N° 10 … · avanti per evitare l'affermarsi di demagogia e populismo (vignetta del bravissimo...

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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921 Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673 Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni OTTOBRE 2012 N° 10 € 2,00 una copia RACCOLTA... DIFFERENZIATA: I BIDONI DI OSTUNI Mentre gli ostunesi si affannano per separare i rifiuti, cresce il...rifiuto verso la politica, a pochi mesi dal- le elezioni per il Parlamento e (forse) per il Comune. Spetta ai politici, vecchi e nuovi, fare un passo in avanti per evitare l'affermarsi di demagogia e populismo (vignetta del bravissimo Enzo Farina) D al 1° agosto è entrato in funzione il nuovo sistema di raccolta e gestione dei rifiuti per tutta la zona costie- ra ostunese. A distanza di circa due mesi, prima che la differenziata prendesse avvio per la restante parte del centro abitato (1° ottobre), ho incontrato l’Assessore Dott. Giuseppe Santoro, per un resoconto. Assessore, può fare un primo bilancio riguardo alla raccolta differenziata nella zona costiera? “Il bilancio è ottimo, tenuto conto che mensilmente la no- stra città produce 1.300 tonnellate di rifiuti e che nel pe- riodo di agosto, in cui la popolazione è quasi triplicata, sono state superate le 2.100 tonnellate. Nella zona co- stiera abbiamo realizzato circa l’85% di differenziata e, considerato che in Ostuni città i valori della differenziata sono molto bassi, abbiamo superato il 20% complessivo. Peraltro delle 2.100 tonnellate di rifiuti, 155 tonnellate erano di organico. Questo ha fatto sì che l’organico dif- ferenziato fosse mandato all’impianto di compostaggio, dove non c’è alcuna spesa e non in discarica, ottenendo così un risparmio di 10.000 Euro, per il periodo 1 agosto – 1 settembre. Problemi comunque ce ne sono stati, in quanto si è assistito anche all’abbandono di rifiuti, spes- so anche al di fuori dei cassonetti, pur quando questi non erano pieni, principalmente nella zona di Sant’Oron- zo e sulla strada Ostuni-Villanova”. Lei pensa che sia stato commesso qualche errore di pianificazione e di attuazione del nuovo sistema? “Il piano industriale realizzato dai tecnici risponde alle esigenze del territorio, pertanto errori non ne sono stati fatti. Piuttosto si tratta di un cambio di mentalità. È stato un periodo particolare quello di inizio della raccolta, coin- cidente con l’estate, però non si poteva ulteriormente prorogare. Inoltre questo primo periodo è servito da ban- co di prova per acquisire la giusta esperienza per quan- do la differenziata sarà operativa per tutto il territorio. Ci aspettiamo sicuramente dei disguidi, ma contiamo sulla collaborazione dei cittadini. Stiamo cercando di prevede- re e di evitare problematiche di qualsiasi genere”. In seguito alla rimozione dei cassonetti, non corria- mo il rischio di assistere a situazioni di inciviltà con l’abbandono di immondizie e rifiuti per le strade? “L’abbandono libero non deve esserci. Bisogna iniziare a considerare la propria città come la propria casa. Abbia- mo peraltro cercato di creare le condizioni perché que- sto non accada. Innanzitutto con la campagna di sensi- bilizzazione, pubblicizzando la presenza dell’isola ecolo- gica in C.da Santa Caterina, dove si possono conferire i rifiuti differenziati; poi predisponendo delle isole mobili che, dal lunedì al sabato, saranno distribuite in tre zone differenti della città, secondo un calendario e alle quali però si potrà ricorrere solo in casi particolari, come la ne- cessità di smaltire indifferenziato in eccesso; in ultimo stiamo pensando a come risolvere il problema dei con- domini che non hanno gli spazi per i carrellati”. Non sarebbe il caso di modificare il calendario di raccolta per consentire alle utenze di smaltire molto più facilmente umido ed organico, evitando che que- sti debbano rimanere depositati più a lungo del ne- cessario? “Al momento no, in quanto la calendarizzazione è stata predisposta dai progettisti sulla base della media setti- manale di raccolta nelle altre città italiane, prevedendo così tre prelievi settimanali per Ostuni”. In ultimo, quali consigli sente di dover ai nostri con- cittadini? “Il consiglio è di non scoraggiarsi, ma di venirsi incontro. Sembra di assistere ad una svolta epocale, ma non è co- sì. Si tratta solo di abituarsi e di entrare nell’idea della differenziata, come è accaduto nel passaggio dalla lira all’euro, perché è nell’interesse della salute dei cittadini, dell’ambiente e del risparmio, tenuto conto che le disca- riche vanno ad esaurimento. Pertanto è giusto che diffe- renziamo e ricicliamo. Tavoli, lettini, televisori possono essere ritirati a domicilio chiamando il numero verde 800550629 a disposizione della cittadinanza o possono essere portati direttamente all’isola ecologia. Siamo spe- ranzosi che tutto andrà per il meglio. Collaboriamo”. DIFFERENZIATA: PRIMI RISULTATI a cura di Giacomo Mindelli Riportiamo tuttavia, per dovere di cronaca, che nei pri- mi giorni di attuazione della raccolta differenziata su tutto il territorio cittadino la realtà non corrisponde alle chiare ed oneste intenzioni di efficienza manifestate dall'Amministrazione: la raccolta avviene in ritardo, molti cittadini buttano tutto dove possono (e anche do- ve non possono) e, soprattutto, il numero verde NON RISPONDE. Su una questione di tale importanza è vi- tale che ogni interessato (Comune, ditta appaltatrice e cittadini) si comporti nel migliore dei modi. A nche Ostuni è ovviamente interessata alla situazione dell’ILVA di Taranto, sia per gli ostunesi che vi lavorano sia per l'incidenza che i fumi del siderurgico, trasportati dal vento, hanno sulla nostra salute. Dopo il sequestro della struttura produttiva da parte del GIP di Taranto, Todisco, e la bocciatura del piano di risanamento presentato dall'azienda, si teme il blocco della produzione con la conseguente perdi- ta di migliaia di posti di lavoro: gli altoforni spenti, nell'ipote- si estrema di chiusura definitiva, sarebbero comunque una bomba ecologica per il territorio perché comunque si dete- riorerebbero in maniera incontrollata o dovrebbero essere demoliti con costi immensi. A proposito di bombe ecologi- che, va detto che in un recente rapporto dell'Agenzia Euro- pea dell'Ambiente, che elenca le industrie più inquinanti nel continente, l’ILVA figura al cinquantaduesimo posto, ma al diciottesimo, nella stessa classifica, c’è la centrale ENEL a carbone di Brindisi-Cerano. Nel prossimo numero ci occuperemo più diffusamente del- la situazione ambientale in Ostuni e dintorni; riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del senatore ostunese Salva- tore Tomaselli (PD) relatore della legge sull’ILVA approvata definitivamente in Senato: “Nella tormentata e complessa vicenda dell’Ilva di Taranto, il decreto oggi convertito in leg- ge rappresenta una prima risposta che governo e Parla- mento hanno messo a disposizione nei confronti di una cit- tà che ha pagato un tributo altissimo a scelte di un'altra fa- se della nostra storia industriale, ma facendo, fronte a una emergenza nazionale di straordinaria gravità”. “L’auspicio - spiega Tomaselli - è che i lavori per la definizio- ne della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale a cui si sta lavorando al ministero dell’Ambiente, si concludano al più presto. Da essa può giungere la risposta concreta a quanto disposto dalla magistratura e anche alla necessità di assicurare che la produzione non si fermi, prospettiva che avrebbe danni incalcolabili sull’intero sistema industriale del Paese e sull’occupazione. Tocca ora all’azienda, però, al pa- ri di quanto hanno fatto finora Governo, magistratura e istitu- zioni locali, fare fino in fondo la propria parte realizzando non più rinviabili investimenti tecnologici per soddisfare le condi- zioni perché si possa continuare a produrre in sicurezza”. “La vicenda di Taranto è il paradigma di un'Italia che rischia di perdere uno dei pezzi più significativi del suo patrimonio industriale. Per questo - conclude il parlamentare del PD - l'approvazione oggi di questo decreto è un contributo per non lasciare soli quei cittadini e quei lavoratori che in que- sta vicenda così drammatica rappresentano i testimoni di un passaggio di civiltà, per una moderna, efficace ed equilibra- ta sintesi tra i princìpi, che mai più dovranno essere vissuti in contrapposizione, della tutela del lavoro, dell'ambiente e della salute!”. F.S. Il 22 settembre presso il bar Borgo Antico, nel nostro centro storico, si è tenuto l’incontro or- ganizzato dall’Associazione culturale “Corsivo Ostuni”, presieduta dall’Avv. Mario Monopoli, dal titolo “Un Caffè con…”. Erano presenti Mario Ca- tania, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e Paolo De Castro, Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Euro- peo, oltre che numerosi esponenti dell’imprendi- toria agricola e dell’Amministrazione Comunale. Il caffè è stato il pretesto per far sì che ci fosse un momento di collegamento tra il Governo cen- trale e i produttori locali, superando tutte le strut- ture intermedie, per chiarimenti e riflessioni sul Regolamento Comunitario n° 61/2011 (che ha definito i limiti per gli alchil-esteri presenti negli oli extravergini d’oliva e i relativi metodi di anali- si) e sul successivo Decreto Sviluppo. La fonte europea prevede che un olio extravergi- ne di alta qualità debba essere caratterizzato da valori di alchil-esteri molto bassi e quindi inferio- ri al livello massimo di 75 mg/kg previsto. L’art. 43 co. 1bis del Decreto Sviluppo n° 83/2012, convertito dalla Legge n° 134/2012, prevede invece per gli alchil-esteri presenti nel- l’olio extravergine italiano un tetto di 30 mg/kg. Questo comporta delle conseguenze rilevanti, poiché sono esclusi dalla qualità di olio extraver- gine e dalla possibilità di etichettatura con la di- citura “Italia” o “italiano” numerose produzioni lo- cali che non rispettano tale limite, sia per la tipo- logia delle piante che per i metodi di produzione, con gravi conseguenze per l’economia locale e nazionale. Lo stesso comma 1bis prevede inoltre che il superamento dei valori, salvo le disposizio- ni penali vigenti, comporta l’avvio automatico di un piano straordinario di sorveglianza dell’impre- sa da parte delle autorità nazionali competenti per i controlli operanti ai sensi del regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004. Al termine dell’interessante dibattito, il Ministro Catania è stato disponibile a rispondere ad alcu- ne domande. Ministro, l’agricoltura di qualità può rappre- sentare uno sbocco occupazionale per i no- stri giovani? “Sicuramente in Puglia c’è spazio per fare del- l’agricoltura di qualità, in quanto l’immagine del prodotto pugliese comincia ad affermarsi sui mercati. È stata, infatti, lungamente trascurata la comunicazione a riguardo; però negli ultimi tem- pi le cose si muovono positivamente. Pertanto penso che ci sia nella regione spazio per fare dell’agricoltura di qualità, con buon reddito e sod- disfazioni soprattutto per i giovani”. (segue a pag. 2) IL FUTURO DI OSTUNI: L’AGRICOLTURA Incontro col Ministro MARIO CATANIA di Giacomo Mindelli ILVA: salute e lavoro non possono andare in fumo

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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673

Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni

OTTOBRE2012N° 10€ 2,00

una copia

RACCOLTA... DIFFERENZIATA: I BIDONI DI OSTUNIMentre gli ostunesi si affannano per separare i rifiuti, cresce il...rifiuto verso la politica, a pochi mesi dal-le elezioni per il Parlamento e (forse) per il Comune. Spetta ai politici, vecchi e nuovi, fare un passo inavanti per evitare l'affermarsi di demagogia e populismo (vignetta del bravissimo Enzo Farina)

Dal 1° agosto è entrato in funzione il nuovo sistema diraccolta e gestione dei rifiuti per tutta la zona costie-

ra ostunese. A distanza di circa due mesi, prima che ladifferenziata prendesse avvio per la restante parte delcentro abitato (1° ottobre), ho incontrato l’AssessoreDott. Giuseppe Santoro, per un resoconto.Assessore, può fare un primo bilancio riguardo allaraccolta differenziata nella zona costiera? “Il bilancio è ottimo, tenuto conto che mensilmente la no-stra città produce 1.300 tonnellate di rifiuti e che nel pe-riodo di agosto, in cui la popolazione è quasi triplicata,sono state superate le 2.100 tonnellate. Nella zona co-stiera abbiamo realizzato circa l’85% di differenziata e,considerato che in Ostuni città i valori della differenziatasono molto bassi, abbiamo superato il 20% complessivo.Peraltro delle 2.100 tonnellate di rifiuti, 155 tonnellateerano di organico. Questo ha fatto sì che l’organico dif-ferenziato fosse mandato all’impianto di compostaggio,dove non c’è alcuna spesa e non in discarica, ottenendocosì un risparmio di 10.000 Euro, per il periodo 1 agosto– 1 settembre. Problemi comunque ce ne sono stati, inquanto si è assistito anche all’abbandono di rifiuti, spes-so anche al di fuori dei cassonetti, pur quando questinon erano pieni, principalmente nella zona di Sant’Oron-zo e sulla strada Ostuni-Villanova”.Lei pensa che sia stato commesso qualche errore dipianificazione e di attuazione del nuovo sistema?“Il piano industriale realizzato dai tecnici risponde alleesigenze del territorio, pertanto errori non ne sono statifatti. Piuttosto si tratta di un cambio di mentalità. È statoun periodo particolare quello di inizio della raccolta, coin-cidente con l’estate, però non si poteva ulteriormenteprorogare. Inoltre questo primo periodo è servito da ban-co di prova per acquisire la giusta esperienza per quan-do la differenziata sarà operativa per tutto il territorio. Ciaspettiamo sicuramente dei disguidi, ma contiamo sullacollaborazione dei cittadini. Stiamo cercando di prevede-re e di evitare problematiche di qualsiasi genere”. In seguito alla rimozione dei cassonetti, non corria-mo il rischio di assistere a situazioni di inciviltà conl’abbandono di immondizie e rifiuti per le strade?“L’abbandono libero non deve esserci. Bisogna iniziare aconsiderare la propria città come la propria casa. Abbia-mo peraltro cercato di creare le condizioni perché que-

sto non accada. Innanzitutto con la campagna di sensi-bilizzazione, pubblicizzando la presenza dell’isola ecolo-gica in C.da Santa Caterina, dove si possono conferire irifiuti differenziati; poi predisponendo delle isole mobiliche, dal lunedì al sabato, saranno distribuite in tre zonedifferenti della città, secondo un calendario e alle qualiperò si potrà ricorrere solo in casi particolari, come la ne-cessità di smaltire indifferenziato in eccesso; in ultimostiamo pensando a come risolvere il problema dei con-domini che non hanno gli spazi per i carrellati”.Non sarebbe il caso di modificare il calendario diraccolta per consentire alle utenze di smaltire moltopiù facilmente umido ed organico, evitando che que-sti debbano rimanere depositati più a lungo del ne-cessario?“Al momento no, in quanto la calendarizzazione è statapredisposta dai progettisti sulla base della media setti-manale di raccolta nelle altre città italiane, prevedendocosì tre prelievi settimanali per Ostuni”.In ultimo, quali consigli sente di dover ai nostri con-cittadini?“Il consiglio è di non scoraggiarsi, ma di venirsi incontro.Sembra di assistere ad una svolta epocale, ma non è co-sì. Si tratta solo di abituarsi e di entrare nell’idea delladifferenziata, come è accaduto nel passaggio dalla liraall’euro, perché è nell’interesse della salute dei cittadini,dell’ambiente e del risparmio, tenuto conto che le disca-riche vanno ad esaurimento. Pertanto è giusto che diffe-renziamo e ricicliamo. Tavoli, lettini, televisori possonoessere ritirati a domicilio chiamando il numero verde800550629 a disposizione della cittadinanza o possonoessere portati direttamente all’isola ecologia. Siamo spe-ranzosi che tutto andrà per il meglio. Collaboriamo”.

DIFFERENZIATA: PRIMI RISULTATIa cura di Giacomo Mindelli

Riportiamo tuttavia, per dovere di cronaca, che nei pri-mi giorni di attuazione della raccolta differenziata sututto il territorio cittadino la realtà non corrisponde allechiare ed oneste intenzioni di efficienza manifestatedall'Amministrazione: la raccolta avviene in ritardo,molti cittadini buttano tutto dove possono (e anche do-ve non possono) e, soprattutto, il numero verde NONRISPONDE. Su una questione di tale importanza è vi-tale che ogni interessato (Comune, ditta appaltatrice ecittadini) si comporti nel migliore dei modi.

Anche Ostuni è ovviamente interessata alla situazionedell’ILVA di Taranto, sia per gli ostunesi che vi lavorano

sia per l'incidenza che i fumi del siderurgico, trasportati dalvento, hanno sulla nostra salute. Dopo il sequestro dellastruttura produttiva da parte del GIP di Taranto, Todisco, e labocciatura del piano di risanamento presentato dall'azienda,si teme il blocco della produzione con la conseguente perdi-ta di migliaia di posti di lavoro: gli altoforni spenti, nell'ipote-si estrema di chiusura definitiva, sarebbero comunque unabomba ecologica per il territorio perché comunque si dete-riorerebbero in maniera incontrollata o dovrebbero esseredemoliti con costi immensi. A proposito di bombe ecologi-che, va detto che in un recente rapporto dell'Agenzia Euro-pea dell'Ambiente, che elenca le industrie più inquinanti nelcontinente, l’ILVA figura al cinquantaduesimo posto, ma aldiciottesimo, nella stessa classifica, c’è la centrale ENEL acarbone di Brindisi-Cerano. Nel prossimo numero ci occuperemo più diffusamente del-la situazione ambientale in Ostuni e dintorni; riceviamo epubblichiamo la dichiarazione del senatore ostunese Salva-tore Tomaselli (PD) relatore della legge sull’ILVA approvatadefinitivamente in Senato: “Nella tormentata e complessavicenda dell’Ilva di Taranto, il decreto oggi convertito in leg-ge rappresenta una prima risposta che governo e Parla-mento hanno messo a disposizione nei confronti di una cit-tà che ha pagato un tributo altissimo a scelte di un'altra fa-se della nostra storia industriale, ma facendo, fronte a unaemergenza nazionale di straordinaria gravità”.“L’auspicio - spiega Tomaselli - è che i lavori per la definizio-ne della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale a cui sista lavorando al ministero dell’Ambiente, si concludano al piùpresto. Da essa può giungere la risposta concreta a quantodisposto dalla magistratura e anche alla necessità di assicurare che la produzione non si fermi, prospettiva cheavrebbe danni incalcolabili sull’intero sistema industriale delPaese e sull’occupazione. Tocca ora all’azienda, però, al pa-ri di quanto hanno fatto finora Governo, magistratura e istitu-zioni locali, fare fino in fondo la propria parte realizzando nonpiù rinviabili investimenti tecnologici per soddisfare le condi-zioni perché si possa continuare a produrre in sicurezza”.“La vicenda di Taranto è il paradigma di un'Italia che rischiadi perdere uno dei pezzi più significativi del suo patrimonioindustriale. Per questo - conclude il parlamentare del PD -l'approvazione oggi di questo decreto è un contributo pernon lasciare soli quei cittadini e quei lavoratori che in que-sta vicenda così drammatica rappresentano i testimoni di unpassaggio di civiltà, per una moderna, efficace ed equilibra-ta sintesi tra i princìpi, che mai più dovranno essere vissutiin contrapposizione, della tutela del lavoro, dell'ambiente edella salute!”.

F.S.

Il22 settembre presso il bar Borgo Antico, nelnostro centro storico, si è tenuto l’incontro or-

ganizzato dall’Associazione culturale “CorsivoOstuni”, presieduta dall’Avv. Mario Monopoli, daltitolo “Un Caffè con…”. Erano presenti Mario Ca-tania, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentarie Forestali e Paolo De Castro, Presidente dellaCommissione agricoltura del Parlamento Euro-peo, oltre che numerosi esponenti dell’imprendi-toria agricola e dell’Amministrazione Comunale.Il caffè è stato il pretesto per far sì che ci fosseun momento di collegamento tra il Governo cen-trale e i produttori locali, superando tutte le strut-

ture intermedie, per chiarimenti e riflessioni sulRegolamento Comunitario n° 61/2011 (che hadefinito i limiti per gli alchil-esteri presenti neglioli extravergini d’oliva e i relativi metodi di anali-si) e sul successivo Decreto Sviluppo.La fonte europea prevede che un olio extravergi-ne di alta qualità debba essere caratterizzato davalori di alchil-esteri molto bassi e quindi inferio-ri al livello massimo di 75 mg/kg previsto.L’art. 43 co. 1bis del Decreto Sviluppo n°83/2012, convertito dalla Legge n° 134/2012,prevede invece per gli alchil-esteri presenti nel-l’olio extravergine italiano un tetto di 30 mg/kg.

Questo comporta delle conseguenze rilevanti,poiché sono esclusi dalla qualità di olio extraver-gine e dalla possibilità di etichettatura con la di-citura “Italia” o “italiano” numerose produzioni lo-cali che non rispettano tale limite, sia per la tipo-logia delle piante che per i metodi di produzione,con gravi conseguenze per l’economia locale enazionale. Lo stesso comma 1bis prevede inoltreche il superamento dei valori, salvo le disposizio-ni penali vigenti, comporta l’avvio automatico diun piano straordinario di sorveglianza dell’impre-sa da parte delle autorità nazionali competentiper i controlli operanti ai sensi del regolamento(CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e delConsiglio, del 29 aprile 2004.Al termine dell’interessante dibattito, il MinistroCatania è stato disponibile a rispondere ad alcu-ne domande.Ministro, l’agricoltura di qualità può rappre-sentare uno sbocco occupazionale per i no-stri giovani?“Sicuramente in Puglia c’è spazio per fare del-l’agricoltura di qualità, in quanto l’immagine delprodotto pugliese comincia ad affermarsi suimercati. È stata, infatti, lungamente trascurata lacomunicazione a riguardo; però negli ultimi tem-pi le cose si muovono positivamente. Pertantopenso che ci sia nella regione spazio per faredell’agricoltura di qualità, con buon reddito e sod-disfazioni soprattutto per i giovani”.

(segue a pag. 2)

IL FUTURO DI OSTUNI: L’AGRICOLTURAIncontro col Ministro MARIO CATANIA di Giacomo Mindelli

ILVA: salute e lavoro non possono andare in fumo

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Il riordino delle ProvinceIntervista al Consigliere Provinciale Avv. Vincenzo Putignano

di Gianmichele Pavone

Ilriordino delle Province è un tema di cui si discuteda molti anni ma solo con l’avvento del governo

Monti è diventata realtà, anche se parzialmente. Infat-ti il Governo ha deciso di ridisegnare le realtà territo-riali provinciali, portando le stesse ad una drastica ri-duzione. Il d.m. del 7 agosto 2012 ha definito i duecriteri minimi che le Province italiane dovranno rispet-tare per non essere soppresse o accorpate: il primodemografico e il secondo territoriale. A partire dal2014, pertanto, potranno continuare ad esistere comeente provinciale solo quei territori che soddisfano leseguenti condizioni: almeno 350.000 abitanti e alme-no 2.500 km quadrati di estensione geografica; perquesto motivo la provincia di Brindisi cesserà di esi-stere improrogabilmente entro il 31 dicembre 2013 oanche prima se si completal’iter del trasferimento dellefunzioni. Raccogliamo le dichiarazionidel Consigliere Provinciale delPartito Democratico, Avv. Vin-cenzo Putignano.Cosa accadrà alle sei Provin-ce della Puglia con l’appro-vazione definitiva della spen-ding review?I requisiti minimi richiesti dallanorma sono rispettati solo dalleProvince di Lecce e di Foggia,mentre la BAT, e le Province diBrindisi e Taranto vedranno ne-cessariamente ridisegnati i pro-pri confini. Mentre la BAT dovrebbe confluire per inte-ro nella Provincia di Foggia, le Province di Brindisi eTaranto dovrebbero unirsi in un unico grande ente,per cui, in definitiva, in Puglia oltre all’Area Metropoli-tana di Bari avremmo tre Province: Foggia, Lecce eTaranto-Brindisi. Diverso è il discorso per Bari, chescomparirà perché ricompresa nell’Area Metropolita-na di Bari, una delle dieci in Italia. I confini dovrebbe-ro essere determinati dalla Regione Puglia entro il 24ottobre e, in difetto, entro la fine di quest’anno il Go-verno, con i poteri sostitutivi, determinerà i nuovi am-biti territoriali. Si tratta solo di una ridefinizione geografica oppu-re cambieranno anche i poteri e le competenzedelle Province?Purtroppo non si tratta solo di una diminuzione nume-rica delle Province, in quanto la legge approvata que-st’estate prevede anche che le stesse diventino enti disecondo grado e perdano alcune funzioni importanti inparte ancora da definire. Ciò vuol dire che non ci saràpiù l’elezione del presidente e dei consiglieri provin-ciali ma questi ultimi saranno designati fra i consiglie-ri comunali dei comuni ricadenti nei nuovi territori cosìcome ridefiniti e fra di loro eleggeranno un presidente.Sicuramente le funzioni che resteranno in capo alleProvince riguarderanno l’ambiente, la viabilità e l’edili-zia scolastica (scuole superiori). Le altre (mercato dellavoro, formazione professionale, agricoltura, servizisociali, cultura, etc.) saranno trasferite alla Regione oai comuni.Ci sarà un effettivo risparmio a seguito di questaoperazione?A mio avviso questa rischia di essere solo un’opera-zione di facciata: sia perché i costi istituzionali (presi-dente, assessori e consiglieri provinciali) sono comun-que molto limitati, sia perché alcuni enti partecipatidalle Province sopravvivranno. Non si è avuto il corag-gio politico di attuare una riforma più radicale (cioè lasoppressione di tutte le Province, onde evitare spere-quazioni) oppure sarebbe stato molto più logico e consicuri risparmi di spesa far confluire in capo alle Pro-vince le competenze di vari enti partecipati (ad es.ASI, STP ed altri), sopprimendo gli stessi ed i relativi

costi di gestione.I cittadini, quindi, si domandano: che fine farannoi dipendenti pubblici?La questione del personale è molto delicata, perchévenendo meno alcune sedi ed alcune funzioni delleProvince è chiaro che ci si ritroverà personale in esu-bero. In realtà il blocco delle assunzioni, quasi totale,che si è avuto negli ultimi anni (e quindi gli attuali or-ganici carenti) porta a ritenere che il personale effetti-vamente in esubero sarà limitato e troverà facile collo-camento presso i Comuni o la Regione, cioè nessunodovrebbe rischiare la perdita del posto di lavoro.Qual è la situazione nel nostro territorio? La Pro-vincia di Brindisi si sta preparando per affrontareil cambiamento in atto? Come si comporterà per

l’attuazione dei suoi program-mi e degli impegni già assunti?La Provincia di Brindisi, come lealtre coinvolte dal ridimensiona-mento, già subisce e subirà in fu-turo un notevole disagio dal cam-biamento in atto. A questo propo-sito mi preme sottolineare comeormai la riduzione dei trasferimen-ti statali di risorse alle Provincesta portando ad una lenta agoniadi questi enti locali. Brindisi ha ri-dotto drasticamente tutti i costi digestione in tempi non sospetti, e,malgrado i tagli progressivi attuatidagli ultimi Governi, i programmiin tema di viabilità, edilizia scola-

stica, servizi sociali, ambiente (le grandi competenzeattuali) sono stati portati avanti e gli impegni, ancheeconomici, pur con notevoli difficoltà dovute al rispettodel patto di stabilità, si stanno attuando.lei per quale soluzione propende nella querellesulla ridefinizione territoriale della nuova Provin-cia?Ogni giorno assistiamo a prese di posizioni divergen-ti, seppur legittime, da parte di politici, opinionisti o cit-tadini in ordine alla nuova configurazione territorialeda dare alle Province di Brindisi e Taranto. Personal-mente ritengo più realistica, per vari motivi che sareb-be in questa sede difficile approfondire, l’opzioneBrindisi-Taranto con doppio capoluogo e, cioè, conequa ripartizione di uffici ed altri Organismi in via diaccorpamento (ad es. Prefetture, Questure, ComandiProv.li dei Carabinieri e della Guardia di Finanza,etc.).Per finire, un giudizio su questa sua esperienzatriennale come consigliere provinciale.È stata un’esperienza che mi ha arricchito notevol-mente sul piano umano e politico, pur non potendo ta-cere che la stessa ha avuto luci ed ombre dal punto divista amministrativo. Purtroppo le difficili condizionieconomiche a cui accennavo ed i progressivi tagli li-neari apportati alle risorse destinate all’Ente hanno re-so non sempre incisiva ed evidente l’azione ammini-strativa. A ciò va aggiunto che la città di Ostuni, puressendo fra le più popolose della Provincia, non hapotuto contare sulla presenza di un componente nellaGiunta provinciale, diversamente da come era avve-nuto negli anni passati.

RICORDARE DE GASPERI OGGI

di Sandro Massari"Ci sono adolescenze che si innescano a 90 anni": riportiamo questa bella frase di Alda Me-rini per il nostro collaboratore Sandro Massari, che ha compiuto 90 anni il 4 settembre, ed èstato festeggiato da familiari ed amici. Gli avevamo chiesto di rievocare la sua pluridecennaleattività in questo numero, ma lo faremo nel prossimo. "Prima De Gasperi" ha detto "è più im-portante ed attuale".

Per la ricorrenza dei 90 anni de “Lo Scu-do”, nato come organo locale del Partito

Popolare, abbiamo ricordato Sturzo che, su-bito dopo la fine della Prima Guerra Mondia-le, per primo cercò di portare in Italia la de-mocrazia. Ma il suo tentativo fu subito soffo-cato dalla dittatura fascista.E abbiamo ricor-dato i sacerdoti e i laici che in Ostuni accol-sero con entusiasmo il suo “Appello agli uo-mini liberi e forti”, anche se non tutti piena-mente consapevoli dei valori fondativi del po-polarismo sturziano (laicità e democrazia). Cifu chi continuò a battersi per “il Trono e l’Al-tare” dell’antica Cristianità (il cav. AntonioCalamo, pubblicista e saggista, benemeritofondatore del Liceo classico, eletto per accla-mazione Presidente della locale Sezione delPartito popolare) e chi si lasciò affascinaredal patriottismo e dal nazionalismo sbandie-rati dal movimento fascista (il prof. TommasoNobile e il dr. Americo Nacci, allievi del can.Pietro Pignatelli e dirigenti del gruppo giova-nile del partito).Ricordare oggi De Gasperi, che, subito dopola fine della Seconda Guerra Mondiale, in po-chi anni riuscì a portare definitivamente l’Ita-lia alla democrazia, superando notevoli osta-coli e forti avversari, è più impegnativo. Per-ché comporta confrontarsi con le fondamen-tali scelte politiche da lui operate (Repubbli-ca, Comunità europea, Atlantismo), con lasua linea politica (il centrismo) e con il suostile di vita, in un momento in cui le scelte po-litiche da lui operate sono in profonda crisi; lasua linea politica (centrismo) è volutamentefraintesa per interesse di parte; la nostraclasse politica fa indignare per il suo vergo-gnoso e scandaloso comportamento nellagestione delle istituzioni democratiche nel-l’ambito nazionale, regionale e locale.Il ricordare De Gasperi, per me che da giova-ne ho vissuto i suoi anni di leader (siamo ri-masti in pochi!) militando nell’Azione Cattoli-ca e nel Partito della Democrazia Cristiana, ilricordo si fa più coinvolgente. Mi richiama al-cuni ricordi che per me sono sempre valsi adarmi luce e speranza nei momenti grigi e buidella mia vita.Mancano ancora circa due anni dalla ricor-renza del 60° anniversario della scomparsadi Alcide De Gasperi, che morì il 19 agosto1954. Per ricordarlo non possiamo attenderericorrenze, tanto urgente e prezioso è l’aiutoche ci può venire dalla lezione della sua testi-monianza di uomo, di cattolico, di politico e distatista, in un momento in cui per tutti si po-ne la necessità di una svolta radicale peruscire dalla crisi e avviare un nuovo Rinasci-mento per l’Italia, l’Europa, il mondo intero.Nel 2004, per la ricorrenza del cinquantena-rio della morte di De Gasperi, la figlia MariaRomana, che del padre fu insostituibile colla-boratrice, per la ristampa di uno dei suoi libridedicati alla memoria del padre (“De Gaspe-ri. Ritratto di uno Statista”) - scriveva: “Per-ché parlare ancora di quest’uomo scomparsocinquanta anni fa? Il suo nome compare ditanto in tanto nella cronaca, quasi si trattas-se di un nostro contemporaneo. La ragionepotrebbe essere l’insoddisfazione che ci of-fre il nostro modo di vivere per cui si va a cer-care nel passato qualcosa di valido che ciaiuti a cambiare. Oggi soffriamo ancora pernon aver affrontato con decisione alcune diquelle iniziative e riforme che erano nei pro-grammi degli ultimi governi presieduti da DeGasperi e che si sono ripresentati sul tavolodei nostri uomini politici, qualunque fosse laloro corrente di pensiero, senza trovare an-cora una conclusione”.Sono passati otto anni da questo scritto diMaria Romana De Gasperi e il quadro politi-co dell’Europa e dell’Italia è enormementepeggiorato per le mancate riforme e per ilconcorso della crisi economico-finanziaria

che nella sua globalità ha travolto l’Europa el’intero Occidente. A soffrirne particolarmenteè l’Italia per i suoi vizi antichi (scarso sensocivico) per la dilagante odierna corruzionedella sua classe politica e la sua incapacità agovernare il Paese. Il segno eclatante di taleincapacità si è avuto nel novembre scorso,quando il Capo dello Stato Napolitano, perl’incapacità del governo Berlusconi a fare leriforme richieste dagli organismi della Comu-nità Europea, ha ha affidato al prof. MarioMonti l’incarico del governo tecnico che, so-stenuto dalla “strana” maggioranza (Pdl, Pd,Udc), bene o male, ha evitato il baratro delfallimento e ha fatto riacquistare all’Italia ilprestigio perduto presso gli organismi inter-nazionali.Intanto si avvicina la scadenza della legisla-tura e pochi mesi mancano dalle elezioni delnuovo parlamento, che eleggerà il nuovoPresidente della Repubblica, e i partiti sonosempre più divisi fra di loro e al loro interno.La disponibilità data da Monti per un Montibis dopo i risultati elettorali, accolta con favo-re dai rappresentanti degli organi internazio-nali e dal mercato, male intesa dalle forze po-litiche e sindacali, ha accresciuto il disorien-tamento dei partiti e dell’opinione pubblica. A questo punto ricorriamo alla lezione dellatestimonianza di De Gasperi Il suo esempioparla a tutti: alle forze politiche e alla dirigen-za sociale (sindacati e industriali).Alla destra la lezione di De Gasperi dice cheper governare l’Italia occorre una leadershipdi alto profilo. Al centro di Casini e di Fini, chetatticamente, per avere larghi consensi, pro-pongono per le prossime elezioni politicheuna lista civica per Monti bis, dice che il cen-trismo di De Gasperi, dettato dalla presenzainternazionale dei due blocchi e dalla presen-za in Italia del Partito comunista più forted’Europa dopo quello sovietico, fu un centri-smo aperto (in uno dei suoi governi De Ga-speri affidò ad un tecnico di alto profilo - il li-berale Luigi Einaudi - i ministeri finanziari) etendenzialmente rivolto verso i ceti più debo-li, tanto da essere stato sempre consideratodagli storici del movimento cattolico come ilpromotore del centro-sinistra degli anni ’60.Alla sinistra l’esempio di De Gasperi insegnache fare politica significa governare la com-plessità senza inseguire il soccorso di forzeesterne.De Gasperi intese la politica come missione,come servizio al proprio Paese e non comepotere da utilizzare per i propri interessi. Mis-sione che perseguì con determinazione, af-frontando notevoli sacrifici (patì anche il car-cere) che coinvolsero anche la sua famiglia.Il suo esempio dimostra che la politica puòtutto quando è in funzione di un progetto po-litico di grande respiro. Vale questo per chioggi si lascia suggestionare dall’antipolitica edal desolante astensionismo.

In Italia l’agricoltura non ha voce come in realtà me-riterebbe, in quanto il settore agroalimentare è unsettore trainante. Quali sono le vostre iniziative inproposito?“La cosa più importante è creare delle condizioni di red-ditività per le imprese negoziando a Bruxelles le solu-zioni migliori per i nostri agricoltori e facendo in sedenazionale tutto il possibile. In questo momento, infatti, èin corso a livello comunitario un importante negoziatoper la riforma della politica agricola comune, mentre insede nazionale abbiamo adottato una legge che impo-ne che i produttori agricoli siano pagati entro 30 giorniper i prodotti deperibili ed entro 60 per quelli non depe-ribili; detta legge entrerà in vigore nelle prossime setti-mane. È necessario però continuare ad impegnarsi ul-

teriormente in tale direzione”.Lei ha accennato anche ad un piano per il supera-mento dello spreco alimentare destinando agli indi-genti le risorse in eccedenza. Ce ne può parlare bre-vemente?“Già oggi, come Ministero, destiniamo oltre 100 milionidi euro di prodotti alimentari agli indigenti sulla base diuna regolamentazione comunitaria che ci fornisce que-sta dotazione finanziaria. Questa è una cosa importan-tissima, poiché rappresenta un ponte tra l’agricoltura eil mondo di coloro che soffrono. Dobbiamo partire daquesta esperienza per accrescere ulteriormente il no-stro intervento, utilizzando anche le partite della filieraalimentare che sono oggetto di spreco o che vengonodistrutte, mentre invece potrebbero essere destinate invaria forma per le necessità dei bisognosi”.

GIACOMO MINDELLI

(segue da pag. 1)Incontro con il Ministro dell’Agricoltura...

Mentre il giornale andava in stampa il ConsiglioComunale di Ostuni ha deliberato la preferenzaper l’autonomia della Provincia di Brindisi e insubordine l’accorpamento con Taranto. Inoltre il Presidente della Provincia Massimo Fer-rarese il 2 ottobre ha rassegnato le proprie dimis-sioni. La vicenda avrà sicuramente altri sviluppi suiquali avremo modo di soffermarci sul prossimonumero del giornale.

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22001122TTeerrzzaa PPaaggiinnaa

Victor Hugo, I Miserabili, libro V, capitolo III. Il for-zato Jean Valjean diventato il benefattore signor

Madeleine passeggiando per i campi insegna aicontadini metodi più efficaci per coltivare, potare,utilizzare al meglio erbe e piante, insegna anche acombattere i parassiti e il punteruolo del grano chenel testo in lingua è lo charançon. Il termine attiraimmediatamente la mia attenzione e richiama il no-stro dialettale scaranzone. Controllo nel dizionario;il termine è riportato e designa lo stesso insetto (co-leottero). Il dizionario riporta anche un altro signifi-cato, quello di sgorbio, scarabocchio, ed in questaaccezione io lo ricordavo. Sarà perché l’insetto èbrutto, sarà perché chi scrive male traccia le letterecon segni angolosi e fuori rigo macchiando (quandosi usavano pennini ed inchiostro) come le zampedell’insetto. L’italiano ha l’espressione “a zampe digallina”. Anche scarabocchio, però, ci riporta al fran-cese. Secondo i linguisti esso deriverebbe dalla fu-sione di escarbot, scarafaggio, con l’italiano scara-beo e la macchia richiama anche qui l’impronta del-lo scarafaggio. Tornando al nostro scaranzone il ter-mine è esclusivamente francese non avendo trova-to nessuna traccia di similitudine con l’italiano nénel De Mauro né nel vecchio Zingarelli e nel Trin-chera. Come è arrivato da noi quel termine? Converosimile probabilità con i francesi nel primo otto-cento. L’abolizione della feudalità fu voluta dai na-poleonidi, Giuseppe Bonaparte prima e GioacchinoMurat dopo, per creare una borghesia agraria allea-ta e per aumentare la produttività dei terreni agrico-li con tecniche più moderne tra cui la lotta a paras-siti ed agenti dannosi tra cui appunto lo charançonche poi dal popolo dialettale è stato corrotto in sca-ranzone ed usato poi per l’immagine dello sgorbionella scrittura. Alcuni fanno discendere la parola dacharançon, piccolo cervo, dal celtico karantionos o

caranteus in basso latino; il latino classico lo chia-mava curculio. In Plauto è il titolo di una commediae Curculio è il nome del personaggio del parassita.Il punteruolo del grano così come il tristemente fa-moso punteruolo rosso, appartiene all’ordine deicurculionidi. L’uso in senso figurato non è molto lon-tano nel tempo, non certo prima che con l’unificazio-ne dell’Italia si avviasse l’alfabetizzazione del popo-lo. Solo scrivendo si può fare uno scaranzone. Me-no probabile mi sembra l’ipotesi che il termine siapassato dal romanzo, che sicuramente fu noto an-che qui da noi, nella cultura del ceto che leggevaanche in francese e di lì nel linguaggio popolare e lìdialettizzato. Mi chiedo, comunque, come qui da noiera chiamato quell’insetto (coleottero) prima che coltermine che abbiamo detto?

CANDE DE NOTTESto ssende nu cande stanottena museca cumme a nnu chjande,se cangia e mme pare nu priescedevenda po mmesce sespire.Nu core ca chjange mbelisce,n’amore ca disce perdutee ddoppe stè spera cu s’acchjafedela na vocca sengera,nu vase nnucende cu ssiape ssembe de stu trademende.Na cchjange, ì vvete po passa,tre ggiurne e sse lassa lu viende,retorna serene ce chjovee rrite lu solu ca vene;po vite, na cchjange e aspetta,ce ccosa ì sta fretta stè tiembe,s’agghjusta se sape agne ccosa,n’ì bbona? Repigghja da cape.Na gioia po vene so’ ccerteca tutte ne porta li pene;va chjane e aspetta, na corre,scì storta? Po torna deretta,si’ ggiovene na ppertà fretta:la vita t’aspetta na vvite?!E passa cu ttiembe delorema passe cu llore tu pure,e ddoppe a ll’allerta na vitasultanda na cosa ì qquà certa.

Versi novenari; a versi con rima interna variamentealternati.

OSTUNI E IL SUO DIALETTO

Inuno splendido saggio apparso ne “La coscienzadelle parole” (Adelphi, 1984), Elias Canetti indi-

ca “La missione dello scrittore”: “Gli uomini che noiabbiamo disprezzato per la loro modesta civiltà ma-teriale e che da noi sono stati sterminati ciecamentee spietatamente, sono gli stessi uomini che ci hannotramando un’eredità spirituale inesauribile… La verasalvaguardia di questo patrimonio, la sua resurrezio-ne per la nostra vita, è compito degli scrittori…”.Tonino Zurlo è vero scrittore; non solo perché “scri-ve” poesie che poi mette in musica; non solo perché“scrive” nel legno delle sue sculture d’ulivo (assolu-tamente da visitare la sua bottega in via Petrarolo,nel cuore de “La Terra”), ma soprattutto perché haassunto la missione dello scrittore: tenere aperte vietra gli uomini, sentieri interrotti dalla ricerca del pro-fitto e dell’utile personale, radici con i nostri simili,con la terra, con gli spazi urbani, da tempo tagliate,mercificate, nullificate.“L’Ulivo che canta”, il titolo del suo ultimo disco (Ani-mamundi edizioni, Suoni e visioni dal mondo, 2012)è un urlo della Terra, quella che ci portiamo dentro edabbiamo soffocato ma che sempre torna a parlaredentro, e che invita ciascuno a prendere “coscienza”(sì, come quella del libro di Canetti) del proprio esse-re.Contro i miti della pubblicità, del progresso, del de-naro (tutti feticci che la Crisi sta spazzando via, ine-sorabilmente), Tonino invita a guardare oltre, al sen-

so profondo del nostro esistere e stare nel modo,usando quella “’ndramacologia” che appare in tuttele sue canzoni (ossia la capacità di guadare il mon-do con un altro occhio, quello delle nostre ‘ndrame,le viscere appunto).Questa volta, anziché riportare i testi all’interno dellaelegante confezione che accompagna il cd, Toninoha preferito accostare alcuni versi delle sue canzonia fotografie delle impressionanti sculture d’ulivo chesi trovano nella propria bottega: è un invito ad ascol-tare e a “guardare” la musica in una maniera diver-sa.Strumenti, ritmi, suoni e parole sono quelli popolari,folcloristici (ma non quelli della pizzica e della taran-tella ballata in strada per il piacere di distratti turisti incerca di curiosità etnografiche), contaminata da altreesperienze popolari: la classica “Fore a dde me” (chinon ha cantato ad Ostuni questa canzone compostada Tonino negli anni Settanta?) si adagia tra il bluese lo spiritual evocati dallo splendido pianoforte diPiero Vincenti; “Lu prefisce” (delizioso e metaforicoracconto di come il fico possa crescere e divenire ric-chezza per gli uomini solo se si fa fecondare) viaggiasu ritmi swing. Tutte le poesie di Tonino e la sua mu-sica sono poi irrobustite ed incorniciate dal MaestroMauro Semeraro, che suona praticamente tutto al-l’interno dell’album; sullo sfondo, sempre Nicola Fa-rina, col suo basso dal suono quasi religioso. Com-pleta l’ensamble Vito De Lorenzi alle percussioni.

Il suono dell’album è più “antico”, più “casereccio”dell’altrettanto splendido “Nuzzele e Pparole” (l’ulti-mo, raffinatissimo album di Tonino, uscito nel 2007),ma i temi sono sempre quelli che il Nostro segue sindal primo CD (Jata Viende) e, ancor prima, da quan-to cantava e suonava nella Roma alternativa deglianni Settanta di Giovanna Marini.Passando tra i canti “di lavoro e di protesta” (come sisarebbe detto qualche decennio fa) de La Fattora,Lu jaluttone, Lu frate in polizia, tra quelli di denunciadel berlusconismo e del disastro antropologico cheha prodotto (Viva l’Italia, Trenda e Trendune), ascol-tando la splendida L’acqua (veramente un cammeomusicale), la riflessione musicale di Tonino si conclu-de con Senza Bagagli, forse il pezzo più bello dell’al-bum, una meditazione sulla Morte che dà senso allavita. “Se pensassimo di più alla morte – ripete Toni-no – impareremmo l’umiltà e non ci sentiremmo Ddiee Padreterne”. Solo avanti alla morte, infatti, si “mi-sura” il peso di una vita, di un uomo: “Ce durante lavita s’ì state ‘nu fiore/ sobba sta terra tu lasse l’ardo-re. Ma ce durante la vita s’ì state nu strunz/ sobbastà terra tu lasse la puzza”“Nessuno sia respinto nel nulla, neanche chi ci sta-rebbe volentieri”, conclude Canetti; e L’Ulivo checanta rappresenta un irresistibile invito a riprenderein mano la propria vita, a dare coscienza al proprioagire, a riannodare i rapporti tra gli esseri umani cheil “progresso” (con la “p” minuscola) ha distrutto.

L’ULIVO CHE CANTA di Alfredo Tanzarella jr.

Parole di Nello Ciraci

Il Plum curculio, chiamato in francese charançon

Lasera dell’8 ago-sto u.s. nella

penombra suggestivadel chiostro S. France-sco i riflettori eranoaccesi sulla vita el’opera di alcuni nostribeneremiti concittadi-ni. Più volte l’emozio-ne ha attraversato ipresenti uniti nel ricor-do di Uomini che sononel cuore non solo deifamigliari ma anche dicoloro che li hanno co-nosciuti e rispettati.Vasto pubblico comeogni anno all’edizionedel “Premio Pagine diVita”, evento patroci-nato dall’Amministrazione Comunale, Assessoratoalla Cultura e Turismo, e curato da GiampieraQuartulli e Masietta Palmisano con la regia di LilloZaccaria Radio-Ostuni in arte. Un pubblico silenzio-so ed attento che ha compreso il significato profon-do della Rassegna che, insieme all’informazionestorica sulla biografia dei personaggi illustri, inten-de far passare un messaggio forte: la democraziadel ricordo.Il Sapere e l’Ingegno non hanno né classe né cen-so ed hanno diritto alla stessa dignità. Così in que-sta serata culturale trovano il loro posto le eccellen-ze di ogni ambito, dalla cultura all’imprenditoria, al-le professioni, all’artigianato, ecc.Le Autorità presenti, il Sindaco avv. Domenico Tan-zarella, l’Assessore al Turismo, rag. Agostino Buon-giorno, il Consigliere Regionale geom.GiovanniEpifani ed inoltre il Presidente dell’Ordine degli Av-vocati di Brindisi avv. Carlo Panzuti ed il già Presi-dente dell’Ordine avv. Augusto Conte hanno conse-gnato le benemerenze ai parenti degli “Illustri Ostu-nesi”. Sono stati ricordati: l’avv. Giuseppe Tanzarel-la, figura di maggior rilievo del socialismo ostunese,esempio di virtù civiche, Uomo di innata rettitudinee di irriducibile libertà di pensiero; il dott. OronzoGiovene, la cui lungimiranza ne fece un imprendito-re d’antan del turismo alberghiero; il Maestro di tut-ti i magistri fabricatores di Ostuni, Francesco Cira-ci, progettista e costruttore di vere e proprie opered’arte. Il programma, passando emozionalmente dal pas-sato, approda al presente ed il Premio “Pagine diVita” viene consegnato dal Sindaco avv. DomenicoTanzarella alla magistrale e carismatica prof. e Pre-side Maria Longo, inesauribile miniera di iniziativebenefiche; al dott. Giovanni Asciano, già Dirigentegenerale del Ministero del Tesoro, la cui prestigiosacarriera non ha mai appannato la semplicità e l’one-

stà di intenti. La Rassegna ha compreso le straor-dinarie performances canore di Maria Teresa La-penna, Angelisa e Sara Semeraro e del baritonoCarlo Sgura. A toccare le corde del pubblico il ma-gico suono del violino di Antonella Cavallo, violini-sta e violista di grande pregio. I nostri giovani e giàvalenti professionisti hanno ricevuto la “PergamenaPagine di Vita” dal dott. Ferdinando Sallustio, Diret-tore del mensile Lo Scudo e dal Segretario genera-le del Comune di Ostuni, dott.ssa Katy Narracci.Seguendo il filo ideale del successo che premia ilmerito, hanno ricevuto le benemerenze alla carrie-ra rispettivamente dal Sindaco avv. Domenico Tan-zarella e dall’ avv. Augusto Conte, la dott.ssa LuisaPrudentino, Docente universitaria di Lingua e Cul-tura cinese presso l’Università del Salento, pressol’Università d’Artois e Paris 7 (Francia), ed il giova-ne professionista avv. Gianmichele Pavone, fineanalista di storia locale, ricercatore e cultore dellamateria in Diritto Processuale Penale ed in Crimi-nologia presso l’Università di Bari e del Salento.Hanno magnificamente completato la serata en-trando a pieno titolo fra i personaggi ostunesi di ta-lento premiati: la cantante Amalia Grè, raffinata in-terprete di musica jazz e l’attrice e cabarettista Cin-zia Marseglia, volto familiare di Zelig.Questa Rassegna di “Personaggi Illustri” vuole es-sere l’occasione per far riflettere un po’ tutti noi masoprattutto i più giovani, con la speranza che in untempo di così grandi incertezze etiche queste testi-monianze possano, in qualche modo, stimolare edorientare le loro scelte di vita.

REDAZIONE “PAGINE DI VITA”RADIO-OSTUNI

La trasmissione radiofonica Pagine di vita con-dotta da Giampiera Quartulli e Masietta Palmisa-no riapre i microfoni lunedì 15 ottobre alle ore17,00 in FM 97.100 e sul web al www.radiostuni.it

Terza edizione del premio “Pagine di Vita”

Ringraziamo gli amici lettori del nostro giornale per aver consentito il successo della “Serata d'onore” del 23 agostoscorso, dedicata ai protagonisti del dialetto ostunese. Un folto ed attento pubblico ha fatto corona ai poeti presenti(Domenico Colucci, ormai più che novantenne, Silvio Iurleo, Silvio Carrino e Nello Ciraci) e al cantastorie ToninoZurlo; sono state ricordate le figure di Don Arcangelo Lotesoriere, Don Pietro Pignatelli, Mons. Francesco Tamborri-no, Don Oronzo Paolo Orlando, Tommaso Nobile, Amerigo Nacci, Alessandro Suma e Mario Crescenzio. Hanno col-laborato all’eccezionale riuscita della serata Gianmichele Pavone, Armando Saponaro e gli amici che hanno recitatoe cantato: Antonella Colucci, Giovanni Francioso, Piero Rapanà, Rosario Bruno, Giovanni e Vincenzo Cariulo, Re-mo Attanasio e Lorenzo Cirasino, che ha annunciato una serata autunnale dell’UNITRE che sarà dedicata alle vocinuove della nostra letteratura dialettale. Dall’inizio della sua lunga storia “Lo Scudo” documenta l’eccezionaleespressività del nostro dialetto.Come sappiamo, le parole hanno una loro storia, spesso molto avvincente: ce ne dà un saggio il prof. Nello Ciraci(che ha pubblicato quest'anno il suo “Quaderno di vecchie parole”) che coglie una sorprendente derivazione dal fran-cese di una voce del nostro dialetto e ci propone una sua poesia dalla metrica inconsueta e ricercata.

F.S.

Leggi e divulga «LO SCUDO»È l’amico di tutti perché è il mensile di Ostuni e degli ostunesi. Fondato nel 1921, non ha mai interrot-to le sue pubblicazioni. Il suo scopo è quello di diffondere l’immagine, la vita e la storia di Ostuni

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“Altri/alti traguardi”Èil titolo dell’iniziativa che si è svolta

il 22 settembre nell’Auditorium delLiceo Scientifico “Pepe” di Ostuni, nel-la quale è stato inaugurato l’anno sco-lastico 2012-2013 e sono stati asse-gnati dei riconoscimenti agli studentidelle scuole superiori di Ostuni chehanno conseguito la votazione di 100 edi 100 e lode negli esami di maturitàdell’anno appena trascorso.Alla manifestazione, organizzata dalRotary Club Ostuni-Valle d’Itria-RosaMarina e dal mensile ostunese “LoScudo” con la collaborazione di enti edistituzioni finanziarie, ha partecipato ilsottosegretario al MIUR (Ministero del-l’Istruzione, Università e Ricerca) Mar-co Rossi Doria.Sono intervenuti inoltre il Sindaco diOstuni Domenico Tanzarella, il Presi-dente del Rotary Club Ostuni Dino Sebastiani; in rappresentanza delle scuole superiori cittadine la Dirigen-te del Liceo Classico e Scientifico Annunziata Ferrara e il dirigente dell’Istituto Tecnico “Monnet” e del “Pan-tanelli”, Angelo Zaccaria.Sono state premiate venti ragazze e sette ragazzi, mentre è stato avviato per gli studenti che attualmentefrequentano l’ultimo anno un percorso di orientamento che durerà fino all importantissimo appuntamento de-gli esami.Gli studenti premiati che hanno ottenuto il 100 e lode sono: Daniela Blasi ed Annalori Vincenti del Classico,Maria Rosaria Lacorte dello Scientifico e Sara Calabrese del Commerciale Turistico; i premiati con il 100 peril Classico sono Alice Galizia, Adriano Ciraci, Alessandro Mastromarino, Sabina Cisternino, Ludovica Epifa-ni, Marina Melpignano, Francesca Valente, Francesca Calò e Antonio Iaia, per lo Scientifico Rossella Fasa-no, Antonello Nacci, Cinzia Chirico ed Elena Parlante, per l’Agrario Marco Colucci e Francesca Sbano, perl’Industriale Antonio Tamborrino, per il Commerciale turistico Stefania Flore, Mariella Nardelli, Alessia Pigna-telli, Mary Cazzorla, per l’IGEA Stefania Lomonaco, Gianluca Macchitella e Ginella Marseglia, per il Geome-tra Ilary Chirulli.

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22001122CCuullttuurraa

Lacomprensione è intendimento,cognizioneesatta, insomma un qualcosa facile a ca-

pirsi ma io, forse anche per l’età che avanza, nonho ancora capito cos’è, nel mondo scolastico,“un comprensivo“. Eppure su di esso sono sta-ti versati fiumi di inchiostro e tanti sono stati i bla-bla televisivi che hanno giustificato lo smantella-mento della nostra scuola di base, un progetto discuola di chiara ispirazione democratica, legitti-mato da fondamenti pedagogico-educativi, rico-nosciuto anche all’estero come valido, non soloper l’attenzione posta ai soggetti in formazionema soprattutto per la distribuzione capillare sul-l’intera penisola e per il contributo, che anche lapiù piccola scuola, è sempre stata in grado di of-frire al territorio.Con un colpo di spugna tutto ciò è stato cancel-lato; sono stati messi da parte tutti quei modelliorganizzativi che effettivamente hanno reso pra-ticabile il diritto ad uno studio di qualità, che han-no favorito l’integrazione, non solo ai diversa-mente abili ma a quanti avevano una qualsivo-glia difficoltà di apprendimento, insomma è statamessa da parte una scuola inclusiva, innovativa,flessibile e perciò idonea a rispondere ad ogni bi-sogno.La scuola di base è stata, con una legge invasi-va delle stesse prerogative regionali, accorpatain Istituti comprensivi nei quali l’unica operazionedi innalzamento ha riguardato i parametri per ilriconoscimento dell’autonomia (minimo 1000alunni per le Istituzioni scolastiche autonome,500 per quelle site nelle piccole isole e nei comu-ni montani) mentre tutte le altre hanno ridottoe/o tagliato: tempi-scuola, organici, team ecompresenze, docenti specialisti di inglese, diri-genti e i direttori dei servizi amministrativi alle po-che scuole sottodimensionate rimaste, risorse fi-nanziarie ecc… Ma hanno ripristinato i voti nu-merici che in passato avevamo abolito, convintiche l’apprendimento non è mai immediatamenteosservabile e misurabile.A niente è valsa la considerazione che quei mo-delli organizzativi avevano fornito adeguate ri-sposte ai numerosi problemi posti dalla scolariz-zazione di massa e fatto registrare significativi ri-sultati in ordine ai bisogni dei nuovi allievi dell’eradigitale.Si é tagliato ovunque su tutto ciò che alla scuolaera necessario per continuare a garantire unbuon servizio. Chi infatti, a partire dagli anni ‘70, non ricorda letante buone pratiche didattiche, le innovazioni esperimentazioni che, ormai , senza supporti e ri-sorse, saranno impraticabili e riporteranno la no-stra scuola ai tradizionali modelli trasmessivi?In un settore come la scuola si dovrebbe inno-vare e legiferare solo per corrispondere a nuo-ve esigenze e migliorare il servizio e non perconseguire economie e rientrare nei parametriUE.

E quanto la nuova scuola sia peggiore di quelladi una volta lo attestano le varie indagini OCSE-PISA, (bassi livelli dei risultati, abbandoni, di-spersione, scarsa attenzione ai cambiamentiecc…). Quanto le ultime scelte politiche siano dicorte vedute e spesso, contraddittorie, opportu-nistiche, inconcludenti, lo manifestano gli atteg-giamenti diffusi di sfiducia nei confronti di unaistituzione molto distante da quella di altri paesieuropei, tanto da permettere il ritorno alle “clas-si pollaio”. Quanto le norme siano sempre piùfarraginose, complicate, poco chiare lo dimo-strano le numerose sentenze dei giudici chequotidianamente invalidano l’operato del legisla-tore. Vale la pena , a tal proposito,richiamare lafarsa dei quiz negli ultimi concorsi e la sentenza147 del 7 giugno che ha dichiarato illogico, ille-gittimo, anticostituzionale, insomma nullo , ilprovvedimento di dimensionamento.Nonostante ciò si è proceduto a spazzar via mi-gliaia di scuole in Italia ed anche in Puglia, unaregione che addirittura aveva impugnato le stes-se norme imposte dal Parlamento.Insomma, all’insegna di coordinate culturali co-me l’efficienza, la produttività, il merito, coniuga-te attraverso decreti legge, circolari, accordi diparte, provvedimenti di varia natura costruiti, divolta in volta, secondo gli orientamenti dei diver-si governi che si sono succeduti in questi ultimianni, è stata distrutta l’identità culturale ed orga-nizzativa del nostro servizio scolastico. E lascuola è caduta poco a poco,sottol’influenza di una maggioranza governativa chein maniera frenetica, invasiva, sempre alternati-va a quanto fatto dai precedenti Governi, ha le-giferato con il risultato di depauperare un settoresul quale invece avremmo dovuto investire pernon distruggere il progetto scuola tracciato nellanostra Costituzione ove il fine preminente era ildiritto della persona alla propria formazione e asoddisfare questo diritto provvedeva lo Stato at-traverso leggi, discusse, mediate, concordate, dichiara ispirazione democratica. Ed ecco allora che “l’istituto comprensivo“, sefosse stato adeguatamente preparato come unciclo unico senza fratture per agevolare il pas-saggio tra le scuole di base, se strutturato su pre-cise Indicazioni di curricoli verticali , se sostenu-to da un organico funzionale di insegnanti conuna medesima formazione di base e, nel casopresente con una tempestiva, adeguata e comu-ne formazione in servizio e soprattutto se fossestato costruito da chi aveva per legge questocompito e non imposto, avrebbe potuto risponde-re sia alle esigenze dell’utenza che a quelle con-tingenti di contenimento della spesa pubblica.Il comprensivo partorito, invece, non ha nulla diquanto sopra detto e, per rimanere all’etimologiadella parola , si è risolto in un qualcosa che in-clude, racchiude, ingloba,comprende ed in defi-nitiva riduce. Per questo non lo capisco proprio!

E’ iniziato da poco un nuovo anno scolastico e lagrande mole normativa, che tenta di dare nuova

linfa alla Scuola italiana, ha portato cambiamenti an-che nel nostro territorio. Infatti, sono stati formati treplessi comprensivi e gli istituti tecnici sono stati ac-corpati sotto un’unica dirigenza. A tutti, alunni, docenti, dirigenti e personale non do-cente, auguriamo un buon anno scolastico all’inse-gna del dialogo tra le varie componenti riunificate e lealtre locali agenzie educative.Anche l’UCIIM (associazione cattolica d’insegnanti,dirigenti e formatori) si fa promotore del dialogo nellascuola, con il tema del prossimo Congresso naziona-le intitolato “Oltre la crisi: la scuola in dialogo”.Il dialogo, in ambito scolastico e non solo, per esse-re efficace richiede il sostegno della cultura, per me-glio esprimere la componente testimoniale nel rap-porto educativo, utile a generare nei giovani maggio-re coinvolgimento, accettazione, rispetto che sonoanche elementi della cultura.I nostri giovani, digitalizzati, hanno ancor di più biso-gno di testimonianze credibili e coerenti poiché i newmedia pare che li abbiano resi più fragili e indifesi; èurgente, perciò favorire un dialogo atto a sostenere latestimonianza (il buon esempio!) e a rinforzare alle-anze con la famiglia e tutte le altre agenzie educati-ve, così come indicano i Vescovi negli OrientamentiPastorali per il decennio 2010-2020 “Educare alla vi-ta buona del Vangelo”.Il compito non è facile giacché un’azione educativo-testimoniale richiede ai docenti equilibrio, pazienza,motivazione, disponibilità a mettersi in gioco, oltre al-la capacità di cogliere i sentimenti e i pensieri dei lo-ro alunni anche al di là dei loro atteggiamenti. È com-prensibile come oggigiorno la maggior parte degli in-segnanti, che pure si dedicano alla professione congenerosità, impegno e competenza, possano sentirsi

scoraggiati o stressati da un lavoro divenuto via piùassorbente; si comprende come essi non disponga-no di molto tempo per assolvere all’ulteriore impegnodella propria formazione spirituale/professionale. Tut-tavia, la forza riveniente anche dal senso di apparte-nenza ad un’associazione può aiutare ad uscire dal-l’isolamento e ad affrontare le difficoltà con maggioreserenità.Il nostro arcivescovo, monsignor Rocco Talucci, nelleLinee pastorali 2011-2012 “La parrocchia comunitàeducante ed educata” ha scritto che Urge un rappor-to costante con i Docenti cattolici che sono pre-senti nelle scuole … con gli insegnanti di Religio-ne, secondo le possibilità offerte dalla normativae dalla prassi … E veramente opportuno incenti-vare e promuovere la visibilità e l’azione delle as-sociazioni di categoria (AIMC per i maestri,l’UCIIM per i professori) per motivare i docenti estimolare raccordi tra il mondo della scuola e lepresenze educative del territorio.“Trattasi di un richiamo forte ai docenti, credenti e noncredenti, affinché nel loro contatto diretto ed incisivocon le giovani generazioni siano sempre più testimo-ni veri. È un richiamo che non può essere ignorato.Durante un’assemblea che si terrà il 10 ottobre p.v.alle ore 17,30 presso il salone parrocchiale dellaChiesa di san Luigi Gonzaga, la sezione UCIIM diOstuni si prepara al Congresso nazionale discuten-do, insieme ai soci e a quanti condividono i valori pro-posti dall’associazione, i diversi temi che verranno af-frontati in quella sede: “In dialogo per un nuovo mo-dello di società; Etica, Politica, Educazione; La crisi:cause, e prospettive di soluzione; Dialogare per edu-care: con la famiglia, la Chiesa, le istituzioni del terri-torio, i non luoghi, nella scuola, nell’UCIIM”. L’occa-sione vedrà anche l’elezione del nuovo direttivo se-zionale.

Ilprimo giorno di scuola è sempre emozionanteper tutti: docenti, personale ausiliario, genitori

e bambini. Esso rappresenta il punto di partenzadi una nuova storia, per il singolo e per la collet-tività; storia che parte da un passato e si proiettain avanti, portando con sé timori e speranze, cer-ti di un bagaglio culturale già acquisito e pronti adallargare i propri orizzonti conoscitivi e relaziona-li. L’inizio per tante scuole ha rappresentato, inquest’anno, anche una svolta: la nascita degliIstituti comprensivi, che accorpano sotto la me-desima dirigenza tre gradi di scuola differenti, apartire dalla Scuola dell’infanzia sino alla Secon-daria di primo grado. Il terzo Istituto comprensivodi Ostuni ha inaugurato tale evento il 13 settem-bre u.s., primo giorno di ripresa delle attività sco-lastiche, attraverso l’accoglienza festosa deibambini che hanno iniziato la Scuola primaria e lacerimonia ufficiale di apertura della Secondaria diprimo grado. Un “treno” ha accompagnato simbo-licamente gli alunni in questa nuova avventura, arappresentare il viaggio della vita che tutti dob-biamo compiere e nel quale il mondo della scuo-la si inserisce, assumendo un ruolo decisivo perla formazione integrale dell’uomo e del cittadino,in sinergia con la famiglia e con le altre agenzieeducative presenti sul territorio. Tale sinergia èalla base del progetto formativo che il terzo Istitu-to comprensivo si è dato, e che vuole condurre glialunni verso un sapere creativo, per una cono-scenza reale del mondo che li circonda, nella tra-smissione dei valori fondamentali, che sono alla

base del vivere civile, della pacifica convivenza,del rispetto delle diversità. La presenza delle au-torità civili e religiose ha attestato la volontà di of-frire agli alunni ed alle loro famiglie un percorsoeducativo completo, che aiuti l’alunno a maturarenon solo nella dimensione culturale, ma anche inquella relazionale e spirituale. Un percorso lungo,che accoglie i bambini all’età di tre anni e li ac-compagna sino ai tredici anni; un percorso che ilDirigente scolastico, dott.ssa Raffaella Roma, hadefinito “a misura di tutti e di ciascuno”. Grandefiducia nella scuola è riposta dal primo cittadino diOstuni, il sindaco Domenico Tanzarella, che hasottolineato l’importanza di collaborare insiemenella soluzione delle problematiche, per garantirela migliore formazione ed educazione alle nuovegenerazioni. L’importanza della famiglia è stataaffermata dal Provveditore agli studi, dott. Capo-bianco, che ha auspicato una positiva e proposi-tiva collaborazione con la scuola nell’opera edu-cativa. Non è mancata la benedizione dell’arcive-scovo mons. Rocco Talucci, che, nel suo brevepensiero, ha richiamato lo slogan che il terzo Isti-tuto comprensivo ha scelto come programma diviaggio, tratto dalla cultura del popolo africano:“Per educare un bambino ci vuole un intero villag-gio”. Tutto il mondo che circonda il bambino è co-me un villaggio, che concorre alla sua crescita.Se l’educazione è vissuta nell’amore e lasceràpassare l’amore, allora essa sarà significativa perl’alunno e lascerà un’impronta indelebile nellasua vita e nella vita della comunità.

Un incomprensibile “Comprensivo”di Franca Simini

Oltre la crisi: la scuola in dialogodi Teresa Lococciolo

IIll pprriimmoo ggiioorrnnoo aall IIIIII CCoommpprreennssiivvoodi Lucia Marseglia

Il nostro direttore con il Sottosegretario Rossi Doria e l’arch. Se-bastiani durante la premiazione (Foto: Hobby Foto - Ostuni)

Successo per “Complice” il CD di Silvia AnglaniE’stato presentato il 21 agosto ad Ostuni, l'album dell'artista ostu-

nese Silvia Anglani, "Complice"; un disco di sorprendente vita-lità, che si è guadagnato delle ottime recensioni. "Complice" rappre-senta il giusto incontro tra interprete e produzione musicale nel pro-getto di una casa discografica, la Dodicilune, fra le più vivaci nel pa-norama discografico internazionale. Con la direzione artistica, lamusica e i testi di Gabriele Rampino - il compositore salentino dellamusica degli ultimi film di Edoardo Winspeare - il progetto diventafelice incrocio fra esperienze variegate e diverse, sempre attente al-la qualità artistica e tecnica. Un progetto pugliese innovativo, inter-nazionale, grazie anche alla presenza di uno dei sassofoni tra i piu'grandi' nel mondo: l'americano Michael Rosen. Silvia Anglani hauna voce jazz graffiante e sensuale, "niente affatto postmoderna,vagamente un po' retro", di grande personalita', che le consente diinterpretare con padronanza ed intensita' un repertorio vario, che at-traversa i generi piu' diversi. Echi di tango, ballads, melodie antiche,souljazz e ritmiche cutting edge, torch songs, musica raffinata ma di alta fruibilità, con un occhio al soundesigne alle ultime tendenze dell'elettronica, in un disco da 12 potenziali singoli. Ecco gli ingredienti di questo pro-getto, un songbook di preziosi inediti, interamente composto per Silvia Anglani dall'artista salentino GabrieleRampino, con una chicca - l'unico brano cover del disco, un classico di Mina, il brano "Conversazione", del1967, in una nuova smagliante versione di grande originalità. L’ album "Complice" è promosso con il sostegnodel P.O. FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV - PUGLIA SOUNDS”, programma della Regione Puglia per la va-lorizzazione dei talenti musicali.

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Lettera dell’Arcivescovo per l’Anno della FedeCarissimi fedeli, quale popolo di Dio della

Chiesa di Brindisi-Ostuni, ci incamminiamoverso un nuovo anno pastorale. Un cammino chevede il gregge attorno al suo Pastore, la Comunitàconcorde col suo Vescovo, in un rapporto di reci-procità e di mutua accoglienza. Per questo, Gesù,Buon Pastore, ci garantisce la sua presenza e com-pagnia per un amore senza fine e una speranza chenon delude.Affidati a me dalla grazia di Dio, guardo a ciascunocon affetto di padre nella sollecitudine di un servi-zio che mi chiama ad essere con voi una sola cosa.Il nuovo anno che è dinanzi a noi, per volontà delSanto Padre Benedetto XVI, sarà l’Anno della Fe-de. Esso, in quanto terzo anno dopo il nostro Sino-do diocesano, ci consente di contemplare la nostraidentità e missione, quale «Popolo sacerdotale,profetico, regale a servizio del Vangelo».Siamo ancora grati al Santo Padre che è venuto aBrindisi per confermarci nella fede.Insieme al Papa e la Chiesa tutta, vogliamo ricor-dare, con la grazia del Battesimo, il dono del Con-cilio Ecumenico Vaticano II, apertosi cinquant’an-ni fa, che ha dischiuso per la Chiesa e per il mon-do nuovi orizzonti; il dono del Catechismo dellaChiesa Cattolica, pubblicato vent’anni or sono, cheha offerto ai fedeli un compendio delle verità di fe-de da professare; infine, il dono del Sinodo dei Ve-scovi che si terrà in ottobre per riflettere sull’ur-genza della “Nuova Evangelizzazione per la tra-smissione della fede”, in un tempo di crisi caratte-rizzato dalla secolarizzazione, per ritrovare la gio-ia e l’ardore del credere.Indicendo l’Anno della Fede, il Papa ci ricorda conla Lettera apostolica che “La Porta della Fede” è ilBattesimo. Aderendo alla Parola, per trasmettere lafede, i nostri genitori ci hanno condotto al Fontebattesimale perché, rivestiti di Cristo, fossimo ag-gregati alla Chiesa quale membra vive per un cam-mino di grazia che illumina la nostra vita e ci gui-da verso l’eternità. Anche i nostri nonni ci hannoraccontato la loro fede.Con questa mia lettera desidero deporre nel vostrocuore la bellezza dell’Anno della Fede. Esso, inau-gurato solennemente a Roma dal Santo Padre, avràinizio l’11 ottobre 2012. Quella giornata vedrà tut-te le Comunità parrocchiali in comunione di pre-ghiera col Papa. L’inaugurazione diocesana saràvissuta in Cattedrale il 13 ottobre, mese missiona-rio, con la presenza del sig. cardinale Fernando Fi-loni, Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazionedei popoli. La solenne Concelebrazione avrà stile evalore di Pellegrinaggio.Come pellegrini ci muoveremo dalle nostre comu-nità per vivere la solenne concelebrazione al cuore

della chiesa diocesana, la nostra Cattedrale.Di solito iniziamo il nuovo anno pastorale con unpellegrinaggio mariano. Quest’anno, invece, vo-gliamo farlo con una intonazione petrina. In Pietroe nell’esperienza apostolica trova radice la nostrafede.A Pietro, Gesù ha affidato il compito di “pascolarele pecore” (cf Gv 21,16), a lui ha chiesto la provadell’amore, a lui ha consegnato le chiavi del Re-gno, per lui ha pregato perché non venisse meno lasua fede, a lui ha conferito il potere di confermarenella fede quanti avrebbero creduto alla Parola.La celebrazione inaugurale dell’Anno della Fedesarà un vero pellegrinaggio. Come lo sarà anchequello vissuto durante l’anno da ogni gruppo par-rocchiale o aggregativo, col desiderio di confessa-re la fede in Gesù risorto, una fede che fonda edesprime la nostra relazione con Gesù di Nazareth,Figlio di Dio, per consegnare a lui la nostra vita, inpiena fiducia e confidenza.È proprio dall’ascolto della Parola che il cuore vie-ne raggiunto dall’amore di Dio e viene suscitata lafede (cfr. Rom 10, 17).Nella Parola, il cristiano è chiamato a vivere edagire a gloria della Trinità Beata, un solo Dio che«è amore» (1Gv 4,8): del Padre che si compiace dinoi, suoi figli; del Figlio che ci ha redenti; delloSpirito Santo che guida l’uomo e la storia all’in-contro con l’Eterno.La fede è sì un dono che viene dall’alto, ma è an-che un atto profondamente umano radicato nella li-bertà di ogni persona, capace di aprire il cuore al-l’Altro e agli altri e di maturare risposte autentiche.La Parola dispone alla risposta l’uomo in ricercaper costruire il suo bene terreno ed eterno. L’uomoaspira ad una gioia senza tramonto.Inoltre, vivere l’anno della fede diviene un ricorda-re come ogni giorno noi viviamo perché Dio ci hacreati nel suo amore, perché la sua luce illumina ilnostro cammino e il suo amore vero è la regolad’oro, il Vangelo la prospettiva senza limite. Siamoben coscienti che senza questa fede si apre dinanzia noi il baratro del nulla e del non senso, perché so-lo Dio dà pienezza al nostro essere ed esistere, so-lo con Dio ha senso la vita.

Gesù è risorto! Alleluia!La sua resurrezione è la nostra unica speranza! Es-sa si incarna nelle aspirazioni quotidiane che cifanno progredire e trova pienezza nella speranzaultima della vita piena e senza fine, quando riceve-remo la gioia per la quale siamo stati creati.Gesù vuole che la nostra vita sia felice. Per questoha sconfitto la morte, che ci fa paura, e ha prepara-to per noi un posto nel cielo.Nella fede sappiamo che i nostri nomi sono scritti

in cielo (cf. Lc 10,20), dove verremo accolti dalPadre che non vuole la morte dell’uomo, anche sepeccatore, ma che si converta e viva.La fede ci proietta verso questa prospettiva; perquesto la vita si apre alla gioia, anche quando sia-mo nel dolore e nel pianto; ci sentiamo accompa-gnati e sostenuti da Dio anche di fronte al frantu-marsi dei nostri sogni o illusioni, ma soprattutto difronte alla lacerazione dei nostri affetti, per una se-parazione o una morte improvvisa. Solo in Dio ilsilenzio è spazio di una Voce e la solitudine grem-bo fecondo.Di fronte a tante vite di giovani spezzate, prendo-no il sopravvento l’amarezza, l’angoscia, il rim-pianto, il senso della fragilità e della finitudine del-la vita. Possono essere sufficienti solo parole con-solatorie o il semplice ricordo perché non prevalgal’oblio e il non senso? Con la sua incarnazione Ge-sù ha dato spessore umano all’amore del Padre;con la sua Pasqua ci offre la vita senza fine e colsuo Spirito ci guida verso la dimora eterna che Egliha preparato per noi.La Chiesa, pur costituita da uomini e donne fragi-li, è segno della creazione rinnovata e anticipo del-l’umanità nuova e presenta all’uomo e al mondo laluce della fede e le ragioni del credere.

Carissimi, in questo Anno della Fede sgorghinodal cuore, frequentemente, queste invocazioni:

Signore aumenta la mia fede!Secondo la tua volontà voglio fare le mie scelte.Credo in te, Gesù, Signore mio e Dio mio.Sei veramente il Figlio di Dio, in te è la mia spe-ranza.Cosa vuoi Signore che io faccia? In te è la lucedel mio cammino.La fede apre all’amore e l’amore dà visibilità allafede. San Giacomo ci avverte che la fede senza lacarità è sterile, ma anche la carità senza la fede èsolo filantropia, sentimento esposto al tempo. Lafede trova la sua verifica nelle opere di carità. Lafede in Gesù ci chiama ad amare come Lui, ad ac-cogliere la sua Parola e ad incarnarla nella prassidell’amore; seguendo il Maestro, gli consegniamola nostra vita e da Lui impariamo a donarla ai fra-telli attraverso la testimonianza del nostro esserecristiani in famiglia, nella professione, nell’impe-gno socio-politico, negli spazi del tempo libero.La fede in Gesù si esprime attraverso una relazio-ne personale quotidiana con Lui. Noi, inquieti cer-catori di senso, in Lui incontriamo la verità; asse-tati di vita piena, in Lui ci è donata la vita buona; avolte smarriti e disorientati, in Lui ritroviamo lavia che ci conduce alla salvezza.Solo Gesù ha potuto dire «io sono la via, la verità,

la vita» (Gv 14,6). La nostra ragione ci aiuta certa-mente in questa ricerca, ma allo stesso tempo, essamanifesta tutto il suo limite. La grazia, invece, ciconduce alla scoperta che la fede non è semplice-mente l’adesione ad un sistema di concetti e veritàma, essenzialmente, una relazione, un decidere distare con Gesù che si è fatto uomo per far conosce-re Dio all’uomo e l’uomo a se stesso. Il Risorto è ilVivente per sempre in mezzo a noi: in Lui la nostrafede si tramuta in speranza di ogni bene e amore,capace di superare ogni limite e confine.Nella fede l’uomo accoglie l’autentica verità su sestesso, scoprendosi capace di libertà, responsabili-tà e amore, destinato alla vita eterna.

Miei cari, nell’Anno della Fede, accogliendo ilrinnovato invito alla conversione, vogliamo

rinascere come cristiani:la vita ci è stata donata da Dio e vogliamo viverlasecondo i suoi Comandamenti;la verità ci è stata annunciata e vogliamo aderir-vi credendo alla sua Parola;la via ci è stata indicata e la percorriamo assiemea Gesù.Il cristiano alza lo sguardo verso il cielo e nellapreghiera coltiva la sua spiritualità.Il cristiano volge lo sguardo verso il fratello e nel-la carità coltiva la sua umanità.Nell’Eucarestia domenicale vive l’incontro perso-nale e comunitario col Risorto per condividere ilpane della Parola, dell’Eucaristia e della carità fra-terna.L’Anno della Fede è un anno santo, offertoci perprogredire nella santità.Per perpetuarne il ricordo, in Diocesi vogliamorealizzare un concreto segno di carità, con la parte-cipazione di ogni fedele. Ci impegneremo a garan-tire una vita nuova, nel recupero della dignità e li-bertà, a quelle donne vittime della tratta delleschiave di cui, da tempo, si occupano le nostreSuore.Affidiamo a Maria, Madre della Chiesa, il nostrocammino. Ella è la prima credente e la prima evan-gelizzatrice, ci precede e ci accompagna nella viadella fede e dell’amore e ci apre alla speranza chenon delude. Con Lei affidiamoci anche ai nostriSanti Patroni testimoni autentici di fede da secoli.Con affetto paterno saluto e benedico tutti di cuore.

Il vostro Arcivescovo

Brindisi, 8 settembre 2012Memoria della Beata Vergine Maria

Cinquant’anni dopo: attualità del Concilio Vaticano II

"Lafede non è una bandiera da portarsi in gloria. E', invece,una candela accesa che si porta in mano tra pioggia e ven-

to in una notte d'inverno". Questa frase di Natalia Ginzburg, che hotrovato riportata in un articolo del Cardinale Gianfranco Ravasi, èuna felice metafora delle difficoltà di noi credenti. Nel momento in cui crediamo, come dice la parola stessa, diamo cre-dito, diamo fiducia: sempre riguardo all’etimologia, non può sfuggir-ci che “fede” implica anche la “fiducia” in Chi non riusciamo a ve-dere, ma di cui dobbiamo percepire la presenza anche quando nonriusciamo a comprenderla. Per continuare con le metafore, se guar-

diamo un bellissimo arazzo (ce ne sono di giganteschi e meraviglio-si) restiamo incantati dalla sua bellezza: se, invece, ci mettiamo dal-l’altra parte, non vediamo altro che uno sfondo grigio pieno di filiinestricabili e nodi incomprensibili.“Lo Scudo” nel 1932 pubblicò il tema di un bambino di II elementa-re: “Io facio le mie preghiere la matina quando mi alzo e la sera quan-to vato a letto come a deto il maestro. Chi lo sa com’è Gesù e Dio.La mamma dice che sta in cielo. E perché non si fa vedere?”. Chis-sà se ancor oggi nelle nostre case c’è chi prega al mattino o alla sera,o prima del pranzo, ricordando che ogni ogni giorno del nostro pas-

saggio sulla terra e comunque un dono. Devo ancora al Cardinale Ravasi, del quale èstato appena pubblicato “Guida ai naviganti: lerisposte della fede” (Mondadori, pagg. 124, 18euro) la citazione del maestro di Eugene Ione-sco: “Mi precipito al telefono ogni volta chesuona, nella speranza, ogni volta delusa, chepossa essere Dio, o almeno uno dei suoi angelidi segreteria” Ionesco era il maestro del teatrodell’assurdo. Ma Tertulliano, tra i maestri delpensiero dei primi secoli del Cristianesimo, di-ceva proprio: “Credo perché è assurdo”.Kierkegaard, il filosofo che descrisse il fonda-mentale ed irrisolto sentimento dell’angoscia,scriveva: “Credere significa stare sull’orlo di unabisso oscuro, udire una voce che grida: “Getta-ti, ti prenderò fra le mie braccia” ed accettare digettarsi”. La fede, infatti, è un salto. Ma non unsalto nel buio.L’anno della Fede è stato proclamato in occa-sione del cinquantenario del Concilio Ecumeni-co Vaticano II, indetto con mente e coscienza il-

luminata da Giovanni XXIII. Il giorno della solenne apertura, l’11ottobre 1962, Papa Roncalli improvvisò il celeberrimo discorso “al-la luna”, quello in cui disse: “Date una carezza ai vostri bambini, edite: questa e la carezza del Papa”, ma disse anche: “Cercate ciò chevi unisce e non quello che vi divide” e ricordò anche, una depo l’al-tra: “Fede, speranza, carità, amore”.Nel corso dell’anno ripercorreremo il Concilio attraverso l’analisi deidocumenti e delle costituzioni apostoliche, gli interventi di Mons. Ora-zio Semeraro, che vi partecipò come Vescovo di Cariati, città calabre-se dove era arrivato nel 1957 provenendo da Ostuni; nel frattempo ciauguriamo che soffi ancora per noi lo spirito vivificante di cui parlaSan Paolo e che fu il segno distintivo dell’appuntamento conciliare.

F.S.

Una bella immagine della Basilica di San Pietro in una delle sessionidel Concilio Ecumenico Vaticano II

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22001122Speciale

Dopo aver esaminato l’etimologia delle contra-de legata a caratteristiche ambientali, vegeta-

zionali e zoomorfe, soffermandoci ancora a consi-derare l’ambito rurale affrontiamo il tema dei to-ponimi derivanti da termini agrari o riguardantiaspetti della vita e delle attività contadine.Il nostro territorio ha favorito e incrementato lacoltivazione dell’olivo, della vite e, in misura mi-nore, delle graminacee, una triade fondamentaleper la nostra alimentazione, oggi particolarmenteapprezzata per i benefici vantaggi arrecati alla no-stra salute. Il rinvenimento dell’impronta lasciata da una spigadi grano (triticum dioccum) in un frammento d’in-tonaco utilizzato per la costruzione di una capannadel Neolitico (VII-VI millennio a.C.) in localitàFontanelle, oggi visibile nel Museo civico di Civil-tà Preclassiche di Ostuni, è la prova tangibile dellavetustà di queste pratiche colturali che ancora og-gi rappresentano uno dei cardini della nostra eco-nomia.La conversione dei terreni, un tempo caratterizzatida vegetazione di tipo boschivo o macchioso, infondi sativi nei quali introdurre colture specializza-te quali la vigna e l’olivo, giustifica l’introduzionenella toponomastica di alcuni termini atti a distin-guere, a evidenziare e a sottolineare una nuova ri-definizione del paesaggio agrario, faticosamenteguadagnato all’incolto, attraverso lo spietramentoe il successivo livellamento delle terre.Si registrano, così, i vocaboli difesa, chiusura, par-co, pezza, corte, mezzana. Elemento comune equalificativo di tale nomenclatura è il principiodella confinazione e della delimitazione rigorosa,attraverso mura e parieti, dell’area da “migliorare”come si legge nei documenti, ovvero da renderefertile e coltivabile rispetto alle terre circostantiaperte al pascolo, onde evitare che gli animali po-tessero provocare danni ai nuovi impianti vegeta-zionali.E’ questa la premessa di un lungo e complesso pro-cesso storico che porterà alla costituzione dellaproprietà privata. Nelle terre demaniali tutti i cit-tadini residenti in una Universitas, ovvero apparte-nenti a una istituzione comunale, potevano libera-mente usufruire, senza versare tributi, dei cosiddet-ti usi civici, generalmente riconducibili al ghianda-tico, al legnatico, all’erbatico e all’acquatico ovve-ro al diritto di raccogliere ghiande, legna, erba e dipoter abbeverare gli animali. Attraverso la conces-sione di porzioni di queste terre demaniali a citta-dini che ne facessero richiesta, mediante contratti eclausole sottoscritti da pubblici ufficiali, gli entiamministrativi potevano garantirsi tanto la messa acoltura dei terreni incolti quanto periodici introitiin denaro con imposizioni di tributi sui prodotti. Ilpossesso di queste terre inizialmente concessetemporaneamente ai privati, divenne definitivo elegittimo con le espropriazioni feudali e ecclesia-stiche nel corso del XIX secolo, segnando la nasci-ta della proprietà privata.

LE DIFESEPer difesa si intende parte di un territorio privatiz-zato costituitosi nella s.m. del XI secolo, con la ve-nuta dei Normanni, quando il possesso della terradiviene elemento predominante e significativo, percui si avvertì il bisogno di evidenziarne i confini(L. PEPE, Storia della città di Ostuni, Manduria,2001, p. 626).Tre erano le difese demaniali della città di Ostuni:Chiobbica, San Salvatore e Figazzano. All’argo-

mento la dott.ssa Antonietta Moro ha dedicato unostudio molto puntuale pubblicato nel 1995 su Ri-flessioni- Umanesimo della Pietra (Martina Francapp. 75 - 86) dal quale stralciamo alcuni brani. Le tre difese di Ostuni denominate Chiobbica, SanSalvatore e Figazzano, confinanti l’una con l’al-tra, vennero a configurarsi in quella striscia di ter-ra che delimitava i confini con i territori dei paesivicini…La formazione dei corpi difesali risale,senz’altro al periodonormanno-svevo, quan-do i vari principi e feu-datari…stabilirono piùsaldi e duraturi vincolidi dominio sul territo-rio a seguito delle con-cessioni ottenute daisovrani con diritto allarendita.La storia delle difese diOstuni nei secoli seguee subisce le vicende po-litiche e amministrativedella città caratterizza-te dall’alternanza in es-sa appartenne al RegioDemanio ad altri in cuifu soggetta alla giuri-sdizione feudale. Note-vole era la loro esten-sione, quella di Chiob-bica ascendeva alla fine del XVIII secolo a 695 to-moli e 14 stoppelli, San Salvatore a circa 900 to-moli e Figazzano circa mille tomoli di terre frachiuse e aperte…Sul finire del XVIII secolo, le di-fese vennero censuate fino al completo smembra-mento, registratosi nel secolo successivo. Si assi-ste, quindi, alla trasformazione del paesaggioagrario, con l’introduzione di nuove colture e conil frazionamento fondiario, nonché alla ridefinizio-ne dei confini del territorio di Ostuni con la conse-guente cessione di terre ai paesi vicini. Difesa di Malta è il toponimo assegnato ad una no-tevole estensione poderale della marina ostunese alconfine con il territorio comunale di Fasano. Chia-ro è il rimando all’Ordine Ospedaliero e Militare diSan Giovanni di Gerusalemme, sovrano di Rodi edi Malta che, come i Teutonici dei quali abbiamotrattato riguardo al Fiume San Leonardo oggi Fiu-me Morelli, possedeva in Puglia un cospicuo patri-monio fondiario. Da Monopoli, una delle città do-ve era concentrata una quota dei beni pugliesi, iCavalieri controllavano e gestivano numerosi lati-fondi tra i quali alcuni localizzati nel territorioostunese, assegnati a vita a un Commendatore ap-partenente all’Ordine monastico cavalleresco.La masseria Difesa di Malta così detta a partire dalXIX secolo, era nota anticamente come masseriaSan Giacomo per un culto medioevale, praticatoinizialmente in una grotta e, nel XVII secolo, tra-sferito in una chiesa costruita nelle sue vicininan-ze, distrutta nel XVIII secolo (Archivio Unico Dio-cesano di Monopoli, in seguito AUD, Cabreo del1767-1769, c. 169r e c. 193r). Va detto, per inciso, che il ricorso al termine difesanella descrizione di alcuni latifondi, non necessa-riamente demaniali come per esempio Difesa dellaFonte, Difesa di Lamaguglia (IDEM, c. 168r),proprietà fino alla fine del XIX secolo della MensaVescovile il primo e nel XVII secolo della famigliaDe Benedictis il secondo, da conto della netta di-stinzione percepita dalla mentalità dell’epoca tra

terreni liberi e fondi re-cintati. Tale dicitura siriscontra anche per SanPaolo alla selva cosìdefinita in un atto del1588 una masseria diterra con chiusura, di-fese, lamia, cisterna(A.S.B., Notaio Anto-nio Melleo, 1588, c.49r.).Per rimanere nell’am-

bito dei possedimentigestiti dai Cavalieri diMalta in Ostuni, ricor-diamo che anche la lo-calità Pilone, rientravatra i loro beni. Il topo-

nimo, entrato nel linguaggio ufficiale nel corso delXIX secolo, fa riferimento ad un’ampia vasca diraccolta dell’acqua annessa al terreno appellato ini-zialmente San Leonardo, per la vicinanza con laomonima torre costiera, così descritto in un inven-tario dei beni del 1769: detta Venerabile Com-menda tiene e possiede in detto luogo chiamato laTorre di San Leonardo un pezzo di territorio dellacapacità di tomola otto…ed esserci in esso due

fontane di acqua dolcesorgente, una alle partidi levante, e questa conun Pilone e due pilellesegnate con croce, e l’al-tra verso settentrione,con una pila anche cro-ciata (IDEM, c. 169v). Ilpilone, ancora esistentenegli anni 60 del 1900 èstato successivamenteeliminato, mentre si con-servano ancora le cister-ne citate nel documento.Il fabbricato della taver-na del Pilone è stato ele-vato nel 1775 per volon-tà del Commendatorefrate Erberto Mirelli co-me recitava l’epigrafe,oggi in gran parte illeg-gibile.

CHIUSURE E PARCHITerre recintate erano anche le chiuse e la contradaLa Chiusa situata ad alcuni chilometri dal centrourbano lungo la strada provinciale per Cisternino,ha questa origine. Potremmo ritenere sinonimo dichiusura il vocabolo parco ricorrente negli antichidocumenti per indicare un terreno recintato conmuri a secco. Tre i parchi individuabili nel territo-rio di Ostuni: Parco Paolino alla marina e ParcoMonsignore distinto in Grande e Piccolo alla sel-va, raggiungibile percorrendo la strada comunaleper San Michele Salentino, confinante con lecontrade Citrignano e Deserto. Parco Paolino è un toponimo ottocentescoacquisito dal linguaggio corrente quando erasaldamente consolidato il ragguardevole pa-trimonio fondiario dei frati francescani ap-partenenti all’Ordine dei Minimi di SanFrancesco da Paola, indicati dagli ostunesicome paolini o paolotti per differenziarlidalle altre comunità francescane residenti incittà dei conventuali, dei riformati e dei cap-puccini. Nel Catasto del 1737 i minimi di-chiararono di possedere nella località dettaPezza dell’Abate 240 alberi di olive e 74 to-moli di terre serrate (A.S.B., Catasto oncia-rio 1737, vol. II, c. 423r). Rientrava tra i be-ni della Mensa Vescovile di Ostuni il ParcoMonsignore localizzato nelle vicinanze diuna contrada ancora oggi denominata Ayeni,ricadente però nel territorio di San MicheleSalentino. Questi beni documentati sin dal1372 (L. ROMA, Le Pergamene…pp. 154-155)consistevano in 170 tomoli di terre serrate confi-nanti nella metà del 1700 con le terre del principedi San Vito e del Duca di Ceglie (A.S.B., Cata-sto…cit., c. 424r). Parco o bàrche, variante con al-ternanza delle labiali p e b, è anche il vocabolo chedesigna ancora oggi un centrale rione cittadino at-traversato da corso Garibaldi. La definizione chefornisce Tommaso Nobile nel Dizionario (vol. I, p.118) va però corretta per quanto è stato detto prece-dentemente: barco, voce antica che indicava il re-cinto per gli animali da caccia o per raccogliervi lepecore dopo la pastura. Il nome ricorre nella topo-nomastica ostunese: lü Barchë è la parte meno an-tica della città…; : lü Barchë de li Pauline, masse-ria della marina…Alcuni vogliono italianizzare laparola con il Parco, ma noi preferiamo dire il Bar-co, per conformità al termine arcaico barco.Quando le terre apparetate di natura demaniale ve-nivano restituite agli usi della comunità, si abbatte-vano alcuni metri di muretti a secco, per consenti-re il passaggio di animali e di persone. Si determi-nava così un’apertura che nel nostro vernacolo siindica con la voce vatë. Così la definisce Nobile(vol. II p. 695) L. (sta per don Arcangelo Lotesorie-re) dice vado, apertura nelle pareti dei fondi rusti-

ci… È certamente un varco nei muri lasciato sen-za recinzione per consentire il passaggio… vatësprècchë ramo secco spinoso, pruno con cui sichiudeva lu vatë. Ecco illustrato l’origine del topo-nimo Vatë Apierte reso nell’italiano Vado Apertodistintivo dei terreni dislocati lungo la via per sanMichele Salentina, in prossimità della contradaGiovannarolla.

LE PEZZEMolto vicino ai lemmi analizzati precedentementeè anche il sostantivo pezza dal quale deriva appez-zamento. Va distinta la pezza degli ulivi dalla pez-za di vigna. Don Luigi Roma li differenzia in que-sto modo la pezza degli ulivi è una porzione di oli-veto …di solito è circondata da muri a secco ed hal’accesso o da una via principale o da una via vi-cinale (in dialetto passaturo) (op. cit., p. 59), lapezza di vigne è un quadrato di passi 25 x 25, cioèdi are 24 e 44 centiare (op.cit., p. 206). Aggiungia-mo quanto scrive Nobile nel significato di appez-zamento, per pezza si intende solo il terreno desti-nato a pascolo o il seminativo arborato: lu massa-re s’à vvënnutë la pèzza il massaro ha venduto laparte della masseria destinata al pascolo (op. cit.vol. II, p. 507. Diverse le contrade ostunesi che uti-lizzano nel primo termine questa voce Pezza An-glani, Pezza Caldaia, Pezza Cruda, Pezza la Spi-na, Pezza di Ferro. Negli antichi documenti si in-contrano numerose denominazioni toponomastichesignificative di una attenta e puntuale definizioneterminologica del nostro territorio: Pezza dell’era(dell’aia), Pezza dello Tamburrone, Pezza dell’are-na (Monte l’Arena), Pezza larga (tra le contradeMalandrino e li Cuti), Pezze aperte di Chiappone(Spagnulo), Pezza di messer Lupo (Zampignola)Pezza della gonella (strada antica per Carovignooggi San Giovanni), Pezza dell’Abate (Sansone eParacampo), Pezza fratella e Pezza delli Follieri(Pezza della Spina). Pezza Anglani raggiungibile percorrendo la stradaprovinciale per Torre Pozzelle, successivamente al-la contrada Lamacavallo, fa riferimento a Nicola

Anglani notabile vissuto nella seconda metà del1500 il cui figlio Angelo ereditò e dichiarò nel Ca-tasto del 1578 di essere proprietario nella localitàZampignola di 6 chiusure di olive e macinature 25con giardino e torre e macinature due di olive(A.S.B., Catasto antico del 1578 c. 60v). PezzaCaldaia località marittima prospiciente la Statale379 va corretto come toponimo in Cazza Caldaiadicitura sempre riscontrabile negli antichi docu-menti tanto catastali quanto notarili. Difficile stabi-lire l’origine del toponimo che alluderebbe a prati-che di lavorazione dei metalli, riferimento che po-trebbe essere valido anche per la contrada Pezza diFerro toponimo di recente acquisizione, non con-templato nei catasti antichi. La natura non partico-larmente produttiva del terreno è forse alla radicedel toponimo Pezza Cruda, indicativo dei terrenidislocati nelle vicinanze della strada provincialeper Villanova vicini alla masseria Palombaro.Nei terreni a carattere seminativo lasciati incoltiper qualche anno germinano rigogliose piantecomposite come la bardana, il cardo, lo stoppione.Sembra questa la motivazione che ha suggerito neitempi antichi la denominazione della contrada Pez-za della Spina della marina che si estende tra lemasserie di Citro, Abbadia e Locopagliaro.

ORIGINI DELLE CONTRADE DI OSTUNI VII parte

I TOPONIMI relativi a termini agrari di Enza Aurisicchio

Difesa San Salvatore con macerie del monastero medioevale

Portale dell’antica osteria del Pilone

Pianta del 1825 dalla Platea del Capitolo (Arch. CapitolareOstuni)

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22001122Attualità

Nel lontano 1984-85ero in servizio, in qua-

lità di colonnello Capo Ser-vizi Commissariato, pres-so il Comando di BrigataAlpina Tridentina in Bres-sanone – Alto Adige. Unasera, chiacchierando da-vanti ad un bicchiere di Sil-vaner – vino locale prodot-to dai frati dell’Abbazia diNovacella – con l’alloraComandante gen. Alzetta– friulano – decantavo lamia amata e diletta Ostuni,il suo mare, il suo clima, lasua gente, la sua gastro-nomia, il bianco di Ostuni,l’Ottavianello, la festa disanto Oronzo.Ad un tratto il comandante mi disse, in tono ironico:“perché non portiamo la nostra fanfara nel tuo me-raviglioso paese, così partecipiamo alla festa e fac-ciamo conoscere i nostri Alpini?”.Naturalmente era uno sfottò, ma io presi sul serio laproposta.Con il suo aiuto e interessando i vari Comandi, riu-scimmo ad avere l’autorizzazione alla trasferta.Piccola delusione: trasferta autorizzata per i primi diagosto e non per la festa del Patrono; per quella da-ta, la fanfara doveva esibirsi all’estero.Con l’entusiastica collaborazione dell’Amministra-zione Comunale di Ostuni risolvemmo il problemalogistico.Gli Alpini erano stupiti ed incantati dei luoghi per lo-

ro nuovi e diversi dalle loro montagne. Erano quasitutti Atesini di lingua tedesca. Gli Ostunesi ammira-rono quei giovani perfettamente inquadrati e musi-calmente bravi che, con aria fiera, indossavano il lo-ro cappello grigio-verde con la famosa penna nera.Indimenticabile la sfilata nella vecchia Ostuni, conl’entusiasmo della gente alle stelle e qualche lacri-ma delle signore di una certa età che ricordavano labreve sosta nella nostra città – durante la guerra –della gloriosa Brigata Iulia.Una breve nota: A Ostuni non pioveva da tempo.L’ultima sera, mentre il concerto in piazza andavaalla grande, iniziò a piovere.Sia la fanfara, sia il pubblico restarono, per un cer-to tempo, al loro posto.

MIMINO ANGLANI

La Fanfara Alpina ad Ostuni

Fra tutti gli argomenti qui trattati – in maniera limi-tata per ovvi motivi dovuti al mezzo che mi ospi-

ta – quello dell’ansia è uno dei più complessi inquanto a vastità. L’ansia, di per sé, è certamenteuna risorsa insieme alla paura, al dolore, alla fame,la sete, e via dicendo. Di norma, infatti, è un campa-nello che mette in allarme l’organismo rispetto a unasituazione particolare: la persona che non arriva al-l’ora prestabilita, l’attesa per gli esiti di esami, maanche l’orario di un appuntamento cui si tiene parti-colarmente, sono tutte situazioni in cui avvertiamoansia. L’adrenalina entra in circolo provocando au-mento del battito cardiaco e, secondo la situazione,anche sudorazione, impossibilità di concentrarsi, re-spirazione accentuata, ecc. Siamo ancora nel cam-po dell’ansia ‘buona’, quella fisiologica, che provie-ne dall’esterno, concreta, che ci permette di ricorda-re esperienze negative (la sirena di un’ambulanza)o positive (una voce cara al telefono). Così comeaccade per la paura (sempre quella fisiologica), senon ci fosse, saremmo esposti a gravi rischi e, pro-babilmente, non sopravvivremmo a lungo. Peresempio i primi contatti con il fuoco: solo scottando-ci o sentendo il calore troppo forte, ci ricorderemo infuturo di non avvicinarci troppo alla fonte incande-scente. Se non avessimo paura del fuoco, continue-remmo a ustionarci pericolosamente. Esiste, però,anche un altro tipo di ansia, quella patologica, pur-troppo sempre più presente nella popolazione. Glistessi sintomi dell’ansia ‘buona’ si amplificano a di-smisura e diventano persistenti rendendo spessodifficile, se non impossibile, le normali attività quoti-diane e la vita di relazione. Si è di fronte, così, al di-sturbo d’ansia generalizzata in seguito a una parti-colare situazione, a separazione, (da una personacara, da un dato ambiente, ecc.), a prestazioni (la-voro, scuola, sesso, ecc.). La persona vive un co-stante e diffuso stato di apprensione, senza potercifare nulla. L’ansia è presente in una serie di psicopatologieche il DSM-IV, l’autorevole manuale dei disturbimentali, elenca:- disturbo di panico (con o senza agorafobia)

- agorafobia (paura dei luoghi pubblici e non familia-ri)

- fobia specifica- fobia sociale (disturbo da ansia sociale)- disturbo ossessivo-compulsivo- disturbo post-traumatico da stress- disturbo acuto da stress- disturbo d’ansia dovuto ad una condizione medica

generale- disturbo d’ansia indotto da sostanze- disturbo d’ansia non altrimenti specificatoIl DSM-IV pone anche limiti temporali (dai quattro aisei mesi) al persistere del disturbo. In altri termini,se l’ansia persiste senza motivo oltre tali durate, èvivamente consigliato un consulto con uno speciali-sta, anche perché può cronicizzare diventando unvero e proprio problema resistente alle terapie. Pur-troppo nelle società occidentali i modelli imposti co-me status symbol, non fanno che aumentare l’an-sia: la donna deve essere bella a tutti i costi; l’uomodeve essere forte e sicuro di sé, a prescindere.Questi modelli impongono un continuo stress chemolti non sostengono, proprio perché ‘innaturale’.Inoltre, inviterei a riflettere con una certa attenzione,su alcuni atteggiamenti di per sé ansiogeni, che fan-no parte del nostro vissuto e che spesso trasmettia-mo, involontariamente, ai nostri figli. Potremmo, peresempio, evitare di farci vedere particolarmente an-siosi quando seguiamo programmi televisivi come iTg (commentando le consuete notizie di cronacanera), oppure sforzandoci di non essere troppo pos-sessivi riguardo alle amicizie, o, anche, nei riguardidell’andamento scolastico, e così via.In conclusione, se l’ansia è sproporzionata anchecome durata nel tempo e deteriora la nostra vitanormale (ma anche dei nostri cari), è inutile dirsi distare tranquilli, che passerà, che domani ci alzere-mo e sarà tutto finito. In questi casi è opportuno ri-volgersi a uno specialista, così come facciamo perqualsiasi altra patologia. Per inviare domande: dott. Franco Sponziello [email protected] oppure direttamente al-la redazione de “Lo Scudo”

L’ANSIA CHE METTE PAURAFranco Sponziello

LLLLaaaa ppppaaaarrrroooo llll aaaa aaaa llll llll oooo ppppssss iiii ccccoooo llll ooooggggoooo

Dal 16 al 22 settembre si è svolta ad Ostuni laXVII edizione della settimana azzurra di “Mari-

nando” la campagna di sensibilizzazione sul mare ela pesca, promossa dal Ministero delle politicheagricole alimentari e forestali in collaborazione conil Comune di Ostuni.L’iniziativa è rivolta agli studenti e ai docenti dellescuole secondarie di 1° e 2° grado italiane e ad al-cune scuole provenienti da paesi del bacino delMediterraneo e che quest’anno ha visto la parteci-pazione di Egitto, Turchia, Tunisia, Montenegro eFrancia. Nel corso della “Settimana Azzurra”, oltre400 persone tra studenti e insegnanti delle scuolefinaliste, hanno partecipato ad attività didattiche de-dicate oltre che al teatro anche all’ambiente, al ma-re e alla pesca sostenibile.Questo è stato un anno particolare perché per laprima volta gli studenti che hanno partecipato allafase finale di Marinando sono stati in visita all’areaumida di Fiume Morelli, all’interno del Parco Natu-rale Regionale delle Dune Costiere, in quantoesempio concreto che unisce pesca sostenibile etutela degli habitat di un’area naturale protetta.A Fiume Morelli, sin dal 1500, come attestano alcu-ni documenti, viene praticata nelle acque salmastrela pesca tradizionale di alcuni pesci eurialini quali ilcefalo dorato, la spigola e l’anguilla. L’anguilla inparticolare, pesce simbolo dell’area, ha fornito lo

spunto per raccontare storie di sostenibilità, di tra-dizione marinaresca e di lunghi viaggi migratori. Unpesce che oggi si trova a fare i conti con la pescaeccessiva delle piccole anguille e con gli sbarra-menti lungo i fiumi che ne impediscono la loro par-tenza verso mari lontani. La loro particolare biolo-gia, al contrario della maggior parte dei pesci, nonci ha permesso di aiutare questa specie a riprodur-si in cattività. Solo pochi laboratori fin ora sono riu-sciti, e con grande fatica, ad ottenere delle uova fe-condate da una coppia di anguille che purtropponon sono riuscite a completare la fase dello svez-zamento. Ciò determina che attualmente l’unico si-to di riproduzione al mondo riconosciuto sia il Mardei Sargassi, un mare lontano 6 mila chilometri chesi trova al largo della costa dei Caraibi, sebbene,anche se ancora da dimostrare, pare vi sia un sitonel Mediterraneo al largo della costa della Siciliadove le condizioni di profondità simili a quelle carai-biche e la presenza di piccolissime anguille confer-merebbero la presenza anche in acque italiane diun sito di riproduzione. Per questa sua particolarebiologia oggi l’anguilla risulta essere ormai a rischiodi estinzione. Negli ultimi 20 anni, a causa soprat-tutto dell’eccessiva pesca delle piccole anguille dadestinare agli allevamenti intensivi, la popolazionedi anguilla europea ha visto un calo drastico di oltreil 90%.

Mai come ora è im-portante portare al-l’attenzione pubbli-ca il caso dell’an-guilla di Fiume Mo-relli, esempio di so-stenibilità biologicae tradizione.Con l’edizione diMarinando 2012 so-no stati tantissimi iragazzi provenientida tutta Italia e dal-l’estero che hannopotuto assistere di-vertiti alle varie fasidella pesca tradizio-nale e sostenibilemesse in atto daipescatori e raccon-tate dai biologi e na-turalisti della Cooperativa Serapia. L’occasione è stata utile per conoscere l’area pro-tetta, le piante e i tanti animali che la abitano oltreallo splendido mare che ci ha consentito una pausabagno per un maggiore contatto con la natura.Durante le passeggiate lungo i sentieri della zonaumida hanno assistito incuriosite anatre selvatiche,

splendidi aironi cenerini, falchi di palude e qualchemartin pescatore in attesa di catturare un pescioli-no. Un’esperienza che i ragazzi ricorderanno connostalgia per le belle giornate passate tra le dune eil mare e per le chiacchierate con i pescatori sullasostenibilità della pesca di Fiume Morelli.

I ragazzi di “Marinando” nel Parco Dune Costiere di Enzo SumaXVII edizione della settimana azzurra di “Marinando”

Globalizzazione-Disaguaglianze-WelfareIL CASO DEL MEDITERRANEO

Dal 18 al 20 ottobre si svolgerà ad Ostuni presso di Centro di Spiritualità “Madonna della Nova” l’ottavo Con-vegno nazionale del MEIC (Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale). L’evento è patrocinato dalla Facoltà

di Economia e Commericio Università del Salento, dall’Associazione culturale Sumphilosophein, dall’Ufficio Dio-cesano per il Progetto Culturale, dall’UCIIM, dall’UCID, dalla SIBCE, dall’AMCI, dalla Scuola di Formazione al-l’impegno sociale e politico della Diocesi di Brindisi-Ostuni, dall’Associazione “Agire politicamente”, dall’Associa-zione “Amici di Ostuni”, dal’ISBEM di Brindisi e dall’Associazione “Ludica” di Firenze.Tra i relatori interverranno: Prof. Stefano Adamo, Ordinario di Economia Aziendale, Università del Salento;Dott.ssa Lucia Bellassai, Delegata regionale MEIC Calabria; Prof. Adriano Bompiani, Emerito di Ginecologia Po-liclinico "Gemelli" di Roma, Pres. Emerito del Comitato Italiano di Bioetica e della SIBCE; Prof.Ferdinando Boe-ro, Ordinario di Zoologia, Università del Salento; Prof. Franco Casavola, Pres. Emerito della Corte Costituziona-le, Prof. Emerito di Diritto Romano, Università di Napoli, Pres. del Comitato Italiano di Bioetica; Prof. Roberto Ci-priani, Ordinario di Sociologia, Università Roma Tre; Prof.Carlo Cirotto, Ordinario di Citologia ed Istologia, Univer-sità di Perugia, Pres. Nazionale MEIC; Prof. Luigi D’Andrea, Ordinario di Diritto Costituzionale Università di Mes-sina, Vice Pres. Nazionale MEIC; Dott. Beppe Elia, Esperto in materia di lavoro e produzione, Vice Pres. Nazio-nale MEIC; Avv.Andrea Favaro, Docente di Filosofia del Diritto, “Studium Generale Marcianum” Venezia; Dott.ssaDaniela Fumarola, Segr. gen. CISL TA; Prof. Luigi Fusco Girard, Ordinario di Economia del Territorio, Università"Fedrico II” Napoli; Prof. Francesco Giaccari, Preside Facoltà di Economia e Commericio Università del Salento;Dott. Christian Honold, Dir. Hermann Gmeiner Akademie, Innsbruck; Dott. Pietro Lacorte, Specialista in gastroen-terologia, referente per il Progetto Culturale della Chiesa Italiana per la Diocesi di Brindisi Ostuni, Pres.gruppoMEIC Ostuni; Avv. Salvatore Lezzi, Delegato Regionale MEIC Puglia; Prof. Emanuele Pace, Ricercatore di Tec-nologie Spaziali, Università di Firenze; Prof. Antonio Palmisano, Ordinario di Antropologia Politica, Università diTrieste; Prof. Armando Rigobello, Emerito di Filosofia Morale, Università di Roma; Prof. Franco Rizzi, Ordinariodi Storia dell’Europa e del Mediterraneo, Università Roma Tre, Segr. gen. UNIMED; Dott.Augusto Sabatini, Cons.Corte di Appello, Reggio Calabria; Prof. Mario Signore, Ordinario di Filosofia Morale, Università del Salento,Pres.Sumphilosophein; Prof. Piero Tani, Ordinario di Economia Politica, Università di Firenze; Prof. Franco Tota-ro, Ordinario di Filosofia Morale, Università di Macerata; Dott. Gianpaolo Zeni, Pres. Ordine Dottori Commercia-listi Brindisi,Pres. UCID Brindisi; Prof. Don Cataldo Zuccaro, Prof. Teologia Morale, Pontificia Università Urbania-na, Roma, Ass. Naz. MEIC.Ci occuperemo diffusamente del convegno sul prossimo numero del giornale.

(Foto: Enzo Suma)

TENNIS: MEMORIAL FRANCESCHINISiè conclusa il 9 settembre presso i campi in terra del Circolo Tennis di Ostuni la XXVIII Edizione del Torneo

Nazionale di tennis “Trofeo Città di Ostuni” – 5° Memorial “Andrea Franceschini” riservato a giocatori di 2ªcategoria appartenenti al 3° grupppo. Alla competizione hanno partecipato ben 60 atleti, provenienti da diverseregioni d’Italia (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Umbria e Puglia): Alberto Cristofaro (testa di serie n. 1) tes-serato per il CT Bari si è aggiudicato il trofeo battendo in finale con il punteggio di 6-0, 6-1 Daniele Micolani (te-sta di serie nr. 2). Il torneo è stato organizzato in maniera professionale grazie al Direttore di Gara Ivan Denitto(maestro del circolo), al Giudice arbitro Dott. Francesca Cantore, con la collaborazione del Giudice di sedia FITFabio Tannoia (per gli incontri di semifinale e finale), del Sig. Massimo Cesario per l’efficienza dei campi di gio-co, e dell’intero Consiglio Direttivo del Circolo.La cerimonia di premiazione si è svolta nella deliziosa cornice del Circolo Tennis alla presenza di un numerosopubblico e del Presidente del sodalizio Cosimo Suma il quale ha voluto ricordare la figura del giovane AndreaFranceschini descrivendolo come “un ragazzo grintoso e solare, pieno di vita, motivo di orgoglio per i soci e di-rigenti del circolo presso il quale Andrea è cresciuto sportivamente sin dal 1984 per aver frequentato la scuolaSAT, e prematuramente e tragicamente scomparso nel 2007 a Padova a soli 31 anni”.Particolarmente toccante è stato poi il momento del saluto da parte della famiglia Franceschini che ha volutoesprimere nei confronti dei Dirigenti del CTO, precedenti ed attuali, la più sincera e profonda gratitudine per averdato continuità alla manifestazione, con l’auspicio che possa ripetersi negli anni a venire onde tenere sempre vi-va la memoria di Andrea. Andrea che pur vivendo felicemente a Padova per motivi di lavoro, amava la sua ter-ra di origine e non disdegnava di tornare, quando gli impegni glielo consentivano, nella sua Ostuni.

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Lo sconcerto di un cristianodi Pietro Lacorte

Hoavuto modo di leggere conritardo l’articolo sul cardi-

nale Martini pubblicato su “Libero”dal giornalista Antonio Socci.Il nostro mostra di appartenere aquella schiera di cristiani che riten-gono di possedere tutta la verità edi essere autentici interpreti delVangelo. Criticano i modi di esseree di agire di un gigante come Mar-tini dalla fede sofferta e continua-mente validata e verificata, richia-mandosi ad alcune affermazioni diCristo che forse essi per primi di-sattendono nel loro modo di esse-re e di agire quotidiano.Il Dott. Socci si è per caso mai domandato se è le-cito per lui, cristiano, esprimere giudizi su un altrofratello di fede formulando opinioni nel merito conuna assolutezza sconcertante?Non siamo tenuti noi uomini di fede ad assegnaresolo a Dio il potere e il diritto di giudicare l’operatodi ogni uomo?E’ scritto infatti nel Vangelo “non giudicate e non sa-rete giudicati”; ma questo invito di Gesù il Socci evi-dentemente lo ignora del tutto nel suo scritto. Egliarriva perfino a temere che il cardinale Martini ab-bia conservato la fede fino alla fine, ritenendosi evi-dentemente giudice incontrovertibile, mentre si per-mette di ritenere inaccettabile sul piano della fedegiudizi di stima e di considerazione espressi daeminenti personalità della cultura che non hanno ildono di quella fede che essi riconoscono essere

stata espressa nella vita del cardi-nale Martini in modo autentico edesemplare. Il Socci ritiene forseche un cristiano non debba preoc-cuparsi di dialogare con chi cristia-no non è, e di porsi comunque neipanni di quanti sono alla ricerca diuna verità che non hanno avuto lafortuna di acquisire.Ma il nostro ha mai avuto modo diriflettere sulla vita quotidiana diGesù, il quale amava trattenersicon i peccatori e con le prostitute,persone alla quali voleva far giun-gere il suo messaggio di miseri-cordia e di comprensione? Che

cosa ha mai fatto il cardinale Martini, attraverso la“Cattedra dei non credenti”, se non cercare di imi-tare Gesù, il quale era più preoccupato di andare incerca delle pecorelle smarrite che vivere nella sicu-rezza con i suo più vicini seguaci?Ma il Socci appartiene alla schiera di alcuni cristia-ni, per fortuna non maggioritaria, che ritengono dipoter giudicare tutti dall’alto delle loro sicurezze e diattuare il regno di Dio cercando di controllare ognifonte di potere, non lesinando applausi ed elogi aipotenti di turno, come è dato rilevare ricorrente-mente nel corso degli incontri di Rimini.No! Io rifiuto di riconoscermi in cristiani come Soc-ci, nella speranza di conservare una fede che siconsolida solo nell’esercizio dell’umiltà e nel rispet-to del modo di essere di ogni fratello, credente onon credente che sia.

Dal 28 al 30 agosto u.s. gli Operatori pastorali, pro-venienti dalle comunità parrocchiali della diocesi diBrindisi-Ostuni, si sono radunati a San GiovanniRotondo per il tredicesimo Convegno diocesanod’inizio anno pastorale. Il convenire insieme è nellostile della Chiesa un dono dello Spirito che ci rendedocili alla Parola di Dio e farci carico del Vangeloper il mondo. Tutti i partecipanti sono stati chiamatiad una responsabilità partecipativa in virtù dell’es-sere popolo di Dio per il dono del Battesimo.Stare insieme è stato:- radunarsi in comunione ecclesiale, per discernere

l’oggi della Chiesa;- pregare, domandandosi “ciò che lo Spirito dice al-

la Chiesa” per gli impegni di ministero e di cari-sma.

- riflettere collegialmente, sacerdoti, consacrati elaici, per rispondere e dare ragione della fede neirapporti con il mondo.

Sono stati questi gli input che ci hanno permesso diprogettare il nuovo anno pastorale 2012/13. Dalpensiero di questi giorni e dallo sguardo di unitàdell’Arcivescovo accoglieremo le linee pastorali pervivere il cammino nelle comunità.Il tema centrale delle tre giornate è stato: “Parroc-chia: popolo sacerdotale, profetico, regale aservizio del Vangelo”. Il momento iniziale è statola lectio divina sulla Parola di Dio, come fondamen-to del pensare cristiano; è seguito il confronto nellatavola rotonda a più voci; la relazione di base comeinizio del pensare; i laboratori come partecipazionepensante e attiva dei laici, dei presbiteri e dei con-sacrati. Il contributo degli Operatori Pastorali è sta-to necessario per delineare il cammino diocesanodella fede ed esprimere in Cristo sacerdote, re eprofeta, il ruolo dei credenti nell’impegno della sto-ria. Con il dono del Vangelo ogni battezzato vivel’impegno missionario e la testimonianza di fedenelle sfide storiche. Le giornate sono state vissute nella riflessione apercepirsi popolo di Dio generato dall’acqua e dal-lo Spirito nel grembo della Chiesa ed essere, nellaquotidianità della vita, il popolo sacerdotale e rega-le, radunato da tutte le genti nell’unità e nella santi-tà, e annunziare al mondo la potenza dell’amore diDio. In virtù del Battesimo i membri della Chiesa, vivonol’identità in relazione a Dio e in relazione agli uomi-ni. Così i singoli e le comunità sono chiamati a sta-re dietro al Cristo, sperimentano la gioia dell’elezio-ne, l’adesione alla Parola e la consegna del Vange-lo nel tempo. In questo intreccio di accoglienza eservizio, Dio è nella storia e questa diviene storia disalvezza. I battezzati concretizzano così l’essere ilpopolo di Dio in cammino nel tempo verso la pie-nezza del Regno. Infatti ogni volta che i credenti ce-lebrano la nuova ed eterna alleanza, annunciano ilcompimento del Regno di Dio, orientato verso lapienezza. In questa esperienza sono fondamenta-li alcune ragioni dell’essere popolo di Dio. I legamidi fraternità nella fede perché tutti, in stile familiare,hanno il compito di esprimersi con il proprio cari-sma alla crescita del Regno di Dio. La Chiesa, po-polo dei battezzati, nella fraternità manifesta l’esse-re discepola e testimonia la credibilità dell’annun-cio. In questo modo i figli di Dio prolungano la mis-sione stessa del Cristo, godono del dono della leg-ge d’amore vivono lo statuto delle beatitudini e dila-tano il Regno fino agli estremi confini della terra.In questo modo i battezzati esprimono il sacerdo-zio comune e contribuiscono, con i ministeri e i ca-rismi all’edificazione del Corpo di Cristo che, nello

spazio temporale, loda, serve e invera la dignitàdella famiglia di Dio. Quando il popolo sacerdotalevive l’amore come offerta di se a Dio e come servi-zio ai fratelli realizza, nel tempo, il sacerdozio diGesù. I discepoli del Signore non chiudono nel serviziosacerdotale la loro identità, ma si esprimono anchenell’azione educativa, aderendo al Vangelo e an-nunciando ad ogni uomo la promozione della per-sona. Questo impegno i discepoli lo realizzano nel-l’azione e nelle relazioni quando testimoniano laconsegna evangelica, come riscatto della personadalle schiavitù dei poteri mondani e promuovono lalibertà nella dignità di figli. Il popolo dei discepoliesercitano così l’azione profetica di Cristo cheagisce per liberare l’uomo dal suo egoismo e dalleinclinazioni verso le illusorie attrattive della vita e loorienta alla felicità. Essere profeti è tendere al futu-ro con speranza, anche quando questa appare sto-ricamente come un lumicino.Accanto alla profezia, il popolo sacerdotale traduceil servizio della regalità di Cristo. La regalità del battezzato è collaborazione con tut-to il bene presente nella storia. Il credente vive co-sì la scelta della compagnia, ponendosi accanto gliuomini in stile fraterno, divenendo cercatore e ser-vo della verità. Questo richiede: capacità di comu-nione, dialogo con le culture, attento custode delbene. L’impegno regale dei singoli e delle comunitàè farsi voce di ogni umano bisogno, delle mancan-ze di rispetto dei popoli e delle loro identità, religio-se e culturali, ponendosi a salvaguardia della crea-zione, scoprendosi amministratore e non padronedei doni. Vivere la regalità battesimale è vivere lagiustizia come lavoro nel Regno e per il Regno diDio, favorendo la giustizia e la pace tra gli uomini.Il Popolo dei battezzati, in questo anno pastorale, èchiamato, attraverso gli organismi di partecipazio-ne, a orientare i cammini di fede verso la nuovaevangelizzazione in comunione ecclesiale, in umileservizio alla storia; favorendo la giustizia e la pacenella carità e vivendo il dialogo con ogni persona.La chiamata dei battezzati attraverso il sacerdoziocomune, l’annuncio profetico e con la dignità rega-le esprime la scelta che Dio fa di amare gli uominiattraverso gli uomini. Questo si sposa bene conl’anno della fede che celebreremo dall’11 ottobre2012 al 24 novembre 2013.La fede, dono battesimale, illumina il credenti lungoil pellegrinare del tempo verso la pienezza dellamaturità umana e cristiana. La fede si impara, èuna faccenda seria perché mette in movimento,non crea fanatismo, apre la porta a collaborazioni,non toglie i dubbi ma spinge a costruire “cieli e ter-re nuove”.La fede pensata è basilare per i credenti perché liapre continuamente alla ricerca della identità origi-naria, ne alimenta l’azione di fiducia in Dio, li aprealla collaborazione con i fratelli e coglie i semi di ve-rità posti nel cuore di ogni uomo. Come afferma Be-nedetto XVI nella lettera di indizione “Desideriamoche quest’anno susciti in ogni credente l’aspirazio-ne a confessare la fede in pienezza e con rinnova-ta convinzione, con fiducia e speranza…Auspichiamo che la testimonianza di vita dei cre-denti cresca nella sua credibilità” (Porta fidei, 9).Questo anno rinnovi i contenuti della fede, dia vigo-re per far splendere la vita, renda arricchenti le re-lazioni, dica la bellezza della compagnia, esprimal’impegno di gratuità e di servizio per costruire il be-ne con gli uomini e gioire dell’essere battezzati.

SAC. GIOVANNI APOLLINARE

Lafine del tempo estivoe l’inizio di un nuovo

anno pastorale hanno por-tato la Comunità parroc-chiale del Santuario SS.Cosma e Damiano di Ostu-ni alla festa dei Santi Medi-ci, un’occasione singolareper ripartire puntando in al-to nel nostro cammino dicredenti. “Morti per Cristo, iMartiri vivono in eterno”. L’annuale appuntamentodella Festa dei Martiri non èstato solo il riconoscimentoda parte della Chiesa deitratti della loro squisita e at-tuale Santità, ma anchel’occasione in cui insieme,come comunità credente,possiamo affermare che la Santità è ancora possi-bile. Da veri atleti dell’amore, i Martiri si sono inse-riti in quella corsa che è iniziata la mattina di Pa-squa e che è giunta fino a noi con le gambe di tuttii giganti della fede.Non vogliamo lasciarci appesantire dalla rassegna-zione, ma lasciarci condurre dalla speranza che tra-sforma le vesti stracce in abiti di festa.Festeggiare i Santi Medici, in preparazione all’AN-NO DELLA FEDE, è stata per noi un’occasione perritrovare quella misura alta della vita cristiana, lasantità alla quale tutti quanti siamo chiamati. Han-no animato la predicazione durante la novena dipreparazione alla festa alcuni sacerdoti della nostradiocesi, venuti in mezzo a noi ad annunciare la Pa-rola di Dio e a donare la gioia e l’entusiasmo dellaloro vita donata al Signore e alla Chiesa. Ogni giorno, iniziando dal 17 e concludendo il 25settembre, il programma spirituale ha previsto: ore9-11 il parroco visita gli ammalati; ore 17-18 tempoper le confessioni; ore 17 Adorazione Eucaristica;ore 18,15 Benedizione Eucaristica, recita del SantoRosario, preghiere della novena, ore 19 Celebra-zione eucaristica vespertina.

Ad aprire la novena il 17 set-tembre è stato Padre Alessan-dro Ricciardi, Superiore Servidel Cuore Immacolato di Ma-ria in Ostuni, poi il 18 è statala volta di don Michele Petruz-zi, Assistente Unitalsi Sottose-zione di Conversano-Mono-poli. Poi il 19 don GiuseppeLaghezza, Parroco Immacola-ta Concezione in San Vito deiNormanni, il 20 settembre donAmelio De Filippis, ParrocoChiesa Madre in Veglie. Il 21don Fabio Ciollaro, ParrocoChiesa Madre in San Vito deiNormanni, il 22 don MassimoMengasi, Vicario ParrocchialeCristo Salvatore in Brindisi. Il23 la volta di don Pietro De

Punzio, Vicario Foraneo in Mesagne, il 24 Don Ste-fano Bruno, sacerdote novello, Segretario particola-re dell’Arcivescovo, il 25 S. E. Mons. Filippo Santo-ro, Arcivescovo Metropolita di Taranto.Il giorno della festa vera e propria, il 26 settembrele Sante Messe sono state al mattino alle ore 8 e al-le ore 10,30; alla sera ore 19 la S. Messa solenneè stata presieduta da S. E. Rocco Talucci, Arcive-scovo di Brindisi-Ostuni.Insieme al forte programma spirituale abbiamo vis-suto la sera del 26, alle ore 20,30 un intrattenimen-to musicale, offerto dal “Gruppo Folkloristico Mesa-gnese “SANG’AMARU” con la partecipazione dei“BALLERINI DI MUSICA POPOLARE ADDU’ SCIA-MU SCIAMU”, l’estrazione dei biglietti legati alla lot-teria pro Santi Medici e la degustazione di alcuniprodotti tra cui il “dolce dei Santi Medici”, un picco-lo pasticcino a forma di cuore pensato per l’occa-sione. Alle ore 22,00 uno spettacolo di fuochi piro-tecnici a cura della Ditta Pirosud di Truppa Arman-do di Latiano ha concluso i festeggiamenti nel Cam-po sportivo comunale. L’esempio dei Santi ci spro-ni ad una vita autenticamente evangelica.

DON PAOLO ZOFRA

L’Arcivescovo Mons. Rocco Talucci ha concluso i Solenni Festeggiamenti per

i Santi Medici di Ostuni in un bagno di folla

Domenica 2 settembre il giornale Libero pubblicava un articolo di Antonio Socci dal titolo "Io non sono mar-tiniano, sono cattolico. Cosa possiamo fare per l'anima di Carlo Maria Martini".All'indomani della dipartita del Cardinale ottantacinquenne, ex Arcivescovo di Milano, l'opinionista si soffer-mava sulla figura e sul pensiero di Martini scrivendo, in buona sostanza, che Martini alla Chiesa preferivagli applausi della sinistra: [...] Una cosa è certa, Martini è sempre stato portato in trionfo sui mass media ditutto il mondo, da decenni, e incensato specialmente su quelli più anticattolici e più ostili a Gesù Cristo ealla sua Chiesa [...] I fatti dicono che Martini ha sempre cercato l’applauso del mondo, ha sempre carezza-to il Potere (quello della mentalità dominante) per il verso del pelo, quello delle mode ideologiche dei gior-nali laicisti, ottenendo applausi ed encomi. È stato un ospite assiduo e onorato dei salotti mediatici fino aisuoi ultimi giorni [...].La tematica ha dato vita ad un dibattito molto acceso, a volte persino violento, sugli organi di stampa conuna chiara divisione tra i «pro» e i «contro» nel variegato mondo cattolico. Pubblichiamo, pertanto, l'opinione del Dott. Lacorte, Presidente del Gruppo di Ostuni del M.E.I.C., ricordan-do che il compianto arcivescovo di Milano aveva frequentato la nostra città soprattutto nelle estati del 1984e del 1985, come riportato da don Angelo Ciccarese nell’ultimo numero di “Fermento”.

Cardinale Martini

CONVEGNO DELLA NOSTRA ARCIDIOCESI A S. GIOVANNI ROTONDO: L’ANNO PASTORALE 2012/2013

LA FEDE DELLA CHIESAtra identità, presenza e servizio alla storia

LA NOSTRA GENTE

Una storia semplice e veraI protagonisti: la signora Felicetta una comune signora semplice ed affettuosa ed il signor Ottavio, un uo-mo privo di tutto.Il tempo: la mattina del 20 settembre 2012.L’episodio: come avviene ogni mattina da qualche anno, anche nelle prime ore di giovedì, Felicetta hapreparato il pranzo che, più o meno verso le ore 9,00 Ottavio viene a ritirare da sopra il davanzale dellafinestra: sarà il suo cibo della giornata. Mentre Felicetta è in casa per le faccende domestiche sente suo-nare il campanello e, nell’aprire la porta di ingresso, con sorpresa e meraviglia vede che Ottavio è ritor-nato e gli dice: nel sacchetto c’era questa con i soldi! Meno male che ho guardato e non li ho buttati via!Era successo che Felicetta il giorno precedente era stata incaricata da una amica ,che abita in campagna,di pagare la bolletta della luce e le aveva consegnato il bollettino con 350,00 euro, la somma da versare.Felicetta, aveva sistemato il tutto in un sacchetto di plastica nel quale aveva sistemato inconsapevolmen-te il piatto con il pranzo: Ottavio aveva ritirato il tutto e, notando la busta l’aveva aperta e scoperto il con-tenuto, lo restituì subito preoccupato che Felicetta fosse stata in pensiero.Bravo Ottavio: non fa niente che tu non hai nessuno, non hai più una famiglia, non hai più un lavoro, vi-vi in una misera casa nella “Terra” di proprietà del Comune, girovaghi, solitario, per le strade di Ostuni,sconfortato per l’avverso destino: puoi ben dire che, pur avendo bisogno di tutto, sei onesto, rispettosodell’amicizia e di chi ha il coraggio di farti del bene.

Page 9: N° 10 … · avanti per evitare l'affermarsi di demagogia e populismo (vignetta del bravissimo Enzo Farina) Dal 1° agosto è entrato in funzione il nuovo sistema di raccolta e gestione

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22001122RICORDI

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DDDDEEEEFFFFUUUUNNNNTTTT IIII27 aprile 1911 7

agosto 2012Tra il rimpianto generaleè deceduta alla venerandaetà di 101 anni la signora

FILOMENACLARIZIA

che tanta stima ed entu-siasmo ha sempre suscita-to non solo tra i propri famigliari ma verso tutte lepersone che l’hanno conosciuta e donato la propriaamicizia. Era una donna di vastissima esperienza,di sana fede cristiana, di dolce amicizia che avevaimprontato la propria vita all’affettuosità ed allagradevolezza dei propri rapporti umani.Con il cuore colmo di tenerezza la ricordano le fi-glie Isabella, Stellina, Anna, con il marito GianniCariulo, i diletti nipoti e pronipoti.Un affettuoso ringraziamento, i famigliari della si-gnora Filomena, lo rivolgono alla Dottoressa AnnaFrancioso, Direttrice della Casa di Ripioso “Pinto-Cirasino” di Ostuni, al personale medico e parame-dico che con competenza,bontà e generosità l’han-no assistita nel corso dei sei anni in cui è stataospite della struttura sanitaria.

27.10.2002 27.10.2012Ricordo del 10 anniversa-rio della morte di

STEFANOFRANCIOSO

Dieci sono trascorsi comein un momento, ancheperché non riusciamo apensarti lontano da noianche se realmente vivi in un mondo senza fine esenza tempo e, magari, con l’aiuto del buon Dio rie-sci a guidare le nostre vite e le nostre vie: in effettinoi ti sentiamo sempre vicino.Ti vogliamo tanto bene, tua moglie Maria e tua fi-glia Anna, tuo fratello Enrico con la moglie TinaSasso e la figlia Rosalba, tua sorella Ricia con Car-minuccio ed i tuoi cognati e gli amati nipoti.

5.11.20095.11.2012

Ricorrendo il terzoanniversario dellamorte di

RENATO GIOSUÈ

MARESCALa famiglia lo ri-corda con immutato affetto e tanto rimpianto.Una Santa Messa di suffragio verrà celebra-ta nella Concattedrale di Ostuni lunedì 5 no-vembre 2012 alle ore 18,00.

4 settembre 20104 settembre 2012

Ricorre l’anniversario dellamorte diCOSIMA FLORELa dolcezza e la sua sensi-bilità vivono ancora nel no-stro cuore e, malgrado iltrascorrere del tempo, il no-stro sentimento è costante-mente rivolto alla sua memoria ed il suo amabile vol-to resterà indelebile nella nostra mente.

La figlia Grazia con il marito Pasquale Giglio.

26.10.200326.10.2012MARIO

ANDRIOLA“Tu che al riparodell’Altissimo e di-mori all’ombra del-l’Onnipotente, dì alSignore” di proteg-gere noi, miseri mortali, e di rendere i nostrigiorni sereni e ricchi di gioia e di pace.Tua moglie Tina, i tuoi figli Franca con Do-menico, Anna con Salvatore, Girolamo, Ma-ria con Roberto, Angelo con Pamela e gliamati nipoti.In suo suffragio domenica 28 ottobre 2012,alle ore 9,00, nella Chiesa del Purgatorio,verrà celebrata una Santa Messa.

6.9.20076.9.2012

In ricorrenza del quintoanniversario dellascomparsa del

Prof.LUIGI

BLONDAEducatore di tante ge-nerazioni e fonte di cultura, di giustizia e di amo-re per il prossimo, la sorella Maria con i fami-gliari, lo ricorda in ogni conversazione e luogo aquanti lo hanno apprezzato e voluto bene.

La preghiera dei suoi cari, degli ex alunni, degliamici, invoca il Padre Celeste che lo illumini conla sua luce che non tramonta, donandogli la gio-ia senza fine per cantare in eterno le sue lodi.

Il 18 giugno 2012 è decedutaIMMACOLATA (Tina)

SARTORESposata Valente

Queste mie parole, confida il maritoFranco Valente, ti dicono tutto ciòche il mio pensiero vuole esternarti.Mi manchi! Ti ho sempre avuta nelcuore e ti amerò sempre: forse lamia felicità sta in quello che espri-mo con questi versi.

13.3.1922 12.7.2012«Chi può salire sul monte del Signoreo chi può stare nel suo Santo luogo?

Colui che ha innocenti le mani e puro il cuore»(Salmo 23)

MADIAINDIANOvedova Cavallo

Cara nonna,guardiamo unafotografia in cuici sei tu insiemeai tuoi studenti inun’aula scolasti-ca. Tu sorridi, da-vanti a te c’è un libro e tu sorridi. Insegna-re, scrivere, leggere: era ciò che amavi fa-re e fino all’ultimo, pur nei momenti estre-mi della tua sofferenza, ti sei sempre inte-ressata a noi, alla nostra vita e al percorsodei nostri studi. Fulcro della famiglia, per ituoi 90 anni sei riuscita a riunirci, figli e ni-poti di cui hai sempre detto di essere orgo-gliosa.Grazie per l’amore tenero che ci hai dona-to, sei dentro il nostro cuore.

I tuoi nipoti

22.5.1923 15.8.2012«Il Signore è il mio Pastore

in pascoli verdeggianti mi fa riposaread acque di ristoro egli mi conduce».

(Salmo 22)ANTONIO COSOLA

Caro nonnino,chissà se anche dalassù stai pensandoa noi, alla tua fami-glia e ai tuoi nipoti-ni. Quel che è sicu-ro è che noi ti pen-siamo tanto perchéci manchi. E anche se ci scappa una lacrimaal pensiero di non poterti più abbracciare, poiil tuo ricordo riesce a farci sorridere. Sei sta-to presente in ogni piccolo momento della no-stra crescita, e pensare ai tuoi modi di dire, al-le tue espressioni del volto che ci facevano ri-dere, ai tuoi sorrisi e a tutto ciò che ci hai in-segnato e dato con il cuore, ci rende semprepiù consapevoli che sei stato un nonno spe-ciale, davvero.Ti vogliamo bene

Dario e Laura

25.3.1965 9.8.2012

MARISTELLACAVALLO

La lotta del-l’Amica Ma-ristella controla sua malat-tia è purtrop-po finita. Avremmo vo-luto scrivereun epilogo di-verso, ma labattaglia diMaristella non è stata una sconfitta: lasua testimonianza di vita, anche nellasofferenza, è stata lucida e coraggiosa,per lei e per i suoi compagni di lotta, al-tri pazienti in difficoltà aiutati dalla de-nuncia di Maristella contro i tagli alservizio di Chemioterapia della nostraASL. La redazione del giornale di associa allutto della famiglia Cavallo per la cosìgrave perdita.

15 aprile 19295 luglio 2012

Provata dalla sofferenza, accompagnatadalla preghiera, la sera di giovedì 5 lu-glio 2012,ha cessato di battere il cuoredella signora

IOLANDA BRUNOvedova Palma

Sposa fedele,madre affettuo-sa, sempre pre-sente, premuro-sa e accorta;donna diligen-te, di animoumile e since-ro; credentenella Fede dellaChiesa, quellafede per cui si considerava indegna, pic-cola e misera, specialmente negli ultimianni della sua vita.Lascia un autentico rimpianto in chi l’haconosciuta ed amata.

Il23 maggio scorso ha chiu-so la sua parentesi terrena

il Dott. Luigi Milone, dentista,universalmente conosciutocome Gino.Scompare con Lui una dellepiù belle figure di Ostuni cheha rappresentato un indiscuti-bile punto di riferimento pro-fessionale non solo per Ostu-ni ma anche per tutti i comunidella provincia, specialmente in un’epocaancora dominata da praticoni, mestieranti eimbonitori.Dopo essersi laureato e specializzato pres-so l’università di Torino ritornò, intorno aglianni ’60, in Puglia, iniziando ad esercitarela professione in quel di Mola di Bari per poitrasferirsi definitivamente in Ostuni, doveavviò il suo primo studio in Piazzetta Erri-quez.La sua fama di professionista preparato, at-tento e dai modi gentili, dilagò immediata-mente ed iniziò così una straordinaria car-riera senza eguali, che durò ininterrotta-mente per un cinquantennio quando cedet-te lo scettro del suo regno professionale al-la amatissima primogenita, Adele, anch’es-sa valorosa Dottore odontoiatra, ormai spe-cializzata nelle tecniche più moderne.Ma soprattutto scompare con Gino Milone,il professionista gentiluomo di antico stam-

po, completamente dedito al suolavoro sapendo resistere al ri-chiamo delle tante sirene politi-che che gli volteggiavano intor-no, attratte dalla sua grande po-polarità.Una intera città – lo si può affer-mare con certezza – passò per ilsuo studio e tutti lo ricordano conaffetto e gratitudine per il suo im-pegno costante, per la ua valen-

tia e soprattutto per la sua grande affabilità.Il concorso eccezionale di amici, clienti, co-noscenti e cittadini sconosciuti che hannoaffollato sino all’inverosimile le navate dellaCattedrale per porgergli l’estremo saluto,sono la testimonianza inequivocabile diquanto Egli fosse amato.Ma oltre la professione, Gino amò immen-samente la sua Antonietta che oltre a donar-gli cinque magnifici figlioli, tutti professionistied operatori affermati, seppe essere nonsolo la sposa devota e la madre premurosa,ma anche la sua prima, insostituibile e pre-ziosa collaboratrice nella conduzione del-l’azienda “professional-familiare”. Fu uomodi grande fede ed ebbe forte il culto perl’Amicizia che onorò grandemente, per altrounanimamente ricambiato. Lascia di sé piùche un rimpianto, un dolcissimo ricordo.La pace dei giusti lo premierà, perché fuUomo giusto ed onesto.

ALDO GUAGLIANI

Ogni giovedì gli incontri per i familiari. In arrivo i laborato-ri artigianali per i malati.

È una malattia di tutta la famiglia, perché scardina gli equili-bri, rompe le armonie, modifica i rapporti e spesso rende i fa-miliari irriconoscibili gli uni agli altri. Questo è l’Alzheimer,una patologia che colpisce tantissime persone, anche adOstuni. Eppure non tutto è perduto. Solo, bisogna saperloaffrontare, sapersi orientare, non perdere il proprio amoreper il familiare malato. Continua l’attività dell’associazione Astera di Ostuni con gliincontri del giovedì per i caregiver, sempre tenuti dalla coun-selor Rubina Calella. L’appuntamento è per le ore 17 pres-so la nuova sede di Astera in via Padre Serafino Tamborri-no, 14 (di fronte alla chiesa dell’Annunziata, nei pressi dellePoste Centrali). Possono partecipare familiari di personemalate di Alzheimer, operatori socio sanitari, infermieri pro-fessionali, fisioterapisti che per lavoro si occupano di questatipologia di utenti ma anche semplici curiosi. In tutti ci saran-no 16 incontri che si pongono come obiettivo di aiutare il fa-miliare a capire meglio la persona malata, come agire, comecomportarsi. “I bisogni fondamentali di un familiare sono due- ha spiegato Rubina Calella - sapere di più riguardo alla ma-lattia, a come si sviluppa, al comportamento del malato e ca-pire meglio come loro stessi possono agire, perché da par-te dei familiari c’è una grande difficoltà di interazione e tan-ta sofferenza nel vedere che il loro familiare ha atteggiamen-ti di rifiuto. Il problema più grande a cui conduce la malattiadi tipo Alzheimer - ha sottolineato la counselor - è l’isola-mento a cui essa conduce, sia per chi la vive che per i fami-liari. Noi cerchiamo di attivare strumenti di relazione, perchéstare da soli è negativo”.Ma non è tutto. Recenti studi e sperimentazioni hanno dimo-strato come il coinvolgimento dei pazienti in attività di tipo ar-

tistico e creativo, dia spesso buoni risultati nel migliorare laqualità di vita dei malati, alleviandone i disturbi comporta-mentali e portando in tal modo sollievo alle famiglie. Perquesto motivo Associazione Astera promuoverà tra il 15 ot-tobre e il 30 novembre 2012 un laboratorio artigianale rivol-to a pazienti con buone capacità residue. Scopo del labora-torio è quello di realizzare piccoli presepi che verrannoesposti durante la mostra-concorso “IL PRESEPE, UNASTELLA CHE UNISCE”. “Il Presepe, simbolo di unita’ fami-liare e di rinnovamento, è da sempre un gioioso momento diespressione artistica e popolare - spiega Remo Attanasio,ideatore del progetto - per questo Astera lo ha scelto per co-municare il proprio messaggio di solidarietà. Il progetto “IlPresepe, una stella che unisce” prevede la realizzazione diuna mostra di piccoli presepi artigianali e di un concorso perfamiglie e comunità. Tutti possono partecipare. I dettagli perconoscere il regolamento sono disponibili sul sito www.asso-ciazione-astera.it”.Il laboratorio creativo verrà condotto dalla stessa RubinaCalella e da Remo Attanasio, coadiuvati da un gruppo di vo-lontari di Astera.

STEFANIA CULURGIONI

Per te, la vita e il paradiso,e viviin mezzo alle stelle senza alcun tormento.Nella mia vita ci sono tenebre e spaventoed è una dura lotta, per restare in vita.Mi manchi amore, sto soffrendo!Ti ho amata con tutto il cuore:tu sei il mio amore, il tuo sono io:è il bel dono, che mi ha dato Dio!Resti sempre nel cuore, ovunque vado,e penso sempre a te, con nostalgia:per le strade della vita il mio sguardoè rivolto solo alla tua immagine.Resterai sempre tu, la vita mia!

Franco

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Ricordo di GINO MILONEAlzheimer, mai più da soli

Page 10: N° 10 … · avanti per evitare l'affermarsi di demagogia e populismo (vignetta del bravissimo Enzo Farina) Dal 1° agosto è entrato in funzione il nuovo sistema di raccolta e gestione

NNNNOOOOZZZZZZZZEEEE DDDD’’’’OOOORRRROOOODomenica 26 agosto 2012 nellaChiesa della Madonna del Pozzo,don Franco Pellegrino ha celebratola Santa Messa nel corso della qua-le hanno rinnovato il loro vincolo ele loro promesse di matrimonio inoccasione dei 50 anni di nozze i si-gnoriCATERINA BACCARO

e LUIGI CAVALLOAlla cerimonia, semplice ed allo stesso tempo emozionante, hanno partecipato iparenti e tutti i famigliari degli sposi.Antonio, Carmela, Michele e Lilia, consapevoli della loro condizione di figli,amati e seguiti, con un biglietto da loro scritto hanno detto: “Cari Mamma e Pa-pà, non è facile capire quanto impegno richieda essere genitori. Ci sono fasi nel-la vita di noi figli in cui non è semplice rendersi conto dei preziosi insegnamentidei genitori, Sono cose che si capiscono col tempo, quando si cresce, si matura eci si guarda un po’ indietro scoprendo il percorso meraviglioso creato per noi dachi ci ha sempre amato. Ora ci è chiaro quanto sia stato impegnativo il vostro la-voro per crescerci, tra mille difficoltà e tanto amore, tutti e quattro così come sia-mo, perciò Vi ringraziamo e con amore vi auguriamo un felice anniversario”.Anche don Franco, nell’omelia, ha esaltato il vincolo matrimoniale, il vivere conamore dei genitori con i figli e il bello esempio che una coppia fornisce alla so-cietà nei cinquant’anni di vita vissuta insieme.

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CRONACABREVE

Riservato agli abbonatiInformativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs.196/2003 e dell’art. 10 Legge31.12.1996, n. 675.Informiamo gli abbonati che i dati ana-grafici, a noi conferiti per la gestionedel rapporto contrattuale d’abbonamen-to al nostro periodico, non saranno og-getto di diffusione a terzi, senza il con-senso degli interessati.

Rapinatore solitario crea panico e poi si ferisce. E’successo in un supermercato in una traversa della

centralissima Viale Pola. E’ finito in carcere GiuseppeScalone 33 anni di Ostuni. Entrato nel supermercato,l’uomo si è diretto verso le casse, intimando la conse-gna dell’incasso. Una volta uscito all’esterno ha trovatoil proprietario che affrontandolo ne ha impedito la fuga.Un colpo esploso dalla sua stessa pistola ha ferito al gi-nocchio sinistro il malvivente. Qualche giorno dopo unarapinatrice solitaria ha portato via l’incasso di un bar divia Giovanni XXIII, ed è fuggita dopo aver minacciatocon le armi la proprietaria.

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Incampo per la solidarietà e per annientare lo spre-ad. Una festa dello sport, senza badare al risultato

del campo: si sono affrontate, sul manto erboso del “Co-munale” della Città Bianca le nazionali dei sindaci di Ita-lia e Germania, pareggiando 1-1 con un rigore per par-te. “Noi abbiamo voluto dare anche un particolare signi-ficato a quest’incontro - spiega il Sindaco Tanzarella,componente della squadra italiana - innanzitutto abbia-mo scelto di destinare il ricavato e le offerte al VillaggioSOS che è una delle istituzioni di carattere sociale piùsignificative della nostra città, e poi abbiamo avuto lapossibilità di valorizzare nuovamente il nostro territoriomostrando le nostre bellezze, ai sindaci italiani ed ai pri-mi cittadini componenti della nazionale tedesca”.

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Sarà presentato il 19 ottobre, alle 18.30, presso laBiblioteca comunale, il nuovo libro “Eutopia” di

Franco Colizzi (Edizioni La Meridiana) raccolta di sag-gi ed editoriali legati all’attività internazionale di solida-rietà svolta dal nostro concittadino, presidente per seianni dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau(AIFO). Patrocinano l’incontro anche il Comune, l’UNI-

TRE, il CSV Poiesis, il Centro Cirignola, l’UNITALSI, laFondazione Tiziana Semerano ed il nostro giornale.

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Parte venerdì 26 ottobre, alle 18.30, il nuovo annodell’Università delle Tre età (UNITRE) di Ostuni: la

prima riunione è introduttiva al calendario ed ai corsi,con l’intervento del presidente Lorenzo Cirasino, di Sil-vana Giovene e di Gino Prudentino. La prolusione del9 novembre sarà invece affidata all’illustre economistaGilberto Muraro, già rettore dell’Università di Padova,sul tema “Crisi e futuro dell’euro e dell’Europa”.

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Domenica 14 ottobre, durante la mostra “Zacaredde”in Piazza Curtatone e Montanara, di fianco al Par-

co delle Rimembranze, l’Associazione “Amici del cuo-re”, recentemente costituita ad Ostuni, effettuerà con-trolli gratuiti per la prevenzione delle malattie cardiova-scolari (prelievo di una goccia di sangue per la misura-zione della glicemia e del colesterolo e controllo dellapressione).

Notizie flash di Danilo Santoro

Dopo la scomparsa dell’Ostuni sport nel 2011, per imotivi che tutti gli sportivi conoscono, una città come

Ostuni, con grandi tradizioni calcistiche non poteva sta-re a guardare il manto erboso del comunale restare de-serto la domenica. Per ovviare a ciò, lo scorso anno,l’avvocato Luca Marzio rilevò il titolo sportivo dal Montal-bano. In qualità di presidente in breve tempo ha allestitouna squadra competitiva per il campionato di I Catego-ria, vinto con pieno merito. La formazione è così tornatain Promozione, serie che aveva lasciato nel lontano1994.Il nuovo sodalizio, non potendo più chiamarsi Ostunisport, si chiama ASD Ostuni 1945.Al presidente Marzio abbiamo chiesto quali sono i pro-grammi. ”Probabilmente nessuno si aspettava che io potessi ri-tornare a riprendere un percorso già fatto qualche annofa. I programmi sono quelli di far bene, il futuro sembraabbastanza roseo, nel senso che quest’anno per unaserie di coincidenze siamo riusciti a trovare una squadragiovane, competitiva e con un allenatore, Enzo Carbo-nella, che ha tanta voglia di far bene e con uno staff di-rigenziale all’altezza di ben figurare anche in campiona-ti superiori. Penso che non stiamo trascurando nulla e diconseguenza i programmi sono abbastanza importanti,sono sicuro che faremo un ottimo campionato. Il cammi-no sarà molto duroaffronteremo squadre molto forti, dalCasarano alla Virtus Francavilla, dal Leverano all’Otran-to”.Presidente, con la crisi economica che oggi affligge il no-stro paese, come farà a portare avanti questo program-ma che a quanto pare sembra ambizioso?“E’ una domanda molto pertinente, vorrei distribuire pic-

cole risorse a tutti quanti, siamo partiti senza chiedereniente a nessuno con i nostri piccoli sforzi, con denaromio e di qualche sponsor che ringrazio, a partire da IvanTanzariello alla Liomatic a livello locale e il Brindisi ele-vatori che ci ha dato un congruo aiuto per poter iniziarequesto progetto. Ora però dovrà essere un progetto del-la città, si può essere dirigenti, soci, sponsor con la mo-dica somma di trecento euro. Con un gruppo di cento-cinquanta, duecento persone si potrebbe assestare unbilancio che potrebbe programmare anche una bella sta-gione per il prossimo anno, e perché no, in Eccellenza”.Ma eccoci al calcio giocato: Il campionato di Promozio-ne è iniziato il 16 settembre scorso.L’ASD Ostuni 1945 che milita nel girone B ha ottenutoquesti risultati: 1ª giornata:Ostuni-Martano 1-1; 2ª Fran-cavilla Calcio-Ostuni 1-2; 3ª Ostuni-Fragagnano 3-1; 4ªSan Cesario-Ostuni 1-0. Da segnalare, il 21 ottobre, ilderby Carovigno-Ostuni.Un avviso per gli appas-sionati di calcio e tifosidell’Ostuni sport. E’ invendita nelle edicole diOstuni la storia dellasocietà Giallo-blu dal1945 al 2011. Il volume,stampato dalla NuovaGA di Ostuni, ha 280pagine riccamente illu-strate anche con fotod’epoca e farà tornaread emozionarsi tuttiquelli che hanno amatoil nostro calcio.

Mensile Cattolico d'InformazioneAnno XCI - Numero 10 - OTTOBRE 2012

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Hanno collaborato a questo numero:Mimino Anglani - sac. Giovanni Apollinare

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CCCCuuuullll llllaaaaLa piccola Clelia Zurlo con immensa gioiaè lieta di annunciare che mercoledì 1° ago-sto 2012, presso l’Ospedale Civile di Ostu-ni, è nata la sorellina a cui è stato dato il belnome di

AURORAAngelo Zurlo e Rosaria Pacifico con entu-siasmo vivono questi momenti felici per lanascita della loro secondogenita.I nonni e gli zii di Aurora augurano allapiccola una vita gioiosa e serena per il fu-turo che vivrà e, nell’assicurare tutto il lo-ro amore, l’affidano alle premure della Ma-dre Celeste.

OSTUNI IN PROMOZIONE di Tonino La Centra

Due gare giocate, due vinte e primo postodella classifica in concomitanza con Pesca-

ra, Roseto, Scauri, Francavilla Fontana e Cora-to. E’ iniziata la nuova stagione dell’Assi BasketOstuni nel campionato nazionale di DnB dovela formazione di Lillino Ciracì ha cercato, sindal fischio di inizio dell’esordio casalingo controla Stella Azzurra Roma, di lanciare un chiaromessaggio, che non lascia dubbi o punti interro-gativi: per la vittoria finale di questo campionatoci sono anche i gialloblu. “Come prima, più diprima” queste le parole di uno striscione pre-sente nel Pala Gentile nella gara di esordio del-la formazione ostunese da parte del gruppo“Quei Bravi Ragazzi” che per tutta la scorsastagione in giro per l’Italia non hanno mai fattomancare il tifo e l’incoraggiamento alla squadrache militava in Lega Due. Nella prima gara del-la stagione, i gialloblu hanno incontrato la Stel-la Azzurra Roma, una squadra formata da gio-vani molto interessanti, venuti ad Ostuni a far laloro gara per niente intimoriti dai “nomi” presen-ti nell’Assi Basket. I romani hanno un approccioalla gara abbastanza positivo, mentre Morena ecompagni pagano lo scotto dell’esordio casalin-go, ma dopo aver superato questa fase i giallo-blu iniziano a comandare il gioco, terminandola gara con un secco 100 – 80. La seconda par-tita vedeva la prima trasferta della stagione inquel di Agropoli dove Morena e compagni af-frontavano una formazione grintosa e determi-

nata guidata da coach Paternoster, vecchia co-noscenza della tifoseria ostunese. Gara abba-stanza sofferta con i gialloblu costretti ad inse-guire per quasi tre quarti di gara ma grazie allagrande volontà e spinti da circa 50 tifosi presen-ti vanno a violare il palazzetto campano portan-do a casa due importantissimi punti. Una compagine completamente rinnovata quel-la che ha iniziato questa nuova stagione e chedeve ancora cercarsi un posticino nel cuore deitifosi ancora amareggiati e delusi dopo l’esal-tante stagione trascorsa dove Jurevicus e com-pagni avevano portato i colori gialloblu a dispu-tare i play off nel primo anno di partecipazionealla Lega Due.Certamente non è facile ingoiare questo bocco-ne amaro, e sarà arduo il compito dei ragazzi diCiracì di conquistare e riportare sulle tribune delPala Gentile tutta quella tifoseria che attualmen-te è sulle sue e ancora non riesce ad amarequesta squadra anche se c’è stato il ritorno diCapitan Morena per cercare di riportare l’entu-siasmo nella città bianca.Intanto domenica giunge al Pala Gentile il Pe-scara, appaiato in classifica a pari punti conl’Ostuni, un mach sicuramente non facile doveci vorrà tutto l’entusiasmo della tifoseria perspingere Fossati e compagni ad una nuovagiornata di festa per i colori gialloblu. Questo ilroster 2012 – 2013 che ha iniziato la stagionedel campionato DnB:

Alberto MABILIA, playmaker – RobertoFOSSATI, playmaker - Domenico MORE-NA, centro – Diego NATA, ala – NicolaMEI, guardia – Alfredo MORUZZI, guar-dia/ala - Andrea BARTOLUCCI, pivot -Davide BONACINI, guardia – PierlucaPROTO, pivot/ala ( ostunese ) – Duilio BI-RINDELLI, pivot. Allenatore: Angelo CIRA-CI’ Vice Allenatore: Giuseppe VOZZA

ASSI BASKET OSTUNIa punteggio pieno di Domenico Moro

LLLLaaaauuuurrrreeeeaaaaLunedì 24 settembre 2012 nell’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Milano, Fa-coltà di Lettere e Filosofia, ha brillantemente conseguito la laurea triennale in Lette-re Classiche

ROBERTA SANTOROdiscutendo la tesi «Il lessico politico-giuridico nell’Antigone di Sofocle».Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Antonietta PorroCorrelatore: Chiar.ma Prof.ssa Cinzia BearzotI genitori Angela e Nicola, la nonna Rosetta e le sorelle Francesca e Giorgia, plau-dendo per questo primo traguardo raggiunto, con grande gioia partecipano a parentie amici ed augurano alla neodottoressa un proficuo prosieguo negli studi.

NNNNoooozzzz zzzzeeeeIl 23 agosto scorso nella Parrocchia della Maria SS. Annunziata di Ostuni si sono uni-ti in matrimonio

FEDERICA FLORE e BIAGIO MOROHa celebrato il Vicario don Giuseppe Satriano ed hanno fatto da corona agli sposi inumerosi amici, i parenti, i genitori ed i fratelli Vito, Anna e Dario, Tommaso, MariaFilomena e Francesco.A Federica e Biagio, dal nostro giornale, i migliori auguri di moltissimi anni di se-renità e felicità.

1111 00000000 AAAANNNNNNNN IIIIVenerdì 5 ottobre 2012, visibilmente commossa ed emozionata,circondata dall’affetto dei famigliari, parenti e tanti amici, haspento la candelina dei cento anni di vita la signora

ISABELLLA NOBILE vedova GrecoNata in Ostuni il 5.10.1912, sposa a 20 anni Giuseppe Greco e na-scono sei figli: Luigi, Antonio (deceduto), Angelo, Giovanni, Ma-rio e l’unica figlia Caterina. Fino ad ora ha 13 nipoti e 13 proni-poti. Come la gran parte delle donne di quell’epoca Isabella per sovvenire alle neces-sità della famiglia si dedica all’agricoltura, tra cui la raccolta delle olive, affidando ifigli di tenera età ad una cognata.Dopo essere rimasta vedova circa 20 anni fa, ha dedicato maggiormente la sua atten-zione, il suo amore ed il suo impegno verso i figli e i nipoti che ha sempre amato di unimmenso amore.