MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S.,...

30

Click here to load reader

Transcript of MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S.,...

Page 1: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003

Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato .

Tragedia nel pomeriggio di ieri in un cantiere di Almenno San Salvatore: un muratore di 30 anni, Simone Pirola, è morto folgorato quando il braccio di una betoniera - che stava manovrando per gettare cemento - ha urtato i cavi dell'alta tensione. L'infortunio è avvenuto poco dopo le 16: il muratore, che abitava proprio ad Almenno e lavorava per un'impresa del posto, è morto sul colpo quando la scarica lo ha raggiunto. Teatro del tragico infortunio sul lavoro un cantiere di via Dalla Chiesa dove sono in costruzione alcune villette. La macchina che ha urtato i fili dell'alta tensione è un'autobetonpompa: ha un lungo braccio che consente di effettuare gettate anche a grande altezza. Muovendosi, questo braccio è finito contro i cavi che si trovano a 8 metri dal suolo. Sul posto è intervenuto il 118, ma per il giovane muratore - sposato e padre di una bimba di tre anni - non c'era purtroppo più nulla da fare: era rientrato proprio oggi al lavoro dopo un breve periodo di malattia. Per indagini e accertamenti sono giunti i carabinieri e l'Asl. Illesi tutti gli altri operai impegnati nel cantiere.

L’Eco di Bergamo 2/9/03

Erano assicurati con le cinture. Uno è riuscito a sganciarla e a saltare; nulla da fare per Costantino Marchionni che è precipitato insieme al carrello San Pietro, crolla un ponteggio: muore un operaio. Ferito un collega. Montavano il palco per l’udienza papale. Il Pontefice: «Prego per la vittima»

di GIUSEPPE MARTINA e FEDERICA ROGAIMontavano il palco per l’udienza che il Papa terrà domani al suo rientro da Castelgandolfo. All’improvviso sono precipitati dalla struttura che serve ad allestire il palco. Uno, Costantino Marchionni, di 52 anni è deceduto sul colpo, l’altro, il trentottenne Salvatore Campolattano è ricoverato al Santo Spirito nel reparto di neurochirurgia con una gamba rotta e una prognosi di 30 giorni. Erano da poco passate le dieci, ieri mattina, e i due avevano appena iniziato a lavorare a piazza San Pietro. Costantino e Salvatore erano saliti, loro due soli, in cima al trabattello, la gabbia di metallo che serve a montare i ponteggi. Dovevano sistemare le travi che coprono la poltrona pontificia. All’improvviso le ruote si sono mosse, loro hanno perso l’equilibrio e sono caduti insieme all’impalcatura. Secondo la ricostruzione degli altri operai, una ruota si sarebbe incastrata nel pavimento facendo inclinare il trabattello e facendo precipitare i due da oltre tre metri di altezza. Da escludere una disattenzione visto che quel lavoro entrambi lo facevano da quasi vent’anni. Due esperti, insomma, tanto che Marchionni era un esterno contattato per lavori a giornata. Ma proprio per lui non c’è stato scampo. E’ rimasto incastrato a causa di quella cinta di sicurezza che avrebbe dovuto proteggerlo ed è caduto di peso trascinandosi addosso il braccio metallico. L’uomo ha riportato gravi lesioni interne che gli sono state fatali. Campolattano ha avuto i riflessi più pronti: è riuscito a lanciarsi dopo aver sganciato la cintura, evitando in questo modo di restare schiacciato.Il professor Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano, ha avviato un’inchiesta nella quale la Santa Sede si avvarrà degli uffici giudiziari italiani, infatti gli atti sull’indagine adesso

Page 2: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

potrebbero essere trasmessi anche alla Procura di Roma. Informato dell’accaduto, il Papa dalla residenza estiva di Castelgandolfo ha fatto sapere di essere profondamente addolorato per la vicenda e di aver pregato per la vittima. Costantino viveva nei pressi di Bracciano, era cresciuto in un collegio e da poco tempo aveva perso la madre; non era sposato e non aveva figli, viveva con un amico. Campolattano, originario di Sora, ma residente a Roma vicino piazzale del Caravaggio, è stato invece raggiunto in ospedale dalla moglie e dai parenti. Ieri era il suo primo giorno di lavoro dopo le ferie. Sul rispetto delle norme che dovrebbero tutelare gli operai sul posto di lavoro ha sollevato qualche dubbio il presidente della Commissione della Regione Lazio sulla sicurezza e prevenzione degli infortuni nei luoghi del lavoro, Alessio D’Amato. «Quando sono arrivato sul posto - ha raccontato - non ho visto nessuno che indossasse cinture di sicurezza o caschi. E poi mi sembra difficile che il trabattello si sia incastrato visto che il sagrato è in porfido, quindi perfettamente liscio». Sempre secondo D’Amato non va trascurato un altro dettaglio «non c’era nessuna traccia di quei fermi che servono a bloccare l’impalcatura quando gli uomini sono sopra a lavorare e che sono obbligatori per legge».

Il Messaggero 2/09/03

Morte nel parmense

Grave infortunio sul lavoro in provincia di Parma. Un sedicenne è morto precipitando con il trattore che stava guidando dalla sommità di un argine a pochi metri dal fiume Taro e dal cantiere per la realizzazione di un nuovo ponte, nella frazione di Eia, a nord del capoluogo. Il ragazzo, M.V., abitava con la famiglia in un podere nei paraggi ed era solito utilizzare il trattore, un vecchio Fiat degli anni `60, per il lavoro nei campi. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo avrebbe perso il controllo del mezzo mentre stava effettuando una retromarcia per tornare verso casa; il trattore si è ribaltato più volte,schiacciandolo. Un camionista diretto al cantiere ha visto M.V.adagiato per terra e ha dato l'allarme, ma quando è arrivato l' elicottero del 118 per il giovane non c' era più nulla da fare per le gravi lesioni interne.

Il Manifesto 2/09/03

Page 3: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

Una strage sul lavoro: 1.415 vittime in un anno

IL BILANCIO Rizzo Sergio. ROMA - Decisamente non era cominciato bene, il mese di agosto. La mattina del primo giorno, a Napoli, un operaio di 45 anni era morto per il crollo di una scala che stava demolendo. Nelle stesse ore, a Torino, un altro operaio di 23 anni aveva perso la vita cadendo da un' impalcatura. Il successivo 12 agosto quelle che nel compassato gergo tecnico vengono definite «cadute dall' alto» avevano fatto un' altra vittima: Giovanni Pollina, di 29 anni, precipitato da un traliccio dell' Enel. Le fredde statistiche dicono che le «cadute dall' alto» causano in media 160 vittime l' anno. Questo significa che quasi ogni due giorni un operaio muore cadendo da un ponteggio: per la mancanza o la mancata applicazione delle misure di sicurezza. Ma la mattanza provocata dagli infortuni sul lavoro è di ben altre proporzioni. Nel 2002, secondo i dati dell' Inail, i morti sono stati 1.415. E non conforta apprendere che nel 2001 erano stati invece 40 di più: l' anno precedente erano stati infatti 1.398. Quella del 2002 non si può certamente definire una diminuzione strutturale. Anche perché in Italia la mortalità negli incidenti sul lavoro è di 3,3 persone ogni 100 mila occupati: ben superiore alla media europea (2,7). Secondo l' Ufficio internazionale del lavoro il costo degli infortuni professionali raggiunge nel nostro Paese 28 miliardi di euro l' anno. Impressiona scoprire che nel 2002 il settore dell' edilizia, quello dove si verifica il maggior numero di infortuni, ha presentato un bilancio di ben 290 morti: un numero paragonabile a quello dei soldati angloamericani morti finora nella guerra in Iraq. E non consola molto nemmeno il fatto che questa cifra sia inferiore a quella del 2001 (325) e dei due anni precedenti: dal 1999 i morti per gli incidenti nell' edilizia sono stati ben 1.231. Il segretario generale della Fillea Cgil, Franco Martini, punta il dito sulla struttura delle imprese: «In Italia prevalgono le piccole aziende, che spesso si propongono di stare sul mercato non con l' innovazione, ma tagliando i costi. Il che, in edilizia, significa toccare la sicurezza». E sottolinea come sia diffusissimo il ricorso al lavoro nero o illegale «che al Sud arriva fino al 50%». Un fatto che secondo Raffaele Bonanni deforma pure le statistiche sulla mortalità, che per questo sarebbero peggiori di quanto già non siano. Per il segretario confederale della Cisl la soluzione «non può essere la richiesta di norme sempre più draconiane. La risposta dev' essere nell' ordinario. Comincino le amministrazioni a stabilire delle regole che premiano le imprese che garantiscono la sicurezza». Intanto però il macabro pallottoliere non si ferma. Le cifre dell' Inail dicono che considerando i settori dell' industria e dei servizi il primato dei morti sul lavoro spetta alla provincia di Milano: 70, nel 2002. Rispetto al 2001 la flessione è di 37 unità, ma i morti nello scorso anno sono stati 30 in più sul 2000 e 13 in più sul 1999. Al secondo posto c' è la provincia di Roma. 57 morti, come nel 2001. Al terzo posto Torino, con 42 morti (6 in più). Al quarto Bari, prima provincia meridionale in questa inquietante classifica: 38 morti, con un aumento di ben 15 unità rispetto all' anno precedente. Quindi Bologna (36, più 8), Treviso (31, più 5), Napoli (30, più 6) e Bergamo (29, più 5). Sergio Rizzo

Il Corriere della Sera 2/09/03

Morire di lavoro sotto il CupoloneTragedia in Piazza San Pietro a Roma. Due operai precipitanoda una gru: uno è deceduto sul colpo, l’altro ne avrà per due mesi

Dolore e rabbia a San Pietro: ieri mattina, verso le 10.20, Co-stantino Marchionni, unoperaio romano di 52 anni, è morto mentre stava lavorando all’allestimento del palcopapale per l’udienza pubblica di mercoledì. Stava montando l’impalcatura mobile

Page 4: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

ma a causa di una buca del terreno il braccio meccanico, alto 3 metri e mezzo, si è sbilanciato ed è precipitato trascinando con sé Marchionni e il collega Salvatore Campolattaro, che è riuscito a salvarsi sganciando in tempo l’imbracatura e saltando sul selciato. Sulla vicenda la Santa Sede ha subito calato una cortina di silenzio, impedendo l’accesso della piazza ai giornalisti e all’assessore al la-voro di Roma, Luigi Nieri, accorso sul luogo appena 20 minuti dopo, quando già la scena era stata “ripulita”. La stessa polizia è stata relegata al ruolo di portavoce. Impossibile persino sapere il nome della ditta appaltatrice. L’unica nota ufficiale è arrivata dal direttore della sala stampa Joaquìn Navarro-Valls che ha fatto diramare un comunicato con le scarne notizie della morte dell’operaio e della puntualità con cui sono arrivati in piazza i soccorsi e le autorità dello stato pontificio. Anche agli operai, rimasti al lavoro nel cantiere (che nessuno ha ritenuto di dover mettere sotto sequestro), è stato imposto il silenzio: «Non posso dire nulla, ci sono le telecamere». Tra i compagni di lavoro di Marchionni, il sentimento più diffuso è la desolazione di essere rimasti «senza collega», ma anche la rabbia per quello che «non doveva succedere. Le strutture qui sono abbastanza sicure, ma non si può morire mentre si lavora». Stesso inspiegabile silenzio all’ospedale Santo Spirito dove è stato ricoverato il secondo operaio coinvolto nell’incidente. Campolattaro comunque è uscito cosciente dal reparto di neurochirurgiae non è in pericolo di vita. La prognosi è di 60 giorni per le fratture riportate nelloschianto. Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha indirizzato un telegramma ai familiari diMarchionni, nel quale esprime, anche a nome della giunta i «sentimenti di dolore e dipartecipazione». Ma quella di ieri è stata una giornata tragica per i lavoratori: a Piombino, un immigrato nordafricano è rimasto gravemente ferito cadendo dal tetto del capannone di un’acciaieria. L’uomo, dipendente di una ditta incaricata di effettuare lavori di riparazione alla copertura dell’immobile, è precipitato da un’altezza di circa 15 metri in seguito allo sfondamento della copertura stessa. Soccorso, è stato trasportatoall’ospedale dove gli è stato riscontrato un grave trauma cranico facciale. Adesso è ricoverato in prognosi riservata. Mentre per quanto riguarda gli incidenti a San Pietro si deciderà oggi se avviare o meno le inchieste della magistratura, a Piombino l’incidente è già stato messo sotto inchiesta. Nel frattempo i fatti di ieri riportano in primo piano il problema della sicurezza sui posti di lavoro. Secondo il segretario Sandro Grugnetti della Fillea-Cgil di Roma è necessario «non abbassare la guardia» e spingere per «una vigilanza più ferrea sul rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri edili, che va di pari passo con la regolarità e la qualità dei lavori eseguiti. Così come lavoro nero ed irregolarità - continua Grugnetti - vanno di pari passo con il non rispetto delle norme di sicurezza e quindi aumento delle possibilità di infortuni». Il segretario delsindacato individua in un dato preciso la causa dei molti incidenti: «Gli appaltivengono vinti dalle ditte che avanzano la richiesta più economica. E molto spesso aloro volta subappaltano il lavoro per guadagnarci. Ma da questo gioco qualcosa deveper forza restar fuori: le spese per la sicurezza». Oltre a chiedere al Papa, che appena è stato informato dell’accaduto ha dichiarato di pregare per lo sfortunato operaio, di ricordare Marchionni durante l’udienza di domani, la Fillea-Roma propone la creazione di «un osservatorio comunale e regionale del settore edile che monitorizzi a 360 gradi il lavoro svolto. La sicurezza va garantita a tutti i livelli – conclude Grugnetti - partendo dai comuni per arrivare allo Stato». ANDREA MILLUZZI

Liberazione 2/09/03

ROMA, LA TRAGEDIA IN PIAZZA SAN PIETRO. FERITO IL COMPAGNO DI LAVORO . Cade mentre monta il palco del Papa, muore operaio

Page 5: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

ROMA . E’ morto sul sagrato di Piazza San Pietro, precipitando da un’impalcatura mobile di circa quattro metri. Costantino Marchionni, 52 anni, operaio di una ditta che lavora per il Vaticano, ieri mattina, poco prima delle 10.30, è scivolato mentre stava montando il palco papale per l’udienza generale in programma per domani. Marchionni assieme al collega stava sistemando la parte superiore del palco con l’ausilio di un braccio meccanico. Ma, secondo la ricostruzione fatta da alcuni colleghi, una ruota del ponteggio in alluminio si sarebbe bloccata a terra, forse incastrandosi con una ruota tra due sampietrini, provocando il ribaltamento della struttura. L’operaio, secondo le testimonianze, era assicurato con una cintura, ma il braccio meccanico si sarebbe sblilanciato e l’operaio, legato alla cintura, sarebbe caduto di peso, senza riuscire a liberarsi. La caduta è stata fatale. E’ morto subito dopo, per le lesioni interne, rendendo inutile l’intervento del personale sanitario del Vaticano e del vicino ospedale Santo Spirito. Si è salvato invece il collega che stava lavorando con lui: Salvatore Campolattaro, 38 anni. Quando l’impalcatura si è rovesciata, lui è riuscito a sganciarsi dalla cintura, saltando sul selciato. Campolattaro ha riportato alcune fratture, ma le sue condizioni non sono gravi e guarirà in 60 giorni. «Lavorava per noi da alcuni anni - hanno raccontato alcuni operai al lavoro in Piazza San Pietro - come collaboratore di una ditta esterna. Per quanto ne sappiamo, è cresciuto in un collegio e non ha parenti. Non sappiamo neanche chi avvertire della sua morte». «Una persona davvero sfortunata - hanno altri operai rimasti nei pressi del cantiere -. Oggi era il suo primo giorno di lavoro dopo le ferie». Marchionni, che non era sposato, dopo la morte della madre circa un mese fa, divideva un appartamento con un amico a Bracciano, a Nord di Roma. Il Papa, informato, nella sua residenza estiva di Castelgandolfo, «è rimasto profondamente addolorato per la vicenda e ha pregato per la vittima», ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls. Gli atti sulla morte dell’operaio sono di competenza del tribunale dello Stato della Città del Vaticano, sul cui territorio è avvenuto l’incidente, ma potrebbero essere trasmessi anche alla procura di Roma. Sull’incidente è intervenuto anche il presidente della Commissione sicurezza e prevenzione infortuni nei luoghi di lavoro della Regione Lazio, Alessio D'amato (Pdci). È un «fatto gravissimo» che la ripresa dell'attività a settembre «si macchi della morte di un operaio a piazza San Pietro». Secondo D’Amato, «sulla questione sicurezza non bisogna abbassare la guardia, perchè nessun luogo è esente dal rischio. Neanche lo Stato Vaticano - ha detto - può essere esente dal rispettare queste norme, anzi proprio lo Stato Pontificio dovrebbe mostrare una particolare sensibilità in merito, visti i moniti del Santo Padre in favore della dignità dell’uomo e della dignità del lavoratore».

La Stampa 2/09/03

Infortunio a Piombino

E' rimasto gravemente ferito dopo una caduta di quasi quindici metri, provocata dallo sfondamento del tetto del capannone su cui stava lavorando all'interno della Lucchini siderurgica. Omar Edik, 31 anni, immigrato marocchino, è ora ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Villa Marina di Piombino, con un grave trauma cranico e facciale e la frattura di entrambi i polsi. L'operaio, dipendente dell'azienda Pulital ma ufficialmente «prestato» ad un'altra azienda di proprietà del titolare della Pulital, stava lavorando alla riparazione della copertura di un magazzino della Lucchini. Dalla prima ricostruzione della Asl, a far precipitare Edik non è stato il cedimento del tetto in lamiera del capannone, ma la copertura in onduline di lana di vetro che fungeva da lucernario. Per domani Fiom, Fim e Uilm hanno deciso un'ora di sciopero, appena la scorsa settimana la Rsu della Lucchini aveva chiesto un incontro urgente all'Asl denunciando un calo di

Page 6: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

tensione nella prevenzione degli infortuni sul lavoro, l'ultimo dei quali era costato a metà agosto la frattura delle braccia e di una gamba ad un altro operaio precipitato da un'altezza di quattro metri.

Il Manifesto 2/09/03

CECCHINA. Il braccio lo schiaccia: operaio muore Il romeno stava lavorando in un cantiere, la tragedia sotto gli occhi del fratello

di DANIELA CATALDO . Era immigrato in Italia solamente un mese fa dalla Romania. Aveva portato con sé con una valigia piena di sogni e tante speranze di costruirsi un'esistenza migliore nel nostro Paese. Invece l’ennesimo tragico incidente sul lavoro ha messo fine alla sua vita. Alle 15 di ieri Marian Rosala, un operaio romeno di 30 anni, stava lavorando in un cantiere a Cecchina, a via Colle Nasone, dove l’impresa Edilzeta sta costruendo una palazzina. Si trovava sul solaio del terzo piano con suo fratello Marius, 32 anni, anch’egli operaio nella stessa ditta e altri quattro colleghi. Stavano procedendo alla gettata di cemento quando il braccio della pompa del calcestruzzo si è spezzato, cadendo sul solaio e travolgendo lo sfortunato operaio. «Abbiamo sentito un forte rumore metallico – ha raccontato Marius Rosala – poi un tonfo che ha fatto traballare tutta la struttura. Ho cercato con gli occhi mio fratello e l’ho visto sotto il braccio. Mi sono precipitato da lui, ho tentato di chiamarlo, ma Marian non rispondeva più. Quella maledetta macchina lo aveva ucciso». Il giovane, appunto, è stato investito in pieno dal braccio metallico, che lo ha colpito sulla spalla destra. Si è accovacciato per il peso, poi il suo corpo è sprofondato, in parte, nel solaio. Praticamente è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Cecchina, coordinati dal maresciallo Enrico Cortese, i vigili del fuoco di Marino e la Asl, che hanno posto sotto sequestro il macchinario e stanno verificando la documentazione relativa alla sua manutenzione per capire i motivi del guasto ma, soprattutto, se ci siano delle negligenze da parte dell’impresa. «Quella macchina – ha dichiarato Claudio Giuliani, che al momento dell’incidente stava manovrando la betoniera – aveva passato la revisione solo un mese fa. L’urto ha provocato una sorta di onda sismica che ha scosso perfino la betoniera. Poi ho sentito delle urla provenire dal solaio e a quel punto mi sono reso conto che era successa una disgrazia». Nell’incidente è rimasto ferito anche un alto operaio della ditta: Sandro Proietti, di 60 anni. L’uomo è ricoverato, fortunatamente in condizioni non gravi, all’ospedale De Sanctis di Genzano. La pompa appartiene alla ditta Betonfeba Srl, che stava effettuando la gettata di cemento per contro della Edilzeta. Gli operai del cantiere sono tutti sotto shock. Conoscevano poco Marian, perché era venuto il Italia solo un mese fa e da poco lavorava nella ditta edile con il fratello ed il cognato. Non aveva moglie né figli e viveva ad Ardea con i fratelli e la madre. I primi a raggiungere l’Italia erano stati il fratello maggiore Marius e il cognato. Lavorando duramente avevano gettato le basi affinché il resto della famiglia potesse raggiungerli e vivere così, tutti insieme, dignitosamente. Invece, al posto di un futuro migliore Marian ha trovato la morte.

Il Messaggero – Cronaca di Roma 3/09/03

LA TRAGEDIA IN VATICANO. Trasferita al Gemelli la salma dell’operaio

Page 7: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

E' stata trasferita all'istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli la salma di Costantino Marchionni, l'operaio di 52 anni morto, l'altra mattina, nell'infortunio sul lavoro accaduto in piazza San Pietro proprio davanti al sagrato della basilica. Gli atti relativi all'inchiesta condotta dalla Gendarmeria vaticana sono stati trasmessi dal giudice unico dello Stato del Vaticano e messi a disposizione del sostituto procuratore Mario Ardigò che ha disposto lo svolgimento dell'esame autoptico. Al Santo Spirito continuano frattanto a migliorare le condizioni di Salvatore Campolattaro, 38 anni, l'operaio sopravvissuto all'incidente e ricoverato con sessanta di giorni di prognosi per fratture agli arti inferiori. L'inchiesta dovrà accertare la dinamica esatta dell'accaduto: per ora si sa che Marchionni, operaio esterno e Campolattaro, dipendente del Vaticano stavano lavorando sopra un'impalcatura mobile per allestire il ponteggio per l'udienza del mercoledì del Pontefice. Per cause ancora da accertare all'improvviso il "trabattello" si sarebbe bloccato e reclinato: Campolattaro, intuito il pericolo, avrebbe sganciato la corda di sicurezza. Giu. Mar.

Il Messaggero – Cronaca di Roma 3/09/03

ANAGNI/INFORTUNIO NELL’ISTITUTO GESTITO DALLA DIOCESI Imbianchino morto: due sospettati per omicidio colposo Denunciati alla magistratura l’imprenditore Mario Fabrizi e il direttore della scuola don Antonio Castagnacci

Sviluppi nell’inchiesta sulla morte dell’imbianchino Sante Manicuti, 37 anni di Anagni, caduto all’interno della scuola Bonifacio VIII gestita dalla Diocesi. I carabinieri, nella loro informativa alla Procura della Repubblica, avrebbero infatti segnalato i nomi di Don Antonio Castagnacci (quale direttore dell’istituto) e di Mario Fabrizi, datore di lavoro dello sfortunato imbianchino. I due, Don Antonio Castagnacci e Mario Fabrizi, sarebbero sospettati di omicidio colposo, per non aver garantito la dovuta sicurezza nell’ambiente di lavoro. Dunque, appurato che Sante Manicuti è morto sabato mattina (dopo essere stato rinvenuto a terra dalla bidella dell’istituto scolastico e non dall’impiegata della Curia Enrica Bruni) il magistrato inquirente, Alberto Galati, ha nominato un consulente tecnico, la dottoressa Vincenza Liviero (della Polizia Scientifica) che ieri ha eseguito l’autopsia per sciogliere due dubbi che ancora non sono stati dipanati: le cause della morte dell’imbianchino; l’ora in cui sarebbe avvenuto l’infortunio. Il magistrato, evidentemente, vuol essere certo che Sante Manicuti sia effettivamente caduto dalla scala a soffietto su cui stava lavorando e inoltre vuol sapere con esattezza quanto tempo è rimasto a terra l’operaio prima che venisse trovato dalla bidella. Proprio ieri i familiari dell’imbianchino (che si sono rivolti all’avv. Giampiero Vellucci) avevano sollevato forti dubbi sulla dinamica dell’infortunio. Dall’esame della Tac, infatti, Sante Manicuti presentava una serie di fratture alla gabbia toracica, tre costole nei polmoni e un trauma cranico. «Un po’ troppo - hanno subito commentato i parenti - per una caduta da una scala alta nemmeno due metri e per di più su un giovane robusto». A. S.

Il Messaggero – Cronaca di Frosinone 3/09/03

INFORTUNIO Cade dal ponteggio, artigiano grave L’incidente nel pomeriggio di ieri in un cantiere a Cordenons. Il ferito elitrasportato

Page 8: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

Cordenons . Ennesimo infortuni o sul lavoro in un cantiere edile nel pomeriggio di ieri a Cordenons. L'incidente è accaduto poco prima delle 17 in via Braida d'Andrea, dove un'impresa locale è impegnata nei lavori di costruzione di un prefabbricato a scopo abitativo. Per cause che i carabinieri di Cordenons intervenuti sul posto stanno ancora accertando, l'artigiano edile (che stava lavorando per conto proprio in subappalto) Giancarlo Zanon, 50 anni, di Portogruaro, è caduto a terra da un'altezza di poco superiore ai due metri. L'uomo sarebbe scivolato da un ponteggio e cadendo avrebbe battuto piuttosto violentemente la schiena al suolo. Immediati sono scattati i soccorsi. Dall'ospedale di Pordenone è giunta un'ambulanza, mentre contemporaneamente da Udine è decollato l'elicottero del "118". Gli infermieri dell'emergenza hanno prestato le prime decisive cure al ferito che è poi stato stabilizzato sulla barella e trasferito d'urgenza nell'ospedale del capoluogo friulano. I medici hanno preferito ricoverare l'uomo nel centro sanitario di Udine a scopo precauzionale visto il tipo di ferita riportata. Le condizioni dell'artigiano non sarebbero particolarmente gravi, ma il tipo di trauma desta qualche preoccupazione nei medici che - almeno fino alla serata di ieri - non avevano ancora sciolto la prognosi. Ancora una volta, purtroppo è in un cantiere edile che bisogna registrare incidenti sul lavoro. Il comparto delle costruzioni resta il settore maggiormente a rischio proprio per il tipo particolare di lavorazioni e per le condizioni in cui gli addetti si trovano a operare. Infatti, anche quando tutte le norme vengono rispettate il "margine di rischio" resta sempre piuttosto alto. E - stando alle statistiche - gli infortuni non si registrano solo nei grandi cantieri, ma anche quando vengono eseguiti piccoli lavori di ristrutturazione domestica. «Proprio per questo motivo - sottolinea Claudio Petovello, della Fillea Cgil, la categoria dei lavoratori edili - è necessario sapere che la normativa in questo senso non esclude alcuno dalla responsabilità. Nei lavori piccoli, per esempio nei cantieri domestici, anche il committente è considerato responsabile in quanto ha l'obbligo di pretendere, dal direttore dei lavori o dal responsabile dell'impresa, che tutte le regole e le normative in materia di prevenzione e sicurezza siano rispettate. Per questo motivo è sempre bene fare attenzione ed evitare magari di risparmiare sulla sicurezza. Dunque, nei casi di infortuni , non è sempre colpa delle imprese: la legge 528 del '99 in proposito è molto chiara». Resta poi il problema della prevenzione che le aziende devono attuare. «Certamente - replica il sindacalista -: manca un deterrente forte, soprattutto perché troppe volte i processi che trattano casi di infortuni si chiudono con pene lievi o peggio con patteggiamenti. Una giustizia più severa, probabilmente potrebbe dare una mano alla cultura della prevenzione».

Il Gazzettino – Cronaca di Pordenone 4/09/03

Cecchina/Negli ultimi sei mesi, durante i sopralluoghi, gli ispettori hanno riscontrato irregolarità in ben duecento casi Sequestrato il cantiere della tragedia La Rm H pone i sigilli per il mancato rispetto delle norme antinfortunistiche

di DANIELA CATALDO. La Asl Roma H ha apposto i propri sigilli per chiudere il cantiere di via Colle Nasone, a Cecchina, dove l’operaio trentenne Marian Rosala ha perso la vita martedì pomeriggio. Nel “cantiere maledetto”, questo è il nominativo affibbiato al luogo da molti abitanti della zona di Colle Nasone, secondo gli ispettori sanitari esisterebbero delle strutture ad uso degli operai che non rispettano le norme antinfortunistiche. Su quali siano state, in specie, le infrazioni alla legge 626 riscontrate dai propri ispettori, la Asl si mantiene il massimo riserbo, perché la procura di Velletri ha

Page 9: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

aperto un’indagine. «Nel rispetto del segreto istruttorio – ha fatto sapere l’azienda sanitaria – possiamo dire solo che le mancanze riscontrate non hanno alcun collegamento con l’incidente di martedì». Da mesi il sostituto procuratore del tribunale di Velletri, Giuseppe Travaglini, sta conducendo, assieme agli ispettori della Asl, delle verifiche sui cantieri del territorio. «Negli ultimi sei mesi – ha comunicato l’azienda – è stata rilevata la mancata osservanza delle elementari normative di sicurezza in ben 200 cantieri appartenenti al settore sanitario Roma H, molti dei quali situati tra Pavona e Cecchina. Le irregolarità erano soprattutto riguardanti i ponteggi. Per questo, molti di questi cantieri sono stati chiusi. Ma fino ad oggi incidenti così gravi in zona non erano mai avvenuti». Lo scorso 18 aprile, proprio nella stessa frazione di Albano, i carabinieri di Castel Gandolfo avevano apposto i sigilli ad un immobile in costruzione. I ponteggi erano difformi dalla normativa in ben 11 punti e su di essi lavoravano 20 operai. La tragedia del cantiere di Cecchina è accaduta il giorno dopo quella di piazza San Pietro e non ha mancato di suscitare reazioni, anche al livello politico e sindacale. «I due incidenti mortali accaduti – ha sentenziato Luigi Nieri, assessore al Lavoro capitolino – impongono una stretta di controlli rigorosi sui cantieri edili. Ribadiamo l’urgenza di siglare un protocollo a tutela della sicurezza dei lavoratori. L’incidente dell’operaio di Cecchina deve far riflettere sulla necessità di costruire meccanismi di prevenzione dell’infortunistica. I morti sul lavoro sono troppi, nessuno può giocare a ribasso con la vita delle persone». Più forte la dichiarazione dei sindacati, che sollecitano le associazioni delle imprese ad effettuare maggiori controlli sui cantieri e invocano l’intervento del prefetto di Roma. «Nel 2003 i morti nei cantieri del Lazio sono già nove, sette in più di quelli di tutto lo scorso anno – dice Sandro Grugnetti, segretario generale della Fillea Cgil -la Fillea non darà più tregua né alle associazioni delle imprese, né agli enti preposti per la sicurezza». Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Feneal – Uil Lazio, Francesco Sannino «Due incidenti in due giorni – ha dichiarato – evidenziano un vistoso calo di attenzione rispetto alla sicurezza all’interno dei cantieri. E’ indispensabile che il prefetto, Luigi Serra, intervenga affinché sia garantito un maggior vigore e forza ai controlli della task-force voluta un anno fa dal sindacato».

Il Messaggero – Cronaca di Roma 4/09/03

Ilva, la rivincita degli emarginati 'Risarciti dopo anni di mobbing'

«Alla fine, abbiamo vinto noi: i negri con l' anello al naso, così come ci chiamava Emilio Riva. è una soddisfazione, dopo che il padrone dell' Ilva ci aveva umiliato. Del sottoscritto diceva che ero un vagabondo, un fannullone, uno stupido, che per entrare nell' azienda siderurgica più grande d' Europa mi avevano raccomandato. Contento lui... La realtà è che questo sciocco, andato in pensione, gli ha fatto avere una condanna a due anni e tre mesi. Adesso l' Inail ha anche concesso a me ed altri sei ex dipendenti, un vitalizio: il mobbing di cui siamo stati i bersagli preferiti è considerata una malattia professionale e, come tale, da risarcire. Un segnale positivo, questo, per tutte le "palazzine Laf" che esistono in Italia, ma che non sono ancora saltate fuori». Vincenzo ha 54 anni di cui più della metà passati a sgobbare nella "città dell' acciaio", una moglie, due figli. Per la prima volta in Italia, a Taranto, gli ispettori dell' Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro indennizzano sette impiegati della vecchia Italsider che erano stati terrorizzati psicologicamente da chi avrebbe dovuto tenerli in "servizio permanente effettivo". Li teneva chiusi, invece, nell' ormai nota quanto triste palazzina Laf (Laminatoio a freddo): con le mani in mano. «Un reparto punitivo» racconta Marisa Lieti,

Page 10: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

una psichiatra che dirige per conto dell' Asl Taranto 1 il centro destinato a curare le malattie legate allo stress da lavoro e al disadattamento lavorativo. In pratica, l' unico centro del Sud Italia dove è possibile diagnosticare casi di mobbing. è la stessa dottoressa Lieti che a novembre del 1998, denuncia sulle pagine di Quotidiano lo "scandalo Laf": «Molti dipendenti confinati nella palazzina si sono rivolti a me, quasi tutti soffrono di malattie mentali, almeno una volta hanno pensato di uccidersi... Nella città in cui abito, dove non è mai esistito un ospedale psichiatrico, esiste addirittura un lager: per tutti quelli che non hanno accettato "volontariamente" il passaggio dalla qualifica d' impiegato a quella d' operaio oppure di cambiare orario di lavoro... Settanta fra tecnici, laureati, quadri e dirigenti sono tenuti in un posto dove ci sono solo scrivanie, ma non c' è un computer né una macchina per scrivere, un telefono o un fax... So per certo che i dirigenti dell' Ilva (tutti del Nord) vengono a Taranto il lunedì mattina, dormono nella foresteria e vanno via il mercoledì, senza avere il minimo rapporto con i tarantini. Del resto, considerandoci albanesi, perché dovrebbero?». Una bomba ad orologeria, la "lettera aperta" della Lieti. Ad esplodere è un' inchiesta della Procura sul "reparto della vergogna". Finirà tre anni dopo con undici imputati, tra cui il presidente dell' Ilva, condannati per tentativo di violenza privata. «Dovevo fare qualcosa» ricorda con i tempi che corrono, la Lieti. Alla fine di quest' estate, poi, l' assegno dell' Inail a sette dei settanta "reclusi": un altro successo, per la Signora anti-mobbing. Vincenzo è uno dei "reduci" usciti vittoriosi dalla guerra, legale e morale. «Mi avevano assunto all' Ilva nel 1972, come manovale. Ma un mese e mezzo più tardi, ero diventato operaio specializzato. Nel 1994 privatizzano l' azienda. L' anno successivo avevo la responsabilità del parco automezzi, della manutenzione delle macchine da scrivere computerizzate, della lavanderia, della mensa per 12 mila dipendenti, della cassa destinata alle piccole spese quotidiane, biglietti aerei e quant' altro. Però nel 1997, senza alcun motivo, mi propongono la "novazione": di passare, cioè, da impiegato tecnico d' ottavo livello ad operaio. Rifiuto e mi ritrovo, con altri colleghi, a non fare nulla all' interno della palazzina Laf, tra scrivanie sgangherate, poche sedie, finestre che non si chiudevano, fili elettrici a vista... Mi riducevo a passeggiare nel corridoio, come succede negli ospedali psichiatrici, ho assistito a tre tentativi di suicidio, ho cominciato a soffrire di claustrofobia, quando andavo alla mensa nessuno mi rivolgeva la parola: avevano paura di fare la mia stessa fine, erano minacciati, non dovevano avere nessun tipo di rapporto con noi della palazzina Laf. Ogni quindici giorni ero convocato nell' ufficio del personale dove mi riproponevano la "novazione". Sono andato avanti così fino al 3 dicembre del 1999: "O accetti d' essere retrocesso ad operaio o ti dimetti spontaneamente o finisci in cassa integrazione". Fui messo in cassa integrazione». A distanza di quattro anni - «Prima d' essere destinato alla palazzina Laf non avevo disturbi di natura psichica» - la rivincita. «Spesso la disperazione ha vinto le battaglie. Com' ero disperato io e quelli nelle mie stesse condizioni. La speranza è che gli organi di vigilanza tengano gli occhi sempre bene aperti sul mondo del lavoro. D' altra parte il mobbing, per le aziende, è un boomerang: chissà se l' hanno capito».

La Repubblica - 4 settembre 2003

Mano sotto la pressa Ferito operaio della Ciare

Ancora un incidente sul lavoro ma fortunatamente stavolta le conseguenze non sono state gravi. Ieri mattina un operaio della C.I.A.R.E.s.pa. di via Fontenuovo, produttrice di altoparlanti, è rimasto vittima di un infortunio. Graziano Pambianchi, 45 anni, residente a Senigallia, stava eseguendo i normali lavori di assemblaggio, quando all'improvviso la pesante pressa che stava utilizzando gli ha schiacciato la mano.

Page 11: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

Momenti di paura e apprensione per la ferita dalla quale usciva copioso sangue e la corsa al nosocomio cittadino. Inizialmente si è temuto per la funzionalità dell’arto. Poi, fortunatamente, la prognosi è stata molto meno severa. Dopo le cure del pronto soccorso per medicare il taglio alla mano, l'uomo è stato trasferito al reparto di ortopedia dove i sanitari gli hanno riscontrato la rottura della prima falange. Pambianchi è stato dimesso nella tarda mattinata e la ferita è stata giudicata guaribile in tre settimane. G.Manc .

Il Messaggero – Cronaca di Ancona 5/09/03

Fim, Fiom e Uilm bresciane: un attestato e appalti regolamentati. Sciopero contro le morti sul lavoro

MANUELA CARTOSIO. BRESCIA Ventisei morti sul lavoro dall'inizio dell'anno, 10 nelle fabbriche metalmeccaniche, gli ultimi due in una manciata di giorni a fine agosto, perché gli infortuni non vanno in ferie. Per questo ieri i metalmeccanici bresciani hanno scioperato quattro ore. In alcune fabbriche siderurgiche - tra queste l'Alfa Acciai di Brescia e la Iro di Odolo, teatro degli ultimi due omicidi bianchi - lo sciopero è stato di otto ore. Per la stessa ragione, la mancanza di sicurezza, Fim, Fiom e Uilm avevano chiamato la categoria allo sciopero generale a luglio. Ieri hanno replicato la protesta, aggiungendo allo sciopero una nutrita lista di richieste recapitata in Prefettura da una delegazione sindacale. «Questi morti parlano anche a noi e di noi», ammette senza perifrasi il segretario della Fiom bresciana Osvaldo Squassina. Le imprese badano solo al profitto, i controlli pubblici latitano, le sanzioni della magistratura, quando arrivano, non sono efficaci. Tutto vero. Però l'inarrestabile sequela d'infortuni chiama direttamente in causa anche il sindacato, certifica la sua debolezza. «Dobbiamo impegnarci di più per far crescere tra i lavoratori la cultura della sicurezza», dice Squassina. Alla Beretta di Gardone Valtrompia, dove lo sciopero è stato fatto in anticipo giovedì, l'adesione è stata alta, «ma alle assemblee c'era poca gente». Anche ieri l'adesione è stata buona, e però la scelta di Fim, Fiom e Uilm di collocare lo sciopero a fine turno e di venerdì è un sintomo.Come si spiega la scarsa cultura della sicurezza in chi paga il prezzo dell'insicurezza? La diagnosi di Squassina è perentoria. «Il sindacato ha fatto passi indietro su tutto. E' diventato più debole e le condizioni di lavoro sono peggiorate». Se le aziende operano in modo «indisturbato», non si può certo far colpa ai lavoratori. E' il sindacato che deve farsi l'esame di coscienza. Nella contrattazione aziendale tutti gli sforzi sono concentrati a recuperare un po' di salario, perché il contratto nazionale è sempre in perdita. Il capitolo su sicurezza e ambiente di lavoro finisce sempre in coda nelle piattaforme aziendali, è «un'appendice». Il sindacato affronta il problema, quando lo affronta, una volta ogni quattro anni. «Non va bene perché nelle fabbriche, tra appalti e esternalizzazioni, cambia tutto da un giorno all'altro. E' un continuo via vai di gente. Si ammala un operaio? Prendono il primo che passa e lo mettono al suo posto». Gente che non ha mai messo piede in una fabbrica messa a fare pericolosi lavori di manutenzione. Come Carlos, il peruviano appena arrivato in Italia, morto alla Iro, precipitato da venti metri d'altezza mentre puliva l'impianto per l'abbattimento dei fumi.

Nel pacchetto di proposte presentato al vertice in Prefettura spicca il «bollino di qualità» della sicurezza. Per Fim, Fiom e Uilm andrebbe rilasciato alle aziende che lo meritano da un comitato di tecnici autorevoli e super partes. Un specie di attestato di buona condotta, da ritirare alle aziende dove si verificano infortuni mortali. Alle imprese bresciane Fim, Fiom e Uilm chiedono un'ora in più d'assemblea, da destinare

Page 12: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

esclusivamente alla sicurezza. Esigono che il documento di valutazione dei rischi sia redatto insieme ai lavoratori dei gruppi omogenei. Poiché la maggior parte degli omicidi bianchi avviene negli appalti, il sindacato chiede che l'azienda, prima di far entrare una ditta esterna, presenti alle Rsu un documento che illustra dettagliatamente tipo e durata dell'intervento. Le Rsu, inoltre, vogliono vedere copia del libretto di lavoro e del contratto applicato ai lavoratori degli appalti. A questi ultimi l'azienda e la ditta esterna devono fornire preventivamente le informazioni e la formazione indispensabili per capire almeno cosa si produce nel posto dove si trovano, come sono fatti gli impianti e a cosa devono prestare attenzione. «Senza questo abc e senza queste procedure non si dovrebbe poter mettere piede in una fabbrica», dice Squassina.

Il Manifesto 6/09/03

ESPOSTO A GUARINIELLO . «Quell’operaio non poteva stare alle presse»

POIRINO. «Aveva subito un’operazione alla schiena, ma appena rientrato in azienda lo hanno messo alle presse. Risultato? L’operaio è finito prima in infermeria e poi in ospedale». I rappresentanti sindacali della Fiom alla Denso di Poirino, la multinazionale che produce climatizzatori per auto, hanno segnalato l’episodio al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello. «Non doveva succedere - dicono -. Non è il primo caso». L’operaio era tornato da poco al lavoro lungo le linee di stampaggio della Denso. «Uno dei responsabili del reparto lo aveva inserito alle presse perché secondo il medico competente il lavoratore poteva svolgere tutte le mansioni esclusa un unica postazione» spiegano ancora i sindacati. Ma dopo una sola ora di lavoro il dipendente ha accusato forti dolori ed è stato ricoverato in ospedale per infortunio.

La Stampa 6/09/03

SANGUE NEI CAMPI . Agricoltore travolto dalla motozappa L’incidente ieri mattina a Collecorvino

COLLECORVINO - Brutta avventura ieri mattina per un agricoltore di Collecorvino. Mentre lavorava con una motozappa un appezzamento diterra attiguo alla sua abitazione è stato travolto dal mezzo agricolo che, ribaltandosi, gli ha procurato, per fortuna solo ferite alle gambe. L’infortunio è avvenuto ieri verso le 10 in contrada Raieta dove Dino Calista di 36 anni stava dissodando un appezzamento di terra. Per cause imprecisate il motozappa si è ribaltato e l’uomo è rimasto con le gambe schiacciate sotto l’attrezzo agricolo. Le grida di aiuto del malcapitato hanno richiamato l’attenzione dei familiari e dei vicini di casa mentre qualcuno si è preoccupato di chiamare il 118 ed i carabinieri. Con uno sforzo particolare gli uomini del contado sono in breve tempo riusciti a sollevare il mezzo agricolo e ad estrarre il corpo del Calista da quella pesante morsa. Nel frattempo è sopraggiunto l’eliambulanza che ha preso a bordo il ferito trasportandolo al pronto soccorso dell’ospedale di Pescara dove, attesi i responsi radiografici e le consulenze specialistiche lo hanno giudicato guaribile in venti giorni e trattenuto in osservazione.

Il Messaggero Cronaca Abruzzo 8/09/03

Tragedia nel cantiere della Terni-Cesi Lo smottamento ha imprigionato il giovane fino alla cintola, vani i soccorsi dei colleghi che hanno scavato anche con con le

Page 13: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

mani per liberarlo La terra frana e uccide un operaio Giovanbattista Bianco aveva 27 anni, stava lavorando in una buca

di ALFONSO MARCHESE . Gli è franata addosso. Coprendolo fino all’altezza della cintola. La montagna di terra in pratica lo ha stritolato. Spezzandogli la spina dorsale. Per il giovane Giovambattista Bianco, di 27 anni, di Fuscaldo (Cosenza), non c’è stato nulla da fare. I disperati tentativi dei colleghi di lavoro, che hanno scavato anche con le mani per liberare il giovane dalla morsa mortale, sono serviti a ben poco. Lo hanno visto morire sotto gli occhi. Tra lamenti sempre più fievoli. Dopo le prime grida di aiuto che hanno lacerato il cantiere. L’infortunio sul lavoro si è verificato nel primo pomeriggio di ieri in via del Mandorlo. Nel cantiere per i lavori di scavo della metropolitana leggera Terni-Cesi. Giambattista Bianco si trovava dentro uno squarcio nel terreno. Con le terra ammucchiata attorno alla slabbratura. All’improvviso una massa di terra cedeva, rovinando addosso al giovane. Che aveva avvertito il movimento del mucchio di terriccio, tentando si sottrarsi alla frana. Ma non ce l’ha fatta ad uscire da quell’imbuto. Lo smottamento non gli ha dato il tempo di fuggire, investendolo in pieno ed imprigionandolo. Ha avuto il tempo di gridare. Di chiedere aiuto. Ma nonostante gli slanci affannosi dei compagni, che cercavano di liberarlo dalla stretta, il giovane ha dovuto arrendersi soccombendo alla morte. Giambattista era dipendente della Gecomar Spa, la società partenopea che ha l’appalto per la realizzazione della linea Terni-Cesi. I lavori di scavo sono iniziati da poco. Con chiusura di passaggi a livello e dirottamenti del traffico per consentire al cantiere di andare avanti. Con ritmi, a quanto pare, piuttosto elevati. Quanto questi abbiano potuto incidere nell’economia della sciagura, questo dovrà stabilirlo il perito. Anche se l’ultima parola spetta al magistrato che ha in mano le redini dell’inchiesta. Non si esclude l’ipotesi della superficialità in materia di sicurezza. E l’ispettorato del lavoro sta valutando tutti gli elementi raccolti e verificare se vi sia stata qualche forma d’imperizia o negligenza.

Il Messaggero – Cronaca Umbria 9/09/03

Schiacciato da carico che manovrava con gru, grave 19enne

Stamattina un operaio di 19 anni è rimasto gravemente ferito, schiacciato da un carico che stava manovrando con la gru. E' successo in un cantiere di Milano, in via Forze armate all'angolo con via Cagnoni, forse a causa della rottura dell'anello che sorreggeva il peso. (Red)

La Gazzetta di mantova – News Online 9/09/03

Caserta. Un operaio ucraino di 44 anni, Bogdan Kokuch, ha perso la vita precipitando da un impalcatura mentre lavorava alla ristrutturazione di un edificio nella frazione Cancello Scalo di San Felice a Cancello.

www.filleacgil.it 10/09/03

Immigrati ustionati

Un senegalese, un mauritano, un ivoriano. Attorno al forno esploso ieri alla Omr di Garbagnate Monastero (Lecco) c'era un riassunto d'Africa. La deflagrazione ha

Page 14: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

ustionato i tre operai e le condizioni del senegalese (35 anni) sono gravi. L'accaduto conferma una tendenza ormai acclarata dai tabulati dell'Inail: l'incidenza degli infortuni sul lavoro è più alta tra gli immigrati che tra gli italiani. Facile capire perché. Gli immigrati fanno i lavori più rischiosi (edilizia, fonderie, cave, concerie), quasi sempre senza un minimo di formazione e, complici le difficoltà linguistiche, persino d'informazione. E poi Bossi dice che gli immigrati «non ci servono».

Il Manifesto 13/09/03

Incidenti a Loreto e Osimo. Un uomo cade da 3 metri e viene seppellito dai mattoni Incidenti sul lavoro, due operai finiscono a Torrette

Due infortuni sul lavoro ieri pomeriggio tra Villa Musone e S.Biagio di Osimo. Il primo si è verificato alle 16 in un cantiere edile (della ditta St) di via Rosario nella frazione lauretana. Un muratore, Antonio L. 46enne campano, è caduto da un'altezza di 3 metri mentre stava trasportando un carico di mattoni sopra un garage. L'uomo ha perso l'equilibrio e cadendo a terra ha battuto la testa finendo sotto una pioggia di laterizi. Le sue condizioni, pur non gravi, hanno suggerito il trasporto con l'eliambulanza al pronto soccorso dell'ospedale regionale di Torrette. Sul posto i carabinieri di Loreto e i tenici del multizonale Asl 7. Stando alle prime sommarie informazioni acquisite, nel cantiere non sarebbero state rispettate tutte le norme di sicurezza. Poco più tardi, nuovo allarme per l'ambulanza della Croce Rossa per un altro incidente sul lavoro, stavolta ad Osimo, in una ditta di S.Biagio. L'operaio con vari politraumi è stato portato a Torrette ma per fortuna non si è trattato di nulla di preoccupante. M.P.C.

Il Messaggero – Cronaca di Ancona 13/09/03

Precipita dall’impalcatura, è gravissimo Infortunio sul lavoro a Muraglia, vittima un muratore di 66 anni di Montelabbate

Un volo dall’impalcatura di circa cinque metri. Non lo ha visto nessuno, stava lavorando da solo. A dare l’allarme è stato un idraulico che era andato a fare un sopralluogo per un lavoro: ha visto il muratore a terra, ha chiamato aiuto. Ora Enrico Valeri, 66 anni di Montelabbate, si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Torrette di Ancona. Le sue condizioni sono gravissime. L’incidente sul lavoro è successo ieri pomeriggio intorno alle 16.30 a Muraglia, in via Negrelli. Al numero 54 c’è una palazzina a due piani, dove vive la famiglia di Giorgio Pierantoni. In realtà in questo periodo la casa è disabitata, dal momento che sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione. «L’operaio sembra che stesse lavorando da solo per smontare l’impalcatura, che è posta su un lato della casa - ha spiegato un ispettore della Medicina del lavoro dell’Asl che ieri è intervenuto sul posto per ricostruire la dinamica dell’incidente - L’ipotesi che è abbia perso l’equilibrio e che sia caduto a terra. Il primo a dare l’allarme è stato un idraulico che è stava andando a controllare il posto in cui avrebbe lavorato nei prossimi giorni». «Stavamo lavorando nei giardino della casa accanto - raccontano alcuni giardinieri - quando un uomo ci ha avvertito di quanto era successo. C’era un uomo anziano steso a terra, con una vistosa ferita da cui perdeva molto sangue. Hanno provato a parlargli ma era immobile». Sul posto sono arrivati subito i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Enrico Valeri è stato trasportato al Campus scolastico, dove nel frattempo era stata fatta atterrare l’eliambulanza. L’elicottero lo ha trasportato all’ospedale Torrette di Ancona, dove è stato ricoverato in

Page 15: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

Rianimazione. Il trauma cranico e le altre ferite che ha riportato precipitando dall’impalcatura sono apparse subito molto gravi. La prognosi è riservata. L.B.

Il Messaggero – Cronaca di Pesaro 17/09/03

Un infortunio sul lavoro si è verificato ieri

Un infortunio sul lavoro si è verificato ieri sera, poco dopo le 21, all’interno dell’azienda General Service di Castelplanio. L’allarme è stato dato da alcuni compagni di lavoro di un ragazzo, probabilmente di nazionalità straniera, quando si sono accorti che il collega era stato travolto da un muletto. In pochi minuti sul posto è arrivata un’ambulanza inviata dal 118. Trasportato in gravi condizioni, il lavoratore è stato sottoposto a una lunga serie di accertamenti al pronto soccorso di Jesi per capire se i brutti trauma subiti abbiano messo a repentaglio le funzioni vitali dell’operaio.

Il Messaggero – Cronaca di Ancona 18/09/03

Edilizia, un morto e 2 feriti in Calabria

E' di un morto e due feriti il bilancio di un incidente sul lavoro avvenuto a Trebisacce, un centro della fascia ionica cosentina. Il fatto è verificato in un cantiere edile dove è in corso la costruzione un muro di sostegno. Un operaio di Albidona (Cs), Domenico Arvia, è rimasto schiacciato dal crollo del terrapieno. Feriti due colleghi della vittima: Michele Presta, 29 anni, e Francesco Cataldi, 56.

Liberazione 18/09/03

L’operaio caduto sempre gravissimo

MONTELABBATE. Restano gravissime le condizioni di Enrico Valeri, 66 anni, di Montelabbate, l’artigiano edile - titolare di una ditta all’Apsella - precipitato a Pesaro dall’impalcatura su cui stava lavorando. Da lunedì pomeriggio, quando è avvenuto l’infortunio, l’edile è ricoverato in stato di coma alla Rianimazione del Torrette di Ancona dove è stato trasportato in eliambulanza. La sua prognosi è riservata. Difficile al momento stabilire cosa possa essere successo nel cantiere della casa di via Negrelli, nella zona di piazza Redi a Pesaro, dove stava lavorando. La palazzina è al momento disabitata perchè sono in corso dei lavori di ristrutturazione e ad accorgersi dell’infortunio è stato l’idraulico giunto poco dopo per un sopralluogo. Enrico Valeri, in base a quanto è stato accertato, è precipitato sull’asfalto dall’impalcatura dove stava lavorando. Un volo da oltre cinque metri d’altezza che gli ha provocato fratture e traumi su varie parti del corpo: preoccupa in particolare il trauma cranico riportato.

Il Messaggero – Cronaca di Pesaro 18/09/03

Amianto rinviato

E'stato rinviato al 2 ottobre il processo sulle morte di Giancarlo Mangione, operaio della Breda Ferroviari/Ansaldo stroncato nel 1990 da un tumore dovuto all'amianto presente nella fabbrica. Ieri mattina il giudice Dalla Chiara si è dichiarato «incompetente in materia» e ha annunciato che il procedimento passerà sotto la presidenza di Ambrogio Moccia e della quinta sezione penale del tribunale di Milano. Il processo vede imputati

Page 16: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

14 tra amministratori e dirigenti della Breda. Prima dell'udienza, davanti al palazzo di giustizia, gli attori della «compagnia degli stracci» hanno improvvisato uno spettacolo per «ricordare ai passanti i tanti, troppi, morti da amianto che attendono giustizia».

Il Manifesto 19/09/03

Un operaio albanese di 28 anni, Bardhyl Oosja, è rimasto folgorato da una scarica ad alta tensione mentre lavorava in un cantiere edile di via Tobagi a Tavazzano (MI). Nell'incidente è rimasto ferito anche un collega italiano di 58 anni. La scarica elettrica da 132 mila volt si è propagata attraverso il braccio di una betonpompa, il macchinario che serve per trasferire il calcestruzzo dalle betoniere alle gettate.

www.filleacgil.it 23/09/03

L’INFORTUNIO IERI POMERIGGIO A FRUGAROLO NEL CANTIERE PER LA RISTRUTTURAZIONE DEL VECCHIO MULINO Muratore cade da impalcatura e muore . La vittima aveva 35 anni e abitava in paese: un volo di 12 metri

FRUGAROLO . Mortale infortunio sul lavoro ieri intorno alle 17,30 nello stabile denominato «Vecchio Mulino» ora in fase di ristrutturazione, in via Garibaldi angolo via Matteotti, a Frugarolo, strada per Alessandria. Patrizio Salvadori, 35 anni, si è schiantato (dopo un volo di una dozzina di metri) nel cortile interno del palazzo, sul selciato in ghiaia. Patrizio Salvadori, che viveva da solo in paese, in via Roma, era dipendente dell’Impresa Spf costruzioni generali srl di Frugarolo e stata lavorando con alcuni colleghi sul tetto della costruzione, uno stabile di sei piani sovrastato da una torretta alta altri 2, quando, secondo una prima ricostruzione, una tavola dell’impalcatura avrebbe ceduto lasciando precipitare l’uomo nel vuoto. Scattato l’allarme, dal «118» è decollato l’elisoccorso, ma per Patrizio Salvadori non c’era più nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Bosco Marengo che stanno svolgendo le indagini per ricostruire la dinamica dell’incidente. Non si esclude l’ipotesi che l’operaio di Frugarolo sia stato colto da malore. Patrizio Salvadori lascia la madre, un fratello gemello e una sorella più giovane.

La Stampa Alessandria 24/09/03

Chiuduno: operaio muore travolto da un carrello È morto dopo essere stato colpito da un carrello trasportatore in un'azienda meccanica di Chiuduno. La vittima è Federico Consonni, 33 anni, operaio originario del paese che, però, dopo essersi sposato si era trasferito a Gorlago. Lascia la moglie e due figli, uno di sette e l'altro di un anno. Il tragico infortunio poco prima delle 18 alla Omac. L'operaio, di ritorno da alcune consegne a Brescia, si era fermato oltre il turno per aiutare alcuni colleghi. Stava svitando dei bulloni da un carrello, quando è stato colpito al petto da un pezzo meccanico ed è finito contro una morsa che era fissata al banco di lavoro. Inutili i tentativi di portare soccorso a Federico Consonni, prima dai colleghi e poi dall'equipaggio del «118». L'operaio è stato trasportato in elicottero agli Ospedali Riuniti, ma è morto prima di giungere al pronto soccorso. I carabinieri hanno posto sotto sequestro la parte del capannone in cui si è consumata la tragedia e i macchinari. Quella di ieri è l'ottava

Page 17: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

vittima sul lavoro, ma i morti bergamaschi salgono a dodici se contiamo anche gli incidenti mortali fuori provincia.

L’Eco di Bergamo 25/9/03

VASTO. Incidente sul lavoro alla stazione capo squadra in prognosi riservata

VASTO - E' ricoverato in prognosi riservata all'ospedale civile di Pescara Alberto Pellegrino, 50 anni, di Pescolanciano, in provincia di Isernia, vittima ieri mattina di un grave infortunio sul lavoro alla stazione ferroviaria di Vasto-San Salvo. L'uomo, caposquadra dell'impresa romana "Edìle Ferroviaria", alle 9 di ieri era alle prese con la posa di un palo per l'alimentazione elettrica nel piazzale di scarico delle merci dello scalo quando, all'improvviso, è stato colpito da un pesante attrezzo, è scivolato e ha battuto con violenza la testa su una rotaia. Subito soccorso dai colleghi di lavoro, un aquilano e un pesarese, Pellegrino è stato trasportato in ospedale a Vasto e, per la gravità dei traumi, trasferito a Pescara con un'eliambulanza del 118. Sul luogo dell'incidente, sottoposto a sequestro, hanno effettuato rilievi gli agenti della scientifica del commissariato e gli ispettori dell'ufficio prevenzione della Asl. Gli agenti della Polfer, coordinati dall'ispettore Donato Caramia, che conducono le indagini, hanno rimesso un primo rapporto alla magistratura di Vasto. G.Q.

Il Messaggero – Cronaca Abruzzo 26/09/03

CITTA’ DI CASTELLO Muore schiacciato dal trattore La vittima è un agricoltore di 60 anni di S. Leo Bastia al lavoro nei campi

di SIMONE SANTI . CITTA’ DI CASTELLO - Agricoltore muore schiacciato dai cingoli del suo trattore. Un’altra morte sul lavoro in Alta Valle del Tevere. Anche questa volta è stato un agricoltore a pagare con la propria vita. Nel tardo pomeriggio di ieri, in una zona impervia tra San Lorenzo di Bibiana e San Leo Bastia, Gino Muffi, di 60 anni, era a bordo del suo trattore a cingoli per raccogliere della legna. Una classica operazione che gli agricoltori effettuano in questa stagione in vista dell’inverno e che il Muffi stesso avrà compiuto centinaia e centinaia di volte, ma che, purtroppo, questa volta si è rivelata per lui fatale. Gino Muffi è infatti sceso dal trattore in un tratto di falso piano per compiere le abituali incombenze che dovevano richiedere pochi minuti di tempo. Per far questo forse l’agricoltore ha lasciato accesa la macchina agricola, dimenticandosi però di azionare il freno a mano. Così tutto si è compiuto in un attimo: mentre il Muffi era a terra accovacciato, ignaro del pericolo incombente, il trattore si è messo repentinamente in movimento, investendo lo sfortunato lavoratore e schiacciandolo contro un albero vicino. Una morte orribile, alla quale ha assistito, senza poter far nulla, il figlio che lavorava poco distante. Immediatamente è stato dato e l’allarme e sul posto è giunta anche un’autoambulanza del ”118”, ma i medici sopraggiunti hanno purtroppo potuto solo constatare il decesso sul colpo del povero sessantenne. Subito dopo sono stati allertati i Carabinieri della stazione di Trestina e l’ufficio addetto agli infortuni sul lavoro della Asl, che ha mandato sul posto immediatamente dei funzionari per aprire un’inchiesta e ricostruire la esatta dinamica dell’incidente.

Il Messaggero – Cronaca Umbria 26/09/03

Page 18: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

A ESIO E GRAVELLONA . Infortuni sul lavoro Gravi 2 operai

GRAVELLONA TOCE. Infortuni sul lavoro, ieri pomeriggio, con due feriti gravi ricoverati al reparto di neurochirurgia a l’ospedale di Novara. Il primo incidente è avvenuto a Gravellona Toce, dove Stefano Garosio, un elettricista di 32 anni, è precipitato da una scala mentre stava eseguendo dei lavori in una fabbrica dismessa. Molto probabilmente cadendo ha battuto la testa procurandosi un ematoma. Dopo i primi soccorsi è stato trasportato all’ospedale di Verbania in ambulanza e successivamente, con un elicottero del 118, al reparto di neurochirurgia dell’ospedale Maggiore di Novara. Stessa sorte è toccata Roberto Cristina, 35 anni di Esio, piccolo centro sopra Verbania. Il tecnico mentre stava riparando un’impastatrice pneumatica è stato colpito alla testa da un tubo in pressione che si è staccato dalla macchina. Anche per lui una corsa in ambulanza fino a Verbania e poi il trasporto a Novara in nurochirurgia.

La Stampa – Sezione Novara 28/09/03

Malpensa, urto fra mezzi di terra: 8 feriti

Scontro fra due mezzi di terra con otto feriti in una corsia di servizio dell'aeroporto di Malpensa. L'urto e' avvenuto fra un trattore, che trainava un carrello, e un furgone che trasportava sette dipendenti di una societa' che si occupa di pulizie all'aeroporto. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio. Secondo le prime informazioni le loro condizioni non sono gravi. (cor)

La Gazzetta di Mantova – News Online 28/10/03

Incidenti sul lavoro, si sposta un crick: muore operaio

Un operaio è morto oggi in un infortunio sul lavoro avvenuto nel piazzale di una ditta tessile di Castello Brianza, in provincia di Lecco. In base alle prime informazioni l'uomo, 43 anni, si trovava accanto a un camion, quando il supporto di un crick si è spostato. (cor)

La Gazzetta di Mantova – News Online 29/10/03

Infortunio sul lavoro a Trescore. Marocchino si frattura la mano destra

Vigili del fuoco in azione in tarda mattinata di ieri a Trescore Balneario per portare soccorso a un uomo la cui mano era rimasta incastrata in un macchinario. L'incidente sul lavoro è avvenuto in un frantoio di via Gambirasio dove un marocchino di 23 anni, residente in paese, stava lavorando ad un macchinario utilizzato per rompere i sassi. Improvvisamente la mano destra gli è rimasta incastrata nell'utensile e i vigili del fuoco hanno dovuto tagliare il rullo per liberarlo. Il giovane è stato ricoverato alla clinica Gavazzeni: se la caverà con una frattura alla mano.

L’Eco di Bergamo 30/09/03

Nuoro, muore schiacciato da escavatore

Stava svolgendo lavori di miglioramento di un terreno privato situato nelle campagne di

Page 19: MORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003 file · Web viewMORTI & FERITI- SETTEMBRE 2003. Almenno S. S., tragedia in cantiere. Muratore di 30 anni muore folgorato . Tragedia nel pomeriggio di

Gairo, nel Nuorese, quando l'escavatore su cui era alla guida è scivolato in una pendenza. Salvatore Pirastru, 43 anni, ha cercato di saltare fuori dalla cabina per mettersi in salvo, ma il mezzo l'ha travolto. All'arrivo dei soccorsi del 118 non c'era più nulla da fare.

Liberazione 30/09/03

Due operai edili, Giovanni Laffranchi di 53 anni e Ognian Choutov di 52 anni, hanno perso la vita mentre stavano viaggiando per lavoro in uno scontro tra 2 furgoni, lungo l'asse interurbano di Bergamo tra Seriate e Orio al Serio. Nell' incidente sono rimasti feriti altri quattro lavoratori.

www.filleacgil.it 30/09/03