sitare l'Università ed altri monumenti cittadini: poi come ci raccontano (bibl. n. 26) "a ore I po­mendiane il reggimenro degli Ussan' dicde ali 'Im-

lO

peracore un Carosello in Praco Della Valle.fra mol­co concorso di popolo". Fu proprio in quella giornata che De Zigno chiese ed ottenne l'autorizzazione, confermata la sera stessa da parte dell'Imperatore, a far con nuire nel nascente Museo Civico tutt i i quadri delle Cor­porazioni soppresse con Napoleone, provenienti appunto da tali enti: opere queste che fino ad al­lora erano state di proprietà del Demanio, In quel giorno un nuovo sontuoso banchetto a casa Papa fava concluderà la giornata, e l'indo­mani l'Imperatore rientrerà a Vienna. Come membro del Consiglio di Stato (Reichratte) nel 1858 si recò a Vien na, ove assistette pure al­le nozze della cognata Emma EOlO Capodilista, Dama di Corte dell'Arciduchessa Sofia, madre dell'Imperatore Francesco Giuseppe, con il con­te Hans Wilczech. Nell'aprile di quell'anno il Podestà poté inaugu­ra re la Pinacoteca Civica e la ristrutturata Biblio­teca, progetto a cu i teneva in modo particolare e che fu reso possibile dalla competenza e dall'ap­porto del "cancellisra" e poi Di rettore del Museo Andrea Gloria. nonchè dall 'acqu isto delle raccol­te di Antonio Piazza e di Polcastro, Tra l'altro il Museo stesso si svilu ppò velocemente proprio per l'invito, che il sottoscritto in passato ha POtu­to visionare, rivolto dall'Amministrazione Pode­starile a tutte le famiglie abbienti affinché confe­rissero un quadro od un oggetto alla nascente Istituzione, Evidentemente non mancava il sen­so civico e l'amore per l'arre e la cultura dei pado­vani come dimostra anche il fano che la possibili­tà per noi di vedere la stupenda cappella degli Scrovegni oggigiorno, è grazie all'interessamen­to di Andrea Gloria che, dopo l'abbattimento del contiguo palazzo, si oppose alla distruzione di quest'opera meravigliosa ed ottenne che la Cap· pella fosse risparmiata. La nobile iniziativa di far concorrere i concittadi­ni alla creazione del Museo Civico è documentata ancor oggi dall'elenco dei donatori esistente presso il Museo stesso, ed avrà un seguito nel 1864 con il lascito della prestigiosa quadreria di ben 543 tele. da parte del Conte Leona rdo EOlO Capodilista. Si tratta, per ben comprenderne l'im­portanza, della maggiore collezione privata, do­po quella "Borghese" di Roma, giunta integra fi ­no ai giorni nostri. A questa, dopo diverse altre importanti donazioni. si aggiungerà nel 1968 quella della Contessa Giu­lia Giusti del Giardino, nata Bianchini D'Alberigo,

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che con splendido gesto lascerà in legato testa­mentario al complesso museale di Padova la "Loggia e l'Odeo Comaro" esempio mirabile dell'architettura padovana del '500, Per fortuna tra tanti impegnativi rrangenti non mancava chi sapeva trattare con ironia anche gli argomenti più seri. ed a tal proposito sul no­stro MpersonaggioM vogliamo fiponare una spiri­tosa rima del poeta arcade Dameta Luciano (bibl. 19) che nel 1862 così si esprimeva nella sua, ' Cn'rica delle lodi de Padoa e deipadoani vivenri',

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el 1860 Le Deputazioni Provinciali e la Centrale lo elessero a Deputato rappresentante le Provincie Venete presso il Consiglio dell'Impero in Vienna.

aturalmente negli anni successivi egli verrà cri­ticato da alcuni per i suoi trascorsi e per gli inca­richi avuti con il Governo Austriaco. persone che in realtà non conosceva no i suoi sentimenti di italiani tà né il suo profondo senso dell'onore che gli imponeva, falla un giuramento di fedeltà, di nspellarlo. Ma, sia pur amareggiaLO, Achi lle De Zigno dal '57 era tornato a dedicarsi appieno alla sua passione scientifica , che aveva trascurato negli anni passati. forse intuendo che presto avrebbe avuto la sua rivincita morale. A proposito dei suoi detrattori. così scriverà la fi­glia Em ma nel proprio diario, "Ne! 1866 dopo il n'romo degli ,'[aliani nel Venero, mio padre che in­giustamente era un poco inviso ai nuovi gover­nanti per essere stato Podestà SO{(O l'Ausrn'a./u consigliato di deiTarsi in campagna e così andò con nata laJamiglia nella sua vii/a di Certosa. Pe­rò poco rempo dopo gli.fu resagiusrizia per la sua irrcprensibi/e condotta durante la dominazione austnaca e.fil richiamaloa Padova e ncevulOcon rllrtigli onon'". Sarà solo molti anni dopo, nel 1882 che il Sinda­co di Padova. Antonio Tolomei. gli invierà un bi­glieno di stima e ri conoscenza confermando la bontà del suo operato negli anni difficil i del suo mandato podestarile con queste parole, "Superbo di poter testimoniare esempi dlJemlezza e virtlÌ

conCilladina, taneo più splendidi quanto meno vantari. 22.6.82' e di sua mano egli così com­menterà "Quando si scava preparando l'Esposi­zione n'guardante il Risorgimento Italiano, il Sin­daco di Padova Comm. Anf." Dr. Tolome/~ avendo esaminati gli aui d"!lficio de! 1848-49, quando io era Podesrà di Padova, colpiro dall'evidenza dei

Jarti, m!.fece renere quesro viglierro, con le espres­Sioni le più lusinghiere scn'ue di suo pugno". Ma già prima di quella data Achille De Zigno ave­va avutO soddisfazione dai suoi conciuadini. Il Galletto (bibl. 21 ), autore di un bellissimo volu­me su i personaggi padovani dell'800, ci riferisce di come i maggiorenti del Comune di Vigodarze­re,località vicino a Padova riunitisi, decisero che proprio il Barone De Zigno potesse essere il più indicato a venir proposto come Sindaco per le eie­zioni del 1872. Si cercava un personaggio che "deve essere ga­lantuomo. benemerito verso gli abitanti, propn'e­rana in Vigodarzere, lIivere o soggiornare nel Ca­mune, recare prestigio per valore personale". Ma i dubbi su lla sua accettazione erano molti. Così sempre l'autOre succitato in un gustoso e gra­devole MaffrescoM racconta l' incontro di cui ripor­tiamo alcuni passaggi, ritenendolo veramente in­teressante, in quanto rappresenta lo spaccaro di un mondo ed uno "stile" ormai quasi scomparso.

Il

Monumento dedicato ad Antonio l olomei (1839-1888). Padova, Giardini dell 'Arena.

8iglietto del Sindaco di Padova Antonio l olomei che elogia il De Zigno per quanto fatto nel 1848-49,

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I

Achille De Zigno in uniforme di Podestà di Padova con

le sue decorazioni in una fotografia del 1890.

"Lasciato lo Stalla di ponte Molino (i n Padova) 11 medico condotto ed 11 segretan'o comunale prendo­no la lunga Strà Maggiore, un tempo l'arten'a cit­tadi/w pnncipale ... perJennarsi al palazzo De Zi­gno, che alto si ergea pochi passi da Piazza dei Si­gnon' diventata piazza Unirà d'Italia ... Il portiere corre subito ad awisare 11 suo diretto superiore che non tarda a comparire. Con la consapevolezza di compiere un dovere sociale, con la riservatezza de­gli antichi ambasciarOli, salgono gravi lo scalone d'onore, preceduti dal maggl'ordomo. Questi, un sessanee/me altoatesino ornato di su­perbi bqffi bianchi, con massima compitezza dice loro di aspeuare qualche minuto nella grande sa­la cenerale ... una porta laterale si apreeappare il barone in persona. In giacca a doppio peuo con i bauoni aurei, diriuo come un generale, li invita ad entrare nello studio ... Pur a conoscenza del motivo della visita, essendo stato preawisato dal

Jattore di Vigodarzere, ascolta come non sapesse nulla quanto dice il medico condotto, la cui cultu­ra umanistica ha avuto modo di apprezzare nei soggl'orni estivi alla Certosa ... AI termine dellaJorbita domanda, il barone mo­stra subito il suo stupore. - Forse, lor signon~ non sono al corrente su cuuo quello che si dice su di me, ma non posso pensare che non sappiano

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come un esinll'o padovano ha scrimy; per mag­giormenteJar risplendere il mio successore Fran­cesco de Lazara, con chiare parolediflloco ... Quel signore, tutt'altro che signore - reagisce il medi­co - ha scriuo così perché o non sa ojìnge di non sapere quanto l'illustre storico Cesare Balbo qffer­ma categoricamente: ,<A rettamente giudicare de­gli uomini e degli awenimenti è necessaria la co­noscenza dei tempi in cui vissero gli uni e si ma­turarono gli altrà,. Le idee che dominavano 11 pen­siero della maggioranza erano ben diverse nel pe­n'odo della vostra auività podestanle da quelle che si svilupparono dopo l'armistizio di Villcifran­ca. Se quel signore, e con lui quanti applaudono ai vincitori di oggi comeJecero con i Vincitori di ie­n~ tenessero presente che per vostro men"to Pado­va nel '49JlI risparmiata da soprqffazioni e da vandalism/~ dovrebbero tessere Wl elogio anche a voi quale benemerito della ciuà. - Verissimo! - esclama il segretario comunale - a Voi e al canee Ciuadella Vigodarzere, che vi siete entrambi umiliati davanti al D'Aspre, mentre quelli del Governo Prowlson'o scappavano di not­te. Quei signorijìngono di ignorare quanee vio­lenze, a dj!ferenza dei padovani, subirono i vicen­tini che non ebbero laJomma di avere un De Zi­gno e un Ciuadella Vigodarzere . ... Queste loro espressioni mi compensano di tante ingratitudi­ni. Posso a loro assicurare che, incerto sull'accet­tare. ora ne sono vivamente deciso: come ho servi­to il Comune di Padova così servirò quello di Vigo­darzere, anche se comporterà una detrazione di tempo ai miei studi. Fa milare il campanello, or­dina somdente al maggiordomo: -Faccia portare il vino liquoroso della Certosa-o QuasiJosse timo già prediSposto, dopo pochi istanti entra un camen"ere con un artistico vas­soio. Il maggiordomo stesso versa quel vino den­so come sciroppo, ottenuto con uva prelibata ap­passita. - Nella luce del sole prossimo al tramonto, pene­trante dal gI'ardino, attraverso l'ampiajìnestra, 11 calice elevato dal barone pare d'un rosso n/bino. - Alla salute del Comune di Vigodarzere! - Alla salute de Barone Achille De Zigno ed alla sua nobile stirpe! - Dopo il brindisi, il nobiluomo accompagna gli ambasCl'atonJìno al portale; e da quell'arco non si muovejìnchè non li vede entrare nella penom­bra deiportici". Nominato nel 1872 da S.M. Vittor io Emanuele Sindaco di Vigodarzere, fu ripetutamente ricon-

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Fermato in tale incarico dal Re e lo mantenne fino al 1885 quando, dietro sua richiesta, Ollen ne di esserne dispensato. "Nel /818 papà - racconta sempre la figlia Em­ma - andò a Roma in rappresentanza dell'Acca~ demia dei Uncci e della Soc, dei XL, a(funerali di S.M. Virron'o Emanuele Il''. A proposito della "Società Italiana dei XL" di cui De Zigno entrerà a far parte nel 1877, è interes­sante sapere che essa era costituita dai 40 più il­lustri scienziati di ogni pane d'Italia ed il suo scopo era quello di "associare le cognizioni e l'o­pera di tanti illustri Italiani separati". A questo punto è doveroso passare all'altro a­spello della vita di Achille De Zigno, a quella pas­sione per gli studi che, acquisita fin dalla giova­nissima età, sarà sempre presente nei suoi desi ­deri e. solo trascurata qualche anno per dovere civico, verrà ripresa con grande entusiasmo ac~ compagnandolo fino all'ultimo, dandogli grandi soddisfazioni e Facendolo divenire una scie n zia~ [Q di fama internazionale. Fino dal 1833 con la sua prima pubblicazione scientifica era entralO a far parte dell'Accademia delle Scienze di Padova. ma l'incontro e la cono­scenza di due già famosi geologi. il bellunese To­maso Antonio Catullo ed il padovano Conte Nico­lò da Rio. durante le sue visi te di studio all'ono Botanico di Padova. l'appassionò molto orien-

tandolo verso gli studi geologici e paleontologici che per il futuro prevarranno sui suoi interessi per la botan ica, Nel suo nuovo interesse per la geologia egli iniziò a studiare in panicolare le rocce ed i fossili del Ve­neto, rendendosi COnto che nella regione (bibl. n, 29) "~o . ,erano stati ben distinti i terreniditraspor­tO receme (alluvionali e diluvialO dai souoposti terreni di sedimento". ma trovò considerate come secondan'e alcune rocce con nummolin:' e comin~ ciò le sue speciali ricerche occupandosi dei terreni terziari e del terreno cretaceo, .. ~. I primi risultati di queste ricerche si leggono in un lavoro: "Sulla giacitura dei terreni di sedimento del Trevigiano" che l 'Autore presentò nel 1841 all'Accademia delle Scienze di Padova, e mandò poi nel 1842 alla Società Geologica di Francia, con l'aggiunta di alcune osservazioni sui terreni terziari degli Euganei. Anche se questo suo lavoro geologico non era di grande consistenza, pure dai suoi colleghi fu con­siderato interessante, dal momento che dava una nuova interpretazione sulla formazione delle Al­pi. rettificando notevolmente precedenti conclu­sioni. Tale nuova teoria venne accettata e conFer­mata dopo essere stata vagliata e discussa in di­versi Congressi scientifici. Sarà quindi grazie a questa sua pubblicazione che egli ebbe l'onore di essere nominato quale Se-

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Medaglia coniata in occasione della ~Quarta riunioni.> degli scienziati italiani - Padova MOCCCXUl". (Collezione Corrado Piovesana),

Padova 14 giugno 1894 - Piazza d'Armi (ora aeroporto): corse al galoppo. Emma De Zigno con il suocero nob. Aurelio Lonigo.

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lettera autografa dell' Imperatore Francesco

Giuseppe che annuncia la sua nomina a "Consiglierp

Straordinario dell'lmpero - 1860.

Frontespizio del libro -Flora fossilis Formalionis Oo/ithicae . Le

piame fossili detrOolite descril!e ed illustrate dal Barone Achille De

Zlgno", VoI. I. Tip. del Seminario, 1856-68, Padova.

fLOa,\ fOSSI1lS t'O KIiI Tl O~ I S OO I.ITIlI CAt:

Pll.\ lE fOSSILI bl:LL'IMlLITI:

grelario. per la sezione di Geologia e GeograAa. nel "Congresso degli Scienziati Italiani" che si svolse a Padova nel 1842 ed in cui ebbe pure un altro importante ruolo. che ved remo più avanti. Sarà aUlore di diversi interventi. pubblicazioni e relazioni. in panicolare al Congresso degli Scien­zia ti haliani che si svolse a Venezia nel 1847, sui gruppi sedimenta ri del VenelO e nel 1850 pubbli­cherà una memoria conclusiva: "Sulle rocce stran'­

}icate del Veneto" che verrà pubblicala in fra ncese ed in ledesco a Vienna ed in inglese a Londra. "Così nel 1850 per opera specialmente del nostro collega. ci ncorda sempre l'amboni (bibl. n. 29), ri­sultò difinitivamente srabilita, ne! suo inslClne e nelle sue pani principali la serie complera dei ter­reni sedimemari del Veneto, e delle loro suddiVisio­ni, caratterizzate da altrettantigntppiJosst1i, ... E i geologi dopo il 1850, non ebbero aJar altro che completare e peifezionare la sene stabt1ita del De Zigno. con i loro scudi minuziosi. strarigrq/ici. e paleontologici, intorno alle sue singole pani". Scrivono di lui anche ai noslri giorni ASIOIA-Co­lombara (bibl. n. 9): "Valente naturallsra studiò in panicolare la serie srratigrq!ica suddividendo i terreni sedimentan' Euganei in quauroJonnazio­ni valendosi di elemenri paleontologici, rinvenuri grazie alla tenacia posra nelle ricerche. Il quadro cronostratigrq!ico rracciato dal De Zigno (1861) nsulta molto preCiSO e ll{(tora valido ", "Ma i più numerosi ed imporranti lavon' che egli pubblicò dopo ti 1850 sono lavon' di Paleontolo­gia, cioè si rfIenscono ad animali e vegetaliJossi­li, considerati nei loro rapponi congliantlnali ed i vegerali di specie viventi, studiati dalla Zoologia e dalla Botamca ... De Zigno si limitò a descn'vere delle singoie specie o dei singoli gruppi di specie, ed a cercare ed esporre i loro rapporti con altriJos­st1i, già noti, e con le specie o igntppi viventi ... ". I suoi lavori sugli animali vertebrati saranno nu­merosi e già a panire dal 1853 il suo interesse scientiAco si concentrerà sui "pesciJosstli" Slu­diando i ril rovamenti de lla zona di Lugo di Vicen­za, quindi pubblicando nel 1857 un calalogo dei "Resri.fossili di pesci trovari ne! Venero" e poi su i ritrova menti a Bolca veronese. a Lumezzane nel­la Val Trompia. Infine nel 1874 darà alle slampe un ponderoso "Caralogo ragionato" di ci rca 200 pagine in cui vengono descrini 90 generi di pesci e 170 specie. La sua opera fondamentale che coronerà tanti stu­di e rieerche sarà la "FloraJossllts.formationis OD­

lirhlcae" inerente i vegelali fossili . accolta con entu-

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siasmo nel mondo scientifico dell'epoca. e dalla quale gli de riverà la sua rama di paleomologo. Egl i qu indi. come abbiamo visto. appassiona lO ricercalOre. slUdioso di bOlanica. geologia e pa­leontologia può oggi essere considerato Ira i maggiori dell'800 in queslO campo. assieme na· lu ralmente. in ambilo Veneto. a Nicolò Da Rio. Antonio catullo. Giova nni Omboni . Incominciando giova nissimo. ebbe innumerevoli cariehe e rappresentanze scientifiche: sarà Se· greta rio nel 1842. come già detto. della Sezione di Mineralogia. Geologia e Geografia per la IV' Riunione degli Scienziati che si lenne in Padova nel senembre di quell 'anno (un suo contribUlo scientifico verrà inserilo nella fa mosa "Guida di Padova" slampala per l'occasione "a comodo de· gli scienziati" (bibl. 1): quindi nel 1843 sarà Vi­cepresidente del Congresso che si svolse a Lucca . poi nel 1845 rappresenlante la R. Accademia di Padova al Congresso degli Scienziali lenulOsi a Napoli. quindi ancora nel 1846 Segrelario dello stesso Congresso in Genova e nel 1847 Vicepresi· dente di quello di Vienna. Membro del Congresso BOla nico di Firenze del 1874. qu indi nel 1876 Presidente del R. ISlitulO Venelo di Scienze Lettere e Ani e nel 1879 Presi­dente della R. Accademia di Scienze e Lenere di Padova. avrà l'incarico nel 1881 di Vice Presiden­le al Congresso Geografico Internazionale di Ve­nezia e nello Slesso anno sarà Vicepresidente per l'Ilalia ali' importantissimo Il Congresso Geologi­co Internazionale di Bologna su cui torneremo, Nel 1882 lo Iroviamo Presidente del Circolo Filolo­gico di Padova. quindi nel 1885 Presidente della socielà Geologiea Ilaliana: nello stesso anno sarà Vieepresidente. rappresentante per 1·llalia. al Con·

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gresso Geologico Internazionale di Berlino, infi­ne verrà nominato da Sua Maestà nel 1886 membro del Regio Comitato Geologico del Regno, Riconosciuto autore di numerose scoperte scienti­fiche, rarà parte delle più importanti Accademie scientifiche italiane quali la R, Accademia dei Lin­cei. la Società Italiana delle Scienze detta dei XL, del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. della R. Accademia di Scienze e Lettere di Padova, della R. Accademia di Scienze Fisiche e matemati­che di Napoli. della Accademia Fisico-Medico-Sta­tistica di Milano, della R. Accademia delle Scienze di Torino, del R, Istituto delle Scienze di Bologna, de ll'Accademia di Agricoltura di Verona, dell'Ac­cademia Olimpica di Vicenza e degli Atenei di Tre­viso, Udine ,Siena, Pistoia e Arezzo. Colt ivò sempre con i colleghi in Italia ed all'es tero fitt i rapporti di corrispondenza e di amichevole collaborazione scientifica, come si evi nce dal suo ca rteggio, avendo ben presente l'importanza di una cultura condivisa per cui sarà ben conosciu­to ed apprezzato, tenendo alto l'onore scientifico dell' Italia. Membro fin dal '42 della Società Geo­logica di Francia e dell'Accademia di Cherburgo, qui ndi in Germania dell'Accademia Imperiale Leopoldino-Carolina, della Società Geologica e Mineralogica di jena, dell'Accademia delle Scien­ze di Augusta, della Società di Storia Naturale di Dresda e di Meklemburg, della Società Botanica di Rat isbòna, e del R. Istituto Geologico dell'Im­pero austro-ungarico. Quindi membro della So­cietà dei Naturalisti di Mosca, della Società Geo­logica di Londra e di Lisbona. Di lui ci restano almeno settanta pubblicazioni

scientifiche in diverse lingue, oltre a quattro im­portanti opere. È del 1874 il "Calalo go ragionalo dei PesciJossili deiMonri Bolca e Posrale", abbia­mo quindi le "Annolazioni paleontologiche" del 1869 cui seguirà nel 1880 il volume: "Bibil'o­graphie Géologique el palèontologique des Pro­vinces Venetiennes". A lui dobbiamo la già cilata opera monumentale in due volu mi , edi ti tra il 1856 ed il 1885, dedica­ta alle piante giurassiche titolata "F1oraJossilis

Jomlalionis oolilhicae" completata con quaran-tadue tavole di piante e vegetali delle diverse va­rietà, di cui scrive G. Pinna (bibl. 30): • ... in pro­vincia di Vicenza ed in altre localilà del Venelo oc­cidentale, <!Ifìorano sedimenti del giurassico ù!fe­riore conJossili di ve gelali conlinentali. Si lralla di livelli rocciosi, intercalari agli strati calcarei contenennJossl1i marini dci Giurassico it!feriore nOli con il nome di Calcari di Noriglio. I resnJos­sili vegetali provenienti da quesli giacimellli so­no conservali spesso in modo perfeuo e Q/frono una chiara idea della composizione delleJoresle giurassiche".

elle tavole sono riprodotti vegetali di ogni tipo: "alghe.Junghi.Jelci, equiseli, licopodi, cicadine, benelliline e angiospenlle monocoliledoni prove­nienti da localilà ilaliane e da IUlli i maggiori giacimenti europei", Quest'opera doveva essere completata da un te r­zovolume sugli animali rossili al quale egli lavo­rava da tempo, ma nonostante l'impegno non gli riuscì di completarla, Per questo lavoro egli riceverà la medaglia d'oro della Società Italiana delle Scienze dei XL. A Lonedo, nel Comune di Lugo Vicenti no ai bor­di del torrente Chiavon, Achille De z igno, come abbiamo già detto, aveva ratto una lunga serie di ricerche con il suppOrtO e l'ospitalità dell'ami­co Conte Andrea Piovene proprietario della bel­lissima Villa Godi. ora Malinverni. opera prima del 1542 di And rea Palladio. A lui. dopo averla studiata e ratta conoscere al mondo accademi­co, lascerà una raccolta di piante ed animali ros­sili. ritrovati nella zona nel 1852 e dopo, grazie a lunghi scavi. Elemento di spicco dell'insieme sono i resti di una palma la cui altezza arriva a 9 metri; scoper­ta nel 1863 richiese ben quattro anni di lavori ininterrotti per essere portata alla luce. Ad essa verrà dato il nome di Massimiliano d'Austria, Im­peratore del Messico (bibl. n. 27). Si tratta di un esemplare unico al mondo per le dimensioni e

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Nella pagina alcune immagini di piante fossili tratte dai due volumi di A. De Zigno ~ F/ora fossilis Formao'on;s Ooli[hiCdf~ [ .. .r. Tip. del Seminario. Padova.

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Palma fossile nel Museo Paleontologico Villa Malinverni

di Lugo Vicentino.

Giovanni Capellini (1833-1922). fu un geologo e paleontologo e

Senatore del Regno d'Italia.

Attestato della Società di Geologia per il contributo

all'organizzazione del II Congresso Internazionale di Geologia e ringraziamento del dono di 14 Inioliti del Bolca.

l'integrità, con ancora le proprie radici, ricompo· sta e circondata dalla sua matrice rocciosa. Questi ritrovamenti. che De zigno appunto nel '52 aveva resi noti alla comunità scientifica in· ternazionale, suscitarono tale interesse che, pro· prio nella villa di Lugo Vicentino, venne organiz· zato nel 1868 un Convegno scientifico, cui pane· cipò pure il Ministro Quintino Sella. Un panicolare rappono di lavoro e di amicizia si instaurerà con il Direttore del Museo Geologico di Bologna. Giovanni Capellini. rappono che verrà consolidato nel lavoro di preparazione del Con· gresso Internazionale di Geologia del 1881. cui De Zigno darà un fattivo e concreto contributo organizzativo e personale. Tra l'altro in quell'oc· casione verrà fondata da Giovanni Capellini e Quintino Sella la Società Italiana di Geologia. AI R. Museo Geologico e paleontologico della R. Università di Bologna farà dono, oltre alla serie completa delle sue pubblicazioni. di una raccolta di piante fossili nuove, da lui scopene nel terreno giurese delle Alpi Veneto· Tirolesi. e dei tre modelli di Haliterium, Squalodon e Crocodylus di cui era· no già stati arricchiti i Musei di Padova e Firenze. In occasione del Congresso del 1881 a Bologna regalerà "una preziosa collezione d'itdoliti del

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Mome Bolca di specie rarissime li, esemplari di grandi dimensioni e di singolare conservazione, che destarono l'ammirazione dei paleomologi convenuti a quel Congresso e.furono stimati del valore di oltre a L 6000", (bibl. Fogli volanti a stampa "II BaroneAchille DeZigno). Oltre a que· sto farà omaggio di un busto del celebre geologo e paleontologo Gian Battista Brocchi. Così si esprimerà nella bella "presentazione viro tuale" dell 'esposizione il suo collega e Direttore di quel tempo al Museo Geologico. Giovanni Ca· pellini parlando delle "Sale dei pesci di Bolca" in cui la sua donazione viene custodita, "La colle· zione speuacolare e rara. rappresemativa della piùJamosa pesciera.fossile del mondo, m!fu dona· ta per il museo dal barone De Zigno nel/863, È aro ricchita da due grandi palme coeve. /Jossili sono conservati in calcan' dell'Eocene ilJ!eriore (circa S3 milioni di ann!fa) di Bolca paesinodel Veronese. A quei tempiBolca era sede di un mare tropicale ricco di vica. come l'arwale Mare Rosso, in cui regnava· no sovrani predatori gli squali come oggi e come 300 milioni di ann!fa. Erano e sono perfeue mac· chine da guerra. che non si sono più evoluti sin dal lomano Paleozoico. Per essere dotati di scheletro cartilagineo. gli squali non sonoJacili da conser· vare nella loro interezza. Questo è uno dei pochi musei in cui si possono ammirare come cali e non solo per i resti dei loro denti voraci". Questa imponante raccolta è offena, come detto. in occasione del Secondo Congresso Internazio·

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naie di Geologia e nell'atrio del Museo una lapide ricorda anche il suo nome tra coloro che nel 1881 organizza rono l'evento, per la seconda volta a li ­vello internazionale, dopo quello di Parigi. Que­sto Congresso porterà l' Italia al centro della sce­na scientifica mondiale. In effetti tale evento, la cui difficoltà organizzati­va per quei tempi fu notevole, aveva lo scopo di venire incontro all'esigenza, che si sentiva ormai inderogabile, di avere dei punti d'incontro e di raffronto scientifico tra tutti gli studiosi delle di­verse nazioni. Inoltre per l'Italia, da pochi anni riun ita, rappresentò un'importante possibilità di mostra re al resto del mondo le capacità che an­che in ca mpo scientifico la nostra Nazione sape· va unitariamente esprimere. Per diversi alt ri IStituti fu munifico donatore di reperti e volumi scientifici. gratificando il R, Mu­seo di Fisica e Storia Naturale di Firenze che rice­verà una Collezione scelta di piante fossili da lui scoperte nel terreno delle Alpi Veneto-Ti rolesi. quindi un "Modello in grandezza naturale" di al­tri fossili: il cranio di un "Halithen'um Veronen­se", de llo "Squalodon Cawlloi" e del "Crocodylus Arduini", Venendo ora alla R, Un iversità di Padova, che gli dedicherà una sala nel Gabinetto di Geologia, fa­rà dono a questa istituzione delle ossa fossili di elefante e di rinoceronte, provenienti dalla val d'Arno, di un "Modello in grandezza nawrale" del "Felsinorherium Foresti" del Capellini e quin­di dei modelli di tre crani. come quelli donati a Fi­renze: "Halirherium Veronense", "Squalodon Ca­wlIO/'" e "Crocodylus Arduini",

el 1883 il Gabinetto di geologia dell'Università di Padova venne riorganizzato dal Pror. Giovanni Omboni che redigerà anche un prezioso, e fino ad allora inesistente catalogo dei pezzi. elaborando lo stesso in 5 volumi per i 10,000 reperti esisten­ti. Negli anni successivi l'Omboni redigerà anche il catalogo della raccolta De Zigno composta di 10,818 pezzi. Nel Museo di Padova quind i troveranno degna collocazione sia i reperti paleontologici di De Zi­gno, (bibl. n, 34)sia la sua fornitissima bibliote­ca, Erano all'altezza di uno studioso di fama in­ternazionale quale lui era ed esse, acquisite dall'Ombòni. vennero nel 1892 da lui lasciate ad arricchire il nuovo Museo. e come ci narra egli stesso (bibl. n, 28) "la sola condizione che le colle­zioni De Zigno n'rllanessero sempre disrinte dalle altre, Ed ora sono appunto ben distinte dalle al-

(re, perché stanno ancora nei mobili a cassca[ in cui le distribuì il De Zigno; quasi {lI{{i questi mo­bili sono raccolti in una sala speciale, e distinti con particolari cartelli .. , ", E questa ed altre stupende raccolte trovano oggi ottima sistemazione nel Museo Geologico e Pa­leontologico di Palazzo cavalli, magistralmente restaurato, ed accolgono il visitatore per stupirlo ed affascinarlo,

el1885 una lettera a stampa inviata a tutti i So­ci della "R, Accademia di Scienze Le{{ereed Arti in Padova" ricordava i suoi cinquant'anni d'iscri­zione: "Ai Chiar,mi Sig,n' Soci !Jfe{{ivi, Emeriti, Straordinan' e Corrispandenti della R,Accademia: Un awenimento fiero e solenne ad un tempo per la nostra Accademia compiesi in questo giorno, nel quale n'cOffe il cinquantesimo anniversano da che il nosrro egregio e benemerito socio I!ffetri­vo Barone Achille De Zigno veniva aggregaro a questo scient!fico sodalizio, Secondo che richiede­vano il decoro dell'Accademia, le benemerenze e /'altaJama scienr!fica dell'illusrre Socio. l'Acca­demia deliberò unamme che questo memorando giorno nonJosse lasciaro rrascorrere senza che l'insigne uomo n'cevesse una pubbh'ca e durevole atrestazione de/la benevolenza, della osservanza e della grati{lldine dell'intero Corpo Accademico, Con questo intento. accompagnaro dai due Segre­rari. avrò l'onore di recanni oggi l!!ficialmente al­la casa dell'illustre Barone per porgergli le.felici­tazioni in nome di {litri i Colleghi ifargligradire il qui unito indirizzo (steso su pergamena e.fregia­tO da valentissimi artisti). e come ricordo delJau-

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Diploma del barone Achille De Zigno. di nomina a Socio della ~Socie[à Geologica 1r.J!;aru -, fondata da G. Capellini e Q. Sella. il 29 senembre 1881 .

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Giovanni Omboni (1829-1910), geologo e paleontologo. fu impegnato al riordino delle

collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia di Padova.

Fotografia di famiglia del 1883: Achille De ligno con moglie,

figli e generi.

Sto anniversano e come espreSSione dei voti e dei scmimenti dcll'I,uera Accademia. Di ciò ho l'ono­re di dar pane alla 5. V. Chiarissi/na, mentre le rinnovo i sensi della più perfetta considerazione. Padova, dalle stanze dell'Accademia, addì 23 giugno /885 - Il Presldeme G. De Leva" Molte saranno anche le onoreficenze che gli ver­ranno conferite nel corso della sua vita , già nel '43 aveva ricevuto la Croce Ducale di S. Lodovico di Parma per il merito civi le, quindi nel '52 la Croce di Cavaliere dell 'Ordine Austtiaco della Corona di Ferro. sarà decorato del R. Militare Ordine Porto­ghese di N.S della Concezione di Villa Viciosa. suc­cessivamente nel '75 ricevette la commenda della Corona d'ltalia ed infine la croce di Cavaliere dell'Ordine del Merito Civile di Savoia nel 1891. Avrà infine numerosi riconoscimenti ed attestati per la sua attività tra la comunità civile e scienti­fi ca, e tra l'altro sarà insignito di due medaglie d'oro per meriti scientifici. Achille De Zigno venne a mancare il 15 gennaio 1892. all'età di 75 anni mentre, come abbiamo visto, era pienamente intento ai sui studi ed alla preparazione di un nuovo lavoro editoriale. Alla sua morte, nella lettera di comunicazione ai soci. il Segretario del Regio Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti dr. Fambri si esprime con queste parole che dicono tutto sul nOStro perso-

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naggio e che volent ieri riportiamo, "Agli studi de­dicò, può dirsi la vita e molta pane altresì del lar­go patrimonio. Malgrado questa, non dirò ine/i­nazione, ma addiritcura passione scientjJica. che ordinariamente assorbe ed isola l'individuo, egli

.lu il più compiuto e garbato signore, che si potes­se desiderare in società; gentiluomo di nascita, di abitudine, di sentimenti e di modi ... Amò per esempio di am'stico e cavalleresco amore la spada eJìn quasi i/I ulti/no, la trattò con una certa maesma d'assaltante .... Del resto per lui la spada non rappresentava soltanto un 'arma e un esercizio. ma tuttO un insieme di concetti e di do­veri che sempre onorano, <!Iforzano ed elevano ... mantenevasi invan'abilmence di caraltere dolce e cortese, ma.Jranco ed energico, ricusava pressio­ni, sentiva alto e sopratnuto non recedeva d'una linea dalla Idea e dai senti/nenti una volta enun­clati .. . A voler ben dqìnito 11 perduto Collega no­stro, bisogna dire che.lu un insigne gentiluomo della vecchia scuola e un insigne scienZiato della nuova ... i colleghi l'ebbero sempre caro, e lunga memon'a serberanno. non soltanto del valorosis­si/no geologo c naturalista, ma altresì del collega leale e del cavaliere cortese". La sua figura verrà ricordata da numerosi suoi colleghi botanici o paleonrologi che indicheran­no col suo nome queste loro scoperte ed anche tra

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le istituzioni il Comune di Padova l'onorerà de­dicandogli una via ed un ' identica nobile iniziati­va avrà il Comune di Roma. a ricordo e testimo­nianza di come il valore e l'importa nza sciemifi ­ca di Achille De Zigno fossero ormai riconosciuti in tutt'Italia,

Alberto Lonigo

NOTE BIBLIOGRAFICHE

M.W" MGuida di padom edella sua provinela M

, Introdu­zioni di G. Furlaneuo. Menin. P. Selvalico. R. De Visiani. A. De Zigno. N. Da Rio , A. Ciuadella Vigodarzere in occa­sione del IV Congresso degli Scienziali Italiani. ed. Sac­chetto. Padova 1842.

2 M .W" MAlI'inclita donna Lucia Emo-Capodilisra nala C.ssa Afa/dura nel giorno che suafiglia Ade/aide s'impal­ma al Cav. Achille Nob. De Zigno Podestà di Padova quesr; versi .... A.C. dCl'oranu:nteqffen'sce", Tip. Seminario (Pd)· 1848.

.3 M.W" "Annuariode/la Nobiltà Imliana", Serie completa dall'anno 1879 all'an no 1905. ed. del Giornale Araldico (Pisa),

M.W., "Lisre dcs membres de /a Sociéré Gé%gique de Franceau 28 Févn'cr 1891 -, pag, 27, 33, ed, Au siégede la Société.

5 M.VV., "Padova 1814 -1866-lsriwzioni vicendeeprora· gonisridi una d uà ", a cura di P. Del Negro e N. Agostinet­ti. pago 88, ed. Programma, Padova 1991.

6 M. VV. , "La bolla d'oro nella dedizione della ciuà di Pado­va alla Repubblica Veneta. Per le nozze Zigno-Emo Capodi· lista, gli impiegati Municipali qffrono". ed. Slcca, Padova 1848.

7 Alberto De Zigno, "Cenni biogrqfici sulla gemi/donna Afa­ria De Zignonara LadyAfaguire·· ed. alla Minerva. Pado­va 1872.

8 Altichieri Luca - Piccoli G .. "/1 Museo di palcont%gia dell'Università di Padova". in ·Padova c il suo rerrlron'o-, pagg.25·27, n. 330nobre 1991. ed . La Garangola Padova.

9 Astolfì Giamben o - Colombara Franco. "La Geologia dei Colli Euganei". pagg. 13. 163. 165,2 12,213, ed. Pro­gramma Padova. 1990.

lO Astolfì Giamberto - Colombara Franco, "La geologia dci Colli Euganei". pagg. 13, 163. 165,212.213. ed. Pro­gramma Padova. 1990.

11 B. G., "Ne/gl'omo lierissimo .. nozzeNob. Lorenzodr. Ur nigo - Baronessa Emma de Zigno". Padova 1891

12 Calore A. -Montobbio L. -Segato G., "II Salone - Palazzo de/la Ragioncdi Padova e suoicomomi·. pagg. 140. 141. ed. Panda. Padova 1998.

13 Cella Sergio, "Srampa e censura a Padova nel periodo de/­la restaurazione" in "Padova ed il suo tem'ton'o", n. l maggio-giugno 1986. pago 21. ed. La Garangola. Padova.

14 Colombara Franco. "Colli Euganei -Note naturalistiche". pagg. 6. 8. I O, Padova 1985.

15 ColombaTa Franco. "Colli Euganei: pfQ/ilo geologico". in "Padova cd il suo rem'torio" n. 50, luglio-agosto 1994. ed.

La Garangola. Padova.

16 Colombara Franco, PignataroA .. PettenellaA .. "Unagioma­ra a Cava Bomba e AfomeCimo· · 11 museo di Cava Bomba.

17 Da Rio Nicolò, "Oriuologia Euganea". 75-78. Tip.Cartal­lier. Padova. 1856. copia.

18 Da Rio Nicolò. "Sopra la causa dellaJomlazione d'alcune colline ghial'ose che si ossen'ano nel Friuli - Per le auspi­carissime nozze del Nob. Cav. Achille De Zigno Podestà di Padova con la nob. Contessa Adelaide Emo Capodilista". Ed. Seminario, Padova 1848.

19 Damela Luciano, "Critica de le lodi de Padoa e dei Padoani ViVenti". 29·65. ed. Seminario, Padova. 1862, copia.

20 Ewald )ules. Camila Am" "Quelques Rémarques sur les Mummolites, dans leJ'ourdu man'age De Zigno - Emo Ca­podi/ista".

21 Galletto Pietro, -calantuomini padovani dell 'Ottocelllo­cenni br'ograjided istantancc", pagg. 44, 84. 88. ed. Ora· ghi. Padova 1992.

22 Gloria Andrea (7), "Vera storia dciJatti di Padom deigt'or­ni XII e XIII del corrente giugno 1848 comprovati con do­cumenti". pagg. 8. 10.23, ed. B. al Santo. Padova s.d. co­pia .

23 Gloria Andrea, "Cronaca di Padol'a dal IO dicembre 1849 al2 giugno 1867", pagg. 19,34, 36, 41, 49. 56, 60, 63, 65,81.84.86.95,98. 103,105.115,116.121.137.145. 146,149, 154, ed. Um. Trieste 1977.

24 Lazzanni Uno, -/ galanluomini padol'ani dell'ottocento visti da PietroGalletto", in "Padol'aeil Suo tem·torio· - n. 37 giugno 1992 - pago 37 - ed. La Garangola Padova.

25 Lencl Giuliano. -Padova nel trapasso dalla dominazione austnaca al Regnod'/ralia". in "Padol'a e i/ suo territon'o" - n. 99 ottobre 2002. pago 32 - ed. La Garangola (Pd).

26 Leoni Carlo, -Cronaca segreta de' miei tcmpi", a cura di G. Torranin, pago 38, 44 . 47. 97.161. 195.268.326.362, 384,434,448. 471,508,5 10.51 1,5 16,543.553,661, ed. Rebellato. Padova 1976.

27 Lonigo Alberto, "II Barone Achille De Zigno nobilejigura di scicnZlaro e pubblico amministratore" in "Notiziario dell'ASsociazione Nobiliare Regionale VClleta" pagg. 83 -116. anno III , n. 3, La Musa Talia ed .. Venezia 2011.

28 MamminoA., -Museode(fossilidi Lonedo", ed. Eurografì­ca. Thiene (Vi) s.d.

29 Omboni Giovanni. "Commemorazione del Barone Achille de Zigno". in -Aui del R. lstifllto Veneto di scienze. lettere ed arti", Tomo LV. pagg. 111 -150. C. Ferrari ed., Venezia 1897.

30 Penso Giuseppe. "Scienziati Italiani e Um'tà d'Italia. Sto­ria della Accademia Nazionale dci LX", ed. Bardi. Roma 1978.

31 Pinna Giovanni, "Il grande libro dciJossili", pagg. 157 -162, ed. Rizzoli. Milano 1976.

31 Redi Francesco. "Opuscoli di storia naturale-. XVIII , XXXIV, 476, Le Monnier ed .. Firenzet858.

33 Solitro Giuseppe, "Falli ejigure del Risorgimento", pagg. 52.54.95.96. 113,114 , 136.139, 406, 456.458.478. 479. 490, 537, ed. Artigrafìche- Cittadella (Pd)- 1978.

34 Università degli Studi di Padova. "CclIlrointerdiparrimell­tale di sefl'izi Musei Scientifici", pago 52 ed. La Garango­la. Padova 1991.

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Un'incisione del fossile "Oichopreris Visi.:lnic.l- tratta da:

A. De Zigno "flora Fossilis formdtionis OoIithiCde f. . .r, VoI. 1.

Tip. del Seminario. Padova.

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