Musica, Culti e Riti Nell'Occidente Greco

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MUSICA, CULTI E RITI NELL OCCIDENTE GRECO a cura di angela bellia telestes studi e ricerche di archeologia musicale nel mediterraneo 1 . ISTITUTI EDITORIALI E POLIGRAFICI INTERNAZIONALI PISA · ROMA

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Saggio sull'interferenza tra musica e religione in Graecia Magna

Transcript of Musica, Culti e Riti Nell'Occidente Greco

  • MUSICA, CULTI E RITI

    NELLOCCIDENTE GRECO

    a cura di

    angela bellia

    telestes

    studi e r icerche di archeolo gia mus icale nel mediterr aneo

    1 .

    ISTITUTI EDITORIALI E POLIGRAFICI INTERNAZIONALI

    PISA ROMA

  • MUSICA, CULTI E RITI

    NELLOCCIDENTE GRECO

  • TELESTES

    studi e r icerche di archeolo gia mus icale nel mediterraneo

    1 .

    *

    collana diretta da angela bellia

    comitato sc ientif ico

    Sher amy Bundrick

    Claude Calame

    Maria Luisa Catoni

    Cornelia I sler-Kernyi

    Barbara Kowalzig

    Clemente Marconi

    Donatella Restani

  • MUSICA, CULTI E RITI

    NELLOCCIDENTE GRECO

    a cura di

    angela bellia

    ISTITUTI EDITORIALI E POLIGRAFICI INTERNAZIONALI

    PISA ROMA

  • Volume pubblicato con il contributo delDipartimento di Beni culturali dellUniversit di Bologna e dellEuropean Commission

    Research Executive Agency. Seventh Framework ProgrammeMarie Curie Actions - International Outgoing Fellowships (IOF)TElESTES. Musics, cults and rites of a Greek city in the West

    *

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    isbn 978-88-8147-438-7e-isbn 978-88-8147-439-4

  • SOMMARIO

    Abbreviazioni 9

    Angela Bellia, Uno sguardo sulla musica nei culti e nei riti della Magna Grecia e della Sicilia 13

    poeti e musici

    Claude Calame, La tragdie chorale et le nome citharodique : de la Grande Grce Athnes 49

    Marco Ercoles, Stesicoro e i culti di Imera 67Antonietta Provenza, Pitagora e le Muse. Per una lettura di Timeo, F 131 FGrHist 79Andrew Barker, Empedocles Mousikos 87Massimo Raffa, Acustica e divulgazione in Archita di Taranto : il fr. 1 Hufman

    come Protrettico alla scienza 95

    strumenti musicali

    Clemente Marconi, Two New Aulos Fragments from Selinunte : Cult, Music and Spectacle in the Main Urban Sanctuary of a Greek Colony in the West 105

    Stelios Psaroudaks, The Aulos of Poseidnia 117Chiara Michelini, Auloi da Entella : note di archeologia musicale 131Maria Clara Martinelli, Uno strumento musicale in bronzo nelle collezioni del

    Museo Archeologico Luigi Bernab Brea a Lipari 145Giovanni Distefano, Camarina. La tomba 446 con crepitacoli della necropoli ar-

    caica 151

    musica e rito

    Monica de Cesare, Musica e rito nei contesti anellenici della Sicilia di vi-v secolo a.C. 159

    Claudia lupo, Aspetti della pratica musicale pitagorica a Crotone e a Taranto 175Chiara Terranova, Funzione rituale dei tympana nei culti femminili della Sicilia

    antica 185Angeliki liveri, Music, Singing and Dancing at Wedding Rites in Megale Hellas 195lucio Melazzo, Music and Phonetics in Magna Graecia 207Sebastian Klotz, Mousik, harmonics and the symmetrical culture of Western

    Greece 219

    iconografia

    Marina Albertocchi, Musica e danza nellOccidente greco : igurine ittili di dan-zatrici di epoca arcaica e classica 237

    Antonella Pautasso, Il suonatore di lyra. Breve nota su alcune statuette siceliote 249lucia lepore, Dei, Demoni ed Eroi della musica nella cultura igurativa dei Greci

    dOccidente 257

  • sommario8

    Mara Isabel Rodrguez lpez, Msica y matrimonio : iconografa y fuentes escritas 273

    Elisa Chiara Portale, Musica e danza nelliconograia funeraria centuripina 287Giulia Corrente, Aspetti della nuova musica nelle raigurazioni vascolari lia-

    ciche 305Daniela Castaldo, Iside sulle sponde del Tevere. Presenze africane nella musica di

    et romana 315Simone Rambaldi, Musica e felicit ultraterrena : considerazioni in margine a un

    sarcofago romano di Palermo 325

    *

    Alcuni studi qui raccolti sono stati presentati al vi Meeting di MOISA. International Society for the Study of Greek and Roman Music and its Cultural Heritage che si svolto ad Agrigento dal 14 al 16 maggio 2013 a Villa Genuardi, sede del Corso di laurea in Beni culturali e Archeologia, in collaborazione con il Dipartimento di Beni culturali - Studi culturali e il Dipartimento di Scienze Umanistiche dellUniversit di Palermo e con il sostegno del Polo Universitario della Provincia di Agrigento, del Parco Archeologico della Valle dei Templi e della Fondazione Agireinsieme.

  • STESICORO E I CUlTI DI IMERA

    Marco Ercoles*

    Tra i poeti-compositori attivi in mbito magnogreco e siceliota nel periodo ar-caico un posto donore spetta a Stesicoro, che, come scrive Cicerone 1 nelle Ver-

    rine, fuit Himerae, sed et est et fuit tota Graecia summo propter ingenium honore et nomine . Non qui il caso di tornare sul dibattuto problema della patria del melico : nella tradizione antica egli qualiicato generalmente come imerese, o meglio come lImerese per eccellenza, e solo in due casi Stefano di Bisanzio 437, 3-5 Meineke e Suda s 1095 Adler (forse rimontanti, in ultima analisi, ad una medesima fonte) 2 detto ori-ginario di Metauro, 3 nellattuale Calabria. verosimile, come la moderna critica ritiene in modo pressoch concorde, 4 che Stesicoro sia nato a Metauro, un oscuro centro emporico dapprima calcidese e poi locrese, 5 e che si sia trasferito solo in un secondo tempo ad Imera, dove avrebbe trascorso una parte importante della sua esistenza, legando indis solu bil mente il proprio nome a quella polis.

    Questo legame stretto con la grecit occidentale occorre chiarirlo preliminarmen-te non un sinonimo di provincialit. la realt coloniale in cui Stesicoro nacque e crebbe era, e sentiva di essere, assolutamente e pienamente greca, non gi soltanto un rozzo e lontano avamposto . 6 Come ha messo in luce Vallet (1979, 2), nel campo dellar chitettura e dellarte igurativa, le citt calcidesi dello Stretto e della Sicilia sono state forte men te inluenzate da modelli ionico-orientali tra viii e vi sec. a.C., median-te lim por ta zio ne di oggetti dellartigianato euboico, cospicua soprattutto nellarea dello Stretto e notamment dans la rgion de Gioia Tauro , dove si ergeva Metauro. 7 Altra importante area di provenienza delle ceramiche di importazione quella corin-zia ; 8 questa produzione tra laltro ben attestata negli strati pi antichi dellabitato e della zona sacra di Imera (ultimo quarto del vii sec. a.C.), insieme con la ceramica di tipo ionico-euboico. 9 Congiuntamente ai prodotti dellartigianato viaggiavano le tradi zioni mitiche, sia nella forma di raigurazioni va sco lari, sia nella forma di canti orali (basti richiamare il caso del citarodo Arione, che, nel corso di una tourne in Ma-

    * Universit di Bologna. Desidero ringraziare Nicola Bonacasa, Camillo Neri e Stefano Valente per avere letto e puntualmente commentato la prima redazione di questo contributo.

    1 ii 2, 86.2 Secondo Rohde (1879, p. 569) si tratterebbe di Filone di Biblo, autore di unopera intitolata Peri; povlewn

    kai; ou}~ ejkavsth aujtw`n ejndovxou~ h[negken.3 Sul toponimo (Metauro, non Matauro) sia concesso il rinvio a Ercoles 2013, pp. 270-275, con bibl.4 Cfr. tra gli altri, Kleine 1828, pp. 8-10 ; Pais 1894, p. 242, nota 2, p. 243 ; Rizzo 1895a, p. 34 ; Schmid-

    Sthlin 1929, p. 470 ; Ferrari 1937, p. 248 ; Vallet 1958, pp. 262-263 ; Bowra 1961, p. 76 ; Garzya 1970 (1968), p. 70 ; West 1971, pp. 302 e 304 ; Musti 1977, p. 111 ; lloyd-Jones 1980, pp. 10-28 ; Burnett 1988, p. 135 ; Cingano-Gentili 1991, p. 377 ; Ercoles 2013, pp. 12 ; 259-261.

    5 Cfr. da ultimo Cordiano 1995, pp. 90-92 e Cordiano 2004, pp. 17-19 ; la Torre 2011, pp. 38-40 ; 96-97. Per ulteriore bibliograia, cfr. Ercoles 2013, p. 263 e nota 265.

    6 Finley 1970, p. 44. 7 Vallet 1979, p. 106.8 Cfr. Ivi, p. 104 ; la Torre 2011, p. 347.9 Cfr. Belvedere 1978 ; Tardo 2000 ; Vassallo 2005, p. 20 ; Vassallo 2012, pp. 2-3.

  • marco ercoles68

    gna Grecia e Sicilia, rec i suoi componimenti narrativi, probabilmente improntati a tradizioni corinzie). 1 Un caso interessante quello del mito della lotta di Eracle con Gerione, un soggetto ben attestato nella cera mica corinzia e ionico-orientale del vii sec. a.C. 2 e che trova difusione nella cultura ionico-calcidese siceliota del vi sec. a.C., sia a livello igurativo 3 che a livello poetico (Stesicoro) ; signiicativi sono, peraltro, i punti di contatto tra la raigurazione del mito su un pettorale bronzeo samio del vii sec. a.C. 4 e la Gerioneide di Stesicoro. Tale difusione del motivo icono gra i co, come ha osservato Giangiulio, la testimonianza di una preesistenza e circolazione a vasto raggio di Gerioneidi orali, o circolanti attraverso performances orali, che [] vanno in ultima analisi ricondotte al quadro della mobilit mediterranea, e afondano le radici nelle strutture culturali che questa esperienza storica sorreggono . 5

    Di questa mobilit tra le sponde del Mediterraneo Stesicoro fu parte integrante e attiva : egli port i suoi canti e la sua arte compositiva in varie poleis e in diversi santuari di area siceliota e magnogreca (Catania, locri Epizeirii) e forse anche della Grecia, come del resto fece il collega Senocrito di locri Epizeirii. 6 la frase con cui Simonide ri-corda le autorevoli fonti di una versione del mito di Meleagro presenta lImerese come un poeta-musico che si esibisce di fronte alle stesse platee che assistono alle performances rapsodiche : ou{tw ga;r Omhro~ hjde; / Stasivcoro~ a[eise laoi`~ . 7 Si tratta di un pub-blico non bene deinito e, proprio per questo, potenzialmente capace di comprendere le platee di diverse occasioni e di diverse localit, Grecia inclusa.

    Come si pu facilmente comprendere, il contesto storico-culturale sopra delineato (almeno nelle sue linee generali) non privo di implicazioni sul piano della compo si-zione e dellesecuzione dei canti stesicorei. la scelta di un certo mito, o di una precisa versione di questo, per una certa occasione, sempre una mediazione tra il repertorio mitico a disposizione del poeta un repertorio ben pi ampio di quello ricostruibile attra verso le fonti in nostro possesso e le esigenze contingenti dettate dalloccasione stessa e dalleventuale committente del canto, come ha mostrato Gentili. 8 Nel caso di

    1 Sul viaggio di Arione cfr. Erodoto, Storie, i, 23-24.2 le rappresentazioni pi antiche sono quelle corinzie ; tra queste, la prima (inora) si trova sulla pisside

    mesocorinzia proveniente dal Falero e conservata a londra (B.M. A 487) : cfr. Robertson 1969, p. 207 ; Tibe-ri 1977, pp. 175-176 ; Brize 1980, p. 41, n. 9 ; Shapiro 1994, pp. 66-72. Per lmbito ionico-orientale notevole la raigurazione su un pettorale in lamina bronzea da Samo, databile allultimo quarto del vii sec. a.C. : cfr. Brize 1985.

    3 Si pensi anzitutto a due vasi calcidesi della met del vi sec. a.C., lanfora nr. 202 del Cabinet des Mdail-les (Paris) e lanfora B 155 del British Museum (london), che presentano Gerione in termini identici a quelli in cui il mostro tratteggiato nella Gerioneide. Per questo motivo Robertson (1969, pp. 208-213) ha pensato alla dipendenza diretta dei ceramograi da Stesicoro. Occorre tuttavia considerare anche la possibilit che tanto il poeta, quanto i ceramograi dipendano da una comune tradizione mitica ionico-orientale.

    4 Cfr. supra, nota 2.5 Giangiulio 2003, p. 720. Sulla mobilit mediterranea come elemento caratterizzante la civilt greca

    arcaica si vedano almeno Giangiulio 1996 ; Prontera 1996 ; Domnguez 2007. Per limportante ruolo (commerciale e cultu rale) dellambiente euboico nel quadro di tale mobilit si rinvia, tra gli altri, a Burkert 1992, pp. 9-33 ; Domnguez 2007, pp. 134-155 ; p. 138 e nota 25, con bibl. ; Debiasi 2008, pp. 27-29 ; p. 30 e nota 74, con bibl.

    6 Senocrito fu attivo a Sparta, dove prese parte al secondo processo di (ri)organizzazione degli agoni musicali : cfr. in part. Fileni 1987, pp. 15-17. A diferenza di Senocrito, nel caso di Stesicoro mancano testi-monianze sicure del suo arrivo in Grecia ; tali non sono le notizie del Marmor Parium, FGrHist, 239 A 50 e della Suda s 1095 Adler, che non vanno esenti da sospetti : cfr. Ercoles 2013, pp. 376-381, con bibl.

    7 Fr. 273, 4-5 Poltera = PMG, 564, 4. Su questa testimonianza si veda ora Sbardella 2011, p. 224.8 Basti il rinvio a Gentili 2006.

  • stesicoro e i culti di imera 69

    Stesicoro, lapprezzamento pieno di tale mediazione reso diicoltoso dallas senza di riferimenti circostanziati alle occasioni delle performances nei fram men ti superstiti. 1 Qualche tentativo pu nondimeno essere compiuto. In questa direzione si proceder nelle pagine che seguono, a partire da un fram men to di sede incerta (PMGF, 270), la cui pi logica destinazione originaria sembra essere un pubblico imerese. 2 A quale componimento pu attribuirsi tale frammento ? questa la domanda cui si cercher di dare, ovviamente in termini probabilistici, una risposta.

    Stesicoro, Imera e il suo fiume (PMGF , 270)

    Osserva Imerio 3 che Stesicoro non soltanto liber dai tiranni Imera di Sicilia, ma la adorn pure con le sue parole . 4 Il retore conosceva evidentemente le storie riportate da Aristotele 5 e da Conone, 6 secondo le quali il poeta avrebbe frenato le aspirazioni tiranniche di Falaride e di Gelone sulla colonia calcidese, 7 ma aveva anche notizia di uno o pi componimenti stesicorei in cui la polis era menzionata e in qualche modo celebrata. Bergk (1853, p. 755) stato il primo ad accostare il brano di Imerio ad una notizia fornita dallerudito Vibio Sequestre nel lessico De luminibus fontibus la cu bus nemoribus paludibus montibus gentibus per litteras, 8 sotto la voce Himera :

    Himera oppido Thermitanorum dedit nomen Himerae. Hoc lumen in duas partes indi ait Stesichorus, unam in Tyrrhenum mare, aliam in Libycum decurrere.

    Il lessicografo, sulla scorta della sua (ignota) fonte, riporta un frammento stesicoreo sine verbis, nel quale si descrive il corso dellImera dal cuore della Sicilia verso le op-poste direzioni della costa tirrenica, a nord, e di quella mediterranea (libica), a sud. 9 Nessuna indicazione viene fornita sul titolo o sul tipo di componimento in cui la de-scrizione del iume compariva, ma ragionevole pensare ad un carme destinato al-

    1 Cfr. e.g. PMGF, 212. Per alcuni esempi di possibile connessione di componimenti stesicorei con determi-nate localit del mondo greco, in particolare coloniale, cfr. Willi 2008, pp. 83-88.

    2 Si parla qui di destinazione primaria per riferirsi alloccasione della premire. Successive performances possono essere avvenute in diversi contesti, magnogreci come pure metropolitani.

    3 Orazione, 27, 27-33, pp. 126-127 Colonna = PMGF, 270.4 th;n de; JImevran th;n Sikelikh;n oujk ejleuqevran poiei` movnon tw`n turavnnwn, ajlla; kai; lovgoi~ kosmei`

    Sthsivcoro~ .5 Retorica, ii 20, 1393b. 6 FGrHist, 26 F 1, 42.7 Per evitare che gli Imeresi concedessero a Falaride/Gelone la scorta armata che quello richiedeva,

    Stesicoro avrebbe raccontato ai concittadini la favola (ainos) del cavallo e del cervo : per vendicarsi del cervo che aveva devastato il suo pascolo, il cavallo domand aiuto alluomo perch lo aiutasse nel suo intento ; luomo rispose positivamente alla richiesta, a patto che il cavallo accettasse il morso. In questo modo, lanimale divenne schiavo delluomo. E cos anche voi avrebbe detto Stesicoro agli Imeresi (secondo il racconto aristotelico) , badate bene di non subire la stessa sorte del cavallo, mentre cercate di vendicarvi dei nemici . Questa vicenda, che ebbe una certa difusione nellantichit, diede spunto alla formazione di quel romanzo epistolare costituito dalle Epistole di Falaride (celebri per essere state loggetto di una celebre Dissertation di Bentley [1699], il primo a smascherare la inzione letteraria messa in atto dal loro autore, forse un erudito del ii sec. d.C.). Cfr. Ercoles 2013, pp. 416-492.

    8 p. 15 Gelsomino = PMGF, 270. Sullesempio di Bergk si sono mossi Page (PMG, 270) e Davies (PMGF, 270).

    9 In realt, si tratta di due iumi con sorgenti distinte : lImera settentrionale (oggi iume di S. leonardo o iume Grande) e lImera meridionale (ora iume Salso). lidea che essi sgorgassero dalla stessa sorgente ricorre in Polibio (Storie, vii, 4), Strabone (Geograia, vi, 2,1) e livio (Storia di Roma dalla fondazione, xxiv, 6), ma doveva essere una credenza gi attestata al tempo di Stesicoro (il frammento riportato dal Sequestre , di fatto, la prima attestazione dellantica credenza).

  • marco ercoles70

    meno in prima istanza ad un pubblico imerese, che poteva rallegrarsi e com pia cer si della menzione del corso dacqua e, contestualmente, della polis che sorgeva vi ci na alla sua foce settentrionale ( quanto si ricava dalle parole di Imerio). 1 Alla luce delle informazioni di cui si dispone sulla produzione del melico, vi un carme che pi di altri appare un possibile candidato : la Gerioneide.

    la Gerioneide

    Componimento lungo probabilmente oltre 1.300 versi, 2 la Gerioneide narrava la deci-ma impresa di Eracle. Grazie ai frammenti di tradizione indiretta e a quelli restituiti dal papiro ossirinchita 2617 (databile tra la seconda met del i sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C.) 3 stato possibile ricostruire la versione del mito presentata da Stesicoro, in buona parte coincidente con quella presente nella Biblioteca dello Pseudo-Apollo-doro. 4

    Questi, in sintesi, gli eventi : 5 Eracle raggiunge il lontano Occidente sino allattuale Cadice e di qui, grazie alla coppa del Sole, attraversa un tratto dellOceano e giunge allisola Erita, dove vive il mostro tricorpore Gerione, iglio di Crisaore e dellOcea-nina Calliroe. Trascorsa la notte al riparo di un bosco, il giorno dopo leroe afronta e uccide dapprima il cane Orto, guardiano delle vacche, poi il bovaro Eurizione e, inine, Gerione (il momento inale di questultimo scontro narrato in PMGF, S15). Compiuta limpresa, Eracle prende la via del ritorno alla volta di Tirinto. questa la parte del componimento su cui siamo peggio informati : sembra verosimile che, ad un certo punto del viaggio, Eracle passasse per lArcadia (si veda PMGF, S85, dove si nomina la localit di Pallantio) ed incontrasse il centauro Folo (in PMGF, S19 si men-ziona il dono di una grossa coppa da vino fatto dal centauro alleroe). 6

    linserzione di episodi mitici collaterali nella trama del racconto principale appare una caratteristica dello stile narrativo stesicoreo : si veda ad es. la digressione sulla nascita di Eurizione nellisola delle Esperidi (PMGF, S8), da collocarsi verosi mil men te nella narrazione del viaggio di Eracle attraverso lOceano ; in questo contesto dove-va igu rare anche la menzione dellisola Sarpedonia (PMGF, S86), sede delle Gorgo-ni (Ciprie, fr. 26 Davies = 32 Bernab), che, come tale, poteva fornire lo spunto per una digressione di natura genealogica (si ricordi che Crisaore, padre di Gerione, iglio della gorgone Medusa). 7 Alleccessiva abbondanza di materia mitica, del re-sto, fa riferimento Quintiliano 8 nel celebre giudizio sul poeta : Stesicoro additato

    1 Forse allo stesso carme apparteneva PMGF, 272, con il riferimento ad un ejmporiko;n oi\kon (Imera ?). lespressione, cos com trasmessa da Esichio (n 121 latte), sembra adattarsi ben poco alla metrica stesico-rea ed ipotizzabile un guasto nella trasmissione testuale o un fraintendimento nel corso della tradizione lessicograica. Sugli ejmpovria come privilegiato meccanismo commerciale impiegato dai Greci e come mezzo per favorire relazioni di carattere commerciale con le diverse culture con le quali era necessario entrare in contatto , si veda ora il quadro tracciato da Domnguez 2007, pp. 158-168, con bibl.

    2 Si veda la nota sticometrica di P. Oxy. 2617 fr. 7 [= PMGF, S27] col. ii 6.3 Cfr. Cavallo 2005, pp. 110 ; 127, nota 20 (datazione basata sul tipo scrittura, in stile epsilon-theta). Se-

    condo lobel (1956, p. 2), invece, il papiro era databile early in the irst century . 4 ii 5, 10.5 Si segue la ricostruzione complessiva di lazzeri (2008).6 Sullepisodio di Folo come segmento narrativo che faceva parte della narrazione del ritorno di Eracle

    a Tirinto, cfr. lazzeri 2008, pp. 313-314 ; 385-386.7 Sulle due digressioni si vedano soprattutto Robertson 1969, pp. 215-221 e lazzeri 2008, pp. 83-94 ; 335-

    349, con bibl. 8 Istituzione oratoria, x 1, 61-62.

  • stesicoro e i culti di imera 71

    come modello sia per la scelta di argomenti importanti e grandiosi, sia per la coe-rente caratterizzazione dei personaggi (ovvero la capacit di attribuire ai perso nag-gi azioni e discorsi conformi al loro ethos), elementi che accomunano la poesia del melico allepica omerica e ne fanno una sorta di trasposizione lirica di questultima, ma criticato in quanto redundat atque efunditur , con riferimento ad una certa ripe titivit e ridondanza espressiva ( redundat ) 1 ed alla sovrab bon dan za ( efundi-tur ) delle materiae, ovvero degli eventi mitici narrati. Come ha mostrato Arrighetti, le f f u n d i un tratto che pu rettamente comprendersi alla luce del confronto che il retore istituisce con Omero, rispetto al quale Stesicoro non ha saputo rispettare quella giusta misura (rr. 4-5 ac si tenuisset modum uidetur aemulari proximus Ho-merum potuisse ) che invece era riconosciuta allepico gi da Aristotele : 2 anche in questo Omero deve apparire mirabile in confronto agli altri, per non avere tentato di rappresentare intera la guerra, anche se essa aveva un principio e una ine ; il racconto sarebbe risultato troppo grande e non abbracciabile con uno sguardo, oppure, pur misurato nella grandezza, intricato per la variet. Ricavatane invece una parte, ha fatto uso di molti episodi ; per esempio con il Catalogo delle navi e con altri episodi fa procedere in lungo il poema . 3 Tale selezione doveva invece mancare allImerese, le cui composizioni, ben pi brevi dei due poemi omerici, non risultavano incentrate su un solo segmento narrativo, ma su diversi segmenti intrecciati insieme a costituire un racconto ricco di eventi e di personaggi e dotato di una certa variet. Stesicoro, in altre parole, avrebbe fatto tema delle sue composizioni troppi eventi, omettendo per di pi di trascegliere fra questi quello principale, l e{n mevro~ [di cui parla Aristotele], a cui eventualmente subordinare gli altri come ejpeisovdia . 4

    Alla luce di questo tratto dello stile narrativo stesicoreo e della possibile inserzione di episodi mitici nel racconto del ritorno di Eracle a Tirinto, suggerita dalla storia di Folo (si veda sopra), non inverosimile ritenere che il poeta possa avere incluso in questa stessa parte della Gerioneide anche la narrazione del passaggio di Eracle in Sicilia, ricordato dallo Pseudo-Apollodoro, 5 nonch da altre fonti anti che, tra cui Dio-doro Siculo 6 e due scol allOlimpica 12 di Pindaro. 7

    lo Pseudo-Apollodoro riporta litinerario siciliano di Eracle in maniera piuttosto rapida : leroe approda sullisola per riprendere un toro fuggito dalla mandria e lo ritrova nella punta occidentale, tra gli armenti di Erice, re degli Elimi. Pi circostan-ziato il racconto di Diodoro Siculo, che, nel corso del tragitto dallarea dello Stretto a Erice ricorda una sosta di Eracle a Imera, dove le Ninfe del luogo avrebbero fatto scaturire per leroe sorgenti di acqua calda 8 per ristorarlo dalla fatica ; in un secondo passo, lo storico precisa che le Ninfe avrebbero fatto sgorgare le fonti al sopraggiun-gere delleroe per compiacere Atena. 9 Il mito noto anche dai citati scol pindarici, ove si registra una versione leggermente diversa : sarebbe stata la stessa Atena, dea

    1 Sul giudizio quintilianeo si veda in particolare Arrighetti 1995, pp. 130-133 ; Arrighetti 2006, pp. 149-152. lo studioso intende lintera espressione redundat atque efunditur come riferita principalmente allecces-siva abbondanza di materia mitica ; qui si preferito tenere ben distinto il valore dei due verbi impiegati da Quintiliano poich il redundare presso il retore una caratteristica generalmente pertinente al modus dicendi, non alle materiae (cfr. Ercoles 2013, pp. 601-602).

    2 Politica, 1459a 30-37. 3 Trad. di Diego lanza.4 Arrighetti 1995, p. 133. 5 Biblioteca, ii, 5, 10.6 Biblioteca storica, iv, 20-24. 7 Scol a Pindaro, 27b-c.8 Diodoro Siculo, Biblioteca storica, iv, 23, 1 : qerma; loutrav . 9 Ivi, v, 3-4.

  • marco ercoles72

    tutelare di Imera e del suo territorio, a fare scaturire le sorgenti di acqua calda. 1 la prima versione, per, quella che risulta pi difusa : essa attestata nella monetazio-ne bronzea di Terme Imeree, dove su un lato compare la igura di Eracle e sullaltro vi sono tre Ninfe, 2 ed verosimile che gi Pindaro la conoscesse, dal momento che nellOlimpica 12 (472 a.C.), composta per limerese Ergotele, egli parla delle calde acque delle Ninfe , 3 frequentate e onorate dallatleta. 4

    Non appare fuori luogo avanzare lipotesi che Stesicoro possa avere fatto riferi-mento al corso dellImera proprio in connessione con il passaggio di Eracle in Sicilia, ed in particolare con la sua sosta sulla costa imerese, presso i qerma; loutrav. Si tenga presente che un riferimento geograico come questo non sarebbe isolato nella Gerio-neide, dove viene menzionato e descritto il iume Tartesso : 5 in PMGF, S7 si narra che Eurizione nacque

    in una cavit della roccia,quasi di fronte a Erita gloriosa,presso le sorgenti del iume Tartesso,ininite, dalle radici dargento.

    Dal centro emporico di Imera Stesicoro poteva avere informazioni sul lontano Tar-tesso dai mercanti e dagli esploratori che dalla Grecia o dalla Ionia dAsia rag giun-gevano lestremo Occidente (la rotta, aperta dai Focesi o dai Calcidesi, e che passava per la Sicilia occidentale, si consolid proprio tra la ine del vii sec. a.C. e linizio del vi sec. a.C.). 6 Alla luce di queste informazioni il poeta seppe conferire concretezza al mito, agganciandolo alla geograia reale del Mediterraneo : lErita della tradizione epica 7 divenne cos un luogo ben localizzato, non pi la propaggine estrema di un ne-buloso Occidente mitico. Non stupisce, pertanto, che egli potesse cogliere loccasio-ne per menzionare e descrivere anche il pi vicino e familiare iume Imera, tanto pi se questa operazione poteva compiacere eventuali committenti imeresi, fornendo

    1 la dea compie la stessa azione nel poema di Pisandro su Eracle ; il luogo dellevento, in questo caso, la costa vicina alle Termopili : cfr. fr. 9 Davies. Sul motivo di Eracle alla fontana, cfr. Boardman 1988 e, per lmbito coloniale siceliota, Marconi 1999, pp. 297-305 ; Vassallo 1999, pp. 206-208.

    2 Su tale monetazione (CNS, n. 22), databile al iii sec. a.C., si vedano almeno Bonacasa 1991, p. 1433 e nota 8, con bibl. ; Marconi 1999, p. 301 e nota 17.

    3 Pindaro, Olimpica, xii, v. 19 : qerma; Numfa`n loutrav .4 Sulle sorgenti termali imeresi si veda anche Eschilo, fr. 25a R.25 Fiume da identiicarsi verosimilmente con lodierno Guadalquivir : cfr. lazzeri 2008, p. 76 e nota 171,

    con bibl.6 Cfr. Antonelli 1997, pp. 62-72 ; Anello 2000, pp. 106-109 ; lazzeri 2008, pp. 64-65 ; Vassallo 2009.7 Esiodo, Teogonia, vv. 287-294 : Crisaore gener il tricefalo Gerione / unitosi a Calliroe, la iglia dellin-

    clito Oceano ; / costui fu ucciso da Eracle forte / presso i buoi dal torto cammino in Eritea molto battuta dai lutti / proprio il giorno nel quale i buoi dalla larga fronte condusse / verso la sacra Tiritno, passato lOceano, / e dopo avere ucciso Orto e il bifolco Euritione / dentro la stalla oscura di l dallinclito Oceano (trad. di Graziano Arrighetti). Riguardo alla geograia mitica del brano esiodeo Debiasi (2008, pp. 128-129), pur rilevandone la vaghezza e lalone leggendario, ritiene che essa non sia necessariamente impermeabile a uninterpretazione che vi riconosca tracce di quellancoraggio iberico esplicito in Stesicoro, autore di cul-tura calcidese legato alla igura e alla produzione di Esiodo ; lo studioso pensa che la localizzazione iberica del mito dipenda, in entrambi i poeti, da un disegno euboico di antico conio (loc. cit.). In ogni caso, non privo di signiicato il fatto che Stesicoro avverta unesigenza di maggiore precisione, assente invece nel poe-ta della Teogonia : lImerese non intende ricostruire e sistematizzare le genealogie degli di e degli eroi, ma mira evidentemente a calare il mito nella realt e a coinvolgere maggiormente il suo pubblico, che doveva avere sentito nominare il lontano Tartesso da navigatori e commercianti di ritorno da Gibilterra.

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    alla polis un illustre passato mitico e forse anche un aition per pratiche rituali connesse con le acque termali.

    la Gerioneide e i culti imeresi

    Sulle festivit imeresi non si hanno notizie ed pertanto diicile cercare di rap por ta-re la Gerioneide ad una precisa occasione. Vi sono nondimeno alcuni aspetti della vita religiosa della colonia che meritano di essere richiamati per tentare di circostanziare lipotesi in esame. In particolare, noto che una divinit importante per gli Imeresi era Atena, in cui probabilmente da riconoscersi la dea poliade, cui era dedicato il sacello pi antico del temenos imerese (Tempio A), 1 coevo a Stesicoro : lediicio fu in uso tra lultimo quarto del vii sec. e la met del vi sec. a.C., quando fu smantellato e sostituito dal Tempio B, pi grande e pi riccamente ornato. Altro culto di un certo rilievo quello di Eracle, coltivato sia in mbito domestico (come provano le sta tu et te di terracotta di Eracle con la clava e la pelle di leone rinvenute nel quartiere abi ta ti-vo), che in mbito pubblico. Importanti attestazioni di tale culto si trovano nel la mo-ne tazione imerese della ine del v sec. a.C., in una sfera oracolare del secondo quar to del secolo e, gi prima, nel ciclo delle metope arcaiche del Tempio B, nelle quali si possono riconoscere raigurazioni delle fatiche delleroe. 2 Se il Tempio B, come sem -bra verosimile, era dedicato anchesso ad Atena, in piena continuit con ledi i cio precedente (Tempio A), allora risulterebbe confermato gi per il vi sec. a.C. quel legame tra la dea ed Eracle che emerge con evidenza dal mito riportato da Diodoro Siculo 3 e dagli scol allOlimpica 12 di Pindaro (vd. sopra), nonch dagli oboli e dalle litre imeresi della ine del v sec. a.C., dove compaiono la testa delleroe, su un lato, e la dea armata, sullaltro. 4 In alternativa, si pu ritenere che il tempio fosse dedicato ad Atena e ad Eracle congiuntamente. 5

    Questo legame tra Eracle e Atena trova un riscontro nella Gerioneide, dove la dea par teggia per leroe contro Gerione : si veda il concilio degli di descritto in PMGF, S14, dove Pallade chiede a Poseidone di mantenere una promessa fattale prece den te-men te e di abbandonare al destino il suo protetto, il mostro tricorpore, iglio di Cri-

    1 Dal deposito votivo del Tempio A proviene il bronzetto di Atena armata (inv. H64.607 ; inizi del vi sec. a.C.) che ha permesso di identiicare la divinit cui lediicio era dedicato : cfr. Bonacasa 1970, pp. 87-88 ; Nuvolari Duodo 1997, pp. 40-41 ; Vassallo 2005, pp. 111-114 ; Vassallo 2012, p. 3. Contra Torelli (2003, pp. 674-677), che riconosce nel bronzetto la rappresentazione di una Afrodite armata, del tipo attestato in area peloponnesiaca e a Gravisca. Dello stesso avviso la Torre 2012, pp. 279-281. Cauta al riguardo Spatafora 2010, pp. 144-145.

    2 Per le monete, cfr. Rizzo 1946, pp. 123-124 ; Tusa Cutroni 1971, pp. 8-9, 22-24, 37-39, 69-72 (altra bibl. in Bonacasa 1991, p. 1433, nota 8). Per la sors oracolare, cfr. Sclafani 2007. Per le raigurazioni delle metope del Tempio B, cfr. Bonacasa 1970, pp. 162-173 ; Bonacasa 1991 ; Bonacasa 2005.

    3 Biblioteca storica, v, 3-4.4 Su questo legame, cfr. Bonacasa 1991, pp. 1433 ; 1435 ; Manni 1971, pp. 91-92 ; Nuvolari Duodo 1997, pp.

    44-45 e nota 36 ; Sclafani 2007, p. 257. Il rapporto di protezione di Atena nei confronti di Eracle motivo attestato ben presto nella letteratura greca : oltre al citato Pisandro (fr. 9 Davies), si veda Iliade, viii, vv. 362-369 (cfr. Boardman 1990).

    5 Sulla divinit titolare del Tempio B non vi concordia tra gli studiosi. Ad Atena ha pensato Bonacasa (1970, pp. 122-133), che non esclude per altre possibilit : Eracle o lintero pantheon imerese (cfr. Bonacasa 1980, p. 263, note 17-18 ; Bonacasa 1982, p. 54). Alla sola Atena o, in secondo ordine, ad Eracle e ad Atena insieme pensa la Nuvolari Duodo (1997, pp. 42-45). Per lipotesi che il Tempio B (come pure il Tempio A) fosse dedicato ad Afrodite, si veda supra, p. 71, nota 1.

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    saore e pertanto legato da vincoli di parentela al dio del mare. 1 la morte di Gerione, nar ra ta nel cuore del com ponimento stesicoreo, avverr quindi per mano di Eracle, ma non senza il su pe rio re volere divino (PMGF, S15, col. ii 9 daivmono~ ai[sa/). Se poi li po tesi sopra for mu lata coglie nel segno, la benevolenza di Atena per Eracle si sar ulteriormente manifestata nel momento della sosta delleroe nel territorio imerese, dove, per com pia cere la dea, le Ninfe del luogo fecero sgorgare per leroe fonti di acqua calda.

    Alla luce di quanto si osservato, si pu almeno avanzare lipotesi che la Gerioneide possa essere stata eseguita nel corso di una festivit pubblica in onore di Atena, cele-brata congiuntamente con il suo protetto, Eracle, oppure come ha proposto Curtis di una festivit in onore delleroe. 2 Meno probabile bench non possa escludersi in modo categorico lipotesi di una celebrazione in onore di Gerione : 3 di tale culto non vi , al momento, alcuna attestazione nel territorio ime rese e, daltra par te, non occorre supporre la sua esistenza per giustiicare il trattamento sim pa te ti co riserva-to alla igura del mostro nel carme. Questultimo pu dipendere da unin no vazione poetica stesicorea, dettata dalla volont del melico di conferire al perso nag gio una ca-ratura eroica e, per certi aspetti, tragica, 4 oppure pu imputarsi ad una preesistente tradizione mitica di matrice ionico-euboica o ionico-samia, che rilette lesperienza dellin contro con altre culture, guardate con rispetto, nel quadro della mobilit me-diterranea det arcaica. 5

    Il percorso svolto ino a qui si dovuto necessariamente muovere su un terreno ipotetico e, perci, tuttaltro che sicuro. Si cercato di circostanziare il pi possibile la proposta di contestualizzazione della prima esecuzione della Gerioneide nel quadro dei culti imeresi, di per s non nuova, 6 ma sostenuta qui con nuovi argomenti. la convinzione che sta alla base di questo tentativo quella che rinunciare totalmente a rintracciare i contesti e le occasioni dei componimenti stesicorei (come, del resto, di ogni componimento melico arcaico) signiichi rinunciare ad ancorare il poeta alla

    1 Per il legame genealogico tra il dio e Gerione, si veda Esiodo, Teogonia, vv. 270-281, con lazzeri 2008, p. 185.

    2 Cfr. Curtis 2011, p. 37 : bearing in mind the do ut des mentality of the Greeks, one could choose to interpret the Geryoneis as a gift to Herakles from the Himeraeans, performed by Stesichoros, in return for an assured continuation of the heros protection of their community. In this way, the ofering would also keep open the reciprocal medium of pleasure and recognition between man and divinity .

    3 The likelihood of Stesichoross Geryoneis as a song performed at some festival seems at least now fe-asible. It makes sense of the Geryoneis as a choral song and supports the notion that Stesichoros portrayed the monster Geryon in a sympathetic light. The Greek Sicilians may have been anxious about killing a nati-ve daemon, and so, fearing reprisals, may have sought some kind of ritual appeasement. This assuagement of the monsters wrath need not be at odds with the idea already proposed (vid. supra) that the Geryoneis was performed at a festival in honour of Herakles. After all, it is quite possible for both the hero and his killer/enemy to receive the same cult .

    4 Cfr. Burkert (1977, p. 283), che osserva come le monstre devient hoplite et mme, chez Stsichore, un personnage tragique, model sur Hector et Achille . Dello stesso avviso Gentili (1977, p. 299 ; 2006, p. 194).

    5 Sul mito dello scontro tra Eracle e Gerione come rappresentazione dellincontro dei Greci con po-polazioni anelleniche del Mediterraneo in et arcaica, ed in particolare nella Sicilia occidentale, si rinvia alle rilessioni svolte da Giangiulio (2003), che, tra laltro, ha opportunamente precisato che occorre (p. 722) distinguere [] tra tradizioni mitiche su Eracle in Si ci lia nord-occidentale da un lato e mito politico-propagandistico della riven di ca zio ne in chiave eraclide [] dallaltro . Si veda inoltre Marconi 1999. Sulla matrice ionico-orientale del mito della Gerioneide si vedano, da ultimo, Cruz Andreotti 1991, p. 59 ; Gian-giulio 2003 ; Debiasi 2008, pp. 129-130. 6 Si veda il citato Curtis 2011.

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    Atti del xviii convegno di studi sulla Magna Grecia (Taranto, 8-12 ottobre 1978), Taranto, 1979, pp. 83-143.

    Vassallo 1999 = S. Vassallo, Edicola con Eracle alla fontana, in (a cura di) S. Vassallo, Colle Madore. Un caso di ellenizzazione in terra sicana, ii, Palermo, 1999, pp. 203-208.

    Vassallo 2005 = S. Vassallo, Himera citt greca. Guida alla storia e ai monumenti, Palermo, 2005.

    Vassallo 2009 = S. Vassallo, La colonia di Himera lungo le rotte dei commerci mediterranei. Il contributo delle anfore da trasporto, in (a cura di) R. Panvini, C. Guzzone, l. Sole, Traici, commerci e vie di distribuzione nel Mediterraneo tra Protostoria e V secolo a.C., Atti del convegno internazionale (Gela, 27-29 maggio 2009), Caltanissetta, 2009, pp. 149-157.

    Vassallo 2010 = S. Vassallo, Lincontro tra indigeni e Greci di Himera nella Sicilia centro-setten-trionale (vii-v sec. a.C.), in (a cura di) H. Trziny, Grecs et indignes de la Catalogne la Mer Noire, Actes des rencontres du programme europen Ramses (2006-2008), Paris, 2010, pp. 41-54.

  • marco ercoles78

    Vassallo 2012 = S. Vassallo, La colonia dorico-calcidese di Himera. Dai dati storici di Tucidide e di Diodoro Siculo allarcheologia, in (a cura di) M. Congiu, C. Miccich, S. Modeo, Dal mito alla storia. La Sicilia nell Archaiologhia di Tucidide, Caltanissetta, pp. 1-14.

    West 1971 = M. l. West, Stesichorus, ClQ , n.s. xxi, 1971, pp. 301-314.Willi 2008 = A. Willi, Sikelismos. Sprache, Literatur und Gesellschaft im griechischen Sizilien

    (8.-5. Jh. v. Chr.), Basel, 2008.

  • composto in carattere dante monotype dalla

    fabriz io serra editore, p i sa roma.

    stampato e r ilegato nella

    t ipo grafia di agnano, agnano p i sano (p i sa) .

    *

    Giugno 2014

    (cz2/fg13)

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