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N. 10 • 15 marzo 2015 • 1,00 Anno LXIX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli A San Sebastiano al Vesuvio il secondo appuntamento con la Lectio quaresimale 3 PRIMO PIANO DIOCESI Convegno diocesano della Vita consacrata 4 VITA DIOCESANA Aspettando Papa Francesco 8 e 9 SPECIALE Comunione e Liberazione in ottantamila all’udienza con il Santo Padre 7 VITA ECCLESIALE Rosanna Borzillo Eleonora Bottiglieri Antonio Colasanto Giadio De Biasio Stefania De Bonis Michele Ciro Esposito Marco Meglio Lorenzo Montecalvo Diana Pezza Borrelli Lello Ponticelli Mariangela Tassielli Gli interventi Cento anni per Mons. Leonardo, emerito di Cerreto 2 Dieci modi per dire l’atto di dolore 5 Chiara Lubich: l’unità e la politica 6 Tredici martedì camminando con Sant’Antonio 10 Biblioteca per i bimbi sordi del Policlinico 12 Procida risponde al Papa 14

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N. 10 • 15 marzo 2015 • € 1,00

Anno LXIX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

A San Sebastiano al Vesuvioil secondo appuntamentocon la Lectio quaresimale

3

PRIMO PIANO DIOCESI

Convegno diocesanodella

Vita consacrata

4

VITA DIOCESANA

AspettandoPapa

Francesco

8 e 9

SPECIALE

Comunione e Liberazionein ottantamila all’udienza

con il Santo Padre

7

VITA ECCLESIALE

Rosanna Borzillo • Eleonora Bottiglieri

Antonio Colasanto • Giadio De Biasio

Stefania De Bonis • Michele Ciro Esposito

Marco Meglio • Lorenzo Montecalvo

Diana Pezza Borrelli • Lello Ponticelli

Mariangela Tassielli

Gli interventiCento anni per Mons. Leonardo, emerito di Cerreto 2

Dieci modi per dire l’atto di dolore 5

Chiara Lubich: l’unità e la politica 6

Tredici martedì camminando con Sant’Antonio 10

Biblioteca per i bimbi sordi del Policlinico 12

Procida risponde al Papa 14

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 15 marzo 2015

Avviso ai Sacerdoti dell’Arcidiocesi di Napoli

Convocazione del Presbiterio Diocesano

Carissimi confratelli da alcuni me-si la nostra Comunità diocesana è im-pegnata nella preparazione spiritualee pastorale all’incontro con ilSuccessore di Pietro, previsto per il sa-bato 21 marzo.

All’interno di tale percorso, e quasicome sua ultima tappa, si pone il pros-simo Plenum diocesano previsto permartedì 17 marzo, dalle ore 10, pressola Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale – Sezione SanTommaso.

Ci guiderà nella riflessione Marco

Tarquinio, Direttore di Avvenire, ilquale approfondirà il capitolo quartodell’esortazione apostolica “Evangeliigaudium” sul tema: “La dimensionesociale dell’evangelizzazione”.

Vi aspettiamo numerosi e vi ricor-diamo la possibilità di parcheggiarel’auto presso la stessa FacoltàTeologica o il vicino SeminarioArcivescovile.

� Lucio Lemmo � GennaroAcampa � Salvatore Angerami

Vescovi Ausiliari

Compie cento anni S. E. Mons. Felice Leonardo, Vescovo emerito di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, Padre conciliare

Sette Pontefici nella sua vitaIl Vescovo diocesano S. E. Mons.

Arturo Aiello e tutti i fedeli della Diocesidi Teano-Calvi rendono lode al Signore,datore di ogni bene, per il compimentodel 100° anno di età di S. E. Mons. FeliceLeonardo, Vescovo emerito di CerretoSannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti econ lui hanno reso azioni di grazie alSignore nella chiesa Cattedrale di Teano,lo scorso 9 marzo, con la SolenneConcelebrazione Eucaristica presiedutadal Cardinale Crescenzio SepeArcivescovo di Napoli.

Mons. Felice Leonardo nasce aPietramelara, diocesi di Teano-Calvi, il 9marzo 1915 da Antonio e Rosa Ranieri.Entrato a dieci anni nel Seminario dioce-sano e, dopo gli studi di filosofia e teolo-gia presso i Padri Gesuiti di Posillipo, èordinato presbitero il 24 luglio 1938, rice-vendo successivamente la nomina di par-roco di San Giovanni Battista in Toranodi Roccamonfina il 23 dicembre 1938,parrocchia che guiderà durante i trava-gliati anni della seconda guerra mondia-le e della battaglia di Montecassino.Saranno anche gli anni dolorosi in cui ve-drà morire la mamma Rosa e le sorelleTeresa e Giulia.

Dopo la guerra, nel 1947, viene nomi-nato Rettore del Seminario interdiocesa-no di Calvi e Teano, Assistente delle Acli,responsabile diocesano della Pastoralegiovanile, Canonico teologo della catte-drale. Il 22 luglio 1957 papa Pio XII lo no-mina, a soli 42 anni, vescovo di Telese oCerreto; riceve l’ordinazione episcopaleil 29 settembre successivo nella cattedra-le di Teano dal Cardinale AdeodatoGiovanni Piazza, coconsacranti il vesco-vo Matteo Guido Sperandeo el’Arcivescovo Giacomo Palombella.

Il 19 ottobre prende possesso della suadiocesi. Partecipa assiduamente a tutte lesedute del Concilio Vaticano II tra il 1962e il 1965, diventando poi delegato al lavo-ro della Conferenza EpiscopaleBeneventana. In sede regionale si dedicaparticolarmente alla pastorale della fa-miglia, della quale diventerà efficace pro-motore con l’apertura di 22 Consultori fa-miliari.

Negli anni Sessanta organizza gli“Incontri Quaresimali del Giovedì” chehanno fra i relatori anche Oscar LuigiScalfaro e Rosa Russo Iervolino.Promuove due pellegrinaggi diocesanidella statua della Madonna delle Graziedi Cerreto, che proclamata Patrona delladiocesi il 2 luglio 1964 assieme a

Sant’Antonio di Padova e, successiva-mente, a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.Il 19 novembre 1979 istituisce l’Istituto diScienze Religiose che nel corso del tem-po ha formato catechisti, animatori e al-cune decine di docenti di religione.

Dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980si attiva per reperire nuovi finanziamen-ti da destinare alla ristrutturazione dellaCattedrale e di tutte le altre chiese delladiocesi danneggiate.

Ristruttura radicalmente il Seminariodiocesano di Cerreto Sannita con il rica-vato della vendita di alcuni beni immobi-li. Il 2 gennaio 1982 viene nominatoAmministratore apostolico della diocesidi Sant’Agata de’ Goti per poi diventarnevescovo il 21 marzo 1984. Il 9 marzo1990, al compimento del settantacinque-simo anno di età, presenta la sua rinunciaal governo della diocesi; Papa GiovanniPaolo II la accoglie il 20 luglio 1991.

Mons. Leonardo sarà accolto inEpiscopio a Teano durante il suo lungoemeritato da S. E. Mons. FrancescoTommasiello vescovo di Teano-Calvi, ori-ginario della diocesi di Cerreto Sannita egià suo Vicario Generale. Durante il suolungo emeritato si impegna in modo par-ticolare nel ministero dell’annuncio dellaParola con la Lectio Divina, costituendogruppi di ascolto a Teano, a PignataroMaggiore, a Pietramelara e aRoccamonfina.

Sopraggiunta la morte del VescovoTommasiello il 25 ottobre 2005, Mons.Leonardo si ritira a Pietramelara, suacittà natale, dove dal 2008 viene assistitodal sacerdote don Giadio De Biasio, ori-

ginario di Torano di Roccamonfina, gio-vane presbitero da lui accompagnato per-sonalmente nel discernimento vocazio-nale verso il presbiterato e a lui legato daprofonda amicizia e riconoscenza.Attualmente, seguendo don Giadio nelministero di Parroco a Roccamonfina, vi-ve con lui nella Casa Canonica diRoccamonfina dall’8 agosto 2011.

Mons. Felice Leonardo, 57 anni di epi-scopato, 76 anni di sacerdozio, ha avuto la

grazia di incontrare personalmente, da ve-scovo, sette Papi, a partire da Pio XII finoa Papa Francesco, ha conosciuto due suc-cessori alla cattedra di Cerreto Sannita,Mons Mario Paciello e Mons. Michele DeRosa, ed è attualmente tra i PadriConciliari viventi più anziani del mondo.

Giadio De BiasioDirettore Ufficio

per le Comunicazioni Socialidi Cerreto Sannita

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 15 marzo 2015 • 3

A San Sebastiano al Vesuvio il secondo appuntamento della lectio quaresimale.Presenti il Decano don Giuseppe De Crescenzo, i coparroci mons. Gaetano Borrelli

e don Enzo Cozzolino e il sindaco Giuseppe Capasso

Scoprire la propria vocazione� Crescenzio Card. Sepe *

IntroduzioneIl ciclo della lectio divina quaresimale di

quest’anno verte sul Primo Libro di Samuele,nel quale si narra il graduale passaggio dall’e-poca dei Giudici a quella della monarchia,che ebbe il suo primo momento di splendorecon Davide, il più famoso e importante dei reche Israele ha avuto. Personaggio centrale inquesta trasformazione fu Samuele, sulla cuinascita abbiamo già meditato la settimanascorsa. Il tema di stasera è la vocazione diquesto profeta, che ci darà anche l’opportu-nità di pregare per quei membri della Chiesachiamati alla vita consacrata. È una grandegioia per me incontrarvi nella chiesa parroc-chiale di San Sebastiano al Vesuvio. Il vostropatrono si è distinto per la coraggiosa testi-monianza a favore di Cristo, subendo perfinodue volte il martirio. Educato fin da piccoloalla fede, Sebastiano non venne mai meno eincoraggiò tanti altri amici e compagni d’ar-me a seguire il Vangelo senza temere quelliche possono uccidere il corpo ma nulla pos-sono contro l’anima. Sul suo esempio, apria-mo i nostri cuori a quanto lo Spirito vorràsuggerirci.

Momento della lectioSamuele (3,1-21) è vissuto quando l’arca

dell’alleanza era custodita in un tempio,quello di Silo, presso il quale era stata depo-sita da Giosuè. Era a Silo che si svolgevanole feste e i pellegrinaggi principali delle tribùd’Israele prima che fosse costruito il tempiodi Gerusalemme. A quell’epoca Silo era di-retto dal sacerdote Eli, ma poi divenne la ba-se operativa di Samuele e fu abbandonatosoltanto quando l’arca dell’alleanza fu tra-sferita nella capitale all’epoca di Davide.

Il giovane Samuele serviva il Signore allapresenza di Eli [v. 1]. Ormai è trascorso deltempo da quando la madre Anna ha condot-to il piccolo Samuele al tempio per offrirloal Signore che gli aveva concesso di generar-lo. Adesso il figlio è cresciuto e svolge conprecisione il suo servizio sotto la vigile gui-da di Eli, l’anziano sacerdote che ha, nel suocuore, una pena immensa: i suoi figli sonoindegni di ricoprire la carica sacerdotaleperché imbroglioni. Il giovane Samuele èper lui una specie di figlio adottivo.

Allora il Signore chiamò: “Samuele!” edegli rispose: “Eccomi” [v. 4]. Dio chiamaSamuele come aveva già fatto, nella storiapassata, con i patriarchi, con Mosè e con igiudici. La vocazione rappresenta per tutti ipersonaggi biblici il momento iniziale delrapporto che il Signore instaura con i suoiinterlocutori. Il rapporto viene impostatocon una profonda e fondata base personale,poiché l’interlocutore è chiamato per nome,il quale, come si sa, ha sempre un riferimen-to alla missione da compiere. Nel caso diSamuele – l’abbiamo ricordato nella lectiodimercoledì scorso – esso può significare “ilsuo nome è Dio”, oppure “egli ha ascoltatoDio”, perché Samuele ha sempre fatto que-sto nella sua vita: “ha obbedito” al Signoreche, nella Bibbia, è un concetto equivalentead ascoltarne la Parola. Nella vocazione delgiovane c’è, come sempre accade, inscrittala sua missione: obbedire alla Parola edesortare il popolo a fare altrettanto.

Poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiama-to, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiama-to, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormi-re [v. 5]. Samuele non aveva ancora espe-rienza per riconoscerne la voce, né gli erastata rivelata mai la parola del Signore; per-tanto, si spiega così il fatto che, sentendosichiamare, si sia recato per tre volte da Elipensando di essere stato chiamato dall’an-ziano sacerdote. Costui, il cui nome è colle-gato al concetto di “altezza”, che è un altroappellativo di Dio, essendo uomo di grandeesperienza intuì che il ragazzo poteva averricevuto una rivelazione divina. Forse, me-more delle vicende legate alla sua nascita, ilsacerdote avrà pensato che Samuele fosseuna persona speciale, particolarmente caraa Dio e destinatario di una missione impor-tante. Egli, quindi, senza avere invidia o ge-losia nei confronti del giovane, lo aiuta sug-gerendogli la risposta opportuna da dare alSignore quando chiama.

Venne il Signore, stette accanto a lui e lochiamò come le altre volte: “Samuele,Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla,perché il tuo servo ti ascolta” [v. 10]. Per laquarta volta risuona nella notte quella voceche Samuele non aveva riconosciuto. IlSignore ha insistito finché il giovane non è

riuscito a individuare la provenienza dellachiamata. Adesso, però, con le “istruzioni”ricevute da Eli, Samuele è in grado di ri-spondere nella maniera giusta e di iniziareun cammino lungo e fruttuoso con ilSignore. Quel Dio di cui non aveva cono-scenza diretta aveva bisogno di sapere cheegli era disposto ad aprire totalmente il cuo-re e la mente all’ascolto. La chiamata delSignore comportò un primo incarico, pur-troppo spiacevole per Samuele, il quale fucostretto a riferire a Eli che la sua famigliasarebbe stata estinta: «In quel giorno com-pirò contro Eli quanto ho pronunciato ri-guardo alla sua casa, da cima a fondo. Gli hoannunciato che io faccio giustizia della casadi lui per sempre, perché sapeva che i suoifigli disonoravano Dio e non li ha ammoni-ti». Ancora una volta Eli insegna al profetache la parola di Dio va sempre annunciata,anche se è sgradita a chi l’ascolta; per tale ra-gione lo obbliga a riferirgli tutto senza na-scondere alcun dettaglio. Si tratta della rive-lazione della volontà divina, che va rispetta-ta “senza se e senza ma”. Allora Samuele glisvelò tutto e non tenne nascosto nulla. E dis-se: “È il Signore! Faccia ciò che a lui pare be-ne” [v. 18]. L’anziano sacerdote, che avevaservito il Signore per tutta la vita, era pur-troppo stato debole con i propri figli, che neavevano disonorato il nome. Non ci sor-prenda la severità di Dio: egli non desidera-va dai figli di Eli sacrifici e offerte, bensì lafedeltà e l’obbedienza. Essi avevano ormaipreso il sopravvento sul padre e avevano re-so il sacerdozio non un servizio, ma un mez-zo di arricchimento e di sopruso alle spalledella gente. Per contrasto, «Samuele crebbee il Signore fu con lui, né lasciò andare avuoto una sola delle sue parole», la sua famasi diffuse in tutto il territorio d’Israele e Diointrattenne un costante rapporto con il pro-feta, suo ambasciatore per il popolo.

Momento della meditatioLa lectio cede il passo ora alla meditatio,

ossia al confronto tra il testo proclamato ealtre parti della Scrittura, per giungere, altermine, a fare discernimento sulla realtàdella nostra vita cristiana.

Concentriamoci, allora, su due temi: inprimo luogo il mistero della vocazione; in se-condo luogo la fedeltà nel servizio.

Cominciamo dal mistero della vocazione.Il profeta Geremia, all’inizio dei suo libro, cinarra il colloquio che tenne con Dio quandofu chiamato a essere profeta. Gli fu rivelatoche il programma della sua esistenza non erastato deciso da lui, ma da Dio, che l’avevascelto prima di essere formato nel grembodella madre. Addirittura il Signore gli disseche era stato consacrato e stabilito “profetadelle nazioni”. C’è, dunque, un progetto divi-no ben preciso, che viene rivelato in un mo-mento cruciale dell’esistenza. I mezzi posso-no essere tanti: un’occasione, un incontro,un’esperienza particolare, una persona che ciguida. Essenziale, però, è il discernimento,con il quale il chiamato, gradualmente, giun-ge alla consapevolezza che ci sono quegli ele-menti caratterizzanti una vocazione per la vi-ta presbiterale, consacrata o familiare.

La vocazione è, comunque, un grande mi-

stero: perché Dio sceglie proprio me per que-sto compito? Sarò in grado di compierlo?Non è troppo per le mie deboli forze? AGeremia, che cerca di sottrarsi alla chiamatadivina adducendo la scusa di essere troppogiovane, il Signore risponde che occorre sol-tanto avere il coraggio e la fiducia: «Non dire:“Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cuiti manderò e dirai tutto quello che io ti ordi-nerò. Non aver paura di fronte a loro, perchéio sono con te per proteggerti». Il chiamatodeve avere la consapevolezza che il Signore gliè accanto, non lo abbandona un momento,non si sottrae, perché è fedele per sempre.

Di fronte alle difficoltà della vita che ine-vitabilmente ci sono, il chiamato dovrebbeavere la medesima forza di Paolo di Tarso.Egli ebbe da Dio un grande incoraggiamen-to, come scrive nel capitolo 12 dellaSeconda Lettera ai Corinzi: «“Ti basta la miagrazia; la forza infatti si manifesta piena-mente nella debolezza”». E subito dopocommenta: «Mi vanterò quindi ben volen-tieri delle mie debolezze, perché dimori inme la potenza di Cristo. Perciò mi compiac-cio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelledifficoltà, nelle persecuzioni, nelle angoscesofferte per Cristo: infatti quando sono de-bole, è allora che sono forte».

Perciò ho voluto parlare di “mistero”: lavocazione è una storia dai contorni specialiche Dio costruisce con il chiamato, accom-pagnandolo giorno per giorno. Mi piace leg-gervi una poesia di don Tonino Bello dal ti-tolo Ha scritto “T’amo” sulla roccia:«Vocazione. È la parola che dovresti amaredi più.�Perché è il segno di quanto sei impor-tante�agli occhi di Dio.�È l’indice di gradi-mento, presso di Lui,�della tua fragilevita.�Sì, perché, se ti chiama, vuol dire che tiama.�Gli stai a cuore, non c’è dubbio.�In unaturba sterminata di gente�risuona un nome:il tuo.�Stupore generale.�A te non aveva pen-sato nessuno.�Lui sì!».

Veniamo al secondo tema: la fedeltà nelservizio. Pensando alla vocazione, vorrei ri-volgermi in particolare ai consacrati.

Prossimi appuntamenti quaresimali

Lectio Divina – 1 SamueleMercoledì 18 marzo, ore 20: 1 Samuele 17, 41-58: Davide sconfigge Golia –Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo a Massa di Somma – Don GiuseppeEsposito.Mercoledì 25 marzo, ore 20: 1 Samuele 31, 1-13: Morte di Saul – Parrocchia SantiGiovanni e Paolo a Torre del Greco – Don Ciro Marino.

Venerdì Santo – 3 aprile Celebrazione della Liturgia delle Ore in Cattedrale, presieduta dal CardinaleArcivescovo. Partecipano i Diaconi permanenti con le famiglie, Rinnovo delle Promesse diacona-li.Alle ore 20, Via Crucis diocesana. Inizio dal piazzale antistante la Cattedrale, viaDuomo, via Luigi Settembrini. Conclusione nella parrocchia di San Giovanni aCarbonara.

Stiamo vivendo l’Anno della Vita Consacratae la Chiesa intera deve molto a coloro chehanno consacrato la propria esistenza perimpegnarsi a favore degli altri, rinunciandoad avere una famiglia propria e vivendo incomunità. Essi esprimono la radicalità del-la sequela di Cristo e annunciano con il lorostile di vita il regno dei cieli.

Da parte mia, voglio incoraggiare i tantiappartenenti alla vita consacrata a prose-guire il proprio servizio nella fedeltà, ognigiorno, senza stancarsi e senza attendere ri-compense in questo mondo, se davveroaspiriamo alla ricompensa del Padre nel suoregno. È la fedeltà incrollabile di Samueleche ebbe sempre fiducia in Dio, dei profetiche servirono la Parola, dei martiri comeSebastiano e, soprattutto, della VergineMaria, la quale si dichiarò serva di Dio e mi-se a disposizione tutta la sua persona per ilservizio che le era stato richiesto. Ai membridella vita consacrata spetta, quindi, il com-pito di offrire un sicuro e limpido esempiodi fedeltà alla vocazione, a vantaggio dellaChiesa intera e a gloria di Dio.

Momento dell’ActioPassiamo ora agli impegni concreti che

possono rendere più fruttuoso il nostrocammino in questa Quaresima 2015. In pri-mo luogo, mi rivolgo agli educatori, i quali,vicini come sono ai bambini e ai ragazzi, de-vono aiutarli a guardarsi dentro, a scoprirele proprie inclinazioni, i propri talenti, per-ché la vocazione non si scopre se non ci si co-nosce. Rimane sempre valido quanto erascritto sul frontone del tempio di Apollo aDelfi, nell’antica Grecia: «Conosci te stes-so!». Il bene per ciascun uomo è ciò che gliconsente di diventare quello che la sua natu-ra più profonda esige. Se io rifletto, potrògiungere a scoprirlo, per cui è proprio il sa-pere, la conoscenza che mi permette di co-noscere me stesso e quindi di conoscerequal è il modo più adatto per vivere felicetrovando la mia strada. I nostri figli hannourgente bisogno di essere incoraggiati a di-ventare adulti, imparando anche a sognareil loro futuro. In quanto adulti, non dobbia-mo correre il rischio di fare come il sacerdo-te Eli, che non riuscì ad arginare il cattivocarattere dei figli e a dare loro i giusti crite-ri per sviluppare la propria personalità ope-rando il bene. Genitori, insegnanti, catechi-sti, presbiteri sappiano collaborare in siner-gia, affinché chi è affidato alle nostre cureeducative possa compiere la medesimaesperienza di Samuele, il quale «crebbe e ilSignore fu con lui, né lasciò andare a vuotouna sola delle sue parole». In questo modo,con grande speranza, prepariamo un futuromigliore a noi e ai nostri figli.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 15 marzo 2015

Convegno diocesano presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale

La Vita Consacrata, icona di frontiera e luogo di carità

Il 3 e 4 marzo si è svolto presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionalesez. “S. Tommaso” il Convegno Diocesano promosso dal Vicariato per VitaConsacrata. Il tema che ha accompagnato le due giornate è stato: La VitaConsacrata, icona di frontiera e luogo di carità, così definita dal CardinaleArcivescovo Crescenzio nella sua lettera pastorale “Dar da mangiare agli affa-mati”.

Tra i relatori, Sua Em. il Card. João Braz de Aviz, Prefetto dellaCongregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica,che ha presentato il tema Il rinnovamento della Vita Consacrata alla luce delConcilio Vaticano II: quali sfide per oggi? Ha ricordato che l’esperienza di Diocome Amore ha bisogno di rioccupare il centro della vita consacrata, in modoche il carisma del Fondatore o della Fondatrice sia lo specchio e il cammino deldiscepolo. «È necessario – ha proseguito - costruire pazientemente la vita comu-nitaria, concentrando tutte le forze nel vivere la Parola di Dio per poi comunicar-la ai fratelli e alle sorelle come reale esperienza; fare il passaggio da una spiritua-lità individuale ad una spiritualità di comunione, ricostruendo le relazioni inter-personali alla luce del mistero della Trinità; entrare e rimanere nelle ferite persona-li delle nostre comunità, della Chiesa e dell’umanità con lo stesso spirito di Cristoche grida il suo abbandono e la sua consegna per amore».

Mons. Salvatore Esposito ha presentato il tema La Vita Consacrata nellaChiesa di Napoli a partire dalla Lettera Pastorale “Dar da mangiare agli affama-ti”. Il rischio che incombe sempre nell’esercizio e nella conduzione delle operedi carità è di diventare operatori sociali invece di essere testimoni della caritàdel Signore nel mondo e nella Chiesa. Necessita ricordare sempre che non sia-mo dediti alle opere sociali, alle opere promozionali e assistenziali soltanto, maanzitutto siamo dediti alle opere di misericordia, perché è la misericordia diCristo che desideriamo portare tra gli uomini… Perché sia Lui l’operatore pre-sente e invisibile delle nostre opere di carità, si richiede ricchezza interiore, cideve essere una trasfigurazione dell’anima che dà al gesto della mano, allosplendore del viso, alla rivelazione dello spirito, l’autenticità del trasmettere ildono di Cristo che salva.

Giuseppina Avolio, consacrata Ordo Virginum, ha presentato la vocazione ela missione dell’Ordo richiamando le due note caratteristiche: la sponsalità e ladiocesanità. «La sponsalità con Cristo è il punto focale intorno al quale si orga-nizza e si esprime la vita della vergine ed è la principale nota caratteristica della no-

stra spiritualità: la preghiera è colloquio sponsale con il suo Signore; la lettura e lostudio della Scrittura sono ascolto della parola dello Sposo; l’apostolato e le operedi misericordia sono partecipazione sponsale al mistero di Cristo vivente nellaChiesa, presente soprattutto nei piccoli e nei poveri. La diocesanità costituisce unaspetto caratterizzante questa forma di vita consacrata. Infatti, il carisma dellaverginità, che ha come scopo il bene della Chiesa e del mondo, è vissuto nella co-munità locale, cioè nella propria diocesi. Il servizio alla Chiesa può avere diversis-simi modi di attuazione secondo le possibilità, le attitudini e il carisma persona-le».

Giuseppe Falanga ha presentato la pubblicazione “Rallegratevi”, che racco-glie gli atti dei Convegni diocesani sulla Vita Consacrata 2010-2014.

Il Cardinale Arcivescovo, ha concluso il Convegno ricordando che la VitaConsacrata è una preziosa risorsa, insostituibile per la realizzazione delle fina-lità del nostro piano pastorale. «La vocazione ad una vita integrale può essere digrande stimolo per una città dove regna spesso il pressapochismo, l’arte di arran-giarsi giocando al ribasso, la furbizia elevata a regola di vita. Per questo, ancoraoggi c’è tanta fame di un riferimento alto d’impegno e di fedeltà».

Vita DiocesanaNuova Stagione 15 marzo 2015 • 5

Associazione LaicaleEucaristica Riparatrice

Un giornoall’EremodeiCamaldoliDomenica 15 marzoL’Associazione LaicaleEucaristica Riparatrice, consede a Loreto, comunica atutti gli associati della città edell’Arcidiocesi di Napoli, iMinistri Straordinari dellaComunione e tutti coloro chevorranno partecipare, che haorganizzato una giornataeucaristica, per domenica 15marzo, presso l’Eremo delSantissimo Salvatore, in viadell’Eremo ai Camaldoli,Napoli, con inizio alle ore 9.30e conclusione alle ore 16 circa.Saranno presenti l’AssistenteEcclesiastico Nazionale,padre Franco Nardi e ilPresidente dell’Associazione,Paolo Baiardelli.Per ulteriori informazioni eprenotazioni, per il pranzo, èpossibile telefonare alnumero 081.579.17.18.

La cofondatrice e responsabile generale dell’Istituto Secolare MissionarieLaiche di Maria, Madre del Redentore è tornata alla Casa del Padre

Madre Carla Buonocore, esempio di accoglienza e servizio

Carolina Buonocore, nota come madre Carla, cofondatri-ce e responsabile generale dell’Istituto Secolare MissionarieLaiche di Maria, Madre del Redentore (Milmar), lo scorso 11febbraio è tornata alla casa del Padre dopo aver «combattutola buona battaglia, terminato la sua corsa, conservato la fede»(2 Tm 4,7).

Ella, con profondo spirito ecclesiale e di servizio, vissutonella spiritualità dell’accoglienza, ha offerto il “proprium” delcarisma dell’Istituto all’armonia di tutti le genti che con stu-pore e meraviglia si aprono alla gioia dell’annuncio evangeli-co. Attraverso la sua umanità, semplicità, umiltà si avverte latenerezza materna di cui è stata prodiga con tutte le personeche ha avvicinato durante i suoi frequenti viaggi, specialmen-te nelle periferie del mondo.

È stata una presenza sempre vicina e silenziosa, sempre di-sponibile all’accoglienza, donando parole incoraggianti sem-pre pronte, sollecita a “spendersi” per amore per la missione,per il suo carissimo Istituto custodito in comunione con laChiesa universale.

Presente nel pensiero di Dio sin dall’eternità, agli albori delConcilio Vaticano II, la giovane Carolina Buonocore sente diconsacrarsi a Dio in modo originale: rimanendo nel mondo,senza i segni esteriori, per poter annunciare il Regno di Dio enon creare disuguaglianza con l’altro.

Nello stesso tempo padre Cosimo Maria Luciano, parrocodella parrocchia Santa Maria della Natività in Secondiglianosente l’ispirazione di iniziare un Istituto di persone consacra-te che vivessero nella realtà del mondo come offerta gradita alSignore, sull’esempio della Vergine Maria, Madre delRedentore, con grande spirito missionario e di accoglienza diogni persona e di tutte le situazioni della vita “per portare ilmondo a Dio”.

Nel settembre del 1955 padre Luciano manifesta l’ispira-

zione a vari giovani tra cui la signorina Carolina Buonocoreche in quel periodo viveva a Napoli per motivi di studi e svol-geva volontariato nell’Opera Nazareth di padre Luciano.

L’11 febbraio 1961, con il beneplacito e la benedizione delCardinale Alfonso Castaldo, Arcivescovo di Napoli, ha inizioquella che sarà, il 21 novembre 1969 la Pia Unione.

L’8 dicembre 1969 partono per il Brasile due missionarie,seguite poi da altre. Successivamente si associano famiglie ealtri membri che condividono la stessa spiritualità.

Il 23 giugno 1990 la Pia Unione è eretta a Istituto SecolareMissionarie Laiche di Maria Corredentrice, di DirittoDiocesano, dal Cardinale Michele Giordano nell’Arcidiocesidi Napoli. Padre Luciano è riconosciuto fondatore e la signo-rina Buonocore Carolina cofondatrice e presidentedell’Istituto.

Dopo la morte di Mons. Cosimo Maria Luciano, il 17 gen-naio 1991, l’Istituto è guidato dalla cofondatrice, che ha com-pletato la sua opera modellando l’Istituto secondo il proget-to di Dio.

In seguito all’iter canonico richiesto dal Cardinale MicheleGiordano, A0rcivescovo dell’Arcidiocesi di Napoli, l’Istituto èelevato al grado di Diritto Pontificio con Decreto datato 31maggio 2008.

Attualmente esso è presente in varie Diocesi d’Italia, delBrasile, del Venezuela, del Mozambico, con simpatizzanti ne-gli Stati Uniti e nell’Est europeo.

Carolina Buonocore ha chiuso la sua parentesi terrena l’11febbraio, nello stesso giorno in cui ebbe inizio l’Istituto cin-quantaquattro anni prima, affidando a noi sue figlie il compi-to di continuare con anelito missionario e d’amore per la glo-ria di Dio nel cui sostegno le Milmar confidano.

Alleluia! Ave Maria!Eleonora Bottiglieri

In quanti modi si può mettere in pa-role di preghiera il dolore per i propripeccati? In quante maniere, cioè, sipuò dire l’”Atto di dolore”? Il Rito dellaPenitenza ne propone nove (più uno) elascia intendere che la persona potreb-be anche usare parole spontanee.Intanto, a quanto ne so e sento in giro,si continua generalmente a proporre ilprimo modo, dove c’è la famosa espres-sione «perchè peccando ho meritato ituoi castighi».

Qualcuno ha pensato proprio di‘abolirla’ , perché il rischio, è quello ditrasmettere e rinforzare un’immaginedi Dio distorta, non corrispondenteal suo volto ricco di misericordia. Inverità, il Cardinale Martini, di veneratamemoria e al di sopra di ogni sospetto,quando commentava questa espressio-ne presente nella Bibbia ne indicava ilsenso parlando di “correzione energi-ca”, ma mi chiedo se non sia più bello,pedagogicamente promettente edevangelico, proporre di pregare con glialtri nove modi previsti dal Rito?

So che molti Confessori, soprattuttotra i giovani sacerdoti, già lo fanno, manon mi pare ancora entrato nella pras-si pastorale e catechetica ordinaria.Sono altrettanto consapevole che, me-glio ancora, è poter aiutare le personead esprimere con parole proprie la ri-chiesta di perdono, come la gioia dellapace ritrovata e il desiderio di migliora-re la propria vita alla luce del Vangelo,ma realisticamente per molti è difficile,

può ingenerare un certo imbarazzo,soprattutto quando la catechesi si la-scia prendere dalla pigrizia o dall’igno-

ranza. L’esperienza, invece, dice chetutti gradiscono che gli si proponga dileggere ora l’uno ora l’altro dei “modi”

previsti dal Rito. Per questo motivo, do-po molti indugi e pensando di fare cosautile, magari non originale, mi sono de-ciso e ho pensato di realizzare una pic-cola “pagellina” simile a quella usataper le “suppliche”. Ho diffuso la notiziatra alcuni confratelli e ai giovani delSeminario dove svolgo il ministero diPadre Spirituale, e con mia sorpresa nelgiro di pochi giorni siamo già arrivati afarne stampare ventimila copie con unaspesa molto piccola data la tiratura.

È proprio questo che mi ha convintodi condividere la notizia attraverso ilSettimanale “Famiglia Cristiana” , mac’è anche un altro motivo: circa venti-cinque anni fa, nella nativa Procida, unragazzino, alla mia richiesta di direqualche parola per chiedere perdono aDio, cominciò a pronunciare alcuniversi del Salmo 50: meravigliato e com-mosso gli chiesi come mai diceva quel-le belle parole e lui, con naturalezza, mirispose: «La catechista ci ha detto che co-me “Atto di dolore” potevamo scegliereuna frase del salmo 50».

Ecco, la condivisione di questa ini-ziativa la dovevo come gratitudine allacatechista di quel ragazzo; il fatto , poi,che in ventotto anni di sacerdozio misia capitato una sola volta mi lasciamolto pensoso e pieno di “sana autocri-tica”, anche come formatore di futurisacerdoti. O no?

Lello PonticelliPadre Spirituale al Seminario

Maggiore di Napoli

Dieci modi per dire l’atto di doloreUna iniziativa che sta riscuotendo molto interesse

di Lello Ponticelli

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 15 marzo 2015

Verso un nuovo umanesimoL’Esortazione pastorale Evangelii gaudium, già nell’incipit, coglie la promessa di

una nuova gioia, nonostante il progressivo incremento di eventi tristi... Come si puòparlare di gioia se si pensa alle atrocità degli efferati delitti presenti da tempo in mol-te parti del mondo e resi recentemente dall’Isis ancor più disumani? Alla degenera-zione dell’istinto materno di cura, che si trasforma in furia omicida diretta financheai propri figli? Alla malvagità della corruzione che sottrae l’indispensabile a biso-gnosi ed inermi?

Sono fatti che si verificano ormai da lungo tempo, che sconvolgono e corrodonoprogressivamente l’umano di tutti, poiché ognuno si sente violato nell’integrità del-la propria persona; si precipita così in quella “cultura del naufragio”, della quale piùvolte parla Bergoglio (cfr. in particolare Disciplina e passione, Bompiani, Milano2013).

L’Esortazione risponde all’attuale disgregazione dell’umano con la proposta d’u-na Chiesa aperta all’esterno dalla capacità di farsi prossima ad ogni fragilità, dall’u-mano autentico quale espressione della realtà antropologica, creata per il vero, ilbuono e il bello... Un rinnovato umano è, quindi, indispensabile, ma difficile da rea-lizzare, perché ciascuno finisce con il comportarsi secondo esperienze e vissuti pre-cedenti.

La Chiesa realizza la sua missione se capace di entrare nelle dinamiche dell’uma-no e di rispondere al profondo desiderio di autenticità, dove la consapevolezza chela missione s’incarna nei limiti umani (EG 40) conduce ad affrontare i limiti senzacedere all’illusione di realtà senza ombre.

Nella Chiesa dell’Evangelii Gaudium c’è rispetto al passato una discontinuità cheimpone una scelta: come è possibile realizzare una Chiesa in uscita, se al suo inter-no le comunità hanno fatto esperienza di vissuti autoreferenziali e d’esclusione, nondi relazioni di accoglienza, di ascolto e d’inclusione?.. Se esse s’incontrano senza te-ner in conto le resistenze interiori, la fatica del cambiamento, le implicazioni dellacomplessità, le sfide attuali della comunicazione, le risorse del femminile, la valenzaumana del perdono, il male di vivere e lo stravolgimento della realtà antropologica chepuò arrivare a manifestarsi con sintomi clinici?

Sono questi i punti più rilevanti a cui l’Evangelii gaudium si riferisce esplicita-mente e che sono stati argomento delle nostre riflessioni su Nuova Stagione (cfr. no-ta a margine).

Come hanno risposto le comunità locali all’esigenza d’umano già da tempo e piùvolte espresse dai documenti del Magistero e dei convegni ecclesiali? (cfr, ad esem-

pio, Verona 2006: Testimoni di Gesù risorto; Ancona 2011: Signore, a chi andremo;Cei 2011: Per un Paese solidale…). Spesso, nelle loro riflessioni e approfondimentigli aspetti relativi all’umano ed alle sue implicazioni sono stati tralasciati o sottova-lutati. Norme e prescrizioni prevalse nelle esperienze di vita di ciascuno fin da bam-bini hanno plasmato vissuti e comportamenti che rendono difficile anche ora met-tersi in gioco con il proprio umano, con la capacità a cogliere le realtà nuove con leproprie sensibilità e i propri bisogni.

Rimane perciò alle comunità locali il compito di curare la promozione di cono-scenze, soprattutto esperienze di vita comunitaria e d’inclusione, dove la persona el’umano diventano centrali perché i fini senza mezzi rimangono pura fantasia (EG33): uscire dalla genericità per non lasciare tutto come prima non è forse dar vitaalla speranza che il credente è chiamato a testimoniare?

L’importanza dell’umano si riscontra anche nell’utilizzo di parole correntemen-te usate e spesso abusate: relazione, accoglienza, ascolto, prossimità, bene comune…Esse si arricchiscono d’un nuovo dinamismo, se si affrancano dall’ umano angusto,rappresentato dall’autoreferenzialità, dall’egoismo e dall’individualismo... Sonoscomparse invece alcune parole che animano la vita, come passione, intesa come de-siderio, forza e coraggio di vivere una vita piena di sorprese. Perché una vita senzapassioni è soltanto una vita non vissuta: Papa Francesco non invita ciascuno a sco-prire le sorprese nella propria vita?

Di fronte a tali sfide, l’Evangelii gaudium indica la via di un umano integrato conla spiritualità che, al contempo, lo illumina e lo sorregge. In questa prospettiva, sipuò chiedere ai Sacerdoti (102 E.G.) di promuovere una “spiritualità dell’impegno”per aiutare e illuminare la fatica quotidiana, una spiritualità che entri nelle dinami-che della vita, spiritualità che altrimenti rimane astratta e lontana (133 E.G.). È pos-sibile a riguardo indicare alcuni passi del Vangelo e di altri scritti da approfondire?Passi da cui emerga la centralità dei comportamenti: il come dell’agire oltre al faresoltanto (Lc 24,13-35: Sulla strada di Emmaus), della fede (Lc 5, 1-4: Sulla tua paro-la getteremo de reti), dell’identità (2Cor 4,7: Un tesoro in vasi di creta), comportamen-ti resi possibili dall’identità forte e aperta, ispirata dalla fede.

Informazioni od altro all’indirizzo di posta elettronica [email protected] precedenti: Nuova Stagione 2014 n. 37, 39, 41, 43; 2015 n. 1, 3, 5, 7, 9.

a cura dell’AIPPCAssociazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici - Napoli

«Evangelii gaudium». Riflessioni

Sabato 14 marzo nel settimo anniversario della morte di Chiara Lubich un convegno ne ricorda l’impegno politico

«Ricercare il bene comune»Sabato 14 marzo 2015, nel settimo anniversario della morte di

Chiara Lubich , il Movimento Politico per l’Unità della Campania,espressione politica del Movimento dei Focolari (Opera di Maria)da lei fondato, la ricorda in un Convegno che si inserisce in una pro-grammazione mondiale di eventi tutti inerenti alla sua visione del-la politica. Potrebbe sembrare strano che una mistica come laLubich, per la quale da poco si è aperta la causa di beatificazione, sisia interessata di politica, di quel mondo che in tanti oggi fuggono,giudicano con severità ignorano e perfino condannano. Ma pren-dendo in esame i primissimi momenti della nascita del Movimentosi capisce capire come l’unità, carisma proprio dei Focolari, siastrettamente legato alla politica.

L’Opera di Maria è nato, infatti, a Trento, durante la II GuerraMondiale, sotto i bombardamenti, quando crollavano le case e conesse i progetti di vita, le sicurezze, le virtù civiche; si disfaceva tuttoquell’insieme di istituzioni, di riferimenti e di relazioni che in tem-pi normali costituiscono il tessuto della società civile e politica. Erail fallimento della politica, ridotta ormai al solo linguaggio dellebombe e delle armi. Tutto veniva meno (un po’ come accade oggi,anche se per cause differenti) e quelle giovani trentine scoprivanoche non tutto poteva essere distrutto dalle bombe. Dio, riscopertocome amore e unità, non crolla! Proprio per rispondere a tale amo-re si impegnarono a innescare tra gli uomini la fraternità vera, par-tendo dall’amore concreto verso gli ultimi, i più bisognosi, suscitan-do nella città speranza e fiducia.

Speranza e fiducia che ricomponevano i legami civili lacerati ericostruivano la comunità. Quest’esperienza di fraternità vissuta at-tirò l’apprezzamento ed il desiderio di emulazione su vasta scala dipolitici locali. Il 2 maggio del 1996, proprio qui a Napoli, ChiaraLubich ha dato vita al Movimento Politico per l’Unità e, in quei gior-ni, ad un giornalista che le domandava se non avvertiva un disagio,lei una mistica nell’aula di un Consiglio Comunale, Chiara rispose:«Non si costruisce il Corpo Mistico di Cristo senza una ricaduta sulSuo Corpo Sociale».

E in quella occasione lanciò, a noi presenti, un appello ad inne-stare la ricerca del bene comune su valori universali condivisi, ri-spettando la diversità delle espressioni culturali e partitiche, inse-rendo la categoria politica della fraternità universale tra le prioritàda perseguire.

Non ci si iscrive al Movimento Politico per l’Unità, si aderiscescegliendo come stile di vita il dialogo nelle istituzioni, tra i partiti,con i cittadini e puntando alla ricerca del bene comune e alla metadel mondo unito. Ci si “allena” in questo cammino in confronti con-tinui, con Scuole di Formazione e Partecipazione (in Campania ne

sono state fatte due), con iniziative che, puntando al bene comunefanno intraprendere forme di dialogo e collaborazione tra politici ecittà di schieramenti politici diversi (come l’organizzazione, per di-versi anni nel Casertano, di una Marcia per la Pace che ha coinvoltorappresentanti di varie religioni e città limitrofe di colore politico di-verso).

Si cerca l’unanimità per progetti a tutela del verde e a favore del-la qualità della vita per tutti (come il progetto “Un albero per la vita”in una Municipalità di Napoli), si svolgono iniziative a favore deiquartieri più emarginati (con i giovani a Scampia ) o contro l’uso del-le slot machine (flash mob), manifestazioni per la pace, iniziative diquartiere per la raccolta differenziata e la cura delle strade, anche at-traverso lo spazzamento, in vari quartieri della città. Il politico del-l’unità vive la politica come risposta ad una vocazione e ristabiliscefiducia e speranza nella comunità, anche con scelte personali con-trocorrente (come una ex parlamentare che ha rinunciato al propriovitalizio, devolvendo mese dopo mese la cifra a favore di iniziativeper famiglia, disoccupati e giovani). Proprio per parlare di tutto que-sto, per confrontarsi con politici di altri Paesi del mondo che vivonolo stesso impegno, è stato organizzato, sabato 14 marzo 2015, dalleore 10.00 alle 12.30, nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino aNapoli, un incontro su “Chiara Lubich: l’Unità e la Politica”.

Diana Pezza Borrelli

Uciim

In udienza da PapaFrancesco

L’Unione cattolica italiana insegnan-ti, dirigenti, educatori, formatori, in oc-casione dei 70 anni dalla fondazione, haorganizzato un convegno sul tema “Daprotagonisti al servizio della persona,della scuola, della società”. L’Unione cat-tolica italiana insegnanti, dirigenti, edu-catori, formatori è un’associazione pro-fessionale cattolica di docenti, dirigenti,educatori e formatori della scuola stata-le e non statale, nata nel 1944 per inizia-tiva del prof. Gesualdo Nosengo, nellaconvinzione che scuola e democrazia co-stituiscono il cardine dello sviluppo delPaese. L’incontro si è tenuto lo scorso 12marzo, presso il centro congressi “RomaEventi” di piazza di Spagna, con il salu-to e la presentazione della presidente na-zionale Rosalba Candela cui ha fatto se-guito una tavola rotonda sul tema “Lavalorizzazione della nostra storia per lacostruzione di un positivo futuro”.

Il giorno dopo, nella mattinata di ve-nerdì 13, convegnisti hanno partecipatoad un incontro su: “Idee e proposte peruna vera scuola”. Nel pomeriggio, unadelegazione di convegnisti si è spostatapresso la Sala Comunicazione delMinistero Istruzione, dove si è procedu-to alla intitolazione di un corridoio delMinistero stesso al fondatore dell’Uciim,Gesulado Nosengo. Sono intervenuti:Serafino Nosengo, docente universita-rio e nipote di Gesualdo, LucianoCorradini, presidente emerito Uciim,nonchè già Sottosegretario all’Istru -zione e Raffaele Ciambrone, DirigenteMiur. Quindi il momento più atteso, l’in-contro di sabato 14, quando PapaFrancesco ha ricevuto, nell’Aula PaoloVI, i convegnisti ed i loro familiari.

Vita EcclesialeNuova Stagione 15 marzo 2015 • 7

«La carezza della misericordia»Oltre ottantamila persone all’Udienza di Papa Francesco con Comunione e Liberazione

Erano oltre ottantamila le persone presenti in piazza San Pietro, provenien-ti da 47 Paesi del mondo per l’udienza concessa da Papa Francesco nel decimoanniversario della morte di don Luigi Giussani e nel sessantesimo dell’inizio delmovimento di Comunione e Liberazione.

Commentando le parole del Pontefice appena ascoltate, don Julián Carrón,presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha dichiarato: «Oggi inpiazza San Pietro noi abbiamo vissuto di nuovo l’esperienza dell’incontro conCristo. Lo abbiamo visto “primerear” davanti ai nostri occhi attraverso la personae lo sguardo di Papa Francesco. Lo stesso sguardo che duemila anni fa ha conqui-stato Matteo, ma oggi!

Oggi abbiamo sperimentato che cos’è la carezza della misericordia di Gesù. Il

modo in cui il Santo Padre ci ha abbracciati lo porteremo per sempre nei nostri oc-chi. Così ci ha fatto capire che “il centro è uno solo, è Gesù Cristo”, la cui esperien-za ci consentirà di non ridurre il carisma a un “museo di ricordi” e di “tenere vivoil fuoco e non adorare le ceneri”.

Solo questa esperienza dello sguardo di Cristo – che genera “sorpresa”, “stupo-re” e ci fa sentire “legati a Lui” – ci impedirà di soccombere a qualsiasi tentativo diautoreferenzialità e ci permetterà di scoprire in ogni uomo che incontreremo quelbene che porta, come ci ha insegnato sempre don Giussani.

Questa esperienza ci metterà nelle condizioni di vivere il cristianesimo come“principio di redenzione, che assume il nuovo, salvandolo”».

Le parole del Santo Padre

«Tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri»Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Do il benvenuto a tutti voi e vi ringra-zio per il vostro affetto caloroso!Rivolgo il mio cordiale saluto aiCardinali e ai Vescovi. Saluto DonJulián Carrón, Presidente della vostraFraternità, e lo ringrazio per le paroleche mi ha indirizzato a nome di tutti;e La ringrazio anche, Don Julián, perquella bella lettera che Lei ha scritto atutti, invitandoli a venire. Grazie tan-te!

Il mio primo pensiero va al vostroFondatore, Mons. Luigi Giussani, ri-cordando il decimo anniversario dellasua nascita al Cielo. Sono riconoscen-te a Don Giussani per varie ragioni. Laprima, più personale, è il bene chequest’uomo ha fatto a me e alla mia vi-ta sacerdotale, attraverso la lettura deisuoi libri e dei suoi articoli. L’altra ra-gione è che il suo pensiero è profonda-mente umano e giunge fino al più inti-mo dell’anelito dell’uomo.

Voi sapete quanto importante fosseper Don Giussani l’esperienza dell’in-contro: incontro non con un’idea, macon una Persona, con Gesù Cristo.Così lui ha educato alla libertà, gui-dando all’incontro con Cristo, perchéCristo ci dà la vera libertà. Parlandodell’incontro mi viene in mente “La vo-cazione di Matteo”, quel Caravaggiodavanti al quale mi fermavo a lungo inSan Luigi dei Francesi, ogni volta chevenivo a Roma. Nessuno di quelli chestavano lì, compreso Matteo avido didenaro, poteva credere al messaggiodi quel dito che lo indicava, al messag-gio di quegli occhi che lo guardavanocon misericordia e lo sceglievano perla sequela. Sentiva quello stupore del-l’incontro. È così l’incontro con Cristoche viene e ci invita.

Tutto, nella nostra vita, oggi comeal tempo di Gesù, incomincia con unincontro. Un incontro conquest’Uomo, il falegname di Nazaret,un uomo come tutti e allo stesso tem-po diverso. Pensiamo al Vangelo diGiovanni, là dove racconta del primoincontro dei discepoli con Gesù (cfr. 1,35-42). Andrea, Giovanni, Simone: sisentirono guardati fin nel profondo,conosciuti intimamente, e questo ge-nerò in loro una sorpresa, uno stuporeche, immediatamente, li fece sentirelegati a Lui... O quando, dopo laRisurrezione, Gesù chiede a Pietro:«Mi ami?» (Gv 21,15), e Pietro rispon-de: «Sì»; quel sì non era l’esito di unaforza di volontà, non veniva solo dalladecisione dell’uomo Simone: venivaprima ancora dalla Grazia, era quel“primerear”, quel precedere dellaGrazia. Questa fu la scoperta decisivaper San Paolo, per Sant’Agostino, e

tanti altri santi: Gesù Cristo sempre è pri-mo, ci primerea, ci aspetta, Gesù Cristo ciprecede sempre; e quando noi arriviamo,Lui stava già aspettando. Lui è come il fio-re del mandorlo: è quello che fiorisce perprimo, e annuncia la primavera.

E non si può capire questa dinamicadell’incontro che suscita lo stupore e l’ade-sione senza la misericordia. Solo chi è sta-to accarezzato dalla tenerezza della mise-ricordia, conosce veramente il Signore. Illuogo privilegiato dell’incontro è la carez-za della misericordia di Gesù Cristo versoil mio peccato. E per questo, alcune volte,voi mi avete sentito dire che il posto, il luo-go privilegiato dell’incontro con GesùCristo è il mio peccato. È grazie a questoabbraccio di misericordia che viene vo-glia di rispondere e di cambiare, e che puòscaturire una vita diversa.

La morale cristiana non è lo sforzo ti-tanico, volontaristico, di chi decide di es-sere coerente e ci riesce, una sorta di sfidasolitaria di fronte al mondo. No. Questanon è la morale cristiana, è un’altra cosa.La morale cristiana è risposta, è la rispo-sta commossa di fronte a una misericor-dia sorprendente, imprevedibile, addirit-tura “ingiusta” secondo i criteri umani, diUno che mi conosce, conosce i miei tradi-menti e mi vuole bene lo stesso, mi stima,mi abbraccia, mi chiama di nuovo, sperain me, attende da me.

La morale cristiana non è non caderemai, ma alzarsi sempre, grazie alla suamano che ci prende. E la strada dellaChiesa è anche questa: lasciare che si ma-nifesti la grande misericordia di Dio.Dicevo, nei giorni scorsi, ai nuoviCardinali: «La strada della Chiesa è quelladi non condannare eternamente nessuno;di effondere la misericordia di Dio a tutte lepersone che la chiedono con cuore sincero;

la strada della Chiesa è proprio quella diuscire dal proprio recinto per andare a cer-care i lontani nelle “periferie” dell’esistenza;quella di adottare integralmente la logica diDio», che è quella della misericordia(Omelia, 15 febbraio 2015).

Anche la Chiesa deve sentire l’impulsogioioso di diventare fiore di mandorlo,cioè primavera come Gesù, per tutta l’u-manità.

Oggi voi ricordate anche i sessanta an-ni dell’inizio del vostro Movimento, «natonella Chiesa– come vi disse Benedetto XVI– non da una volontà organizzativa dellaGerarchia, ma originato da un incontrorinnovato con Cristo e così, possiamo dire,da un impulso derivante ultimamente dal-lo Spirito Santo» (Discorso al pellegrinag-gio di Comunione e Liberazione, 24 mar-zo 2007: Insegnamenti III, 1 [2007], 557).

Dopo sessanta anni, il carisma origina-rio non ha perso la sua freschezza e vita-lità. Però, ricordate che il centro non è ilcarisma, il centro è uno solo, è Gesù, GesùCristo! Quando metto al centro il mio me-todo spirituale, il mio cammino spiritua-le, il mio modo di attuarlo, io esco di stra-da. Tutta la spiritualità, tutti i carismi nel-la Chiesa devono essere “decentrati”: alcentro c’è solo il Signore! Per questo,quando Paolo nella Prima Lettera aiCorinzi parla dei carismi, di questa realtàcosì bella della Chiesa, del Corpo Mistico,termina parlando dell’amore, cioè di quel-lo che viene da Dio, ciò che è proprio diDio, e che ci permette di imitarlo. Non di-menticatevi mai di questo, di essere de-centrati!

E poi il carisma non si conserva in unabottiglia di acqua distillata! Fedeltà al ca-risma non vuol dire “pietrificarlo” – è ildiavolo quello che “pietrifica”, non di-menticare! Fedeltà al carisma non vuol di-

re scriverlo su una pergamena e met-terlo in un quadro. Il riferimento all’e-redità che vi ha lasciato Don Giussaninon può ridursi a un museo di ricordi,di decisioni prese, di norme di condot-ta. Comporta certamente fedeltà allatradizione, ma fedeltà alla tradizione –diceva Mahler – “significa tenere vivoil fuoco e non adorare le ceneri”. DonGiussani non vi perdonerebbe mai cheperdeste la libertà e vi trasformaste inguide da museo o adoratori di ceneri.Tenete vivo il fuoco della memoria diquel primo incontro e siate liberi!

Così, centrati in Cristo e nelVangelo, voi potete essere braccia, ma-ni, piedi, mente e cuore di una Chiesa“in uscita”. La strada della Chiesa èuscire per andare a cercare i lontaninelle periferie, a servire Gesù in ognipersona emarginata, abbandonata,senza fede, delusa dalla Chiesa, prigio-niera del proprio egoismo.

“Uscire” significa anche respingerel’autoreferenzialità, in tutte le sue for-me, significa saper ascoltare chi non ècome noi, imparando da tutti, conumiltà sincera. Quando siamo schiavidell’autoreferenzialità finiamo percoltivare una “spiritualità di etichet-ta”: “Io sono Comunione eLiberazione”. Questa è l’etichetta. Epoi cadiamo nelle mille trappole che cioffre il compiacimento autoreferen-ziale, quel guardarci allo specchio checi porta a disorientarci e a trasformar-ci in meri impresari di unaOrganizzazione Non Governativa.

Cari amici, vorrei finire con due ci-tazioni molto significative di DonGiussani, una degli inizi e una della fi-ne della sua vita.

La prima: «Il cristianesimo non sirealizza mai nella storia come fissità diposizioni da difendere, che si rapporti-no al nuovo come pura antitesi; il cri-stianesimo è principio di redenzione,che assume il nuovo, salvandolo»(Porta la speranza. Primi scritti,Genova 1967, 119). Questa sarà intor-no al 1967.

La seconda del 2004: «Non solo nonho mai inteso “fondare” niente, ma ri-tengo che il genio del movimento che hovisto nascere sia di avere sentito l’ur-genza di proclamare la necessità di ri-tornare agli aspetti elementari del cri-stianesimo, vale a dire la passione delfatto cristiano come tale nei suoi ele-menti originali, e basta» (Lettera aGiovanni Paolo II, 26 gennaio 2004, inoccasione dei 50 anni di Comunione eLiberazione). Che il Signore vi benedi-ca e la Madonna vi custodisca. E, perfavore, non dimenticatevi di pregareper me! Grazie.

Francesco

Foto: Siciliani/Sir

Speciale Nuova Stagione8 • 15 marzo 2015

Sabato 21 marzo il Papa a Napoli. Intanto, associazioni e movimenti animano le piazze per sensibilizzare la Città alla venuta di Pietro

L’abbraccio di FrancescoCrescenzio Card. Sepe *

L’abbraccio e la presenza delSanto Padre in mezzo a noi saràsegno di amore e di attenzione

verso tutti, in particolare per quantispendono le proprie energie per il be-ne della nostra gente.

Papa Francesco, come buon sama-ritano, incontrerà le periferie esi-stenziali, i poveri, gli ammalati e icarcerati, per cogliere le sofferenze ele speranze che attraversano le nostreCittà.

Farà sua la fame di lavoro gridatadai disoccupati, raccoglierà le istanzedi rinnovamento e di crescita umana esociale del mondo della cultura egioirà con i nostri giovani in attesa diuna nuova primavera. Toccherà con

mano le contraddizioni presenti nellanostra realtà, dove convivono miseriae benessere, arretratezza e sviluppo,egoismo e generosità, fede viva e varieforme di indifferenza religiosa.

Il Papa verrà a difendere le ragionidei poveri, denunciando, con corag-gio, le responsabilità di coloro che so-no causa di situazioni di sofferenza edi ingiustizia, a danno dei propri fra-telli.

Il Santo Padre incontrerà anche isacerdoti, i diaconi, le religiose, i reli-giosi e gli operatori pastorali che ognigiorno spendono la loro vita nel servi-zio dell’evangelizzazione e nelle innu-merevoli espressioni della carità. Laparola del Papa conforterà la nostra

azione, sosterrà le nostre iniziative, ac-compagnerà e incoraggerà le nostrescelte pastorali. Egli che “presiede allacarità” ci confermerà nella fede!

La visita di Papa Francesco impe-gnerà tutti noi ad un’azione pastorale espirituale capace di produrre frutti ab-bondanti, come solco tracciato dalloSpirito Santo che guida e sostiene sem-pre la Chiesa.

Questo incontro non riguarderà sol-tanto la Comunità ecclesiale, ma anche

Piazza del Gesù7 marzo, ore 15: una decina tra ragazzi e adul-

ti della Cvx scendono giù da via San Sebastiano,verso piazza del Gesù, con un tavolino, una se-dia, quattro manifesti di Francesco a Napoli,cappellini e foulard bianchi, fogli e penne per an-notare le risposte, ed una piccola telecamera perle interviste. Nulla li ferma, nemmeno il cielo li-vido ed il tempo da lupi, che ha costretto a lascia-re in sede un grande gazebo già approntato mache avrebbe rischiato di prendere il volo. Grandeè l’entusiasmo di comunicare la propria fede inGesù e la grande notizia: Pietro viene e verrà an-che in questa piazza, in questa chiesa dinanzi al-la quale si sono sistemati.

Nonostante il freddo pungente, i più giovanie le ragazze dei gruppi giovanili iniziano ad avvi-cinare gli sparuti passanti che si affrettano nelvento e a farli parlare.

Più tardi nel pomeriggio la piazza inizia adanimarsi. È programmato un atteso incontro al Centro Culturale del Gesù Nuovo: arrivano i relatori e tutti gli altri partecipanti.Diventa più facile fermare e fare interviste. Prima davanti alla telecamera ma anche con i telefonini, la gente si ferma, risponde,anzi, approssimandosi l’orario delle celebrazioni al Gesù Nuovo, si avvicinano spontaneamente. Un gruppo di pellegrini, giuntida Cardito per San Giuseppe Moscati, si informano su come fare per partecipare agli eventi della visita di Francesco

Alla domanda “Cosa ti aspetti dalla visita di Francesco a Napoli”, iniziano a fioccare le risposte: “Mi aspetto una sola cosa: unrichiamo a chi governa questa città, abbandonata e umiliata. Solo Lui può darci una mano a salvarci”, oppure “Che dia una sfer-zata a questa città”.

Altre risposte sono piene di speranza e di visioni positive “Mi aspetto che sappia cogliere il cuore e la bellezza di questa nostracittà, simbolo nel bene e nella fragilità di questo nostro Paese”, oppure “Saremmo contenti di ricevere un messaggio di luce pertutti, non solo per i giovani, soprattutto in questo periodo di crisi”, fino a quelle più entusiastiche: “Che Francesco possa portaresperanza e miglioramento per Napoli e che risvegli l’ardore del cambiamento in un’ondata tale che abbia effetti positivi non so-lo a breve termine e non solo per il mondo cattolico ma per tutti i napoletani”.

Comunità di Vita Cristiana

In attesa di Papa Francesco

Movimenti,Associazioni

che vivono in Diocesisi sono mobilitatiper annunciare

la venuta diFrancesco nelle

strade e nelle piazze. L’obiettivo è stato

quello di sensibilizzare

i cittadiniall’incontro,

ma soprattutto,quello di sollecitare

la riflessionepersonale e chiederea chi si è fermato,che cosa si aspetta

dalla venuta di Francesco

SpecialeNuova Stagione 15 marzo 2015 • 9

Sabato 21 marzo il Papa a Napoli. Intanto, associazioni e movimenti animano le piazze per sensibilizzare la Città alla venuta di Pietro

L’abbraccio di FrancescoCrescenzio Card. Sepe *

Per questo motivo abbiamo forte-mente voluto la visita del Papa aNapoli e credo che Francesco abbiagià colto il senso di speranza che la po-polazione ripone nella sua visita.

È un’attesa di centinaia di migliaiadi uomini e donne, credenti e non cre-denti, carica degli interrogativi cheanche qui, come altrove, si pongonosulla condizione dell’uomo.

Sono domande che si rivolgono al-la sua persona, nella certezza di rispo-ste non sempre facili, ma in forza del-le quali ci si ripromette un impulso acambiare, a migliorare e a crescerenella solidarietà.

Se, come capita per tante metropo-li, Napoli è la città dell’emergenza, oc-

corre prendere atto che l’emergenzachiama alla mobilitazione. E chiamatutti, senza eccezioni, perché a nessu-no è consentito di mettere la sordinaall’ininterrotta “sirena d’allarme” chegrava sulla città.

Napoli deve specchiarsi nella pro-pria bellezza umana, culturale, reli-giosa, che rimane, anche oggi, unmessaggio eloquente della straordi-naria vocazione di una città che non siè trovata, per caso e a lungo tempo, alcentro della storia. Neppure oggi, enonostante tutti i suoi mali, a qualcu-no può venire in mente che Napoli siadiventata terra di periferia.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

la Comunità civile, dove tante personedi buona volontà sono impegnate quo-tidianamente per costruire una societàsempre più giusta e solidale.

Nella Lettera Pastorale «Dar damangiare agli affamati» ho scritto chese «vogliamo dar da mangiare a chi è af-famato, dobbiamo ascoltare Gesù checi invita a confidare che i nostri pochipani e pesci, le nostre scarse risorse pos-sono mettere in moto un miracolosoprocesso di condivisione».

Piazza Trieste e TrentoNel segno della speranza, Napoli attende la venuta di Papa Francesco, il 21 mar-

zo. A dirlo è il Cardinale Crescenzio Sepe: «Il mondo è attraversato da tantissime in-quietudini. Abbiamo tanto bisogno di speranza, un impulso che ci fa riscoprire la so-lidarietà e ci fa capire che possiamo farcela, anche se partiamo in svantaggio».

Con lo stesso spirito la Comunità di Gesù Risorto di Napoli si prepara a que-sto grande evento. Sabato 7 marzo si è riunita con i suoi rappresentanti, in piaz-za Trieste e Trento, per una giornata di evangelizzazione e di interviste. Ai pas-santi è stato chiesto se sapessero dell’arrivo del Papa a Napoli e che cosa si aspet-tassero dalla sua venuta. Molti gli indifferenti, ma anche tanti quelli che si sonofermati e hanno espresso parole di gioia; il Papa a Napoli può rappresentare unmomento di svolta per una città così martoriata e abbandonata a se stessa, dovela disoccupazione giovanile è una piaga che stenta a rimarginarsi.

La giornata di evangelizzazione, iniziata con canti e animazione, è terminatain serata con una fiaccolata, simbolo di luce e di speranza, a cui hanno aderito leparrocchie di Napoli e provincia e tantissime persone che si trovavano in piazza.La fiaccolata si è conlcusa nella chiesa dell’Incoronatella, in via Medina, dove ifedeli sono stati accolti dal parroco don Simone per un momento di preghieracomunitaria. «Il Papa – ha spiegato Silvana Miraglia, responsabile della comu-nità di via Medina – ha scelto di fare visita ai più poveri e ai più deboli, in ossequioal dono di povertà di Cristo e all’amore per il prossimo, che si nasconde proprio nelnostro fratello più bisognoso. Questa è stata per noi tutti un’esperienza meraviglio-sa di preghiera e di condivisione».

Il 21 marzo il Santo Padre, nel pomeriggio, incontrerà anche i giovani, sul lun-gomare di Mergellina, prima di ripartire per Roma. Durante l’incontro sarà pre-sente anche la Comunità di Gesù Risorto, che si propone l’obiettivo di diffonde-re la parola del Vangelo, secondo la promessa evangelica «Io sono con voi tutti igiorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).

Una Chiesa nuova quella di Papa Bergoglio, più vicina alla gente, una Chiesain mezzo alla gente e per la gente, in cui la Comunità di Gesù Risorto si ricono-sce, anche nella volontà di aprire il dialogo con tutti, anche con quelli che noncredono, perché, forse, ne hanno maggiore bisogno.

Comunità Gesù Risorto

Sant’Antonio a PosillipoEcco le risposte che sono state raccolte dal Movimento Missionario Mariano inpiazza Sant’Antonio a Posillipo, domenica 8 marzo. – Spero che porti pace, amore che possa trovare parole sante per quelli che sof-frono e che benedica questa città e i suoi abitanti

– Ordine cittadino, accoglienza calorosa. L’arrivo del Papa possa cambiare glianimi dei napoletani e che sia un avvicinamento alla religione.

– Spero che ci dia tante parole di conforto per Napoli visto che ne ha dispensatetante per tutti.

– Pace e aiutarci nella preghiera.– Non c’è alcuna aspettativa, l’aspettativa è individuale. Conta quello che ti sen-ti dentro quando lo vedi arrivare.

– Aspetto che riesca ad aprire il cuore della gente.– È un evento che colpisce molto. Perché il contatto con le persone è una cosa chenon tutti i papi hanno fatto. Cerca di accomunare le persone di tutti i livelli PapaFrancesco ha fatto tutto questo.

– Una rivoluzione dei nostri cuori perché questo è un Papa rivoluzionario.– Che portasse gioia. Mi spaventa se si sfrutta l’evento per il merchandising.– Qualche miracolo per tutti i cittadini– Tante parole di incoraggiamento e di sostegno e aiuto per i giovani e per tutti.– Che le parole del Papa facciano breccia in coloro che guidano le sorti della città.– Tantissima folla e sarà impossibile arrivarci.– Di certo il suo messaggio riuscirà ad accrescere la fede di tutti.– Noi non ci facciamo di queste domande.– Una grande iniezione di fiducia.– Speriamo che tolga un po’ di immondizia dalle teste degli uomini. Era tantotempo che non veniva a Napoli.

– Un bellissimo evento. Un’occasione per convertire i napoletani.– Spero che porti la conversione nei cuori dei napoletani.– Mi auguro che possa curare di più l’aspetto spirituale rispetto a quello pratico.

Peregrinatio Mariae Movimento Missionario Mariano

Vita Ecclesiale Nuova Stagione10 • 15 marzo 2015

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, in-

contro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 18 marzo,a partire dalle ore 16. Alle ore 17,celebrazione della Santa Messa.I padri sono disponibili ad acco-gliere i fedeli che desiderano ri-cevere il sacramento dellaPenitenza.

Piccole Ancelle di Cristo Re

La “Lectura Patrum Nea po -litana” 2014-2015 si svolgenell’Aula Magna della Casa delVolto Santo, in via Ponti Rossi54, a Capodimonte. Prossimoappuntamento: giovedì 26 mar-zo, alle ore 17, Giuseppe Balido,professore di Storia dellaFilosofia e di Logica nellaPontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, sezioneSan Tommaso, leggerà MarioVittorino, “La generazione diDio”, a cura di Giuseppe Balido,Napoli, Editrice DomenicanaItaliana, 2013.

Settore Laicato della Diocesi di NapoliUfficio Formazione Socio-politica

Ciclo di incontri di formazio-ne socio-politica di ispirazionecristiana sul tema “Bene comunee governo della Città”, promossoda Azione Cattolica di Napoli;Movimento Ecclesiale diImpegno Culturale (Meic);Federazione UniversitariaCattolica Italiana (Fuci);Associazione dei Neo-PopolariSturziani; Associazione exAllievi Pontano; MovimentoCristiano Lavoratori (Mcl), nellachiesa di Sant’Anna deiLombardi, Sala Vasari, alle ore17.30, in via Sant’Anna deiLombardi 44, presso piazzaCarità Sala Vasari ore 17.30.

Prossimo incontro, venerdì27 marzo, sul tema “Il difficile re-gionalismo dalla costituente adoggi. Titolo V della costituzione.Attribuzioni normative ed am-ministrative della regione” (prof.Michele Scudiero.

IN RICORDOLa Congregazione dei

“Pii Operai Catechisti Ru -rali, Missionari Ardorini”annuncia che, giovedì 5marzo 2015, è tornato allaCasa del Padre, amabile emisericordioso, dopo unalunga sofferenza,

Padre Domenico VizzariMissionario Ardorino,

collaboratore della parrocchia

di San Nicola alla Carità.Studioso dei Pii Operai,Congregazione fondata

dal Venerabile Carlo Carafa.

Direzione, redazione e am-ministrazione di “NuovaStagione” partecipano aldolore della famiglia e dellaComunità parrocchiale.

APPUNTAMENTI

Dal 17 marzo al 2 giugno verso le celebrazioni antoniane

Tredici martedì camminandocon Sant’Antonio

Libro di preghiera, messa in diretta streaming e video-riflessioni on line dei frati le novità per accompagnare la devozione anche dal web

Riflettiamo sulla problematica condizione attuale degli anziani.Grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la societànon si è “allargata” alla vita! Il numero degli anziani si è moltiplica-to, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fareposto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la lo-ro fragilità e la loro dignità.

Finché siamo giovani siamo indotti a ignorare la vecchiaia, comese fosse una malattia da tenere lontana; quando poi diventiamo an-ziani, specialmente se siamo poveri, se siamo malati soli, sperimen-tiamo le lacune di una società programmata sull’efficienza, che con-seguentemente ignora gli anziani. E gli anziani sono una ricchezza,non si possono ignorare.

Benedetto XVI – ha ricordato Papa Francesco - visitando una ca-sa per anziani, usò parole chiare e profetiche, diceva così: «La qua-lità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da comegli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune».È vero, l’attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà. In unaciviltà c’è attenzione all’anziano? C’è posto per l’anziano? Questa ci-viltà andrà avanti se saprà rispettare la saggezza, la sapienza deglianziani. In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scar-tati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus del-la morte.

In Occidente, gli studiosi presentano il secolo attuale come il se-colo dell’invecchiamento: i figli diminuiscono, i vecchi aumentano ela cultura del profitto – ha sottolineato il Papa - insiste nel far appa-rire i vecchi come un peso, una zavorra. È brutto vedere gli anzianiscartati, è una cosa brutta, è peccato! Non si osa dirlo apertamente,ma lo si fa! C’è qualcosa di vile in questa assuefazione alla culturadello scarto. Ma noi siamo abituati a scartare gente. Vogliamo ri-

muovere la nostra accresciuta paura della debolezza e della vulnera-bilità; ma così facendo aumentiamo negli anziani l’angoscia di esse-re mal sopportati e abbandonati.

Nella tradizione della Chiesa vi è un bagaglio di sapienza che hasempre sostenuto una cultura di vicinanza agli anziani, una disposi-zione all’accompagnamento affettuoso e solidale in questa parte fi-nale della vita. Tale tradizione è radicata nella Sacra Scrittura, comeattestano ad esempio queste espressioni del Libro del Siracide: «Nontrascurare i discorsi dei vecchi, perché anch’essi hanno imparato dailoro padri; da loro imparerai il discernimento e come rispondere nelmomento del bisogno».

Dobbiamo risvegliare il senso collettivo di gratitudine, di apprez-zamento, di ospitalità, che facciano sentire l’anziano parte viva del-la sua comunità. Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri chesono stati prima di noi sulla nostra stessa strada, nella nostra stessacasa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uo-mini e donne dai quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano non è unalieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente co-munque, anche se non ci pensiamo. E se noi non impariamo a trat-tare bene gli anziani, così tratteranno a noi.

Fragili sono un po’ tutti i vecchia, alcuni, però, sono particolar-mente deboli, molti sono soli, e segnati dalla malattia. Alcuni dipen-dono da cure indispensabili e dall’attenzione degli altri. Faremo perquesto un passo indietro?, li abbandoneremo al loro destino? Unasocietà senza prossimità, dove la gratuità e l’affetto senza contropar-tita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perver-sa. La Chiesa, fedele alla Parola di Dio, non può tollerare queste de-generazioni. Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per igiovani.

La catechesi settimanale di Papa Francesco

L’anziano parte viva della sua comunità

a cura di Antonio Colasanto

Ha preso il via, lo scorso 17 marzo, iltradizionale cammino di preghiera dei“Tredici martedì” che precedono la festadel Santo di Padova. Si tratta del tradizio-nale e caratteristico percorso devozionaledi quasi tre mesi voluto da Papa LeoneXIII nel 1898 e che si differenzia dallaTredicina, la preghiera a Sant’Antonio neiprimi tredici giorni di giugno.

Quest’anno il percorso si arricchisce dialcuni semplici strumenti di accompa-gnamento dei fedeli: un libro di preghierastampato in oltre mezzo milione di copiee scaricabile gratuitamente dal sitoSantantonio.org, tredici video-medita-zioni on line con i frati e le dirette strea-ming dalla basilica della messa delle ore17 che terminerà con la preghiera dellaTredicina.

Lo scopo è quello di guidare i milioni didevoti del Santo sparsi nel mondo nel per-corso di preghiera e maturazione spiri-tuale. Il web in particolare si trasforma inuno strumento di evangelizzazione e ri-flessione che sfrutta le potenzialità deimedia digitali favorendo la condivisionecon i devoti che non possono essere fisica-mente presenti al Santo.

Il libro, donato dal periodico“Messaggero di Sant’Antonio” ai proprilettori e ai fedeli che si recheranno all’uf-ficio accoglienza della basilica, in alcuneparti è “da scrivere”, a partire dall’inseri-mento del proprio nome. Su un lato dellapagina si trovano le orazioni del martedì,con passi della Bibbia e spunti di medita-zione, dall’altro uno spazio bianco per in-

serire le proprie invocazioni e considera-zioni che le domande dei frati possono su-scitare.

«Si tratta – racconta padre GiancarloZamengo, direttore generale del“Messaggero” – di un cammino compostoda tre momenti: le domande della fede, del-la vita e dei fratelli, in particolare dei più bi-sognosi. Un peregrinare dentro e fuori dinoi, alla luce della Parola di Dio, guidatidall’uomo di Dio, Sant’Antonio. Ogni mar-tedì si uniranno a questo cammino i fratidella basilica, i frati delle missioni antonia-ne, i monasteri di clausura a noi legati e mi-gliaia di devoti. La preghiera si farà perciòcammino personale e comunitario per cre-

scere nella fede e nella propria umanità ver-so la festa del 13 giugno».

Infine, dopo il buon riscontro che haavuto la prima diretta streaming dalla ba-silica a febbraio, in occasione dellaGiornata mondiale del malato, suSantantonio.org ogni martedì alle 17 sipotranno seguire la messa e la Tredicinatrasmesse in diretta. I devoti potranno an-che inviare ai frati un’intenzione di pre-ghiera a Sant’Antonio che sarà portata al-l’altare durante la Messa. Inoltre, a parti-re dal 17 marzo ogni martedì saranno po-state on line le tredici video-meditazionidi approfondimento preparate di volta involta da un frate.

CittàNuova Stagione 15 marzo 2015 • 11

Sport eLegalitàDai un calcio al pallonedell’illegalità. Questo il titolo diun incontro all’insegna dellosport e della legalità organizzatodall’amministrazione comunaledi Frattamaggiore nell’ambitodella giornata “Sport e Legalità”.Un’ulteriore testimonianza diquanto il sindaco FrancescoRusso è attento alle tematiche delmondo dello sport e del sociale.L’evento si è svolto lo scorso 11marzo allo stadio comunale“Ianniello” di Frattamaggiorealla presenza delle scuole di ogniordine e grado. Dopo l’esecuzionedell’Inno di Mameli da partedella fanfara della BrigataBersaglieri Garibaldi di Caserta,sul terreno di gioco si sonoaffrontate la Brigata BersaglieriGaribaldi quale rappresentativadell’Esercito Italiano e quella deigiornalisti sportivi arricchita davecchie glorie del mondo delcalcio e amministratoricomunali.L’occasione è stata propizia per inumerosi studenti che voglionointraprendere un futuroprofessionale nelle Forze Armate.Per soddisfare ogni curiosità, unInfoteam dell’Esercito Italianoha fornito delucidazioni sui variconcorsi, a partiredall’Accademia Militare diModena, alla Scuola Sottufficialidell’Esercito di Viterbo e allaScuola Militare “Nunziatella” diNapoli, l’Istituto di formazionemilitare più antico d’Europa.L’iniziativa si inserisce in unprogetto più ampio denominato“Sorgente educativa” che miraalla semina dei valori dellalegalità nei giovani che vivono inrealtà particolarmente a rischio. Scopo del progetto è quello diintervenire nei territori a rischiocon iniziative a favore dei dirittiumani per restituire un senso dilegalità a sentimenti deviati.

* * *

Una scalaperTroisiLa Commissione toponomasticadel Comune di Napoli hadeliberato di dedicare, suproposta di un comitato dicittadini, le scale immortalate in“Scusate il ritardo”, in cui LelloArena sfoga le sue pene d’amore,a Massimo Troisi, il grandeattore della scuola napoletanache proprio quelle scale ha resoeterne nella sua celebre pellicola.La Commissione ha anchedeciso di dedicare una stradaa Salvatore Morelli - liberopensatore, scrittore, giornalista,patriota e politico che studiò evisse a Napoli - e ad Ipaziad’Alessandria - matematica efilosofa, martire del liberopensiero.

Una giornata e una piazza per ricordare Pino Daniele

Musica ma anche un flash mob, una cele-brazione liturgica e la consegna dei libri con imessaggi che i napoletani hanno lasciato alMaschio Angioino e presto una piazza: la cittàdi Napoli ha deciso di festeggiare al meglio isessanta anni di Pino Daniele nel giorno delsuo compleanno, il prossimo 19 marzo.

Il programma delle celebrazioni è stato pre-sentato il 10 marzo scorso al Comune di Napolialla presenza di suo fratello Nino che ha sotto-lineato come «Pino sarà ricordato sempre, è riu-scito a unire il nostro popolo e ora il suo pubbli-co gli renderà ancora una volta omaggio.

Quello che ci resta è la possibilità di cantarele sue canzoni». La giornata di giovedì prossi-mo inizierà nel castello dove sono state espostele ceneri del cantautore partenopeo con una

iniziativa in cui, chiunque vorrà, con chitarra evoce potrà unirsi agli altri per cantare Je sto vi-cino a te.

La manifestazione sarà preceduta dalla ce-rimonia di consegna alla famiglia dei volumicon le testimonianze di affetto dei napoletaniche si recarono al Maschio Angioino per omag-giare l’urna contenente i resti di Pino Daniele.

La giornata proseguirà con la celebrazioneliturgica a San Lorenzo Maggiore durante laquale sarà suonato lo “Stabat Mater” scritto daAvitabile e la sera alle ore 21 grande concerto alteatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremaredove, accanto al fratello Nello Daniele, tra glialtri, saliranno sul palco Enzo Avitabile,Framcesco Baccini, Bennato, Toni Cercola,Teresa De Sio, Pietra Montecorvino, Peppe

Lanzetta e lo scrittore Maurizio De Giovanni.Le iniziative sono promosse dal Comune di

Napoli in collaborazione con la famigliaDaniele. L’amministrazione comunale – comeannunciato dal sindaco di Napoli Luigi deMagistris – sta lavorando per far sì che entrol’anno si possa intitolare una piazza a PinoDaniele. La commissione toponomastica delComune ha individuato la piazza e la scelta del-l’amministrazione sarà resa nota in occasionedelle celebrazioni del 19 marzo, ma è certo chesarà una piazza nel centro storico vicino ai luo-ghi in cui ha vissuto Daniele. «Chiederemo laderoga dei dieci anni al Prefetto – ha affermatoil sindaco- e poi ho presentato richiesta formaleai vertici dell’aeroporto affinché possa essere in-titolato a Pino».

Zeromimose per le donneUn otto marzo, quello voluto dall’assessorato ai Giovani di

Alessandra Clemente, che va oltre i fiori e il consumismo: unafesta della donna a #Zeromimose (questo il nome ufficialedell’evento), ma con diverse iniziative per sensibilizzare epromuovere una cultura della vera parità, contro ogni formadi discriminazione e per parlare di vere opportunità per ledonne.

La giovane assessora Clemente aveva già anticipato, pren-dendo parte al flash mob One Billion Rising tenutosi il 14 feb-braio scorso a Piazza del Plebiscito contro la violenza sulledonne, che per la festa delle donne si sarebbero susseguite ini-ziative culturali e sociali.

#Zeromimose è alla sua seconda edizione ed è un ciclo diiniziative dove occhi, bocca, mani, piedi sono di uomo e coin-cidono agli sguardi di attori e registi, voci di attori e giornali-sti, gesti di sarti e operai, passi di atleti e ballerini che condi-videranno con le scuole, le giovanili sportive cittadine e le as-sociazioni giovanili coinvolte il valore dell’essere per ed insie-me alle donne volendo far emergere le riflessioni del mondomaschile sull’8 Marzo, soffermandosi, anche attraverso l’artee la creatività, sul ruolo degli uomini quali agenti naturali dicambiamento per un mondo a misura di donna.

L’iniziativa nasce all’interno di Marzo donna: «Nell’Italia

del 2015 le iniziative promosse per l’8 marzo sono spesso tintedal rosa.

Quest’anno la mimosa, nell’ambito del programma promos-so dall’Assessorato ai Giovani, è un fiore azzurro. Abbiamochiesto a rappresentanti del mondo della Politica e delle Forze diPolizia, dell’Impresa e del Lavoro, dell’Informazione edell’Università, della Chiesa e delle Professioni, del Terzo Settoree della Cultura, di trasmettere ai più giovani il loro punto di vi-sta e raccontare le proprie azioni quotidiane nell’attuazione del-le pari opportunità» dichiara l’Assessore AlessandraClemente.

L’iniziativa, è proposta in partenariato con: SportelloAntiviolenza Lilith, cooperativa sociale Altri Orizzonti;Associazione Dream Team - Donne in rete, Associazione LeKassandre, Associazione Maddalena, Canottieri per il socia-le, Gran Caffè Gambrinus.

Il primo appuntamento si è tenuto l’8 Marzo, presso il PAN,Palazzo delle Arti di Napoli, dove il regista Giovanni Mizzitelliha presentato il cortometraggio Eros Kai Psiche insieme allaco-regista Federica Pezzullo e la Presidentessa dellaCooperativa Shannara di Portici, Anna Schettini: lo sguardodi uomo su un tema così drammatico quale la violenza ma-schile all’interno di una relazione di coppia.

Città Nuova Stagione12 • 15 marzo 2015

Nati per leggereConcerto di beneficenza per allestire una biblioteca per bimbi sordi al Policlinico

La Chiesa dei Santi Marcellino e Festo, di largo SanMarcellino, a Napoli, lo scorso 12 marzo ha fatto da cornice alconcerto di beneficenza per i bambini sordi, del Centro diRiferimento Regionale per la Diagnosi Precoce della Sordità del-la Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II. Si è esibito ilTrio Salvatore Lombardi, Antonio Senatore, Raffaele Maisanocon musiche di Bach, Genin, Borne, Doppler e Mozart.Interverrà il Rettore dell’Ateneo, Gaetano Manfredi. Grazie alcontributo di chi ha sostenuto l’iniziativa, nascerà un NuovoPunto Lettura del progetto “Nati per Leggere”, dedicato alla me-moria del professore Alfredo Pisacane, promotore del Progettodi Screening neonatale dell’udito.

Il Centro si trova presso l’Uoc di Audiologia e Vestibologia, ilcui responsabile è Elio Marciano, del Dipartimento ad attività in-tegrata Testa Collo dell’Azienda Ospedaliera UniversitariaFederico II. La costruzione di un Punto Lettura “Nati perLeggere” permetterà ai piccoli pazienti ipoacusici di beneficiaredi un percorso di lettura ad alta voce che influenzerà in modo po-sitivo le competenze uditive, lo sviluppo del linguaggio e inoltreoffrirà ai genitori uno strumento prezioso per rinforzare e inten-sificare la relazione con i propri figli. Oltre al concerto si può so-stenere l’iniziativa anche acquistandoi on line un libro per la bi-blioteca.

Il progetto “Nati per leggere” si inserisce nell’attività dello

screening uditivo neonatale della Regione Campania, coordina-to dal “Centro di Riferimento Regionale per la Diagnosi precocedi sordità” della Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II edalla Sezione di Audiologia del Dipartimento di Neuroscienze,Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche dell’Universitàdegli Studi di Napoli Federico II. Lo screening uditivo neonata-le permette di identificare la maggioranza dei bambini con di-sturbi bilaterali permanenti dell’udito in un’epoca della vita mol-to precoce, generalmente entro il terzo-quarto mese dalla nasci-ta e, conseguentemente, di cominciare l’intervento riabilitativoentro il sesto mese di vita: il “periodo di plasticità cerebrale” nelquale si sviluppano complessi circuiti interneurali ed in cui l’in-put acustico periferico è essenziale per una corretta maturazio-ne delle vie uditive centrali. La precocità della diagnosi, associa-ta alla precocità dell’intervento riabilitativo, ha permesso di rag-giungere risultati soddisfacenti sul piano comunicativo e rela-zionale.

La realizzazione di un punto lettura “Nati per Leggere” pres-so il Centro di Riferimento Regionale permetterà ai piccoli pa-zienti ipoacusici di poter beneficiare, durante l’iter riabilitativo,di un percorso di “lettura ad alta voce” che sicuramente avrà ef-fetti positivi per lo sviluppo del linguaggio nei bambini e offriràai genitori uno strumento prezioso per rinforzare e intensificarela relazione con i propri figli.

Zonta International – Club Area Napoli

Marzo donna 2015Sono in corso di svolgimento i tradi-

zionali appuntamenti del mese di mar-zo, organizzati dallo ZontaInternazional, Club Area Napoli di cui èpresidente Anna Maria Scardaccione.Quest’anno le varie iniziative vertonosul tema: “Dai desideri ai saperi delledonne: la cura di sé e la cura del mondo”.

Zonta Internazional è una organizza-zione mondiale noprofit di servizio, for-mata da donne attive nel commercio,nell’industria e nelle libere professioni,che si impegnano per migliorare la con-dizione legale, economica e professio-nale delle donne.

In Campania, Zonta Area Napoli, ri-conosciuta da Zonta International daoltre quaranta anni, ha partecipato,quale componente, alla ConsultaRegionale Femminile ed alla ConsultaRegionale dell’Immigrazione dellaCampania e partecipa al Forum per lePari Opportunità del Comune di Napolied alle iniziative sulla tutela del lavorodelle donne promosso dalla consiglieradi Parità della Provincia di Napoli.

Tra le varie attività anche internazio-nali, da segnalare, in occasione dell’an-

niversario dello Zonta Club diCopenhagen, il dono alla capitale dane-se di un’opera in pietra lavica delVesuvio realizzata dall’artista LydiaCottone. E poi ancora, con la Russia,uno scambio librario di testi storicidell’Università “Federico II” di Napolicon l’Università di San Pietroburgo.

In Italia Zonta Club Napoi ha donda-to i club di Bari e di Taranto mentre aNapoli, nel 1976 ha dato vita alConsultorio familiare Zonta aMontecalvario, in via F. Girardi 72.Infine, ha anche organizzato il concor-so internazionale per cantanti lirici“Città di Ercolano”.

Questi dunque gli eventi in program-ma in questo mese di marzo.

Inaugurata lo scorso 11 marzo, conun recital di poesie dell’artista MariaBellucci, fino a sabato 21 marzo, alPalazzo delle Arti, in via dei Mille 60, èvisitabile la mostra collettiva di pitturacontemporanea del gruppo “Gli Amicidel Colore”, coordinati dalla pittriceAlma Sauro, con il contributo criticodella prof. Yvonne Carbonaro.

Domenica 15 marzo, alle ore 17,

“Donne e Teatro”. Presso la sede dellaFondazione “Giambattista Vico”, in viaSan Gregorio Armeno 35 – San Gennaroall’Olmo, è in programma lo spettacoloteatrale del “Nuovo Teatro San Carlino”,intitolato “Love, Freedom, Creativity”.

Giovedì 19 marzo, alle ore 16.30,“Donne e Diritto” nella sede del CentroStudi Europei, alla Riviera di Chiaia242, quarto piano, si terrà una conversa-zione sulle recenti leggi ityaliane, regio-nali ed europee. Relatrice: prof. Anna LaRana, presidente nazionaledell’Associazione Giuriste Italiane.

Sabato 28 marzo, alle ore 10.30, pres-so il Circolo Tennis Club VillaComunale, in viale Dhorn, “Giovani inmusica”. Incontro musicale degli allievidi violino della prof. Paola Astarita,dell’I.C. “Nicolini-Di Giacomo” e di pia-noforte delle proff. Maria GelsominaAstarita e Lucilla Stano, del LiceoMusicale “Margherita di Savoia”.

L’iniziativa è stata proposta allaAssociazione Zonta Club Area Napoli,dall’Associazione “I Ragazzi diScampia” – Accademia ConcertisticaGiovanile “Aurora Musicale”.

Associazione Culturale“Emily Dickinson”

PremioletterarioÈ stata bandita ladiciannovesima edizione delpremio letterariointernazionale “EmilyDickinson”, presieduto efondato dalla scrittrice egiornalista Carmela PolitiCenere. Il premio si articola in seisezioni: romanzo edito edinedito, libro di narrativa osaggio edito o inedito, librodi racconti inedito (max 10cartelle) o edito; libro edito dipoesie, anche in dialetto;raccolta inedita (max 10poesie); poesia inedita inlingua o in dialetto; sezionespeciale riservata aglistudenti.I testi, in triplice copia,dovranno pervenireall’associazione culturale,entro martedì 31 marzo2015. Gli interessatidovranno ritirare il bandopresso la segreteria delpremio, in via Elio Vittorini10, Napoli o telefonare alnumero 081.556.98.59.È stato istituito, inoltre, susegnalazione, unriconoscimento, nell’ambitodello stesso premio, apersonalità del mondo dellacultura e delle istituzioni chesi sono distinte per meriti eper elevate doti umane.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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CulturaNuova Stagione 15 marzo 2015 • 13

Un percorso itinerante per le scuole e i gruppi

Al Museo i dipinti si animanodi Rosanna Borzillo

La “Decollazione di San Gennaro” del1656 di Mattia Preti e il “Riposo durantela fuga di Egitto” del 1641 di AnielloFalcone concludono simbolicamente ilviaggio di musica, immagine ed arte che illiceo scientifico Orazio Flacco di Porticiha compiuto, giovedì 5 marzo, durante lasingolare visita guidata al Museo diocesa-no di Napoli. Un singolare percorso im-maginato e studiato da LudovicaRambelli per le scuole e non solo, che vuo-le far appassionare i giovani alla magnifi-ca chiesa di Donnaregina vecchia e ai suoiinesauribili tesori.

Diciotto minuti per rivivere le scenedella Napoli popolare, per studiare due ca-polavori di Aniello Falcone e Mattia Preti,ma soprattutto per appassionarsi al per-corso museale che vede i giovani protago-nisti attraversare il Museo diocesano, lachiesa di Donnaregina vecchia e il Duomodi Napoli. L’iniziativa è studiata per gli isti-tuti superiori, ma anche per gruppi inte-ressati ad avvicinarsi al museo diocesanoutilizzando una formula diversa.

«È un modo – spiega la responsabiledel Museo Carmen De Rosa – per far sì chelo studio delle opere non sia solo un ascol-to passivo ma diventi immagine vivente».

La rappresentazione, dal suggestivo ti-tolo “Salvi per miracolo”, è, in realtà, unospettacolo che, utilizzando la tecnica dei

tableaux vivants, si trasforma come inuna sorta di percorso itinerante. Larappresentazione si adatta - chiariscel’ideatrice Ludovica Rambelli – a spazinon convenzionali ed è frutto di un in-tenso lavoro laboratoriale: gli allievi di-ventano idealmente spettatori/attori diun teatro in un luogo in cui si incrocia-no lo studio del corpo con lo studio del-l’estetica e dell’ arte. Gli studenti, inparticolare, sono accompagnati ad in-teragire con gli attori: vengono, infatti,

guidati nella scoperta dei dipinti stret-tamente collegati alla città di Napoli adun affresco tutto partenopeo che trovail suo culmine nella chiesa diDonnaregina vecchia, in cui spicca unmagnifico libro con la storia di SanGennaro del 1700. «Scene di vita popo-lare si animano in una galleria viventeavvolta dalla musica sacra, da quellapopolare e dai suoni dei vicoli diNapoli, per concludersi – spiega DeRosa - nella rappresentazione in forma

di tableaux di due magnifiche tele che igiovani studenti hanno ritrovato nelloro percorso attraverso la visita alMuseo».

La suggestione sta nella creazione diquadri di scene della vita comune conl’utilizzazione di oggetti del quotidia-no: dal bucato alla frutta, dalle scenetra due innamorati ai litigi tra i vicoli.Napoli rivive tra le opere d’arte e le ope-re rivivono grazie alla sapiente regiadella Rambelli e dei suoi attori.

Provincia Nuova Stagione14 • 15 marzo 2015

Comitato AssistenzaIstituzioni Religiose

Avviso a Decani,Parroci e referenti decanali CaritasRispetto a quanto fissato conle “Istruzioni operative n.22”, del 28 agosto 2014,vengono concesse delleproroghe sui termini fissati edate nuove opportunità diaffiliazione alle StruttureTerritoriali che terminerannoil 27 marzo 2015.In accordo con il Ministerodel Lavoro e delle PoliticheSociali, si ritiene necessariodare alle OrganizzazioniPartner la possibilità diintegrare la domandapresentata per il ProgrammaFead 2014-15 inserendo, nelrispetto delle “Istruzionioperative n. 22” e del“Comunicato alleOrganizzazioni Partner”: 1. Altre StruttureTerritoriali. 2. Altre Attività per Struttureterritoriali già presenti indomanda. Per l’iscrizione occorrerispettare la seguentemodulistica:- Domanda di iscrizionestruttura caritativa Anno2014-2015.- Fotocopia della carta diidentità del legalerappresentante- Statuto dell’ente (adeccezione delle Parrocchie)- Copia dell’attribuzione delcodice fiscale dell’ente- Lettera di presentazione delparroco/assistente spiritualedell’ente- Copia del documento“Requisiti per iscrizioniall’associazione Cair”controfirmato dal legalerappresentante peraccettazione.La documentazione deveessere consegnata a mano,entro e non oltre venerdì 27marzo 2015, nella sede delmagazzino del Cair (pressoAmbiente Solidale) in CupaSant’Aniello 96.Operatori saranno adisposizione anche perfornire assistenza nellacompilazione della domandanonché per ricevere ladocumentazione di adesioneal programma.

Michele Ciro EspositoSegreteria del Cair

Associazione “ComitatoAssistenza IstituzioniReligiose”[email protected] 081.256.1161 – 334.631.82.48.

Procida risponde al PapaCon questo titolo un po’ ad effetto è inizia-to un percorso di condivisione interpar-rocchiale intorno alle domande che

Papa Francesco ha consegnato a tutta laChiesa con l’invito ad incontrarsi, confrontar-si e dialogare con la consapevolezza che loSpirito parla ad ognuno di noi. Questo percor-so si inserisce a pieno titolo nella preparazio-ne alla visita pastorale che il Pontefice farà al-la nostra diocesi il 21 marzo per confermarcinella fede e donare speranza alle nostre città.

L’idea è partita dalla necessità e dall’impor-tanza di confrontarsi su grandi temi e non ap-pena le domande sono state pubblicate è statoprovvidenziale ascoltare e prendere sul seriol’invito del Santo Padre.

Subito dopo il periodo natalizio una picco-la segreteria ha iniziato a progettare il percor-so fissato per l’ultima settimana di Febbraio;bisognava immaginare come coinvolgere lepersone, quali domande scegliere, a chi rivol-gersi per le varie collaborazioni…e tanto altroancora.

Il primo passo è stato quello di rendere ledomande fruibili ad un maggior numero dipersone; attraverso l’aiuto delle varie forze ec-clesiali procidane abbiamo proceduto a stam-pare e diffondere, via social network, tutte ledomande comprensive di spiegazioni (non in-terpretazioni) quando necessarie. In questomodo c’è stato un primo livello di coinvolgi-mento, quello appunto che ha visto coinvolti“gli addetti ai lavori”.

Il secondo passo è stato un incontro cittadi-no sul Sinodo; l’avvocato Antonio Mondelli haintrodotto e spiegato i lavori del Sinodo, il 6febbraio, nella sala del consiglio comunale inmodo semplice, chiaro e diretto.

Questa seconda fase consisteva nel coinvol-gere e nel suscitare interesse su tutte le que-stioni inerenti il Sinodo. Mentre durante le“Quarantore” si pregava continuamente per lefamiglie e per questa iniziativa, centinaia di bi-gliettini contenenti le domande venivano dif-fusi negli esercizi commerciali: “partecipa an-che tu” recitava lo slogan.

Nel frattempo bisognava individuare i luo-ghi e per non utilizzare solo le sale parrocchia-

li abbiamo raccolto la disponibilità di moltiesercizi commerciali (albergo, ristorante,bar…) che hanno mostrato la loro immediatacollaborazione. Prendeva poi corpo l’idea diraccogliere le persone in piccoli gruppi di mas-simo 20 partecipanti, in modo da innescare undialogo vero e sincero e per raccogliere l’opi-nione di ciascuno. A tale scopo la segreteriaaveva organizzato delle vere e proprie iscrizio-ni in vari punti e giorni; ognuno sceglieva il te-ma tra questi: Futuro della famiglia; trasmis-sione della vita; indissolubilità del matrimo-nio; accoglienza e sostegno delle famiglie divi-se e ferite. Ad ogni ambito corrispondevano al-cune domande (abbiamo utilizzato anche ilmateriale diocesano) che venivano diffuse al-l’atto dell’iscrizione; il materiale si poteva tro-vare anche su tante pagine facebook e nelle ba-cheche del comune e delle parrocchie.

A questo punto abbiamo trovato un buonnumero di moderatori, che guidassero i grup-pi con il compito principale di aiutare tutti adesprimersi nelle tematiche che ognuno avevascelto iscrivendosi.

Dopo un primo “giro” di iscrizioni che ci ha

permesso di capire gli orientamenti delle per-sone riguardo gli orari ed i temi (proponevamoquattro incontri al giorno, in orari diversi ed inluoghi diversi) è venuto fuori il calendario de-gli incontri, aggiornato in tempo reale e comu-nicato agli iscritti anche personalmente.

Finalmente dal 23 al 28 febbraio si sonosvolti gli incontri; diciotto incontri con uncoinvolgimento complessivo di quasi 250 per-sone che si sono confrontate soprattutto, comeera prevedibile, sui nodi più problematici masempre nell’ottica del Vangelo della vita chesiamo chiamati ad annunciare.

Le prime impressioni sono molto positivesia nel metodo che nei contenuti; il “metodo si-nodale” è piaciuto molto; è stata data anche aigruppetti più piccoli la possibilità di esprimer-si ed incontrarsi secondo le stile a cui PapaFrancesco ci ha chiamati ed invitati.

Ora stiamo mettendo insieme le risposte ele relazioni che quanto prima diffonderemo edinvieremo alla segreteria del Sinodo; in ognicaso possiamo certamente affermare che laparte più bella è stata appunto il confrontarsi.

Marco Meglio

La Provincia Napoletana dell’Ordinedei Carmelitani Scalzi sta propo-nendo una serie di eventi per festeg-

giare il V centenario della fondatrice, S.Teresa di Gesù, la carmelitana castiglianadi Avila, compatrona di Napoli e Dottoredella Chiesa.

E mentre prosegue verso la Puglia laperegrinatio delle Reliquie (che fino a gen-naio sono state in Campania) l’attenzionesi sposta sul peso che Teresa d’Avila ha rap-presentato per la cultura e la scuola misti-ca dalla fine del Cinquecento ad oggi.

S’inizia il 26 e 27 marzo a Napoli conun convegno su “Teresa di Gesù, la lette-ratura spagnola e la teologia mistica” nel-la sede della Pontifica UniversitàMeridionale e si proseguirà il 28 marzo(giorno in cui il tutto il mondo si festeggiail V Centenario della nascita di Teresa deAhumada e giorno in cui il Papa darà ini-zio alla preghiera mondiale per la Pace) aMaddaloni, nella casa di Spiritualità deiPadri Carmelitani, con un ritiro diQuaresima. Sempre a Maddaloni, il pros-simo aprile (il 25 e 26) si proseguirà conun ritiro dedicato a “La forza della pre-ghiera”, con p. Arturo Beltran.

In particolare il convegno napoletanoci si soffermerà con il prof. GiuseppeMazzocchi ad analizzare “La prosa diTeresa de Ahumada nella critica letterariadel XXIsecolo”; con il prof. PaoloPintacuda su “La poesia di Santa Teresa ela diffusione dei testi poetici nella Spagnadel Siglo de Oro”, con il prof. AndreaBaldissera conosceremo la figura di “FrayLuis de León editore di Santa Teresa”.Infine, p-. Luigi Borriello, ocd ci presen-terà l’ “Interpretazione di Teresa d’Avilasecondo alcuni scrittori recenti” ilSuperiore Provinciale del CarmelitaniScalzi, p. Luigi Gaetani, ocd, presenterà“Temi di teologia e di vita consacrataemergenti dalla lettura delle opere diTeresa”.

Stefania De Bonis

Beata Benedetta di Assisi16 marzo

Entrata fra le Clarisse di Assisi nel 1214, successe a Santa Chiara nel governo delmonastero di San Damiano, rimanendo in quell’ufficio fino al 1260. Fu presente alprocesso di canonizzazione di Santa Chiara nel novembre del 1253. A lei frate Leonee frate Angelo, dopo la morte di Chiara, affidarono il breviario usato da SanFrancesco. Assisté all’inizio della costruzione della basilica di Santa Chiara, al tra-sferimento delle Clarisse da San Damiano ai locali annessi alla vecchia chiesa di SanGiorgio e al trasferimento del corpo di Santa Chiara dalla chiesa

Il Martirologio Francescano afferma che la sua vita splendette per singolare pru-denza e per grande fama di virtù e miracoli. Fu sepolta nella chiesa di San Giorgio.Nel 1602 il vescovo di Assisi, Crescenzi, fece riporre le sue reliquie con quelle dellabeata Amata e di Sant’Agnese nella cappella dedicata a quest’ultima nella basilica diSanta Chiara. In essa si venera una grande croce sagomata, con ai lati dipinte SantaChiara e la beata Benedetta.

Santa Claudia e compagne Martiri di Amiso – 20 marzo

Il 20 marzo il Martirologio Romano commemora un gruppo di sette donne mar-tiri e cioè: Claudia, Alessandra, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia, lequali, in piena persecuzione dei cristiani, nel quarto secolo, sotto l’imperatoreMassimino Cesare (309-313), furono arrestate ad Amiso, nell’odierna Turchia.

Esse condividendo fede e coraggio, rimproverarono al preside di Amiso la suacrudeltà e la sua ingiustizia nel condannare i cristiani. Professandosi esse stesse cri-stiane, non abiurarono, non sacrificarono agli dei, come chiedeva loro il preside, chele fece flagellare; Claudia e le altre accettarono la tortura e disposte a fare la sceltavincente della morte terrena in cambio della vita eterna, pertanto furono gettate inuna fornace ardente.

Beata Lucia da VeronaVergine – 21 marzo

Nell’antichissima Fraternità del Terz’Ordine dei Servi di Maria in Verona si iscri-ve molto giovane una ragazza nata nella stessa città circa l’anno 1514, il suo nome èLucia. Dimostra seppure giovanissima una grande carità e una coerente fede; rive-stita dell’abito di Terziaria vive nella sua casa come se vivesse in monastero, consa-crando a Dio nel mondo la sua verginità. Profondamente devota della Passione diGesù e della Vergine Compassionevole, ha avuto sempre grande attenzione versoquelli che soffrono.

Nessun ammalato resta estraneo alla sua carità, sempre disponibile a visitare,consolare, curare, ogni giorno si reca all’ospedale della Misericordia, dove passavamolte ore tra quegli ammalati, preferendo i più gravi e riluttanti. Maggiormente que-sto si dimostra nel grave contagio della peste che si abbatte su Verona. Ella non è maistanca di portarsi dappertutto per aiutare ed incoraggiare, e tutta Verona vede que-sta umile donna rivestita dell’abito di Serva di Maria farsi largo tra i tanti appestatie, a costo della sua vita, portare dappertutto la carità e la carezza consolatrice di Dio.

Colpita dalla peste l’accoglie come una corona regale e quando sente ormai vici-na la morte recita devotamente le Litanie della Vergine Santa e così va incontro alDivino Sposo, accompagnata dalla Vergine Maria, sua Signora e Regina. Muore nel-l’anno 1574 e da subito i suoi devoti hanno fatto esperienza della sua potente inter-cessione nelle malattie contagiose.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 15 marzo 2015 • 15

Credere è vivere!«Chiunque crede nel Figlio hala vita»; chiunque crede nellafolle avventura della croce, vive;chiunque si fida e scommettesull’amore, non muore;chiunque, qualsiasi cosa stiavivendo, qualsiasi esperienzaabbia vissuto se, incontrandoGesù di Nazaret, si lasciasconvolgere dalla totalità delsuo dono, rinasce.Gesù di Nazaret continua aessere la luce che brilla sulmondo, la misericordia chescioglie ogni vendetta, il donoche vince ogni resistenza, ilperdono che può riscattare ognicolpa. In lui l’amore continua afarsi proposta, a offrirsi a noicome possibilità da scegliere perdare un senso nuovoall’esistenza. La sua croce cisvela il volto di un Dio che nonsi è dimenticato dell’uomo; ilsuo sì ci racconta la storia diuna libertà che sa farsi dono, sacolorare il mondo con nuovesfumature di carità e rendepossibile un futuro alternativo.Dio ha tanto amato il mondoda dare il figlio amato; perché ilmondo sperimenti amore.Da quel momento, nel sì delmaestro di Nazaret, nell’attodisarmante della croce, aognuno di noi è stato chiesto dimettere in gioco la libertà,perché nuovo amore rifioriscanei solchi di violenza che

feriscono il terra.

Una preghiera da condividereUna gioia profonda e sincera,oggi, Signore, dà colore esperanza al nostro cuore:tu ci ami e per la nostrafelicità doni te stesso,senza misura, senza calcolo,senza chiedere contraccambio.La tua vita fatta donocontinua a diventare carnenei sì di tutti coloro checredono in te e scelgono,con te, di far vincere l’amore.Insegnaci a seminare vita,Signore; a ridonare speranza,a far brillare la luce del bene,nel buio della solitudine enella notte dell’individualismo.Amen

Un sms da inoltrare Una è la certezza: Dio continuaad amare questo mondo; a co-struire storie d’amore. Dovesembra stia vincendo la violen-za, lui sta già facendo sbocciarenuova vita.

Mariangela Tassielli, fsp

Su www.cantalavita.com imma-gini e preghiera da scaricare econdividere sui social.

15 marzo. Quarta Domenica di Quaresima

Perché si fugge da Dio?2 Cr 36, 14-16. 19-23; Sal 136; Ef 2, 4-10; Gv 3, 14-21

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

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catori di oratorio, catechisti del dopo cresima e,in generale, per tutti coloro che hanno a che farecon l’educazione e la formazione di ragazzi dai 12ai 16 anni. L’autore analizza ben 160 valori e i lo-ro contrari, inserendoli in apposite schede, facilida usare.

I valori sono classificati in tre categorie: fon-damentali, strumentali, quotidiani. Ogni valore,inteso come qualità, abito di cui la persona è ri-vestita o sceglie di indossare o togliere per la piùcompleta autorealizzazione, è spiegato sia dalpunto di vista dell’origine e significato applicati-vo del vocabolo che da quello biblico.

Alla spiegazione si aggiunge una traccia di ap-profondimento, per un consistente, esemplifica-tivo e fruttuoso approfondimento personale o digruppo e, soprattutto, quella che l’autore chiamaquotazione personale per un proficuo confrontocon se stessi.Salvatore Mercorillo160 valori salvavita. Per costruire la casa sul-la rocciaEdizioni Paoline 2015pagine 300 - euro 13,00

Ricordo che molti anni fa, entrandodi notte in un basso, dopo aver acceso laluce, vidi uno spettacolo stomachevole:un gran numero di scarafaggi, non sop-portando la luce, fuggirono immediata-mente per fare ritorno alle loro tane.Questa scena mi fece venire in mente leparole di Gesù: «Chiunque infatti fa ilmale odia la luce e non viene alla luce, per-ché le sue opere non vengano riprovate»(Gv 3, 20).

Perché molti uomini e donne che siprofessano cristiani non intendono enon vogliono frequentare la Chiesa? Ilmotivo, spesso, è che amano più le tene-bre che la luce, perché le loro opere sonomalvagie e ipocrite. Quelli che fanno ilmale volontariamente odiano ascoltarela Parola di Dio. Per loro la Parola non èfonte di gioia, ma causa di angoscia.

I peccatori che desiderano aderire aGesù Cristo hanno fame della Parola diDio, ma i corrotti non mettono piede inChiesa, perché le loro opere malvagienon vengano riprovate. Qualcuno si do-manderà: come mai nella mia chiesa cisono persone che, pur frequentando as-siduamente il culto, vivono una vita im-

morale, disonesta e violenta? Se questoaccade è perché nella tua chiesa laParola di Dio non viene annunciata eproclamata con l’unzione dello SpiritoSanto! Quindi i corrotti non si sentonosmascherati, rimproverati e tormentatidalla Parola di Dio.

Tempo fa, un sacerdote che fu man-dato dal suo Vescovo in una chiesa situa-ta in una zona residenziale mi raccontòche aveva provato una grande gioia nelconstatare che alla Messa domenicaledelle 12 c’era un’assemblea numerosa.Ma dopo il suo arrivo, però, domenicadopo domenica, vedeva che la chiesa sisvuotava ed egli, scoraggiato, non riu-sciva a capire il perché di questo esodo.

Conoscendo l’amico sacerdote comeuomo pio, serio e pieno di zelo per la ca-sa del Signore, gli dissi: «Non ti scorag-giare! La causa di questo esodo è la Paroladi Dio che tu annunci con franchezza esenza fare sconti!».

A molti borghesi la Parola di Dio ri-sulta scomoda. Ecco perché chi vuole ri-manere nel peccato preferisce frequen-tare le chiese dove non si annuncia laParola di Dio, ma una parola d’uomo,

che non mette in crisi nessuno.Ieri come oggi il problema dell’uomo

è il suo nascondersi alla luce di Dio.Come Adamo ed Eva, dopo il peccatooriginale, fuggirono da Dio, così l’uomo,consapevole dei suoi peccati, cerca alibiper fuggire da tutto ciò che gli ricordadella sua condizione di peccatore.

Dopo la colpa l’uomo viene invitato anon abbandonare Dio, ma ad abbando-narsi in Lui, che accoglie con misericor-dia il peccatore che intende e vuole con-vertirsi a una fede più matura e respon-sabile per fare opere di vita eterna.L’uomo che ha paura di Dio in realtà noncomprende le parole di Gesù aNicodemo: «Dio ha tanto amato il mon-do da dare il suo Figlio unigenito, perchéchiunque crede in lui non vada perduto,ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16).

Perché si abbia la conoscenza di que-sto amore misericordioso di Dio, biso-gna che in Quaresima guardiamo co-stantemente il Crocifisso: solo Lui ciguarisce dai morsi del maligno, donan-doci la ricchezza della Sua grazia.

Lorenzo Montecalvo sdv

Nuova Stagione16 • 15 marzo 2015

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tagioneAnno LXIX • Numero 10 • 15 marzo 2015

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ma 1, DCB Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

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