mutato il virus n1h1

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1 Si modifica il virus dell’influenza A : isolati tre casi in Norvegia

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articolo di cronata riguardante gli avvenimenti in norvegia con tre approfondimenti

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Si modifica il virus dell’influenza A : isolati tre casi in Norvegia

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Sono arrivati a tre I casi di mutazione del virus N1H1,ha annunciato l’Oms, e sono stati individuati in Norvegia ma, anche se mutato, il virus resta sensibile ai farmaci antivirali. La difesa all'influenza A, pero' come confermato in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità, non cambia: «si tratta di una minima mutazione che lascia inalterata l’efficacia di antivirali e vaccino», ha spiegato Il dott Gianni Rezza, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanita' ( I.S.S. ) Ma la norvegia non e' l'unico luogo in cui Il virus e' mutato infatti altri casi «sporadici di mutazione del virus H1N1 sono stati rilevati anche nei mesi scorsi, e saltuariamente, in vari paesi come Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e Stati Uniti, ma l’Oms ne ha reso nota la notizia solo in un secondo tempo », aggiunge Rezza. Nonostante vi siano ulteriori investigazioni in corso da parte degli organi internazionali competenti, non ci sono attualmente prove che suggeriscano che queste mutazione sia colpevole dell' insolito aumento del numero di infezioni H1N1 o ad un più alto numero di casi letali o severi. La notizia come era prevedibile, ha scatenato preoccupazioni tanto che il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha chiesto subito al governo dettagli clinici sui pazienti per sapere se erano stati vaccinati o meno. Sono anche necessarie, secondo Marino, maggiori informazioni sul tipo di mutazione (shift o drift virale) e l’eventuale resistenza ai farmaci in modo da «potere organizzare, se necessario, una strategia sanitaria adeguata». Tutt'oggi il virus dell’influenza A H1H1 ha ucciso almeno 6.770 persone nel mondo, pari ad un aumento di 510 decessi rispetto ai dati della settimana scorsa. Il più alto numero di decessi continua ad essere registrato nel continente americano (4.806 al 15 novembre). Negli Usa - osserva l’Oms - l’influenza è ancora presente ma l’attività della malattia sembra aver raggiunto un picco in molte zone, tranne il nord-est. In Europa (almeno 350 decessi), la trasmissione appare diffusa ed in aumento. Il bollettino del ministero parla di 68 morti in Italia. Oggi fra gli altri, si conta anche una vittima piccolissima: una bambina di appena 15 mesi di Catanzaro. La quinta distribuzione regionale di vaccino pandemico cominciata Il 19 novembre , è stata già effettuata in 11 tra Regioni e Province Autonome; la consegna continuerà anche nella giornata di sabato e si concluderà lunedì 23 novembre, e al termine della quinta distribuzione saranno consegnate 749.900 dosi di vaccino in confezioni pluridose. Complessivamente le dosi di vaccino pandemico consegnate alle Regioni saranno 3.891.951, ha reso noto il ministero del Welfare nel bollettino quotidiano di aggiornamento sull’andamento della pandemia di influenza A. Il ministero sottolinea che entro la fine del mese di dicembre si prevede la consegna complessiva di 10 milioni di dosi. In Francia una donna incinta ha perso il suo feto di 38 settimane due giorni dopo essersi vaccinata contro l’influenza A. Alla donna, un’operatrice sanitaria, era stata somministrata una dose di Pandemrix, dei laboratori GSK. Un vaccino con adiuvanti, sconsigliato alle donne in gravidanza, visto che non si conoscono gli effetti di queste sostanze sul feto. Dopo l’iniezione del farmaco la donna «ha avuto dei sintomi post-vaccinali classici come febbre e mal di testa», ha spiegato Fabienne Bartoli, vice-direttrice generale dell’Affsaps. Dopo due giorni ha avuto forti contrazioni e si è recata al reparto maternità dove i medici hanno riscontrato la perdita del feto. In questi giorni , parte in Francia la vaccinazione delle donne incinte e dei bambini dai 6 ai 23 mesi, con vaccini senza adiuvanti. In Italia il ministero del Welfare raccomanda fortemente la vaccinazione contro il virus A/H1N1 dell’influenza A alle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (S.i.g.o.), Giorgio Vittori, tranquillizza circa la sicurezza del vaccino e invita le donne a vaccinarsi su «indicazione del proprio ginecologo, in base ad una valutazione del costo-beneficio». «Il rischio per le donne in gravidanza di avere complicazioni a causa del’influenza A - afferma

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Vittori - è 4-5 volte superiore rispetto al resto della popolazione, e comunque l’influenza in gravidanza può dare problemi sia alla madre che al feto; dunque, la vaccinazione è indicata». Quanto all’influenza A, afferma l’esperto.

Struttura e classificazione Il virus influenzale (Orthomyxovirus) è l’agente eziologico della classica influenza stagionale, che si presenta tipicamente come una infezione delle vie aeree superiori o con una polmonite. Sono stati isolati tre tipi di virus: A, B e C, l’ultimo dei quali molto raramente causa epidemie, inoltre esistono moltissimi sottotipi, alcuni umani, altri aviari, altri ancora che infettano altri mammiferi. La forma e le dimensioni del virus possono essere vari, ma generalmente si presentano come sferici o ovoidali, con un diametro di circa 100 nm . Il virione si presenta rivestito da un envelope lipidico su cui troviamo varie proteine strutturali (le proteine di matrice o M), non strutturali (NS) e due glicoproteine transmembrana: emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA), importanti per l’adsorbimento e l’ingresso del virus nella cellula. All’interno dell’envelope troviamo il core virale, dove è contenuto il genoma, formato da 8 molecole di RNA a singolo filamento a polarità negativa, nucleoproteine del capside (NP) associate ad essi, e tre proteine importanti per la replicazione del genoma: PB1, PB2 e PA. Antigenicamente si distinguono delle varianti all’interno dei gruppi A e B, le quali però non sono associate tanto alla traduzione delle proteine, quanto agli zuccheri associati alle glicoproteine. Inoltre però esistono, all’interno del gruppo A, ulteriori differenziazioni che fanno riferimento alla struttura primaria delle due proteine HA e NA, dando così origine a vari gruppi di virus quali H1N1 (responsabile della spagnola), H2N2, H5N1 e così via. Il virus influenzale può cambiare antigenicamente tramite due meccanismi: antigenic drift e antigenic shift. Il primo tipo di variazione causa i cosiddetti cambiamenti antigenici minori, e si basa sul meccanismo classico delle mutazioni puntiformi del genoma. Il secondo invece è detto anche cambiamento antigenico maggiore, ed è causato da un fenomeno di ricombinazione.

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Antigenic shift. La ricombinazione virale può esistere solo nel caso in cui due virus diversi infettino la stessa cellula: nell’assemblamento dei virioni alcuni frammenti di RNA del primo virus si mischieranno con altri del secondo, dando origine così ad un nuovo virus, con caratteristiche diverse da quelli originali. Nel 1919 questo fenomeno ha portato alla pandemia che ha ucciso 20 milioni di persone: un virus umano e uno aviario si incontrarono in un ospite che poteva essere infettato da entrambi: il maiale. Dopo il fenomeno di antigenic shift avvenuto nel maiale, il virus acquistò la capacità di infettare esseri umani e di trasmettersi tra loro, senza bisogno di passaggi intermedi in altri animali

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Il vaccino Come da ordinanza ministeriale dell’ 11 settembre in Italia l’obiettivo è di raggiungere una vaccinazione pari al 40% della popolazione, anche se in realtà al momento le dosi previste in arrivo non garantiranno tale copertura. Sono state consegnate le prime dose di vaccino in Valle d’Aosta, Liguria ed Emilia Romagna; come premesso verrà raccomandato, ma per nessuno sarà obbligatorio, alle seguenti categorie in ordine di priorità e quindi probabilmente in momenti diversi (si pensa in una prima fase autunnale ed una seconda a partire dalla metà di gennaio con l’arrivo di nuove disponibilità di dosi):

personale sanitario, medici ed infermieri, per garantire l’assistenza sanitaria (al momento restano probabilmente escluse le strutture private), forze di pubblica sicurezza e protezione civile, personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurano i servizi pubblici essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc), i donatori di sangue periodici;

donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza; soggetti a maggior rischio di complicanze, ossia malati affetti da patologie croniche gravi, tra i 6

mesi ed i 65 anni; bambini di età superiore ai 6 mesi che frequentano l’asilo nido e bambini istituzionalizzati; persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni; persone tra i 18 e 27 anni.

Per soggetti a maggior rischio di complicanze si intendono (in ordine casuale):

malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e BPCO;

malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite; diabete mellito e altre malattie metaboliche; malattie renali con insufficienza renale; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; neoplasie; gravi epatopatie e cirrosi epatica; malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV; malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad

esempio malattie neuromuscolari; obesità con Indice di massa corporea (BMI) > 30 e gravi patologie concomitanti; condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni

temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati.

La scelta di coprire tra le persone sane quella giovanile è giustificata dall’analisi delle statistiche di contagio di questi primi mesi, che vedono nell’intervallo di età indicato le persone più sensibili al virus.

Il vaccino per la nuova influenza suina prevede un’unica dose che garantirà con buona sicurezza l’immunità a partire da 10 giorni dopo la somministrazione, nei bambini sotto i 10 anni sono invece necessarie 2 dosi come per la stagionale; per le categorie citate nei tempi previsti sarà gratuito e raccomandato, ma non obbligatorio; il vaccino verrà unicamente gestito dalle ASL e da altre strutture del Servizio Sanitario Nazionale sulla base delle disposizioni regionali e non sarà mai reso disponibile in farmacia per la vendita al pubblico Sarà possibile somministrare senza

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rischi entrambi i vaccini, stagionale (non adiuvato) e quello relativo all’influenza A, anche nella stessa giornata; è raccomandato semplicemente utilizzare come sede di inoculazione entrambe le braccia.Il vaccino non potrà ovviamente garantire l’immunità al 100%, ma si ipotizza circa l’80% al pari del vaccino dell’influenza stagionale.Da un punto di vista pratico sarà reso disponibile al personale sanitario deputato alla somministrazione privo di bugiardino e multi dose, dieci dosi per confezione. Sarà un vaccino audiuvato con MS 59.Parallelamente si procederà alla vaccinazione relativa all’influenza stagionale 2009-2010.Il vaccino prodotto dalla Novartis, uno di quelli autorizzati a livello europeo e disponibili in Italia, è stato chiamato con il nome di fantasia Focetria e registrato con l’indicazione specifica per la prevenzione di una influenza pandemica; nelle prime righe del foglio illustrativo si può leggere che “nessuno dei componenti del vaccino può causare influenza”, ma si raccomanda di non procedere alla vaccinazione durante malattie da raffreddamento (tosse, raffreddore, …) accompagnate da febbre oltre i 38°.

Non devono inoltre procedere alla vaccinazione coloro che:

abbiano avuto in passato reazioni allergiche ad una delle sostanze presenti nel vaccino Adiuvante MF59C.1, thiomersal (solo flaconcino multidose), sodio cloruro, potassio cloruro, potassio fosfato monobasico, sodio fosfato dibasico diidrato, magnesio cloruro esaidrato, calcio cloruro diidrato, sodio citrato, acido citrico, acqua per preparazioni iniettabili,

oppure a sostanze che possono essere presenti in tracce: proteine di uova o di pollo, ovalbumina, formaldeide, kanamicina, neomicina solfato (antibiotici), cetiltrimetilammonio bromuro (CTAB).

Il vaccino verrà di norma iniettato nel muscolo del braccio. Fra gli effetti indesiderati conosciuti e comuni ricordiamo la possibilità di:

arrossamento, gonfiore o dolore nella zona dove è stato iniettato, febbre, stanchezza, mal di testa, sudorazione, brividi, dolore diffuso.

In generale questi sintomi, quando presenti, si risolvono spontaneamente nel giro di 24-48 ore

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Vaccinazioni e trattamenti Ogni anno, nel periodo autunnale, comincia la campagna di vaccinazioni contro l’influenza, che normalmente è indirizzata soprattutto agli anziani e ai più piccoli: il fatto che non basti un vaccino per tutta la vita come succede per molte altre malattie è dato dall’estrema variabilità del virus, che ogni anno si presenta con mutazioni sui vari antigeni che rendono inefficace la precedente immunizzazione. Il vaccino influenzale può essere formato da virus interi inattivati, da parti dello stesso o da specifici antigeni come l’emoagglutinina o la neruaminidasi. Ovviamente però, questo vaccino non mette al riparo da infezioni di altro tipo, che possono andare dal raffreddore (rhinovirus e altri), alle comunemente note come “influenze intestinali” che possono essere dati da vari patogeni sia virali che batterici (il nome è popolare, in gergo tecnico nessuno si sognerebbe mai di chiamare una gastroenterite da Rotavirus “influenza intestinale”), passando per altre polmoniti con eziologia diversa. In Italia, l'inizio della campagna di vaccinazione ha riportato l'influenza A al centro dell'attenzione pubblica. Inoltre, il passare del tempo dalle prime manifestazioni del virus H1N1 ha indotto alcuni addetti ai lavori a tirare le prime somme sulla pandemia e sui metodi di contrasto. Uno di questi esperti è il dottor Carlo Perria, medico di sanità pubblica della Laziosanità (Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio). Innanzitutto, egli fa notare come la pandemia sia caratterizzata da un virus H1N1 a due facce, quella estiva e quella invernale. Il virus estivo è stato poco aggressivo, capace di trasmettersi efficacemente ma incapace di causare una malattia severa. Il virus invernale si dimostrerà (secondo previsione ragionevole) capace di aumentare i casi leggeri e di provocare pochi casi gravi, per di più in individui anziani e di salute già debilitata. I problemi più gravi, paradossalmente, potrebbero arrivare dai vaccini. Secondo il dottor Perria, con tali prodotti è necessari cautela in quanto: "La maggior parte di evidenze proviene da studi clinici effettuati per lo più su giovani adulti sani e non includono alcune delle principali categorie target dell'intervento, e cioè i bambini, gli adulti affetti da patologie croniche e le donne in gravidanza. Inoltre è possibile "la comparsa di effetti collaterali, diversi da quelli noti come conseguenza della vaccinazione contro il ceppo stagionale, e riconoscibili, specialmente i più rari, solo dopo somministrazione a larghe fasce di popolazione". Tale sfiducia nel vaccino non è un qualcosa di raro ed isolato. Secondo un sondaggio dell'OMS una percentuale, che oscilla dal 25% al 50% dei potenziali vaccinati (compresi gli operatori della sanità), pensa di rifiutare l'immunizzazione per paura degli effetti indesiderati.

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