Motivazioni e Considerazioni Fonte Della Richiesta Di Consiglio Comunale Aperto

6
1 Motivazioni e considerazioni fonte della richiesta di Consiglio Comunale Aperto La richiesta di convocazione del Consiglio Comunale Aperto è stata sottoscritta, volutamente, da appartenenti a questo Consiglio Comunale e non come gruppo politico, al fine di essere condivisa o almeno condivisibile a tutti gli altri Consiglieri. Essa è infatti rivolta nell’interesse di tutto il Consiglio ed il Territorio che esso rappresenta. La richiesta nasce da una serie di semplici considerazioni: Dalla relazione annuale del Sindaco, si prende atto, ufficialmente e dopo tanti silenzi, della presenza di un mattatoio comprensoriale in via di definizione nel territorio comunale, con le sua problematiche di gestione e i rischi che la struttura corre una volta completa; L’assenza dell’argomento “mattatoio” dall’o.d.g. di una qualunque seduta consiliare, che consentisse ai rappresentati dei palazzolesi di comprendere e far proprie, pur limitatamente alla proprie competenze, tutte le problematiche legate ad una delle infrastrutture più rilevanti mai realizzate, con denaro pubblico, nella zona montana; La convinzione che Consigli Comunali interessati siano legittimati, tramite interventi ed atti di indirizzo, a garantire il perseguimento delle finalità del Patto Territoriale, per lo sviluppo delle imprese agricole che operano nel territorio;

description

Motivazioni e considerazioni fonte della richiesta di Consiglio Comunale Aperto.pdf

Transcript of Motivazioni e Considerazioni Fonte Della Richiesta Di Consiglio Comunale Aperto

  • 1

    Motivazioni e considerazioni fonte della richiesta

    di Consiglio Comunale Aperto

    La richiesta di convocazione del Consiglio Comunale Aperto

    stata sottoscritta, volutamente, da appartenenti a questo

    Consiglio Comunale e non come gruppo politico, al fine di essere

    condivisa o almeno condivisibile a tutti gli altri Consiglieri.

    Essa infatti rivolta nellinteresse di tutto il Consiglio ed il

    Territorio che esso rappresenta.

    La richiesta nasce da una serie di semplici considerazioni:

    Dalla relazione annuale del Sindaco, si prende atto,

    ufficialmente e dopo tanti silenzi, della presenza di un mattatoio

    comprensoriale in via di definizione nel territorio comunale,

    con le sua problematiche di gestione e i rischi che la struttura corre

    una volta completa;

    Lassenza dellargomento mattatoio dallo.d.g. di una

    qualunque seduta consiliare, che consentisse ai rappresentati

    dei palazzolesi di comprendere e far proprie, pur limitatamente alla

    proprie competenze, tutte le problematiche legate ad una delle

    infrastrutture pi rilevanti mai realizzate, con denaro pubblico, nella

    zona montana;

    La convinzione che Consigli Comunali interessati siano

    legittimati, tramite interventi ed atti di indirizzo, a garantire il

    perseguimento delle finalit del Patto Territoriale, per lo

    sviluppo delle imprese agricole che operano nel territorio;

  • 2

    Lapprendimento della notizia dellimminente conclusione dei

    lavori, a riscontro di una carenza di informazioni sugli

    strumenti di gestione dellopera;

    La costituzione di una cooperativa di operatori agricoli

    appartenenti ai Comuni dellUnione, con evidenti e giustificate

    aspettative verso lopera;

    Lindividuazione, in una delle tante varianti del progetto, del

    sistema di depurazione dei reflui tramite fosse Imhoff, con

    successiva utilizzazione agronomica degli affluenti ai sensi dellart.

    112 L. 152/06 e secondo la normativa nazionale e regionale

    vigente, che impone ed individua quali operatori certi di

    gestione gli allevatori del territorio e gli operatori agricoli

    aventi i requisiti necessari;

    La notizia che il Sindaco di Palazzolo, in unarticolata lettera, ha

    chiesto al Libero Consorzio tra Comuni (ex Provincia), la

    gestione in uso dellinfrastruttura mattatoio comprensoriale,

    con condivisione della stessa richiesta da parte degli altri Comuni

    dellUnione, senza che si conoscano i termini dellaccordo;

    La carenza, annunciata, delle attrezzature e degli strumenti,

    previsti dal bando di rimodulazione del Patto Territoriale e dal

    progetto originario, necessari per limmediata gestione,

    determinata, si suppone, dalla serie di varianti che hanno

    bruciato e sbilanciato le risorse ad essi destinate;

  • 3

    Le difficolt economiche degli operatori agricoli

    eventualmente interessati, gi frequentemente vittime di scelte

    politiche ingiuste e dannose da tutti i livelli, e la scontata

    impossibilit di accesso al credito, che dovrebbero suggerire

    alla comunit politica, ai Sindaci ed alle Amministrazioni, altri

    strumenti, tipo unAssociazione Temporanea di Impresa, che

    possano, anche se in via provvisoria, risolvere i problemi e

    consentire lavvio, anche con gli strumenti gi disponibili nei vari

    Comuni.

    Si tratta di considerazioni, unitamente ad altre che possono

    scaturire dal dibattito di questa sera, che riteniamo utili a mettere

    un punto fermo sullo stato dellopera e, soprattutto, sul suo

    futuro.

    Lauspicio che il Territorio, quello indicato nel Patto, non venga

    scippato di unopera rilevante, realizzata con denaro pubblico con

    la finalit del solo sviluppo del territorio e delle imprese agricole. Non

    risultano, dalla documentazione tecnico/amministrativa del

    progetto, altre finalit da perseguire.

    Il loro mancato perseguimento registrer, per la nostra comunit,

    un ulteriore fallimento e la certificazione della definizione, per

    lopera appena realizzata, di cattedrale nel deserto, al pari di altre

    gi presenti nel Territorio.

    Territorio che non necessita di ulteriori esempi di spreco di

    denaro pubblico, con precise responsabilit, in parte gi suggerite

    ed individuate nei dibattiti avvenuti in questo Consiglio, che

  • 4

    segnerebbe indubbiamente unulteriore sconfitta di quella

    politica sana che, come intero Consiglio, pretendiamo di

    rappresentare.

    Considerazioni

    Va senza dubbio riconosciuto che il Frigomacello (o Mattatoio

    comprensoriale) , almeno potenzialmente, da intendersi come

    unopera importante per il nostro territorio.

    Eppure, almeno fino a ieri, per questo Consiglio, esso stato

    considerato alla stregua di un oggetto misterioso, probabilmente

    per tentare di camuffare e non alimentare levidenza di un conflitto

    dinteresse, arrivando addirittura a negare lesistenza di una

    documentazione attinente presso lente comunale.

    Per alcuni mesi abbiamo, volutamente, tralasciato le polemiche,

    considerate le difficolt nel procedere ad un sereno dibattito,

    registrando linsensibilit fuorviante di chi avrebbe dovuto

    garantire una regolare vita amministrativa.

    Tuttavia parliamo di unopera che stata il fulcro delle ultime

    campagne elettorali di questa Amministrazione, che suscita

    linteresse e le aspettative dei tanti operatori del settore, che oggi

    vivono un momento particolarmente difficile, ed anche la diffidenza

    ed il sospetto di molti, che invece vi intravedono lennesimo esempio

    di opera pubblica, utile, non certo al Territorio.

    Ricordiamo che il progetto di Mattatoio comprensoriale il frutto

    del Patto Territoriale Agricolo Val dAnapo ed stato definito sul

  • 5

    bando di rimodulazione del Patto stesso, redatto dalla societ

    incaricata Europrogetti & Finanza, come infrastruttura pubblica di

    tipo socio-economico.

    Con ci si intendeva lopera come a servizio e per lo sviluppo del

    territorio in linea con le finalit perseguite dal Patto Territoriale

    che, citando il bando, attivano unarticolata fase di sviluppo

    grazie ad idonee infrastrutture che agevolino lo sviluppo delle

    aziende da insediare nonch alle insediate.

    Pertanto si predisponeva la realizzazione di uninfrastruttura,

    lacquisizione e posa in opera degli impianti e delle attrezzature

    necessarie, nonch la realizzazione delle opere esterne a

    servizio, per un finanziamento complessivo di 4,5 milioni di

    euro.

    Dalle basi del progetto possibile evincere facilmente le evidenti

    responsabilit politiche e gestionali gravanti sullopera, legata ad un

    Patto, le cui finalit trovano definizione nella deliberazione del

    Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica

    (dalla Gazzetta Ufficiale n. 4/99), avente per oggetto lestensione

    degli strumenti di programmazione negoziata anche

    allagricoltura.

    La delibera evidenzia essenzialmente le necessit di:

    Garantire una partecipazione adeguata e duratura dei

    produttori dei prodotti di base ai vantaggi economici che da

    essi derivano;

  • 6

    Favorire la partecipazione del settore agricolo al processo di

    sviluppo economico locale;

    Favorire lintegrazione economica di filiera e lorganizzazione

    dellofferta.

    Come ricordava lallora Sindaco di Palazzolo, in una lettera datata 17

    aprile 1998 ed indirizzata alle massime autorit dello Stato ed ai

    segretari nazionali delle forze politiche dellepoca, il Patto

    Territoriale, tra i primi ad essere portati a compimento, aveva

    suscitato grande soddisfazione ed entusiasmo tra gli imprenditori e

    le forze sociali e politiche, autori di una strategica concertazione dal

    basso, partita dal Territorio e tesa, citando la lettera, a far emergere

    una voglia imprenditoriale senza la quale il Sud non potr

    marciare verso lEuropa.

    Un Territorio al quale questopera dovr necessariamente rivolgersi

    per essere ritenuta utile, efficace ed efficiente e fedele alle finalit per

    cui stata ipotizzata. Diversamente, saranno gli scetticismi ed i

    sospetti ad aver trovato pi di un fondamento.