MOTORI ELETTRICI TRIFASI - Marco Dal Pra€¦ · Il motore asincrono trifase negli anni ha...

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Appunti di Elettrotecnica Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 1 di 28 APPUNTI DI ELETTROTECNICA MOTORI ELETTRICI TRIFASI Guida Teorica e Pratica A cura di Marco Dal Prà www.marcodalpra.it Versione n. 4.0 - Giugno 2013

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  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 1 di 28

    APPUNTI DI ELETTROTECNICA

    MOTORI ELETTRICI

    TRIFASI

    Guida Teorica e Pratica

    A cura di Marco Dal Prà

    www.marcodalpra.it

    Versione n. 4.0 - Giugno 2013

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 2 di 28

    Indice

    Definizioni........................................................................................................................................4

    Introduzione......................................................................................................................................5

    1 Macchine Elettriche Rotanti .....................................................................................................6

    1.1 Generalità .............................................................................................................................6

    1.2 Aspetti meccanici dei Motori Elettrici .................................................................................7

    2 Campo Magnetico e Velocità ...................................................................................................8

    2.1 Campo Magnetico Rotante...................................................................................................8

    2.2 Velocità ................................................................................................................................8

    3 Tipi di Motori Trifase.............................................................................................................10

    3.1 Tipologie ............................................................................................................................10

    3.2 Reversibilità .......................................................................................................................10

    3.3 Motori Sincroni ..................................................................................................................11

    3.4 Peculiarità delle Macchine Sincrone ..................................................................................11

    3.5 Motori Asincroni ................................................................................................................12

    3.6 Motore Asincrono con Rotore Avvolto..............................................................................12

    3.7 Motore Asincrono con Rotore in Cortocircuito .................................................................13

    4 Cenni di teoria del Motore Asincrono....................................................................................14

    4.1 Introduzione........................................................................................................................14

    4.2 Giri al Minuto.....................................................................................................................14

    4.3 Flusso Magnetico ...............................................................................................................16

    4.4 Coppia ................................................................................................................................17

    5 Variazione della tensione di alimentazione............................................................................18

    5.1 Introduzione........................................................................................................................18

    5.2 Variazione della Tensione ..................................................................................................18

    5.3 Variazione della Frequenza ................................................................................................18

    5.4 Variazione combinata di Tensione e Frequenza.................................................................19

    6 APPENDICI ...........................................................................................................................20

    A. Motori elettrici ed Efficienza Energetica ...............................................................................21

    B. Caratteristiche particolari delle Macchine Sincrone...............................................................22

    C. A cose serve l’AVR ?.............................................................................................................24

    D. Questione di Coppia ...............................................................................................................25

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 3 di 28

    Prefazione

    Sul motore elettrico trifase esistono già moltissimi documenti, e soprattutto su quello asincrono.

    Questa guida quindi potrebbe sembrare inutile, ma invece ha un approccio un po’ diverso dai libri

    scolastici e dai testi specifici.

    L’intenzione è di raccogliere tutte le nozioni, sia basilari che normative che di mercato, e di

    confrontarle con l’utilizzo pratico del motore.

    Si sono affrontate soprattutto le seguenti tematiche :

    • Concetti base sui motori elettrici trifasi

    • Concetti approfonditi legati all’azionamento dei motori mediante inverter;

    • Problematiche meccaniche : la coppia

    • Problematiche energetiche : l’efficienza.

    • Concetti basilari sull’eccitazione dei motori sincroni, visto l’incremento della generazione

    diffusa in Italia

    Bibliografia :

    • Mario Pezzi Macchine Elettriche 2a. Ediz. - Zanichelli

    • Bassi / Bossi Elettrotecnica Pratica Editorale Delfino Marzo 2000

    • Principi base dei Motori Trifase a induzione Rockwell Automation Ott.1997*

    • www.electroyou.it Articoli di vari

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 4 di 28

    Definizioni

    Al fine della presente guida valgono le seguenti definizioni :

    Motore ad Induzione

    Sinonimo di motore asincrono trifase, modo in cui viene chiamato prevalentemente in Italia; negli

    altri paesi è chiamato più correttamente motore ad induzione (induction motor).

    Frequenza

    Cicli al secondo (si misura in Hertz); la frequenza unificata in Europa per i sistemi elettrici di

    distribuzione in corrente alternata è di 50 Hz.

    Nella presente guida sono considerati dispositivi alimentati a tale frequenza.

    Bassa Tensione (B.T.)

    Secondo la Norma CEI 64-8, sono considerati in Bassa Tensione gli impianti elettrici con tensione

    inferiore a 1000 Volt in corrente alternata.

    Il valore unificato per l’Europa per i sistemi di distribuzione pubblica in bassa tensione a corrente

    alternata (= LV = Low Voltage) è di 230/400V.

    Inverter

    Termine generalmente usato in ambito industriale per identificare un dispositivo atto alla

    regolazione della velocità dei motori elettrici in corrente alternata.

    Sono dispositivi che, a partire dalla tensione di rete, generano una tensione a frequenza variabile che

    viene applicata ai motori elettrici.

    Vengono chiamati anche “Drive” o “variable-frequency drive” (VFD).

    Nota : Questi dispositivi non devono essere confusi con gli inverter per la produzione di

    energia elettrica come nel settore “Fotovoltaico”, che convertono la corrente continua

    generata dai moduli fotovoltaici, in una corrente alternata alla frequenza di rete, cioè ad una

    frequenza fissa.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 5 di 28

    Introduzione

    Il mercato dei motori elettrici oggi è dominato prevalentemente dal motore asincrono trifase a

    gabbia, un tipo di motore molto semplice, robusto ed economico.

    Il motore asincrono trifase negli anni ha guadagnato una fetta di mercato sempre maggiore,

    occupando, grazie all’elettronica di controllo, anche settori che un tempo erano ad uso esclusivo dei

    motori in corrente continua, che al contrario stanno quasi scomparendo.

    Lo si vede anche dal mercato dei motori elettrici

    in Italia (anni 2001-2004) che risulta suddiviso

    (dati estratti dai fatturati delle imprese associate

    ANIE), come numero di pezzi, indicativamente

    :

    • 80 % Motori Asincroni in B.T.

    • 16 % Motori Brushless

    • 4 % Motori in Corrente Continua

    L’uso dei motori asincroni và dalle pompe ai ventilatori, dagli ascensori alle gru, dai compressori

    d’aria ai gruppi frigoriferi, dai miscelatori ai trasportatori, ma la lista è interminabile in quanto nella

    maggior parte delle applicazioni tecnologiche, sia industriali che del terziario, per ricavare energia

    meccanica dall’energia elettrica si usano proprio questi motori.

    Sul mercato sono reperibili numerosissimi modelli, e la gamma di potenza spazia da poche centinaia

    di watt fino a motori che superano i 600 kW.

    Tuttavia, come si vedrà più avanti, questi motori quando collegati alla rete hanno il “difetto” di

    girare a velocità praticamente costante.

    L’inverter è un dispositivo nato proprio per risolvere questo problema, ma per questo dispositivo si

    rimanda ad un altro manuale.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 6 di 28

    1 Macchine Elettriche Rotanti

    1.1 Generalità

    I motori elettrici, a prescindere dal tipo, fanno parte della grande famiglia delle macchine

    elettriche, ed in particolare a quella delle macchine rotanti.

    Si usa il termine “macchine” in quanto generalmente sono reversibili .

    Si può capire meglio questo concetto con l’aiuto di alcuni esempi :

    • I trasformatori possono essere usati per abbassare la tensione, ma anche per ottenere l’effetto contrario, ossia di elevare una tensione.

    • Un motore elettrico trasforma l’energia elettrica in meccanica, ma può essere usato per trasformare l’energia meccanica in elettrica semplicemente applicando all’asse una

    appropriata forza (il motore diventa generatore).

    • Una macchina in corrente continua può essere chiamata Dinamo o Motore, ma il fabbricante non può sapere se il suo cliente la utilizzerà per produrre energia elettrica o

    per eseguire un lavoro meccanico.

    Anche se talvolta le macchine rotanti hanno una progettazione leggermente diversa se usate

    come generatori piuttosto che come motori, il concetto di reversibilità resta.

    Macchine Elettriche

    Trasfomatori Macchine Rotanti

    Macchine in Corrente Continua

    Macchine in Corrente Alternata

    Figura 1.1 - Suddivisione delle Macchine Elettriche

    Come si vede in figura 1.1, per le macchine rotanti si individuano due grandi famiglie : le

    macchine in corrente alternata e quelle in corrente continua.

    In questa trattazione ci occuperemo di motori in corrente alternata, e più precisamente di

    motori trifasi.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 7 di 28

    1.2 Aspetti meccanici dei Motori Elettrici

    I motori elettrici trifasi sono composti essenzialmente di due parti : lo statore ed il rotore.

    Lo statore è la parte fissa nella quale sono inseriti i tre avvolgimenti primari, ai quali viene

    applicata la tensione di alimentazione.

    All’interno dello statore trova posto il rotore, che “trascinato” dal campo magnetico

    generato degli avvolgimenti statorici, si pone in rotazione.

    Figura 1.2 - Motore Elettrico Trifase di tipo Asincrono con rotore a gabbia.

    Completano la nostra macchina rotante :

    • la carcassa, che con le alette smaltisce il calore prodotto soprattutto dallo statore;

    • la ventola, che provvede al raffreddamento, ma sottrae una piccola parte dell’energia assorbita nelle cosiddette “perdite per ventilazione”,

    • i due cuscinetti che reggono l’albero del motore, che anch’essi influiscono nel rendimento con le “perdite meccaniche”

    • la scatola di connessione, o morsettiera

    • l’asse scanalato, nel quale si inserisce la “chiavetta” per il fissaggio con la macchina operatrice.

    Nota - Le “taglie” dei motori

    I Motori elettrici si identificano dal punto di vista meccanico con un termine denominato Grandezza. La grandezza di un motore è semplicemente la misura, in millimetri, dell’altezza della linea d’asse rispetto al piano di appoggio del motore.

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    2 Campo Magnetico e Velocità

    2.1 Campo Magnetico Rotante

    Lo statore di un motore elettrico trifase è la parte fissa nella quale sono inseriti i tre

    avvolgimenti primari, e ad essi viene applicata la tensione di alimentazione.

    Come già detto, all’interno dello statore trova posto il rotore, che trascinato dal campo

    magnetico generato dagli avvolgimenti statorici, si pone appunto in rotazione.

    Quando ai tre avvolgimenti dello statore viene applicata una tensione alternata, infatti, nello

    spazio all’interno si crea un Campo Magnetico Rotante.

    S

    N

    In poche parole è come se il campo magnetico “alternato” prodotto dallo statore generasse

    un magnete virtuale in rotazione.

    All’interno dello statore è comunque possibile installare più “terne” di avvolgimenti

    (montati sfalsati di un certo angolo), cosicché vengono generati più magneti virtuali, ossia

    uno per ogni terna di avvolgimenti.

    Nella terminologia specifica dei motori elettrici si dice che un motore con una terna di

    avvolgimenti ha una Coppia Polare, o anche più semplicemente due poli.

    2.2 Velocità

    La velocità di rotazione di un motore dipende dal Campo Magnetico Rotante, che a sua volta

    dipende dalla frequenza della tensione di alimentazione.

    In pratica, per un motore con una coppia polare, applicando una tensione a 50 Hz si avrà una

    velocità del rotore di 50 giri al secondo, ossia 3000 giri al minuto.

    Quando invece lo statore è costituito da più coppie polari, il campo magnetico rotante non

    gira più a 3000 Giri, ma a velocità inferiori, vista la presenza di altri poli magnetici, che

    permettono al rotore di percorrere “meno spazio” prima di trovare il polo che lo attrae.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 9 di 28

    Da ciò deriva la tabella fondamentale delle velocità dei motori trifasi a 50 Hz :

    Numero di Poli Coppie Polari Velocità (giri/min.)

    2 1 3000

    4 2 1500

    6 3 1000

    8 4 750

    10 5 600

    12 6 500

    20 10 300

    30 15 200

    ecc.. .. ...

    Tabella 2.1 - Tabella delle velocità del Campo Magnetico Rotante.

    Tipicamente i costruttori hanno a catalogo motori a 2,4,6,8 poli, mentre per modelli con un

    numero di poli superiore è necessario richiederne la costruzione su misura.

    Nota - Le Coppie Polari e gli aspetti costruttivi

    Il numero di coppie polari incide sugli aspetti costruttivi dello statore, soprattutto dal punto di vista meccanico. I motori con più coppie polari infatti, a parità di potenza, hanno una dimensione dello statore maggiore di quelli con poche coppie polari. Questo è visibile nei cataloghi, dove si può notare come a parità di potenza i motori con più poli aumentano di “grandezza”.

    Ricapitolando

    Nello statore si trovano i due “fattori” che influiscono nella velocità di rotazione di un

    motore , e cioè :

    • la frequenza della tensione di alimentazione;

    • le coppie polari, ossia il numero di “terne” di avvolgimenti che lo costituiscono.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 10 di 28

    3 Tipi di Motori Trifase

    3.1 Tipologie

    I motori trifasi in corrente alternata in linea generale si dividono in due grandi famiglie:

    motori sincroni e motori asincroni.

    Come già detto nei capitoli precedenti, tutti i motori trifasi in corrente alternata sono

    costituiti da uno statore, nel quale trovano spazio i tre avvolgimenti che tipicamente

    alimentati alla tensione della rete.

    Il rotore invece cambia in modo sostanziale da un tipo ad un’altro.

    Nota : Talvolta si usa chiamare “indotto” il rotore ed “induttore” lo statore, ma questi

    termini sono usati per i motori in corrente continua.

    3.2 Reversibilità

    In linea generale i motori trifasi in corrente alternata sono macchine reversibili.

    Si intende cioè che se all’asse del motore si impone una forza che imprime una velocità

    maggiore della velocità nominale (rispettando lo stesso verso di rotazione), il motore diventa

    un generatore.

    La macchina rotante quindi, in questo caso, anziché assorbire energia dalla rete inizierà ad

    erogare energia verso la rete.

    Questo comportamento è utile ad esempio per usare i motori come freno, scaricando

    l’energia prodotta su di una resistenza (frequentemente usata con gli inverter).

    C’è comunque da sottolineare una differenza fondamentale tra le macchine Sincrone e le

    macchine Asincrone :

    � La macchina Sincrona quando diventa generatore, “produce” corrente e tensione, e

    quindi è in grado di alimentare qualsiasi carico elettrico, sia resistivo che induttivo; è

    cioè una macchina in grado di erogare sia corrente in fase con la tensione, che

    sfasata, cioè di produrre sia energia attiva che energia reattiva.

    � Le macchine Asincrone, invece, quando utilizzate come generatori sono in grado di

    produrre energia attiva, ma non di produrre energia reattiva, ed anzi hanno bisogno di

    assorbire energia reattiva per poter funzionare, energia che tipicamente viene

    assorbita dalla rete; non sono quindi in grado di alimentare utenze “in isola”, né di

    regolare la tensione.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 11 di 28

    3.3 Motori Sincroni

    I motori sincroni sono macchine elettriche il cui rotore gira alla stessa velocità del campo

    magnetico rotante; il rotore si muove quindi in “sincronia” con esso.

    Sono usati per applicazioni molto particolari che richiedono elevata potenza e molta stabilità

    nella velocità (cartiere, laminatoi, ecc.).

    Il rotore è composto da uno o più avvolgimenti alimentati in corrente continua, detti di

    eccitazione, che creano un campo magnetico “statico” che opponendosi al campo magnetico

    rotante costringono il rotore a girare.

    Sebbene da certi punti di vista sia la macchina “ideale”, dal punto di vista pratico non sono

    consigliabili in quanto richiedono personale specializzato per la manutenzione, ma

    soprattutto hanno costi elevati a causa della maggiore la complessità costruttiva.

    Inoltre, per avviare una macchina sincrona è necessario utilizzare un motore ausiliario, detto

    anche “di lancio”, per portare la macchina alla velocità di sincronismo prima di alimentarlo

    con la tensione di rete, oppure deve essere avviato tramite un inverter.

    Come già detto al capitolo precedente, queste macchine possono essere usate

    indifferentemente come Motore o come Generatore (Alternatore), uso questo molto più

    diffuso, come ad esempio nei Gruppi Elettrogeni.

    Alternatore Sincrono STAMFORD HCI534F

    3.4 Peculiarità delle Macchine Sincrone

    Le macchine sincrone richiedono una trattazione particolare che non rientra tra gli scopi

    della presente guida, ma in Appendice B è trattata brevemente una loro caratteristica molto

    peculiare, nonché utile.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 12 di 28

    3.5 Motori Asincroni

    Il motore asincrono è una macchina elettrica nella quale il rotore gira ad una velocità diversa

    da quella imposta del campo magnetico rotante; il rotore non ruota cioè in sincronismo, ma

    ad una velocità leggermente inferiore.

    Il nome corretto di questo motore, tuttavia, è motore ad induzione .

    Il motore asincrono, infatti, a differenza di quello sincrono, non ha un sistema separato di

    eccitazione che crea un campo magnetico sul rotore, ma si sfrutta appunto il fenomeno

    dell’induzione per fare in modo che il campo magnetico rotante crei delle correnti nel rotore

    che si oppongono allo stesso.

    Il rotore inizia quindi a girare in quanto i campi magnetici dovuti alle correnti rotoriche sono

    attratti (o respinti) dal campo magnetico dello statore.

    Quindi, affinché funzioni, il rotore del motore asincrono deve “sottrarre” al Campo

    Magnetico Rotante parte dell’energia per magnetizzarsi.

    Da qui ne scaturisce una velocità reale inferiore a quella del campo magnetico rotante

    (indicata nella precedente tabella), tipicamente del 3-5%.

    Il motore asincrono trifase può essere costruito in due modi : con il rotore avvolto o con il

    rotore in cortocircuito.

    3.6 Motore Asincrono con Rotore Avvolto

    In questo tipo di motore asincrono, oltre agli avvolgimenti dello statore, vi sono anche tre

    avvolgimenti nel rotore (da qui appunto è detto a rotore avvolto - Wound rotor motor).

    In questo motore, le correnti che circolano negli avvolgimenti rotorici, come detto, sono

    indotte dal campo magnetico di statore.

    Figura 3.1 - Motore Asincrono Trifase con rotore avvolto; a sinistra, i 3 anelli rotorici.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 13 di 28

    E’ anche detto “Motore ad anelli”, in quanto il rotore è dotato di anelli conduttori ai quali

    fanno capo i tre avvolgimenti rotorici.

    Sugli anelli poi strisciano delle apposite spazzole, alle quali vengono collegati dei reostati

    per regolare le correnti circolanti sul rotore, soprattutto all’avviamento, consentendo una

    discreta regolazione della velocità.

    I motori asincroni con il rotore avvolto erano utilizzati in passato in tutte le applicazioni di

    notevole potenza dove era necessaria la regolazione della velocità, come gru, carriponte, ecc.

    Questo tipo di motore, seppur ancora utilizzato in alcuni casi, presenta i seguenti

    inconvenienti .

    • ha bisogno di manutenzione a gli anelli ed alle spazzole,

    • occupa uno spazio maggiore sia in grandezza che in lunghezza,

    • è inefficiente perché dissipa l’energia inutilizzata su reostati.

    Dato l’utilizzo sempre più diffuso di regolatori elettronici di velocità (inverter) per i motori

    asincroni con rotore in cortocircuito, questi motori sono quasi scomparsi , anche se hanno

    trovato nuova utilizzazione nelle torri eoliche di grande potenza (generatori DFIG).

    3.7 Motore Asincrono con Rotore in Cortocircuito

    Come detto in premessa, i motori elettrici più utilizzati in senso assoluto sono i motori

    asincroni trifasi con il rotore in cortocircuito.

    Il rotore di questi motori infatti è costituito da delle semplici sbarre chiuse in cortocircuito, e

    per questo motivo viene detto anche “motore a gabbia di scoiattolo”.

    Questo motore, grazie alla sua semplicità costruttiva, è utilizzato per la stragrande

    maggioranza delle applicazioni , in quanto :

    • garantisce una buona robustezza,

    • non richiede manutenzione,

    • ha dei costi molto contenuti,

    • raggiunge rendimenti anche elevati (vedere appendice per gli standard in tema di Efficienza Energetica).

    In seguito, quando si parlerà di motore asincrono si intenderà il motore con rotore in

    cortocircuito.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 14 di 28

    4 Cenni di teoria del Motore Asincrono

    4.1 Introduzione

    Per capire meglio un azionamento in corrente alternata è necessario capire le formule base

    che descrivono il funzionamento del motore trifase.

    Prima di tutto vediamo l’aspetto velocità di rotazione.

    4.2 Giri al Minuto

    Come già visto, nel motore trifase il rotore è mantenuto in rotazione dal campo magnetico

    rotante prodotto dalle correnti che circolano negli avvolgimenti trifasi dello statore.

    La velocità del campo magnetico rotante è calcolabile con la seguente formula :

    p

    fnS

    120=

    Dove : n s = Numero di Giri al Minuto (del campo di statore) f = frequenza di alimentazione p= Numero di poli del motore

    Si deduce quindi che per regolare la velocità di un motore, l’unica possibilità è quella di

    variare la frequenza della tensione di alimentazione.

    Esempio

    Si prenda un motore a 2 poli, che alimentato 50Hz funziona a 3000 giri/min.

    Se viene alimentato con una frequenza di 20 Hz questo funzionerà ad una

    velocità (teorica) di :

    n = 120 * 20 / 2 = 1200 giri/min.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 15 di 28

    Nota - Lo Scorrimento A differenza dei motori sincroni, nei motori ad induzione la velocità di rotazione reale è leggermente inferiore a quella del campo magnetico rotante, ed è proprio per questo motivo che vengono chiamati asincroni, perchè non girano in “sincronismo” con esso. Questo fenomeno è denominato scorrimento, e viene indicato con il simbolo s o anche s%. Per conoscere il numero di giri al minuto Nominale di uno specifico motore è necessario consultare le caratteristiche fornite dal costruttore. Indicativamente la velocità reale si discosta da quella calcolata di un 3% per i grossi motori (oltre 100kW) fino al 6-7% per i motori di piccola taglia.

    Detto questo sembrerebbe risolto il problema di come regolare la velocità di un motore

    elettrico : basta un dispositivo che alimenti un motore con corrente alternata a frequenza

    variabile a seconda delle esigenze dell’utente, e questo dispositivo è proprio l’inverter.

    Tra l’altro alla luce della formula indicata, nulla toglie alla possibilità di alimentare il motore

    con una frequenza superiore a quella di targa, per fargli così raggiungere delle velocità più

    elevate.

    Purtroppo però, come si vedrà a breve, ci sono altri parametri elettrici da controllare per

    mantenere il funzionamento del motore entro le caratteristiche progettuali.

    In particolare la frequenza incide notevolmente sulle reattanze e sul flusso magnetico per cui

    è necessario ricorrere ad alcuni accorgimenti per garantire al motore le prestazioni

    “meccaniche” nominali.

  • Appunti di Elettrotecnica

    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 16 di 28

    4.3 Flusso Magnetico

    Nel motore asincrono trifase il campo magnetico prodotto dagli avvolgimenti dello statore

    genera un flusso magnetico che passa dallo statore al rotore attraverso il traferro*.

    Tale flusso magnetico si calcola con la seguente formula :

    V1

    Φ = K N1 f

    Dove :

    V1 = Tensione di Alimentazione f = Frequenza di alimentazione

    N1 = Numero di spire dell’avvolgimento di statore K = Fattore dipendente da parametri costruttivi

    Il valore del flusso magnetico nel motore viene stabilito dal costruttore in fase di

    progettazione e di dimensionamento dei lamierini magnetici e di altre parti meccaniche del

    motore.

    Cambiare questo valore significa uscire dai valori di funzionamento del motore stesso, con il

    rischio di ottenere un funzionamento anomalo.

    Inoltre come si vede, nella formula è presente la Frequenza.

    Questo significa che se si varia la frequenza con cui si alimenta il motore al fine di

    modificare la velocità di rotazione si avrebbe come conseguenza :

    • Per valori inferiori a 50 Hz - un aumento del flusso magnetico,

    • Per valori superiori a 50 Hz - una diminuzione del flusso magnetico.

    Come già detto, invece, per conservare inalterate le caratteristiche meccaniche del motore, è

    necessario garantire che il flusso magnetico rimanga più vicino possibile al valore stabilito

    dal costruttore.

    E’ quindi necessario ricorrere a qualche altro parametro presente nella suddetta formula per

    fare in modo che al variare della frequenza il flusso magnetico rimanga pressoché inalterato.

    Dato che i parametri K ed N1 non sono modificabili in quanto insiti nel motore, l’unica

    variabile che può essere usata per risolvere il problema è la tensione.

    Per concludere quindi il motore trifase può essere controllato in frequenza a patto che il

    rapporto

    V / f

    venga mantenuto il più costante possibile, in modo da assicurare che nel motore il flusso

    magnetico si mantenga nei valori stabiliti dal costruttore.

    *(lo spazio di ‘aria’ tra il rotore e lo statore)

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 17 di 28

    4.4 Coppia

    La coppia che un motore imprime ad un carico è calcolabile con la formula :

    60 P

    C = 2 π n’

    Dove :

    P = Potenza Meccanica del Motore in Watt

    n’ = Numero di giri al minuto effettivi

    Questa formula però non ci dice nulla sulle caratteristiche “elettriche” del motore, e

    soprattutto di come varia la coppia al variare dei parametri di alimentazione.

    Per determinare la coppia nominale di un motore asincrono trifase, partendo dalle

    caratteristiche elettriche, si può ricorrere alla seguente formula semplificata :

    3p V2

    Cn = 2π f2 R2 f

    2

    La prima parte della formula è costituita da parametri pressoché costanti per lo studio che

    dobbiamo affrontare ora, quindi ci concentriamo sulla seconda parte, ossia sul rapporto della

    tensione al quadrato diviso la frequenza al quadrato.

    Per ottenere il calcolo del valore nominale ovviamente il costruttore ha utilizzato i valori di

    tensione e di frequenza nominali.

    Anche in questo caso mantenendo costante il rapporto V/f si mantiene costante la

    caratteristica meccanica del Motore.

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    5 Variazione della tensione di alimentazione

    5.1 Introduzione

    Vediamo ora cosa accade alimentando il motore con tensione e frequenza diversi da quelli

    nominali.

    5.2 Variazione della Tensione

    Se varia il valore della tensione di alimentazione rispetto al valore nominale :

    • Se la tensione è inferiore, la coppia diminuisce;

    • Se si aumentasse la tensione, la coppia aumenterebbe, ma ciò non è possibile in quanto si danneggerebbe l’isolamento degli avvolgimenti.

    Molti sistemi di avviamento, per limitare la corrente di spunto, sono concepiti per alimentare

    il motore ad una tensione più bassa di quella nominale.

    Questo sistema, seppur valido, ha come controindicazione il fatto che la coppia diminuisce

    in rapporto quadratico rispetto alla tensione, cosicchè talvolta questo sistema si dimostra

    inutilizzabile.

    Ad esempio con un sistema che riduce la tensione di 1/√3 (ovvero 230V anzichè 400V), tipicamente il sistema Stella/Triangolo, si avrebbe che la coppia disponibile sarebbe molto

    bassa, circa 1/3 di quella nominale.

    5.3 Variazione della Frequenza

    Se si varia la frequenza della tensione di alimentazione rispetto al valore nominale :

    • Se la frequenza è inferiore, il motore riduce la velocità, ma la coppia aumenta;

    • Se la frequenza aumenta, il motore accelera , ma la coppia diminuisce.

    Questo funzionamento potrebbe essere deleterio dal punto di vista meccanico, soprattutto

    per le frequenze basse, in quanto al momento dell’avviamento il motore avrebbe una coppia

    elevatissima.

    Ad esempio alimentando un motore a 2 Poli da 5,5 kW con una tensione di 400V a 10Hz si

    avrebbe una coppia all’avviamento 5 volte più grande di quella nominale.

    Questo comporterebbe inoltre delle correnti di spunto inammissibili per il motore stesso e

    quindi sarebbe una possibilità non attuabile.

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    5.4 Variazione combinata di Tensione e Frequenza

    Applicando ad un motore una alimentazione con frequenza e tensione ridotte in modo

    proporzionale tra loro, si ha una diminuzione nella velocità del motore, ma anche il

    mantenimento della coppia entro lo stesso valore di quella nominale.

    Questa è la soluzione ideale, in quanto questo significa che restano costanti le

    caratteristiche meccaniche del motore.

    f (Hz)

    Un

    U

    f n

    Figura 5.1 Grafico della legge teorica di variazione della tensione in funzione della frequenza.

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    6 APPENDICI

    A. Motori elettrici ed Efficienza Energetica

    B. Caratteristiche particolari delle Macchine Sincrone

    C. A cose serve l’AVR ?

    D. Questione di Coppia

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    A. Motori elettrici ed Efficienza Energetica

    I comitati di unificazione internazionali nel 2008 hanno introdotto la Norma che definisce le classi

    di rendimento per i motori trifase a bassa tensione fino a 375kW (IEC 60034-30).

    Questa norma è stata introdotta vista la scadenza dell’accordo volontario tra i costruttori di motori

    (CEMEP), che prevedeva le 3 classi di efficienza denominate EFF1, EFF2 ed EFF3, dove la classe

    EFF1 indica il livello migliore.

    Ora è stato introdotto il codice “IE” (Efficienza internazionale), che ha le seguenti classi :

    � IE1 – Rendimento Standard (similare alla vecchia EFF2)

    � IE2 – Rendimento Elevato (similare alla vecchia EFF1)

    � IE3 – Rendimento Premium

    I motori di questo tipo sono riconoscibili proprio per la presenza di queste sigle nell’etichetta; per

    approfondimenti vedere la Guida elaborata dall’ANIE.

    Nota : i motori che l’accordo Cemep classificava come EFF3 oggi non sono più accettati, e non

    possono essere immessi in commercio nei paesi dell’Unione Europea.

    Perdite nel circuito magnetico

    Perdite Meccaniche e di Ventilazione

    100%

    % del Carico

    50%

    Perdite Joule

    Perdite

    Addizionali

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    B. Caratteristiche particolari delle Macchine Sincrone

    Le macchine sincrone, a differenza da qualsiasi altra macchina elettrica, sono in grado di mutare le

    loro caratteristiche elettriche, assumendo comportamenti propri di altri tipi di componenti.

    In particolare la macchina sincrona, indifferentemente che stia funzionando come motore o come

    alternatore, può avere un comportamento elettrico resistivo o capacitivo o induttivo, a seconda di

    come si regola la corrente di eccitazione (Iecc),

    Nota : La corrente di eccitazione è la corrente continua che viene immessa nell’avvolgimento rotorico e può essere liberamente regolata dall’utilizzatore della macchina; tipicamente è generata da un dispositivo statico detto “eccitatrice”, regolatore di tensione o AVR (vedere schema, fonte Beltrame C.S.E.).

    Si profilano sostanzialmente tre casi :

    1. Se la corrente di eccitazione (Iecc) ha il valore “nominale”, il motore sincrono assorbe dalla rete

    solamente energia attiva (cos φ = 1); vista dalla rete la macchina appare come un carico

    puramente resistivo, e la corrente di magnetizzazione viene fornita interamente dal dispositivo

    di eccitazione; questo assetto di funzionamento è quello che assicura il massimo rendimento.

    Nota : allo stesso modo, se la macchina sincrona sta funzionando come generatore (alternatore),

    eroga solamente energia attiva.

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    2. Sottoeccitazione Se la corrente di eccitazione (Iecc) ha un valore inferiore al valore nominale, la macchina

    sincrona vista dalla rete appare come un carico ohmico induttivo, causando un assorbimento di

    corrente in ritardo rispetto alla tensione.

    In tal caso a parità di potenza attiva, aumenta la corrente e quindi le perdite nel rame.

    Ad esempio cos φ = 0,8 in ritardo

    (in inglese lagging)

    Nota : da un punto di vista pratico, tale fenomeno è abbastanza ovvio: diminuendo la corrente

    di eccitazione la macchina sincrona non ha sufficiente energia reattiva induttiva per

    magnetizzare i propri circuiti magnetici e quindi è “costretta” a richiamarla dalla rete.

    Se la macchina sincrona venisse fatta funzionare senza un carico meccanico fino quasi ad

    azzerare l’assorbimento di energia attiva, assorbirebbe corrente sfasata i ritardo di 90°.

    3. Sovraeccitazione Se la corrente di eccitazione (Iecc) ha un valore superiore al valore nominale, la macchina

    sincrona vista dalla rete appare come un carico ohmico-capacitivo, e si avrà un assorbimento di

    corrente in anticipo rispetto alla tensione.

    Ad esempio cos φ = 0,8 in anticipo (in inglese leading)

    In conclusione le macchine sincrone, indipendentemente se stanno funzionando da motore o da

    generatore, hanno la possibilità di assumere anche le caratteristiche “elettriche” delle induttanze o

    dei condensatori.

    In particolare la “sovraeccitazione” delle macchine sincrone è utile perché può essere usata per

    rifasare la rete senza ricorrere a condensatori statici.

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    C. A cose serve l’AVR ?

    Nelle macchine sincrone, solitamente viene installato

    un dispositivo elettronico di eccitazione denominato

    regolatore automatico della di tensione o meglio

    Automatic Voltage Regulator o AVR.

    Vediamo brevemente come funziona.

    Negli Alternatori

    Nelle macchine sincrone generatrici lo scopo dell’AVR è quello di mantenere stabile la tensione in

    uscita, che viene rilevata sui morsetti statorici; è il caso dei gruppi elettrogeni di emergenza.

    Quando un alternatore alimenta un carico induttivo, cosa accade all’interno dei poli magnetici ?

    Sostanzialmente la corrente sfasata in ritardo che percorre gli avvolgimenti dello statore contrasta il

    campo magnetico induttore facendo un’azione di smagnetizzazione sul rotore; questo fenomeno

    provoca un calo della tensione ai morsetti di uscita dell’alternatore.

    Per compensare il fenomeno il regolatore di tensione interviene automaticamente aumentando la

    corrente di eccitazione per riportare la tensione in uscita ai valori nominali.

    Viceversa se il carico è capacitivo la corrente agisce in modo “magnetizzante” su rotore/induttore e

    causa un aumento della tensione in uscita; l’AVR in tal caso opera riducendo la corrente di

    eccitazione.

    Negli Alternatori connessi in parallelo con la rete

    Nelle macchine sincrone generatrici connesse alla rete lo scopo dell’AVR è leggermente diverso :

    serve per mantenere costante il fattore di potenza con il quale funziona la macchina (ad esempio

    Cos φ = 0,9), visto che la tensione è imposta dalla rete.

    Tipicamente il fattore di potenza stabilito dall’ente gestore della rete pubblica, e può cambiare con

    gli orari o con i giorni della settimana.

    Nei Motori Sincroni

    Nei motori sincroni lo scopo dell’AVR tipicamente è quello di mantenere il funzionamento della

    macchina costante e soprattutto nel regime di maggior rendimento.

    Solitamente significa mantenere il fattore di potenza a valori prossimi ad 1, ma potrebbe essere

    regolato a valori diversi se si utilizza la macchina sincrona anche per rifasare altre utenze presenti

    nello stesso insediamento.

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    D. Questione di Coppia

    La coppia è una unità di misura che esprime la forza che un motore imprime al proprio asse, ossia al

    carico meccanico, quindi è un parametro fondamentale per conoscere le caratteristiche meccaniche

    del motore.

    L’ unità di misura della coppia nel Sistema Internazionale è il Newton per Metro (Nm), mentre

    inizialmente si usavano i kgm (chilogrammetri o chilogrammi metro).

    In una macchina si identificano due “coppie” :

    • Cm Coppia Motrice - La coppia che imprime il motore ;

    • Cr Coppia Resistente - La coppia del carico meccancio che si oppone alla coppia motrice (detta anche coppia di carico);

    La coppia resistente, come la coppia motrice, non è sempre costante, ma varia a seconda della

    velocità di rotazione del motore.

    Vediamo dei tipici casi di Coppia resistente a seconda del tipo di macchina, con dei grafici che

    esprimono la coppia di carico in funzione della velocità.

    C.1 Macchine a Coppia Costante

    Nelle macchine a coppia resistente costante la coppia è indipendente dalla velocità. Ciò accade, ad

    esempio, negli apparecchi di sollevamento, dato che il peso sollevato è costante.

    • Gru, Argani, Ascensori

    • Seggiovie e funivie

    • Nastri trasportatori, Coclee

    • Pompe volumetriche a pistoni o ingranaggi

    • Compressori a pistoni a pressione costante

    • Rettificatrici, Piallatrici

    • Macchine continue per la carta

    • Macchine continue di stampa

    • Macchine rotative tessili

    • Mescolatori

    • Laminatoi

    • Avvolgitrici a tiro costante

    n (rpm)

    P ≅ n

    C C = Cost

    Nel grafico è indicata anche la Potenza, che cresce in modo proporzionale con la velocità.

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    C.2 Macchine a Coppia Crescente

    In queste macchine la coppia resistente aumenta in modo proporzionale con la velocità.

    • Presse meccaniche e idrauliche,

    • Calandre

    • Freni elettromagnetici

    • Estrusori

    n (rpm)

    P = n2

    C

    C ≅ n

    C.3 Macchine a Coppia Decrescente

    In queste macchine la coppia resistente è elevata a bassa velocità e decresce all’aumentare della

    velocità.

    • Torni

    • Alesatrici

    • Fresatrici

    • Piallatrici per legno

    • Avvolgitrici, Bobinatrici

    n (rpm)

    P = Cost.

    C C = 1/n

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    C.4 Macchine a Coppia Quadratica

    In queste macchine la coppia resistente è in rapporto quadratico rispetto alla velocità.

    E’ il caso tipico delle macchine che lavorano con fluidi (liquidi o aeriformi).

    • Ventilatori e ventole di ogni tipo

    • Eliche

    • Macchine a pistoni con erogazione in rete aperta

    • Pompe Centrifughe

    • Pompe Assiali

    • Compressori a vite

    • Agitatori,

    • Centrifughe

    • Veicoli.

    n (rpm)

    C ≅ n2

    C

    P = n3

    Nota : tipicamente nelle macchine che spingono fluidi, la portata è in rapporto “al cubo” rispetto

    alla velocità.

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    Motori Elettrici Trifasi Ver 4.0 Pag. 28 di 28

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