motivazione_emozioni
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Psicologia generale
Motivazione
Perché facciamo ciò che facciamo?
Perché talvolta ci chiediamo qual è stato il
movente delle nostre azioni?• Perché è difficile controllare certi
comportamenti?
• …..
• Etimologicamente la parola motivazione proviene dal
latino motus, cioè movimento, spinta di un soggetto
in direzione di un oggetto
La motivazione
• La motivazione, in senso lato, concerne il PERCHE’
del comportamento: le cause, e i fini
• Parliamo di motivazione sia quando ci chiediamo cosa
ORIGINA, REGOLA e DIRIGE il comportamento,
quindi l’AGIRE di un individuo, sia quando ci
proponiamo di motivare una persona a fare ciò chespontaneamente non riesce a fare
Sia quando ci chiediamo “che cosa ci motiva …”
sia quando ci chiediamo “come motivare gli altri…”
facciamo comunque riferimento a qualcosa che
rappresenta un’INTERFACCIA fra ORGANISMOe AMBIENTE.
• Qualcosa, cioè, che ha a che vedere con il
comportamento e che ha un innesco (inizio),
ampiezza durata- intensità, e una cessazione
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motivazione
• Attivazione
• Forza
• Persistenza
Motivazione e rinforzo
• Teoria del rinforzo (comportamentismo):mantenimento, generalizzazione,
estinzione• per essere efficace:contingente, specifico,
credibile
• non efficace se: indip. dal risultato ,nonconsidera il miglioramento, sostiene il cfr con i compagni, esprime il compiacimentodegli insegnanti
Tipi di rinforzo
• Rinforzo vicariante: il premio dato ad un
altro mi fa capire …..
• Rinforzo controllante: che indirizza il
comportamento,
al risultato “così mi piace”alla persona “sei bravo”
• rinforzo informativo: il rinforzo riguarda la
prestazione non la persona, ad es.
strategie
• Cosa innesca un comportamento?
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Teoria del rinforzo
Lepper, Greene & Nisbett, (1973, 1975)
Bambini di scuola materna:
I fase – gr sperimentale: “fai un disegno per ottenere un premio”
– gr controllo: “libero di disegnare” (premio inaspettato)
– gr controllo: Libero di disegnare (nessun premio) I
II fase
tutti liberi di disegnare
Risultati
gr sperim. disegni meno belli e meno motivazione
Effetto di sovragiustificazione:
• Rinforzi estrinseci indeboliscono
comportamenti già intrinsecamente
motivati
• Ricadute applicative (educatori, psicologi
ecc.): ricompensa esterna demotivante
L’impotenza appresa
• Perdita di motivazione derivante
dall’apprendere che è impossibile
modificare il proprio destino
• Forma di apprendimento per cui leconseguenze di un comportamento non
dipendono da ciò che facciamo in prima
persona
Impotenza appresa
• Overmeier e Seligman (1967)
– un gruppo di cani apprende che è impossibile
sfuggire a scosse elettriche (Situazione senzapossibilità)
– Poi, situazione con stimolo di avvertimentoper fuggire (situazione con possibilità)
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• Risultati
Gr controllo: impara a sfuggire alla scossa
Gr sperimentale: apprendimento dell’impotenza
Cosa determina la forza di un
comportamento?
• Livello motivazionale di una persona:
• Se risponde con molta frequenza : “molto
motivata”
• Se rispondono saltuariamente: “pigra”
• Frequenze diverse di risposta possono
dipendere da rinforzi diversi
Gli schemi di rinforzo
• Differenti comportamenti possono essere
conseguenza di diverse
motivazioni..ovvero di rinforzi diversi
Schemi di rinforzo
Rinforzo continuo(costante):la risposta è
sempre seguita da un rinforzo
Rinforzo intermittente solo alcune risposte
sono seguite da rinforzo
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Rinforzi intermittenti
Si possono organizzare i rinforzatori in base
al numero delle risposte o all’intervallo di
tempo che intercorre tra un rinforzamentoe il successivo
• Programmi a ragione/rapporto (numero
risposte)
• Programmi a intervallo (intervallo di
tempo)
Schemi di rinforzo intermittente
• Somministrazione della conseguenza in base al numerodi risposte
• Programma a ragione (rapporto) fissa :sempre dopo n
risposte giuste, cioè un numero stabilito di risposte
• Programma a ragione (rapporto) variabile: sempredopo x risposte giuste, il numero di risposte varia cioè inmodo imprevedibile tra un rinforzo e l’altro. Il numero di
risposte richiesto necessario all’emissione delcomportamento varia intorno a un valore medio
• Somministrazione della conseguenza in base a un
intervallo di tempo
• Programma a intervallo fisso: intervallo di tempostabilito entro cui deve comparire la risposta (ogni 5
minuti, se compare il comportamento posso rinforzarlo)
• Programma a intervallo variabile: intervallo di tempo
imprevedibile entro cui il comportamento può essererinforzato
PERCHE?
L’obiettivo di ogni programma di rinforzo è lo spostamento delladipendenza da un rinforzatore tangibile e concreto cioè estrinseco
verso quello intrinseco. Si passa dal controllo promosso dall’esterno
verso un controllo promosso dall’interno
Lo scopo dei programmi di rinforzo è che risposte poco probabilidiventino più frequenti e si mantengano a lungo nel tempo o, al
contrario, risposte esibite troppo spesso vengano ridimensionate
Se il comportamento da rinforzare non è presente nel repertorio
comportamentale la tecnica per insegnare comportamenti nuoviè….lo shaping
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• Uno schema di rinforzo che prevede che
ad ogni emissione di un comportamento
segua sempre il rinforzatore è unoschema di rinforzo continuo
Modelli di comportamento
Gli effetti degli schemi di rinforzo
• Gli schemi a rapporto di solito producono
freq di risposta maggiori degli schemi a
intervallo
• Uno schema variabile produce freq di
risposta più uniformi rispetto ad uno fisso.
Gli effetti degli schemi di rinforzo
• Motivazione o rinforzo?
• Differenze nella forza di una risposta
attribuibili al livello di motivazione sono
invece dovute a differenze nello schema di
rinforzo.
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• Livelli diversi di motivazione possono
dipendere anche dalla disponibilità di altri
rinforzi e altre risposte…..
Gli schemi concorrenti
• Schemi di rinforzo in cui si misura più di
una risposta operante
• La scelta di una risposta (quindi di un
comportamento) dipende da come i
rinforzi per quella risposta sono in
competizione con quelli per l’altra risposta.
• La scelta si basa sul rinforzo relativo
La persistenza di un
comportamento
• Cosa rende un comportamento
persistente?
• -sequenza di risposte rinforzate e non
rinforzate:
• Resistenza all’estinzione: il fallimento nelpassato facilita la persistenza nella
prestazione in seguito, ma solo se alla finesi ottiene un successo
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Frustrazione
Aggressività
La persistenza ed estinzione di un
comportamento
Psicologia generale
EMOZIONI
Esperienze evocate da azioni/eventi
Modificazioni
• Eccitazione fisiologica
• Affettività
• Processi cognitivi
• Reazioni comportamentali, risposte
motorie
Tre aspetti delle emozioni
• Pattern di risposta evocati da stimoli
emotivi
• Ruolo della corteccia orbitofrontale
• Misurazione della risposta emotiva
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Pattern di risposta
• Componente comportamentale: comprendele modalità comunicative, soprattutto nonverbali delle emozioni;
• Componente autonomica (neurofisiologica):include l’attivazione del SNC e del SNA;
Componente ormonale: (esperienziale o cognitiva)
si riferisce all’esperienza soggettivamentepercepita
delle proprie risposte emotive;
Pattern di risposta
• risposta emotiva condizionata (appresa
tramite condizionamento classico)
• SN associato a stimolo che genera
un’emozione
• risposta comportamentale
• Autonomica
• Ormonale
Risposta emotiva condizionata
• Ruolo dell’ amigdala
Giudizisocialiedemozioni:ilruolodellacorteccia
orbitofrontale
Lacortecciaorbitofrontale:interpretasituazionisocialmentecomplesse
nelcontestodisceltepersonalicheinducono
emozioni
Interazioni sociali: la corteccia
orbitofrontale valuta il rischio e induce
prudenzaemoralitàneicomportamen
Ingressie usciteanatomiche:riceveafferenzeda areetemporali,frontali,
limbicheedall’amigdalaeinviaefferenzeadamigdalaegirodelcingolo
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Emozioni come…
• Prodotto di interazione con altre persone
(natura sociale)
• Prodotto di processi cognitivi (es. ricordo,
elaborazione del linguaggio ecc. )
ESPRESSIONE FACCIALE
Darwin (1972) stabilì come negli esseri umani le espressioni
facciali delle emozioni fossero:
Innate (es. bambini ciechi)
Universali in tutte le razze dell’umanità
Originate dalle espressioni facciali degli animali
Ekman e Friesen (1969) evidenziarono come gli abitanti di
USA, Brasile, Cile,Giappone e Borneo avessero la tendenza adidentificare le stesse facce con le stesse emozioni (dolore,
felicità, paura, sorpresa e disgusto)
Ekman e Friesen (1971) replicarono i suddetti risultati con i Fore
della Nuova Guinea, che avevano avuto poco o nessun contattocon le culture alfabetizzate occidentali o orientali
Morris e Collett (1979) evidenziarono come le espressioni
gestuali delle emozioni fossero determinate culturalmente
Riconoscimentoedespressionedelleemozioni
Il riconoscimento
delle emozioni del
viso: èinnato (ereditario),
universale(t ransculturale) e
basato sulle abilitàdell’emisferodestro(studi di
l es io ne c er eb ra le e d i
neuroimmagine)
Le e mo zi on i
primarie espresse
d al v is o: tristezza e
felicità, sorpresa, rabbia,
paura /a ns ia e dis gusto.
L’amigdalael’ipotalamosono
implica nel riconoscimento
di rabbia e paura/ansia. I
nucleidellabase(caudatoe
putam en) e l a c or te cc ia
dell’insula (che include la
corteccia gustava) sono
implicatenelriconoscimento
deldisgusto
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ESPERIENZADELL’EMOZIONE
Teoria di James-Lange
Teoria di Cannon-Bard
Teoria di Schachter-Singer o teoria del juke-box
STIMOLOEMOTIGENO
PATTERNFISIOLOGICOTIPICO
RISPOSTAEMOTIVA
JAMES-LANGE,1935
STIMOLOEMOTIGENO
SENSAZIONECONSAPEVOLEDELL’EMOZIONE
DATI A SOSTEGNO DELLA TEORIA DI JAMES-LANGE
Hohmann (1966) intervistò pazienti con danni spinali (a livello
sacrale, lombare, toracico e cervicale) sulla differenza diintensità tra emozioni esperite prima e dopo l’incidente
I risultati indicano che tanto più è grave il grado di infermità
prodotto dalla lesione tanto maggiore è la diminuzione dellesensazioni di paura e odio
Questi dati, in conclusione, sostengono l’idea che per provare
emozioni sia necessario avere delle indicazioni sulle reazionifisiologiche che hanno luogo nel proprio corpo
Sensazioniemozionali
Emozione: comprende
comportamen, sensazioni e
rispostefisiologiche(vegetave
e ormonali) con significato
comunicavoeadaUvo
Te oria d i J am es e
Lange: l’evento provoca larisposta emozionale
(comportamentale, vegetava,o rm on al e) . I l f ee d- ba ck
s en so ri al e i nt er no d el la
rispostaemozionale inducela
sensazioneemozionale
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Variazioni fisiologiche tipiche Sensazione consapevole dell’emozione
RISPOSTA EMOTIVA
STIMOLOEMOTIGENO
+
Cannon e Bard, 1934
Secondo Cannon e Bard, il talamo, in presenza di uno
stimolo emotivamente scatenante manda impulsi al sistema
nervoso simpatico, producendo le reazioni fisiologiche, econtemporaneamente, manda impulsi alla corteccia cerebrale, producendo la sensazione consapevole
dell’emozione
STIMOLOEMOTIGENO
ATTIVAZIONEGENERALIZZATA
+ETICHETTACOGNITIVA
=RISPOSTAEMOTIVA
SchachtereSinger,1962
Secondo Shachter and Singer, quindi, affinchè un’emozione
possa essere sentita intensamente le risposte fisiologichedevono aver luogo ed essere percepite; ma queste risposte
sono piuttosto vaghe e generalizzate, e possono essere
attribuite virtualmente a qualsiasi emozione.L’emozione alla quale sono attribuite è l’emozione che è
appropriata alla consapevolezza cognitiva della persona
circa la situazione.
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Psicologia generale
La motivazione dipende da come ci
spieghiamo il mondo: La teoria
attributiva
• Attribuzioni =percezioni che gli individui
hanno circa le cause degli eventi che
accadono a se stessi (autoattribuzioni) eagli altri (eteroattribuzioni)
• il processo attributivo emerge dal bisogno
di comprendere il mondo
• il processo comprende elementi cognitivi
ed emotivo-motivazionali
Attribuzioni e motivazione
• Quali conseguenze hanno le attribuzioni
sul comportamento?
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Attribuzioni ed emozioni
Attribuzione Successo
Insuccessoimpegno soddisf e orgogl io senso di
colpa
abilità fiducia, superbia vergogna/
depr
compito sorpresa rabbia,rassegn
fortuna sorpresa sorpresa
aiuto gratitudine rabbia
Ancora attribuzioni
Errore fondamentale di attribuzione:
• scegliere cause di tipo interno per i successi
e di tipoesterno
per gliinsuccessi
per leautoattribuzioni • scegliere cause di tipo esterno per i successi
e di tipo interno per gli insuccessi per leeteroattribuzioni
• Cause interne (abilità, impegno)
• Cause esterne (fortuna, aiuto, difficoltà delcompito)
Weiner, 1994
Insuccesso Attribuzione punizione e rabbia (ete)
poco impegno senso di colpa (auto)(controllabile buone aspettative succeinstabile, alta motivaz, persistenz
specifica) maggiore prestazione
Insuccesso Attribuzione non punizione ecompas
no abilità vergogna (auto)
(non controllabile no aspettativesucce
stabile, generale) bassa motiv e persistenz
Credere nella possibilità di
cambiare: Il ruolo delle teorie del
Sé• Teorie dell’intelligenza (Carol Dweck)
– Entitaria
– incrementale
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Teorie implicite dell’intelligenza
• Costituiscono l’idea di intelligenza dei
singoli individui
• Due approcci principali:
• Teoria dell’entità, intelligenza è fissa e
difficilmente modificabile
• Teoria incrementale, intelligenza può
cambiare
Obiettivi di apprendimento
• Obiettivi di prestazione, dimostrare le
proprie capacità, ottenere giudizi positivi
• Obiettivi di padronanza, apprendere per ilpiacere di apprendere
• task-oriented e ego-oriented
• compito scelto
• persistenza
• emozioni
Obiettivi di apprendimento
• Fiducia nell’efficacia dell’impegno
• strategie adottate
• attenzione nell’eseguire il compito
• attribuzione dell’insuccesso
• aspettative di successo futuro
• teoria dell’intelligenza
Carol Dweck
Teoria abilità modellocaratteristiche
dell’intell percepita motivazion
entità alta orientato situazioni dialla prestazione difficoltàattribuz. abilità intermediamot. Estrinseca
bassa impotenza appresacompiti facili
incrementale alta/bassa orientato allaimpegno x padronanzaapprendere
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TeoriaAbilità modello Cara@erisBchedell’intellpercepitamoBvazion
EnBtà alta or ientato s ituazion id i allaprestazionedifficoltà a]ribuz.abilità intermedia mot.estrinseca
bassaimpotenzaappresacompifacili
Increment.alta/bassaorientatoallaimpegnox padronanzaapprendere
impegno,motintrinseca
Il successo scolastico è causa o effetto di
teorie incrementali e obiettivi di
padronanza?
• Passaggio scuola elementare-media
• ipotesi di Henderson e Dweck (1990)
ENTITARIINCREMENTALI
• valutazione iniziale di fiducia nellecapacità e teoria dell’intelligenza
es.:mi domando se sonointelligente; quando inizio una nuova lezione ascuola di solito sono sicuro che sarò capace diimpararla.
Il successo scolastico è causa o effetto di
teorie incrementali e obiettivi di
padronanza?
• Valutazione successo scolastico
ultimi voti scuola elementare
primi voti scuola media
• Risultati
Entitari peggiorano: chi andava male alleelementari continua, ma chi andava bene???
Fiducia nella propria intelligenza ma……Incrementali migliorano: soprattutto chi
prima andava male
Il successo scolastico è causa o effetto di
teorie incrementali e obiettivi di
padronanza?
• Quale spiegazione per i loro risultati ?
• “può darsi che non sia abbastanzaintelligente”
• “forse non sto studiando nel modo giusto”
• quale atteggiamento verso la scuola?• Entitari: ansia e preoccupazione “il lavoro
scolastico deve essere fatto senzaimpiegare troppo tempo, solo se si e’ pocointelligenti si studia tanto”
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Perché il successo scolastico non è
sufficiente
• Sorprendentemente gli studenti con una storiafitta di successi scolastici sono i più vulnerabili
•
Dweck e Leggett (1988); Licht & Dweck (1984)hanno studiato ragazze con prestazionieccellenti
• effetti di un insegnamento basato sul crearesituazioni di successo
• per gli entitari la fiducia ed il successo non sonosufficienti: non serve alimentare la fiduciaprocurando successi
• chiunque può imparare se si impegna
Quali indicazioni applicative per psicologi ed
educatori
• La fiducia in se stessi è importante ma non è la
variabile critica
• teoria incrementale può essere indotta in varimodi ma soprattutto
• rispetto ad un obiettivo di “dare fiducia” ciconsente di comportarci più lealmente verso gli
studenti:
• feedback onesto sulle strategie!