Non è facile definire che cosa è il tempo:

Antonio Gramsci nel "Passato e presente", conclude che si deve aver “coscienza del

passato e del suo continuarsi e rivivere”.

Benedetto Croce nel "Breviario di estetica" scrisse che "la cosa perpetuamente

nuova è sostenuta dalla cosa perpetuamente antica, la quale, quasi per opera magica,

perdura in essa".

Nella “Critica della ragion pura” Kant afferma che la rappresentazione

del tempo è una intuizione, poiché tutti i suoi rapporti possono essere espressi solo per mezzo di una

intuizione esterna.

Sant’Agostino, a questa domanda, rispondeva: «Se nessuno m'interroga, lo so; se

volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so».

Ma qualche tempo prima scriveva Quinto Orazio Flacco, il poeta dell'arte del vivere,

«Carpe diem», cogli l'attimo e in effetti il tempo viene vissuto come l'inafferrabilità

dell'attimo fuggente, lungo un circolo continuo, tra passato e futuro, tra il verso e

l'inverso.