Movisol - Dossier Riepilogativo Sul Complotto Del Britannia - 1992

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    14 gennaio 1993

    23/9/09 - Nel corso della sua sfuriata alconvegno del PdL di Cortina d'Ampezzo, il

    ministro Brunetta ad un certo punto ha

    interrogato il suo pubblico:

    "Ve lo ricordate il Britannia?" [Vai alcommento...]

    Documentazione riepilogativa

    sul complotto del Britannia

    La strategia anglo-americana dietro le privatizzazioni in Italia: ilsaccheggio di un'economia nazionale

    Documento diffuso dall'Executive Intelligence Reviewe dal Movimento Solidariet

    Il 2 giugno 1992, a pochi giorni dall'assassinio del giudice Giovanni Falcone, si verificava intutta riservatezza un altro avvenimento che avrebbe avuto conseguenze molto profonde sulfuturo del Paese. Il Britannia, lo yacht della corona inglese, gettava l'ancora presso lenostre coste con a bordo alcuni nomi illustri del mondo finanziario e bancario inglese: dairappresentanti della BZW, la ditta di brockeraggio della Barclay's, a quelli della Baring & Co.e della S.G. Warburg. A fare gli onori di casa era la stessa regina Elisabetta II d'Inghilterra.Erano venuti per ricevere alcuni esponenti di maggior conto del mondo imprenditoriale e

    bancario italiano: rappresentanti dell'ENI, dell'AGIP, Mario Draghi del ministero del Tesoro,Riccardo Gallo dell'IRI, Giovanni Bazoli dell'Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop,alti funzionari della Banca Commerciale e delle Generali, ed altri della Societ Autostrade.

    Si trattava di discutere i preparativi per liquidare, cedere a interessi privati multinazionali,alcuni dei patrimoni industriali e bancari pi prestigiosi del nostro paese. Draghi avrebbedetto agli ospiti inglesi: "Stiamo per passare dalle parole ai fatti". Da parte loro gli inglesihanno assicurato che la City di Londra era pronta a svolgere un ruolo, ma le dimensioni delmercato borsistico italiano sono troppo minuscole per poter assorbire le grandi somme

    provenienti da queste privatizzazioni. Ergo: dovete venire a Londra, dove c' il capitalenecessario.

    Fu poi affidato ai mass media, ed al nuovo governo Amato, il compito di trovare gliargomenti, parlare dell'urgente necessit di privatizzare per ridurre l'enorme deficit delbilancio. Al grande pubblico, sia il governo che i mass media hanno risparmiato la sempliceverit che il "primo mobile" dietro tutto il dibattito sulle privatizzazioni costituito dallegrandi case bancarie londinesi e newyorkesi. L'obiettivo semplicemente quello di prendereil controllo di ogni aspetto della vita economica italiana sfruttando le numerose scuse diingovernabilit, corruzione, partitocrazia, inefficienza, ecc.

    Prima di esercitarci a calcolare quante lirette il ministero del Tesoro potrebbe ottenere dallasvendita dell'ENI, dell'IRI ecc., cerchiamo di mettere in luce i presupposti filosofici dei

    banchieri londinesi e dei loro associati newyorkesi della Goldman Sachs, Merrill Lynch eSalomon Brothers e dei loro sostenitori nel Fondo Monetario Internazionale, nell'OCSE e nelmondo dei mass media. Queste grandi finanziarie di New York e Londra su cui si fonda il

    potere anglo-americano gestiscono il gioco della liberalizzazione dei mercati internazionali.Ne scrivono e riscrivono le regole per massimizzare di volta in volta i profitti. A Bruxellescontano su sir Leon Brittan, fratello del Samuel Brittan direttore del Financial Times. Fino algennaio 1993 Leon Brittan stato Commissario della CEE per la Politica di Concorrenza ed l'autore delle regole bancarie ed assicurative che hanno favorito Londra, tanto criticate sia

    MoviSol.orgMovimento Internazionale per i diritti civili Solidariet

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    dalla Germania che dagli altri paesi membri della CEE. Sir Leon era un esponente delgoverno della Thatcher quando improvvisamente, nel gennaio del 1986, si dimise per andarea Bruxelles.

    Nonostante le illusioni di grandeur, Parigi un centro finanziario che non pu tener testa allaprepotenza anglo-americana, e lo stesso discorso vale per i finanzieri di Francoforte, coscome quelli del Sol Levante. Pur disponendo delle maggiori istituzioni bancarie e assicurative,il Giappone non in grado di offrire una valida resistenza alle manipolazioni finanziarieanglo-americane.

    La globalizzazione e il "Big Bang" londinese

    La formula che gli anglo-americani tentano oggi di spacciare ai governi di tutto il mondo,convincerli cio a svendere i patrimoni dello stato per ottenere qualche liquido con cui farfronte al dissesto del bilancio ed al tempo stesso "promuovere la competitivit", fu collaudatadalla finanza londinese alla fine del 1979, in particolare dalla N.M. Rothschild & Co., checoordin la svendita generale per conto del governo della "Lady di Ferro".

    Cos un ristretto gruppo di finanzieri ha dominato per quasi 12 anni l'economia inglese.Principalmente si tratta di esponenti della Societ Mont Pelerin, come i consiglieri dellaTatcher Karl Brunner, sir Alan Walters, lord Harris of High Cross ed altri ancora. La SocietMont Pelerin stata presieduta internazionalmente fino a poco tempo fa dall'economista

    arciliberista Milton Friedman, ascoltatissimo dal Presidente Ronald Reagan.

    Friedman l'architetto della politica economica imposta al Cile dalla dittatura di AugustoPinochet. Essa si riduce all'idea di tenere il governo fuori da ogni intervento e lasciare che gliinteressi privati facciano il bello e cattivo tempo. Friedman fece scalpore quando propose chel'eroina e gli altri stupefacenti venissero considerati alla stregua di una "merce" normale, inmodo da permettere al consumatore di "scegliere liberamente" se acquistarla o meno.

    Sotto la rivoluzione "liberistica" imposta dalla Thatcher sono state messe all'asta le impresemigliori dell'Inghilterra, dalla British Petroleum alle compagnie del gas e dell'acqua, fino allaindustria militare Vickers. Da quando la Thatcher stata costretta ad andarsene vengono pian

    piano alla luce informazioni sempre pi precise di come ad arricchirsi spudoratamente inquella "privatizzazione" furono principalmente gli amici della Lady di Ferro.

    D'altro canto quel "collaudo" dimostra come non sia affatto vero che l'industria, una voltaprivatizzata, diventi pi efficiente. Dopo 13 anni di thatcherismo, quella britannica la piarretrata tra le grandi economie europee. Negli investimenti per la Ricerca e Sviluppo delsettore macchine industriali ed automobile, l'Inghilterra stata superata anche dall'Italia.L'essenza del "liberismo" thatcheriano dare la priorit assoluta alla finanza, a scapito dellosviluppo industriale dell'economia nazionale.

    Questa degenerazione britannica tocc il fondo nell'ottobre del 1986, quando il governodecret la completa deregolamentazione finanziaria della City di Londra, che fu chiamata il"Big Bang". Poco meno di un anno dopo, la borsa di Londra croll insieme a tutte le altre,travolte dalla frenetica spirale di speculazioni e truffe da essa iniziata.

    In Inghilterra il problema delle ditte di propriet statale, come la British Leyland o laJaguar, non era il fatto che esse fossero di propriet dello stato, ma piuttosto che questo stato,amministrato dal governo della Thatcher, non volle impegnarsi in una oculata politica di

    pianificazione degli investimenti industriali, cosa caratteristica ad esempio del MITI inGiappone, perch quel governo esprimeva gli interessi dell'alta finanza e non quelli dellecapacit produttive del paese. Oggi per dovrebbe essere chiaro anche ai non addetti che laderegolamentazione finanziaria londinese ha inesorabilmente portato alla rovina economicanazionale. L'Inghilterra versa nella peggiore crisi economica dagli anni Trenta, con ladisoccupazione che tornata ai livelli del 1979, quando si insedi la Thatcher. Il deficit del

    bilancio lievita ad un tasso annuale del 7% del PNL.

    Per, contrariamente alla situazione del 1979, oggi il governo britannico non dispone pi di

    una propria base industriale con cui mettere in moto tutta una serie di investimenti nel settoreindustriale.

    Ma, a prescindere dal saccheggio compiuto da sir Jimmy Goldsmith, Jacob Rothschild, lordHanson e compagnia dietro il paravento del "liberismo ad oltranza", la privatizzazione decisa

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    della Thatcher va collocata nel contesto della strategia anglo-americana per aprire altreregioni economiche a forme molto sofisticate di saccheggio neo-coloniale, perpetrato con la"mano invisibile" tanto cara alle teorie liberistiche. Questa "mano invisibile" anglo-americanaregola i meccanismi di fusioni ed acquisizioni operate da altri governi nella misura in cuiquesti sono cos stupidi e sprovveduti da richiedere e pagare profumatamente "consulenzefinanziarie" proprio a quella cricca di finanzieri.

    Alla fine degli anni Settanta, quando a Londra la Thatcher cominci lo scontro col sindacatoper ridurre i salari e cominci a svendere le imprese statali ai suoi amici, a Wall Street gente

    come Donald Reagan, presidente della Merrill Lynch, e Walter Wriston, capo della Citicorp,si impegnarono a lanciare una "rivoluzione finanziaria" sulla stessa falsariga che in Americafu chiamata "deregolamentazione dei mercati finanziari".

    Quando Ronald Reagan divent presidente nel 1981, e prest ascolto a Milton Friedman, laderegulation fece innumerevoli proseliti a Washington. Nei 12 anni che seguirono, fino allasconfitta di George Bush nel novembre del 1992, Washington volt le spalle ad una bendosata politica di supervisione e regolamentazione governativa di attivit particolarmenteimportanti come quella delle compagnie aree e degli autotrasporti, per non parlaredell'economia in generale. Le leggi che erano state escogitate negli anni della GrandeDepressione per proteggere la propriet di piccoli risparmiatori e azionisti furono abrogate oignorate negli anni Ottanta per fare spazio alla "legge del Far West" che prevede lasopravvivenza del pi cattivo.

    Negli anni ruggenti della deregulation la filosofia negli USA era "tutto ammesso, dillo con isoldi". Cos al crimine organizzato fu permesso di reinvestire i proventi illeciti nei regolariflussi finanziari, per poterli cos usare nelle scalate speculative a Wall Street condotte dagente come Mike Milken, Ivan Boesky ed altri. Grazie al proliferare delle "obbligazionispazzatura", o altre tecniche speculative, si potevano acquisire imprese sane i cui nuovi

    proprietari trascuravano la politica di sviluppo a lungo termine su cui cresceva l'impresa,cercando solo di realizzare profitti a breve termine. Fu cos che la TWA Airlines fin in manoa Carl Icahn, uno speculatore della banca Drexel. In questi anni Ottanta, i principali istitutifinanziari di Londra e New York, come la S.G. Warburg, la Barclays, la Midland Bank, laCiticorp, la Chase Manhattan, la Goldman Sachs, la Merrill Lynch, la Salomon Bros.,lanciarono la "globalizzazione dei mercati finanziari". Il presupposto di partenza era che se

    tutti i paesi avessero abolito i controlli sui flussi di capitali ed altri meccanismi, la nuovafinanza anglo-americana avrebbe potuto accedere a nuovi, grandi spazi economici, altamente

    profittevoli. I grandi nomi della finanza erano alla caccia di nuovi organismi sani su cuiesercitare la propria distruttiva opera parassitaria, e cos sedussero molti ambienti bancari, siaeuropei che giapponesi, a rinunciare alla naturale diffidenza per unirsi al gioco speculativoanglo-americano e "vincere".

    Uno dei sofismi utilizzati a questo proposito era quello che descriveva il sistema finanziariodel paese preso di mira come "superato", "obsoleto", "non abbastanza dinamico"; insomma,da riformare per promuovere la nuova ondata di finanza creativa. Cos l'intera Europa fuaccusata di soffrire di "Eurosclerosi". Tutti i trucchi sono buoni per costringere le economienazionali a sollevare le barriere protettive e permettere alla finanza anglo-americana di

    dilagare su ci che essa definiva mercati "arretrati" o "provinciali" e sfruttare la maggiorescaltrezza finanziaria per saccheggiarli.

    La grande speculazione e la finanza angloamericana

    Il vero e proprio inizio di questa dissennata corsa alla deregulation e alla "globalizzazione" deimercati finanziari in stile thatcheriano, a cui assistiamo attualmente in Italia, risale alla finedegli anni '60, inizio anni '70. A partire da quel periodo, le grandi banche internazionaliamericane, come la Chase Manhattan e la Citicorp, iniziarono a cercare nuovi impieghi delcapitale che fruttassero alti profitti, in quanto gli investimenti nell'economia internaamericana non erano cos profittevoli come quelli all'estero. Nel 1971, decine di miliardi didollari avevano gi abbandonato gli Stati Uniti ed erano approdati in Europa. L'astuto SirSiegmund Warburg, presidente della omonima e celebre banca britannica (la stessa a cui il

    ministro del Tesoro Barucci si recentemente rivolto per stimare il valore immobiliaredell'IMI), si rec allora a Washington per convincere il Tesoro e il Dipartimento di Stato USAa far rimanere all'estero quei capitali, in modo che Londra potesse usarli per ripristinare ilruolo di "banchiere mondiale" che la City aveva svolto fino al 1914. ironico che il primo

    prestito in "Eurobbligazioni" sottoscritto da Siegmund Warburg fosse quello di 15 milioni didollari lanciato dalla Societ Autostrade dell'IRI.

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    La vera trovata di Warburg fu per l'uso dei dollari espatriati in Europa, i cosiddetti"Eurodollari", che si rivelarono l'innovazione finanziaria pi destabilizzante degli annisettanta. Il Presidente Nixon, seguendo il consiglio di George Shultz e Paul Volcker, annunciil 15 agosto 1971 che da quel momento in poi Washington e la Federal Reserve, la bancacentrale USA, si sarebbero rifiutate di riscattare in oro i dollari posseduti dalle altre banchecentrali. Washington stracci, con atto unilaterale, gli accordi di Bretton Woods del 1944 chestabilivano l'ordine monetario postbellico. Di colpo, il mondo si ritrov ostaggio di un regimedi "tassi di cambio fluttuanti" che trasform il sistema monetario basato sul dollaro in unagigantesca arena speculativa.

    Nel maggio 1973, sei mesi prima che scoppiasse la "crisi petrolifera", l'oligarchia politico-finanziaria angloamericana si riun segretamente nella localit svedese di Saltsjoebaden perdiscutere la fase successiva del "ricatto" esercitato per mezzo del dollaro sull'economiamondiale.

    Tra gli ospiti di quel ristretto gruppo di potenti, riuniti sotto l'egida del Club Bilderberg, c'era ilPresidente della FIAT Gianni Agnelli. Si discusse che bisognava persuadere l'OPEC adaumentare il prezzo del petrolio del 400%. Dato che dal 1945 il petrolio si acquistava solocon dollari, la mossa avrebbe automaticamente quadruplicato la domanda di dollari sulmercato internazionale.

    Henry Kissinger, un altro ospite della riunione segreta del Bilderberg, battezz l'idea col nomedi "riciclaggio dei petrodollari". I suoi interlocutori, come Lord Richardson della BritishPetroleum, Robert O. Anderson dell'americana Atlantic Ritchfield Corporation (ARCO) o losvedese Marcus Wallenberg, non erano interessati a discutere come impedire i catastroficieffetti sull'economia mondiale derivanti da un quadruplicamento del prezzo del petrolio, ma,

    piuttosto, l'intera discussione in quella sperduta localit della Svezia ruot attorno all'idea dicome assicurare che poche, scelte banche americane controllassero la nuova ricchezza dei"petrodollari" in mano araba. Si trattava quindi di come aumentare il potere nelle mani delle

    banche di Londra e New York, del cartello petrolifero e dei loro amici europei, alle spese delresto del mondo.

    Negli anni '80, dopo due crisi petrolifere e l'equivalente shock della stretta creditizia pilotatada Paul Volcker alla guida della Federal Reserve (1979-1982), la deregulation finanziaria di

    Thatcher e Reagan cre, nel contesto di un valore "fluttuante" del dollaro e del riciclaggio diprestiti in petrodollari che rifinanziavano il deficit dei paesi del Terzo Mondo, la cornice perun nuovo riciclaggio, quello dei narco-dollari. La liberalizzazione delle transazioni finanziariein Europa e negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni servita infatti ad aprire le porte alriciclaggio dei proventi illeciti della droga, che nel 1990 si stimava in un valore tra i 600 e i1000 miliardi di dollari.

    La Lugano connection

    A questo punto occorre dedicare qualche riga alle finanziarie di Wall Street che svolgono unruolo decisivo nella "privatizzazione" delle imprese pubbliche italiane. Sono tre le ditteimpiegate all'uopo come "consulenti" del governo Amato: Goldman Sachs, Merrill Lynch eSalomon Brothers. Lo stesso ministro dell'Industria Giuseppe Guarino, contrario a una

    "svendita" del patrimonio industriale raccolto nelle ex Partecipazioni Statali, sembra riporrefiducia in queste tre finanziarie, i cui dirigenti incontr il 17 settembre scorso nel corso di unviaggio a New York.

    Sono molti attualmente a ritenere la Goldman Sachs la pi potente finanziaria di Wall Street,posizione conquistata almeno a partire dal 1991, quando scoppiarono gli scandali di "insidertrading" che la coinvolgevano assieme alla Salomon Brothers. Il presidente della GoldmanSachs, Robert Rubin, sar il capo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale del PresidenteClinton. Quel posto dovr essere un "ufficio di guerra economica" in stile britannico, perfronteggiare quelli che l'ex capo della CIA William Webster chiam "gli alleati politici emilitari dell'America che sono i suoi rivali economici". Rubin non il primo dirigente dellaGoldman Sachs che ricopre una carica nel governo americano. Prima di lui l'attuale

    vicepresidente, Robert Hormats, fu consigliere di Henry Kissinger al Dipartimento di Stato eun altro "senior partner", John Whitehead, fu sottosegretario di Stato con Ronald Reagan. LaGoldman Sachs uno dei pi influenti manipolatori del prezzo del petrolio e del valore dellemonete, che determina tramite la sussidiaria J. Aron & CO., che opera sul mercato dellemerci e dei "futures". La Goldman Sachs ha rafforzato la sua presenza in Italia aprendo nel1992 un "ufficio operativo" a Milano. Pi avanti vedremo il ruolo cruciale che essa ha svolto

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    nella crisi della lira e nella partita delle privatizzazioni.

    La Salomon Brothers domina, assieme alla Goldman Sachs, il commercio di greggio mondiale.La Salomon possiede anche la svizzera Phibro (Philipp Brothers), che opera nel settore dellematerie prime. Nel 1989 la Phibro fu coinvolta in un caso di riciclaggio di milioni di dollariricavati dalla vendita di cocaina negli Stati Uniti. I soldi venivano riciclati dalla bandachiamata "La Mina", che lavorava per il cartello della coca colombiano, nella PhibroPrecious Metal Certificates.

    Dopo gli scandali di "insider trading" e speculazione su Buoni del Tesoro USA scoppiati nel1991, a cui abbiamo accennato sopra, ci fu un completo rinnovo dei vertici della finanziaria.Il nuovo presidente, attuale azionista di maggioranza, Warren Buffett, originario di Omaha,

    Nebraska.

    Buffett, oltre ad essere amico intimo di George Bush, anche il principale azionista delWashington Post e della rete televisiva ABC. Egli possiede vasti interessi anchenell'American Express (del cui consiglio di amministrazione fa parte Henry Kissinger) e nellaWells Fargo Bank.

    Lo stesso Buffett si dice sia implicato in uno scandalo di pedofili del Nebraska che facevanocapo, fino alla fine degli anni '80, al finanziere repubblicano Larry King, della banca FranklinCredit Union. Buffett era il patrocinatore e il sostenitore di King. La Warren Buffett

    Foundation, la fondazione intestata a suo nome, finanzia cause antidemografiche, comequelle lanciate da organizzazioni americane come Negative Population Growth, PlannedParenthood, l'Associazione per la Sterilizzazione Volontaria e il Population Council.

    La Merrill Lynch famosa per il ruolo che svolse in una sensazionale operazione diriciclaggio del denaro tra l'Italia, la costa orientale degli Stati Uniti e Lugano. Si tratta della"Pizza connection", che port al processo in cui la famiglia mafiosa newyorchese deiBonanno fu accusata di aver riciclato circa 3,5 miliardi di dollari fino a quando fu arrestata,nel 1984. I Bonanno avevano usato, per i loro traffici, la sede centrale di New York e gliuffici di Lugano della Merrill Lynch. L'aspetto pi sconcertante del processo sulla Pizzaconnection in Svizzera e a New York che essi ignorarono completamente la complicit deivertici della Merrill Lynch. All'epoca del processo il ministro del Tesoro americano,

    responsabile per le ispezioni sul riciclaggio del denaro, era l'ex presidente della Merrill LynchDonald Reagan. Il processo si concluse con alcune multe nei confronti di funzionari minoridella sede luganese della finanziaria americana, e la storia fin l. Come noto, la MerrillLynch stata incaricata dall'IRI, il 9 ottobre scorso, di preparare la privatizzazione delCredito Italiano.

    Abbiamo fin qui identificato alcuni fatti poco noti che riguardano le tre finanziarie di WallStreet chiamate a svolgere un ruolo decisivo nella valutazione e nella stessa privatizzazionedelle imprese pubbliche italiane. Queste finanziarie accedono a dati di grande importanza edelicatezza che riguardano alcune delle pi valide imprese europee e si posizionano inassoluto vantaggio come "consiglieri per la privatizzazione". Naturalmente, tutto secondo unarigida etica professionale e senza conflitti di interesse!

    Moody's e la guerra della lira

    Quasi in contemporanea con la nomina del governo Amato, l'agenzia di "rating" newyorcheseMoody's annunci, con la sorpresa di molti, che avrebbe retrocesso l'Italia in serie C dal

    punto di vista della credibilit finanziaria. Questo, senza che le cifre del debito italianofossero cambiate drasticamente (la tendenza al deficit era nota almeno da due anni) e senzaalcun rischio di insolvenza da parte dello stato. La giustificazione di Moody's fu che il nuovogoverno non dava sufficienti garanzie di voler apportare seri tagli al bilancio dello stato. Negliambienti finanziari internazionali, Moody's famosa perch usa come arma "politica" la suavalutazione di rischio, tale che beneficia interessi angloamericani a svantaggio di bancherivali o, come nel caso dell'Italia, di intere nazioni. Il presidente della Moody's, John Bohn, haricoperto un'alta carica nel ministero del Tesoro USA sotto George Bush.

    La mossa di Moody's costrinse il governo Amato ad alzare i tassi d'interesse sui BOT per nonperdere gli investitori. Essa segnal anche l'inizio di una guerra finanziaria contro la lira.Secondo fonti ben informate, i pi aggressivi speculatori contro la lira, nell'attacco del luglioscorso, furono la Goldman Sachs e la S.G. Warburg di Londra. Ribadiamo che la speculazioneebbe un movente principalmente politico, non finanziario, e che, purtroppo, ebbe successo.

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    28 giugno 1993

    L'Italia fu costretta ad abbandonare lo SME e il governo var un piano di tagli e annunciateprivatizzazioni per ridurre il deficit.

    Ci che Amato non ha mai detto che la svalutazione della lira nei confronti del dollaro hadato agli avventurieri della Goldman Sachs e delle altre finanziarie di Wall Street un grande"vantaggio". Calcolato in dollari, l'acquisto delle imprese da privatizzare diventato, per gliacquirenti americani, circa il 30% meno costoso. Lentamente, specialmente dopo l'ultimoattacco speculativo dell'inizio dell'anno, la lira si va assestando sul valore "politico" di circa1000 lire a marco, esattamente il valore indicato dalla Goldman Sachs nel luglio scorso come

    valore reale della moneta italiana.

    Come mai questa "coincidenza"? Come mai la finanziaria newyorchese ha appena aperto unufficio operativo in un paese che secondo i suoi criteri sprofonda nella crisi? Come mai uneconomista come Romano Prodi, "senior adviser" della Goldman Sachs, suggerisce di

    privatizzare alla grande, vendendo tutte e tre le banche d'interesse nazionale (BancaCommerciale, Credito italiano, Banca di Roma), pi il San Paolo di Torino, il Monte deiPaschi di Siena e l'Ina (Convegno presso l'Assolombarda il 30 settembre 1992)?

    Lo stesso Prodi, che nel passato stato a capo dell'IRI, oggi sembra aver sposatocompletamente la causa neoliberista angloamericana, tanto da aver proposto, a metnovembre, che l'Europa applichi verso i paesi dell'est una politica simile a quella dell'accordodi libero scambio siglato tra Stati Uniti, Messico e Canada (NAFTA). Un tale trattato darebbeil via libera alle grandi imprese per trasferire le loro attivit all'est, dove la forza lavoro costameno ( quanto avvenuto ai confini tra Stati Uniti e Messico). Ci aggraverebbe la crisiall'ovest e condurrebbe, nel medio-lungo termine, ad un abbassamento della produttivitanche all'est, dato che la manodopera sottopagata anche meno qualificata.

    Il governo italiano deve scartare una simile politica, cos come deve abbandonare il circolovizioso dei tassi d'interesse alti che, per difendere la moneta, alimentano lo stesso deficit chesi dichiara di voler combattere. Tra il giugno e il settembre scorso, i tassi sono aumentati

    paurosamente, da circa l'11% al 20% prima che la lira abbandonasse lo SME. Tuttora laBanca d'Italia mantiene il tasso d'interesse al 13%. Tenuto conto che ogni punto di aumentodegli interessi si traduce in 15.000 miliardi in pi sul debito dello stato a breve termine, ilgoverno italiano stato messo alle corde dagli speculatori angloamericani (e dai loro complici

    italiani) aumentando la pressione per privatizzare a prezzi di svendita.

    Andando avanti su questa strada, l'Italia commetter un suicidio economico. La sola viad'uscita l'adozione di una politica creditizia nazionale del tipo che ai tempi di Enrico Matteisi sarebbe considerata ovvia. Occorre ripristinare il controllo sui cambi, congelare una partedel debito con una moratoria di 10-15 anni (salvaguardando naturalmente gli interessi dei

    piccoli risparmiatori), parallelamente all'avvio di una aggressiva politica di investimenti,favorita da crediti agevolati, nelle infrastrutture moderne, in concerto con i partner europei.Per far ci, occorre che lo stato si riappropri della piena sovranit monetaria, il che significache per finanziare gli investimenti esso non debba bussare alla porta della Banca d'Italia, laquale ha finora, incostituzionalmente, battuto moneta a nome dello stato per poirivendergliela a tassi "di mercato", cio da usura. I motivi che hanno portato al "divorzio" trail Tesoro e la Banca d'Italia, e cio l'improduttivo finanziamento del debito, esistono, macombattere il malgoverno non significa eliminare il governo. Perci occorre porre fine al"divorzio" tra Bankitalia e Tesoro.

    Una efficace repressione dell'attivit di riciclaggio del denaro da parte della mafia, compresoquello investito nei BOT, accompagnata da un astuto cambio della moneta (la famosa lira

    pesante), darebbe alle istituzioni dello stato una posizione di forza e la credibilit e la fiduciapopolare. L'alternativa il caos e la guerra civile.

    Come difendere lindustria nazionale dalla speculazione e dalle svenditeindiscriminate

    Ampia rappresentanza delle forze politiche italiane alla conferenza del Movimento

    Solidariet e dell'Executive Intelligence Review

    Il Movimento Solidariet e laExecutive Intelligence Review hanno tenuto il 28 giugno 1993 aMilano, presso la sala FAST, una conferenza sul tema dell'economia, affrontando in

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    particolare aspetti come le moderne tecniche di speculazione finanziaria, le privatizzazioni edi grandi programmi di sviluppo.

    La caratteristica forse pi singolare della conferenza stata la partecipazione deirappresentanti di numerose forze politiche, anche disparate o divergenti, animati dal comuneinteresse di approfondire la conoscenza del pensiero economico dell'economista americanoLyndon LaRouche e di misurarsi con questo.

    Da qui l'opportunit di dedicare il primo numero del bollettino della nuova associazione alla

    pubblicazione degli atti del convegno, per mettere a disposizione di un pi vasto pubblico leanalisi e le documentazioni che gli specialisti dell'EIRWilliam Engdahl e Claudio Celanihanno esposto nelle loro relazioni, come pure gran parte dei numerosi contributi con i quali

    parlamentari, giornalisti e altri partecipanti hanno arricchito e animato il convegno.

    "La speculazione selvaggia sui mercati internazionali e la geopolitica britannica sono le duefacce della stessa medaglia oligarchica", ha affermato nella sua breve introduzione ai lavori ilgiornalista dell'EIR Paolo Vitali, moderatore della conferenza. Vitali ha sottolineato che lesperanze di milioni e milioni di persone, a seguito della caduta dei regimi comunisti del 1989,non sono state tradite dal fatale sprigionarsi di eventi e forze che non subivano pi le strettoiedella divisione del mondo in rigide sfere d'influenza, come asseriscono certe teoriesociologiche, ma sono state negate da un preciso piano di destabilizzazione "geopolitico", che partito ancor prima del crollo del muro di Berlino, e dalla incapacit e codardia delle forze

    politiche ed lite europee di reagire a questa nuova e precisa minaccia.

    "L'economista e politico americano Lyndon LaRouche, che sconta innocente in un carceredel Minnesota da quasi cinque anni una montatura giudiziaria orchestratadall'amministrazione Bush" - ha continuato Vitali - "ha tracciato tempo fa il paragone tra lesituazione post 1989 con il periodo che precedette la Prima Guerra mondiale. A quel tempol'oligarchia imperiale britannica svilupp il concetto della geopolitica per far fronte allaminaccia rappresentata dalla potenzialit di sviluppo economico e sociale in tutta l'Europacontinentale, l'Eurasia. Due guerre mondiali, il Trattato di Versailles e l'accordo di Yalta,furono le dirette conseguenze di questa strategia geopolitica"."Con l'avvicinarsi del crollo della Cortina di Ferro nel 1989, i circoli oligarchici anglo-americani decisero che bisognava a tutti i costi impedire che la riunificazione tedesca

    costituisse un trampolino di lancio per una nuova politica di indipendenza, integrazione esviluppo economico per tutto il continente, ripristinando il progetto de Gaulle di un'Europadall'Atlantico agli Urali. Gli attacchi alla Germania come Quarto Reich, partiti dalle pialte sfere londinesi, e fatti propri dai nazi-comunisti serbi, l'aggressione del Panama, la guerradel Golfo, le atrocit interminabili nell'ex Jugoslavia, la destabilizzazione economica dell'Esteuropeo con le folli terapie d'urto dei liberisti, l'eliminazione fisica di chi proponeva un

    piano alternativo di sviluppo, come il Presidente della Deutsche Bank Alfred Herrhausen,sono tutti aspetti di questa complessa e articolata strategia di destabilizzazione".

    "Questa la stessa trama destabilizzatrice che in Italia, soprattutto con gli eventi dell'ultimoanno, mira a frantumare le fondamenta stesse del nostro essere nazione sovrana indipendente.Guerre e destabilizzazioni, politiche economiche super liberiste, una speculazione selvaggiache ha trasformato i mercati finanziari internazionali in un'unica casa da gioco d'azzardo, sonoelementi solidali di una strategia oligarchica, come contiamo di dimostrare, che o fermata esconfitta o pu farci sprofondare, in un futuro tutt'altro che lontano, in un altro catastroficoconflitto".

    La piaga della "finanza derivata" e l'economia dell'illusione

    Discorso di William Engdahl, esperto economico dell'EIRdi Wiesbaden,autore di A Century of War, un libro che descrive il ruolo del petroliocome un'arma fondamentale nella politica anglo-americana dei NuovoOrdine Mondiale.

    L'Italia vittima di una destabilizzazione sistematica ad opera di forze coordinate interneed estere. La componente solitamente meno compresa quella estera, rappresentata da uncartello di speculatori stranieri impegnati a distruggere il paese con denaro preso a prestito.

    Nel 1948 l'Italia era considerata di importanza strategica nella NATO per arginare il

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    diffondersi del comunismo in Europa, in particolare nei Balcani e nel Mediterraneo. Inquesto contesto di strategia geopolitica una crescita economica del Paese era ritenuta unacomponente essenziale.

    Un discorso differente invece quello che riguarda l' indipendenza dell'Italia. Howard K.Smith, un "insider" americano, parl apertamente della spartizione del bottino dellaseconda guerra mondiale nel 1949 affermando: "Fino al 1946 le potenze vittoriose si sonodisputate gran parte del vuoto lasciato da Hitler (...) l'Italia, occupata dalle potenzeoccidentali, sarebbe diventata un'area in cui avrebbe predominato l' influenza britannica".

    Questo predominio fu rappresentato principalmente dall'influenza che la Mediobancaavrebbe assunto sotto Enrico Cuccia. La Mediobanca fu posta sotto il controllo di fattodella Lazard Freres di Londra, una banca che propriet di un raggruppamentoestremamente influente dell'establishment britannico, il Pearson Group PLC. Il PearsonGroup controlla anche la rivista Economist ed il quotidiano Financial Times, che sisono recentemente distinti nella campagna di attacchi alle istituzioni economiche e

    politiche italiane.

    Dal 1989 per, e dalla fine del regime comunista di Mosca, l'establishment anglo-americano si reso conto del fatto che un'Italia economicamente stabile e collegata adun'Europa continentale che si rafforza attorno ad una Germania riunificata e pro- speranon serviva pi agli scopi di un'egemonia globale atlanticista, anzi, rappresentava unaminaccia.

    La crisi finanziaria in cui sia l'America che l'Inghilterra versavano nel 1989 si avvicinavaalle dimensioni della Grande Depressione degli anni Trenta. Per far fronte all'erosionedella propria egemonia gli anglo-americani adottarono ulna dottrina tanto semplice quantofolle: cercare in ogni modo di distruggere la stabilit dell'Europa continentale per impedireche essa potesse fungere da polo antagonista all'egemonia globale anglosassone.

    Questo il contesto in cui si colloca tutto ci che viene fatto contro l'Italia ed il restodell'Europa.

    George Soros e la finanza derivata

    Il crac della borsa di Wall Street, nell'ottobre del 1987, coincise con il lancio di unastrategia radicalmente nuova da parte delle grandi finanziarie, quali la Salomon Brothers,Merrill Lynch, Morgan Stanley e di grandi banche americane quali la Citicorp, Bankers'Trust, J.P. Morgan & Co. Il crollo record di 508 punti dell'Indice Dow Jones, verificatosi il19 ottobre 1987, fu causato da un'incredibile innovazione introdotta nelle transazionifinanziarie. Le grandi finanziarie acquistavano contratti a termine, i "futures", non di dittespecifiche, ma su interi indici delle azioni borsistiche. Le finanziarie di Wall Streetricorsero ad un trucco, acquistando le "futures" ad un costo inferiore del 10% rispetto alleazioni stesse, ed influenzando cos un rialzo del prezzo delle azioni sul mercato di NewYork. Ma poteva funzionare anche nel- la direzione opposta. Questo port alla bollaspeculativa che esplose il 19 ottobre, con l'effetto acceleratore dei sistemi computerizzati.I computer di Wall Street erano stati preprogrammati in modo da vendere

    automaticamente al verificarsi di una caduta dei mercati. Fu un gioco che spinse i mercatifinanziari verso una paralisi irreversibile, ma a quella paralisi non ci si arriv solo grazie alprecipitoso intervento stabilizzatore da parte delle Banche Centrali. Proprio qui stava iltrucco escogitato a Wall Street: avevano inventato un sistema di gioco d' azzardo in cuinon si rischia di perdere! Molto meno rischioso della gestione di un casin a Las Vegas.

    Il gruppo di Wall Street cominci allora a sperimentare quest'arma terribile sulla borsa diTokio. Nel novembre del 1989 l'Indice Nikkei Dow toccava i record storici di 39 mila Yen.Ma all'inizio dell'estate successiva quel valore era gi dimezzato. A scatenare il tracollofurono le stesse case americane: Salomon Bros. Morgan Stanley, Merrill Lynch, BankersTrust, Goldman Sachs, con un nuovo apporto dei brokers londinesi.

    Una conseguenza delle operazioni per approfittare del drastico ribasso della borsa di Tokio

    (le cosiddette "put options" o "short-selling") fu il ritiro pressoch completo degliinvestimenti giapponesi nel resto del mondo, mentre le banche del Sol Levante versavanonella crisi peggiore del dopoguerra.

    Nel frattempo Washington e Londra esercitavano notevoli pressioni sulle altre capitali del

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    Gruppo dei Sette perch favorissero la "liberalizzazione" dei mercati finanziari e lapartecipazione al "gioco globale". All'Uruguay Round dei negoziati GATT per la primavolta si discusse il libero scambio dei servizi finanziari.

    Parallelamente alla "globalizzazione" dei mercati finanziari mondiali si verific senzachiasso uno sviluppo estremamente importante.

    Il direttore della Central Intelligence Agency William Webster decise di istituire una nuovasezione della CIA, il Directorate V. Annunciando la decisione a Los Angeles, Webster

    sottoline l' importanza della tendenza alla "globalizzazione dei mercati finanziariinternazionali" come un'area d'interesse per la nuova CIA. Finita l'era della guerra fredda,Webster vedeva una nuova missione per la CIA nello spionaggio contro "gli alleati politicie militari dell'America che al tempo stesso sono nostri concorrenti economici".

    Dopo cinque anni di collaudi e affinamenti condotti a Tokio ed a Wall Street le tecnicheinnovative di Wall Street venivano sottoposte alla prova pi ambiziosa: far crollare levalute nazionali, ad onta delle pi autorevoli autorit bancarie centrali, mettendo i governicon le spalle al muro. A Wall Street furono introdotti nuovi strumenti finanziari che nonavevano alcun collegamento concreto con il flusso reale di scambi commerciali e diinvestimenti. A questi strumenti fu dato il nome di "derivatives", o finanza derivata.

    A Wall Street svilupparono le operazioni nel regno dei tutto astratto dei contratti finanziari

    a termine, che poi furono estese anche alle valute; si stabil cos un mercato di "futures"tra vari paesi e non solo nell'ambito di una sola borsa. Si scommette sul prezzo futuro diuna valuta rispetto ad un'altra, ad esempio il marco rispetto al dollaro, oppure sul valore diun titolo di stato di un paese rispetto a quello di un altro, ad esempio entro una scadenza di90 giorni.

    Si tenga ben presente per che l'oggetto della compravendita non un Buono del Tesoroitaliano e un qualsiasi altro corrispettivo straniero, ma si scommette, cos come si fa allecorse, sul loro valore entro una data scadenza.

    Le grandi finanziarie di Londra e di Wall Street si attrezzarono con i sistemi diContrattazione computerizzata che collegarono con le principali piazze finanziarie

    internazionali realizzando cos la globalizzazione finanziaria di cui parlava Webster.I nuovi contratti furono chiamati "derivati" in quanto il loro prezzo deriva da un titoloazionario o finanziario reale, o da una merce, ma non esiste un collegamento con la suadiretta propriet. A Chicago, ad esempio, iniziarono la contrattazione di contratti a terminedell'indice del Nikkei Dow di Tokio, e lo stesso fecero da re. A Tokio non svolgevanocontrattazioni simili e non ne capivano l'importanza. Gli sforzi del ministero delle Finanzenipponico per ottenere la cooperazione di Singapore a sospendere tali scambi fallirono in

    blocco. Gli organi d'informazione statunitensi e britannici criticarono quell'iniziativagiapponese come "passata di moda".

    La Moody's crea l'ambiente controllato

    Nei giorni successivi al "no" danese nel referendum del 2 giugno 1992 sul Trattato diMaastricht gli "insider" di Wall Street prepararono il grande attacco. Nel luglio 1992 glioperatori pi importanti furono messi al corrente del fatto che "entro la fine dell'annociascuna moneta dello SME in Europa avrebbe cominciato a fluttuare liberamente". Imanager delle finanziarie decisero pertanto di sbarazzarsi dei titoli e delle valute europee.Tra i candidati pi ovvi per tale svendita spiccavano l'Italia, come pure l'Inghilterra.

    Ci di per s per non bastava. Il rischio era troppo alto e bisognava andare invece sulsicuro, perch sullo SME vegliava uno schieramento di alcune tra le pi potenti banchecentrali del mondo, a partire dalla Bundesbank, legate da un patto di reciproca difesa. Aquesto punto si ricorse ai servigi della Moody's Investor Service, una ditta che stabilisce il"rating" a Wall Street, stabilisce cio il grado di affidabilit dei titoli.

    Anni addietro l'Italia apr le porte agli investimenti stranieri, e vi fu costretta per finanziareil deficit, dando anche agli stranieri l'opportunit di acquistare Buoni dei Tesoro. Bastavaallora convincere questi investitori stranieri che il debito statale italiano valesse poco pidi quello di un paese come la Bolivia, ed essi si sarebbero precipitati a liquidare quei titoli,costringendo cos la Banca d'Italia ad offrire tassi di interesse sostanzialmente pi alti per i

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    nuovi Bot.

    Questo il compito che la Moody's ha assolto a partire dal giugno dello scorso anno. Iniziannunciando di aver posto il debito italiano nella lista del "credit watch", cio sottoosservazione per una probabile retrocessione, bench non si stesse verificando alcuna crisidi solvibilit. Poi ci fu la serie di retrocessioni del debito italiano decretate dalla Moody'sseguite ogni volta da un rialzo dei tassi di interesse che il Tesoro era costretto ad offrireagli acquirenti dei suoi titoli.

    Ogni aumento dell'l% del tasso d'interesse sul vasto debito pubblico italiano significa unaumento medio del deficit governativo di circa 17 mila miliardi di lire, che in pochi minutibrucia i disperati tagli effettuati sulla spesa pubblica. Le nuove emissioni a tassi maggioratierano interpretati dalla Moody's come un nuovo segnale di "inaffidabilit", e gi un altrovotaccio sulla pagella dell'Italia. Si tratta evidentemente di un circolo viziosodeliberatamene messo in moto dalla Moody's che culmin nel settembre scorso!

    Ma cos' questa Moody's, questo ente privato che ha finito col decidere il destino dinazioni e governi sovrani? Chi gli conferisce tanta autorit? Perch ad esempio non hadato pollice verso anche agli Stati Uniti, visto che il debito pubblico di quel paese hasuperato i 4 mila miliardi di dollari?

    Nel mondo finanziario la Moody's famosa come "la pi politica" agenzia di "rating".

    presieduta da John Bohn, che nell'amministrazione di Bush era un funzionario ad altolivello del Tesoro. Mentre votava una retrocessione dopo l'altra dell'Italia l'estate scorsa laMoody's dava un rapporto molto positivo sulle grandi banche, come la Citicorp, cheavevano esteso prestiti all'impero immobiliare canadese Olimpia & York di PaulReichmann finito in una bancarotta clamorosa. I Reichmann erano legati politicamente adHenry Kissinger, a lord Carrington ed all'oggi famoso George Soros. La Moody's e

    premurosa con gli amici.

    La cosa persino pi palese. Proprietaria della Moody's la Dun & Bradstreet Inc. che anche proprietaria del Wall Street Journal. Nel consiglio d'amministrazione della Dun &Bradstreet figurano i principali direttori delle pi importanti finanziarie di Wall Street chehanno condotto la speculazione contro la lira, e che sono anche quelle che al tempo stesso

    "prestavano consulenze" al governo italiano su come condurre il delicato processo diprivatizzazione delle imprese di stato. II conflitto d'interessi ovvio.

    Nel consiglio d'amministrazione della M.J. Evans, strettamente legata alla Moody's, figuraun personaggio che al tempo stesso nel consiglio di amministrazione della MorganStanley ed un altro ancora, R.A. Hansen, figura nella direzione della ,J.P. Morgan e dellaMerrill Lynch! Un altro ancora Charles Raikes, che stato consigliere della FederalReserve dal 1958.

    George Leung, amministratore delegato della Moody's Investors Service, dichiarava suFinancial World del 18 febbraio: "La gente sempre pi disillusa nei confronti del governi,sempre pi preoccupata degli imbrogli e problemi che vede nei governi e finisce colcercare qualcuno che possa indipendentemente far luce su tanta confusione. Questo il

    nostro ruolo". Questa dichiarazione d'intenti anteriore alla campagna della Moody'scontro l'Italia. Chi ha affidato alla Moody's il potere di decidere sulle nazioni? Nessuno.Moody's ha colmato il vuoto creatosi con la paralisi dei governi, costringendo ad accettarei propri diktat con la minaccia di voti sfavorevoli sul debito. La Moody's per ha solo

    preparato il terreno. L'attacco alla lira stato sferrato dalla speculazione della finanzaderivata, diretta a colpire il "fianco debole" dello SME.

    George Soros ed i suoi amici

    Con l'avvicinarsi in Francia della scadenza referendaria su Maastricht del 19 settembre,unraggruppamento di banche e speculatori di Wall Street, diretto da George Soros, unostrano personaggio di origine ungherese, lanci una formidabile ondata speculativa percostringere la lira a svalutare ed uscire di conseguenza dallo SME.

    Ecco come funzion.

    La finanza derivata, teniamolo presente, consiste in scambi in cui non si cedono oacquistano azioni o titoli reali, ma che rappresentano solo un accordo tra le due parti a

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    compiere pagamenti ad una futura scadenza in rapporto al rendimento di una merce o unavaluta. L'esempio tipico dato da una banca che compie un'operazione commerciale"derivata" mettendo a disposizione soltanto il 10% dei valore nominale del contratto, cioil deposito di garanzia. Grazie ai collegamenti personali con banche come la Citicorp di

    New York, George Soros stato capace di far crollare la lira e la sterlina, come pure lacorona svedese, il tutto soltanto con denaro preso a prestito, senza versare pi del 5% peril margine di garanzia collaterale!

    In sostanza Soros ha dato come garanzia soltanto 50 milioni di dollari di titoli per ottenere

    una linea di credito, dalla Citicorp ed altre banche, di un miliardo di dollari. Un prestito atempi brevissimi, per scommettere sulla svalutazione forzata della lira nei giorni in cui inFrancia si teneva il referendum! Il rapporto speculativo del suo denaro stato di 20:1. Dalcanto loro la Bundesbank, la Banca d'Italia e le altre banche per difendere la propriavaluta hanno invece dovuto sborsare il prezzo completo degli acquisti. Si stima che laBundesbank abbia speso a settembre 60 miliardi di dollari nelle varie operazioni di difesadelle monete dello SME. Utilizzando i "derivatives", Soros e Wall Street hanno potutospuntarla sulla Bundesbank con soli 3 milioni di dollari (20:1) !

    In una tipica operazione di swap con i "derivatives" condotta da Soros lo scorso autunno sisono acquistate lire con i dollari, le lire sono poi state convertite in marchi tedeschi al tassofisso di cambio dello SME. Poi stata la volta della Moody's a declassare l'Italia, mentregli organi di informazione internazionali si davano da fare a descrivere la gravit della crisieconomica e politica del paese. Le corporation hanno avuto paura ed hanno cominciato avendere lire. La valuta italiana cos passata da 765 lire contro il marco all'inizio disettembre alle 980 lire solo quattro settimane pi tardi.

    A quel punto Soros poteva acquistare lire fortemente scontate (il 28% in meno) e ripagareil suo debito iniziale, prima che scadesse la data del suo contratto, per il quale avevainizialmente versato solo il 5%. II profitto che ne ha ricavato si calcola sul 560%, ciocirca 280 milioni di dollari. Ma nessuna autorit di vigilanza sarebbe potuta intervenire

    perch l'operazione stata condotta "fuori registro", o come si suoi dire "Over-the-Counter", direttamente tra le due parti interessate senza altre formalit.

    Naturalmente, se la lira si fosse rivalutata del 5% l'impero di Soros sarebbe stato spazzato

    via all'istante. Soros per non soltanto un giocatore d'azzardo "fortunato".

    Intendo infatti spiegare che Soros riuscito a condurre le sue recenti operazionispeculative in grande stile perch ha accesso alle informazioni pi riservate dei centri di

    potere. Nel caso della crisi dello SME, come poteva sapere Soros quale delle 12 valutesarebbe stata colpita in quale giorno preciso?

    Ex funzionari della Federal Reserve USA spiegano privatamente che Soros ha ricevutoinformazioni riservate da parte di un amico che nella Federal Resene di New York lavoranel settore delle valute internazionali. La Fed di New York dispone, minuto per minuto,delle informazioni sull'andamento delle monete direttamente dalle banche centralieuropee. Se Soros pu disporre di tali informazioni il suo gioco garantito.

    Ma chi c' dietro questo personaggio misterioso? Soros opera attraverso la Quantum FundNV, una compagnia off-shore registrata nelle Antille Olandesi.

    Opera insieme ad un raggruppamento internazionale che potrebbe essere chiamato ilgruppo dei Rothschild. Nel consiglio di amministrazione della Quantum Fund figura NilsTaube, socio d'affari di lord Rothschild, e sir James Goldsmith, imparentato ai Rothschild.Altro membro del Quantum Richard Katz che a Milano dirige la Rothschild Italia, S.p.A.Altri esponenti del Quantum sono Isidore Albertini della ditta di brocheraggio milaneseAlbertini & Co.; Alberto Foglia, capo della Banca del Ceresio di Lugano; e EdgarPicciotto, un socio di affari di Carlo de Benedetti. Picciotto dirige inoltre la CBITDBUnion Bancaire Prive di Ginevra.

    Si dice poi che al Quantum partecipino segretamente anche Marc Rich, uno svizzerolatitante che operava nel settore dei metalli preziosi e del petrolio, ed il mercante di armiisraeliano Shaul Eisenberg. Soros inoltre colui che ha introdotto in Polonia ed in Russia il

    professore di Harward Jeffrey Sachs, il guru della terapia d'urto che causa il caoseconomico incontrollabile e profitti astronomici per gruppi ristretti di potere. Degno dinota il fatto che Marc Rich ed Eisenberg sono stati tra gli investitori pi attivi

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    nell'Europa orientale e nel CSI a partire dal 1990.

    Torniamo alla "Dottrina Webster" della CIA, promulgata nel 1989. All'epoca di BushWashington era impegnata a sabotare l'unit economica europea. L'estate scorsa il governoUSA fece strane dichiarazioni che ebbero l'effetto di scuotere le parit delle moneteeuropee in rapporto al dollaro, come fase preliminare della crisi di settembre. Responsabiledi quella operazione fu l'allora viceministro del Tesoro David Mulford, che oggi presiede laCredit Suisse First Boston di Wall Street. Prima di andare a Washington nel 1982 Mulfordera uno dei direttori della Merrill Lynch, quando allora era presieduta da Donald Reagan,

    che and anche lui a Washington come ministro del Tesoro sotto il Presidente Reagan.

    Degno di nota che una delle primissime nomine fatte dal Presidente Clinton riguardaRobert Rubin, presidente della Goldman Sachs, finanziaria pi prestigiosa di Wall Street.Oggi Rubin il Direttore dei nuovo Consiglio di Sicurezza Economica Nazionale dellaCasa Bianca. Esperti osservatori di Washington ritengono che il nuovo consiglio sia statocreato per coordinare l'applicazione della Dottrina Webster direttamente dalla CasaBianca.

    Le alte sfere della CIA, magari attraverso ex funzionari, hanno fatto opera di reclutamentonei consigli di amministrazione delle grandi finanziarie di Wall Street. Ai dirigenti dellefinanziarie che accettano, la CIA impartisce un particolare addestramento ed essi tornano

    poi al loro mondo di Wall Street. Conosco personalmente un banchiere svedese che statoinvitato a Washington il novembre scorso ad un seminario dove l'ex capo della CIAWilliam Colby teneva un discorso sul tema della nuova missione di spionaggio economicodei servizi segreti USA. Colby personalmente impegnato a reclutare i dirigenti dellegrandi finanziarie spiegando loro che adesso i mercati finanziari globali sono consideratiun "area di interesse della sicurezza nazionale USA". Il seminario era sponsorizzato dallaMerrill Lynch e dalla Borsa di New York.

    L'esplosione della finanza derivata

    "Senza la crescita enorme delle operazioni speculative della finanza derivata la crisi delloSME non si sarebbe mai verificata", ha affermato recentemente un esperto banchiereeuropeo. Mentre nel 1987 le banche centrali furono in grado di difendere la stabilit delloSME a costi minimi, nel 1992 esse sono state ridotte all'impotenza dai meccanismi dellafinanza derivata.

    Invece di svolgere una regolare attivit di compravendita nei mercati a termine regolari,come quello di Chicago, dove le banche sono costrette a versare un deposito di garanziaed a rendere nota quotidianamente la propria esposizione creditizia, i grandi di Wall Streeteludono la sorveglianza del governo trattando direttamente, "Over the Counter", tra bancae banca o tra banca e finanziarie straniere. La transazione non figura nel bilancio della

    banca cosicch gli investitori non possono sapere quanto il rischio che l'istituto inquestione corre di fronte ad un crollo del gi enorme mercato dei "derivatives".

    La classifica dei grandi speculatori in "derivatives" era guidata lo scorso anno dallaCiticorp, che vantava operazioni per circa 1400 miliardi di dollari. Seconda era la

    Chemical Bank con 1300 miliardi di dollari, terze a pari merito la J.P. Morgan e la BankersTrust, con mille miliardi di dollari ciascuna. Sono contratti che riguardano azioni, petrolio,obbligazioni come pure gli swap internazionali di valuta e gli swap dei tassi d'interesse. Perquanto riguarda queste ultime due voci, i contratti "derivati" oltre confine hanno giraggiunto l'astronomico ammontare di 4 mila miliardi di dollari.

    La graduatoria dell'esposizione su questo mercato dei contratti "derivati" continua con laMerrill Lynch, per 720 miliardi di dollari, la Salomon Bros., con 730 miliardi di dollari e laMorgan Stanley con 300 miliardi di dollari. Queste attivit hanno aperto tutto un vastosettore di informatica bancaria sofisticatissima, che impiega i supercomputer CRAY per

    processare i dati in parallelo, necessari per gestire la contrattazione automatica senzafrontiere che avviene grazie a programmi capaci di far fronte ai complessi problemi dicalcolo del rischio a variabile multipla. Ma, a parte questi aspetti pittoreschi, a fare profitticon la speculazione "derivata" so- no solo gli "insider traders" di New York. Il giocod'azzardo truccato, con la complicit di Washington. Cercare di capire gli aspetti"tecnici" della manovra con la quale Soros riuscito ad intascare un miliardo di dollari di

    profitti speculando sulla sterlina a settembre fatica sprecata. Certo per che giornalifinanziari quali il Wall Stret Journal ed il Financial Times fanno il possibile per destare

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    l'impressione opposta.

    Il che fare

    Governi e banche centrali dell' Europa continentale hanno sin ora respinto le nuovetecniche speculative della finanza derivata. Alcuni banchieri svizzeri e tedeschi sonoconvinti che l'offensiva condotta dagli anglo-americani con la finanza derivata sia pi

    pericolosa di una guerra nucleare con la Russia. Il 24 novembre, poco dopo la crisi delloSME, il direttore generale della Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea

    Alexander Lamfalussy ha dichiarato ad un gruppo di banchieri a Londra: "Volete sapereperch molti colleghi delle banche centrali nutrono le mie stesse preoccupazioni chequeste attivit possano rappresenta- re problemi di natura sistemica nel sistema finanziariointernazionale?" Lamfalussy teme il ripetersi del fenomeno verificatosi col crac borsisticodel 1987: "l'attivit sui mercati derivati potrebbe avere notevoli ripercussioni nei sotto-stanti mercati a pronti, al punto da accentuare proprio quella instabilit dei prezzi contro laquale si pensava di dare un'assicurazione con alcuni strumenti derivati".

    Lamfalussy ha inoltre spiegato che la grande esposizione negli strumenti fuori bi- lancio daparte delle banche "ha reso pi opaca la natura e la distribuzione del rischio nelleoperazioni sul mercato finanziario". Ha infine prospettato lo scenario peggiore: "Qualora siverificasse un problema in un istituto le altre ditte reagirebbero immediatamente edrasticamente. Potrebbero ritirare improvvisamente ed indiscriminatamente linee di

    credito, e persino disimpegnarsi da operazioni in corso. Il tutto aumenterebbe la possibilitdel verificarsi improvviso di un blocco globale di liquidit".

    Anche un personaggio di spicco a Wall Street come Henry Kaufman, che stato il primoeconomista della Salomon Brothers, si detto preoccupato perch la speculazione"derivata" fa intravedere "una prossima catastrofe colossale perle banche americane".Altri cos bollano queste novit nel sistema finanziario: "ventiseienni con il computerstanno costruendo la bomba all'idrogeno finanziaria." Tuttavia non fanno nulla percontrollare la situazione. La primavera scorsa Lamberto Dini condusse uno studio per ilFondo Monetario Internazionale, ma il suo rapporto stato praticamente censurato, lastampa non ha ottenuto delle copie. Ad una mia domanda nel corso di una conferenza afebbraio, Lamberto Dini ha risposto: "Le banche americane e londinesi svolgono il grosso

    delle attivit in questo processo. Dobbiamo determinare innanzitutto cosa stiaeffettivamente accadendo.

    Alcuni segni di resistenza

    Pi recentemente il Presidente della Commissione Finanza e Banche del Congresso USA,l'on. Henry Gonzalez, ha richiesto alla Federal Reserve ed alla Commissione "Securities &Exchange" del governo di condurre un'indagine approfondita sulle attivit all'estero delQuantum Fund di George Soros. Gonzalez ha chiesto di sapere come Soros possa fare

    profitti astronomici come quelli di settembre, quanto del suo capitale provenga dallebanche americane, in che misure le banche USA siano coinvolte nelle speculazioni di quelfondo, ed il ruolo specifico degli strumenti finanziari derivati nelle grandi manovrespeculative di Soros. Questa solo la superficie dei fatti.

    Dietro le quinte infuria uno scontro tra le autorit bancarie europee e quelle americane. Leautorit d'oltre oceano sono radicali, ritengono che le banche statunitensi abbiano il dirittodi non imporre alcuna restrizione alla finanza derivata. Ritengono infatti che questo sia ilmodo migliore di allentare la pressione sulle grandi banche USA, che disporrebbero inquesto modo di maggiori capitali. Praticamente permettono che venga assicurato solo ilmargine netto di rischio, e non tutto il contratto. Le autorit di vigilanza europee non

    permettono una cosa del genere. Ritengono che sia dovere della banca assumersi alcompleto il rischio di un'insolvenza su tutto il valore nominale di un contratto.

    Lo scorso ottobre il Congresso degli USA approv la Futures Trading Practives Act of1992, una legge che prevede che gli swap Over the Counter, cio i contratti a pronti etermine di valuta o sui tassi di interesse che avvengono tra le due parti senza essere

    registrati, non rientrino pi nella categoria dei "futures", dei contratti a termine, dando vitain tal modo ad una proliferazione cancerosa di carta finanziaria fuori dal controllo diqualsiasi autorit.

    L'economista americano Lyndon LaRouche ha recentemente lanciato la proposta di

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    imporre una tassa globale e ben coordinata su queste attivit speculative, perch tassarlesarebbe il modo migliore di renderle meno attraenti per gli speculatori e quindi sgonfiare la

    pericolosa bolla. LaRouche ha proposto una tassa dello 0,1 % sul valore nominale, non sulvalore "netto", di ciascuna transazione derivativa. "Questa la bolla di John Law (nellaFrancia del 18mo secolo) all'ennesima potenza. La vulnerabilit di tutto il sistemafinanziario, il caos e la distruzione delle strutture di produzione fisica sono potenzialmenteincalcolabili, pertanto occorre mettere sotto controllo il fenomeno". La settimana scorsaintanto George Soros ha fatto sapere che torner alla carica. Questa volta deciso aspezzare uno degli elementi portanti della coesione europea: il suo nuovo obiettivo

    quello di spezzare il legame che unisce il marco tedesco al franco francese.

    I protagonisti della destabilizzazione italiana

    Discorso di Claudio Celani, italian deskdell'EIRdi Wiesbaden.

    All'inizio dei gennaio scorso, l'EIRpubblic un documento intitolato "La strategia anglo-americana dietro le privatizzazioni italiane: il saccheggio di un'economia nazionale". Inquello studio, inviato ad alcuni organi di stampa, alle forze politiche ed alle istituzioni, sidelineava un quadro preoccupante di attacco all'economia italiana nel contesto della

    cosiddetta "globalizzazione dei mercati", cio la realizzazione di un unico sistemaeconomico mondiale in cui non vi sarebbe stato pi alcun controllo sui movimenti e sullacreazione di capitali.

    In quel documento si riferiva un episodio passato inosservato, e che invece rivestiva unagrandissima importanza. II 2 giugno 1992, a pochi giorni dalla morte del giudice Falcone,si svolgeva una riunione semisegreta tra i principali esponenti della City, il mondofinanziario londinese, ed i manager pubblici italiani, rappresentanti del governo di allora e

    personaggi che poi sarebbero diventati ministri nel governo Amato. Oggetto di discussione:le privatizzazioni. La cosa pi grave che questa riunione si svolse sul panfilo Britannia,di propriet della regina Elisabetta II, la quale fu presente ai colloqui. Il Britannia, dopoaver imbarcato gli ospiti italiani a Civitavecchia, prese il largo ed usc dalle acque

    territoriali. Avvenne dunque che i potenziali venditori delle aziende da privatizzare(governo e manager pubblici) discussero di ci con i potenziali acquirenti, i banchierilondinesi, a casa di questi ultimi. Non sappiamo che cosa si siano detti questi signori,sappiamo solo che il direttore del Tesoro Mario Draghi prov tale imbarazzo che chiese di

    poter leggere il suo discorso quando il panfilo era ancora in porto, per poter scenderesubito ed evitare di rimanerci quando questo prese il largo.

    Sappiamo dell'imbarazzo di Draghi perch un settimanale,L'Italia, riprese l'articolodell'EIR, citando la fonte, ed un parlamentare missino, Antonio Parlato, che lo lesse,

    present un'interrogazione parlamentare, anzi, pot rivolgere una domanda allo stessoDraghi, che quel giorno riferiva su altre questioni in Commissione Bilancio. In seguito, lanotizia fu ripresa da numerosi organi di stampa, anche grazie al fatto che l'ex segretario delPSI Bettino Craxi aveva diffuso il documento dell'EIRalla Camera. Ci furono quindi

    numerose interrogazioni parlamentari (a Parlato, che ne fece mi sembra tre, si aggiunserol'on. Tiscar, qui presente, e gli on. Pillitteri e Bottini) e altre sollecitazioni ufficiali (lasenatrice Edda Fagni cit questo fatto nel discorso al Senato il giorno del voto di fiducia algoverno Ciampi), ma n il governo di allora, guidato da Giuliano Amato, n quello attualesi sono sentiti in obbligo di fornire un chiarimento all'opinione pubblica ed al Parlamento.

    Insisto su questo fatto perch mi sembra emblematico del modo in cui vengono prese ledecisioni che determinano il futuro del nostro paese, cio di milioni di cittadini chelavorano e pagano le tasse, ed hanno bisogno di avere fiducia in coloro che lirappresentano, che devono compiere scelte riguardanti il loro futuro, il loro posto dilavoro, i loro risparmi, i loro figli ecc.

    Ebbene, il fatto del Britannia mostra che scelte decisive, come quelle delle privatizzazioni,vengono fatte al di fuori del Parlamento e addirittura in sedi cos lesive dell'onore e delladignit nazionale come il panfilo della regina Elisabetta d'Inghilterra!

    Su quel panfilo, siamo venuti a sapere, c'era anche l'attuale ministro degli EsteriBeniamino Andreatta, un personaggio che, bench non diriga personalmente un dicastero

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    economico, entr nel governo Amato proprio per accelerare il processo di privatizzazioni etuttora, ne siamo certi, quando partecipa alle riunioni di gabinetto certamente dir la sua inmateria economica, anche per- ch di politica estera sembra capire ben poco. Ebbene,Andreatta dovrebbe come minimo chiari- re dinanzi al Parlamento che cosa disse e checosa fece quel giorno sul Britannia e, nel caso emergano elementi compromettenti, dare ledi- missioni. Noi siamo sicuri che Andreatta abbia qualcosa da raccontare, anche perch,analizzando il suo comportamento da ministro degli Esteri, si riscontrano evidenticoincidenze.

    Guarda caso, infatti, l'ospite illustre della regina Elisabetta anche quello che non appenamesso piede alla Farnesina accoglie entusiasticamente la proposta britannica di mandaregli eserciti in Bosnia, a farsi massacrare dalle artiglierie serbe.

    Andreatta, infatti, noncurante delle dichiarazioni dei nostri capi militari sul fatto che saruna carneficina (non abbiamo nemmeno le corazze adatte sui nostri carri) afferma condisinvoltura che se necessario si rivedr il bilancio, quello stesso bilancio che fino ad unmomento prima era una vacca sacra, intoccabile.

    Preciso: non si tratta di essere contrari ad un intervento militare risolutore, ma esso vafatto senza mandare truppe coloniali sul territorio, bens riarmando i bosniaci in modo che

    possano difendersi ed assistendoli cori l'aviazione.

    Invece il comportamento di Andreatta la prova che esiste un legame, come stato dettonella introduzione, tra la strategia liberista, della "terapia d'urto" e delle privatizzazioni, ela geopolitica applicata nei Balcani per intrappolare l'Europa in uno scenario di conflitti.Quel documento dell'EIR, comunque, inquadrava l'episodio del Britannia in uno scenario

    pi ampio, di vera e propria destabilizzazione politico-economica del paese. Comeabbiamo sentito prima, la strategia geopolitica anglo-americana considera l' Italia, assiemeai Balcani, il fianco sud, il "ventre molle" di un potenziale blocco di sviluppo euroasiatico,e per questo l'Italia viene colpita.

    Che la destabilizzazione fosse in arrivo lo si sapeva da quando l'allora capo della CIA sottoBush, William Webster, annunci che, come conseguenza del crollo del comunismo,l'apparato di spionaggio USA avrebbe impegnato le sue risorse in una strategia volta a

    contrastare i rivali economici: l'Europa ed il Giappone. Webster enunci la nuova dottrinaproprio mentre il Muro stava cadendo, il 19 settembre 1989, di fronte al World AffairsCouncildi Los Angeles. La Dottrina Webster uno dei pilastri del "nuovo ordinemondiale" inaugurato sotto la presidenza Bush. L'altro pilastro, pi concepito per lenazioni del Terzo Mondo, la cosiddetta "Dottrina Thornburgh", secondo cui la leggeamericana al di sopra del diritto internazionale. La Dottrina Thornburgh, dal nomedell'ex ministro della Giustizia USA, quella che ha giustificato l'invasione del Panama.

    Ed abbiamo, in coincidenza con questi sviluppi, l'apertura di una sede italiana dellaBishopInternational, un'agenzia di informazioni operante nel mondo dell'economia, affiliata adun altro ente simile, pi noto, che si chiamaKroll International. Kroll un ex agente dellaCIA che si dato una copertura da "businessman" ma continua a lavorare per i vecchi

    padroni. Fu la Kroll, infatti, a raccogliere e divulgare informazioni sulle imprese europee

    che avevano fornito all'Irak materiale e tecnologia ritenuti "indesiderati" dall'amministrazione Bush. Ebbene, Bishop un ex agente di Scotland Yard che ha lavorato

    per anni con Kroll e poi si messo in proprio a raccogliere "informazioni economiche".Bishop ha aperto una filiale a Milano l'estate scorsa.

    Ma l'iniziativa su scala pi vasta sinora intrapresa nell' ambito della Dottrina Webster cisembra quella di Robert McNamara, il quale ha fondato nel maggio scorso un organismointernazionale chiamato "Transparency International", il cui scopo sarebbe quello dicombattere la corruzione su scala mondiale. Ora, bene che noi italiani guardiamo conattenzione a ci, perch dobbiamo evitare che nella sacrosanta lotta alla corruzioneintrapresa a casa nostra (grazie a inquirenti che si sono svegliati dopo quarant'anni diletargo) ci affidiamo a metodi e "consigli" d'oltreoceano, se non addirittura a strutture

    investigative che sfuggono al controllo nazionale o sono influenzate da centri occulti.Questo vale sia per i reati amministrativi che per la lotta alla mafia.

    Osserviamo da vicino l'iniziativa di McNamara. Innanzi tutto sorprende che unpersonaggio del genere scopra la vocazione per la giustizia. McNamara divenne famosocol nomignolo di "bodycount" (contacadaveri) quando era ministro della Difesa, durante la

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    guerra del Vietnam. Quel nomignolo gli fu affibbiato perch compariva quasi ogni sera intelevisione per vantarsi delle migliaia di nemici uccisi. Poi fece una famosa riforma alPentagono, introducendo la dittatura dei ragionieri. Lui fautore di una concezioneeconomica di tipo assolutamente contabile, cio non importa che cosa si produce ed aquale scopo, basta che il bilancio quadri. Andrebbe molto d'accordo col nostro Barucci oAndreatta. E' il modo di pensare tipico dei banchieri usurai, i veri padroni di questo"tecnico" che ha rivestito posizioni di potere senza essere mai eletto.

    Transparency International esibisce alcuni nomi famosi come fiore all'occhiello, come l'ex

    ambasciatore di Carter alle Nazioni Unite, Andrew Young, o l'ex presidente dei CostaricaArias (su quest'ultimo ci sarebbe da ridire), ma non saranno costoro a combattere la"corruzione". Il compito sar svolto dallo staff di funzionari, tutti provenienti dalla BancaMondiale e dal Dipartimento di Stato americano. Transparency si occuper di"consigliare" i paesi del Terzo Mondo e del settore in via di sviluppo, nonch quelli dell'Europa dell'est, su quali contratti stipulare con le nazioni dell'OCSE, e quali no.

    Al proposito istruttivo leggere un articolo apparso sul quotidiano di Berlino Tageszaitungil 7 maggio scorso, articolo in cui veniva intervistato il direttore di Transparency, l'exmanager della Banca Mondiale Peter Eigen. Il vero obiettivo di Transparency sembraquello di impedire il trasferimento di tecnologia dall'Europa ai paesi in via di sviluppo. Gliacquisti di impianti ad alta tecnologia, macchine ecc., comportano infatti transazionifinanziarie elevate, all'interno delle quali, dichiarano quelli di Transparency, possonofacilmente celarsi tangenti e bustarelle. I crociati della lotta alla corruzione si tradisconoquando parlano di "progetti superflui": questa la tradizionale politica malthusiana dellaBanca Mondiale, che ha sempre elargito i suoi scarsi finanziamenti a progetti di bassa

    produttivit.

    Non a caso l'organismo di McNamara ha scelto come sede Berlino ed ha annunciato cheper il 1993 si prefigge l'obiettivo di stipulare contratti di consulenza con sei nazionidell'Europa orientale. Sar dunque l'ex carnefice del Vietnam a decidere che cosa i paesidell'Europa dell'est acquisteranno dalla CEE e che cosa non acquisteranno. Naturalmente,c' sempre lo zio Sam a fornire gli stessi beni senza bustarelle, cio con tangenti "legali"del 5%.

    Un altro protagonista della destabilizzazione economica la pi grande finanziaria di WallStreet, la Goldman Sachs. Nel nostro documento indicavamo come la G. Sachs avessesvolto un ruolo nel crollo della lira, dapprima annunciandone la sopravvalutazione edindicando nel livello di 1000 lire al marco il tasso di cambio che essa riteneva realistico,

    poi buttandosi a vendere lire per contribuire a ottenere quel risultato. La Goldman Sachs si posizionata sul mercato italiano aprendo l'anno scorso un ufficio "operativo" a Milano.Sorge quindi lecito il sospetto che la svalutazione della lira di circa il 30% serva tra l'altro arendere pi appetibili i pezzi delle ex PPSS che lo Stato ha deciso di mettere in vendita, eche andranno sicuramente ad acquirenti stranieri visto che nessuno in Italia ha i capitali asufficienza. Il comportamento di un personaggio come Romano Prodi, nominato dall'exgovernatore Ciampi a presidente dell'IRI, conferma questi sospetti. Gi un anno fa Prodiaveva esposto le sue idee in materia di privatizzazioni: privatizzare tutte le banche

    d'interesse nazionale, pi il San Paolo di Torino, il Monte dei Paschi di Siena e l'Ina. Ora,se crediamo ai resoconti di una sua intervista al Wall Street Journal, dichiara che non solotutto delle ex PPSS si pu vendere, ma anzi, le aziende vanno prima risanate e poivendute. Quindi, prima le risaniamo con i soldi dei contribuenti italiani, poi le vendiamo achi, ai soliti stranieri? Romano Prodi era fino a qualche tempo "senior adviser" dellaGoldman Sachs, e non ci risulta che si sia dimesso dalla carica. Allora deve decidere se fagli interessi di Wall Strect o quelli dell'Italia. Oppure quelli del finanziere speculatoreSoros, con cui collabora nei progetti di saccheggio dell'Europa orientale. Infatti, Prodifaceva parte del pool di economisti, assieme al famoso Jeffrey Sachs, che mise a punto ilcosiddetto Piano Shatalin, un piano per la riconversione economica dell'ex URSS ideato daSoros, cos radicale che fu respinto a suo tempo da Gorbaciov 1990-91).

    Prodi dunque collegato agli ambienti che speculano contro la lira, che saccheggiano

    l'economia dell'Europa dell'est ed hanno permesso in quei paesi un saldo insediamentodella mafia. E' legittimo, quindi, il sospetto che la liquidazione dell'IRI, col passaggio inmano straniera delle migliori aziende, ad alto contenuto tecnologico, sia stata gi decisa eche Prodi sia un semplice esecutore delle volont degli ambienti internazionali a cui legato.

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    22 ottobre 2007

    Marzo 2008

    Non si tratta di sostenere il "socialismo reale" se si dubita che, per definizione, il privatosia meglio del pubblico.

    In generale, la presenza dello stato dovrebbe limitarsi alle infrastrutture, in primis l'energia,ma anche i trasporti, la scuola e la sanit. Ma proprio il caso italiano mostra che, laddoveessa guidata da manager onesti e competenti, l'impresa pubblica in grado di competerein quanto ad efficienza e risultati con quella privata. Se ci non avviene solo dovuto alfatto che non abbiamo pi dirigenti del calibro di un Enrico Mattei. Ricordiamo che ai

    tempi di Mattei l'IRI, un complesso che ci era invidiato all'estero perch era in grado difare tutto, moltiplicava ogni lira investita per sei-sette volte. Solo il Progetto Apollo dellaNASA ha saputo fare di meglio.

    Dai pochi elementi qui presentati, potrebbe concludersi che c' una destabilizzazionevoluta dell'economia italiana? Certamente, anche se qualcuno potrebbe ribattere su ognisingolo punto offrendo una spiegazione diversa. Ci che ci fa affermare con sicurezza chela destabilizzazione esiste, non tanto un ragionamento di tipo deduttivo, cio un'ipotesidesunta solo dagli elementi fattuali, come farebbe Sherlock Holmes o la FBI. Il fatto da cui

    bisogna partire che coloro che oggi propongono la ricetta liberistica, privatizzazione pitagli, sanno benissimo che questa ricetta non funziona (basta vedere lo stato in cui ridotta l'economia inglese) e che, anzi, essa ha effetti distruttivi sull'economia nazionale acui viene applicata. Esiste, dunque, una mens reaa monte di tutto ci, di cui sono complicicoloro che per ingenuit o per stupidit se ne fanno i portavoce in Italia.

    Il liberismo una truffa sin dalla nascita: quando Adam Smith scrisse il suo libro "Laricchezza delle Nazioni" lo fece per convincere gli Stati Uniti a non diventare una nazioneindustriale, e rimanere un paese agricolo. Cosa che l'America si guard bene dal fare. Oggilo stesso trucco viene riproposto in forma moderna e su scala mondiale o, come dicono gliangloamericani, globale.

    Mr. Britannia colpisce ancora

    Alla riunione dei ministri finanziari del G7 tenutasi a Washington il 19 ottobre, stataascoltata la relazione di Mario Draghi, che oltre ad essere il governatore di Bankitalia anche, dal 2006, capo del Global Financial Stability Forum, e cio la squadra di salvataggiodel sistema finanziario mondiale. Stando al testo distribuito, non si vedono minacce mortali alsistema, n attualmente n all'orizzonte. Addirittura, la parte finale della relazione consiste inuna totale assoluzione del ruolo degli hedge funds: il settore degli hedge funds di per s non si rivelato come uno dei principali elementi problematici per l'intero sistema come pure ci sisarebbe potuti aspettare. Un'assoluzione normale per chi, fino ad un anno fa, era vicecapoeuropeo di Goldman Sachs, uno dei principali gestori di hedge funds, ma strabiliante per chi,nelle vesti di banchiere centrale, dovrebbe sapere bene che proprio gli hedge fund sono stati iveicoli del collasso del sistema.

    In privato, i partecipanti al G7 hanno ammesso ben altre verit, come si desume dalledichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco Steinbrck, che ha paventato il rischio dicrollo di una grossa banca internazionale proprio come conseguenza del mancatorifinanziamento della "spazzatura" degli hedge funds.

    Ci si chiede se l'operato del governatore sar messo mai sotto scrutinio: difficile nell'attualeclima politico italiano, sotto scacco dagli stessi "poteri forti" che hanno sponsorizzato lacarriera dell'illustre governatore. Draghi, che va sporgendo denuncia contro chi lo chiama"Mr. Britannia" (ricordando il suo exploit sul panfilo della Regina Elisabetta il 2 giugno1992), viene addirittura candidato alla successione di Prodi nel caso che la spinta del suo excompagno di scuola, Luca Cordero di Montezemolo, riuscisse a rovesciare il governo Prodi.Sarebbe il colmo.

    La distruzione dello Stato Sociale attraverso la catastrofe delleliberalizzazioni-privatizzazioni in Italia

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    Il Movimento Solidariet pubblica un nuovo dossier per dimostrare che il processo diliberalizzazioni e privatizzazioni attuato in Italia dall'inizio degli anni Novanta non ha portatonessun beneficio al paese. Lo scritto iniziale, elaborato da Claudio Giudici, dimostra che:

    le liberalizzazioni portano ad un aumento dei prezzi;1.le liberalizzazioni portano alla distruzione di posti di lavoro ed allabbassamento deglistipendi dei lavoratori e dei fat turati delle piccole imprese;

    2.

    la liberalizzazione-privatizzazione dellimpresa pubblica nel periodo 1992-2000 non stata conseguenza dellinefficienza economica;

    3.

    i processi di liberalizzazione-privatizzazione non hanno minimamente migliorato lacapacit produttiva italiana;

    4.

    le liberalizzazioni favoriscono i concentramenti di capitale in poche ricchissime mani;5.il rendimento finanziario delle aziende privatizzate stato peggiore rispetto allageneralit del mercato finanziario italiano.

    6.

    Attraverso una serie di esempi lampanti, diventa sempre pi evidente che questo processo di"modernizzazione" del paese in realt rappresenta un grave attacco al suo tessuto produttivo,accelerando il processo di disintegrazione economica e finanziaria che sta gi mettendo inginocchio leconomia mondiale.

    La seconda parte del dossier tratta "Le misure necessarie per fermare la crisi economica"elaborate dal Movimento di LaRouche, tra cui:

    la nuova Bretton Woods;1.il Disegno di Legge per la protezione dei proprietari di case e delle banche;2.l'iniziativa contro la ratifica del Trattato di Lisbona.3.

    Scarica il documento in formato .pdf

    I nostri video sul ruolo diMr. Britannia (Mario Draghi)

    a) - "The Britannia Crowd in Italy", 30 dicembre 2008.

    b) - "La crisi secondo Stabilizator", 19 marzo 2009.