morte di mario canessa (2)

download morte di mario canessa (2)

of 1

description

Gli articoli del Tirreno di Livorno sulla scomparsa di Mario Canessa nel 2014

Transcript of morte di mario canessa (2)

  • di Mauro Zucchelliw LIVORNO

    Non ho fatto altro che il miodovere. Potrebbero essere leparole con cui accompagnarel'ultimo viaggio di Mario Ca-nessa: ha smesso di battere a 97anni il cuore generoso di que-sto poliziotto anti-eroe, unasorta di Perlasca di casa nostrache ha salvato tanti ebrei dallafuria nazista. Quella frase l'ave-va detta lui, praticamente gri-dando, quasi sull attenti,con la commozione che gli an-nodava la gola il 25 aprile di treanni fa: nel giorno in cui la cittl'ha abbracciato mentre, da-vanti ai dipinti fiamminghi nel-la sala chic di Palazzo civico, ilsindaco Alessandro Cosimi gliconsegnava la Livornina,l'onore massimo da tributare auno di noi, con quella faccia unpo' cos che stiamo fra il libec-cio e il west.

    vero, per Mario non era lavoglia yankee di fare il Super-man giustiziere dei cattivi maun'idea di dovere che non si di-segnava con il mansionario.Mi dissero solo di portarlo dil: cos raccontava Mario diquel che era accaduto quando,poco prima del Natale '43, ilCln del paesino valtellinese incui era finito dalla sua Volterragli mette nelle mani la vita di Ci-ro, un ragazzino ebreo di 10 an-ni, da portare in Svizzera. Il do-vere significa che non stai achiederti se ti beccheranno e tifucileranno sul posto in quantotraditore, non stai l a pensareche potresti fare bella figuracon i nazisti e salvare tuo fratel-lo che in un campo di concen-tramento. Significa che lo fai ebasta: forse perch pensi chesia giusto, che magari siamo na-ti per sognare un mondo un po'meno brutto e che bisogna co-minciare da s stessi

    Eppure lui quelle straordina-rie storie di ebrei (ma anche diantifascisti, di disertori e di sol-dati alleati) fatti fuggire di l dalconfine svizzero, per una vita leaveva tenute chiuse in fondoall'ultimo cassetto del cuore:Non le avevo raccontate nem-meno a mia moglie. Una po-sa? Macch, semmai me l'ave-va confidato lui la scelta ama-ra di chi dopo la Liberazione siera trovato a fare i conti condue episodi che gli avevano fat-to capire che i sogni di quel gio-

    vane poliziotto-partigiano sierano scontrati con una realtsenza pi tanti sogni, da strap-pare con le unghie e con i denti.La prima volta, quando bussaall'uscio di una famiglia che hasalvato: neanche si conoscono,per con loro ha diviso la pauradi finire fucilato e questo ti legaa vita; lui vuol solo sapere comestanno e loro invece, equivo-cando, pensano che voglia sol-di e ricompense. Laltro flash ri-guarda un bel giorno in questu-ra nell'Italia democratica e re-pubblicana: ecco l che si ritro-va come superiore lo stesso cheaveva avuto sotto fascismo emonarchia.

    C'era stato da camminare lanotte in mezzo alla neve e alghiaccio sui sentieri dei con-trabbandieri. C'era stato da re-citare meglio d'un attore perconvincere la milizia che conl'infermiera stavano riportan-do un tubercolotico al sanato-rio lass in cima alla valle.C'era stato da tenere i fili invisi-bili del primo nucleo partigia-no in Valtellina restando inmezzo ai colleghi che quei filiavrebbero dovuto tagliarli. Lasua la ribellione del figlio diuna famiglia di piccoli impresa-ri edili e decoratori, che da Vol-terra era arrivato a Milano perstudiare giurisprudenza all'

    Universit Cattolica: nienteBatman n Big Jim.

    la ribellione di un noi.Fatto da una microfisica di cen-tinaia, migliaia, decine di mi-gliaia di tasselli d'un puzzle chenon potrebbe basarsi sul torna-conto e sull'utilitarismo. Nean-che le chiacchierate con Mariohanno mai dato una rispostaall'interrogativo che campeg-gia su questa come su altre esi-stenze protagoniste di gestianaloghi: ma chi gliel'ha fattofare? Figurarsi che quando glie-lo chiede il piccolo Ciro, pocopi che un bambino da portaredi l dal confine, lui come miconfid Mario taglia corto di-

    cendo che era amico dei genito-ri.

    Era una bugia, dunque la do-manda resta ancora sul tavoli-no: anche perch in quel noici si affida l'un l'altro la vita sen-za esser n parenti n amici. Iorischio di farmi strappare le un-ghie e i denti dai torturatori na-zisti, rischio un colpo alla testalass nel bosco o su una stradi-na fuori paese, e lo faccio per teche non mi vieni nulla e cheneppure conosco. Lui cattolicodoc ad arrangiarsi a salvareebrei che sentiva come gente difamiglia dentro una rete di resi-stenti. Compresi tanti preti: frai quali, ad esempio, padre Ilde-

    fonso Graziotto, priore dei Ser-vi di Maria, confratello di quelpadre Davide Maria Turoldo,che la Resistenza non la guarddavvero dalla finestra. Lui cheera amico di Pertini e di Parrima anche di Bulow (Arrigo Bol-drini), comandante-mito deipartigiani comunisti.

    Ma la storia di Canessa nonsi ferma a settant'anni fa: daldopoguerra in poi lo ritrovia-mo ai quattro angoli del Bel Pa-ese con la divisa da poliziotto.Come quando gli ordinavanodi andare a Sesto San Giovanni,fra gli operai della Stalingradod'Italia, a "cercare le armi fra ituoi amici rossi", gli dicevano i

    funzionari ex fascisti poi torna-ti in sella dopo un velocemaquillage. Come quando lospedirono al Brennero negli an-ni degli attentati degli altoatesi-ni filo-tedeschi o a Firenze nelperido a cavallo fra la catturadel geometra neofascista Ma-rio Tuti e la strage dell'Italicus.Come quando a Cagliari, con ifalchi del terrorismo filo-araboalle prime armi che aveva dirot-tato un aereo, and a trattare laconsegna degli ostaggi, inclusialcuni bambini. Come quandosi occup di mettere in piedi lascorta di Paolo VI e poi di papaWojtyla. Nelle trincee pi deli-cate, insomma, se vero che al

    momento di andare in pensio-ne da ispettore generale al Vi-minale a salutarlo con affettosar il grande capo degli 007italiani Federico Umbertod'Amato che Canessa conser-ver fra le cose pi care. Un po'come il berretto da garibaldinodel nonno che a Bezzecca hacombattuto dalla parte dell'Eroe dei Due Mondi.

    Non si fermata neanche do-po, quando andato in pensio-ne e lui immaginava di essereniente pi che un anziano si-gnore che di tanto in tanto pas-seggiava con il bastone nel ver-de di Villa Fabbricotti, a duepassi da casa sua, o a fare una

    partita a scacchi con lamicoebreo. davanti a una mossadi cavallo in C3 o a un arroccoche Canessa si lascia scappareuna mezza confidenza: s, an-che lui...

    Solo una battuta, un breveinciso: la cosa arriva allorec-chio delleditore-libraio GuidoGuastalla che, quando vede fragli scaffali della sua libreria Ma-rio Canessa, lo aggancia e fatornare alla memoria quei gior-ni rimasti laggi in fondo.

    Non desti meravigliaquestinsistenza. Nasce da unostraordinario principio tutto in-terno alla simbologia ebraica:nome e cognome sono segno

    di identit e non possono anda-re smarriti in un nulla indistin-to. Si spiega cos il fortissimoimpegno catalogatorio dedica-to ai nominativi delle vittimedella Shoah una per una. Manon deve andar perso neppureil nome e cognome di chi hafatto il bene. Quello di Canessa finito fra gli olivi dello YadVashem a Gerusalemme: ilmassimo onore che le autoritebraiche possano tributare achi ebreo non . Quasi nellostesso giorno lavevano chia-mato dal Quirinale per ricevereuna medaglia doro dalle manidi Napolitano.

    il gennaio 2008: gli si spa-lanca davanti la sua quarta vi-ta: tutta livornese, stavolta. Do-po ladolescenza a Volterra, do-po il coraggio partigiano in Val-tellina, dopo limpegno in pri-ma linea nelle questure di mez-za Italia, ecco che gli rovino lavita, come mi diceva lui sorri-dendo. Il Tirreno racconta chi luomo che ha ricevuto cosalti onori tanto a Gerusalemmeche a Roma. E soprattutto per-ch: la bellissima storia che cdietro.

    Mario, che fino ad allora ave-va fatto della riservatezza unostile di vita, sentiva di esserchiamato a diventare testimo-ne in questi tempi cos avari emicragnosi: gli ex partigianidellAnpi ne hanno fatto il pre-sidente onorario, le scuolelhanno chiamato e i ragazzihanno ascoltato le parole chequel signore anziano ha tiratofuori dal cuore. Non era un su-per-eroe macho da fumetti, mabastava guardargli gli occhi pervedere che ancora a novantan-ni guizzavano ancora. Senzamai smettere di esser poliziot-to vecchia maniera: con le per-sone che saltano fuori dal rac-conto, con nome, cognome,parentele e cambiamenti di do-micilio, ma non mi ricordopi se la zia stava anche lei so-pra la pasticceria, mannaggia.Eppure parlavamo del 43...

    COMMENTA IL RACCONTODELLAVITA DI MARIO CANESSAsu www.iltirreno.it

    nSINDACO. A Norimberga, nelcorso dei processi, la tesi difen-siva di molti imputati fu quelladi sostenere di avere "sempli-cemente obbedito agli ordini".Mario Canessa fece esattamen-te il contrario: Disobbed. Par-te da qui il messaggio del sinda-co Filippo Nogarin per dareladdio al poliziotto-eroe. E senel 2011 nellanniversario del-la Liberazione, Palazzo Civicoha dato a Canessa la Livornina,adesso gli apriamo ancorauna volta le porte del Comune,per accoglierlo nella casa di tut-ti i livornesi, per accompagnar-lo in questo suo ultimo viaggioe per dirgli ancora una volta:Grazie del tuo esempio. PerNogarin linsegnamento piimportante di Canessa nonstancarsi mai di ricordare (ilricordo lo strumento pi pre-zioso per evitare che similiatrocit abbiano a ripetersi).nRABBINO. I nostri maestri di-cono che una piccola lucemanda via tanto buio. Nel tem-po che il mondo era ricopertodall'oscurita, una piccola fiam-mella di speranza si accese edissip molto buio. A dirlo ilrabbino Yair Didi segnalandoche le azioni di Canessa chemise a rischio la vita per salvar-ne molte altre rimarr perl'eternit nel cuore della no-stra Comunit e di tutto il po-polo ebraico e sar ricordatonel Libro Eterno che in manodi D. per sempre.n COMUNIT EBRAICA. La me-moria del Giusto sar traman-data nei secoli: parola di Vitto-rio Mosseri, presidente dellaComunit ebraica livornese se-gnalando che in onore di Ca-nessa stato piantato un albe-

    ro nel Giardino dei Giusti.LaComunit livornese ha dedi-cato un nuovo rotolo della Leg-ge (Sefer Tor) a suo nome perriconoscenza eterna all'uomoche tanta generosit morale emateriale aveva dimostrato nelcorso di una vita ben spesa.n ANPI. Gli ex partigiani dellAnpi ricordano il partigianoCanessa in maniera semplice,come semplice e schivo eraMario, una persona che ha fat-to quello che ha fatto semplice-mente perch riteneva fosse lacosa giusta da fare, in silenzio eabnegazione, ben conscio diquale fosse il suo dovere di es-sere umano e di cittadino.n ISTORECO. Tutta la biografiadi Canessa ha espresso i valoripi alti di democrazia, libert,solidariet, vissuti con risolu-tezza e coraggio, ma anche conprofonda umilt. il messag-gio dellIstoreco (Istituto stori-co della Resistenza), segnalan-do che ha saputo sceglieresenza esitazioni da che partestare rappresentandoido unimportante esempio da tra-smettere alle generazioni futu-re.n PD. Invitando il sindaco a unomaggio pubblico a Canessa(come diciamo in altra pagi-na), il gruppo dei consilieri co-munali Pd ricorda Canessa co-me uomo riservato, umileche ha sempre detto di averfatto semplicemente il suo do-vere mentre ha rischiato peranni quotidianamente la pro-pria vita. Una storia bellissi-ma, struggente, speciale di unuomo che ha sempre volutodefinirsi normale e di cui oggicon dolore apprendiamo dellascomparsa.

    Studente, agente di frontiera e partigianoCom che Canessa sceglie didiventare antifascista? Eraandato a studiare alla Cattolicaper stare al riparo dallapropaganda, la sua famiglia nonera fascista e il fratello strizzavalocchio ai sovversivi. Lui facevaspesso landirivieni fra Italia eSvizzera sul treno: a far maturarela scelta raccontava lui erastata la lettura dei giornalisvizzeri cos lontani dai toniroboanti della propaganda diregime

    Lantifascismo nasce sul treno svizzeroLa contabilit ufficiale dellepersone fatte espatriareattraverso la rete clandestinaguidata da Celso Paganini diceche sono 134 le persone fattefuggire di l dal confine. Maqueste sono le persone indicateper nome e cognome. Solo cheovviamente non stavano achiedere documenti o a redigereelenchi. Canessa diceva alla finegli espatriati in modo clandestinoerano stati almeno mezzomigliaio

    Pi di 500 messi in salvo di l dal confine In viaggio fingendosi un infermiere Col piccolo Ciro sui sentieri del contrabbandoMario Canessa sentivaprofondamente le proprie radicivolterrane. Tant vero che, unavolta in pensione, si era dedicatoa studiare la storia della propriacitt dorigine. Tant vero cheaveva pubblicato un saggio sullafigura di San Lino, il primo papadopo san Pietro nella storia dellaChiesa. Sotto i riflettori anchelammiraglio Inghirami, che peruna curiosa coincidenza deldestino ritroveremo anche nellastoria della nostra citt

    Fra San Lino e lammiraglio Inghirami

    L a storia dei giusti spessouna storia particolare pernon dire strana. E quella diMarioCanessa non sfugge alla re-gola. A 91 anni riceve dallo Statodi Israele il riconoscimento di"Giusto fra le Nazioni", il pi altodello Stato ebraico, e dallo Statoitaliano, direttamente dalle manidel presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, la medagliad'oroalvalorcivile.

    I fatti per cui gli stato conces-soquesto riconoscimento risalgo-no a oltre 70 anni fa, alcuni degliebrei che ha salvato sono ancoravivi e dopo aver testimoniato asuo favore presso il Tribunale di

    Yad Vashem a Gerusalemme, lohanno voluto incontrare nuova-mentee ringraziare. Tra questi Li-no De Benedetti che all'epocaaveva nove anni e Noemi Gallia,allorasedicenne.

    Per valutare appieno il com-portamento di Mario Canessa bi-sogna ricordare che contempora-neamentealla suaazione disalva-taggio, suo fratello si trovava pri-gioniero in Germania. Se avesseconsegnato ai tedeschi uno o piebrei,suo fratello sarebbe stato ri-messo in libert. Mario Canessanon prese neppure in considera-zione questa possibilit. Sai, midisseiosonomoltoreligioso,cos come lo era mia madre: nondissi nulla neppure a lei, sapendoquali erano le sue idee e che miavrebbe comunque approvato.InMario Canessa prevalse l'impe-rativo categorico, l'etica delle in-

    tenzioni e della purezza di cuoresuquella delle conseguenze e del-le convenienze anche familiari.Egli uno di quei giusti su cui siregge la salvezza del mondo, e co-me tale dobbiamo continuare adonorarloericordarlo.

    Mario Canessa, era uomo pro-fondamente religioso, credente ecattolico, cavaliere del Santo Se-polcro: ha praticato la grande,sommavirtcheperlatradizioneebraica e cristiana lumilt. Puavere contribuito questo nel suocomportamento? Glielo ho chie-stopi volte, ma in Mario hosem-pre trovato un certo pudore, unaritrosiaaparlaredis.

    Vorrei ricordare per che nel1937 (Marioall'epoca doveva ave-re ventanni), Pio XI promulguna lettera enciclica, eccezional-mente scritta in tedesco anzichin latino: Alla luce delle nor-

    me di questo diritto naturale,ogni diritto positivo, qualunquene sia il legislatore, pu essere va-lutato nel suo contenuto etico econseguentemente nella legitti-mit delcomandoe nella obbliga-toriet dell'adempimento. Quel-le leggi umane, che sono in con-trasto insolubile col diritto natu-rale, sono affette da vizio origina-le, non sanabile con le costrizionin con lo spiegamento di forzeesterne.

    Probabilmente Mario Canessanon conosceva l'enciclica papa-le,ma qualche anno dopo di fron-te all'alternativa se obbedire aduna legge umana ingiusta, oppu-re alla legge naturale di origine di-vina, non ebbe il bench minimodubbio. Nel contrasto fra l'uomoe Dio, la tradizione e l'insegna-mento religioso prevedono espli-citamente la disubbidienza. Un

    quel momento l'insegnamento eil ricordo della madre ebbero unruolo determinante, e lo condus-sero, senza tentennamenti a testi-moniare il bene e combattere ilmale.

    Erano momenti terribili neiquali non era pi possibile noncapire, sfuggire ad una scelta; gi-rare la testa da un'altra parte eragi uno scegliere. Dice il Talmudchechi salva unavita salva il mon-do; salvando una vita non si salvasolo una persona, ma anche lacontinuit delle generazioni. Nel

    memorialediYadVashemfraiseimilioni di vittime innocenti ri-cordata la morte di un milione emezzo di bambini. Canessa ap-partiene perci, e per sempre, aquella schiera di Giusti, la cui esi-stenza assicura la salvezza delmondo: eppure lui riteneva diaver solo fatto il suo dovere, cichelasuacoscienzagli imponevadifare.

    Venutoaconconoscenzadellesue azioni lo sollecitai a parlare.Solo dopo molte insistenze riu-scii ad avere il materiale che, tra-smesso alle autorit dello YadVashem consentirono di annove-rarlo nella eletta schiera dei "Giu-sti".

    Grazie Mario, non ti dimenti-cheremo mai, e opereremo per-ch il tuo ricordo sia trasmesso atuttelegenerazioniavenire.

    Guido Guastalla

    IL RICORDO

    Mario Canessa, studente digiurisprudenza allUniversitCattolica, presta servizio comepoliziotto alla frontiera con laSvizzera nel borgo di Tirano: dopol8 settembre 43 entra nelleprimissime formazioni dipartigiane della Valtellina e,dallinterno del posto di polizia,tesse la tela per aiutare ebrei,antifascisti e militari prigionieriin fuga dai nazisti. Il nucleopartigiano era in una piccolamerceria sulla piazza principale

    dopo l8 settembre LA SCELTA DI GIOVENT LA RETE PER AIUTARE I FUGGIASCHI

    In fondo alla Valtellina esisteva ilsanatorio di Sondalo. Era la scusabuona per chi doveva sparire daMilano verso la Svizzera eprendeva il treno verso laValtellina. Canessa si fingevainfermiere che, insiemeallinfermiera-partigiana PalmiraRicci, doveva accompagnare untubercolotico per un ricoverourgente. In caso di perquisizioni,il finto malato si inventava unattacco di tosse con tanto difazzoletto insanguinato...

    IL TRUCCO DEL FALSO MALATO

    Lagente Mario Canessa e il bri-gadiere Giovanni Marrani, tosca-no anche lui e anche lui in servizioa Tirano, accompagnano il piccoloCiro De Benedetti (foto) di notte,in mezzo alla neve, lungo i passisegreti dei contrabbandieri, al dil della frontiera: lo conse- gnanoai gendarmi di Campocolo- gnoche mettono il timbro a data sullafirma di Ciro. Quel fogliettoviene dato ai genitori del bimboper dirgli che il figlio in salvo:non torneranno mai dal lager

    LA ROCAMBOLESCA FUGA LE RADICI VOLTERRANE

    w LIVORNO

    LIvorno d oggi lultimo ab-braccio a Mario Canessa. Lofa nel modo pi solenne: lhadeciso il sindaco Nogarin din-tesa con la famiglia. Lavevasollecitato a fine mattinata an-che il gruppo Pd per iniziativadiMarco Ruggeri, AlessioCiampini, Yari De Filicaia, Mo-nica Ria, Marco Martelli, Cri-stina Bini e Pietro Caruso(per lui, livornese non di na-scita ma per scelta, e che quiha ricevuto la massima onori-ficenza cittadina, chiediamoal sindaco un funerale pubbli-

    co perch la ormai sua Livor-no lo saluti per l'ultima voltacon tutto l'affetto e il ricono-scimento che si merita).

    Da Palazzo civico si ricordache prima del funerale religio-so previsto dopo le 14,45 nellachiesa di Nostra Signora delRosario in via Mangini (traver-sa di via Marradi), alle ore 12la salma, scortata da due vigiliin moto, verr trasportata dall'abitazione fino al Comune,dove alle ore 12,20 sar accol-ta con tutti gli onori dal sinda-co Filippo Nogarin.

    Dalle ore 12,45 alle ore14,45 la salma sar esposta in

    sala preconsiglio dove sar al-lestito anche un libro delleonorificenze a disposizione dichiunque desideri lasciare unmessaggio in ricordo.

    Sar il modo per permette-re un ultimo saluto da partedelle tante persone che in que-sti anni hanno potuto apprez-zare la straordinaria caricaumana di questuomo umile eriservato.

    Alle ore 14,45 la salma, sem-pre scortata da due vigili inmoto della Polizia Municipa-le, verr condotta alla chiesadel Rosario dove avranno luo-go le esequie religiose.

    Oggi lomaggio solenne in Comunepoi i funerali nella chiesa del Rosario

    Cosimi gli d la Livornina nel 2011

    LA MASSIMA ONORIFICENZA LABRONICA

    Canessa a una cerimonia in sinagoga (Pentafoto)

    Addio al poliziotto anti-eroeche salv gli ebrei dal lagerSi spento a 97 anni. Gerusalemme gli aveva tributato gli onori pi alti come giusto fra le nazioniPer pi di mezzo secolo la sua storia era rimasta segreta: Non lavevo detto neanche a mia moglie

    La lotta per la libertcon il coraggiodi chi sa essere umile

    Lo Yad Vashem in Israele. Foto grande: Canessa con Ablondi (Pentafoto)

    nn Nel 2011 a Canessa il Comune, per iniziativa dellallora sinda-co Cosimi, aveva conferito la Livornina nellanniversario della Li-berazione. Dintesa con lAnpi, Palazzo civico ha pubblicato unvolumetto dedicato a questa storia: ne trovate il link sul sito web.

    NON TI DIMENTICHEREMO

    La disubbidienzain nome di Diodi fronte alla disumanitdi una legge ingiusta

    IL MONDOSALVATODAI GIUSTI

    LA MORTE DI MARIO CANESSA

    MARTED 8 LUGLIO 2014 IL TIRRENO Livorno V